Manifesto Sicurezza, democrazia e città: Co-produrre le politiche di sicurezza urbana
➤ ➤ Manifesto adottato nel 2017, in occasione
della Conferenza internazionale del Forum europeo per la sicurezza urbana, co-organizzata con la Città di Barcellona e il Governo della Catalogna. ➤➤ ➤
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Manifesto Sicurezza, democrazia e città: Co-produrre le politiche di sicurezza urbana Adottato in occasione della conferenza internazionale Sicurezza, democrazia e città: Co-produrre le politiche di sicurezza urbana 15, 16 e 17 novembre 2017
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Indice Editoriale.................................................................................................. p. 9 Introduzione............................................................................................ p. 10 Responsabilizzare le autorità regionali e locali.......................................... p. 12 La sicurezza, fattore chiave di sostenibilità................................................ p. 12 L'alleanza indispensabile tra sicurezza e diritti umani............................... p. 13 Città resilienti, cittadini resilienti............................................................... p. 14 Per città e regioni che siano spazi di libertà, di sicurezza e di giustizia...... p. 15 Raccomandazioni tematiche................................................................ p. 17 I rapporti tra i cittadini e le istituzioni........................................................ p. 18 La diversificazione degli attori della sicurezza........................................... p. 20 La gestione dei rischi in materia di sicurezza e la cooperazione transfrontaliera.............................................................. p. 22 Le città che affrontano le droghe e le dipendenze................................................. p. 24 Le città e la criminalità organizzata............................................................ p. 26 Le tecnologie al servizio della prevenzione ................................................ p. 28 Le violenze discriminatorie........................................................................ p. 30 Prevenire la radicalizzazione che conduce all’estremismo violento............ p. 32 Prevenire le violenze sulle donne............................................................... p. 34 Progettare e animare lo spazio pubblico.................................................... p. 36 Ripensare la raccolta di dati concreti e la loro valutazione......................... p. 38 Una vita notturna responsabile.................................................................. p. 40
Testi di riferimento................................................................................ p. 42
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Editoriale L’Europa sta attraversando una crisi di fiducia senza precedenti. Gli
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europei faticano a identificarsi con le istituzioni, sia europee che nazionali, poiché le considerano lontane e scollegate dalle loro
preoccupazioni. Al contempo, si osserva un vero slancio verso una democrazia più diretta. Tale aspirazione dei cittadini ad essere maggiormente ascoltati e a potere agire sul loro ambiente circostante si manifesta ugualmente con la fiducia che ripongono nelle autorità locali e regionali. Queste considerazioni hanno spinto l’Efus a scegliere la “Co-produzione delle politiche di sicurezza urbana” come tema trasversale della sua sesta conferenza internazionale, che si è svolta a Barcellona, (dopo quelle di Montreal, Parigi, Napoli, Saragozza, Aubervilliers e Saint-Denis) e ha riunito, dal 15 al 17 novembre 2017, circa 800 persone, comprendenti rappresentanti di 140 città, 40 paesi e cinque continenti. La conferenza, che ha ugualmente segnato il 30° anniversario dell’Efus, si è conclusa con l’adozione del Manifesto riportato qui di seguito, che contiene le raccomandazioni concrete scaturite dai lavori dei workshop tematici organizzati nel suo ambito ed espone le conclusioni e i principi sostenuti dai partecipanti alla conferenza e dai membri dell’Efus. Questo Manifesto costituisce la base su cui poggiano i principi e i valori fondamentali del Forum europeo per la sicurezza urbana. È stato predisposto per offrire supporto alle autorità locali ed essere fonte di ispirazione e di sostegno per l’elaborazione e la promozione delle loro politiche di sicurezza. Si propone inoltre di contribuire a fare giungere la voce degli amministratori locali alle istituzioni nazionali, europee e internazionali. Servirà altresì da valido supporto per favorire il dibattito con i cittadini di tutta Europa e incoraggiarne il coinvolgimento nelle questioni di sicurezza. Invitiamo le autorità locali di tutta Europa a dimostrare il loro impegno a favore della creazione di città più giuste e più sicure aderendo a questo Manifesto e adottando nelle loro politiche locali i principi da esso difesi. Willy Demeyer, Presidente dell’Efus
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INTRODUZIONE Le città e le regioni europee possono essere giustamente orgogliose della qualità di vita e della sicurezza che offrono. All’interno del progetto europeo, esse godono del più lungo periodo di pace che il nostro continente abbia mai conosciuto dall’antichità fino ad oggi e sono inoltre regolarmente classificate tra le più sicure al mondo. Soffocati dalle preoccupazioni quotidiane, perdiamo talvolta di vista il fatto che le città europee offrono ai cittadini spazi di sicurezza, libertà e benessere che, seppur sfortunatamente distribuiti in modo diseguale, rimangono unici al mondo. In un’epoca in cui alcune correnti politiche tentano di minare l’unione tra i paesi europei o rivendicano politiche che dividono e contrappongono gruppi di cittadini ad altri gruppi, noi, città e regioni aderenti al Forum europeo per la sicurezza urbana (Efus), riconosciamo i vantaggi che la costruzione europea ha apportato ai nostri concittadini. Siamo tuttavia ugualmente consapevoli dell’esistenza di un certo numero di gravi sfide che devono affrontare le autorità locali europee, la prima delle quali è la polarizzazione in tutte le sue manifestazioni, che costituisce un rischio importante per le nostre società. Tra gli altri problemi urgenti, correlati all’accentuata polarizzazione, figurano le disuguaglianze sociali ed economiche, che indeboliscono la coesione sociale, la radicalizzazione, che porta all’estremismo violento, i flussi migratori, che richiedono risposte molto più adeguate, in termini di integrazione sociale e di servizi essenziali, quali l’alloggio o l’istruzione, nonché l’invecchiamento della popolazione. Come avviene anche per altre problematiche, questi fenomeni si manifestano a livello locale, ma hanno una dimensione transnazionale e richiedono pertanto una risposta a livello mondiale. Il nostro orizzonte ha una prospettiva locale, ma anche europea e perfino più estesa, poiché difendiamo la solidarietà internazionale non solo tra le città dell'Unione europea, ma anche con altre regioni del mondo, in particolare quelle limitrofe all'Europa. Condividiamo e abbiamo il dovere di sviluppare riferimenti comuni e opportunità di scambio attraverso le reti formali e informali esistenti, con l’obiettivo di creare una comunità di pratica e di pensiero.
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Alla luce di tutti questi fattori, qui sommariamente delineati, manteniamo oggi la stessa ferma convinzione proclamata trent'anni fa, al momento della creazione dell'Efus, nel 1987, che la sicurezza è un bene comune e una componente fondamentale della democrazia. Resta altrettanto pertinente per noi la validità della prevenzione come risposta efficace alla criminalità. Dal nostro ultimo Manifesto, nel 2012 (Aubervilliers e Saint-Denis), considerate le molteplici sfaccettature della sicurezza e visto il ruolo crescente di attori come le società di sicurezza private e le organizzazioni non governative o della società civile, la co-produzione della sicurezza, che si basa necessariamente sulla prevenzione, è oggi più attuale che mai. Le città devono promuovere un approccio olistico, il quale richiede l’adattamento delle istituzioni, tra cui in particolare il sistema giudiziario e le forze dell’ordine, e la formazione dei vari attori pertinenti, al fine di garantire questo tipo di co-produzione della sicurezza urbana. È a tal fine soprattutto necessario adeguare i metodi di lavoro per facilitare la condivisione e lo scambio di informazioni e rafforzare la trasparenza e la responsabilità. Tale approccio deve inoltre privilegiare la mediazione piuttosto che lo scontro o l'eccessiva giudiziarizzazione. La co-produzione della sicurezza deve necessariamente essere fondata sulla partecipazione dei cittadini. Dobbiamo coinvolgere i cittadini in tutte le fasi della progettazione, dell'attuazione e della valutazione delle politiche di sicurezza, evitando di limitarne la partecipazione a una funzione di mera sorveglianza. Ciò significa che dobbiamo dare priorità a forme di partecipazione basate su principi di solidarietà, accertandoci che tali meccanismi di co-produzione coinvolgano la società civile in tutta la sua diversità. Occorre per questo raggiungere, interessare e coinvolgere tutte le fasce d’età, in particolare i giovani, che devono essere considerati come agenti attivi della prevenzione, piuttosto che semplici destinatari delle politiche di sicurezza e investire per rafforzare i rapporti intergenerazionali. D’altro canto, i cittadini devono ugualmente essere responsabilizzati e assumere il ruolo che spetta loro nel contesto del mantenimento della loro sicurezza, adottando comportamenti sicuri.
