Saremo giudicati dall'amore. Il demonio nulla può contro la misericordia di Dio di Gabriele Amorth

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A ogni uomo è data la speranza che non esiste nessun peccato, nessun fallimento umano che non possa essere accolto pienamente dall’amore di Dio.

Padre Amorth

Saremo giudicati dall’Amore

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I

l Nemico dell’umanità, che si è ribellato a Dio e che intende portare tutta la creazione alla perdizione e alla distruzione, vuole anche farci smarrire la speranza di amare e di godere – ora e in ogni momento della nostra vita, compreso quello finale – della misericordia del Dio-Amore, che si è incarnato in Cristo Gesù e che attraverso la sua morte e risurrezione ci ha ridonato la possibilità di redimerci, dopo che il peccato delle origini aveva rotto la comunione totale con il Creatore. Attraverso l’azione ordinaria del diavolo, cioè la tentazione, e attraverso la sua azione straordinaria, che costituisce l’oggetto particolare di questo libro, il diavolo cerca di distruggere la fiducia di ciascun uomo e di ciascuna donna di amare e di essere amati. Questo testo nasce dal desiderio di colmare i cuori di quella speranza che si fonda sulla roccia della Parola di Dio, e che né la pioggia, né lo straripamento dei fiumi, né il soffio violento dei venti possono distruggere (cfr. Mt 7,25).

Padre Amorth CON STEFANO STIMAMIGLIO

Gabriele Amorth, nato a Modena nel 1925, dopo la laurea in Giurisprudenza è entrato a far parte della Società San Paolo dove è stato ordinato sacerdote nel 1954. Noto esorcista ed esperto in mariologia, è membro della Pontificia Accademia Mariana Internazionale e Presidente onorario dell’Associazione Internazionale degli esorcisti. Tra i suoi più diffusi volumi ricordiamo: Un esorcista racconta (Bologna 200319), Nuovi racconti di un esorcista (Bologna 200211) e L’ultimo esorcista (Milano 2012). Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Più forti del male (20126), Il Vangelo di Maria (2012), Vade retro Satana! (2013) e Dio più bello del diavolo (2015).

Saremo giudicati dall’Amore nulla può contro “Il demonio la misericordia di Dio ” In copertina:

€ 14,00

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© Foto Tania/A3/Contrasto Progetto grafico: Angelo Zenzalari

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DIMENSIONI DELLO SPIRITO

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Padre Amorth

con Stefano Stimamiglio

SAREMO GIUDICATI DALL’AMORE “Il demonio nulla può contro la misericordia di Dio”

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© EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 2015 Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edizionisanpaolo.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) ISBN 978-88-215-9642-1

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1 INTRODUZIONE

«Alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore». Con questa folgorante espressione nel XVI secolo il grande mistico carmelitano san Giovanni della Croce intese esprimere teologicamente la stessa misteriosa realtà che Gesù, poco prima di offrire la sua vita in riscatto per gli uomini, espose ai suoi discepoli, questa volta con uno straordinario e apocalittico quadro del giudizio ultimo di Dio sulla storia e sulle nostre singole esistenze, “dipinto” maestosamente dall’evangelista Matteo nel capitolo 25 del suo Vangelo: ogni cosa che avremo fatto – o che non avremo fatto – a ciascuno dei suoi fratelli più piccoli lo avremo – o non lo avremo – fatto a Gesù. L’amore sarà dunque alla base della sentenza che verrà emessa sulla nostra vita. Anzi, che noi stessi esprimeremo di fronte alla nuda verità della nostra realtà, quando compariremo di fronte a Dio. Questo il cuore della vita cristiana: la carità, la misericordia, l’accoglienza. Al tramonto della nostra vita rimarrà solo il supplemento d’amore che avremo messo in ogni cosa. Esiste però l’altra faccia della medaglia: oltre a essere giudicati sull’amore, saremo anche giudicati dall’Amore, cioè da Dio. Papa Francesco, nell’indire il Giubileo straordinario della misericordia, ha inteso esprimere a tutta la Chiesa, anzi a tutto il mondo, proprio questa stupefacente e mai compiutamente indagata verità: il giudizio che ci 5

