i v o u N
i d r a u g r T@ LINE E P I C R S 4 DI UN SAPE PER
’ r e p i n a s d egnant i u G e con percorsi
semplificati
Scienze
e Tecno ogia Didattica Digitale Integrata
LIBRO DIGITALE
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Per facilitare la PROGRAMMAZIONE PER UNITÀ DI APPRENDIMENTO etodologia del Gruppo Ricerca M e Sperimentazione Didattica Progetto didattico Unità di Apprendimento: la base della programmazione per competenze Life skills Scienze e Tecnologia: programmazione annuale Educazione Civica: programmazione annuale Insegnare le scienze: il metodo Accoglienza: attività e strumenti Percorso didattico annuale Schemi per la progettazione per UA Conoscenze e competenze: gli strumenti Prove di ingresso Didattica partecipata: strumenti e schede Interdisciplinarità: strumenti e schede Compiti di realtà Classe capovolta
Presentazione
S cienze
INDICE 2 La metodologia del Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica 3 La metodologia nel progetto Nuovi Tr@guardi • Discipline 4 Il Flip Poster e l’importanza della didattica partecipata 5 Le Unità di Apprendimento in Nuovi Tr@guardi • Discipline 7 Gli elementi della Guida 8 Nuovi Tr@guardi • Discipline • L’offerta digitale 10 Insegnare per competenze 12 Le life skills 14 Le parole della didattica 16 Unità di Apprendimento: la base della programmazione per competenze 20 Schema per la progettazione dell’UA 21 L’insegnamento delle Scienze 22 Come si insegnano le Scienze
Nuovi Tr@guardi • SCIENZe e tecnologia 24 Programmazione annuale: Scienze 26 Programmazione annuale: Tecnologia 27 Educazione Civica 28 Programmazione annuale: Educazione Civica 29 Il percorso didattico 31 Il percorso di quest’anno 31 Metodologia 32 L’accoglienza 33 Schede operative 35 Prove di ingresso • Schede operative 38 UA 1 Progettazione dell’UA 40 UA 1 La vita sulla Terra 41 Didattica partecipata • Schede operative
50 Interdisciplinarità • Schede operative 53 La classe capovolta 54 UA 3 Progettazione dell’UA 56 UA 3 Gli animali 57 Didattica partecipata • Schede operative 61 Interdisciplinarità • Schede operative 65 Compito di realtà 66 La classe capovolta 68 UA 4 Progettazione dell’UA 70 UA 4 Gli ecosistemi 72 Didattica partecipata • Schede operative 72 Interdisciplinarità • Schede operative 78 Compito di realtà 79 La classe capovolta 80 UA 5 Progettazione dell’UA 82 UA 5 Gli elementi non viventi della biosfera: acqua, aria, suolo 84 Didattica partecipata • Schede operative 86 Interdisciplinarità • Schede operative 90 Compito di realtà 91 La classe capovolta 92 UA 6 Progettazione dell’UA 94 UA 6 La materia 96 Didattica partecipata • Schede operative 98 Interdisciplinarità • Schede operative 102 Compito di realtà 103 La classe capovolta 104 UA 7 Progettazione dell’UA 106 UA 7 La tecnologia 107 Didattica partecipata • Schede operative 108 Interdisciplinarità • Schede operative 110 La classe capovolta 112 Griglia di rilevazione
42 Interdisciplinarità • Schede operative 45 La classe capovolta 46 UA 2 Progettazione dell’UA 48 UA 2 Le piante
113 Percorsi semplificati
49 Didattica partecipata • Schede operative
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S cienze
Presentazione
LA METODOLOGIA DEL GRUPPO RICERCA E SPERIMENTAZIONE DIDATTICA
METODO TESSITORE
CODING DELLA DIDATTICA
Il percorso didattico proposto è la declinazione delle metodologie di insegnamento proposte da anni dalle autrici componenti il Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica. La metodologia si articola su due filoni portanti. Metodo tessitore
Coding della didattica
Metodo È la metodologia che parte dalla visione unitaria del bambino per farlo giungere all’unitatessitore rietà del sapere. Il nome stesso indica l’importanza della costruzione di una rete di competenze individuali che “trattenga” le diverse conoscenze che la scuola, la realtà, le agenzie educative esterne alla scuola forniscono al bambino. Le conoscenze possono essere trattenute dagli allievi solo se sono: • collegate tra di loro; • essenziali alla costruzione del sapere; • ancorate a una struttura specifica per ciascuna disciplina; • acquisite attraverso la scoperta personale. I “pilastri” del Metodo tessitore Didattica partecipata
Elaborazione personale Metacognizione
Coding È la declinazione dei diversi contenuti e obiettivi che afferiscono a ciascuna disciplina e che della permettono di acquisire conoscenze, abilità e competenze. didattica Il Coding della didattica conduce all’acquisizione di un metodo di studio che non è soltanto acquisizione di conoscenze, ma favorisce un habitus mentale di approccio al sapere in funzione dell’acquisizione di competenze. I “pilastri” del Coding della didattica Pensiero computazionale
Organizzazione del sapere per mezzo di mappe attive
I “pilastri” del Metodo tessitore e del Coding della didattica sono articolati e concretizzati nel progetto Nuovi Tr@guardi • Discipline attraverso tutte le attività proposte nei diversi volumi.
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Presentazione
LA METODOLOGIA NEL PROGETTO NUOVI TR@GUARDI • DISCIPLINE
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Il progetto didattico che presentiamo è formato da diversi testi che si integrano e interagiscono tra loro per formare il bagaglio di conoscenze degli alunni, costituire un contributo alla formazione di un valido metodo di studio, riconoscendo la necessaria importanza alla valutazione e autovalutazione del lavoro svolto. Il volume Nuovi Tr@guardi • Scienze si compone di due parti strettamente collegate tra loro. • La parte disciplinare, strutturata in UA, in cui sono presentati gli argomenti di studio; è proposto un percorso di lavoro per l’acquisizione di conoscenze e per l’acquisizione di competenze. • La sezione del Quaderno operativo, esclusivamente operativa, che fa riferimento agli argomenti trattati nella parte precedente. In questa sezione si trovano le Mappe Attive, da completare. Domande stimolo aiuteranno il bambino a completare ogni mappa, strumento molto utile per organizzare le informazioni in uno schema e per esporre le conoscenze acquisite. Nel volume M@ppe mentali sono presenti mappe mentali relative a tutte e quattro le discipline. Le mappe mentali aiutano i bambini a visualizzare e ricordare i concetti principali; sono fondamentali per lo studio e per guidare gli allievi a esporre quanto appreso. A tale scopo la mappa mentale è accompagnata da una sezione in cui vengono riportati i punti chiave dell’argomento. Il volume Educazione Civica risponde all’esigenza di strutturare un percorso specifico per questa disciplina. È articolato in modo trans-curricolare, con argomenti collegati alle differenti discipline. Il volume propone attività relative ai principi espressi nella Costituzione, all’Agenda 2030 o inerenti la Cittadinanza digitale, in ottemperanza alle Linee Guida del Miur. Abbiamo ritenuto che un volume per le verifiche, separato dal libro, fosse di più semplice uso per l’insegnante, che può decidere se lasciarlo agli alunni o tenerlo in classe, per evitare che vada perso, per poterlo utilizzare quando lo ritiene opportuno. Per ciascun argomento, sono proposte due verifiche di difficoltà crescente. A corredo dei volumi è presente l’Atlante, uno per la classe quarta e uno per la classe quinta. Il volume rappresenta un valido e interessante supporto allo studio e alle attività, proponendo contenuti aggiuntivi e di approfondimento. Una sezione finale è dedicata al CLIL e, dunque, presenta una serie di argomenti in lingua inglese.
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Presentazione
IL FLIP POSTER E L’IMPORTANZA DELLA DIDATTICA PARTECIPATA Che cos’è e come si usa il Flip Poster Il Flip Poster è lo strumento per attuare la didattica partecipata. Serve per focalizzare l’attenzione e sfruttare la capacità percettiva, molto sviluppata negli alunni. Attraverso il Flip Poster vengono presentati gli argomenti topici di ciascuna disciplina. Il Flip Poster è un utilissimo strumento che può essere utilizzato collettivamente, in maniera autonoma o a piccoli gruppi. Se gli alunni hanno la possibilità di utilizzare in modo autonomo e in momenti non strutturati questo strumento, imparano a confrontarsi e ad argomentare. In questo modo il Flip Poster diventa uno strumento altamente inclusivo.
L’immagine di fondo è uno spunto per introdurre l’argomento e darne una visione globale. I riquadri mettono in evidenza aspetti particolari su cui il bambino è invitato a riflettere. Le ipotesi offerte dall’insegnante, attraverso domande stimolo, permetteranno di recuperare le conoscenze pregresse. Il box a pié di pagina dà all’insegnante il ruolo di “facilitatore”, che favorisce un apprendimento collaborativo e consapevole. In questo modo gli alunni non sono ricevitori passivi del sapere, ma assumono una funzione propositiva e diventano artefici del loro sapere. È la parte che coinvolge emotivamente, suscita l’interesse e il piacere della ricerca del sapere.
Nel Flip Poster sono proposte attività per l’organizzazione delle conoscenze, per una visione globale, organica e unitaria di quanto appreso. Questa parte può essere utilizzata per la preparazione delle interrogazioni o delle verifiche individuali.
L’importanza della didattica partecipata Imparare a imparare La didattica partecipata serve agli alunni per: • avere un ruolo attivo; • favorire la consapevolezza dell’apprendere; • utilizzare le conoscenze pregresse; • stemperare l’ansia; • sviluppare le life skills.
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La didattica partecipata serve agli insegnanti per: • facilitare l’inclusione; • facilitare e rendere attivo l’apprendimento; • sviluppare competenze.
Presentazione
LE UNITÀ DI APPRENDIMENTO IN NUOVI TR@GUARDI • DISCIPLINE
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Ogni volume del progetto Nuovi Tr@guardi • Discipline è articolato per Unità di Apprendimento che permettono di organizzare gli argomenti in modo unitario (Metodo tessitore) e cronologicamente scandito (Coding della didattica).
SCIENZE Gli argomenti sono proposti in modo da essere il più possibile vicini alla realtà e all’esperienza degli allievi. Oltre a fornire informazioni, il testo si propone di suscitare curiosità scientifica. Dunque i contenuti sono presentati in modo da valorizzare i processi attraverso cui si costruisce il sapere scientifico: l’osservazione, la deduzione, la sperimentazione. Particolare importanza è stata attribuita alla parte iconografica. Le immagini sono altrettanto importanti quanto il testo e strettamente legate a esso, perché il bambino apprende anche attraverso il linguaggio iconico. Ciascuna foto, infatti, è corredata da una didascalia che la spiega esaurientemente.
Come introdurre le Unità di Apprendimento Con questa attività di metacognizione il bambino viene invitato a recuperare le sue conoscenze pregresse, sulle quali saranno poi agganciate le nuove conoscenze sviluppate all’interno dell’unità.
Questa è l’attività di verifica personale. Serve all’allievo per verificare se le sue conoscenze sono aumentate.
È l’attività proposta per l’apprendimento individuale attraverso materiali offerti in questo caso dal libro. Con l’attività di classe capovolta i ragazzi devono imparare a dedurre e a estrapolare autonomamente alcune informazioni che poi utilizzeranno in seguito.
Come introdurre i diversi argomenti Ogni argomento inizia con una riflessione che anticipa a grandi linee i contenuti che saranno sviluppati.
Il testo è ben suddiviso in paragrafi. I titoletti laterali servono per far comprendere meglio al bambino le relazioni tra le parti dell’argomento e per aiutarlo nell’esposizione di ciò che ha appreso.
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Presentazione
Le rubriche I compiti di realtà sono stati proposti sia a pagina intera sia in forma più ridotta all’interno delle pagine di studio, per abituare i bambini a lavorare in situazioni che rappresentino il più fedelmente possibile la realtà che li circonda.
Al termine di ogni argomento vi è una pagina di sintesi di ciò che è stato esposto. La sintesi è espressa per punti e può essere vista come una sorta di “scaletta” che l’alunno userà per esporre, a seconda delle sue capacità, ciò che ha appreso.
Il Pensiero computazionale per lo studio aiuta il bambino ad acquisire un metodo di studio attraverso alcune tappe fondamentali: • comprendere correttamente il testo; • individuare le informazioni principali; • rielaborare e organizzare le conoscenze per esporle chiaramente e sinteticamente.
Due tipologie di video arricchiscono e completano la proposta del Sussidiario di Scienze: • video recitati, nei quali un attore racconta o esemplifica alcuni momenti fondamentali del percorso didattico; • video con tecnica dello “scrollytelling”, nei quali immagini, testi e audio si caricano automaticamente allo scorrere delle schermate, in un formato moderno e attuale.
Il Pensiero computazionale per le mappe serve per mettere a fuoco le informazioni più importanti e completare la Mappa Attiva di sintesi.
Il testo fornisce ampi spunti di Educazione Civica, nelle sue varie sfaccettature.
QUADERNO OPERATIVO La seconda parte del volume è quella operativa. Riprendendo gli argomenti trattati propone all’alunno una serie di attività per: • consolidare le conoscenze e le abilità; • verificare in itinere gli apprendimenti; • acquisire competenze. Al termine di ciascuna unità, una verifica di due pagine, strutturata con domande sul modello Invalsi, serve a controllare le competenze acquisite dagli alunni.
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Presentazione
GLI ELEMENTI DELLA GUIDA
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La Guida Il volume Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia è accompagnato da una Guida per ciascun anno, che contiene: • la presentazione e l’articolazione del progetto didattico del Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica; • la presentazione e la spiegazione delle parti dei volumi che compongono il progetto; • l’analisi dei materiali multimediali a disposizione dell’insegnante e della classe; • le basi metodologiche per insegnare per competenze; • life skills; • indicazioni metodologiche per l’insegnamento della disciplina; • programmazione annuale di classe; • programmazione annuale di Educazione Civica; • attività per l’accoglienza degli alunni; • prove d’ingresso; • definizione del percorso didattico annuale; • schede per la costruzione di UA inerenti ai contenuti presenti nel testo. La Guida intende rispettare il termine di “guida”; vuole essere infatti uno strumento che suggerisce all’insegnante modalità per affrontare e seguire un preciso percorso relativo a una disciplina o a un argomento.
I Percorsi Semplificati Questa Guida contiene anche un inserto dedicato a guidare nello studio quei bambini che presentano alcune difficoltà. Infatti, Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia è stato progettato nelle sue parti perché sia fruibile da tutta la classe. Inclusività significa fare in modo che i bambini lavorino tutti insieme, mettendo in gioco le proprie capacità e specificità, che sono diverse per ciascuno. Ma poiché ci sono situazioni in cui alcuni alunni presentano delle difficoltà nell’apprendimento delle discipline (per esempio i bambini che parlano una lingua diversa dall’italiano) può essere utile disporre di queste pagine i cui contenuti sono gli stessi del libro, ma espressi in modo più semplice. Gli argomenti sono presentati attraverso domande-guida, alle quali fanno seguito le relative risposte. In questo modo, il bambino in difficoltà riesce più facilmente a comprendere i passaggi fondamentali dell’argomento. Le parole chiave che trova al termine di ogni capitolo lo guideranno nell’esposizione orale. I Percorsi Semplificati sono disponibili, a richiesta, anche su volume a parte.
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Presentazione
NUOVI TR@GUARDI • DISCIPLINE L’OFFERTA DIGITALE Il progetto Nuovi Tr@guardi • Discipline comprende anche l’estensione digitale,
Il Libro digitale interattiva e multimediale: il Libro digitale.
Il Libro digitale è il libro di testo digitale, ricco di risorse e strumenti da utilizzare in classe – attraverso la LIM o i device a disposizione – oppure a casa, in modo semplice e autonomo. Pensato per potenziare la didattica, facilitare lo studio e rendere più coinvolgente il lavoro in classe e a casa, il Libro digitale contribuisce anche a sviluppare le competenze digitali degli alunni. Le soluzioni digitali presenti nel Libro digitale sono pensate per essere fruite in modo intuitivo e flessibile da tutti, a seconda delle proprie attitudini e della propria familiarità con la tecnologia. Questa Guida presenta l’utilizzo base del Libro digitale e delle risorse a disposizione di docenti e studenti, ma sono disponibili molti altri strumenti, per un utilizzo avanzato dell’offerta digitale. La versione docente, oltre ai contenuti presenti nella versione studente, raccoglie tutta una serie di materiali scaricabili e stampabili, utilizzabili nei modi che si crederanno più opportuni. Il Libro digitale è uno strumento fondamentale per il docente di oggi, che lo può utilizzare per arricchire e approfondire la lezione in classe o in caso di Didattica Digitale Integrata, ma anche per l’alunno, in quanto incoraggia all’autonomia e alla personalizzazione del percorso di apprendimento. Caratteristica del Libro digitale è quindi la flessibilità; non sarà predefinito ma sempre in progress, il supporto non sarà solo cartaceo ma anche digitale; non si svilupperà solo sul livello testuale ma sarà ricco di immagini, schemi, suoni; non progredirà in maniera lineare ma si svilupperà anche in reti concettuali. Il Libro digitale può essere utilizzato da tutti e, prestando particolare attenzione alla personalizzazione, si rivela uno strumento indispensabile in caso di Didattica Digitale Integrata, ma anche e soprattutto per l’integrazione degli alunni che presentano difficoltà di apprendimento, quelli con BES e DSA, quelli non italofoni e quelli diversamente abili nel tessuto della classe.
Gli strumenti Gli strumenti a disposizione nel Libro digitale
sono raccolti in una barra dedicata. Dalla barra degli strumenti all’interno della piattaforma è possibile non solo accedere alla tradizionale palette di strumenti (matita, evidenziatore, riquadri per inserire note, gomma) ma anche effettuare ritagli di testo, inserire esercizi o file preparati personalmente, aggiungere note, video, collegamenti ipertestuali. Il Libro digitale diviene quindi uno strumento da personalizzare, che può essere declinato a seconda delle necessità e integrato di ulteriori risorse, funzioni e materiali aggiuntivi, in base alle proprie esigenze formative. Un utilissimo tool all’interno del Libro digitale è lo strumento che consente di disegna-
Creare mappe concettuali re mappe concettuali usando forme, colori e brevi etichette di testo. Diventerà così
immediato e intuitivo organizzare in pochi clic le idee o trasformare in semplici schemi dei concetti complessi: le mappe prodotte potranno essere utilizzate durante una lezione, frontale o a distanza, oppure essere sfruttate per facilitare lo studio a casa.
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Sarà sufficiente scegliere il titolo della mappa, disegnarla e salvala. Comparirà tra le risorse personali e potrà essere aggiunta a qualsiasi pagina del Libro digitale semplicemente trascinandola sulla pagina; per un utilizzo ancora più personalizzato, la mappa prodotta potrà anche essere esportata come immagine. La necessità di fornire strumenti che sempre più riducessero le difficoltà date da una
L’importanza di Classroom didattica digitale ha fatto sì che nascesse l’idea di Classroom, uno spazio di con-
divisione tra insegnanti e studenti. In questa aula virtuale l’insegnante può assegnare i compiti alla propria classe e controllarne i risultati, condividere con i propri studenti le risorse e creare percorsi personalizzati. L’alunno può fare i compiti da qualsiasi dispositivo e controllare il proprio andamento. E grazie alla presenza di una “bacheca”, insegnante e studenti avranno sempre la possibilità di comunicare, in uno spazio protetto e sicuro. Classroom può essere utilizzato sia nella piattaforma di uso del Libro digitale sia in Google Classroom, aumentando così notevolmente la facilità di uso da parte di tutti.
Il libro Il Libro digitale ha una particolare attenzione per l’accessibilità. liquido Cliccando sull’icona Cambia vista in alto a destra, è possibile passare alla versione accessibile del Libro digitale, conosciuta anche con il nome di libro liquido. In essa, per consentire una lettura fluida e facilitata, è possibile: • visualizzare quali risorse (audio, video, pdf allegati) sono presenti nella pagina; • ascoltare il testo, scegliendo anche la velocità di lettura; • cercare specifiche parole contenute nel testo; • personalizzare l’aspetto grafico del testo selezionando: - il tipo di carattere, tra cui l’Easy Reading, - le dimensioni del carattere, con la possibilità di ingrandirlo o rimpicciolirlo, - la visualizzazione del testo, che può essere trasformato tutto in maiuscolo, - il colore di fondo della pagina.
ELI LINK ELI LINK è un’applicazione gratuita scaricabile dagli store digitali sul proprio
smartphone o tablet. Grazie a ELI LINK la realtà che vediamo sotto i nostri occhi si arricchisce degli elementi multimediali del corso, attivabili direttamente da smartphone o da tablet. Dopo aver scaricato l’applicazione, è possibile inquadrare la pagina del proprio volume cartaceo e accedere subito ai contenuti digitali collegati. ELI LINK è uno strumento pensato per aumentare la produttività nel lavoro in classe o a casa e risparmiare tempo, oltre che per mantenere viva l’attenzione degli studenti e coinvolgerli maggiormente grazie all’ausilio della tecnologia: tutti i contenuti multimediali del corso sono sempre a disposizione con un semplice click dal proprio supporto mobile.
Il Grande Gioco Nell’ottica della didattica partecipata, i temi più sensibili legati all’Educazione Civica e dell’Educazione all’Agenda 2030 saranno oggetto del divertente gioco EDU QUIZ presente all’interCivica no del Libro digitale da proporre al gruppo classe. Villa Il Libro digitale di Nuovi Tr@guardi • Discipline contiene anche Villa Saperi, un Saperi ambiente di apprendimento interattivo, un parco giochi tematico in cui tutto può essere
sperimentato sotto forma di gioco e attività. Per l’insegnante è un valido strumento multimediale per la verifica delle competenze dei propri alunni. Realizzato in grafica cartoon e con le più moderne tecnologie informatiche, Villa Saperi offre tanti oggetti digitali didattici, esperimenti e giochi di storia, geografia, matematica, scienze e tecnologia, ciascuno sviluppato in un preciso ambiente tematico che compone la villa. Dal parco alla bio-area, Villa Saperi offre un tour educativo ricco di esperienze, divertimenti e conoscenze.
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Presentazione
INSEGNARE PER COMPETENZE
La competenza: La società in cui viviamo è sempre più complessa e interessata da rapidi e imuna necessità prevedibili cambiamenti nella cultura, nella scienza e nella tecnologia. Per vivere e operare in qualsiasi campo è necessario possedere non solo conoscenze teoriche e abilità tecniche, ma soprattutto: • atteggiamenti di apertura verso le novità; • disponibilità: – all’apprendimento continuo; – all’assunzione di iniziative autonome; – alla responsabilità; – alla flessibilità. La scuola deve quindi fare in modo che gli alunni sviluppino competenze, intese come “combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti appropriati al contesto” in cui operano. La competenza è trasversale, transdisciplinare. Le competenze specifiche di ciascuna disciplina si amalgamano, si integrano, e entrano a far parte di un bagaglio che aiuta a “imparare a imparare”, a “saper ragionare”, a “saper argomentare”. La competenza è una modalità di approccio alla realtà per cui ciascuno di noi, di fronte a situazioni e problemi, mette in gioco ciò che sa e ciò che sa fare, ciò che lo appassiona e ciò che vuole realizzare. È ovvio, dunque, che possedere una competenza significa aver acquisito un apprendimento o, meglio, una modalità di apprendimento che sia significativa ed esportabile in diversi contesti.
Che cosa vuol Quando si impara a guidare, le prime lezioni vengono fatte in luoghi poco fredire essere quentati, per evitare situazioni difficili, e i gesti vengono ripetuti a lungo, semcompetenti pre nello stesso modo, per riuscire a imparare bene la tecnica di guida.
Ma questo non basta: per poter ottenere la patente occorre essere veramente competenti nella guida. Non bastano le conoscenze (sapere come è fatta un’automobile e che cosa indicano i segnali stradali), non bastano le abilità (saper mettere in moto e far muovere un’automobile): occorrono le competenze. Occorre cioè essere in grado di affrontare situazioni nuove e inaspettate: occorre saper reagire a un problema improvviso (un animale che attraversa improvvisamente la strada, per esempio) e affrontare situazioni differenti (la neve, la nebbia, la pioggia…). Proprio come chi si accinge a prendere la patente di guida, anche i nostri alunni devono riuscire a conquistare la loro “patente” per la scuola e per la vita. Devono cioè essere in grado di saper applicare in ogni contesto e in situazioni differenti tutte le conoscenze e le abilità imparate in classe.
Conoscenze, Le parole conoscenze, abilità, competenze sono entrate da anni nel lessico di abilità, ogni insegnante. competenze Cominciano a comparire nei documenti ufficiali verso la fine del secolo scorso (circa vent’anni fa) e da allora sono diventate i cardini su cui sono stati costruiti i curricoli di insegnamento di migliaia di docenti. In modo particolare negli ultimi anni i docenti hanno compreso che l’istruzione non può essere solo “scolastica”, cioè non deve servire solo ad affrontare e risolvere i problemi che si possono affrontare in classe, ma deve allargarsi alla comprensione del mondo intero e all’agire in contesti diversi.
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Presentazione
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Ogni nozione che viene appresa a scuola è utile solo se, attraverso di essa, si possono consolidare modi di rapportarsi con la realtà per capirla, per modificarla e per “viverla”. Certamente la Scuola Primaria ha il fondamentale compito di insegnare agli allievi conoscenze e abilità (le informazioni basilari, la lettura, il calcolo), ma, soprattutto, deve dare ai bambini la possibilità di utilizzare quanto appreso in contesti nuovi e fornire loro gli strumenti affinché siano capaci di farlo. Ecco dunque la necessità di una didattica che miri anche all’acquisizione di competenze per formare ragazzi che siano in grado non solo di sapere e saper fare, ma anche di imparare a imparare, saper ragionare, fare ipotesi, argomentare…
Uno stile Attivare strategie di insegnamento per competenze vuol dire adottare uno stidi insegnamento le di insegnamento che non si limita a trasmettere nozioni, date, formule e e di apprendimento definizioni da imparare a memoria; vuol dire invece intraprendere una nuova rotta, vuol dire fare scuola per consentire agli alunni di imparare in modo: • significativo, facendo sì che per gli studenti apprendere abbia un significato, una valenza; • autonomo, mettendo gli alunni in grado di costruire il sapere utilizzando le conoscenze pregresse e le abilità raggiunte; • responsabile, cioè con la consapevolezza che apprendere è sì un diritto, ma anche un dovere che consente un continuo miglioramento della persona e della società in cui si dovrà vivere da adulti; • curioso, cioè facendo assaporare il piacere della scoperta.
Una nuova Il concetto di competenza si è definizione via via arricchito fino a comprendi competenza dere anche le “abilità trasversali”,
Creatività
Relazioni efficaci
Gestione delle emozioni
Empatia
Prendere buone decisioni
Senso critico
ss lo stre ne del Gestio
Problem solv ing
cioè le cosiddette life skills, che sono estremamente “immateriali” e che appartengono più al patrimonio personale che alle conoscenze e alle abilità. La competenza diventa dunque una sorta di integrazione di conoscenze (sapere), abilità (saper fare), capacità metacognitive e metodologiche (sapere come fare, trasferire, generalizzare, acquisire e organizzare informazioni, risolvere problemi), capacità personali e sociali (collaborare, relazionarsi, assumere iniziative, affrontare e gestire situazioni nuove e complesse, assumere responsabilità personali e sociali).
Consapevolezza di sé
Comunicazione efficace
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LE LIFE SKILLS
CAPACITÀ DI RISOLVERE PROBLEMI (PROBLEM SOLVING) Life skills: le abilità di vita Competenza che permette di affrontare in modo costruttivo i diversi problemi
trovando soluzioni anche non standardizzate.
“Favorire la soluzione dei problemi” deve sostituire “fornire la soluzione dei problemi”. Meglio proporre un’attività in meno, ma trovare il tempo per invitare gli alunni ad analizzare le situazioni, a interpretarle secondo il loro punto di vista, a trovare strategie risolutive da confrontare con gli altri. E NELLA CLASSE?
CREATIVITÀ
Competenza che aiuta ad affrontare in modo versatile tutte le situazioni della vita quotidiana; contribuisce sia alla capacità di prendere decisioni sia alla capacità di risolvere problemi, permettendo di esplorare le alternative possibili e le conseguenze delle diverse opzioni. E NELLA CLASSE? Tutti sappiamo quanto sanno o possono essere creativi i bambini… a volte anche troppo. In ogni attività è bene lasciare spazio alla loro creatività, per portarli a riflettere sulla opportunità delle loro scelte, sull’aderenza delle stesse alla realtà, sulla percorribilità del percorso scelto.
CAPACITÀ DI PRENDERE DECISIONI
Competenza che aiuta ad affrontare in modo costruttivo le decisioni nelle diverse situazioni e nei vari contesti di vita. La capacità di elaborare in modo attivo il processo decisionale può avere implicazioni positive attraverso una valutazione delle diverse opzioni e delle conseguenze che esse implicano. Prendere decisioni valutando pro e contro non è semplice per un adulto... a maggior ragione per un bambino! Ma la capacità di imparare a valutare le situazioni per giungere a una soluzione che si ritiene positiva si può acquisire. I compiti autentici, i compiti di realtà, possono essere un valido strumento. Messo di fronte a una situazione concreta, in cui si deve pensare e attuare un procedimento operativo conveniente, il bambino si misura con la necessità di prendere decisioni per giungere alla soluzione, mettendo in atto non solo conoscenze e abilità pratiche, ma anche competenze. E NELLA CLASSE?
AUTOCOSCIENZA
Autoconsapevolezza o conoscenza di sé, del proprio carattere, dei propri punti forti e deboli, dei propri desideri e bisogni. Abilità di comprensione dello stress. Prerequisito indispensabile per una comunicazione efficace, per relazioni interpersonali positive e per la comprensione empatica degli altri. E NELLA CLASSE? È necessario valorizzare l’operato degli alunni “più deboli” e ridimensionate l’operato di quelli “troppo sicuri di sé”. Questi interventi sono utili per favorire un ambiente di apprendimento che lasci spazio a tutti e soprattutto permetta di “non perdere per strada” a chi pensa “non ce la farò mai”. Saper comunicare le proprie difficoltà, richiedere aiuto quando è necessario e sapere che in ogni caso si avrà come risposta un atteggiamento accogliente permette a tutti di non “gettare la spugna” e di avere fiducia nella possibilità di ottenere risultati positivi.
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SENSO CRITICO
Abilità nell’analizzare informazioni ed esperienze in modo oggettivo, valutandone vantaggi e svantaggi, al fine di arrivare a una decisione più consapevole. Il senso critico può contribuire a riconoscere e valutare i diversi fattori che influenzano gli atteggiamenti e il comportamento, quali ad esempio le pressioni dei coetanei e l’influenza dei mass media. Il senso critico non è importante solo per valutare il proprio operato. In un’età così delicata, in cui il giudizio degli altri può “far male”, è veramente importante abituare gli alunni a imparare a mantenere un certo distacco da ciò che accade. Il senso critico si sviluppa anche nell’approccio alle varie discipline. Se si lascia spazio all’apprendere, inteso come ricerca continua che deve essere verificata, gli alunni si abitueranno a esprimere una propria opinione, a non incamerare il sapere come un liquido che riempie un vaso informe, ma faranno assumere a quel liquido la forma del vaso che sono loro stessi. E NELLA CLASSE?
