Padre Candido Amantini - Andrea Maniglia (estratto)

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DIMENSIONI DELLO SPIRITO



Andrea Maniglia

PADRE CANDIDO AMANTINI Pastore fedele e seduttore di cuori Prefazione di Suor Annamaria Valli O.S.B. ap.


© EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 2018 Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edizionisanpaolo.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) ISBN 978-88-922-1366-1


Ai miei genitori, per la forza del loro sorriso che mi sostiene. A tutti coloro che hanno il coraggio, ogni giorno, di scappare dal male e abbracciare il bene attendendo, attimo dopo attimo, il sorriso di Dio nella loro vita.


Queste pagine sono il prosieguo, arricchito e ampliato, di una precedente pubblicazione su padre Candido Amantini, dal titolo Come melograno fiorito, pubblicata dalle Edizioni Segno nel giugno 2017. Per la presente edizione (Pastore fedele e seduttore di cuori) è stato necessario attingere molto dalla precedente. L’autore, intende, per questo, ringraziare le Edizioni Segno, nella persona della dottoressa Daniela Donato, per la cortese e squisita disponibilitĂ offertagli.


In ossequio alle costituzioni del papa Urbano VIII, ai fatti narrati in questo volume va prestata soltanto la fede voluta dalle testimonianze addotte, e non si intende prevenire in alcun modo il giudizio che la Santa Madre Chiesa darĂ sul personaggio principale di questo libro e sui fatti che lo riguardano.



PREFAZIONE

«Sapete perché padre Candido è credibile? Perché ha infranto gli schemi e i cerchi ristretti e le visuali anguste della nostra esistenza, per aprirla, poi, agli orizzonti di una vita da figli di Dio». Così l’autore di questo volumetto, che si legge con indubbio gusto e agilmente, in uno dei punti di “sosta e ripresa” che caratterizzano il suo andamento stilistico. Il pregio assoluto delle pagine che seguono sta nell’aiutare il lettore a situare in modo corretto il problema della lotta con il male, che si insidia nella persona e la deturpa in maniera impressionante, e a conseguire la vittoria che vi porta la Chiesa, in genere attraverso il ministero pastorale di alcuni suoi sacerdoti. Qui infatti si schizza qualche tratto di un Ser9


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vo di Dio che a questo apostolato ha dedicato l’ultima parte della sua vita. Il lettore forse vi è arrivato per chiarificare un problema o per curiosità: ma qui si troverà condotto a entrare in dialogo con padre Candido Amantini, come ha fatto l’autore. “L’esorcista di Roma” degli anni Sessanta-Novanta del secolo scorso non è nato esorcista: fu un uomo che rispose a una vocazione di particolare dedizione a Dio, secondo il carisma dei discepoli di san Paolo della Croce, missionario ed eremita. Non a caso padre Candido dedicò tempo ed energie alla Scrittura e al suo insegnamento tra i suoi confratelli. Poi la svolta, preparata passo passo attraverso le dinamiche interne della vita comune apostolica della sua Congregazione. Lo specifico della sua missione fa rifulgere da un particolare punto di vista, da una prospettiva sintetica tutti gli elementi che fanno un cristiano. Maniglia li coglie, a partire dall’umiltà, che è spazio per l’accoglienza della Parola di Dio che crea una vita, una storia di grazia nella libertà che interroga, si dona, collabora, si turba, si ferma, riprende il cammino, 10


PREFAZIONE

esulta, attesta l’amore di Dio sempre più grande e fecondo. Per radicare l’accoglienza del dono nella prospettiva eminentemente cattolica che è misterica-sacramentale, l’autore propone per l’Amantini la “qualità” teologale del mistico in quell’accezione che la Teologia spirituale oggi ripropone e che ritrova le tesi del Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2014: Il progresso spirituale tende all’unione sempre più intima con Cristo. Questa unione si chiama “mistica”, perché partecipa al mistero di Cristo mediante i sacramenti – “i santi misteri” – e, in lui, al mistero della Santissima Trinità. Dio chiama tutti a questa intima unione con lui, anche se soltanto ad alcuni sono concesse grazie speciali o segni straordinari di questa vita mistica, allo scopo di rendere manifesto il dono gratuito fatto a tutti.

