Che spasso leggere - Quaderno di scrittura 4 by ELI Publishing

Letture 4: 264 pagi

Quaderno di scrittur 168 pagine

ne 4: Riflessione linguistica 168 pagine

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CLASSE 5

Letture 5: 288 pagine

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CHE SPASSO... Leggere! • Quaderno di scrittura

CLASSE 4

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GIOCHIAMO tutti insieme con l’EDUCAZIONE CIVICA

Per imparare a: • riassumere • rielaborare un testo • scrivere creativamente Per ampliare il bagaglio lessicale

Quaderno di scrittura 29/01/20 18:28

LESSICO

RIASSUNTO RIELABORAZIONE PRODUZIONE

INDICE 2 Le parole giuste: i sinonimi 4 I contrari

6 Da una parola all’altra:

i prefissi 8 Parole nelle parole 10 Parole in “famiglia”

12 Legami tra parole:

il campo semantico 14 Suoni e parole onomatopeici

16 Modi di dire

LESSICO...

ché le parole • … sezione IMPORTANTE, per italiana; sono i “mattoni” della lingua ché… • … sezione STIMOL ANTE, per una parola tira l’altra; E, perché saper • … sezione APPASSIONANT un bel gioco. usare le parole può diventare

La sezione dedicata al LESSICO: • arricchisce il bagaglio lessicale; • insegna a esprimersi in modo più preciso; • invita a “ragionare” sulle parole, su come si formano e da dove vengono; • aiuta a scoprire legami diversi tra le parole; • rende più “colorita” la capacità espressiva attraverso l’uso dei modi di dire.

LESSICO

LE PAROLE GIUSTE: I SINONIMI La lingua italiana è molto ricca di parole per tutte le occasioni, ma noi, soprattutto nel linguaggio colloquiale, finiamo per usare sempre le stesse. A volte per pigrizia, a volte perché non ne conosciamo altre.

1 In ogni serie, cancella la parola che NON è sinonimo di quella evidenziata. VERBI dire

riferire

esporre raccontare brontolare

dare

porgere raccogliere assegnare consegnare

fare

eseguire commettere trasmettere realizzare

andare

recarsi

dirigersi

tornare

vedere

scorgere

incontrare

camminare

scrutare

intravvedere

NOMI compito

incarico impegno

amico

alleato

compagno

amicizia

cortesia

affetto

casa

dimora

abitazione

chiasso

fatica

lavoro

rivale

confidente conoscente

simpatia

fratellanza cameratismo

albergo

palazzo

bello

stupendo

incantevole

splendido

piacevole

brutto

sgradevole

orrendo mostruoso mastodontico ripugnante

grande

gigantesco

mediocre

immenso

piccolo

minuscolo

magro

corto

enorme

ampio

impercettibile

breve

Questi sono solo alcuni esempi: infatti, per le stesse parole, è possibile trovare altri sinonimi. RICORDA: ogni volta che scrivi o che parli devi cercare di utilizzare la parola più adatta a rendere l’idea di ciò che vuoi dire.

condominio

fracasso baccano frastuono piagnisteo baraonda

AGGETTIVI allegro

incombenza

Sinonimi LESSICO 2 Prova a sottolineare il nome che meglio si adatta a ognuno di questi sinonimi di bello e brutto che, sebbene abbiano significato simile, non possono essere usati indifferentemente.

Può essere... • stupendo

un sorriso

un pensiero

un fiore

• incantevole

un paesaggio

un libro

una persona

• splendida

un’idea

una camicia

una giornata

• piacevole

un cibo

un’automobile

un pomeriggio

• sgradevole

una persona

una risposta

un libro

• mostruoso

un animale

uno spettacolo

un difetto

• ripugnante

un odore

una scena

una strada

3 Ora, aiutandoti con le parole della pagina accanto, riscrivi le frasi sostituendo con un sinonimo adatto le parole sottolineate.

• La maestra mi ha interrogato e io le ho detto la lezione. .............................................................................................................................................................

• La mamma mi ha domandato se avevo fatto tutti i compiti. .............................................................................................................................................................

• Mi hanno dato il compito di tenere in ordine la biblioteca di classe. .............................................................................................................................................................

• Hai fatto un grande errore a uscire senza permesso. .............................................................................................................................................................

• Mentre andavo a scuola, ho visto un signore che teneva al guinzaglio un grande cane, che abbaiava facendo un gran chiasso. ............................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................

• Nella nostra strada stanno facendo un grande scavo per costruire una nuova casa. .............................................................................................................................................................

• Tra me e Giulio è nata una bella amicizia. .............................................................................................................................................................

• Un amico del papà ci ha detto di aver provato a pilotare un aereo. ..............................................................................................................................................................

• Il capitano della nave vedeva con il cannocchiale l’orizzonte. .............................................................................................................................................................

LESSICO

I CONTRARI • Imparare a usare le parole adatte è importante sia quando si esprime un concetto positivo sia quando si vuole esprimere esattamente il contrario. Osserva queste frasi:

a. Paolo è ottimista, perché vede il lato migliore di ogni situazione. b. Paolo è positivo, perché vede il bello di ogni situazione. c. Paolo è pessimista, perché vede il lato peggiore di ogni situazione. d. Paolo è negativo, perché vede il brutto di ogni situazione. • Le frasi a e b esprimono lo stesso concetto: sono stati usati dei sinonimi. Anche le frasi c e d esprimono il medesimo concetto, ma è un concetto opposto a quello espresso dalle frasi a e b: infatti sono stati usati dei contrari.

SINONIMO

PAROLA DI PARTENZA

CONTRARIO

positivo

ottimista

pessimista, negativo

il bello

il lato migliore

il brutto, il lato peggiore

1 Scrivi la parola di partenza. Scegli tra le seguenti, come nell’esempio. comperare

pulire

chiudere

sotto

davanti

molto

attento

felice

furbo

chiaro

feroce

coraggioso

veloce

domandare

prendere

andare

SINONIMO

PAROLA DI PARTENZA

CONTRARIO

SINONIMO

PAROLA DI PARTENZA

contento

felice

infelice

acquistare

vendere

assai

poco

giù

sopra

ardito

pauroso

lesto

lento

detergere

sporcare

astuto

ingenuo

dinnanzi

dietro

aggressivo

mansueto

luminoso

scuro

serrare

aprire

recarsi

tornare

concentrato

disattento

acciuffare

lasciare

chiedere

rispondere

CONTRARIO

Contrari LESSICO 2 Accanto a ogni coppia di contrari, scrivi la parola positiva corrispondente. Scegli tra le seguenti, come nell’esempio.

bello

errato abile

PAROLA bello

sincero

dentro

digiunare

prima

asciugare

pesante

sempre

lodare

paziente

CONTRARI

vegliare

ignorare

PAROLA

CONTRARI

brutto

orrendo

incapace

inabile

fuori

esterno

esatto

giusto

dopo

poi

falso

bugiardo

sgridare

rimproverare

dormire

assopirsi

sapere

conoscere

bagnare

inumidire

leggero

lieve

mangiare

abbuffarsi

impaziente

nervoso

mai

giammai

3 Modifica le parole evidenziate in modo da esprimere il concetto contrario, come nell’esempio. Attenzione alle preposizioni: in alcuni casi devi modificare anche quelle perché la frase funzioni! • Oggi il cielo è sereno e io sono felice. Oggi il cielo è nuvoloso e io sono triste. • Quando entri in una stanza devi aprire la porta e accendere la luce. ��

• Fa caldo, apri la finestra. ��

• Amo guardare il mare calmo. ��

• Dormi troppo, non puoi continuare ad alzarti tardi, sarai sempre in ritardo. ��

• Uscendo di casa ho preso il cappotto. ��

• Cammino piano perché ho delle scarpe strette e scomode. ��

LESSICO

, DA UNA PAROLA ALL ALTRA: I PREFISSI Nella lingua italiana con l’aggiunta di un solo prefisso (particella messa prima), si possono ottenere molte parole di senso contrario.

1 Trasforma le parole utilizzando il prefisso indicato, come negli esempi. PAROLA

PREFISSO A(N) + PAROLA

PAROLA

PREFISSO DIS + PAROLA

normale

anormale

ubbidiente

disubbidiente

allergico

anallergico

attenzione

abbagliante

fare

morale

gustoso

tipico

approvare

tossico

attento

alcolico

armato

simmetrico

onesto

sociale

continuo

PAROLA

PREFISSO IN/IM + PAROLA

PAROLA

PREFISSO S + PAROLA

accessibile

inaccessibile

comodo

scomodo

previsto

imprevisto

comparire

preciso

mettere

successo

fiducia

definito

leale

affidabile

cucire

afferrabile

coprire

civile

contento

felice

congelare

utile

comporre

Il prefisso A davanti a parole che iniziano con la vocale A diventa AN. Il prefisso IN davanti a parole che iniziano con la consonante P diventa IM.

Prefissi

LESSICO

2 Sostituisci le parti evidenziate con le parole adatte, come nell’esempio. Aiutati con le tabelle dell’esercizio 1.

fosse scontento glielo si leggeva in faccia. •C he non fosse contento ................................................. • Le mura fortificate rendevano non accessibile ......................................................... il castello. • La ricevuta che mi hai dato non è normale ......................................................... perché presenta delle irregolarità. • La metà sinistra di questa foglia non è simmetrica ......................................................... rispetto all’altra. •N on è onesto ......................................................... comportarsi in questo modo. •B isogna stare attenti che i giocattoli destinati ai bambini non siano tossici .........................................................., cioè non velenosi.

• I l gelato del bar all’angolo non è affatto gustoso ..........................................................

3 Trasforma le frasi nel loro contrario: utilizza le tabelle dell’esercizio 1 e fai tutte le modifiche necessarie, come nell’esempio.

• Uso spesso le camicie perché le trovo comode. Non uso quasi mai le camicie perché le trovo scomode. • Giocherò sempre volentieri con te perché sei leale. ��

• Quando fa freddo mia sorella maggiore mi dice di coprirmi. ��

• Paolo è un ragazzo affidabile: se prende un impegno lo rispetta. ��

• Sono stata attenta, così ho saputo rispondere alla domanda. ��

•C hi fa la raccolta differenziata dei rifiuti dimostra un comportamento civile. ��

•T rovo che Lucia sia una persona che incute piena fiducia. ��

•V ado d’accordo con la mia compagna di banco perché è sempre garbata. ��

LESSICO

PAROLE NELLE PAROLE Se qualcuno dicesse: “Ho fatto una passeggiata e ho visto molti alberi”, ci darebbe alcune informazioni; ma se dicesse: “Ho fatto una passeggiata e ho visto molti abeti”, avremmo delle informazioni in più. Infatti potremmo immaginare che sia andato in montagna, ambiente caratteristico per quel tipo di alberi, e anche sapere con certezza che tipo di alberi ha visto. • Alberi è una parola generica, in quanto “contiene” tutti i tipi di alberi esistenti. • Abeti è una parola specifica, perché si riferisce a un solo tipo di albero. Entrambe queste parole sono contenute a loro volta in altre parole generiche, ad esempio vegetali oppure flora.

1 Scrivi G per le parole generiche, S per le parole specifiche, come negli esempi. S

carota

abbigliamento

mammifero

ortaggio

zucchina

gonna

pecora

grillo

frutto

uva

giallo

flauto

insetto

stoviglia

camelia

cavallo

margherita

strumento

fiore

colore

mucca

forchetta

violino

verde

pera

peperone

mosca

2 Per ogni parola generica dell’esercizio 1, scrivi le relative parole specifiche, come nell’esempio. •O RTAGGIO: carota, zucchina, ��

• ��

��

• ��

��

• ��

��

• ��

��

Parole generiche e specifiche LESSICO 3 Sostituisci le parole specifiche con le parole generiche adatte, come nell’esempio.

• Non ho più pantaloni, magliette e felpe (abiti) che mi vadano bene, perché quest’estate sono cresciuto. • Devo andare a fare la spesa perché in frigorifero non ci sono più mele, pere, mandarini (.....................................) e non ci sono neppure carote, peperoni, cipolle (.....................................). • Sparecchia e poi metti nell’acquaio la zuppiera, i piatti e le posate (.....................................). • Le mucche, i cavalli e le pecore (.....................................) partoriscono i piccoli e li allattano. • Mio fratello è ghiotto di torte, biscotti e pasticcini (.....................................): tutte cose che fanno male, se si esagera! • Il parco è pieno di persone che fanno fare la passeggiata giornaliera ai loro cocker, bassotti e collie (.....................................).

4 S ostituisci le parole generiche evidenziate con almeno due parole specifiche adatte, come nell’esempio.

• Abbiamo traslocato e i miei genitori hanno cambiato l’arredamento. (il letto, le poltrone, il divano e il tavolo da pranzo) • Il ladro ha rubato tutti i gioielli. (.........................................................................................................................................) • Nel porticciolo del mio paese sul lago sono ormeggiate molte imbarcazioni. (.........................................................................................................................................) • Il nostro vicino nel suo orto coltiva tante verdure. (.........................................................................................................................................) • Sugli scaffali della biblioteca scolastica si trova una grande quantità di libri. (.........................................................................................................................................) • In pescheria si acquistano pesci. (.........................................................................................................................................) • Oggi molti lavori in casa sono facilitati dagli elettrodomestici. (.........................................................................................................................................)

LESSICO

PAROLE IN “FAMIGLIA” Che cos’è una “famiglia di parole”? È l’insieme di tutte le parole che si possono formare con l’aiuto di prefissi (messi prima) o di suffissi (messi dopo), partendo dalla radice di un nome primitivo. Osserva: MARE radice = MAR- desinenza = E

MAR-in-o MAR-eggiata

MAR-in-aio MAR-ea

MAR-etta MARE-moto

Osserva ora queste parole: maresciallo, Maremma. Potrebbe sembrare che appartengano alla famiglia di parole del mare, ma in realtà non contengono l’idea di mare, quindi non fanno parte della famiglia.

1 Cancella le parole che NON appartengono alle famiglie indicate. casata

CAS-A

casale

casacca

caseggiato

accasare casamento casalingo

casaccio

caseificio

boscaglia

boscaiolo

imbastire

boschivo

rimboschire

diboscare

pascolare

boscoso

imboscata

bossolo

manata

maneggiare

mansueto

manubrio

maniglia

manesco

manuale

mandarino

mantello

manica

BOSC-O

MAN-O

rincasare

NEV-E

nevicare

nevralgia

nevicata

nevaio

nervoso

nevischio

nevrosi

nevosità

nevoso

innevato

2 Colora solo la parola che appartiene alla famiglia indicata. SCARP-A scarpone • scarpetta • scarpata • scarpinare • scarpinata

SCARPIERA

SCALPELLO

GEL-O

CONGELARE

GELOSIA

MANGANELLO

MANGIABILE

gelare • gelataio • gelatiera • gelatina • gelone

MANG-IARE

mangione • mangiatoia • mangiata • mangereccio

Famiglie di parole LESSICO 3 Scrivi la parola base, come nell’esempio. piede

pedata • pedone • pedestre • pedicure • pediluvio

......................................

piovigginare • piovasco • piovosità • spiovere • piovoso

......................................

panettiere • panificio • panificazione • paniere • panetteria

......................................

frutteto • fruttivendolo • fruttare • fruttiera • infruttuoso

......................................

cartiera • cartolaio • cartaceo • cartoccio • incartare

......................................

temporaneo • attempato • tempismo • temporeggiare

4 Scrivi almeno tre parole che appartengono alle famiglie indicate. GIOC-ARE

gioc-oliere, ��

ACQU-A

��

CALZ-A

��

TERR-A

��

LAV-ARE

��

PESC-ARE

��

5 Utilizza la famiglia di parole indicata per completare le frasi, come nell’esempio. PIOVERE • Prima c’è stato un piovasco improvviso, adesso pioviggina; appena spioverà porterò il cane a fare una passeggiata. BOSCO • Questo territorio un tempo era molto ................................, con l’andare degli anni, per creare zone edificabili, è stato ................................ e ora è necessario ................................ per proteggere il suolo dalle frane. CASA • Il mio cagnolino non vuole mai uscire. Quando siamo fuori si impunta e non riesco a fargli fare nemmeno il giro del ................................ perché vorrebbe ................................ subito: devo dire che è proprio un animale .................................

LESSICO

LEGAMI TRA PAROLE: IL CAMPO SEMANTICO Abbiamo visto che le parole che condividono la stessa radice formano una “famiglia”, ma esistono anche degli altri legami tra le parole, che possiamo chiamare legami di significato. Se ad esempio parlassimo di montagna, potremmo individuare altri insiemi di parole legati al concetto di montagna: • la famiglia di parole • gli sport • gli elementi • gli animali • gli edifici • gli alberi • i lavori • i fiori

1 Completa il campo semantico della montagna, inserendo al posto giusto le seguenti parole. fienile • maestro di sci • stalla • aquila • bob • ammonticchiare • orso larice • ginepro • narciso • cascata • vallata • ciclamino

• montagnoso • montagnola • montagnetta

• ghiacciaio • nevaio • torrente

• ..................................

famiglia

• ..................................

• pastore • mungitore • casaro • guida alpina

• camminate • scalate • sci • slitta

• ..................................

elementi

lavori

sport

fiori

edifici

MONTAGNA

animali

alberi

• stambecco • camoscio • lupo

• castagno • faggio • abete

• .................................. • .................................

• chalet • baita • rifugio

• ..................................

• stella alpina • genziana • rododendro • ..................................

• ..................................

Campo semantico LESSICO 2 Completa il campo semantico dell’aeroporto, inserendo al posto giusto le seguenti parole. decollare • hostess • atterrare • alettoni • transenne oblò • deposito bagagli • doganieri

AEROPORTO persone

attività

parti dell’aereo

• piloti • passeggeri • radaristi

• controllare • imbarcare • pilotare

• fusoliera • carrello • elica

• ...........................

elementi • pista • biglietteria • scala mobile • nastro trasportatore

• ...........................

edifici • hangar • torre di controllo • parcheggio

• ...........................

3 Individua le categorie che potrebbero formare il campo semantico delle seguenti parole. Poi scegline uno e completalo sul tuo quaderno, seguendo gli esempi degli esercizi 1 e 2.

SCUOLA

CITTÀ

......................................

4 Utilizzando le parole del campo semantico della montagna, componi un breve testo inserendo il maggior numero possibile di parole.

��

LESSICO

SUONI E PAROLE ONOMATOPEICI Il significato dei suoni è compreso con facilità da tutti, soprattutto dai lettori dei fumetti. Anche se ormai molti di questi suoni sono entrati nel linguaggio comune.

1 Collega ogni suono onomatopeico alla relativa spiegazione. BANG GULP SNIFF SNIFF

GLU GLU annusare qualcosa, pianto

BRRR

vedere qualcosa di disgustoso

CRASH

brividi di freddo o di paura

DRIIN DRIIN

schianto, scontro suono del telefono rumore che si produce bevendo

RON RON stupore, sorpresa russare di una persona, fusa del gatto un’arma che spara

Quando si scrive, però, è meglio sostituire i suoni onomatopeici con le parole onomatopeiche, cioè quelle parole che richiamano alla mente il suono onomatopeico, come: gocciolio, ronzio, ululato, sussurro...

BLEAH

Suoni e parole onomatopeici LESSICO 2 Scrivi il nome dell’animale corrispondente alla parola onomatopeica che indica il suo verso o viceversa, come negli esempi.

ANIMALE

PAROLA ONOMATOPEICA

ANIMALE

PAROLA ONOMATOPEICA

colomba

tubare

oca

starnazzare

miagolare

frinire

mucca

leone

pecora

mosca gracidare

abbaiare

grugnire

ululare

3 Sostituisci i suoni onomatopeici con le parole onomatopeiche adatte. Utilizza le seguenti.

sciabordio ticchettio

fruscio crepitio

tamburellare vagito

tuffo sfrecciare

schianto boato

tonfo ululato

• Cadevano dai rami blocchi di neve con un lieve PLOF ............................... sordo. • Appresi quella notizia con un PLUFF ............................... al cuore. • Sdraiato nella barca mi lasciavo cullare dallo SCIASC SCIASC ............................... delle onde. • Dal fianco della montagna si staccò una valanga con un grande BOOOM ............................... • Il vento fece sbattere la finestra e si udì il CRASH lo ............................... dei vetri infranti. • Si udiva provenire dal bosco il FRUSH ............................... delle foglie. • Nel silenzio della notte il TIC TAC ............................... della sveglia non mi faceva dormire. • Sentivamo l’UUUH ............................... del vento che squassava gli alberi. • Nel silenzio della notte mi svegliò il VROOM lo ............................... di una macchina che si allontanava velocemente. • Durante il temporale sentimmo il KRAKKLE ............................... del fulmine che si scaricava sul fiume. • Quando la mamma udiva il NGUEEE ............................... del piccolo si alzava e faceva dondolare la culla. • Il suo nervosismo si manifestava con il continuo TAP TAP ............................... delle dita sul tavolo.

LESSICO

MODI DI DIRE Spesso per rendere in modo più efficace ciò che vogliamo esprimere, soprattutto nel linguaggio colloquiale, ricorriamo a dei modi di dire. Forse qualcuno, dopo averti rivelato un segreto, ti avrà detto: “Mi raccomando, acqua in bocca!”. E tu avrai capito che non dovevi rivelare a nessuno ciò che avevi sentito. Infatti, quando si ha dell’acqua in bocca, non si può di certo parlare!

1 Collega ogni modo di dire sull’acqua al relativo significato, come nell’esempio. MODO DI DIRE

SIGNIFICATO

Fare un buco nell’acqua.

Fare le cose di nascosto.

Essere due gocce d’acqua.

È una storia vecchia.

Avere l’acqua alla gola.

Avere molti punti deboli.

Lavorare sott’acqua.

Agitarsi per una cosa da nulla.

Gettare acqua sul fuoco.

Compiere un tentativo inutile.

Trovarsi in cattive acque.

Fare il proprio interesse.

È acqua passata.

Sentirsi a disagio.

Perdersi in un bicchier d’acqua.

Essere in difficoltà.

Fare acqua da tutte le parti.

Essere identici.

Portare l’acqua al proprio mulino.

Essere nei guai.

Sentirsi un pesce fuor d’acqua.

Calmare un litigio.

Molti modi di dire prendono spunto dalle parti del nostro corpo: testa, mano, braccia, pancia, piede.

Modi di dire

LESSICO

2 Collega ogni modo di dire al relativo significato. MODO DI DIRE

SIGNIFICATO

Trovarsi fuori mano.

Agire autonomamente.

Essere a portata di mano.

Oziare, non far nulla.

Dare una mano.

Cadere rovinosamente.

Accogliere a braccia aperte.

Essere intelligente, capace.

Darsela a gambe levate.

Aiutare.

Andare a gambe all’aria.

Essere facilmente raggiungibile.

Stare a pancia all’aria.

Accogliere calorosamente.

Fare di testa propria.

Essere difficilmente raggiungibile.

Essere in gamba.

Fuggire, scappare velocemente.

3 Completa con il modo di dire adatto, scegliendolo tra quelli dell’esercizio 2. • Se corri così sulle scale rischi di andare ..................................................... • Paolo abita proprio ...................................................., guarda quanto tempo ci vuole per raggiungere casa sua! • – Non ce la faccio da solo, vieni a ....................................................! • In giardino è arrivato un cucciolo di cane e tutta la famiglia lo ha accolto ..................................................... • Si ostina sempre a fare ...................................................., non vuole l’aiuto di nessuno. • Mi piacciono le vacanze, perché posso stare tutto il giorno a ...................................................., in completo relax. • Per gioco ci siamo arrampicati su un albero del nostro vicino, ma quando lo abbiamo visto arrivare ce la siamo .................................................... per timore che ci vedesse.

LESSICO Modi di dire 4 Sostituisci le parti evidenziate con il modo di dire adatto. Scegli tra i seguenti, come nell’esempio.

con la testa nel sacco

prendere sotto gamba

delle lavate di testa

acqua passata

gettare acqua sul fuoco

alla mano

un tanto al braccio

a braccia aperte è in gamba

dare una mano

sono come cane e gatto

• Tu hai il difetto di prendere alla leggera le situazioni e di affrontare le cose senza riflettere sulle conseguenze. Tu hai il difetto di prendere sotto gamba le situazioni e di affrontare le cose con la testa nel sacco. • Samuele è bravissimo in tutto e non merita mai dei rimproveri. ��

• Quando ti prendi un impegno non puoi fare le cose in modo approssimativo. ��

• Basta parlare di quel litigio, ormai è una storia vecchia. ��

• Il nostro vicino è sempre pronto ad andare in soccorso di chi ha bisogno. ��

• Ho conosciuto i nuovi vicini, sono persone semplici e cordiali, con cui è facile andare d’accordo. ��

• I nostri amici sono molto ospitali e accolgono tutti calorosamente. ��

• Giovanni e Ruggero litigano sempre, ma per fortuna mia sorella è capace di calmare i loro litigi. ��

LESSICO

RIASSUNTO RIELABORAZIONE PRODUZIONE

INDICE Relazioni temporali 20 I sempreverdi 22 Il carro del sole mma Riassumere con il diagra

24 Il drago di Linton 27 Gli uccelli del sultano

Relazioni causali 30 L’airone pauroso Sequenze e titoli 33 La principessa serpente

36 Gli occhi del gufo

Eliminare sequenze 38 L’onesto taglialegna lare La terza persona singo

40 Avventura con papà

Discorso diretto 42 L’insalata di rose ione Riassumere per cancellaz

46 La bella e la bestia

… RIASSUMERE VUOL DIRE vo di un testo; plessi • … COGLIERE il significato com fatto e un altro; • … SCOPRIRE i legami tra un ndo le nostre parole. • … RACCONTARE in breve usa

La sezione dedicata al RIASSUNTO: • avvia a riconoscere i legami temporali tra un fatto e l’altro; • spiega che tra un fatto e l’altro esistono anche rapporti di causa ed effetto; • educa a individuare i fatti più importanti e a rappresentarne i rapporti mediante forme grafiche (diagrammi, tabelle, mappe…); • prepara a saper riferire quanto letto o ascoltato in modo logico e cronologico;; • guida passo passo alla capacità di sintesi.

