Nuovi Tr@guardi Letture - Guida 4

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i v o u N

i d r a u g r T@

OLE R A P E ON L C ZION I O A I M E G E VIAG GIA CON L VIAG

’ r e p insegnan a d i Gu te con   percorsi

semplificati

Linguaggi

Didattica Digitale Integrata

LIBRO DIGITALE

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Per facilitare la PROGRAMMAZIONE PER UNITÀ DI APPRENDIMENTO etodologia del Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica M Programmazione didattica e progettazione educativa Programmazione annuale di Educazione Civica Insegnare per competenze Suggerimenti metodologici: apprendimento cooperativo, compiti di realtà, classe capovolta Accoglienza: attività e strumenti Abilità iniziali: attività e strumenti Attuazione della didattica inclusiva Griglie per la rilevazione delle abilità Rubriche valutative Schede operative per lo sviluppo, il consolidamento e la verifica delle strumentalità, delle abilità e delle competenze Percorsi su: riflessione linguistica, comprensione, riassunto, tipologie testuali Antologia Compiti di realtà LOGICA LINGUISTICA: LINGUISTICA: strumenti e schede Laboratori di Musica, Arte, Filosofia



Nuovi

i d r a u g r T@

AROLE P E L CON ZION I O A I M E G E VIAG GIA CON L VIAG

’ r e p insegnan a d i Gu te con   percorsi

semplificati

Linguaggi

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E C I D IN IL PROGETTO DIDATTICO La metodologia del Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica Nuovi Tr@guardi • Letture è un libro inclusivo Le parole della didattica Insegnare per competenze Le life skills Il Libro di Lettura L’Educazione Civica La Riflessione Linguistica La Mia Grammatica Attiva Il Quaderno dei Riassunti e dei Testi I Percorsi Semplificati La Guida per l’insegnante Nuovi Tr@guardi • Letture , l’offerta digitale

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RIFLESSIONE SULLA LINGUA

49 50

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Attività e consigli per l’insegnante Dettati Schede operative alunno

6 7 9 11 13 17 18 19 20 21

COMPRENSIONE La comprensione del testo Schede operative alunno

68 70

RIASSUNTO Il riassunto Schede operative alunno

80 82

TIPOLOGIE TESTUALI Le tipologie testuali

98

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Il testo narrativo: realistico e fantastico Schede operative alunno

99 100

Il mito Schede operative alunno

110

Il racconto d’avventura Schede operative alunno

116 122

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Il racconto fantasy Schede operative alunno

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Il racconto autobiografico Schede operative alunno

PROGRAMMAZIONE ANNUALE 26

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ACCOGLIENZA

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ABILITA 'INIZIALI

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Prova di lettura Dettati Schede operative alunno Schede per la rilevazione delle abilità iniziali

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22

Nuovi Tr@guardi • Letture Programmazione annuale: Italiano Educazione Civica Programmazione annuale: Educazione Civica La programmazione per competenze

52

36 37 38 46

Il diario • La lettera Schede operative alunno

111 117 123 129 134 135


Perché un percorso di logica linguistica? Le indicazioni per il curricolo La metodologia Programmazione

Il testo poetico Schede operative alunno

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Il testo descrittivo Schede operative alunno

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Il testo informativo-espositivo Schede operative alunno

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Il testo teatrale Schede operative alunno

160

Mappa delle tipologie testuali

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ANTOLOGIA

167

Re Artù, il cuore e la spada I viaggi di Ulisse TomTom e i predoni vichinghi

168

143 149 155 161

173 180

Primo Step Indicazioni metodologiche Osservare e dedurre Schede operative alunno Giocare con le parole Schede operative alunno Giocare con i testi Schede operative alunno Secondo Step Indicazioni metodologiche Osservare e dedurre Schede operative alunno Giocare con le parole Schede operative alunno Giocare con i testi Schede operative alunno

201 202 202 203 204 205 213 221 229 230 238 246

RUBRICHE VALUTATIVE

185

Soluzioni degli esercizi

254

COMPITI DI REALTA '

189

L' ESPERIENZA DELLA MERAVIGLIA

259

Il compito di realtà La bacheca Gara di dizione L’angolo della letteratura Teatro sulle onde radio Fitness sulle onde radio

190

LOGICA LINGUISTICA

199

Lo sviluppo intellettivo del bambino nella Scuola Primaria La logica: un mezzo, non un fine

191 192

Il progetto didattico Indicazioni ministeriali Schede operative alunno

260 265 266

193 194 197

200 201

Percorsi semplificati 297


PERCH E QUESTO CORSO SI INTITOLA NUOVI TR@GUARDI LETTURE ? Che cosa fanno insegnanti e alunni insieme? Camminano lungo percorsi: a volte accidentati, a volte tranquilli, a volte in salita, a volte in piano, qualche volta in discesa. Ma per giungere dove?

AL TRAGUARDO! Qual e il traguardo? Poter dire...

Ho imparato. Sono COMPETENTE!

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Hanno imparato. Sono COMPETENTi!


Il progetto didattico

LA METODOLOGIA DEL GRUPPO RICERCA E SPERIMENTAZIONE DIDATTICA METODO TESSITORE

CODING DELLA DIDATTICA

Il percorso didattico di Nuovi Tr@guardi • Letture è la declinazione delle metodologie di insegnamento proposte da anni dalle autrici componenti del Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica. Il percorso si ar ticola su due filoni por tanti. Metodo tessitore Metodo tessitore

Coding della didattica

È la metodologia che par te dalla visione unitaria del bambino per farlo giungere all’unitarietà del sapere. Il nome stesso indica l’impor tanza della costruzione di una rete di competenze individuali che “trattenga” le diverse conoscenze che la scuola, la realtà, le agenzie educative esterne alla scuola forniscono al bambino. Le conoscenze possono essere trattenute dagli allievi solo se sono: • collegate tra loro; • e ssenziali alla costruzione del sapere; • a ncorate a una struttura specifica per ciascuna disciplina; • acquisite attraverso la scoper ta personale. I “pilastri” del Metodo tessitore Didattica par tecipata

Elaborazione personale Metacognizione

Coding della didattica

È la declinazione dei diversi contenuti e obiettivi che afferiscono a ciascuna disciplina e che permettono di acquisire conoscenze, abilità e competenze. Il Coding della didattica conduce all’acquisizione di un metodo di studio che non è soltanto acquisizione di conoscenze, ma favorisce un habitus mentale di approccio al sapere in funzione dell’acquisizione di competenze. I “pilastri” del Coding della didattica Pensiero computazionale

Organizzazione del sapere per mezzo di mappe attive

I “pilastri” del Metodo tessitore e del Coding della didattica sono ar ticolati e concretizzati nel progetto Nuovi Tr@guardi • Letture attraverso tutte le attività proposte nei diversi volumi.

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Il progetto didattico

NUOVI TR@GUARDI • LETTURE È UN LIBRO INCLUSIVO Un libro inclusivo

Nuovi Tr@guardi • Letture è INCLUSIVO, cioè per tutti e per ciascuno. Gli insegnanti sanno che ogni bambino è “speciale” e il percorso didattico deve essere “inclusivo” perché deve coinvolgere tutti i bambini. Un percorso didattico non è solo la scansione di contenuti da presentare agli alunni. È, per prima cosa, un modello di insegnamento attento a ciascuno e a tutti nello stesso tempo. Come attuare l’inclusività in classe? • C on il coinvolgimento emotivo e la motivazione all’apprendimento. • C on la relazione positiva nel momento dell’apprendimento e in quello delle performance di ciascuno. • C on l’apprendimento cooperativo. • C on l’adesione dei contenuti alla realtà del bambino (compiti di realtà).

Un libro coinvolgente Un libro formativo

Nuovi Tr@guardi • Letture è COINVOLGENTE, aderente agli interessi degli allievi. Il punto di par tenza è il coinvolgimento emotivo degli alunni. Nuovi Tr@guardi • Letture è FORMATIVO, per acquisire conoscenze, abilità e competenze attraverso compiti di realtà, apprendimento cooperativo.

• A cquisizione di abilità e conoscenze

– Q uaderno dei Riassunti e dei Testi: due sezioni dedicate all’acquisizione delle abilità di riassumere e scrivere; – Riflessione Linguistica: grammatiche esplicita, funzionale, valenziale.

• A cquisizione di competenze

– L ibro di Lettura: analisi delle tipologie testuali e antologia di letture su argomenti aderenti agli interessi degli allievi. Ogni argomento è trattato con tipologie differenti; – L ibro di Educazione Civica: un percorso per l’insegnamento di questa disciplina, basato sulle Linee Guida relative alla Legge 92; – L’Esperienza della Meraviglia: un percorso per stimolare e valorizzare le differenti “intelligenze” degli allievi.

• Imparare a imparare

Un metodo di insegnamento/apprendimento fondato: – s ulla conoscenza delle tipologie – sulla lettura critica; testuali attraverso la scoper ta personale; – sull’apprendimento cooperativo; – sul piacere della lettura; – sui compiti di realtà.

Un libro operativo

Nuovi Tr@guardi • Letture è OPERATIVO, per imparare facendo.

• O peratività

–Q uaderno dei Riassunti e dei Testi.

Un libro digitale

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• A ttenzione a tutti

– – – – –

Pagine in Leggimi, font ad alta leggibilità; esercizi graduati; materiali scaricabili; percorsi semplificati; mappe riassuntive.

Nuovi Tr@guardi • Letture è ricco di contenuti multimediali, con audiolibro, mappe ed esercizi interattivi, libro liquido…


Il progetto didattico

LE PAROLE DELLA DIDATTICA L’insegnamento per essere efficace deve essere motivante e coinvolgente. Deve dunque rendere gli alunni consapevoli delle proprie capacità e pronti a modellare diverse strategie rispondenti alle richieste dell’insegnante, ma soprattutto al loro modo di apprendere e riutilizzare le conoscenze pregresse. Anche la didattica deve trovare nuovi modelli di insegnamento/apprendimento. Nei volumi del progetto Nuovi Tr@guardi • Letture sono proposti stimoli o esercitazioni che fanno riferimento alle nuove “parole della didattica”. Didattica par tecipata e attiva

Metacognizione

Pensiero computazionale

Coding

È il momento della par tecipazione collettiva alla costruzione del sapere comune. È la par tenza, la “presa di coscienza” che si imparerà qualcosa di nuovo, tutti insieme. Nessuno par te dal nulla e dunque offriamo ai bambini l’o ppor tunità di “tirar fuori” ciò che già sicuramente sanno su un argomento. Non si sentiranno spersi, avranno la soddisfazione di verificare che il loro bagaglio culturale pregresso ser ve, anzi, è indispensabile per costruire nuovi saperi. È il momento che nella cultura anglosassone si definisce “brainstorming” o “circle time” e ser ve a “mettere sul piatto” ciò che ciascuno possiede e che tutti insieme possediamo. È un momento di grande inclusività sia per i bambini in difficoltà sia per i bambini che hanno “una marcia in più” a patto che si osser vi l’unica regola valida: il rispetto degli altri e delle altrui conoscenze. La metacognizione è la consapevolezza e il controllo dei propri processi cognitivi. È la riflessione su cosa e come stiamo imparando e su quali sono le motivazioni che ci spingono a imparare quella determinata nozione. Si attua attraverso la selezione, l’o rganizzazione, la rielaborazione delle informazioni pregresse apprese. Come? Insegnando ai bambini a chiedersi: che cosa so già su questo argomento? Se ciò che sto apprendendo è un problema, come ho risolto un problema simile in altre situazioni? L’insegnante può chiedere agli alunni: perché pensi che il compito sia difficile? Perché hai rinunciato a farlo? Perché hai fatto proprio così? Sei sicuro di non sapere proprio nulla su questo argomento? Questo argomento non ripor ta nella tua mente qualcosa che già conosci? Dai, par ti da lì! Queste riflessioni possono aiutare il bambino a mettere in gioco delle strategie, ad acquisire fiducia in sé e avere un atteggiamento più sereno di fronte a novità e difficoltà. Soprattutto i bambini in difficoltà imparano a “capire che cosa non capiscono”, senza avere la sensazione di “non capire nulla”. Imparano che tutti abbiamo un punto di par tenza, che può essere il nostro trampolino di lancio. Il pensiero computazionale è l’insieme dei percorsi mentali che por tano alla visione e alla soluzione di un problema. Il problema non è inteso solo in senso matematico, il problema è qualsiasi situazione presenti la necessità di una soluzione. Il pensiero computazionale, dunque, agevola il susseguirsi di procedure da attuare per giungere a un obiettivo. Nel caso degli obiettivi scolastici non è solo la strada da seguire per risolvere il problema, ma è il raggiungimento della consapevolezza delle diverse tappe. Il pensiero computazionale è un processo logico-creativo che abitua a pensare in modo non ripetitivo, dunque por ta a sviluppare competenze. Coding è un termine inglese che si può tradurre con la parola programmazione: indica un processo che ser ve a dare sistematicità al lavoro. Con il coding gli alunni sviluppano il pensiero computazionale e la capacità di risolvere situazioni di diversa complessità.