Questa provocazione è salutare per ogni battezzato, può dargli le ali, quelle di cui ha bisogno, non per fuggire dalla complessità del cambiamento epocale in cui siamo immersi ma per non affondarvi come in un risucchio senza via d’uscita, in 11


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cui della fede dei padri si conserva solo la nostalgia da attivare nei ricordi di qualche sera d’inverno dedicata alla ricerca di intimità spirituale, dopo aver esaurito ed essersi spossati in ricerche di soddisfazioni contrabbandate dai social network come l’elisir della felicità a prezzo minimale e sicuro. Si tratta invece di imboccare la strada del guardarsi con verità di fronte a Chi ci ha voluti e redenti, con tutta la sincerità possibile e fidando della Sua grazia che ci previene e accompagna, per risistemare la propria stessa vita e il mondo che costruiamo attorno a noi. Occorre riaprire l’orecchio alle parole antiche ma sapienti del dovere di migliorare noi stessi, rifiutando il male, alla scuola di Colui che il male l’ha assunto sulla sua Croce: e per questo l’ha vinto. Egli vuole portarci con sé in questa vittoria, facendoci camminare nel suo popolo, aperto a ogni razza e a ogni provenienza. La devozione mariana e la Via Crucis di padre Candido non saranno allora eco di devozioni “estranee”, due delle tante scelte possibili nel supermarket delle possibilità quotidiane, totalmente consegnate all’arbitrio personale: saranno assaporate come richiamo al bisogno di rinascita possibile, al dono che possiamo scoprire per noi e addirittura 12


PREFAZIONE

in noi, perché lo Spirito è dato. Lo Spirito del Padre e del Figlio ha fatto di Maria di Nazareth la fanciulla vigile che cammina e si lascia trasformare fino a essere la donna forte sul Calvario, dove è creata Madre dell’umanità. E lo Spirito continua a fare della Parola della Croce la parola da cui vogliamo che niente e nessuno ci distacchi, una volta che l’abbiamo lasciata pungere dentro di noi: in essa c’è una sorgente nascosta di letizia che altrimenti rimane sigillata. E sarà rendimento di grazie, Eucarestia. La vita è una milizia. La vita cristiana è una lotta, una lotta bellissima, perché quando il Signore vince in ogni passo della nostra vita, ci dà una gioia, una felicità grande: il Signore ha vinto in noi, con la sua gratuità di salvezza. […] Tutti siamo un po’ pigri nella lotta e ci lasciamo portare avanti dalle passioni, da alcune tentazioni. E infatti siamo peccatori, tutti! Ma non scoraggiatevi. Coraggio e forza, perché c’è il Signore con noi. (Papa Francesco, Meditazione mattutina Domus Sanctae Marthae, 30 ottobre 2014)

Suor Annamaria Valli, O.S.B. ap. Istituto teologico viterbese 13



PREMESSA

La santità è vicina a noi, essa è l’abito di tutti i giorni ed è alla nostra portata. Non ha senso per un cristiano dire: non è roba per me! È roba, invece, per ciascuno di noi! Il fascino della santità è un incanto, per questo non c’è niente di più bello al mondo del volto e del sorriso di un santo. Noi, che spesso viviamo una fede eminentemente razionale, dovremmo lasciarci interpellare dal fascino della santità. Molti testimoni, anche per questo, nel parlare del Servo di Dio, ricordano come suo tratto distintivo fosse il sorriso. Era sempre sereno, un modello di imperturbabilità. Le contrarietà, le sofferenze, le frequenti mortificazioni non oscurarono la luce della speranza che traspariva dal suo sorriso. 15


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Padre Candido era una persona libera perché ha vissuto in piena comunione con il Signore; per questo non si lasciò opprimere dall’angoscia, ma visse in quella gioia squisitamente evangelica, che come affermava Benedetto XVI, è un segno della grazia. Chi è profondamente sereno, chi ha sofferto senza per questo perdere la gioia, costui non è lontano dal Dio del Vangelo, dallo Spirito di Dio, che è lo Spirito della gioia eterna.