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Responsabilizzare le autorità regionali e locali Gli enti locali e regionali, che godono della fiducia dei cittadini e sono sempre maggiormente riconosciuti dai responsabili politici internazionali, poiché si trovano in prima linea nella gestione della sicurezza e delle crisi e hanno dimostrato la loro capacità di agire, oggi non dispongono di poteri sufficienti per assumere pienamente il loro ruolo. Questo ruolo deve essere riconosciuto nei testi ufficiali, nei meccanismi di finanziamento e nella governance istituzionale. In tutta Europa, le strutture amministrative e politiche locali evolvono verso entità più estese, quali gli agglomerati urbani, le aree metropolitane, ecc. La diversità delle città europee deve indurci ad adattare i meccanismi di governance per garantire la rappresentatività, la trasparenza e la legittimità democratica.
La sicurezza, fattore chiave di sostenibilità L'Efus da tempo sostiene l'idea che la sicurezza è un diritto umano fondamentale, ma che è anche indispensabile per garantire alle generazioni future un livello minimo di qualità della vita urbana. La sicurezza deve quindi essere vista non solo come un diritto umano fondamentale, ma anche come la condizione sine qua non per lo sviluppo sostenibile. Nel 2016, le Nazioni Unite hanno adottato 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) che, per la prima volta, includono esplicitamente vari aspetti della sicurezza urbana. Ci è voluto molto tempo prima che tale nozione emergesse nel dibattito politico internazionale e l’Efus vi ha contribuito nei limiti delle sue competenze. Spetta ora a ciascun livello di governo attuare i suddetti obiettivi nell’ambito delle rispettive politiche di sicurezza. Il prisma della sostenibilità può aiutarci a trovare un equilibrio tra l'immediatez-
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za di un rischio e la necessità di fare investimenti a lungo termine per il bene della società. La prevenzione, se inserita nel contesto dello sviluppo sociale delle città e del capitale umano, è ovviamente la scelta più razionale.
L'alleanza indispensabile tra sicurezza e diritti umani La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea è il quadro giuridico che garantisce il rispetto di una serie di valori e di principi in contesti in rapida evoluzione. Le politiche devono essere mantenute agili di fronte a problemi territoriali complessi e diversificati: devono essere basate su un insieme di documenti inalterabili che costituiscono una tabella di marcia. Il rispetto dei diritti umani deve essere integrato in qualsiasi politica di sicurezza in quanto obiettivo prioritario ed elemento essenziale, per contrastare tutti i tipi di violenza e di criminalità. La nostra risposta deve essere sistematicamente improntata al rispetto non solo dello Stato di diritto, ma anche dei diritti umani universali. In altri termini, l'universalità dei diritti umani deve prevalere sull’interesse di qualsiasi circostanza politica temporanea, poiché la sicurezza in Europa è basata sul rispetto e la difesa dei diritti fondamentali, sullo Stato di diritto, sulla legittimità democratica e sul principio dello Stato sociale. Le disuguaglianze sociali ed economiche alimentano il rancore, che può degenerare in violenza e criminalità. È pertanto essenziale che le autorità locali mantengano e rafforzino le politiche volte a ridurre le disuguaglianze e a promuovere l'inclusione sociale. Una delle manifestazioni recenti più preoccupanti di tale sentimento di rancore è l'estremismo violento, che assume numerose forme e può provocare nelle autorità pubbliche un senso di impotenza. A questo proposito, riteniamo essenziale che le autorità locali e regionali rifiutino di lasciarsi dettare la risposta dalla paura. Malgrado il senso di urgenza che può essere suscitato nei responsabili politici dall'estremismo violento, occorre sottolineare che non è questa la preoccupazione principale dei cittadini, per i
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quali sono più importanti la qualità della vita, la sicurezza quotidiana e il senso di sicurezza all'interno della loro città e della loro comunità locale. Riconosciamo che il raggiungimento della vera inclusività rappresenta una sfida, viste la diversità e la fluidità delle popolazioni urbane (in particolare i migranti, i turisti e gli utenti diurni e notturni della città) e una certa mancanza di coerenza tra politiche locali, nazionali ed europee. La nostra esperienza dimostra chiaramente che più le persone sono socialmente integrate e coinvolte nella loro comunità locale, più si sentono sicure. Quindi, più una città è inclusiva, più è sicura.
Città resilienti, cittadini resilienti Gli attentati terroristici perpetrati in quest’ultimo decennio nelle città europee per colpirle al cuore hanno rivelato fino a che punto i cittadini e le città possano essere resilienti. I cittadini hanno raccolto la sfida continuando a vivere nella loro città e a godere delle caratteristiche dell’ambiente urbano che gli estremisti violenti vogliono appunto distruggere, e segnatamente della diversità culturale e della libertà di pensiero. Questo ci fa ben sperare nella nostra capacità collettiva di reagire e prevenire questa minaccia, insieme ad altri rischi. È per questa ragione che le autorità locali e regionali esortano ad adottare un approccio olistico e ottimista alla sicurezza urbana, per reagire alla logica paralizzante della paura. Per affrontare le sfide sociali, economiche e securitarie poste alle città e alle istituzioni europee, alcune correnti politiche difendono una politica basata sulla chiusura non solo dei nostri confini, ma anche delle nostre menti. Con il rifiuto del fatalismo di un clima ansiogeno, ci assumiamo la responsabilità di individuare i settori in cui esiste un margine di manovra e un potenziale di sviluppo e di investirvi le nostre risorse ed energie.
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Per città e regioni che siano spazi di libertà, di sicurezza e di giustizia In un momento in cui alcuni cittadini si mostrano diffidenti nei confronti degli organi di governo nazionali o sovranazionali, manifestando invece una forte fiducia nei loro organi di governo locali, le città e le regioni europee hanno un ruolo importante da svolgere nell'elaborazione e l'attuazione di politiche di sicurezza basate sul buon equilibrio tra prevenzione, sanzioni e coesione sociale. Per questo motivo, proponiamo una serie di raccomandazioni alle autorità locali e regionali europee, volte a garantire l'inclusione sociale in tutti gli aspetti e in tutti i settori delle politiche di sicurezza locale. Inoltre, per rafforzare il ruolo svolto al riguardo dagli enti locali e regionali europei, invitiamo le istituzioni europee ad adottare questi orientamenti e a contribuire alla loro attuazione in tutta Europa. Noi, autorità locali e regionali europee, disponiamo delle capacità, delle conoscenze e degli strumenti necessari per garantire la sicurezza dei cittadini. Poiché siamo, in quanto governi locali, vicini ai cittadini, sappiamo che l’inclusività è la chiave della sicurezza. E' in questo senso che ci impegniamo ad agire per rendere le nostre città sempre più giuste, più eque e più sicure.