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attende è un giudizio di misericordia. «La misericordia sarà sempre più grande di ogni peccato, e nessuno può porre un limite all’amore di Dio che perdona»1. A ogni uomo è data la speranza, che non esiste nessun peccato, nessuna situazione di vita, nessun fallimento umano che non possa essere ricoperto e accolto pienamente dall’amore di Dio, all’unica condizione che si manifesti il pentimento e il desiderio di perdono. Questo il messaggio carico di fiduciosa attesa che intendo far mio e proporre nella fausta occasione dell’anno giubilare secondo la particolare ottica di chi, come me, nella Chiesa esercita il ministero dell’esorcistato, cioè della battaglia faccia a faccia con il diavolo per sradicare la sua azione straordinaria dalla vita degli uomini. Il Nemico della razza umana, che si è ribellato a Dio e che intende portare tutta la creazione alla perdizione e alla distruzione, vuole anche farci smarrire la speranza di amare e di godere – ora e in ogni momento della nostra vita, compreso quello finale – della misericordia del Dio-Amore, che si è incarnato in Cristo Gesù e che attraverso la sua morte e risurrezione ci ha ridonato la possibilità di redimerci, dopo che il peccato delle origini aveva rotto la comunione totale con il Creatore. Attraverso l’azione ordinaria del diavolo, cioè la tentazione, e attraverso la sua azione straordinaria, che costituisce l’oggetto particolare di questo libro, il diavolo cerca di distruggere la fiducia di ciascun uomo e di ciascuna donna di amare e di essere amati. Questo testo, che ho scritto avvalendomi dell’aiuto di don Stefano Stimamiglio, già vicecaporedattore del settimanale Credere e mio confratello nella Società San Paolo, di cui oggi è segretario generale, nasce dal desiderio di colmare i cuori di quella speranza che si fonda sulla 1

Cfr. Misericordiae vultus, n. 3.

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roccia della Parola di Dio, e che né la pioggia, né lo straripamento dei fiumi né il soffio violento dei venti – fuor di metafora qualsiasi accadimento pur tragico e drammatico che possa essere – possono distruggere (cfr. Mt 7,25). Esso mette a fuoco un argomento molto trattato, oso dire finalmente!, dalla pubblicistica degli ultimi anni: la possessione, la vessazione, l’ossessione e l’infestazione diabolica. Ma il materiale che abbiamo prodotto in occasione dei nostri incontri – frutto di varie interviste che hanno permesso la realizzazione della rubrica Dialoghi sull’Aldilà di Credere dalla sua fondazione, nell’aprile del 2013, fino all’agosto dell’anno successivo quando si è conclusa – è decisamente più ampio e correda quel tema con altri aspetti della nostra dottrina, che permettono però di inquadrarlo nella giusta ottica. L’organizzazione di tale materiale nella sequenza logica delle puntate settimanali sulla rivista è stata realizzata, infatti, con l’intento di dare, con un linguaggio semplice ma non semplicistico, le nozioni base per fornire al lettore un primo orientamento nell’oscura fenomenologia legata al culto di Satana e ai suoi rimedi spirituali, collocandola nella necessaria prospettiva del giudizio finale di Dio sugli uomini e sulla storia illuminata dalle vicende salvifiche di Cristo. Sta qui, nell’intento di fornire un compendio essenziale sulla materia e nel renderla accessibile al grande pubblico, la sua originalità. Partendo da una catechesi generale sulla vittoria di Cristo sul peccato, tratterò quindi in sequenza la dottrina cattolica sugli angeli decaduti, i fondamenti del satanismo e le sue innumerevoli manifestazioni di culto, le conseguenze spirituali che ne possono derivare, i rimedi e concluderò con alcune nozioni basilari di escatologia cristiana, che vogliono fornire – in un percorso che parte dal sacrificio di Cristo e che, passando per l’oscura azione di 7

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Satana, vi ritorna nel suo esito salvifico – motivi di grande speranza a tutti, ma specialmente a chi soffre delle pesanti conseguenze dei mali malefici, persone che sento mie amiche e mie compagne di strada.

