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A R T E

NEL MONDO DI CLAUDE MONET

CHI SEI?

Sono nato a Parigi e mi chiamo Claude Monet. Ho iniziato a dipingere quando ero un ragazzino: disegnavo delle caricature che vendevo per poche monete. Sono diventato amico di un pittore che mi ha trasmesso l’amore per la natura all’aria aperta. Amo dipingere gli elementi naturali durante le stagioni, amo i colori e i piccoli tratti con il pennello.

Claude Monet, Primavera a Giverny

Immagina di guardare fuori dalla finestra, verso i boschi: potrai vedere degli alberi con fiori bianchi, delicati. Sono i ciliegi selvatici! Puoi riprodurre i fiori del ciliegio con gli acquerelli. Osserva attentamente il quadro di Monet e prova a imitare le pennellate di verde che riproducono le erbe dei prati. Usa più tonalità di verde. I fiori sono di colore bianco, rosa chiaro e rosa scuro. Per dare importanza ai tronchi, puoi ripassare i contorni con il pennarello marrone. Mentre disegni, ascolta “Il Valzer della primavera” di Chopin.

LA SESTA VALLE:LA GELOSIA

TUTTI GLI UCCELLI DEL MONDO INCONTRANO E CONOSCONO LA SESTA VALLE.

NEL NIDO IL TEMPO DEL RACCONTO

Il testo completo si trova nella Guida insegnantE.

Il viaggio riprese. Ancora una volta, l’upupa si mise alla guida dello stormo. Volava con facilità attraverso le correnti ostili e i nembi scuri delle tempeste. Era capace e aveva profonde conoscenze del cielo, della terra e dei mari. Era felice, e lo dimostrava cantando: – Up… up… up… Il canto segnava il ritmo del battito delle ali. Ma qualcosa presto si incrinò: sua maestà l’aquila, dai regni del Nord, non tollerava di essere finita dietro l’upupa. Per la regina delle nevi eterne sembrava un affronto che alla guida del Grande Stormo ci fosse un piccolo, strano, diverso uccello. Era gelosa, l’aquila, e dimostrava i suoi cupi sentimenti cercando di ostacolare il volo della guida, sorpassandola con virate improvvise e maldestre. Gli occhi del rapace gettavano fulmini e saette finché… l’upupa non condusse tutti nella sesta valle, la valle della Gelosia. Arbusti spinosi che si contorcevano su loro stessi, gialli come limoni acerbi e aspri, cespugli secchi e pieni di rami pungenti come le spine delle piante del deserto. L’acqua scivolava dai becchi assetati, che restarono asciutti. Gli uccelli non vedevano l’ora di scappare. Convinsero l’aquila, orgogliosa e potente, ad affidarsi, come loro, a una nuova guida. L’aquila capì e accettò.

IL VOLO DELLE IDEE

IL TEMPO DEL CERCHIO

Seduti nel Cerchio d’Incontro, discutiamo su che cosa è successo tra l’aquila e l’upupa. L’aquila, che da tutti è considerata un uccello forte, è gelosa dell’upupa, un uccello famoso per la sua sapienza.

Tu come ti saresti comportato/a? Come l’aquila o come l’upupa? Perché?

Hai provato anche tu qualche volta l’emozione della gelosia? Racconta brevemente un episodio.

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