Galassia Filosofia 2 - Sample

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cp. Galassia Filosofia 2 04/04/16 14.57 Pagina 1

Materiale di supporto e approfondimento per una didattica inclusiva su 20 autori della storia della filosofia 37 VIDEO • videopresentazioni biografiche • videolezioni di Sergio Givone • video tematici

SLIDE DI SINTESI

LINEE DEL TEMPO INTERATTIVE • contesti storici • filosofici • artistici • tecnico-scientifici

BRANI ANTOLOGICI AGGIUNTIVI

BULGARINI

Il Libro digitale è fruibile online, collegandosi al sito app.bulgarini.it, e su tablet, scaricando l’applicazione Bulgarini. È possibile accedere gratuitamente alla risorsa utilizzando il codice SIAE (con esclusione di lettere e zero iniziali) presente sul frontespizio.

Versione cartacea e digitale

Versione digitale

VOLUME 1 + CLIL • ISBN 978-88-234-3509-4

VOLUME 1 + CLIL • ISBN 978-88-234-3553-7

CLIL • ISBN 978-88-234-3552-0

VOLUME 2 • ISBN 978-88-234-3554-4

VOLUME 2 • ISBN 978-88-234-3550-6

VOLUME 3 • ISBN 978-88-234-3555-1

VOLUME 3 • ISBN 978-88-234-3551-3 COLLANA

Al volume 1 del corso è allegato in omaggio, oltre al CLIL, un volume a scelta della collana EuroSofia, progettata e diretta da Sergio Givone e Francesco Paolo Firrao. “Bello!” Un’introduzione all’estetica oggi • ISBN 978-88-234-3615-2 Comprendere per comunicare in lingua • ISBN 978-88-234-3619-0 Filosofia del cittadino • ISBN 978-88-234-3549-0 Antropologia filosofica • ISBN 978-88-234-3513-1 Prospettive sull’uomo (in preparazione) • ISBN 978-88-234-3622-0

GALASSIA FILOSOFIA

Proposte di adozione e vendita

Sergio Givone Francesco Paolo Firrao Massimo Menichetti

AUDIOANTOLOGIA • letture di opere integrali

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Sergio Givone Francesco Paolo Firrao Massimo Menichetti

GALASSIA FILOSOFIA Le vie del pensiero

Dal Rinascimento al Romanticismo

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Questo volume, sprovvisto del talloncino qui a lato, è da considerarsi SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n. 633, art. 2, lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-101978, N. 627, ART. 4, N.6). La messa in commercio di questo volume senza il talloncino triangolare è passibile di denuncia per evasione fiscale.

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CLIL FILOSOFIA

con video e testi inglese-italiano

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BULGARINI

Sergio Givone • Francesco Paolo Firrao • Massimo Menichetti

GALASSIA FILOSOFIA Le vie del pensiero

Dal Rinascimento al Romanticismo

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EDITORE BULGARINI FIRENZE

Copyright © 2015

Prima edizione marzo 2015

1

2

3

4

5

Ristampe 6 2020

2019

2018

2017

2016

2015

Finito di stampare per i tipi della Lito Terrazzi in Firenze

Testo conforme alle norme e avvertenze tecniche previste dal D.M. 7-12-’99 n. 547 Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale, o comunque per uso diverso da quello personale, possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail segreteria@aidro.org e sito web www.aidro.org

Casa Editrice Bulgarini – Via Petrolini, 8/10 – 50137 Firenze Tel. 055 61611 Fax 055 6161230

www.bulgarini.it – info@bulgarini.it


Indice

Capitolo 1

Il confronto con la tradizione

28

1. Il primo Umanesimo

28 28 29

La stagione dell’impegno La lezione degli antichi

Unità

1

La filosofia dell’Umanesimo e del Rinascimento

Rinascita e riaffermazione dei valori umani Umanesimo e Rinascimento Un dialogo tra passato e presente L’intellettuale umanista Invenzione e condanna del Medioevo

L’Umanesimo e la sua fioritura Alle origini della rinascita L’Umanesimo civile Il Rinascimento e i suoi frutti maturi La fine del Rinascimento

Interpretazioni del Rinascimento La tesi discontinuista La tesi continuista Le ambiguità del Rinascimento

21

22 22 23 23 23 24 24 24 25 25 26 26 27 27

2. Marsilio Ficino e il ritorno a Platone 30 Filosofia e religione 31 L’anima e la forza dell’amore 32 L’uomo microcosmo 32 3. La concordia filosofica: Giovanni Pico della Mirandola Il confronto con Ficino La «concordia filosofica»

4. Cusano e la dotta ignoranza I limiti della conoscenza umana Dio e il mondo

5. Pietro Pomponazzi e l’aristotelismo rinascimentale Il divorzio tra fede e ragione

In sintesi Antologia

33 33 34 35 35 36 37 37 39

Pico della Mirandola Cos’è l’uomo?

40

Esercizi

44

3


Indice Capitolo 2

In sintesi Antologia

71

Il Cinquecento in Europa

45

1. Una riforma della cristianità

45

Cos’è l’universo?

72

46

Esercizi

76

Giordano Bruno Erasmo da Rotterdam: uno spirito libero e provocatorio Martin Lutero: il libero arbitrio e la grazia divina L’opera riformatrice di Zwingli e di Calvino La risposta della cristianità cattolica

2. Montaigne e il ritorno dello scetticismo L’indagine sull’uomo

In sintesi Antologia

47 48 49

Capitolo 4 78

52

1. Il realismo politico

78

Niccolò Machiavelli e l’analisi scientifica della politica

53

Chi sono i veri barbari?

57

Esercizi

60

Analisi testuale

La politica come scienza Virtù e fortuna I compiti del principe

Il realismo di Francesco Guicciardini Jean Bodin: sovranità e tolleranza Giovanni Botero: religione e ragione di Stato

78 79 80 80 81 82 83

61

2. Il pensiero utopico L’isola che non c’è di Thomas More Campanella, La città del Sole

Capitolo 3

La filosofia della natura tra scienza e magia

77

La riflessione sulla politica nel Cinquecento

Montaigne

H.A. Oberman – Martin Lutero: un uomo tra Dio e il diavolo

E. Garin – La «rinascita» dei filosofi e della filosofia

50 51

Erasmo E se il vero sapiente fosse il folle?

Analisi testuale

62

In sintesi Esercizi

84 84 85 86 87

1. Il naturalismo rinascimentale

62 Alle origini della scienza moderna 62 Leonardo da Vinci: arte e tecnica 62 Ruolo e significato della magia 63 La filosofia della natura di Bernardino Telesio 64

2. Giordano Bruno: la religione della natura Ragione e magia Il copernicanesimo, l’infinito universo, il panteismo L’etica dell’«eroico furore»

3. Il naturalismo di Tommaso Campanella Religione e magia Conoscenza e metafisica

4

65 65 66 67 69 69 69

Temi in discussione Libertà, peccato e grazia

88

Erasmo da Rotterdam: in difesa del libero arbitrio umano Martin Lutero: il servo arbitrio

90 93

Realismo politico e pensiero utopico

96

Niccolò Machiavelli: la disincantata lezione della storia Thomas More: l’educazione alla felicità nel mondo di Utopia Tommaso Campanella: il sogno di una formazione permanente

Bibliografia

98 100 102 106


Indice Unità

2

La rivoluzione: scientifica

La macchina della natura Una nuova idea di scienza Il nuovo Prometeo Il confronto col pensiero rinascimentale

La concezione matematica del movimento Il moto dei corpi Il compito della scienza

La rivoluzione astronomica Nuove teorie astronomiche L’unificazione del mondo fisico Una rivoluzione nelle coscienze

L’esperienza e il metodo L’esperienza non è accumulo di memoria Esperienza e procedimento induttivo Il metodo sperimentale

107 108 108 109 109 110 110 111 111 111 111 112 112 112 112 113

Nel digitale

In sintesi Esercizi Analisi testuale P. Rossi – La nuova immagine della scienza e del filosofo naturale

129

1. Una moderna idea di scienza

129

2. La polemica contro la tradizione

130 130 131

Il sapere storico La storia della cultura umana

3. Il Novum Organum La «fatica» di conoscere Limiti e pregiudizi della mente umana La critica della logica ordinaria L’induzione baconiana

La celebrazione delle arti meccaniche Scienza e utopia: la Nuova Atlantide

La rivoluzione astronomica

114

1. Eliocentrismo e geocentrismo

114 114 116

Il cielo degli antichi La fisica celeste prima di Copernico

2. La rivoluzione di Copernico L’ipotesi eliocentrica La lezione degli antichi Un sistema coerente e armonico di calcolo

Una nuova matematica del cielo Moti apparenti, moti reali L’universo copernicano

3. Le cosmologie dopo Copernico: Brahe e Keplero La mediazione di Tycho Brahe Keplero e l’armonia dell’universo

117 118 119 119 119 119 121

128

Bacon e l’interpretazione della natura

4. La tecnica

Capitolo 1

127

Capitolo 2

Alla ricerca della forma Sapere è potere L’interpretazione della natura

Video – Dialoghi con gli Autori La rivoluzione scientifica e la filosofia

126

In sintesi Antologia

132 132 133 134 136 136 137 137 139 139 140 141

Bacon Esiste una conoscenza libera da pregiudizi?