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Il progetto didattico Peer Teaching , Peer Learning e Cooperative Learning

Tinkering

STEAM

Classe capovolta

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È la conoscenza trasmessa tra pari. Si basa sulla comunicazione paritaria e dunque accettata dal gruppo, in una condizione di non soggezione o gerarchia. Questi momenti didattici migliorano l’autostima, mettono alla prova tutti e migliorano le abilità relazionali e di comunicazione. Sono momenti altamente inclusivi perché nel piccolo gruppo è più facile aiutare chi è in difficoltà ed è altresì più facile accettare l’aiuto. Dal lavoro in piccoli gruppi si manifesta che ciascuno “è bravo in qualcosa” e che ciascuno “può imparare qualcosa”. Questi momenti non annullano per nulla il ruolo dell’insegnante, anzi… l’insegnante diventa mediatore, facilitatore dell’interazione tra gli alunni. Il Tinkering (letteralmente “armeggiare”) è una situazione di apprendimento “informale”, stimola l’attitudine alla soluzione dei problemi coniugando competenze, abilità pratiche e creatività. Il Tinkering incoraggia a sperimentare e nello stesso tempo a tener presente le regole e le procedure. Le attività vengono proposte in forma di gioco e di sfida con se stessi per arrivare a ottenere un prodotto che si può vedere, toccare e mostrare. Il Tinkering abitua a realizzare oggetti e manufatti seguendo procedure e tappe. Che cos’è l’apprendimento se non una procedura per tappe per giungere al sapere? Dunque, l’attuazione della metodologia del Tinkering è la costruzione di una forma mentale che insegna a procedere per tappe, cioè per “piccoli passi”. Lo STEAM (scienza, tecnologia, ingegneria, ar te, matematica) è un metodo di apprendimento interdisciplinare che por ta gli alunni a riflettere, a rielaborare le proprie conoscenze e le proprie abilità per il raggiungimento di un obiettivo anche pratico. Lo STEAM è un utile strumento per scoprire come le conoscenze si possono integrare, si possono coniugare, si possono assimilare in funzione di un unico traguardo. Il metodo della classe capovolta o flipped classroom prevede l’inversione dei due mo­ menti educativi classici dell’insegnamento, lezione frontale del docente e studio individua­ le a casa dell’alunno. Tale inversione prevede che l’insegnante condivida con gli alunni del materiale in sostitu­ zione della tradizionale lezione frontale. Questo materiale può essere costituito da video, mappe, infografiche… che l’alunno guarderà o consulterà a casa, seguendo peraltro i suoi personalissimi ritmi, e che poi condividerà il giorno dopo in classe, con l’insegnante e con la classe. Sarà l’o ccasione per sottoporre eventuali dubbi, chiedere chiarimenti, risolvere quesiti che dovessero nascere, verificare ipotesi fatte, soddisfare curiosità. Per l’insegnante sarà l’o ccasione per far svolgere attività di tipo più prettamente laboratoriale, lavori di gruppo, compiti autentici.


Il progetto didattico

INSEGNARE PER COMPETENZE La competenza: una necessità

La società in cui viviamo è sempre più complessa e interessata da rapidi e imprevedibili cambiamenti nella cultura, nella scienza e nella tecnologia. Per vivere e operare in qualsiasi campo è necessario possedere non solo conoscenze teoriche e abilità tecniche, ma soprattutto: • a tteggiamenti di aper tura verso le novità; • disponibilità: – a ll’apprendimento continuo; – a ll’assunzione di iniziative autonome; – a lla responsabilità; – a lla flessibilità. La scuola deve quindi fare in modo che gli alunni sviluppino competenze, intese come “combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti appropriati al contesto” in cui operano. La competenza è trasversale, transdisciplinare. Le competenze specifiche di ciascuna disciplina si amalgamano, si integrano e entrano a far par te di un bagaglio che aiuta a “imparare a imparare”, a “saper ragionare”, a “saper argomentare”. La competenza è una modalità di approccio alla realtà per cui ciascuno di noi, di fronte a situazioni e problemi, mette in gioco ciò che sa e ciò che sa fare, ciò che lo appassiona e ciò che vuole realizzare. È ovvio, dunque, che possedere una competenza significa aver acquisito un apprendimento o, meglio, una modalità di apprendimento che sia significativa ed espor tabile in diversi contesti.

Che cosa vuol dire essere competenti

Conoscenze, abilità, competenze

Quando si impara a guidare, le prime lezioni vengono fatte in luoghi poco frequentati, per evitare situazioni difficili, e i gesti vengono ripetuti a lungo, sempre nello stesso modo, per riuscire a imparare bene la tecnica di guida. Ma questo non basta: per poter ottenere la patente occorre essere veramente competenti nella guida. Non bastano le conoscenze (sapere come è fatta un’automobile e che cosa indicano i segnali stradali), non bastano le abilità (saper mettere in moto e far muovere un’automobile): occorrono le competenze. Occorre cioè essere in grado di affrontare situazioni nuove e inaspettate: occorre saper reagire a un problema improvviso (un animale che attraversa improvvisamente la strada, per esempio) e affrontare situazioni differenti (la neve, la nebbia, la pioggia…). Proprio come chi si accinge a prendere la patente di guida, anche i nostri alunni devono riuscire a conquistare la loro “patente” per la scuola e per la vita. Devono cioè essere in grado di saper applicare in ogni contesto e in situazioni differenti tutte le conoscenze e le abilità imparate in classe. Le parole conoscenze, abilità, competenze sono entrate da anni nel lessico di ogni insegnante. Cominciano a comparire nei documenti ufficiali verso la fine del secolo scorso e da allora sono diventate i cardini su cui sono stati costruiti i curricoli di insegnamento di migliaia di docenti. In modo par ticolare negli ultimi anni i docenti hanno compreso che l’istruzione non può essere solo “scolastica”, cioè non deve ser vire solo ad affrontare e risolvere i problemi che si possono affrontare in classe, ma deve allargarsi alla comprensione del mondo intero e all’agire in contesti diversi.

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Il progetto didattico Ogni nozione che viene appresa a scuola è utile solo se, attraverso di essa, si possono consolidare modi di rappor tarsi con la realtà per capirla, per modificarla e per “viverla”. Cer tamente la Scuola Primaria ha il fondamentale compito di insegnare agli allievi conoscenze e abilità (le informazioni basilari, la lettura, il calcolo), ma, soprattutto, deve dare ai bambini la possibilità di utilizzare quanto appreso in contesti nuovi e fornire loro gli strumenti affinché siano capaci di farlo. Ecco dunque la necessità di una didattica che miri anche all’acquisizione di competenze per formare ragazzi che siano in grado non solo di sapere e saper fare, ma anche di imparare a imparare, saper ragionare, fare ipotesi, argomentare… Attivare strategie di insegnamento per competenze vuol dire adottare uno stile di inseUno stile gnamento che non si limita a trasmettere nozioni, date, formule e definizioni da imparare di insegnamento a memoria; vuol dire invece intraprendere una nuova rotta, vuol dire fare scuola per cone di apprendimento sentire agli alunni di imparare in modo: • significativo, facendo sì che per gli studenti apprendere abbia un significato, una valenza; • a utonomo, mettendo gli alunni in grado di costruire il sapere utilizzando le conoscenze pregresse e le abilità raggiunte; responsabile, cioè con la consapevolezza che apprendere è sì un diritto, ma anche un • dovere che consente un continuo miglioramento della persona e della società in cui si dovrà vivere da adulti; curioso, cioè facendo assaporare il piacere della scoper ta. • Una nuova definizione di competenza

Consapevolezza di sé

Creatività

Empatia

Prendere buone decisioni

stress

Senso critico

Relazioni efficaci

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Gestione delle emozioni

o ne dell Gestio

Problem solving

Il concetto di competenza si è via via arricchito fino a comprendere anche le “abilità trasversali”, cioè le cosiddette life skills, che sono estremamente “immateriali” e che appar tengono più al patrimonio personale che alle conoscenze e alle abilità. La competenza diventa dunque una sorta di integrazione di conoscenze (sapere), abilità (saper fare), capacità metacognitive e metodologiche (sapere come fare, trasferire, generalizzare, acquisire e organizzare informazioni, risolvere problemi), capacità personali e sociali (collaborare, relazionarsi, assumere iniziative, affrontare e gestire situazioni nuove e complesse, assumere responsabilità personali e sociali).

Comunicazione efficace


Il progetto didattico

LE LIFE SKILLS Life skills: le abilità di vita

APACITÀ DI RISOLVERE PROBLEMI (PROBLEM SOLVING) C Competenza che permette di affrontare in modo costruttivo i diversi problemi trovando soluzioni anche non standardizzate . E NELLA CLASSE? “Favorire la soluzione dei problemi” deve sostituire “fornire la soluzio-

ne dei problemi”. Meglio proporre un’attività in meno, ma trovare il tempo per invitare gli alunni ad analizzare le situazioni, a interpretarle secondo il loro punto di vista, a trovare strategie risolutive da confrontare con gli altri. C REATIVITÀ Competenza che aiuta ad affrontare in modo versatile tutte le situazioni della vita quotidiana; contribuisce sia alla capacità di prendere decisioni sia alla capacità di risolvere problemi, permettendo di esplorare le alternative possibili e le conseguenze delle diverse opzioni. E NELLA CLASSE? Tutti sappiamo quanto sanno o possono essere creativi i bambini… a

volte anche troppo. In ogni attività è bene lasciare spazio alla loro creatività, per por tarli a riflettere sulla oppor tunità delle loro scelte, sull’aderenza delle stesse alla realtà, sulla percorribilità del percorso scelto. APACITÀ DI PRENDERE DECISIONI C Competenza che aiuta ad affrontare in modo costruttivo le decisioni nelle diverse situazioni e nei vari contesti di vita. La capacità di elaborare in modo attivo il processo decisionale può avere implicazioni positive attraverso una valutazione delle diverse opzioni e delle conseguenze che esse implicano. E NELLA CLASSE? Prendere decisioni valutando pro e contro non è semplice per un

adulto... a maggior ragione per un bambino! Ma la capacità di imparare a valutare le situazioni per giungere a una soluzione che si ritiene positiva si può acquisire. I compiti autentici, i compiti di realtà possono essere un valido strumento. Messo di fronte a una situazione concreta, in cui si deve pensare e attuare un procedimento operativo conveniente, il bambino si misura con la necessità di prendere decisioni per giungere alla soluzione, mettendo in atto non solo conoscenze e abilità pratiche, ma anche competenze. A UTOCOSCIENZA Autoconsapevolezza o conoscenza di sé, del proprio carattere, dei propri punti for ti e deboli, dei propri desideri e bisogni. Abilità di comprensione dello stress. Prerequisito indispensabile per una comunicazione efficace, per relazioni interpersonali positive e per la comprensione empatica degli altri. E NELLA CLASSE? È necessario valorizzare l’o perato degli alunni “più deboli” e ridimen-

sionare l’o perato di quelli “troppo sicuri di sé”. Questi inter venti sono utili per favorire un ambiente di apprendimento che lasci spazio a tutti e soprattutto permetta di “non perdere per strada” chi pensa “non ce la farò mai”. Saper comunicare le proprie difficoltà, richiedere aiuto quando è necessario e sapere che in ogni caso si avrà come risposta un atteggiamento accogliente permette a tutti di non “gettare la spugna” e di avere fiducia nella possibilità di ottenere risultati positivi.

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Il progetto didattico S ENSO CRITICO Abilità nell’analizzare informazioni ed esperienze in modo oggettivo, valutandone vantaggi e svantaggi, al fine di arrivare a una decisione più consapevole. Il senso critico può contribuire a riconoscere e valutare i diversi fattori che influenzano gli atteggiamenti e il compor tamento, quali ad esempio le pressioni dei coetanei e l’influenza dei mass media. E NELLA CLASSE? Il senso critico non è impor tante solo per valutare il proprio operato. In un’e tà così delicata, in cui il giudizio degli altri può “far male”, è veramente impor tante abituare gli alunni a mantenere un cer to distacco da ciò che accade. Il senso critico si sviluppa anche nell’approccio alle varie discipline. Se si lascia spazio all’apprendere, inteso come ricerca continua che deve essere verificata, gli alunni si abitueranno a esprimere una propria opinione, a non incamerare il sapere come un liquido che riempie un vaso informe, ma faranno assumere a quel liquido la forma del vaso che sono loro stessi.

