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L’ORTO INVERNALE SI PRENDE CURA DELLA NOSTRA SALUTE! Osservando i servizi televisivi che parlano delle proprietà salutistiche degli ortaggi, ancora ci stupiamo dei benefici che offrono al nostro organismo grazie alle loro caratteristiche nutrizionali e preventive di molte malattie anche gravi. Gli ortaggi invernali si iniziano a trapiantare già da ora, sono una vera miniera d’oro di antiossidanti naturali, vitamine e fibre. Sono la risposta più affidabile al nostro desiderio di salute minacciato dalle frequenti notizie di inquinamento ambientale e frodi alimentari. La modernità poi, insieme a tanti vantaggi e comodità ci ha portato a una vita frenetica e ad un’alimentazione disordinata con accumulo cronico di stress e tossine. Se, per chi non possiede un orto o un balcone, la scorciatoia di ricorrere all’acquisto di ortaggi biologici già pronti sembrerebbe la via più comoda e tranquilla, purtroppo questa certezza viene infranta dai frequenti bio-scandali che evidenziano come il modo più sicuro per mangiare sano resti quello di auto produrci le verdure coltivando il nostro orto con impegno e responsabilità. Nell’orto abbiamo trovato la via per disintossicarci in modo naturale, senza farci prendere dall’ansia: mangiando meglio e facendo costantemente un po’ di attività fisica. Siamone certi: più tempo e risorse investiamo nell’orto oggi e meno ne dovremo spendere in futuro in farmaci e medici specialisti!!
LA NUOVA SUPER-GAMMA DI POMODORI ESTIVI Canestrino
Cuorbenga
Pintyno
Salomone
Datterino Lobello
Ciliegia Paki
San Marzano Tiren
Wantja
Se vogliamo continuare a raccogliere i pomodori fino ai primi freddi è ora di mettere a dimora nuove piantine di pomodoro. Esse andranno in produzione quando le piante della primavera inizieranno il loro declino e saranno attaccate da cimici e ragnetto rosso.
COME TRATTARE LE PIANTE In questi periodi molto caldi è fondamentale curare al meglio il trapianto concimando abbondantemente in buca con prodotti bio come guano, cornunghia, melasso e una manciata di pollina matura, che non devono mai venire a contatto con le radici. Evitiamo di apportare solo stallatico perché ha un effetto troppo lento e potrebbe essere sfruttato solo da una coltivazione successiva. Irrighiamo abbondantemente al trapianto (almeno 2-3 litri di acqua per pianta) e proteggiamo le piante dal sole con tessuto non tessuto bianco per i primi 3-5 giorni. Varietà da palo (indeterminate): Canestrino, datterino Lobello, cuore ligure Cuorbenga e Punente, ciliegia Paki, tondo Pintyno, San marzano Tiren. e varietà Punente (vaso) e Pintyno (pack) sono resistenti a virus TSWV, pertanto sono particolarmente consigliabili anche nelle aree interessate da questa patologia (liguria, piemonte, verona ecc.). Varietà nane a terra (determinate): Salomone e Wantja. Queste varietà non necessitano dell’eliminazione delle femminelle e dei getti basali.
ANCORA PIÙ SANI CON I RADICCHI! Sono tra gli ortaggi più preziosi per la salute: pensate che hanno oltre il doppio di vitamina C rispetto ai tanto rinomati agrumi ed oltre 4 volte la capacità antiossidante dei pomodori. Queste caratteristiche, insieme alla presenza dei fenoli, gli conferiscono la capacità di avere una importante azione preventiva nei confronti delle principali malattie degenerative legate all’invecchiamento, vascolari ed ai tumori. Orto Mio offre una gamma incredibilmente vasta di varietà che vanno incontro a tutti i gusti, da consumare cotte o crude. E non dimentichiamo le indivie ricce e le scarole, insalate dalle esigenze simili, che si sposano perfettamente con i diversi sapori del radicchio.
Pintyno
Punente
ora le fragole è il più indicato per mettere a dim Il periodo tra agosto e settembre Consigliabile rile. a generosa produzione primave unifere, quelle non rifiorenti, dall per avere una a gamma: Alba, Gemma e Roxana sfruttare tutte e 3 le varietà dell raccolta che si protragga a lungo.
