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0.2 Perché la campagna #IoLoChiedo

PERCHÉ LA CAMPAGNA #IOLOCHIEDO! 02

Amnesty International Italia vuole far luce su un tema, quello del consenso e della cultura del consenso, che permetta di vivere in una società libera dalla violenza sessuale, in cui tutti comprendano appieno il principio che ogni individuo è padrone del proprio corpo e può decidere autonomamente e in totale libertà come gestirlo. Riteniamo che sia importante in questa campagna sensibilizzare, informare e coinvolgere giovani donne e uomini (tra i 16-24 anni); è infatti fondamentale creare consapevolezza nelle nuove generazioni, in quanto si trovano in un periodo della formazione in cui il concetto di consenso deve essere la base su cui costruire la propria identità e decostruire gli stereotipi di genere, a breve e lungo termine.

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Per modificare la normativa

In teoria dovrebbe essere tutto molto semplice: se una persona esprime il proprio consenso ad un rapporto intimo non c’è violenza, se non lo esprime ciò dovrebbe costituire reato.

Purtroppo oggi da un punto di vista normativo la questione non è così lineare: in caso di giudizio, se la vittima non ha detto né «sì», né «no», viene dato per acquisito che fosse consenziente, e in Italia, in base all’art. 609-bis del Codice penale in materia di violenza sessuale, si fa riferimento al “modello giuridico vincolato”, che ritiene violenti solo gli atti sessuali nei quali ricorrano i vincoli della costrizione, della violenza e della minaccia.

Questa impostazione del nostro sistema giuridico non tiene conto del fatto che ci possono essere situazioni nelle quali una persona potrebbe non essere in grado né di difendersi, né di esprimere consenso o dissenso, perché magari è talmente terrorizzata da non riuscire né a muoversi, né a parlare. Dunque, non è sempre vero che «chi tace acconsente», e partire da una “presunzione di consenso” può portare ad attribuire alla parte offesa una corresponsabilità nella violenza subìta.

Con la campagna #IoLoChiedo Amnesty International si pone l’obiettivo di creare anche in Italia una “cultura del consenso” condivisa e diffusa sia a livello giuridico che nella società civile.

Per questo ci proponiamo di informare e sensibilizzare: • l’opinione pubblica sul tema del consenso affinché faccia pressione sul governo per modificare l’attuale normativa, aggiungendo la precisazione che il sesso deve essere sempre volontario e che senza un consenso esplicito si è di fronte a uno stupro; • i giovani perché si attivino e mobilitino per sfidare gli stereotipi di genere e promuovere il consenso affermativo; • le associazioni che operano per la tutela dei diritti umani e che portano avanti a loro volta attività di sensibilizzazione contro la violenza, affinché promuovano una cultura del consenso; • i mass media e gli opinion leader perché aumentino la mobilitazione pubblica verso un messaggio positivo del principio del consenso.

Per diffondere una cultura di rispetto condivisa

La campagna non vuole focalizzarsi solo sull’assenso e nemmeno sulla violenza, ma sottolineare e potenziare il valore che il termine ‘consenso’ porta con sé. Il messaggio che si vuole diffondere è che un rapporto sessuale deve essere una scelta positiva di entrambi e che ogni forma di rapporto in cui viene a mancare la base del consenso, deve considerarsi come una violenza sessuale.

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