La Chiesa, purtroppo, anche oggi si lascia andare a crisi e ristagni quando la gioia viene meno sul volto dei suoi figli. Ognuno di noi è chiamato sempre a mostrare questa gioia, una gioia che ha radici salde nell’evento Gesù. Guardando alla santità e alla gioia con la quale padre Candido ha vissuto la sua esistenza e la sua specifica vocazione battesimale, non possiamo non restarne meravigliosamente attratti e di conseguenza facilitati a rispondere, anche noi, alla chiamata universale alla santità. Egli potrebbe essere paragonato a quegli ardimentosi che, con tenacia e coraggio, risalgono contro corrente la vita di questo mondo, impegnato in ideali grandi, per un amore al16


PREMESSA

trettanto grande che mai tramonta, senza preoccuparsi delle mode del mondo. Oggi più che mai sono profondamente convinto che padre Candido Amantini, l’esorcista di Roma, non abbia mai varcato la soglia del ritiro della Scala Santa, non abbia mai lasciato quel luogo: egli è sempre lì, tra la sagrestia e l’altare di San Silvestro, tra la sua cella e i corridoi del convento. La sua presenza è viva. La si percepisce. Fermandosi vicino alla balaustra dell’altare dove lui era solito celebrare chiudendo gli occhi, lo si rivede mentre alza l’ostia santa o mentre traccia, sorridendo quasi, un ampio segno di croce, sul mondo e su ognuno di noi. Padre Candido Amantini l’ho incontrato, sulla mia strada, per caso, quasi provvidenzialmente, un giorno qualunque del 2012. Egli mi ha parlato di un Dio che non si impara sui libri, ma che si incontra nella vita e si ama con la vita. Un Dio folle d’amore: amore gratuito, di donazione estrema come l’amore vero. L’amore di Dio è a misura di Dio, proprio perché è l’amore senza misura. Poiché il vero amore inizia lì dove non si chiede più nulla in cambio e il suo culmine e apice con17


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siste nel soffrire e morire per l’altro. Padre Candido ci ha guidato nell’agone della storia, indicandoci la velocità del Vangelo e la passione della Chiesa che percorre le strade del mondo con la Croce di Cristo morto e risorto. (Monsignor Cosmo F. Ruppi)

L’esistenza del nostro Servo di Dio ha presentato, svelandoli, due aspetti: l’umiltà e la semplicità. Queste sono state due note fondamentali dell’intera esperienza umana e spirituale dell’Amantini, che ne hanno rivelato il vero volto e costituito il clima in cui poi si sono sviluppate tutte le altre virtù; esse hanno evidenziato il suo essere e il suo agire nella quotidianità e l’hanno reso amabile e facilmente accostabile in ogni momento. Nulla di sensazionale, poi, una vita straordinaria nell’ordinario della storia. In padre Candido brilla anche la virtù dell’obbedienza: si potrebbe parlare di “obbedienza della fede” in senso paolino, in quanto obbedienza e fede sono intrinsecamente connesse e quasi si identificano. Tutta la vita del Servo di Dio è stata un atto di fede; un atto di fede tradotto in obbedienza concreta e attiva alla volontà di Dio. 18


PREMESSA

Padre Candido è stato l’uomo del silenzio. Papa Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata delle comunicazioni ha parlato di questo tema, affermando che dal silenzio deriva una comunicazione ancora più esigente che chiama in causa la sensibilità e quelle capacità di ascolto che spesso rivelano la misura e la natura dei legami interpersonali.

