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I nostri veri eroi
Medici, infermieri, Oss e operatori sanitari I nostri veri Eroi
“I o resto a casa”. È quanto i media giornalmente hanno ripetuto in questo particolare momento storico che sta vivendo il nostro paese. A ogni cittadino, infatti, è stato chiesto, nelle diverse forme e modalità, di fare la propria parte per evitare il diffondersi del virus e cercare di sconfiggere questo invisibile comu ne nemico. Ci sono state, però, e ancora ci sono, tantissime persone che a casa non sono potute restare perché era loro specifico compito combattere, in prima linea, questa “pandemia” che è calata su di noi come un fulmine a ciel sereno. Il voluto riferimento è per i “fantastici” camici bianchi e per chi opera nella pubblica sanità, che, con indefesso impegno, senza sosta e sforzi immani si sono adoperati per proteggerci e garantire la nostra salute. E l’hanno fat to consapevoli del concreto rischio di essere infettati e subire, non di rado, le estreme conseguenze. E hanno dato la loro vita perché molti potessero vivere.
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Stando, infatti, ai dati aggiornati dall’Istituto Superiore della Sanità, al momento sono oltre 17mila gli operatori sanitari contagiati dal coronavirus, con un’età media di 48 anni di cui quasi il 40% di sesso maschile. Una lista, che oltre ai medici, sia quelli in pensio ne, che hanno risposto all’appello di rientrare al lavoro, e sia quelli in attività, comprende Oss, infermieri, operatori ospedalieri e farmacisti. E purtroppo sono anche i numeri dei decessi che ci quantificano il “triste” bilancio che li ha coinvolti. Secondo quanto scritto nel sito delle Federazio ne nazionale degli Ordini dei medici sono 150 i camici bianchi che han no perso la vita di cui 51 i medici di famiglia. A questi vanno aggiunti 38 infermieri, 24 operatori socio-sanitari (Oss) e 15 farmacisti.
Una vera “tragedia” sanitaria che ha colpito e purtroppo ancora colpisce coloro i quali quotidianamente lottano per salvaguardare la vita altrui. Uomini e donne che senza dubbio alcuno possono essere paragonati a soldati in trincea contro un nemico potente che al momento sembra non lasciare scampo. Per loro una battaglia in prima linea, non di rado combattuta senza efficaci armi, con materiali scadenti e con strutture non sempre all’altezza della situazione, supportati e sostenuti solo dalla loro preparazione, dal loro altruismo e dal loro coraggio. E cosa dire degli addetti all’autoambulanza, di questi encomiabili soccorritori che 24 ore su 24 garantiscono il trasporto e la continua presenza e assistenza. Raramente ci siamo accorti, come in questa sciagura del coronavirus, che l’abnegazione dimostrata da tutto il personale sanitario non ha avuto eguali. Ecco perché, in questo grande universo sanitario, desidero richiamare l’attenzione dei lettori e di tutti i valsu ganotti, su quanto fatto dall’ Ospedale San Lorenzo di Borgo Valsugana – area Covid- che in questo particolare periodo ha saputo concretizzare, e nel migliore dei modi, l’essenza della competenza sanitaria e dell’essere al servizio del paziente e dei meno fortu nati. Medici, infermieri, Oss, addetti alle autoambulanze, paramedici e perso nale amministrativo, meritano la nostra riconoscenza e gratitudine perché, nella quotidianità dell’emergenza e in questi difficili momenti, oltre alle loro specifiche competenze e cura degli ammalati, hanno saputo sostituire gli affetti familiari, impossibilitati ad essere accanto ai loro congiunti, infondendo ai degenti particolare vicinanza umana e sostegno morale. E anche se la guerra contro il Covid19 dovesse continuare, come purtroppo sta avvenendo, noi siamo certi che in tutte le strutture sanitarie nazionali e quindi anche in quella di Borgo Valsu gana ci saranno sempre, accanto a noi, i nostri angeli custodi e “nostri veri eroi”. A Loro, di vero cuore e con immensa riconoscenza, un grande GRAZIE.
Riportiamo questo breve pensiero che è stato scritto da una operatrice sanitaria del San Lorenzo di Borgo Valsu gana, durante una notte insonne dopo un faticosissimo turno. Certo, avrebbe dovuto è voluto dormire, ma la sua mente continuava a rimanere in ospedale con negli occhi le sofferenze e le pene altrui. E noi siamo certi che questo tempo, dedicato agli altri, veramente impegnativo sotto tutti i punti di vista, lascerà un indelebile segno in lei e in tutti gli operatori, medici, infermieri e Oss che hanno lottato e ancora lottano contro il coronavirus. “Q uando un paziente varca quella soglia, non sai mai come andrà a finire. Nel bene e nel male, però, sai che Tu lo accompagnerai in quel cammino, rappresentato da una malattia ancora sconosciuta e che mette tanta, ma tanta paura. Noi, però, non avremo paura. Saremo la sua forza. Sopporteremo con lui la fatica e la sofferenza. Saremo il suo punto di riferimento. Dopo quella porta l’unica compagnia che avrà sarà la nostra o quella di un compagno di stanza. Paura, incertezza la faranno da padroni, ma noi non le lasceremo vincere! Perché dietro a quelle maschere, a quelle armature, ci sono , Oss ,infermieri e medici che non molleranno mai. Lotteranno per vincere e per far sì che quella porta funzioni anche in uscita. E per ognuno che guadagnerà la via di casa noi festeggeremo la vittoria comune e saremo sempre contenti. Per chi invece ci lascerà, avremo di lui un ricordo speciale, con lacrime e tristezza, ma con la convinzione che non tutto è stato inutile ! Ogni volta perderemo qualcosa, ma ogni volta ne usciremo più ricchi e più forti, consapevoli che quelle persone sono state genitori, nonni ,fratelli,sorelle,amici. Sono state tante cose e noi abbiamo avuto la fortuna di accompagnarli, come fossimo parenti ... perché in covid siamo tutti parenti e siamo tutti amici. E tutti noi ne usciremo e rinasceremo. E saremo più forti e consapevoli, con tutte le nostre fragilità, le nostre paure, ma estremamente grati per la vita che ognuno di noi ha avuto e ha. E quindi possiamo dircelo: al San Lorenzo siamo amici dei pazienti e veri nemici di questo maledetto virus. Buon lavoro a tutti i colleghi che condividono questo momento e come ormai echeggia in tutto il mondo : ce la faremo, andrà tutto bene !”