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L’approfondimento Tecnico I perché della Certificazione del cablaggio strutturato
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er verificare se un’automobile funziona correttamente, il meccanico effettua un giro di qualche Km per percepire se vi siano malfunzionamenti. La sua esperienza e professionalità gli faranno senz’altro da valido supporto.» Potremmo allora pensare che la stessa metodologia di analisi possa essere applicata alla verifica della buona realizzazione di un cablaggio strutturato, sia esso in rame o in fibra ottica. Basterebbe collegare le varie componenti attive della rete e vedere se tutto funziona a dovere, o no? ASSOLUTAMENTE NO! La sola constatazione, da parte dell’installatore, che tutti i dispositivi collegati al nostro cablaggio “vedano” l’intera rete e riescano a scambiarsi i dati in maniera corretta, non è assolutamente sufficiente per dichiarare che il cablaggio sia stato realizzato ad opera d’arte. Vediamo allora quali sono gli aspetti che ci impongono un’analisi più attenta ed approfondita della nostra rete dati. Prima di tutto, la prova sopra descritta, che teneva conto della sola comunicazione tra gli apparati della rete, attesta solo che vi sia il collegamento fisico tra i dispositivi ma, se ad esempio, i dispositivi supportano solo la velocità di 10Mb o 100Mb non stanno usando tutti gli 8 conduttori del mio cavo rame, per cui non avrei la garanzia che gli altri conduttori siano stati crimpati in maniera efficace. L’altro aspetto molto importane da tener presente è l’effettivo volume di dati che circolava in rete durante il mio test, per esempio, se per testare i collegamenti della mia rete ho lanciato un semplice pacchetto ICMP o usato software di scanning basati su di esso, non ho la minima idea 10
di come si comporterà la mia rete nel momento in cui sarà sottoposta ad un elevato carico di traffico dati. Potremmo allora ipotizzare di mettere sotto stress la nostra rete generando molto traffico, ma in questo modo potrei solo constatare come si comporterebbe il cablaggio con i protocolli attualmente generati dalle macchine installate, ad esempio potrei testare il collegamento fast ethernet, ma quando le esigenze dovessero cambiare e si decidesse di passare a degli switch Gigabit, il nostro cablaggio sarebbe in grado di supportare un traffico potenzialmente 10 volte superiore? In sintesi, se un nostro cliente ci richiede un cablaggio di categoria 6A/ClasseEA, noi dobbiamo garantire che l’impianto avrà tutti i requisiti minimi previsti dagli standard EIA/TIA 568, ovvero non solo la trasportabilità dei protocolli che l’utente prevede di utilizzare, ma anche tutti quelli compatibili con tale Categoria/Classe. Tale garanzia si ottiene solo con la certificazione del cablaggio strutturato, assicurando al cliente che la sua rete potrà supportare tutti i futuri protocolli non ancora ratificati, ma che al momento dell’ufficializzazione verranno dichiarati funzionanti sulla tipologia di cablaggio fisico del nostro cliente. La certificazione del cablaggio sia esso in rame o in fibra si ottiene solo con una adeguata e specifica strumentazione che ci garantisce la conformità del lavoro svolto, fornendo così la garanzia all’utente finale e mettendo al riparo l’installatore dai dubbi sulla qualità del lavoro svolto, generati a volte da problemi presenti nella rete, ma che nulla hanno a che fare con il primo livello della scala ISO/OSI.
