Wallflor - arazzi classici

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R 170 Fête galante Ateliers des bords de Loire, 1500 circa - Museo di Cluny, Parigi cm 140 x 198 (55” x 78”) Su un fondo millefleurs questo arazzo mostra, attraverso la sensibilità dell’artista, una scena di vita di gradevole oziosità dei signori del tempo.

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R 361 Le chevalier Ateliers des bords de Loire, XVI secolo - Montacute House, Montacute cm 173 x 143 (68” x 56”) R 360 Le chevalier (P.M.) cm 106 x 87 (42” x 34”) D’ispirazione araldica, l’arazzo rappresenta un cavaliere armato da capo a piedi pronto al combattimento. Il fondo millefleurs dona un tono poetico all’opera.

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R 030 Chasse à l’arbalète et au faucon Inizio del XVI secolo - Mobilier National, Parigi cm 210 x 250 (83” x 98”) Due cavalieri e il loro seguito sono rappresentati in una battuta di caccia con la balestra e il falco. Sullo sfondo alcuni castelli fanno da cornice ad una scena in cui tutto è movimento, azione e brusio.

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R 260 La chasse à l’ours Ateliers di Bruxelles, 1571 circa - Museo di San Francisco cm 263 x 215 (103” x 85”) La caccia è giunta al suo epilogo. Due cacciatori armati di lancia assalgono l’orso che è seduto sopra un terzo cacciatore. Circondato dai cani, l’orso ne ha preso uno e tiene in alto la zampa libera in un gesto di supplica o di sfida. Sulla destra un cacciatore corre verso l’orso, accompagnato da un altro riccamente vestito, evidentemente un nobile, che carica il suo fucile preparandosi all’uccisione dell’orso. Gli elementi grotteschi della cornice sono combinati liberamente con vasi colmi di fiori e piccole scene. Le figure allegoriche ai quattro angoli rappresentano la Pace, la Giustizia, la Prudenza e l’Abbondanza. 51


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Questa scena incantevole degli Ateliers di Tournai rappresenta una partita di caccia con il falco in un paesaggio naÏf. È un’immagine suggestiva della vita dei nobili all’inizio del regno di Francesco I.

R 040 Chasse au faucon Ateliers di Tournai, 1515 circa cm 103 x 330 (40” x 130”)


R 790 Verdure à fond de fleurs Ateliers delle Fiandre, XVI secolo cm 145 x 270 (57” x 106”) Molto originale questa “verdura” che rappresenta un motivo centrale con un cavaliere in armi all’interno di una corona d’alloro, simbolo delle sue vittorie.

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R 144 Depart pour la chasse Ateliers des bords de Loire, XVI secolo - Museo di Cluny, Parigi cm 140 x 185 (55” x 73”) Per dimenticare la guerra dei Cento Anni e le sue tribolazioni, i nobili dell’epoca tendevano a creare nei loro castelli e palazzi un’atmosfera piacevole e raffinata, anche con l’impiego di arazzi nelle loro grandi stanze. La caccia costituiva una delle distrazioni favorite e veniva rappresentata sotto tutti gli aspetti nei tantissimi arazzi che illustravano i piaceri della vita di corte. In quest’opera i costumi sono d’epoca Luigi XIII e la natura è rappresentata in un’atmosfera paradisiaca. Tutta la scena dà un’impressione di perfetta armonia.

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R 146 Depart pour la chasse liseré Ateliers des bords de Loire, XVI secolo - Museo di Cluny, Parigi cm 221 x 243 (87” x 96”) R 145 Depart pour la chasse liseré (P.M.) cm 145 x 158 (57” x 72”) È una variante dell’arazzo di pagina accanto.

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R 610 Noble amazone Ateliers des bords de Loire, inizio del XVI secolo cm 148 x 232 (58� x 91�) Ricco di grazia e poesia, questo ritratto di una dama a cavallo con i paggi e le ancelle del seguito impegnati in diverse attività .