142

Esercizi

145

Nel digitale Filosofia oltre la filosofia Metodo

122 122 123

5


Indice Capitolo 3

Galilei e la nascita della scienza moderna 1. Oltre gli schemi tradizionali Dalla medicina alla matematica Il periodo padovano

2. Il Sidereus Nuncius 3. Contro Aristotele: verso la definizione del metodo Interrogare la natura

4. La difesa di Copernico L’autonomia dell’indagine scientifica Il copernicanesimo: una teoria fisica

5. Il manifesto della nuova scuola scientifica: Il Saggiatore L’apparizione delle comete Il metodo galileiano

Capitolo 4 146 146 147 147 149 150 150 152 152 153

Newton e la fisica classica

169

1. Lo scienziato e l’uomo

169 170 171

Da Woolsthorpe a Cambridge e ritorno Una personalità complessa

2. Il capolavoro di Newton: i Principia 171 Una nuova concezione del mondo 171 L’opera 172 La meccanica razionale: il moto dei corpi 173 Le leggi del movimento 173 Il moto come status 173 Il calcolo integrale e differenziale (o delle flussioni) Moto dei corpi e meccanica dei fluidi

La gravitazione universale: il sistema del mondo

154 154 155

Il metodo e le sue regole La legge di gravitazione e Dio

3. Luce e colore 6. L’attacco finale alla cosmologia della tradizione 7. I frutti maturi del metodo L’accusa e l’abiura Il ritorno all’impegno scientifico degli ultimi anni

In sintesi Antologia

156 158 158 159 160

Le Lezioni di ottica I colori e la scienza

In sintesi Antologia

174 175 176 176 177 178 178 179 180

Newton Qual è l’ambito di verità della scienza?

181

Esercizi

183

Galileo Galilei Verità della scienza o verità della fede? Qual è il valore dell’esperienza?

161 164

Temi in discussione

Esercizi

167

Analisi testuale A. Koyré – Dal mondo del pressappoco all’universo della precisione

Esperienza e metodo nella scienza moderna

168

Nel digitale Videointroduzione biografica Slide di sintesi

Bacon: la fondazione di un nuovo sapere Bacon: l’interpretazione della natura Galilei: le sensate esperienze Galilei: la geometrizzazione della natura Newton: esperimenti, induzioni e ipotesi

Le leggi della natura Galilei: la misura e i principi del movimento Newton: il moto assoluto e le leggi del movimento

6

184 186 187 189 190 191 194 196 200


Indice Nel digitale

Il dubbio iperbolico e l’evidenza del cogito

Temi in discussione Il moto dei pianeti

Bibliografia Unità

3

Razionalismo e metafisica

Una rinascita a partire dall’«io» La perdita dei riferimenti

Descartes: il soggetto come nuovo baricentro Dal dubbio all’evidenza Dall’io a Dio Il dualismo Il razionalismo

La grande stagione della filosofia moderna L’eredità cartesiana Il razionalismo radicale di Spinoza Contro il meccanicismo Ragione e fede

Problemi vecchi e nuovi Mente e corpo Libertà o necessità delle azioni umane Il male e la bontà di Dio

4. Il dualismo: res cogitans e res extensa 202

Il dubbio metodico Menti e corpi La coscienza intellettuale L’anima

5. La veracità divina 203 204 204 205 205 205 205 206 207 207 207 207 208 208 208 209 209

Il salto metafisico: l’esistenza di Dio L’idea innata di Dio

6. Fuori dal dubbio: la realtà sensibile e corporea Sentire, immaginare, intendere L’errore e l’unione tra mente e corpo

219 221 221 222 223 224 225 225 226 228 228 229

7. La morale: il primato della ragione 230 Sentimenti, appetiti, passioni 230 Il sommo bene 232 La morale provvisoria 232 8. Il mondo e l’uomo La macchina del mondo La forma matematica della realtà La macchina del corpo umano

9. La ricezione di Descartes La posizione critica di Gassendi Arnold Geulincx e l’occasionalismo Nicolas Malebranche: in difesa del cristianesimo

233 233 234 235 237 237 237 238

Capitolo 1

Descartes e la scoperta della coscienza 1. L’io alla ricerca della verità Ricerca filosofica e autobiografia Gli anni della formazione

210 210 211 211

2. La scoperta del metodo

214

3. Dal dubbio al cogito

216 217 217 218

Il dubbio generico L’inganno dei sensi Finzioni dell’immaginazione

7


Indice In sintesi Antologia

239

Descartes Come garantire verità alla conoscenza? Possiamo dirci assolutamente certi di qualcosa? Com’è nato il mondo?

240 243 246

Esercizi

249

Analisi testuale J. Cottingham – Scienza e filosofia nell’epoca di Descartes

250

3. Sostanza, natura e Dio: la metafisica L’etica dimostrata con metodo geometrico Due capisaldi dello spinozismo: monismo e determinismo Dio, ossia la natura

4. L’uomo e la morale Rapporto mente-corpo Un itinerario di liberazione dalle passioni

257 257 258 259 261 261 262

5. Vivere in società: la politica

265

6. I diritti della coscienza: religione e tolleranza

266

Nel digitale Videointroduzione biografica Linea del tempo interattiva

Libertà di pensiero e inviolabilità della coscienza Critica delle religioni dogmatiche

Slide di sintesi Video – Dialoghi con gli Autori Il dubbio cartesiano e la legittimazione della scienza galileiana La rivoluzione scientifica e la filosofia L’analisi delle passioni umane nel pensiero di Descartes

7. Sull’ateismo in Spinoza

In sintesi Antologia

Video – Temi filosofici Mente e corpo

Audioantologia Prima meditazione (Meditazioni metafisiche) Seconda meditazione (Meditazioni metafisiche)

270 273

Esercizi

276

Analisi testuale R. Bodei – Passioni e nuova immagine dell’uomo in Spinoza

277

Capitolo 3

1. Una mente straordinariamente creativa

Capitolo 2

Tra censura e nascondimento

252

Filosofia e progetti politici Filosofo di corte Un’opera filosofica frammentaria

252 253

2. L’esistenza di Dio e la teodicea

2. La conoscenza: ragione e intuizione contro immaginazione 255 Verità e passioni umane 255 Gli uomini schiavi di pregiudizi 255 L’itinerario nella verità 256

Le dimostrazioni dell’esistenza di Dio Il migliore dei mondi possibili La presenza del male

3. Le verità di ragione e le verità di fatto I grandi principi dei nostri ragionamenti

8

269

Siamo esseri liberi? Chi o cosa è Dio?

Leibniz, l’avvocato di Dio

1. Vivere per la verità

268

Spinoza

Brani antologici Il modello matematico dell’intuizione e della deduzione (Regulae ad directionem ingenii) La veracità divina (Meditazioni metafisiche) La macchina del corpo umano (L’uomo) Passioni ed emozioni dell’anima (Passioni dell’anima)

Spinoza: le tentazioni del pensiero

266 267

278 278 279 280 281 281 281 282 283 285 285


Indice I paradossi della sostanza individuale La nozione di sostanza individuale Necessità assoluta e ipotetica

4. Le monadi, i veri atomi della natura Il dibattito sulla sostanza La monade è una forza immateriale Ogni monade è come un mondo intero Il rapporto tra l’anima e il corpo

5. La libertà e la responsabilità morale La vicenda di Sesto La scelta tra bene e male Una nozione problematica di libertà

286 286 287

Nel digitale

288 288 289 290 291

Bibliografia

Temi in discussione Certezza e verità Dio e il mondo

Unità

4 292 292 294 294

La nuova antropologia post-umanistica

La fine dell’antropocentrismo Il crollo delle illusioni

Pascal, Hobbes e Vico a confronto 6. La conoscenza: innatismo ed empirismo Esistono idee innate? Gli stimoli esterni e l’innatismo virtuale Le «piccole percezioni» inconsce

7. L’eredità di Leibniz

In sintesi Antologia

Nuove concezioni antropologiche

296 296 297 298

L’uomo, il metodo, le scienze Pascal e il mistero della natura umana Hobbes: per una scienza della politica Vico: per una scienza della storia

322

323 324 324 325 325 326 326 326 326

299 301

La complessità della dimensione umana 327 La ragione 327 La società 327

Leibniz Se Dio c’è, perché esiste il male?

302

Esercizi

305

Pascal: la vita riflessa nel pensiero

Temi in discussione Libertà o necessità delle azioni umane

Capitolo 1

1. Una vita, un modello di lotta

328 328 329 329

Descartes: in difesa della libertà Spinoza: in difesa della necessità Leibniz: tra libertà e necessità

306 308 309 311

Mente e corpo

314

Descartes: due sostanze distinte, in interazione tra loro Gassendi contro la distinzione mente-corpo L’occasionalismo di Geulincx Il parallelismo in Spinoza Leibniz: l’armonia prestabilita

Il dibattito sull’esistenza del vuoto Una moderna concezione della verità

330 331 331 331

316 317 318 319 320

La vocazione religiosa e la polemica con i gesuiti Gli ultimi anni

333 335

Un genio matematico I primi studi La geometria, la meccanica e la prima conversione

La fisica e la riflessione sul metodo

2. La ragione, il cuore e la condizione umana I limiti della conoscenza Miseria e grandezza dell’uomo

336 336 337 9


Indice 3. Superbia, disperazione e riscatto dell’uomo I limiti della filosofia La destinazione ultima dell’uomo Una ragionevole speranza

4. La verità del cristianesimo Tre tipi di uomini Il messaggio del cristianesimo La vera religione

In sintesi Antologia

Forma di Stato e forme di governo

339 339 340 340

In sintesi Antologia

344

Siamo liberi di scegliere? Perché devo obbedire?

372 375

Esercizi

380

Analisi testuale T. Magri – Hobbes e il patto di unione

381

Perché credere? Potrà mai esserci giustizia in questo mondo?