TO RIASSUN

RELAZIONI TEMPORALI I SEMPREVERDI INTRODUZIONE

Una volta, al termine dell’estate, un uccellino si ferì a un’ala e, non potendo più volare, restò praticamente in balia dell’inverno, che già faceva sentire i suoi primi geli. Domandò a un enorme faggio di potersi rifugiare tra i suoi grandi rami, sperando di poter passare l’inverno al riparo dal cattivo tempo. Ma il faggio, altezzosamente, rifiutò all’uccellino un piccolo riparo tra le sue fronde. L’uccellino continuò a girovagare nel bosco, trovando di lì a poco un grosso castagno e, speranzoso, ripeté la stessa domanda. Ma anche quest’albero rifiutò all’uccellino la sua protezione.

SVILUPPO

Così, nuovamente, s’incamminò nell’oscurità della foresta, alla ricerca di un riparo. Finché a un tratto si sentì chiamare: – Uccellino vieni tra i miei rami, affinché tu possa ripararti dal freddo. Stupito, l’uccellino si voltò e, vedendo che a parlare era stato un piccolo pino, saltò velocemente su uno dei suoi rami. Anche una pianta di ginepro, di lì a poco, offrì all’uccellino le sue bacche come cibo per il lungo inverno. L’uccellino ringraziò più volte per tale generosità, che gli aveva permesso di superare la cattiva stagione senza pericolo.

CONCLUSIONE

Il Mago del Gelo, avendo osservato tutto, volle ricompensare la generosità del pino e del ginepro, e ordinò al vento di non far mai più cadere loro le foglie, che, quindi, da quel giorno furono “sempreverdi”. M. Centanino, Uomini, boschi e dei, Tipografia Ferraro

Relazioni temporali

RIASSUNT O

Il testo è stato suddiviso nelle tre parti principali: introduzione, sviluppo, conclusione. A sua volta lo sviluppo è diviso in altre sequenze legate le une alle altre da rapporti temporali, cioè secondo il ritmo: prima, dopo, infine. Quando si riassume è necessario individuare nel racconto le tre parti principali e, all’interno di ogni parte, le relazioni esistenti tra una sequenza e l’altra.

1 Completa con le parole del tempo: prima, dopo, successivamente, infine. • .................................. l’uccellino non aveva potuto partire, .................................. chiese al faggio di ospitarlo tra i suoi rami. • .................................. l’uccellino si rivolse al castagno chiedendo ospitalità, perché .................................. il faggio non aveva voluto ospitarlo.

• .................................. il castagno rifiutò di accogliere l’uccellino, .................................. un piccolo pino gli offrì spontaneamente ospitalità. • L’uccellino accettò l’offerta del pino e .................................. un ginepro gli offrì le sue bacche per sfamarsi. • .................................. il Mago del Gelo volle premiare il pino e il ginepro per la loro generosità e .................................. ordinò al vento di non far più cadere le loro foglie.

2 Leggi e scrivi accanto a ogni frase: prima/dopo oppure causa/effetto. Poi segna con una X.

• L’uccellino non è potuto partire per sfuggire all’inverno. (..............................) • L’uccellino si era ferito a un’ala. (..............................) Secondo me, tra questi due fatti esiste:

un rapporto temporale.

un rapporto causale.

• Il Mago del Gelo ordina al vento di non far cadere le foglie al pino e al ginepro. (............................) • Il pino e il ginepro sono diventati dei sempreverdi. (..............................) Secondo me, tra questi due fatti esiste:

un rapporto temporale.

un rapporto causale.

• L’uccellino ringraziò il pino e il ginepro per la loro generosità. (..............................) • Grazie a loro aveva superato l’inverno. (..............................) Secondo me, tra questi due fatti esiste:

un rapporto temporale.

un rapporto causale.

TO Relazioni temporali RIASSUN IL CARRO DEL SOLE INTRODUZIONE

Fetonte si vantava di essere figlio del Sole, ma i suoi amici lo prendevano in giro perché non gli credevano. Fetonte, mortificato per questa cosa, un giorno si presentò al Sole, che sedeva sopra un tronco sfavillante di smeraldi. Alla sua destra e alla sua sinistra c’erano i giorni, i mesi, gli anni, i secoli, le ore separate da eguali intervalli; la Primavera adorna di corone di fiori, l’Estate con ghirlande di spighe, l’Autunno carico di uva pigiata e il gelido Inverno con la sua chioma ispida e candida. Quando il Sole lo vide gli chiese il perché della sua presenza, quindi lo abbracciò, lo rassicurò e lo invitò a chiedergli qualunque dono.

SVILUPPO

Fetonte allora lo supplicò di fargli portare per un giorno il carro del Sole, così avrebbe potuto dimostrare a tutti le sue origini. Il padre cercò invano di dissuaderlo, sapendo a quali difficoltà sarebbe andato incontro, ma Fetonte si ostinò nella sua richiesta e il Sole dovette accontentarlo, implorandogli di non andare né troppo in alto né troppo in basso. Fetonte, una volta sul carro, impugnò le briglie e guizzò nel cielo spingendo i cavalli in una corsa sfrenata, finché, incapace di trattenerli, abbandonò le briglie e perse il controllo del carro. Il cocchio, salendo troppo in alto, s’arroventò e bruciò un tratto del cielo che divenne la Via Lattea, quindi scese troppo vicino alla Terra devastando la Libia, che divenne un grande deserto.

Relazioni temporali

RIASSUNT O

Alla fine Zeus, il dio di tutti gli dei, per salvare l’Universo dalla rovina, vibrò un fulmine sul carro e Fetonte in fiamme s’inabissò nell’Eridano, l’attuale Po. CONCLUSIONE

Straziato dal dolore, il padre nascose il volto offuscato e un giorno intero trascorse senza Sole, mentre le Eliadi, sorelle dell’infelice giovane, piansero sconsolate in riva al fiume. Zeus, impietosito dal loro dolore, le tramutò nei pioppi che si possono vedere ancora oggi lungo le rive del Po. Pietre di luna, www.bibliotecasalaborsa.it

Il testo è stato suddiviso nelle tre parti principali: introduzione, sviluppo, conclusione. A loro volta lo sviluppo e la conclusione sono divisi in altre sequenze legate da un rapporto temporale.

1 Completa con le parole del tempo: prima, dopo, successivamente, infine. • Fetonte .................................. scopre di essere figlio del Sole, .................................. se ne vanta con gli amici. • .................................. gli amici non credono che lui sia figlio del Sole, .................................. Fetonte si reca dal Sole.

• .................................. Fetonte si presenta al Sole suo padre, .................................. il Sole gli chiede la ragione della sua visita. • .................................. Fetonte chiede al Sole di poter condurre il suo carro, .................................. il Sole cerca di dissuaderlo.

• .................................. Fetonte parte con il carro, .................................. i cavalli gli sfuggono di mano. E .................................. Zeus colpisce e incendia Fetonte e il suo carro. • .................................. Zeus tramuta le Eliadi nei pioppi lungo le rive del Po, perché .................................. le Eliadi, sorelle di Fetonte, avevano pianto sconsolate in riva al fiume.

TO RIASSUN

RIASSUMERE CON IL DIAGRAMMA IL DRAGO DI LINTON

INTRODUZIONE

Molti anni fa, un cavaliere di nome Somerville, che viveva nel Sud dell’Irlanda, sentì tanti strani racconti a proposito di un terribile drago “lungo circa tre metri, alto come un albero e del colore dei serpenti” che terrorizzava gli abitanti di Linton, città dell’Irlanda del Nord, così decise di partire per andare a vederlo. Giunto sul luogo una mattina all’alba, si recò fino all’imboccatura della tana del drago. Il drago si affacciò e, vedendo un uomo tanto vicino al rifugio, sollevò la testa e metà del corpo e lo fissò lungamente in volto con la bocca spalancata, poi tornò dentro la tana senza fargli alcun male. Il giovane cavaliere così si mise a osservare pazientemente le abitudini e i movimenti del drago, finché escogitò un piano. Si fece fare una lancia molto lunga e robusta. Sulla punta sistemò un carbone ardente, impiastricciato di zolfo e pece, e per parecchi giorni provò l’attacco, finché il suo cavallo si fu abituato a sentirsi soffiare in faccia fumo e fuoco.

SVILUPPO

Quando fu pronto, accompagnato da un fedele servitore, il giorno stabilito, al sorgere del sole, si recò alla tana del drago. Appena comparvero sulla soglia la testa e parte del corpo della bestia, il servo accese i carboni e il cavaliere lanciò al galoppo il cavallo che aveva addestrato e tirò la lancia infuocata nella bocca del mostro. Una volta tirata la lancia il cavaliere indietreggiò, la lancia si ruppe, ma ormai il colpo fatale era giunto a segno e il mostro, contorcendosi, stramazzò al suolo.

CONCLUSIONE

Con questa impresa il cavaliere si guadagnò la gratitudine e il plauso di tutti e, oltre a essere nominato reale falconiere, fu insignito del titolo di barone di Linton. K. Briggs, Fiabe popolari inglesi, Einaudi

Se le sequenze del racconto sono legate da rapporti temporali, è possibile rappresentarle in un diagramma di flusso.

... con il diagramma

RIASSUNT O

1 Trasforma il racconto in un diagramma di flusso, completando le frasi. Poi rileggi tutto in successione, anche con le parole del tempo: avrai ottenuto il riassunto!

PRIMA Il cavaliere Somerville viene a conoscenza della presenza di un drago e decide di partire per andare a vederlo.

DOPO Giunto sul luogo una mattina, si reca ��

INTANTO Il giovane cavaliere si mette a studiare le �� Si fa costruire una �� e si allena con il suo cavallo.

SUCCESSIVAMENTE Si reca con il suo servitore �� e appena il drago ��

NEL FRATTEMPO Nell’attacco, però, la lancia si �� ma ��

INFINE La città di Linton, liberata, per riconoscenza verso il cavaliere lo ��

TO RIASSUN

... con il diagramma

2 Continua tu a trascrivere le sequenze del diagramma in modo da ottenere il riassunto. Osserva: le parole in rosso sono state aggiunte per rendere più scorrevole il racconto.

IL DRAGO DI LINTON Il cavaliere Somerville viene a conoscenza della presenza di un drago e decide di partire per andare a vederlo. Giunto sul luogo una mattina, si reca ��

Qui il giovane cavaliere si mette a studiare le �� finché escogita un piano.

Si fa costruire una ��

e si allena con il suo cavallo, perché si abitui ��

Successivamente, quando ritiene di essere pronto, si reca con il suo servitore ��

e appena il drago ��

Durante l’attacco, però, la lancia si �� ma ��

Sconfitto il drago, la città di Linton, finalmente liberata, per riconoscenza verso il cavaliere lo ��

... con il diagramma

RIASSUNT O

GLI UCCELLI DEL SULTANO INTRODUZIONE

Il sultano Salinda viveva sempre chiuso nel suo palazzo di mille stanze, intento a dare ordini ai suoi servi. L’unico suo passatempo era ascoltare il canto dei suoi uccelli preferiti, che teneva rinchiusi in piccole gabbie, nelle varie stanze. Un giorno, però, Salinda fu molto sorpreso: nessuno dei suoi uccelli cantava più. Pensando che avessero fame, il sultano diede loro cibo e acqua fresca. Ma gli uccelli rimasero muti. Pensando che fossero scontenti delle loro gabbie, ne fece preparare delle nuove, tutte d’oro. Ma gli uccelli continuarono a non cantare.

SVILUPPO

Salinda ordinò allora ai servi di catturare altri uccelli, pensando che, ascoltando il loro canto, anche i suoi avrebbero ripreso a cantare. A sera le gabbie erano piene, ma il giorno dopo, anziché cantare, tutti gli uccelli stridevano, sbattendo le ali e saltando da una parte all’altra delle gabbie. Il sultano non riusciva a capire il perché della situazione, allora i suoi figli Samira e Salim, che avevano capito tutto, decisero di portarlo fuori con loro in giardino. Passeggiando in giardino il sultano sentì l’acqua gorgogliare nelle fontane, il vento frusciare tra le palme e gli uccelli cantare svolazzando da un albero all’altro e capì perché i suoi figli fossero tristi vedendo gli uccelli in gabbia.

CONCLUSIONE

L’indomani, all’alba, Salinda chiamò i suoi figli e insieme portarono tutte le gabbie sulla terrazza e le aprirono. Il sultano guardò gli occhi dei suoi figli e dalla loro felicità capì di aver fatto la cosa giusta. H. Schmid, Salinda e gli uccelli, Edizioni Arka

TO RIASSUN

... con il diagramma

1 Trasforma il racconto in un diagramma di flusso, completando le frasi. Poi rileggi tutto in successione, anche con le parole del tempo: avrai ottenuto il riassunto!

PRIMA Il sultano Salinda viveva chiuso nel palazzo, circondato dai suoi uccelli preferiti.

DOPO Un giorno si accorse che i suoi uccelli non �� Diede loro del cibo ma ��

POI Provò a cambiare le �� ma ��

SUCCESSIVAMENTE Riempì le gabbie con �� ma ��

INTANTO Siccome il sultano non capiva, i suoi figli ��

MENTRE Passeggiava in giardino il sultano capì ��

INFINE Il sultano, insieme ��

... con il diagramma

RIASSUNT O

2 Continua tu a trascrivere le sequenze del diagramma in modo da ottenere il riassunto. Osserva: le parole in rosso sono state aggiunte per rendere più scorrevole il racconto.

GLI UCCELLI DEL SULTANO Il sultano Salinda viveva chiuso nel palazzo, circondato dai suoi uccelli preferiti. Un giorno si accorse che i suoi uccelli non �� Pensando che avessero fame, diede loro del cibo ma ��

Allora, pensando che fossero scontenti, provò a cambiare le ��

ma ��

Successivamente riempì le gabbie con ��, pensando che ��

ma gli uccelli, non solo ��, anzi �� Siccome il sultano non capiva, i suoi figli, che invece ��

Mentre passeggiava in giardino, il sultano capì ��

Infine il sultano insieme ��

TO RIASSUN

RELAZIONI CAUSALI , L AIRONE PAUROSO

INTRODUZIONE

C’era, in un tempo non molto lontano, un airone di un bel colore azzurro, sempre molto solo. Era così pauroso che aveva timore di spiccare il volo come facevano i suoi simili e quindi spesso rimaneva a digiuno, perché non era in grado di procacciarsi la preda. A volte qualche amico pietoso divideva il cibo con lui, ma l’airone rimaneva sempre isolato e triste. Un giorno, mentre si trovava vicino alla palude, vide una stupenda stella alpina che, sbatacchiata dal vento e dalle intemperie, era precipitata giù nel fango della palude. La stella alpina gridava: – Aiutatemi, vi prego! Lo stagno mi inghiotte!

SVILUPPO

Istintivamente, quasi senza rendersene conto, colpito dal candore della stella, l’airone si alzò in volo e quando fu sull’acqua paludosa, con il suo lungo becco prese il fiore e lo sollevò; quindi lo adagiò con delicatezza a terra. La stella alpina, dapprima stordita, si accorse poi del suo salvatore e lo ringraziò dicendo: – Grazie, airone buono. A te io dovrò sempre la mia vita.

CONCLUSIONE

L’airone rimase doppiamente contento: aveva salvato la vita di un altro essere vivente, ed era riuscito a vincere le sue paure. Morale: “Dalle necessità spesso scaturisce il coraggio”. M. Campeggio, www.robertasmedili.it

Il testo è stato suddiviso nelle tre parti principali: introduzione, sviluppo, conclusione. A sua volta lo sviluppo è diviso in altre tre sequenze legate le une alle altre da rapporti causali, cioè secondo il rapporto causa-effetto.

Relazioni causali

RIASSUNT O

1 Scrivi al posto giusto causa o effetto, come nell’esempio. • L’airone rimaneva senza cibo. (effetto) • L’airone aveva paura di spiccare il volo. (.............................) • La stella alpina si trovava immersa nella palude. (.............................) • La stella alpina era stata sbatacchiata dal vento. (.............................) • La stella alpina gridava aiuto. (.............................) • L’airone spiccò il volo e si diresse sulla palude. (.............................)

2 Completa le sequenze inserendo in modo opportuno le congiunzioni causali: poiché, siccome, perché, perciò, quindi. Poi riordinale numerando da 1 a 6.

La stella alpina gridava, chiedendo aiuto, ................................... l’airone, colpito dal candore del fiore, spiccò il volo.

La stella alpina ringraziò l’airone ................................... le aveva salvato la vita.

Un giorno, mentre si trovava vicino a una palude, vide una stella alpina che stava affondando nel fango ................................... il vento e le intemperie l’avevano sbatacchiata. L’airone, ..................................., rimase doppiamente contento, ................................... aveva salvato la stella alpina e aveva trovato il coraggio di volare.

................................... con il suo lungo becco prese il fiore e lo adagiò delicatamente

a terra.

In un tempo non molto lontano c’era un airone con le penne azzurre che spesso rimaneva a digiuno ................................... non aveva il coraggio di alzarsi in volo in cerca di cibo.

TO Relazioni causali RIASSUN 3 Continua tu a trascrivere le sequenze in ordine in modo da ottenere il riassunto.

, L AIRONE PAUROSO In un tempo non molto lontano c’era un airone con le penne azzurre che spesso rimaneva a digiuno .............................. non aveva il coraggio di alzarsi in volo in cerca di cibo. Un giorno ��

4 Ecco la stessa storia scritta con pochissime parole, cioè “in sintesi”. Segna con una X quella che riassume il racconto in modo corretto.

n airone aveva paura di volare, ma una stella alpina lo convince a provarci; U l’airone, allora, segue il consiglio della stella, si alza in volo e supera la sua paura. n airone, che aveva paura di volare, per salvare una stella alpina che stava per U affondare nel fango, si alza in volo e supera la sua paura.

RIASSUNT O

SEQUENZE E TITOLI LA PRINCIPESSA SERPENTE ...........................................................................................................................

Un giorno, mentre se ne stava tornando a casa, un intrepido cosacco avvistò un bosco in fiamme. Subito accorse, ma non gli fu possibile far nulla per spegnere l’incendio. ...........................................................................................................................

Stava per andarsene quando vide nel fuoco una fanciulla che lo implorava di salvarla, ma lui non sapeva come fare. – Allungami la lancia attraverso le fiamme – suggerì a un certo punto lei. ...........................................................................................................................

Quando il cosacco le allungò la sua lancia, come per incanto la fanciulla si trasformò in un serpente che si arrotolò intorno alla lancia, così il cosacco riuscì a tirarla fuori dalle fiamme. ...........................................................................................................................

Una volta in salvo, lo straordinario serpente gli ordinò di condurlo in un castello dove, appena arrivati, si tramutò di nuovo in fanciulla e gli disse: – Ora che mi hai salvata, dovrai aspettarmi qui per sette anni – quindi, dopo aver pronunciato queste parole, scomparve. ...........................................................................................................................

Il castello era disabitato e il cosacco rimase un po’ interdetto, finché si rese conto che non era un castello qualunque: era un castello fatato. Bastava, infatti, esprimere un desiderio, perché apparisse il pranzo o tutto ciò che si voleva.

TO Sequenze e titoli RIASSUN ...........................................................................................................................

In questo modo per il fedele cosacco i sette anni passarono in fretta finché, allo scoccare dell’ultimo giorno, così come era sparita, riapparve la principessa-serpente.

...........................................................................................................................

Una volta tornata dal cosacco, la principessa gli spiegò di essere stata vittima di un incantesimo, che lui aveva saputo rompere grazie al suo coraggio e alla sua fedeltà.

...........................................................................................................................

Quindi la principessa si fece accompagnare da suo padre, il re, che, in segno di riconoscenza, concesse al valoroso cosacco l’onore di sposare sua figlia.

Sai già che per riassumere un racconto prima di tutto è necessario suddividerlo nelle tre parti principali: introduzione, sviluppo, conclusione. In seguito bisogna passare a suddividere anche ognuna di queste parti nelle sequenze che la compongono e dare un titolo a ognuna.

1 Segna, con parentesi dei rispettivi colori, l’introduzione, lo sviluppo, la conclusione. 2 Dai a ogni sequenza il titolo corretto. Scegli tra i seguenti. • La principessa torna da suo padre e sposa il cosacco. • Lo strano serpente si fa condurre dal cosacco in un castello. • Il cosacco resta per sette anni in un castello disabitato, ma fatato. • La principessa si trasforma in serpente e viene salvata dal cosacco. • Un cosacco vede un incendio che sta devastando un bosco. • Una fanciulla è in mezzo all’incendio e chiede al cosacco di salvarla. • La fanciulla è stata vittima di un incantesimo, ma la fedeltà del cosacco l’ha salvata. • Dopo sette anni la principessa riappare al castello.

Sequenze e titoli RIASSUNT

3 Trascrivi tutti i titoli in ordine in modo da ottenere il riassunto. Osserva: le parole in rosso sono state aggiunte per rendere più scorrevole il racconto. Fai la stessa cosa anche tu, inserendo dove occorrono delle parole in più.

LA PRINCIPESSA SERPENTE Un cosacco vede un incendio che sta devastando un bosco. Il cosacco si accorge che ��

TO Sequenze e titoli RIASSUN GLI OCCHI DEL GUFO ...........................................................................................................................

Durante i giorni della creazione, il Creatore aveva dato a tutti gli uccelli le piume colorate e le ali con cui volare, ma non avevano ancora gli occhi.

...........................................................................................................................

Il Creatore allora chiamò l’ibis e disse: – Tu, che sei il più saggio tra gli animali, devi fare una cosa per me. Dovrai dare a tutti gli uccelli un paio di occhi. Grandi o piccoli, tondi o allungati, neri, marroni o dorati, serviranno per cercare il cibo, evitare i pericoli e guardare il cielo per ringraziarmi.

...........................................................................................................................

L’ibis chiamò a raccolta tutti gli uccelli e cominciò a distribuire gli occhi, ma i più grandi li tenne da parte, perché voleva regalarli al suo amico gufo.

...........................................................................................................................

Gli uccelli si provavano gli occhi, li scambiavano fra loro e poi, quando avevano trovato il paio giusto, volavano via fischiando e cinguettando.

...........................................................................................................................

Arrivò il turno del gufo. L’ibis gli diede i grandi occhi tondi che aveva conservato apposta per lui, ma quando il gufo se li mise, tutti gli altri uccelli scoppiarono a ridere.

...........................................................................................................................

Pieno di vergogna, il gufo corse a nascondersi nella foresta.

Sequenze Relazioni causali e titoli RIASSUNT

...........................................................................................................................

L’ibis lo seguì, cercando di convincerlo, senza riuscirvi, che gli uccelli lo avevano preso in giro solo perché invidiavano i suoi grandi occhi d’oro.

...........................................................................................................................

Da quel giorno, il gufo esce solo la notte per non farsi vedere e, appollaiato su un ramo, si lamenta in continuazione. F. Lazzarato, Mille anni di storie della buonanotte, Edizioni EL

1 Segna, con parentesi dei rispettivi colori, l’introduzione, lo sviluppo, la conclusione.

2 Dai a ogni sequenza il titolo corretto. Scegli tra i seguenti. Poi segna con una X.

• Il gufo vergognoso si nasconde. • Durante la creazione, il Creatore dà a tutti gli uccelli penne e ali. • L’ibis lo segue e cerca inutilmente di convincerlo a non nascondersi. • Da allora il gufo esce solo di notte e si lamenta sempre. • L’ibis tiene da parte gli occhi più grandi per il suo amico gufo. • L’ibis consegna gli occhi al gufo e tutti gli uccelli scoppiano a ridere. • Il Creatore affida all’ibis il compito di distribuire gli occhi. • Hai certamente notato che manca il titolo di una sequenza. Secondo te, perché? È una dimenticanza. È un tranello per verificare se siamo attenti. È una sequenza che, anche se manca, non fa cambiare il senso al riassunto.

Riassumere significa raccontare i fatti più importanti di un racconto in poche parole. Ecco alcune semplici regole: • individuare le varie sequenze; • eliminare le sequenze che non cambiano il significato complessivo del testo; • dare un titolo a ogni sequenza; • trascrivere in ordine di tempo i titoli; • inserire le congiunzioni necessarie perché il riassunto sia più scorrevole... ed è fatta!