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R 621 Noble pastorale Ateliers des bords de Loire, inizio del XVI secolo - Museo del Louvre, Parigi cm 144 x 237 (57” x 93”) R 620 Noble pastorale (P.M.) cm 95 x 153 (37” x 60”) Gli stemmi che ornano l’arazzo sono probabilmente quelli di Bohier, ciambellano di Francia, che costruì il castello di Chenonceaux. I costumi di stile italiano indossati dai personaggi apparvero in Francia dopo la conquista del regno di Napoli da parte di Carlo VIII.

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R 180 Grotesque à fond bleu: “Cérès” Ateliers di Bruxelles, fine del XVI secolo - Collezione privata cm 217 X 302 (85” x 119”) È una variante di colore dell’arazzo di pagina accanto

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In stile grottesco questo splendido arazzo è un’allegoria del mese di agosto. Al centro è rappresentata Cerere, divinità materna della terra e della fertilità, e nume tutelare dei raccolti. Veniva solitamente rappresentata come una matrona maestosa con una corona di spighe di grano sul capo.

R 540 Les mois grotesques: “Août” Ateliers di Bruxelles, fine del XVI secolo - Kunsthistorisches Museum di Vienna cm 217 X 302 (85” x 119”)


R 400 Le jeu de tiquet Ateliers di François de la Planche, XVI secolo - Mobilier National, Parigi cm 240 x 243 (94” x 96”) Dall’inizio del XVI secolo la crescente diffusione di stampe dà agli arazzieri nuovi esempi di soggetti da realizzare. La storia degli amori di Gombaut e Macée, nato dalla gran voga del romanzo pastorale, darà luogo alla tessitura di numerosi arazzi ispirati a questo tema. Il gioco del tiquet, molto diffuso all’epoca, può essere considerato l’antenato del cricket e del golf.

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R 640 Paie des moissonneurs Ateliers delle Fiandre, inizio del XVI secolo - Museo dei Gobelins, Parigi cm 200 x 238 (79” x 94”) Quest’opera, che faceva parte di una serie di dodici arazzi dedicati ai mesi dell’anno, è la rappresentazione del mese di agosto. Al centro del bordo in alto, all’interno di un medaglione, è raffigurato il segno zodiacale della vergine. La scena rappresenta i lavori dei contadini dopo la mietitura. In primo piano una donna, all’ombra di una pianta, paga i mietitori dopo il loro lavoro.

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R 740 Serfs et vilains au bois Ateliers di Tournai, 1515 circa - Collezione privata cm 127 x 193 (50” x 76”) Questo arazzo testimonia l’importanza della lavorazione del legno nella società rurale dell’epoca. I contadini d’allora erano chiamati “servi” quando erano legati ad una terra assoggettata ad una certa obbligazione o debito e “villani” quando godevano della condizione di libertà.

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R 500 Les bucherons XVI secolo - Musée des Arts Décoratifs, Parigi cm 144 x 238 (57” x 94”) La vita rustica è qui rappresentata nel bosco con animali selvaggi e domestici che accompagnano i boscaioli nel loro lavoro.

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R 200 Histoire fabuleuse des rois des gaules XVI secolo - Cattedrale di Beauvais cm 140 x 200 (55� x 79�) Uno dei cinque arazzi che fu donato verso il 1530 alla cattedrale di Beauvais. Rappresenta una scena di nozze reali sotto le mura fortificate della città di Reims.

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R 730 Scene de musique Inizio del XVI secolo - MusÊe des Gobelins, Parigi cm 200 x 250 (79� x 98�) Una dama suona un organo portatile appoggiato sul bordo di una fontana, mentre un servo aziona il mantice ed alcuni menestrelli le fanno da accompagnamento.

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R 350 Le cerf Manifattura di Grammont, XVI secolo - Collezione privata cm 227 X 282 (89” x 111”) Questo arazzo simboleggia la vita della foresta dell’epoca, ancora poco segnata dalla presenza dell’uomo. Inquadrata da pilastri con cariatidi, con al centro un cervo assalito dai cani tra piante, fiori e frutta, quest’opera è paragonabile alle più belle rappresentazioni con foglie d’aristolochia tessute dalle manifatture d’Enghien e Grammont.