Sappiamo che padre Candido, prima di essere esorcista, aveva scelto di immergersi nel silenzio della spiritualità passionista, ma Dio pensava altro per lui mettendolo in prima linea nella lotta contro le potenze del male. Ha guardato a ogni uomo con occhi di simpatia e amore, con quella stessa intensità con la quale Gesù stesso amava le folle che lo avvicinavano. Non si chiuse nella sua cella, ma cercò anime, perennemente anime, liberandole dalle catene del peccato. Per questo la figura del Cristo Redentore dell’uomo, che non si stanca mai di insegnare le strade della rinascita spirituale e umana, è alla radice della spiritualità dell’Amantini. Una santità come non si smetterà mai di ri19


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petere apparentemente ordinaria, ma sostenuta da solide virtù. Il santo, del resto, non è mai un pezzo da museo. Egli è un uomo vivo che aderisce a Dio e, in questo modo, aderisce a quella vocazione sulla quale e per la quale è costruito il suo cuore. Il mondo ha ancora, soprattutto oggi, bisogno dello «spettacolo della santità», come afferma Gustave Bardy parlando dei primi secoli del cristianesimo. Una santità pienamente umana; i santi pienamente uomini non hanno avuto bisogno di dimenticare o rinnegare nulla della propria umanità. Adrienne von Speyr affermava che i santi sono la dimostrazione della possibilità del cristianesimo, perciò possono essere guide su una strada verso la carità di Dio che sembra altrimenti impossibile,

per questo la santità non è nella Chiesa un fatto eccezionale. Essa svolge un particolare ruolo e diventa quasi come un paradigma pedagogico: in ogni santo, il cristiano scorge la struttura della propria figura; scorge ciò che egli è chiamato 20


PREMESSA

a essere. Per questo agli inizi del cristianesimo si raccomandava: Cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi. (Didaché)

Studiando la figura del nostro Servo di Dio ho compreso che il vero problema della santità cristiana non è la scelta di un particolare atteggiamento da avere nel mondo, ma saper riconoscere, nella fatica di ogni giorno, quell’avvenimento unico, quel Qualcosa di veramente speciale che è accaduto e che ci è stato donato gratuitamente. Qui sta la chiave di volta: nell’appoggiarsi, nell’aderire a quel Qualcuno che è apparso nella carne e mi ha salvato. Per questo la santità è vivere dentro la storia: essa, non è una evasione dal mondo, dalla vita o dalla realtà! Per questo Georges Bernanos scriveva nel 1937 che sono i santi che mantengono quella vita interiore senza la quale l’umanità si degraderà fino a morire.

Siamo fatti per cose grandi, per gioie profonde che nascono da vedute profetiche, da ideali alti, da 21


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risposte a progetti coinvolgenti; nessuno vorrebbe accontentarsi delle piccole cose. Ci sono uomini che hanno il sapore del Vangelo e profumano di Paradiso. Uomini che vivono nel silenzio, quel silenzio che è il ricamo segreto della santità. Uomini sconosciuti che come il Viandante di Emmaus si accostano alle nostre storie, a quello scorrere quotidiano e a volte faticoso in cui siamo immersi. Uomini che hanno imparato ad aspettare altri uomini “sull’uscio di casa”. Uomini che hanno vissuto con un piede “tra le cose di lassù” e un altro “tra le cose di quaggiù”. Come dice un noto studioso, i mistici sono i servi più autorevoli dell’umanità che il mondo abbia mai conosciuto. (Harvey D. Egan, I mistici e la mistica)

Padre Candido Amantini, rappresenta al massimo grado tale condizione: lui ha testimoniato, attraverso l’offerta oblativa di sé al prossimo, la possibilità di una vita pienamente autentica, contrassegnata dall’amore di Dio carità. I santi ci insegnano che la felicità non viene dal di fuori ma dal di dentro; e se dentro non c’è nulla, non vi sarà mai felicità! 22


