È nato ad Acqui Terme il 6 marzo 1974. Romanziere, giornalista, sceneggiatore inizia la sua carriera vincendo, nel 1998, il Premio Il battello a vapore con il romanzo La strada del guerriero; da allora ha pubblicato numerosi libri tradotti in più di venti lingue. Vincitore di numerosi premi letterari, è attualmente uno degli autori italiani per ragazzi più conosciuti e amati. Ha fondato Book on a Tree, agenzia londinese che riunisce i più importanti autori per ragazzi italiani ed europei. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato La moneta maledetta (2007, 2014), Nella Bibbia ho incontrato (2013), Il pane del cielo (2014) albo illustrato da Maddalena Gerli.
GLI EROI SONO TORNATI. ANCHE SE, IN REALTÀ, NON ERANO MAI ANDATI VIA. SI FACEVANO SOLO CHIAMARE IN UN ALTRO MODO.
PIER. D. BACCALARIO
E AVEVANO L’AUREOLA.
Illustrazione di copertina: Stefano Marrone & Lorenzo Fornaciari Progetto Grafico: Book on a Tree
PIER. D. BACCALARIO
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R6N 72
PIERDOMENICO BACCALARIO
€14, 50
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Jay ha dodici anni e si è appena trasferito con la sua lunatica zia nella grande Città. La notte stessa del suo arrivo si trova catapultato in una vera e propria battaglia tra misteriosi personaggi dotati di poteri straordinari. Ferito da uno degli Avversari, viene curato miracolosamente da un Pescatore. Ma la cicatrice che gli resta sulla pelle, gli farà riconoscere d’ora in poi chi appartiene a una fazione e chi all’altra. Le maschere cadranno, una dopo l’altra. Ma la battaglia è appena cominciata…
Narrativa San Paolo Ragazzi lâ&#x20AC;&#x2122;avventura della mente e del cuore
PIer. D. BAccalarIo
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L ’Av v e rsa rI o Illustrazioni di Stefano Marrone & Lorenzo Fornaciari
A Story By Book On A Tree Ltd © 2015 Illustrations By Book On A Tree Ltd © 2015
© EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 2016 Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edizionisanpaolo.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) ISBN 978-88-215-9725-1
Ogni generazione cerca per istinto il suo santo. Ma egli è non ciò che la gente vuole, piuttosto colui del quale la gente ha bisogno. E cosÏ ciascuna generazione segue il santo che la contraddice maggiormente. Gilbert Keith Chesterton
A Gianna
GLI EROI SONO TORNATI. ANCHE SE, IN REALTÀ, NON ERANO MAI ANDATI VIA. SI FACEVANO SOLO CHIAMARE IN UN ALTRO MODO. E AVEVANO L’AUREOLA. ED È STATO UN GRAVE ERRORE: GLI ALTRI NON HANNO IL SENSO DELL’UMORISMO. SI ACCONTENTANO DELLA PAURA. FORSE, PERÒ, CON UN PO’ DI FORTUNA QUESTA VOLTA SARANNO GLI ALTRI A DOVERSENE ANDARE. ALMENO PER UN PO’. ALMENO FINO ALLA PROSSIMA LEGGENDA.