CAPACITÀ DI RELAZIONARSI CON GLI ALTRI
Abilità di interagire e relazionarsi con gli altri in modo positivo, sapendo creare e mantenere relazioni significative, fondamentali per il benessere psico-sociale, sia in ambito amicale sia familiare. Tale competenza permette anche la possibilità di interrompere le relazioni, quando necessario, in modo costruttivo. EMPATIA
Capacità di comprendere gli altri, di “mettersi nei loro panni”, anche in situazioni non familiari. Abilità di migliorare le relazioni sociali, l’accettazione e la comprensione degli altri. GESTIONE DELLE EMOZIONI
Capacità di riconoscere le emozioni in se stessi e negli altri. Abilità di provare emozioni intense, come rabbia e dolore. Consapevolezza di come le emozioni influenzano il comportamento e capacità di gestione delle stesse. GESTIONE DELLO STRESS
Competenza nel riconoscere le cause di tensione e di stress della vita quotidiana e nel controllarle, tramite cambiamenti nell’ambiente o nello stile di vita. Capacità di rilassarsi e gestire le tensioni. COMUNICAZIONE EFFICACE
Sapersi esprimere, sia verbalmente sia non verbalmente, in modo efficace e congruo alla propria cultura, in ogni situazione particolare. Capacità di esprimere opinioni e desideri, ma anche bisogni e sentimenti; essere in grado di ascoltare in modo accurato, comprendendo l’altro. Significa, inoltre, essere capaci di chiedere aiuto, quando necessario. Le dinamiche interpersonali tra gli alunni sono fondamentali per creare un ambiente emotivo che favorisca l’apprendimento e, soprattutto, la gioia e il piacere di apprendere. Il lavoro di gruppo o la condivisione di lavori individuali permettono agli alunni di interagire e rafforzano le conoscenze e le abilità acquisite. Lavorare in gruppo non è facile, non è sempre gratificante, ma è sempre più richiesto dalla società contemporanea e dal nuovo mondo del lavoro. Occorre imparare a gestire una capacità di adattamento che non deve essere passiva o frustrante, ma positiva nella relazione con gli altri. E NELLA CLASSE?
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LE PAROLE DELLA DIDATTICA L’insegnamento per essere efficace deve essere motivante e coinvolgente. Deve dunque rendere gli alunni consapevoli delle proprie capacità e pronti a modellare diverse strategie rispondenti alle richieste dell’insegnante, ma soprattutto al loro modo di apprendere e riutilizzare le conoscenze pregresse. Anche la didattica deve trovare nuovi modelli di insegnamento/apprendimento. Nei volumi del corso Nuovi Tr@guardi • Discipline sono proposti stimoli o esercitazioni che fanno riferimento alle nuove “parole della didattica”.
Didattica È il momento della partecipazione collettiva alla costruzione del sapere partecipata comune. È la partenza, la “presa di coscienza” che si imparerà qualcosa di e attiva nuovo, tutti insieme.
Nessuno parte dal nulla e dunque offriamo ai bambini l’opportunità di “tirar fuori” ciò che già sicuramente sanno su un argomento. Non si sentiranno spersi, avranno la soddisfazione di verificare che il loro bagaglio culturale pregresso serve, anzi, è indispensabile per costruire nuovi saperi. È il momento che nella cultura anglosassone si definisce “brainstorming” o “circle time” e serve a “mettere sul piatto” ciò che ciascuno possiede e che tutti insieme possediamo. È un momento di grande inclusività sia per i bambini in difficoltà sia per i bambini che hanno “una marcia in più” a patto che si osservi l’unica regola valida: il rispetto degli altri e delle altrui conoscenze.
Metacognizione La metacognizione è la consapevolezza e il controllo dei propri proces-
si cognitivi. È la riflessione su cosa e come stiamo imparando e su quali sono le motivazioni che ci spingono a imparare quella determinata nozione. Si attua attraverso la selezione, l’organizzazione, la rielaborazione delle informazioni pregresse apprese. Come? Insegnando ai bambini a chiedersi: che cosa so già su questo argomento? Se ciò che sto apprendendo è un problema, come ho risolto un problema simile in altre situazioni? L’insegnante può chiedere agli alunni: perché pensi che il compito sia difficile? Perché hai rinunciato a farlo? Perché hai fatto proprio così? Sei sicuro di non sapere proprio nulla su questo argomento? Questo argomento non riporta nella tua mente qualcosa che già conosci? Dai, parti da lì! Queste riflessioni possono aiutare il bambino a mettere in gioco delle strategie, ad acquisire fiducia in sé e avere un atteggiamento più sereno di fronte a novità e difficoltà. Soprattutto i bambini in difficoltà imparano a “capire che cosa non capiscono”, senza avere la sensazione di “non capire nulla”. Imparano che tutti abbiamo un punto di partenza, che può essere il nostro trampolino di lancio.
Pensiero Il pensiero computazionale è l’insieme dei percorsi mentali che porcomputazionale tano alla visione e alla soluzione di un problema. Il problema non è inteso solo
in senso matematico, ma è qualsiasi situazione presenti la necessità di una soluzione. Il pensiero computazionale, dunque, agevola il susseguirsi di procedure da attuare per giungere a un obiettivo. Nel caso degli obiettivi scolastici non è solo la strada da seguire per risolvere il problema, ma è il raggiungimento della
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consapevolezza delle diverse tappe. Il pensiero computazionale è un processo logico-creativo che abitua a pensare in modo non ripetitivo.
Coding Coding è un termine inglese che si può tradurre con la parola programma-
zione: indica un processo che serve a dare sistematicità al lavoro. Con il coding gli alunni sviluppano il pensiero computazionale e la capacità di risolvere situazioni di diversa complessità. È la conoscenza trasmessa tra pari.
Peer Teaching, Si basa sulla comunicazione paritaria e dunque accettata dal gruppo, in una Peer Learning e Cooperative condizione di non soggezione o gerarchia. Learning Questi momenti didattici migliorano l’autostima, mettono alla prova tutti e migliorano le abilità relazionali e di comunicazione. Sono momenti altamente inclusivi perché nel piccolo gruppo è più facile aiutare chi è in difficoltà ed è altresì più facile accettare l’aiuto. Dal lavoro in piccoli gruppi si manifesta che ciascuno “è bravo in qualcosa” e che ciascuno “può imparare qualcosa”. Questi momenti non annullano per nulla il ruolo dell’insegnante, anzi… l’insegnante diventa mediatore, facilitatore dell’interazione tra gli alunni.
Tinkering Il Tinkering (letteralmente “armeggiare”) è una situazione di apprendi-
mento “informale”, stimola l’attitudine alla soluzione dei problemi coniugando competenze, abilità pratiche e creatività. Il Tinkering incoraggia a sperimentare e nello stesso tempo a tener presente le regole e le procedure. Le attività vengono proposte in forma di gioco e di sfida con se stessi per arrivare a ottenere un prodotto che si può vedere, toccare e mostrare. Il Tinkering abitua a realizzare oggetti e manufatti seguendo procedure e tappe. Che cos’è l’apprendimento se non una procedura per tappe per giungere al sapere? Dunque, l’attuazione della metodologia del Tinkering è la costruzione di una forma mentale che insegna a procedere per tappe, cioè per “piccoli passi”.
STEAM Lo STEAM (scienza, tecnologia, ingegneria, arte, matematica) è un
metodo di apprendimento interdisciplinare che porta gli alunni a riflettere, a rielaborare le proprie conoscenze e le proprie abilità per il raggiungimento di un obiettivo anche pratico. Lo STEAM è un utile strumento per scoprire come le conoscenze si possono integrare, si possono coniugare, si possono assimilare in funzione di un unico traguardo.
Classe capovolta Il metodo della classe capovolta o flipped classroom prevede l’inversione dei due momenti educativi classici dell’insegnamento, lezione frontale del docente e studio individuale a casa dell’alunno. Tale inversione prevede che l’insegnante condivida con gli alunni del materiale in sostituzione della tradizionale lezione frontale, costituito da video, mappe, infografiche… che l’alunno guarderà o consulterà a casa, seguendo peraltro i suoi personalissimi ritmi, e che poi condividerà con l’insegnante e con la classe. Sarà l’occasione per sottoporre eventuali dubbi, chiedere chiarimenti, risolvere quesiti che dovessero nascere, verificare ipotesi fatte, soddisfare curiosità. Per l’insegnante sarà l’occasione per far svolgere attività di tipo più prettamente laboratoriale, lavori di gruppo, compiti autentici.
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UNITÀ DI APPRENDIMENTO: la base della programmazione per competenze
Le Nuove Le Nuove Indicazioni Nazionali per il Curricolo hanno recepito le competenze Indicazioni chiave per l’apprendimento del Consiglio Europeo, come riferimento per gli Nazionali obiettivi della formazione di base e l’elaborazione del profilo formativo a conclusione del primo grado di Istruzione. In quest’ottica definiscono e suggeriscono un cambio di prospettiva nel rapporto insegnamento/apprendimento, cambio reso possibile da un’organizzazione del percorso didattico per Unità di Apprendimento. “Le Unità di Apprendimento partono da obiettivi formativi adatti e significativi per i singoli alunni, definiti con i relativi standard di apprendimento, si sviluppano mediante appositi percorsi di metodo e di contenuto e valutano, alla fine, sia il livello delle conoscenze e delle abilità acquisite, sia se e quanto esse abbiano maturato le competenze personali di ciascun alunno (art. 8 del Dpr 275/99)”.
Una nuova La didattica per competenze si basa su una progettazione articolata in Unità didattica di Apprendimento che diventano le strutture di base dell’azione formativa
dell’insegnante, ne definiscono i traguardi, i criteri di valutazione, le metodologie, le risorse da reperire o utilizzare e anche i tempi di realizzazione.
La differenza tra UDA (Unità Didattica di Apprendimento) e UA (Unità di Apprendimento)
L’UDA è strutturata per promuovere l’acquisizione di conoscenze e abilità. Le parti che compongono l’UDA sono una “serie” di argomenti/apprendimenti con una marcata funzione informativa L’UA ha una funzione formativa, prima ancora che didattica; le UA devono essere occasioni di apprendimento. L’attenzione si sposta dalle esigenze dell’insegnamento a quelle dell’apprendimento, cioè dalla programmazione del lavoro del docente, all’evolversi concreto di situazioni di apprendimento da parte della classe e dei singoli alunni.
Unità L’Unità di Apprendimento diventa un’occasione didattica significativa per gli di Apprendimento alunni, che tiene conto dell’unitarietà del sapere e si configura come indirizzo
metodologico che tende alla formazione integrale della persona, sviluppando competenze non solo disciplinari, ma trasversali. La didattica per UA è laboratoriale, è attiva, pone l’allievo al centro del percorso formativo richiedendo la sua partecipazione sia in modo individuale, sia in gruppo e, soprattutto, favorisce una continua attenzione ai processi di apprendimento. Le modalità di espletamento di un percorso per UA prevedono alcuni momenti in cui le attività sono svolte in modo autonomo dagli alunni. L’insegnante avrà un ruolo di supporto, di mediazione, dovrà farsi un po’ da parte per permettere a tutti di essere artefici del loro sapere e di sperimentarsi in approcci diversi e anche personali. Per questo la programmazione delle UA deve essere flessibile, duttile e permettere di riadattare il percorso in itinere, valutando e considerando le risposte degli alunni, le opportunità di ampliamento interdisciplinare o approfondimento disciplinare. La costruzione delle conoscenze diventa perciò personale e non indotta e permette di parlare davvero di personalizzazione dell’apprendimento. L’UA privilegia le modalità di apprendimento rispetto ai contenuti; focalizza la
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sua struttura sul raggiungimento di una competenza chiave di primaria importanza: “Imparare a Imparare”. Per questo l’ottica in cui deve essere intesa è fondamentalmente metacognitiva.
Quali sono Le UA consentono di rendere significativo l’apprendimento perché diventa: i vantaggi? • attivo: gli alunni devono mettere in atto il problem solving, quindi mi-
surarsi con se stessi e con gli altri per trovare percorsi per la soluzione di un problema (anche imparare ad acquisire conoscenze per il bambino può essere un problema che può avere molteplici processi e portare a soluzioni differenti); • costruttivo: gli alunni devono lavorare con il metodo “hands on”, cioè mettere le mani in pasta e cimentarsi praticamente, concretamente e dunque consapevolmente con l’apprendimento di un contenuto; • cooperativo: le UA prevedono molti momenti di lavoro in coppia o in gruppo e ciò mette in azione le life skills, così importanti per un percorso che porti all’acquisizione di competenze anche sul versante sociale e relazionale; • autentico: la somministrazione di compiti di realtà permette di vedere la realtà intorno a noi come fonte privilegiata di esercizio di competenze; • intenzionale: le UA permettono di “entrare” nell’argomento, dunque di lavorare con una motivazione e vedere che si può dare un senso all’apprendimento. Gli alunni assaporeranno il gusto di apprendere. L’apprendimento non sarà più qualcosa di “altro da loro”, non sarà più qualcosa che “fa solo entrare” conoscenze che poi usciranno senza elaborazione personale. L’apprendimento diventerà una sfida, una conquista: se si “impara a imparare” si imparerà per tutta la vita. L’Unità di Apprendimento ha come fine l’acquisizione di “un intero apprendi-
Perché costruire mento”, impostato in parti che siano organiche e collegate tra loro e che non le UA sottendano un unico legame disciplinare, interdisciplinare, metacognitivo…
La costruzione di una UA deve essere “disponibile” a un cambiamento per adattarsi concretamente alle esigenze di apprendimento degli alunni in funzione di un obiettivo formativo. Che cosa significa? L’insegnante deve avere come barra di direzione l’acquisizione di competenze. Siccome questo traguardo non può prescindere dalle capacità e dalle abilità degli alunni, ne deriva che ciò che può essere modificato in itinere è l’obiettivo strettamente didattico. Attraverso le UA l’allievo trasforma le sue abilità in competenze non solo per mezzo dei contenuti, ma soprattutto attraverso una ”esperienza” di apprendimento, cioè il modo in cui si avvicina, affronta, interiorizza questi contenuti. L’apprendimento non è più solamente “acquisizione”, ma diventa “trasformazione” continua. Una sorta di procedimento a spirale verso l’unitarietà del sapere che permette di coniugare tutte le sfaccettature di un argomento per allargare le modalità di approccio allo stesso. Se vediamo la programmazione in questa ottica riusciamo a mantenere intatto l’argomento e i nostri obiettivi di conoscenza, e a far leva su motivazioni, interessi, attitudini personali, bisogni. L’UA permette di articolare un apprendimento in differenti obiettivi formativi che rispondono ai bisogni e alle modalità di apprendimento di ciascuno, senza perdere di vista l’interezza dell’argomento.
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Come procedere Ciascun insegnante può trovare una modalità personale per la costruzione di per costruire un’UA, perché conosce il livello di conoscenze e abilità degli alunni, sceglie le un’UA competenze che vuole raggiungere, ha presente i bisogni, gli interessi, le modalità di lavoro cooperativo che può proporre. Perciò, in questa Guida proporremo e forniremo linee guida per lavorare attraverso UA.
È nella natura stessa dell’UA la flessibilità e la duttilità, per cui le linee guida saranno modulate secondo la realtà specifica di ciascun gruppo classe. La declinazione tipica della costruzione di un UA è la seguente: • fase preattiva o ideativa; • fase attiva; • fase postattiva.
Fase preattiva o ideativa
È il momento dell’ideazione, del progetto, per favorire l’apprendimento da parte degli alunni (singolarmente o in gruppo). Per procedere occorre aver presente le situazioni reali degli alunni e prevedere un successivo adattamento per i cambiamenti che si potrebbero determinare. Questo momento deve avere come punto di partenza le modalità per “dare il via” alla nuova attività. La programmazione di un’UA viene definita “a bassa definizione” proprio per sottolineare il carattere fluido del concetto di programmazione.
Fase attiva Una volta fissati l’argomento e le competenze si deve passare alla fase attiva, cioè dello sviluppo, che non può comunque prescindere dalla didattica. Durante questa fase occorre comunque aver presente che: • gli alunni dovranno acquisire conoscenze e abilità; • il percorso che stanno intraprendendo deve avere un senso per loro. Così si approprieranno non solo di contenuti, ma soprattutto di metodo. La didattica delle UA non può mai essere meramente prescrittiva: occorre disponibilità a dare spazio alla libertà di improvvisazione, creatività e intuizione. Occorre anche saper cogliere i feedback che gli alunni inviano per rimodulare nuovi percorsi.
Fase Come ogni attività, anche l’UA deve dare risultati. postattiva Il momento della fase postattiva e quello dell’accertamento e della docu-
mentazione degli esiti del processo di apprendimento. Nelle UA non si accerta solamente il livello di conoscenze e abilità, ma si prende in considerazione l’intero apprendimento, di conseguenza anche le modalità messe in atto dai ragazzi, il grado di interesse e partecipazione, la capacità di operare sia individualmente sia tra pari in modo da contribuire ad una crescita collettiva. Sicuramente la valutazione in una didattica per UA non è semplice. Occorre valutare il raggiungimento sia delle abilità e delle conoscenze, sia quello delle competenze tenendo conto che sono aspetti complementari nel processo di apprendimento.
Programmare Come è già stato detto, una programmazione per UA deve essere flessibile, per UA duttile, adattabile. Quando parliamo di flessibilità non ci riferiamo agli argomenti portanti dei contenuti, che devono essere chiaramente impostati per dare linearità, continuità e progressività. I contenuti essenziali saranno esplicitati e, in un certo modo, calendarizzati lungo il corso dell’anno. L’UA non è improvvisazione, ma deve basarsi su una ben precisa unitarietà e identità. In altre parole, per esempio, non è possibile passare dall’argomento
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“Sumeri” all’argomento “Romani” a meno che questo “salto” non rientri in uno specifico lavoro che lo giustifichi (le costruzioni? Il fiume?). Lo schema di un’UA sarà molto snello alla sua partenza, e si arricchirà nel corso del suo svolgimento. Una volta entrati in quest’ottica di lavoro si potrà gustare la possibilità di realizzare un insegnamento realmente efficace.
Le UA presenti in questa Guida
STRUTTURA DELLE UA
Nella Guida sono inseriti percorsi specifici per accompagnare l’insegnante nell’introduzione e nella spiegazione di ciascuna UA contenuta nel testo. Per ciascuna UA l’insegnante troverà: • lo schema di progettazione dell’UA già compilato che definisce le competenze, le conoscenze e gli strumenti di verifica che afferiscono a ciascuna unità; • l’indicazione degli strumenti utili per verificare; • una parte introduttiva: l’argomento che tratteremo. Viene delineato il percorso dell’unità e vengono fornite informazioni aggiuntive per approfondire e chiarire quanto illustrato nel testo; • suggerimenti per introdurre l’argomento; • esempi di didattica partecipata. Sono un mezzo per coinvolgere gli allievi nella costruzione del loro sapere, abituandoli a osservare, dedurre, ragionare, argomentare; • schede per le attività di didattica partecipata; • diverse schede per i collegamenti interdisciplinari; • indicazioni per la realizzazione di compiti di realtà e attività di classe capovolta. Lo schema su cui si è basata la programmazione di ciascuna UA è inserito nella pagina successiva.
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SCHEMA PER LA PROGETTAZIONE DELL’UA UNITÀ DI APPRENDIMENTO
• Prodotto finale atteso OBIETTIVI FORMATIVI COMPETENZE • Competenze di Educazione Civica: • Competenze chiave (europee): • Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari): OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere)
Abilità (saper fare)
Contenuti Prerequisiti Attività e metodologia INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Compito di realtà Verifica e valutazione Strumenti Tempi Destinatari
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Nuclei tematici
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L’INSEGNAMENTO DELLE SCIENZE
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L’importanza Nella Scuola Primaria da anni l’educazione scientifica sta acquistando sempre delle scienze maggiore rilevanza. È emerso con chiarezza come sia fondamentale: • stimolare e sviluppare negli allievi la capacità di osservare la realtà per comprendere i meccanismi che la regolano; • favorire l’acquisizione di strutture cognitive adatte a indagare, comprendere, strutturare l’apprendimento.
Un differente modo di “pensare” la realtà
Insegnare scienze, infatti, significa favorire l’attitudine a “pensare” i fatti che ci circondano. È un approccio verso la realtà e le sue manifestazioni che non si limita all’osservazione e alla registrazione degli eventi, ma che sviluppa un modo di pensare, un’attenzione particolare per acquisire un pensiero scientifico, cioè una differente modalità di analizzare, affrontare e risolvere i problemi.
I bambini: Si può affermare che i bambini sono “per natura” degli scienziati. Fin da neonascienziati fin ti apprendono e conoscono il mondo attraverso la sperimentazione: osserdalla nascita vano, toccano, valutano i propri errori, per ricominciare tenendone conto. Crescendo, i bambini non perdono questa capacità: osservano gli animali, le piante, raccolgono conchiglie e sassi, li classificano, li catalogano… In questo modo, “facendo”, costruiscono il proprio sapere che rimarrà una capacità “di vita”, un modo di fare e di imparare che durerà per sempre.
Il compito La Scuola Primaria ha perciò il compito di sviluppare questa loro innata capacidella Scuola tà e volontà scientifica di approccio alla realtà. Anche le Indicazioni Nazionali Primaria mettono l’accento sulla necessità di interazione tra gli alunni e gli oggetti di studio, proponendo come percorso metodologico esperienze concrete, sperimentazioni, discussione e confronto. INDICAZIONI NAZIONALI
“L’osservazione dei fatti e lo spirito di ricerca dovrebbero caratterizzare anche un efficace insegnamento delle scienze e dovrebbero essere attuati attraverso un coinvolgimento diretto degli alunni incoraggiandoli, senza un ordine temporale rigido e senza forzare alcuna fase, a porre domande sui fenomeni e le cose, a progettare esperimenti/esplorazioni seguendo ipotesi di lavoro e a costruire i loro modelli interpretativi”.
Competenze La ricerca e la sperimentazione non solo forniscono agli allievi conoscenze e “di vita” costruiscono l’acquisizione di competenze nell’ambito scientifico, ma sviluppano anche capacità utili e fondamentali per la vita. INDICAZIONI NAZIONALI
“La ricerca sperimentale, individuale e di gruppo, rafforza nei ragazzi la fiducia nelle proprie capacità di pensiero, la disponibilità a dare e ricevere aiuto, l’imparare dagli errori propri e altrui, l’apertura a opinioni diverse e la capacità di argomentare le proprie”.
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COME SI INSEGNANO LE SCIENZE
IL RUOLO DELL’INSEGNANTE Chi ci ha preceduto Per costruire un vero apprendimento scientifico è necessaria la sperimentazione
e l’indagine diretta del bambino; è altrettanto vero, però, che la conoscenza è estremamente vasta e non sempre è necessario (né sarebbe possibile) che gli allievi scoprano da soli le leggi che regolano l’Universo. Altri prima di noi lo hanno fatto in anni di studio giungendo a compiere scoperte che sono preziose per tutta l’umanità.
Studiare e Perciò l’insegnante ha anche il compito di far conoscere agli allievi ciò che non “fare” scienze possono scoprire da soli, ricordando però la necessità di un insegnamento attivo e partecipato. L’insegnante deve non solo “spiegare”, ma soprattutto incoraggiare la propensione dei bambini a provare e a sperimentare.
La costruzione del sapere attraverso l’azione
Attraverso la manipolazione, il bambino impara molto e, soprattutto, impara in modo duraturo ed efficace, perché ciò che scopre è frutto dell’esperienza diretta e le osservazioni fatte concretamente non saranno dimenticate facilmente. Ma, anche se lo fossero, il metodo imparato rimarrà comunque un patrimonio inestimabile del bambino, che gli permetterà di recuperare il suo sapere e intraprendere nuove strade. Nel processo di apprendimento le conoscenze possono essere acquisite: • per ricezione: l’informazione viene acquisita attraverso lezioni frontali e/o studio sui libri; • per scoperta personale: l’alunno individua attraverso l’osservazione e la sperimentazione, in modo attivo, le informazioni e le regole generali. È evidente che nella Scuola Primaria saranno necessari entrambi i metodi, ma è altrettanto evidente che il metodo della scoperta personale favorisce un apprendimento maggiormente duraturo.
Il compito L’insegnante ha l’importante compito di: favorire l’acquisizione di conoscenze attraverso la ricerca-azione-scoperta; dell’insegnante •
• costruire un ambiente cognitivo stimolante utilizzando anche una didattica laboratoriale.
Un ruolo È un compito difficile quello che viene richiesto all’insegnante che deve insegnacomplesso, ma re scienze, ma anche un compito fondamentale, perché sviluppare capacità fondamentale scientifiche negli allievi è la sfida necessaria per costruire cittadini consapevoli.
È necessario, dunque, che l’insegnante talvolta “si metta da parte”, lasciando il ruolo di attori agli alunni stessi. Il suo compito sarà poi quello di raccogliere le ipotesi, le osservazioni, le deduzioni, incoraggiando ciascuno a porsi domande e a cercare risposte, collaborando con gli altri.
LE TAPPE DEL METODO SCIENTIFICO Imparare Osservazione del fenomeno. facendo: come • uno scienziato • Descrizione del fenomeno.
• Analisi. • Problematizzazione. • Formulazione di ipotesi. • Controllo delle ipotesi. • Confronto con le idee degli altri e verifica.
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Nuovi
i d r a u g Tr@ ecnolo e T e z n e i c S
gia
PROGRAMMAZIONE PER UA ACCOGLIENZA PROVE DI INGRESSO DIDATTICA PARTECIPATA INTERDISCIPLINARITÀ COMPITI DI REALTÀ CLASSE CAPOVOLTA
S cienze
Programmazione
PROGRAMMAZIONE ANNUALE: SCIENZE Obiettivi formativi interdisciplinari • Saper osservare. • Sviluppare atteggiamenti di curiosità. • Imparare a cogliere analogie e differenze. • Saper formulare ipotesi e saperle verificare. • Imparare a ordinare le conoscenze in schemi interpretativi.
Didattica Digitale Integrata • Libro digitale Far scaricare a tutti gli studenti il Libro digitale sul proprio device (PC, tablet…); il codice si trova all’interno della copertina di ciascun volume. TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA CLASSE QUARTA
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
L’alunno/a: • sviluppa atteggiamenti di curiosità e modi di guardare il mondo che lo stimolano a cercare spiegazioni di quello che vede succedere • esplora i fenomeni con un approccio scientifico: con l’aiuto dell’insegnante, dei compagni, in modo autonomo, osserva e descrive lo svolgersi dei fatti, formula domande, anche sulla base di ipotesi personali, realizza semplici esperimenti • individua nei fenomeni somiglianze e differenze, fa misurazioni, registra dati significativi, identifica relazioni spazio/temporali • riconosce le principali caratteristiche e i modi di vivere di organismi animali e vegetali • ha atteggiamenti di cura verso l’ambiente scolastico che condivide con gli altri; rispetta e apprezza il valore dell’ambiente sociale e naturale • espone in forma chiara ciò che ha sperimentato, utilizzando un linguaggio appropriato • trova da varie fonti (libri, internet, discorsi degli adulti, ecc.) informazioni e spiegazioni sui problemi che lo interessano
L’UOMO, I VIVENTI E L’AMBIENTE • Comprendere il concetto di classificazione come strumento interpretativo delle somiglianze e delle differenze. • Individuare la diversità dei viventi e dei loro comportamenti. • Individuare la differenza tra organismi autotrofi ed eterotrofi. • Classificare le piante. • Riconoscere le parti della pianta e le relative funzioni. • Riconoscere le funzioni vitali delle piante. • Comprendere l’importanza della fotosintesi clorofilliana. • Classificare gli animali. • Conoscere le caratteristiche degli organismi appartenenti al regno animale. • Riconoscere le funzioni vitali degli animali. • Riconoscere le relazioni tra esseri viventi e ambiente. • Conoscere le caratteristiche fondamentali di un ecosistema. • Saper osservare e riconoscere le interazioni esistenti negli ecosistemi. • Comprendere che cos’è una catena alimentare. • Comprendere che cos’è una catena alimentare.
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CONTENUTI
PAGINE DEL VOLUME
• Le caratteristiche dei viventi • La classificazione degli esseri viventi (I regni dei viventi) • Gli organismi più semplici • I funghi • I virus
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• La struttura delle piante • La classificazione delle piante (piante semplici e complesse) • La riproduzione • La nutrizione e la fotosintesi clorofilliana • La respirazione • La traspirazione
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• La classificazione degli animali • La struttura degli animali • La nutrizione • La respirazione • La riproduzione • L’evoluzione e l’adattamento • Gli animali invertebrati • I pesci • Gli anfibi • I rettili • Gli uccelli • I mammiferi • Gli ecosistemi • Le catene alimentari • Le reti alimentari
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Programmazione
OGGETTI MATERIALI E TRASFORMAZIONI Gli elementi non viventi della biosfera • Conoscere le caratteristiche del suolo. • Conoscere le caratteristiche dell’aria. • Conoscere le caratteristiche dell’atmosfera. • Conoscere le caratteristiche dell’acqua. La materia • Conoscere le caratteristiche fondamentali della materia • Saper distinguere i differenti materiali e lo stato in cui si presentano. • Riconoscere le trasformazioni della materia. • Conoscere le caratteristiche dell’acqua. • Conoscere le caratteristiche dell’aria. • Conoscere le caratteristiche dell’atmosfera. • Conoscere le caratteristiche del suolo.
S cienze
• La biosfera • Biomi: grandi ecosistemi • L’equilibrio del pianeta
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• Le caratteristiche del suolo • Le caratteristiche dell’aria • L’atmosfera e la pressione atmosferica • Le caratteristiche dell’acqua • I fenomeni meteorologici • Le caratteristiche della materia; materia organica e inorganica • Gli stati della materia; passaggi di stato • Le trasformazioni chimiche e fisiche
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OSSERVARE E SPERIMENTARE SUL CAMPO • Osservare un ambiente vicino; individuare gli elementi che lo caratterizzano e i loro cambiamenti nel tempo. • Osservare i momenti significativi nella vita di animali e piante individuando somiglianze e differenze. • Osservare le caratteristiche delle sostanze organiche, dei terreni e delle acque. • Realizzare esperimenti per osservare le trasformazioni della materia.
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S cienze
Programmazione
PROGRAMMAZIONE ANNUALE: TECNOLOGIA Obiettivi formativi interdisciplinari • Saper osservare. • Sviluppare atteggiamenti di curiosità. • Analizzare l’interazione tra uomo e ambiente. • Prendere coscienza delle proprie e altrui azioni.
Didattica Digitale Integrata • Libro digitale Far scaricare a tutti gli studenti il Libro digitale sul proprio device (PC, tablet…); il codice si trova all’interno della copertina di ciascun volume. OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA CLASSE QUARTA L’alunno/a: • riconosce e identifica nell’ambiente che lo circonda elementi e fenomeni di tipo artificiale • è a conoscenza di alcuni processi di trasformazione di risorse e di consumo di energia, e del relativo impatto ambientale • conosce e utilizza semplici oggetti e strumenti di uso quotidiano ed è in grado di descriverne la funzione principale e la struttura e di spiegarne il funzionamento • produce semplici modelli o rappresentazioni grafiche del proprio operato utilizzando elementi del disegno tecnico o strumenti multimediali • inizia a riconoscere in modo critico le caratteristiche, le funzioni e i limiti della tecnologia attuale
VEDERE E OSSERVARE • Effettuare prove ed esperienze sulle proprietà dei materiali più comuni. • Classificare i materiali conosciuti in base alle loro caratteristiche. • Riconoscere e documentare le funzioni principali di una applicazione informatica. • Riconoscere le caratteristiche proprie di un oggetto e delle parti che lo compongono. • Rappresentare i dati dell’osservazione attraverso tabelle, mappe, diagrammi, disegni, testi. PREVEDERE E IMMAGINARE • Effettuare stime approssimative su pesi o misure di oggetti dell’ambiente scolastico. • Prevedere le conseguenze di decisioni o comportamenti personali. • Riconoscere i difetti di un oggetto e immaginarne possibili miglioramenti.