345 348

Esercizi

351

Analisi testuale A. Bausola – Il metodo pascaliano

352

353

1. Hobbes e il Leviatano

353 353 354

3. Il problema della conoscenza La conoscenza e la certezza scientifica La centralità del linguaggio

4. Materialismo e determinismo Il meccanicismo universale La negazione del libero arbitrio

Nel digitale

Slide di sintesi

Vico e le meraviglie della storia

382

1. La fatica di essere uomini

382

I primi studi e il confronto con la cultura del tempo

355 355 356 356

2. La riflessione su metodo, verità e conoscenza

357 357 358

3. La scienza della storia

360 360 361

5. Dallo stato naturale allo Stato civile 363 L’uomo nello stato di natura 363 Hobbes e il giusnaturalismo 363 Bellum omnium contra omnes 363 Le leggi di natura 364 La nascita dello Stato 365 Il patto comune 365 10

Hobbes

Capitolo 3

Hobbes: l’uomo e lo Stato

I primi anni: gli studi, i viaggi L’esilio volontario Il ritorno in patria

371

Videointroduzione biografica

Capitolo 2

2. Una vita movimentata

Il potere del Leviatano Il cittadino e lo Stato Stato e società Stato e Chiesa

365 368 368 369 369 369

341 341 342 343

Pascal

La nascita della moderna filosofia politica Il pessimismo antropologico

Qualità e limiti dello Stato

I diversi metodi della verità Vero è ciò che si fa

L’opera della vita: la Scienza nuova L’oggetto della storia Le età della storia Corsi e ricorsi

4. La sapienza poetica Una sapienza radicata nel corpo Il lavoro della poesia

In sintesi Antologia

382 383 383 384 386 386 388 389 389 391 391 391 393

Vico Come si diventa uomini?

394


Indice Esercizi

397

La svolta filosofica di Locke

Nel digitale Video – Dialoghi con gli Autori Giambattista Vico: l’uomo e la storia

1. Un sapere critico di lunga gestazione Locke e il suo tempo I maestri di Oxford Gli anni londinesi L’esilio, il rientro in patria, la morte

Temi in discussione Scienza della natura e scienza dell’uomo Pascal: spirito di finezza e spirito di geometria Hobbes: vero è ciò che si fa Vico: la scienza nuova, la storia

L’uomo Pascal: la ricerca di una perduta felicità Hobbes: la macchina desiderante Vico: il farsi storico dell’animale sociale

398 400 402 404 406 408 410 412

Nel digitale

2. L’origine della conoscenza L’intelletto osserva se stesso Non esistono idee innate Genesi delle idee

3. L’inconoscibilità della sostanza I tre tipi di idee complesse Idee di modo Idee di relazione Idee di sostanza

Le idee generali e il nominalismo lockiano

Temi in discussione La società umana: legge, giustizia e potere La Rivelazione, la Chiesa, la provvidenza

Bibliografia

Capitolo 1

4. Limiti e confini della conoscenza umana 414

Natura e gradi della certezza I limiti della conoscenza certa La conoscenza probabile e la fede

5. Il pensiero politico: libertà e tolleranza Unità

5

L’empirismo inglese

Una crisi epistemologica La rivincita del dubbio

La svolta empirista: Locke Contro l’innatismo Il criterio del senso e i confini della conoscenza Critica dell’idea di sostanza

Gli sviluppi dell’empirismo: Berkeley e Hume Berkeley: il mondo come apparenza Hume: abitudine e credenza Il secolo della filosofia britannica

415

416 416 417 417 418 418

Il padre del liberalismo Libertà di coscienza e tolleranza

In sintesi Antologia

420 420 420 421 421 422 423 423 424 425 426 426 427 427 428 429 431 431 433 433 435 435 436 438

Locke Qual è l’origine della conoscenza umana? Qual è il fondamento dello Stato?

439 442

Esercizi

445

Analisi testuale C.B. Macpherson – Locke e la teoria del diritto di proprietà

446

418 418 419 419

11


Indice Capitolo 2

Berkeley: empirismo e spiritualismo 1. Filosofia e apologetica I «filosofi minuti» La risposta di Berkeley

Capitolo 3

Hume e la scienza della natura 447 447 448 449

2. Un uomo di scienza e di Chiesa

449

3. L’immaterialismo

450

1. Un pensatore straordinariamente precoce La formazione La «nuova scena di pensiero» Un maestro dell’Illuminismo

2. La natura umana: l’intelletto Uno sviluppo coerente e radicale della filosofia moderna Esse est percipi Il regno degli spiriti

4. Scienza e metafisica

450 452 454

Limiti e ambiti della scienza La metafisica

455 455 456

In sintesi

457

Nel digitale Filosofia oltre la filosofia Illusione

Impressioni e idee Memoria e immaginazione

3. Il problema della conoscenza: la relazione di causa-effetto Idee e fatti Analisi critica del principio di causalità

4. L’etica: la ragione schiava delle passioni L’analisi delle passioni Le distinzioni morali Il ruolo della simpatia Abitudine e potere

5. La religione e il naufragio della teologia L’impossibile religione razionale L’origine della credenza religiosa

In sintesi Antologia

459 459 460 460 461 462 462 464 465 465 466 469 469 470 471 472 474 474 476 477

Hume Perché fidarci del principio di causalità? Cos’è la virtù, cos’è il vizio?

478 481

Esercizi

483

Nel digitale Videointroduzione biografica Slide di sintesi Filosofia oltre la filosofia Uomo

12


Indice Temi in discussione Apparenza e realtà

Unità

484

Locke: idee e realtà 486 Berkeley: la verità come coerenza percettiva 487 Hume: lo scetticismo e la credenza 491

Il sé e l’identità personale

494

Locke: l’ipotesi della thinking matter e l’identità come ricordo di sé Berkeley: in difesa della sostanzialità dell’io Clarke: unità e indivisibilità della coscienza Hume: l’io come finzione

496 498 499 500

Nel digitale Temi in discussione Il criterio del senso I sensi e l’intelletto

Bibliografia

6

La filosofia dell’Illuminismo

I lumi di un’epoca Una filosofia militante La ragione illuminista La circolazione delle idee Protagonisti e temi dell’Illuminismo

504 504 505 506 507

Capitolo 1

Inghilterra: la culla dell’Illuminismo 1. Critica della religione e deismo

502

503

I liberi pensatori e la critica ai misteri Newton e il suo circolo: in difesa di una religione naturale L’alleanza tra scienza e fede: Samuel Clarke

2. L’analisi della morale Shaftesbury: la «teoria del sentimento morale» Hutcheson: senso morale e utilitarismo

3. La riflessione sulla società Mandeville e la favola delle api Smith: simpatia e liberismo economico

In sintesi Esercizi

508 508 509 510 510 512 512 513 514 514 515 517 518

Capitolo 2

La Francia, centro di irradiazione dei lumi 1. Il libertinismo e Pierre Bayle

519 519

2. Voltaire: l’emblema di un secolo

519 520 522

La diffusione del pensiero inglese

522

L’empirismo inglese contro la metafisica cartesiana Il deismo secondo il modello newtoniano

522 523

Un precursore dell’Illuminismo La critica alla teologia

13


Indice La conoscenza storica e l’idea del progresso Dio e il problema del male La collaborazione all’Encyclopédie

3. Montesquieu: leggi, governi e società Il potere politico e i suoi limiti

4. L’Encyclopédie: una voce potente per le nuove idee D’Alembert: l’eredità di Locke e Newton Diderot: ironia e filosofia La pubblicazione dell’Encyclopédie Quesnay e la fisiocrazia

5. Sensismo e materialismo Il sensismo radicale di Condillac La Mettrie: il materialismo integrale Helvétius: sensismo e utilitarismo D’Holbach: materialismo e ateismo

In sintesi Antologia

523 525 526 528 528 530 530 531 532 533 534 534 535 536 537 538

4. La rottura con i philosophes e con Ginevra La scelta della solitudine e la difesa dell’ottimismo Il romanzo epistolare: la Nuova Eloisa Il confronto sulla madrepatria, Ginevra

5. L’ottimismo antropologico dell’Emilio

554 554 555 556

L’originaria bontà dell’uomo

556 557 558 558 559

6. La solitudine prima del trionfo postumo

560

Un romanzo pedagogico La religione del cuore L’amore e la differenza sessuale

In sintesi Antologia

561

Rousseau Che cos’è la democrazia? Come crescere persone migliori?

562 565

Esercizi

567

Voltaire Meglio una o più «verità»?

539

Esercizi

543

Capitolo 4

I lumi in Europa

1. La riflessione in Italia sull’economia, la politica e il diritto 568

Capitolo 3

Lo sguardo intenso di Rousseau

545

1. Un’esistenza disordinata e travagliata

545

2. Natura e cultura: il primo Discorso 547 Il Discorso sulle scienze e sulle arti 547 1750: l’anno del successo 548 3. Il pensiero politico: dal secondo Discorso al Contratto sociale Il decennio più fecondo: 1753-1762 Il Discorso sull’origine e i fondamenti della diseguaglianza Il simbolo di un’epoca: il Contratto sociale I principi del Contratto sociale Gli effetti del Contratto

14

568

548 548 549 550 551 553

L’Illuminismo napoletano L’Illuminismo milanese Cesare Beccaria I fratelli Verri e l’esperienza del «Caffè»

2. Le voci della ragione dalla Germania La filosofia del diritto: Thomasius Ragione e sistema: l’influenza di Wolff La nascita dell’estetica: Baumgarten La complessa riflessione di Lessing

In sintesi Antologia

568 569 569 571 572 572 573 573 574 576

Beccaria È giusto che lo Stato uccida un cittadino?

