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Conosciamo il territorio: il museo civico
Conosciamo il territorio di Beatrice Mariech
"Il Museo Civico“ tra ieri e oggi
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Èstata inaugurata il 29 aprile scorso la nuova sezione archeologica del Museo Civico di Feltre che testimonia quanto l’antica Feltria abbia effettivamente costituito un importante centro romano. Sono qui raccolti i più importanti elementi archeologici rinvenuti su suolo feltrino, che dialogano tra di loro e con l’intero territorio circostante grazie a vari approfondimenti multimediali. Ma cosa sappiamo a proposito della nascita del Museo? L’idea di costituire un Museo Civico per la città di Feltre si formò di fatto nel 1903, quando il Comune ricevette in donazione da parte della nobildonna Antonietta Guarnieri Dal Covolo un’importante raccolta di opere d’arte, perlopiù dipinti e manufatti di artigianato popolare e religioso. In seguito, su richiesta dell’allora sindaco Ferruccio Bonsembiante, i cittadini si mossero per aggiungere altri oggetti e documenti alla collezione e nel settembre dello stesso anno questa prima sezione venne provvisoriamente esposta presso il Palazzo della Ragione e solo in seguito spostata definitivamente presso il Palazzo Villabruna, sede che tutt’ora ospita il museo. Palazzo Villabruna venne costruito molto probabilmente nel 1400 e originariamente, oltre ad essere un’abitazione, era stato pensato per svolgere anche la funzione di fondaco. Venne distrutto durante la violenta guerra cambraica del 1509 – 1510 voluta dalla lega di Cambrai, una coalizione militare costituita da Spagna, Francia e Sacro Romano Impero che decise di mettersi contro la Repubblica di Venezia dichiarandole guerra nel 1508. L’intento della Lega era quello di sconfiggere la Serenissima per mettere fine alla sua continua espansione e successivamente spartire i territori veneti tra le tre potenze. L’edificio venne dunque ricostruito durante il primo decennio del sedicesimo secolo, per cui oggi ci appare di gusto rinascimentale. Nei primi anni del 1900 il Comune di Feltre decise di acquistare il palazzo per renderlo sede ufficiale del Museo Civico, che verrà inaugurato in questa sede nel 1928 in seguito ad un restauro curato, tra gli altri, dall’architetto Alberto Alpago Novello. Da allora la collezione che comprende, tra gli altri, opere pittoriche, ceramiche ed arredi, verrà progressivamente arricchita, grazie anche ad ulteriori donazioni da parte dei cittadini, come quella avvenuta nel 1924 da parte del conte Jacopo Dei, il quale decise di donare alla città anche le sue raccolte. Ulteriori
ampliamenti delle collezioni avverranno poi tra il 1944 e il 1952, anno in cui venne inaugurata la sala archeologica, e successivamente tra il 1954 e il 1997. All’interno dei locali del piano terra, il quale è già strutturalmente degno di nota perché seminterrato e incavato nella roccia, troviamo la sala archeologica, che è stata arricchita di reperti unici, databili tra l’epoca retica sino alla caduta dell’Impero Romano, e raccolti all’interno di sale tematiche. Qui è possibile ammirare alcuni ritrovamenti piuttosto rari, che costituiscono un vanto per la nostra città: vale la pena ricordare la celebre statua di Esculapio, divinità greca della medicina, e l’ara dedicato ad Anna Perenna, che testimonia dunque come anche a Feltria fosse presente il culto della misteriosa divinità romana protettrice dell’anno, iscrizione preziosissima se consideriamo che si tratta dell’unico reperto dedicato alla dea ritrovato al di fuori del Lazio; non solo, è inoltre possibile conoscere la storia di Lucius Oclatius Florentinus, pretoriano feltrino che venne sepolto due volte: le due lapidi funerarie, una giunta a Feltre come prestito da parte del Museo Archeologico di Roma, ricorderanno la peculiare vicenda e fungeranno inoltre da pretesto per raccontare la società dell’antica Feltria. Dal primo piano a salire Palazzo Villabruna si rivela invece una vera e propria casa museo, curata in modo tale da ricostruire fedelmente una tipica dimora aristocratica di Feltre: le stanze sono infatti ammobiliate in modo tale da apparire esattamente come si sarebbe presentata un’abitazione patrizia ed accolgono mobili provenienti dalle abitazioni feltrine e risalenti ai secoli che vanno dal XV sino al XIX, assieme a stemmi araldici appartenenti a rettori veneziani e alla nobiltà locale, dipinti e ancora oggetti di artigianato, tappeti e oggetti di uso quotidiano.
Damiano Prizzon per Mascalcia Trattoria Speranza