CONTENUTI
PAGINE DEL VOLUME
• Che cos’è la tecnologia
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• La tecnologia e le piante
304-305
• La tecnologia e gli animali
306-307
• La tecnologia e i materiali
308-309
• Gli oggetti di uso quotidiano
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• I ragazzi e l’uso della tecnologia
311
INTERVENIRE E TRASFORMARE • Smontare semplici oggetti e meccanismi o altri dispositivi comuni. • Realizzare un oggetto descrivendo e documentando la sequenza delle operazioni. • Cercare, installare sul computer e utilizzare un programma.
Unità di Apprendimento (UA) programmate: • UA • UA • UA • UA
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• • • •
La vita sulla Terra Le piante Gli animali Gli ecosistemi
• UA 5 • Biosfera: elementi non viventi • UA 6 • La materia • UA 7 • La tecnologia
Didattica Digitale Integrata Per Prove di ingresso, Schede operative, Verifiche e Didattica inclusiva, utilizzare i materiali a disposizione alla pagina https://www.elilaspigaedizioni.it/altuofianco
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Programmazione
EDUCAZIONE CIVICA
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Sappiamo tutti che l’Educazione Civica è sempre stata un pilastro su cui si sono fondate, ancor prima di qualsiasi insegnamento, la necessità e la volontà di costruire il gruppo classe, la convivenza civile e democratica al suo interno e la consapevolezza di non vivere da soli su questa Terra.
La normativa Con la Legge 92 del 2019 l’Educazione Civica è introdotta nel curricolo come disciplina alla quale vanno dedicate almeno 33 ore all’anno di insegnamento, con relativa valutazione periodica. I documenti ministeriali a cui dovrà far riferimento l’insegnamento dell’Educazione Civica nella Scuola Primaria sono: • le Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione Civica, giugno 2020; • la Legge 92 del 2019; • le Indicazioni Nazionali per il curricolo della Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo d’istruzione, settembre 2012. “Tre saranno gli assi attorno a cui ruoterà l’Educazione Civica: lo studio della Costituzione, lo Sviluppo sostenibile, la Cittadinanza digitale. LA COSTITUZIONE
Studentesse e studenti approfondiranno lo studio della nostra Carta costituzionale e delle principali leggi nazionali e internazionali. L’obiettivo sarà quello di fornire loro gli strumenti per conoscere i propri diritti e doveri, di formare cittadine e cittadini responsabili e attivi che partecipino pienamente e con consapevolezza alla vita civica, culturale e sociale della loro comunità. LO SVILUPPO SOSTENIBILE
Alunne e alunni saranno formati su educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio, tenendo conto degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU. Rientreranno in questo asse anche l’educazione alla salute, la tutela dei beni comuni, i principi di protezione civile. La sostenibilità entrerà, così, negli obiettivi di apprendimento. LA CITTADINANZA DIGITALE
A studentesse e studenti saranno dati gli strumenti per utilizzare consapevolmente e responsabilmente i nuovi mezzi di comunicazione e gli strumenti digitali. In un’ottica di sviluppo del pensiero critico, sensibilizzazione rispetto ai possibili rischi connessi all’uso dei Social media e alla navigazione in Rete, in contrasto al linguaggio dell’odio.” https://www.miur.gov.it/
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S cienze
Programmazione
PROGRAMMAZIONE ANNUALE: EDUCAZIONE CIVICA In questa programmazione l’insegnante troverà specifici riferimenti al percorso didattico presente nel volume di Educazione Civica del progetto Nuovi Tr@guardi • Discipline.
Finalità dell’Educazione Civica: • • • •
diventare bravi cittadini e brave cittadine; vivere bene con gli altri; far stare bene gli altri insieme a noi; imparare a utilizzare in modo consapevole ciò che abbiamo.
NUCLEI TEMATICI
TRAGUARDI COMPETENZE
OBIETTIVI
CONTENUTI
PAGINE DEL VOLUME
•L a Costituzione: – diritti e doveri dei cittadini; – t utela del territorio.
L’alunno/a: • comprende l’importanza di prendersi cura di sé, della comunità, dell’ambiente
•C omprendere che la biodiversità è una risorsa del pianeta.
• La biodiversità
Da p. 30 a p. 41
•E ssere consapevoli del rischio di estinzione corso da molte specie viventi.
• I l consumo consapevole
• Agenda 2030: – proteggere e favorire un uso sostenibile degli ecosistemi terrestri; – i mparare a consumare e produrre in modo responsabile. •C ittadinanza digitale: trovare informazioni attendibili.
•c omprende la necessità di uno sviluppo equo e sostenibile, rispettoso dell’eco-sistema, nonché di un utilizzo consapevole delle risorse ambientali
•S viluppare atteggiamenti responsabili verso l’utilizzo dei materiali. •A dottare semplici norme di comportamento che portino alla riduzione dei consumi e al riciclo dei materiali. •S aper utilizzare gli strumenti tecnologici a disposizione per informarsi in modo adeguato e corretto.
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•L ’uso consapevole dei materiali
Percorso didattico
Il percorso didattico
S cienze
Il percorso proposto dal volume Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia per la classe quarta verte su sette Unità di Apprendimento. Tutte le unità sono collegate da alcuni “fili rossi” sia per quanto riguarda i contenuti sia per quanto riguarda la metodologia di approccio all’argomento e di studio.
I contenuti Nei contenuti delle Unità si fa riferimento spesso alla necessità di osservare delle Unità di somiglianze e differenze in ciò che in quel momento è argomento di studio. Apprendimento Gli alunni sono invitati a osservare:
• grandi e piccoli ecosistemi per scoprire le relazioni che si stabiliscono tra chi e che cosa si trova nell’ecosistema e in esso trova le sue possibilità di sopravvivenza; • le particolarità dei viventi, classificandoli in base a caratteristiche comuni, ma soprattutto rendendosi conto che essi non vivono da soli, ma in relazione con altri viventi e non viventi; • le particolarità della materia, le sue caratteristiche e le sue trasformazioni, anche in questo caso ponendo attenzione a come le particolarità della materia influiscano sui viventi; • alcuni elementi non viventi che interagiscono con i viventi e condizionano la vita del pianeta.
Verso l’acquisizione di un atteggiamento scientifico
Osservando e comprendendo le peculiarità di quanto è oggetto di studio gli allievi imparano a riconoscere ciò che è molto importante da ciò che lo è meno, trovano le analogie, scoprono le diversità: imparano di conseguenza a “mettere ordine”, a classificare.
La relazione Gli allievi devono cominciare a capire già dal loro primo approccio con argomentra le parti ti di carattere scientifico che tutto è collegato ed è in relazione. Nulla nel mondo che ci circonda è completamente autonomo e senza relazioni con gli altri, ma tutto è connesso.
Il collegamento È necessario, dunque, che l’insegnante abbia ben presente che gli argomenti, tra le Unità di pur suddivisi in Unità di Apprendimento, sono tutti collegati tra loro. Si parte Apprendimento dall’analisi delle caratteristiche peculiari dei viventi, classificandoli. Si appro-
fondisce poi lo studio di piante e animali. Si studiano le relazioni tra i viventi all’interno degli ecosistemi e gli elementi abiotici che maggiormente influenzano l’ambiente: aria, acqua, suolo. Si analizza la specificità della materia, mettendo l’accento su che cosa sia e come essa formi qualsiasi elemento dell’Universo. Infine, lo studio della tecnologia porta a comprendere come essa abbia modificato la vita dei viventi e, di conseguenza, le caratteristiche degli ecosistemi.
L’apprendimento All’interno delle Indicazioni Nazionali per ciascuna disciplina non vi è una rigida “a spirale” scansione tra gli obiettivi di apprendimento che possono essere proposti per
ogni anno scolastico: gli argomenti non devono essere necessariamente proposti in successione lineare, ma possono anche essere ripresentati in un apprendimento “a spirale”. Ciò è ancora maggiormente evidente per le scienze, dove molti argomenti vengono riproposti nei vari anni della Scuola Primaria e Secondaria con complessità crescente. Questo tipo di approccio permette di osservare più volte un medesimo fenomeno, utilizzando, in ogni occasione, un bagaglio di conoscenze e competenze differente, costruendo e/o consolidando il proprio sapere.
Osservare e L’osservazione e lo studio di quanto altri prima di noi hanno scoperto non è studiare non basta sufficiente per formare un atteggiamento scientifico.
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S cienze
Percorso didattico
La necessità di È altrettanto importante comprendere la necessità di sperimentare per trarre le sperimentare proprie conclusioni personali. Perciò è indispensabile che l’insegnante proponga molte situazioni-stimolo in cui i ragazzi siano invitati a ricercare, a osservare, a cercare di capire perché alcuni fenomeni si verificano. Per favorire questo lavoro, nel volume sono proposti anche numerosi suggerimenti per la realizzazione di esperimenti ed esperienze scientifiche che possono essere realizzati con facilità. Attraverso la manipolazione il bambino comprende meglio ciò che accade, impara ad accettare e a valutare l’errore, comprende le conseguenze di un fatto. Dunque, in questo testo le scienze sono presentate sotto due aspetti altrettanto fondamentali: • la conoscenza dei fenomeni; • la sperimentazione.
Le competenze che gli allievi possono sviluppare utilizzando un approccio scientifico
COMPETENZE COGNITIVE
• Capacità di individuare il problema, formulare ipotesi, verificarle, dedurre. • Capacità di individuare le conseguenze di un fatto. • Capacità di individuare le variabili che intervengono in un fenomeno. COMPETENZE SOCIALI
• Saper lavorare in gruppo. • Collaborare con gli altri per raggiungere un obiettivo comune. • Saper confrontare le proprie idee. • Rispettare le idee altrui. COMPETENZE TRASVERSALI
• Saper scegliere gli strumenti adatti per realizzare un esperimento. • Saper utilizzare in modo corretto gli strumenti. • Saper seguire le istruzioni fornite per eseguire un lavoro/esperienza/ esperimento. L’educazione scientifica diventa così anche Educazione civica.
Il percorso di Nella pagina successiva l’insegnante troverà una mappa destinata agli allievi scienze per che illustra il percorso didattico proposto per la classe quarta. gli alunni I ragazzi possono osservarla, commentarla in gruppo, conservarla per valutare in itinere a quale punto sono arrivati. In questo modo gli alunni potranno conoscere quale sarà il percorso tracciato, avere consapevolezza di che cosa studieranno nel corso dell’anno e dove arriveranno a fine anno scolastico.
Il percorso di La tecnologia assume rilevanza sempre maggiore nella nostra vita quotidiana. tecnologia I bambini “nascono tecnologici”: è indispensabile, perciò, aiutarli ad acquisire
abilità e competenze per comprendere il significato e l’utilizzo di oggetti tecnologicamente innovativi. In questo volume viene fornito un percorso collegato agli argomenti trattati in scienze (piante, animali, materiali). Poiché, però, “la tecnologia si occupa degli interventi e delle trasformazioni che l’uomo opera nei confronti dell’ambiente” (Indicazioni Nazionali), questa disciplina è per sua natura collegata a tutte le altre discipline. L’insegnante, perciò, troverà anche nei volumi di storia, geografia e matematica ampio spazio dedicato alla tecnologia. È necessario, inoltre, che gli allievi comprendano che la “tecnologia” non deve essere confinata solo all’uso di device tecnologici. Anche gli oggetti più semplici e usuali, infatti, sono fondati sulla tecnologia. Nel libro di testo vi sono brevi accenni a temi legati alla tecnologia.
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Percorso didattico
Il percorso di quest’anno Le relazioni tra viventi • L’ecologia • Gli ecosistemi
Quali sono le relazioni tra viventi e non viventi.
S cienze
Oggetti, materiali, trasformazioni. Che cos’è e com’è ciò che ci circonda • La materia • Le caratteristiche e le trasformazioni della materia
Siamo parte di un “tutto” in cui qualsiasi elemento è composto di materia.
La vita sulla Terra • L’ambiente • La classificazione dei viventi • I funghi • Le piante • Gli animali
Viventi e non viventi convivono negli ecosistemi e si influenzano a vicenda.
Gli elementi non viventi della biosfera • L’acqua • L’aria • Il suolo
Metodologia Metodo Abituare gli alunni a utilizzare le conoscenze pregresse e a integrarle con nuove deduttivo informazioni che vengono di volta in volta proposte. Metacognizione Capacità di “recuperare le conoscenze” pregresse e utilizzarle per dedurre e (Rifletti su ciò operare confronti. che già sai) Classe capovolta Sviluppare la capacità di apprendere in autonomia, utilizzando spunti offerti (Apprendo da solo/sola) dall’insegnante. Pensiero Imparare a individuare le informazioni principali per rielaborarle e organizzarle computazionale in funzione di conoscenze e di competenze. per lo studio USO DEL FLIP POSTER Didattica partecipata Spunti offerti agli alunni per avere un ruolo attivo nella costruzione del proprio
sapere.
Peer Domande stimolo per imparare a esporre ciò che si è appreso. Favorire una Teaching visione globale, organica e unitaria di quanto appreso.
’uso del Flip Poster favorisce la didattica inclusiva e riprende lo stimolo della L partecipazione di tutti alla costruzione del sapere.
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S cienze
Accoglienza
L’accoglienza Per introdurre gli allievi nel mondo della scienza, prima di iniziare il percorso specifico di studio/scoperta/apprendimento si possono proporre alcune attività che portino i ragazzi a riflettere su quale significato loro stessi danno alla scienza e quale importanza essa possa avere.
Attività 1. L’idea di scienza ( pagina 33) Fasi di lavoro: • fotocopiate, se possibile ingrandendole, le immagini che troverete alla pagina 33; • chiedete a ciascun allievo di indicare l’immagine che, dal suo punto di vista, meglio rappresenta l’idea di scienza, motivando la scelta; • ascoltate e annotate le idee che i ragazzi hanno riguardo alla scienza. Non commentatele ma, nel caso non fossero espresse in modo chiaro, aiutate gli allievi a chiarire e argomentare il proprio pensiero; • favorite la discussione tra pari sulle scelte operate dai compagni; • invitate i ragazzi a ricercare su libri, riviste, Internet altre immagini che rappresentino la loro idea di scienza; • realizzate un cartellone con le immagini scelte, corredate dalle spiegazioni fornite dai ragazzi.
Indicazioni È importante che l’insegnante non dia giudizi di valore sulle scelte effettuate o di metodo sulle loro motivazioni. Non esiste una risposta “giusta”: tutte esprimono l’opinione di chi le ha espresse. L’insegnante potrà, però, suggerire che le idee possono essere modificate, attraverso il confronto con le idee altrui o con l’acquisizione di nuove conoscenze. Se l’insegnante, nel proporre gli argomenti di scienze, farà riferimento alle idee espresse dagli allievi, li farà sentire maggiormente partecipi e farà capire loro che ciò che possiamo definire scienza permea la nostra vita quotidiana.
Attività 2. Chi parla di scienza… ( pagina 34) Fasi di lavoro: • nella pagina 34 sono riportate alcune frasi attribuite a persone che si sono occupate di scienza; fotocopiatele e fatele leggere ai ragazzi. Potranno essere distribuite tutte insieme oppure scritte su foglietti che i ragazzi pescheranno a caso; • fate commentare, singolarmente o a piccoli gruppi, le frasi che hanno “pescato” o quelle che ritengono maggiormente significative; • raccogliete in un cartellone sia le frasi sia i commenti.
Quando Le due attività proposte possono essere ripetute a fine anno scolastico. Si posvolgere le tranno utilizzare le stesse modalità di lavoro, aggiungendo però la richiesta di attività confrontare le nuove scelte o le nuove opinioni con quelle espresse a inizio anno
scolastico. Ogni ragazzo spiegherà se ha mantenuto o modificato la propria opinione iniziale e perché. Lo stesso lavoro può essere proposto all’inizio della classe quinta, diventando un rito con un cui avviare lo studio di questa disciplina.
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Alunno/a Data Classe
S cienze
L’idea di scienza 1 Osserva le immagini e scegli quella che, secondo te, meglio rappresenta la tua idea
di scienza. Motiva la tua scelta.
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S cienze
Chi parla di scienza... La scienza non esclude gli errori; anzi, talora sono proprio questi a portare alla verità.
Chi non ha mai commesso un errore non ha mai sperimentato nulla di nuovo. (Albert Einstein)
(Jules Verne)
Dal progresso delle scienze dipende in modo diretto il progresso complessivo del genere umano. Chi frena il primo frena anche il secondo.
Lo scienziato non è l’uomo che fornisce le vere risposte; è quello che pone le vere domande. (Claude Lévi-Strauss)
(Johann Gottlieb Fichte)
Niente nella vita va temuto, dev’essere solamente compreso. Ora è tempo di comprendere di più, così possiamo temere di meno.
L’immaginazione è più importante della conoscenza. Semplicemente immagina che sia così, poi cerca di provarlo.
Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido. (Albert Einstein)
(Albert Einstein)
(Marie Curie)
Ci sono soltanto due possibili conclusioni di un esperimento: se il risultato conferma l’ipotesi, allora hai appena fatto una misura. Se il risultato è contrario alle ipotesi, allora hai fatto una scoperta. (Enrico Fermi)
Milioni di persone hanno visto la caduta della mela, ma Newton è stato colui che ha chiesto “perché”. (Bernard Mannes Baruch)
Da qualche parte, qualcosa di incredibile è in attesa di essere scoperto. (Carl Sagan)
Mia madre ha fatto di me uno scienziato senza volerlo. Ogni altra madre a Brooklyn avrebbe chiesto al suo bambino, dopo la scuola: – Hai imparato qualcosa, oggi? – ma non mia madre. – Izzy – diceva, – hai fatto una buona domanda, oggi? Tale differenza, fare buone domande, mi ha fatto diventare uno scienziato. (Isidor Isaac Rabi)
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Alunno/a Data Classe
Prova di ingresso
Osservare e dedurre Prima di iniziare l’anno scolastico verifica se sei capace di osservare ciò che accade con “l’occhio dello scienziato”. 1 Rispondi e completa segnando con una X.
• Se immergi una spugna pulita nell’acqua e la strizzi, vedi delle bollicine salire. Da che cosa sono formate le bollicine? Acqua. Aria. Sapone. • Perché salgono verso l’alto? ono spinte dalla mano. S Sono più leggere dell’acqua. Sono attratte dall’aria che è fuori dall’acqua. • Le bollicine che salgono verso l’alto dimostrano che: nell’acqua vi era dell’aria. nella spugna vi era dell’aria. nella spugna vi era dell’acqua. • Teresa gioca con una pallina di gommapiuma: se la stringe, che cosa accade? Si rompe. Si schiaccia e poi ritorna alla sua forma iniziale. Si schiaccia e cambia forma. • Ciò succede perché la gommapiuma è un materiale: fragile. elastico. viscido. • In una giornata molto calda la signora Emma ha dimenticato per lungo tempo un intero panetto di burro fuori dal frigorifero. Che cosa è successo? I l burro è evaporato. Il burro si è sciolto. Non è successo nulla perché il burro era incartato. 2 Durante l’estate, una piantina che era nell’aula della 3a E è morta.
Quali potrebbero essere le cause? Segna con più X.
a piantina non è stata annaffiata. L La piantina era triste perché non c’erano i bambini e le bambine.
ella stanza non c’era luce a sufficienza N perché erano state chiuse le imposte. Nella stanza non c’era aria.
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Prova di ingresso
Alunno/a Data Classe
Osservare e classificare In questo anno scolastico studierai la classificazione degli esseri viventi. Per imparare a classificare devi essere capace di capire quali sono le caratteristiche di ciò che stai osservando e che cosa hanno in comune o in che cosa sono differenti gli elementi osservati. Mettiti alla prova. 1 Osserva l’oggetto, rispondi e completa.
• Che cos’è? • A che cosa serve? • Descrivi la sua forma:
• Perché la base è piatta?
• A che cosa serve la leva indicata dalla freccia? • Con quale materiale è stata costruita? • Quali sono le caratteristiche di questo materiale? 2 Ora osserva questi oggetti e classificali in base ai criteri indicati, riportando nella tabella
le lettere che li contraddistinguono.
A r uota di bicicletta
ottiglia F b di plastica
B tubo
G piatto
STESSA FORMA: CERCHIO
C maglietta
D c appello di paglia
raccialetto H b d’argento
I f orchetta di acciaio
STESSO MATERIALE: METALLO
E hula hop
uanti L g di lana STESSO USO: INDUMENTI
3 Ora trova tu un altro criterio di classificazione. Scrivilo e riporta la lettera
che contraddistingue gli oggetti che possiedono quella caratteristica.
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Alunno/a
Prova di ingresso
Data Classe
Osservare gli animali Quest’anno studierai animali e piante, esaminandone le caratteristiche. Molte delle loro particolarità, però, puoi trovarle anche tu, osservando e deducendo. 1 Ricordi quali sono le funzioni vitali di un vivente? Scrivile.
• Un vivente nasce 2 Confronta gli animali e completa.
CANE
LOMBRICO
PASSERO
Dove vive?
Da che cosa è coperto il corpo?
Di che cosa si nutre?
Ha le zampe?
Come si muove?
3 Ora rispondi.
• I tre animali che hai osservato hanno caratteristiche diverse. Che cos’hanno, invece, in comune? Segna con più X. ono esseri viventi. S Sono animali. Respirano.
i muovono. S Depongono le uova. Hanno le ali.
• Sei capace di indicare altre caratteristiche comuni?
• Ora osserva solo il lombrico. Come è fatto il suo corpo? Descrivilo.
• Non puoi vedere l’interno del lombrico. Però, in base alle tue conoscenze sull’evoluzione della vita sulla Terra, affermeresti che il lombrico è un organismo vivente più complesso o meno complesso del cane e dell’uccello? • Le parti interne del lombrico, perciò, saranno organizzate in modo più semplice o più complesso di quelle del cane e dell’uccello?
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S cienze
UA 1 • La vita sulla Terra
LE CARATTERISTICHE DEI VIVENTI E GLI ORGANISMI PIÙ SEMPLICI Prodotto finale atteso: classe capovolta
• Lezione da tenere ai bambini più piccoli (per esempio di classe prima) per insegnare loro come tenere in ordine i loro giocattoli (a scuola o a casa).
OBIETTIVI FORMATIVI • Sviluppare atteggiamenti di curiosità. • Esplorare i fenomeni con un approccio scientifico. COMPETENZE Competenze di Educazione Civica
• Imparare a rispettare tutti gli esseri viventi. • Lavorare insieme per raggiungere uno scopo comune.
Competenze chiave (europee)
• Competenza • Competenza • Competenza • Competenza
Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)
L’alunno/a: • individua nei fenomeni somiglianze e differenze; • riconosce le principali caratteristiche e i modi di vivere di organismi viventi; • espone in forma chiara ciò che ha sperimentato, utilizzando un linguaggio appropriato.
personale, sociale e capacità di imparare a imparare. matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. in materia di Educazione Civica. in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Comprendere il concetto di classificazione come strumento interpretativo delle somiglianze e delle differenze. • Individuare la diversità dei viventi e dei loro comportamenti. • Conoscere le caratteristiche degli organismi più semplici.
Abilità (saper fare) • Saper osservare e riconoscere le caratteristiche dei viventi.
Contenuti
• Gli esseri viventi. • La classificazione degli esseri viventi. • I regni dei viventi. • Monere e protisti. • I funghi.
Attività e metodologia
Il programma di scienze è spesso “a spirale” e alcuni argomenti vengono riproposti, con complessità crescente, nel corso dell’intero ciclo della Scuola Primaria. È dunque probabile che i bambini possiedono già una conoscenza abbastanza completa delle caratteristiche degli esseri viventi. Perciò sarà ancora più necessario invitare gli allievi a far riaffiorare le conoscenze pregresse: potranno così affrontare questa UA con una consapevolezza maggiore e soprattutto impareranno a organizzare le proprie conoscenze.
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S cienze
UA 1 • La vita sulla Terra
Gli allievi rifletteranno sulla necessità di classificare gli esseri viventi. Classificare è un modo per indagare la realtà, scoprendone analogie e differenze. Perciò è importante utilizzare tutte le occasioni a disposizione per osservare ambienti, animali, vegetali, per cogliere le loro caratteristiche. Il compito dell’insegnante sarà quello di inserire le osservazioni in un percorso unitario, per giungere alla comprensione delle caratteristiche generali dei viventi, specifiche in base alla classe di appartenenza, e delle interazioni complesse che in ogni ambiente i fattori abiotici (aria, suolo, umidità…) e i viventi intrecciano. La metodologia adottata sarà sempre fondata sulla scoperta personale e mirerà all’unitarietà dell’apprendimento, per guidare a cogliere la relazione tra le discipline. INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Scienze, italiano, storia.
Nuclei tematici • Italiano: L’italiano e le classificazioni, pag. 42. In tutte le discipline è necessario classificare: ne sono un esempio le tipologie testuali e le categorie grammaticali in italiano. • Storia: La storia dei lieviti, pag. 43. I lieviti hanno cambiato l’alimentazione dell’uomo nel corso della storia. • Storia: I fossili delle forme di vita più antiche, pag. 44. I fossili testimoniano l’evoluzione delle forme di vita sulla Terra.
Classe capovolta
Maestri di classificazioni, pag. 45. Insegnare ad altri bambini come classificare oggetti di uso comune.
Verifica e valutazione
Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare le competenze raggiunte utilizzando il compito sotto forma di “classe capovolta” proposto nella Guida.
Strumenti
Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia
222-229
Fornire conoscenze, sperimentare e dedurre, aiutare a studiare.
Quaderno operativo
2-5
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
Mappe Attive
6-7
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
Mappe Mentali
40-41
Visualizzare, organizzare ed esporre le conoscenze.
Tempi
Circa 3 settimane.
Destinatari
Tutti gli allievi della classe.
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S cienze
UA 1 • La vita sulla Terra
La vita sulla Terra la classificazione
L’argomento che In questo capitolo si introdurrà la classificazione dei viventi e si analizzeranno tratteremo i 5 regni in cui i viventi sono suddivisi nella classificazione più conosciuta e
utilizzata. Occorre ricordare che la classificazione in 5 regni suddivide i viventi tenendo conto di una serie di fattori: • complessità della cellula: gli organismi procarioti come le monere hanno cellule prive di nucleo; gli organismi eucarioti hanno cellule con il nucleo; • numero di cellule; • alimentazione: distinguendo gli organismi complessi in autotrofi ed eterotrofi.
Esistono però anche altri modi di classificare i viventi che probabilmente i ragazzi conosceranno nei loro studi futuri (per esempio la suddivisione in tre domini: Eubacteria (batteri veri), Archaea (batteri antichi), Eukaria (protisti, funghi, piante, animali). È importante che gli alunni si rendano conto che la classificazione è necessaria, ma è anche destinata a essere modificata in continuazione sia in base a nuove scoperte sia in base a caratteristiche che o assumono un valore maggiore o vengono considerate meno importanti. L’insegnante può raccontare agli allievi la storia della classificazione, mettendo in luce come si sia modificato nel corso del tempo il modo di considerare i viventi e di conseguenza il modo di classificarli.
Come Gli aspetti rilevanti in questa unità didattica dedicata alla vita sulla Terra sono introdurre 2: la classificazione e lo studio degli esseri viventi più semplici. l’argomento Domande stimolo per introdurre la classificazione
È consigliabile iniziare ciascun argomento ascoltando le idee degli allievi che mettono in luce le loro conoscenze pregresse. Perciò, si possono sottoporre alcune domande stimolo. È importante mettere in ordine? Perché? In quali occasioni vi viene richiesto di mettere in ordine? Di che cosa tenete conto quando riordinate i vostri giocattoli, i vostri libri, la cartella? Se vogliamo mettere in ordine l’armadio della classe o la biblioteca della classe, quali criteri potremmo utilizzare?
Elementi di Dopo il brainstorming iniziale sulle motivazioni che portano non solo gli scienziati, classificazione ma tutti, alla necessità di classificare si possono far osservare immagini di piante e animali (o meglio, se possibile, piccole riproduzioni di animali in plastica) chiedendo ai bambini di trovare una caratteristica comune in base a cui raggruppare.
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
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Spesso si dà per scontato che i bambini sappiano riconoscere un essere vivente da un non vivente, ma non sempre ciò è facile. Una mela è un essere vivente oppure non lo è? Per la maggior parte dei ragazzi una mela è un vivente, poiché accomunano ciò che è vivente con ciò che è organico. Perciò sarà utile fornire agli allievi una scheda come quella della pagina seguente, invitandoli a riflettere su che cosa caratterizza i viventi.
Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
La classificazione
UA 1
1 Osserva i due gruppi e rispondi.
• Secondo te, quale criterio è stato adottato per classificare in due gruppi gli elementi? • È possibile che la definizione dei due insiemi sia: elementi viventi/elementi non viventi? Motiva la tua risposta. • C’è un altro modo in cui potresti classificare gli stessi elementi? Disegna tu (o scrivi i nomi). Puoi anche aggiungere anche altri insiemi, se vuoi raggruppare in base a più caratteristiche.
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INTERDISCIPLINARITÀ
Alunno/a Data Classe
italiano
L’italiano e le classificazioni
UA 1
Anche se non ce ne rendiamo conto, tutte le discipline ci offrono l’opportunità di utilizzare la nostra capacità di classificare. Per esempio l’italiano. Non ci credi? Mettiti alla prova! 1 Leggi i vari testi.
C’era una volta un re che aveva un figlio e tre figlie. La prima figlia aveva sposato un re che sapeva trasformarsi in leone, la seconda aveva sposato un re che si trasformava in formica, la terza un re che si trasformava in aquila. Un giorno il re si ammalò.. Luigi dal Cin
A
– Cra – disse il corvo in segno di saluto, quando incontrò la cornacchia. – Cra – rispose gentilmente la cornacchia, in segno di rispetto. – Cra lo dico io – obiettò il corvo – perché è il mio verso, come il gatto che fa miao – E cominciarono a litigare Andrea Valente • Incolla i due listelli a forma di croce e fissali con lo spago. • Forma un telaio usando lo spago teso che unisce i quattro punti estremi della croce. • Adesso ricopri bene il rombo che hai formato con la carta velina, piegando e incollando bene gli orli. • Il tuo aquilone è pronto per spiccare il volo. Graziella Favaro
B
Per fare una poesia intitolata Mare ci vuole molta acqua e molto molto sale. Guido Quarzo D C
2 Che tipo di classificazione puoi fare? Segna con una X oppure trova tu un altro criterio
di classificazione.
Testi lunghi/corti.
Testi narrativi/non narrativi.
3 Scrivi il criterio che hai scelto e riporta la lettera che contraddistingue ciascun testo. CRITERIO DI CLASSIFICAZIONE
TESTI
4 Anche la grammatica permette di classificare.
Leggi le parole, poi scegli tu il criterio di classificazione.
sedia • comoda • mangiare • tavolo • colorato • leggere 5 Ora, sul quaderno, prepara una tabella adatta e classifica le parole dell’esercizio precedente.
