Giu le mani

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POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - LO/MI

MENSILE ANNO 4 NUMERO 2 FEBBRAIO 2014

www.effemagazine.it 5,00 EURO 4 ,00

EURO

IL CONSULENTE DELLA FINANZA PERSONALE

CARI POLITICI GIÙ LE MANI DAI NOSTRI RISPARMI! LA NUOVA BATTAGLIA DI F AL FIANCO DEI LETTORI

PROMOTORI&ADVISORY FRANKLIN TEMPLETON CRESCE SUL TERRITORIO Lorenzo Alfieri country head per l’Italia di J.P. Morgan Asset Management

TROVARE LAVORO A LONDRA LA GUIDA PASSO PER PASSO

LA PENSIONE INTEGRATIVA? C’É UN MODO SEMPLICE PER CREARSELA DA SOLI (e altri due per farlo… “in Compagnia”)

ANA LAURA RIBAS IO INVESTO COSÌ

J.P. MORGAN A.M. E LE NUOVE SFIDE PER GLI INVESTITORI

E' ORA DI PENSARE AL LUNGO

PERIODO


CARI

DIBATTITO

Il segretario del PD, Matteo Renzi

Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle

GIÙ LE

DAI NOSTRI NUMERO 02 - FEBBRAIO 2014

di LORENZO RAFFO

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U

na vera stangata! E’ quella che potrebbe abbattersi sul risparmio italiano se passasse il progetto del segretario del PD, Matteo Renzi, ma anche di altri, di aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie (plu-

La proposta di aumentare l’aliquota dal 20 al 30% o addirittura al 35% distruggerebbe gli investimenti degli italiani. Il quadro della situazione

svalenze, dividendi, cedole, ecc). La scelta sarebbe da mettere in relazione con il “job act”, allo scopo di ridurre le tasse sul lavoro e la tanto “odiata” Irap. E qui partono gli applausi di chi conosce poco di finanza e ragiona in maniera demagogica, al grido magari di slogan come “colpiamo il capitale, salviamo l’occupazione”. Renzi non è solo in questa


MANI

DIBATTITO

POLITICI

Il presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta

Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi

“campagna”; a lui si affiancano altri politici e i sindacati, in un coro che a sua volta viene da più lontano. Un vero paradosso, uno dei tanti di un Paese che vive di incongruenze.

Slogan o molto più? La proposta in realtà è un po’ confusa. Per ora si basa su dichiarazioni più volte fatte ai

“mass media” da vari parlamentari. In cosa consiste? Qui si entra nella baraonda dei “si dice”. Sostanzialmente si tratterebbe di aumentare il prelievo fiscale sulle rendite finanziarie dall’attuale 20% al 30 o forse 35%. Nessuno parla dell’aliquota 12,5% riferita ai titoli di Stato. Aumenterebbe? Non si sa. Così come non si conosce nulla in merito a un in-

cremento della tassazione sulle transazioni, di cui qualcuno ha parlato, forse ignorando la differenza rispetto ai prelievi sulle rendite. Poco importa! Il fatto stesso di trattare un tema così delicato con tanta leggerezza è già una dimostrazione di scarso rispetto dei risparmiatori italiani. Ipotizzare poi uno scatto del 50% di un’imposta (nel caso di

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RISPARMI 15


DIBATTITO

I 10 motivi per dire NO

3 1 Gli italiani sono sconfortati dalle troppe tasse che gravitano su redditi, immobili, ecc. Potrebbero sopportarne altre sui propri risparmi?

2 Dal 2011 in poi le impo

ziarie sono aumentate vertiginosamente, in coincidenza con la piĂš grave crisi di sempre del settore. PerchĂŠ colpirlo ulteriormente?

passaggio dal 20 al 30%) e addirittura del 75% (in quello dal 20 al 35%) è uno schiaffo. Che non tiene conto delle possibili implicazioni in un settore globalizzato quale quello della finanza. Il dubbio allora è che si tratti di slogan quasi elettorali. E se il dubbio fosse sbagliato?