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Raccomandazioni
tematiche
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I rapporti tra i cittadini e le istituzioni ➤
Considerando che: • I rapporti tra la popolazione e le istituzioni, in particolare le forze dell’ordine e il sistema giudiziario, hanno un impatto diretto sulla qualità della vita in una città e quindi sulla sicurezza, reale o percepita; • la sfiducia nei confronti delle istituzioni è in aumento nei nostri paesi, anche se il livello municipale resta quello più apprezzato dalla popolazione1; • La partecipazione dei cittadini alla vita pubblica è fonte di democrazia durevole e di coesione, particolarmente necessarie in tempi di crisi economica e sociale, ma è ancora relativamente ridotta e spesso si limita a una funzione di semplice consultazione, senza dare vita a un processo di co-produzione; • Le autorità locali possono svolgere un ruolo importante di intermediari e facilitatori nei rapporti tra le istituzioni e i cittadini, in particolare nel contesto del dialogo tra le forze dell’ordine e la popolazione; • Le istituzioni devono garantire i diritti dei cittadini e conquistare la loro fiducia per consolidare la loro legittimità; • La mediazione può consentire di ristabilire la comunicazione, creare e ripristinare i legami sociali, prevenire la violenza, gestire e risolvere in un modo amichevole i conflitti. Noi, autorità locali europee, raccomandiamo che: • Le dottrine cui si ispirano le azioni delle istituzioni siano basate sulla prossimità, e il reclutamento e la formazione dei funzionari siano adattati a questo obiettivo, integrando le problematiche legate ai rapporti con la popolazione,
al
partenariato,
alla
gestione
della
violenza,
alla
comunicazione, come pure le tecniche di mediazione; • Le assunzioni e l'organizzazione operativa nelle istituzioni promuovano la rappresentatività della diversità di genere e di origini etniche della popolazione, senza dovere necessariamente passare attraverso un sistema di quote; • L'organizzazione e il funzionamento delle istituzioni tengano conto, in via prioritaria, delle aspettative e delle esigenze dei cittadini per quanto riguarda i loro problemi quotidiani, alla stessa stregua delle urgenze e problematiche legate alla grande criminalità; 1- Si vedano in particolare le relazioni preparate dalla Indagine sociale europea (European Social Survey): www.europeansocialsurvey.org
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• La trasparenza e la rendicontazione siano garantite nell’ambito delle informazioni fornite dalle istituzioni ai cittadini, mettendoli in grado, se necessario, di contestare l'operato delle istituzioni dinanzi a un mediatore; • La soddisfazione dei cittadini nei confronti delle istituzioni occupi un posto importante nella valutazione del loro operato e siano sviluppati degli strumenti per misurarla; • Le istituzioni si adoperino per rispettare la parità di trattamento nei confronti dei cittadini e nella gestione dei conflitti; • La rappresentazione delle forze di sicurezza nei media non sia unicamente sensazionalista, ma fornisca una migliore conoscenza della diversità delle missioni e in particolare dei rapporti quotidiani con la popolazione; • L’immagine del lavoro di prossimità sia rivalorizzata presso le figure professionali, in particolare gli agenti di polizia, e sia incoraggiato l’impegno in attività finalizzate a promuovere il ravvicinamento tra le istituzioni e la popolazione; • I mezzi tecnologici favoriscano la prossimità e l’accessibilità dei servizi. Ci impegniamo per gli anni futuri a: • Promuovere l'istituzione di organi di concertazione rappresentativi dell'intera popolazione, comprendenti ugualmente i gruppi più lontani dalle istituzioni, al fine di coinvolgere i cittadini nella progettazione, l'attuazione e la valutazione delle politiche pubbliche, prendendo altresì in considerazione altre forme di partecipazione diretta della popolazione (petizioni, manifestazioni, ecc.); • Privilegiare forme di partecipazione basate su principi di solidarietà piuttosto che quelle limitate a funzioni di controllo e sorveglianza, e garantire che i cittadini non si sostituiscano alle forze di polizia; • Garantire che le autorità locali svolgano il ruolo di intermediari tra le istituzioni preposte alla sicurezza e la popolazione, stimolando la partecipazione dei cittadini e facilitando la conoscenza dell’azione preventiva svolta dalle forze dell’ordine; • Incoraggiare la formazione dei cittadini nel campo della sicurezza, diversificando gli strumenti pedagogici per adattarli a tutti i tipi di pubblico (università popolari, risorse online, nuove tecnologie……); • Elaborare indicatori e strumenti di monitoraggio quantitativi e qualitativi per valutare l’evoluzione dei rapporti popolazione-istituzioni, in particolare in partenariato con le forze dell’ordine; • Sostenere e agevolare l’attuazione di dispositivi locali di mediazione, in partenariato con strutture pubbliche e private, integrandoli nella nostra governance locale della sicurezza.
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La diversificazione degli attori della sicurezza ➤
Considerando che: • La domanda e l’offerta di servizi di sicurezza e vigilanza privata sono in crescita, soprattutto in un contesto di minaccia terroristica che rende necessario l'intervento di operatori della sicurezza appartenenti ad aziende private di vigilanza, segnatamente per mettere al sicuro luoghi ed eventi pubblici. In effetti, alcuni paesi europei hanno una percentuale maggiore di guardie di sicurezza private rispetto agli agenti di pubblica sicurezza; • Oltre agli attori pubblici della sicurezza, altri soggetti intervengono e contribuiscono all’attuazione delle politiche di sicurezza: basti citare il settore associativo, i cittadini, i commercianti, le aziende di sicurezza privata, che rappresentano altrettanti attori attivi nel campo della sicurezza. Tali attori hanno culture, modi di funzionamento e obiettivi diversi; • Non esiste a livello europeo una cultura comune nel settore della sicurezza privata, vista l’assenza di armonizzazione delle legislazioni nazionali; • Le città “intelligenti” sono obbligate a rivolgersi a sviluppatori di soluzioni e a industriali per soddisfare le nuove esigenze di impianti e servizi destinati a garantire la sicurezza dei cittadini. In queste nuove collaborazioni, le collettività affrontano un rischio quando creano dei partenariati: le scarse informazioni di cui dispongono possono costituire una minaccia per la sicurezza intesa come bene comune. Noi, autorità locali europee, raccomandiamo che: • Dei criteri, principi e metodi comuni siano sviluppati per garantire la formazione dell’insieme degli attori della sicurezza; • L’insieme degli attori della sicurezza siano integrati in una strategia di sicurezza per il bene comune; • Le prerogative e il ruolo di ciascuno siano precisati, ai fini di una maggiore trasparenza ed efficacia e siano stabilite regole chiare per i partenariati, per rafforzare la fiducia; • Siano armonizzate a livello europeo le normative sulle missioni affidate al settore privato e siano fondate su criteri definiti congiuntamente da tutti gli attori;
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• Le attività svolte dai cittadini e dalla società civile in materia di sicurezza siano prese maggiormente in considerazione e siano valorizzate e sviluppate altre attività e funzioni, quali la prevenzione tra pari, il mentoring o le attività dei volontari civici comunali, nell’ambito di una buona regolamentazione. Ci impegniamo per gli anni futuri a: • Continuare a promuovere a livello locale la co-produzione della sicurezza, favorendo e ponendo in risalto il ruolo e le prerogative dei diversi attori; • Istituire un gruppo di lavoro incaricato della cooperazione del settore pubblico e di quello privato intorno a tematiche e sfide condivise, quali le città intelligenti (“smart cities”), associandovi dei ricercatori; • Sostenere la creazione di strutture intermedie incaricate di coordinare e facilitare i partenariati tra il settore pubblico e quello privato.
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La gestione dei rischi in materia di sicurezza e la cooperazione transfrontaliera ➤
Considerando che: • Le autorità locali e regionali sono sempre maggiormente esposte all’evoluzione dei rischi associati ai cambiamenti climatici, industriali o sociali, quali la radicalizzazione e l’estremismo violento, ma devono ugualmente risolvere i problemi legati alla gestione di grandi eventi politici, sportivi o celebrativi e festivi; • Le modalità di gestione dei rischi urbani sono diverse da quelle seguite per la gestione della sicurezza quotidiana. Tuttavia, la loro prevenzione deve essere presa in considerazione a livello locale, in particolare tramite la cooperazione transfrontaliera, dal momento che gli effetti di tali rischi si fanno sentire oltre i confini nazionali. Noi, autorità locali, raccomandiamo che: • Gli enti locali e regionali europei forniscano risposte concertate anche al di là dei confini amministrativi; • Gli amministratori locali siano pienamente riconosciuti come attori della sicurezza civile e in particolare nell’ambito della gestione delle crisi; • Un approccio integrato basato su un orientamento di tipo previsionale (diagnosi delle aree a rischio) sia sviluppato, su un orientamento di tipo preventivo, che prepari i cittadini e gli enti pubblici ad affrontare le situazioni di crisi, e su un orientamento di gestione delle crisi (in concertazione con tutti i livelli di potere, da quello locale a quello europeo). Tale approccio integrato rende le città e gli enti territoriali più resilienti e deve essere sviluppato in stretta collaborazione con il livello nazionale e quello internazionale; • Le città europee rafforzino gli scambi e la cooperazione in materia di gestione dei rischi e organizzazione di esercitazioni di protezione civile, e gli Stati e l’Ue forniscano un sostegno significativo ai progetti transfrontalieri.