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Alunno/a
INTERDISCIPLINARITÀ
Data Classe
storia
La storia dei lieviti
UA 1
La storia dei lieviti risale a 5000 anni fa. Entra nella cucina della casa di un antico faraone egizio e vedrai il faraone che si inchina davanti allo schiavo che prepara il pane. Possibile? 1 Leggi il testo.
Gli uomini hanno imparato a usare il lievito prima ancora di inventare la scrittura. Già più di 4000 anni fa gli Egizi lo usavano per fare il pane. Non conoscevano il processo attraverso il quale il lievito fermentava e produceva una reazione chimica… Pensavano che fosse un prodigio degli dèi. Gli Egizi sapevano mescolare la farina dei cereali con l’acqua per ottenere focacce che erano la base della loro alimentazione. Ma erano focacce dure, non morbide e croccanti come il pane che mangiamo oggi. Il pane lievitato è nato il giorno in cui un uomo ha lasciato trascorre un lungo tempo tra la preparazione dell’impasto e la cottura (forse lo aveva dimenticato, ma questa dimenticanza ha fatto un grande regalo a tutti noi). Che cosa era successo all’impasto? Era aumentato di volume e dopo la cottura aveva migliorato anche il suo sapore e la sua consistenza. Perché era successo tutto ciò? Nell’impasto si era formato il più antico dei lieviti: il lievito madre, che è un vero organismo vivente che nasce, cresce, si riproduce e muore. È composto da microrganismi della famiglia dei funghi che si sviluppano spontaneamente con il tempo nell’impasto crudo di farina e acqua. Che cos’hanno in comune pane, birra, yogurt e vino? I lieviti! Anche la birra, il vino, lo yogurt si ottengono grazie alla fermentazione. La fermentazione è un processo chimico attraverso il quale microorganismi viventi “demoliscono” una sostanza organica per trarre l’energia che serve a loro per crescere e moltiplicarsi. Praticamente, la fermentazione è il modo in cui si alimentano i lieviti. 2 Osserva e segna con X gli alimenti che NON sono stati ottenuti con l’uso di lievito.
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INTERDISCIPLINARITÀ
Alunno/a Data Classe
storia
I fossili delle forme di vita più antiche
UA 1
I fossili testimoniano come la vita sulla terra si sia evoluta. Sono molto utili per gli scienziati perché permettono di conoscere come le forme di vita si sono evolute. 1 Osserva le immagini e leggi le didascalie. Poi metti in ordine cronologico,
numerando.
a. Le tracce fossili di batteri risalgono
a 3 miliardi e mezzo di anni fa e per un tempo lunghissimo hanno rappresentano l’unica forma di vita presente sulla Terra.
c. Non molto tempo fa è
stato trovato un fossile che risale a circa 520 milioni di anni fa. È un antichissimo invertebrato che si muoveva sul fondale marino per mezzo di lunghe ciglia. Questo strano animale è stato chiamato Daihua Sanqiong.
b. Il fungo fossile più antico risale a
centoquindici milioni di anni fa. Ha una forma simile a quella dei funghi che si possono trovare oggi nei nostri boschi. Era alto 5 cm. È stato scoperto in Brasile. I ricercatori considerano questa come una scoperta di grande valore, perché i funghi sono morbidi e facilmente deperibili e, di conseguenza, raramente lasciano tracce fossili. d. In India sono stati ritrovati resti fossili
di un organismo vivente risalente a 1,6 miliardi di anni fa. Si tratta probabilmente di alghe rosse. Gli scienziati sono riusciti a individuare in questo fossile gli antenati delle prime cellule vegetali.
2 Per ciascuna didascalia, sottolinea il regno dei viventi a cui appartiene.
• Didascalia • Didascalia • Didascalia • Didascalia
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a. b. c. d.
monera • pianta • fungo • protista monera • fungo • animale protista • pianta • animale monera • protista • pianta
LA CLASSE CAPOVOLTA
Maestri di classificazione
UA 1
Se avete compreso che cosa vuol dire classificare siete in grado di insegnarlo. Chi saranno i vostri alunni? Gli alunni che frequentano la classe prima. Naturalmente, avrete bisogno del consenso degli insegnanti. Preparate delle scatole ricoprendole con carta colorata di colori differenti. Portatele con voi insieme a giocattoli di diverso tipo, come questi.
Proponete a bambini più piccoli di classificare i giocattoli che avete portato.
L A C L A S S E C A P O V O L T A
• Distribuite per terra, mescolati, le bambole, gli animali (sia peluche sia modellini in plastica dura) le automobiline, le matite colorate. • Invitate i bambini a distribuire gli oggetti nelle scatole come meglio credono. • Chiedete loro più quale criterio hanno utilizzato per “mettere insieme” i vari oggetti. • Fate poi rimettere di nuovo insieme tutti gli oggetti e invitate a trovare altri criteri di classificazione. Per aiutare i bambini a classificare correttamente, indicate voi alcuni criteri. Invitate a suddividere prima in due soli gruppi: ad esempio oggetti morbidi, oggetti non morbidi, oggetti con le ruote, senza le ruote. Aiutateli a comprendere l’importanza del NON. Ripetete il gioco utilizzando i mattoncini da costruzione. Fate classificare secondo questi criteri: • colore; • spessore; • forma; • numero dei “buchini”.
Prodotto atteso Lezione da tenere ai bambini più piccoli (ad esempio di classe prima) per insegnare loro come tenere in ordine i loro giocattoli (a scuola o a casa).
45
L A C L A S S E C A P O V O L T A
S cienze
UA 2 • Le piante
LE PIANTE Prodotto finale atteso: classe capovolta
• Ricerca e riconoscimento dei diversi tipi di vegetali utilizzati per l’alimentazione e realizzazione di loghi che ne identifichino la tipologia.
OBIETTIVI FORMATIVI • Sviluppare atteggiamenti di curiosità. • Esplorare i fenomeni con un approccio scientifico. COMPETENZE Competenze di Educazione Civica
• Imparare a rispettare le piante. • Lavorare insieme per raggiungere uno scopo comune.
Competenze chiave (europee)
• Competenza • Competenza • Competenza • Competenza
Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)
L’alunno/a: • individua nei fenomeni somiglianze e differenze; • riconosce le principali caratteristiche e i modi di vivere di organismi vegetali; • espone in forma chiara ciò che ha sperimentato, utilizzando un linguaggio appropriato.
personale, sociale e capacità di imparare a imparare. matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. in materia di Educazione Civica. in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Comprendere il concetto di classificazione come strumento interpretativo delle somiglianze e delle differenze. • Classificare le piante. • Riconoscere le parti della pianta e le relative funzioni. • Comprendere l’importanza della fotosintesi clorofilliana.
Abilità (saper fare) • Saper osservare e riconoscere la funzione delle piante, anche in relazione all’uomo e agli altri viventi.
Contenuti
• La classificazione e le funzioni vitali delle piante. • La fotosintesi clorofilliana.
Attività e metodologia
Dopo aver sperimentato la necessità di classificare per “mettere ordine” tra le conoscenze e anche per “mettere ordine” tra i viventi, i bambini dovrebbero aver imparato a porre la loro attenzione su alcune caratteristiche importanti, proprie degli esseri viventi. Ora dovranno utilizzare queste loro competenze per osservare il complesso e meraviglioso mondo della piante. Questi esseri viventi sono attorno a noi in ogni momento della vita, ma raramente ci rendiamo conto della loro importanza. La funzione delle piante che viene generalmente percepita come principale è la produzione di ossigeno. Potrebbe essere che alcuni allievi non ne siano ancora coscienti, nonostante il tema dell’inquinamento dell’aria sia spesso oggetto di discussione sia a scuola sia in altri ambienti. Pertanto si può partire da questa importante funzione, facendo riflettere sulle conseguenze negative della deforestazione, per portare man mano gli allievi a comprendere anche l’altra funzione fondamentale delle piante: essere capaci di produrre cibo per se stesse e, di conseguenza, essere alla base di qualsiasi catena alimentare.
46
S cienze
UA 2 • Le piante
Il percorso proposto porterà gli allievi a scoprire non solo la struttura e le caratteristiche peculiari delle piante, ma anche le complesse e importantissime relazioni che esse hanno con gli altri viventi e con l’uomo stesso. INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Scienze, tecnologia, geografia, italiano.
Nuclei tematici • Tecnologia: La conservazione degli alimenti vegetali, pag. 50. Le tecniche per la conservazione degli alimenti hanno permesso di avere cibo a disposizione anche in periodi di scarsità alimentare. • Geografia: Il viaggio degli alimenti, pag. 51. Non solo le persone viaggiano, ma anche i cibi! Così oggi coltiviamo vegetali che un tempo erano sconosciuti e ne importiamo altri che non possono crescere nei nostri climi. • Italiano: La mandragola, pag. 52. Una pianta vera diventa magica attraverso la fantasia di un’autrice.
Classe capovolta
A caccia di cibi!, pag. 53. Il supermercato è un laboratorio in cui ritrovare i vegetali conservati in modi diversi.
Verifica e valutazione
Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando le verifiche 1A e 1B; • le competenze raggiunte, utilizzando: – le verifiche delle pagine 14-15, Quaderno operativo; – il compito sotto forma di “classe capovolta” proposto nella Guida.
Strumenti
Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
Flip Poster
12
Didattica partecipata, per introdurre l’argomento e valutare le conoscenze.
Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia
230-241
Fornire conoscenze, sperimentare e dedurre, aiutare a studiare.
Quaderno operativo
8-11
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
Mappe Attive
12-13
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
Mappe Mentali
42-43
Visualizzare, organizzare ed esporre le conoscenze.
Verifiche
30-33
Verificare il raggiungimento degli obiettivi programmati.
Tempi
Circa 5/6 settimane.
Destinatari
Tutti gli allievi della classe.
47
S cienze
UA 2 • Le piante
Le piante Con lo studio dei viventi e delle loro peculiari caratteristiche si introducono i
L’argomento che tratteremo ragazzi allo studio della biologia.
In biologia è necessario scoprire che cosa accomuna e che cosa differenzia le specie viventi: si dovranno individuare gli schemi esplicativi “statici”, ad esempio la struttura del corpo, il numero e la complessità delle cellule, e altri di tipo “dinamico”, come l’adattamento dei viventi all’ambiente, i comportamenti, la crescita. È necessario insistere sempre sulla profonda differenza tra piante e animali: le
Differenze tra animali e piante prime sono autotrofe e producono da sé il proprio nutrimento, i secondi sono
eterotrofi e hanno bisogno di procurarsi il cibo. Anche se gli allievi non conoscono ancora che cosa sia una trasformazione chimica e neppure quale differenza intercorra tra una trasformazione fisica e una trasformazione chimica, si può fin da ora far riflettere i bambini sulla profonda trasformazione che operano le piante: materiale non organico (che non nutre, non fornisce calorie) diventa materiale organico e quindi cibo attraverso la fotosintesi! La fotosintesi è una reazione chimica che produce zuccheri utilizzando acqua 6 molecole di anie anidride carbonica (6 CO2 + 6 H2O = 6 O2 + C6 H12O6 dride carbonica + 6 molecole di acqua = 6 molecole di ossigeno + 1 molecola di glucosio). Le piante, poi, trasformano la maggior parte degli zuccheri in cellulosa, che forma il tronco della pianta, e amidi. Gli animali, invece, traggono energia solo da materiale organico: o direttamente dalle piante o da altri animali. Per introdurre l’argomento relativo alle piante è bene innanzitutto chiedere
Come introdurre l’argomento agli allievi che cosa ricordano di quanto studiato o osservato direttamente nei “piante” precedenti anni scolastici. Invitate gli allievi a elencare tutti i tipi di piante che conoscono, suddividendole, ad esempio, tra piante alimentari e non, piante che possono essere tenute in un appartamento e piante che devono vivere all’aperto, piante da climi caldi e piante da climi freddi…
Portate in classe, o fate portare dai ragazzi, diversi tipi di piante da appartamento (con i fiori e senza fiori) e osservatele. Se possibile piantate semi e bulbi e seguitene la crescita e lo sviluppo.
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
48
Qualsiasi essere vivente è importante e ha un suo posto all’interno dell’ambiente in cui vive, ma è senza dubbio evidente che le piante sono gli esseri viventi che maggiormente accompagnano la nostra vita e, soprattutto, che ci permettono di vivere. Non sempre però i bambini ne sono consapevoli. Allora invitarli a trovare attorno a sé la presenza di vegetali sarà un buon modo per entrare nell’argomento. Guardiamoci attorno e cerchiamo la presenza di vegetali: non solo sul terreno o nei vasi, ma anche addosso (magliette di cotone o lino), nei mobili (legno), nello zaino (quaderni, matite...). Invitiamo i bambini ad aprire il frigorifero di casa ed elencare tutti i cibi di origine vegetale che trovano. Ma non basta: cerchiamo la presenza di piante nelle bevande (aranciata, limonata, tè, caffè...). Facciamo elencare tutte le piante aromatiche che conoscono. Osserviamo insieme qualche crema cosmetica alla ricerca di componenti vegetali. Le occasioni per “incontrare” le piante sono veramente innumerevoli!
Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
Piante ornamentali e alimentari
UA 2
Se ti guardi attorno, quando sei all’aperto, ma anche nei luoghi chiusi, ti accorgerai di quante piante sono attorno a te. Le utilizziamo come cibo, come ornamento, per la cura, ma anche per realizzare oggetti e tessuti. 1 Osserva queste piante e, per ciascuna, scrivi O se è di una pianta ornamentale,
A se è una pianta alimentare.
begonia
pomodoro
fagiolo
geranio
zucchina
azalea
potos
filodendro
melanzana
2 Ora guardati attorno (a scuola, in casa di amici, al supermercato, all’aperto) e scrivi
nella tabella i nomi di alcune piante. PIANTE ORNAMENTALI
PIANTE ALIMENTARI
49
INTERDISCIPLINARITÀ
Alunno/a Data Classe
tecnologia
UA 2
La conservazione degli alimenti vegetali Oggi, in qualsiasi momento dell’anno, possiamo avere a disposizione qualsiasi tipo di alimento. Tanti anni fa non era così. Non si sapeva conservare il cibo, gli alimenti ammuffivano e, dopo un po’ di tempo, se non erano stati consumati venivano gettati via. Ma poi l’uomo escogitò molti sistemi per conservare più a lungo il cibo. Eccone alcuni!
Essiccazione Poiché i funghi microscopici che attaccano gli alimenti crescono bene negli ambienti umidi, un buon modo per conservare più a lungo il cibo è seccarlo. La frutta o la verdura viene esposta al sole per lungo tempo. Si trattano in questo modo i fichi, le prugne, le albicocche, i pomodori… Congelamento Anche il freddo previene lo sviluppo degli organismi decompositori, perciò molte verdure vengono surgelate. In questo modo possono essere conservate per molto tempo. Si surgelano gli spinaci, le patate, i carciofi, i frutti di bosco… Salatura e marinatura Anche il sale e l’aceto sono degli ottimi “conservanti” naturali. I capperi si conservano sotto sale. Molte verdure, tra cui le olive, i cetrioli, le carote, vengono trattate e poi conservate tenendole immerse nell’aceto o in salamoia. Inscatolamento La conservazione dei cibi in scatola nacque circa 130 anni fa per poter fornire cibo ai militari che si trovavano in guerra. Oggi molti cibi sono conservati in scatole di alluminio: pomodori e legumi se parliamo di vegetali, ma anche tonno e carne. I cibi prima di essere inscatolati devono subire un trattamento per eliminare i microrganismi che potrebbero rovinarli. 1 Per ciascun vegetale, indica il modo in cui è stato trattato per poter essere conservato,
scegliendo tra: essicazione, congelamento, salatura, inscatolamento.
50
Alunno/a
INTERDISCIPLINARITÀ
Data Classe
geografia
Il viaggio degli alimenti
UA 2
Oggi nei nostri supermercati troviamo frutti, semi, piante alimentari di ogni tipo. Alcune sono coltivate in Italia, altre sono coltivate in Paesi anche molto lontani. Non tutte le piante alimentari sono state domesticate nello stesso luogo e nello stesso tempo: ciò vuol dire che persone che abitavano molto lontane le une dalle altre hanno cominciato a riconoscere alcune piante e a coltivarle, perché il clima e il terreno era particolarmente favorevole. Alcune di queste piante oggi sono coltivate anche in Italia, altre continuano a essere importate. 1 Osserva il planisfero e rispondi.
• In quale paese è stato domesticato ciascun alimento vegetale? – Mais:
– Cipolla:
– Patata:
– Albicocca:
– Caffè: 2 Osserva il planisfero e rispondi.
• Da quale paese importiamo questi alimenti? – Datteri:
– Canna da zucchero:
– Ananas:
– Cacao:
– Tè:
e
51
INTERDISCIPLINARITÀ italiano
Alunno/a Data Classe
La mandragola
UA 2
La mandragola è una pianta che esiste realmente, non solo nella fantasia dell’autrice di Harry Potter! Assomiglia agli spinaci. Però provoca dei fortissimi mal di pancia e chi la mangia può stare veramente molto male. 1 Leggi il testo.
Harry Potter vide che stavano per cominciare due ore di Erbologia. – Serra numero 3, ragazzi – disse la professore Sprite. La professoressa disse: – Oggi rinvaseremo le mandragole. Chi sa dirmi le proprietà della mandragola? – La mandragola è un efficace ricostituente – disse Hermione. – Si usa per riportare nella condizione originale le persone che sono state trasfigurate o sottoposte a un incantesimo. – Ottimo – disse la professoressa Sprite. – La mandragola è un componente fondamentale della maggior parte degli antidoti. Ma è anche pericolosa, chi sa dirmi perché? Hermione alzò la mano: – Il pianto della mandragola è fatale a chiunque lo ascolti! – Proprio così – disse la professoressa. – Ora, le mandragole che abbiamo qui sono tutte molto giovani – indicò una fila di vaschette profonde. Dentro, tutte in fila, vi crescevano un centinaio di pianticelle ricche di ciuffi di foglie color verde marcio. La professoressa Sprite si tirò su le maniche, afferrò saldamente una piantina cespugliosa e tirò forte. Harry ebbe un fremito di sorpresa che nessuno avvertì. Al posto della radici, dalla terra venne fuori un minuscolo neonato coperto di fango e terribilmente brutto. Le foglie gli spuntavano direttamente sulla testa. Aveva la pelle verdastra tutta chiazze ed era chiaro che stava urlando con quanta forza aveva nei polmoni. – Poiché le nostre mandragole sono solo piantine da semenzaio, il loro pianto ancora non uccide – disse tranquilla la professoressa, come se non avesse fatto niente di più emozionante che annaffiare una begonia. – Però, possono mettervi fuori combattimento per molte ore. Perciò, quando ci lavorate, assicuratevi di indossare i paraorecchi. J.K. Rowling, Harry Potter e la camera dei segreti, Salani 2 Sottolinea in rosso le parole che in questo testo fanno capire che la mandragola è una
pianta, in blu quelle che fanno capire che è una pianta fantastica.
52
LA CLASSE CAPOVOLTA
A caccia di cibi!
UA 2
E ora che sapete tutto (o quasi...) sulle piante sarete sicuramente capaci di ricercarle anche al supermercato. Ne troverete di tanti tipi diversi: verdure, semi, frutti, conservati, essiccati, congelati… Forza, a caccia! Poi catalogatele inventando un logo o una frase che ne indichi le caratteristiche in modo chiaro ed efficace.
• Insieme a un adulto, recati al supermercato e fotografa: – 2 vegetali freschi
– 2 verdure congelate
– 2 erbe essiccate
– 2 verdure conservate in scatola
– 2 semi
– 2 frutti essiccati
– 2 semi conservati in scatola
– 2 frutti conservati in scatola
• Poi, disegna un vegetale per tipo. Per ciascuno, inventa anche un logo e/o una scritta per individuare in maniera chiara i diversi tipi di prodotto.
L A
L A
C L A S S E
C L A S S E
C A P O V O L T A
C A P O V O L T A
Prodotto atteso Ricerca e riconoscimento dei diversi tipi di vegetali utilizzati per l’alimentazione e realizzazione di loghi che ne identifichino la tipologia.
53
S cienze
UA 3 • Gli animali
GLI ANIMALI Prodotto finale atteso: classe capovolta
• Realizzazione di un lapbook, Il diario di bordo di Darwin, strumento per visualizzare e raccontare l’esperienza del naturalista.
OBIETTIVI FORMATIVI • Sviluppare atteggiamenti di curiosità. • Esplorare i fenomeni con un approccio scientifico. COMPETENZE Competenze di Educazione Civica
• Imparare a rispettare gli animali. • Lavorare insieme per raggiungere uno scopo comune.
Competenze chiave (europee)
• Competenza • Competenza • Competenza • Competenza
Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)
L’alunno/a: • individua nei fenomeni somiglianze e differenze; • riconosce le principali caratteristiche e i modi di vivere di organismi animali; • espone in forma chiara ciò che ha sperimentato, utilizzando un linguaggio appropriato.
personale, sociale e capacità di imparare a imparare. matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. in materia di Educazione Civica. in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Comprendere il concetto di classificazione come strumento interpretativo delle somiglianze e delle differenze. • Individuare la diversità dei viventi e dei loro comportamenti. • Classificare gli animali. • Conoscere le caratteristiche degli organismi appartenenti al regno animale. • Osservare i momenti significativi nella vita di animali individuando somiglianze e differenze.
Abilità (saper fare) • Saper osservare e riconoscere le caratteristiche e le peculiarità degli animali, anche in relazione agli altri viventi.
Contenuti
• La classificazione e le funzioni vitali degli animali. • Gli animali invertebrati. • Gli animali vertebrati (pesci, anfibi, rettili, uccelli, mammiferi).
Attività e metodologia
Sicuramente i bambini posseggono già molte conoscenze relative agli animali: alcuni di loro avranno un animale domestico, altri li avranno osservati in parchi o durante un’escursione. Sarà perciò utile partire dalle conoscenze pregresse degli allievi, portando alla luce ciò che già sanno. Le esperienze saranno poi confrontate per portare alla luce gli elementi comuni agli animali conosciuti. Come si nutrono? Come si muovono? Tutti depongono le uova? Cambiano il loro comportamento in inverno? In questo modo i bambini riusciranno già a delineare le prime importanti caratteristiche degli animali, cominciando a ipotizzare quali caratteri siano importanti per poterli classificare. Poiché quasi sicuramente le esperienze dei bambini saranno concentrate soprattutto su animali vertebrati, sarà poi necessario invitarli a osservare anche la presenza di animali molto piccoli, come le mosche, i ragni, le formiche.
54
S cienze
UA 3 • Gli animali
In questo modo sarà poi facile introdurre lo studio degli animali invertebrati, anche delle specie da loro poco conosciute. Sarà sempre importante porre in relazione gli animali studiati con l’ambiente in cui essi vivono, scoprendo la stretta relazione tra ciascun vivente e l’ambiente. L’insegnante farà anche notare come la modifica dell’ambiente genera spesso, per gli animali, la necessità di adattarsi, modificando le proprie abitudini, se vogliono sopravvivere ai mutamenti. Sarà importante anche scoprire il ruolo che l’uomo ha nei cambiamenti indotti nell’ambiente, valutando le conseguenze, talvolta positive, talvolta negative, per tutti gli altri animali. INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Scienze, arte e immagine, geografia, storia.
Nuclei tematici • Arte e immagine: Che strano animale!, pag. 61. Inventare un animale fantastico è spunto per riflettere sulle caratteristiche fisiche degli animali in relazione all’ambiente. • Geografia: Il viaggio di Charles Darwin, pagg. 62-63. Gli studi di Darwin sono stati fondamentali per comprendere l’evoluzione delle specie. • Storia: La domesticazione degli animali, pag. 64. Il rapporto con l’uomo ha modificato le abitudini e le caratteristiche di alcuni animali.
Compito di realtà
Gli animali domestici, pag. 65. Conoscenza delle esigenze degli animali domestici e rispetto delle loro peculiarità.
Verifica e valutazione
Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando le verifiche 2A-2B; • le competenze raggiunte, utilizzando: – le verifiche delle pagine 32-33, Quaderno operativo; – il compito di realtà proposto nella Guida.
Strumenti
Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
Flip Poster
13
Didattica partecipata, per introdurre l’argomento e valutare le conoscenze.
Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia
242-261
Fornire conoscenze, sperimentare e dedurre, aiutare a studiare.
Quaderno operativo
16-30
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
Mappe Attive
20, 21, 23, 31
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
Mappe Mentali
44-49
Visualizzare, organizzare ed esporre le conoscenze.
Atlante
56-57
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
Verifiche
34-37
Verificare il raggiungimento degli obiettivi programmati.
Tempi
Circa 2 mesi.
Destinatari
Tutti gli allievi della classe.
55
S cienze
UA 3 • Gli animali
Gli animali
La Per i ragazzi della Scuola Primaria non è necessario conoscere tutti gli elemenclassificazione ti utilizzati nella classificazione. È possibile però, se i ragazzi lo chiederanno, degli animali spiegare loro che la classificazione suddivide i viventi in 3 domini (Eubacteria, Archaea, Eukaria), a loro volta suddivisi in Regni (monere, protisti, funghi, piante, animali) e poi in Phylum (o Tipo), Classi, Ordini, Famiglie, Generi, Specie. I gruppi che vengono generalmente studiati in classe quarta sono i Phylum per quanto riguarda gli invertebrati (poriferi, celenterati…) e le Classi per i vertebrati (pesci, anfibi…). La specie è rappresentata da quegli individui che possono riprodursi tra di loro. Noi perciò apparteniamo alla specie Sapiens, genere Homo, famiglia Ominidi, ordine Primati, classe Mammiferi, phylum Cordati, regno Animali, dominio Eukaria. È importante sottolineare sempre che ci sono tanti modi per classificare, ma in tutte le classificazioni è necessario: • stabilire i criteri utilizzati, cioè quali caratteristiche vengono in considerate; • riunire in gruppi in base alle caratteristiche considerate; • dare un nome a ciascun gruppo.
Come introdurre Come per l’argomento “piante” anche per introdurre l’argomento relativo agli l’argomento animali è utile partire dall’esperienza dei bambini: quali animali hanno in casa, “animali” quali hanno osservato e dove, quali animali secondo loro sono feroci e quali
possono essere addomesticati… Se il regolamento della scuola lo permette portate in classe un piccolo animale (un insetto stecco, un criceto, un pesce) e fateli osservare: osservate come sono fatti, come si muovono, se sono spaventati e come rispondono agli stimoli. Chiedete ai ragazzi se sanno chi ha deposto le uova che vengono utilizzate in cucina, se conoscono altri animali che depongono le uova, se gli animali che depongono le uova sono tutti e solo uccelli… Chiedete agli allievi se conoscono persone vegetariane, se conoscono il significato di questo termine e fate ipotizzare le ragioni che possono aver portato qualcuno a fare la scelta di essere vegetariani.
L’importanza Ricordiamo che è essenziale offrire ai ragazzi una varietà di esperienze da svoldell’osservazione gere in classe: gli allievi dovranno osservare, porsi domande e discutere, colletdiretta tivamente o in piccolo gruppo, a riguardo di ciò che stanno esaminando. Le esperienze dirette aiutano i ragazzi a esprimere le proprie idee, a maturare idee sempre nuove, a stimolare nuove osservazioni, in un processo ciclico. Pian piano le osservazioni e le riflessioni costruiranno categorie mentali e schemi su cui poter organizzare il sapere.
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
56
Le forme di vita acquatica sono innumerevoli. La maggior parte di esse non è ancora conosciuta data la difficoltà di esplorare questo ambiente. Se viene chiesto agli allievi quali sono gli animali del mare, la prima forma di vita che verrà loro in mente sono i pesci, ma se vengono invitati a pensare a quali altri animali o piante si trovano nel mare l’elenco si allungherà notevolmente. Le schede delle pagg. da 57 a 60. possono essere uno strumento per cominciare a capire, operando concretamente, alcune delle profonde differenze tra le specie, anche tra quelle che vivono nello stesso ambiente. Per esempio è possibile far rilevare che il granchio, a differenza del pesce, si muove sul fondale, perciò non ha bisogno di pinne; è però dotato di zampe per muoversi. Il corpo del pesce è coperto da scaglie, quello del granchio da una dura corazza. Il pesce non può lasciare le acque, mentre il granchio può vivere anche sulla sabbia. Come influirà ciò sul movimento? E sulla difesa? Per abituare da subito gli alunni a trovare somiglianze e differenze è utile proporre di classificare in sottogruppi un gruppo di animali più vasto.
Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
Solo i pesci vivono nel mare?
UA 3
1 Segui le istruzioni e costruisci i due animali.
In queste pagine troverai le istruzioni per costruire un pesce e un granchio. Riproduci le parti su un cartoncino. Se vuoi, puoi ingrandire tutto in proporzione.
• Colora le varie parti. Se puoi, procurati la foto di un granchio e scegli i colori più adatti. • Ritaglia le 5 paia di zampe (anche le chele sono arti particolari) e gli occhi. 1
• Taglia le sagome 1 e 2, anche lungo le due linee ai lati del corpo. • Per entrambe le sagome 1 e 2 sovrapponi per circa 1 cm i due lembi del cartoncino vicino al taglio, in modo da dare al corpo del granchio una forma convessa. Incolla i due lembi. • Su una delle sagome incolla gli occhi, sull’altra incolla le 5 paia di zampe, in modo simmetrico. Le linguette dovranno rimanere all’interno del corpo.
2
• Con il nastro adesivo o con la spillatrice, unisci le due parti del corpo del granchio.
57
DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
UA 3
1
2
• Disegna sul corpo del pesce le scaglie, poi coloralo. • Ritaglia le parti. • Per le sagome 1 e 2 taglia anche la linea continua tracciata all’interno del pesce. Sovrapponi i due lembi ai lati del taglio per circa un 1 cm e incollali. • Incolla la pinna caudale all’interno di una delle due parti, in corrispondenza dei lembi sovrapposti. • Usando la spillatrice, unisci le due parti del pesce. • Incolla un occhio su ciascun lato del corpo, dalla parte opposta alla coda. • Incolla anche le pinne laterali, una per ciascuna parte.
2 Completa e rispondi, confrontandoti con i compagni e le compagne.
• Il granchio è un decapode. Ciò significa che ha
piedi.
• Perché, secondo te, il granchio non ha le pinne?
• Perché il pesce non ha le zampe?
• Da che cosa è ricoperto il pesce? E il granchio?
• Il pesce può vivere fuori dall’acqua? Il granchio può vivere fuori dall’acqua?
58
Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
I molluschi sono tutti uguali?
UA 3
1 Osserva questi animali: sono tutti molluschi. Ti sembrano tutti uguali?
Lavora in gruppo. Osservateli e proponete una classificazione.
• Stabilite quali caratteristiche comuni ad alcuni di essi prenderete in considerazione. • Riunite i molluschi in gruppi in base alle caratteristiche considerate. • Date un nome a ciascun gruppo. • Infine, confrontate il vostro lavoro con quello degli altri gruppi.
chiocciola
patella
cozza
vongola
ostrica
seppia
polpo
tridacna
calamaro
59
DIDATTICA PARTECIPATA
UA 3
Alunno/a Data Classe
I mammiferi sono tutti uguali? 1 In questa scheda vedi animali che sono tutti mammiferi, cioè che allattano i propri cuccioli.
