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La scatola di Ben

La scatola aveva all’incirca le dimensioni del libro di matematica. Era di un marrone brillante, liscia al tatto. La parte inferiore era rivestita di morbido feltro verde. Sul coperchio era inciso un lupo. L’aveva fatta un artista del paese, e la mamma gliel’aveva regalata l’anno prima a Natale. Ben accese la torcia elettrica, prese una chiave dalla tasca dei pantaloni piegati sul pavimento e aprì la serratura di ottone della scatola. Uno per uno, toccò i piccoli oggetti che conteneva. Li aveva ordinati con dei divisori di cartone, dando a ciascuno una collocazione precisa. Fra le altre cose, c’erano diversi rametti dalla forma strana; il suo ultimo dente da latte; un piccolo pezzo degli scacchi di plastica che aveva trovato dietro la scuola insieme al suo amico Billy, che lo prendeva sempre in giro perché raccoglieva spazzatura; un teschio d’uccello e un fossile chiamato “stromatolite”, che aveva scoperto durante un’escursione fra le colline intorno al lago Gunflint. Nell’angolo in basso a destra della griglia di cartone c’erano due piccole pietre grigie bitorzolute. Ben ne prese una e se la rigirò in mano. Quando le aveva mostrate alla mamma, lei gli aveva spiegato che quelle pietre, chiamate “ejecta”, erano state create due miliardi di anni prima, come l’intera area nella quale abitavano, dallo schianto di un meteorite nella parte canadese del lago

Brian Selznick, La stanza delle meraviglie, Mondadori Analizzo

Questa è una descrizione: oggettiva. soggettiva. Sottolinea in rosso i dati visivi (posizione, colore, dimensione…) e in blu i dati tattili.

Scrivo

Hai, come Ben, una scatola o un cassetto dove conservi oggetti a cui tieni particolarmente? Descrivili sul quaderno.

Mi emoziono

Tu hai una scatola dove riponi gli oggetti? Ogni oggetto ha la sua storia e se lo hai conservato ha per te un significato… Pensa all’oggetto per te più importante, racconta la sua storia e che cosa provi quando lo guardi.

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