CURARE IL TRAPIANTO: VERONA TARDIVO: Gradevolmente amarognolo.
Il virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro si sta espandendo in Italia, veicolato da un piccolo insetto, il tripide. Si previene con varietà resistenti come Pintino e Punente.
Fragole: trapiantiamo a fine Estate per un ricco raccolto!
ROSA: Dolce e resistente al freddo.
DI CASTELFRANCO PRECOCE: Dolce e facile da coltivare.
GLI ESTIVI RESISTENTI AL VIRUS DELL’AVVIZZIMENTO MACULATO (TSWV)...
ilizzante biote il terreno, concimarlo con un fert Lavorare accuratamente e finemen li mettere a dei cuscini di terreno rialzati sui qua logico misto e stallatico e formare non piantarle pacciamante scuro, avendo cura di dimora le piantine, magari su telo iante o un TNT ne costante ed una rete ombregg troppo in profondità. Un’irrigazio no di avere imane, finché le piantine dimostreran sett ne alcu per li iabi sigl con nno sara attecchito.
Prepariamo l’Orto Invernale
Gran parte dei risultati che otterremo nelle raccolte utunnali ed invernali dipendono dalle scelte che faremo ora. La cura che metteremo nel preparare l’orto, la scelta del corretto periodo di trapianto e le giuste varietà in funzione del periodo in cui desideriamo raccogliere, possono fare la differenza.
FIG. 2
FIG. 1
LA PREPARAZIONE DEL TERRENO Qualora il terreno risultasse arido e difficilmente lavorabile, si consiglia di bagnarne abbondantemente la superficie 3-5 giorni prima della vangatura, per potere poi procedere con minore difficoltà ad affinarne bene la superficie, pareggiandolo perfettamente. Andando verso l’autunno è consigliabile creare delle aiuole rialzate che impediscano il ristagno idrico. Un leggero
+2 °C
Tessuto non tessuto
Un terzo del cubetto deve rimanere fuori dal terreno
PRENDERSI CURA DEL TERRENO: LA CONCIMAZIONE Buona parte delle piccole delusioni in agguato nell’orto potrebbero arrivare dalla sottovalutazione dell’importanza della concimazione del terreno per raggiungere ottimi risultati produttivi. Se abbiamo a disposizione letame maturo ben venga, ma per le specie più esigenti come finocchi e sedani, non accontentiamoci dello stallatico, ma integriamolo distribuendo sulle file al trapianto guano, cornunghia, pollina, melasso (borlanda) e qualora ci apparissero stentate nello sviluppo aiutiamole prontamente con macerato di ortica maturo o letame macerato dopo il trapianto.
FIG. 3
solco sulla fila o tra le file permetterà all’acqua di mantenere più a lungo l’umidità riducendo i tempi di attecchimento.
IL PERIODO GIUSTO PER IL TRAPIANTO Il trapianto, rispetto alla semina diretta offre la possibilità di utilizzare varietà più resistenti e permette una facile programmazione della raccolta autunno-invernale. Per chi desidera raccogliere per tutto l’inverno è fondamentale indovinare il periodo di trapianto delle varietà tardive: in pianura i cavoli tardivi si piantano dal 20 luglio al 10 agosto, poi è meglio andare su varietà a ciclo medio e precoce. Finocchi e radicchi precoci si trapiantano da fine luglio ad inizio agosto ed i periodi più favorevoli per evitare la salita a fiore vanno da metà agosto ai primi di settembre, quando potremo mettere a dimora i quantitativi più corposi di varietà autunnali ed invernali. Con le lattughe possiamo protrarre i trapianti in campo praticamente per tutto l’inverno. Per raccogliere prima di Natale potremo metterle a dimora a fine settembre in tunnel protetto con nylon.
