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Lettera del Vice Direttore

L’anno accademico 2021-2022 verrà certamente ricordato dalla nostra comunità per essere stato il primo concreto accenno di ripartenza dopo la triste battuta d’arresto subita a causa del COVID-19. Il Collegio, grazie all’immancabile spirito di comunità, è già stato in grado di reinventarsi brillantemente durante gli anni di pandemia: i ragazzi sono immancabilmente riusciti a comprendere a pieno il senso e il valore della loro esperienza comunitaria, seppur percependola quasi “carente” in alcuni suoi aspetti. Sensazione ovviamente dovuta alle restrizioni necessarie per il contrasto della situazione epidemiologica. Quella mancanza che albergava il cuore dei collegiali tutti, però, è stata la benzina necessaria per alimentare la voglia di creare una comunità solida, vicina nella lontananza. La stessa mancanza ci ha sempre resi consapevoli che, nonostante gli ottimi risultati conseguiti durante il periodo “smart”, la vita di un Collegio trova fondamento e si compie solo ed unicamente nella condivisione e nella convivenza. È grazie a questa ritrovata consapevolezza che questi aspetti, mai come quest’anno, sono stati ricercati e desiderati dalla comunità tutta, ormai pienamente consapevole del significato di vedersene parzialmente privata. Questa considerazione mi permette di collegarmi al filo rosso che quest’anno abbiamo deciso di seguire per le riflessioni etiche e culturali all’interno del Collegio, la scelta è difatti ricaduta sulla fratellanza, aspetto cardine della vita comunitaria comunemente intesa. Non sono mancati ulteriori momenti di confronto sui temi di attualità che più direttamente riguardano la vita di tutti; sono stati molteplici anche i momenti di crescita spirituale, ogni volta pienamente vissuti dai ragazzi. Avvicinandomi alla conclusione, vorrei fare una considerazione personale che forse esime dall’analisi del singolo anno accademico appena trascorso; parlando con i collegiali, nei momenti conviviali o durante i colloqui, è sempre emersa una valutazione che sintetizza efficacemente lo scopo più autentico del Collegio: mai nessun ragazzo mi ha confessato di essersi sentito solo, di non sentirsi parte di qualcosa di più grande. Dopo qualche mese dal loro arrivo smettono di parlare di Collegio, si sente dire invece torniamo a casa. Un appellativo ricorrente durante i colloqui è “seconda famiglia”, formula tanto melensa quanto d’effetto. Non posso quindi fare a meno di credere fermamente che l’esperienza del Collegio sia qualcosa di inestimabile per lo studente, nonché di assolutamente formativo per lo stesso, motivo di vanto e orgoglio, ricordo indelebile nell’anima della comunità tutta che negli anni ha camminato per questi corridoi. Nella consapevolezza di quanto scritto, sono certo che i collegiali del Nuovo Joanneum saranno sempre motivati a crescere e a superare le avversità che si presenteranno lungo il loro percorso, sia come singoli che come comunità. Lo faranno allo stesso modo che innumerevoli volte ho avuto occasione di osservare: muovendosi insieme, contando sulle capacità di ogni individuo che messe accanto le une alle altre diventano inarrivabili, capaci di opere altrimenti impossibili.

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Desidero infine ringraziare il Direttore, don Luca e i collaboratori tutti: nulla di quanto presente in questo bilancio di missione sarebbe stato possibile senza il loro costante e dedito impegno. Un grazie all’Ateneo e ad EDUCatt per i preziosi spunti forniti nel corso dell’anno, per il costante supporto e per le tante iniziative che sono riuscite a renderci consapevoli di essere parte, oltre che di una solida comunità collegiale, di una grande anzi, immensa, realtà: quella dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Dott. Giuseppe D’Angelo Vice Direttore

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