3 Trascrivi sul quaderno tutti i titoli in ordine in modo da ottenere il riassunto del racconto.

TO RIASSUN

ELIMINARE SEQUENZE , L ONESTO TAGLIALEGNA

Un tempo, nei pressi di un bosco, viveva un povero taglialegna che lavorava duro per mantenere la sua famiglia. Ogni giorno, portando sulle spalle la sua pesante ascia affilata, percorreva il sentiero che costeggiava le rive di un fiume impetuoso e spumeggiante attraverso verdi e silenziosi boschi. Mentre camminava, fischiettava allegramente, perché sapeva che, finché fosse stato in salute e avesse avuto con sé la sua ascia, avrebbe guadagnato abbastanza per poter comprare tutto il pane di cui la sua famiglia aveva bisogno. Un giorno, mentre stava tagliando un’immensa quercia vicino al fiume, il boscaiolo, a un certo punto, pensò di riposarsi per qualche minuto: appoggiò l’ascia al tronco e si girò per sedersi, ma inciampò su una vecchia radice e, prima che potesse afferrarla, la sua ascia scivolò nel fiume. Il povero taglialegna si sedette affranto tenendo la testa fra le mani e piangendo si domandò come avrebbe potuto sfamare la sua famiglia senza la sua insostituibile ascia. Stava ancora riflettendo sulle tristi conseguenze della sua distrazione, quando dall’acqua emerse una bellissima fanciulla. Era una fanciulla con lunghi capelli azzurri, dalla carnagione chiarissima, una voce molto dolce e gentile e due occhi luminosissimi, che rivolse al taglialegna uno sguardo pieno di comprensione. Si trattava della fata del fiume. Salita in superficie quando aveva sentito la triste voce dell’uomo, gli chiese con gentilezza che cosa lo addolorasse così profondamente.

Eliminare sequenze

RIASSUNT O

Il taglialegna le confidò il suo cruccio e, appena ebbe terminato di raccontare la sua sventura, la fanciulla si immerse nell’acqua. Un istante dopo riappare con un’ascia d’argento e gli chiese se quella fosse la sua ascia. Il taglialegna scosse la testa e rispose: – No, non è la mia! La mia ascia era di semplice acciaio. La fata del fiume depose l’ascia d’argento sulla riva e si immerse di nuovo e, quando riapparve, mostrò al taglialegna un’altra ascia. – Oh, no! – replicò il taglialegna. – Questa qui è fatta d’oro! Vale molto di più della mia. La fata del fiume depose l’ascia d’oro sulla riva e si immerse per la terza volta e finalmente, quando riapparve, aveva in mano l’ascia smarrita. – Questa è senza dubbio la mia vecchia ascia! – esclamò il taglialegna. La fata del fiume commossa da tanta onestà esclamò: – È tua, come lo sono anche queste altre due. È un dono del fiume, perché sei stato onesto. Così quella sera il taglialegna si affrettò verso casa con le tre asce sulle spalle, fischiettando allegramente, mentre pensava a tutte le cose belle che avrebbe potuto procurare alla sua famiglia. W.J. Bennett, Lo scrigno delle virtù, Garzanti

Per fare un riassunto bisogna: • individuare la sequenza introduttiva e quella conclusiva: sono le parti importanti che devono rimanere; • eliminare le sequenze descrittive e riflessive che non influiscono sul significato complessivo del racconto.

1 Dopo aver letto attentamente il racconto, colora in rosso il quadratino delle sequenze che, secondo te, si possono eliminare. Poi segna con una X.

• Che tipo di sequenze sono quelle che hai eliminato? Sequenze riflessive.

Sequenze descrittive.

TO RIASSUN

LA TERZA PERSONA SINGOLARE AVVENTURA CON PAPÀ Una mattina mi ero arrampicata come una scimmia fino in cima a un albero, che fronteggiava la casa. Mi ero spinta molto in alto ma a un tratto si ruppe un ramo e io restai appesa per le braccia. Riuscii ad appoggiare i piedi su un ramo più basso, ma non sapevo più scendere. Troppo orgogliosa per chiedere aiuto, restai appollaiata lì. Mi chiamarono a tavola. Mi guardai bene dall’ubbidire: del resto come avrei potuto fare ad andarci? A un certo punto vidi papà che si avvicinava all’albero con passo lento. Papà fece finta di niente e cominciò a conversare del più e del meno, come se fossimo stati due vecchi amici intenti a prendere il tè in salotto. Poco dopo, intuendo che qualcosa non andava per il suo verso, si offrì di aiutarmi. Io protestai orgogliosamente che non avevo bisogno di aiuto. Allora papà si mise a raccontarmi della sua vita militare, mimando le varie fasi del “percorso di guerra”, per dimostrarmi che aveva delle doti atletiche nascoste. Il suo racconto mi fece ridere talmente che mi decisi a scendere di un paio di rami. In questo modo arrivai all’altezza delle sue braccia alzate. Lui tenne ferma una caviglia mentre io mi sporgevo con l’altro piede, ancora un po’ titubante, alla ricerca di un ramo più basso. Ridendo fino alle lacrime, scesi finalmente dall’albero traditore. M.F. Moro, La casa dei cento Natali, Rizzoli

Terza persona singolare

RIASSUNT O

1 Segna con una X. • Il personaggio principale è: un testimone del fatto. l’autore del racconto.

• Infatti il racconto è scritto: in prima persona singolare. in terza persona singolare.

• Quindi il narratore è: esterno. interno.

• Riassumendo come ti esprimeresti? Mi ero arrampicata... Si era arrampicata...

Il riassunto di un racconto scritto in prima persona singolare deve essere scritto in terza persona singolare. Infatti non si riferiscono fatti accaduti a noi, ma fatti accaduti a un’altra persona.

2 Colora in rosso il quadratino accanto alla sequenza/alle sequenze che si può/possono eliminare.

3 Riassumi il racconto completando le frasi ed esprimendoti in terza persona singolare. La suddivisione in sequenze ti aiuterà.

La bambina si era arrampicata �� A un tratto un ramo si ruppe e �� La bambina appoggiò �� ma non ��

Poco dopo arrivò �� che ��

Allora il padre cominciò a raccontare ��

Finché la bambina, ridendo, arrivò ��

E finalmente, ridendo a crepapelle, riuscì ��

TO RIASSUN

DISCORSO DIRETTO , L INSALATA DI ROSE

Nel giardino di una vecchia strega sbocciavano delle bellissime rose bianche e rosse. Accanto al giardino abitava una donna che aspettava il primo figlio e aveva i desideri più strani. Una volta chiedeva il pesce fritto con la marmellata, un’altra le uova sode con il cioccolato, e non si sapeva mai come accontentarla. Un bel giorno la donna chiamò il marito e disse: – Morirò se non posso mangiare quelle rose in insalata, con olio, pepe e sale. Lui andò a bussare alla casa della vicina e chiese un po’ di rose per la moglie, ma la vecchia rispose: – La mia roba non si tocca! – e gli sbatté la porta in faccia. Quando lui tornò senza i fiori, la moglie si disperò, allora il marito si fece coraggio e di notte scavalcò il muro del giardino. La donna ebbe finalmente le sue rose, e le piacquero tanto che il giorno dopo ne voleva ancora. Il marito dovette tornare a rubarle, ma la vecchia, che si era accorta di tutto, lo colse sul fatto: – Allora sei tu che rubi le mie rose! – strillò. – Adesso ti mangio in un boccone! – Pietà, comare! Le rose sono per mia moglie, che aspetta un bimbo! – Bella scusa! Ma capisco che la colpa non è solo tua, perciò ti faccio una proposta: io ti lascio andare e tu mi prometti che, se vi nascerà una bambina, quando avrà sedici anni la darai a me. Finalmente, due mesi dopo, nacque una bambina.

Discorso diretto

RIASSUNT O

Era una bambina bellissima, con la pelle bianca come un petalo di rosa e le guance come rose rosse e che, crescendo, diventava sempre più bella. Quando la ragazza ebbe sedici anni, la vecchia aprì la porta del giardino e la chiamò mentre passava: – Senti, me lo faresti un favore? – Ma certo, nonna. – Devi dire a tuo padre che il tempo è arrivato, e che si ricordi della promessa. La ragazza riferì ciò che le aveva detto la vecchia e i genitori si disperarono. Alla fine, però, la rimandarono dalla vecchia, dicendole di rispondere: – Per la promessa c’è tempo, sono ancora piccolina. Ma lei si sentiva già grande e non le andava di dire una cosa del genere. Quando la vecchia le chiese: – Carina, che ti hanno detto i tuoi genitori? – Che sono già grandicella... – rispose sicura. – Allora vieni da nonna tua, che ti regala una bella cosa – disse la vecchia, e la portò in giardino, dove c’era un grande forno pieno di cenere. – Spazzalo per bene e accendilo! – ordinò la strega, e la ragazza obbedì. – Ora metti la testa dentro e dimmi se è abbastanza caldo – aggiunse la strega, che voleva farla arrosto. E l’altra: – Non sono capace, come si fa? – Guarda, non è difficile! – disse la vecchia, e mise la testa nel forno. La ragazza allora la prese per le gambe e la gettò dentro, nel fuoco. Poi scappò via per tornare dai genitori, ma prima chiuse a chiave la porta del giardino. E nessuno la riaprì più. F. Lazzarato, Mille anni di storie incantate, Einaudi Ragazzi

TO Discorso diretto RIASSUN 1 Dopo aver letto con molta attenzione il racconto, e prima di passare al riassunto: • colora, nei rispettivi colori, il quadratino delle sequenze che corrispondono all’introduzione e alla conclusione; • colora in rosso il quadratino delle sequenze descrittive che potresti eliminare; • continua a evidenziare o a sottolineare le sequenze dialogiche, cioè quelle in cui compaiono i dialoghi, come negli esempi.

Per fare un riassunto bisogna: • individuare le sequenze dialogiche; • stabilire se sono dialoghi importanti, cioè se servono a mantenere il senso del racconto; • trasformare i dialoghi in discorso indiretto. Esempio: –M orirò se non posso mangiare quelle rose in insalata... (discorso diretto) La donna disse che sarebbe morta se non avesse potuto mangiare le rose in insalata. (discorso indiretto)

2 Trasforma questi dialoghi in discorso indiretto, completando le frasi con le parti suggerite.

di ricordare ai suoi genitori la promessa se fosse nata una bambina l’avrebbero data a lei

di mangiarselo in un boccone se potesse cogliere le sue rose

• L’uomo chiese alla vecchia ................................................................................................................., ma la vecchia gli sbatté la porta in faccia. • La vecchia, quando vide l’uomo che rubava le sue rose, prima lo minacciò ..................................................................................................., poi alle suppliche del poveretto gli disse che lo avrebbe risparmiato a condizione che ............................................................... ................................................................................................., al compimento dei sedici anni.

• Quando la ragazza ebbe sedici anni la vecchia la chiamò e le disse ..................................... ....................................................................................................................................................................

Discorso diretto

RIASSUNT O

3 Riassumi il racconto inserendo le frasi che hai trasformato e aggiungendo le altre che trasformerai tu.

, L INSALATA DI ROSE Una vecchia strega aveva nel suo giardino ��

Un uomo e una donna, suoi vicini, aspettavano ��

La donna aveva espresso il desiderio ��

L’uomo allora chiese alla vecchia �� ma la vecchia gli sbatté la porta in faccia.

Poiché la moglie era disperata il marito scavalcò il muro, e quando la vecchia vide ��

poi, alle suppliche del poveretto, gli disse che lo avrebbe risparmiato a condizione che ��

Dopo due mesi �� Quando la ragazza ebbe sedici anni la vecchia la chiamò e le disse ��

La ragazza lo riferì ai suoi genitori che ��

Ma siccome la ragazza si sentiva �� quando incontrò di nuovo la vecchia le disse che ��

A questo punto la vecchia ��

TO RIASSUN

RIASSUMERE PER CANCELLAZIONE LA BELLA E LA BESTIA 1

In una notte buia e tempestosa, un mercante stava tornando a casa dopo un lungo viaggio. A un tratto vide in lontananza le luci di un castello e decise di chiedere ospitalità.

– Ehi, di casa! – chiamò, ma nessuno rispose. Poi, visto che il portone era socchiuso, il mercante entrò.

Il castello era una bella costruzione che dava l’impressione di solidità. Aveva grandi stanze e soffitti altissimi, inoltre l’arredamento era molto sontuoso.

Quando fu all’interno, il mercante trovò una tavola imbandita e un comodo letto che parevano aspettare solo lui e, non vedendo anima viva, si rifocillò e si riposò.

La mattina dopo, prima di ripartire, si fermò a guardare il giardino. Dalla neve sbucavano splendide rose e il mercante si ricordò che gli mancava un dono per Bella, la figlia più piccola, che gli aveva chiesto solo una rosa.

Appena si chinò a coglierne una, sentì un rumore e subito una belva orribile in abiti principeschi sbucò da dietro un cespuglio di rose.

– È così che mi ripaghi della mia ospitalità? – ruggì. – Pagherai con la vita questo affronto! – Perdonami! – supplicò l’uomo – Volevo solo una rosa per mia figlia! Ti prego, non uccidermi! – Ti perdono – disse la bestia – ma in cambio mi porterai una delle tue figlie, altrimenti morirai!

Una volta tornato a casa, l’uomo raccontò quello che gli era successo. Allora Bella si offrì di andare lei dal mostro.

Quando Bella vide la Bestia pensò che era davvero un mostro, ma che era anche molto gentile e giorno dopo giorno cominciò ad apprezzare la sua compagnia intelligente e spiritosa e si abituò a quella nuova vita.

... per cancellazione RIASSUNT

A Bella, però, mancava la sua famiglia, così la Bestia le disse: – Se mi prometti di tornare tra sette giorni, ti lascerò andare a casa.

La fanciulla promise, ma quando si ritrovò nella casa paterna era così felice che i sette giorni passarono senza che se ne accorgesse.

L’ottavo giorno sognò che il suo mostruoso compagno era ammalato e la rimproverava tristemente: – Ti sei forse dimenticata di me?

Appena sveglia Bella, preoccupata per l’amico, si precipitò al castello e trovò la Bestia in fin di vita. Allora l’abbracciò e piangendo a dirotto lo implorò: – Ti prego non morire! Io ti amo e voglio sposarti!

A quelle parole l’orribile muso della Bestia si trasformò nel bellissimo volto di un principe, che sorridendo le disse: – Grazie, mia adorata! Solo l’amore di una fanciulla che avesse accettato di sposarmi poteva liberarmi dall’incantesimo e farmi tornare umano.

Così la Bella e la Bestia si sposarono con una magnifica festa e tutta la famiglia di Bella andò a vivere al castello. AA.VV. Storie per tutto l’anno, De Agostini

1 Osserva attentamente le varie sequenze, poi segna con una X. • Le parti evidenziate in azzurro corrispondono alle sequenze: descrittive. riflessive. dialogiche. • Le parole sottolineate in rosso sono: le parole più importanti. le parole che si possono eliminare.

2 Segna con una X la sequenza che può essere eliminata. 1

10 14

Per riassumere con il metodo della cancellazione bisogna: • eliminare in ogni sequenza le parole (aggettivi, avverbi, preposizioni...) non necessarie alla comprensione del racconto; • ricopiare le parti rimaste collegandole fra loro.

TO ... per cancellazione RIASSUN 2 Riassumi il racconto ricopiando le parti non eliminate e inserendo le parole necessarie a rendere il racconto più fluido, come nell’esempio.

LA BELLA E LA BESTIA Una notte un mercante stava tornando a casa. A un tratto vide in lontananza un castello. Chiamò, ma nessuno rispose. Allora entrò. Il mercante all’interno trovò una tavola imbandita e un comodo letto, così ��

La mattina dopo si fermò in giardino, dove vide delle ��

Appena si chinò a coglierne una, una belva orribile �� che lo rimproverò dicendogli che �� L’uomo si giustificò spiegando che ��

Allora il mostro gli disse che ��

A casa l’uomo raccontò quello che gli era successo e ��

Quando Bella vide la Bestia �� gentile e cominciò ad apprezzare la sua compagnia. A Bella, però, mancava �� allora la Bestia le disse di andare, ma solo per sette giorni. I sette giorni passarono e l’ottavo giorno Bella sognò ��

perciò si precipitò �� Piangendo lo implorò di �� A quelle parole la Bestia �� e la ringraziò perché ��

Così la Bella e la Bestia si sposarono con una magnifica festa.

LESSICO RIASSUNTO

RIELABORAZIONE PRODUZIONE

INDICE 50 Rielaborare con i sinonimi 52 Rielaborare con i contrari 54 Rielaborare con i modi di dire 56 Cambiare o inventare il finale 58 Inventare l’introduzione 60 Rielaborare con il flashback 62 Rielaborare con il flashforward 64 Rielaborare con il dialogo 66 Rielaborare partendo da un punto qualsiasi del racconto

… RIELABORARE VUOL DIRE scelte testo con parole ISC RI VERE un • …R da noi (da te!); testo inserendo IGLIORARE un • …M qualcosa in più; un testo con un inizio ER FEZIONARE • … P te!); o una fine che piace a noi (a

La sezione dedicata alla RIELABORAZIONE: • permette di lavorare su un testo esistente e di acquisirne la struttura; • guida all’utilizzo cosciente di sinonimi, contrari e modi di dire; • insegna a intervenire in un testo in modo coerente; • stimola la capacità creativa.

ORAZIONE B A L E I R

RIELABORARE CON I SINONIMI Nella sezione dedicata al lessico hai imparato che lo stesso concetto può essere espresso utilizzando parole diverse, senza cambiare il senso della frase.

Quando si sostituiscono delle parole con i loro sinonimi, si “rielabora”. “Rielaborare” significa: riscrivere, migliorare, perfezionare…

1 Riscrivi le frasi sostituendo le parole in colore con un sinonimo adatto. Sceglilo tra quelli dati. sistemato • riorganizzato

raccoglitore • recipiente

• Luisa ha riordinato le foto in un contenitore. • ........................................................................................................................................ boato • rombo

vibrare • sobbalzare

• Lo scoppio del tuono fece tremare i vetri delle finestre. • ........................................................................................................................................ si spense • si interruppe

brusio • mormorio

• All’inizio del concerto tacque ogni sussurro. • ........................................................................................................................................ vibrò • batté

collera • furore

• Pestò un pugno sul tavolo per la rabbia. • ........................................................................................................................................ ricco • generoso

prosperità • benessere

• Un raccolto abbondante assicura ricchezza al contadino. • ........................................................................................................................................ radiosa • straordinaria

splendido • incantevole

• Era una mattinata luminosa e splendeva un sole bello. • ........................................................................................................................................ generoso • gentile

collabora • soccorre

• È un uomo molto buono e aiuta tutti.

• ........................................................................................................................................

Sinonimi

RIELABORAZIO

2 Leggi il testo, poi continua tu a riscriverlo sostituendo le parole in colore con i seguenti sinonimi.

improvvisamente • La valle era ancora immersa nella nebbia • ci arrampicammo senza fretta • si stagliavano maestosamente • versante • sostammo • sul bordo • lentamente • una mattinata radiosa • contro • delicato • luccicanti • ammirare • sembrava tuffarsi

, PANORAMA DALL ALTO C’era ancora nebbia nella valle, così salimmo lentamente lungo il fianco delle colline. Poi, di colpo, fummo in pieno sole, una mattina sfolgorante come non ne avevo mai viste. Verso il cielo di un pallido azzurro le colline si ergevano regalmente ammantate di erica violetta. In basso, il terreno precipitava nelle acque scintillanti del lago. Ci fermammo in uno spiazzo su un lato della strada e insieme rimanemmo a guardare il panorama. Nell’azzurro del cielo, un falco pellegrino planava pigramente. M.L. West, L’estate del lupo rosso, Compagnia Finanziera Perlina S.A.

La valle era ancora immersa nella nebbia, così ci arrampicammo senza fretta lungo il versante delle colline. Poi, improvvisamente ............................................................... ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................

ORAZIONE B A L E I R

RIELABORARE CON I CONTRARI Per rielaborare un testo esprimendo un concetto identico si usano i sinonimi. Per esprimere un concetto contrario è possibile usare le parole contrarie. Se non esistono le parole contrarie, si può ricorrere all’avverbio “non” oppure si può ricorrere a intere espressioni.

1 Rielabora queste frasi in modo da esprimere un concetto opposto, utilizzando i contrari adatti: sceglili tra quelli dati oppure usa il “non”. durante il ritorno • al rientro

difficile • impervio

• All’andata percorsi un sentiero facile. • ........................................................................................................................................ alba • tramonto

cessò • imperversò

impetuoso • forte

• Verso sera soffiò nella valle un vento leggero. • ........................................................................................................................................ rinunciando • evitando

vigliaccheria • timidezza

• Renato affrontando quella scalata ha dimostrato molta audacia. • ........................................................................................................................................ coraggioso • audace

non ha paura • non teme

• Il mio fratellino è pauroso ed è terrorizzato dal buio. • ........................................................................................................................................

2 Continua tu a rielaborare questa descrizione trasformando la fatina in una strega. Usa anche delle similitudini.

Era una fatina giovane e delicata come una farfalla. Portava un abitino lungo color fragola e ai piedini indossava un paio di pantofoline color papavero. I lunghi capelli d’oro erano intrecciati con piccole rose rosse. I suoi occhi azzurri come il cielo erano sorridenti.

Era una strega molto vecchia e sgarbata come una rana gracidante. Portava ��

Contrari Contrari RIELABORAZION 3 Continua tu a rielaborare la descrizione trasformando la ragazzina nel suo opposto.

Mentre ero in treno vidi un uomo e, accanto a lui c’era una ragazzina di circa dieci anni. Era una bambina magrolina, pallida, con i capelli scuri, tagliati molto corti, che le lasciavano scoperto il collo lungo e sottile. Indossava un paio di occhiali rotondi che le davano un po’ l’aria di un gufo. I capelli così corti, gli occhiali, i jeans e la giacca a vento nera la facevano sembrare un ragazzo. E aveva l’aria di essere infelice. R. Pilcher, Le bianche dune della Cornovaglia, Mondadori

Mentre stavo scendendo dal treno vidi una donna e, un po’ discosta da lei, una ragazzina di circa dieci anni. Era una bambina ��

4 Prova a descriverti brevemente, ma “al contrario”: se sei un maschio, diventerai una femmina e viceversa, se sei alto/a, diventerai basso/a, ciò che ti piace sarà ciò che detesti e così via... Buon divertimento! ��

ORAZIONE B A L E I R

RIELABORARE CON I MODI DI DIRE Rielaborare significa anche rendere più colorito il racconto inserendo in modo opportuno dei modi di dire. 1 Rielabora il racconto: sostituisci le espressioni in colore con i seguenti modi di dire. • molto in gamba • la vedremo! • avevano le lacrime in tasca • la sapeva lunga • avesse dato una mano • non sapeva che pesci pigliare • lo aspettava al varco • partendo lancia in resta

• non si diede per vinto • aveva perso il lume della ragione • vista la mala parata • in un battibaleno • facendo quattro passi • lo mandò gambe all’aria • se la diede a gambe levate

IL CAVALIERE E IL DRAGO Un cavaliere molto abile ed esperto capitò un giorno in una città e si meravigliò moltissimo vedendo che tutti gli abitanti non riuscivano a smettere di piangere. Girando per la città venne a sapere che la figlia del re era stata rapita da un drago. Il re per il dolore non riusciva più a ragionare ed era indeciso sul da farsi, però aveva promesso che avrebbe dato la figlia in sposa a chi avesse aiutato a liberarla. Il cavaliere, che era molto astuto e capace, decise che avrebbe sconfitto il drago e liberato la principessa. Quindi, agendo con impulsività, andò alla ricerca del drago. Il mostro era in attesa che si facesse avanti e, quando il cavaliere comparve, con un colpo di coda lo fece cadere ruzzoloni. Ma il cavaliere non si arrese, si rialzò velocemente e si gettò su di lui con la spada sguainata ed esclamò: – Accetto la sfida! Il drago, visto che la situazione volgeva al peggio, scappò velocemente e da quel giorno non si vide più. Così il cavaliere liberò la principessa. Il re mantenne la promessa e concesse in moglie la propria figlia al cavaliere.

Modi di dire RIELABORAZION

IL CAVALIERE E IL DRAGO Un cavaliere molto in gamba capitò un giorno in una città e si meravigliò moltissimo perché tutti gli abitanti avevano le lacrime in tasca. Facendo quattro passi per la città venne a sapere che la figlia del re era stata rapita da un drago. ��

ORAZIONE B A L E I R

CAMBIARE O INVENTARE IL FINALE Rielaborare significa anche intervenire su un testo già scritto cambiando il finale della storia oppure inventando un finale adatto a una storia che non ha una conclusione. 1 Leggi la storia, poi inventa tu una conclusione diversa riprendendo il racconto dalla parte in colore. Puoi seguire i suggerimenti fra parentesi o lasciarti guidare dalla fantasia.