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2 LA VITTORIA DI CRISTO SUL PECCATO E SULLA MORTE

Incarnazione e risurrezione: la Vita sconfigge la morte Prima di entrare nel cuore del libro, vorrei chiarire alcune verità fondamentali che riguardano la nostra fede e che servono da “bagaglio” necessario per affrontare l’impegnativo itinerario nel complesso (e mai sufficientemente chiaro) tema dei mali malefici. Prima di parlare di questi mali e del suo autore, il diavolo, e anche al fine di scoraggiare fin da subito la tentazione del sensazionalismo occorre porre due premesse fondamentali, che riguardano la persona di Gesù Cristo, il Maestro, il Salvatore, il Liberatore. La prima considerazione che vi propongo riguarda il senso profondo dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Che cosa significa per ogni uomo e donna di ogni tempo la nascita di Gesù Cristo Salvatore, da Maria Vergine per opera dello Spirito Santo avvenuta una notte di oltre duemila anni fa a Betlemme, una piccola e insignificante località non distante da Gerusalemme? Si tratta di un evento puntuale nella storia dell’umanità che ci dà grande speranza. Occorre guardare a quel Bimbo come al Figlio di Dio che nasce in mezzo agli uomini per strapparli al peccato, all’egoismo, alla morte, al potere del diavolo. Occorre avere occhi animati dalla fede per vedere riposa9

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re in quella povera grotta il Profeta atteso dalle genti, il Messia che – predicando per le strade della Palestina, guarendo i malati, consolando i derelitti, predicando la Buona Novella del Regno di Dio e scacciando i demoni – rivelerà in modo definitivo il volto misericordioso del Padre. La nascita di Gesù ancora, però, non dice tutto se non facciamo riferimento al secondo momento fondamentale della storia del Figlio dell’Uomo: la sua morte e risurrezione, che celebriamo ogni anno a Pasqua. La risurrezione di Gesù è causa di salvezza eterna per le anime morte prima della sua venuta, per tutta l’umanità sua contemporanea e per tutta quella che è venuta dopo di lui. La risurrezione del Cristo ci spalanca le porte del paradiso. Ad una condizione, però: che questa stessa salvezza venga accettata liberamente da ogni uomo. Dio non impone a nessuno di accettarla ed è sempre pronto ad accoglierci in ogni momento. All’inizio del Vangelo di Marco ci sono quattro frasi che riassumono tutta l’opera del Signore e che danno linfa e senso alla nostra esistenza: «Il tempo è compiuto», «il Regno di Dio è vicino», «convertitevi», «credete al Vangelo» (Mc 1,15). Analizzandole capiremo meglio il senso dell’incarnazione e della risurrezione di Gesù. La prima significa che è finito il tempo dell’attesa: dal momento in cui Gesù nasce sulla terra, egli diventa al contempo anche il centro di tutta la storia dell’umanità. Ecco il senso della seconda: il cielo, che prima era chiuso a causa del peccato, ora, in virtù della carne trasfigurata di Cristo nella sua risurrezione, è aperto. Il suo regno, regno di giustizia e pace, è ormai arrivato definitivamente a noi. È utile ricordare che, secondo l’Antico Testamento, i morti avevano un destino particolare: lo sheol 1, una spe1

Cfr. ad es. Gb 10,21; 17,13-16; 3,17-19.

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cie di “fossa comune” dove gli ebrei ritenevano che finissero le anime degli individui dopo la morte. Lo sheol era immaginato come un luogo nebbioso, umbratile, che, pur consentendo una sorta di sopravvivenza “diminuita” dopo la morte, non liberava però l’uomo dai suoi effetti più perversi e contrari all’ordine della creazione: l’esclusione dalla comunione perfetta con Dio e con gli uomini. Ora, invece, con l’avvento di Cristo e la sua risurrezione nella carne, la Rivelazione si è completata: le porte del paradiso si spalancano e la luce folgorante del Cristo risorto e vivente invade il luogo di soggiorno di tutti i redenti. La terza frase ci rivela che, per godere della beatitudine eterna, dobbiamo cambiare in modo totale e radicale il nostro modo di pensare e quindi la nostra vita. Siamo chiamati a una costante metanoia, a una “conversione”, a una riformulazione delle priorità della vita perché questa realtà possa realizzarsi pienamente anche nella nostra ­esistenza. La quarta, infine, ci spiega come operare concretamente questa conversione: vivere il Vangelo. Lì abbiamo tutto quanto ci occorre. Il Vangelo che, a sua volta, si riassume in quanto Gesù ordina ai suoi discepoli: «Amatevi come io vi ho amato» (Gv 13,34). Quale atteggiamento fondamentale dobbiamo incarnare, dunque, per assumere tutto questo in modo serio? Rispondo con un semplice aneddoto personale. Mi sono recato regolarmente per 26 anni – dal 1942 al 1968 – a San Giovanni Rotondo per incontrare san Pio da Pietrelcina. I frati sono soliti avere nelle loro celle un cartello con delle scritte tratte dalla Bibbia. Ebbene, padre Pio aveva questo: «La grandezza umana ha sempre per compagna la tristezza». Mi sembra chiaro il suo senso: dobbiamo avere umiltà, tanta umiltà, proprio come Gesù ebbe nel vivere quello che Paolo definisce senza mezzi termini “svuotamento” (cfr. Fil 2,7), cioè il suo farsi uomo – lui 11