Li trovi classificati in sottogruppi in due modi diversi. Osserva le classificazioni e rispondi.
lupo
cavallo
leone
mucca giraffa
iena
capra
volpe
• Con questa classificazione quali caratteristiche sono state prese in considerazione? Quali nomi potresti dare ai gruppi?
koala
elefante
rinoceronte
canguro opossum
ippopotamo
delfino orca
foca • Questa volta i gruppi sono tre. Quali caratteristiche sono state prese in considerazione? Quali nomi potresti dare ai gruppi?
60
Alunno/a
INTERDISCIPLINARITÀ
Data Classe
arte e immagine
Che strano animale!
UA 3
1 Questo animale ha la testa del pipistrello, il corpo dell’orso polare, le zampe
della tartaruga marina. Osservalo, completa e rispondi.
• Scegli un nome che ti sembra adatto.
• Che cosa ti indicano le zampe?
• Che cosa ti indica il corpo muscoloso, grasso e coperto di peli?
• A che cosa potrebbero servire le orecchie così grandi? • Quale potrebbe essere il suo habitat, cioè l’ecosistema in cui vive?
• Quali elementi ti hanno portato a fare questa scelta? 2 Ora componi tu il tuo animale, mescolando insieme più parti.
• Disegnalo e indica da quale animale proviene ciascuna parte. Puoi anche decidere di utilizzare più di tre parti: per esempio testa di pesce, ma orecchie di lepre; corpo di giraffa, ma collo da rinoceronte...
• Dai un nome all’animale di tua invenzione e spiega in quale ecosistema potrebbe vivere. Scrivi le caratteristiche fisiche dell’animale indicando se e come sono in relazione con l’ambiente in cui lo hai posto.
61
INTERDISCIPLINARITÀ
Alunno/a Data Classe
geografia
Il viaggio di Charles Darwin
UA 3
Gli studi di Charles Darwin, un biologo inglese nato circa 200 anni fa, sono stati fondamentali per comprendere come le specie di piante e animali si siano evolute e modificate. Charles Darwin, dal 1831 al 1836, si imbarca sul brigantino inglese Beagle come naturalista: il suo compito è tenere il diario di bordo, raccogliere e catalogare reperti. Compie così un viaggio che lo porterà in molte parti del mondo allora quasi sconosciute. 1 Osserva la rotta tenuta dal Beagle e rispondi. Se necessario, consulta un atlante.
• Il Beagle iniziò e terminò il suo viaggio nel porto di una città. Quale?
Plymouth Azzorre Capo Verde
Tenerife
• In quale nazione si trova quella città?
Galapagos
Callao Lima Valparaiso
Bahia Rio de Janeiro Montevideo Falkland Islands
Cocos (Keeling)Isl.
Mauritius Città del Capo King George’s Sound
Sydney Hobarth
• Una delle prime tappe furono le isole di Capo Verde. In quale oceano si trovano?
Sia nel viaggio di andata sia in quello di ritorno la nave fece tappa a Bahia. • A quale continente appartiene questa città? • In quale emisfero si trova Bahia? • È vicina o lontana dall’equatore? • Come sarà il clima di questa zona? • Quale ambiente naturale, tipico della zona, avrà potuto studiare Darwin in Brasile?
• Quali animali e piante particolari avrà incontrato e osservato?
Il Beagle rimase in Sud America per più di tre anni. Durante questo periodo, l’equipaggio esplorò sia la costa sia l’interno. 2 Cerca su un atlante dove si trovano le Ande e la Patagonia, due zone interne esplorate
da Darwin. Scrivi il loro nome al posto giusto nella carta geografica che vedi in questa pagina.
62
INTERDISCIPLINARITÀ
Alunno/a Data Classe
geografia
Le Galapagos UA 3
3 Una tappa importante del viaggio fu l’esplorazione delle isole Galapagos.
Osserva la loro posizione geografica e rispondi.
• In quale continente si trovano? • In quale oceano? • Osservando un atlante, trova a quale stato appartengono e scrivi il suo nome.
• Secondo te, le isole ai tempi di Darwin erano molto o poco abitate? Perché? • Quale sarà il clima alle isole Galapagos? 4 Tra questi animali, due NON si trovano nelle Galapagos. Segnali con X.
iguana
delfino
testuggine
giraffa
alce
leone marino
fringuello
In Australia 5 Prima di rientrare in patria il Beagle sostò in Australia.
Osserva la sua posizione geografica e rispondi.
• In quale continente si trova? • In quale emisfero? • Da quali oceani è bagnata? • In Australia si trovano specie animali molto particolari. Perché? Le isole sono sempre abitate da animali un po’ strani. L’Australia è un’isola e le specie non hanno avuto possibilità di trasferirsi in altri luoghi lontani.
63
INTERDISCIPLINARITÀ storia
UA 3
Alunno/a Data Classe
La domesticazione degli animali La storia dell’uomo si è intersecata con quella degli animali. La convivenza è stata talvolta un conflitto, altre volte, invece, pacifica. 1 Completa segnando con una X.
• La domesticazione è un processo attraverso il quale: si creano nuove specie viventi. le specie viventi mutano il comportamento e a volte anche l’aspetto fisico per essere utili all’uomo. • La domesticazione è un processo che riguarda: sia le specie animali sia le specie vegetali. solo le specie animali. • La domesticazione è un processo: messo in atto dall’uomo. dovuto al clima. • La domesticazione è un processo avvenuto: all’improvviso. in un tempo lungo.
Il cane e l’uomo Sembra che il primo animale a essere domesticato fu il cane. Alcuni scienziati sostengono che sia stato l’uomo a domesticare il cane, altri, invece, ritengono che sia stato il cane a imparare a vivere con l’uomo per trovare più facilmente cibo. Non si è neppure sicuri del periodo in cui ciò avvenne. Alcuni parlano di 16 mila anni fa, altri di più di 30 mila anni fa. All’epoca della domesticazione del cane gli uomini erano cacciatori e raccoglitori, ma il cane divenne un aiuto ancora più importante quando l’uomo divenne stanziale e si dedicò all’agricoltura e all’allevamento. 2 Spiega come l’uomo cacciatore e raccoglitore utilizzava i cani, scrivendo le didascalie.
64
} } Compito di realtà
Gli animali domestici In quante case vivono animali domestici? Cani, gatti, canarini, criceti, tartarughe sono spesso i nostri migliori amici. Ma noi comprendiamo sempre i loro punti di vista? Tutti gli animali domestici vivono al di fuori del loro habitat naturale, perché vivono nelle nostre case e non in ambienti naturali. Però, alcuni si trovano anche in climi completamente differenti da quelli originari. Segna con X gli animali domestici che nei nostri climi NON vivono allo stato libero.
tartaruga d’acqua
furetto
pesce pagliaccio
cane
coniglio
pappagallo
gatto
iguana
canarino
Completa i fumetti scrivendo che cosa potrebbe pensare ciascun animale.
Con i compagni e le compagne, a gruppi, scrivete un decalogo dei diritti degli animali domestici. Motivate ciascuna affermazione. Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. Competenza in materia di Educazione Civica. Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturale.
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UA 3
LA CLASSE CAPOVOLTA
Il diario di bordo di Darwin
UA 3
Segui le istruzioni per costruire il diario di bordo di Darwin.
• Prendi due fogli di carta formato A4. • Piegali a metà. • Numera le pagine del libretto che hai ottenuto (con 2 fogli otterrai 8 pagine: se vuoi inserire un maggior numero di notizie, puoi utilizzare 3 fogli, così avrai a disposizione 12 pagine). • Per scrivere il diario di bordo ti sono fornite alcune indicazioni: tu però, puoi modificarle e aggiungere anche altre informazioni. Scrivi utilizzando il corsivo e in bella grafia. • Inserisci nel diario di bordo alcune immagini: disegna tu o riproduci i disegni forniti. Pagina 1 Il mio diario di Bordo Pagina 2
L A
Oggi, 27 dicembre 1831, mi sono imbarcato sul Beagle, un brigantino della Marina Reale Inglese, sotto il comando del capitano Fitzroy. Il governo inglese cercava un naturalista per questo lungo viaggio e, contro il volere di mio padre, io ho accettato l’incarico. Il nostro compito è esplorare terre quasi sconosciute, dall’America meridionale all’Australia.
C L A S S E
Pagina 3 Il viaggio è iniziato: controllo di avere con me tutto ciò che potrà essermi utile. Forse con questo viaggio riuscirò a trasformare in realtà il mio sogno di diventare uno studioso della natura. Pagina 4
C A P O V O L T A
Febbraio 1832 Il nostro viaggio ci porta in Sud America: Brasile, Uruguay, le isole Falkland e l’Argentina. Ho scritto a mio padre raccontando la mia esperienza: chissà se riuscirà a capirmi. Il panorama è talmente diverso dal nostro che parlarne è come voler spiegare i colori a un cieco.
66
Pagina 5
UA 3
Agosto 1833 In Argentina ho visto le immense pampas e ho trovato la carcassa di uno strano animale: il gliptodonte. È molto grande: sembra un armadillo gigante: chissà se è un parente della specie attuale? Pagina 6 15 settembre 1835 Siamo finalmente arrivati alle Isole Galapagos. Non mi aspettavo di vedere così tante meraviglie. Non avrei mai immaginato che isole molto distanti tra loro, ma della stessa natura rocciosa e con un clima e un’altitudine quasi uguale, sarebbero state abitate in modi tanto diversi. Ho potuto osservare moltissimi animali, tra i quali le iguane. Pagina 7 12 gennaio 1836 Oggi siamo sbarcati a Sidney, in Australia. Questa terra lontanissima è abitata da animali che non ho mai visto in altro posto del mondo: canguri, ornitorinchi, koala… Pagina 8 2 ottobre 1936 Eccoci di nuovo in Inghilterra. Il viaggio è terminato. Sento di essere cambiato profondamente. In questi cinque anni ho passato più di tre anni sulla terra e il resto del tempo in mare. Ho osservato animali e piante fino ad ora sconosciute. Voglio scrivere un libro raccontando tutte le mie scoperte.
L A C L A S S E
Ora entra nel personaggio! Immagina di essere Darwin e, utilizzando il tuo diario di bordo, racconta all’insegnante la tua esperienza.
• Quando sei partito? Quali sono state le tappe del viaggio? In Sud America hai fatto delle scoperte: quali? Quali animali hai osservato alle Galapagos? E in Australia? Quali ipotesi hai fatto sull’evoluzione della vita di animali e piante? Prodotto atteso Realizzazione di un lapbook, Il diario di bordo di Darwin, strumento per visualizzare e raccontare l’esperienza del naturalista.
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C A P O V O L T A
S cienze
UA 4 • Gli ecosistemi
GLI ECOSISTEMI Prodotto finale atteso: classe capovolta
• Realizzazione di un poster che illustri la molteplicità degli ecosistemi, le loro peculiarità, gli interventi dell’uomo, le conseguenze positive e negative.
OBIETTIVI FORMATIVI • Saper osservare. • Sviluppare atteggiamenti di curiosità. • Imparare a cogliere analogie e differenze. • Imparare a ordinare le conoscenze in schemi interpretativi. COMPETENZE Competenze di Educazione Civica
• Imparare a rispettare l’ambiente. • Imparare a non sprecare e riciclare. • Lavorare insieme per raggiungere uno scopo comune.
Competenze chiave (europee)
• Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. • Competenza in materia di Educazione Civica. • Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare.
Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)
L’alunno/a: • individua nei fenomeni somiglianze e differenze; • sviluppa atteggiamenti di curiosità; • individua nei fenomeni somiglianze e differenze; • rispetta e apprezza il valore dell’ambiente sociale e naturale; • espone in forma chiara ciò che ha sperimentato, utilizzando un linguaggio appropriato.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Riconoscere le relazioni tra esseri viventi e ambiente. • Conoscere le caratteristiche fondamentali di un ecosistema. • Individuare la differenza tra organismi autotrofi ed eterotrofi.
Abilità (saper fare) • Saper osservare e riconoscere le interazioni esistenti negli ecosistemi.
Contenuti
• Le relazioni tra viventi. • Gli ecosistemi. • Le catene alimentari. • L’equilibrio degli ecosistemi. • La biosfera. • Biomi ed ecosistemi. • L’intervento antropico e le conseguenti modificazioni degli ecosistemi.
Attività e metodologia
Ciascuna unità di scienze partirà dalle conoscenze pregresse degli allievi e dall’osservazione diretta del territorio per ritrovare in esso gli elementi costituitivi. I bambini saranno invitati a osservare un ambiente vicino, rilevando le forme di vita e gli elementi abiotici. Si ipotizzeranno le relazioni in esso esistenti con particolare riferimento a come i viventi trovano cibo nell’ambiente e alle modificazioni operate dall’uomo. Le conoscenze pregresse dei bambini saranno valorizzate, confrontate e utilizzate come punto di partenza per avviare l’esplorazione del nuovo argomento. Le esperienze concrete, le osservazioni, saranno la base per stimolare la scoperta personale. Nell’ambiente circostante si troveranno le tracce delle modifiche antropiche, valutando l’impatto delle stesse sull’ecosistema. Si allargherà lo studio dagli ecosistemi vicini a quelli lontani, comprendendo la differenza tra bioma ed ecosistema.
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S cienze
UA 4 • Gli ecosistemi
Come strumenti informativi si utilizzeranno sia i libri di testo sia letture integrative, utilizzando supporti differenti. Verrà data enfasi alla comunicazione tra pari e alla documentazione del lavoro svolto attraverso compiti di realtà e peer teaching. INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Scienze, geografia, educazione civica, storia, tecnologia.
Nuclei tematici
• Geografia, Educazione civica: Il Lago di Aral, pagg. 74-75. Le profonde modifiche dell’ecosistema del Lago di Aral sono uno spunto per riflettere su come e quanto l’uomo possa modificare gli ecosistemi.
• Storia, Educazione civica: La deforestazione, pag. 76. Uno dei maggiori problemi ecologici attuali, che spesso origina nel passato.
• Storia, Tecnologia: Le paludi e la loro bonifica, pag. 77. Un ecosistema presente sul territorio italiano modificato profondamente dall’uomo. Compito di realtà
L’ambiente attorno a te, pag. 78. Analisi delle modificazioni del territorio in cui il bambino vive.
Verifica e valutazione
Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando la prima parte delle verifiche 3A e 3B; • le competenze raggiunte, utilizzando: – la verifica delle pagine 42-43, Quaderno operativo; – il compito di realtà proposto nella Guida.
Strumenti
Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
Flip Poster
14
Didattica partecipata, per introdurre l’argomento e valutare le conoscenze.
Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia
262-271
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
Quaderno operativo
34-39
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
Mappe Attive
40-41
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
Mappe Mentali
50-51
Visualizzare, organizzare ed esporre le conoscenze.
Atlante
58-59
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
Verifiche
38-41
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
Tempi
Circa 2 mesi.
Destinatari
Tutti gli allievi della classe.
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S cienze
UA 4 • Gli ecosistemi
Gli ecosistemi L’ECOLOGIA
L’argomento che La biosfera è la parte del pianeta abitabile da esseri viventi. Ricopre tutto il tratteremo pianeta e comprende sia i primi chilometri dell’atmosfera terrestre sia la parte più superficiale della crosta terrestre, inclusi gli oceani. Viene suddivisa in biomi, vaste zone con caratteristiche simili determinate in maggior parte dalla posizione geografica. All’interno di ciascun bioma si trovano vari e differenti ecosistemi. L’insieme degli esseri viventi della stessa specie forma una popolazione. Il luogo in cui essi vivono è detto habitat. L’insieme di più popolazioni forma una comunità. Le comunità e gli habitat formano gli ecosistemi, che risultano dunque formati da fattori non viventi (abiotici) e da tutte le forme di viventi (fattori biotici). Tra comunità e habitat intercorrono relazioni continue, costituite da scambi di energia e di materia. L’ecologia è la scienza che studia l’insieme delle relazioni e delle interazioni che si stabiliscono tra le comunità e l’habitat, delle conseguenze che determinano sui singoli organismi, sulle popolazioni e sulle comunità, ma anche sull’habitat stesso. All’interno di ogni ecosistema la relazione più macroscopica è quella determinata dalla necessità di nutrirsi e quindi dal determinarsi di catene e reti alimentari. Tra i viventi si stabiliscono però anche relazioni di parassitismo o di mutualismo. Con il parassitismo alcune specie sottraggono risorse ad altre. Con il mutualismo specie differenti traggono dalla convivenza un reciproco vantaggio. Esempi di parassitismo: gli afidi succhiano la linfa della piante su cui vivono. Esempi di mutualismo: gli uccelli chiamati “guardiani del coccodrillo” si nutrono dei resti che rimangono tra i denti del coccodrillo; trovano così nutrimento aiutando il rettile a liberarsi di sostanze che potrebbero danneggiarlo.
Come Per introdurre l’argomento è possibile proporre agli alunni una serie di domande introdurre stimolo: l’argomento • Quando e in quale contesto avete sentito il termine “ecologia”?
• Quali termini associate alla parola “ecologia”? • Quali parole assomigliano e forse derivano da ecologia? • Quali problemi del territorio in cui viviamo possono essere definiti “problemi ecologici”?
70
UA 4 • Gli ecosistemi
S cienze
Esempi Si parla spesso di ambiente (più raramente si utilizza il termine di ecosistedi didattica ma). Ma che cos’è? Chi o che cosa lo forma? Per introdurre l’argomento relativo partecipata allo studio dei differenti ecosistemi si possono proporre le seguenti attività. e inclusiva
Attività
1. Se i viventi se ne vanno ( pagina 72) • Fate osservare l’immagine di un ambiente. L’immagine potrebbe anche contenere elementi antropici ma, per evitare confusioni, è meglio proporre l’analisi di un ambiente completamente naturale. • Chiedete agli allievi di rilevare tutti i viventi che riescono a individuare. Proponete poi di eliminare dall’ambiente qualsiasi elemento vivente (ed eventualmente qualsiasi elemento antropico, se nell’immagine ve ne fossero) e di disegnare ciò che rimane. • Analizzate insieme che cosa rimane: l’aria, il suolo, il vento, le nuvole, le rocce, la pioggia, i fiumi… • Chiedete poi agli allievi di immaginare che cosa succederà a questi elementi senza l’intervento dei viventi: il fiume manterrà il suo corso? La montagna manterrà la sua forma? La forza del vento o il calore del sole modificheranno l’ambiente come quando c’erano anche i viventi oppure no? 2. Guerra e pace in un ecosistema ( pagina 73) Gli allievi sanno, anche se non lo hanno ancora studiato, che negli ecosistemi i viventi hanno bisogno di nutrirsi e diventano a loro volta cibo per altri. • Chiedete agli alunni di dividersi in gruppi e di scegliere un ecosistema o un bioma (la savana, il lago, la foresta…). Ciascun ragazzo interpreterà un vivente (animali, piante ma anche funghi e batteri). • Fate drammatizzare le relazioni tra viventi. Quali animali convivono senza entrare in conflitto? Chi è preda? Per chi? Chi è predatore? Di chi? Quando devono essere in allerta? Quando possono essere rilassati? • Chiedete agli allievi di raccontare la propria giornata in quel particolare ecosistema, mettendosi nei panni del vivente scelto. 3. Che cosa succederebbe se… Se le condizioni ambientali si modificano per cause naturali o antropiche (un terremoto, una frana, un insediamento umano…) le condizioni dei viventi cambiano. Tuttavia, a volte velocemente, a volte con tempi lunghi, l’ecosistema ritrova il suo equilibrio. • Chiedete agli allievi di immaginare un ecosistema in cui si è verificato un repentino cambiamento. • Per esempio, se nella savana scomparissero tutti i predatori, come vivrebbero gli erbivori? La loro vita sarebbe migliore? Ci sarebbe cibo a sufficienza per tutti? • Fate immaginare, raccontare e drammatizzare.
71
DIDATTICA PARTECIPATA
UA 4
Alunno/a Data Classe
se i viventi se ne vanno 1 Quale ecosistema è rappresentato? Quali viventi riesci a individuare?
Immagina che tutti i viventi scompaiano e, su un foglio, in autonomia o in gruppo, disegna l’ambiente senza viventi.
72
Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
Guerra e pace in un ecosistema 1 Osserva questo ambiente. Riproduce una foresta nel periodo del giurassico.
Immagina di essere un dinosauro erbivoro. Segui la traccia e racconta.
• Come trascorri la tua giornata? • Che cosa fai se incontri un dinosauro carnivoro? • Come ti comporti quando incontri un altro erbivoro come te? Temi che ti possa portare via il cibo o pensi che possa essere un aiuto in caso di pericolo?
73
UA 4
INTERDISCIPLINARITÀ geografia
UA 4
Alunno/a
• educazione civica
Data Classe
Un ecosistema che si modifica Il Lago di Aral: com’era Nel mondo gli ecosistemi si modificano in continuazione. Un esempio molto evidente è dato dal Lago di Aral. Il Lago di Aral, da molti chiamato Mar di Aral, si trova nel continente Asia. Milioni di anni fa era collegato al mare. In seguito a movimenti della crosta terrestre è rimasto isolato tra le terre, così come il Mar Caspio. 1 Osserva questa carta geografica
di alcuni decenni fa (1960): cerca e colora in blu il Lago di Aral, in azzurro il Mar Caspio. Lago di Aral
2 Misura la larghezza del lago nel punto più
ampio e calcola la misura reale, poi rispondi.
• Misura sulla carta: cm
100 km
• Misura reale: km
o
spi
r Ca
Ma
Mar Nero
0
• Quanto era largo il lago di Aral nel 1960?
• Perché, secondo te, era ed è chiamato anche mare? 3 Nel 1960 il Lago di Aral era il quarto lago per estensione nel mondo. Secondo te,
da che cosa era alimentato, cioè da dove arrivava l’acqua che sostituiva quella che evaporava? Fai delle ipotesi. 4 Osserva ora questa fotografia recente che mostra una nave nel territorio del Lago di Aral
e rispondi.
• Che cosa potrebbe essere successo?
74
INTERDISCIPLINARITÀ
Alunno/a Data Classe
geografia
• educazione civica
Un ecosistema che si modifica Il Lago di Aral: com’è 1 Confronta la forma che il lago aveva nel 1960 con quella attuale. 0
0
100 km
• Che cosa è successo?
100 km
attuale
1960
2 Analizza le cause: rispondi.
Il clima della zona in cui si trova il Lago di Aral è caldo e le acque del lago sono soggette a forte evaporazione. Il lago ha però molti immissari e nessun emissario: perciò i fiumi garantiscono il ricambio di acqua dolce. Attorno al lago il clima favorisce la coltivazione del cotone, pianta che ha bisogno di molto calore e molta acqua per crescere. • Il cotone è una pianta alimentare o una pianta tessile?
• Da dove i contadini avranno ricavato l’acqua necessaria per queste colture? 3 Analizza le conseguenze: segna con più X.
Per permettere la coltivazione del cotone è stato deviato il corso di molti fiumi che erano immissari del Lago di Aral e utilizzata gran parte dell’acqua che alimentava il lago. Il Lago di Aral è diventato: meno esteso. più profondo. meno inquinato perché riceve meno acqua dai fiumi.
iù inquinato a causa dei pesticidi p utilizzati in agricoltura. meno pescoso. più pescoso.
4 Esprimi il tuo parere.
• Come valuti l’intervento operato dall’uomo in questo particolare ecosistema?
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UA 4
INTERDISCIPLINARITÀ storia
• educazione civica
Alunno/a Data Classe
La deforestazione
UA 4
Uno dei maggiori problemi ambientali del nostro pianeta è la deforestazione. Quando è iniziata? E noi, possiamo fare qualcosa? 1 Leggi con attenzione. Soffermati sulla situazione italiana: sottolinea in verde gli aspetti
positivi e in rosso quelli negativi.
Il 21 marzo è la Giornata Internazionale delle Foreste. Questa ricorrenza è stata decisa nel 2013 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare sulla necessità di tutelare il patrimonio boschivo da cui dipende la vita di tutti gli esseri viventi. Le foreste, infatti, non sono solo il luogo ideale per la vita di migliaia di animali e piante, ma aiutano a prevenire frane e alluvioni e, soprattutto, diminuiscono la quantità di anidride carbonica e producono ossigeno. Qual è la situazione in Italia? In Italia circa un terzo del territorio è ricoperto da boschi. Negli ultimi decenni la superficie ricoperta da boschi è aumentata perché molte zone destinate a pascoli o campi sono state abbandonate e la vegetazione spontanea ha ripreso il sopravvento. Purtroppo però questi boschi sono poco curati e la vegetazione è intricata. Perciò quando si verifica un incendio, che accade spesso, è impossibile far entrare nella vegetazione i mezzi dei pompieri e l’incendio può essere spento solo dall’alto. 2 Duemila anni fa l’Italia aveva molti più boschi e foreste di quante ce ne siano oggi.
Furono gli antichi Romani a dare inizio alla deforestazione. Scrivi quali furono le cause.
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INTERDISCIPLINARITÀ
Alunno/a Data Classe
storia
• tecnologia
Le paludi e la loro bonifica
UA 4
Spesso l’uomo modifica gli ecosistemi per adattarli alle proprie esigenze. In Italia la bonifica delle paludi, già iniziata dai Romani e ripresa nel secolo scorso, ha portato grandi benefici all’economia. 1 Leggi e scrivi nello schema gli aspetti positivi e quelli negativi della presenza di paludi.
Nelle pianure spesso l’acqua dei fiumi e quella piovana ristagna e si formano le paludi. La palude è un ecosistema molto ricco di biodiversità, ma non è un luogo adatto né alla coltivazioni né all’insediamento umano. In Italia le pianure dell’Agro Pontino, dell’Agro Romano e della Maremma Toscana furono bonificate circa un secolo fa. Anche parte della pianura Emiliana, oggi fertilissima, è il risultato di tanti anni di lavoro di bonifica. ASPETTI POSITIVI
ASPETTI NEGATIVI
2 Collega ciascuna immagine alla didascalia corrispondente, numerando. Poi rispondi.
a costruzione di argini lungo i fiumi, impedisce che essi straripino 1 L e invadano il terreno. 2 I canali, che scorrono più in basso del terreno circostante, convogliano l’acqua in eccesso e poi la portano lontano dal campo. 3 L e idrovore sono pompe aspiranti molto potenti: raccolgono le acque convogliate nei canali.
• Alcune di queste procedure per bonificare e convogliare le acque del fiume erano utilizzate anche da popolazioni del passato lontano. Quali?
• Qual era lo strumento utilizzato da queste popolazioni che aveva una funzione simile a quella della pompa, cioè raccogliere e spostare l’acqua in eccesso? Lo shaduf.
Il mulino.
Il carro.
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} } Compito di realtà
L’ambiente attorno a te
UA 4
Con questa Unità di Apprendimento hai conosciuto gli ecosistemi. Hai visto le relazioni che in essi si stabiliscono tra i viventi e i non viventi. Hai notato l’incidenza dell’uomo nel cambiamento diretto o indiretto degli ecosistemi e hai imparato come l’uomo li ha modificati portando dei vantaggi a se stesso. Queste modificazioni a volte hanno avuto solo conseguenze positive, a volte anche conseguenze negative. Osserva questi interventi operati dall’uomo e completa la tabella.
MODIFICA DELL’ECOSISTEMA Realizzazione di un parcheggio e di un supermercato.
Realizzazione di uno stabilimento balneare.
ASPETTI POSITIVI
ASPETTI NEGATIVI
Nel luogo in cui abiti si è verificata una situazione simile a quelle che hai visto nelle immagini? Riesci a documentarla attraverso fotografie o interviste?
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Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. Competenza in materia di Educazione Civica.
LA CLASSE CAPOVOLTA
Un poster per gli ecosistemi
UA 4
Seguendo le indicazioni, realizzate un poster in cui sintetizzare le conoscenze che avete acquisito con questa Unità di Apprendimento.
I biomi del nostro pianeta
• Fotocopiate questo planisfero, ingrandendolo. • Cercate su libri, depliant pubblicitari o Internet una o più immagini per ciascuno dei 9 biomi studiati (potete anche fotocopiare le fotografie presenti nel volume di studio alle pagine 266-267). • Collegate le immagini al posto giusto sul planisfero, scrivendo anche il nome dell’ambiente. 0
Lago di Aral
0
100 km
100 km
• Ricordate quanto studiato riguardo il Lago di Aral? Che cos’è? Dove si trova? Che cosa è accaduto? Disegnatelo sul planisfero nelle dimensioni odierne, al posto giusto 1960
attuale
La bonifica delle paludi
L A C L A S S E C A P O V O L T A
• Disegnate un simbolo che rappresenti la bonifica delle paludi. Segnalate sulla carta i luoghi in Italia dove si trovano paludi bonificate.
• Esponete il poster nel corridoio. Stabilite un giorno e un’ora in cui spiegherete a chi vorrà ascoltarvi ciò che avete imparato e inserito nel poster. • Al termine dell’esposizione distribuite dei foglietti perché chi vi ha ascoltato possa scrivere un suo commento o un suo pensiero.
Giorno: Orario: dalle
L A C L A S S E
alle
Relatori • Biomi: • Lago di Aral: • Bonifica paludi:
C A P O V O L T A
Prodotto atteso Realizzazione di un poster che illustri la molteplicità degli ecosistemi, le loro peculiarità, gli interventi dell’uomo, le conseguenze positive e negative.
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S cienze
UA 5 • Acqua, aria, suolo
GLI ELEMENTI NON VIVENTI DELLA BIOSFERA: ACQUA, ARIA, SUOLO Prodotto finale atteso: classe capovolta
• Analisi di un ecosistema evidenziando il ruolo, la funzione, l’incidenza degli elementi non viventi (aria, acqua, suolo) e le loro interconnessioni.
OBIETTIVI FORMATIVI • Saper osservare. • Sviluppare atteggiamenti di curiosità. • Imparare a cogliere analogie e differenze. • Saper formulare ipotesi e saperle verificare. COMPETENZE Competenze di Educazione Civica
• Imparare a rispettare l’ambiente. • Imparare a non sprecare e riciclare. • Lavorare insieme per raggiungere uno scopo comune.
Competenze chiave (europee)
• Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. • Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare. • Competenza in materia di Educazione Civica.
Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)
L’alunno/a: • individua nei fenomeni somiglianze e differenze; • sviluppa atteggiamenti di curiosità; • esplora i fenomeni con un approccio scientifico; • espone in forma chiara ciò che ha sperimentato, utilizzando un linguaggio appropriato; • trova da varie fonti (libri, internet, discorsi degli adulti, ecc.) informazioni e spiegazioni sui problemi che lo interessano.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Conoscere le caratteristiche dell’acqua. • Conoscere le caratteristiche dell’aria e dell’atmosfera. • Conoscere le caratteristiche del suolo.
Abilità (saper fare)
• Osservare un ambiente vicino; individuare gli elementi che lo caratterizzano e i loro cambiamenti nel tempo. • Osservare le caratteristiche dei terreni, delle acque, dell’aria.
Contenuti
• Le caratteristiche dell’acqua. • Le caratteristiche dell’aria. • L’atmosfera e la pressione atmosferica. • I fenomeni meteorologici. • Le caratteristiche del suolo.