NUMERO 02 - FEBBRAIO 2014

Un confronto impossibile

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Cattivi informatori stanno comunque convincendo la classe politica che le imposizioni fiscali sulla finanza in Europa sono molto piĂš elevate rispetto all’attuale livello italiano. In realtĂ il quadro è talmente complesso e ricco di variabili che un confronto è impossibile. Inoltre c’è un fattore decisivo nel respingere questa valutazione: la soliditĂ dei sistemi sociali oltre le Alpi non è confrontabile con quella di casa nostra. Gli italiani hanno sempre dimostrato una maggiore propensione al risparmio, perchĂŠ non si fidano. Se detengono – secondo statistiche abbastanza concor-

Mettere in relazione diretta risparmio e lavoro è scorretto. Il primo è il risultato del secondo ed è giĂ stato tassato con alte aliquote nella fase della sua crea invogliare gli italiani a produrre meno reddito, quindi meno tasse. E’ proprio quello di cui il Paese non ha bisogno.

4 PiĂš imposte sui risparmi, per dare lavoro ai giovani, avrebbe senso in un Paese in cui le vecchie generazioni non spesso con il loro “gruzzoloâ€?. Vogliamo cambiare la situazione? Giusto, anzi giustissimo. Facciamolo riducendo l’eva ! chi detiene capitali in " contribuisce al benessere della collettivitĂ . Non facciamolo punendo i soliti onesti, quelli con i soldi posseduti regolarmente in una banca di casa nostra.

5 L’esempio estero è chiaro: solo abbattendo la spesa pubblica improduttiva si rilancia l’economia e si ridĂ linfa al Pil. Non lo si fa drenando risorse dalle famiglie. Gli stessi politici affermano che queste sono stremate. E allora?

Tasse da record di – 8500 miliardi di ricchezza Da tali dati si evince il problema. privata un motivo c’è: si chiama Dato che liquiditĂ , titoli di Stato e sfiducia nello Stato e nel sistepolizze in teoria non possono essema pubblico. Attenzione però: di re gravati da maggiori imposizioni, tale cifra una buona percentuale poichĂŠ i rendimenti giĂ bassi versi riferisce al patrimonio immorebbero colpiti duramente, la solubiliare, giĂ ampiamente sovrazione intravista (ma siamo sempre tassato. 3550 miliardi di euro sanelle ipotesi) sarebbe di aumentarebbero invece allocati in attivitĂ finanziarie, di cui un’altre voci. PerchĂŠ si crede – e tissima percentuale questo è un giudizio difin liquiditĂ (32%), fuso fra i non addetti ai titoli di Stato (20%) e polizze Ipotizzare uno scatto lavori – che le attuali imposizioni siaassicurative/ del 50% di un'imposta no “clementiâ€?. Proprevidenziali babilmente chi ne (19%). Il 29% (dal 20 al 30%) o chiede un aumento restante saaddirittura del 75% è stima che le presenrebbe piazzato ti aliquote si limitino in fondi e altri uno schiaffo al 20% su plusvalenstrumenti finanze, dividendi, cedole, ziari (obbligaecc. CosĂŹ non è. Fra Tozioni, azioni, ecc). bin Tax (per i prodotti interesPochissimo va ai fonsati da questo prelievo sulle transadi pensione ed è questo il vero zioni), imposta sostitutiva appunto aspetto debole della ripartizione del 20%, bollo sui conti deposito e del risparmio nel nostro Paese, a altri oneri l’incidenza varia dal 27 differenza di quanto avviene nel al 32%, in rapporto alle dimensioresto d’Europa.


DIBATTITO Gli italiani fuggiti all’estero con capitali e pensioni (spesso modestissime) sono quasi mezzo milione. Dovremmo fare in modo che rientrino e non che altri fuggano!

Negli ultimi anni oltre 200 miliardi di euro sono stati trasferiti dall’Italia in altri Paesi, a causa della scarsa $ & rebbe compito della politica far sĂŹ che ciò non succeda piĂš. Invece accade l’opposto.

ni dei patrimoni. Ed è aumentata di alcuni punti in percentuale dal 2013 al 2014, a seguito soprattutto del rialzo dell’imposta di bollo sui conti deposito titoli dall’1,5 al 2 per mille. Un deputato della maggioranza, Enrico Zanetti, ha dichiarato al proposito: “Si è deciso di applicare un’aliquota proporzionale secca uguale per tutti, ritenendo che introdurne maggiori al crescere del deposito non sarebbe accettabile, considerando il peso giĂ di per sĂŠ ' scaleâ€?. Ogni commento aggiuntivo sarebbe inutile. Anche in Parlamento ci si rende quindi conto che si sta superando il livello di guardia.

Come sui redditi “top�! Facciamo un passo indietro. Se si aumentasse l’imposta sulle rendite dal 20 al 30% la forchetta fiscale passerebbe a un valore compreso fra un minimo del 37% e un massimo del 42%, in base ai numeri prima indicati. Se si ipotizzasse addirittura l’aliquota 35% si andrebbe da un 42 a un 47%.