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R 340 Le berger Ateliers di Bruxelles, XVI secolo - Musée des Arts Décoratifs, Parigi cm 198 x 255 (78” x 100”) Splendida scena agreste che ritrae un pastore con le sue pecore in un paesaggio che ispira pace e serenità. Sono particolari le due scritte, una in francese antico e l’altra in latino.

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R 050 Chasse de Maximilien Ateliers di Bruxelles, XVI secolo - Museo del Louvre, Parigi cm 133 x 197 (52” x 78”) È una variante dell’arazzo di pagina accanto.

La serie di arazzi chiamata “Chasses de Maximilien” è oggi conservata al museo del Louvre. E’ composta di dodici pezzi, corrispondenti ai dodici mesi dell’anno associati al segno zodiacale corrispondente. Furono tessuti tra il 1531 e il 1533 a Bruxelles, a quell’epoca il più grande centro di produzione di arazzi, nell’atelier di Jan Ghieteels su cartoni del pittore fiammingo Bernard van Orley.

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R 055 Chasse de Maximilien: le débuché Ateliers di Bruxelles, XVI secolo - Museo del Louvre, Parigi cm 175 x 270 (69” x 106”) Quest’opera, corrispondente al mese di agosto, eccelle per la profondità della composizione e per il rilievo ottenuto dal gioco dei contrasti.

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R 065 Chasse de Maximilien: le bat l’eau Ateliers di Bruxelles, XVI secolo - Museo del Louvre, Parigi cm 216 x 265 (85” x 104”) Questo arazzo corrisponde al mese di settembre.

La collezione fu commissionata dagli Asburgo in onore di Massimiliano I (1459 – 1519), divenuto nel 1493 imperatore del Sacro Romano Impero. La serie fu poi acquistata dalla famiglia Guise da cui derivò il nome “Belle cacce di Guise” ed infine entrò a far parte della collezione reale francese all’inizio del regno di Luigi XIV. Questi arazzi servirono da modelli e la manifattura dei Gobelins li copiò a più riprese.

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R 060 Chasse de Maximilien: cerf le rapport Ateliers di Bruxelles, XVI secolo - Museo del Louvre, Parigi cm 223 x 274 (88” x 108”) Questo arazzo corrisponde al mese di luglio.

La serie “Cacce di Massimiliano” diventò presto celeberrima per la sua incomparabile bellezza derivante dall’estrema precisione del paesaggio rappresentato – la foresta di Soignes nei pressi di Bruxelles -, la profondità ammirevole della prospettiva e l’attenta cura dei particolari.

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R 075 Chasse de Maximilien: le rapport liseré Ateliers di Bruxelles, XVI secolo - Museo del Louvre, Parigi cm 133 x 167 (52” x 66”) Questo arazzo è anche disponibile con il bordo. (pagina 18)

Ancora oggi gli arazzi della collezione “Cacce di Massimiliano” sono considerati tra i più prestigiosi capolavori dell’arte arazziera.

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È l’unione dei due arazzi di pagina 70 e pagina 71.

R 999 Chasse de Maximilien: le rapport + le bat l’eau cm 222 x 502 (87” x 198”)


R 095 Cochenille à feuilles d’aristoloches Disegno del XVII secolo - Collezione privata cm 208 x 282 (82” x 111”) È la versione con l’utilizzo di colori più patinati dell’arazzo di pagina accanto.

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R 800 Verdure à grands ramages Ateliers di Grammont, inizio del XVII secolo - Kunsthistorisches Museum, Vienna cm 208 x 282 (82” x 111”) Appartiene alla produzione, tipica del XVII secolo, delle cosiddette “verdure” senza personaggi ed elementi figurativi. Pochi altri arazzi raggiungono però la sontuosità e la perfezione di quest’opera.