APACITÀ DI REL A ZIONARSI CON GLI ALTRI C Abilità di interagire e relazionarsi con gli altri in modo positivo, sapendo creare e mantenere relazioni significative, fondamentali per il benessere psico-sociale, sia in ambito amicale sia familiare. Tale competenza permette anche la possibilità di interrompere le relazioni, quando necessario, in modo costruttivo. E MPATIA Capacità di comprendere gli altri, di “mettersi nei loro panni”, anche in situazioni non familiari. Abilità di migliorare le relazioni sociali, l’accettazione e la comprensione degli altri. ESTIONE DELLE EMOZIONI G Capacità di riconoscere le emozioni in se stessi e negli altri. Abilità di provare emozioni intense, come rabbia e dolore. Consapevolezza di come le emozioni influenzano il compor tamento e capacità di gestione delle stesse. ESTIONE DELLO STRESS G Competenza nel riconoscere le cause di tensione e di stress della vita quotidiana e nel controllarle, tramite cambiamenti nell’ambiente o nello stile di vita. Capacità di rilassarsi e gestire le tensioni. OMUNICA ZIONE EFFICACE C Sapersi esprimere, sia verbalmente sia non verbalmente, in modo efficace e congruo alla propria cultura, in ogni situazione par ticolare. Capacità di esprimere opinioni e desideri, ma anche bisogni e sentimenti; essere in grado di ascoltare in modo accurato,  comprendendo l’altro. Significa, inoltre, essere capaci di chiedere aiuto, quando necessario. E NELLA CLASSE? Le dinamiche interpersonali tra gli alunni sono fondamentali per creare

un ambiente emotivo che favorisca l’apprendimento e, soprattutto, la gioia e il piacere di apprendere. Il lavoro di gruppo o la condivisione di lavori individuali permettono agli alunni di interagire e rafforzano le conoscenze e le abilità acquisite. Lavorare in gruppo non è facile, non è sempre gratificante, ma è sempre più richiesto dalla società contemporanea e dal nuovo mondo del lavoro. Occorre imparare a gestire una capacità di adattamento che non deve essere passiva o frustrante, ma positiva nella relazione con gli altri.

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Il progetto didattico

IL LIBRO DI LETTURA Il progetto didattico del corso Nuovi Tr@guardi • Letture propone un approccio che è al tempo stesso educativo-formativo e di apprendimento. La curiosità e l’interesse del bambino sono sollecitati sia dall’aderenza degli argomenti a temi vicini al suo mondo, sia da una serie di esercitazioni che, pur mantenendo lo scopo di fornire strumenti per la comprensione e l’approfondimento, mirano a creare la capacità di sviluppare un pensiero critico e autonomo. Il requisito fondamentale perché scatti la scintilla dell’amore verso la lettura è avver tirla come un piacere, una fonte di conoscenza, ma anche un momento di coinvolgimento emotivo. I bambini, più che gli adulti, quando leggono si avvicinano in modo quasi empatico ai personaggi, ai contenuti, alle situazioni narrate in un testo o in un libro. La struttura del Libro di Lettura

La struttura del Libro di Lettura è per Unità di Apprendimento e si ar ticola in quattro par ti: • u na dedicata alla conoscenza delle tipologie testuali. Lo studio e l’analisi delle tipologie non sono fini a se stessi, ma inseriti in un discorso più ampio, che è quello di arrivare a possedere strumenti comunicativi differenti e utilizzabili a seconda delle necessità e dell’argomento che si vuole trattare; • u na dedicata a tematiche vicine alla realtà del bambino trattate da punti di vista diversi. Questi punti di vista sono rappresentati dalle differenti tipologie testuali e vogliono essere uno strumento dato al bambino per imparare a guardare la realtà in modo non univoco; • u na dedicata alle verifiche di comprensione del testo. Le verifiche proposte sono strutturate secondo i macro aspetti desunti dal Quadro di Riferimento Invalsi. Sono la naturale conclusione del percorso attuato in tutto il volume. Sono raggruppate in un’unica sezione per due motivazioni: l’insegnante può assegnarle quando ritiene oppor tuno; sono riassuntive, in modo graduale, delle competenze che devono essere acquisite dagli allievi; • u na dedicata all’acquisizione e alla verifica delle competenze europee. In essa viene presentato un unico argomento trattato in maniera interdisciplinare.

Il Metodo tessitore e il Coding della didattica in Nuovi Tr@guardi • Letture

Tipologie testuali • Metacognizione • D idattica par tecipata • Pensiero computazionale

Tematiche • Metacognizione • D idattica par tecipata • Pensiero computazionale • E laborazione personale

Educazione Civica • Costituzione • A genda 2030 • C ompetenza digitale • A ttività trans-curricolari

Verifiche • E laborazione personale

Competenze europee • M etacognizione •D idattica par tecipata • E laborazione personale

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Il progetto didattico LE TIPOLOGIE TESTUALI Simbolo infografico per riconoscere la tipologia in modo aderente al linguaggio iconico dei ragazzi (modello app). Didattica par tecipata e metacognizione per introdurre la tipologia testuale e recuperare le conoscenze pregresse degli allievi.

Lettura di un brano significativo della tipologia presentata, proposto al bambino solo per il piacere di leggere: in questo modo egli potrà cominciare a immergersi nella tipologia testuale che conoscerà nelle pagine successive.

In un riquadro sono elencate le pagine in cui si ritroverà la tipologia testuale trattata nella sezione tematiche.

Spunti per insegnare a leggere in modo critico, cioè mettendo in gioco contemporaneamente le competenze nella lettura (velocità, comprensione del testo, emotività).

Pensiero computazionale L’analisi della tipologia testuale viene scandita attraverso le seguenti tappe: • Io scopro Il bambino legge un testo e, attraverso domande a scelta multipla, ne individua lo scopo, il contenuto, gli elementi, la struttura della tipologia testuale. • Io scopro la struttura Le caratteristiche narrative della tipologia sono evidenziate e scandite all’interno di un racconto. • Io lavoro Il bambino lavora in modo autonomo sulle caratteristiche della tipologia. • Verifico se conosco Una modalità per verificare le conoscenze apprese dal bambino.

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Pensiero computazionale, metacognizione, didattica par tecipata, inclusività. Mappa che anticipa le caratteristiche principali della tipologia testuale. La mappa offre all’insegnante l’o ppor tunità di discutere e far condividere a tutti gli alunni gli “ingredienti” della tipologia. La discussione permette di entrare nell’argomento e “por tare in superficie” le conoscenze pregresse.


Il progetto didattico LE TEMATICHE Simbolo infografico per riconoscere la tematica in modo aderente al linguaggio iconico dei ragazzi (modello app).

Didattica par tecipata e metacognizione per introdurre l’argomento e far affiorare i sentimenti, le emozioni e le idee dei bambini sulla tematica presentata.

In un riquadro sono elencate le tipologie testuali presenti nella sezione.

Simbolo infografico della tematica e breve frase che introduce l’idea principale della lettura e collega tra loro i brani del capitolo.

Attività per acquisire competenze nella comprensione del testo.

Esercitazioni graduali riferite al Quadro di Riferimento Invalsi.

Life skills • Competenze di vita I capitoli terminano con un brano che invita i bambini a riflettere su una competenza di vita.

Educazione Civica Letture e spunti di discussione per riflettere sulla necessità di stare bene con se stessi, con gli altri e con l’ambiente circostante.

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Il progetto didattico LE VERIFICHE La sezione dedicata alle verifiche vuole dare l’accezione corretta al termine “valutare”. Valutare non vuol dire solo controllare, ma vuol dire principalmente “dare valore”. Por tare i bambini ad affrontare le verifiche sapendo qual è il loro reale significato vuol dire aiutarli a vederle con occhi diversi. Per l’insegnante vuol dire monitorare gli apprendimenti degli alunni, capire i loro punti di forza e i loro punti deboli. La comprensione del testo è proposta come un percorso per tappe e quindi le tre prime verifiche sono relative ai tre macro aspetti indicati dal Quadro di Riferimento Invalsi: • i ndividuare informazioni; • s ignificato del testo; • contenuto e forma del testo. Le restanti verifiche, invece, ver tono su tutti e tre gli aspetti.

L E COMPETENZE EUROPEE Acquisire e verificare le competenze europee

Perché insegnare per competenze

Conoscenze, abilità, competenze

A che cosa ser ve questa sezione

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Il progetto Nuovi Tr@guardi • Letture è completato da una sezione dedicata interamente all’acquisizione delle competenze europee.

Affinché l’apprendimento sia veramente proficuo non bastano le conoscenze e le abilità: occorrono le competenze. I bambini devono saper applicare in ogni contesto tutte le conoscenze e le abilità imparate, affrontando anche situazioni nuove e inaspettate. Le parole conoscenze, abilità, competenze sono entrate nel lessico di ogni insegnante. I docenti hanno compreso che l’istruzione non può essere solo “scolastica”, cioè non deve ser vire solo a risolvere problemi che si presentano in classe, ma deve allargarsi alla comprensione del mondo esterno e all’agire in contesti diversi. Ecco dunque la necessità di una didattica che miri anche all’acquisizione di competenze per formare ragazzi che siano in grado non solo di sapere e saper fare, ma anche di imparare a imparare, di saper ragionare, di fare ipotesi, di sostenere le proprie idee, di argomentare… In questa sezione viene proposta un’Unità di Apprendimento che rispecchia i requisiti di una programmazione per competenze. L’Unità ha come tema por tante un argomento interessante per bambini di questa età (“La scuola” per la classe quarta e “La comunicazione” per la classe quinta).


Il progetto didattico L’argomento è affrontato da punti di vista differenti e propone agli alunni una metodologia di lavoro basata sulla riflessione, sulla capacità di far riferimento a conoscenze pregresse, sull’atteggiamento critico e deduttivo nei confronti del sapere. È una sor ta di metodo per imparare a “esplorare” un argomento, ad acquisire una visione più ampia e interdisciplinare di un tema. Nella sezione, all’inizio di ogni pagina, l’alunno troverà enunciato quale lavoro gli sarà richiesto e quale competenza dovrà mettere in atto. Per l’insegnante, invece, a fondo pagina, saranno evidenziate le competenze enunciate dal MIUR, le competenze chiave e gli assi culturali definiti dal Quadro Europeo delle Qualifiche e dei Titoli. L’autovalutazione

Al termine dell’Unità di Apprendimento viene richiesto a ogni alunno di riflettere sul percorso svolto, esplicitando le difficoltà incontrate e le par ti in cui si è sentito maggiormente coinvolto.

L´ EDUCAZIONE CIVICA Un percorso specifico per questa disicplina

Il volume Educazione Civica risponde all’e sigenza di strutturare un percorso specifico per questa disciplina. I temi proposti e le relative attività sono inerenti ai principi espressi nella Costituzione, all’Agenda 2030 e alla Cittadinanza digitale, in ottemperanza alle Linee Guida del Miur. Il volume è ar ticolato per argomenti che rappresentano lo spunto di riflessione per acquisire competenze di cittadinanza e interiorizzare il valore dell’Educazione Civica. Sono proposti anche brani per sottolineare che la lettura è di per sé Educazione Civica, perché permette di conoscere situazioni, ascoltare idee, pareri, esperienze e confrontarsi con altri. Per ulteriori approfondimenti su come l’Educazione Civica sia entrata all’interno del curricolo scolastico e sulla relativa Programmazione annuale, si vedano le pagine 30-31 di questa Guida.

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Il progetto didattico

LA RIFLESSIONE LINGUISTICA Le grammatiche: implicita, esplicita, funzionale, valenziale

Alla riflessione sulla lingua è dedicato un volume a par te, perché il percorso per l’acquisizione della consapevolezza e della sicurezza nell’uso dello strumento linguistico è trasversale a tutte le attività. I bambini usano autonomamente le strutture grammaticali perché possiedono la grammatica implicita. Riflettere sulla lingua consente di capire la funzione delle parole, la struttura della frase e quindi permette di giungere al traguardo finale: la conoscenza della grammatica esplicita. Per questo, nel percorso si trovano le principali tappe delle grammatiche funzionale e valenziale. Più par ticolareggiato è il percorso per la conoscenza degli aspetti or tografici, lessicali, morfologici e sintattici della nostra lingua. Il volume di Riflessione Linguistica è ar ticolato in più sezioni: • or tografia; • comunicazione (cl. 5 a); • lessico; • g rammatiche funzionale, esplicita, valenziale; • s intassi.