UN PRATO IN TESTA Un barbiere stava per diventare calvo. Sua moglie pensò: “Devo trovare un rimedio”. Detto fatto, mise del concime per le piante dentro alla lozione contro la caduta dei capelli. Fu così che, trascorsa una settimana, il barbiere vide crescere sulla sua testa dell’erbetta verde. Ne fu alquanto sorpreso, ma per nulla dispiaciuto, e uscì per la città. La gente che lo vedeva passare credeva che si trattasse di una nuova moda e tutti volevano avere un prato in testa. La moglie del barbiere svelò al marito il suo segreto e il loro negozio fece grandi affari. I non calvi cominciarono a tingersi i capelli di verde o a farsi parrucche di erba artificiale. Naturalmente da allora in poi la gente doveva stare attenta a non farsi brucare in testa da mucche, cavalli e pecore. U. Wölfel, Storie un po’ matte, Nuove Edizioni Romane

Fu così che, trascorsa una settimana (Che cosa succede al barbiere? I piedi si trasformano in lunghe radici, in testa gli crescono dei rami frondosi, sulle braccia..., sulla faccia...) ��

(A questo punto che cosa fa il barbiere? Taglia via ciò che gli è cresciuto, indossa un cappello, si fa fare delle scarpe apposta...) Il barbiere, disperato ��

Da quel giorno il barbiere (Che cosa fa? Riesce a fermare la crescita. Come? Si nasconde in soffitta, va a vivere in un bosco...) ��

(Alla fine che cosa decide?) ��

Finale

RIELABORAZIO

2 A questa storia manca la conclusione: inventala tu. Puoi seguire i suggerimenti fra parentesi o lasciarti guidare dalla fantasia.

UN DRAGO INDECISO C’era una volta un drago che aveva cinque teste e un solo corpo. Ognuna delle sue teste mangiava, ognuna parlava, ognuna dormiva quando le pareva. Non vi dico cosa accadeva ogni volta che le cinque teste dovevano mettersi d’accordo su che cosa fare. – Che noia! – diceva la prima. – Dove andiamo? – diceva la seconda. – lo vorrei andare in bicicletta – diceva la terza. – lo non ne ho voglia. Non ci penso nemmeno – diceva la quarta. – Tacete! Smettetela! – diceva la quinta. La situazione stava diventando veramente insostenibile. Così un giorno la quinta testa, che era la più saggia e che aveva la voce più forte, (Che cosa suggerisce? Di andare da un mago, di stabilire dei turni, di mettere un bavaglio alle altre teste...) suggerisce di ��

(Come reagiscono le altre teste? Accettano, si arrabbiano... Che cosa scelgono? Che cosa

propongono in alternativa?) Le altre teste ��

(Che cosa decidono alla fine?) A questo punto ��

Fu così che da quel giorno (Come si conclude la storia? Riescono ad andare d’accordo? Continuano a litigare? Che fine fa la quinta testa?) ��

ORAZIONE B A L E I R

, INVENTARE L INTRODUZIONE

Rielaborare è un’attività sempre più divertente, perché, oltre a cambiare la conclusione di un racconto, si può inventare la parte iniziale, cioè l’introduzione in cui compaiono: il/i personaggio/i (Chi?), il luogo (Dove?), il tempo (Quando?) in cui si svolge il fatto. 1 Scrivi tu l’introduzione di questo racconto, aiutandoti con i suggerimenti. Poi dai al racconto un titolo adatto.

TITOLO

��

• In quale momento si svolge la vicenda? (Una mattina, di ritorno da scuola...) • Chi sono? Come si chiamano le protagoniste? • Dove vivono? Dove si trovano? • Chi regala loro la casetta? (I nonni, uno zio, il papà...) • Come mai? (Tornano da un viaggio, è il loro compleanno, sono state promosse...) • Le protagoniste se lo aspettavano? (Sì, perché l’avevano chiesto; no, è una sorpresa...) • Come è il pacco che la contiene? (Una scatola di cartone, un pacco con carta colorata e un gran fiocco...) • In che modo lo scartano? (Aprendo con calma, strappando la carta, rompendo la scatola...) • Come reagiscono appena vedono il contenuto? (Restano a bocca aperta, si mettono a ballare e saltare, sono deluse, litigano...) • Che cosa scoprono aprendo la scatola? Da qui inizia la descrizione...

��

Introduzione RIELABORAZION

��

Aprendo la scatola scoprono che contiene una magnifica casetta in miniatura, una casetta perfetta a cui non mancava proprio nulla. Era dipinta di un verde scuro, lucido, con due comignoli rossi e bianchi sul tetto e la porta di vernice gialla. Le quattro finestre erano divise da una striscia verde e c’era anche un portichetto dipinto di giallo. – Apritela, presto, apritela! – gridarono in coro le bambine. Tolto il gancio su un lato, tutta la facciata girò, spalancandosi. Con una sola occhiata si ammiravano il salotto, la sala da pranzo, la cucina e due camere da letto. – Oooh! Che meraviglia! Era una casa delle bambole davvero stupenda! Le camere erano tappezzate con dipinti racchiusi in cornici dorate. Su tutti i pavimenti, fuorché in cucina, si stendeva un bel tappeto rosso; le sedie del salotto erano di una morbida stoffa rossa; di stoffa verde quelle della sala da pranzo. E poi c’erano tavoli, letti preparati con lenzuola e coperte vere, una culla, una stufa e la credenza con dei piccoli piatti e una brocca rotonda. Papà bambola e mamma bambola stavano sdraiati in una sala e, di sopra, c’erano due bambolotti-figli messi a nanna. K. Mansfield, Tutti i racconti, Adelphi

ORAZIONE B A L E I R

RIELABORARE CON IL FLASHBACK Si può rielaborare un racconto introducendo una parte in cui ci siano alcuni pensieri o riflessioni oppure un episodio del passato: cioè un flashback, come avviene in molti testi.

1 Rielabora il racconto inserendo un flashback. Puoi seguire i suggerimenti o lasciarti guidare dalla fantasia.

, IL CUORE DELL ALBERO – Questo va bene! – disse uno dei boscaioli e il grande albero venne tagliato. Il grande albero soffrì molto e così pure gli animali che abitavano tra i suoi rami e che ora dovevano trovarsi un’altra casa.

L’albero chiuse gli occhi e come in un film ripensò... (Che cosa gli venne in mente? Mamma passera che gli chiede il permesso di costruire il nido per i piccoli tra i suoi rami; un nonno e un bambino che si siedono ai suoi piedi e il nonno che racconta una storia; un bambino che costruisce una casetta tra i suoi rami e gli fa compagnia; una notte in cui un temporale stava per spezzargli i rami e non sapeva come difendersi...) ��

A questo punto l’albero cadde rovinosamente a terra e i boscaioli lo portarono alla segheria, dove il tronco venne tagliato in tanti pezzi di dimensioni diverse. E allora davvero il cuore del grande albero si fece piccolo piccolo per la disperazione. A. Traini, Il cuore del grande albero, Edizioni EL

Flashback

RIELABORAZIO

2 Rielabora il racconto inserendo un flashback. Puoi seguire i suggerimenti fra parentesi o lasciarti guidare dalla fantasia.

A PESCA CON PAPÀ Un sabato io e papà siamo usciti al mattino presto. Abbiamo caricato nel bagagliaio le canne da pesca, i panini e un thermos con il tè caldo. – Faremo una gita in un posto segreto! – mi disse papà. Siamo saliti in macchina e siamo partiti. Quando ci siamo fermati il papà mi ha detto: – Senti l’odore del fiume? – poi ha aggiunto: – Quando ero bambino... (Che cosa racconta il papà al figlio? Di quando andava a quel fiume a giocare? Pescare? Nuotare? Con chi ci andava? Con gli amici, con i suoi fratelli, con il papà, con il nonno... Quale episodio ricorda in particolare?) ��

Il papà termina il racconto e io mi sorprendo a invidiarlo per quei tempi in cui aveva l’età che ho io adesso e mi sarebbe piaciuto conoscere il mio papà di allora. Guardo il papà e mi rendo conto che ha voluto portarmi in questo posto perché voleva condividere con me il suo “posto segreto”.

ORAZIONE B A L E I R

RIELABORARE CON IL FLASHFORWARD Si può rielaborare inserendo all’interno del racconto un flashforward, cioè una parte in cui si raccontano fatti che accadranno dopo o che si immagina possano accadere.

1 Rielabora il racconto inserendo un flashforward. Puoi seguire i suggerimenti fra parentesi o lasciarti guidare dalla fantasia.

TORNARE A SCUOLA Mentre ero in vacanza, spesso mi ricordavo dei miei compagni e mi chiedevo che cosa stessero facendo e se si stessero divertendo come me. E adesso non vedo l’ora di incontrarli, perché anch’io questa volta ho qualcosa da raccontare.

Mi vedo entrare in classe sotto gli sguardi ammirati dei miei compagni (Com’era alla fine della scuola? Che cos’ha ora di diverso? È cresciuto/a molto, è molto abbronzato/a... Come mai? Ha fatto una vacanza in barca a vela, ha fatto snorkeling... Descrivi con molti particolari. Ha un braccio ingessato? Che cosa gli è successo? Racconta l’episodio.) che mi si affollano intorno con un sacco di domande e io che comincio a raccontare... ��

E domani si ricomincia! Ho voglia di ritornare a scuola e di rivedere i miei amici e i miei insegnanti. Spero che tutto vada come immagino!

Flashforward

RIELABORAZIO

2 Rielabora il racconto inserendo un flashforward. Puoi seguire i suggerimenti fra parentesi o lasciarti guidare dalla fantasia.

UNA BARCA FAI DA TE Da bambini abitavamo in un paese sulla riva di un lago. Un giorno ci venne l’idea di costruire una barca e così lo spiazzo del nostro giardino fu trasformato in un cantiere. Dario, il più grande dei miei fratelli, era il direttore dei lavori; Fulvio, l’esperto; io, essendo la più piccola, ero l’aiutante. In tre settimane costruimmo la barca, che venne chiamata con il mio nome: “Bianca”.

Non vedevo l’ora che giungesse il grande momento del varo, mi vedevo già (Come si immaginava l’avvenimento? Come erano vestiti? Come i marinai? Con i vestiti della festa? In che modo sono arrivati alla banchina? Affiancati, in fila, correndo... Chi assisteva al varo? Gli amici, i genitori, tutto il paese... Cosa facevano gli spettatori per incitarli? Gridavano il loro nome, battevano le mani...) ��

La domenica successiva, 10 agosto, giunse il sospirato momento del varo. Salimmo sulla barca e, dopo aver mollato la cima, la nostra imbarcazione si staccò dalla banchina. Non avevamo fatto ancora dieci metri, che da una piccola falla cominciò a entrare acqua e, in pochi minuti, finimmo tutti a mollo. Tutti i miei sogni di gloria erano affondati miseramente insieme alla nostra barca Bianca. B. Fo Garambois, lo, da grande, mi sposo un partigiano, Einaudi

ORAZIONE B A L E I R

RIELABORARE CON IL DIALOGO A volte è possibile rielaborare un racconto inserendo un dialogo verosimile, ma inventato, tra i personaggi principali.

1 Leggi il racconto e trasforma la parte sottolineata in un dialogo tra i due fratelli, come nell’esempio. Le parole in colore sono quelle aggiunte per rendere più scorrevole il testo.

UN CUCCIOLO Mia sorella ha sempre desiderato un cane. Finalmente è riuscita a mettere da parte i soldi necessari ed è riuscita a comprare un cucciolo. L’altro giorno, dopo la scuola, l’ha portato a casa. L’abbiamo chiamato Fred. Gli abbiamo comprato una ciotola per la pappa e una per l’acqua. Poi abbiamo preparato una cuccia con una vecchia bacinella e un cuscino per renderla calda e comoda. Abbiamo dato a Fred una palla per giocare, ma lui preferisce le calze! Qualche volta Fred rovescia l’acqua, e noi asciughiamo con lo straccio. Fred è proprio un cucciolo simpatico, ma ne combina sempre una. Questa mattina ha addentato una pantofola di papà, masticandola ben bene. Abbiamo riparato il buco con un po’ di nastro adesivo, speriamo che papà non se ne accorga. R. Debnam, Un cucciolo in fuga, Mondadori

Dialogo RIELABORAZION UN CUCCIOLO Mia sorella ha sempre desiderato un cane. Finalmente è riuscita a mettere da parte i soldi necessari e qualche giorno fa mi ha detto: – Adesso che ho i soldi ��

Così il giorno seguente dopo la scuola è andata a comprarlo e l’ha portato a casa. Appeno l’ho visto ho esclamato: – Ma è proprio carino, gli hai già dato un nome? E lei esultante ha detto: – Lo chiameremo �� – Mi sembra ��! – ho concluso io. Poi ho aggiunto: – Ma adesso Fred avrà bisogno ��

Mia sorella mi ha tranquillizzato: – Non ti preoccupare ��

– E dove lo mettiamo a dormire? – le ho chiesto preoccupato. Mia sorella con aria sicura ha proposto: – Gli faremo ��

Fred è un giocherellone così io ho provato a dargli una palla e subito mia sorella mi ha fatto notare: – Non vedi che �� Star dietro a Fred è un vero lavoro. Ieri stavo facendo i compiti, quando sento che mia sorella grida: – Fred, sei un vero disastro! Corro a vedere: aveva rovesciato l’acqua della ciotola e mia sorella mi ordina: – ��

Fred è proprio un cucciolo simpatico, ma ne combina sempre una. Questa mattina ha addentato una pantofola di papà, masticandola ben bene. Abbiamo riparato il buco con un po’ di nastro adesivo, speriamo che papà non se ne accorga.

ORAZIONE B A L E I R

RIELABORARE PARTENDO DA UN PUNTO QUALSIASI DEL RACCONTO Un racconto segue di solito l’ordine cronologico dei fatti, ma si può rielaborare un racconto cambiando l’ordine di esposizione. RICORDA: quando si cambia l’ordine di esposizione è necessario intervenire inserendo frasi o parole in modo da rendere il racconto scorrevole senza cambiarne il senso complessivo.

1 Leggi attentamente il racconto.

UN REGALO A SORPRESA – Evviva! È il mio compleanno! – gridava Valentina saltando sul letto. – Chissà che regalo mi faranno il papà e la mamma, quest’anno! Ma quella mattina, nessuno, non una persona di tutta la sua famiglia, pareva essersi ricordato che quel giorno era il suo compleanno. Valentina finì la colazione, attraversò la cucina a passi decisi e uscì in giardino. – Nessuno! – ripeté, borbottando fra sé. – Non la mamma, e neanche il papà e Luca. È un’ingiustizia. UNA VERA ING... Valentina si fermò di colpo: di fronte a lei c’era il più grande, il più gigantesco, il più enorme tappeto elastico che avesse mai visto in vita sua.

2 Rielabora il racconto incominciando dalla parte finale, poi inventa tu una conclusione diversa. I suggerimenti fra parentesi possono aiutarti.

UN REGALO A SORPRESA – Non la mamma, ��

è un’ingiustizia. UNA �� Valentina si fermò di colpo, di fronte a lei, c’era ��

Parte del racconto

RIELABORAZIO

Non riusciva a credere ai suoi occhi, visto com’era iniziata la mattina. Infatti quella mattina ��

aveva esclamato: – ��

Poi aveva cominciato a fantasticare: – ��

Ma con sua grande delusione ��

Facendo finta di niente, Valentina �� poi mentre tra sé e sé brontolava: – ��

si diresse �� Ed è stato proprio in quel momento che ��

(Che cosa fa a questo punto Valentina? Sale immediatamente sul suo tappeto elastico e...; torna in casa ad abbracciare e ringraziare i genitori... Che cosa le dicono i genitori? Dove si erano nascosti per vedere la sua reazione? Sono contenti di averle fatto una

sorpresa?) ��

ORAZIONE Parte del racconto B A L E I R 3 Leggi la storia, poi inventa tu una conclusione diversa riprendendo il racconto dalla parte sottolineata. Puoi seguire i suggerimenti fra parentesi o lasciarti guidare dalla fantasia.

INKIOSTRIK Si intrufolò di nascosto sotto il tavolo in direzione di Lola. Prima di tutto si concentrò sulla cartella che giaceva a terra. – Cartella abbandonata, inchiostro di giornata! – canticchiò di ottimo umore. Subito trovò quello che cercava: cartucce di inchiostro. Si attaccò alla cartuccia, come un neonato al biberon, e la scolò avidamente. Finalmente era sazio e di un bel blu scuro! A quel punto ci voleva un sonnellino, così si acciambellò accanto ai piedi di Lola e cadde in un sonno profondo. U. Scheffler, Inkiostrik, il mostro del circo, Piemme Junior

INKIOSTRIK – Cartella abbandonata, inchiostro di giornata! – canticchiò di ottimo umore Inkiostrik. Inkiostrik (Secondo te, chi è Inkiostrik? Descrivilo brevemente: come è fatto, quanto è grande, di che cosa si ciba...) ��

Entrato di nascosto nella scuola si era ��

Prima di tutto ��

Subito trovò ��

LESSICO • RIASSUNTO • RIELABORAZIONE •

PRODUZIONE

PRODUZIONE...

INDICE

e; are autori/autrici e protagonisti/ ent div di tte me per ché per A, • … sezione AT TIV sieri ed emozioni; ché incoraggia a comunicare pen • … sezione ESPRESSIVA, per non pone limiti alla… fantasia. • … sezione CREATIVA, perché

Il testo realistico Produzione Schema guida • Lessico • 70 Un regalo a sorpresa

74 Ho costruito…

Il racconto fantastico Produzione Schema guida • Lessico • 78 Una strega… stregata 82 Un autobus… originale

a Il racconto di avventur Produzione Schema guida • Lessico • 86 Un incontro da... brivido 90 Una prova di coraggio Il racconto umoristico Produzione Schema guida • Lessico • 94 Un incredibile pasticcione

98 Che figura!

Il mito Produzione Schema guida • Lessico • 102 Il mito della Primavera 106 … e il mondo ebbe la Luna La lettera Produzione Schema guida • Lessico • 110 Caro amico/Cara amica, ti scrivo… Il diario Produzione Schema guida • Lessico •

114 Pagine dal mio diario… L’autobiografia Produzione Schema guida • Lessico • 118 Mi racconto… Il testo informativo Produzione Schema guida • Lessico • 122 Il gufo reale 126 L’acero rosso La cronaca giornalistica Produzione Schema guida • Lessico • 130 Una cronaca giornalistica

134 Una cronaca giornalistica

Il testo descrittivo Produzione Schema guida • Lessico • vi 138 Un panorama mozzafiato • Dati visi 142 Passeggio e ascolto • Dati uditivi

146 In cucina • Dati olfattivi 150 A occhi chiusi • Dati tattili 154 A pranzo da… • Dati gustativi

Il testo regolativo Produzione Schema guida • Lessico • 158 La ricetta di…

162 Il gioco…

Il testo poetico 164 Testi poetici

La sezione dedicata alla PRODUZIONE: • offre tracce minuziose per lo svolgimento di un tema ad argomento; • mette a disposizione un ampio assortimento di parole volto ad arricchire il bagaglio lessicale; • educa, attraverso domande-stimolo, all’elaborazione di un componimento; • presenta modelli per esprimersi secondo tutte le tipologie testuali affrontate; • prepara a saper scrivere su qualsiasi argomento.

ZIONE U D O R P

Libro di Lettura, p. 20

IL TESTO REALISTICO • Scrivere un testo realistico significa raccontare solo fatti reali o verosimili. • La struttura di un testo di questo tipo si articola in: introduzione, sviluppo, conclusione.

1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un testo realistico dal titolo:

UN REGALO A SORPRESA

INTRODUZIONE

Quando?

Quando è accaduto? (Recentemente, un anno fa, un giorno qualsiasi…)

Dove?

Dov’è accaduto? (In casa tua, in casa di amici o conoscenti, a scuola…)

Chi?

Chi doveva ricevere il regalo o si doveva festeggiare? (Tu, un tuo compagno, un conoscente, un genitore…)

Perché?

Per quale ragione è stato fatto il regalo? (Compleanno, promozione, primo giorno di lavoro, anniversario di matrimonio, festa dei nonni…) Perché è risultato inaspettato? Come si erano comportati gli amici e i conoscenti? Come si è comportato l’interessato? (Entusiasmo, attesa, delusione…)

Che cosa?

Che cosa è accaduto? Quale reazione ha avuto il destinatario del regalo? Qual era il regalo? Dov’è stato trovato?

Come?

Come si è conclusa la sorpresa? (Riflessioni, emozioni, conclusioni…)

SVILUPPO

CONCLUSIONE

Il testo realistico

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO • Sinonimi di regalo: dono, omaggio, sorpresa, presente...

• Sinonimi di festa: NOMI

festeggiamento, anniversario, ricorrenza, party, ricevimento, evento, allegria, divertimento, baldoria, esultanza, giubilo...

• Sinonimi di sorpresa: meraviglia, stupore, sbalordimento, sbigottimento, sconcerto, fatto o evento imprevedibile, visita inattesa, improvvisata...

• Un regalo si può: donare, offrire, ricevere, accettare, concedere...

• Un regalo può: VERBI

stupire, meravigliare, sorprendere, sbalordire, impressionare, colpire, stupefare, deludere...

• Per un regalo si può: meravigliarsi, sorprendersi, stupirsi, restare allibiti...

• Un regalo può essere: AGGETTIVI

gradito, accettato, benaccetto, apprezzato, piacevole, gradevole, sorprendente, stupefacente, atteso, inatteso, deludente, sgradito...

• Vestiti della festa: Gli abiti migliori, che si tengono da parte per le occasioni importanti. MODI DI DIRE

• Fare il guastafeste o essere il guastafeste: Disturbare l’atmosfera lieta di un evento.

• Di sorpresa: Improvvisamente.

ZIONE Il testo realistico U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 70. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni. Se ti può essere d’aiuto, rileggi il testo a p. 66.

UN REGALO A SORPRESA (Quando è accaduto? Se ti ricordi esattamente la data scrivila.) ��

(Dov’è accaduto?) Mi trovavo ��

(Chi era il festeggiato? Chi c’era oltre a te?) Il festeggiato era ��

(Qual era il motivo della festa?) Tutti erano riuniti per ��

ma avevano deciso di farlo stare un po’ sulle spine, così ��

(Perché il regalo è risultato inaspettato?) ��

(Inserisci una similitudine: “un leone in gabbia”, perché si aggirava nervosamente avanti e indietro in uno spazio ristretto, “una pentola di fagioli ” perché brontolava tra sé e sé, “un pesce fuor d’acqua”, perché a disagio, come se si sentisse in imbarazzo.)

Il testo realistico

PRODUZION E

Il festeggiato sembrava ��

(Che cosa diceva? Che cosa faceva? Di che umore era?) ��

(Come ha reagito quando ha trovato il regalo? È rimasto a bocca aperta, ha gridato, ha esultato...) Finalmente, girando e rigirando, si è trovato ��

(Che cosa facevano gli altri?) Intanto gli altri ��

(Come si è conclusa la vicenda?) Inutile dire che alla fine tutti, ma soprattutto il festeggiato, ��

ZIONE Il testo realistico U D O R P 1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un testo realistico dal titolo:

HO COSTRUITO...

INTRODUZIONE

Quando?

Quando è accaduto? (Durante le vacanze estive, qualche anno fa, una domenica in cui ti stavi annoiando...)

Dove?

Dove ti trovavi e quale posto hai scelto? (A casa tua, nel cortile del tuo condominio, in vacanza al mare, in montagna, in campagna, a scuola, sulla spiaggia, in giardino...)

Chi?

Eri da solo/a? Oltre a te chi c’era? (I tuoi fratelli, i tuoi cugini, dei tuoi amici, il papà, una zia, i nonni...)

Che cosa?

Che cosa hai costruito? (Una tenda da indiani, una casa sull’albero, una zattera, uno scaffale, una pista o un garage per le automobiline, una casa per le bambole, un’altalena, un castello di sabbia, un erbario, un regalo per qualcuno...) Aggiungilo nel titolo! Che cosa hai usato? (Legno, compensato, scatola di cartone, colla, nastro adesivo, tempere, pennarelli...) In che modo ti sei procurato il materiale occorrente? Attenzione: se non hai costruito nulla, immagina di aver costruito uno degli oggetti elencati e cerca di essere “realistico” nella tua descrizione.

Perché?

Perché hai o avete deciso di costruire quell’oggetto? A che cosa ti/vi serviva? Quanto tempo avete impiegato? Chi ti è stato di maggior aiuto? Il risultato è stato soddisfacente o deludente?

Come?

Come si è conclusa la tua impresa? (Riflessioni, emozioni, conclusioni…)

SVILUPPO

CONCLUSIONE

Il testo realistico

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO • Sinonimi di costruzione: fabbricazione, realizzazione, edificazione...

• Contrari di costruzione: NOMI

distruzione, demolizione, smantellamento...

• Costruendo si può provare: entusiasmo, contentezza, allegria, impegno, fatica, ardore, passione, esaltazione, eccitazione, impeto, smania, foga...

