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Un crollo dovuto allo stress cronico
from RIZA Speciale
Il perdurare di situazioni stressanti fi nisce col provocare l’esaurimento delle nostre risorse fi siche e mentali
La condizione che noi de niamo di esaurimento nervoso può essere determinata da svariate cause, che possono andare da una patologia organica (come la sindrome da stanchezza cronica, l’anemia o altre malattie che sottraggono energia all’organismo) a un disagio psicologico che provoca abbattimento psico sico (come ansia, depressione, stress post traumatico). Ma se vogliamo trovare un elemento comune alla maggior parte delle persone che si de niscono o che de niamo “esaurite” è l’essere vittima dello stress. L’effetto dello stress elevato e prolungato è proprio quello di “esaurire” le energie, tanto che una persona si sente prostrata e incapace di agire o di reagire. Se osserviamo con attenzione, tutti i sintomi che noi abbiamo elencato come segnali indicatori dell’esaurimento nervoso possono essere considerati come altrettanti sintomi di uno stress cronico. Al punto che in molte situazioni il concetto di “esaurimento nervoso” e quello di “stress” possono essere considerati quasi equivalenti.
Lo stress è un meccanismo di difesa che, come una sirena d’allarme, mette il corpo e la mente in agitazione nei casi di emergenza. In una situazione di pericolo è lo stress che attiva tutte le nostre risorse per riuscire a farvi fronte. Se, ad esempio, in un bosco vediamo un lupo all’orizzonte, nel nostro corpo scattano tutte le reazioni utili per fornirci le risorse necessarie a fuggire o ad arrampicarci rapidamente su un albero. Il cervello manda in circolo cortisolo e adrenalina, che accelera il battito cardiaco; aumenta la produzione di globuli rossi (che ossigenano i muscoli, incrementando la capacità di reazione) e i vasi sanguigni si restringono per aumentare la pressione e far circolare il sangue più rapidamente. Tuttavia, il nostro organismo si attiva prima ancora di aver chiarito se la fonte di pericolo è reale o solamente possibile. Non aspetta di averne la certezza, perché potrebbe essere troppo tardi per reagire. Se poi quello che crediamo un lupo si dimostra solo un ombra o un albero, tutto l’organismo ritorna alle sue normali condizioni. Questo meccanismo utile a salvarci la vita viene chiamato eustress, cioè “stress buono”, ma può diventare distress, ovvero “stress negativo”. Succede quando siamo continuamente in stato di allarme e pronti a reagire, perché esposti per lungo tempo agli stressor, gli agenti stressanti. Sottoporre il corpo a continue sollecitazioni impone all’organismo
L’ESAURIMENTO È LA FASE FINALE
Il meccanismo di funzionamento dello stress si suddivide in varie fasi. La prima è quella dell’allarme, che scatta quando avvertiamo un possibile pericolo o una situazione di dif coltà. I centri cerebrali attivano la produzione di ormoni (tra cui cortisolo e adrenalina) che fanno scattare tutte le reazione psico siologiche necessarie. Se la situazione viene risolta e cessa l’allarme, tutto rientra nella normalità. Se perdura la presenza di stressor, l’organismo entra in una condizione di tensione permanente, in cui restano attive tutte le reazioni di allarme e di difesa. Questa fase diventa pericolosa se prolungata, in quanto l’organismo dà fondo a tutte le proprie riserve di energia, logorando gli organi coinvolti. In caso di persistenza della tensione causata dagli stressor si arriva alla fase de nita appunto “esaurimento”, in cui l’organismo ha dato fondo alle proprie riserve e si trova in condizioni di debilitazione e di logoramento. La fase di esaurimento da stress è il risultato di tensione e sforzi prolungati, che diventa stanchezza cronica e incapacità di recupero delle energie. È, appunto, quello che de niamo “esaurimento nervoso”. ▼
SI RESISTE E POI DI COLPO
SI ESPLODE
L’esaurimento nervoso, però, in molti casi non è la reazione a situazioni stressanti estreme o eccezionali, ma l’effetto cumulativo di una serie di microstress ripetuti nel tempo, di uno stato di tensione e di sforzo continui che si protraggono per mesi e che vengono compensati e tollerati fi no ad esplodere a causa di alcune situazioni, o eventi destabilizzanti che sono la goccia che fa traboccare il vaso.
IL CORTISOLO LOGORA IL CERVELLO
Gli studi sul rapporto tra stress e invecchiamento e su stress e cervello sono molto numerosi, a partire da quando Elizabeth Blackburn vinse il Nobel per la medicina per aver scoperto come lo stress accorci la vita dei telomeri e renda più veloce il nostro invecchiamento.
Oggi sappiamo anche quali sono gli effetti delle situazioni stressanti per il cervello: una prolungata esposizione a tali condizioni inibisce la produzione di neurotrasmettitori legati al benessere, come la serotonina; al contrario genera un’iperattività di alcune aree del cervello e conduce a una maggiore produzione di cortisolo. L’aumento di questo ormone nel sangue provoca un irrigidimento, fi no all’atrofi a nei casi più gravi, di alcune zone del cervello, tra cui l’ippocampo.