8 L’esperienza della Tobin Tax sulle transazio * insuccesso. In Italia e negli altri Paesi dove applicata. Ciò non ha insegnato nulla?

Ragionamento di un investitore medio: compro e vendo se ho una plusvalenza. In caso contrario sto fermo e risparmio sulle imposte. Sbaglia a pensare cosĂŹ? Cari politici, i $ una realtĂ ben diversa da quella che vi immaginate. Oggi anche in Cina e in Vietnam si fa trading!

Dato che l’imposta Irpef sui redditi varia da un minimo del 23% a un massimo del 43%, lo Stato raggrupperebbe tutti i risparmiatori italiani nella categoria dei detentori di maggiori redditi, con la possibilitĂ addirittura di superare l’aliquota “topâ€?. Alla faccia della progressivitĂ delle imposte! Qualcuno potrebbe obiettare che un meccanismo piĂš idoneo consisterebbe nel costruire un sistema a scaglioni, come quello dei redditi. L’esperienza dimostra però che ciò è inapplicabile, per diversi motivi: 1°) è inaccettabile come principio, poichĂŠ la progressivitĂ sta nell’importo delle plusvalenze: piĂš si guadagna e piĂš si paga! 2°) si alimenterebbe la scappatoia di spostamenti fittizi all’interno dei nuclei familiari, con il passaggio di capitale dal detentore piĂš “riccoâ€? a quello piĂš “poveroâ€?. 3°) in quasi tutti i Paesi del mondo è in vigore l’aliquota fissa per l’imposta sulle rendite finanziarie, proprio per evitare forme

10 Volete giustamente trovare risorse per il lavoro? Nel prossimo numero di F i nostri lettori vi spiegheranno tutti i modi per farlo senza colpire il risparmio degli italiani. Seguiteci!

elusive. La Francia ha tentato una strada diversa e ne ha pagato le conseguenze, con la fuga dei grandi capitali.

Big bang per i Btp E cosa succederebbe per i titoli di Stato, italiani e stranieri? Già le due aliquote attuali (12,5% su questi ultimi e 20% sugli altri prodotti) sono chiaramente una distorsione del mercato, con un problema che nessuno solleva, ma che potrebbe portare a qualche condanna dell’Italia in sede internazionale. Se si mantenesse, dopo una riforma del sistema, quella al 12,5% si realizzerebbe un’ulteriore alterazione. Nel caso invece si alzasse, per esempio, al 20% l’impatto sarebbe distruttivo per il debito pubblico, su cui non ci sarebbe piÚ convenienza a investire. Con implicazioni rilevanti anche per gli operatori istituzionali, costretti ad abbandonare l’Italia per un crollo della sua competitività . Lo Stato guadagnerebbe di piÚ da un lato ma aprirebbe un buco dall’altro. Ne vale la pena? —

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DIBATTITO

Un concetto sbagliato

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Il tutto parte dal principio che chi lavora è tassato, per esempio, al 38 o al 41%, mentre chi detiene un patrimonio ha un’imposta al 20% (che in realtà – come abbiamo visto – è ben piĂš alta). Si mettono le due categorie in contrapposizione, commettendo una forzatura davvero impropria. Il risparmio infatti è il frutto di attivitĂ lavorative, a meno che si pensi che è il risultato di attivitĂ illecite o di evasione fiscale. Se questa fosse la valutazione dei politici, ci sarebbero forse ben altri metodi per fare pulizia. Finisce cosĂŹ che il giovane con 8.500 euro piazzati su una polizza assicurativa, la pensionata con 100.000 euro di Bot o Btp e l’ex imprenditore con un patrimonio di mezzo milione di euro finiscono per essere giudicati super benestanti, solo per il fatto di aver messo da parte dei risparmi con il passare degli anni. Se cosĂŹ fosse perchĂŠ si tassano gli affitti con la cedolare secca al 20%? Anche gli immobili fruttano reddito. La scelta di un sistema ad aliquota fissa contenuta è derivata dalla necessitĂ di regolarizzare un mercato prima “sporcoâ€?. Fare il contrario con la finanza potrebbe voler dire invogliare chi ha grandi fortune a trovare scappatoie in Lussemburgo, Gran Bretagna, Olanda, ecc, cioè al di fuori dei nostri confini, ma pur sempre nell’area dell’Unione Europea, e in alcuni casi verso destinazioni piĂš lontane. La sfortunata esperienza della Tobin Tax dovrebbe convincere che la finanza è come l’acqua: prende la strada piĂš comoda. Ciò non avverrebbe naturalmente per il giovane e per la pensionata, che pagherebbero solo piĂš tasse sui loro risparmi. Il sistema finanziario è complesso e articolato. Intervenire nel suo ambito con il piccone comporta gravi rischi. I politici se ne devono rendere conto. Se si considerano davvero il “nuovoâ€? che avanza, lo dimostrino proponendo soluzioni innovative. Quella delle stangate fiscali non convince piĂš nessuno. F