• Un oggetto si può: fabbricare, innalzare, edificare, erigere, creare, comporre, realizzare, congegnare, organizzare, abbattere, demolire, buttare giù, smantellare...

• Una costruzione può: VERBI

soddisfare, deludere, dare soddisfazione, piacere, essere gradita, andare a genio...

• Per una costruzione si può: inorgoglirsi, essere fiero, essere soddisfatto, vantarsi, insuperbirsi, compiacersi, gloriarsi, montarsi la testa, darsi delle arie, pavoneggiarsi...

• Una costruzione può essere: AGGETTIVI

solida, ben fatta, apprezzabile, stabile, resistente, salda, inamovibile, instabile, pericolante, traballante...

• Costruire sulla sabbia: MODI DI DIRE

Fare qualcosa che è destinato a non durare per mancanza di basi.

• Costruire sulle nuvole: Fare progetti irrealizzabili.

ZIONE Il testo realistico U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 74. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

HO COSTRUITO

....................................................................................

(Quando è accaduto?) ��

(Dove ti trovavi e con chi?) Mi trovavo ��

A un certo punto mi è venuta l’idea di ��

Era un’ottima decisione perché (Spiega perché ti serviva.) ��

Così (Chi hai chiamato ad aiutarti? Chi hai coinvolto nel tuo progetto?) ��

Per realizzare la mia impresa mi serviva (Di che cosa avevi bisogno? Era un materiale facile da trovare?) ��

perciò mi sono procurato/a (Con l’aiuto di chi? Hai trovato tutto? C’era qualcosa che non trovavi?) ��

Il testo realistico

PRODUZION E

Quando ho raccolto tutto il materiale che mi serviva ho iniziato (Con quale spirito hai affrontato la tua costruzione?) ��

Per realizzare il mio progetto ho impiegato (Quanto tempo ti è servito? È andato tutto secondo i tuoi piani?) ��

Per fortuna c’era (Scrivi il nome di chi ti è stato di maggior aiuto e spiega il perché.) ��

Alla fine il risultato è stato (Disastroso, fantastico, deludente... perché...) ��

Posso affermare che (Scrivi le tue impressioni, le tue riflessioni e come si è conclusa la tua impresa.) ��

ZIONE U D O R P

Libro di Lettura, p. 38

IL RACCONTO FANTASTICO • Il racconto fantastico narra fatti straordinari, impossibili. • I personaggi sono fantastici (animali parlanti, piante magiche, streghe, maghi, fate, folletti, elfi...). • Termina sempre con il lieto fine. • La struttura è quella dei testi narrativi e si articola in: introduzione, sviluppo, conclusione.

1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un racconto fantastico dal titolo:

UNA STREGA... STREGATA

INTRODUZIONE

Quando?

In quale tempo si svolge il fatto? (Una volta, molti anni fa, in un tempo lontanissimo, durante la festa delle streghe...)

Dove?

In quale luogo si svolge il fatto? (Una casa diroccata, un castello, un bosco, una foresta...)

Chi?

Come si chiama la strega? Com’è? (Piccola, enorme, giovane, molto vecchia, orribile, bellissima, perfida, generosa...) Quali sono i suoi poteri?

Che cosa?

Che cosa è accaduto di diverso dal solito? (Ha provato a fare uno dei suoi incantesimi ma non ci è riuscita). In quale situazione? Che cosa voleva fare? Chi è intervenuto? (Le altre streghe, una sola strega invidiosa, un genio cattivo...) Che cosa ha o hanno fatto?

Perché?

In che modo la strega si accorge di aver perso i suoi poteri? Che cosa le succede ogni volta che cerca di fare uno dei suoi incantesimi? Qual è il motivo per cui le è successo questo fatto? (Le hanno rubato o ha perso il suo libro degli incantesimi...) In che modo reagisce?

Come?

Come si conclude la vicenda? In che modo riesce a riprendere i suoi poteri? Quali riflessioni fa, quali emozioni prova? Ricordati il lieto fine!

SVILUPPO

CONCLUSIONE

Il racconto fantastico

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO • Sinonimi di strega: maga, megera, arpia, indovina, veggente, chiaroveggente, incantatrice... NOMI

• Contrari di strega: fata, donna bellissima, dea, sirena...

• Sinonimi di incantesimo: magia, sortilegio, fattura, stregoneria, malocchio, incanto...

• Una strega può: preparare o somministrare una pozione, fare un incantesimo o un sortilegio, lanciare una fattura, stregare... VERBI

• Una fata può: affascinare, conquistare, meravigliare, stupire, sorprendere, lusingare, allettare...

• Un incantesimo può: trasformare, imprigionare, impietrire, sorprendere, stupire...

• Un strega può essere:

AGGETTIVI

orribile, mostruosa, arcigna, orrenda, terribile, tremenda, spaventosa, terrificante, cattiva, agghiacciante, repellente, maligna, perfida, ostile, animosa, maldicente, maliziosa, malvagia...

• Un fata può essere: bellissima, meravigliosa, splendida, buona, generosa, piacevole, gradevole, dolce, simpatica... MODI DI DIRE

• Colpo della strega: Dolore acuto alla schiena.

ZIONE Il racconto fantastico U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 78. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

UNA STREGA... STREGATA (In quale tempo si svolge il fatto?) ��

(In quale luogo si svolge il fatto?) ��

Viveva (Scrivi il nome della strega e descrivila con molti particolari.) ��

Ciò che la distingueva dalle altre streghe era che (Descrivi i suoi poteri.) ��

Quel giorno (Scrivi il nome della strega.) �� avrebbe voluto.(Che cosa voleva fare?) ��

(Che cosa accade di diverso dal solito?) ��

(In che modo la strega si accorge di aver perso i suoi poteri?) Così la poveretta si

rende conto di ��

Il racconto fantastico

PRODUZION E

(Che cosa era successo?) perché ��

Disperata riprova di nuovo (Che cosa le succede ogni volta che cerca di fare uno dei suoi soliti incantesimi?) ��

Allora si rende conto di (Che cosa capisce?) ��

Però non si perde d’animo e (Che cosa decide di fare? C’è qualcuno che la aiuta?) ��

(In che modo riesce a riprendere i suoi poteri?) ��

Finalmente �� e capisce ��

ZIONE Il racconto fantastico U D O R P 1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un racconto fantastico dal titolo:

UN AUTOBUS... ORIGINALE INTRODUZIONE

Quando?

Quando avviene il fatto? (Un anno fa, nel mese di..., un giorno...)

Chi?

Chi è il protagonista di questa storia? (Un autobus destinato al servizio pubblico.) Com’è? (Nuovo, vecchio...) Com’è la sua carrozzeria? (Colore, stato di conservazione...) Come sono le ruote? (Perfette, lucide, ben tenute, sporche...)

Dove?

Dove fa servizio? (In una grande città, collega un paese all’altro, è in servizio soprattutto nelle ore di punta, è in servizio nelle ore notturne...)

Che cosa?

Che cosa fa? (Non vuole uscire dalla rimessa, si ferma senza alcun motivo, cambia percorso, improvvisamente rallenta...) Quali conseguenze provoca alle persone? (Arrivano in ritardo al lavoro, perdono il treno, devono tornare a casa a piedi...) Come reagiscono i passeggeri? A chi si rivolgono per protestare?

Perché?

Perché ha queste reazioni? (Si annoia a fare sempre lo stesso percorso, ha voglia di vedere strade nuove, non gli piace il suo autista, non gli piace essere stracarico...)

Come?

Chi si rende conto che si può fare qualcosa per fargli cambiare comportamento? (Il sindaco, il suo autista, una bambina...) In che modo lo capiscono? Come riescono a convincerlo a comportarsi in modo normale? (Cambiano autista, cambiano i suoi orari di servizio, cambiano il suo percorso ogni giorno, lo trasformano in un “negozietto” di fiori o di gelati...) Ricordati il lieto fine!

SVILUPPO

CONCLUSIONE

Il racconto fantastico

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO • Sinonimi di autobus: NOMI

bus, filobus, pullman, corriera, mezzo pubblico autoveicolo, veicolo...

• Un autobus può: partire, arrivare, tornare, muoversi, accelerare, frenare, fermarsi, superare, sorpassare, trasportare, essere guidato, essere pilotato...

• Un autobus “originale” può: VERBI

rallentare, decelerare, evitare, rinunciare, sonnecchiare, addormentarsi, distrarsi...

• Un autobus si può: guidare, condurre, pilotare, tenere con cura, sistemare, riparare, aggiustare, accomodare, adattare, assestare, trasformare, modificare, lavare, lucidare…

• Un autobus può essere: moderno, vecchio, datato, comodo, scomodo, rumoroso, silenzioso, accessoriato, essenziale, sicuro, puntuale, veloce, lento, rallentato...

• Sinonimi di originale: AGGETTIVI

estroso, stravagante, eccentrico, svitato, fantasioso, singolare, strambo, viziato, bizzarro, mutevole, instabile...

• Contrari di originale: normale, ordinario, comune, comprensibile, logico, umano, giusto, tranquillo, paziente, affidabile... MODI DI DIRE

• Perdere l’autobus: Perdere l’occasione.

ZIONE Il racconto fantastico U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 82. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

UN AUTOBUS ORIGINALE (Quando avviene il fatto?) ��

(Chi è il protagonista di questa storia?) �� (Com’è? Descrivi le sue caratteristiche.) ��

(Dove svolge il suo servizio?) ��

(Che cosa fa di speciale? Spiega con molti particolari il suo comportamento.) ��

(Quali conseguenze provoca alle persone?) ��

Il racconto fantastico

PRODUZION E

(Come reagiscono i passeggeri?) ��

(A chi si rivolgono?) ��

(Perché ha queste reazioni?) ��

(Chi si rende conto che si può fare qualcosa per fargli cambiare comportamento?) ��

(In che modo lo capiscono?) ��

(Come riescono a convincerlo a comportarsi in modo normale?) ��

Da quel momento l’autobus “originale” fu talmente felice del cambiamento che si

comportò sempre bene, senza fare più delle stranezze.

ZIONE U D O R P

Libro di Lettura, p. 64

IL RACCONTO DI AVVENTURA • Il racconto di avventura narra vicende difficili da superare oppure sfide imprevedibili, che possono essere reali o di fantasia. • È caratterizzato da: presenza di un eroe, presenza di un antagonista, momenti di suspense, lieto fine. • La struttura è quella dei testi narrativi e si articola in: introduzione, sviluppo, conclusione.

1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un racconto di avventura dal titolo:

UN INCONTRO DA... BRIVIDO Quando?

Quando è accaduto il fatto? (Una volta, qualche tempo fa, anni fa...)

Dove?

Dov’è accaduto? (In un bosco durante una gita, su un sentiero di montagna, in mezzo al mare durante una traversata, nel deserto in un viaggio di esplorazione...) Com’è il luogo in cui è avvenuto l’incontro?

Chi?

Chi è il protagonista “eroe”? Quali sono le sue caratteristiche? (Coraggioso, tranquillo, sicuro, intraprendente...)

Che cosa? Comparsa dell’antagonista

Chi è comparso? (Un animale pericoloso, un mostro, un extraterrestre...) Com’era fatto? Che reazioni ha provocato nel protagonista? E nei presenti?

Perché?

Perché ha fatto venire i brividi? (Per l’aspetto orribile, l’aria aggressiva, il modo con cui si avvicinava...) Era normale che si trovasse lì?

Come?

Come ha fatto il protagonista “eroe” a evitare il peggio? Che cosa ne è stato dell’antagonista? Quali emozioni ha provato il protagonista quando tutto è andato per il meglio e c’è stato il lieto fine?

INTRODUZIONE

SVILUPPO

CONCLUSIONE

Il racconto di avventura

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO • Sinonimi di brivido:

NOMI

tremito, tremore, tremolio, sussulto, palpito, fremito, emozione, eccitazione, impressione, turbamento, sbigottimento, orrore, terrore, suspense, pelle d’oca...

• Contrari di brivido: freddezza, distacco, calma, impassibilità...

• Un incontro può: far battere o martellare il cuore, provocare sudori freddi, provocare uno svenimento...

• Per un incontro si può: VERBI

trasalire, sobbalzare, tremare, impallidire, sussultare, scuotersi, saltare, scattare, balzare, emozionarsi, turbarsi, palpitare...

• Al contrario si può: calmarsi, controllarsi, rimanere impassibili, tranquillizzarsi, dominarsi, placarsi...

• Un incontro da brivido può essere: pauroso, spaventoso, terribile, orribile, tremendo, mostruoso, agghiacciante, orripilante, inaspettato, improvviso, brusco, imprevisto, impensato, fulmineo... AGGETTIVI

• Un incontro può essere anche: piacevole, interessante, gradevole, simpatico, rassicurante, incredibile, straordinario, eccezionale, insolito, prodigioso...

• Trovare un punto d’incontro: MODI DI DIRE

Trovare una soluzione che metta d’accordo tutti.

• Venirsi incontro: Rinunciare a qualcosa in favore dell’altro per trovare un accordo.

ZIONE Il racconto di avventura U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 86. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

UN INCONTRO DA... BRIVIDO (Quando si è verificato l’incontro?) ��

(In quale luogo? Descrivilo.) ��

(Chi è il protagonista? Descrivi il suo carattere e scrivi il suo nome.) ��

(Chi compare? Descrivilo.) All’improvviso ecco apparire davanti agli occhi dei presenti ��

(Descrivi la reazione dei presenti.) Di fronte a questa improvvisa apparizione tutti i

presenti ��

(Descrivi le reazioni del protagonista “eroe”.) Con il suo innato sangue freddo (Scrivi il nome del protagonista.)

�� non mostra alcuna

reazione, ma ��

Il racconto di avventura

PRODUZION E

(Perché fa venire i brividi?) ��

(Era normale che si trovasse lì?) Questo incontro ha colto tutti di sorpresa, perché ��

Per fortuna (Scrivi il nome del protagonista.) �� si è ricordato di una volta (Inserisci un flashback di un’altra volta che si era trovato in una situazione simile e racconta che cosa aveva visto fare per evitare il pericolo.) ��

Così (Spiega che cosa fa l’eroe: deve essere un comportamento simile a quello descritto nel flashback.) ��

A questo punto (Spiega che cosa fa l’antagonista.) ��

Per fortuna c’era lui e così la vicenda non ha avuto gravi conseguenze e si è conclusa nel migliore dei modi.

testo realistico di avventura ZIONE Il racconto U D O R P 1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un racconto di avventura dal titolo:

UNA PROVA DI CORAGGIO Quando?

Quando ti sei trovato/a a dover affrontare una situazione paurosa? (Una volta, qualche giorno fa, l’anno scorso...)

Dove?

Dove ti trovavi? (In cima a un albero, in una casa senza luce, in una soffitta, in una cantina...) Qual era la situazione in cui ti eri cacciato/a? Com’era il luogo in cui ti sei trovato/a a vincere la tua paura?

Chi?

Chi sei? Come sei? (Presentati, descrivi il tuo carattere: prudente, timoroso/a, incerto/a, sicuro/a, spavaldo/a, intraprendente...) Ti sei sentito/a da subito un “eroe”/una “eroina” o solo alla fine?

Che cosa?

Che cosa dovevi fare? (Entrare in una casa buia e disabitata, salire in una soffitta piena di ragnatele, scendere in cantina dove potevano esserci dei topi...) Qual era il tuo stato d’animo? Chi o che cosa hai visto o sentito che ti ha suscitato apprensione? Descrivilo con ricchezza di particolari.

INTRODUZIONE

Comparsa dell’antagonista SVILUPPO

CONCLUSIONE

Perché?

Perché dovevi superare quel tipo di prova? Che cosa dovevi o volevi dimostrare? Come mai? (Era una scommessa con te stesso/a, era una “penitenza” per aver perso in un gioco...) Pensavi di farcela o no? Quali sono state le tue prime reazioni?

Come?

Come hai fatto ad affrontare quella prova? Chi o che cosa ti ha dato coraggio? Che cosa hai pensato o ti sei detto/a per farti coraggio? Quali emozioni hai provato quando sei riuscito/a a superare la prova e te stesso/a?

Il racconto di avventura

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO • Sinonimi di coraggio: valore, audacia, ardimento, ardire, eroismo, temerarietà, forza, decisione, fermezza, risolutezza, prodezza, spavalderia, impudenza... NOMI

• Contrari di coraggio: paura, vigliaccheria, codardia, timidezza, riservatezza, rispetto, discrezione, pudore, freddezza, calma...

• Un’avventura può: coinvolgere, impensierire, trascinare, entusiasmare, emozionare, appassionare, preoccupare, allarmare, turbare, crucciare, inquietare... VERBI

• Di fronte a un’avventura pericolosa si può: tremare, impallidire, emozionarsi, turbarsi...

• Al contrario si può: calmarsi, dominare le emozioni, controllarsi...

• Un’avventura può essere: AGGETTIVI

impossibile, difficilissima, irrealizzabile, incredibile, improbabile, assurda, inverosimile...

• Al contrario può essere: realizzabile, possibile, attuabile...

• Aver paura della propria ombra: Spaventarsi per niente, aver paura di tutto, anche delle cose meno pericolose. MODI DI DIRE

• Da far paura: Tale da incutere timore.

• Prendere il coraggio a due mani: Decidere senza esitazione.

ZIONE Il racconto di avventura U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 90. Le espressioni in colore sono dei modi di dire: osserva come si possono usare opportunamente. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

UNA PROVA DI CORAGGIO (Quando ti sei trovato/a a dover affrontare una situazione paurosa?) ��

Mi trovavo (Dove?) �� (Descrivi il luogo.) ��

(Che cosa ci facevi lì?) ��

Io, purtroppo di solito passo per uno/una che ha paura della propria ombra, infatti solitamente sono una persona (Presentati, scegli gli aggettivi più adatti a descrivere il tuo carattere.) ��

(Chi o che cosa hai visto o sentito che ti ha suscitato apprensione? Descrivilo con ricchezza di particolari.) ��

(Come ti sei sentito/a quando hai capito quello che dovevi fare?) Inizialmente

pensavo che ciò che dovevo affrontare fosse una cosa da nulla, ma appena mi sono reso/a conto di quello che mi aspettava mi sono sentito/a ��

Il racconto di avventura

PRODUZION E

(Perché dovevi superare quel tipo di prova?) ��

(Che cosa dovevi o volevi dimostrare?) Sapevo che tutti si aspettavano che io fuggissi,

ma io non avevo intenzione di cedere, perché volevo dimostrare a tutti, ma soprattutto a me stesso/a ��

(Come mai?) ��

Di fronte a quella situazione ho pensato (Che cosa?) ��

E subito ho sentito le gambe molli, il cuore (Descrivi le tue sensazioni ed emozioni.) ��

Però avevo deciso di dimostrare a me stesso/a e agli altri che anch’io ero in grado di superare le mie paure, così (Che cosa ti sei detto? Che cosa hai fatto? Come hai affrontato la situazione?)

��

Alla fine ho preso il coraggio a due mani e (Descrivi ciò che hai fatto e perché ti sei sentito/a un “eroe”/una “eroina”.) ��

ZIONE U D O R P

Libro di Lettura, p. 78

IL RACCONTO UMORISTICO • Il racconto umoristico è un testo narrativo che ha come scopo quello di far ridere. • È caratterizzato da: protagonista ridicolo, caricature, esagerazioni, colpo di scena finale. • La struttura è quella dei testi narrativi e si articola in: introduzione, sviluppo, conclusione. Ricorda: i personaggi e le situazioni possono essere reali o inventati.

1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un racconto umoristico dal titolo:

UN INCREDIBILE PASTICCIONE

INTRODUZIONE

SVILUPPO

Quando?

Quando è avvenuto il fatto? Oppure quando sei stato/a testimone del fatto? (Ieri, oggi, una volta...)

Dove?

Dov’è avvenuto il fatto? (Per la strada, in classe, in palestra, in piscina, al mare...)

Chi?

Chi è il protagonista? (Un ragazzo, una bambina...) Quali sono le sue caratteristiche? (Distratto, ingenuo, sbadato, sicuro di sé, spavaldo...)

Che cosa?

Che cosa stava facendo? (Andava sul monopattino o in bicicletta, si stava impegnando in un salto molto alto, si è tuffato in piscina...)

Perché?

Qual era il suo scopo? (Dimostrare di essere esperto: sul monopattino, in bici, nei tuffi...) Qual era il suo comportamento all’inizio? (Sicuro, spavaldo, baldanzoso, presuntuoso...) Quando hai capito che non era così esperto? Quali sono stati i suoi movimenti?

Esagerazioni CONCLUSIONE

Come? Colpo di scena

Com’è andata a finire la sua esibizione? Che cosa ha scatenato il tuo riso e quello dei presenti?

Il racconto umoristico

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO • Sinonimi di presunzione: sfrontatezza, sfacciataggine, arroganza, insolenza, prepotenza, audacia, temerarietà... NOMI

• Sinonimi di incapacità: inesperienza, incompetenza, inabilità, inefficienza, imperizia...

• Un pasticcione può:

VERBI

inciampare, incespicare, mettere il piede in fallo, cascare, capitombolare, stramazzare, ruzzolare, crollare, sprofondare, rotolare, piombare a terra, scivolare, ricadere...

• Un presuntuoso può: vantarsi, lodarsi, esaltarsi, gloriarsi, compiacersi, pavoneggiarsi, deridere, burlarsi, essere provocatorio, schernire...

• Un pasticcione può essere: distratto, deconcentrato, soprappensiero, incantato, assente, sprovveduto, trascurato, impacciato, goffo, maldestro, tonto, esitante... AGGETTIVI

• Chi vuol “darsi delle arie” può essere: sfrontato, sfacciato, arrogante, prepotente, tracotante, audace, temerario, presuntuoso, sicuro di sé, sprezzante, fiero, baldanzoso, spaccone, sbruffone...

MODI DI DIRE

• Darsi delle arie: Assumere un atteggiamento di superiorità.

ZIONE Il racconto umoristico U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 94. Le parole in colore sono dei modi di dire: osserva come si possono usare opportunamente. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

UN INCREDIBILE PASTICCIONE (Quando sei stato/a testimone del fatto?) ��

(Dove ti trovavi?) ��

(Chi è il protagonista? Quali sono le sue caratteristiche? Descrivine il comportamento. Era un pasticcione o un presuntuoso?) ��

(Che cosa stava facendo?) Sembrava sicuro di sé e ��

(Qual era il suo scopo?) Visto che aveva pubblico intorno ��

(Qual era il suo comportamento all’inizio?) Si muoveva con l’aria di saperla lunga

e ��

Il racconto umoristico

PRODUZION E

(Quando hai capito che non era così esperto? Quali movimenti impacciati e ridicoli ha compiuto? Inserisci delle esagerazioni.) Ma, a un certo punto, mentre ��

(Com’è andata a finire la sua esibizione? Descrivi l’esibizione mettendo l’accento sulla sua goffaggine per “scatenare il riso”.) ��

(Che cosa in particolare ha scatenato il tuo riso e quello dei presenti?) ��

Di fronte a un tale disastro non era possibile trattenere una sana risata. Darsi delle arie non gli era servito proprio a nulla: restava sempre un incredibile pasticcione!

testo realistico umoristico ZIONE Il racconto U D O R P 1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un racconto umoristico dal titolo:

CHE FIGURA!

INTRODUZIONE

Quando?

Quando hai fatto una figuraccia? (Una sera, una volta, un Natale, qualche tempo fa...)

Dove?

Dove ti trovavi? (In classe, in palestra, a una riunione di parenti, in casa di amici, al ristorante, in treno...) Com’era l’atmosfera dell’ambiente in cui ti trovavi? (Serena, tranquilla, allegra, movimentata, un po’ surriscaldata...)

Chi?

Come ti sentivi? (Euforico/a, arrabbiato/a, allegro/a, maldisposto/a...) In quale modo manifestavi il tuo stato d’animo? (Ballando, saltando, cantando, giocando con tutto ciò che ti capitava fra le mani, non parlando con nessuno, tenendo il broncio...) Come si comportavano i presenti? (Ti invitavano, divertiti, a continuare, ti guardavano compiaciuti, erano seccati, ti lanciavano delle occhiatacce...)

Che cosa?

Contento/a e rassicurato/a dall’attenzione che ti dedicavano, che cosa hai pensato di fare? (Hai fatto uno scherzo a qualcuno, hai imitato uno dei presenti, ti sei lanciato/a in un esercizio “acrobatico”...)

Perché?

Per quale motivo volevi dimostrare quanto tu fossi agile o abile o divertente? (Per attirare l’attenzione su di te, per poterti vantare in un secondo momento...)

Come?

Che cosa è successo invece? Com’è finita la tua esibizione? Quali sentimenti hai provato in seguito alla tua prestazione andata male? Come hanno reagito i presenti?

SVILUPPO

CONCLUSIONE

Il racconto umoristico

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO • Sinonimi di situazione: NOMI

condizione, contesto, frangente, circostanza, momento, occasione, attimo, istante, minuto, periodo di tempo...

• Sinonimi di ambiente: società, gruppo, cerchia di amici, ambito...

• Chi fa una figuraccia può: VERBI

arrossire, vergognarsi, impallidire, sbiancare, emozionarsi, turbarsi, entusiasmarsi...