Gradualità e operatività

La conoscenza di ciascuna categoria grammaticale avviene attraverso un percorso graduale e ricco di operatività. Per ogni argomento affrontato, un nutrito numero di esercizi consente di fissare e consolidare le conoscenze apprese.

Al termine del percorso vi sono esercizi riassuntivi che possono essere utilizzati dall’insegnante come verifiche in itinere.

Competenze

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Le mappe riassuntive, anche digitali, sintetizzano gli aspetti delle diverse categorie grammaticali.

La riflessione sulla lingua ha come traguardo la competenza, non solo la conoscenza. Per questo nel volume si trovano doppie pagine chiamate “Competenze in gioco”, nelle quali le conoscenze e competenze acquisite sono presentate in una situazione meno “formale”, proponendo anche lavori di logica linguistica.


Il progetto didattico RIFLESSIONE LINGUISTICA: LE MAPPE INTERATTIVE E LE VIDEOLEZIONI Una impor tante estensione digitale del volume di Riflessione Linguistica è rappresentata Le mappe dalle mappe interattive di sintesi e approfondimento delle diverse categorie grammaticali. interattive e le Delle vere e proprie videolezioni che, con una grafica accattivante e un audio chiaro e videolezioni preciso, possono essere utilizzate in classe, secondo le strategie che l’insegnante riterrà più oppor tune, oppure in autonomia dallo studente, come valido strumento di ripasso e consolidamento, ma anche di applicazione della classe capovolta e in caso di Didattica Digitale Integrata. Le mappe sono realizzate con il font ad alta leggibilità LEGGIMI, che le rende fruibili da tutto il gruppo classe. Dei puntuali esercizi di verifica sono presentati in itinere alle videolezioni, ma possono anche essere saltati, per rendere ogni mappa davvero personalizzabile a seconda dell’e sigenza della classe. In un unico oggetto digitale sarà possibile riprodurre il video, esercitarsi e rinforzare le conoscenze, il tutto in un contesto coinvolgente e diver tente.

LA MIA GRAMMATICA ATTIVA Le “chiavi” per riflettere sulla lingua

Le mappe mentali delle tipologie testuali

La Mia Grammatica Attiva è un manuale che propone le “chiavi” per riflettere sulla lingua e analizzarla nelle sue molteplici applicazioni. Le regole or tografiche, morfologiche, sintattiche sono presentate in modo sintetico e facilmente fruibile. Tutte le regole sono corredate di un gran numero di esempi, che facilitano la comprensione e l’applicazione nei diversi contesti. Al termine di ogni argomento vi è un quadro sinottico, la mappa riassuntiva, che consente di visualizzare in modo rapido e sistematico i contenuti degli argomenti. Si tratta di un manuale di facile fruizione che ser ve agli alunni per ripassare, memorizzare e ricordare le regole grammaticali. Il manuale è corredato da un nutrito numero di esercizi interattivi. Nel manuale La Mia Grammatica Attiva è inserita una sezione dedicata alle mappe mentali delle tipologie testuali. Le mappe mentali aiutano i bambini a visualizzare le caratteristiche di ciascuna tipologia, sia in funzione di conoscenza sia come aiuto alla stesura di testi.

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Il progetto didattico

IL QUADERNO DEI RIASSUNTI E DEI TESTI Coding della didattica

Se un bambino o un insegnante si pone un traguardo, vuol dire che sa che deve affrontare un percorso per raggiungerlo. Se il percorso è lungo, non può naturalmente essere affrontato tutto in una volta, ma deve essere scandito in tappe. Immaginiamo il percorso per il raggiungimento delle competenze come un lungo fiume. Questo fiume si alimenta soprattutto grazie ad altri corsi, che por tano le loro acque attraverso percorsi specifici. Nel grande fiume che è la competenza linguistica por tano le loro acque il fiume della comprensione, quello della lettura, quello del riassunto, quello della scrittura. Al percorso per il raggiungimento delle competenze di riassumere e scrivere un testo è dedicato il Quaderno dei Riassunti e dei Testi, che prevede percorsi specifici. Le tappe del percorso di insegnamento/apprendimento scandiscono le abilità che ogni bambino deve acquisire per raggiungere le competenze linguistiche.

R IASSUNTO Il percorso del riassunto aiuta il bambino a smontare un testo nelle sue par ti essenziali per poi rielaborarle e riferirle in modo personale. Queste abilità sono fondamentali anche per acquisire un metodo di studio e per saper riferire le conoscenze apprese. Per raggiungere la capacità di riassumere e sintetizzare occorre prima fare un sistematico e metodico lavoro sullo smontaggio di un testo nelle sue par ti essenziali. Tappe: • la trama; • i vari tipi di sequenze; • le sequenze narrative principali; • la frase chiave; • lo smontaggio; • il riassunto.

S CRITTURA Il percorso inizia con la presentazione degli strumenti di base necessari per riuscire a produrre un testo. Ai suggerimenti sono affiancate esercitazioni pratiche perché il bambino sperimenti e utilizzi separatamente le diverse regole per la produzione di un buon testo. A questa parte segue un percorso altrettanto graduale e guidato per la stesura di un testo, che prevede domande, input e scalette per imparare a trattare in modo coerente e coeso un argomento utilizzando una precisa tipologia testuale. Questa sezione permette al bambino di tradurre in modo operativo le sue conoscenze e competenze nella lingua italiana, collegando quanto ha imparato nel Libro di Lettura e nel Libro della Riflessione Linguistica.

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Il progetto didattico

I PERCORSI SEMPLIFICATI Alcuni bambini hanno bisogni speciali

Un percorso didattico inclusivo per tutti

Lo sforzo più impegnativo è includere nel percorso didattico del gruppo classe quei bambini che hanno Bisogni Educativi Speciali o Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Parlare di Didattica Inclusiva vuol dire quindi parlare di una didattica attenta ai bisogni par ticolari di questi bambini. Bisogna distinguere i bambini con BES da quelli con DSA , perché hanno esigenze diverse e hanno bisogno di percorsi didattici diversi. Il ventaglio di difficoltà è in ogni caso molto ampio e spesso si intreccia con difficoltà relazionali. Per superare le difficoltà relazionali dovrà subentrare un coinvolgimento nel lavoro della classe con i compagni e una maggiore attenzione al versante emotivo. Alla luce di queste premesse il team didattico che ha elaborato il progetto Nuovi Tr@guardi • Letture ha cercato di proporre un corso che fosse inclusivo su più fronti: • per tutti i bambini della classe perché non tutti hanno le stesse conoscenze pregresse, le stesse capacità cognitive e attentive; • per i bambini con BES e DSA , proponendo una metodologia didattica coinvolgente e adatta alle diverse capacità. Nel Libro di Lettura vi sono testi ed esercizi con font ad alta leggibilità; nel libro di Riflessione Linguistica gli esercizi sono contrassegnati con un colore differente nella numerazione per indicare il grado di difficoltà. In tutti i libri sono presenti mappe riassuntive che aiutano il bambino a ricordare gli aspetti principali di quanto appreso e possono essere utilizzate come strumenti compensativi. I sussidi multimediali sono un ulteriore aiuto per i bambini che presentano Bisogni Educativi Speciali.

Il percorso di facilitazione

Il percorso di facilitazione presentato al termine della Guida, che può essere richiesto come fascicolo separato per tutti gli alunni che ne avranno necessità, è diviso in quattro sezioni: • Tipologie testuali • Verifiche facilitate • Comprensione (Tematiche) • Riassunto Tutte le sezioni seguono i contenuti del Libro di Lettura e del Quaderno dei Riassunti e dei Testi, presentati in modo semplificato. È sempre segnalata la pagina corrispondente sul testo della classe, per cui l’insegnante può assegnare la stessa tipologia di lavoro ai bambini con BES e DSA. L’intera sezione è scritta in LEGGIMI e Leggimigraphic, caratteri ad alta leggibilità.

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Il progetto didattico

LA GUIDA PER L’ INSEGNANTE Nella presente Guida per la classe quar ta i filoni metodologici por tanti del progetto vengono analizzati per poter comporre un piano didattico e metodologico completo, coerente ed efficace. Inoltre, vengono offer te all’insegnante alcune schede per ampliare e approfondire le diverse abilità che si vogliono sviluppare. Le pagine dedicate all’A ntologia propongono una serie di brani che il bambino potrà leggere da solo o insieme alla classe, per sviluppare il piacere della lettura. Una par te della Guida è dedicata al volume dei Linguaggi espressivi, intitolato “L’Esperienza della Meraviglia”. I contenuti della Guida

Compiti di realtà Logica linguistica Percorsi semplificati Programmazione

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Nella Guida l’insegnante troverà: • la programmazione per l’anno scolastico; • s uggerimenti per l’accoglienza; • c onsigli metodologici e schede integrative relative: – alle abilità iniziali; – alla riflessione sulla lingua; – alla comprensione del testo; – al riassunto; – all’analisi delle tipologie testuali; • l e rubriche valutative relative all’anno scolastico; • u n’antologia di testi di letteratura per l’infanzia;

• un percorso unitario, intitolato “Radio School”, che propone compiti di realtà collegati tra loro da svolgersi durante l’intero anno scolastico;

• un percorso di logica linguistica, per stimolare tutte le differenti “intelligenze” e acquisire competenze logiche, pensiero logico e riflessivo;

• un percorso di facilitazione, presente sia in Guida sia, per chi ne faccia richiesta, come volume separato, secondo le caratteristiche descritte a pagina 21.

La programmazione evidenzia: • le competenze da raggiungere al termine dell’anno scolastico; • le conoscenze e le abilità che ogni allievo deve raggiungere; • i contenuti.


Il progetto didattico

NUOVI TR@GUARDI • LETTURE , L’ OFFERTA DIGITALE Il Libro digitale

Gli strumenti

Il corso ministeriale Nuovi Tr@guardi • Letture comprende anche l’e stensione digitale, interattiva e multimediale: il Libro digitale. Il Libro digitale è il libro di testo digitale, ricco di risorse e strumenti da utilizzare in classe – attraverso la LIM o i device a disposizione – oppure a casa, in modo semplice e autonomo. Pensato per potenziare la didattica, facilitare lo studio e rendere più coinvolgente il lavoro in classe e a casa, il Libro digitale contribuisce anche a sviluppare le competenze digitali degli alunni. Le soluzioni digitali presenti nel Libro digitale sono pensate per essere fruite in modo intuitivo e flessibile da tutti, a seconda delle proprie attitudini e della propria familiarità con la tecnologia. Questa Guida presenta l’utilizzo base del Libro digitale e delle risorse a disposizione di docenti e studenti, ma sono disponibili molti altri strumenti, per un utilizzo avanzato dell’o ffer ta digitale. La versione docente, oltre ai contenuti presenti nella versione studente, raccoglie tutta una serie di materiali scaricabili e stampabili, utilizzabili nei modi che si crederanno più oppor tuni. Il Libro digitale è uno strumento fondamentale per il docente di oggi, che lo può utilizzare per arricchire e approfondire la lezione in classe o in caso di Didattica Digitale Integrata, ma anche per l’alunno, in quanto incoraggia all’autonomia e alla personalizzazione del percorso di apprendimento. Caratteristica del Libro digitale è quindi la flessibilità; non sarà predefinito ma sempre in progress, il suppor to non sarà solo car taceo ma anche digitale; non si svilupperà solo sul livello testuale ma sarà ricco di immagini, schemi, suoni; non progredirà in maniera lineare ma si svilupperà anche in reti concettuali. Il Libro digitale può essere utilizzato da tutti e, prestando par ticolare attenzione alla personalizzazione, si rivela uno strumento indispensabile in caso di Didattica Digitale Integrata, ma anche e soprattutto per l’integrazione degli alunni che presentano difficoltà di apprendimento, quelli con BES e DSA, quelli non italofoni e quelli diversamente abili nel tessuto della classe. Gli strumenti di lavoro a disposizione nel Libro digitale sono raccolti in una barra dedicata. Dalla barra degli strumenti all’interno della piattaforma è possibile non solo accedere alla tradizionale palette di strumenti (matita, evidenziatore, riquadri per inserire note, gomma) ma anche effettuare ritagli di testo, inserire esercizi o file preparati personalmente, aggiungere note, video, collegamenti iper testuali. Il Libro digitale diviene quindi uno strumento da personalizzare, che può essere declinato a seconda delle necessità e integrato di ulteriori risorse, funzioni e materiali aggiuntivi, in base alle proprie esigenze formative.

