12,3 mm
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Questioni
Questioni di Famiglia
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di Famiglia
Cos’è la pastorale familiare? Quali sono le sue origini e i suoi contenuti? Come si articola concretamente nel vissuto quotidiano delle nostre comunità? Il volume tenta di rispondere a queste e ad altre domande. Nella prima parte viene presentata la genesi stessa della pastorale
Cos'è la pastorale familiare?
Una collana indispensabile sulle diverse questioni, attuali e scottanti, che riguardano la famiglia, nata dalla collaborazione tra il Gruppo Editoriale San Paolo, l’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia della CEI e il Centro Internazionale Studi Famiglia (CISF) di Milano.
più recenti, quelle che hanno portato papa Francesco a indire i due Sinodi. Nella seconda, di taglio praticooperativo, vengono delineati invece ambiti di azione, modalità operative, strutture e competenze, affinché la cura e l’accompagnamento della famiglia non resti solo una bella espressione nei documenti dei vescovi, ma diventi una realtà vicina agli uomini e alle donne di oggi, alle loro attese, ai loro fallimenti e alle loro ferite.
PIETRO BOFFI - LUCIA MIGLIONICO GIUSEPPE PETRACCA CIAVARELLA
familiare, per seguirne poi lo sviluppo fino alle istanze
PIETRO BOFFI LUCIA MIGLIONICO G. PETRACCA CIAVARELLA
Cos'è la pastorale familiare? Contenuti, metodi ed esperienze
€ 8,90 UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLA FAMIGLIA Conferenza Episcopale Italiana
Pietro Boffi - Lucia Miglionico Giuseppe Petracca Ciavarella
COS’È LA PASTORALE FAMILIARE? Contenuti, metodi ed esperienze
© 2015 Edizioni San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edizionisanpaolo.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) © 2015 Periodici San Paolo s.r.l. Via Giotto, 36 - 20145 Milano www.famigliacristiana.it Allegato a Famiglia Cristiana di questa settimana Direttore responsabile: Antonio Sciortino Settimanale registrato presso il Tribunale di Alba il 7/9/1949 n. 5 P.I. SPA - S.A.P. - D.L. 353/2003 L. 27/02/04 N. 46 - a.1 c.1 DCB/CN Progetto grafico: Ink Graphics Communication, Milano Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo volume potrà essere pubblicata, riprodotta, archiviata su supporto elettronico, né trasmessa con alcuna forma o alcun mezzo meccanico o elettronico, né fotocopiata o registrata, o in altro modo divulgata, senza il permesso scritto della casa editrice. ISBN 978-88-215-9663-6
INTRODUZIONE
Il “biennio sinodale” che papa Francesco, con una scelta inedita, ha deciso di dedicare alla famiglia e alle sfide pastorali che la riguardano, ha posto questo tema al centro dell’attenzione di tutta la Chiesa cattolica, e non solo. Il fatto di parlare di “sfide”, così come l’invito del Papa stesso a esprimersi con parresia su tutte le questioni che la riguardano, anche le più scottanti, comporta comunque il rischio di un certo “riduzionismo”, e cioè di limitare l’interesse verso il matrimonio e la famiglia solo ai problemi, ai fallimenti, alle patologie. Naturalmente, l’interesse e la cura della Chiesa verso la famiglia non si limita a questo, poiché ormai da vari decenni copre l’intero arco della sua esistenza, 5
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del suo sviluppo e delle sue articolazioni. È ciò che abitualmente nei documenti del Magistero, a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, viene definito “pastorale familiare”. Cosa si intende però con questa espressione? Quali sono le sue origini, quali i suoi contenuti? Come si articola – o dovrebbe articolarsi – concretamente nel vissuto quotidiano delle nostre comunità? Quali presupposti, quali attenzioni richiede perché raggiunga veramente il suo scopo, e cioè mettere la famiglia veramente al centro – e non ai margini! – della vita delle nostre parrocchie? Il volume che segue tenta di rispondere – pur nei limiti di un testo contenuto nelle dimensioni – a queste domande. Nella prima parte – scritta da Pietro Boffi, ricercatore del Centro Internazionale Studi Famiglia e dal 1994 membro della Consulta Nazionale di pastorale familiare – si cercherà di presentare la genesi stessa della pastorale familiare, per seguirne poi lo sviluppo fino alle istanze più recenti, quelle che hanno portato papa Francesco a indire i due Sinodi. Nella seconda, di taglio pratico-operativo, i coniugi Lucia e Giuseppe Petracca Ciavarella, responsabili 6
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della pastorale familiare della Puglia e anch’essi membri della Consulta Nazionale, cercheranno, invece, di delineare ambiti di azione, modalità operative, strutture e competenze che sono da un lato necessarie e dall’altro auspicabili perché la cura e l’accompagnamento della famiglia non resti una bella espressione nei documenti dei vescovi, ma diventi una realtà vicina agli uomini di oggi, alle loro ansie e alle loro attese. Anche, naturalmente, ai loro fallimenti e alle loro ferite, ma non solo.