577


Indice Esercizi

581

Unità

7

Nel digitale Filosofia oltre la filosofia Potere

Il criticismo di Immanuel Kant

La «rivoluzione» di un tranquillo professore di Königsberg Una verità umana

Temi in discussione Deismo e ateismo Voltaire: il deismo Rousseau: «il culto del cuore» D’Holbach: l’ateismo

Tolleranza e libertà di pensiero Bayle: per una tolleranza universale Locke: fondamenti e limiti della tolleranza Collins: il manifesto della libertà di pensiero Voltaire: contro la superstizione e la presunzione umane Lessing: tolleranza, amore e carità

Il criticismo 582 584 586 587 590 592 593 595 596 598

Fondamenti e limiti del sapere umano

Kant e il suo laboratorio filosofico 1. L’uomo, l’insegnante, il filosofo La famiglia e Königsberg Un insegnante brillante Le fasi del pensiero kantiano

2. Gli scritti precritici

Temi in discussione La storia, il progresso, la perfettibilità del genere umano Il governo e lo Stato

Bibliografia

601

604 604 605 605

Capitolo 1

Altri scritti della maturità

Nel digitale

603

Kant e i suoi interlocutori Le opere scientifiche Il confronto con la metafisica Il confronto con la filosofia inglese «Visionari» e metafisici La Dissertazione del 1770 Gli anni del silenzio

606 606 607 607 608 610 610 610 611 612 613 614 614 615

Nel digitale Videointroduzione biografica Linea del tempo interattiva Slide di sintesi Video – Dialoghi con gli Autori Immanuel Kant e la filosofia dell’età moderna

15


Indice Capitolo 2

Critica della ragion pura: scienza e metafisica 1. Il vecchio e irrisolto problema della metafisica Il problema del fondamento delle scienze Empiristi contro razionalisti «Il tribunale della ragione»

2. I giudizi sintetici a priori e la filosofia trascendentale

Nel digitale Slide di sintesi

616 616 617 617 617

Video – Dialoghi con gli Autori Qual è il rapporto di Kant con la metafisica?

Capitolo 3

Critica della ragion pratica: moralità, religione, diritto, storia

618 618 620 621 623

1. La moralità

3. L’architettura dell’opera

623

4. L’Estetica trascendentale

625 625 626

2. L’analisi della moralità: leggi e massime

La classificazione dei giudizi L’importanza dei giudizi sintetici a priori Una rivoluzione copernicana La filosofia trascendentale

Le forme a priori della sensibilità Fenomeno e noumeno

Il dovere L’intenzione Il male radicale L’organo della moralità

Gli scritti morali L’architettura della seconda Critica

Analitica della ragion pura pratica

5. L’Analitica trascendentale: l’Analitica dei concetti

Le caratteristiche delle massime

628 L’intelletto e il giudizio 628 Concetti puri e impuri 628 L’esposizione metafisica delle categorie 629 La deduzione trascendentale delle categorie 631

6. L’Analitica trascendentale: l’Analitica dei principi Lo schematismo La legislazione dell’intelletto

7. La Dialettica trascendentale L’anima: un paralogismo Il mondo: le antinomie La problematica idea di Dio L’uso regolativo delle idee

In sintesi Antologia

3. La natura della moralità: il dovere Gli imperativi ipotetici Gli imperativi categorici

654 654 655 657 658 658 658 658 659 660 661 662 662 663

4. Il fondamento del dovere: la libertà 665 634 634 636

5. La Dialettica della ragion pratica

637 638 639 641 643

6. Religione, diritto, storia

644

Il primato della ragion pratica La fede razionale pratica

Moralità e religione Diritto e politica Il progresso e la pace

In sintesi Antologia

666 667 668 668 668 669 671 673

Kant

Perché so quello che so? Può davvero essere dimostrata l’esistenza di Dio?

646

Qual è il fine dell’esistenza umana? Potrà mai esserci un mondo senza guerre?

674 676

649

Esercizi

679

Esercizi

652

Kant

16

Le caratteristiche delle leggi

654

Analisi testuale N. Bobbio – La riflessione kantiana su moralità e legalità

680


Indice Il male e la teodicea

Nel digitale Slide di sintesi Brani antologici I postulati della ragion pratica (Critica della ragion pratica) Audioantologia Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo

702

Voltaire e la critica dell’ottimismo leibniziano 704 L’irrinunciabile speranza: la replica di Rousseau a Voltaire 705 Kant: il fallimento della teodicea e la fede morale 707 Nel digitale Temi in discussione Razionalismo, empirismo, criticismo Il fondamento della morale

Capitolo 4

La Critica del Giudizio: il bello, il sublime, la finalità

681

1. Il sentimento e la finalità

681

2. Il bello e il sublime

683 683 684 686 687

La rivoluzione estetica di Kant Il giudizio di gusto e l’analitica del bello Analisi del sublime L’arte umana

3. Critica del giudizio teleologico Finalità oggettiva formale Finalità oggettiva materiale

688 688 688 689

Scopo ultimo e scopo finale: metodologia del giudizio teleologico

689

Classificazione dei giudizi teleologici

In sintesi Antologia

Bibliografia Unità

8

La stagione dell’idealismo

La filosofia del Romanticismo Il problema della cosa in sé Una filosofia dell’assoluto

Idealismo e cultura romantica Il Romanticismo e le sue origini Tematiche romantiche Una filosofia della libertà

710

711 712 712 713 714 714 714 715

691

Capitolo 1

Kant Perché pretendo che piaccia a tutti?

692

Il Romanticismo tedesco

Esercizi

695

1. L’età di Goethe e la gestazione del Romanticismo

Nel digitale

Herder e la storia Goethe e la natura Schiller e l’estetica

Slide di sintesi Video – Temi filosofici Mondo interno e mondo esterno

2. La cultura romantica L’idealismo, la filosofia del Romanticismo

Temi in discussione Spazio e tempo

696

Spazio e tempo nella controversia tra Leibniz e Clarke L’idealità di spazio e tempo in Kant

698 699

Contro l’astratta ragione illuminista Anelito e nostalgia La storia e i suoi protagonisti La religione La vita della natura L’arte e il genio

Schlegel e l’essenza del romantico

716 716 717 717 718 720 720 720 721 721 722 722 722 723 17


Indice Novalis e la romantizzazione del mondo Hölderlin e il tutto della natura

724 724

In sintesi Esercizi

726

Analisi testuale S. Givone – La rivoluzione romantica e la concezione dell’arte

727 728

Capitolo 2

Fichte: il difensore della libertà

729

1. Un complesso itinerario filosofico

729

2. I principi della dottrina della scienza L’io infinito Il primo principio Il secondo principio Il terzo principio

Capitolo 3

Schelling: il filosofo dell’assoluto

754

1. Un pensiero in continua evoluzione

754

2. Dalla revisione del sistema fichtiano alla filosofia della natura 755 Verso il superamento della filosofia fichtiana 755 La filosofia della natura 756 La natura come totalità vivente 756 Critica del concetto fichtiano di natura 757 La natura: organizzazione e sviluppo 757 3. L’idealismo trascendentale

730 730 732 733 733

La filosofia teoretica Attività ideale e attività reale Le tre epoche dell’io

La filosofia pratica e la conquista dell’assoluto La storia

3. La conoscenza

735

4. La morale e la libertà

738 738 739

Il primato dell’agire sul conoscere L’idealismo etico

5. Il pensiero politico Lo Stato come male necessario Revisione della teoria dello Stato La nazione tedesca

6. L’io e l’assoluto Le revisioni della dottrina della scienza La concezione della storia

In sintesi Antologia

740 740 741 742 743 743 745 746

Fichte Cosa vuol dire essere un idealista? Che cos’è l’assoluto?

747 750

Esercizi

753

Nel digitale Filosofia oltre la filosofia Uomo

18

L’arte

4. La filosofia dell’identità Il problema dell’origine del finito

758 758 758 759 760 760 760 762 762


Indice 5. Per una filosofia della libertà 6. La filosofia negativa Dio come possibilità e realtà Una nuova dottrina delle potenze

7. La filosofia positiva La filosofia della mitologia La filosofia della Rivelazione

In sintesi Antologia

764 766 766 766 768 769 770 772

Che cos’è la natura? Com’è possibile la verità?

773 775

Esercizi

778

Capitolo 4

La sintesi idealistica di Hegel

779

1. Un filosofo professore

779 780

2. La dialettica e il sistema Una filosofia circolare e concentrica Il movimento dialettico e la verità

Lo spirito soggettivo Lo spirito oggettivo Il diritto astratto La moralità L’eticità La sintesi dell’eticità: lo Stato

8. La filosofia della storia L’astuzia della ragione Le epoche della storia

9. Lo spirito assoluto

Schelling

Una filosofia dell’assoluto

7. La filosofia dello spirito

781 783 783

L’arte: l’intuizione sensibile dell’assoluto La religione: l’assoluto come rappresentazione La filosofia: l’assoluto nella forma del concetto

In sintesi Antologia

799 800 801 801 801 802 803 805 805 807 807 807 810 810 812

Hegel Io o l’altro? Qual è il compito della filosofia?

813 817

Esercizi

820

Nel digitale Videointroduzione biografica

3. Hegel e i suoi interlocutori

786

Slide di sintesi

4. La Fenomenologia dello spirito

787 787 788 788 789 789 791

Video – Dialoghi con gli Autori Qual è il significato più profondo della dialettica hegeliana?