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Il progetto didattico Creare mappe concettuali

L’impor tanza di Classroom

Il libro liquido

ELI LINK

Il Grande Gioco dell’Educazione Civica

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Un utilissimo tool all’interno del Libro digitale è lo strumento che consente di disegnare mappe concettuali usando forme, colori e brevi etichette di testo. Diventerà così immediato e intuitivo organizzare in pochi clic le idee o trasformare in semplici schemi dei concetti complessi: le mappe prodotte potranno essere utilizzate durante una lezione, frontale o a distanza, oppure essere sfruttate per facilitare lo studio a casa. Sarà sufficiente scegliere il titolo della mappa, disegnarla e salvala. Comparirà tra le risorse personali e potrà essere aggiunta a qualsiasi pagina del Libro digitale semplicemente trascinandola sulla pagina; per un utilizzo ancora più personalizzato, la mappa prodotta potrà anche essere espor tata come immagine. La necessità di fornire strumenti che sempre più riducessero le difficoltà date da una didattica digitale ha fatto sì che nascesse l’idea di Classroom, uno spazio di condivisione tra insegnanti e studenti. In questa aula vir tuale l’insegnante può assegnare i compiti alla propria classe e controllarne i risultati, condividere con i propri studenti le risorse e creare percorsi personalizzati. L’alunno può fare i compiti da qualsiasi dispositivo e controllare il proprio andamento. E grazie alla presenza di una “bacheca”, insegnante e studenti avranno sempre la possibilità di comunicare, in uno spazio protetto e sicuro. Classroom può essere utilizzato sia nella piattaforma di uso del Libro digitale sia in Google Classroom, aumentando così notevolmente la facilità di uso da par te di tutti. Il Libro digitale ha una par ticolare attenzione per l’accessibilità. Cliccando sull’icona Cambia vista in alto a destra, è possibile passare alla versione accessibile del Libro digitale, conosciuta anche con il nome di libro liquido. In essa, per consentire una lettura fluida e facilitata, è possibile: • v isualizzare quali risorse (audio, video, pdf allegati) sono presenti nella pagina; • a scoltare il testo, scegliendo anche la velocità di lettura; • c ercare specifiche parole contenute nel testo; • p ersonalizzare l’aspetto grafico del testo selezionando: - il tipo di carattere, tra cui l’Easy Reading, - le dimensioni del carattere, con la possibilità di ingrandirlo o rimpicciolirlo, - la visualizzazione del testo, che può essere trasformato tutto in maiuscolo, - il colore di fondo della pagina. ELI LINK è un’applicazione gratuita scaricabile dagli store digitali sul proprio smar tphone o tablet. Grazie a ELI LINK la realtà che vediamo sotto i nostri occhi si arricchisce degli elementi multimediali del corso, attivabili direttamente da smar tphone o da tablet. Dopo aver scaricato l’applicazione, è possibile inquadrare la pagina del proprio volume car taceo e accedere subito ai contenuti digitali collegati. ELI LINK è uno strumento pensato per aumentare la produttività nel lavoro in classe o a casa e risparmiare tempo, oltre che per mantenere viva l’attenzione degli studenti e coinvolgerli maggiormente grazie all’ausilio della tecnologia: tutti i contenuti multimediali del corso sono sempre a disposizione con un semplice click dal proprio suppor to mobile. Nell’o ttica della didattica par tecipata, i temi più sensibili legati all’Educazione Civica e all’Agenda 2030 saranno oggetto del diver tente gioco SMILE GAME presente all’interno del Libro digitale da proporre al gruppo classe.


Nuovi

i d r a u g r T@ Letture

PROG RA MM AZ ION E Per tesse re abilit à e cono scen ze in funzi one dell’acqu isizio ne di comp eten ze.

CO DIN G DE LLA DIDAT TIC A Le tapp e per acqu isire la comp eten za lingu istica : • riassu nto • abilità inizia li • tipol ogie testu ali • riflessione sulla lingu a • anto logia • comp rensi one


Programmazione annuale

PROGRAMMAZIONE ANNUALE ITALIANO D IDATTICA DIGITALE INTEGRATA • LIBRO DIGITALE Far scaricare a tutti gli studenti il Libro digitale sul proprio device (PC, tablet…); il codice si trova all’interno della coper tina di ciascun volume. TRAGUARDI DI SVILUPPO DELLE COMPETENZE DA RAGGIUNGERE AL TERMINE DELL A CL ASSE QUARTA

Ascoltare e parlare

• Par tecipa a scam­

bi comunicativi con compagni e docen­ ti (conversazione, discussioni, scambi epistolari…) attraver­ so messaggi semplici, chiari e per tinenti, formulati in un regi­ stro il più possibile adeguato alla situa­ zione.

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CONOSCENZE E ABILITÀ

CONTENUTI

• Ascoltare con attenzione e comprende­ • Dialoghi, re le diverse comunicazioni degli inse­ gnanti (consegne/spiegazioni/narrazioni). • P restare attenzione alle conversazioni e ai diversi interlocutori. • C ogliere l’argomento principale dei di­ scorsi altrui. • Prendere la parola negli scambi co­ municativi (dialogo, conversazione, di­ scussione) rispettando i turni di parola, ponendo domande per tinenti e chie­ dendo chiarimenti. • R iferire su esperienze personali, orga­ nizzando il racconto in modo essenzia­ le e chiaro, rispettando l’ordine crono­ logico e/o logico e inserendo elementi descrittivi funzionali al racconto. • C hiedere spiegazioni quando ci si rende conto di non aver capito. • C ogliere in una discussione le posizioni espresse dai compagni ed esprimere la propria opinione su un argomento. • Esprimersi in modo chiaro e corretto utilizzando un lessico via via più ricco e specifico, avvalendosi dell’appor to delle varie discipline. • C omprendere le informazioni essenziali di un’e sposizione, di istruzioni per l’e­ secuzione di compiti, di messaggi tra­ smessi dai media (annunci, bollettini…). • C onoscere e utilizzare pause, intona­ zioni, gestualità come risorsa del par­ lato nell’esposizione di esperienze per­ sonali e di argomenti di studio.

conversazioni, discussioni collettive, guidate e non. • Strategie dell’ascolto finalizzato e attivo: lettura dell’insegnante, dei compagni e di materiali multimediali. • P rocessi di controllo da mettere in atto durante l’ascolto (rendersi con­ to di non aver capito, riconoscere una difficoltà, chiedere chiarimenti). • C omprensione di racconti letti dal­ l’insegnante. • Individuazione di sequenze in storie di complessità crescente. • R icostruzione della storia attraverso le sequenze. • Individuazione della corretta crono­ logia delle sequenze. • M odalità per prendere appunti men­ tre si ascolta. • Interazione fra testo (messaggio) e contesto. • F orme più comuni di discorso parlato: il racconto, il resoconto, la lezione, la spiegazione, la spiegazione orale. • Alcune forme comuni di discorso par­ lato dialogico: l’interrogazione, la con­ versazione, il dibattito, la discussione. • R esoconti orali di racconti letti e/o narrati o di esperienze. • Descrizione orale di un’immagine, di un fatto, di un esperimento scientifico… • D omande per la comprensione del testo letto o ascoltato.


Programmazione annuale Leggere e comprendere • L egge testi letterari di vario genere appar te­ nenti alla letteratura dell’infanzia, sia a vo­ ce alta, con tono di voce espressivo, sia con lettura silenziosa e autonoma, riuscen­ do a formulare su di essi semplici pareri personali. Comprende testi di • tipo diverso, ne indi­ vidua il senso globale e/o le informazioni principali. • Sviluppa gradualmen­ te abilità funzionali allo studio estrapo­ lando dai testi scrit­ ti informazioni su un dato argomento, utili per l’esposizione ora­ le e la memorizza­ zione, acquisendo un primo nucleo di ter­ minologia specifica.

• C onsolidare la tecnica della lettura ad • L etture e analisi di testi di diverso ti­ alta voce, leggendo in modo corretto, scorrevole ed espressivo, rispettando i tratti prosodici. • Leggere testi narrativi e descrittivi, sia realistici sia fantastici, distinguendo l’in­ venzione letteraria dalla realtà. • Sfruttare le informazioni della titola­ zione, delle immagini e delle didascalie per farsi un’idea del testo che si inten­ de leggere. • R icercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza per scopi pratici e/o conoscitivi. • S eguire istruzioni scritte per realizzare prodotti, per regolare compor tamenti, per svolgere un’attività, per realizzare un procedimento. • L eggere semplici e brevi testi letterari sia poetici sia narrativi mostrando di ri­ conoscere le caratteristiche essenziali che li contraddistinguono (versi, stro­ fe, rime, ripetizione di suoni, uso delle parole e dei significati) ed esprimendo semplici pareri personali su di essi. • Sintetizzare testi mediante strategie diverse: sottolineature, cancellature, schemi, domande guida, riduzioni pro­ gressive. • R ilevare forme linguistiche nuove: pa­ role chiave, modi di dire, proverbi. • R icercare il significato e l’origine delle parole. • Individuare la struttura di un testo (par­ te iniziale, par te centrale, par te finale). • R ilevare le informazioni principali e se­ condarie, esplicite e implicite, in testi di diversa tipologia.

po e crescente complessità lessica­ le e di contenuto. • S trategie di lettura. • L ettura a colpo d’o cchio. • C omprendere dal titolo. • C aratteristiche strutturali, sequenze, informazioni principali e secondarie, personaggi, tempo, luogo in testi narrativi, espositivi, descrittivi, infor­ mativi, regolativi. • A lcune figure di significato: onoma­ topea, similitudine, metafora. • R elazioni di significato fra parole (si­ nonimia, iper/iponimia), in rappor to alla varietà linguistica: lingua nazio­ nale, scritto e orale, informale e for­ male. • L ’idea principale del testo. • L a struttura del testo. • Il flashback. • Il montaggio parallelo. • Il contesto. • Il significato delle parole. • G li elementi fondamentali di un rac­ conto. • L e informazioni esplicite. • L e informazioni e gli elementi del te­ sto. • Le inferenze.

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Programmazione annuale Scrivere • Produce testi di tipo differente, rispettan­ done la struttura.

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• Raccogliere

le idee, organizzarle per punti, pianificare la traccia di un rac­ conto o di un’e sperienza. • Elaborare testi espressivi/narrativi an­ che par tendo da esperienze personali/ collettive che contengano le informa­ zioni essenziali relative a persone, luo­ ghi, tempi, situazioni, azioni. • Produrre testi descrittivi anche utiliz­ zando dati sensoriali. • P rodurre testi creativi sulla base di mo­ delli dati (filastrocche, racconti brevi, poesie). • P rodurre semplici testi a carattere pra­ tico/comunicativo (avvisi, relazioni, mo­ duli, diari, telegrammi, inviti, lettere). • C ompletare storie, scegliendo, trovan­ do, modificando la par te iniziale/cen­ trale/finale. • R iproporre per iscritto con parole pro­ prie i contenuti di testi. • Trasporre semplici testi passando dal discorso diretto al discorso indiretto e viceversa. • P rodurre testi corretti dal punto di vista or tografico, morfosintattico, lessicale, in cui siano rispettate le funzioni sintat­ tiche e semantiche dei principali segni interpuntivi. • Operare con le parole (inventare e utilizzare codici, risolvere rebus, ana­ grammi, parole crociate, indovinelli, in­ ventare acrostici…).

• D ifferenze essenziali fra forma orale

e forma scritta. • Rielaborazione in forma scritta di conversazioni e spiegazioni. • U tilizzo di schemi, scalette e mappe concettuali per organizzare idee, per sintetizzare, per costruire testi. • Utilizzo di schede e domande di comprensione di testi letti (a scelta multipla, domande aper te…). • G iochi linguistici di vario tipo. • Produzione individuale, a gruppi e collettiva di testi di diverse tipologie. • S trategie di scrittura adeguate al te­ sto da produrre. • L e tappe del riassunto (le sequenze principali, le frasi chiave, lo smon­ taggio, dallo smontaggio al riassun­ to).


Programmazione annuale Riflettere sulla lingua • S volge attività esplici­ te di riflessione lingui­ stica su ciò che si dice o si scrive, si ascolta o si legge; mostra di cogliere le operazioni che si fanno quando si comunica.