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R 810 Verdure aux oiseaux Ateliers di Beauvais, XVII secolo - Collezione privata cm 188 x 205 (74” x 81”) Con l’inizio del XVII secolo le “verdure” abbondano nei vari centri di produzione degli arazzi. Ogni disegno è ripreso da diversi tessitori e rivisto con poche varianti. Quest’opera è rappresentativa della produzione dell’epoca.

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R 860 Verdure des Flandres (G.B.) Ateliers di Bruxelles, XVII secolo - Musée des Arts Décoratifs, Parigi cm 200 x 245 (79” x 96”) Le “verdure” delle Fiandre sono sovente animate dando risalto ad animali reali o immaginari. Quest’opera ne è uno splendido esempio. La radura rischiarata, al centro di una vegetazione lussureggiante, dona a questo arazzo una profondità ed uno splendore non comuni.

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R 210 Jeux d’enfants Ateliers di Bruxelles, XVII secolo - Museo delle Arti Decorative, Budapest cm 174 x 183 (68” x 72”) La figura dei putti si trasforma progressivamente in angioletti paffuti, ornamenti delle chiese in stile barocco, per diventare nel Rinascimento dei graziosi fanciulli giocosi, seguendo l’ispirazione di pittori e scultori. Maestro ne fu certamente Raffaello che utilizzò la loro figura in un modo molto libero.

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R 230 L’eau 1664 - Collezione privata cm 238 x 178 (94” x 70”) Quest’opera, disegnata da Charles Le Brun, faceva parte d’una serie intitolata “ Gli elementi”. Arricchito d’oro, l’arazzo è caratteristico di un periodo considerato da molti come l’apogeo dell’arte arazziera.

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R 310 La traque Manifattura d’Aubusson, XVII secolo - Collezione privata cm 105 x 160 (41” x 63”) La caccia, appannaggio della nobiltà, era senza dubbio, dopo la guerra, una delle principali attività dei signori del tempo. Tra le numerosissime rappresentazioni di scene di caccia, quest’opera testimonia la moda degli abiti dei cacciatori al tempo di Enrico IV e Luigi XIII.

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R 321 La verdure au lac XVII secolo - Mobilier National, Parigi cm 220 x 296 (87” x 116”) R 320 La verdure au lac (P.M.) cm 146 x 198 (57” x 78”) Questa ricca e stupenda verdura rappresenta un quieto paesaggio lacustre, animato da varie specie di uccelli. Il bordo, particolarmente ricco, è un tipico esempio degli arabeschi del XVII secolo.

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R 870 Verdure des Flandres: la trouée Ateliers di Bruxelles, XVII secolo - Collezione privata cm 197 x 253 (78” x 100”) Suggestiva “verdura” che eccelle per la profondità della composizione e per la ricchezza del bordo floreale.

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R 520 Les deux herons Ateliers di Beauvais, XVII secolo - Collezione privata cm 146 x 161 (57” x 63”) Un ricco bordo di fiori e frutta fa da cornice a questa bella “verdura” con due aironi in primo piano ed un castello che compare al centro della radura del bosco.

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R 850 Verdure de Beaune Ateliers delle Fiandre - Hospice de Beaune cm 280 x 150 (110” x 59”) Originale “verdura”che eccelle rispetto alla produzione dell’epoca. Di forte impatto arredativo per la misura e per il rapporto inusuale della cornice rispetto al paesaggio centrale.

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R 700 Printemps Ateliers dei Gobelins, fine del XVII secolo - Collezione privata cm 218 x 280 (86” x 110”) All’uscita di una città medioevale un gruppo di persone, riccamente vestite, è attratto dall’attività dei pescatori. Dall’alto domina la scena la dea della primavera, vestita con un abito ecclesiastico.

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R 451 Le portique de Junon Ateliers dei Gobelins, 1784 circa cm 240 x 184 (94” x 72”) R 450 Le portique de Junon (P.M.) cm 126 x 95 (50” x 37”) Nella mitologia romana Giunone era la dea del matrimonio e del parto. In seguito assunse anche le funzioni di protettrice dello stato, diventando la più importante divinità femminile. Giunone era inoltre la protettrice degli animali, in particolare era a lei sacro il pavone.