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Ci impegniamo per gli anni futuri a: • Fare un bilancio della situazione e delle esperienze nella gestione delle problematiche della sicurezza civile realizzate dalle collettività locali e delle cooperazioni transfrontaliere su tutto il territorio europeo in materia di gestione dei rischi. Il bilancio di tali esperienze dovrà inoltre indicare le iniziative sostenute dall' UE; • Promuovere una cultura del partenariato tra gli attori pubblici (autorità locali, regionali e nazionali) e i servizi di soccorso (vigili del fuoco, protezione civile, Croce Rossa, forze dell’ordine), nonché la società civile, i partner privati, quali i trasporti, le PMI, i commercianti e i residenti; • Informare e formare le autorità locali, perché possano contribuire pienamente, in quanto portatori di interesse, alla riduzione e alla gestione dei rischi; • Ribadire il ruolo del cittadino come attore rilevante, considerando la sua associazione e il suo coinvolgimento nelle misure di prevenzione e di gestione delle crisi (volontari civici comunali, associazioni della società civile).
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Le città che affrontano le droghe e le dipendenze ➤
Considerando che: • Visto l'aumento del consumo di prodotti illeciti e leciti, che presentano rischi significativi, in particolare per i più giovani, le autorità locali assistono all'evoluzione dei mercati della droga e devono affrontare nuove sfide, sia a livello della repressione e del contrasto del traffico illecito di stupefacenti che della riduzione dei rischi; • Le vigenti legislazioni non consentono di limitare il consumo di droga e di rendere sicuri gli spazi pubblici. L'esistenza del mercato della droga e la sua visibilità ha conseguenze sulla salute, ma ha anche un impatto sulla sicurezza e sulla cultura della legalità; • Gli interventi di riduzione dei rischi non devono essere rivolti unicamente ai consumatori di droga, ma estendersi alla popolazione in generale, agli spazi pubblici e digitali interessati, tenendo conto dei loro diversi utilizzi. Noi, autorità locali europee, raccomandiamo che: • Qualsiasi politica pubblica di prevenzione dell’uso di sostanze stupefacenti sia basata sulle linee guida e i principi europei enunciati nel Piano d’azione dell’Unione europea in materia di lotta contro la droga 2017-20202; • La cooperazione a livello locale sia rafforzata, estendendola sia alle istituzioni che alla società civile, in particolare alle associazioni di consumatori e di utenti e ai dispositivi specializzati, per migliorare l’attuazione di programmi di riduzione dei rischi e facilitarne l’accesso; • I programmi per la riduzione dei rischi condotti presso i tossicodipendenti siano generalizzati e prolungati nel tempo;
2- Piano d'azione dell'Ue in materia di lotta contro la droga (2017-2020). Unione europea, luglio 2017.
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• Una discussione sulle nuove normative e regolamentazioni relative all’uso della cannabis, associandovi gli enti territoriali sia avviata a livello europeo. Dovrebbe essere studiato l'impatto che le diverse opzioni (contravvenzionalizzazione, depenalizzazione, legalizzazione, regolamentazione del consumo e della vendita di droga) possono avere sul traffico di stupefacenti e sulla qualità della vita nelle città, esaminando inoltre la possibilità di assegnare la percentuale del gettito fiscale derivante dalla legalizzazione agli interventi di prevenzione, al fine di ridurre le conseguenze della maggiore disponibilità di certe droghe; • La sperimentazione della creazione di sale di consumo controllate deve essere proseguita e valutata, al fine di garantirne il successo e la durata nel tempo. Le città che dispongono di questo tipo di strutture devono sostenerle nelle loro iniziative di incontro e di concertazione con l'insieme dei partner, compresi gli abitanti e i commercianti. L'adesione al progetto da parte di tutti questi attori locali garantirà la tranquillità pubblica e permetterà il coinvolgimento dei residenti nella valutazione degli impatti di tali strutture sul territorio. Ci impegniamo per gli anni futuri a: • Istituire o rafforzare le strategie locali, elaborate a seguito di un audit condiviso con tutti i partner per prevenire efficacemente l’abuso di sostanze stupefacenti, ridurre i disturbi alla quiete pubblica associati all’abuso delle droghe e contrastare lo spaccio e la microcriminalità connessi al traffico di stupefacenti; • Mirare a raggiungere le norme minime di qualità per gli interventi di riduzione della domanda di droga, conformemente alle raccomandazioni dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze e investire nella valutazione; • Combattere la stigmatizzazione e l’esclusione dei consumatori di sostanze stupefacenti, nel rispetto dei diritti fondamentali.
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Le città e la criminalità organizzata ➤
Considerando che: • La criminalità organizzata è radicata nelle strutture economiche e sociali locali e si manifesta sia a livello internazionale che locale in territori che si ritenevano immuni da tale rischio; • Le reti che supportano la criminalità organizzata, in particolare per il traffico di stupefacenti e la tratta di esseri umani, dimostrano grande agilità organizzativa e capacità di adattamento; • L’infiltrazione criminale nel settore pubblico e la creazione di mercati illegali nuocciono all’economia locale e alla società; • Le autorità locali hanno il dovere di tutelare i loro cittadini contro la criminalità organizzata e le sue ripercussioni. Si tratta quindi non solo di proteggere i cittadini, ma anche i processi amministrativi, economici e democratici locali.
Noi, autorità locali europee, raccomandiamo che: • Le autorità locali, i cittadini, la società civile e il settore privato siano associati a strategie di prevenzione e contrasto della criminalità organizzata; • Le autorità locali siano incoraggiate a combinare misure sociali, economiche e repressive per contrastare la criminalità organizzata. Devono utilizzare tutte le misure di cui dispongono, oltre al diritto penale, sfruttando gli strumenti amministrativi e normativi, nonché gli strumenti di prevenzione e di educazione alla legalità; • Le istituzioni europee coinvolgano le autorità locali nelle strategie europee di prevenzione e contrasto della criminalità organizzata, e incoraggino l’adozione di un approccio amministrativo; • I beni confiscati alle reti della criminalità organizzata siano recuperati. È essenziale per ripristinare la fiducia e il senso di giustizia nelle città con alti livelli di corruzione. Il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle organizzazioni criminali può avere un forte impatto a vantaggio della comunità locale;
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• Siano estese le disposizioni previste dalla normativa europea in materia di confisca dei beni della criminalità e dell’investimento di tali proventi nella comunità per fini sociali.
Ci impegniamo per gli anni futuri a: • Incoraggiare e partecipare a un approccio multidisciplinare, comprendente una strategia di intervento in collaborazione con le varie istituzioni, al fine di combattere e prevenire la criminalità organizzata e promuovere una gestione efficiente ed efficace dei beni confiscati; • Utilizzare misure amministrative per combattere la criminalità organizzata, al fine di impedire ai criminali di utilizzare strutture legali o sviluppare le loro attività illecite sui mercati locali; • Posizionarci come garanti della cultura della legalità e coinvolgere i cittadini nella lotta contro la criminalità organizzata, aprendo un dibattito sulle norme e sul loro rispetto.