• C onsolidare

correttamente le norme grafiche e or tografiche. • R iconoscere e denominare le parti prin­ cipali del discorso e gli elementi basilari di una frase; individuare e usare in modo consapevole modi e tempi del verbo; riconoscere in un testo i principali con­ nettivi (temporali, spaziali, logici). Sviluppare/ridurre frasi per sintagmi • categoriali approfondendo il concetto di espansione. • A nalizzare la frase nelle sue funzioni (predicato e principali complementi di­ retti e indiretti). • Conoscere i principali meccanismi di formazione e derivazione delle parole (parole semplici, derivate, composte, prefissi e suffissi). • C omprendere le principali relazioni tra le parole (somiglianze, differenze) sul piano dei significati. • C omprendere e utilizzare il significato di parole e termini specifici legati alle discipline di studio. • Riconoscere vocaboli entrati nell’uso comune, provenienti da lingue straniere. • R icercare autonomamente il significato delle parole non note. • U tilizzare il dizionario. • R iconoscere la funzione dei principali segni interpuntivi.

• G li elementi della comunicazione. • Il codice non verbale. • Il codice verbale. • L e espressioni gergali. • L’intenzione comunicativa. • L e regole or tografiche. • Il discorso diretto e indiretto. • L e par ti del discorso e le categorie

grammaticali. • R elazioni di significato tra parole (si­ nonimia, omonimia, polisemia…). • La lingua italiana come sistema in evoluzione continua attraverso il tempo. • La punteggiatura come insieme di segni convenzionali che ser vono a scandire il flusso delle parole e del­ la frase in modo da riprodurre l’in­ tenzione comunicativa. • M odalità e procedure per struttura­ re una frase semplice e per ricono­ scere gli elementi fondamentali del­ la frase minima. • F unzione del soggetto, del predica­ to e delle espansioni. • Il gruppo nominale e il gruppo ver­ bale.

DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Per Prove di ingresso, Schede operative, Verifiche e Didattica inclusiva, utilizzare i materiali a disposizione alla pagina https://www.elilaspigaedizioni.it/altuofianco

METODOLOGIA Metodo deduttivo Pensiero computazionale

Par tendo dal testo, abituare gli alunni a dedurre le caratteristiche delle tipologie testuali e gli elementi della comprensione del testo. Imparare a individuare, in un testo, le tappe per acquisire conoscenze e abilità.

Coding

Sapere dare sistematicità nell’analisi di una tipologia testuale e, di conseguenza, alla pro­ duzione scritta e alla capacità di riassumere.

Metacognizione

Capacità di “recuperare le conoscenze” relative alle tipologie testuali già affrontate e utilizzarle per dedurre e operare confronti.

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Programmazione

EDUCAZIONE CIVICA Sappiamo tutti che l’Educazione Civica è sempre stata un pilastro su cui si sono fondate, ancor prima di qualsiasi in­ segnamento, la necessità e la volontà di costruire il gruppo classe, la convivenza civile e democratica al suo interno e la consapevolezza di non vivere da soli su questa Terra. La normativa

Con la Legge 92 del 2019 l’Educazione Civica è introdotta nel curricolo come disciplina alla quale vanno dedicate almeno 33 ore all’anno di insegnamento, con relativa valutazione periodica. I documenti ministeriali a cui dovrà far riferimento l’insegna­ mento dell’Educazione Civica nella Scuola Primaria sono: • le Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione Civica, giugno 2020; • la Legge 92 del 2019; • le Indicazioni Nazionali per il curricolo della Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo d’istru­ zione, settembre 2012. “Tre saranno gli assi attorno a cui ruoterà l’Educazione Civica: lo studio della Costituzione, lo Sviluppo sostenibile, la Cittadinanza digitale.

La Costituzione

Lo Sviluppo sostenibile

La Cittadinanza digitale

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Studentesse e studenti approfondiranno lo studio della nostra Car ta costituzionale e delle principali leggi nazionali e internazionali. L’o biettivo sarà quello di fornire loro gli stru­ menti per conoscere i propri diritti e doveri, di formare cittadine e cittadini responsabili e attivi che par tecipino pienamente e con consapevolezza alla vita civica, culturale e sociale della loro comunità. Alunne e alunni saranno formati su educazione ambientale, conoscenza e tutela del patri­ monio e del territorio, tenendo conto degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU. Rientre­ ranno in questo asse anche l’e ducazione alla salute, la tutela dei beni comuni, i principi di protezione civile. La sostenibilità entrerà, così, negli obiettivi di apprendimento. A studentesse e studenti saranno dati gli strumenti per utilizzare consapevolmente e responsabilmente i nuovi mezzi di comunicazione e gli strumenti digitali. In un’o ttica di sviluppo del pensiero critico, sensibilizzazione rispetto ai possibili rischi connessi all’uso dei Social media e alla navigazione in Rete, in contrasto al linguaggio dell’o dio.” https://www.miur.gov.it/


Programmazione

PROGRAMMAZIONE ANNUALE EDUCAZIONE CIVICA Questa programmazione è riferita al percorso didattico pre­ sente sia nel volume di Educazione Civica sia nel volume delle Letture del progetto Nuovi Tr@guardi • Letture .

F INALITÀ DELL’EDUCA ZIONE CIVICA:

• d iventare bravi cittadini e brave cittadine; • v ivere bene con gli altri; • f ar stare bene gli altri insieme a noi; • imparare a utilizzare in modo consapevole ciò che abbiamo. COMPETENZE L’alunno/a: • c omprende l’importanza di prendersi cura di sé, della comunità, dell’am­ biente

• è consapevole che i principi di soli­

darietà, uguaglianza e rispetto della diversità sono i pilastri che sorreg­ gono la convivenza civile e favo­ riscono la costruzione di un futuro equo e sostenibile

OBIETTIVI

• C omprendere

che i compor tamenti individuali hanno effetti su tutta la collettività.

• Imparare a rispettare gli altri.

NUCLEI TEMATICI

• La Costituzione: diritti e doveri.

• L’A genda 2030:

assicurare a tutti un’istruzione di qualità.

• S aper rispettare le diversità. • C omprendere il concetto di diritto e • Cittadinanza digitale: dovere.

• Riflettere

sulle conseguenze degli atti di bullismo.

la tecnologia informa­ tica e la scuola.

• c onosce i principi fondamentali della • C onoscere Costituzione della Repubblica Italia­ na

• c omprende la necessità di uno svi­

luppo equo e sostenibile, rispettoso dell’e cosistema, nonché di un utilizzo consapevole delle risorse ambientali

• p romuove il rispetto verso gli altri, l’ambiente e la natura e sa rico­ noscere gli effetti del degrado e dell’incuria • è in grado di comprendere i diversi

device e di utilizzarli correttamente

• è in grado di comprendere il con­ cetto di dato e di individuare le informazioni corrette o errate, anche nel confronto con altre fonti

la storia della Costitu­ zione Italiana.

• Conoscere

i principi fondamentali contenuti nella Costituzione Italiana.

• C onoscere

i simboli dello Stato Ita­ liano (bandiera, inno nazionale).

• Impegnarsi per diminuire le disugua­ glianze.

• C omprendere

l’impor tanza di assu­ mere compor tamenti di rispetto del­ la propria e altrui salute.

• C onoscere e rispettare alcune rego­ le fondamentali per tutelare la pro­ pria e altrui salute.

• Imparare a non sprecare e a riciclare. • Riflettere su alcuni compor tamenti discriminanti, propri o altrui.

• è consapevole dei rischi della rete e • U tilizzare come riuscire a individuarli

in modo consapevole le risorse tecnologiche a disposizione della scuola.

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Programmazione per competenze

LA PROGRAMMAZIONE PER COMPETENZE LE TEMATICHE: UN MEZZO PER RAGGIUNGERE LE COMPETENZE Leggere

LE COMPETENZE

IL PERCORSO PER RAGGIUNGERE LE COMPETENZE

Saper esplorare una tematica.

• Brain storming. • R ilevazione delle conoscenze pregresse e delle aspettative. • Scoper ta dei legami tra i diversi aspetti di un tema. • A cquisizione del piacere della lettura. • S coper ta dell’aderenza dei temi trattati alla realtà del bam­

Leggere criticamente.

bino.

• C ollegamenti

degli aspetti del tema trattato alla realtà del

bambino.

Capire l’utilizzo delle tipologie testuali.

• Condivisione del contenuto del tema con la collettività. • C omprensione degli scopi comunicativi di un autore. • C apacità di scegliere un libro che affronti un argomento se­ condo una tipologia.

Comprendere.

• S coper ta dei diversi aspetti della comprensione. • S coper ta di differenti strutture grammaticali narrative

e dif­

ferenti strutture comunicative (riferite al registro).

Collegare le discipline.

• S coper ta dell’unitarietà del sapere attraverso alcuni elementi delle diverse discipline che possono comparire in un testo.

Riflessione sulla lingua

Essere in grado di ri­ flettere sulla lingua.

Scrivere

Produrre un testo.

• S coper ta della diversa funzione delle parole. • S coper ta dell’uso della grammatica nella narrazione. • P roduzione di un testo seguendo la propria intenzione comu­ nicativa.

• P roduzione

di un testo per il piacere di comunicare i propri

pensieri.

Parlare

Capire l’utilizzo delle tipologie testuali.

• S crittura di un testo su un argomento, scegliendo la tipologia

Argomentare.

• C apacità di utilizzare le abilità e le conoscenze apprese af­

che ognuno ritiene più adatta a ciò che vuole dire, a chi lo deve dire, al motivo per cui lo vuole dire. frontando una tematica per esporre, sostenere le proprie scelte.

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Costruire una rete di saperi

Utilizzare le abilità, le conoscenze e le competenze.

• C apacità di affrontare una tematica utilizzando abilità, cono­

CLIL e linguaggi espressivi

Utilizzare codici co­ municativi diversi.

• C apacità

scenze e competenze pregresse.

di comunicare, attraverso codici comunicativi lin­ guistici ed espressivi differenti, il proprio pensiero, le proprie emozioni, le proprie conoscenze.


Accoglienza

ACCOGLIENZA Che cos’è un anno scolastico?

Oltre a essere un periodo di tempo stabilito per legge dal Ministero, l’anno scolastico è il periodo di tempo in cui i protagonisti cercano di dare una risposta ai bisogni che questa ”esperienza comune” suscita. Quali sono i bisogni a inizio anno scolastico? I BISOGNI… DEI BAMBINI

• S icurezza: esprimere e

riconoscere le emozioni legate al rientro a scuola.

DELLE FAMIGLIE

• S entirsi par tecipi e coinvolti. • Conoscere gli interessi • Ricevere informazioni, con­ dei bambini per poter ferme e rassicurazioni.

• Ritrovare/stabilire legami • Ritrovare/stabilire e relazioni con i pari e con gli adulti.

• Valorizzare il proprio vissuto.

• Considerare e valorizzare le proprie competenze.

• C ondividere il proprio

vissuto e le proprie emo­ zioni con i pari e con gli adulti.

Accoglienza

Obiettivi

Stare bene in classe

Imparare insieme ( cooperative learning )

DEGLI INSEGNANTI

relazioni con gli altri genitori e con gli insegnanti.

• C ostruire un percorso di fi­

ducia con gli insegnanti per poter affrontare i problemi legati alla crescita dei pro­ pri figli.

• C onoscere

i percorsi edu­ cativi e didattici.

progettare grammare.

e/o

pro­

• C onoscere

i contesti in cui le competenze si sono consolidate, per valorizzarli e inserirli nel proprio progetto.

• Stabilire/ritrovare

rela­ zioni con i bambini e le famiglie.

• C onoscere

le competenze del proprio bambino.

L’attività di accoglienza ha una valenza estremamente rilevante, perché il momento inizia­ le dell’esperienza scolastica è determinante per riannodare “i fili” della conoscenza, della condivisione delle esperienze, per poter, in modo proficuo, costruire il processo formativo degli alunni, i quali stanno peraltro entrando in una fase par ticolare della loro crescita.

• C ostruire un clima sereno nella classe. • S tabilire relazioni tra bambini e tra bambini e adulti. • R endere gli allievi par tecipi e coinvolti nelle attività scolastiche. Le attività proposte nei primi giorni di scuola dovranno essere stimolanti e coinvolgenti. Questo non vuol dire che non debbano essere impegnative, ma ser viranno a rassicurare gli alunni, a passare il messaggio che l’apprendimento è piacere e soddisfazione. Dedicare spazio all’ascolto delle esperienze degli allievi non sarà “perdere tempo”. Se l’insegnante continuerà, come avrà già fatto negli anni precedenti, a costruire un clima sereno, a stabilire relazioni positive tra bambini e tra bambini e adulti e a motivare all’ap­ prendimento, il percorso didattico dell’intero anno scolastico sarà facilitato. Creare un’atmosfera serena di lavoro collettivo è fondamentale per mettere le basi per attuare in classe l’apprendimento cooperativo. Questa strategia di lavoro è fondamentale per stimolare gli alunni alla discussione mirata all’individuazione di una soluzione condivisa di una situazione problematica, all’attuazione di strategie risolutive che coinvolgono anche chi ha scarsa fiducia nelle proprie possibilità. È il punto di par tenza per l’attuazione della didattica inclusiva.