• Al contrario può: far finta di niente, rimanere impassibile, sorridere di se stesso, reagire con dignità...

• Una figuraccia può essere: spiacevole, sgradevole, imbarazzante, terribile, tremenda, catastrofica, orribile, spaventosa, ridicola...

• Se si fa una figuraccia ci si può sentire: AGGETTIVI

demoralizzato, abbattuto, umiliato, sconfortato, giù di morale, avvilito, incapace, ingenuo, sciocco, imbranato, inesperto, impreparato...

• Una situazione può essere: favorevole, propizia, piacevole, opportuna, adatta, fortunata, entusiasmante, stimolante, gradevole, simpatica...

• Essere all’altezza della situazione: Essere in grado di fronteggiare una situazione con successo, avere le capacità di affrontarla. MODI DI DIRE

• Di figura: Di bella presenza, di bell’aspetto.

• “Che figura!”: Esclamazione di commento a qualcosa che ci ha reso ridicoli agli occhi degli altri.

ZIONE Il racconto umoristico U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 98. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

CHE FIGURA! Sto per raccontare un episodio che difficilmente riuscirò dimenticare. (Quando hai fatto una figuraccia?) �� (Dove ti trovavi? Descrivi il luogo, la situazione e l’atmosfera.) Mi trovavo ��

(Come ti sentivi?) Io mi sentivo ��

(In quale modo manifestavi il tuo stato d’animo?) Così ho cominciato ��

(Come si comportavano i presenti? Ti guardavano o non prestavano attenzione?)

I presenti ��

(Eri soddisfatto/a per l’attenzione o eri seccato/a perché non ti guardavano? Che cosa hai pensato di fare a questo punto?) ��

100

Il racconto umoristico

PRODUZION E

(Che cosa volevi dimostrare? Perché?) Volevo a tutti i costi dimostrare ��

Per questo motivo ho cominciato a ��

(Che cosa è successo invece? Racconta inserendo delle esagerazioni e delle situazioni ridicole.) ��

(Com’è finita la tua esibizione? Descrivi il risultato vergognoso.) ��

Inutile dire che avrei voluto sprofondare sotto terra, avevo fatto una figuraccia e mi sentivo (Descrivi i tuoi sentimenti e il modo in cui hanno reagito i presenti alla fine.) ��

101

ZIONE U D O R P

Libro di Lettura, p. 94

IL MITO • Il mito è un testo narrativo che racconta eventi fantastici con lo scopo di dare una risposta ai grandi “perché”. • È caratterizzato da: protagonista; dèi, semidei ed eroi; antagonista. • Il mito, come tutti i testi narrativi, si articola in: introduzione, sviluppo, conclusione. • La conclusione contiene la spiegazione a uno dei grandi “perché”.

1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un mito dal titolo:

IL MITO DELLA PRIMAVERA Quando?

In quale tempo si svolge il mito? (All’inizio del mondo, milioni e milioni di anni fa...)

Dove?

In quale luogo? (La Terra: brulla, disabitata, senz’acqua, ghiacciata...; nel mondo degli inferi: buio, freddo, umido, abitato da ombre...)

Chi?

Chi è il protagonista? (Il dio Giove, dio di tutti gli dèi, e sua figlia Primavera.) Dove vive? Che tipo è? (Saggio, severo, previdente, comprensivo...) Chi è l’antagonista? (Il dio Inverno.) Com’è? (Brutto, iroso, invidioso, geloso...)

Che cosa?

Che cosa fa il dio Inverno sulla Terra? (Soffia vento freddo, fa gelare ogni cosa, impedisce alle piante di mettere fuori le foglie...)

Perché?

Perché si comporta così? (Vuole diventare il padrone della Terra ed essere più importante di Giove.)

Come?

Che cosa succede alla fine? (Entra in scena Primavera, figlia di Giove: buona, serena, amorevole e che riesce a cacciare Inverno; ma ogni tanto, quando Primavera deve ritornare da Giove per recuperare forza ed energia, il dio Inverno ritorna.)

INTRODUZIONE

SVILUPPO

CONCLUSIONE

102

Il mito

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO • Sinonimi di dio: divinità, essere immortale, essere supremo... NOMI

• In senso figurato: persona eccezionale, idolo, mito, superuomo...

• Contrari di dio: uomo, individuo, mortale, creatura mortale...

• Un dio buono può: governare, proteggere, difendere, aiutare, soccorrere, sostenere, appoggiare, salvaguardare, favorire, garantire... VERBI

• Un dio cattivo può: combattere, ostacolare, avversare, vendicarsi, perseguitare, cacciare, opprimere, maltrattare, accanirsi, tormentare, molestare, importunare, infastidire...

• Un dio buono può essere:

AGGETTIVI

saggio, paziente, indulgente, comprensivo, generoso, disinteressato, altruista, benevolo, pietoso, tollerante...

• Un dio cattivo può essere: iroso, superbo, autoritario, severo, vendicativo, geloso, crudele, feroce, spietato, accanito...

• Ben di Dio: MODI DI DIRE

Grande abbondanza.

• Fatto come Dio comanda: Fatto bene, fatto con cura.

103

ZIONE Il mito U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 102. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

IL MITO DELLA PRIMAVERA (In quale tempo si svolge il mito?) �� (In quale luogo? Descrivilo.) La Terra non era come la vediamo noi, ma era ��

(Presenta i personaggi.) Il dio Giove era (Descrivi chi era e com’era Giove.) ��

Il dio Giove aveva una figlia che si chiamava Primavera e che era (Descrivi la dea Primavera.) ��

(Chi era l’antagonista? Descrivilo.) Il dio Inverno, invece, era ��

(Dove viveva? Descrivi com’era il mondo in cui viveva Inverno.) ��

(Che cosa fa il dio Inverno sulla Terra? Racconta.) ��

(Perché lo fa?) ��

104

Il mito

PRODUZION E

Giove vedeva tutto questo e si domandava (Che cosa ne sarebbe stato della Terra e degli uomini?) che cosa sarebbe successo ��

(Come uscire da questa situazione?) La dea Primavera, molto affezionata al padre

Giove, vedendolo preoccupato, si offrì di scendere sulla Terra. (Che cosa succede sulla Terra quando compare Primavera? Immagina e descrivi che cosa accade.)

La giovane e bella figlia di Giove allora scese sulla Terra. Dove posava i piedi ��

Nei luoghi in cui il suo lungo abito sfiorava la Terra (Descrivi che cosa accade.) ��

Ma a lungo andare la Terra rubava calore e vita alla dea Primavera, che doveva tornare da suo padre per rigenerarsi e per non morire. È per questo che ogni tanto (Completa tu la conclusione.) ��

105

ZIONE Il mito U D O R P 1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un mito dal titolo:

... E IL MONDO EBBE LA LUNA Quando?

In quale tempo si svolge il mito? (Al tempo della Creazione, all’inizio del mondo, milioni e milioni di anni fa...)

Dove?

Di quale luogo si parla? (Il cielo: nero, buio, silenzioso...; la Terra: buia, fredda, umida, tetra, triste...)

Chi?

Chi è il protagonista? (Il Creatore.) Che cosa aveva creato? (La Terra con i suoi monti, le sue valli, i suoi mari...) Chi è l’antagonista? (Il dio del Tempo.) Che tipo è? (Impaziente, frettoloso, irritabile...) Che cosa gli mancava? (Un cielo luminoso e la Terra più calda.)

Che cosa?

Che cosa fa il dio del Tempo? (Lancia nel cielo due Soli per illuminare cielo e Terra.) Che cosa succede alla Terra e al cielo illuminati da due Soli? Che cosa succede agli esseri viventi? Sono contenti gli uomini?

Perché?

Perché il dio del Tempo si è comportato così? Che cosa vuole dimostrare? Che cosa dice al Creatore?

Come?

Come sono i due Soli? Che cosa fanno? (Litigano.) Perché? A chi si rivolgono? Chi interviene? Il Creatore come risolve la situazione? In questo modo un sole splenderà di notte e un sole splenderà di giorno.

INTRODUZIONE

SVILUPPO

CONCLUSIONE

106

Il mito

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO • Sinonimi di sole: astro, stella, corpo celeste... NOMI

• In senso figurato: luce, calore...

• Il sole può: risplendere, illuminare, riscaldare, ardere, brillare, sfavillare, scintillare, luccicare, bruciare... VERBI

• Al sole ci si può: sdraiare, riscaldare, beare, abbronzare, abbandonare, deliziare, bruciare...

• Il sole può essere: caldo, cocente, rovente, luminoso, splendente, accecante, abbagliante, lucente, luccicante, brillante, sfavillante, scintillante, sfolgorante, fiammeggiante, dardeggiante... AGGETTIVI

• Il Creatore è: saggio, calmo, sereno, tranquillo, equilibrato, ragionevole, assennato, giudizioso...

• Il dio del Tempo è: avventato, impulsivo, irritabile, agitato, ansioso, irrequieto, inquieto, precipitoso, frettoloso...

• Sole che spacca le pietre: Sole caldissimo, rovente. MODI DI DIRE

• Chiaro come la luce del sole: Evidente, indiscutibile.

• Alla luce del sole: Senza segreti o sotterfugi.

107

ZIONE Il mito U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 106. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni e cerca, dov’è possibile, di inserire uno dei modi di dire suggeriti.

... E IL MONDO EBBE LA LUNA (In quale tempo si svolge il mito?) �� (Di quale luogo si parla?) Il cielo era (Com’era se non aveva il sole? Immagina e descrivi.) ��

e la Terra (Com’era se non aveva il sole? Immagina e descrivi.) ��

Nel creare il mondo il Creatore (Che cosa aveva creato?) ��

Il dio del Tempo (Com’era?) che era ��

e che non era contento perché (Che cosa gli mancava?) ��

(Che cosa fa?) ��

che chiamò Sole Bianco e Sole Giallo. In questo modo il dio del Tempo (Che cosa pensava di dimostrare? Di essere più potente del Creatore? Di essere lui il dio più saggio?) ��

Ma la Terra riscaldata da due Soli (Come diventa? Secca, senza acqua, troppo calda... Che cosa succede agli esseri viventi?) ��

108

Il mito

PRODUZION E

(Come reagiscono gli abitanti della Terra? Sono contenti? Spiega il perché.) ��

Inoltre Sole Bianco e Sole Giallo (Che cosa fanno? Perché?) ��

così si rivolgono al dio del Tempo. (Che cosa suggerisce?) ��

(Come pensa di risolvere la questione?) In un primo momento pensa di far

risplendere metà giornata Sole Bianco e l’altra metà Sole Giallo, ma così uomini e .animali si lamentano (Perché? Il caldo non è lo stesso, la luce di Sole Bianco è meno forte...) ��

A questo punto interviene il Creatore (Che cosa fa? Tira a sorte? Chi sceglie? Il più luminoso, il meno litigioso...) ��

109

ZIONE U D O R P

Libro di Lettura, p. 114

LA LETTERA • La lettera è un testo scritto che mette in comunicazione due persone lontane (mittente e destinatario). • La lettera ha una struttura diversa rispetto ai testi narrativi. • Gli elementi che non possono mancare sono: il luogo, la data, la formula di apertura, il corpo della lettera, la conclusione, la firma. E se si dimentica qualcosa... il Post Scriptum (P.S.).

1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un testo dal titolo:

CARO AMICO/CARA AMICA, TI SCRIVO... Dove? Quando? INTRODUZIONE

Da dove spedisci la lettera? (Metti il luogo in alto a destra.) In quale giorno? (Scrivi la data: giorno, mese e anno in alto a destra, subito dopo il luogo.)

Formula di apertura

A chi vuoi scrivere? (A un tuo amico, a un tuo compagno di scuola...) Inizia con: Caro/Cara seguito dal nome del destinatario.

Che cosa?

Spiega dove ti trovi e perché. Domanda come sta e che cosa fa.

Perché?

Spiega il motivo per cui scrivi. (Non lo vedi o non lo senti da parecchio tempo, vuoi sapere com’è andata una gara che doveva sostenere, vuoi sapere se si diverte nel luogo in cui si trova e che cosa fa, gli vuoi raccontare un fatto che ti è accaduto...)

Formula di chiusura

Concludi la lettera con i tuoi saluti. (Un abbraccio affettuoso; Tanti baci...)

CORPO DELLA LETTERA

CONCLUSIONE In ultimo aggiungi la tua firma. (Il tuo nome scritto in basso a destra).

110

La lettera

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO • Sinonimi di amico: compagno, alleato, confidente, conoscente... NOMI

• Sinonimi di lettera: messaggio, comunicazione, scritto, missiva, posta, corrispondenza...

• Una lettera può: informare, mettere al corrente, rendere noto, comunicare, far conoscere, far sapere, avvisare, annunciare, riferire, notificare, aggiornare... VERBI

• Una lettera si può: ricevere, spedire, recapitare, consegnare, far pervenire, scrivere, stilare, leggere, sfogliare, scorrere con gli occhi, divorare, comprendere, capire, interpretare, decifrare, interpretare, commentare...

• Una lettera può essere: AGGETTIVI

simpatica, divertente, affettuosa, gradita, preoccupante, spedita, ricevuta, importantissima, urgente, fondamentale, formale, informale, lunga, corta, breve, sintetica, essenziale...

• Lettera fiume: Lettera lunghissima. MODI DI DIRE

• Rimanere lettera morta: Non venire applicato, restare inascoltato.

• Dire a chiare lettere: Dire chiaramente, esplicitamente.

111

ZIONE La lettera U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 110. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni. Ricorda: puoi scrivere anche a un “amico immaginario” e dare libero sfogo alla tua fantasia!

CARO AMICO/CARA AMICA, TI SCRIVO... (Quando e dove?) �� (Formula di apertura) .................................................................................. (Spiega dove ti trovi e perché.) mi trovo ��

(Descrivi il posto in cui ti trovi.) ��

(Racconta che cosa fai abitualmente.) ��

(Chiedi come sta e come stanno i suoi parenti.) E tu come stai? Spero che ��

(Chiedi che cosa fa, come trascorre il tempo, se ha trovato dei nuovi amici, che cosa fa con loro.) ��

112

La lettera

PRODUZION E

(Spiega il motivo per cui scrivi.) Ti scrivo prima di tutto per ��

e poi volevo raccontarti quello che mi è successo qualche giorno fa. Non immaginerai mai che cosa mi è accaduto! (Aggiungi ciò che vuoi raccontare, descrivendo il fatto con precisione.) ��

(Chiedi il suo parere su ciò che gli/le hai raccontato.)

��

(Formula di saluto)

Adesso �� (Firma) ��

113

ZIONE U D O R P

Libro di Lettura, p. 115

IL DIARIO • Il diario è un testo che si scrive tutti i giorni. Autore e protagonista sono la stessa persona. • Ogni pagina di diario, come la lettera, inizia con: luogo, data, formula di apertura. • I fatti narrati si articolano in: intestazione, introduzione, corpo del testo, conclusione.

1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere due pagine di diario dal titolo:

PAGINE DAL MIO DIARIO... Luogo

La località in cui ti trovi (sia che tu sia a casa tua, sia che ti trovi fuori, ad esempio in vacanza.)

Data

Indica: giorno, mese, anno e se vuoi anche l’ora.

Formula di apertura

Il diario è come il tuo migliore amico, puoi dargli un nome e iniziare con: Caro diario... oppure Caro... più il nome che gli hai dato.

Situazione iniziale

Di che umore sei questa sera? (Felice, contento/a, furibondo/a, demoralizzato/a, deluso/a, arrabbiato/a...)

Sviluppo

Che cosa è successo nella giornata perché tu ti senta così? Comincia a raccontare dall’inizio.

Riflessioni o emozioni

Quali conclusioni o riflessioni puoi fare su quanto è accaduto? (Hai capito di aver sbagliato, sei convinto/a di aver subito un’ingiustizia, sei emozionato/a...)

Formula di saluto

Concludi come se stessi salutando una persona. (Ciao, a domani; Buonanotte!; A presto!...)

INTESTAZIONE

INTRODUZIONE

CORPO DEL TESTO

CONCLUSIONE

114

Il diario

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO • Emozioni positive: soddisfazione, allegria, felicità, serenità, tranquillità, fiducia, gioia, letizia, contentezza, solidarietà... NOMI

• Emozioni negative: irritazione, risentimento, stizza, nervosismo, malumore, rabbia, ira, collera, delusione, insoddisfazione, sconforto, frustrazione...

• Un diario si può:

VERBI

scrivere, stendere, elaborare, realizzare, creare, sistemare, mettere a punto, rifinire, leggere, conservare, nascondere, chiudere...

• A un diario si può: confidare, confessare, svelare, dire in confidenza, raccontare, rivelare...

• Un diario può essere: AGGETTIVI

segreto, nascosto, personale, privato, intimo, confidenziale...

A un diario si può dire: • “Cuciti la bocca!”: MODI DI DIRE

Mantieni il segreto.

• “Non lasciartelo scappare di bocca!”: Non rivelare una confidenza o un segreto.

• “Acqua in bocca!”: Invito a non divulgare una notizia.

115

ZIONE Il diario U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 114. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni e cerca, dov’è possibile, di inserire uno dei modi di dire suggeriti. Ricorda: anche se non tieni un diario personale puoi immaginare di averlo: lavora con la fantasia!

PAGINE DAL MIO DIARIO... Primo giorno (Intestazione: luogo e data.) �� (Formula di apertura.) Caro ............................................................ (Questa sera sei di umore pessimo.) Questa sera sono proprio �� ! (Spiega il perché.) Lo sai che cosa mi è successo? Stamattina la giornata è iniziata

come al solito, finché ��

.(Descrivi la reazione di chi era con te: ti hanno dato ragione, hanno reagito negativamente…)

��

.(Ora descrivi la reazione dei tuoi genitori: ti hanno sgridato, ti hanno messo in castigo…) ��

(Concludi con le tue riflessioni su quanto è accaduto.) ��

(Formula di saluto) Ora sono così giù che penso sia meglio che vada a letto.

Grazie .per avermi ascoltato! Buonanotte!

116

Il diario

PRODUZION E

Secondo giorno (Intestazione: luogo e data.) �� (Formula di apertura.) Caro ............................................................ (Questa sera sei di ottimo umore.) Oggi è stata una giornata da... sballo!

Tutto mi è . andato bene, anzi benissimo! (Spiega il perché.) ��

(Descrivi la reazione sia di chi era con te sia dei tuoi genitori.) ��

(Concludi con le tue riflessioni su quanto è accaduto.) ��

(Formula di saluto) Sono così entusiasta che non ho neanche sonno, ma, vista l’ora, è

meglio che vada a letto. Spero di riuscire a dormire. Perciò ti saluto. A domani!

117

ZIONE U D O R P

Libro di Lettura, p. 124

L'AUTOBIOGRAFIA • L’autobiografia è il racconto della propria vita. • Il racconto segue l’ordine cronologico dei fatti ed è caratterizzato da: date precise (tempo reale), nome esatto dei luoghi (luoghi reali), prima persona singolare, uso del tempo passato.

1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere l’autobiografia dal titolo:

MI RACCONTO...

INTRODUZIONE

Chi?

Come ti chiami? (Scrivi il tuo nome e cognome. Se hai più di un nome o un soprannome, racconta perché ti chiamano così.)

Quando?

Quando sei nato/a? (Scrivi la data di nascita: giorno, mese, anno.)

Dove?

In quale luogo sei nato/a? (Scrivi il nome della città e, se sei nato/a in un paese, scrivi anche la provincia.) Dove sei nato/a? (In ospedale, in una clinica, in casa...) Sei figlio/a unico/a o hai fratelli?

Da 0 a 3 anni

Chi si è preso cura di te? (Asilo nido, nonni, genitori, babysitter...) Com’eri? (Tranquillo/a, piagnucolone/a, mangione/a, capriccioso/a...) Quando hai cominciato a gattonare? (Molto presto, più tardi degli altri...) Quando hai cominciato a parlare? Quali sono state le tue prime parole?

Da 3 a 6 anni

Sei andato alla scuola dell’infanzia? Che cosa ti ricordi? (Le maestre, i compagni, i giochi, le canzoni...)

Da 6 a 9 anni

Chi ti ha accompagnato a scuola il primo giorno? Quali fatti importanti sono accaduti in questi anni? Che cosa ricordi con piacere di questi anni?

SVILUPPO

118

L’autobiografia

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO • Nascita: famiglia, stirpe, provenienza, ambiente, classe...

• Vita: NOMI

esistenza, modo di vivere, comportamento, atteggiamento...

• Parente: familiare, consanguineo, congiunto...

• Nascere: venire al mondo, venire alla luce, essere partorito, provenire, discendere, formarsi...

• Vivere: VERBI

esistere, essere in vita, avere vita, abitare, risiedere, soggiornare, sopravvivere, tirare avanti, campare...

• Prendersi cura: occuparsi, interessarsi, provvedere, sorvegliare, vigilare, accudire, seguire, proteggere...

• Una nascita può essere: prematura, sognata, voluta, desiderata, attesa, aspettata, inattesa, inaspettata...

• Una vita può essere: AGGETTIVI

tranquilla, serena, pacifica, quieta, gioiosa, lieta, avventurosa, esaltante, ricca, agiata...

• Un individuo può essere: simpatico, tranquillo, allegro, capriccioso, permaloso, testardo, socievole, solitario, chiacchierone, silenzioso, lamentoso, piagnucolone, simile, somigliante a... MODI DI DIRE

• N ascere con la camicia: Essere molto fortunati.

119

ZIONE L’autobiografia U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 118. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni e cerca, dov’è possibile, di inserire il modo di dire suggerito.

MI RACCONTO... Mi chiamo ��

Sono nato/a il �� (In quale luogo sei nato/a?) ��

(Com’era il giorno in cui sei nato/a? C’era il sole, pioveva, diluviava, nevicava...)

Mi hanno raccontato che quando sono nato/a ��

(I tuoi parenti hanno incontrato delle difficoltà? È accaduto qualcosa di particolare?) e ��

(Chi si è preso cura di te?) Da quado sono nato/a, fino a ��

(Com’eri?) Ero ��

(Quando hai cominciato a gattonare?) ��

(Quando hai cominciato a parlare?) ��

120

L’autobiografia

PRODUZION E

(Quali sono state le tue prime parole?) ��

(Sei andato/a alla scuola dell’infanzia? Se non ci sei andato/a, scrivi con chi sei stato/a e perché.) Quando ho compiuto ��

A sei anni, cioè nel (Scrivi l’anno.) ��

(Com’è stato il primo incontro con la scuola primaria?) ��

Ora sono in quarta (Racconta alcuni ricordi di questi anni.) e ��

121

ZIONE U D O R P

Libro di Lettura, p. 138

IL TESTO INFORMATIVO • Il testo informativo ha lo scopo di arricchire le conoscenze, perciò l’esposizione deve essere molto chiara. • L’ordine dell’esposizione può essere cronologico o causale. • Nell’esposizione prevalgono parole del lessico specifico. • Il testo informativo presenta: una suddivisione in paragrafi e capoversi, schemi, grafici, tabelle, illustrazioni.

1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un testo informativo dal titolo:

IL GUFO REALE NOME

FAMIGLIA

122

Nome scientifico: Bubo Bubo in base alla classificazione degli organismi viventi di Linnaeus; Nome comune: gufo reale. Strigidi: famiglia di uccelli rapaci.

DESCRIZIONE

È uno degli esemplari di gufo più grandi; le femmine sono più grandi dei maschi. Apertura alare: da 1,60 fino a 2,5 metri; altezza: 60-80 cm; peso: 1,55-2,80 kg (maschi); 1,75-4,20 kg (femmine); Piumaggio bruno striato, coda corta, testa grande. La testa ruota di 270 gradi; ha occhi frontali con lunghi ciuffi nella parte superiore e iride giallo-arancio.

DISTRIBUZIONE

È presente in quasi tutta l’Europa, nel Nord Africa e nel Medio Oriente; In Italia è presente quasi dappertutto.

HABITAT

Foreste dai terreni rocciosi; Fa il nido in una rientranza di un albero, in una fessura fra le rocce.

VERSO

“UH-OHH” è il bubbolio emesso al crepuscolo dal maschio.

BIOLOGIA

Vive accanto al suo nido; caccia all’alba e al crepuscolo.

ALIMENTAZIONE

Carnivoro: mangia piccoli mammiferi, uccelli di piccole dimensioni; ingoia le prede piccole intere.

RIPRODUZIONE

La femmina depone 2-3 uova bianche dal guscio ruvido; Cova: 34-36 giorni. I piccoli, dal piumaggio lanuginoso di colore grigio topo, restano nel nido per 5-6 settimane.

Il testo informativo

PRODUZION E

2 Collega ogni termine specifico al relativo significato. La conoscenza di questi termini ti permetterà di essere più preciso/a nella stesura del tuo testo.

Insieme delle penne e delle piume che ricoprono il corpo di un uccello.

Biologia

Periodo serale dopo il tramonto del sole.

Rapaci Che presenta striature, cioè strisce sottili.

Esemplare Insieme delle caratteristiche ambientali, che favoriscono l’insediamento di certe specie animali.