GLOSSARIO TECNICO LACP: Il Link Aggregation Control Protocol IEEE (802.3ad) permette di raggruppare insieme più porte fisiche per ottenere un singolo canale logico. RSTP (Rapid Spanning Tree Protocol) 802.1w: Il protocollo RSTP, evoluzione del protocollo STP, è un algoritmo utilizzato per realizzare reti complesse (a Livello fisico) con percorsi ridondanti utilizzando tecnologie di Livello datalink (il livello 2 del modello OSI). Lo spanning tree viene eseguito dai bridge, e mantiene inattive alcune interfacce in modo da garantire che la rete rimanga connessa ma priva di loop. La differenza tra il vecchio e il nuovo protocollo sta nella velocità di ricalcolo della topology. MODELLO ISO/OSI: Il modello ISO/OSI, concepito per reti di telecomunicazioni a commutazione di pacchetto, è costituito da una pila (o stack) di protocolli attraverso i quali viene ridotta la complessità implementativa di un sistema di comunicazione per il networking. Ogni layer individua un protocollo di comunicazione del livello medesimo. LINK OTTICO: collegamento in fibra ottica eseguito in maniera bidirezionale, ovvero full duplex, esso viene realizzato utilizzando una coppia di fibre, una per ciascuna direzione. Le fibre ottiche sono collegate agli apparati di telecomunicazione (trasmettitore e ricevitore) mediante connettori che allineano meccanicamente il core della fibra rispettivamente con il laser e con il ricevitore. ICMP: Internet Control Message Protocol è un protocollo di servizio per reti a pacchetto che si occupa di trasmettere informazioni riguardanti malfunzionamenti. ICMP è incapsulato direttamente in IP, e viene utilizzato da molti applicativi di rete, tra cui ping e traceroute.
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CABLAGGIO SCHERMATO E NON SCHERMATO: QUAL È LA SOLUZIONE PIÙ IDONEA PER UN DATA CENTER? In questo articolo, il Dr Alan Flatman* confronta l’utilizzo di cablaggio schermato rispetto a quello non schermato da un punto di vista funzionale, commerciale e strategico. L’attenzione principale è concentrata sul supporto della tecnologia 10G e sulla stima del rischio di ottenere un cablaggio solo marginalmente adeguato. Switch
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2.5 Gbit/s 2.5 Gbit/s
Digital Signal Processor (DSP)
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Figura 1: Trasmissione a quattro coppie full-duplex utilizzata da 10GBASE-T
La robustezza di 10GBASE-T 10GBASE-T utilizza la trasmissione su quattro coppie ed è stata progettata per supportare 100 m di cablaggio di Cat 6A o Cat 7. La velocità di cifra di 10Gb/s è stata ottenuta trasmettendo 2,5 Gb/s su ogni coppia come illustrato in Figura 1. Questa tecnologia comprende anche tecniche per un adeguato livello di soppressione della diafonia interna (NEXT, FEXT) e del Return Loss (echi del segnale) relativi al cablaggio; questo è stato possibile ottenerlo mediante l’elaborazione digitale del segnale (DSP = Digital Signal Processing) perché i circuiti hanno accesso anche ai segnali che generano ogni disturbo. A causa dell’elevata larghezza spettrale dei segnali 10GBASE-T (400 MHz), tuttavia, si verifica un incremento significativo della diafonia proveniente dai cavi adiacenti rispetto a quanto si ha con la tecnologia 1000BASE-T (che ha solo 80 MHz di larghezza banda). Sfortunatamente non è possibile applicare le tecniche di soppressione all’Alien Crosstalk perché i circuiti DSP non hanno accesso alle fonti di questi disturbi (appartengono a linee diverse).
Figura 2: Ampiezza dei segnali in trasmissione (a sinistra) e in ricezione (a destra) in applicazioni Ethernet BASE-T
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10GBASE-T utilizza una codifica del segnale su 16 livelli (DSQ128) su ogni coppia, contro i 5 livelli (PAM-5) di 1000BASE-T e i 3 livelli (MLT-3) di 100BASE-TX. Un confronto grafico dei segnali in trasmissione e in ricezione è riprodotto in Figura 2. I segnali in ricezione sono attenuati da 100 m di cablaggio, l’attenuazione è maggiore per i segnali 10GBASE-T perché sono coinvolte frequenze molto maggiori (circa 1mV per livello di segnale). Uno degli elementi più significativi che determinano la robustezza globale della comunicazione sul canale è proprio il livello di disturbi sul sistema, che comprendono sia i disturbi “interni” prodotti dalle coppie all’interno del cavo sia quelli “esterni” provenienti da cavi di energia, da altri cavi dati e da apparecchiature attive. I disturbi interni possono essere soppressi utilizzando tecniche DSP, come abbiamo già detto. I disturbi esterni sono “incorrelati” e non possono essere cancellati, possono essere controllati solo con un adeguato progetto del sistema di trasmissione.