ÌCAPITOLOææ 1Í
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vrei fatto meglio a tenere la bocca chiusa. Sapevo che a raccontare certi segreti si corrono dei rischi. Ed è umiliante, se non ti credono. A parlare troppo ci perdete gli amici, sempre che voi ne abbiate. Io non ne avevo. O, almeno, era così che credevo allora. Fu colpa di Jenna, dodici anni e capelli castani talmente folti che sembravano una giungla. Non so perché decise di parlarmi. Io non avrei mai avuto il coraggio di farlo con lei. Jenna Russell aveva le fossette sulle guance. E abitava a Campbell, nel quartiere residenziale in cima alla collina. Non so dire in che modo fossimo capitati in classe insieme. Mi domandò perché avevo quella cicatrice sul braccio e io le risposi che era una vecchia storia. Una vecchia e brutta storia, dissi. E la cosa la affascinò. Anche perché non ci voleva un genio per capire che, invece, quella cicatrice era tutt’altro che vecchia. Ecco fatto. Per il semplice gusto di usare un aggettivo, mi ero appena andato a cacciare in un vicolo cieco. La mia cicatrice era rotonda come un medaglione. Color ~9~
grigio cenere. Come il marchio a fuoco di un animale da allevamento. O come una moneta arroventata premuta sul braccio. Non so se ci avete mai provato. «La sai una cosa…?» disse Jenna. I puntini ce li ho messi io perché ovviamente non si ricordava il mio nome. «Io adoro i segreti». «A chi lo dici!» risposi. E intanto mi tremavano le ginocchia. «E allora perché non me lo racconti?» Le dissi che gliel’avrei raccontato al pomeriggio. Le dissi dove, sorprendendomi di come mi uscì naturale darle appuntamento nel mio regno, nelle Terre Selvagge. E rimasi terrorizzato da come lei accettò. Da Cambpell alle Terre Selvagge. Non sapevo nemmeno se ci fosse un autobus da prendere. O se sarebbe arrivata con l’autista. Non so bene cosa successe dopo. A scuola, intendo. Le solite cose, immagino. Le guardavo i capelli. Lei mi seguì mentre uscivamo fuori. Uno sguardo, come un colpo di pistola. Ci vediamo dopo. E così, alle tre in punto, uscii di casa con il cuore in gola per l’agitazione. Ho scritto casa, ma avrei dovuto dire “Enchanted”, l’Incantata. Il barcone da canale su cui vivevo con mia zia. Sul canale, appunto. Fuori dal boccaporto, scansai la fila di panni stesi tra la parabola del tetto e la bandiera del Tibet che mia zia aveva piantato a prua. Saltai sulla passerella e mi avviai lungo il canale – a piedi, dato che la mia bicicletta era stata incenerita – verso le chiuse. Superai tutti gli altri battelli, che in quell’ansa del canale formavano una piccola comunità, una città dentro la città, un villaggio galleggiante di emarginati, artisti alternativi, scian~10~
cati e disadattati. Erano chiatte sbiadite e incrostate di muffa, allineate in fila come a un semaforo, con le fioriere ai finestrini e le tende colorate. I pannelli solari sul tetto. Le antenne per prendere la TV. Sciami di mosche. E tutt’attorno, campi di sambuco in fiore. Per tutta la strada continuai a immaginare che cosa avrei potuto raccontare a Jenna. Tutta la verità? E cos’era poi la verità? Quello a cui credevano gli altri o quello che credevo io? Da che parte potevo iniziare? Da qualunque punto, o da metà, come fanno quelli che sanno davvero raccontare le cose, o da quando arrivai in città, d’estate? Che mese era, giugno? Luglio? Come facevo a raccontare le cose nell’ordine giusto, se non mi ricordavo neppure quando ero arrivato lì? Di una sola cosa ero sicuro: se solo avessi trovato il coraggio di iniziare, e lei non mi avesse interrotto, sarebbe andato via tutto liscio, senza intoppi. Scavalcai la chiusa e un suono di lamiera echeggiò sotto ai miei piedi. Da un lato il livello dell’acqua del canale era tre metri più alto che dall’altro. La casetta del custode era un tripudio di rampicanti. Le avevo dato appuntamento sotto il ponte della ferrovia dell’Holy Brook, poco prima della chiesetta dove si congiunge al Sonning Channel – il mio canale – per poi attraversare la città da parte a parte e unirsi al Lord, il fiume principale. Forse non era il posto migliore per un incontro romantico, ma lo conoscevo bene, dato che ci avevo trascorso i mesi a leggere fumetti. Solo io, gli insetti, e il latrare dei cani, lontano, ogni volta che passava un treno, e mi faceva vibrare l’anima contro i denti. Cavolo, se mi sbagliavo. Avevo calcolato di uscire per arrivare in anticipo, ma Jenna era già là. Se ne stava seduta all’ombra del ponte con le ~11~