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Le tecnologie al servizio della prevenzione ➤
Considerando che: • Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono entrate a far parte della nostra vita quotidiana. Il loro uso sempre più diffuso promette di trasformare la gestione delle città rendendola più efficiente. Le città hanno il potenziale per diventare "intelligenti" grazie all'uso di nuove tecnologie che consentono di migliorare la qualità della vita, la sostenibilità e l'utilizzo delle risorse disponibili; • Le nuove tecnologie consentono la raccolta di nuovi tipi di dati e lo sviluppo di strumenti che possono essere utilizzati per analizzare e prevenire la criminalità in modo innovativo. Forniscono ulteriori mezzi per agevolare la comprensione dei problemi complessi che si pongono agli attori locali della sicurezza. Devono essere mobilitate per completare le risorse già esistenti e in funzione della loro utilità ed efficacia rispetto ad una determinata situazione; • L'intensificarsi della produzione e dello scambio di informazioni ha ripercussioni sui diritti e le libertà delle persone. Problemi etici e legali, come la gestione dei dati personali o le distorsioni algoritmiche, hanno un impatto sul processo decisionale e sul futuro della sicurezza; • L'accessibilità e l'efficacia delle nuove tecnologie, come le piattaforme di social network, creano nuovi rischi e rafforzano le minacce esistenti, quali le molestie o i discorsi di incitamento all'odio, sia nello spazio cibernetico che in quello reale. Noi, autorità locali europee, raccomandiamo che: • L'utilizzo delle tecnologie non conduca ad ignorare le cause complesse che stanno alla base dell’insicurezza o a ridurre la prevenzione della delinquenza a una mera gestione tecnica dei rischi. È pertanto indispensabile realizzare preliminarmente una analisi dei bisogni locali, per definire, sulla base dei risultati, la pertinenza di una risposta basata sulla tecnologia e la scelta di quelle più appropriate; • Gli attori della sicurezza siano maggiormente formati sulle nuove tecnologie e le loro implicazioni. Devono essere in grado di adattare i loro metodi di lavoro alle nuove esigenze e sfide che devono affrontare; • Sia definito un quadro giuridico europeo chiaro e trasparente sull’uso dei social e la conservazione dei dati raccolti, al fine di garantire la regolamentazione e la responsabilizzazione di tali usi;
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• Siano esaminate le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, per rafforzare la comunicazione con i cittadini, stimolarne la partecipazione e il coinvolgimento, garantendo l’accessibilità agli utenti che hanno meno dimestichezza con tali tecnologie; • Gli attori della sicurezza siano presenti e visibili nello spazio digitale, che ha ormai numerose interconnessioni e ripercussioni all’interno della realtà fisica. Ci impegniamo per gli anni futuri a: • Promuovere strategie di resilienza, per accertarci che le città siano pronte a cogliere le opportunità e le sfide delle nuove tecnologie; • Fornire al personale degli enti territoriali incaricato della sicurezza e della prevenzione gli strumenti e le conoscenze necessari per reagire efficacemente agli usi impropri delle tecnologie; • Permettere inoltre a tali attori della sicurezza di utilizzare le nuove tecnologie, segnatamente le piattaforme di social network, in quanto strumento atto a sostenere e ampliare le loro azioni di prevenzione. Ad esempio, utilizzandole come nuovo canale di comunicazione con i cittadini, per interessare fasce di popolazione tradizionalmente difficili da raggiungere (come i giovani e le minoranze) e come nuova fonte di informazione per comprendere le dinamiche dell’insicurezza urbana; • Elaborare e attuare protocolli rivolti agli attori della sicurezza per un uso responsabile, ponderato e giustificato delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione ai fini della prevenzione e della sicurezza, garantendo il rispetto dei diritti e delle libertà individuali; • Migliorare il livello di conoscenze nelle città in materia di protezione dei dati nell'ambito dell'uso dei social su questioni riguardanti la sicurezza urbana, basandosi sui principi e i requisiti del Regolamento generale sulla protezione dei dati nell'Unione europea; • Sensibilizzare, informare ed educare i cittadini sulle opportunità e le minacce delle nuove tecnologie per promuovere la sicurezza digitale nella città. Occorre prestare particolare attenzione alle fasce più anziane della popolazione, spesso meno abituate all'uso di queste tecnologie e più esposte al rischio di diventare bersaglio della criminalità informatica; • Integrare le considerazioni relative alla sicurezza e al rispetto della vita privata fin dalla fase di progettazione delle “smart cities”; • Valutare meglio l'uso delle tecnologie di sorveglianza e contribuire ad alimentare le conoscenze in questo campo.
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Le violenze discriminatorie ➤
Considerando che: • La nozione di violenza discriminatoria3 si riferisce a "un episodio violento percepito dalla vittima, da un testimone o da qualsiasi altra persona come motivato da pregiudizi, intolleranza, avversione oppure odio, che può costituire o meno un reato ai sensi del codice penale vigente". Comprende i fenomeni di violenza fondata sul genere, il razzismo, l’islamofobia, l’antisemitismo, la xenofobia, l’avversione contro le persone LGBT, la violenza nei confronti di persone con disabilità, la discriminazione contro gli anziani, l’antiziganismo, la violenza contro i senzatetto, i rifugiati, i richiedenti asilo e i lavoratori del sesso, senza che l’elenco sia esaustivo; • Gli atti di violenza discriminatoria si differenziano da altre forme di violenza: hanno effetti devastanti sulla salute e il benessere delle vittime dirette, mais inviano ugualmente un messaggio minaccioso a un intero gruppo sociale o una comunità. Inoltre, perfino degli atti apparentemente isolati possono contribuire all’aggravarsi della situazione e all’acuirsi di conflitti su vasta scala e costituiscono quindi una reale minaccia per la coesione sociale; • I recenti sviluppi a livello europeo - ad esempio i drastici tagli di bilancio per le politiche e i sistemi sociali, l'aumento della disoccupazione giovanile, l'afflusso di migranti, l’ascesa dei movimenti estremisti o il calo della fiducia nelle istituzioni pubbliche - hanno provocato una crescente polarizzazione nelle nostre società; • Sebbene i crimini motivati dall'odio e gli atti di violenza discriminatoria abbiano raggiunto livelli già elevati, molti episodi continuano a non essere denunciati e si rivelano insufficienti le strategie di prevenzione e di contrasto attuate a livello europeo; • Nelle politiche di sicurezza urbana non si tiene sufficientemente conto della violenza discriminatoria. Occorre includervi gli effetti nefasti della discriminazione, dell’esclusione e dell’intolleranza sulla convivenza pacifica nei territori, e analizzarne le interconnessioni e comprendere come contribuiscono ad alimentare i processi di polarizzazione, di radicalizzazione e l’estremismo violento. Noi, autorità locali europee, raccomandiamo che: • Le strategie di lotta contro l'odio e l'intolleranza siano pienamente integrate nelle agende politiche di sicurezza urbana. In tale contesto, è centrale la no-
3- Tale concetto è stato sviluppato dall’Efus nella pubblicazione “Prevenzione della violenza discriminatoria a livello locale: pratiche e raccomandazioni” 2017.
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zione di violenza discriminatoria, poiché pone in risalto l’interconnessione tra discriminazione e sicurezza, diritti fondamentali e coesione sociale; • Le autorità locali e regionali svolgano un ruolo attivo nella lotta contro le discriminazioni, basandosi sui quadri giuridici e politici definiti dai governi europei e nazionali. Grazie alla loro vicinanza ai cittadini, possono infatti fornire un valido contributo, facilitando la produzione di conoscenze, sensibilizzando, responsabilizzando le comunità locali, migliorando la prevenzione, aiutando le vittime, mettendo in contatto i diversi portatori di interesse e stanziando risorse adeguate; • La diversità sia considerata un punto di forza nella predisposizione delle strategie locali in materia di sicurezza urbana. La partecipazione dei gruppi vulnerabili e il loro contributo alla co-produzione di queste strategie sono attualmente insufficienti. La promozione e lo sviluppo di spazi pubblici condivisi da popolazioni diverse, dove è garantita la sicurezza di tutti, ne favorisce la partecipazione e rafforza i legami sociali; • La promozione di misure di prevenzione precoce e/o primaria dei pregiudizi nelle scuole e in tutte le istituzioni e organizzazioni che contribuiscono all'educazione civica. Ci impegniamo per gli anni futuri a: • Migliorare le nostre conoscenze sulla violenza discriminatoria a livello locale, utilizzando metodologie mirate e realizzando diagnosi tematiche; • Sensibilizzare le figure professionali, gli eletti e i cittadini sul fenomeno e sulle sue implicazioni; • Elaborare una strategia proattiva per promuovere la fiducia tra i gruppi vulnerabili e le forze dell'ordine e facilitare la segnalazione degli episodi e le denunce; • Fare riconoscere il ruolo centrale svolto dagli amministratori locali nella lotta contro la violenza discriminatoria e rafforzare pubblicamente la nostra posizione contro ogni forma di odio e di intolleranza; • Cooperare con la società civile per sviluppare o migliorare i servizi sociali di assistenza alle vittime; • Aumentare la diversità all'interno delle amministrazioni locali e regionali, sensibilizzare e formare i funzionari e gli impiegati comunali e regionali, affinché siano maggiormente in grado di riconoscere gli atti discriminatori e di reagire per contrastarli; • Intensificare la cooperazione e gli scambi con i servizi giudiziari e le forze dell’ordine, per consentire loro di individuare meglio gli episodi di violenza discriminatoria, di offrire una migliore assistenza alle vittime e accertarsi che garantiscano il rispetto e la promozione dei diritti umani e della non discriminazione.