Piumaggio Striato

Scienza che studia i modi in cui la vita si manifesta.

Iride

Uccelli predatori con becco adunco e unghie ad artiglio.

Crepuscolo Habitat

Membrana colorata dell’occhio con al centro la pupilla.

Elemento rappresentativo di una specie o di una classe.

3 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO • Un gufo può: VERBI

volare, svolazzare, nidificare, osservare, scrutare, cacciare, artigliare, inseguire, catturare, aggredire, nutrirsi, riprodursi, covare, bubbolare...

• Un gufo può essere: AGGETTIVI

rapace, predatore, vorace, prepotente, silenzioso, lamentoso...

123

ZIONE Il testo informativo U D O R P 4 Scrivi il testo informativo sul gufo con l’aiuto delle parole già inserite e dello schema guida a p. 122. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

IL GUFO REALE L’uccello rapace che noi conosciamo come gufo reale è catalogato nella classificazione degli organismi viventi di Linnaeus (Si legge Linneus.) con il nome scientifico di �� Il gufo reale appartiene alla famiglia ��

Descrizione: È uno ��

• Corpo: ��

• Piumaggio: �� • Coda: �� • Testa: ��

Distribuzione: ��

Habitat: ��

Verso: ��

124

Il testo informativo

PRODUZION E

Biologia: ��

Alimentazione: ��

Riproduzione: ��

Completa la tua esposizione con il disegno del gufo reale. Osserva le fotografie nelle pagine 122-123 oppure cercane altre in Internet.

125

realistico ZIONE Il testo informativo U D O R P 1 Leggi attentamente il testo informativo.

L'ACERO ROSSO L’acero rosso è un elegante e aggraziato albero che appartiene alla famiglia delle Aceraceae (leggi Aceracee), delle latifoglie e a foglia caduca. Le piante del genere Acer si distinguono per il ricco fogliame decorativo di colore rosso intenso o vinaccia. Si trova in modo sporadico o a piccoli gruppi oppure in boschi di altri tipi di piante e migliora la fertilità del suolo. Come la stragrande maggioranza delle latifoglie, anche l’acero rosso predilige i climi temperati e i terreni ben drenati. L’acero rosso è una delle specie di albero più abbondanti e diffuse nella parte orientale del Nord America di cui è originario, ma si è diffuso anche nell’Europa centromeridionale e si trova in Italia, in sei differenti specie, su Alpi e Appennini sino a 1.900 metri di altitudine. Quest’ampia distribuzione su gran parte della Terra è dovuta alla sua capacità di crescere sia in climi umidi sia aridi, dalle dorsali montuose aride e assolate fino a zone paludose. La sua capacità di riprodursi in un gran numero di habitat è dovuta alla sua abilità di produrre radici che si adattano, fin dalla giovane età, al luogo di crescita. Cresce rapidamente fino a 30 anni, raggiunge la maturità dopo 70-80 anni e può vivere fino a un massimo di 200 anni. Può raggiungere i 30 metri di altezza. Gli alberi giovani hanno il tronco ricoperto da una corteccia liscia di color grigio chiaro, mentre negli esemplari maturi diventa più scura e spesso è segnata da tipiche fratture, e tende a desquamarsi. Caratteristiche di questa pianta sono le foglie palmate che hanno 5 lobi, di forma lanceolata oppure oblunga, a seconda della specie. Il nome latino “acer” (appuntito) si riferisce proprio alla forma delle sue foglie.

126

Il testo informativo

PRODUZION E

L’acero rosso è uno dei primi alberi a fiorire in primavera. Ad aprile i mazzetti giallo-verdastri dei suoi fiori spuntano prima delle foglie. I fiori sono riuniti in grappoli che, a differenza delle foglie, non sono particolarmente vistosi. In autunno questa pianta dà il meglio di sé, quando il fogliame si accende nelle tonalità calde e intense del rosso, del giallo e dell’arancio. Più di tutto sono però affascinanti i suoi frutti, le samare: due ali simmetriche che hanno alla base un frutto ciascuna. Si staccano quando sono mature, cominciano a vorticare nel vento (proprio grazie alla loro struttura) e svolazzano finché piombano a terra impiantandosi. Il suo legno è robusto e molto usato per arredare l’interno delle case, per pavimenti e mobili; è apprezzato anche per usi specialistici, innanzitutto nella costruzione degli strumenti musicali. La sua caratteristica resistenza è sfruttata anche per realizzare la pavimentazione di tutte le piste da bowling nel mondo. L’acero rosso è il simbolo del Canada, raffigurato anche sulla bandiera nazionale.

127

realistico ZIONE Il testo informativo U D O R P 2 Collega ogni termine specifico al relativo significato. Raro, poco frequente.

Latifoglia

Detto di clima dolce, mite, tiepido.

Caduco

Girare rapidamente, ruotare, roteare.

Sporadico Il distaccarsi di scaglie, cioè di piccoli pezzi di corteccia.

Drenato Vorticare

Detto di terreno prosciugato dall’acqua mediante canali o gallerie.

Desquamarsi A foglia larga.

Temperato

Che cade, non durevole.

3 Ecco l’elenco delle parole che ti forniranno un lessico adeguato. LESSICO • Un albero può: crescere, allungarsi, protendere i rami, succhiare la linfa, riprodursi, germogliare, fiorire, dischiudere le gemme, dare ombra...

• Una foglia può: VERBI

nascere, spuntare, sbocciare, germogliare, fiorire, appassire, avvizzire, vorticare, frullare, ondeggiare, oscillare, fluttuare, dondolare, tremolare, stormire...

• La chioma di un albero può: agitarsi, muoversi, dimenarsi, stormire, frusciare, ondeggiare, dondolare, oscillare...

128

Il testo informativo

PRODUZION E

4 Completa lo schema: ricava le notizie dal testo che hai letto e riassumile in poche parole.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ACERO ROSSO NOME

...........................................................................................................................................................................

FAMIGLIA

...........................................................................................................................................................................

GENERE

...........................................................................................................................................................................

DISTRIBUZIONE

HABITAT

LONGEVITÀ

...........................................................................................................................................................................

DIMENSIONI

...........................................................................................................................................................................

CORTECCIA

........................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................... ...........................................................................................................................................................................

FOGLIE

FIORI

FRUTTI

LEGNO

UTILIZZO

CURIOSITÀ

129

ZIONE U D O R P

Libro di Lettura, p. 154

LA CRONACA GIORNALISTICA • La cronaca giornalistica presenta una struttura diversa rispetto ai testi narrativi. Il suo scopo è raccontare un fatto per informare più persone nello stesso tempo. • L’esposizione deve rispettare il modello delle 5W + H: What? (Che cosa?), Who? (Chi?), When? (Quando?), Where? (Dove?), Why? (Perché?), How? (Come?).

1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere una cronaca giornalistica, a cui dovrai dare tu un titolo.

OCCHIELLO

Cagnolina aspetta ogni sera il treno in stazione

TITOLO

..............................................................................................

SOMMARIO

Breve riassunto del fatto: Quasi ogni sera, sulla piattaforma 1 della stazione Kanjurmarg a Mumbai, in India, una cagnolina randagia (con i suoi quattro cuccioli) attende l’arrivo del treno delle 23 per Kalyan.

INTRODUZIONE

WHAT?

WHO? CORPO DELLA CRONACA

WHEN? WHERE? WHY?

HOW? CONCLUSIONE

130

Da più di un mese una cagnolina va ogni sera alla stazione Kanjurmarg a Mumbai, in India.

Che cosa è successo? Una cagnolina randagia aspetta il treno delle 23 per Kalyan. Poi, appena il treno si ferma e si aprono le porte, la cagnolina sembra cercare qualcuno fra i passeggeri. Chi è il protagonista? Una cagnolina randagia. Quando è successo? A febbraio 2019. Dove è successo? A Mumbai. Perché è successo? Non è chiaro il motivo della curiosa abitudine: forse la cagnolina è alla ricerca del suo padrone, che l’avrebbe abbandonata alla stazione tempo fa. Come è successo? La cagnolina è docile e si lascia avvicinare. La cagnolina continua a cercare qualcuno che forse non arriverà mai.

La cronaca giornalistica

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO • Sinonimi di cane: cucciolo, bestiola, bestia... NOMI

• Sinonimi di treno: mezzo ferroviario, convoglio, carrozze...

• Un cane può: abbaiare, mugolare, latrare, scodinzolare, accucciarsi, correre, fiutare, annusare... VERBI

• Un treno può: partire, rallentare, decelerare, accelerare, sferragliare, arrivare, fischiare...

• Un cane può essere: tranquillo, paziente, fedele, affidabile, fidato, leale, affezionato, aggressivo, irruente, impetuoso, randagio, selvaggio... AGGETTIVI

• Un treno può essere: nuovo, moderno, vecchio, puntuale, ritardatario, regolare, tempestivo, sferragliante, sbuffante...

• E ssere come cane e gatto: Trovarsi in continuo disaccordo.

• M enare il can per l’aia: Perdere tempo in chiacchiere senza arrivare a una conclusione. MODI DI DIRE

• F reddo cane: Freddissimo.

• S embrare un cane bastonato: Avere l’aria avvilita, triste, come quella di un cane rimproverato dal padrone.

• P erdere il treno: Lasciarsi sfuggire un’occasione.

131

ZIONE La cronaca giornalistica U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 130. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni. Dai tu al testo un titolo adatto.

Occhiello: Cagnolina aspetta ogni sera il treno in stazione (Inventa tu un titolo adatto che riesca a incuriosire i lettori e scrivilo a caratteri cubitali.) TITOLO:

��

Sommario: ��

(Introduzione: breve riassunto di quanto accaduto.)

��

(Prendi spunto dallo schema guida e arricchisci la cronaca come vuoi.

What? Questa è la parte più significativa. Immagina il comportamento della cagnolina. Che cosa fa? Come si aggira? Come si muove? Va avanti e indietro, annusa le carrozze, guaisce...) ��

132

La cronaca giornalistica

(When? Quando?) (Where? Dove?)

PRODUZION E

��

(Why? Perché è successo?) ��

(How? Come? Immagina le reazioni dei viaggiatori presenti alla stazione. Che cosa hanno fatto? Hanno cercato di avvicinarla? L’hanno ripresa con il cellulare? Come ha reagito la cagnolina?) ��

(Conclusione.) ��

133

Il testo cronaca realistico giornalistica ZIONE La U D O R P 1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere una cronaca giornalistica, a cui dovrai tu dare un titolo.

OCCHIELLO

Una passeggiata spaziale tutta al femminile

TITOLO

..............................................................................................

SOMMARIO

Breve riassunto del fatto: le astronaute americane Christina Koch e Jessica Meir hanno iniziato la loro missione all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale alle 13,38 ora italiana, sotto la supervisione di Luca Parmitano, comandante della ISS, la Stazione Spaziale Internazionale.

INTRODUZIONE

WHAT?

CORPO DELLA CRONACA

WHO?

WHEN? WHERE? WHY?

HOW?

CONCLUSIONE

134

Christina Koch e Jessica Meir sono uscite dalla ISS alle 13,38, sotto la supervisione di Luca Parmitano, per una missione di oltre cinque ore.

Che cosa è successo? All’ora X la prima ad aver messo il naso fuori dalla stazione è stata Koch, seguita da Meir, munita di borsa con gli attrezzi per fare la riparazione. Devono sostituire un’unità di ricarica delle batterie al litio dei pannelli solari che non si è attivata quando è stata messa in posizione l’11 ottobre, nel corso di una precedente uscita nello spazio. Chi sono le protagoniste? Christina Koch e Jessica Meir, soprannominate Astro-Christina e Astro-Jessica. Quando è successo? Il 19 ottobre 2019. Dove è successo? Sulla Stazione Spaziale Internazionale. Perché è successo? Un’unità delle batterie al litio non si è attivata quando è stata messa in posizione, l’11 ottobre, nel corso di una precedente uscita nello spazio. Come è successo? Le due astronaute sono monitorate dall’equipaggio della ISS. L’uscita delle due astronaute nello spazio, a 408 chilometri di distanza dalla Terra, durerà circa cinque ore.

La cronaca giornalistica

PRODUZION E

2 Collega ogni termine specifico composto dal prefisso “astro-” al relativo significato. La conoscenza di questi termini renderà più precisa la stesura del tuo testo.

Scienza che studia i corpi celesti e il loro movimento.

Astrologia Astrologo Astronauta Astronomia Astronave Astronautica Astrofisica

Veicolo spaziale progettato per compiere voli interplanetari. Arte degli indovini, basata sulla credenza che gli astri influiscano sugli eventi. Settore dell’astronomia che studia i corpi celesti dal punto di vista della fisica. Membro dell’equipaggio di una navicella spaziale. Indovino che predice il futuro. Teoria e pratica dell’esplorazione spaziale.

3 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO • Nomi dell’astronautica: NOMI

astronauta, cosmonauta, equipaggio, astronave, missile, razzo, modulo, portello, satellite, missione, impresa, stazione spaziale, propulsione, cosmo, spazio, pianeta, stella, meteora, orbita, atmosfera, tecnologia...

• Un’astronave può: VERBI

essere lanciata, partire, sbarcare, viaggiare, navigare, girare, allunare, ammarare...

135

ZIONE La cronaca giornalistica U D O R P 4 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 134. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni. Dai tu al testo un titolo adatto.

Occhiello: Una passeggiata spaziale tutta al femminile (Inventa tu un titolo adatto che riesca a incuriosire i lettori e scrivilo a caratteri cubitali.) TITOLO:

��

Sommario: ��

(Introduzione: breve riassunto di quanto accaduto.)

��

�� (Prendi spunto dallo schema guida e arricchisci la cronaca come vuoi.

What? Questa è la parte più significativa. Come si preparano le astronaute? Come .sono vestite? Che cosa fanno? Come si muovono con le tute spaziali? Quali suggerimenti dà loro Luca Parmitano, il comandante dell’equipaggio?) ��

136

La cronaca giornalistica

PRODUZION E

��

(When? Quando?) (Where? Dove?)

��

(Why?) ��

(How? Immagina la situazione e gli eventuali dialoghi. In che modo le due astronaute vengono seguite dal .comandante e dall’equipaggio della Stazione Spaziale? Come le guidano dai monitor?) ��

(Conclusione.) ��

137

ZIONE U D O R P

Libro di Lettura, p. 166

IL TESTO DESCRITTIVO Dati visivi e uditivi • Il testo descrittivo “fotografa” con le parole. • Nell’esposizione di una descrizione si usano molti aggettivi e, soprattutto, i dati sensoriali: visivi, uditivi, tattili, olfattivi, gustativi. • In una descrizione, per essere più precisi, è opportuno seguire un ordine, che può essere: dal generale al particolare, dal particolare al generale, dall’alto al basso, da destra a sinistra... ecc.

1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un testo descrittivo, usando solo dati visivi, dal titolo:

UN PANORAMA MOZZAFIATO Quando?

Ti è capitato di ammirare un panorama “mozzafiato”? (In estate, in primavera, in inverno, in autunno, all’alba o al tramonto, in pieno giorno...)

Dove?

In quale luogo? (In montagna sulla cima di un monte, al mare sulla spiaggia, dall’alto di una torre...)

Che cosa?

Che cosa ti si è parato davanti? (Un panorama di montagna, un’alba meravigliosa, il tramonto del sole...)

Con quale ordine vuoi descriverlo?

Dal generale al particolare: allora comincerai a descrivere l’insieme di ciò che ti è apparso.

INTRODUZIONE

DESCRIZIONE

Dal particolare al generale: allora comincerai a descrivere un aspetto del paesaggio (una casupola, un lago, un fiume, il sole, le nuvole...).

CONCLUSIONE

138

Come?

Quali emozioni o pensieri ha suscitato in te? (Meraviglia, stupore, allegria, serenità...)

Il testo descrittivo Dati visivi

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO DEI DATI VISIVI Giallo: canarino, limone, biondo, giallastro,

COLORI

giallognolo, zafferano... Rosso: rosso fuoco, rosato, mattone, fulvo, vermiglio, scarlatto, rossastro, rosseggiante, rossiccio... Verde: cupo, scuro, chiaro, bandiera, pisello, oliva, smeraldo, verdognolo, grigio-verde, verderame... Blu: celeste, ceruleo, turchino (azzurro cupo), zaffiro (azzurro trasparente), grigio-azzurro... Bianco: niveo, candido, argenteo, avorio, bianco latte, bianco panna... Nero: fumo, carbone, grigio cenere, grigio scuro, grigio perla...

DATI VISIVI

Linee: retta, spezzata, curva, sinuosa, orizzontale,

FORMA

POSIZIONE

verticale, inclinata, obliqua, parallela, a spirale... Figure piane: triangolo, rettangolo, trapezio, rombo, cerchio, semicerchio, cerchi concentrici... Solidi: cubo, parallelepipedo, piramide, cilindro, cono, sfera... Aggettivi: aguzzo, allungato, allargato, ampio, esteso, imponente, immenso, minuscolo, gigantesco, enorme... Davanti, dirimpetto, di fronte, alle spalle, di fianco, accanto, vicino, di qui, di là, in alto, in cima, al vertice, sulla sommità, lassù, fuori, dentro, all’interno, all’esterno, in mezzo, al centro, a mezz’aria, in fila, in riga, appeso, sospeso, in primo piano, sullo sfondo...

Persona: camminare, passeggiare, chinarsi, MOVIMENTO

stendersi, inginocchiarsi, raggomitolarsi, correre, saltare... Animale: strisciare, dimenarsi, galoppare, ruminare, trotterellare, scalciare, arrampicarsi, svolazzare, planare, scendere in picchiata, beccare...

139

ZIONE Il testo descrittivo Dati visivi U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 138. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

UN PANORAMA MOZZAFIATO (Quando? In quale stagione? In quale momento della giornata?)

Era ............................................. e l’aria ��

(Dove ti trovavi?) avevamo deciso di ��

(Quale panorama ti si è parato davanti? Descrivi l’insieme.) ��

(Comincia la descrizione vera e propria; consulta la tavola del lessico dei dati visivi per .esprimere al meglio ciò che vedi: posizione, forme, colori, movimento. Scegli di seguire l’ordine dal generale al particolare. Il tuo sguardo comincia a osservare il panorama dall’alto al basso, poi da destra a sinistra.) Ho lasciato vagare

lo sguardo su quello spettacolo incantevole. All’orizzonte (Che cosa c’era?) ��

Pian piano il mio sguardo si è spostato un po’ più in basso dove ��

Poi ho proseguito finché sono arrivato in basso a livello del terreno e ��

140

Il testo descrittivo Dati visivi

PRODUZION E

In primo piano ��

Era uno spettacolo troppo bello per non provare il desiderio di imprimermi nella memoria tutto ciò che avevo sotto gli occhi. Così ho incominciato a far scorrere lo sguardo lentamente da destra a sinistra e ho iniziato a notare un’infinità di piccoli particolari che mi erano sfuggiti. Lì a destra ��

.(Descrivi le emozioni e i pensieri che questo panorama ti ha suscitato.) ��

141

ZIONE Il testo descrittivo Dati uditivi U D O R P 1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un testo descrittivo, usando solo dati uditivi, dal titolo:

PASSEGGIO E ASCOLTO Quando?

Quando ti sei trovato a passeggiare, cogliendo le “voci” del luogo in cui ti trovavi? (Stamattina, ieri, domenica scorsa, di mattina presto, in pieno giorno, nelle ore serali, di notte...)

Dove?

In quale luogo? (In alta montagna, in un bosco, in estate sulla spiaggia, in città nelle ore di maggior traffico...)

Che cosa?

Che cosa ti ha fatto “aguzzare” le orecchie? Perché? Che tipo di rumore, suono, voce è stato? Perché ha attirato la tua attenzione? (Era dolce, armonioso, melodioso, fastidioso, insistente, molesto…)

Con quale ordine vuoi descriverlo?

Dal generale al particolare: allora comincerai a descrivere l’insieme dei suoni. (Il rumore eccessivo intorno, il rumore di sottofondo, il frastuono, i rumori confusi...)

INTRODUZIONE

DESCRIZIONE

Dal particolare al generale: allora comincerai a descrivere la voce o il suono che per primo ti ha colpito. (Lo scampanellio di una mucca, la voce dell’uomo che sulla spiaggia vende gelati, una brusca frenata, le note di una canzone conosciuta...)

Come? CONCLUSIONE

142

Quali emozioni ha suscitato in te? (Meraviglia, stupore, allegria, serenità, fastidio, malessere, insofferenza...) Quali pensieri o ricordi ti hanno attraversato la mente?

Il testo descrittivo Dati uditivi

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

DATI UDITIVI

LESSICO DEI DATI UDITIVI

VOCE UMANA

Baccano, baraonda, bisbiglio, borbottio, brontolio, brusio, chiacchiericcio, lamento, mormorio, sussurro, pianto, riso, canto, chiasso, cicaleccio, fischio, grido, schiamazzo, sospiro, strepito, strillo, urlo, vagito...

VERSI DI ANIMALI

Asino: raglio; Cavallo: nitrito; Leone: ruggito; Elefante: barrito; Maiale: grugnito; Cervo: bramito; Uccellino: gorgheggio, canto, cinguettio, pigolio; Rondine: garrito; Cane: guaito, latrato, ululato, mugolio; Gatto: miagolio, fusa (ronf ronf );

RUMORI

Boato, fracasso, frastuono, rombo, rimbombo, schianto, scoppio, scroscio, calpestio, cigolio, frullo, fruscio, gorgoglio, ronzio, ticchettio, tintinnio...

SUONI

Accordo, aria, melodia, armonia, concerto, rintocco, scampanio, rullo (tamburo), squillo (tromba, campanello), trillo (telefono)...

AGGETTIVI

Piacevole, sgradevole, acuto, assordante, fastidioso, esagerato, insistente, improvviso, pauroso, lacerante, lugubre, acuto, penetrante, stridente, stridulo, ovattato, fioco, flebile, debole, stonato...

VERBI

Cantare, canticchiare, gridare, urlare, rumoreggiare, scrosciare, strepitare, schiamazzare, fischiare, fischiettare, mugugnare, lamentarsi, brontolare, lagnarsi, borbottare, bofonchiare...

143

ZIONE Il testo descrittivo Dati uditivi U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 142. Componi la tua descrizione concentrandoti solo su suoni e rumori piacevoli. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

PASSEGGIO E ASCOLTO (Quando ti sei trovato a passeggiare, cogliendo dei suoni e delle voci piacevoli?) ��

(Dove ti sei diretto? In un prato, in un bosco, in giardino...) Avevo voglia di fare

quattro passi, così sono uscito/a e ��

(Che cosa ti ha fatto “aguzzare” le orecchie? Perché?) ��

(Comincia la descrizione vera e propria; scegli l’ordine di esposizione che vuoi .seguire per esprimere al meglio ciò che hai sentito: rumori, versi di animali, voci umane...) Il mio udito sì è fatto più attento e ��

(Quali emozioni hanno suscitato in te queste “voci”?) ��

(Quali pensieri o ricordi ti hanno attraversato la mente?) ��

144

Il testo descrittivo Dati uditivi

PRODUZION E

4 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 142. Componi la tua descrizione concentrandoti solo su suoni e rumori insopportabili. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

CHE RUMORE INSOPPORTABILE! (Quando ti sei trovato a essere travolto da rumori insopportabili?) ��

(Dove ti trovavi? In mezzo al traffico cittadino, in una stanza affollatissima...) ��

(Che rumore ti ha fatto sobbalzare per primo? Perché?) ��

(Comincia la descrizione vera e propria; scegli l’ordine di esposizione che vuoi seguire per esprimere al meglio ciò che hai sentito: rumori, versi di animali, voci umane...) ��

(Quali reazioni hai avuto? Ti sei allontanato/a velocemente, ti sei tappato/a le orecchie con le mani...) ��

145

ZIONE U D O R P

Libro di Lettura, p. 166

IL TESTO DESCRITTIVO Dati olfattivi, tattili, gustativi 1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un testo descrittivo, usando solo dati olfattivi, dal titolo:

IN CUCINA Quando?

Quando ti sei trovato/a in cucina a essere investito/a da una serie di odori? (In vacanza dai nonni, al tuo compleanno, una volta...)

Dove?

In quale luogo? Nella cucina di chi? (Dei nonni, di casa tua, di una zia...)

Che cosa?

Qual è stato il primo impatto “odoroso”? Erano odori gradevoli o sgradevoli? (Una pentola con il sugo di pomodoro, una torta in forno, un budino al cioccolato sul fuoco, una pentola in cui bolliva un cavolfiore...)

Con quale ordine vuoi descriverlo?

Dal generale al particolare: allora comincerai a descrivere la mescolanza di odori, buoni o cattivi, che ti è arrivata alle narici...

INTRODUZIONE

DESCRIZIONE

Dal particolare al generale: allora comincerai a descrivere l’odore, buono o cattivo, che ti ha colpito. Poi continuerai analizzando gli altri odori a uno a uno...

CONCLUSIONE

146

Come?

Quali sensazioni positive o negative hai provato? (Acquolina, nausea, voltastomaco...)