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Schermato o non schermato? Questo quesito è stato discusso per molti anni e io stesso come professionista del settore ho partecipato a molti dibattiti sul tema. Pur essendo un “vecchio” seguace del cablaggio UTP, oggi sono fermamente convinto che il cablaggio schermato rappresenta il modo migliore per realizzare cablaggi atti a supportare velocità superiori ad 1Gb/s, specialmente in ambienti contenenti grandi insiemi di linee come accade nei Data Center. Sono arrivato a questa conclusione dopo essere stato coinvolto nello sviluppo della tecnologia 10GBASE-T, e in queste note spiegherò il perché.
WHITE PAPER
La “robustezza” di un canale (la capacità di difendersi dai disturbi) è definita in termini di frequenza statistica degli errori (Bit Error Rate – BER) e di modalità di guasto. La Figura 3 mostra queste ultime e confronta il comportamento di diversi sistemi Ethernet BASE-T nel caso in cui il canale di collegamento non sia qualitativamente adeguato. Tutti i sistemi sono in grado di fornire le prestazioni massime se collegate da un cablaggio perfettamente idoneo allo scopo, ma ogni sistema si comporta in modo diverso se il canale di comunicazione si allontana progressivamente dalla qualità attesa. Le prestazioni di un sistema 10BASE-T si riducono gradualmente fino, eventualmente, ad annullarsi completamente, come illustrato. I pacchetti “corrotti” sono rilevati e spediti nuovamente dal software dei livelli più alti e questo determina il rallentamento della rete. Le prestazioni di 100BASE-TX decadono più rapidamente prima di annullarsi completamente, ma ancora persiste un significativo “spazio” di funzionamento. Entrambi questi sistemi BASE-T utilizzano tecniche di trasmissione semplici la cui robustezza è in larga parte determinata dall’attenuazione del cavo, dalla diafonia interna e dal return loss (eco del segnale). Io chiamo l’intervallo compreso tra il limite di funzionamento ai massimi valori di specifica e il limite di malfunzionamento totale (prestazioni zero) come la “zona grigia”. 1000BASE-T e 10GBASE-T utilizzano, al contrario, un sistema di trasmissione piuttosto complesso e tecniche DSP molto sofisticate. Entrambe queste tecnologie hanno margini di funzionamento limitati e la robustezza del canale è in gran parte determinata dai disturbi esterni, in particolare dall’Alien Crosstalk. Di conseguenza, le “zone grigie” per 1000BASE-T e per 10GBASE-T sono relativamente piccole e più facilmente si raggiungono le condizioni per una modalità di guasto che possiamo definire “catastrofica” come si può dedurre dall’analisi della figura. È importante tenere conto dell’eventualità di un evento catastrofico quando siamo in presenza di un cablaggio al limite della conformità o quando esistono dubbi sul suo livello qualitativo; entrambe queste condizioni possono verificarsi con il cablaggio non schermato. good
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100BASE-TX zero throughput max throughput
1000BASE-T zero throughput max throughput
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Figura 3: Comportamento dei sistemi Ethernet BASE-T in presenza di un cablaggio non conforme
Problemi di pianificazione ed installazione È attualmente disponibile uno standard internazionale per la pianificazione e l’installazione di un sistema di cablaggio, ISO/IEC 14763-2, che fornisce un supporto dettagliato per la stesura ed il
test di tutti i tipi di cablaggio, compresi i cavi per alte prestazioni schermati e non schermati specificati negli standard di progetto come ISO/IEC 11801 per gli uffici commerciali e ISO/IEC 24764 per i Data Center. ISO/IEC 14763-2 riassume le esperienze e i consigli maturati in organizzazioni come BICSI, TIA, IEC & CENELEC e si pensa che debba diventare il riferimento definitivo e globale per tutti gli aspetti pratici di pianificazione e di installazione. ISO/IEC 14763-2 comprende anche le specifiche di dettaglio per la messa a terra di protezione e di segnale (grounding & bonding), la separazione dei cavi di energia da quelli dei dati e le regole per i test di qualificazione