Una caratteristica del pediatra è stata sempre quella di essere il medico del bambino e dell’adolescente, non solo svolgendo l’attività di diagnosi e cura delle malattie, ma anche valutando le condizioni dello sviluppo psicologico.
Ed è per questo che il pediatra è, da sempre e sempre di più, coinvolto nei problemi ambientali e sociali nei quali vive il soggetto in età evolutiva e la sua famiglia.
Con queste premesse, 25 anni fa, durante uno dei congressi che avevo organizzato nella mia Bologna, sentii la necessità di affrontare un tema che all’epoca veniva trattato sporadicamente: le caratteristiche e le necessità peculiari del bambino che proveniva da paesi lontani. E così con alcuni colleghi, tra i quali Gianni Bona, costituimmo – all’interno della Società Italiana di Pediatria – il “Gruppo di lavoro sul bambino immigrato”. In quegli anni i bambini immigrati erano essenzialmente bambini adottati, ma già si incominciava a vedere un costante incremento di adulti e di famiglie immigrate nel nostro Paese...