Attività e metodologia
Questa Unità di Apprendimento darà agli allievi la possibilità di mettere in correlazione quanto imparato nel corso dell’anno scolastico. La conoscenza di tre fondamentali elementi abiotici (acqua, suolo, aria) sarà occasione per ricordare quanto interiorizzato con l’analisi degli ecosistemi, dei viventi e della materia. Anche in questo caso la metodologia di lavoro sarà improntata all’osservazione della realtà circostante in cui trovare i tre elementi abiotici indagati. Esperimenti guidati ed esperienze forniranno occasioni per mettere in pratica la propria conoscenza. Partendo dall’indagine personale dei fenomeni, si giungerà alla scoperta delle leggi generali. Come sempre, i risultati dei lavori saranno discussi nel gruppo classe o in un meno numeroso gruppo di pari.
80
S cienze
UA 5 • Acqua, aria, suolo
Si utilizzeranno tutti gli strumenti informativi e formativi a disposizione: i libri di testo, il laboratorio di scienze, siti internet in cui ritrovare approfondimenti sull’argomento meteorologia e sulle pratiche adottate da altri per incrementare il rispetto dell’ambiente. INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Scienze, tecnologia, storia, matematica, geografia, educazione civica.
Nuclei tematici
• Tecnologia, Storia: Gli strumenti del meteorologo: ieri, oggi, domani, pag. 86. La meteorologia indaga i fenomeni atmosferici collegati all’aria, all’acqua, al suolo. • Matematica: Interpretare i dati, pag. 87. La matematica, per mezzo dei grafici, ci permette di rendere facilmente leggibili i dati relativi a acqua, aria, suolo. • Geografia: I deserti del mondo, pag. 88. Acqua, aria e suolo determinano gli ambienti. • Educazione civica: Il blocco del traffico e il bike sharing, pag. 89. L’eccessivo inquinamento dell’aria ci impone di avere comportamenti virtuosi.
Compito di realtà
L’acqua è tutta uguale?, pag. 88. L’acqua potabile e l’acqua minerale: l’importanza di saper leggere le etichette.
Verifica e valutazione
Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando la seconda parte delle verifiche 4A e 4B. • le competenze raggiunte, utilizzando: – le verifiche delle pagine 56-57, Quaderno operativo; – il compito di realtà proposto nella Guida.
Strumenti
Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
Flip Poster
14
Didattica partecipata, per introdurre l’argomento e valutare le conoscenze.
Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia
272-289
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
Quaderno operativo
44-53
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
Mappe Attive
47-50 54-55
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
Mappe Mentali
52-53
Visualizzare, organizzare ed esporre le conoscenze.
Atlante
50-55
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
Verifiche
43-45
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
Tempi
Circa 1 mese.
Destinatari
Tutti gli allievi della classe.
81
S cienze
UA 5 • Acqua, aria, suolo
Gli elementi non viventi della biosfera: acqua, aria, suolo
L’argomento che Questa Unità di Apprendimento non affronta lo studio di tutti gli elementi non tratteremo viventi della biosfera, ma solo alcuni di quelli che maggiormente interferiscono
e condizionano la vita (acqua, aria, suolo). Lo studio della luce solare e del calore, altri importantissimi elementi presenti negli ecosistemi, viene rimandato al prossimo anno scolastico. È perciò necessario che l’insegnante tenga sempre presente, nella presentazione delle tre parti di questa unità didattica, che gli elementi vanno studiati nelle loro particolari caratteristiche, ma soprattutto va evidenziato il ruolo che essi hanno nel permettere e condizionare la vita sulla Terra. È consigliabile perciò svolgere molte esperienze guidate per visualizzare l’interazione tra viventi e acqua, suolo, aria. È possibile riproporre, come probabilmente fatto negli anni precedenti, l’osservazione della crescita di piccole piante. Questa volta però saranno isolate le variabili che incidono sulla loro crescita: ad esempio più piantine uguali saranno messe in vasi con terra di tipo differente e/o saranno bagnate con differente intensità. Sarà necessario introdurre una sola variabile per volta e osservare e registrare i risultati con regolarità. I bambini che osservano la crescita di esseri viventi risultano spesso emotivamente molto coinvolti. Sarà necessario perciò fare in modo che nessuna piantina muoia, interrompendo gli esperimenti quando le conseguenze di un’insufficiente innaffiatura o di un terreno inadatto siano palesi, ma non irrimediabili. Naturalmente non è possibile proporre esperimenti per valutare gli effetti sui viventi della mancanza di aria, ma è possibile far riflettere gli allievi sulla necessità per gli alpinisti che effettuano scalate in alta quota di allenarsi alla rarefazione dell’ossigeno e di portare con sé bombole di ossigeno. Nell’osservazione dei fenomeni meteorologici si può porre l’accento sulla comparsa sempre più frequente di fenomeni estremi come le alluvioni, i tornado, le tempeste, facendo prima osservare i fenomeni attraverso video, poi analizzandoli per scoprire quali fattori (aria, acqua, suolo) siano coinvolti e infine ipotizzarne le cause. Saranno poi i ragazzi stessi a voler approfondire l’argomento ricercando notizie ulteriori fornite dai media.
ACQUA Come introdurre Per introdurre l’argomento “acqua” l’insegnante può chiedere agli allievi di osl’argomento servare la presenza di acqua, invitandoli a trovarla nel maggior numero di casi,
anche indagando la materia. Si possono proporre le seguenti domande stimolo: perché beviamo? Perché abbiamo sete? Secondo voi, conteniamo acqua? Un’arancia contiene acqua? E una mela? Se secondo voi la risposta è sì, in quale stato è presente l’acqua nei corpi? SUOLO
Per introdurre l’argomento “suolo” l’insegnante può rivolgere una serie di domande stimolo, che consentono anche di valutare le conoscenze pregresse. Quale differenza vi è tra le parole terra e Terra? Quali tipi di terreno conoscete? La sabbia che trovate in riva al mare è un tipo di terreno? In base a che cosa avete fornito la risposta? Il terreno che viene acquistato nei supermercati
82
UA 5 • Acqua, aria, suolo
S cienze
in sacchetti è diverso o simile a quello del giardino della scuola? In che cosa è diverso? In che cosa è simile? È utile lasciare le foglie morte sul terreno oppure no? Perché? Perché al supermercato sono in vendita differenti tipi di terreno? A che cosa sono destinati? ARIA
Anche per introdurre l’argomento “aria” sono utili una serie di domande stimolo, che permettono di valutare le conoscenze pregresse. Da che cosa si capisce che l’aria esiste? Che cosa significa l’espressione “aria inquinata”? Quali elementi possono inquinare l’aria? Se siete stati in alta montagna avete notato differenze nella qualità dell’aria? Se sì, quali? Quando vediamo l’aria muoversi? Quali fenomeni atmosferici sono determinati dallo spostamento di masse di aria?
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
Nella presentazione della precedente Unità di Apprendimento gli allievi erano stati invitati a osservare un ambiente e a ipotizzare le possibili conseguenze sullo stesso modificando o eliminando gli elementi viventi. Ora è possibile proporre un’attività analoga, che indaga però le modifiche determinate dall’alterazione degli elementi non viventi.
Attività 1. Se l’acqua scompare ( pagina 84) • Fate osservare un ambiente, direttamente o attraverso un’immagine. • Fate rilevare agli allievi la presenza di acqua in tutte le sue forme e i suoi stati. • Chiedete agli alunni di immaginare lo stesso ambiente completamente privo di acqua e ponete loro le seguenti domande: quali conseguenze ci sarebbero per i viventi? E per i non viventi come il suolo e l’aria? Le montagne (se ve ne sono) subirebbero dei cambiamenti? Quali? Perché? 2. Se il suolo si modifica ( pagina 84) • Partite anche in questo caso dall’osservazione di un campo coltivato (attraverso immagini o direttamente). • Fate descrivere il tipo di suolo. Se l’osservazione è diretta fate toccare il suolo e fatene rilevare le caratteristiche. • Ipotizzate che il tipo di terreno cambi completamente, ad esempio diventi roccioso o sabbioso e ponete le seguenti domande: che cosa succederà alle piante? E agli animali? • È possibile anche drammatizzare la situazione, raccontando il cambiamento visto con gli occhi di una pianta o di un animale. 3. Un mondo privo di atmosfera ( pagina 85) Gli scienziati non sono concordi nell’affermare che la Luna non ha atmosfera. Fino a poco tempo fa erano certi che non riuscisse a trattenere attorno a sé dell’aria, date le ridotte misure del nostro satellite. Da alcuni anni, però, alcuni sostengono che esista un sottile strato di atmosfera. È possibile però proporre questa attività concordando con gli scienziati che affermano che la Luna non abbia atmosfera. • Fate osservare immagini della Luna e dello sbarco degli uomini sulla Luna. • Chiedete che cosa comporta l’assenza di aria, facendo dedurre la risposta dalle immagini.
83
DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
Se l’acqua scompare
UA 5
1 Osserva l’immagine e rispondi.
• Dove puoi vedere la presenza di acqua in questo ambiente? Tutta l’acqua presente è visibile? • Dove, secondo te, è presente acqua invisibile? • Ora immagina che tutta l’acqua scompaia. Come si modifica il paesaggio? Disegnalo.
Se il suolo si modifica 1 Osserva l’immagine e rispondi.
• Come immagini sia il suolo di questo campo? Che cosa succederebbe se all’improvviso il terreno diventasse sabbioso? • Drammatizza le conseguenze dell’accaduto su un girasole. Racconta le modificazioni che accadono come se tu fossi la volpe che abita vicino al campo.
84
Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
Un mondo privo di atmosfera
UA 5
1 Osserva le immagini, descrivi il suolo lunare e rispondi.
• Da che cosa puoi dedurre che sulla Luna non ci sia aria? • Come sarà la temperatura durante il giorno? E durante la notte? Pensi che ci sia una forte differenza termica oppure no? Perché? • Perché, secondo te, gli scienziati studiano la presenza di aria sulla Luna? • Che cosa dovrebbero e potrebbero fare gli umani se intendessero stabilire delle basi sulla Luna?
85
INTERDISCIPLINARITÀ tecnologia
UA 5
• storia
Alunno/a Data Classe
Gli strumenti del meteorologo: ieri, oggi, domani Una domanda che spesso ci poniamo è: – Che tempo farà? Per trovare una risposta oggi ci possiamo servire di app sullo smartphone, di siti Internet, delle notizie fornite dai media... Le previsioni del tempo sono stilate da meteorologi che si avvalgano di sofisticati strumenti. Ma è sempre stato così? 1 Leggi e rispondi.
Le origini della meteorologia Quando l’uomo cominciò a chiedersi: ”Che tempo farà“? Probabilmente molte migliaia di anni fa, i nostri antenati, cacciatori e raccoglitori prima, agricoltori e allevatori poi, si chiedevano se sarebbe arrivata la pioggia per far crescere le piante o una giornata di sole per poter raccogliere le bacche della foresta. I nostri antenati avevano un unico strumento a loro disposizione: gli occhi (e naturalmente il cervello!). Con gli occhi scrutavano il cielo, osservavano l’addensarsi delle nuvole e la direzione del vento, scoprendo regolarità e segni premonitori. Ancora oggi molti detti popolari derivano solo da queste osservazioni: “Rosso di sera bel tempo si spera, rosso di mattina la pioggia si avvicina”, “Cielo a pecorelle, acqua a catinelle”.
Gli strumenti La meteorologia è nata con l’uomo primitivo, ma, come scienza, è molto giovane. Il termometro fu inventato da Galileo Galilei all’inizio del 1600 e, circa un secolo più tardi, Evangelista Torricelli inventò il barometro per misurare la pressione dell’aria.
• A che cosa serve il termometro in meteorologia?
• Il barometro misura la pressione dell’aria. Quale funzione ha il barografo? È uno strumento che trascrive la misurazione della pressione. È uno scienziato che studia la pressione dell’aria • L'anemometro misura la velocità del vento. A che cosa serve l'anemografo?
86
INTERDISCIPLINARITÀ
Alunno/a Data Classe
matematica
Interpretare i dati
UA 5
I meteorologi visualizzano i dati raccolti attraverso grafici. È importante essere capaci di leggerli per capire quali informazioni ci possono fornire. 1 Leggi, esegui e completa la tabella con i dati richiesti.
I grafici Questo grafico indica l’andamento della temperatura in una città in due giorni dell’anno: uno nel mese più caldo (15 luglio) e uno nel mese più freddo (15 gennaio). • Osserva con attenzione. Ripassa in verde la linea che si riferisce alla temperatura misurata in gennaio e in arancione quella relativa ai dati di luglio. temperatura 30 25
media di luglio
20
15
escursione annua
10 media di gennaio
5 0 2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
22
ore
24
Ora in cui si è registrata la temperatura massima
Temperatura massima
Ora in cui si è registrata la temperatura minima
Temperatura minima
Escursione giornaliera (differenza tra temperatura massima e minima)
15 gennaio
15 luglio
2 Sul grafico, oltre alla temperatura, sono segnalate altre informazioni.
Osservalo con attenzione e completa segnando con una X.
• L’escursione annua indica: la differenza tra la temperatura massima e minima del giorno. la differenza tra la temperatura media di due mesi presi come campione.
87
INTERDISCIPLINARITÀ
Alunno/a Data Classe
geografia
I deserti del mondo
UA 5
I deserti non sono tutti uguali. In geografia si definisce “deserto” un luogo quasi o completamente disabitato, con terreno arido e vegetazione scarsa o assente. Perciò anche le regioni polari sono deserti: deserti freddi. Ma anche i deserti caldi non sono tutti uguali: è proprio la quantità di acqua e il tipo di terreno a determinare la differenza.
I tre deserti caldi I geografi distinguono tre tipi di deserto caldo: hammada, erg, serir (chiamato anche reg). L’erg è un deserto formato in gran parte da sabbia fine, che forma grandi dune e sembra un grande mare di sabbia. È quello che maggiormente suscita nelle nostre menti l’immagine del deserto, ma è anche il meno diffuso. Si trova ai margini dei grandi deserti perché è formato dalla sabbia più fine e leggera trasportata dal vento che modella anche la forma delle dune. L’hammada è il più diffuso deserto caldo. Il terreno e formato da rocce di tipo differente: calcare, arenaria, ma anche granito. La vegetazione è formata solo da pochi arbusti. Il serir, o reg, è un deserto pietroso: è formato da sabbia, ghiaia, ma anche grandi sassi e grandi macigni. Il caldo sfalda le rocce, ma la sabbia che si forma viene subito portata via dal vento che soffia in continuazione. 1 Per ciascuna affermazione, segna V (vero) o F (falso).
• I deserti sono sempre caldi.
V
F
• I deserti sono luoghi aridi.
V
F
• In nessun deserto è possibile la vita di piante e animali. V
F
• L’erg è un deserto formato da sabbia fine.
V
F
• Le dune sono un paesaggio tipico del deserto erg.
V
F
• Il Sahara è il più grande deserto caldo della Terra.
V
F
• La maggior parte del Sahara è formato da sabbia fine.
V
F
2 Scrivi a quale tipo di deserto si riferisce ciascuna immagine, scegliendo tra erg, reg,
hammada.
88
Alunno/a
INTERDISCIPLINARITÀ
Data Classe
educazione civica
Il blocco del traffico e il bike sharing
UA 5
In molte città italiane l’aria è troppo inquinata. Uno dei maggiori responsabili è il traffico: automobili, autobus, camion, motociclette, attraversano le città e immettono nell’aria grandi quantità di anidride carbonica. 1 Discuti con i compagni e le compagne.
È facile che tu abbia sentito parlare più volte dell’inquinamento dell’aria dovuto ai veicoli a motore. Quando il livello d’inquinanti presenti nell’aria è troppo alto, i sindaci dei Comuni adottano questa misura: bloccano completamente o parzialmente il traffico dei veicoli privati. Nel Comune in cui abiti è mai successo? Se la risposta è sì, ricordi qualche commento fatto da un adulto a proposito? Se la risposta è no, hai mai sentito parlare di questo provvedimento? Che cosa ne pensi? 2 Completa la tabella scrivendo le tue idee e, se vuoi, aggiungi anche quelle dei compagni
e delle compagne. IL BLOCCO DEL TRAFFICO È positivo perché…
È negativo perché…
3 Osserva questi mezzi di trasporto utilizzati nelle città. Metti in ordine i veicoli dal meno
inquinante al più inquinante, numerando. Confronta poi il tuo lavoro con quello dei compagni e delle compagne. Se avete dei dubbi, chiedete a un adulto competente.
Automobile elettrica
Automobile a benzina
Il bike sharing
Automobile a gas (GPL o metano)
Automobile a gasolio (diesel)
Alcune grandi città italiane, per incentivare l'uso di mezzi di trasporto non inquinanti, hanno adottato il bike sharing: le persone possono prendere in affitto le biciclette a un costo molto basso, utilizzarle e poi lasciarle a disposizione di altri. 4 Conosci questa opportunità? Come la valuti?
89
} } Compito di realtà
UA 5
L’acqua è tutta uguale? Acqua dolce, acqua salata, acqua distillata, acqua piovana, acqua minerale… Quanti tipi di acqua conosci? Con i compagni e le compagne, stendete un elenco di tutti i tipi di acqua che conoscete e, per ciascuna, scrivetene la definizione, come nell’esempio.
• Acqua termale: acqua calda che esce dal sottosuolo, talvolta utilizzata per curare particolari malattie.
L’acqua minerale Occupatevi poi delle acque minerali. Fate un sondaggio per conoscere in quante delle vostre famiglie si consuma acqua minerale e in quante si preferisce l’acqua potabile dell’acquedotto.
Le etichette Ogni bottiglia di acqua minerale ha un’etichetta su cui si possono leggere alcune informazioni importanti. Il residuo fisso è la quantità di minerali contenuta in un litro di acqua. Per misurarlo, si fa evaporare un litro di acqua e si pesa ciò che rimane. Nell’etichetta sono poi riportati anche i tipi di minerali presenti: calcio, magnesio, sodio… Gli elementi a cui occorre porre attenzione sono i nitriti, elementi che non fanno bene al corpo umano. La legge impone che nell’acqua potabile (di rubinetto o minerale) ce ne siano meno di 0,5 mg per litro.
Analisi chimica e fisico-chimica UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA Residuo fisso a 180°C: 162 mg/L Conducibilità elettrica specifica a 20°C: 251 µS/cm AGGIUNTA DI ANIDRIDE CARBONICA
ELEMENTI
mg/L
Calcio Magnesio Sodio Potassio Bicarbonati Solfati Cloruri Nitrati Nitriti
35,9 12,6 2,0 0,5 148 19,3 2,4 4,4 <0,002
Leggete le etichette delle acque minerali che bevete solitamente e controllate la quantità di nitriti in esse presenti.
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Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare.
LA CLASSE CAPOVOLTA
Acqua, aria, suolo in luoghi differenti
UA 5
Ora, per mettere alla prova le vostre competenze, dovrete collegare quanto imparato in questa Unità di Apprendimento con quanto scoperto in precedenza. Preparate una drammatizzazione.
Cercate autonomamente immagini di particolari ecosistemi: un’oasi, un deserto di sabbia, il fondale di un oceano... Ognuno di voi scelga un ecosistema e prepari una drammatizzazione per mettere in evidenza le caratteristiche peculiari degli elementi non viventi di quel particolare ecosistema. Dovrete immaginare di essere un osservatore giunto per caso sul luogo (potete anche fingere di essere un extraterrestre o un’intelligente sonda aliena) che debba stendere una relazione. Per aiutarvi, prendete spunto da questa traccia. • Spiegate chi siete. • Definite l’ecosistema in cui vi trovate. • Come si presenta il suolo: – è duro, soffice, sabbioso, argilloso...? – ci sono molte o poche piante?
L A C L A S S E C A P O V O L T A
L A
• Cercate le tracce di acqua: – vi sono laghi, fiumi, torrenti?
C L A S S E
– il terreno è umido o secco? • Respirate a fondo e descrivete le vostre sensazioni: – l’aria è fredda o tiepida? – riuscite a respirare bene o l’aria vi sembra rarefatta? – percepite la presenza di agenti inquinanti?
C A P O V O L T A
Una raccomandazione: mettete in atto il vostro talento di attori/attrici! Inserite nella drammatizzazione le vostre sensazioni: timore, perplessità, meraviglia, serenità… Prodotto atteso Analisi di un ecosistema evidenziando il ruolo, la funzione, l’incidenza degli elementi non viventi (aria, acqua, suolo) e le loro interconnessioni.
91
S cienze
UA 6 • La materia
LA MATERIA Prodotto finale atteso: classe capovolta
• Realizzazione di una relazione autonoma che illustri il lavoro svolto, evidenziando le trasformazioni dei materiali.
OBIETTIVI FORMATIVI • Saper osservare. • Sviluppare atteggiamenti di curiosità. • Imparare a cogliere analogie e differenze. • Saper formulare ipotesi e saperle verificare. • Imparare a ordinare le conoscenze in schemi interpretativi. COMPETENZE Competenze di Educazione Civica
• Imparare a rispettare l’ambiente. • Imparare a non sprecare e riciclare. • Lavorare insieme per raggiungere uno scopo comune.
Competenze chiave (europee)
• Competenza • Competenza • Competenza • Competenza
Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)
L’alunno/a: • individua nei fenomeni somiglianze e differenze; • sviluppa atteggiamenti di curiosità; • esplora i fenomeni con un approccio scientifico;
matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. personale, sociale e capacità di imparare a imparare. in materia di Educazione Civica. imprenditoriale.
• espone in forma chiara ciò che ha sperimentato, utilizzando un linguaggio appropriato. OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Conoscere le caratteristiche fondamentali della materia. • Conoscere gli stati della materia. • Saper distinguere i differenti materiali e lo stato in cui si presentano.
Abilità (saper fare) • Riconoscere le trasformazioni della materia. • Realizzare esperimenti per osservare le trasformazioni della materia.
Contenuti
• Definizione di “materia”. • Materia organica e materia inorganica. • Caratteristiche della materia. • Gli stati della materia. • Caratteristiche di solidi, liquidi, gas. • Le trasformazioni fisiche della materia. • Le trasformazioni chimiche della materia.
Attività e metodologia
Le caratteristiche della materia possono essere desunte dagli allievi attraverso semplici esperienze/esperimenti. Attraverso l’esperienza diretta i bambini saranno invitati a riflettere sulle trasformazioni, cominciando ad acquisire un metodo scientifico di approccio ai fenomeni. I risultati di esperienze/esperimenti saranno discussi e confrontati sia nel grande sia nel piccolo gruppo. I bambini saranno invitati a confrontare le proprie idee e riflessioni con quelle degli altri. Sarà data molta importanza al momento di documentazione e comunicazione ad altri del lavoro svolto e delle conoscenze apprese.
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S cienze
UA 6 • La materia
INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Scienze, storia, tecnologia, geografia, arte e immagine.
Nuclei tematici • Storia: il fuoco, un grande trasformatore, pag. 98. L’uso del fuoco ha trasformato anche la vita dell’uomo. • Storia, Tecnologia: La fusione dei metalli, pag. 99. Come la fusione dei metalli ha influito sulla storia dell’umanità. • Geografia: I materiali sotto i nostri piedi, pag. 100. Le miniere in Italia e i materiali che vengono estratti. • Arte e immagine: I materiali colorano il mondo, pag. 101. Anche il colore è una delle caratteristiche dei materiali.
Compito di realtà
Trasformazioni in cucina, pag. 102. Osservare le trasformazioni nella vita quotidiana.
Verifica e valutazione
Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando la prima parte delle verifiche 4A e 4B; • le competenze raggiunte, utilizzando: – le verifiche delle pagine 66-67, Quaderno operativo; – il compito di realtà proposto nella Guida.
Strumenti
Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
Flip Poster
15
Didattica partecipata, per introdurre l’argomento e valutare le conoscenze.
Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia
292-301
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
Quaderno operativo
58-63
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
Mappe Attive
64-65
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
Mappe Mentali
54
Visualizzare, organizzare ed esporre le conoscenze.
Verifiche
42-44
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
Tempi
Circa 1 mese.
Destinatari
Tutti gli allievi della classe.
93
S cienze
UA 6 • La materia
Oggetti, materiali, trasformazioni
L’argomento In questa Unità di Apprendimento si riprenderanno e rafforzeranno alcuni conche tratteremo cetti: la materia, i materiali, le loro caratteristiche e le trasformazioni. Anche
se alcuni di questi argomenti possono già essere stati trattati negli anni precedenti, ora è necessario che gli allievi li osservino con occhi più attenti e capaci di capire i fenomeni osservati. Nell’Unità di Apprendimento, come nelle altre, è fondamentale consolidare la capacità di trarre deduzioni da quanto osservato e riuscire a fare inferenze. Come premessa, occorre dire che nella Scuola Primaria spesso si utilizzano i termini “materia” e “materiali” come se fossero dei sinonimi. Ciò è accettabile, perché in questo ordine di scuola è necessario privilegiare la scoperta dei fenomeni piuttosto che una precisa e correttissima definizione degli stessi. È bene, però, sapere che il termine materia deriva dal latino mater e indica in generale ciò che forma qualsiasi cosa che abbia una massa e occupi uno spazio. Il termine materiale deriva anch’esso dal latino e significa “della materia”: indica una specifica sostanza (o un insieme di sostanze) che ha determinate caratteristiche. Nella prima parte dell’Unità di Apprendimento si approfondisce il concetto di organico/inorganico: è fondamentale che, attraverso l’osservazione e l’analisi di materiali differenti, i ragazzi giungano alla definizione di: • materiale organico, cioè materiale che forma o deriva da esseri viventi (sono perciò materiali che potrebbero essere costituitivi di viventi, ad esempio un albero, una persona, un fungo, ma anche di elementi non viventi, ad esempio la benzina, un pezzo di legno, la cera, il miele); • materiale inorganico, cioè materiale che forma o deriva da non viventi (in genere gli allievi riconoscono questi materiali facilmente, anche se non sempre sono consapevoli dell’origine dei materiali, perciò, ad esempio, definiscono erroneamente la plastica come un materiale inorganico). È importante che per ciascun oggetto/elemento esaminato gli allievi siano in grado di determinare: • se sia presente in natura o se è stato realizzato con l’intervento umano (elemento naturale/antropico); • se abbia oppure no un ciclo vitale, cioè nasca, cresca, muoia (elemento vivente/non vivente); • da quale o da quali materiali sia formato e da dove o da che cosa provengono i materiali stessi (materiale organico/inorganico). Nella seconda parte dell’Unità di Apprendimento si introduce il concetto di trasformazione chimica e fisica. Per capire fino in fondo la differenza tra trasformazione chimica e fisica è necessario conoscere la struttura atomica dei materiali che subiscono la trasformazione: • si ha una trasformazione chimica quando alcuni materiali si combinano e danno origine a materiali differenti da quelli iniziali; • si ha una trasformazione fisica quando alcuni materiali subiscono un cambiamento, ma la loro struttura atomica rimane invariata. Se pure è estremamente probabile che gli allievi siano molto interessati a capire “come sono fatte dentro” le cose, e quindi sia possibile già in classe quarta spiegare a grandi linee che cosa sono atomi e molecole, non è altrettanto necessario che i ragazzi analizzino ciascuna trasformazione osservata per capire a quale livello della materia è avvenuta la trasformazione. È non solo sufficiente,
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UA 6 • La materia
S cienze
ma fondamentale, però, che gli alunni imparino a vedere con occhi da scienziato le trasformazioni che tutti i giorni sono sotto i loro occhi, cercando di capire qual era la situazione di partenza, quale agente ha determinato la trasformazione, qual è la situazione finale. LA MATERIA Come introdurre Per introdurre l’argomento è utile ascoltare le conoscenze pregresse degli alliel’argomento vi: come i ragazzi definiscono la materia.
Si può poi chiedere loro di trovare e portare in classe alcuni oggetti: una gomma, un temperino, una bottiglietta di plastica, un bicchiere di vetro. L’insegnante chiederà poi di trovare e portare un’allegria, una tristezza, una gioia, un dispetto. Si inviteranno gli alunni a riflettere sul perché non hanno potuto assecondare la seconda richiesta. I PASSAGGI DI STATO
Per introdurre l’argomento relativo ai passaggi di stato l’insegnante può portare in classe una bottiglia di alcool denaturato a 90 gradi (alcool rosa facilmente reperibile in un supermercato). Dopo aver versato un po’ di alcool in un piatto chiederà ai ragazzi se sentono nell’aria un odore particolare. Da dove arriva questo odore? Come ha fatto a giungere alle vostre narici? Perché quando la bottiglia era tappata non sentivate l’odore? Farà anche notare che dopo poco tempo l’alcool messo nel piatto “non c’è più” o ha diminuito il suo volume.
Attività Esempi di didattica partecipata e inclusiva
1. Carta, plastica, ferro… quando e perché? ( pag. 96) Il modo migliore per comprendere bene che i materiali hanno caratteristiche peculiari che vengono utilizzate per la realizzazione di oggetti differenti è osservare gli oggetti e i materiali che li compongono. Esperienze di questo genere risultano sempre interessanti e proficue, perché invitano i ragazzi a capire che ciò che li circonda è stato costruito con uno scopo e per raggiungere tale scopo occorre utilizzare materiali che hanno precise caratteristiche. È interessante proporre agli allievi di scegliere oggetti formati da più materiali e descriverli, elencando i materiali che li compongono, le loro caratteristiche e come e perché esse siano utili nella costruzione di quegli oggetti. Si possono proporre anche ricerche su materiali che si trovano in natura o sono stati realizzati dall’uomo e che hanno particolari caratteristiche innovative: ad esempio i materiali che vengono utilizzati nella costruzione di materiale sportivo, di aeronavi, o anche, più semplicemente, in cellulari e tablet. 2. Acqua, acqua dappertutto! ( pag. 97) I ragazzi sono quasi sicuramente già abituati a riconoscere i diversi stati dell’acqua. Se ciò è vero per i casi più evidenti (ghiaccio, neve, vapore che si forma durante l’ebollizione), talvolta gli allievi non riescono invece a riconoscere la presenza di acqua in fenomeni ancora più frequenti, ma raramente indagati. Perciò può essere utile porre loro domande di questo tipo: Quando in inverno si forma sui vetri una “nebbiolina”, da che cosa è formata? Dov’era l’acqua prima di condensarsi sui vetri? Sotto quale forma si presentava? Quando in giornate molto fredde, se siete all’aperto, respirando o parlando esce dalla vostra bocca “del fumo”, in realtà che cos’è? Sotto quale stato si trova, generalmente, l’acqua quando esce dalla nostra bocca? Perché in inverno sembra fumo? Quando “esce acqua” dal nostro corpo? Sotto quale forma? In seguito a quali condizioni?
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DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
Carta, plastica, ferro... quando e perché?
UA 6
1 Osserva le differenti parti della bicicletta e rispondi.
• Di quale materiale sono fatte le ruote? Perché? • Quale materiale è stato utilizzato per fare il telaio? Perché? Quale materiale non sarebbe adatto? • Quali caratteristiche deve avere il materiale utilizzato per il fanale?
2 Osserva le differenti parti della finestra e rispondi.
• Di quale materiale è fatto il telaio? Potrebbe essere utilizzato un altro materiale? Se sì, quale? Quali caratteristiche deve avere il materiale utilizzato per il telaio? • Di quale materiale è fatta la maniglia? Quale materiale non sarebbe adatto? • Quali caratteristiche rendono il vetro un materiale adatto per le finestre?
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Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
Acqua, acqua dappertutto!
UA 6
1 Osserva l’immagine e rispondi.
• Il bambino sta disegnando sul vetro. La “nebbiolina” che si è formata sul vetro è acqua allo stato solido, liquido o gassoso? Motiva la tua risposta e confrontala con quelle dei compagni. • Dove si trovava quell’acqua prima di depositarsi sul vetro? Sotto quale stato si trovava? Come era arrivata nell’aria, secondo te? 2 Osserva l’immagine e rispondi.
