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Il coronavirus, il giorno dopo
di Cesare Scotoni
Corona virus Il giorno dopo, come ripartire
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Il Corona virus ha attaccato l’uomo, la società, il sistema economico. Si è parlato di effetto guerra e quando passerà l’organizzazione sociale ed economica dovrà reagire proprio come se di guerra si fosse trattato. Con qualche vantaggio e molte mancanze.
L’apparato industriale e produttivo è integro, così come lo è il sistema del welfare per il quale, come si è visto nella situazione di emergenza, ci sono ampi spazi di miglioramento per la semplificazione ed il contenimento degli sprechi, con il vantaggio che il livello di qualità della vita e delle tutele per i lavoratori. Le prime vittime del virus sono le PMI (piccole medie imprese) già carenti per competitività e di produttività in particolare laddove sono meno valorizzati gli elementi di diffusione che devono accompagnare il diffondersi dell’Innovazione tecnologica. Le micro PMI non si sono avvantaggiate degli effetti moltiplicativi aggiunti dall’economia digitale che rivoluzionano tutte le organizzazioni “alleggerendone” ed “integrandone” i costi indiretti. Su questa carenza pesano gli equivoci nella Pubblica Amministrazione incapace di comprendere la rivoluzione tecnologica relativa all’utilizzo, standardizzazione e integrazione dei dati nei processi di semplificazione. Un elemento ambivalente è fornito dell’elevato tasso di disoccupazione giovanile che ha forse permesso in passato di contenere in parte il costo del lavoro senza per questo averne un vantaggio competitivo per il quale è indispensabile un ripensamento del
Sistema del Welfare e relativi oneri contributivi. Serve oggi un Welfare rimodulato in favore delle nuove generazioni che garantisca un livello minimo obbligatorio ed uniforme delle prestazioni e segua nell’offerta le esigenze di chi comincia una carriera lavorativa e familiare con attenzione con una flessibilità giocata sugli assegni familiari e le detrazioni per i minori o gli anziani a carico seguendo altre curve anagrafiche nel differenziare le prestazioni offerte, lasciando, a chi può andare oltre a quel livello minimo, la possibilità d’integrare privatamente la prestazione di base che NON può non puntare all’Equità. Terzo elemento critico è l’elevata liquidità negli Istituti di Credito che, in virtù di norme immaginate per “modelli produttivi” diversi da quello nazionale, non arriva più dalle Banche alle Microimprese che sono il tessuto produttivo di ampie porzioni del Territorio. Ora bisognerebbe rica librare i CONFIDI, anche alla luce degli errori del passato, standardizzare i formati con cui si presentano i piani economico – finanziari a Banche ed alla P.A. per gli strumenti di supporto, standardizzare e convenzionare 2 o 3 forme basilari di garanzia bancaria o di collaterale tra CONFIDI e BANCHE o tra Enti e Banche attingendo a Fon di Pubblici di garanzia, permettendo alle Micro Imprese di garantire sia li
nee di anticipo fatture che mutui a breve – medio periodo per Innovare e/o far fronte a crisi di liquidi tà. L’emissione di prodotti finanziari garantiti ed a rendimento differito a finanziamento del debito, come la proposizione di una nuova alleanza tra chi emette e chi colloca il debito. Si deve immagi nare la Partecipazione del Sistema del Credito allo Sviluppo e Collocamento degli Strumenti dedicati che la P.A. volesse darsi per la valorizzazione e/o la collocazione dei propri as sets o per la valorizzazione di elementi strategici e non pubblici del Sistema Produttivo Territoriale. Come quarto intervento si devono riportare le Forze Sociali a confrontarsi sull’interesse generale e ad acquisire che questo
coincide con quello delle nuove generazio
ni. Formazione, ricerca, innovazione, integrazione e ricalibrazione dei Servizi Pubblici possono e devono tradursi in uno sforzo che consenta al Capitale di Circolare per favorire la Creazione di Ricchezza.
Non la Spesa Pubblica, ma l’allargamento agli spazi di Intrapresa debbono essere la chiave dell’intervento pubblico in Economia. In Trentino le molte partite aperte devono essere gli spazi di crescita per la ricchezza del territorio e la parte pubblica deve favorirla. Se i capitali per quella Crescita affluissero anche dall’esterno sarebbe un bene per un Sistema che da 4 decenni lavora più come reazione che promozione della stessa. A tutto questo necessita un intervento pubblico dirigistico che supporti le capacità progettuali , i processi di integrazione ed aggregazione utili alla crescita al Sistema pulviscolare di microimprese. In questo panorama, ha spazio anche il NO PROFIT che deve sperimentare nuove forme di welfare e di recupero delle marginalità sociali e non porsi in competizione a chi opera in regime di Concorrenza, poiché è il PROFIT e la sua tassazione ad offrire al pubblico le risorse per erogare servizi.
A ciascuno il suo
IL POTERE E COVID 19
Il Potere logora! Torna di attualità il noto slogan del 1968 quando la Democrazia Cristiana dominava la scena politica nazionale. Il concetto ha origini antiche. Platone ne racconta descrivendo in Sapheneia l’uccisione di Archelao. Il Potere, ovvero la volontà di controllare gli altri con la forza al di là del loro consenso, ha un grande fascino, come nelle cose apparentemente più impensabili; ad esempio la difesa dal Covid 19. Restate a casa! Un ordine perentorio accettato, pena multe e denunce. Ha avuto successo. Ci si può innamorare del Potere? Il rischio c’è : chi ha potere si compiace e si nutre dello stesso dal quale riceve soddisfazioni materiali e psicologiche. Al celebre slogan sessantottino Giulio Andreotti rispondeva :Il Potere logora chi non ce l’ha. E c’era del vero per chi era all’opposizione da oltre vent’anni. Più tardi, giunto in età più avanzata, il brillante Andreotti, ha ammesso che il potere logora ma, ha aggiunto: meglio non perderlo.
COVID E PETTEGOLEZZO
Il Corona virus è solo una malattia, e allora perché vergognarsene? Una vergogna individuale e collettiva. Abbiamo visto negare l’evidenza. Persone ammalate, coscienti di essere a rischio positivo, ostinarsi a condurre una normale vita sociale. Nel condominio, in luoghi pubblici. La legge li ha puniti. La legge li ha purtroppo protetti con l’anonimato. Solo dai telefonini, dal pettegolezzo, abbiamo saputo i loro nomi. Ufficialmente sapevamo solo il numero anonimo dei nuovi casi positivi e solo chi ha il Potere accedeva alle loro frequentazioni. Vi è capitato di scoprire del ricovero ospedaliero di un ciarliero, simpatico, disinvolto concittadino? Cosa sarebbe accaduto se avessimo saputo della sua malattia? L’avremmo lapidato? Sicuramente evitato, ma affidato alle cure specialistiche. Il Covid 19 è solo una malattia, per fortuna sempre meno mortale. L’ anonimato ha invece scatenato illazioni, fotografie di sospetti inviate alle forze dell’ordine, pettegolezzi, maldicenze. A volte la gestione del Potere è solo incapacità di decidere fra cento commissioni e mille specialisti. Per questo dobbiamo ringraziare chi con senso civico si è messo in quarantena ed ha avvisato amici e conoscenti.