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Prima parte
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La prima parte è curata da Pietro Boffi.
I IL VENTO DEL CONCILIO
«Nella concezione cristiana, il Matrimonio è qualcosa di alto, di nobile, di divino, e quindi degno del più alto rispetto. Esso non è che un mezzo destinato al raggiungimento di un fine altissimo: perpetuare la specie… Secondo l’antico diritto romano, passato più o meno in tutti i codici delle nazioni civili, il matrimonio va considerato pure come un contratto. Il matrimonio è un contratto speciale per il quale un uomo e una donna si donano e accettano i diritti coniugali (ius in corpus) in ordine alla generazione e all’educazione della prole. Da questo contratto risulta la Società coniugale o familiare, la quale è una società permanente tra un uomo e una donna in ordine alla generazione e all’educazione della prole… I doveri 11
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che gli sposi contraggono con il matrimonio sono molteplici e gravi; essi rispondono perfettamente ai due fini del medesimo, che sono la prole (fine primario), e il reciproco aiuto e il rimedio alla concupiscenza (fine secondario)». Queste parole (corsivi e neretto sono ripresi dall’originale) sono contenute in un piccolo libretto, intitolato Matrimonio cristiano, «modesto nella sua veste materiale, ma prezioso assai nel suo contenuto», come recita l’Introduzione, che il parroco regalò ai miei genitori, Ines ed Egidio, il 16 maggio 1951, giorno del loro matrimonio, come ricordo di nozze. Premesso che è ovviamente impossibile riuscire a condensare in poche pagine il cammino, lo sviluppo, la trama affascinante e ricca di complessità della pastorale familiare in Italia negli ultimi decenni, ho voluto comunque iniziare con esse, perché mi pare rappresentino con grande chiarezza ed efficacia una mentalità e un tempo in cui di quella che noi ora comunemente definiamo pastorale familiare non si parlava, per il semplice fatto che non aveva uno spazio per esistere. Se, malgrado la roboante dichiarazione 12
COS’È LA PASTORALE FAMILIARE?
iniziale sulla sua importanza e nobiltà, il matrimonio (cristiano) non era considerato che un mezzo per perpetuare la specie, un contratto per stabilire doveri, un rimedio alla concupiscenza (sic!), effettivamente è molto difficile pensare ad attenzioni e cure particolari alla coppia (parola significativamente del tutto assente nel libretto citato), così come al fatto che il sacramento ricevuto ponesse i coniugi in una situazione specifica e originale all’interno della Chiesa. D’altra parte, tutto ciò è perfettamente coerente con il concetto, ribadito ancora nel 1954 da Pio XII nell’enciclica Sacra Virginitas, che «secondo l’insegnamento della Chiesa la santa verginità supera in eccellenza il matrimonio» (n. 21): addirittura, al n. 28 della stessa, si citava l’anatema sit del Concilio di Trento su chi avesse affermato che «la verginità non è superiore al matrimonio». Si è dovuto attendere fino agli anni Ottanta dello scorso secolo, perché un altro papa precisasse con la dovuta autorevolezza come stanno veramente, da un corretto e imprescindibile punto di vista biblico, le cose. Nell’udienza generale del 14 aprile 1982, infatti, così si esprimeva Giovani Paolo II: «Nelle parole di 13
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Cristo sulla continenza “per il Regno dei cieli” non c’è alcun cenno circa l’inferiorità del matrimonio riguardo al corpo, ossia riguardo all’essenza del matrimonio, consistente nel fatto che l’uomo e la donna in esso si uniscono così da diventare una “sola carne” (Genesi 2,24). Le parole di Cristo riportate in Matteo 19,11-12 (come anche le parole di Paolo nella prima lettera ai Corinzi, capitolo 7) non forniscono motivo per sostenere né l’inferiorità del matrimonio, né la superiorità della verginità o del celibato, in quanto questi per la loro natura consistono nell’astenersi dall’unione coniugale nel corpo… Su questo punto le parole di Cristo sono decisamente limpide… Il matrimonio e la continenza né si contrappongono l’uno all’altra, né dividono di per sé la comunità umana (e cristiana) in due campi, diciamo dei “perfetti” a causa della continenza e degli “imperfetti” o meno perfetti a causa della realtà della vita coniugale».
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