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Abilita ' iniziali

ABILITÀ INIZIALI Funzione didattica

Obiettivi

La rilevazione delle conoscenze e delle abilità

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L’inizio di un nuovo percorso didattico deve fondarsi su una valida piattaforma di cono­ scenze e competenze. Valutare quali siano le abilità, le conoscenze e le competenze iniziali degli alunni permette di avere a disposizione informazioni decisive per favorire il processo di insegnamento/ apprendimento. La valutazione scolastica costituisce una fase fondamentale, in quanto può offrire agli insegnanti informazioni essenziali per calibrare i percorsi formativi sulla base delle carat­ teristiche cognitive, affettive e motivazionali di ogni alunno e del gruppo classe nel suo insieme. I test di ingresso si collocano nell’ambito della valutazione diagnostica, cioè della valuta­ zione mirata alla rilevazione dell’adeguatezza della preparazione degli alunni in relazione alla programmazione di nuove attività didattiche. Corrisponde all’inter vento del medico che raccoglie i dati sull’ammalato per poi stabilire la cura e il dosaggio dei farmaci. Questa valutazione va effettuata anche per accer tare, dopo la lunga pausa delle vacanze estive, il livello di mantenimento delle conoscenze e delle competenze dell’anno scola­ stico precedente, che costituiscono prerequisiti indispensabili per il nuovo anno scolastico. Accer tare il possesso da par te degli alunni dei prerequisiti necessari ad affrontare ade­ guatamente le attività che verranno proposte, permette di adattare e calibrare il nuovo percorso in tappe che siano rispettose dei ritmi degli alunni e dunque più proficue. Si possono utilizzare molte tipologie di prove per valutare le diverse caratteristiche degli alunni, che durante le vacanze possono essere cambiati. La somministrazione di prove di ingresso deve avere i seguenti obiettivi di valutazione: • la motivazione scolastica; • g li aspetti socio-relazionali; • l’autonomia; • i livelli di attenzione; • gli interessi; • le capacità cognitive; • g li stili di apprendimento; • le abilità relative ai diversi contenuti della programmazione. Fatta eccezione per gli alunni con DSA o BES, in questa Guida sono proposte prove stan­ dardizzate, perché esse permettono di rilevare come si colloca la prestazione di ogni alunno e di valutare il livello della classe nel suo insieme. Per la rilevazione del livello delle conoscenze e delle abilità iniziali, in questa Guida sono presenti alcune schede relative ai seguenti aspetti specifici. • L ettura: i due testi per la prova di lettura ser vono a rilevare due aspetti differenti: la velocità nella lettura e l’espressività nella lettura. La rapidità di lettura si calcola dividendo il tempo impiegato in secondi per il numero di sillabe del racconto letto. Non è una rilevazione diagnostica, ma può dare l’idea della velocità media di lettura che hanno i singoli alunni, per poter poi adeguare il lavoro da svolgere con l’intera classe. L’espressività nella lettura si rileva osser vando se gli alunni: leggono scorrevolmente, rispettano le pause di punteggiatura, danno intonazione al testo. • C orrettezza or tografica: dettati di parole e frasi. Le modalità sono indicate prima di ogni batteria di parole e frasi.


Abilita ' iniziali • C omprensione:

testo letto dall’insegnante; testo letto individualmente. Si consiglia di stabilire e comunicare agli alunni un tempo massimo per l’esecuzione della prova, cali­ brato sul livello raggiunto dalla classe. • T ipologie testuali: la scheda ser ve per rilevare il livello di conser vazione delle co­ noscenze pregresse, perché nel Libro di Lettura sono riproposte tipologie studiate lo scorso anno. • R iassunto: un brano breve in cui il bambino è aiutato nello smontaggio. Anche in questo caso, va assegnato un tempo per l’esecuzione. • S crivere: produzione di un testo su un’e sperienza vissuta, sulla base di una scaletta. • R iflessione sulla lingua: conoscenza delle principali categorie grammaticali.

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Abilita ' iniziali

PROVA DI LETTURA LETTURA ESPRESSIVA Domani è la festa di un mio compagno di classe. Si chiama Sandro e vorrebbe tanto i roller. Non fa che dirlo a tutti, sembra quasi che chieda a noi di regalarglieli. Ma i roller costano cari. È stata Luisella a dire: – Perché non ci mettiamo insieme tutti, invece che fare ognuno il suo regalino? Che bella idea. L’ho detto in casa e il babbo ha commentato: – Dev’e ssere una socia della Coop. – Perché? – Perché l’unione fa la forza. Era un po’ misterioso, il babbo. Ma effettivamente tutti insieme abbiamo potuto comprare i roller per Sandro. Ma guarda se dovevo nascere d’e state! Chissà se anche i grandi sarebbero capaci di unirsi per farmi un bel regalo… Ma il regalo che vorrei io forse non possono comprarmelo. Io vorrei la nonna. Lucia Tumiati, Vorrei volare sulla neve , Giunti Junior

VELOCITÀ DI LETTURA Sssh! Ascolta… Viviamo in un mondo pieno di rumore. I suoni ci inseguono ovunque, dentro e fuori casa. In ogni negozio o bar o stazione c’è un sottofondo musicale, spesso a volume altissimo. In casa, le nostre voci lottano spesso contro la tivù o contro il frastuono che proviene dall’esterno. E per la strada, chi corre per sport, chi si affretta verso la fermata dell’autobus, chi semplicemente passeggia, ha spesso due cuffiette dentro l’orecchio. Come se il silenzio ci facesse paura. Certo, ci sono rumori fastidiosi, e ci sono suoni armoniosi e gradevoli. Ci sono rumori violenti o ossessivi, e suoni carezzevoli e rilassanti. Ma la maggior parte dei suoni che arrivano al nostro orecchio, e da lì al nostro cer vello, è soltanto rumore. Viviamo in un mondo pieno di voci. Mai come nella nostra epoca si parla: si comunicano i propri pensieri sulle chat e sui social network, ci si scambia messaggi, si ricevono e commentano informazioni. Siamo parte di un immenso auditorio, dove tutti parlano, ma dove forse si ascolta pochissimo. Shakespeare fece dire al personaggio di una sua opera: “Porgi a tutti l’orecchio, a pochi la tua voce”. Ascolta le opinioni altrui, ma pensa con la tua testa. Anna Vivarelli, Pensa che ti ripensa - Filosofia per giovani menti , Piemme

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Abilita ' iniziali

DETTATI Suoni omologhi

Le parole contenute nel gruppo sulla distinzione di suoni omologhi sono state scelte appositamente tra parole poco conosciute dai bambini, perché durante la dettatura essi devono concentrarsi sulla distinzione del suono. Dettare una parola per volta, evidenziando il suono sottolineato, senza però accentuarlo troppo. catino badile ebano epico bifora evaso locale migale favore dentiera bipede fanfara

Difficoltà or tografiche (doppie, mb, mp, cvc, vcccv, qu, gn, gli)

Dettatura di frasi

geriatra tracciato

Le parole contenute nel gruppo sulle difficoltà or tografiche sono state scelte apposita­ mente tra parole assonanti, perché durante la dettatura i bambini devono concentrarsi sul­ la pronuncia della parola nel suo insieme e sulla divisione in sillabe per la corretta scrittura. Dettare una parola per volta, in modo naturale, senza evidenziare il raddoppio della con­ sonante. pallina melina acquazzone lampadina inchiostro bistecca niente ognuno

boccino ombrello piastrella qualunque

vicino addizione par tito castello pigliare abbaiare straniero estraneo

Leggere prima tutte le frasi. Il dettato può essere effettuato con due modalità diverse: • p er v erificare solo la correttezza or tografica: si dettano al massimo tre parole per volta. • p er controllare la capacità di memorizzare una frase e procedere all’autodettatura: si detta la frase completa. Rileggere le frasi affinché i bambini possano autocorreggersi. Invitare i bambini a rileggere e a procedere nell’autocorrezione. Il dettato è diviso in due livelli di difficoltà. La finestra è aper ta. Mio fratello l’ha chiusa. Prepara la tua car tella. La bottiglia dell’olio è sul tavolo. L’attore è sul palcoscenico. L’auto del papà è parcheggiata in giardino. Il mio vicino di casa ha comprato un computer nuovo. In montagna s’è ghiacciata l’acqua del ruscello. Andrea ha dimenticato l’astuccio e la nonna gliel’ha por tato.

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Prove d’ingresso Lettura dell’insegnante

ASCOLTO UN PROBLEMA D'IMBOTTITURA I materassi delle streghe non sono imbottiti di lana, e neppure di crine o di gommapiuma come quelli dei comuni mor tali. Ogni strega ha bisogno di un’imbottitura personale, specialissima, senza la quale non potrà mai godere sonni tranquilli. Per sapere qual è l’imbottitura più adatta, prima ancora che la streghetta nasca, sua madre va a consultare uno specialista che risponde allo strano nome di Duermetenignaquerida. Dunque, il Duermetenignaquerida misura con un nastro azzurro a pallini rosa la pancia della mamma strega in attesa, poi le fa il solletico sotto il naso con una fogliolina di menta selvatica. Fa la somma dei centimetri della circonferenza della pancia col numero degli starnuti, getta altrettanti pizzichi di borotalco in un bic­ chiere di latte di cocco, mescola il tutto, lo agita e recita la formula magica. Poi, a seconda di come gli prude il ditone del piede sinistro, il Duermetenignaquerida fa la sua prescrizione: “Il materassino della neonata dovrà essere imbottito con capelli rossi raccolti dal pettine di una baronessa” oppure “con petali secchi di fiore di cactus” o “con calze di nailon vecchie di una por tinaia francese”, “con cenere di unghie di rana” e altre stranezze del genere, che le mamme streghe devono procurarsi al più pre­ sto, se non vogliono che la creatura appena nata si riempia di eczemi e di croste e pianga disperata giorno e notte rompendo i timpani a tutta la famiglia. Alla madre di Etrusca il Duermetenignaquerida aveva prescritto un’imbottitura di penne di spiumaccione. Forse non avete mai sentito parlare di questo strano uccello, o meglio, di questo gallinaceo, perché lo spiu­ maccione, nonostante abbia due belle e lunghe ali, non è capace di sollevarsi in volo. Le sue origini sono antichissime. Qualcuno sostiene che risalga addirittura al tempo dei dinosauri. Se non si è estinto come gli altri animali alati, per esempio gli pterodattili, è perché possiede un formidabile sistema di difesa. Infatti quando si sente in pericolo questo gallinaceo preistorico non si limita a sbatter le ali e a starnazzare. Nossignore. Lo spiumaccione è capace di scagliare contro l’aggressore le penne più dure e appuntite, proprio come l’istrice fa con gli aculei, mentre con le piumette, che ha fittissime e leggere, crea attorno a sé una specie di nebbia che confonde ancora di più l’avversario e gli consente di battersela in men che non si dica. E il bello è che, appena lo spiumaccione è fuori pericolo, penne e piumette gli ricrescono immediatamente. – Meno male! – aveva commentato la mamma di Etrusca, che era amante degli animali e rispettosa della natura. – Così non dovremo uccidere né spennare vivo nessun volatile. Basterà fargli buh! E poi raccogliere con una paletta il piumaggio che ci scaglierà contro prima di scomparire. Bianca Pitzorno, A cavallo della scopa , Mondadori

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Prove d’ingresso

Nome e cognome

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Data

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ASCOLTARE E COMPRENDERE Segna con una X lo spiumaccione.

Rispondi segnando con una X . Come si chiama lo specialista dei materassi? Cinquantatenignaquerida. Duermetenignaquerida. Duarmatanignaquarida. Perché le streghe che aspettano un bambino vanno dallo specialista? Per scegliere il colore del materasso del bambino. Per scegliere l’imbottitura del materasso del bambino. Per scegliere un materasso per la mamma. Che cosa utilizza lo specialista quando visita le mamme in attesa? Menta selvatica, borotalco, latte di capra. Rosa selvatica, borotalco, latte di soia. Menta selvatica, borotalco, latte di cocco. Chi è Etrusca? Una specialista. Una piccola strega. Una mamma strega.