+4 °C
Tunnel in plastica
IL TRAPIANTO In estate è fondamentale irrigare abbondantemente le piantine prima della messa a dimora, da effettuarsi possibilmente nelle ore serali. Estrarle delicatamente dai contenitori per non danneggiare le radici, irrigare abbondantemente la coltivazione dopo il trapianto in un’area estesa intorno alle piante. Ombreggiare poi con TNT o rete ombreggiante appoggiata su archetti per 7-15 giorni, che le ripareranno anche dal vento e dagli insetti. Con l’abbassarsi delle temperature è consigliabile trapiantare in tunnel protetti con materiali plastici. I LAVORI POST TRAPIANTO La sarchiatura (zappatura superficiale) attorno alle piante, dovrebbe essere effettuata ogni 10-15 giorni ed è molto importante per favorire l’ossigenazione delle radici e la penetrazione dell’acqua d’irrigazione. La rincalzatura è consigliabile nel porro perché favorisce l’imbiancatura e si può iniziare quando il fusto ha raggiunto circa i 3 cm di diametro. Nel mese di novembre si può fasciare il cardo per l’imbiancatura.
ato d’orticale e con il macer naturalment Curare l’orto i hanno accompagnato con dolore za per via degli effetti sgradevoli dei peli urticanti che fin da bambin
Spesso guardata con diffiden considerata un valido aiuto nell’orto grazie alle sue proprietà insetnostre scorribande spensierate nelle campagne, l’ortica può essere parti verdi della pianta, raccolte possibilmente prima della fioritura, ticide e fertilizzanti. Facile da preparare il macerato, partendo dalle ben muniti di guanti.
COME SI PREPARA IL MACERATO DI ORTICA:
itore di materiale non metallico e si lascia macerare per periodi Si pone 1 kg di ortica fresca in 10 litri di acqua all’interno di un conten liabile mescolare il macerato ogni 2-3 giorni. Se vogliamo attenuare differenti in funzione dell’utilizzo che se ne desidera fare. È consig to, un pugno di farina di roccia o litotamnio. Il macerato che il forte odore emanato si può aggiungere, al momento del rimescolamen prima di essere utilizzato per evitare di intasare il filtro o l’ugello. si utilizza nebulizzato sulle piante deve essere filtrato con un colino foglie ha una buona efficacia contro gli afidi. • Il MACERATO GIOVANE di 12-24 ore, concentrato, se nebulizzato sulle • Il MACERATO DI 4 GIORNI, diluito 1:50 contro ragnetto rosso ed afidi. to distribuendolo intorno alla base delle piante come fertilizzan• Il MACERATO MATURO DI 7-15 GIORNI può essere diluito 1:10 e utilizza ripetere settimanalmente almeno per 3 volte, poi ogni 3 settimane. te radicale, ottimo anche per le piantine appena trapiantate, si può
ALTRI UTILIZZI DEL MACERATO DI ORTICA:
il compostaggio e per allontanare le formiche. Il macerato di ortica può anche essere utilizzato puro per velocizzare
LE REGOLE IMPORTANTI PER AVERE SUCCESSO CON IL FINOCCHIO 1) Utilizzare piantine fresche di varietà resistenti a prefioritura. 2) Concimare abbondantemente in pre-trapianto con fertilizzanti bio come cornunghia, guano, pollina, melasso o con un buon concime minerale ternario. 3) Effettuare trapianti scalari, ogni 10 giorni concentrando i quantitativi maggiori da metà agosto ai primi di settembre in pianura. 4) Ombreggiare le piante dopo il trapianto per 10-15 giorni. 5) Irrigare costantemente senza creare ristagni. 6) Da una settimana dopo il trapianto concimare ogni 7-10 giorni con macerato di ortica. 7) Raccogliere i finocchi quando sono grossi come una palla da tennis.
TUTTI PAZZI PER LE AROMATICHE DI MASTERCHEF!!! Continua la Masterchef-mania! Le piante aromatiche protagoniste delle ricette del più famoso programma di cucina al mondo sono ormai le più richieste dai consumatori e stanno uscendo dagli spazi tradizionali dell’orto: sempre più appassionati dedicano un bell’angolo di giardino alle aromatiche che oltre ai tanti utilizzi in cucina ed in casa, danno un tocco estetico veramente speciale, grazie ai contrasti di colori e forme ed agli aromi sempre pronti per essere utilizzati in ogni momento in cucina.
