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Il castagno e l’abete
LE STAGIONI
Il castagno e l’abete
– Come è dolce d’autunno il solicello! –disse il castagno a un vicino abete. – Per onorarlo rinnovo il mantello… Ma voi di quale triste razza siete! Ad ogni tempo ti ho veduto nero. Io dapprima ero verde nel turchino, e ora, guarda un po’, non son davvero tutto vestito d’oro sopraffino?
– Aspetta a giudicar qualche giornata, mio bel signore – ribatté il compagno. – Ogni cosa generosamente ci vien donata, e delle cupe fronde io non mi lagno.
Passan quei giorni. Il cielo poi s’oscura di fredde nebbie e dalle cime scende un vento irato che mette paura, e che la selva a sconquassare prende.
Quando il sole tornò tutta la veste del castagno dorato era dispersa, mentre l’abete, re della foresta, gl’intatti rami alzava all’aria tersa.
Giuseppe Fanciulli, www.raccontidifata.com Leggo come a teatro
Dividetevi in coppie, alternandovi nell’interpretazione del castagno e dell’abete. Cercate anche di variare il tono, a seconda del personaggio a cui date voce.
Mi emoziono
Il castagno prende in giro l’abete per i suoi colori e si vanta di essere più bello. L’abete non se la prende e il tempo gli dà ragione: in inverno il castagno resta nudo, mentre l’abete alza al cielo i suoi rami ancora verdi. Questa poesia ci insegna: a non giudicare frettolosamente gli altri: ognuno è diverso, ma ognuno ha la sua bellezza. a vantarci con gli altri delle nostre qualità.