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La vera storia di Babbo Natale
Le storie di Natale di Elisa Rodari
La vera storia di Babbo Natale
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Se si pensa a Babbo Natale vengono subito alla mente i ricordi di quando si era bambini e si aspettava con trepidazione il suo arrivo a bordo della slitta trainata dalle renne nella fredda notte del 24 dicembre. Che si chiami Père Noël, Santa Claus, Weihnachtsmann o Papà Noel poco cambia: la magia che avvolge questa figura non ha davvero confini. In alcuni luoghi troviamo anche San Nicolò che nella notte del 5 dicembre porta doni ai bambini buoni. Cosa hanno allora in comune un santo e Babbo Natale? Si crede infatti che la figura del santo abbia ispirato la storia di Babbo Natale. San Nicolò, vissuto intorno al IV secolo, fu vescovo di Myra, attuale Demre, città della Turchia meridionale. La tradizione vuole che il vescovo conobbe una famiglia dapprima benestante, caduta poi in miseria. Il padre si vergognava della povertà in cui era finita la sua famiglia e sembrava non aver nessun’altra soluzione se non quella di far prostituire le proprie figlie. San Nicolò fece scivolare di nascosto dalla finestra della loro abitazione tre palle d’oro (nell’iconografia classica ricorre questa simbologia) che permisero alla tre fanciulle di evitare la prostituzione, garantendo loro invece un matrimonio felice. Dal Medioevo in poi, si iniziò quindi a commemorare questo evento, scambiandosi doni il 6 dicembre, tradizione ancora diffusa nei Paesi Bassi, Germania, Austria, Alto Adige, Trieste e in alcune zone del bellunese. La leggenda narra che San Nicolò passi di casa in casa accompagnato dal suo asinello a portare piccoli doni ai bambini bravi mentre a castigare i bambini cattivi ci pensavo i diavoli, conosciuti in alcune località dell’arco alpino con il nome di Krampus. Nei secoli poi, nonostante in alcuni luoghi permanga tutt’oggi la tradizione del passaggio di San Nicolò, si è iniziato a far coincidere questa ricorrenza con il Natale. La figura di Babbo Natale, per come lo conosciamo, emerse infatti molto più tardi rispetto agli avvenimenti che hanno reso famoso San Nicolò. Babbo Natale venne infatti descritto per la prima volta dallo scrittore e linguista americano Clement Clarke Moore nel 1821 nel poema A Visit from St. Nicholas (Una visita da San Nicolò). È proprio questa poesia a rappresentare il tassello fondamentale che ha portato allo sviluppo della figura moderna di Babbo Natale e quindi lo spostamento dal 6 al 25 dicembre dell’arrivo della figura portatrice di doni. Senza dubbio, il colosso di Coca-Cola
ha anch’esso contribuito a diffondere la figura di Babbo Natale: la svolta decisiva è stata nel 1930 quando l’illustratore Haddon Sundblom lo raffigurò come un omone paffuto, dall’animo gentile, vestito di rosso. La ricompensa per Babbo Natale dopo una notte estenuante in giro per il mondo a consegnare regali era una buona bibita, in questo caso Coca-Cola. Molti ritengono che sia stata sempre Coca-Cola nella creazione della campagna pubblicitaria natalizia ad affibbiare il colore rosso al vestito di Babbo Natale, fatto non vero. Molto prima, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, Babbo Natale infatti apparve vestito di rosso in alcune delle copertine del periodico umoristico statunitense Puck e più tardi nel 1915 l’azienda White Rock Beverages utilizzò anch’essa il rosso per vestire il Babbo Natale delle sue pubblicità di acqua minerale e nel 1923 per la vendita di ginger ale. Da questo si capisce come non ci sia una vera e propria data di nascita di Babbo Natale ma si potrebbe invece parlare più di una sua evoluzione. Altra cosa interessante è la dimora di Babbo Natale che cambia a seconda delle diverse tradizioni. In Italia come nell’intera Europa Babbo Natale ha la sua dimora vicino a Rovaniemi, città finlandese della fredda Lapponia; altre tradizioni parlano della Svezia o della Groenlandia come i luoghi dove è solito abitare. Negli Stati Uniti si pensa che abiti al Polo Nord, mentre i canadesi sostengono che la sua dimora si trovi nel nord del Paese. Oltre alla tradizionale letterina da spedire a Babbo Natale, i bambini più tecnologici possono seguire direttamente online il passaggio di Babbo Natale, tracciato grazie a radar accuratissimi. Aiutato dai suoi elfi impegnati a costruire giocattoli, Babbo Natale effettua poi le consegne a bordo della sua slitta trainata da renne (Ballerina, Cometa, Cupido, Donato, Donnola, Freccia, Fulmine e Salterello). A capo di tutte però viene collocata Rudolph che con il suo naso rosso riesce ad illuminare la strada e condurre Babbo Natale da ogni bambino. Nonostante le critiche pervenute dalla sfera religiosa e più conservatrice, i bambini rimangono sempre affezionatissimi alla figura di Babbo Natale e il Natale senza di lui e senza la magia che avvolge il suo arrivo non sarebbe di certo la stessa cosa. Non resta che aggiungere, come direbbe il buon vecchio Babbo Natale “Oh oh oh Buon Natale!”.
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