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R 411 Le mai Ateliers di Beauvais, fine del XVIII secolo cm 199 x 253 (78” x 100”) R 410 Le mai (P.M.) cm 146 x 185 (57” x 73”) R 409 Le mai (MINIATURA) cm 71 x 92 (28” x 36”) Uno dei dieci arazzi d’una celebre serie ispirata alle composizioni campestri di François Boucher. È un esemplare molto raffinato, di gusto tipicamente Luigi XVI, che rappresenta una scena di divertimento popolare.

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R 570 Marchands d’oiseaux (G.B.) Ateliers di Beauvais, 1770 - Musée des tapisseries, Aix-en-Provence cm 170 x 198 (76” x 78”) Questo arazzo appartiene alla serie dei “Jeux Russiens” che creò un nuovo genere di esotismo, quello dei paesi del nord. Per la prima volta vengono introdotti nella decorazione francese personaggi, costumi e scene pittoresche della vita russa.

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R 571 Marchands d’oiseaux liseré Ateliers di Beauvais, 1770 - Musée des tapisseries, Aix-en-Provence cm 136 x 165 (54” x 65”) È la versione senza bordo dell’arazzo di pagina accanto.

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R 580 Mascarade Ateliers di Beauvais, XVIII secolo - Collezione privata cm 175 x 225 (69” x 89”) Questo arazzo è ricavato da un cartone di Giovanni Tiepolo. Dotato di una capacità straordinaria e di un senso rimarchevole per i colori, egli fu uno dei più celebri esponenti della scuola di pittura italiana dell’epoca.

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R 780 Venise Opera del Canaletto cm 115 x 162 (45” x 64”) È la riproduzione di un’opera di Giovanni Antonio Canal, meglio conosciuto come il Canaletto (1697-1768).

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R 011 America Ateliers di Beauvais, 1791 - Metropolitan Museum, New York cm 235 x 285 (92” x 112”) R 010 America (P.M.) cm 148 x 185 (58” x 73”) Il 4 giugno 1776 l’America dichiara la sua indipendenza. Tredici stati proclamano la secessione dall’Inghilterra. Luigi XVI, per celebrare l’evento, ordina nel 1786 di realizzare un arazzo simbolico in cui si vede la Francia venire in aiuto del nuovo stato per abbattere l’Inghilterra. L’arazzo, terminato nel 1791 dopo la rivoluzione francese, in realtà non fu mai inviato in dono a George Washington, come era nelle intenzioni di Luigi XVI.

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R 770 Trianon Ateliers dei Gobelins, XVIII secolo - Castello di Versailles, Trianon cm 149 x 130 (59” x 51”) Ricca composizione a nicchie con fiori, frutti e uccelli. Il Trianon è un piccolo edificio situato nei giardini della reggia di Versailles. Fu progettato per volere di Luigi XV per la sua amante più celebre Madame de Pompadour. Luigi XVI diede poi in dono il Trianon e la zona di parco circostante alla regina Maria Antonietta per i suoi svaghi personali.

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R 155 Embarquement Manifattura d’Aubusson, seconda metà del XVIII secolo cm 240 x 222 (94” x 87”) Oggigiorno è difficile comprendere l’importanza dei fiumi all’epoca, quando le strade erano poco confortevoli e sovente poco sicure. L’imbarco testimonia questa importanza nel trasporto delle merci e delle persone. Occorre ricordare che la maggior parte delle grandi città europee d’allora era situata in prossimità di fiumi o del mare.

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R 420 Le marché aux oiseaux Manifattura d’Aubusson, 1775 circa cm 221 x 230 (87” x 90”) Uno dei più affascinanti esempi della produzione di arazzi in stile etnico. La ricchezza della scena, i particolari suggestivi ed il sapiente uso dei colori fanno di questo arazzo un vero capolavoro.