SPECIALE:
Scopriamo insieme i segreti della coltivazione del carciofo...
Il carciofo (Cynara scolymus) è una pianta di facile coltivazione ancora poco conosciuta, che sta riscuotendo un sempre maggiore successo nei nostri orti. É una specie erbacea perenne tipica delle regioni mediterranee dove viene coltivata da molti secoli. Se ben curato, il carciofo in alcuni casi è in grado di continuare a produrre anche per 10 anni. Se ne utilizza in cucina l’infiorescenza ancora immatura (capolino), crudo o cotto, ma possono essere sfruttate anche parti della pianta meno pregiate, come i getti basali detti carducci.
DOVE SI PUÒ COLTIVARE Pur prediligendo le aree a clima mite, il carciofo è coltivato in tutte le regioni d’Italia ed è possibile trovarlo anche negli orti di montagna fino a 1000 metri di altezza, in posizioni ben riparate dai venti freddi dell’inverno.
LA LAVORAZIONE DEL TERRENO ED IL SESTO D’IMPIANTO Il suolo preferito dal carciofo è fertile, profondo e ben drenato; basilare è l’assenza di ristagni. Per questo è consigliabile coltivarlo su cuscini di terreno alti 20 cm, che permettano il rapido scolo dell’acqua anche in caso di precipitazioni intense in terreni argillosi. Prima dell’impianto è necessaria una vangatura a 40-50 cm di profondità, che sfrutteremo anche per interrare il letame maturo. Le piante possono essere messe a dimora ad un metro di distanza sulla fila ed un metro tra le file. Il terreno potrà essere zappato attorno alle piante ogni 2 settimane per favorire l’ossigenazione delle radici ed eliminare le erbacce.
LA CONCIMAZIONE All’impianto abbondare con la sostanza organica: 5 kg per buca di letame maturo ed 1 pugno di concime minerale ternario NPK (con rapporto 1:1:2 o simile) o in alternativa 3-4 pugni per buca di un misto di stallatico, cornunghia, guano, compost, melasso (borlanda). Subito prima della ripresa vegetativa primaverile ed autunnale potremo apportare cornunghia, panelli di neem o ricino o agrogel insieme ad un minerale ternario Biologico.
rincalzatura del terreno e volendo anche con pacciamatura di paglia. Per i più scrupolosi, è possibile proteggere ulteriormente con un nylon sopra le piante in previsione di gelate straordinarie.
LA RACCOLTA Il numero di capolini raccolti per pianta può variare dai 4 ad oltre 15 e le dimensioni possono essere più o meno grandi in funzione della concimazione effettuata, dell’irrigazione, della varietà e degli stress ambientali subiti. La raccolta va effettuata quando il fusto si allunga e le foglie (brattee) che compongono la testa del carciofo (capolino) sono ancora ben chiuse, tagliando il gambo obliquamente, 5-10 cm sotto il capolino. Se notiamo che le brattee iniziano ad aprirsi, significa che abbiamo atteso troppo e rischiamo di raccogliere carciofi non più buoni perché si avviano alla fioritura. Nelle zone del sud la produzione autunno-primaverile delle varietà rifiorenti inizia ad ottobre-novembre e dopo un periodo di riposo invernale può continuare fino a maggio. Al centro-nord la produzione delle varietà primaverili va da febbraio-marzo a maggio-giugno.
LA SCARDUCCIATURA Dopo il primo anno dall’impianto, il carciofo produce all’inizio della primavera e dell’autunno dei getti alla base della pianta detti “carducci”, che devono essere eliminati (e sono ottimi consumati cotti come i cardi) lasciandone solo 2 o 3 per pianta, i più forti. Questo permetterà di raccogliere prima e di avere capolini più grossi e belli.
LA DICIOCCATURA Gli steli che hanno prodotto i carciofi dopo il primo anno, quando la pianta è ormai esaurita e si appresta al riposo estivo, vanno tagliati con la vanga, la zappa o un tronca-rami, poco sotto il livello del suolo con l’operazione della “dicioccatura”.
