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Medicina & Salute: anoressia e bulimia

Problemi reali e non da sottovalutare ANORESSIA E BULIMIA

Quando si parla di disordini alimentari, anoressia e bulimia sono le manifestazioni più frequenti tanto da essere considerate un’emergenza di salute mentale che riguarda tutti gli strati sociali, maschi compresi, sebbene a soffrirne di più siano le femmine dall’età preadolescenziale in su.

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Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute in Italia il 95,9% delle persone colpite da disturbi alimentari sono donne. Per l’anoressia nervosa si contano 8 nuovi casi per 100mila persone in un anno tra le donne, mentre per gli uomini si contano fra 0,02 e 1,4 nuovi casi. La bulimia invece ogni anno conta 12 nuovi casi per 100mila persone tra le donne e circa 0,8 nuovi casi tra gli uomini. Questi disturbi, spesso confusi e semplificati nel binomio anoressia uguale magrezza e bulimia come obesità, se non trattate invece possono avere ripercussioni gravi sulla salute in tutti gli organi e apparati causando addirittura la morte. In entrambe il cibo, la sua assenza o il suo bisogno spasmodico, diventa il centro di ogni pensiero. Guarire si può, con lo sforzo della persona malata di riconoscersi tale innanzitutto, e poi con l’aiuto dei propri cari e la scelta di specialisti giusti che guidino nel percorso di riequilibrio. Il trattamento infatti richiede personale specializzato che assicuri un approccio interdisciplinare in cui venga integrato l’aspetto clinico-nutrizionale, quello psicologico, endocrinologico e riabilitativo. A determinarle è un disagio emotivo e psicologico legato a fattori di rischio ambientali, genetici, e psicosociali. Vanno trattate per la loro natura psichica oltre che come problema alimentare. Il disordine alimentare ha componenti come la familiarità e l’influenza da parte di membri della famiglia o di gruppi, come danzatrici, modelle, e ginnaste che impongono standard di magrezza. Tra le cause si contano anche situazioni traumatiche come abusi sessuali, drammi familiari, o la necessità, come spesso accade, di corrispondere a canoni di bellezza imposti con prepotenza dai media. Anoressia nervosa Secondo l’OMS, una persona è sottopeso quando il suo indice di massa corporea è inferiore a 18,5. Si calcola dividendo il peso per il quadrato dell’altezza espressa in metri. L’anoressia consiste nel rifiuto di alimentarsi dato dal timore di prendere peso anche quando si è già visibilmente sottopeso. È la patologia psichiatrica con il più alto livello di mortalità. Il percorso che vi conduce è graduale, con la riduzione dell’introito alimentare e l’esclusione di alcuni cibi. Il benessere iniziale è dato dalla perdita di peso e dal miglioramento della propria immagine e soprattutto dal potere di controllare la fame. Il corpo diventa l’oggetto di culto controllato continuamente allo specchio, oltre la taglia dei vestiti, la bilancia, il conteggio delle calorie, e la lentezza nel mangiare. L’evidente eccessiva magrezza è sempre negata e di conseguenza il pericolo per la propria salute, opponendosi spesso ai trattamenti. Nei più giovani non è sempre facile diagnosticarla per via dei cambiamenti fisici dello sviluppo, nelle ragazze il primo sintomo è la scomparsa delle mestruazioni. L’anoressia nervosa si manifesta sia con importanti restrizioni alimentari che con abbuffate e successive eliminazioni attraverso vomito, lassativi e iperattività. La vita ruota intorno al cibo e tutto il resto che l’esistenza offre perde d’interesse. Le conseguenze ultime per chi scende sotto i 40 Kg possono essere letali anche per le complicanze cardiache che ne seguono. Al di là del calo di peso sono molti i fattori a cui bisogna prestare attenzione come debolezza, pelle secca

di colorito giallastro, capogiri, spossatezza, capelli fragili e intolleranza al freddo. Le persone affette da anoressia nervosa presentano estremità delle mani e dei piedi bluastre in seguito all’esposizione al freddo, cicatrici o callosità sul dorso delle dita (segno di Russel) dovute al vomito autoindotto, denti con smalto opaco, carie e infiammazioni gengivali, aritmie, difficoltà di concentrazione, depressione e ansia. Generalmente è la pressione dei familiari a portare il soggetto anoressico al trattamento quando il dimagrimento è piuttosto marcato. Per evitare la promozione di ideali di bellezza inaccessibili e prevenire l'anoressia nelle giovani, in Francia è stata approvata la legge per cui ogni modella deve presentare un certificato medico che attesti il suo indice di massa corporea, idoneo a esercitare l'attività. Dal 1 ottobre 2017 inoltre è obbligatorio apporre sotto le foto a uso commerciale la dicitura 'fotografia ritoccata' qualora siano state apportate delle modifiche. Bulimia Nervosa A differenza dell’anoressico, il bulimico si abbuffa in modo però differente dal classico “mangiare troppo”. Ingerisce una quantità eccessiva di cibo e calorie in un tempo ristretto, ha la sensazione di non potersi controllare e l’abbuffata ha in genere uno stress emotivo forte come fattore scatenante, come insoddisfazione verso se stessi o senso di vuoto. Il senso di colpa che ne segue si traduce in vomito autoindotto, assunzione di lassativi e diuretici, esercizio fisico eccessivo o digiuno per perdere il peso accumulato. Il disgusto verso se stessi e la tendenza a nascondere il proprio comportamento dagli altri in modo pianificato sono i passi successivi. Le abbuffate compulsive e l’uso dei comportamenti compensativi avvengono in media una volta alla settimana per almeno tre mesi. Una crisi bulimica è accompagnata dalla sensazione di perdere il controllo. Anche il bulimico è ossessionato dal suo peso e dalla forma fisica da cui determina la valutazione di sé. Il vomito autoindotto dunque riduce il malessere fisico oltre alla paura di ingrassare. Tuttavia è più difficile stabilire la bulimia.

L’individuo può essere di peso normale, sovrappeso, o sottopeso. L’anoressico è sempre troppo sottopeso. Tuttavia per individuare il soggetto bulimico è bene fare attenzione alle callosità sul dorso della mano (segno di Russell), irregolarità mestruale, erosione dello smalto dei denti, carie, sensibilità dentale, palpitazioni cardiache, bruciore all’esofago, ulcere nel cavo orale, mal di gola frequenti, gonfiore alle mani, ai piedi, e all’addome, edema alle caviglie e agli occhi. Erroneamente si ritiene che la bulimia sia meno “grave” dell’anoressia. Di certo il rischio di morte è inferiore rispetto alla denutrizione, ma non le complicazioni che essa provoca sull’organismo, determinando danni a carico dell’apparato digerente, con rischio di ulcere ed emorragie interne, del fegato, dei reni, del cuore, con aritmie e scompensi, e dunque potenzialmente fatali in un secondo momento. Molti soggetti presentano un’anoressia iniziale per poi passare alla bulimia in quanto incapaci di mantenere il peso basso e astenersi dal mangiare. Il grasso, “il nemico”, è nella giusta quantità invece uno dei migliori alleati per la salute. Svolge ruoli insostituibili nel corpo e protegge dalle fratture ossee. È una miniera di vitamine e oligoelementi per il benessere psicofisico e una sua parte, detta essenziale, ricopre gli organi del corpo, proteggendoli e sorreggendoli.

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