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R 220 L’Asie Ateliers di Beauvais, XVIII secolo - Collezione privata cm 215 x 280 (85” x 110”) La fattura preziosa e raffinata di questo arazzo, ispirato alle stampe giapponesi del XVIII secolo, ne fanno un elemento decorativo tra i più rappresentativi dell’epoca.

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I paraventi

della Marchesa di Rambouillet

Tutti gli arazzi della nostra collezione possono essere montati su paravento. Nelle pagine seguenti ne sono presentati alcuni esempi.

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I paraventi Di origine orientale, il paravento fu introdotto in Europa all’inizio del XVII secolo da Catherine de Vivonne, marchesa di Rambouillet. Figlia del duca di Vivonne, moglie di Carlo d’Angennes, la marchesa di Rambouillet, donna letterata e famosa per il suo gusto raffinato, influenzò la società altolocata della sua epoca. Ella fece della residenza di Rambouillet, costruita su suo progetto, il centro culturale più apprezzato all’inizio del XVII secolo e probabilmente il primo salotto letterario di Parigi, frequentato da Montaigne, Corneille, La Bruyère, Scudéry, Mme de Sévigné, Mme de Lafayette, il Cardinale di La Valette e tante altre persone celebri dell’epoca.

P719 Paravento “L’hiver” - cm 235 x 268 (93’’ x 106’’) P718 Paravento “L’hiver (P.M.)” - cm 150 x 175 (59’’ x 69’’)

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P820 Paravento “Versailles (P.M.)” - cm 170 x 148 (67’’ x 58’’) P821 Paravento “Versailles (G.M.)” - cm 258 x 216 (102’’ x 85’’)

Il castello di Rambouillet divenne un luogo sinonimo di buon gusto e raffinatezza. Vi si trovavano diverse collezioni di oggetti d’arte e, in particolare, una ricca serie di paraventi, generalmente di grandi dimensioni, che servivano per delimitare degli spazi nei grandi saloni del castello. Inoltre i paraventi venivano utilizzati come scenari nelle “comédies de paravent”, uno dei passatempi preferiti della marchesa e dei suoi amici.

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I paraventi erano rivestiti con arazzi dipinti su tessuti molto pregiati e in breve tempo, nel XVII secolo, divennero di gran moda presso tutte le corti d’Europa. I grandi maestri ebanisti e decoratori del XVIII secolo ne fecero delle grandi opere d’arte, avvalendosi del prezioso contributo delle manifatture dei Gobelins, di Beauvais e di Feltin. Ancora oggi è possibile ammirare alcuni di questi capolavori in vari musei del mondo.

P800 Paravento “Trianon” Il numero dei pannelli può variare secondo la richiesta. Dimensioni di ogni pannello: cm 155 x 41 (61’’ x 17’’)

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P745 Paravento “Le concert mois d’avril” - cm 245 x 178 (97’’ x 71’’)

Noi abbiamo selezionato su questo catalogo alcuni esemplari tra i più apprezzati, precisando comunque che è possibile montare su paravento tutti gli arazzi d’arte della nostra ricca produzione.

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P730 Paravento “La verdure au lac” - cm 220 x 288 (87’’ x 114’’) P725 Paravento “La verdure au lac (P.M.)” - cm 146 x 195 (58’’ x 77’’)

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P750 Paravento “Le mai (P.M.)” - cm 146 x 185 (58’’ x 73’’) P755 Paravento “Le mai” - cm 199 x 240 (79’’ x 95’’)

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P765 Paravento “Le tournoi” - cm 208 x 227 (82’’ x 90’’)

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P795 Paravento “Portières les mois grotesques” Il numero dei pannelli può variare secondo la richiesta. Dimensioni di ogni pannello: cm 246 x 47 (97’’ x 19’’)

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P735 Paravento “Le bain” - cm 156 x 136 (62’’ x 54’’)

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Finito di stampare nel mese di Gennaio 2013 presso la Litostampa Mario Astegiano di Marene




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