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Il primo giorno

IL RACCONTO DI FANTASCIENZA

Mi chiamo XR_95. Ho dodici anni, quattro mesi, una settimana e tre giorni. Ricordo come fosse ieri il momento in cui cominciò la mia vita. Nero. All’inizio fu tutto quello che riuscii a vedere. Poi apparvero alcune figure nell’oscurità, parole e simboli. Caricamento… La barra grigia si riempiva a poco a poco. Lentamente. Quando il caricamento fu terminato, apparvero altre parole. Esecuzione diagnostica… Tre minuti e quarantadue secondi più tardi, sentii un suono: un ronzio delicato, vibrazioni che si diffondevano nel mio sistema operativo. E per la prima volta vidi il mondo. La mia esistenza cominciò in un grosso cubo senza finestre. Una porta scorrevole si aprì. Nel cubo entrarono due robot, i movimenti fluidi e aggraziati. Erano identici. – Siamo stati assegnati alla supervisione del tuo sviluppo – disse il più vicino. – Siamo la tua Unità Familiare. Poi parlò il secondo. – Puoi chiamarci Genitore_1 e Genitore_2. Genitore_1 si avvicinò. Allungò un braccio metallico e me lo avvolse intorno al corpo. In quel momento la mia attenzione fu attirata da una voce in evidenza nel mio vocabolario di sistema. Abbracciare. Verbo. Stringere qualcosa o qualcuno tra le braccia. Antico gesto usato dagli umani per mostrare affetto. Era quello che stava facendo Genitore_1? Mi stava abbracciando? Così feci ciò che avrebbe fatto qualunque robot appena nato. Abbracciai Genitore_1. Genitore_1 rimase immobile. Girò la testa verso di me, i suoi lineamenti aggraziati sembravano confusi. Passò un momento. Poi continuò a fare quello che stava facendo. Allungò un braccio dietro di me e afferrò un cavo di alimentazione. Con uno strattone, rimosse il cavo dalla stazione di ricarica. Fu allora che capii di avere frainteso la situazione. Genitore_1 non mi stava abbracciando. Mi stava staccando la spina.

Lee Bacon, L’ultimo umano sulla Terra, Mondadori

CLASSE CAPOVOLTA

A casa • Guarda il video del genere testuale. In classe • Proiettate il PPT alla LIM.

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