PERCHÉ A VOLTE SI FORMANO CARCIOFI DEFORMI In annate particolari può accadere di imbattersi in un fenomeno detto “atrofia”, con formazione di capolini piccoli e deformi. Diversi potrebbero essere i fattori responsabili di questa anomalia originata da una carenza di calcio nei tessuti. Potrebbe essere stata indotta: da carenza idrica, temperature elevate nella prima fase di formazione del capolino e ventosità, da elevata salinità dell’acqua d’irrigazione o concimazioni che hanno condizionato negativamente l’assorbimento di calcio andando in competizione con esso.
L’IRRIGAZIONE Nel periodo dopo il trapianto la pianta deve essere irrigata con costanza fino all’attecchimento. Poi basteranno irrigazioni ogni 4-7 giorni, in funzione del tipo di terreno e delle precipitazioni. Per raggiungere una buona produzione è necessario che il carciofo non patisca la sete nel periodo di ripresa vegetativa e di produzione, perciò nell’area centro-meridionale, varietà precoci come lo spinoso di Albenga ed il violetto Tema vengono sostenute con irrigazioni anche settimanali molto abbondanti in estate, per garantire la produzione autunnale anticipata, mentre nelle aree centro-settentrionali e con varietà tardive (romanesco, violetto Terom, violetto di romagna), bisognerà essere pronti ad irrigazioni di soccorso in caso di primavere asciutte per sostenere e prolungare la produzione.
LA PROTEZIONE DAL FREDDO Il carciofo teme le forti gelate, ma solitamente solo con temperature di -10° subisce danni irreversibili al rizoma che lo fanno seccare. Per questo al nord sarebbe bene che prima dell’inverno, venisse protetta la base della pianta con un’abbondante
Romanesco verde
Violetto di romagna
I PARASSITI Gli afidi si controllano con prodotti Bio come macerato di ortica, piretro ed olio di lino. Contro le larve delle farfalle, che danneggiano i capolini, prodotti a base di Spinosad (Bio) sono molto efficaci. Le arvicole sono gli ospiti più pericolosi perché distruggono le radici e purtroppo normalmente l’unica via percorribile per evitare ingenti danni è quella di utilizzare granaglie con esca avvelenata, opportunamente riparate per evitare di danneggiare fortuitamente altri animali.
Violetto toscano Terom
Violetto rifiorente Tema
Spinoso di Albenga (o Sardo)
COME DIFENDERSI DAI NEMICI DELL’ORTO ALLONTANARE LE LUMACHE SENZA PRODOTTI TOSSICI
L’umidità dell’autunno risveglia l’attività di chiocciole e limacce (lumache prive di conchiglia), attratte dalle giovani foglie delle piante dell’orto: tra le preferite lattughe, cavoli, spinaci, basilico, fragole, zucchine.
CONSIGLI DI COLTIVAZIONE CONTRO IL MARCIUME APICALE DEI POMODORI RICORDIAMO CHE…
A volte non sono chiari i veri responsabili dei danni provocati, che vanno da piccoli o grandi fori sulle foglie, fino a piante completamente compromesse, nel caso sia troncato l’apice vegetativo. Osservando con attenzione le aree della pianta interessate dall’attacco, o il terreno circostante, possiamo scorgere le strisce di bava, che non lasciano dubbi sui responsabili dei danni.
Torniamo nuovamente sull’argomento perché il problema del marciume apicale interessa molti coltivatori ed è tra le manifestazioni più comuni ed antipatiche che possano colpire i pomodori nei periodi caldi o ventosi. È fondamentale sapere che non è un fenomeno legato alla “sfortuna dell’annata” o a qualche inguaribile malattia, ma è determinato da una carenza di calcio nei frutti che può essere aggravata dalla sensibilità delle varietà di pomodoro utilizzate, dalle quantità di acqua inadeguate che forniamo con l’irrigazione nei periodi critici, dal caldo e dal vento, da una carenza di calcio nel suolo o da diversi di questi fattori presenti contemporaneamente.