A CONTI FATTI

Risparmiatori tartassati (a loro insaputa) La reale tassazione dei capitali in Italia è avvolta dal buio. Cerchiamo di fare un po' di luce con i dati raccolti nel "Taxation trends in the European Union" di Eurostat di MARCO BARLASSINA

ria, le imposte di bollo, quelle sul e aliquote applicate sui mente anche quelle sul patrimonio redditi da capitale in Itaimmobiliare. lia non sono direttamente La tabella di sintesi è riportata nella confrontabili con quelle pagina accanto. valide in altri Paesi europei, dove ci A parte ciò che potevamo intuire, sono casi come la Francia in cui le ossia le posizioni di vertice dell’Ialiquote sono progressive e oscilla no tra lo 0% e il 45% e altri come il spetto al Pil, dalla tabella emerge Regno Unito dove variano a seconun’altra evidenza interessante: a da del livello di reddito. fronte di un peso relativo che in unCome stanno veramente le cose? I dici anni è rimasto pressochè stabirisparmiatori italiani sono tartassati le per quanto riguarda il saggio imoppure no? plicito di imposizione su lavoro Per capirlo abbiamo pree consumi, l’incidenza sul so in consideraziocapitale ha avuto una ne i dati contenuti vera e propria escaL'Italia è il terzo nell'edizione 2013 lation. Fino a fare del documento dell’Italia il terPaese tra i 27 "Taxation trends zo Paese, tra i 27 dell'Ue allargata in the European dell’Ue allargaUnion" pubblita, con il maggior per tasso implicito cato da Eurostat, tasso di imposidi imposizione sul l'ente statistico zione implicito sul europeo, nel quale capitale alle spalcapitale sono descritte le dile di Francia e Gran namiche della tassazioBretagna. In nessun alne nell’Unione europea a tro Paese europeo dal 2000 partire dal 2000 (Il documento è a oggi si è assistito a un’impennastato pubblicato nell'aprile scorso e ta di queste proporzioni (dal 28,1% `jww al 33,6%). Eurostat fornisce anche il saggio Tutto qui? No, perchĂŠ come abd’imposizione implicito, che espribiamo detto i dati disponibili nel documento si fermano al 2011. E percentuale della base imponibile negli ultimi due anni per gli invepotenziale per ogni tipo di attivistitori italiani il peso del Fisco è tĂ economica, descrivendo dunque senza dubbio aumentato parecanche il peso relativo delle imposte chio. All’appello mancano infatti sul capitale. In tale accezione, segli effetti della mini patrimoniale condo le note metodologiche della e della tassazione sulle transaziorilevazione, l’Eurostat comprende ni finanziarie (Tobin Tax) entrata

L


GETTITO FISCALE IN % DEL PIL

SAGGIO DI IMPOSIZIONE IMPLICITO CONSUMI

LAVORO

CAPITALE

2000

2010

2011

2000

2010

2011

2000

2010

2011

2000

2010

2011

EU27**

40,4

38,3

38,8

36,4

35,4

35,8

20,1

19,7

20,1

n.d.

n.d.

n.d.

Belgio

45,1

43,8

44,1

43,6

42,7

42,8

21,8

21,2

21,0

29,5

28,7

30,3

Bulgaria

31,5

27,5

27,2

38,1

23,5

24,6

18,5

21,4

22,4

n.d.

n.d.

n.d.

Repubblica Ceca

33,8

33,5

34,4

41,2

38,5

39,0

18,8

20,8

21,4

18,7

16,6

17,6

Danimarca

49,4

47,4

47,7

41,0

34,6

34,6

33,4

31,3

31,4

36,0

n.d.

n.d.