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Prevenire la radicalizzazione che conduce all’estremismo violento ➤
Considerando che: • Il fenomeno della radicalizzazione, pur avendo una dimensione internazionale, ha ugualmente componenti e impatti a livello locale; • Grazie alla loro vicinanza ai cittadini, alla loro conoscenza delle problematiche locali e alle loro competenze in materia di politiche pubbliche nel settore della prevenzione della delinquenza e della coesione sociale, gli enti locali e regionali occupano una posizione strategica ideale per attuare azioni e mobilitare tutti gli attori locali interessati; • Occorre contrastare la radicalizzazione che conduce all’estremismo violento con un approccio preventivo risoluto, abbinato a risposte repressive; • È essenziale affrontare tutte le forme che può assumere la radicalizzazione violenta, poiché, a prescindere dalle motivazioni, rappresentano una minaccia per la sicurezza e la coesione sociale e possono inoltre rafforzarsi reciprocamente. Noi, autorità locali europee, raccomandiamo che: • La prevenzione della radicalizzazione sia inserita in una politica di sicurezza globale e locale, dal momento che certi fattori di rischio sono simili a quelli che possono condurre alla criminalità; • Le strategie locali di prevenzione siano equilibrate e basate su un audit locale specifico relativo ai fenomeni di polarizzazione e di radicalizzazione violenta (profili delle persone segnalate, identificazione e analisi dell'entità dei fattori di vulnerabilità e di resilienza sul territorio, inventario delle risorse pertinenti, ecc.). Questo audit deve basarsi il più possibile su dati concreti raccolti e analizzati in collaborazione con i partner locali; • Le autorità locali e regionali prendano in considerazione tutte le fasi del processo: prevenzione primaria (popolazione generale), secondaria (persone che presentano fattori di rischio individuati nei processi di radicalizzazione) e terziaria (persone radicalizzate), nel rispetto delle competenze di ciascun paese;
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• Le collettività siano sistematicamente coinvolte nella formulazione e l'attuazione delle politiche nazionali, in particolare grazie a una migliore informazione sulla portata del fenomeno della radicalizzazione violenta sul territorio e sull'assistenza alle persone radicalizzate; • Le reazioni dei politici, in particolare dopo il verificarsi di atti estremisti violenti, siano basate sui fatti e le analisi, e non dettate dall’emozione; • Le numerose iniziative europee siano coordinate, per garantire una coerenza e consentire una condivisione dei mezzi e delle risorse. Ci impegniamo per gli anni futuri a: • Inserire le nostre politiche in un approccio che garantisca le libertà individuali, al fine di evitare qualsiasi stigmatizzazione che possa rafforzare o portare all'estremismo violento; • Mobilitarci politicamente a livello europeo e fornire il nostro sostegno alle iniziative locali, al fine di conferire legittimità e visibilità alle azioni di prevenzione della radicalizzazione condotte a livello locale; • Rafforzare la cooperazione tra le autorità locali europee in materia di politiche preventive e repressive e sviluppare cooperazioni internazionali, in particolare con i paesi del Medio Oriente e del Nord Africa; • Promuovere la mobilitazione della società civile, riconoscendone il ruolo chiave per rafforzare la resilienza e proporre contro-argomentazioni e impegni che costituiscano un’alternativa all’estremismo; • Proseguire gli sforzi nel campo della formazione degli amministratori locali e dei tecnici comunali, per rafforzare la mobilitazione politica e l'integrazione di questa problematica nelle politiche di sicurezza locali; • Valutare i programmi di prevenzione attuati, per misurare l’impatto degli interventi locali in questo campo.
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Prevenire le violenze sulle donne ➤
Considerando che: • La prospettiva di genere sia integrata in tutti gli aspetti della politica di sicurezza urbana, la violenza sulle donne e le ragazze merita un’attenzione particolare; • In tutto il mondo, le donne sono ancora vittime di femminicidio, ma ugualmente di violenze fisiche, psicologiche, strutturali, sessuali, culturali, verbali ed economiche. Tali violenze devono essere considerate come manifestazioni di un rapporto diseguale tra i sessi; • La violenza contro le donne è un fenomeno comune nelle società europee, sia nello spazio pubblico che in quello professionale e privato. Si constata una continuità tra i fenomeni che si verificano in queste diverse sfere; • Le violenze e gli abusi sono ancora sistematicamente sotto-segnalati alle autorità e la realtà del fenomeno non trova pertanto riscontro nei dati ufficiali; • Negli ultimi anni le violenze sulle donne, in particolare le molestie e coercizioni sessuali da parte di uomini che occupano una posizione di potere, sono state oggetto di un intenso dibattito pubblico, in special modo attraverso campagne lanciate dalla società civile sui social; • La violenza nei confronti delle donne non è sempre una priorità nelle strategie di sicurezza e spesso il bilancio stanziato per sviluppare iniziative di prevenzione è insufficiente. Noi, autorità locali europee, raccomandiamo che: • Le autorità locali siano pienamente coinvolte nelle strategie di lotta alla violenza di genere. Il ruolo da esse svolto nella prevenzione e l’assistenza alle vittime deve essere riconosciuto e fermamente sostenuto dai governi nazionali e dalle istituzioni europee e internazionali; • Le politiche tengano conto di tutte le sfere in cui si verificano episodi di violenza sulle donne: spazi pubblici e sfera privata, istituti scolastici, luoghi di lavoro e di svago, trasporti pubblici, come pure il cyberspazio;
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• Sia sviluppata una migliore conoscenza delle violenze perpetrate contro le donne, per ovviare alla mancanza di dati e alla sistematica insufficiente segnalazione degli episodi. Si deve concretizzare tale impegno realizzando diagnosi specifiche di sicurezza e pubblicando statistiche e rapporti dettagliati sull’argomento, per rendere visibile la reale portata del fenomeno; • Siano stanziati dei mezzi adeguati alla gravità di questo importante fenomeno, per prevenirlo e contrastarlo; • Le autorità locali e regionali elaborino politiche di prevenzione atte a consentire alle donne di far valere ed esercitare i loro diritti e garantiscano assistenza e sostegno accessibili alle vittime; • Ogni forma di violenza sulle donne sia dappertutto riconosciuta dalla legge come reato e sia definito un quadro giuridico europeo maggiormente uniforme. Ci impegniamo per gli anni futuri a: • Intensificare gli sforzi per fungere da coordinatori e facilitatori delle reti di prevenzione che riuniscono vari soggetti interessati, tra cui le forze dell’ordine, le scuole, i club sportivi, i centri giovanili, le organizzazioni della società civile, varie entità del settore privato, nonché attivisti per la difesa dei diritti delle donne e dell’uguaglianza di genere; • Aumentare la diversità dei profili professionali, in particolare la diversità sessuale e di genere, dei dipendenti che lavorano nelle squadre impegnate nelle azioni di prevenzione della violenza sulle donne; • Consentire alle donne e ai gruppi femminili di diventare attori attivi del cambiamento, riconoscere il loro contributo alla sicurezza urbana e incoraggiarle a partecipare alla co-produzione di politiche globali di prevenzione della criminalità, sia in una prospettiva di genere che di contrasto della violenza; • Adoperarci presso i bambini, sin dalla più tenera età, per combattere gli stereotipi di genere e l'ipersessualizzazione, in collaborazione con tutte le figure professionali che contribuiscono all'educazione dei bambini; • Esplorare nuovi modi per sensibilizzare i ragazzi e gli uomini sulla violenza contro le donne e incoraggiarne la riflessione critica sui ruoli maschili e femminili e il loro coinvolgimento nelle campagne di prevenzione.
