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L’uomo, la religione e la cività

L’uomo, la religione e la civiltà

Se è vero che impariamo dagli errori, è altrettanto vero che la nostra esistenza terrena è fin troppo breve per commetterli tutti. Dunque, a meno che non siate seguaci di qualche dottrina orientale, conviene cercare una valida alternativa alla reincarnazione. Da quando l’homo sapiens ha fatto la sua comparsa ha sempre cercato, ben prima dell’invenzione della scrittura, di raccontare la propria storia e ascoltare l’altrui testimonianza. Lo dimostrano le antichissime tradizioni orali dei popoli mediorientali, i dipinti rupestri rinvenuti in ogni parte dell’orbe terreste, i miti e le epopee greche e scandinave. Tutte vestigia di antichissime civiltà che, in modo letterale o figurato, vogliono tramandare alle generazioni a venire un qualche insegnamento o nozione. Ma a che cosa è dovuta questa predisposizione istintiva e innata dell’essere umano? Per quanto riguarda le civiltà primigenie si può facilmente fugare il dubbio alludendo ad un qualche istinto di sopravvivenza che portava i nostri antenati a condividere con i propri simili ciò che avevano appreso circa lo stare al mondo, possibilmente senza morire di fame o finire sbranato da qualche bestia selvatica. Un’argomentazione di tutto rispetto ma, a meno che non fermiamo il nostro concetto di Civiltà al cinquemila avanti Cristo, è troppo scarna per saziare il nostro piccolo pusillanime interiore. Possibile che i più grandi letterati della Storia, da Cervantes a Manzoni, abbiano sprecato fiumi d’inchiostro solo per dirci di non prendere freddo o di mangiare sennò “stiamo sciupati”, manco fossero delle apprensive nonne meridionali? Certamente, con l’evolversi della scienza e della tecnica, il nemico dell’uomo non è più rappresentato dalla natura selvaggia o dal lupo cattivo. Non di meno ci troviamo ad affrontare ben altre “selve oscure” o fiere affamate. Stando alla piramide dei bisogni di Maslow, una volta riempita la pancia e lenito il bisogno di un giaciglio sicuro, che per un animale equivarrebbe ad aver raggiunto lo scopo della vita, l’uomo è costantemente alla ricerca di qualcosa che lo faccia sentire realizzato e sazi la sua fame di senso. Non ci accontentiamo di sapere come funziona la realtà che ci circonda, vogliamo anche sapere il perchè, i motivi che spingono noi e gli altri a comportarci in una determinata maniera, le cause più profonde del nostro agire. Per questo motivo prima dell’Illuminismo non c’era una netta distinzione

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