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che era Dio – e il suo morire in croce, reietto dagli uomini. Dopo che questo cartello fu rubato dalla sua stanza, ne mise un altro: «Maria è tutta la ragione della mia speranza». Se Maria, che è la madre di Gesù, è la nostra speranza, chiunque – chi soffre, chi è solo, chi si sente triste e persino, oserei dire, un musulmano – può guardare al Natale del Signore e alla sua Pasqua di risurrezione con un cuore colmo di speranza. La morte di Cristo getta una luce profonda sulla nostra morte. Il figlio di Dio, facendosi uomo, ha voluto accettare nella sua integralità la condizione degli uomini. Dio, come narra il libro della Genesi, ha creato l’uomo in una condizione d’immortalità. Egli nel paradiso terrestre ha ricevuto solo il divieto di non mangiare dall’albero del bene e del male. Ovviamente, per farci comprendere meglio, l’autore biblico usa un linguaggio metaforico: quel racconto, infatti, non va inteso in senso letterale. Il messaggio va colto nella profondità del suo significato teologico: per l’uomo si è trattato di una prova di obbedienza e di riconoscimento dell’autorità di Dio e della sua signoria sul creato. Il diavolo ha usato con Adamo ed Eva – e usa anche con noi – due espedienti per farli deviare. Innanzitutto li porta a negare ciò che Dio ha imposto. Per questo il serpente dice a Eva: «Se ne mangerete non morirete affatto!» (cfr. Gn 3,4). Allo stesso modo agisce anche con noi, quando ci fa dubitare dell’esistenza del peccato, dell’inferno e del paradiso e della loro eternità; o quando, per venire ai nostri giorni, fa passare l’aborto o l’eutanasia come segni di progresso dell’umanità. Il secondo sotterfugio è di far apparire il male come bene, cioè come un guadagno. Il serpente prosegue infatti: «Dio sa che il giorno in cui ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male» (Gn 3,5). Insomma, il diavolo ci fa apparire il male interessante, positivo, bello. 12

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A ogni uomo è data la speranza che non esiste nessun peccato, nessun fallimento umano che non possa essere accolto pienamente dall’amore di Dio.

Padre Amorth

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l Nemico dell’umanità, che si è ribellato a Dio e che intende portare tutta la creazione alla perdizione e alla distruzione, vuole anche farci smarrire la speranza di amare e di godere – ora e in ogni momento della nostra vita, compreso quello finale – della misericordia del Dio-Amore, che si è incarnato in Cristo Gesù e che attraverso la sua morte e risurrezione ci ha ridonato la possibilità di redimerci, dopo che il peccato delle origini aveva rotto la comunione totale con il Creatore. Attraverso l’azione ordinaria del diavolo, cioè la tentazione, e attraverso la sua azione straordinaria, che costituisce l’oggetto particolare di questo libro, il diavolo cerca di distruggere la fiducia di ciascun uomo e di ciascuna donna di amare e di essere amati. Questo testo nasce dal desiderio di colmare i cuori di quella speranza che si fonda sulla roccia della Parola di Dio, e che né la pioggia, né lo straripamento dei fiumi, né il soffio violento dei venti possono distruggere (cfr. Mt 7,25).

Padre Amorth CON STEFANO STIMAMIGLIO

Gabriele Amorth, nato a Modena nel 1925, dopo la laurea in Giurisprudenza è entrato a far parte della Società San Paolo dove è stato ordinato sacerdote nel 1954. Noto esorcista ed esperto in mariologia, è membro della Pontificia Accademia Mariana Internazionale e Presidente onorario dell’Associazione Internazionale degli esorcisti. Tra i suoi più diffusi volumi ricordiamo: Un esorcista racconta (Bologna 200319), Nuovi racconti di un esorcista (Bologna 200211) e L’ultimo esorcista (Milano 2012). Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Più forti del male (20126), Il Vangelo di Maria (2012), Vade retro Satana! (2013) e Dio più bello del diavolo (2015).

Saremo giudicati dall’Amore nulla può contro “Il demonio la misericordia di Dio ” In copertina:

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© Foto Tania/A3/Contrasto Progetto grafico: Angelo Zenzalari

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