di parametri come l’Alien Crosstalk. Molta esperienza sul grounding & bonding proviene dall’Europa Continentale, dove il cablaggio schermato è largamente utilizzato da molti anni. La mancanza di pratiche consolidate per la corretta gestione dello schermo dei cavi è stata spesso citata come un punto a sfavore dei sistemi schermati nelle regioni del mondo che sono apertamente a favore dei sistemi UTP, come gli USA, ma queste motivazioni non sono più sostenibili. I sistemi di ground nei moderni Data Center sono eccellenti e la messa a terra dello schermo dei cavi è un’operazione semplice e sicura. Le regole per la separazione dei cavi di energia da quelli di segnale sono state recentemente modificate in seguito a un certo numero di studi approfonditi sull’argomento. La distanza di separazione dipende dal numero dei cavi di energia e dalla loro classificazione. Dipende anche dalla tipologia dei cavi dati utilizzati e dalla natura dei sistemi di contenimento (per esempio: canaline plastiche o metalliche, con o senza separatori). Come linea guida, la separazione richiesta per cavi di segnale STP come quelli di Cat 7/7A, è, approssimativamente, solo il 10% di quella necessaria per cavi non schermati. Il test del parametro Alien Crosstalk è un argomento molto complesso. Per determinare con precisione il livello di Alien Crosstalk per ognuno dei cavi di un impianto, dovrebbe essere misurato tra ogni estremità di ciascun cavo verso ogni altra estremità degli altri cavi. I valori misurati dovrebbero quindi essere elaborati per determinare il valore di power sum (la radice quadrata della somma di tutti i valori misurati al quadrato). Se l’installazione ha molti cavi in condizioni di potenziale accoppiamento tra di loro (per esempio appartenenti allo stesso fascio o allo stesso sistema di patching), il numero totale delle permutazioni (combinazioni che devono essere misurate) è enorme e non è possibile pensare di condurre una misura pratica in questo scenario. Per ridurre il costo ed il tempo di test è possibile, in alternativa, condurre la verifica selezionando, in maniera controllata, un campione statistico di questi collegamenti, anche se, ovviamente, l’accuratezza dei risultati è inferiore. Come specificato in ISO/IEC 11801, il test di Alien Crosstalk non è necessario se il cavo utilizzato ha buone prestazioni dal punto di vista elettromagnetico (coupling attenuation). Letteralmente la normativa dice: Se il parametro Coupling Attenuation è 10dB migliore di quanto specificato, allora l’Alien Crosstalk di un sistema in Classe EA o in Classe F si considera soddisfatto automaticamente (met by design). Se il parametro Coupling Attenuation è 25dB migliore di quanto specificato, allora l’Alien Crosstalk di un sistema in Classe FA si considera soddisfatto automaticamente (met by design).
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“Met by design” significa quindi che non è necessario misurare il parametro Alien Crosstalk. La maggior marte dei cavi schermati foil & braid cioè con il foglio in alluminio e la calza di fili stagnati, come i cavi di Cat 7/7A, supera questi limiti con un buon margine e quindi evitano la necessità del test di Alien Crosstalk, con un significativo risparmio di tempo e di costo. Le prestazioni nei confronti del parametro Alien Crosstalk delle generazioni precedenti di cavi UTP (fino alla Cat 6) sono piuttosto scarse, specialmente tra le coppie che hanno lo stesso passo di binatura. Questo limite stato migliorato nei cavi UTP di Cat 6A facendo variare il passo di intreccio ed aumentando lo spessore della guaina esterna. Mentre queste migliorie sono state vantate dai fornitori come fortemente innovative, possiedono anche un certo numero di controindicazioni. Le prestazioni di Alien Crosstalk per la Cat 6A sono specificate e garantite, ma questa garanzia non si applica quando siamo in presenza di un mescolamento di cavi Cat 6A UTP con altri tipi di cavi UTP. Quest’ultimo scenario è indefinito e fa riferimento dal punto di vista qualitativo al documento TIA TSB-190. Poiché la struttura dei cavi Cat 6A può essere molto diversa per i diversi