La coscienza L’autocoscienza La figura dialettica del signore e del servo La coscienza infelice

La ragione Lo spirito, la religione, il sapere assoluto

5. La definizione del sistema: la logica 792 L’idea pura 793 Partizioni e categorie logiche 794 La dottrina dell’essere 794 La dottrina dell’essenza 794 La dottrina del concetto 795 6. La filosofia della natura L’idea alienata I gradi dialettici

796 796 797

Filosofia oltre la filosofia Illusione Brani antologici Lo sviluppo dello spirito (Fenomenologia dello spirito) La logica e la contraddizione (Enciclopedia delle scienze filosofiche) La filosofia della natura (Enciclopedia delle scienze filosofiche) Lo Stato: la realtà dell’idea etica (Lineamenti di filosofia del diritto) L’assoluto e la filosofia (Enciclopedia delle scienze filosofiche) Audioantologia Autonomia e non autonomia dell’autocoscienza – Signoria e servitù (Fenomenologia dello spirito)

19


Indice Temi in discussione Il genio e la verità dell’arte Shiller: bellezza e umanità Schlegel e Novalis: la poesia romantica Schelling: l’arte organo supremo dell’assoluto Hegel: verità e «morte» dell’arte

Stato e nazione: i protagonisti della storia Herder: il significato delle epoche storiche Fichte: popolo e nazione Hegel: il tribunale della storia

822 824 825

Filosofia oltre la filosofia

843

(S)Ragione

844

Motivi di meraviglia

845 845

Le molte voci della psiche

827 829

832 834 835 838

Enigmi filosofici I filosofi e l’«irrazionale» Rapporti di forza tra ragione e desiderio Ragioni e passioni all’origine della società L’enigma della violenza

Intersezioni tra filosofia e scienze

Per leggere il mondo contemporaneo

Temi in discussione Il sapere e l’assoluto Filosofia e religione

Bibliografia

841

861

NEUROSCIENZE – Gli errori di Descartes

visti da un neuroscienziato Nel digitale

850 850 851 854 857

861

La morale nel cervello Dibattiti sull’origine dell’intelligenza

864 864 866

Bibliografia

869

Libertà

870

Motivi di meraviglia

871

Volere e non volere: il conflitto intrapsichico 871

Enigmi filosofici La facoltà deliberativa e la differenza specifica tra uomo e animali La servitù volontaria Illuminismo e condizione di minorità

Intersezioni tra filosofia e scienze

875 875 876 878 881

NEUROSCIENZE – Decidiamo di agire

prima di essere consapevoli? BIOLOGIA – Il burattinaio dentro il corpo

Per leggere il mondo contemporaneo Cibernetica e libertà delle macchine Bisogni veri e bisogni falsi nelle società industriali avanzate

Bibliografia

20

881 883 885 885 886 888


Unità

1 La filosofia dell’Umanesimo e del Rinascimento

1

Il confronto con la tradizione

2

Il Cinquecento in Europa

3

La filosofia della natura tra scienza e magia

4

La riflessione sulla politica nel Cinquecento

Antologia Temi in discussione


La filosofia dell’Umane Oxford Londra

O CEANO A TLANTICO

Rotterdam

Parigi

Basilea Zurigo Ginevra Milano Padova Pavia Venezia Mantova Ferrara Bologna Genova Firenze Urbino

Roma Napoli

Cosenza

M AR M EDITERRANEO

Q

uello che rinasce, che si riafferma, che si esalta, non è solo il mondo dei valori antichi, classici, greci e romani, a cui si ritorna programmaticamente. Il risveglio culturale, che caratterizza fino dalle origini il Rinascimento, è innanzitutto una rinnovata affermazione dell’uomo, dei valori umani, nei vari campi: dalle arti alla vita civile. E. Garin, L’uomo del Rinascimento, p. 2

22

Rinascita e riaffermazione dei valori umani Umanesimo e Rinascimento

La «rinnovata affermazione dell’uomo, dei valori umani nei vari campi: dalle arti alla vita civile», di cui parla Eugenio Garin (19092004), filosofo italiano e storico della filosofia tra i più autorevoli studiosi dell’Umanesimo e del Rinascimento, comincia in Italia tra Trecento e Quattrocento, per poi fiorire in tutta Europa nel Cinquecento. Nasce come amore per i testi, per le lettere classiche latine e greche, e si consolida affermando ed esaltando in tutti i settori della cultura il ruolo e il posto dell’uomo nella società e nella natura. Per «Umanesimo» si intende perciò solitamente quel fenomeno di risco-


esimo e del Rinascimento perta degli antichi che attraversa tutto il periodo e che dà avvio, in particolare, a una riflessione critica sulla tradizione letteraria e filosofica; mentre col termine «Rinascimento» si indica, con più precisione, la nascita, avvenuta compiutamente nella prima metà del Cinquecento, di una nuova visione del mondo con l’estendersi dello spirito critico all’indagine sull’uomo e sulla natura. Alla concezione medievale dell’uomo e dell’universo, che trovava nel racconto biblico e nella tradizione cristiana il suo principio e la sua spiegazione, subentra allora la scoperta della centralità e dell’infinito valore dell’essere umano grazie alla sua capacità di costruire se stesso, di agire nelle istituzioni sociali, di conoscere e dominare la natura, di rapportarsi direttamente a Dio. L’Umanesimo e il Rinascimento coprono dunque un lungo periodo ricco di cambiamenti e di eventi storici e culturali epocali, quali la caduta di Costantinopoli (1453), la scoperta dell’America (1492), la riforma protestante, l’invenzione della prospettiva e della stampa, la formulazione della dottrina copernicana (1543). È un’ampia stagione storica non priva di contraddizioni: accanto alle grandi opere artistiche, letterarie e filosofiche dell’ingegno umano, insieme alle importanti scoperte geografiche dell’epoca, scorre anche il sangue legato alle sofferenze e alle lacerazioni portate dalle guerre di predominio e di religione in Europa e dalla conquista del Nuovo Mondo.

Un dialogo tra passato e presente

Il risveglio culturale, che dà unità a questo lungo e controverso periodo, comincia dall’opera di alcuni uomini per i quali il ritorno alle antichità classiche greche e latine divenne uno strumento di emancipazione e di crescita, di affermazione di libertà e creatività in una realtà che ai loro occhi stava cambiando o doveva cambiare. Significò anzitutto amare un mondo lontano di parole e di opere non più frequentate, un modello di perfezione da cui i secoli più vicini, a loro avviso, avevano allontanato le lettere e le arti. Ammirarono e imitarono le opere degli antichi per i valori e gli ideali di «umanità» che contenevano e per la straordinaria capacità che esse avevano di dialogare col presente. Di questo amore, spinto fino alla venerazione, una delle tante testimonianze esemplari è la lettera che lo storico e letterato fiorentino Niccolò Machiavelli scrisse il 10 dicembre del 1513 all’amico Francesco Vettori: egli racconta di come, alla sera, una volta conclusi tutti

gli impegni della giornata, si prepari all’appuntamento per lui più atteso, quello che maggiormente lo onora e lo gratifica, ovvero il dialogo immaginario con gli antichi, attraverso la lettura dei loro libri, muovendo a questi domande e cercando in essi risposte, immergendosi così interamente in questa attività da scordare ogni noia, fatica e dolore, fino a liberarsi persino dagli affanni e dai timori della vita mortale. Con le sue parole Machiavelli testimonia che l’antico non fu letto nostalgicamente come un’epoca irripetibile, bensì fu meditato alla luce della sua attualità e avvertito come carico di futuro, perché intriso di valori umani universali e intramontabili. Questo slancio ideale condusse uomini come Poggio Bracciolini, Lorenzo Valla, Leon Battista Alberti a una ricerca appassionata dei testi classici, alla scoperta di biblioteche, di autori non più conosciuti da molto, troppo tempo. Si cominciò a leggere anche filosofi fino a quel momento dimenticati come Epicuro e Lucrezio, il cui poema De rerum natura fu riscoperto da Bracciolini nel 1418.

L’intellettuale umanista

Per indicare i protagonisti di questo rinato amore per l’antichità si utilizzò, già nel Quattrocento, il termine di «umanisti», di cultori appunto delle humanae litterae, degli studia humanitatis – secondo una formula di Cicerone (106-43 a.C.) – ossia delle lingue, dei valori e degli ideali antichi greci e romani. Il termine proveniva dal nome con cui si indicava il magister universitario delle arti liberali, ossia grammatica, retorica, storia, filosofia e poesia. Ma l’umanista non fu, almeno inizialmente, una figura collegata alle università del tempo: gli studia humanitatis costituirono piuttosto l’orizzonte mentale di un genere nuovo di intellettuale, spesso un uomo politico, un diplomatico, attivamente impegnato nella società, nella città, nello Stato o alle corti di signori, principi e sovrani, in qualità di consigliere, letterato, artista.

Invenzione e condanna del Medioevo

Gli umanisti concepirono la loro riflessione come un momento di rottura rispetto alla cultura ufficiale, dominante del loro tempo, erede di un’epoca, che aveva corrotto le lettere e il sapere, allontanandole dai classici. Nel risalire all’origine di questa decadenza fu inventata la categoria storiografica di «Medioevo», età di mezzo, utiliz-

23


La filosofia dell’Umane zata già dall’umanista Flavio Biondo (1392-1463) per indicare quel lungo lasso di tempo che distanziava dagli amati autori classici. Si misero sempre più in discussione alcuni dei presupposti sui quali il mondo e la cultura medievali si erano eretti: Aristotele come fonte filosofica indiscussa della verità; i testi sacri e gli scritti dei Padri della Chiesa come canoni esclusivi di formazione umana sui quali misurare qualsiasi sapere morale e naturale. Si presero le distanze dalla stessa figura di intellettuale medievale, ossia dal maestro impegnato in dispute dialettiche ritenute sterili e verbose; si sperimentò un nuovo metodo pedagogico, che vide negli studia humanitatis il momento più alto di formazione civile e culturale dell’individuo; si aprirono luoghi diversi di formazione e di elaborazione culturale, come, ad esempio, accademie e cenacoli. Ma la condanna del Medioevo, della sua cultura e del suo stile di vita permise inoltre agli umanisti di percepire i classici nella loro distanza storica, ovvero di concepire la necessità di instaurare con essi un dialogo fondato sulla loro debita collocazione nel loro tempo e nei loro luoghi. Emerse così l’esigenza di dotarsi di strumenti critici di analisi storica e linguistica idonei a ricostruire la testimonianza autentica degli autori classici, a ridare finalmente e direttamente la parola anche ad Aristotele, per liberarla dalla dimensione di verità eterna e assoluta e per coglierla invece più correttamente nel contesto di una riflessione maturata nell’Atene del IV secolo a.C. Per Garin la nascita di una simile coscienza storica costituirebbe persino l’essenza stessa dell’Umanesimo. Divenne dunque inevitabile un superamento della cultura medievale, colpevole, secondo gli umanisti, di non aver compreso i classici e di averli al contrario utilizzati in maniera distorta, leggendoli alla luce della verità cristiana della Rivelazione e della tradizione patristica e scolastica: si trattava adesso di avviare una rilettura di quei testi, riconsegnandoli al loro tempo, interpretandoli nella loro lingua, senza mediazioni o commenti di sorta, correggendo i possibili errori dei copisti mediavali. Nacque così la filologia, la disciplina che ha proprio lo scopo di ricostruire un testo in una forma quanto più possibile vicina all’originale. Grande maestro di questa neonata scienza fu Lorenzo Valla, forse la figura di maggior spicco della prima generazione di umanisti. Grazie al rigore del suo approccio metodologico, egli fu in grado, ad esempio, di confutare l’autenticità della cosiddetta donazione di Costantino, il documento su cui per secoli la Chiesa romana aveva fondato la legittimità del suo potere temporale.