• È fumo quello che sta producendo la bambina? Di quale materiale è composto? Da dove arriva? Perché accade solo se fa freddo? Che differenza c’è tra vapore e fumo?
97
INTERDISCIPLINARITÀ storia
Alunno/a Data Classe
Il fuoco: un grande trasformatore
UA 6
Ciò che ci circonda muta in continuazione: nasce, cresce e muore se è un vivente, si trasforma, si rompe, si unisce ad altri materiali o si separa da essi se è un non vivente. Nella storia dell’umanità il fuoco ha permesso di replicare e dominare alcune trasformazioni naturali della materia, portando grandi vantaggi e miglioramenti della vita quotidiana. 1 Osserva le immagini e scrivi le didascalie per indicare quali grandi cambiamenti
portò l’utilizzo del fuoco nella vita degli uomini primitivi.
2 Ma il fuoco fu utilizzato anche per trasformare i materiali. Osserva le immagini e completa
le didascalie per indicare le conseguenze derivate dalla trasformazione dei materiali.
La carne cotta era
L’argilla, dopo la cottura, era
Con la sabbia fusa ad alta temperatura si otteneva il con cui
L’uomo con il fuoco riuscì a estrarre
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Alunno/a Data Classe
INTERDISCIPLINARITÀ storia
• tecnologia
La fusione dei metalli
UA 6
Con l’uso del fuoco l’uomo riuscì a utilizzare materiali che fino ad allora gli erano preclusi, perché “nascosti” tra le rocce. Questi nuovi materiali diedero vita ad una delle più grandi rivoluzioni nella vita dell’uomo. 1 Completa segnando con una X.
• I primi metalli che l’uomo imparò a fondere furono il rame, l’oro, l’argento perché: f ondevano ad alta temperatura. fondevano a bassa temperatura. erano preziosi. • Rame, oro, argento non erano metalli molto resistenti, ma si potevano lavorare facilmente. Per questo venivano utilizzati per: oggetti di artigianato prezioso. per utensili da lavoro e armi. • Successivamente l’uomo imparò che “legando”, cioè fondendo insieme rame e stagno si otteneva un metallo molto resistente: i l bronzo. il ferro. l’alluminio 2 Osserva le immagini e completa.
• Il bronzo fu utilizzato per produrre
• Con il passare del tempo l’uomo imparò a ottenere altre leghe, mescolando altri metalli. Con rame e zinco ottenne l’ottone con cui si fabbricano
• Anche l’acciaio non è un metallo, ma una lega. È una miscela formata da ferro, un po’ di carbonio ed altri metalli (nichel, cromo, alluminio... ) Con l’acciaio si possono costruire
99
INTERDISCIPLINARITÀ geografia
UA 6
Alunno/a Data Classe
I materiali sotto i nostri piedi Vediamo attorno a noi, sul terreno o nel cielo, materiali differenti. Ma sotto i nostri piedi… che cosa si nasconde?
Le miniere I minerali vengono estratti attraverso le miniere. In Italia le miniere vanno scomparendo. Ormai, si contano poche decine di siti attivi. Le regioni più ricche di miniere sono la Sicilia (zolfo) e la Sardegna (carbone, piombo, ferro, argento, zinco, rame, bario). Alcune miniere si trovano anche in Piemonte (oro, rame, ferro), Lombardia (zolfo), Toscana (salgemma, mercurio, talco, caolino, ferro) e Val d’Aosta (ferro).
I soffioni boraciferi I soffioni boraciferi sono eruzioni molto potenti di gas ma, a differenza dei geyser, mai di acqua. Questi gas si sprigionano nella camera magmatica e risalgono in superficie a temperature elevatissime che spesso raggiungono i 230°. A differenza dei geyser, i soffioni boraciferi hanno getti continui. In Italia i soffioni boraciferi si trovano in Toscana a Larderello e vengono utilizzati per la produzione di energia elettrica.
Le fumarole Le fumarole sono prodotte da vapore unito a gas vulcanici (anidride carbonica, anidride solforosa e alcuni metalli come piombo, mercurio, arsenico). Si trovano generalmente vicini ai crateri o sui fianchi di vulcani attivi. Le più famose fumarole in Italia si trovano a Pozzuoli, in Campania, e in Val di Cecina, in Toscana. 1 Colora in giallo le regioni in cui
si trova il maggior numero di miniere. Disegna un pallino blu nelle regioni in cui si trovano le fumarole e uno rosso dove si trovano i soffioni boraciferi.
100
Alunno/a Data Classe
INTERDISCIPLINARITÀ arte e immagine
I materiali colorano il mondo Nel mondo puoi osservare paesaggi bellissimi che devono la loro particolarità agli stupendi colori dati dai differenti materiali che li formano.
Il Dallol In Etiopia, nella regione della Dancalia, vi è un cratere vulcanico, il Dallol, con caratteristiche uniche. Questo cratere vulcanico è il risultato dell’esplosione di una camera magmatica della Rift Valley che era posta sotto un importante deposito di sale lasciato dal Mar Rosso che si era ritirato nel corso dei millenni. La regione del Dallol è una distesa salina con temperature che possono raggiungere i 60°C. In questa zona si trovano geyser e fumarole che emettono zolfo e altri minerali che entrano in contatto con il sale. Così, il paesaggio assume colori accesi che vanno dal giallo all’arancio e contornano piccoli specchi d’acqua dal blu intenso. 1 Cerca immagini di questo sito
digitando su Internet la parola chiave: Dallol – Etiopia. Osserva con attenzione e colora.
La montagna Vinicunca Nelle Ande, nell’America meridionale, si trovano numerose montagne spettacolari con colori che vanno dal verde al rosso, al viola, al giallo, al bianco. Una di queste è la montagna Vinicunca, che si trova nelle Ande peruviane, a 5000 m di altezza. La montagna deve i suoi eccezionali colori alla presenza di diversi minerali: rame, ferro, zolfo, dolomia, piombo, ematite, calce… 2 Cerca immagini di questo sito
digitando su Internet le parole chiave: Montagna dai sette colori – Ande. Osserva con attenzione e colora.
101
UA 6
} } Compito di realtà
UA 6
Trasformazioni in cucina Cucinando, si possono osservare molte trasformazioni. Le sostanze si mescolano e interagiscono tra di loro per dare origine a tante appetitose pietanze. Realizza queste due semplicissime ricette. Fatti aiutare da un adulto nell’uso del frullatore, dello sbattitore e del fornello.
Il frullato di frutta Prendi alcuni frutti: una mela, una banana, due o tre fragole o altri frutti a tua disposizione. Lavali, sbucciali, privali dei semi e tagliali a pezzi. Metti i pezzi nel frullatore e azionalo per 2 minuti. Ecco fatto! Semplice come bere un bicchiere di… frutta!
La crema pasticcera Metti in un pentolino 1 uovo intero (senza guscio, naturalmente!), un cucchiaio di farina, due cucchiai di zucchero. Mescola bene utilizzando uno sbattitore (manuale o elettrico). Aggiungi poco alla volta, sempre mescolando, 250 ml di latte fresco. Metti sul fuoco il composto e continua a mescolare. Quando comincerà a bollire, continua a mescolare per due minuti. Lascia raffreddare e… buona merenda!
Ora confronta i due prodotti che hai ottenuto e rispondi.
• Nel frullato gli ingredienti utilizzati hanno modificato solo la loro forma o, mescolandosi, sono diventati un cibo completamente diverso dalla frutta iniziale?
• Che cosa è accaduto, invece, quando hai preparato la crema pasticcera?
• Il calore del fuoco come ha modificato il composto che avevi preparato?
102
Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare. Competenza imprenditoriale.
LA CLASSE CAPOVOLTA
Spiegare le trasformazioni
UA 6
Con questa Unità di Apprendimento avete imparato a osservare gli oggetti, i materiali che li compongono e le trasformazioni che ogni giorno avvengono intorno a noi. Dividendo i compiti tra tutta la classe, preparatevi per spiegare ad altri che cosa avete imparato. Elaborate a casa la vostra relazione orale, poi invitate i familiari a scuola per far loro vedere ciò che avete studiato e realizzato.
Gruppo A • Con l’aiuto di un adulto, mettete su un fornelletto accesso, in un recipiente resistente al calore, piccoli campioni di differenti sostanze organiche o inorganiche: stoffa, carta, pane, vetro, metallo… • Il gruppo relazionerà agli altri che cosa è successo, facendo notare che le sostanze organiche e inorganiche, con il calore, si modificano in modo differente.
Gruppo B • Ingrandite la pagina 98 della Guida: “Il fuoco: un grande trasformatore”. Spiegate con parole vostre il contenuto della scheda. Trovate, mostrate e descrivete immagini che mostrino l’uso del fuoco agli albori della storia dell’uomo.
L A C L A S S E C A P O V O L T A
L A
Gruppo C
C L A S S E
• Questo gruppo spiegherà come il fuoco sia necessario per la produzione dei metalli e delle leghe metalliche. • Mostrate immagini di oggetti (o portate oggetti reali, se riuscite a reperirli), raggruppandoli in base al metallo o alla lega metallica di cui sono composti. Illustratene gli usi e le caratteristiche. • Realizzate e mostrate una mappa che riporti la dislocazione delle miniere in Italia.
Prodotto atteso Relazione autonoma che illustri il lavoro svolto, evidenziando le trasformazioni dei materiali, con particolare riferimento all’importanza del calore.
103
C A P O V O L T A
S cienze
UA 7 • La tecnologia
LA TECNOLOGIA Prodotto finale atteso: classe capovolta
• Realizzazione di un telaio e di un manufatto utilizzando lo strumento costruito.
OBIETTIVI FORMATIVI • Sviluppare atteggiamenti di curiosità. • Imparare a ordinare le conoscenze in schemi interpretativi. COMPETENZE Competenze di Educazione Civica
• Imparare a rispettare le piante, gli animali e l’ambiente. • Usare consapevolmente gli strumenti tecnologici. • Lavorare insieme per raggiungere uno scopo comune.
Competenze chiave (europee)
• Competenza • Competenza • Competenza • Competenza
Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)
L’alunno/a: • riconosce e identifica nell’ambiente che lo circonda elementi e fenomeni di tipo artificiale; • è a conoscenza di alcuni processi di trasformazione di risorse e di consumo di energia, e del relativo impatto ambientale; • conosce e utilizza semplici oggetti e strumenti di uso quotidiano ed è in grado di descriverne la funzione principale e la struttura e di spiegarne il funzionamento; • produce semplici modelli o rappresentazioni grafiche del proprio operato utilizzando elementi del disegno tecnico o strumenti multimediali; • inizia a riconoscere in modo critico le caratteristiche, le funzioni e i limiti della tecnologia attuale.
personale, sociale e capacità di imparare a imparare. matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. in materia di Educazione Civica. in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Riconoscere le caratteristiche proprie di un oggetto e delle parti che lo compongono. • Realizzare un oggetto descrivendo e documentando la sequenza delle operazioni. • Riconoscere i difetti di un oggetto e immaginarne possibili miglioramenti.
Abilità (saper fare) • Saper osservare e riconoscere l’utilizzo della tecnologia sia nella vita quotidiana, sia in campi di applicazione più vasti.
Contenuti
• Gli oggetti di uso quotidiano. • I giocattoli. • Gli oggetti utilizzati a scuola. • Le parti degli oggetti. • I differenti materiali. • I materiali riciclabili. • La tecnologia nell’agricoltura e nell’allevamento.
Attività e metodologia
In questa Unità di Apprendimento si affronteranno solo alcuni aspetti dell’applicazione della tecnologia nella vita quotidiana. La tecnologia è una disciplina per sua natura trasversale a tutte le discipline. “La tecnologia si occupa degli interventi e delle trasformazioni che l’uomo opera nei confronti dell’ambiente per garantirsi la sopravvivenza e, più in generale, per la soddisfazione dei propri bisogni” (dalle Indicazioni Nazionali). È evidente perciò che in nessuna disciplina (storia, geografia, scienze, matematica, arte, musica, sport...) si possa fare a meno della tecnologia.
104
S cienze
UA 7 • La tecnologia
In particolare, però, questa Unità di Apprendimento è collegata ai contenuti proposti nel percorso di scienze: le piante, gli animali, i materiali. Perciò potrà essere proficuamente collegata con quanto già studiato. È importante che i bambini riescano a comprendere il ruolo dell’uomo nei confronti sia degli altri viventi sia in generale dell’ambiente. Questa Unità di Apprendimento sarà anche spunto per analizzare e comprendere non solo come l’uomo abbia utilizzato le risorse a sua disposizione per migliorare la sua vita quotidiana, ma anche per valutare l’impatto ecologico dell’uomo sull’ambiente. La costruzione di semplici manufatti, oltre a stimolare le differenti intelligenze dei bambini, darà modo agli allievi di organizzare l’osservazione e le fasi di realizzazione di un personale progetto. INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Tecnologia, scienze, STEAM.
Nuclei tematici • Scienze: Le fibre tessili, pag. 108. Alcune piante forniscono all’uomo materiali fondamentali per i propri indumenti. Nel Neolitico la scoperta delle fibre tessili fu estremamente importante. • STEAM: La tecnologia per la geometria, pag. 109. Tra i tanti strumenti utilizzati a scuola, il compasso è uno dei più importanti. E permette anche di dare spazio alla creatività.
Classe capovolta
Come nel Neolitico, pagg. 110-111. Realizzare con le proprie mani un manufatto è il modo migliore per capire la tecnologia.
Verifica e valutazione
Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare le competenze raggiunte, utilizzando il compito sotto forma di “classe capovolta” proposto nella Guida.
Strumenti
Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia
302-312
Fornire conoscenze, sperimentare e dedurre, aiutare a studiare.
Quaderno operativo
68-72
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
Mappe Mentali
55
Visualizzare, organizzare ed esporre le conoscenze.
Tempi
Circa 2/3 settimane.
Destinatari
Tutti gli allievi della classe.
105
S cienze
UA 7 • La tecnologia
La tecnologia
L’argomento In questa Unità di Apprendimento non si affronta l’argomento tecnologia nella che tratteremo sua complessità. La tecnologia, infatti, è talmente correlata a ciascuna attivi-
tà umana da essere intrecciata con qualsiasi disciplina. In questa UA in particolare si analizzerà la tecnologia applicata al mondo vegetale e animale per osservare come si siano evolute sia le tecniche di allevamento e di coltivazione sia gli strumenti che abbiamo a disposizione anche in casa per gli animali domestici. Si osserveranno anche alcuni nuovi materiali, collegando le conoscenze pregresse con quelle nuove. Il compito della “disciplina” tecnologia a scuola non è principalmente quello di fornire nuove informazioni, quanto soprattutto quello di indurre gli allievi a osservare la realtà per cogliere le trasformazioni che ogni giorno vengono prodotte dalle persone sull’ambiente circostante. Acquisire uno “sguardo tecnologico” sulla realtà, osservando, smontando oggetti, costruendone di nuovi…, favorisce nei bambini la crescita di un atteggiamento responsabile nei confronti dell’ambiente.
Come Per introdurre l’argomento si può partire dall’osservazione di tutto ciò che vi è introdurre nella classe. Quali sono elementi naturali? Quali sono stati costruiti? A che cosa l’argomento servono gli oggetti che ciascun bambino ha nel proprio zaino? Come ogni bambino potrebbe effettuare i quotidiani compiti scolastici senza quegli attrezzi? Quale strumento riscalda l’aula? Come viene illuminata? Come si viveva quando questi strumenti non c’erano?
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
106
La tecnologia è presente in qualsiasi momento della nostra giornata. La scheda proposta a pag. 107 permette di riflettere su questo aspetto. Il lavoro può essere svolto dagli allievi sia a casa sia in classe, ricordando gli ambienti della casa e gli oggetti che in essi si ritrovano. Osservare con occhi attenti la realtà circostante è il primo passo per rendersi conto di come essa sia organizzata. Perciò, nella scheda si mette in rilievo sia il luogo in cui gli oggetti si trovano sia la loro funzione, per aiutare i bambini a osservare la realtà da vari punti di vista, cogliendone differenti aspetti. Probabilmente molti non riconosceranno come oggetti tecnologici alcuni semplici strumenti (le posate, per esempio). Ciò sarà spunto per rilevare come la tecnologia riguardi anche oggetti di uso comune. Sarà importante osservare come gli strumenti tecnologici progettati per lo stesso fine si siano evoluti nel tempo.
DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
La tecnologia intorno a me
UA 7
1 Chiudi gli occhi e pensa agli oggetti “tecnologici” che sono presenti nei vari ambienti
domestici che conosci. Scrivine alcuni (l’elenco completo sarebbe troppo lungo!).
• Cucina:
• Camera da letto:
• Bagno: 2 Ora scrivi il nome di oggetti tecnologici presenti in una casa, utilizzando come criterio
di classificazione la loro funzione.
• Servono per cucinare:
• Servono per scaldare:
ra gli oggetti tecnologici hai inserito anche lo schiaccianoci, l’apribottiglie, il coltello, T la forchetta...? Ci sono oggetti tecnologici a cui non facciamo mai caso! 3 Per ciascun oggetto tecnologico “antico”, scrivi l’oggetto tecnologico moderno che ha
funzione simile.
107
INTERDISCIPLINARITÀ scienze
Alunno/a Data Classe
Le fibre tessili
UA 7
Tessere significa intrecciare insieme i fili per ottenere un tessuto. Nel Neolitico le persone impararono a tessere utilizzando dei semplici telai su cui venivano tesi i fili verticali dell’ordito. Con essi venivano intrecciati i fili orizzontali della trama. In questo modo si potevano ottenere tessuti per realizzare vestiti e coperte. Si tessevano i fili ottenuti dal vello delle pecore, ma anche quelli ottenute da alcune piante, soprattutto il cotone, il lino, la canapa e, nei climi caldi, anche dalla pianta di cocco. Con il progredire della tecnologia si sono costruiti telai sempre più sofisticati e si sono utilizzate anche altre materie prime: il bozzolo del baco da seta, per esempio. 1 Osserva le immagini e, per ciascuna, colora il quadratino in verde se le fibre tessili ottenute
sono di origine vegetale, in blu se sono di origine animale. Poi rispondi e completa.
cotone
lana di alpaca
lana della pecora
Seta
lino
canapa
bisso: una preziosa fibra che si ottiene dai filamenti di un mollusco che vive nel Mar Mediterraneo
• Le fibre di cui si parla sono tutte fibre naturali che potevano essere utilizzate anche in antichità? • Leggi l’etichetta che segna la composizione di alcuni vestiti e scrivi il nome di almeno tre materiali che sono stati utilizzati:
• Tra i materiali che hai letto sulle etichette hai ritrovato anche “acrilico” o “poliestere”? • Supponi che queste due particolari fibre siano di origine naturale o artificiale?
108
Alunno/a
INTERDISCIPLINARITÀ
Data Classe
steam
La tecnologia per la geometria In geometria non ci sono solo “formule da applicare”, ma anche forme da vedere, costruire, disegnare. Se possiedi un computer o un tablet troverai app per aiutarti nel disegno geometrico, ma… utilizzare le proprie mani e strumenti più semplici come il goniometro e il compasso è più divertente! Il compasso è un antichissimo strumento geometrico da disegno. Era chiamato anche “sesto”, perché con esso si può suddividere la circonferenza in 6 parti. 1 Osserva come puoi disegnare un fiore usando il compasso.
3
1
• Punta il compasso sempre sulla circonferenza, in uno dei due punti in cui ha incrociato il primo arco.
• Fai un cerchio.
• Traccia un secondo arco.
2
4
• Senza cambiare l’apertura del compasso, metti la punta metallica del compasso su un punto qualsiasi della circonferenza e traccia un arco.
• Continua così per sei volte. • Colora il fiore che hai ottenuto.
Con un po’ di pratica, usando il compasso, riuscirai a inventare altri bellissimi disegni geometrici.
109
UA 7
LA CLASSE CAPOVOLTA
UA 7
Come nel Neolitico Come hai visto, la tessitura è stata una delle prime attività “tecnologiche” complesse. Adesso abbiamo a disposizione tessuti coloratissimi, con tanti disegni, in tanti e diversi tipi di filato. Per capire come facevano i nostri bis-bis-bisnonni a fabbricare i tessuti, costruisci un telaio e prova anche tu. Fasi del lavoro 1) Procurati un cartoncino con le dimensioni 20 cm x 20 cm (quando avrai fatto un po’ di pratica, potrai aumentare le dimensioni del “telaio”), 3 bastoncini piatti del gelato e un po’ di lana colorata. 2) Fai dei piccoli tagli su due lati opposti del cartoncino a circa 1 cm di distanza uno dall’altro. 3) Prepara l’ordito facendo passare i fili attraverso i piccoli tagli che hai fatto. Fai un piccolo nodo dietro l’inizio del filo, in modo che il filo rimanga fermo. Ogni filo collegherà la fessura in alto con quella in basso, poi passerà di dietro e collegherà la fessura successiva partendo dal basso verso l’alto. Decidi tu quanti fili vuoi far passare. Per la prima volta 10 fili di ordito possono essere sufficienti.
L A
4) Alla fine otterrai questo ordito. Osserva bene i disegni per capire come devi passare il filo. Davanti
C L A S S E C A P O V O L T A
Dietro
5) Metti due bastoncini nella parte alta e in quella bassa dell’ordito, come vedi nella figura.
6) Ora prendi un filo di lana molto lungo e annodalo a un altro bastoncino.
110
7) E ora... comincia a tessere. Come si fa? Si fa passare il bastoncino attraverso i fili dell’ordito, una volta sopra e una volta sotto. Quando si arriva alla fine, si torna indietro. Puoi avvicinare il bastoncino che hai messo in basso per aiutarti a tenere i fili un po’ distanziati: guarda l’immagine! Ogni 4/5 giri usa il bastoncino senza filo per “schiacciare” un po’ i fili della trama.
UA 7
8) Continua fino a quando vuoi. Quando avrai ottenuto un pezzo di tessuto sufficiente, toglilo dal telaio. Taglia i fili degli occhielli e annodali.
L A
Bravissimo! Bravissima! Infine, dopo aver realizzato il tuo tessuto, illustra a un amico, a una amica o a un adulto le fasi del tuo lavoro. Spiega anche come la tessitura sia stata importante nel periodo del Neolitico e quali materiali si impiegavano per la realizzazione dei primi tessuti. Infine, invita le persone che assistono alla tua spiegazione a provare a usare il telaio.
C L A S S E C A P O V O L T A
Prodotto atteso Costruzione di un telaio e realizzazione di un tessuto. Illustrazione: • dei materiali utilizzati, della loro origine (animale, vegetale...) e delle loro caratteristiche; • delle fasi di lavoro, con riferimenti alla storia della tessitura. Dimostrazione pratica dell’utilizzo del telaio. Coinvolgimento delle persone presenti.
111
S cienze Griglia per la rilevazione del raggiungimento degli obiettivi formativi e le competenze di Educazione Civica Legenda R = Obiettivo raggiunto/Competenza acquisita NR = Obiettivo non raggiunto/Competenza non acquisita PR = Obiettivo parzialmente raggiunto/Competenza acquisita parzialmente
OBIETTIVI FORMATIVI INTERDISCIPLINARI PER L’UNITARIETÀ DELL’INSEGNAMENTO
R
• Saper osservare.
NR
PR
• Sviluppare atteggiamenti di curiosità. • Imparare a cogliere analogie e differenze. • Saper formulare ipotesi e saperle verificare. • Imparare a ordinare le conoscenze in schemi interpretativi. • Analizzare l’interazione tra uomo e ambiente. • Prendere coscienza delle proprie e altrui azioni. COMPETENZE DI EDUCAZIONE CIVICA AUTONOMIA
L’alunno/a è in grado di reperire autonomamente strumenti o materiali e di usarli in modo efficace. RELAZIONE
L’alunno/a interagisce con i compagni e gli adulti e sa creare un clima propositivo. PARTECIPAZIONE
L’alunno/a formula richieste d’aiuto, collabora con adulti e compagni. RESPONSABILITÀ
L’alunno/a rispetta le fasi del lavoro, porta a termine la consegna ricevuta.
Valutazione delle abilità conseguite nel metodo di studio • Il metodo di studio è: non ancora impostato. adeguato. efficace. organico e riflessivo.
112
R
NR
PR
i s r o c r e P
i t c i f @ i l p Sem n c o e l o g e T i a e z n e i c S 4 I viventi 33 Le caratteristiche dei viventi 4 I regni dei viventi Le piante 5 5 La struttura delle piante 6 Le piante semplici e le piante 6 complesse 7 Le piante: la riproduzione 88 Le piante: la nutrizione Gli animali 9 9 Gli animali: la nutrizione 10 animali la respirazione 10 Gli 11 Gli animali: la riproduzione 11 12 Gli animali: l’evoluzione 12 13 Gli invertebrati: poriferi, 13 celenterati, echinodermi, anellidi 14 Gli invertebrati: molluschi 14 e artropodi 15 I vertebrati: i pesci 15 16 I vertebrati: gli anfibi 16 17 I vertebrati: i rettili 17
18 vertebrati: gli uccelli 18 I 19 I vertebrati: i mammiferi 19 Gli ecosistemi 20 Che 0 cos’è un ecosistema 2 1 La 1 catena alimentare 22 Gli 2 ecosistemi del mondo Il suolo 24 Il 4 suolo 25 Le 5 caratteristiche del suolo L’aria 26 L’aria 6 27 Le 7 caratteristiche dell’aria L’acqua 28 L’acqua 8 29 Le caratteristiche dell’acqua 29 La materia 30 La 0 materia 31 Gli stati della materia 31 32 Le 2 particolarità di solidi, liquidi, gas
re? e? È difficile, vero, studia e che cosa devi ricordar te an rt po im è sa co e È difficile capire ch oi fare! Niente paura! Ce la pu sta per darti una mano! po ap tto fa o at st è ro Questo lib
Come devo utilizzare questo libro?
E poi che cosa faccio? Che cosa devo fare per imparare a esporre? A che cosa servono le parole chiave?
2
con attenzione solo Leggi una prima volta mande, cioè facendo finta do il testo, tralasciando le un secondo momento in re che non ci siano. Solo aiuteranno a focalizza ti e ch , de an m do le i legg enuto nel testo. il concetto chiave cont risposte alle domande. le o st te l ne ea lin tto So ondi oralmente. Leggi le domande e risp a un adulto Se ti è possibile, chiedi porti le domande. o a un/a compagno/a di ra ono per ricordare anco rv se ti ve ia ch le ro pa Le to iato. Dopo aver rispos meglio quanto hai stud ste. di collegare le tue rispo e ar rc ce vi de , de an m alle do . rdando le parole chiave co ri i, sa e ch ò ci ni po Es
I VIVENTI
S cienze
Le caratteristiche dei viventi Che cos’è il ciclo vitale?
I viventi si modificano?
Come è fatto il corpo dei viventi?
Gli esseri viventi sono molti e molto diversi tra di loro. Alcuni sono piccolissimi, altri enormi; alcuni sono molto semplici, altri molto complessi. Ci sono però alcune caratteristiche che tutti i viventi hanno: nascono, crescono, si riproducono, muoiono… Si dice che hanno un ciclo vitale. vitale Tutti i viventi si modificano per adattarsi all’ambiente in cui vivono. I primi esseri viventi comparsi sulla Terra erano molto diversi da tutti gli animali e le piante che puoi osservare oggi! Quando, lo scorso anno, hai studiato l’evoluzione della vita sulla Terra hai osservato come essa, partendo da organismi microscopici, abbia preso forme diverse, cioè si sia sviluppata per “strade” molto differenti tra loro. Gli esseri viventi hanno una particolarità che li distingue dai non viventi (aria, acqua...): sono composti da cellule. Le cellule sono, generalmente, molto piccole e possono essere osservate con il microscopio.
Le parole chiave: chiave ciclo vitale, modificazioni, adattamento, cellule.
Testi facilitati corrispondenti alla pagina 213 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
3
S cienze
I VIVENTI
I regni dei viventi Quali caratteristiche sono state prese in considerazione per classificare i viventi?
Per classificare i viventi, gli scienziati hanno considerato: • se sono formati da una sola o da più cellule; • il modo in cui si nutrono. Hanno così suddiviso gli esseri viventi in 5 gruppi: i 5 regni dei viventi.
Che cosa sono le monere?
Le monere sono organismi formati da una sola cellula. Sono piccolissimi e si possono osservare solo con il microscopio. I batteri appartengono alle monere.
Che cosa sono i protisti?
I protisti sono organismi molto semplici, formati da una sola cellula. Sono protisti alcuni parassiti e alcune piccolissime alghe.
Che cosa sono i funghi?
Che cosa sono le piante?
Che cosa sono gli animali?
I funghi molto tempo fa erano considerati piante. Però non sono capaci, come le piante, di fabbricare il proprio cibo. Sono funghi anche le muffe e i lieviti. Le piante sono organismi formati da tante cellule. Hanno la caratteristica di fabbricare da soli il proprio nutrimento. Sono piante le erbe, i cespugli, gli alberi… Gli animali sono organismi formati da più cellule. Per vivere si devono cibare di altri organismi viventi (animali o piante).
Le parole chiave: chiave classificare, monere, protisti, funghi, piante, animali.
4
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 224-228 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
LE PIANTE
S cienze
La struttura delle piante Quale differenza c’è tra alberi, arbusti, erbe?
Le specie vegetali sono centinaia di migliaia. Ci sono:
• gli alberi (melo, castagno, pioppo): hanno il fusto grande e legnoso
A che cosa serve ciascuna parte della pianta?
• le erbe • gli arbusti (oleandro, (margherita, ginepro, alloro): ortica, papavero): hanno i rami hanno il fusto che partono sottile direttamente dal terreno
Ciascuna parte della pianta ha una funzione particolare: • la radice tiene la pianta attaccata al terreno e serve per assorbire l’acqua dal terreno; • il fusto sorregge la pianta; • le foglie permettono la respirazione, la traspirazione e la produzione di nutrimento; fiori, i frutti frutti, i semi • i fiori sono necessari per la riproduzione.
Le parole chiave: chiave alberi, arbusti, erbe, radice, fusto, foglie, fiori, frutti, semi.
Testi facilitati corrispondenti alla pagina 231 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
5
S cienze
LE PIANTE
Le piante semplici e le piante complesse Che cosa non hanno le piante semplici?
Le piante semplici non hanno fiori, frutti, semi.
Come si riproducono?
spore. Si riproducono attraverso cellule piccolissime: le spore Sono piante semplici: le alghe alghe, i muschi muschi, le felci felci.
Quali particolarità hanno le alghe?
Le alghe furono i primi organismi vegetali a comparire sulla Terra. Oggi le alghe sono diffuse ovunque: si trovano nei mari, nei laghi e nei luoghi umidi.
Quali particolarità hanno i muschi?
I muschi hanno un fusto molto sottile a cui sono attaccate delle piccolissime foglie. Vivono nei luoghi umidi.
Quali particolarità hanno le felci?
Quando sono comparse sulla Terra le piante complesse? Come si riproducono le piante complesse? In quali ambienti possono vivere?
Le felci vivono nel sottobosco e nei luoghi umidi. Nella parte inferiore della foglia delle felci, in primavera, si possono vedere delle piccole “palline”, che contengono le spore. Le piante complesse sono comparse sulla Terra dopo le piante semplici. A differenza delle piante semplici, le piante complesse si riproducono attraverso i semi semi. Le piante semplici possono vivere solo in luoghi umidi; invece le piante complesse possono vivere dappertutto.