Controllare i nascondigli diurni
Le varietà più sensibili al marciume apicale:
Metodi casalinghi
Abbiamo molte armi “fai da te”, da potere sfruttare per dissuadere le lumache, dal momento del trapianto. Tra le più comuni, la cenere di legna, da distribuire formando una barriera sul perimetro dell’area da proteggere. È efficace fino a quando non viene disattivata dalla pioggia, poi deve essere ripristinata. La Calce idrata, la segatura e lo zolfo ventilato, possono essere utilizzati con la stessa modalità della cenere. I gusci delle uova, tritati finemente, possono essere disposti tutt’intorno alle piante, a creare una barriera invalicabile, di durata superiore rispetto ai metodi precedenti. Da ripristinare periodicamente, poi si trasformano in una preziosa fonte di calcio. La carta abrasiva (o carta vetrata), come un filo di rame, possono essere applicati creando un anello protettivo intorno alle piante, che dissuaderà le lumache dall’attacco. Anche la birra può fungere da esca, posta in contenitori interrati nel suolo quasi fino all’orlo, nelle vicinanze delle piante, rinnovandola ogni 3- 4 giorni. Le anatre sono sterminatrici di lumache, ma non possono essere lasciate libere nell’orto. Si possono sfruttare nelle aree limitrofe, in situazioni di grandi infestazioni. Il sale da cucina funziona, ma è sconsigliabile, perché fa aumentare la salinità del suolo, divenendo dannoso per molte delle nostre colture.
Le piante barriera
Ci sono piante ad effetto repellente per le lumache, che sono utili intorno alle specie più sensibili. Come Cerfoglio, Assenzio, Salvia, Senape, Crescione, Timo, Issopo.
Prodotti commerciali biologici
Esistono tanti prodotti efficaci, che ci permettono di non dovere ricorrere ai vecchi prodotti molto tossici per animali domestici e selvatici. Vanno dai nematodi parassiti, non facilmente reperibili e da conservare a basse temperature, alla Sepiolite, da distribuire come la cenere. Molto validi e tra i metodi più pratici, le esche Bio in pellet, a base di fosfato ferrico, facilmente reperibili in Garden ed agrarie: da distribuire intorno alle piantine al momento del trapianto. Nel caso di infestazioni molto diffuse, conviene applicare il prodotto già alcune settimane prima del trapianto, per ridurre sensibilmente la popolazione.
L’ESPERTO RISPONDE ALLE VOSTRE DOMANDE Alessandra di Milano I miei pomodori cuore di bue classico da alcune settimane perdono tutti i fiori, cosa posso fare? - Quando le temperature si innalzano oltre i 30° la fertilità del polline dei fiori nel pomodoro crolla e così sfuma la possibilità di avere nuovi frutti. La varietà cuore classico fa parte delle tipologie antiche che sono particolarmente sensibili agli innalzamenti di temperatura. Le consiglio di utilizzare più varietà per avvantaggiarsi della maggiore resistenza come: ciliegini, datterini, tondo Pintyno, Vesuviano Trendy, Sardo e tanti altri. Enrica di Sestri Levante Pianto da anni le cipolle dorate e rosse in bulbetti a novembre, facendo attenzione alla luna calante, però tutti gli anni in aprile fanno il fiore. Cosa sbaglio? - Non credo che lei stia facendo gravi errori di coltivazione. Per capire di più sarebbe opportuno conoscere che varietà di cipolla dorata e rossa ha seminato per verificare che non
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Le varietà meno sensibili al marciume apicale I tondi Melody, Web, Pintyno, Eva, Horus, il vesuviano Trendy, Principe borghese, il sardo Reginella, Quinto Gusto, Datterini rossi e gialli, i ciliegini, mini San Marzano, cuore ligure Rosamunda, Perbruzzo, Canestrino e tanti altri sono resistenti o poco sensibili al marciume apicale, mentre altre varietà lo manifestano solo in situazioni limite di stress idrici, come Novoli, Marmande Degheio, cuore ligure.