Il testo descrittivo

Dati olfattivi

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO DEI DATI OLFATTIVI • Odori gradevoli: odore, profumo, olezzo, fragranza, aroma, effluvio, esalazione... NOMI

• Odori sgradevoli: odoraccio, puzzo, fetore, lezzo, tanfo, zaffata, miasma...

• Odori gradevoli: odorare, profumare, diffondere, effondere, emanare... VERBI

• Odori sgradevoli: puzzare, esalare, spandere, ammorbare, appestare...

• Odori gradevoli: buono, gradito, gradevole, fragrante, aromatico, odoroso, stuzzicante, soave, delicato, invitante, delizioso, inebriante, aromatico, acuto, penetrante... AGGETTIVI

• Odori sgradevoli: cattivo, acre, nauseante, nauseabondo, stomachevole, ripugnante, ributtante, maleodorante, acuto, aspro, disgustoso, rivoltante, fetido...

• A vere la puzza sotto il naso: MODI DI DIRE

Guardare le persone con aria superiore, come se puzzassero.

• S entire odore di bruciato: Insieme di segnali che fanno presagire qualcosa che non va, un inganno o altro.

147

ZIONE Il testo descrittivo U D O R P

Dati olfattivi

3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 146. Componi la tua descrizione concentrandoti solo sugli odori piacevoli. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

CHE BUONI PROFUMI IN CUCINA! (Quando ti sei trovato/a in cucina? Puoi iniziare così: Era il compleanno di...; Stavo girando per casa quando...) ��

(Ti sei trovato/a o sei entrato/a nella cucina di chi?) ��

(Qual è stato il primo impatto “odoroso”?) ��

(Comincia la descrizione vera e propria; scegli l’ordine di esposizione che vuoi seguire per esprimere al meglio ciò che il tuo naso ha sentito.) Il mio naso è stato

subito attratto ��

(Quali sensazioni positive o negative hai provato?) ��

148

Il testo descrittivo

Dati olfattivi

PRODUZION E

4 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 146. Componi la tua descrizione concentrandoti solo sui cattivi odori. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

CHE ODORACCIO! (Quando sei stato investito/a da un “odoraccio”? Puoi iniziare così: Oggi, Ieri, Un giorno, rientrando a casa...) ��

sono stato investito/a da un odore terribile: che cosa stava succedendo? (Da dove proveniva? Dall’esterno, dalla cucina di casa tua, dalla cucina di un vicino...)

Ho cominciato ad annusare con maggiore attenzione per scoprire da dove venisse e ��

(Qual è stato il primo impatto “odoroso”?) ��

(Comincia la descrizione vera e propria; scegli l’ordine di esposizione che vuoi seguire.) Il mio naso è stato subito colpito ��

(Consulta la tavola del lessico dei dati olfattivi per esprimere al meglio ciò che il tuo naso sente.) ��

(Quali sensazioni positive o negative hai provato?) ��

149

ZIONE Il testo descrittivo Dati tattili U D O R P 1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un testo descrittivo, usando solo dati tattili, dal titolo:

A OCCHI CHIUSI Quando?

Quando ti sei trovato a doverti muovere ad occhi chiusi o completamente al buio? (Stanotte, ieri sera, giocando a “mosca cieca”, durante un temporale quando è andata via la luce...)

Dove?

In quale luogo? (In casa tua: dovevi andare dalla tua camera al bagno, dal soggiorno alla tua camera, riconoscere le persone giocando a “mosca cieca” in giardino...)

Che cosa?

Che cosa hai provato? Descrivi il senso di disorientamento che ti ha colto nel non sapere dove ti trovavi e come hai deciso di muoverti per non incorrere in pericoli.

Con quale ordine vuoi descriverlo?

In ordine cronologico: descrivendo una dopo l’altra le cose che hai riconosciuto al tatto e le caratteristiche che te le hanno fatto riconoscere e che ti hanno permesso di orientarti e raggiungere la tua meta. Inizia descrivendo la prima cosa che hai riconosciuto... Dopo questa scoperta dove ti sei diretto? Perché? Quale ragionamento hai fatto? Quale organo di senso hai messo in funzione? (Hai messo avanti le mani, hai provato a “tastare il terreno” con i piedi...)

Come?

Quali sensazioni ha scatenato in te il fatto di non vedere? (Disagio, disorientamento, paura, terrore...) Come ti sei sentito, alla fine quando sei riuscito a cavartela? Che cosa hai provato? (Sollievo, orgoglio...)

INTRODUZIONE

DESCRIZIONE

CONCLUSIONE

150

Il testo descrittivo

Dati tattili

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO DEI DATI TATTILI • Con le mani si può: VERBI

toccare, tastare, accarezzare, sfiorare, premere, impugnare, avvolgere, stringere, arrotolare, lisciare, stropicciare, agguantare, ghermire, piegare, strappare, abbracciare, maneggiare, comprimere...

• C aldo: rovente, bollente, incandescente, infuocato, cocente, bruciante, ardente, torrido, tiepido, arido, asciutto, secco, riarso...

• Freddo: ghiacciato, glaciale, gelido, congelato, rigido, pungente, tagliente, polare, fresco, frizzante... AGGETTIVI

• Umido: inumidito, bagnato, inzuppato, intriso, imbevuto, impregnato, gocciolante, grondante, fradicio, piovoso, piovigginoso, nebbioso...

• Duro: solido, sodo, resistente, compatto, roccioso, ruvido, rugoso, grinzoso, liscio, levigato, fragile, friabile, inalterabile...

• T occare con mano: Accertarsi personalmente di qualcosa.

• A vere il tatto di un elefante: MODI DI DIRE

Mancare di delicatezza, parlare o agire in modo pesante.

• C onoscere al tatto: Riconoscere subito o conoscere molto bene, se riferito a persone di cui si ha un’opinione negativa.

151

ZIONE Il testo descrittivo Dati tattili U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 150. Componi la tua descrizione con i dati tattili. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

A OCCHI CHIUSI (Quando ti sei trovato a doverti muovere a occhi chiusi o completamente al buio?) ��

(Dove ti trovavi? Che cosa dovevi fare? Dove dovevi andare?) ��

(Che cosa hai provato? Disorientamento, terrore, paura...) Il fatto di dovermi

muovere senza vedere mi ha provocato ��

(Comincia la descrizione vera e propria, seguendo l’ordine cronologico delle azioni compiute. Che cosa hai toccato subito? L’hai riconosciuto? Che sensazione tattile ne

hai ricavato? Freddo, caldo, umido…) Dopo il primo momento di disorientamento ho

preso il coraggio a due mani e ��

(Che cosa ti ha fatto capire che era l’elemento giusto? Consulta la tavola del lessico dei dati tattili per esprimere al meglio le tue sensazioni tattili.) ��

152

Il testo descrittivo

Dati tattili

PRODUZION E

(Che cosa devi cercare ora? Che cosa devi sentire per riconoscerlo?) ��

(Ora sei al passo successivo, hai proseguito e devi cercare un altro punto di riferimento. Quale? Quale sensazione ti aspetti di sentire?) ��

(Che cosa devi sentire con le mani o con i piedi per essere sicuro di non andare a sbattere? Quale sensazione tattile devi “sentire”? Puoi ricorrere ad altre sensazioni sensoriali per orientarti? Rumori, voci, odori, profumi...) ��

(In che modo ti accorgi di essere arrivato a destinazione? Che cosa senti?) ��

(Descrivi le sensazioni che hai provato all’inizio, quando sei rimasto al buio, e dopo, quando sei riuscito a muoverti.) ��

153

ZIONE Il testo descrittivo Dati gustativi U D O R P 1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un testo descrittivo, usando principalmente dati gustativi, dal titolo:

A PRANZO DA... Quando?

Quando sei stato a pranzo da qualcuno o hai mangiato in un posto diverso da casa tua? (Una domenica, una sera, tutti i giorni...)

Dove?

Dove si è svolto il pranzo? (Alla mensa della scuola... in casa di amici o conoscenti, in casa dei nonni, a un pranzo con la parrocchia, con il tuo gruppo sportivo...)

Che cosa?

Che cosa hai provato? • Descrivi il senso di soddisfazione quando hai capito che ti offrivano il tuo cibo preferito... • Oppure descrivi il senso di disagio quando hai capito che il cibo che ti offrivano era proprio il cibo che detesti...

INTRODUZIONE

DESCRIZIONE

Con quale ordine vuoi descriverlo?

Come? CONCLUSIONE

154

In ordine cronologico: descrivendo una dopo l’altra le pietanze che ti sono state messe davanti; soffermandoti non solo sul sapore (gradito o sgradito) ma aggiungendo anche l’aspetto (ben presentato, invitante, deludente, bruciacchiato...) e l’odore che sollecitava il tuo naso (invitante, disgustoso...)

Quali sensazioni ha scatenato in te il cibo che ti hanno messo davanti? Ti è venuta l’acquolina in bocca? Temevi che se non avessi mangiato veloce non avresti potuto prenderne ancora? Ti ha chiuso lo stomaco? Quale “bugia” hai inventato per non mangiare?

Il testo descrittivo

Dati gustativi

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO DEI DATI GUSTATIVI • Il cibo può: saziare, soddisfare, riempire, deludere, lasciare insoddisfatti, stuzzicare...

• Il cibo si può:

VERBI

mangiare, divorare, addentare, consumare, inghiottire, ingoiare, gustare, assaggiare, pregustare, assaporare, masticare, piluccare (se non si ha fame)...

• Una bevanda può: dissetare, rinfrescare, appagare, andare di traverso...

• Una bevanda si può: gustare, sorseggiare, sorbire, succhiare, tracannare (bere tutto d’un fiato)...

• Dolce: dolciastro, dolceamaro, squisito, delizioso, prelibato, piacevole...

• Amaro: AGGETTIVI

amarognolo, sgradevole, disgustoso, stomachevole, nauseante...

• Acido: acidulo, aspro, acre, brusco, stimolante, allappante...

• Salato: insipido, insulso, sciapito, saporito, pizzicante...

• A maro come il fiele: Molto amaro. MODI DI DIRE

• Mandar giù un boccone amaro: Dover accettare una situazione sgradevole senza poter reagire.

• Col boccone in gola: Molto in fretta e senza fare pause.

155

ZIONE Il testo descrittivo Dati gustativi U D O R P 3 Scrivi il testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 154. Componi la tua descrizione con i dati gustativi negativi. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

CHE TORMENTO QUEL PRANZO! (Quando ti è capitato di non vedere l’ora che quel pranzo finisse?) Il pranzo di cui

parlerò è accaduto �� (Dove si è svolto il pranzo? In casa di amici o parenti, in una trattoria…)

La mia famiglia era stata invitata a ��

(Che cosa hai provato? Descrivi in negativo i cibi che non ti piacciono.)

Già ci ero andato/a di malavoglia, perché avevo dovuto rinunciare (A che cosa?) ��

E poi, già dalla prima portata, (Che cosa è arrivato in tavola?) �� ho capito che sarebbe stato un vero incubo arrivare fino alla fine. (Descrivi le sensazioni sia gustative sia olfattive, che hai provato davanti alla varie portate.) ��

Come se non bastasse è arrivato in tavola il secondo. (Che cosa ti hanno offerto?) Era ��

A cui si è aggiunto anche il contorno: ��

Un vero disastro! Mi guardavo intorno sperando che qualcuno venisse in mio aiuto, ma ��

Eravamo ormai al dessert e io ancora stavo cercando di ingoiare ��

Credo che non dimenticherò mai più il senso di ��

156

Il testo descrittivo

PRODUZION E

Dati gustativi

4 Prendi a modello il testo e i suggerimenti della pagina accanto e componi la tua descrizione con i dati gustativi positivi. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

CHE PRANZETTO DELIZIOSO! (Quando hai gustato un pranzo davvero indimenticabile? Per quale ragione era stato organizzato?) ��

(Dove si è svolto il pranzo? In casa tua, in casa di amici, in una trattoria…)

��

Subito dalla prima portata, (Che cosa è arrivato in tavola?) �� ho capito che sarebbe stato un pranzo eccezionale! (Descrivi le sensazioni, sia gustative sia olfattive, che hai provato davanti alla varie portate.) ��

Ma le sorprese non erano finite lì! Infatti è arrivato il secondo (Che cosa ti hanno offerto?) era �� con il contorno �� (Quali sensazioni piacevoli ha scatenato in te il cibo

che ti hanno messo davanti?) ��

Il colpo di scena finale è stato il dessert (Descrivilo.) ��

Quel pranzetto è stato veramente una gioia per il mio palato!

157

ZIONE U D O R P

Libro di Lettura, p. 200

IL TESTO REGOLATIVO • Il testo regolativo ha lo scopo di fornire norme da seguire, prescrizioni o istruzioni. • Le caratteristiche di un testo regolativo sono: struttura lineare, linguaggio chiaro, elenchi puntati. • I modi verbali utilizzati sono: • l’imperativo seconda persona plurale (prendete); • l’infinito presente (prendere); • il congiuntivo in forma impersonale (si prenda).

1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un testo regolativo dal titolo:

LA RICETTA DI...

INTRODUZIONE

Nome del cibo

Che cosa vuoi cucinare? (Spaghetti, frittata, lasagne al forno, torta di...)

Che cosa ti occorre?

Quali ingredienti servono per realizzare la tua ricetta e in che quantità? Fai un elenco puntato con gli ingredienti necessari e la quantità (1 kg, 400 g, un bicchiere, due cucchiai...)

Procedimento

Quali azioni devi compiere per realizzare la tua ricetta? Scegli con quale modo dei verbi vuoi esprimerti. Elenca in successione esatta le azioni da compiere. Attento a non dimenticare nessun passaggio!

Come si deve servire?

Termina la tua ricetta con suggerimenti su come servire il piatto da te preparato (appena fuori dal forno, tiepido, freddo...) e su come conservare ciò che avanza. Concludi con un “Buon appetito!”

CORPO DELLA RICETTA

CONCLUSIONE

158

Il testo regolativo

PRODUZION E

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO NOMI

• Cibo: alimento, vivanda, pietanza, portata, piatto, contorno...

• Un cibo si può: VERBI

cucinare, cuocere, preparare, infornare, soffriggere, salare, affettare, tritare, tagliare, mescolare, servire, versare, scodellare, assaggiare, assaporare, gustare, pregustare...

• M angiare a quattro palmenti: MODI DI DIRE

Mangiare voracemente, con ingordigia e in abbondanza.

• M angiare come un uccellino: Mangiare pochissimo.

3 Collega le abbreviazioni che spesso si trovano all’interno delle ricette di cucina ai relativi significati.

cucchiaio da tavola, che corrisponde a circa 15 ml

qb. olio extravergine d’oliva

pz. CT. ct. tz. olio EVO

prodotti che provengono da coltivazione biologica Denominazione d’Origine Protetta un pizzico, riferito a sale o a zucchero quanto basta, consiglio generico che lascia mano libera nei condimenti

BIO una tazza, che corrisponde a 250 ml circa di liquido

DOP scritto in minuscolo, indica un cucchiaino da tè

159

realistico ZIONE Il testo regolativo U D O R P 4 Scrivi la ricetta con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 158. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni. Se hai dei dubbi chiedi consiglio a un adulto.

(Che cosa vuoi cucinare? Completa il titolo.)

LA RICETTA �� (Fai l’elenco degli ingredienti, compresi quelli ovvi come sale o zucchero, e indica le relative quantità; usa, se vuoi, le abbreviazioni.) INGREDIENTI • ��

• ��

PROCEDIMENTO

(Quali azioni si devono compiere per realizzare la tua ricetta? Scegli con quale modo dei verbi vuoi esprimerti.) 1. ��

2. ��

3. ��

4. ��

5. ��

6. ��

(Termina la tua ricetta con suggerimenti su come servire il piatto da te preparato.) CONSIGLI: ��

160

Il Iltesto testoregolativo realistico

PRODUZION E

5 Scrivi la ricetta con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 158. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni. Se hai dei dubbi chiedi consiglio a un adulto.

LA RICETTA PER...

IL SALAME DI CIOCCOLATO

(Fai l’elenco degli ingredienti, compresi quelli ovvi come sale o zucchero, e indica le relative quantità; usa, se vuoi, le abbreviazioni.) INGREDIENTI • ��

• ��

PROCEDIMENTO

(Quali azioni si devono compiere per realizzare la tua ricetta? Scegli con quale modo dei verbi vuoi esprimerti.) 1. ��

2. ��

3. ��

4. ��

5. ��

6. ��

(Termina la tua ricetta con suggerimenti su come servire il piatto da te preparato.) CONSIGLI: il dolce deve rassodarsi per bene nel frigorifero in modo da poterlo tagliare a fette e gustare.

161

realistico ZIONE Il testo regolativo U D O R P 1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere un testo regolativo dal titolo:

IL GIOCO... Nome del gioco

Quale gioco vuoi spiegare? (Rubabandiera, palla avvelenata, nascondino, gioco di carte, memory...)

Numero dei partecipanti

Quanti partecipanti possono giocare? (Solo due, non c’è limite, due squadre da...)

CORPO DEL REGOLAMENTO DEL GIOCO

Regole del gioco

Come si gioca? (Spiega come si svolge il gioco, qual è lo scopo.) Elenca in successione esatta le azioni da compiere. Attento a non dimenticare nessun passaggio!

CONCLUSIONE

Come si conclude il gioco?

Quando si conclude il gioco? Che cosa si deve fare per vincere? Come si calcola il punteggio?

INTRODUZIONE

2 Ecco l’elenco delle parole che ti saranno utili per scrivere il tuo testo senza fare ripetizioni e utilizzando un lessico adeguato.

LESSICO NOMI

• Gioco: divertimento, passatempo, svago, spasso, ricreazione...

• Un gioco può: VERBI

cominciare, iniziare, finire, terminare, cessare, concludersi, interrompersi, prolungarsi...

• Con un gioco ci si può: divertire, svagare, scherzare, trastullare, distrarre, svagare, rallegrare, ricreare, sollazzare...

• A vere buon gioco: MODI DI DIRE

162

Essere nelle condizioni più favorevoli per riuscire. •M ettersi in gioco: Rischiare personalmente. • I l gioco non vale la candela: La situazione non vale abbastanza da giustificare qualsiasi impegno o sacrificio.

Il testo regolativo

PRODUZION E

3 Scrivi il tuo testo con l’aiuto dei suggerimenti fra parentesi e di quelli nello schema guida a p. 162. Consulta spesso la tavola del lessico per evitare ripetizioni.

(Quale gioco vuoi spiegare? Completa il titolo.)

IL GIOCO DI �� (Quanti partecipanti possono giocare?) Per poter giocare ci vogliono ��

(Spiega come si svolge il gioco, qual è lo scopo da raggiungere.)

Il gioco inizia ��

(Quando si conclude il gioco?) Il gioco termina quando ��

(Che cosa si deve fare per vincere? Come si calcola il punteggio?)

Vince chi ��

163

ZIONE U D O R P

Libro di Lettura, p. 210

IL TESTO POETICO • Il testo poetico esprime in versi i sentimenti dell’autore e ha lo scopo di suscitare emozioni nel lettore. • Il testo poetico si caratterizza per: versi, strofe, rime, ritmo. • Le rime possono essere: baciate (AABB), alternate (ABAB), incrociate (ABBA).

1 Leggi attentamente lo schema guida. Ti aiuterà a scrivere una poesia.

ARGOMENTO

Di che cosa vuoi parlare? (Stagioni, tempo atmosferico, un momento felice, un animale...)

ELEMENTI

Per una stagione: elenca gli elementi caratteristici della stagione scelta. Per il tempo atmosferico: se è la pioggia pensa a tutti i modi in cui si manifesta (scrosciante, continua, improvvisa, leggera...); se è la neve descrivi come si comportano i fiocchi, che cosa fa la neve agli alberi, al paesaggio, alle strade di città... E così per qualsiasi altro argomento tu decida di trattare.

PENSIERI ED EMOZIONI

Come un vero poeta che vuole esprimere i suoi sentimenti e le sue emozioni, pensa a tutte le sensazioni che hai provato: stupore, meraviglia, allegria, tenerezza, amore, entusiasmo, commozione, tristezza, malinconia...

Se vuoi scrivere un testo in rima, procedi così: • pensa a tutte le parole che hanno un legame con l’argomento che hai deciso di affrontare ed elencale; • trova le parole che facciano rima con ciascuna di quelle elencate; • prova a metterle insieme facendo in modo che esprimano un concetto che ti convinca.

164

Il testo poetico

PRODUZION E

2 Prova a comporre dei versi poetici con le tre parole in rima proposte, come nell’esempio. PAROLE

VERSI Una bella poesia porta in sé dell’armonia e scatena l’allegria.

• poesia • armonia • allegria

• bellezza

...........................................................................

• tenerezza

...........................................................................

• carezza

...........................................................................

• acquazzone

...........................................................................

• alluvione

...........................................................................

• creazione

...........................................................................

• inverno

...........................................................................

• inferno

...........................................................................

• eterno

...........................................................................

• primavera

...........................................................................

• atmosfera

...........................................................................

• leggera

...........................................................................

• estate

...........................................................................

• abbronzate

...........................................................................

• camminate

...........................................................................

3 Scegli tu tre parole in rima e poi mettile in versi. • .............................

...........................................................................

• .............................

...........................................................................

• .............................

...........................................................................

165

realistico ZIONE Il testo poetico U D O R P Ecco un altro modo per realizzare una poesia: • scegli un argomento che ti ispira e su cui ti sembra di avere più cose da dire; • realizza una breve descrizione; • trasforma la descrizione in una poesia.

4 Prova a trasformare queste brevi descrizioni in versi, come nell’esempio. Non è necessario che siano in rima. Puoi usare le stesse parole, ma puoi anche utilizzare parole nuove, sempre cercando di rispettare il senso del testo in prosa.

TESTO IN PROSA

TESTO IN VERSI

Qua e là pendevano ragnatele grandi come amache, che si muovevano avanti e indietro nella corrente d’aria, lievi e silenziose come spiriti.

Come spiriti silenziosi, fluttuavano nell’aria amache di ragnatele, dondolando a ogni soffio d’aria.

TESTO IN PROSA

TESTO IN VERSI

La luna è tonda, gentile, luminosa e, dal cielo senza nuvole, rischiara il sentiero, che si perde in salita tra gli alberi.

��

TESTO IN PROSA

TESTO IN VERSI

A un tratto, un rumore attraversa la notte: le rane, dall’acqua del piccolo stagno, aprono i loro cori e subito lungo il sentiero è tutto un sussurrare di voci...

��

166

PRODUZION E

Il testo poetico Ecco un modo divertente per “disegnare” un testo poetico: il calligramma, che possiamo chiamare “poesia visiva”. Come si fa? • Componi una poesia in rima o in versi liberi; • individua una forma che possa esprimere il concetto principale del testo prodotto; • trascrivi i versi sulla forma scelta.

bone ir

pu nt co a ,i o m ia di mi tra sp se sf a gn r is o ce e il no m n io m co is rp ta o nc lu o. is M m a ag po r is is ce o ... ch e è in ag gua t

a m or

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f il

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il e

Sopra un grande foglio bianco, io disegno e non mi stanco. Ma poi so che è in agguato il nemico mio giurato: l’affilato temperino... il terribile aguzzino! Se la punta mia sparisce il mio corpo lui smagrisce... e ben presto il gran birbone mi trasforma in mozzicone.

rr ib

no !

gra

zz i

e fo

tu una poesia e trasformala in calligramma.

5 Osserva l’esempio, poi inventa

��

167

LESSICO • p. 1 RIASSUNTO • p. 19 RIELABORAZIONE • p. 49 PRODUZIONE • p. 69

CHE SPASSO... Leggere! 4 Quaderno di Scrittura Testi: B arbara Fabiani, Sofia Caimi Responsabile editoriale: Mafalda Brancaccio Coordinamento e redazione: Carla Pugliese La Corte Responsabile di produzione: Francesco Capitano Progetto grafico: I Nani Grafici (Filippo Delle Monache, Elisabetta Giovannini) – Firenze Impaginazione: Una zebra a pois (Gloria della Gatta) – Vigevano (PV) Copertina: I Nani Grafici (Filippo Delle Monache, Elisabetta Giovannini) – Firenze Illustrazioni: M auro Sacco ed Elisa Vallarino Ricerca iconografica: Carla Pugliese La Corte Referenze iconografiche: Shutterstock Stampa: T ecnostampa - Pigini Group Printing Division Loreto – Trevi 20.83.077.0 Per esigenze didattiche i testi sono stati quasi tutti ridotti e/o adattati. L’editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questa pubblicazione, così come la trasmissione sotto qualsiasi forma o con qualunque mezzo, senza l’autorizzazione della casa editrice ELI. Produrre un testo scolastico comporta diversi e ripetuti controlli a ogni livello, soprattutto relativamente alla correttezza dei contenuti. Ciononostante, a pubblicazione avvenuta, è possibile che errori, refusi, imprecisioni permangano. Ce ne scusiamo fin da ora e vi saremo grati se vorrete segnalarceli al seguente indirizzo: redazione@elionline.com

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Per imparare a: • riassumere • rielaborare un testo • scrivere creativamente Per ampliare il bagaglio lessicale

Quaderno di scrittura 29/01/20 18:28