PREMESSA

Guardando il mondo ci si accorge che stanno crescendo uomini poveri, ma non di povertà materiale, bensì di esperienza; uomini ingenerosi e avari, chiusi nel loro egoismo. Uomini svuotati ed esauriti nella loro essenza profonda, incapaci di comprendere la bellezza e di coinvolgersi con la storia e col mondo, di smascherarsi, mostrando chi realmente sono! Alle volte anche noi ci guardiamo un momento indietro e facciamo il calcolo di ciò che abbiamo lasciato e di quello che abbiamo ottenuto! Chi ama è disposto a “sprecare”. Padre Candido mi ha insegnato che il grido di Gesù morente, segno dell’abisso di dolore, è il nostro grido. Sulle nostre croci Lui è inchiodato con noi. Il dolore dell’uomo e il dolore di Dio si incontrano e confondono sulla Croce. Sotto tutto il dolore della Terra, sappiamo che c’è Cristo paziente, solo, perduto nell’oceano della sofferenza dell’uomo. Non c’è angoscia, non c’è dolore nel mondo a cui Cristo non abbia preso parte. Egli è uno di noi. Non c’è nessun nostro dolore che non sia insieme dolore di Cristo. Egli è così entrato nel cuore della miseria umana che non ci può essere al mondo dolore solitario. Il nostro pianto è il pianto di Dio, il nostro soffrire è la Passione di Dio. 23


PADRE CANDIDO AMANTINI

*** Alcune note per collocare la presente pubblicazione Il presente libro, aggiornato e integrato, raccoglie alcuni articoli e alcune considerazioni pubblicate qualche anno fa sulla pagina Facebook e di conseguenza sul sito internet dell’Associazione Nazionale Papaboys. Mi venne chiesto, allora, di portare avanti questo lavoro sul nostro Servo di Dio e di sviscerarne ancor più la figura, cosa che ho realizzato volentieri nonostante i tanti limiti. Grazie alle Edizioni San Paolo viene ripresentato, ora, questo libro che spero aiuti il lettore nell’approfondimento di questa sorprendente e straordinaria figura di uomo e religioso che fu «sacerdote secondo il cuore di Dio». Esso è il prosieguo, certamente ancora incompleto, delle precedenti biografie divulgative da me scritte sull’esorcista di Roma. La prima Alla Scala Santa avete un santo! Andate da lui! pubblicata nel 2012 da Velar (collana Blu, Messaggeri d’amore); la seconda, Sull’uscio di casa pubblicata da Tau nella collana I capolavori nel 2015; la terza Come me24


PREMESSA

lograno fiorito, pubblicata nel 2017 dalle Edizioni Segno. Questo libro non ha la pretesa di essere esaustivo e neppure di dare risposte definitive a certe domande sulla figura del nostro Servo di Dio. Lo scopo è quello di fornire almeno alcune indicazioni a riguardo. Verrebbe da dire che questo libro non è un libro, ma una chiamata, un incontro con Qualcuno attraverso qualcuno. Senza entrare in un’analisi storiografica propriamente critica e analitica, anche perché occorre aspettare, per questa, l’uscita della Positio super virtutibus, ho voluto indicare le vie per ulteriori approfondimenti e soprattutto suscitare il desiderio di una maggiore conoscenza. Davanti alla figura dei santi, del resto, il desiderio di conoscere si trasforma in desiderio di imitare. La santità semplice, umile e gioiosa dell’Amantini ripropone, in questo nostro mondo, con particolare efficacia, lo spirito del Vangelo, che solo i piccoli, i discepoli del Regno, possono incarnare. Il riconoscimento, da parte della Chiesa, della sua santità sarà certamente, già da ora, uno stimolo, in particolare per i consacrati, a ritornare a quella 25


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semplicità esigente del Vangelo, come ci ha ricordato papa Francesco, e a fare in umiltà e letizia un sacrificio della propria esistenza a gloria del Signore e a servizio del prossimo. Occorre ribadire ancora che la sua personalità umana e soprannaturale e la sua opera sono ancora lontane dall’essere studiate adeguatamente. Molti concordano nel dire che purtroppo personalità importanti della storia della Congregazione passionista, […] non siano studiate in profondità dai giovani religiosi passionisti o facenti parte della Famiglia passionista.