24

L’Umanesimo e la sua fioritura Alle origini della rinascita

L’Umanesimo fu senza dubbio un fenomeno lentamente preparato dallo sviluppo economico e commerciale delle città europee, che già nel corso dei secoli XIII e XIV si erano affermate come realtà capaci di sovvertire gerarchie, mentalità, consuetudini consolidatesi nel tempo: in esse si erano imposti nuovi mestieri e lavori; erano maturate differenti organizzazioni della vita sociale e politica; erano sorti ceti dirigenti di origine borghese. Per l’Italia, culla del Rinascimento, il Quattrocento fu poi un momento di grande vitalità e crescita, in particolare per città come Venezia, Milano, Genova e Firenze. E fu anche un’epoca di importanti trasformazioni politiche: le lotte interne ai Comuni italiani per il potere si erano infatti per lo più risolte con la formazione di Signorie locali; mentre le guerre per il predominio territoriale avevano oramai configurato il sorgere di veri e propri Stati regionali. In questo passaggio, la cultura e l’arte divennero sempre più i segni distintivi di un’acquisita posizione sociale e di potere. Furono anzitutto i nuovi ricchi, i grandi mercanti, infatti, a promuovere un’imponente opera di mecenatismo; in seguito sarebbero stati direttamente i principi e le casate ascese al potere – i Medici a Firenze, i Visconti e gli Sforza a Milano, i Montefeltro a Urbino, i Gonzaga a Mantova, gli Este a Ferrara, lo stesso papato a Roma, Alfonso d’Aragona detto il magnanimo (1442-1458) a Napoli – a sostenere artisti e letterati di grandissimo valore, capaci di dare lustro e magnificenza alla corte.

L’Umanesimo civile

All’inizio, però, nel passaggio tra Trecento e Quattrocento, il ritorno agli antichi prese avvio nella specifica forma dell’impegno civile, attivo e diretto. In una fase storica di intensa vitalità politica fu a Firenze, sotto le insegne delle istituzioni repubblicane, governate e gestite da ceti di origine borghese, che il movimento umanista iniziò a prendere coscienza di sé. Figure di riferimento e maestri delle successive generazioni di umanisti furono Coluccio Salutati e Leonardo Bruni, entrambi cancellieri della Repubblica fiorentina, intellettuali e uomini politici al contempo. Dopo questa prima stagione maturata all’insegna dell’impegno politico, la rinascita umanistica si conso-


esimo e del Rinascimento lidò nel corso del Quattrocento nelle corti di principi e signori locali, per poi irradiarsi sempre più in tutta Europa, fino a spostare anche l’asse di riferimento dall’Italia ad altre città europee e alle corti delle neocostituite monarchie nazionali in Francia, Inghilterra, Spagna e Portogallo.

Il Rinascimento e i suoi frutti maturi

Il poderoso lavoro di rinvenimento di testi antichi e di analisi critica e filologica era nel frattempo continuato, costituendo l’esercizio costante e consueto di umanisti della generazione successiva all’Alberti e al Valla, tra i quali Angelo Poliziano, Marsilio Ficino, traduttore di Platone, Pietro Pomponazzi, il quale tentò di ricostruire le varie interpretazioni di Aristotele, Erasmo da Rotterdam, scrupoloso studioso di testi antichi sacri e profani. Riprendendo la lezione dei primi umanisti, il loro comune intento era di ritornare alle origini, al fine di rinnovare il sapere, il sentimento religioso, il senso profondo dell’agire umano nella società e nella natura, rielaborando in maniera originale la tradizione platonica, aristotelica, cristiana. Da questa immensa operazione culturale di recupero e rinnovamento matureranno nel Cinquecento concezioni rivoluzionarie del cosmo con Niccolò Copernico, visioni filosofiche inedite dell’uomo e della natura con Michel Eyquem de Montaigne, Bernardino Telesio e Giordano Bruno, vari indirizzi di riforma della cristianità e riflessioni sulla politica e sulla storia con Machiavelli, Francesco Guicciardini, Jean Bodin.

tra protestanti e cattolici, concluse nel 1555 con la pace di Augusta, poi proseguite in Francia e in Olanda tra calvinisti e cattolici, e la risposta della Chiesa cattolica ai movimenti riformati col Concilio di Trento (15451563) avrebbero chiuso questa fase di rinascita, consegnandola a un’epoca storica di lenta e faticosa transizione verso la modernità. Secondo la tradizione storiografica il pensiero filosofico del Rinascimento si protrae fino a coprire tutto l’arco del XVI secolo, per terminare all’inizio del secolo successivo con la nascita del pensiero scientifico moderno, intrecciando così il suo tramonto con l’avvio dell’età Barocca, caratterizzata un po’ in tutta Europa da un rigido controllo sulla cultura e sulla diffusione delle idee in nome della lotta all’eresia e ai pericolosi pensieri innovatori, condannati, non solo dal Concilio Cattolico, ma anche dalle logiche di consolidamento sociale e politico perseguite dalle diverse confessioni cristiane sorte in Europa.

La fine del Rinascimento

Quando questa feconda stagione raggiunse il massimo livello di fioritura, all’Europa dei poteri universali medievali, incarnati dall’Impero e dal Papato, si era ormai definitivamente sostituito un territorio costellato di Stati particolari, monarchie nazionali e principati regionali. Anche l’unità dei cristiani, alla quale si era invano richiamato Enea Silvio Piccolomini, poi papa Pio II (14581464), per far fronte comune contro l’avanzata dei Turchi Ottomani di fede musulmana, si era frantumata con i movimenti di Riforma, tracciando confini esterni e talvolta interni alle nazioni. Proprio le guerre di religione in seno alla cristianità e nel cuore dell’Europa,

Sandro Botticelli, Adorazione dei Magi (part.), 1475-80, Firenze, Galleria degli Uffizi. In ordine da sinistra: Lorenzo

il Magnifico, Angelo Poliziano e Pico della Mirandola.

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La filosofia dell’Umane Interpretazioni del Rinascimento Quale sia stata l’effettiva portata storica dell’Umanesimo e del Rinascimento per la nascita della moderna cultura europea rimane una questione storiografica ancora in parte aperta. L’Umanesimo è stato davvero un momento di rottura col Medioevo? Le possibili risposte a questa domanda hanno polarizzato l’attenzione degli storici su due questioni storiografiche generali, portandoli a riflettere, da un lato, sull’ipotesi della presunta frattura fra il Medioevo e la successiva epoca di rinascita (post tenebras lux), dall’altro, sulla possibile separazione, anche in termini cronologici e filosofici, tra Umanesimo e Rinascimento. Così ancora Garin riassume i termini e il significato del dibattito storiografico. Il problema della discontinuità o continuità tra Medioevo e Rinascimento è divenuto perciò il fulcro di una discussione decisiva sull’importanza universale dell’opera degli umanisti.

La tesi discontinuista

Benché la parola «rinascita» fosse già utilizzata dagli uomini del XVI secolo per indicare il periodo artistico e culturale che stavano vivendo, l’uso della categoria storiografica di «Rinascimento» si è diffuso soltanto a partire dalla seconda metà dell’Ottocento con gli studi di storici come il francese Jules Michelet (1798-1874) e soprattutto lo svizzero Jacob Burckhardt (1818-1897), autore di La civiltà del

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Rinascimento in Italia (1860). Alle loro ricostruzioni si deve l’immagine di una precisa contrapposizione e frattura tra Medioevo e Umanesimo: secondo questa lettura l’uomo, dopo la lunga alienazione dei secoli medievali, ritornerebbe finalmente ad essere protagonista e artefice del proprio destino, avviandosi alla libera conoscenza di se stesso e del mondo. Si tratterebbe di una rinascita (centrata sull’individuo che si riscatta da un’epoca di schiavitù e di dogmi) peraltro già proposta e riconosciuta consapevolmente dagli stessi umanisti: ad esempio, nel romanzo in cinque libri (pubblicati tra il 1532 e il 1564) Gargantua et Pantagruel, François Rabelais (1493-1553) scrive, infatti, che «i tempi delle generazioni passate erano tenebrosi […] ma oggi invece la luce e la dignità sono state restituite alla cultura». Prima di Burckhardt, il senso della frattura con il passato e il mito del Rinascimento come avvio di una nuova rivoluzione filosofica, culturale e artistica erano già stati ripresi nel Settecento anche dagli illuministi francesi. Jean Baptiste le Rond d’Alembert (1717-1783), nel Discorso Preliminare all’Enciclopedia (pubblicata tra il 1751 e il 1772), afferma che il genere umano, per uscire dalle barbarie, ha avuto bisogno di una grande rivoluzione: sono stati proprio gli umanisti italiani a riportare «l’aurora della sapienza», dopo secoli di tenebre. All’interno di questa prospettiva evolutiva, l’Illuminismo rappresenterebbe a suo avviso il compimento del «processo di civilizzazione, avviato dagli umanisti italiani». Tra l’Umanesimo, che ha la sua origine in Italia, il Rinascimento europeo e infine la nascita della modernità con la scienza del Seicento esisterebbe perciò un


esimo e del Rinascimento legame preciso. Senz’altro il testo di Copernico, De revolutionibus orbium coelestium (1543), l’opera del Rinascimento che maggiormente influenzerà la nascita della scienza moderna, affonda in maniera esemplare le sue radici nella cultura umanistica, prestandosi mirabilmente a questa lettura. Ricollegandosi anche a ipotesi già formulate dagli antichi pitagorici e da Aristarco di Samo (310-230 a.C. ca.), Copernico annuncia infatti di aver pensato alla dottrina eliocentrica, secondo la quale il Sole e non la Terra è al centro dell’universo, come avevano invece sostenuto Aristotele e Tolomeo e come si era creduto per secoli, in perfetto accordo con la tradizione biblica e il pensiero cristiano.