Le parole chiave: chiave piante semplici, spore, alghe, muschi, felci, piante complesse, semi.
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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 232-233 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
LE PIANTE
S cienze
Le piante: la riproduzione Come sono collegati fiore, frutto, seme?
Le piante più complesse hanno i fiori fiori. I fiori si trasformano in frutti che contengono i semi. I semi daranno vita a una nuova pianta. antera che contiene il polline
Le fasi della riproduzione Come avviene l’impollinazione?
Gli insetti o il vento trasportano il polline da un fiore all’altro. Il polline entra nell’ovario e feconda l’ovulo.
ovario ovulo
Come avviene la fecondazione?
Come avviene la disseminazione?
L’ovario si trasforma in frutto; l’ovulo si trasforma in seme. I petali dei fiori cadono.
Perché nascano nuove piante, i semi devono essere trasportati lontano dalla pianta madre, dove troveranno il terreno per crescere. I semi:
• possono essere trasportati dal vento
• si attaccano al pelo degli animali
• sono dentro frutti polposi che gli animali mangeranno e poi faranno cadere sul terreno
Le parole chiave: chiave fiori, frutti, semi.
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S cienze
LE PIANTE
Le piante: la nutrizione Quali “ingredienti” usano le piante per produrre nutrimento?
Che cosa è necessario perché avvenga la trasformazione?
Come si chiama il processo che permette la produzione di cibo?
I vegetali riescono a produrre il proprio nutrimento usando: • acqua, sali minerali (che assorbono dal terreno); • anidride carbonica (che assorbono dall’aria). Perché questi ingredienti si trasformino in nutrimento occorrono: • la clorofilla (la sostanza verde contenuta nelle foglie); solare • la luce solare. Questo processo si chiama fotosintesi clorofilliana perché ha bisogno della luce e della clorofilla.
Le fasi della fotosintesi 4 3 6 2
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1 Perché le piante sono importanti per l’ambiente?
1. radici assorbono dal terreno la linfa grezza, 1. Le cioè l’acqua che porta con sé i sali minerali disciolti nel terreno. 2. La linfa grezza risale nel fusto e arriva alle foglie. 2. 3. Nelle foglie la linfa grezza si combina 3. con l’anidride anidride carbonica, carbonica grazie alla clorofilla che cattura la luce del Sole. 4. La linfa grezza si trasforma in linfa elaborata. 4. 5. In questo processo si forma ossigeno, che viene 5. liberato nell’aria. 6. La linfa elaborata raggiunge tutte le parti della pianta 6. per nutrirla. La fotosintesi clorofilliana ha una funzione importantissima per l’ambiente: consuma anidride carbonica e produce ossigeno ossigeno.
Le parole chiave: chiave acqua, sali minerali, anidride carbonica, nutrimento, clorofilla, luce solare, fotosintesi clorofilliana, radici, linfa grezza, linfa elaborata, ossigeno.
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GLI ANIMALI
S cienze
Gli animali: la nutrizione Come si procurano il cibo gli animali?
Gli animali, come tutti i viventi, devono nutrirsi nutrirsi. Non sono capaci, però, di fabbricare da soli il cibo, come fanno le piante. Perciò devono procurarselo mangiando altri esseri viventi.
Gli animali si cibano tutti nello stesso modo?
I modi in cui gli animali si nutrono sono diversi perché dipendono dal cibo che hanno a disposizione nell’ambiente in cui vivono. Esistono perciò animali erbivori, carnivori, onnivori.
Che cosa significa erbivoro, carnivoro, onnivoro?
Gli animali erbivori si cibano di vegetali: sono erbivori anche i granivori, come il passero o il canarino, che si cibano di semi. I carnivori si cibano della carne di altri animali: sono carnivori anche gli insettivori, come il merlo, la rondine, la lucertola, che si cibano di insetti. Gli onnivori si cibano sia di vegetali sia di carne: sono onnivori l’uomo, il topo, il maiale, il cinghiale, lo scarafaggio, la carpa.
Le parole chiave: chiave nutrizione, erbivori, carnivori, onnivori.
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S cienze
GLI ANIMALI
Gli animali: la respirazione Quale sostanza viene presa con la respirazione? Dove trovano l’ossigeno gli animali?
Quali organi usano gli animali per respirare?
Tutti gli organismi viventi hanno bisogno di ossigeno e se lo procurano con la respirazione respirazione. Gli animali che vivono sulla terraferma assorbono l’ossigeno dall’aria; quelli che vivono in acqua assorbono l’ossigeno contenuto nell’acqua stessa. Gli animali delle diverse specie per respirare utilizzano organi diversi: • gli organismi più semplici, i vermi e in parte anche gli anfibi respirano attraverso la pelle pelle; trachee, • gli insetti respirano attraverso le trachee dei piccoli tubi che comunicano con l’esterno attraverso dei forellini (gli stigmi) e portano l’ossigeno in tutto il corpo dell’animale; branchie, • i pesci utilizzano le branchie sottili lamelle attraverso cui passa l’acqua che contiene ossigeno; • molti animali terrestri e i mammiferi acquatici utilizzano i polmoni polmoni, dove arriva l’aria entrata dalla bocca.
Le parole chiave: chiave ossigeno, respirazione, pelle, trachee, branchie, polmoni.
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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 246 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
GLI ANIMALI
S cienze
Gli animali: la riproduzione Perché la riproduzione è un’esigenza fondamentale per i viventi?
Come si riproducono gli animali ovipari?
Quali animali sono ovipari?
Come si riproducono gli animali vivipari?
Quali animali sono vivipari? Come si riproducono gli animali ovovivipari?
Quali animali sono ovovivipari?
Riprodursi è fondamentale per continuare la specie. Perciò è un’esigenza fondamentale di tutti gli esseri viventi. Gli animali che si riproducono attraverso le uova sono ovipari. Ci sono uova piccole e gelatinose, come quelle della rana, o grandi e con un guscio duro, come quelle dello struzzo. La maggior parte degli animali è ovipara. Sono ovipari: i pesci, gli anfibi (rane), i rettili (coccodrilli, tartarughe), gli uccelli. Negli animali vivipari il piccolo si sviluppa nella pancia della mamma. Il piccolo nasce completamente formato. Sono vivipari solo i mammiferi, come gli umani, i leoni, le mucche, i gatti… Negli animali ovovivipari il piccolo si sviluppa in un uovo che rimane nel corpo della mamma fino al momento della schiusa. Vi sono pochissimi animali ovovivipari: alcuni squali, le vipere, le salamandre…
Le parole chiave: chiave riproduzione, ovipari, vivipari, ovovivipari.
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S cienze
GLI ANIMALI
Gli animali: l’evoluzione Gli animali che oggi popolano la Terra sono sempre esistiti?
Gli animali che oggi popolano la Terra, come le piante, sono il risultato di una lenta, ma lunghissima evoluzione. Nel corso di miliardi di anni gli animali si sono adattati all’ambiente, sviluppando caratteristiche particolari.
Perché gli animali comparvero dopo le piante?
I primi organismi viventi apparsi sulla Terra non furono animali. Gli animali hanno bisogno di ossigeno per respirare. Perciò perché comparissero gli animali occorreva che nell’atmosfera si formasse l’ossigeno ossigeno, prodotto dai primi vegetali. Gli animali comparvero miliardi di anni dopo la nascita dei primi organismi viventi.
Quali furono i primi animali? Come proseguì l’evoluzione?
Gli animali più antichi furono degli organismi simili agli attuali coralli. In seguito comparvero gli altri invertebrati (animali che non hanno lo scheletro). Con l’evoluzione comparvero i vertebrati (animali che hanno lo scheletro); nell’ordine: i pesci, gli anfibi, i rettili, i mammiferi, gli uccelli.
I mammiferi I primi invertebrati I primi pesci
600 milioni
500 milioni
Gli anfibi
I rettili
400 300 milioni milioni
Gli uccelli
200 100 milioni milioni
Le parole chiave: chiave evoluzione, adattamento, ossigeno, invertebrati, vertebrati.
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GLI ANIMALI
S cienze
Gli invertebrati: poriferi, celenterati, echinodermi, anellidi Quale particolarità hanno gli animali invertebrati?
Dove vivono?
Gli animali invertebrati non hanno uno scheletro interno. Spesso, però, sono protetti da gusci o corazze esterne. Gli animali invertebrati sono numerosissimi e si trovano dappertutto: nell’acqua, in aria e sulla terraferma. Si suddividono in sei gruppi: gruppi poriferi, celenterati, echinodermi, anellidi, molluschi e artropodi.
PORIFERI • Dove vivono: in acqua dolce o salata. • Particolarità: hanno minuscoli forellini attraverso cui passa il cibo. Sono : le spugne. •
CELENTERATI • Dove vivono: nel mare. • Particolarità: hanno lunghi tentacoli. Alcuni vivono attaccati al fondale, altri si muovono liberamente. • Sono: le meduse, le attinie (anemoni di mare), i coralli, le madrepore.
ANELLIDI • Dove vivono: in acqua e sulla terra. • Particolarità: hanno il corpo lungo e affusolato, formato da tanti anelli. Non hanno zampe e si muovono strisciando. • Sono: i vermi, i lombrichi, le sanguisughe.
ECHINODERMI • Dove vivono: nel mare. • Particolarità: sono protetti da un rivestimento duro. Alcuni hanno lunghi aculei. • Sono: le stelle marine, i cetrioli di mare, i ricci di mare.
Le parole chiave: chiave sei gruppi, poriferi, forellini, celenterati, tentacoli, echinodermi, rivestimento duro, anellidi, anelli.
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 250-251 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
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S cienze
GLI ANIMALI
Gli invertebrati: molluschi e artropodi MOLLUSCHI vivono nel mare e sulla terra. • Dove vivono: Particolarità: Particolarità hanno il corpo molle. molle • Spesso sono protetti da una conchiglia o da un guscio. Non hanno gambe. Sono:: le cozze, le vongole, • Sono: le ostriche, le seppie, i polpi, i calamari, le chiocciole, le lumache.
ARTROPODI • Dove vivono: dappertutto. • Particolarità: sono coperti da un rivestimento duro e hanno le zampe. Molte specie di insetti (che sono particolari artropodi) sono fornite di ali. Alcuni insetti, come ad esempio la farfalla, subiscono una metamorfosi: quando nascono sono completamente diversi dall’animale adulto e si trasformano nel corso della loro vita. Sono : gli insetti (farfalle, • formiche, mosche, zanzare), gli aracnidi (ragni, scorpioni), i miriapodi (millepiedi, scolopendre), i crostacei (aragoste, granchi, gamberi).
L e parole chiave: chiave molluschi, corpo molle, artropodi, rivestimento duro, zampe.
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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 252-253 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
GLI ANIMALI
S cienze
I vertebrati: i pesci vivono • Dove vivono: Come si riproducono: riproducono •
in acqua. con le uova uova. Tutti i pesci sono ovipari; gli squali sono ovovivipari. Come respirano respirano: con le branchie branchie. • nutrono: sono erbivori o carnivori. • Di che cosa si nutrono Qual è la caratteristica • del corpo: corpo è coperto da scaglie. Come si muovono muovono: con le pinne pinne. • Particolarità: i pesci furono i primi animali a sviluppare uno scheletro • Particolarità interno. Questo permetteva loro di muoversi meglio sia per cercare cibo sia per difendersi. Gli organi organi: la vescica natatoria è una specie di “palloncino” che, • gonfiandosi e sgonfiandosi, permette al pesce di salire in superficie o di scendere in profondità. pinne
branchie vescica natatoria Ci sono pesci di acqua dolce (carpa, luccio, tinca) e di acqua salata (squali, cernie, triglie, alici).
Le parole chiave: chiave uova, branchie, pinne, vescica natatoria.
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S cienze
GLI ANIMALI
I vertebrati: gli anfibi vivono • Dove vivono: Come si riproducono: riproducono • respirano • Come respirano:
nei luoghi umidi. con le uova uova. da piccoli con le branchie branchie; dopo la metamorfosi con i polmoni e la pelle. nutrono: da piccoli sono erbivori; dopo la metamorfosi • Di che cosa si nutrono sono carnivori. • Qual è la caratteristica del corpo: corpo è nudo. Particolarità: nascono in acqua e per diventare adulti compiono • Particolarità una metamorfosi metamorfosi, cioè una trasformazione completa. Da adulti, possono vivere anche sulla terraferma. Ci sono molti tipi • di anfibi: anfibi anfibi con le zampe e la coda, come la salamandra e il tritone; anfibi con le zampe e senza coda, come la rana e il rospo; anfibi senza zampe, come la cecilia.
Le parole chiave: chiave uova, branchie, polmoni, metamorfosi.
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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 255 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
GLI ANIMALI
S cienze
I vertebrati: i rettili vivono sulla terraferma e in acqua. • Dove vivono: Come si riproducono riproducono: con le uova uova. • respirano attraverso i polmoni polmoni, anche se vivono in acqua • Come respirano: (come nel caso della tartaruga marina). nutrono sono quasi tutti carnivori, tranne le iguane • Di che cosa si nutrono: e qualche specie di tartaruga. • Qual è la caratteristica del corpo: corpo è ricoperto da squame molto resistenti (come nei coccodrilli) o da scaglie ossee (come nelle tartarughe). Particolarità: il nome rettile significa “che che striscia”. striscia Alcuni rettili, • Particolarità come i serpenti, non hanno zampe, ma la maggior parte è dotata di quattro corte zampe, zampe poste ai lati del corpo. Sono rettili rettili: i serpenti, le tartarughe, i coccodrilli, gli alligatori, • i gechi, le lucertole, le iguane…
Le parole chiave: chiave uova, polmoni, che striscia, corte zampe.
Testi facilitati corrispondenti alla pagina 256 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
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S cienze
GLI ANIMALI
I vertebrati: gli uccelli vivono • Dove vivono:
la maggior parte sa volare. Quelli che non volano vivono sulla terraferma (le oche, le galline, gli struzzi) o in acqua (i pinguini). Come si riproducono riproducono: con le uova uova. • respirano attraverso i polmoni e i sacchi aerei, aerei due prolungamenti • Come respirano: dei polmoni che “gonfiano” il corpo dell’uccello e lo aiutano anche a sostenersi in aria. Di che cosa si nutrono: semi, carne, insetti. • • Qual è la caratteristica del corpo: corpo è coperto di penne e piume. Particolarità: gli uccelli sono animali omeotermi omeotermi: sono in grado cioè • Particolarità di controllare la temperatura del proprio corpo, mantenendola sempre abbastanza calda. Tutto il corpo degli uccelli è adatto al volo: le ossa sono cave cave, vuote all’interno, e quindi più leggere; i muscoli del petto sono possenti. uccelli i canarini, le rondini, le aquile, le anatre e tantissime • Sono uccelli: altre specie. Sono uccelli anche i pinguini, le oche, le galline, gli struzzi, anche se non sanno volare.
Le parole chiave: chiave uova, polmoni, sacchi aerei, penne, piume, omeotermi, ossa cave.
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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 257 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
GLI ANIMALI
S cienze
I vertebrati: i mammiferi vivono • Dove vivono: Come si riproducono: riproducono •
in tutti gli ambienti. sono gli unici animali vivipari, cioè danno alla luce dei piccoli già formati e li allattano allattano. Come respirano respirano: con i polmoni. polmoni • nutrono: vi sono mammiferi erbivori, carnivori e onnivori. • Di che cosa si nutrono Qual è la caratteristica • del corpo: corpo è coperto di peli peli; in alcune specie i peli formano una folta pelliccia pelliccia. Particolarità: omeotermi; • come gli uccelli, anche i mammiferi sono omeotermi • Particolarità alcuni mammiferi, come il canguro, il koala, l’opossum, • il diavolo della Tasmania, sono marsupiali: quando nascono sono minuscoli e non completamente formati, ma completano la loro crescita nel marsupio della mamma, una speciale “tasca” che le femmine hanno sul ventre; • l’ornitorinco e l’echidna depongono le uova: dopo la schiusa, come accade a tutti i mammiferi, il piccolo verrà allattato.
Le parole chiave: chiave piccoli già formati, allattamento, polmoni, peli, pelliccia, omeotermi.
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 258-259 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
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S cienze
GLI ECOSISTEMI
Che cos’è un ecosistema Che cos’è un ecosistema?
Come si influenzano viventi e non viventi?
Quanti sono gli ecosistemi?
Abiti al mare, in pianura, in montagna? Ovunque tu abiti, sei in un ecosistema ecosistema: un bosco, un lago, una città, un deserto… sono ecosistemi. Quando si parla di ecosistema, però, non si prende in considerazione solo l’ambiente in generale. Si considera l’insieme di tutti i viventi (piante, animali, batteri…) e di tutti i non viventi (acqua, terra, luce…) che si trovano in quel luogo. Se hai due piantine uguali e ne annaffi una sola, non cresceranno bene allo stesso modo. Anche se ne esponi una al sole e l’altra in penombra cresceranno in modo diverso. Allo stesso modo anche negli ecosistemi i viventi e i non viventi si influenzano. La quantità di acqua presente sul terreno, le piogge, il calore del sole, il tipo di terreno cambiano le condizioni di vita di animali e piante. Gli ecosistemi sul nostro pianeta sono numerosissimi e diversi tra loro, loro così come sono diversi gli esseri che li popolano.
Le parole chiave: chiave ecosistema, viventi, non viventi, diversità.
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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 263 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
GLI ECOSISTEMI
S cienze
La catena alimentare Animali, piante, funghi, in natura, dove trovano il cibo?
Che cosa indica la catena alimentare? Perché le piante sono importanti?
Come si comportano gli animali?
Chi sono i decompositori?
Ciascun essere vivente deve nutrirsi e cerca il cibo nell’ambiente che ha intorno. In natura ciascun vivente mangia, ma a sua volta è mangiato da altri. I viventi sono perciò tutti collegati, come gli anelli di una catena catena. La catena alimentare mette in evidenza proprio questo: ciascun vivente, per nutrirsi, ha bisogno di altri viventi. Le piante assorbono l’acqua dal terreno e riescono a trasformarla in sostanze nutritive. Perciò si chiamano produttori produttori. Le piante sono cibo per gli animali erbivori. Gli animali non sanno fabbricare il proprio nutrimento, ma devono mangiare altri organismi. Gli animali erbivori mangiano le piante, i carnivori mangiano altri animali. Gli animali sono consumatori consumatori. I decompositori sono organismi, spesso microscopici, che riescono a trasformare le piante e gli animali morti in cibo per loro e in sostanze che fertilizzano il terreno. Nella catena alimentare funghi, muffe, batteri batteri… sono decompositori decompositori.
Le parole chiave: chiave catena, piante, produttori, animali, consumatori, batteri, decompositori.
Testi facilitati corrispondenti alla pagina 264 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
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S cienze
GLI ECOSISTEMI
Gli ecosistemi del mondo Gli ecosistemi sono grandi o piccoli?
Che cosa sono i biomi?
Che cosa caratterizza i biomi?
Gli ecosistemi possono essere piccoli (uno stagno, un boschetto) o anche molto grandi (un deserto, una prateria). All’interno di un ecosistema grande se ne trovano altri più piccoli: per esempio, in una grande pianura puoi trovare un lago, un fiume, un paese. Gli ecosistemi più grandi del nostro pianeta sono chiamati biomi biomi. Ciò che rende diverso un bioma dagli altri è soprattutto il clima clima. Il clima varia da caldissimo a gelato e da asciutto e secco a molto piovoso. Poiché animali e piante si adattano al clima, ciascun bioma avrà animali e piante differenti. DESERTI DI GHIACCIO Clima: freddissimo. • Clima Animali: pinguini, • Animali orsi polari, foche. Piante: Piante non riescono • a crescere a causa del clima rigido. TUNDRA Clima: molto freddo. • Clima Animali: volpi • Animali artiche, renne, alci. Piante: cespugli • Piante bassi.
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DESERTI CALDI Clima: molto caldo e secco. • Clima Animali: scorpioni, serpenti, • Animali fennec, dromedari. Piante: Piante cactus. •
GLI ECOSISTEMI
S cienze
SAVANA Clima: caldo • Clima e secco. Animali: grandi • Animali erbivori (gazzelle, giraffe, zebre, elefanti) e grandi carnivori (leoni, leopardi, iene). MACCHIA MEDITERRANEA Clima: mite. • Clima Animali: uccelli, • Animali cinghiali, scoiattoli, ghiri. Piante: pini, • Piante querce da sughero, arbusti, piante da sottobosco. PRATERIE Clima: secco. • Clima Animali: bisonti, • Animali cavalli, cervi. Piante: erbe • Piante e piante basse.
FORESTE TROPICALI Clima: molto caldo e umido. • Clima Animali: scimmie, insetti, • Animali serpenti. Piante: vegetazione molto • Piante fitta, alberi alti.
FORESTE DI CONIFERE Clima: piuttosto freddo. • Clima Animali: camosci, • Animali stambecchi, orsi. Piante: pini, abeti, larici. • Piante FORESTE TEMPERATE Clima: non • Clima particolarmente freddo. Animali: Animali lupi, volpi, • caprioli, linci. Piante: Piante querce, faggi, • betulle.
Le parole chiave: chiave ecosistemi grandi, biomi, clima.
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 266-267 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
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S cienze
IL SUOLO
Il suolo Perché il suolo è importante?
Com’è fatto il suolo? Che caratteristiche hanno i vari strati del suolo?
Il suolo è la parte più superficiale della Terra. Anche il suolo è fondamentale per la vita perché trattiene l’acqua, l’azoto e i sali minerali: in questo modo questi elementi sono a disposizione di tutti i viventi. Il suolo è formato da vari strati sovrapposti. Lettiera: è lo strato più superficiale dove si trovano • Lettiera foglie, rami, resti di animali morti. Humus: è uno strato soffice e scuro: • Humus contiene molte sostanze nutrititive. In esso le piante affondano le radici in cerca di nutrimento. minerale è uno strato composto soprattutto • Strato minerale: da ghiaia, argilla, sabbia, pietre. Sottosuolo: è la parte più profonda del suolo. • Sottosuolo Le rocce che lo formano sono dure e compatte.
lettiera
humus
strato minerale
sottosuolo
Le parole chiave: chiave parte più superficiale, strati, lettiera, humus, strato minerale, sottosuolo.
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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 273 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
IL SUOLO
S cienze
Le caratteristiche del suolo Da che cosa è formato il suolo?
Il suolo è formato da: • minerali (rocce, ghiaia, sabbia, pietre…); • resti organici (foglie, animali e piante morte…).
Perché ci sono diversi tipi di terreno?
I terreni non sono tutti uguali perché contengono diverse quantità e tipi sia di minerali sia di resti organici.
Che differenza c’è tra terreno permeabile e impermeabile?
L’impermeabile è l’indumento che indossi per non bagnarti, perché non viene attraversato dall’acqua. Anche i terreni “fanno passare l’acqua” in modi differenti. I terreni permeabili, permeabili come quelli sabbiosi e ghiaiosi, sono formati da particelle piuttosto grandi che si lasciano attraversare facilmente dall’acqua. I terreni impermeabili sono quelli composti soprattutto da argilla. Le particelle sono piccole e molto vicine tra di loro: perciò l’acqua filtra con difficoltà. Questi terreni sono i più adatti per l’agricoltura perché l’acqua rimane a disposizione delle piante.
Le parole chiave: chiave minerali, resti organici, terreno permeabile, terreno impermeabile.
Testi facilitati corrispondenti alla pagina 274 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
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S cienze
L’ARIA
L’aria Perché l’aria è molto importante? Che cos’è l’aria?
Da che cosa è formata l’aria?
Anche l’aria è un elemento fondamentale per la vita. Senza respirare potremmo sopravvivere solo per pochi minuti. L’aria è un gas che non ha né colore né odore. Poiché l’aria è invisibile, spesso non ci rendiamo conto della sua presenza, anche se ne siamo immersi in ogni momento. L’aria è formata da un miscuglio di gas: gas azoto, ossigeno, anidride carbonica. L’ossigeno ossigeno è un gas fondamentale per i viventi. Serve per trasformare in energia ciò che mangiamo. L’azoto azoto rappresenta la parte più grande dell’aria. Anche se non serve per la respirazione l’azoto ha però una sua funzione molto importante. Quando dall’aria passa nel terreno forma delle sostanze utilissime alle piante. L’anidride anidride carbonica rappresenta una piccola parte dell’aria. È un gas nocivo per gli animali. L’anidride carbonica si produce durante la respirazione e quando qualcosa brucia: il legno, il gasolio, la benzina.
Le parole chiave: chiave miscuglio di gas, ossigeno, azoto, anidride carbonica.
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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 276 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
L’ARIA
S cienze
Le caratteristiche dell’aria Quali caratteristiche ha l’aria?
L’aria è un gas e tende a espandersi, ad allargarsi e a occupare ogni spazio libero. Perciò la troviamo dappertutto. L’aria è capace di sostenere grandi pesi: le ruote delle auto e delle biciclette sostengono grandi pesi. L’aria ha alcune caratteristiche: • può essere compressa, cioè schiacciata e così occupa uno spazio minore; • se è calda, sale verso l’alto. Questo movimento dà origine ai venti; peso. • ha un peso
L’atmosfera e la pressione atmosferica Che cos’è l’atmosfera?
Così come noi siamo “attaccati” al suolo e non voliamo, anche l’aria rimane “attaccata” alla Terra e la avvolge. L’atmosfera atmosfera è lo strato di aria che avvolge tutta la Terra.
Che cos’è la pressione atmosferica?
Sopra le nostre teste ci sono chilometri di aria. Il peso dell’aria che è sopra di noi è detto pressione atmosferica. atmosferica La pressione atmosferica non è uguale in qualsiasi posto: per esempio in montagna è minore che in pianura.
Le parole chiave: chiave peso dell’aria, atmosfera, pressione atmosferica.
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 277-279 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
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S cienze
L’ACQUA
L’acqua Perché l’acqua è molto importante?
Perché la Terra è chiamata Pianeta Blu?
Dove troviamo l’acqua?
Come usiamo l’acqua?
L’acqua è una sostanza fondamentale per la vita vita. Tutti i viventi sono formati per gran parte da acqua. Perciò non ne possiamo fare a meno. La Terra viene chiamata Pianeta Blu perché è coperta per più della metà dall’acqua degli oceani. È proprio la presenza di tanta acqua che ha reso possibile la vita sul pianeta. L’acqua è dappertutto: nell’aria sotto forma di vapore acqueo, nei mari, nei laghi, nei fiumi, nei ghiacciai. L’acqua è indispensabile per la vita. Però la usiamo anche per lavarci, per irrigare i campi, per produrre energia elettrica. La utilizziamo anche come via di comunicazione perché a volte è più facile muoversi lungo un fiume o un mare che via terra.
Le parole chiave: chiave vita, Pianeta Blu, indispensabile.
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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 280 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
L’ACQUA
S cienze
Le caratteristiche dell’acqua Possiamo usare tutta l’acqua che si trova sulla Terra?
Perché l’acqua non finisce mai?
Sul nostro pianeta, possiamo trovare l’acqua dappertutto. Non possiamo però usarla tutta. La maggior parte dell’acqua è salata o è “intrappolata” nei ghiacciai. L’acqua si ricicla in continuazione attraverso il ciclo dell’acqua. dell’acqua
Come si svolge il ciclo dell’acqua?
Con il caldo l’acqua evapora e torna in cielo, dove forma le nuvole.
L‘acqua cade dal cielo sotto forma di pioggia, neve, grandine.
Sulla terra l’acqua forma sorgenti, fiumi, laghi, mari. Viene utilizzata dall’uomo e dalla natura.
Le parole chiave: chiave ciclo dell’acqua.
Testi facilitati corrispondenti alla pagina 281 di Nuovi Tr@guardi • Scienze e Tecnologia 4.
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S cienze
LA MATERIA
La materia Che cos’è la materia?
Quale differenza vi è tra materia organica e inorganica?
I materiali sono tutti uguali?
Materia è un nome generico che viene dato a ciò che forma qualsiasi cosa: gli oggetti, le persone, l’aria. Tutto ciò che esiste è fatto di materia. Una pianta, però, è diversa da un sasso o da un cavallo. La materia infatti ha molte differenti forme e dà origine a materiali e sostanze diverse: il sale, l’aria, il legno… La prima grande differenza che si può notare in tutto ciò che ci circonda è che esistono i viventi e i non viventi. Tra i non viventi ci sono però anche oggetti e materiali che derivano da viventi: un pezzo di legno non è vivo, ma lo era quando era parte di una pianta, il miele non è vivo, ma lo ha prodotto un vivente. Si può perciò dividere la materia in: organica, se compone un essere vivente (per esempio: • organica la carne, il legno) o se deriva da un essere vivente (per esempio: il miele, il latte); inorganica, se non deriva da alcun vivente • inorganica (per esempio: il ferro, il marmo, il rame). I materiali hanno diverse qualità e in base a esse scegliamo che cosa utilizzare: non si usa la carta per costruire un ponte e non si usa il cemento per costruire un libro!
Le parole chiave: chiave materia, materiali, sostanze, materia organica, materia inorganica.
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LA MATERIA
S cienze
Gli stati della materia Come si presenta la materia?
La materia si presenta sotto forma di solidi solidi, liquidi o gas gas. Ciascun materiale è solido o è liquido o è un gas. Però può cambiare il suo “stato”, cioè la forma sotto cui si presenta. L’acqua, che possiamo osservare allo stato liquido, ma anche sotto forma di ghiaccio o di vapore, ci dimostra che lo stato della materia può cambiare.
Solo l’acqua può cambiare stato?
Anche gli altri materiali possono passare da uno stato all’altro. Gli uomini, ad esempio, estraggono i metalli contenuti nelle rocce, mettendole in forni a temperature altissime.
Come avvengono i passaggi di stato?
Quali sono i nomi dei passaggi di stato?
Il passaggio da uno stato all’altro avviene riscaldando il materiale (fornendo calore), o raffreddandolo (sottraendo calore). I passaggi di stato hanno dei nomi precisi: condensazione LIQUIDO
GAS vaporizzazione solidificazione LIQUIDO
SOLIDO fusione
Le parole chiave: chiave solidi, liquidi, gas, passaggi di stato.
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S cienze
LA MATERIA
Le particolarità di solidi, liquidi, gas Quali particolarità hanno i solidi?
Stato solido solido: gli oggetti hanno una forma e un volume (lo spazio che occupano) propri. La forma e il volume cambiano solo se l’oggetto viene rotto o schiacciato.
Come sono legate le molecole?
I legami tra le molecole sono molto forti. forti
Quali particolarità hanno i liquidi?
Come sono legate le molecole? Quali particolarità hanno i gas?
Come sono legate le molecole?
Stato liquido liquido: i liquidi possono essere spostati da un contenitore a un altro. Non cambiano il loro volume, cioè lo spazio che occupano, ma cambiano la forma, perché prendono quella del recipiente in cui sono contenuti. I legami tra le molecole sono poco forti. forti
Stato gassoso gassoso: i gas come l’aria o il vapore sono difficili da osservare. Ma, se spruzzi un deodorante, ti accorgi che esiste perché ne senti il profumo. I gas non hanno una forma propria e neppure volume proprio perché si espandono e occupano tutto lo spazio possibile. Non ci sono legami tra le molecole.
Le parole chiave: chiave stato solido, legami molto forti, stato liquido, legami poco forti, stato gassoso, non ci sono legami.
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