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Progettare e animare lo spazio pubblico ➤
Considerando che: • Lo spazio pubblico è un elemento essenziale del funzionamento e della qualità della vita nella città, in quanto rappresenta per eccellenza il luogo del vivere insieme; • Uno spazio pubblico ben progettato corrisponde alle molteplici esigenze degli utenti quotidiani e dei frequentatori occasionali; • Numerosi studi ed esperienze dimostrano che l'allestimento, la gestione e l'animazione dello spazio pubblico hanno un impatto sulla sicurezza e sul senso di insicurezza4; • La presenza umana nelle strade e le modalità di spostamento che contribuiscono a rafforzarla sono elementi chiave della sicurezza nello spazio pubblico; • La sicurezza dello spazio pubblico dipende da una molteplicità di attori e di mestieri, appartenenti al settore pubblico e privato, con culture professionali molto diverse; • Le raccomandazioni e le direttive nazionali, europee o internazionali volte a promuovere l'integrazione delle questioni di sicurezza nei progetti relativi allo spazio pubblico si sono moltiplicate. Sono essenziali, ma non sufficienti per fare evolvere le pratiche. Occorre proseguire gli sforzi di formazione e le pratiche e i meccanismi di interconoscenza; • Non sono sempre indispensabili delle operazioni di pianificazione urbanistica su vasta scala. Può notevolmente migliorare la sicurezza dello spazio pubblico il ricorso a interventi che richiedono un bilancio limitato, ma basati su una metodologia che promuove la qualità dello spazio pubblico e la co-produzione insieme agli utenti della città. Noi, autorità locali europee, raccomandiamo che: • Sia presa in considerazione, fin dal momento della progettazione degli spazi pubblici e nella loro gestione, e sulla base di dati oggettivi e soggettivi, la varietà degli utilizzi e delle esigenze delle diverse popolazioni, comprese le minoranze e le persone maggiormente esposte al rischio di vittimizzazione; • Siano sviluppati e utilizzati in modo più sistematico strumenti e modalità di azione che coinvolgano l’insieme della popolazione nella progettazione,
4- Si vedano in particolare i risultati del progetto COST Action TU1203 sulla prevenzione della criminalità mediante la progettazione, la pianificazione e la gestione urbana.
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la gestione e l’animazione degli spazi pubblici, con la volontà di favorire la coproduzione dei servizi; • Sia sviluppata la ricerca scientifica pluridisciplinare (sociologia, criminologia, urbanistica, psicologia, …) relativa alla sicurezza negli spazi pubblici; • Le operazioni volte a mettere in sicurezza gli spazi pubblici siano predisposte secondo gli obiettivi di qualità e di inclusione, in modo da non ostacolare la coesione sociale e da non creare un senso di insicurezza, che sarebbe controproducente; • Sia sviluppata la cultura condivisa della sicurezza nello spazio pubblico, potenziando la formazione e i dispositivi di co-produzione; • Nello sviluppo delle “smart cities” in grado di migliorare la sicurezza degli spazi pubblici si presti attenzione all'equilibrio tra la presenza umana, la tecnologia e il rispetto delle libertà; • Siano presi in considerazione i cambiamenti nell’uso dello spazio pubblico nel tempo, ma ugualmente nei vari momenti della giornata, nelle ore diurne e notturne; • Sia rafforzato l’uso dell’arte e della cultura per favorire la partecipazione degli abitanti e la qualità degli spazi pubblici. Ci impegniamo per gli anni futuri a: • Favorire la partecipazione delle comunità locali nella progettazione e la gestione degli spazi pubblici, avvalendoci di una varietà di strumenti e metodi adatti a tutti i profili sociali degli abitanti; • Sviluppare in particolare delle indagini sul senso di insicurezza, rivolte ugualmente ai tipi di pubblico più lontani dai dispositivi istituzionali e che sono maggiormente a rischio di vittimizzazione nello spazio pubblico; • Proseguire le nostre riflessioni sul contributo fornito dalle “smart cities” e dalle nuove tecnologie alla messa in sicurezza degli spazi pubblici, in collaborazione con il mondo della ricerca e con attori industriali in grado di promuovere e proporre delle soluzioni; • Sviluppare formazioni e spazi di dialogo con i responsabili della pianificazione e della gestione dello spazio pubblico e con i responsabili della sicurezza, per favorire in tal modo un’acculturazione; • Sviluppare diagnosi condotte dai vari attori a livello locale, per fornire risposte globali e soluzioni su misura alle problematiche relative allo spazio pubblico; • Sistematizzare i dispositivi per una gestione urbana ispirata al principio di prossimità, che consentano di coordinare l’insieme degli soggetti che intervengono nello spazio pubblico, appartenenti sia al settore pubblico che privato.
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Ripensare la raccolta di dati concreti e la loro valutazione ➤
Considerando che: • Per essere pertinenti ed efficaci, le politiche di sicurezza urbana devono essere basate su dati certi e concreti ed essere costantemente valutate. La ricerca criminologica dimostra che le strategie di prevenzione basate su elementi probanti riducono la criminalità e la vittimizzazione; • La scelta dei criteri e dei parametri per la valutazione condiziona in parte le loro conclusioni, con il rischio di un’utilizzazione politica per giustificare gli investimenti realizzati; • Le esigenze scientifiche non sono sempre conformi ai bisogni e alle realtà degli attori locali; • Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite riconoscono l’importanza di basare le politiche di prevenzione sulle diagnosi locali di sicurezza e la valutazione.
Noi, autorità locali europee, raccomandiamo che: • Le procedure di valutazione siano riconsiderate. Devono essere più inclusive e partecipative, vigilando affinché vi siano associati tutti i gruppi della società; • Le autorità locali e regionali cooperino maggiormente con gli istituti di ricerca. Per favorire una cultura comune della valutazione, la società civile e il settore privato devono essere ugualmente associati, con il sostegno delle istituzioni nazionali, europee e internazionali; • I decisori politici valutino regolarmente la propria strategia di sicurezza e il posto assegnato alla prevenzione, al fine di garantire uno stanziamento pertinente ed equilibrato di risorse finanziarie e umane a breve, medio e lungo termine.
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Ci impegniamo per gli anni futuri a: • Applicare le conoscenze maturate nel corso degli ultimi 30 anni nel campo degli audit e delle valutazioni; • Sensibilizzare e formare i politici locali e regionali a tali metodi e strumenti, per accompagnarli e guidarli nella definizione delle loro strategie di prevenzione della delinquenza; • Promuovere una cultura collaborativa e inclusiva della valutazione a livello locale e regionale, stimolando la partecipazione dei cittadini, in particolare dei gruppi emarginati, e intensificare la cooperazione con la società civile per favorire una più ampia rappresentanza della popolazione; • Rafforzare la collaborazione tra le città, al fine di elaborare strumenti e metodi che possano essere mobilitati da tutte le autorità locali in tutta Europa; • Riesaminare e adattare le nostre strategie di sicurezza in funzione dei loro obiettivi, dei progressi compiuti dalla ricerca scientifica e delle valutazioni realizzate; • Fissarci l’obiettivo di concentrarci sui tipi di vittimizzazione sotto-rappresentati ed emarginati, ivi compresi la violenza sulle donne e gli atti di violenza discriminatoria, in modo da accertarci che stiamo compiendo passi avanti nelle nostre conoscenze su tali fenomeni e nei mezzi efficaci per combatterli.