ginocchia raccolte al petto e con gli scarponi militari contro un sasso. «Ehi» mi disse. Non era sola. Si era portata dietro Alec, suo fratello, con i capelli dritti in testa. Doveva avere un anno meno di me, ma era cinque centimetri più alto e molto più largo. Fu lui a puntarmi contro il suo ditone e a dire: «Io ti conosco... Sei Jay, quello nuovo, che vive sul barcone. Che vuoi da mia sorella?» «Smettila, Alec!» sospirò Jenna. «Gli ho chiesto io di venire qui». Non era andata così, ma che importa? Il bestione si calmò e si limitò a squadrarmi con un’occhiata sospettosa. «Aspettiamo qualcun altro?» domandai, sedendomi al mio posto, con la schiena contro l’arco di mattoni del ponte. Si vedeva l’acqua scorrere, da lì. E si sentiva arrivare il treno prima che fischiasse. Jenna mi guardò da sotto la sua foresta di capelli ben lavati. E mi bastò per capire che non era stata un’idea sua, portarsi la guardia del corpo. «Sapete cosa?» disse il porcospino, intuendo che stavamo pensando tutti e due a lui. «Ho proprio voglia di ascoltare questa incredibile storia che ti sei inventato. O che hai sentito da tua zia». Strinsi i pugni. Nessuno parla di mia zia con quel tono. Nemmeno io, che forse potrei. «Com’è che hai detto che inizia?» andò avanti lui. «Con un bastone infuocato nel bel mezzo della notte?» «Era una spada» lo corressi, piano. «Che stupidaggine!» sghignazzò lui. Ma non tanto come avrebbe voluto. Si zittì da solo. O forse fu il nostro silenzio a farlo. Jenna strinse di più le ginocchia al petto. ~12~
«Hai finito?» gli domandò. Alec mimò il gesto di cucirsi la bocca e si limitò a sfidarmi con lo sguardo. «Scusa, Jay» continuò Jenna. Ora sì che lo sapeva, il mio nome. Alzai le spalle e cercai di calmarmi anche dentro. «Sai che c’è? Anch’io non volevo crederci, all’inizio. Ripensandoci, ora, avrei fatto meglio a restare letto. Magari sarei morto di curiosità, è vero, ma non sarebbe stato nulla in confronto ai casini in cui stavo per cacciarmi».
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È nato ad Acqui Terme il 6 marzo 1974. Romanziere, giornalista, sceneggiatore inizia la sua carriera vincendo, nel 1998, il Premio Il battello a vapore con il romanzo La strada del guerriero; da allora ha pubblicato numerosi libri tradotti in più di venti lingue. Vincitore di numerosi premi letterari, è attualmente uno degli autori italiani per ragazzi più conosciuti e amati. Ha fondato Book on a Tree, agenzia londinese che riunisce i più importanti autori per ragazzi italiani ed europei. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato La moneta maledetta (2007, 2014), Nella Bibbia ho incontrato (2013), Il pane del cielo (2014) albo illustrato da Maddalena Gerli.
GLI EROI SONO TORNATI. ANCHE SE, IN REALTÀ, NON ERANO MAI ANDATI VIA. SI FACEVANO SOLO CHIAMARE IN UN ALTRO MODO.
PIER. D. BACCALARIO
E AVEVANO L’AUREOLA.
Illustrazione di copertina: Stefano Marrone & Lorenzo Fornaciari Progetto Grafico: Book on a Tree
PIER. D. BACCALARIO
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R6N 72
PIERDOMENICO BACCALARIO
€14, 50
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ÌGOLDEN!LEGENDÍ ì1.èL’AVVERSARIOí
Jay ha dodici anni e si è appena trasferito con la sua lunatica zia nella grande Città. La notte stessa del suo arrivo si trova catapultato in una vera e propria battaglia tra misteriosi personaggi dotati di poteri straordinari. Ferito da uno degli Avversari, viene curato miracolosamente da un Pescatore. Ma la cicatrice che gli resta sulla pelle, gli farà riconoscere d’ora in poi chi appartiene a una fazione e chi all’altra. Le maschere cadranno, una dopo l’altra. Ma la battaglia è appena cominciata…