costruttori, si può andare incontro a considerevoli variazioni del livello di Alien Crosstalk anche quando si mescolano cavi, tutti di Cat 6A, ma provenienti da fonti diverse. Un altro problema è l’Alien Crosstalk generato tra le bretelle UTP a causa della ridotta distanza, problema questo che impone molta cura nell’organizzazione delle bretelle nell’armadio e inoltre è necessario tenere conto del fatto che il disturbo può cambiare ad ogni riconfigurazione. Tutte queste problematiche possono essere semplificate utilizzando cavi schermati. I cavi schermati sono stati, in passato, criticati per il loro diametro, per la rigidità meccanica e per il costo, se confrontati con le soluzioni non schermate. Questo non è più vero nel caso si faccia il confronto con i più recenti cavi UTP di Cat 6A che possono avere un diametro esterno fino a 9 mm. La maggioranza dei cavi schermati di Cat 6A/7/7A sono più sottili e assolutamente confrontabili dal punto di vista del costo. Velocità ancora maggiori su rame Sono stati condotti studi approfonditi circa la realizzabilità di sistemi a velocità superiori a 10Gb/s su di un cablaggio a coppie intrecciate. Gli studi indicano che trasmissioni a 40 Gb/s sono fattibili, forse anche 100 Gb/s, su 50-100 m di cablaggio schermato come quelli di Cat 7/7A. C’è un consenso generale sul fatto che un cablaggio UTP non possa offrire le prestazioni per poter operare oltre le velocità attuali. Tendenze di impiego Un’importante analisi sul cablaggio dei Data Center condotta da BSRIA nel 2011 indica chiaramente che solo il 13% degli intervistati ha optato per l’installazione di cablaggio non schermato per supportare applicazioni a 10 Gb/s (Figura 4). Tutti gli altri hanno optato per il cablaggio schermato, in una forma o nell’altra. Questo evidenzia una decisa tendenza ad installare cablaggio schermato nei Data Center.
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Figura 4: Indagine sul cablaggio dei Data Center (Fonte: BSRIA Report 54433-1, novembre 2011)
I fattori chiave nella scelta del cablaggio maggiormente citati sono stati l’affidabilità, la sicurezza e la resilienza. Questa indagine ha coinvolto 335 realtà ed è stata condotta in USA, Cina, India, Germania, Francia e UK. La maggior parte dei principali fornitori di sistemi di cablaggio offrono sia la soluzione schermata che quella non schermata per supportare le applicazioni a 10 Gb/s, molti lasciano al cliente la scelta ma alcuni di loro segnalano molto chiaramente la loro versione schermata come quella a più basso rischio. Conclusioni I vantaggi principali di un cablaggio schermato per applicazioni a 10 Gb/s sono rappresentati da un costo globale inferiore e un da minori rischi sul funzionamento; quest’ultimo aspetto è essenziale in ambiente Data Center. Con notevoli margini sulle prestazioni, non richiedono il test in campo per verificare la congruenza del parametro Alien Crosstalk e non è necessario preoccuparsi di eventuali interazioni con il cablaggio esistente. Inoltre, con sufficiente capacità per supportare i 40 Gb/s, il cablaggio schermato resterà attuale per almeno un’altra generazione. Il cablaggio schermato è quindi l’approccio da preferire per i cablaggi in rame per alte prestazioni in uno scenario in cui gli apparati 10GBASE-T si stanno rapidamente diffondendo nei Data Center.
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Alan Flatman è un consulente indipendente con oltre 30 anni di esperienza nell’industria elettronica e dei computer. Si è occupato di tecnologia e strategia delle reti dal 1980. Nel 1993 ha fondato LAN Technologies, una società di consulenza con base in UK tra i cui clienti possono essere citati i più importanti utenti finali di Europa, USA e Asia e un ampio numero di produttori nel settore delle LAN e del cablaggio. Alan rappresenta il Regno Unito nei comitati di sviluppo degli standard internazionali di cablaggio ed è responsabile dell’importantissimo collegamento di questi con IEEE 802. Alan Flatman è un Chartered Engineer e membro del Institution of Engineering & Technology.
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