La tesi continuista

Distanziandosi da questa interpretazione, alcuni studiosi come Garin, hanno avanzato dubbi sulla presunta frattura tra Medioevo e Umanesimo; altri, come Konrad Burdach (1859-1936), hanno individuato linee di vera e propria continuità tra le due epoche. Secondo Eugenio Garin, considerare l’Umanesimo come una semplice frattura rispetto al Medioevo significa prestarsi a una serie di «equivoci storiografici». Gli elementi tipici di questa nuova era non sorsero infatti d’un tratto, slegati del tutto dalle epoche precedenti, né la «rinascita» fu un improvviso «bagliore di luce» che illuminò un’epoca di tenebre. Del resto la polemica contro il Medioevo era stata già cara a Francesco Petrarca (1304-1374), dagli uma-

nisti unanimemente considerato il loro comune maestro, e di essa si trova testimonianza anche in altri autori del tardo Medioevo, critici di un tipo di cultura e di civiltà che non riconoscerebbe il valore dell’individuo e della vita concreta. Contrapponendosi ancor più decisamente alla tesi della frattura, altri storici contemporanei, come Émile Gebhart (1839-1908) e Konrad Burdach (1859-1936), hanno tentato di chiarire i numerosi e, a volte contraddittori, elementi di continuità tra Medioevo e Umanesimo. Vari studi hanno riscoperto poi il grado di ricchezza e di raffinatezza intellettuale raggiunto dalla cultura letteraria e filosofica medievale. Dal canto suo il filosofo della scienza Pierre Duhem (1861-1916) ha messo in discussione la tesi discontuinista, cara agli illuministi, indicando negli studi della fisica scolastica del Duecento e del Trecento l’avvio di quella nuova indagine che avrebbe portato, con Leonardo da Vinci e poi con Galileo Galilei, alla rivoluzione scientifica del Seicento. Con un’espressione metaforica, fortunata e suggestiva, lo storico Johan Huizinga (1872-1945), infine, ha concepito l’Umanesimo come un «lento tramonto» del Medioevo, che attraverso un processo di renovatio culturale ha aperto la strada verso la modernità.

Le ambiguità del Rinascimento

Come sono rintracciabili elementi di continuità e osmosi tra Medioevo e Umanesimo, così sono presenti elementi di disomogeneità nella stessa età del Rinascimento. Sono ad esempio uomini del Rinascimento sia Erasmo da Rotterdam sia Martin Lutero, rappresentanti di due diverse e, per certi aspetti, opposte riforme religiose; come appartengono al medesimo Cinquecento sia Giulio II della Rovere (1503-1513), papa guerriero, sia Leone X de’ Medici (1513-1521), fine umanista, esperto nel comporre orazioni latine. L’Umanesimo e il Rinascimento sarebbero pertanto epoche complesse che riflettono e approfondiscono problematiche ed elementi emersi già in età medievale. Molti storici sostengono ormai così la tesi di una sostanziale continuità tra il Medioevo e il Rinascimento, passando attraverso la mediazione e il recupero dell’antichità offerta dagli umanisti.

Anonimo, Città ideale, 1480-90 ca., Urbino, Palazzo ducale, Galleria nazionale delle Marche.

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Capitolo

Il confronto con la tradizione 1.

Il primo Umanesimo

La stagione dell’impegno

Coluccio Salutati: difesa delle libertà di Firenze

Leonardo Bruni: umanesimo e formazione dell’uomo

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Tra Trecento e Quattrocento, la riscoperta degli antichi e l’esaltazione del valore delle humanae litterae, che danno inizio alla grande stagione della rinascita culturale europea, si concretizzano nel rinnovato impegno civile di un ceto intellettuale che opera in un quadro storico animato dai contrasti tra le città italiane per l’egemonia territoriale e da trasformazioni politiche interne, che annullano o minacciano le libertà comunali. Per Coluccio Salutati (1331-1406), cancelliere della Repubblica fiorentina e prima grande figura di umanista, promuovere infatti la conoscenza diretta delle lettere antiche e dei filosofi classici vuol dire anzitutto riscoprire il valore della vita attiva, come impegno da dedicare alla società e alla propria città, in esplicita antitesi all’ideale di vita contemplativa e ascetica dell’intellettuale medievale. Nel De nobilitate legum et medicinae (1399), egli scrive che abbandonerà «senza invidia e senza contrasto» la pura speculazione pur di vivere «immerso nell’azione», in modo da «giovare all’umana società con l’esempio e con le opere». Il recupero degli antichi, del loro esempio e della loro virtù alimenta nel particolare anche la difesa appassionata pronunciata da Coluccio Salutati delle libertà repubblicane di Firenze, minacciate dalle mire espansionistiche dei Visconti, che dal 1395 con Gian Galeazzo (1395-1402) avevano trasformato la Signoria di Milano in un Principato, ottenendo dall’imperatore il titolo nobiliare di duchi. Nella sua opera del 1403, Invectiva in Antonium Luschum Vicentinum (Invettiva contro Antonio Luschi), scritta in risposta al letterato umanista della cancelleria milanese Antonio Loschi (1368-1441), sostenitore della politica espansionistica di Milano, Firenze diventa la nuova Atene, simbolo della libertà da opporre ad ogni forma di tirannia. A conferma di questa continuità ideale tra passato e presente, Coluccio Salutati promuove per primo lo studio non soltanto del latino ma anche del greco antico, chiamando il dotto bizantino Emanuele Crisolora (1350-1415) ad insegnare a Firenze. Analogo orizzonte denso di significati politici e civili assume il programma di ritorno agli antichi promosso da Leonardo Bruni (1370-1444), discepolo di Coluccio Salutati, anch’egli intellettuale impegnato prima nella diplomazia dello Stato pontificio, poi come cancelliere della Repubblica fiorentina. Al pari del maestro, Bruni si prodiga nella difesa delle libere istituzioni politiche della Repubblica di Firenze, dedicando alla città la monumentale opera in 12 libri Storie del popolo fiorentino (Historiae florentini populi, rimaste però inedite fino al 1859). In tutta la sua attività egli mette in risalto a più riprese il valore delle humanae litterae, degli studi classici, nella formazione civile e morale dell’uomo, cimentandosi direttamente anche nella traduzione dal greco in latino di alcuni dialoghi platonici (Fedone, Gorgia,


1. Il confronto con la tradizione

Apologia di Socrate, Critone, in parte il Fedro e il Simposio) e di altri testi aristotelici (tra cui l’Etica Nicomachea e la Politica). Della filosofia antica sono senza dubbio l’etica e la politica i settori della riflessione che maggiormente interessano i primi umanisti. Al riguardo anche i principi morali dell’epicureismo sono ritenuti da Leonardo Bruni come degni di studio perché ancora ricchi di insegnamento per l’uomo; ai suoi occhi Epicuro e Lucrezio, incoraggiando la ricerca di un piacere terreno, sensibile, sembrano prestarsi infatti magnificamente a un ideale di vita che non rinneghi più i bisogni e i desideri mondani dell’uomo.

La lezione degli antichi Il valore di una vita attiva è rivendicato anche da Leon Battista Alberti (1404-1472), architetto e filosofo nato a Genova da una famiglia di origine fiorentina e per molti anni in servizio a Roma presso la corte pontificia. Alberti esalta l’immagine, che sarà elevata a simbolo di tutto l’Umanesimo, dell’homo faber fortunae suae («l’uomo artefice della sua fortuna » o «sorte»), ossia di un uomo perfettamente contrapposto allo stereotipo dell’intellettuale medievale riflessivo, meditabondo, «ozioso», dedito alla pura contemplazione (otium), che disdegna il negotium proprio di chi si dedica invece al lavoro e al mondo degli affari terreni. Come spiega l’Alberti, l’uomo non è nato per «marcire» inoperoso, ma per utilizzare e adoperare tutFortuna te quelle facoltà che lo distinguono da ogni altro animale e lo avvicinano Dal latino fortuna, da fors, «destino», che ha a Dio: la sua radice nel verbo fero. Il destino è in-

Leon Battista Alberti: l’uomo «artefice»

fatti l’azione del «portare», nel senso che è la sorte che spetta a ciascuno, che porta ciascuno verso una meta. Può avere sia un senso di fortuito, accidentale che di necessario. A tal fine si distingue tra la «fortuna», che è contingente e fortuita, e il «fato» che è invece necessario.

