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Non risparmia neppure i “magri
OVVERO QUELLE PERSONE CON LE BRACCIA E LE GAMBE SNELLE E LA PANCETTA. È LA DISTRIBUZIONE DELL’ADIPE A FARE LA DIFFERENZA!



L’ eccesso di peso, in particolare una circonferenza addominale fuorimisura, è un criterio basilare nella defi nizione di sindrome metabolica e ci dà anche una previsione, come vedremo nelle prossime pagine, del rischio di subire infarti o ictus. Dagli studi risulta che ogni 5 cm di aumento del girovita oltre i 94 cm nei maschi e 80 nelle donne comporta un incremento circa del 12% del rischio di patologie mortali al sistema circolatorio. Il grasso viscerale contribuisce all’aumento del rischio aterosclerotico e provoca insulinoresistenza, infi ammazioni croniche e la produzione di sostanze che favoriscono emboli e trombi. Il grasso addominale in eccesso è già di per sé un elemento scatenante anche per gli altri fattori della sindrome metabolica in un quadro composito di elementi di rischio che si rafforzano l’uno con l’altro.
LA CICCIA INVISIBILE È LA PIÙ PERICOLOSA A rischio sono anche quelle persone che sembrano magre (con braccia e gambe snelle) ma presentano pericolosi depositi di grasso accumulato a livello dell’addome (cioè come si dice in gergo sono “grassi dentro”). La colpa di questa adiposità nascosta sarebbe degli stili di vita sbagliati e soprattutto della sedentarietà ormai epidemica. Sebbene non abbiano alcun confl itto con lo specchio, queste persone hanno un rischio maggiore di 4 o 5 volte di sviluppare il diabete rispetto ai normopeso, e una probabilità almeno doppia di essere colpiti da ictus o infarto. Esattamente, cioè, come le persone obese.
«La confusione nasce - come spiega il professor Nicola Sorrentino, medico specialista in Scienza dell’Alimentazione - a causa del sistema utilizzato da circa un secolo per classifi care le persone nelle categorie “normopeso”, “sovrappeso”, “obese”, e sulla cui base viene stimato il rischio di malattie metaboliche e cardiovascolari. Questo sistema non è altro che il famoso indice di massa corporea (BMI, Body Mass Index), che si calcola dividendo il peso (espresso in chilogrammi) per il quadrato dell’altezza (espressa in metri)».



TABELLA BMI CATEGORIE > Sottopeso > Normopeso > Sovrappeso > Obesità di grado 1 > Obesità di grado 2 > Obesità di grado 3 BMI > < 18,5 > 18,5-24,9 > 25-29,9 > 30-34,9 > 35-39,9 > > 40
Secondo i Centers for Disease Control statunitensi che hanno condotto un’ampissima indagine epidemiologica su oltre tre milioni di persone che è stata pubblicata sul Journal of the American Medical Association, in circa il 18% dei casi l’indice “sbaglia” a etichettare le persone, proprio perché non tiene conto della percentuale e della distribuzione della massa grassa. «Un’altra loro indagine condotta su oltre 5mila americani, per i quali era stato calcolato il BMI ed era stata misurata anche la percentuale di massa grassa, mostra che nell’80% dei casi c’è una forte correlazione tra i due valori, ma per circa un adulto americano su 5 le due misure divergono. In questo studio, l’11% di chi risulta obeso secondo il BMI ha una percentuale di grasso corporeo perfettamente nella norma, ed è quindi un “grasso sano”; il 31% di chi è normopeso secondo il BMI ha invece un eccesso di massa grassa. Le donne sembrano ricadere più spesso degli uomini in questa seconda pericolosa categoria» precisa il professor Sorrentino.