È importante, invece, rivisitare la persona e la vita delle persone che Dio ha suscitato nella storia della Chiesa,

per realizzare, così, una specie di dialogo fra il passato e il presente che rivela sempre nuovi aspetti dell’opera meravigliosa compiuta da Dio nei suoi santi. (Padre Adolfo Lippi cp.) 26


PREMESSA

Vorrei precisare, inoltre, che queste varie pubblicazioni inerenti la figura dell’esorcista di Roma, ampliate e arricchite una dopo l’altra, come mi è stato giustamente rimproverato dovevano uscire già da moltissimo tempo, ma non mi è stato possibile per il sommarsi di svariati motivi. Purtroppo, questo ritardo ha consentito a qualcuno di stampare edizioni “pirata”, che non hanno aiutato a presentare una giusta figura dell’Amantini. Le notizie contenute nei miei testi poi, opportunamente integrate con altri documenti, sono state elaborate per mettere il lettore nelle condizioni di poter seguire la storia del nostro Servo di Dio e di poter capire qualcosa in più della sua personalità che tocca senza ombra di dubbio le alte vette della mistica. L’esperienza di un uomo profondamente uomo; esperienza vera, radicata nell’incontro con Dio, capace di contagiare con forza e speranza chi soffre, anche nelle situazioni più gravi (e disperate) di dolore. Sono figure come queste, del resto, che fanno della santità qualcosa di concretamente grande. Sono figure come queste che fanno sorgere l’innocente desiderio di tornare al Vangelo. 27


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Sono figure come queste, figure di cui noi serbiamo nella memoria la vibrazione serena della voce, unito a quel coraggio che ha superato la morte, che ci vietano di lasciare che il mistero di Cristo cada come un meteorite davanti a noi senza provocare nulla nel nostro cuore, o senza che esso susciti domande nella nostra mente. Spero vivamente di aiutare il lettore a cogliere per davvero il messaggio dell’Amantini; a capire, inoltre, che Candido Amantini, fu veramente e pienamente uomo; non una parvenza di uomo o un uomo tra parentesi. Piuttosto una creatura la cui umanità è davvero esaltata. Spero vivamente di aiutare il lettore a cogliere anche l’anelito più profondo dell’esorcista di Roma, quel suo sapersi intimamente, profondamente, totalmente, anima e corpo, associato al Divin Volere, in cammino verso quella meta che già in vita pregusto desiderando ardentemente. Prima di addentrarci in queste nostre riflessioni mi sia permesso ancora di ringraziare di vero cuore il Postulatore della Causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio, dottor Paolo Vilotta, il Gruppo di Preghiera Padre Candido 28


PREMESSA

Amantini e in particolare la professoressa Madre Annamaria Valli, O.S.B. ap., per aver accolto l’invito a curare la prefazione al presente volume. Intendo ribadire che queste pagine non sono state pensate come una biografia vera e propria, esse nascono per offrire ai lettori e devoti del Servo di Dio elementi che si intervallano tra quelli storici e biografici ad alcuni teologici e spirituali. Essi sono stati appena cuciti insieme, anzi, è meglio precisare, che essi sono stati semplicemente giustapposti. Queste pagine non costituiscono, pertanto, uno studio sulla figura del Servo di Dio. I pochi capitoletti vogliono offrire un piccolo saggio riguardo la vita dell’esorcista della Scala Santa, in occasione del XXV anniversario della morte, celebratosi lo scorso settembre 2017. Queste pagine, occorre precisare, non esauriscono la conoscenza di una storia singolare, complessa e, sotto diversi aspetti, interessante e appassionante. Scrivere e approfondire questa storia è stato per me dilettevole e confortante, perché questa vita santa incarna idee e schemi che equivalgono a un programma di ascesi elevatissima. 29


PADRE CANDIDO AMANTINI

Scrivo sull’Amantini da anni, probabilmente ribadendo anche i soliti concetti; scrivo, però, nella consapevolezza e col desiderio di rimanere – per usare un’immagine – nella linea d’ombra di un portone che rimane aperto ma che non potrà mai essere varcato del tutto. Perché la vita di quest’uomo resta un mistero! Un mistero di carità! L’autore

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