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Una vita notturna responsabile ➤
Considerando che: • L'uso dello spazio pubblico e le esigenze dei residenti sono diversi nelle ore diurne e notturne; possono pertanto sorgere conflitti potenziali, che spesso spingono le autorità a occuparsi del settore della vita notturna attraverso il prisma della sicurezza, della riduzione dei disturbi e della riduzione dei rischi; • Le città riconoscono l’importanza di sviluppare la vita notturna e di gestirla meglio, per favorire il turismo e l’attrattiva del territorio, ma anche per soddisfare maggiormente le aspettative dei cittadini, molti dei quali svolgono attività con orari sfalsati; • Numerose città europee, consapevoli dell’importanza di questo problema, stanno attualmente sviluppando nelle loro strategie locali una vera e propria politica della vita notturna, dedicandole dispositivi e meccanismi di concertazione specifici; Noi, autorità locali europee, raccomandiamo che: • I soggetti interessati siano invitati a partecipare a una diagnosi delle sfide specifiche, al fine di sviluppare una visione condivisa e prospettica della vita notturna, e ai relativi processi decisionali; • Sia generalizzato un approccio in cui siano articolati i vari campi di intervento, organizzando la complementarietà tra servizi interni della città, il settore associativo, gli abitanti, il settore privato (locali notturni, aziende di trasporto pubblico ...); • Siano attuate e mantenute nel tempo politiche pubbliche di riduzione del rischio, sia sotto il profilo della sicurezza che della salute; • Gli spazi ricreativi, di socializzazione e di svago siano estesi ad altre zone urbane più periferiche, in modo che possano avvalersi anch’esse delle attività e delle opportunità di svago offerte dalla vita notturna, per evitare il potenziale isolamento di certi quartieri; • I conflitti tra gli utenti siano affrontati con attività di sensibilizzazione e di mediazione, condotte da operatori formati, professionisti o volontari, a complemento delle misure regolamentari e legislative;
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• I decisori politici locali prendano in considerazione le specificità della vita notturna al momento della progettazione di strutture urbane o della creazione di certi servizi. In effetti, il loro utilizzo e il modo di vita sono diversi nelle ore notturne. In tal senso, la questione di genere è un aspetto chiave di tale riflessione, per realizzare spazi pubblici inclusivi e ugualitari. Ci impegniamo per gli anni futuri a: • Mobilitare e coordinare gli attori e i servizi operativi pubblici e privati (sanità pubblica, sicurezza, servizi di pianificazione urbanistica, servizi dei trasporti pubblici...) e la società civile, per mettere in atto risposte concrete destinate ad affrontare le problematiche specifiche della notte, secondo un approccio preventivo, intersettoriale e partenariale; • Svolgere un ruolo di coordinamento, dialogo e stimolo in quanto autorità locali democraticamente elette per gestire la città di giorno come di notte; • Promuovere una dottrina comune della vita notturna a livello europeo, mirante ad attuare strategie dettagliate e integrate per affrontare i problemi di sicurezza e di salute derivanti dalle specificità della vita notturna; • Istituire a livello locale organismi di consultazione e co-costruzione della politica notturna, che rinnovino regolarmente audit specifici alla vita notturna; • Prendere in considerazione la diversità del pubblico della notte (donne e persone LGBT, vagabondi e senzatetto, lavoratori notturni, turisti, popolazioni periurbane); • Fare evolvere le misure regolamentari e legislative e gli strumenti normativi e di controllo.
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Testi di riferimento • Relazione sui diritti fondamentali, Agenzia per i diritti fondamentali, 2017 • Dichiarazione dell’Alleanza delle città europee contro l’estremismo violento, Dichiarazione di Barcellona, novembre 2017, Barcellona • Nuova Agenda urbana delle Nazioni Unite 2016 • Dichiarazione dell’Alleanza delle città europee contro l’estremismo violento, Dichiarazione di Rotterdam, novembre 2016, Rotterdam • Obiettivi di sviluppo sostenibile 2030, Nazioni Unite, 2015 • Agenda urbana per l’Unione europea, 2015 • Programma europeo in materia di sicurezza, Unione europea, 2015 • Dichiarazione dell’Alleanza delle città europee contro l’estremismo violento, “Verso un’alleanza delle città europee di fronte all’estremismo violento”, Conferenza degli enti locali sulla prevenzione della radicalizzazione che condure all’estremismo violento, 2015, Aarhus • Dichiarazione di Delhi sulla sicurezza delle donne “Costruire città e comunità inclusive”, Women in Cities International, novembre 2010, Delhi • Manifesto “Sicurezza, democrazia e città”, Efus, Aubervilliers e Saint-Denis, 2012 • Dichiarazione “Democrazia, città e droghe”, Efus, 2011, Vienna • Carta di Lipsia sulle città europee sostenibili, maggio 2007, Lipsia • Sicurezza urbana in Europa - Raccomandazione 197 del Congresso dei poteri locali e regionali, Consiglio d’Europa (2006) • Manifesto “Sicurezza, democrazia e città”, Efus, 2006, Saragozza
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• Carta di Aalborg sullo sviluppo sostenibile, Nazioni Unite, 1994 e 2004, Aalborg. • Linee guida dell’ONU sulla prevenzione della criminalità, Nazioni Unite, 2002 • Criminalità e insicurezza urbana in Europa: il ruolo dei poteri locali - Risoluzione 99, Congresso dei poteri locali e regionali, Consiglio d’Europa, 2000 • Manifesto “Sicurezza, democrazia e città”, Efus, Napoli, 2000 • Carta europea dei diritti umani nella città, maggio 2000, Saint-Denis. • Carta urbana europea, Congresso dei poteri locali e regionali, Consiglio d’Europa, 1992.
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Le città aiutano le città Il Forum europeo per la sicurezza urbana (Efus, dall’acronimo inglese), creato nel 1987 sotto l’egida del Consiglio d’Europa, è la più vecchia organizzazione internazionale non governativa di collettività territoriali operante nel campo della sicurezza urbana e della prevenzione della delinquenza. L’obiettivo della nostra rete è quello di rafforzare le politiche di prevenzione della criminalità e di promuovere il ruolo degli amministratori locali nelle politiche nazionali ed europee. L’Efus è attivo sull’insieme delle tematiche connesse con la sicurezza urbana e mira a instaurare legami tra gli enti locali europei tramite lo scambio di pratiche e di conoscenze, la cooperazione e la formazione. Funge inoltre da tramite tra gli enti locali e le istituzioni a livello nazionale, europeo e internazionale. La sua direzione è affidata a un Comitato esecutivo, composto da collettività locali e regionali elette dall’insieme dei membri della rete (250 città e altri enti locali). L’Efus ha stimolato la creazione di sei Forum nazionali, con sede in Belgio, Francia, Germania, Italia, Portogallo e Spagna. Exemples de composició d’identificació bàsica de la Generalitat de Catalunya en disposició caixa a l’esquerra i centrada, Helvetica Bold, cos 30. Per realitzar aplicacions amb les diferents formes del logotip de la Generalitat de Catalunya, cal seguir les normes indicades als apartats “Elements d’identitat”, “Programa d’imatge gràfica”, “Normes gràfiques de composició” i “Color” de la normativa del Programa d’identificació visual.
www.efus.eu
Conferenza internazionale “Sicurezza, democrazia e città: co-produrre le politiche di Podeu consultar la normativa en el manual, en línia a sicurezza urbana”, organizzata dal 15 al disponible 17 novembre 2017, in partenariato con la http://identitatcorporativa.gencat.cat
città di Barcellona e il Governo della Catalogna.
Traduzione: Gianfranca Testore Gabbai Revisione: Tatiana Morales Grafica: Marie Aumont Stampato presso: CloÎtre Imprimeurs, Saint-Thonan ISBN: 978 2 913181 73 1 Deposito legale: Marzo 2018 Pubblicato da: European Forum for Urban Security 10 rue des Montiboeufs 75020 Paris – Francia contact@efus.eu www.efus.eu
Security, Democracy and Cities: Co-producing Urban Security Policies Sécurité, démocratie et villes : Coproduire les politiques de sécurité urbaine Sicherheit,Demokratie und Städte: Zur Ko-Produktion von Politiken der urbanen Sicherheit Sicurezza, democrazia e città: Co-produrre le politiche di sicurezza urbana Seguridad, Democracia y Ciudades: Coproducir las Políticas de Seguridad Urbana Segurança, Democracia e Cidades: Coproduzir as políticas de segurança
Altre lingue disponibili sul sito www.efus.eu
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