Germania

41,3

37,9

38,7

39,1

36,8

37,1

19,2

19,7

20,1

27,0

19,7

22,0

Estonia

31,0

34,1

32,8

37,8

36,8

36,2

19,5

25,4

26,1

6,4

9,8

7,9

Irlanda

31,3

28,3

28,9

28,7

26,2

28,0

25,5

22,3

22,1

n.d.

n.d.

n.d.

Grecia

34,6

31,7

32,4

33,8

31,5

30,9

16,5

16,4

16,3

n.d.

n.d.

n.d.

Spagna

34,1

32,1

31,4

30,5

32,7

33,2

15,8

14,7

14,0

29,3

n.d.

n.d.

Francia

44,2

42,5

43,9

39,4

38,1

38,6

21,2

19,4

19,9

40,1

39,7

44,4

Italia

41,5

42,5

42,5

42,0

42,7

42,3

18,3

17,4

17,4

28,1

33,0

33,6

Cipro

30,0

35,6

35,2

21,6

26,9

26,7

12,6

19,0

17,7

24,8

30,6

24,7

Lettonia

29,7

27,2

27,6

36,7

33,1

32,0

18,4

16,9

17,2

12,3

7,9

9,9

Lituania

30,0

27,0

26,0

41,1

31,7

32,0

18,0

17,6

17,5

6,8

7,1

5,5

Lussemburgo

39,2

37,5

37,2

29,9

31,5

32,8

23,0

27,1

27,2

n.d.

n.d.

n.d.

Ungheria

39,8

37,9

37,0

41,4

38,4

38,4

27,2

27,5

26,8

18,5

19,9

17,3

Malta

27,3

32,6

33,5

20,5

21,7

22,7

15,6

18,7

19,0

n.d.

n.d.

n.d.

Olanda

39,9

38,8

38,4

35,0

37,0

37,5

23,8

26,9

26,3

20,0

13,0

12,9

Austria

43,0

41,9

42,0

40,1

40,5

40,8

22,2

21,3

21,2

27,2

23,3

23,6

Polonia

32,6

31,8

32,4

33,6

30,3

32,2

17,8

20,5

20,8

20,5

18,6

18,3

Portogallo

31,1

31,5

33,2

22,3

24,0

25,5

18,3

17,6

18,0

31,1

28,4

31,6

Romania

30,2

26,7

28,2

n.d.

30,0

31,4

17,0

18,1

21,6

n.d.

n.d.

n.d.

Slovenia

37,3

37,8

37,2

37,6

35,0

35,2

23,3

23,6

23,0

17,3

21,9

20,5

Slovacchia

34,1

28,1

28,5

36,3

32,2

31,9

21,7

17,7

18,7

21,5

14,3

14,8

Finlandia

47,2

42,5

43,4

44,0

39,0

39,6

28,5

25,1

26,4

38,1

28,7

27,4

Svezia

51,5

45,4

44,3

46,8

39,1

39,4

26,3

27,9

27,3

42,7

29,2

27,0

Regno Unito

36,8

35,4

36,1

25,9

25,8

26,0

19,0

18,3

19,5

44,0

35,7

34,9

Norvegia

42,6

42,6

42,5

37,1

36,3

36,2

31,2

29,1

n.d.

42,2

41,9

41,9

Islanda

37,1

35,0

35,9

n.d.

n.d.

n.d.

25,6

22,8

22,8

n.d.

n.d.

DIBATTITO

ENTRATE FISCALI E SAGGIO DI IMPOSIZIONE IMPLICITO PER TIPO DI ATTIVITĂ€ ECONOMICA

n.d. fonte: Eurostat

E per scoprire che in termini di di Lussemburgo, Cipro, Gran Bretagna, Malta e Grecia possono vantare un peso della tassazione sul capita-

le rispetto al totale superiore rispetto all'Italia. Nel 2011 la percentuale italiana era pari al 23,5%, per un gettito complessivo di oltre 157 miliardi di euro. F

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CARI POLITICI

GIĂ™ LE MANI

DAI NOSTRI RISPARMI http://www.finanzaonline.com/giulemanidairisparmi

NUMERO 02 - FEBBRAIO 2014

in vigore a marzo 2013, che l’Eurostat potrĂ registrare solo negli anni a venire. Le evidenze interessanti che si possono cogliere dal rapporto dell’Eurostat non si fermano qui. C’è spazio anche per scoprire che il peso delle tasse sul capitale rispetto al Pil in Italia è pari al 10%, il quarto livello piĂš alto su 27 Paesi. Fanno meglio di noi (si fa per dire) solo Lussemburgo, Francia e Gran Bretagna.

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