Pertanto così mi pare credere sia l’uomo nato, certo non per marcire giacendo, ma per stare facendo. L’impegno, l’intelletto, il giudizio, la memoria, l’apetito dell’animo, l’ira, la ragione et consiglio et l’altre divine forze e virtù, colle quali l’uomo vince la forza, volontà e ferocità d’ogni altro animale, certo non so quale stolto negasse esserci date per nolle molto operare. L.B. Alberti, I primi tre libri della famiglia, pp. 191-192

Al fine di delineare la figura di un uomo nuovo, in grado di recuperare tutte le sue prerogative di artefice della propria fortuna, nei dialoghi I libri della famiglia (scritti tra il 1434 e il 1435, ma editi soltanto nel 1864), Alberti prende in esame il modello di vita del mercante, figura innovativa dell’affermata realtà urbana e contrapposta tanto al chierico quanto all’aristocratico, nonché simbolica di una società in cambiamento, che vede nel lavoro e nell’attività economica un valore di dignità e progresso per l’uomo e per la società. In questo presente che guarda al futuro, sono gli antichi a dettare nuovi riferimenti di ordine morale e culturale: la ricerca e il culto del passato si concretizzano sia nel trattato albertiano De tranquillitate animi (1442), sia negli scritti di arte e di architettura (De pictura 1435, De re aedificatoria 1452, De statua del 1464, ma scritto nel 1435), ispirati dalla riscoperta del trattatista romano Vitruvio (70-23 a.C. ca.), che costituiranno per tutto il Rinascimento il canone di riferimento e di confronto con la classicità antica.

PROVA A PENSARE DA SOLO

p È utile studiare ancora oggi le opere degli antichi? Perché sì, o perché no? p Sovente si sente ripetere che nella scuola italiana il retaggio umanistico sarebbe ancora troppo presente a scapito dello studio delle scienze e di un approccio più teorico e meno storico-letterario alle discipline. Condividi questa affermazione?

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UNITÀ 1

LA FILOSOFIA DELL’UMANESIMO E DEL RINASCIMENTO

Lorenzo Valla: epicureismo e filologia

Lo studio degli antichi e della loro lingua è la grande lezione che anche Lorenzo Valla (1407-1457) consegnerà a tutta la generazione successiva di umanisti. Nato a Roma, egli studia nella città natale e poi a Firenze, per intraprendere la carriera di diplomatico alla corte pontificia e divenire infine segretario di Alfonso IV d’Aragona a Napoli dal 1435 al 1447. Anch’egli, come Leonardo Bruni, si riferisce alla lezione etica di Epicuro e Lucrezio contro ogni forma di ascetismo, di rifiuto della vita, e in difesa della libertà dell’agire umano. Richiamandosi esplicitamente a questi autori, nel testo De voluptate (rielaborato successivamente con il titolo De vero falsoque bono), Valla esprime una serena accettazione della condizione imperfetta e mortale dell’uomo e la convinzione che la ricerca del piacere, voluptas, costituisca un inestirpabile motivo dell’azione umana da accogliere e regolare, non da rifiutare e rinnegare. L’uomo, afferma Valla, deve finalmente avere il coraggio di accettarsi per quello che è: Preferirei certo non essere esposto ai pericoli quotidiani di ferite, di morsi, di veleni e di contagi. Ma chi è tale, è immortale, ed è pari alla natura e a Dio; e questo non dobbiamo chiederlo né è possibile alla natura accordarlo. L. Valla, De voluptate, I, 14

Ma Valla è anche e soprattutto un profondo conoscitore della lingua latina, di cui studia i canoni classici e le variazioni d’uso nel corso dei secoli. Nel 1440 riesce a provare la falsità della donazione di Costantino, un documento in cui l’imperatore Costantino riconosceva al papa Silvestro I (314-335) e ai suoi successori l’eredità dell’impero, concedento anche l’effettivo potere politico su Roma e sulle regioni circostanti. Valla dimostra che il testo, con cui essa è redatta, è scritto in un latino di epoca molto più tarda di quella a cui si sarebbe voluto riferire il documento. Una disciplina fino allora ignota, la filologia, inventata dagli umanisti, era riuscita così a provare l’infondatezza delle pretese del potere temporale dei papi.

2.

Firenze e il platonismo

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Marsilio Ficino e il ritorno a Platone

Nel corso del Quattrocento, anche per reazione al sapere aristotelico dominante nel tardo Medioevo e insegnato ufficialmente nelle università, la rinnovata centralità dell’uomo promossa dall’intera cultura umanistica si manifesta con la ripresa della filosofia di Platone, già avviata peraltro da Francesco Petrarca. Il ritorno a Platone e alla tradizione platonica appare anche soprattutto propizio a un progetto complessivo di rinascita di una nuova spiritualità, in grado di riscattare l’uomo, di riavvicinarlo a Dio e di affermare il valore originario della natura e di tutto il creato. Tra le città italiane, Firenze, dove l’Umanesimo aveva iniziato a prendere coscienza di sé, diviene uno dei centri principali del recupero della riflessione platonica, promosso e voluto direttamente dalla famiglia dei Medici, una volta giunta al potere nel 1434 con Cosimo (detto il Vecchio, 1389-1464). Terminata la stagione dell’impegno politico diretto, con l’avvio a Firenze di una Signoria di fatto, ancorché mascherata dalle forme istituzionali di una Repubblica, la lezione filologica di Salutati e Bruni viene messa così al servizio di un’attività di ricerca speculativa e contemplativa sull’uomo, l’universo e Dio. E intellettuali come Cristoforo Landino (1424-1498), Angelo Poliziano (1454-1494) e Marsilio Ficino (1433-1499) trovano alla corte dei Medici il luogo per meditare sugli antichi maestri, sulla centralità e il valore dell’uomo, alla luce di un’analisi più intimistica e teorica. L’interesse per Platone era stato invero originato anche dall’incontro tra la cristianità occidentale e il mondo greco ortodosso, in occasione del Concilio che si tenne proprio anche a Firenze (1431-1439) per la riunione delle due chiese (la Chiesa d’Occidente e la Chiesa


1. Il confronto con la tradizione

L’accademia platonica fiorentina

d’Oriente, divise dallo scisma del 1054). A Firenze e in Italia giunsero dotti filosofi bizantini, come Giorgio Gemisto Pletone (1355-1452), Basilio Bessarione (1408-1472), Giovanni Argiropulo (1416-1487), le cui riflessioni sulla superiorità di Platone su Aristotele o sulla conciliabilità del loro pensiero avrebbero avuto effetti di lunga durata. A seguito poi della caduta di Costantinopoli (1453) ad opera dei Turchi Ottomani, in sempre maggior numero opere e testi dell’antichità greca vennero condotti in Occidente. In Platone e nella tradizione neoplatonica apparve essere contenuto un nucleo di pensiero in grado di conciliare religione e filosofia, tale da unificare in una sintesi intellettuale e spirituale suprema tutti i monoteismi delle religioni rivelate. Se infatti i dogmi della Rivelazione e i riti della tradizione erano stati in grado di dividere le chiese e i fedeli, il linguaggio universale della ragione aveva enucleato nell’opera di Platone i fondamenti di ogni religione: l’esistenza di Dio, di un disegno provvidenziale, l’immortalità dell’anima umana. Assurta a simbolo della sperata riconciliazione tra cristianità orientale e occidentale, Firenze sarebbe divenuta, per volontà di Cosimo de’ Medici, l’erede effettiva di Atene e la sede ideale della Nuova Accademia, la rediviva scuola platonica, il luogo di ripresa di una convergente tradizione filosofica e religiosa. Nella immediata periferia della città, nella villa di Careggi, Cosimo fondava così nel 1462 l’Accademia platonica fiorentina, incaricando Marsilio Ficino, allievo del Landino e figlio di un suo medico personale, di tradurre in latino i dialoghi di Platone.

Filosofia e religione

Il connubio tra platonismo e cristianesimo

La mediazione della tradizione ermetica

Ficino era nato a Figline Valdarno nel 1433 e aveva studiato a Pisa e a Firenze, avviandosi inizialmente alla conoscenza di Aristotele. Tutta l’opera originale e di traduzione di Ficino ruota intorno al tentativo di promuovere e rinnovare il rapporto tra filosofia e religione. A suo dire, il loro distacco, infatti, è stato la causa della decadenza di entrambe: la religione è diventata superstizione, mentre la filosofia si è allontanata dalla vita dell’uomo. Il titolo stesso dell’opera principale di Ficino, Teologia platonica (1482), è emblematico della sua operazione filosofica: provare a tornare a una pia philosophia e contemporaneamente a una docta religio. Nell’esplicito richiamo anche alla lettura di Plotino, il platonismo, quale sintesi del pensiero religioso dell’antichità, serve dunque a Ficino per ristabilire anzitutto questo legame. In particolare, Ficino è critico verso quella tendenza, divenuta sempre più predominante nella scolastica aristotelica tardo medievale, a separare e a considerare autonome religione e filosofia. Secondo Ficino, invece, religione e filosofia non possono né devono essere distinte. Al di là infatti dei molteplici modi con cui gli uomini venerano Dio, a seconda dei tempi e dei luoghi, esiste una religione dotta che si è rivelata progressivamente alla sapienza umana attraverso la filosofia platonica e cristiana. Ficino risale persino alla antichissima tradizione sapienziale della religione dell’antico Egitto, interpretando Platone anche attraverso i «testi ermetici», tradotti da lui stesso dal greco, per volontà sempre di Cosimo de’ Medici. Sono brevi trattati (Corpus hermeticum) attribuiti ad Ermete Trismegisto, figura mitica, nata dall’identificazione del dio greco Hermes (Mercurio, il messaggero degli dei) e del dio egiziano Thoth (scriba e depositario della divina sapienza), che esaminano argomenti teologici, filosofici, ma parlano anche di alchimia, magia e astrologia. Questi scritti eclettici, ossia di varia ispirazione, vengono ritenuti da Ficino e da altri umanisti il frutto di una sapienza teologica originaria e antichissima (prisca theologia), comprovante il legame tra l’antica religione degli Egizi e il mondo greco per il tramite di Pitagora e Platone. Come ha mostrato la storiografia moderna, tale apparente legame dipendeva invero da una loro origine ben più recente, riconducibile all’età tardoellenistica e all’influenza nella loro stesura di motivi neoplatonici, neopitagorici, gnostici ma anche aristotelici.

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