Come gestire l’irrigazione per ridurre il marciume apicale • Dopo l’attecchimento: ora è importante far sentire un po’ la sete alle piante; attendiamo 5-7 giorni tra un’irrigazione e l’altra affinché i pomodori siano stimolati a sviluppare un apparato radicale profondo. Se invece in questa fase le abbiamo tenute sempre troppo bagnate, al sopraggiungere dei periodi molto caldi dovremo irrigare tutti i giorni le varietà sensibili a marciume, con il rischio di avere comunque il problema a causa di un eventuale eccesso idrico. • Con giornate molto ventose: affrettiamoci anticipando l’intervento, irrigando abbondantemente per evitare che la disidratazione della pianta possa limitare la veicolazione del calcio verso i frutti. • In previsione di giornate caldissime: interveniamo il giorno precedente quello del grande caldo con irrigazioni copiose (in alcuni terreni anche più di 6 litri per pianta ogni 3-4 giorni!) in modo che la pianta sia autonoma per alcuni giorni e manteniamo volumi irrigui elevati finchè le temperature resteranno torride.
La concimazione può influenzare il marciume apicale? Come? • Se c’è carenza di calcio nel suolo: A volte il calcio è carente o non riesce ad essere assorbito dalle piante di pomodoro perché bloccato nel suolo. In questi casi anche trattamenti fogliari settimanali con prodotti a base di calcio applicati con uno spruzzino sulle foglie possono aiutare molto a ridurre il rischio di marciume apicale. • Se mancano elementi fondamentali per la radicazione: Anche una forte carenza o indisponibilità di elementi nutritivi basilari per la radicazione come Fosforo, Potassio, Calcio, Zinco, Ferro, Boro, potrebbe ostacolare l’espansione radicale in profondità. Questo può essere evitato concimando adeguatamente le piante in buca al trapianto con sostanza organica, compost ed un buon concime minerale NPK (+ microelementi).
siano suscettibili a prefioritura, ma non penso. A parità di varietà, i bulbi rispetto alle piantine, hanno una tendenza alla salita a fiore nettamente superiore, perché non sono altro che piante più invecchiate. Per ridurre i rischi le suggerisco per il futuro di trapiantare le piantine di Orto Mio in marzo. Come ha potuto verificare personalmente anche la luna fa quello che può… Ernesto di Caserta I frutti dei miei pomodori cuore ligure di cui vi allego una foto hanno una malattia che si presenta con delle macchie concentriche sui frutti e le foglie appaiono con macchie marroni, cosa è secondo voi e cosa posso fare per curarla? - Purtroppo si tratta di patologia non curabile, il virus TSWV trasmesso da un piccolo insetto chiamato tripide. Può però utilizzare le varietà Cuoresisto o Punente, resistenti a questa malattia.
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Se il nostro orto è infestato da molte lumache, sarebbe bene intervenire al momento del trapianto, con metodi preventivi. Esistono tanti rimedi più o meno efficaci per scoraggiare gli sgraditi ospiti.
PR L’E IM DIZ M AV IO AR ER NE Z O IL E
Intervenire preventivamente
I pomodori San Marzano (quelli allungati), sono in assoluto i più sensibili, quindi i meno adatti ai principianti: coltivando queste varietà qualche frutto colpito dal marciume apicale va messo in preventivo anche facendo tutto bene, ma commettendo grossi errori la situazione può diventare grave, con tantissimi frutti danneggiati. Per chi non vuole rinunciare ai San Marzano, bisogna prestare grande attenzione a non mandarli mai in carenza di acqua nei periodi caldi o in giornate molto ventose. Gli allungati nella gamma di Orto Mio meno sensibili al marciume apicale sono Luana, Oliver, Giano, Uriburi.
Scrivetemi alla e-mail: marcello@ortomio.it
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Se le caratteristiche scie luccicanti non sono evidenti, cercando tra le foglie più riparate, potremmo individuare qualche esemplare in riposo, nelle piante ben cresciute di lattughe, cicorie e cavoli. Altri nascondigli comuni sono le zone a contatto con il terreno sotto assi di legno e pietre. Possiamo sfruttarli per attirarle e raccoglierle durante il giorno. Le zone ombreggiate e umide dell’orto come i fossi sono normalmente l’area più gradita per ripararsi in grandi colonie.
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Individuare rapidamente il colpevole
Testi a cura di: ufficio tecnico Ortomio
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