L o specialista su che cosa basa la scelta dell’imbottitura del materasso? Prurito al ditone del piede destro. Prurito al ditino del piede sinistro. Prurito al ditone del piede sinistro.

Disegna il nastro che usa lo specialista per misurare la pancia della strega in attesa.

Risposte giuste ...................... su 7 Valutazione .........................................................................................

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Abilita ' iniziali Nome e cognome

Prove d’ingresso Lettura autonoma ............................................................................................................................

Data

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LEGGERE E COMPRENDERE TIMMY 1 Il gatto si chiamava Timmy. L’abbiamo portato a casa da un gattile. Era un micino. E aveva il raffreddore. Non mangiava, non beveva e non si muoveva. La sua pelliccia era come quella di una tigre, ma senza le strisce. Anche se si vedeva benissimo dove avrebbero dovuto essere le strisce. Aveva il pelo corto 5 e ispido e quando lo accarezzavo era come passare la mano sulla paglia. Lo tenevo sempre in braccio o sulle ginocchia. Volevo metterlo sul cuscino quando dormivo, ma mamma e papà non me lo hanno permesso perché avevano paura che svegliandomi avrei scoperto che era morto. I primi due giorni papà ha fatto almeno dieci telefonate al ricovero per animali. 10 Ogni volta che riagganciava il telefono era più triste. – Che cosa hanno detto? – chiedevamo io o mamma, e tutte le volte papà rispondeva: – Hanno detto: “Non c’è da preoccuparsi”. Come se “non c’è da preoccuparsi” fosse una specie di maledizione, come se per Timmy non ci fosse più speranza. Mi faceva venire voglia di piangere. 15 Mamma mi abbracciava e si arrabbiava con papà. Mi diceva: – Vedrai che starà bene, te lo prometto. Mamma, papà e persino mia sorella Halley davano da mangiare a turno a Timmy con un contagocce. Lui rimaneva sempre immobile, se ne stava sdraiato tutto il giorno nello stesso punto del tappeto dove il sole del mattino entrava 20 dalla finestra. Ci sono volute due settimane e tre visite dal veterinario. Papà gli ficcava in gola certe pastiglie. Timmy le sputava. Allora papà gliele ficcava di nuovo in gola e gli teneva chiusa la bocca e gli accarezzava la gola come gli aveva insegnato il veterinario. Io, mamma e Halley stavamo a guardare e dicevamo: – Bravo, 25 Timmy. Ma era inutile. Sputava tutte le pastiglie. Era come se non gliene importasse niente di guarire. Importava solo a noi. Poi una mattina mi sono svegliata e Timmy sembrava due volte più grande del giorno prima e si faceva le unghie su una gamba del divano. 30 Mamma ha gridato: – Ucciderò quel gatto! Ma noi altri eravamo felici, soprattutto io. Jules Feifffer, La mia stanza è uno zoo! , Piemme Junior

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Prove d’ingresso

Nome e cognome

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Data

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LEGGERE E COMPRENDERE Segna con una parentesi la sequenza in cui viene descritto il gatto. Rispondi e completa segnando con una X . Che cos’è un gattile? Un negozio di animali che vende solo gatti. Un ospedale specializzato nella cura dei gatti. Un luogo dove vengono accolti i gatti senza padrone. Il ricovero per animali a cui telefona il papà è: il luogo dove è stato preso il gattino. un ospedale veterinario della città. il negozio in cui vendono gatti. Perché il papà è sempre più triste quando telefona al ricovero? Perché non gli danno una cura che faccia guarire subito il gattino. Perché gli rispondono: “Non c’è da preoccuparsi”. Perché gli rispondono piangendo. lla riga 18 si legge “se ne stava A sdraiato”. L’espressione si riferisce: al gatto. al papà. al contagocce. he cosa fa capire che il gattino C è guarito? Si capisce dal fatto che il gatto: s i fa le unghie sulla gamba del divano. sputa le pastiglie. è sdraiato al sole.

Risposte giuste ...................... su 8 Valutazione .........................................................................................

P erché la mamma esclama “Ucciderò quel gatto!” (riga 30)? La mamma dice ciò perché il gatto: sta sul tappeto. rovina il divano. è sempre malato. lle righe 21-22 si legge “Papà gli ficcava A in gola certe pastiglie”. Questa frase indica che la bambina: sa che sono pastiglie speciali. non sa che tipo di pastiglie siano. c onosce bene la quantità di pastiglie che viene data al gatto.

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Abilita ' iniziali Nome e cognome

Prove d’ingresso

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Data

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CONOSCERE LE TIPOLOGIE TESTUALI Segna con una X il contenuto di ogni tipologia di testo. Testo narrativo Una storia vissuta da uno o più personaggi realistici o immaginari. Una serie di informazioni su un argomento. Una serie di istruzioni per realizzare un oggetto. Favola Un racconto a lieto fine. Un racconto che vuole spiegare l’origine del mondo. Un racconto che vuole dare un insegnamento. Fiaba L e avventure, in genere a lieto fine, di un personaggio che deve superare delle difficoltà. Il racconto di avventure di animali che insegnano le regole di comportamento. Il racconto di fatti realmente avvenuti. Mito Un racconto fantastico che vuole spiegare l’origine del mondo. Un racconto realistico che spiega l’origine del mondo. Un testo scientifico che dà informazioni sull’origine del mondo. Leggenda Un racconto realistico che spiega la trasformazione di animali e ambienti naturali. U n racconto che vuole spiegare in modo fantastico l’origine di animali, piante, elementi naturali, o le loro caratteristiche. Un testo scientifico che dà informazioni su animali e ambienti naturali.

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Risposte giuste ...................... su 5 Valutazione .........................................................................................


Abilita ' iniziali

Prove d’ingresso

Nome e cognome

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Data

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RIASSUMERE LA LEGGENDA DEL GIRASOLE Era una fresca mattina d’e state e i fiori dalle belle e coloratissime corolle non volevano vicino un fiore brutto e triste. Tutti quanti temevano che la sua bruttezza li danneggiasse e li facesse apparire meno splendenti e profumati. Anche tutti gli animali del cortile lo schernivano, gli facevano dispetti e lo chiamavano “brutto sgorbio”. Il povero fiore soffriva molto, ma, in silenzio, senza lamentarsi, guardava il Sole, che amava e ammirava con tutte le sue forze. Il Sole, sebbene fosse molto lontano, se ne accorse e decise di premiarlo: volse i suoi raggi splendenti intorno all’umile fiore finché alcuni di essi rimasero impigliati, creando una stupenda aureola d’o ro. Allora il fiore crebbe, crebbe, e, con grande sorpresa, superò tutti gli altri suoi compagni, proteso verso il Sole. – D’o ra in poi tu porterai il mio nome – gli disse il Sole – e sarai il mio amico prediletto e nessuno oserà più prenderti in giro. Con i tuoi petali d’o ro gli uomini tingeranno le loro stoffe e ricaveranno un olio utile per cucinare; con i tuoi semi gli uccelli si nutriranno a volontà. Non sarai solo bello, ma anche tanto utile a tutti. M. Spano, Enciclopedia della fiaba , Principato

Il brano è stato suddiviso in cinque sequenze. Completa le frasi chiave che indicano il fatto principale di ognuna. 1. Un fiore veniva preso in giro da ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... 2. Il fiore .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... 3. Il Sole lo premia .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... 4. Da allora il fiore portò il nome ................................................................................................................................................................................................................................................................... 5. Il fiore divenne utile per .....................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Valutazione

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Abilita ' iniziali

Prove d’ingresso

SCRIVERE 1. Proporre agli alunni la stesura di questo testo. Lo spor t che vorrei praticare quest’anno. 2. Introdurre l’argomento attraverso una conversazione con gli alunni. Chiedere loro se: • a mano lo spor t; • praticano già uno o più spor t; • hanno interrotto la pratica dello spor t; • ritengono utile la pratica spor tiva (a che cosa può essere utile); • i loro genitori li hanno avviati alla pratica dello spor t da loro preferito; • i genitori non sono d’accordo con la loro scelta; quali motivazioni possono por tare per convincerli. 3. Proporre poi questa scaletta. - Quale spor t vorresti praticare. - Le motivazioni per cui hai scelto questo spor t. - In quale giorno o in quale periodo dell’anno vorresti praticare questo spor t. - Con chi ti piacerebbe praticarlo. - In quale luogo o con quale società spor tiva vorresti praticare questo spor t. Che cosa valutare nella produzione del testo Nella valutazione tenere presente se gli alunni: • hanno sviluppato tutti i punti della scaletta; • strutturano le frasi in modo semplice, ma completo; • arricchiscono le frasi per rendere più esauriente l’esposizione del loro pensiero; • organizzano il loro pensiero e il testo in modo logico e cronologico; • usano in modo corretto la punteggiatura; • fanno errori or tografici; • hanno una buona ricchezza lessicale.

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Abilita ' iniziali

Prove d’ingresso

Nome e cognome

Data

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RIFLESSIONE SULLA LINGUA In ogni gruppo di parole ce ne sono tre che non appartengono alla categoria grammaticale evidenziata. Colorale. Nomi

Aggettivi

Verbi

Articoli

Alpi

librerie

scrittrice

leggere

letto

forse

questo

scrittura

rumore

civiltà

verde

Rosa

sporco

ormai

bellino

ieri

velocissimo

colorato

affettuoso

famoso

giocava

cascò

però

tosse

fosse

ascolterà

dici

fresca

ho visto

abbia mangiato

in

un

una

per

alla

la

le

gli

i

uno

Per ogni frase, scrivi se il verbo è al presente, al passato o al futuro. Il nonno da piccolo abitava in campagna. ..................................................................................................... C amilla andrà in gita a Roma. ..................................................................................................... L orenzo, un giorno, perse le chiavi di casa. ..................................................................................................... Il fratello di Mauro vive in Toscana. ..................................................................................................... L a campanella suona all’inizio delle lezioni. ..................................................................................................... Il papà mi accompagnerà al museo. ..................................................................................................... Nelle seguenti frasi, sottolinea in rosso il soggetto e in verde il predicato. Domani Luigi partirà. Il grillo saltella nel prato. In garage è parcheggiata la moto. Ieri Lidia ha letto un libro. La mamma ha cucinato il pollo con le patate. In autunno cadono le foglie.

Valutazione

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Abilita ' iniziali

SCHEDA PERSONALE PER LA RILEVAZIONE DELLE ABILITÀ SOCIO-RELAZIONALI Alunno/a

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ABILITÀ INIZIALI INDAGATE ATTEGGIAMENTI AFFETTIVO-EMOTIVI

Manifesta: 1. controllo dell’emotività 2. sicurezza e fiducia in sé 3. instabilità 4. disinteresse verso gli altri 5. disinteresse verso le proposte degli altri 6. impulsività

Reagisce al successo: 7. esprimendo gioia 8. mostrando indifferenza

Reagisce agli insuccessi: 9. manifestando autocontrollo 10. manifestando preoccupazione 11. manifestando indifferenza ATTEGGIAMENTI SOCIALI

Nelle attività ludiche dimostra: 12. accettazione degli altri 13. accettazione delle regole 14. par tecipazione 15. aggressività 16. tendenza alla leadership

Nelle attività scolastiche dimostra: 17. collaborazione 18. dipendenza 19. indipendenza 2 0. par tecipazione 21. intolleranza 2 2. sottomissione 23. isolamento

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No

In par te


Abilita ' iniziali

SCHEDA PERSONALE PER LA RILEVAZIONE DELLE ABILITÀ COGNITIVE INIZIALI Alunno/a

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ABILITÀ INIZIALI INDAGATE

Sì No In par te

1. Legge a voce alta in maniera scorrevole un breve testo.

Lettura

2. L egge a voce alta con espressione, rispettando la pun­ teggiatura, un breve testo. 3. M antiene l’attenzione durante l’ascolto di un brano letto dall’insegnante. Ascolto e comprensione 4. R isponde a domande su aspetti specifici del testo letto dall’insegnante.

Lettura e comprensione Tipologie testuali Lettura e riassunto

5. Legge autonomamente e comprende un testo. 6. C onosce le caratteristiche delle tipologie testuali studiate. 7. L egge e completa le frasi chiave di un racconto diviso in sequenze. 8. Scrive correttamente sotto dettatura parole con suoni omologhi. 9. S crive correttamente sotto dettatura parole con difficol­ tà or tografiche.

Scrittura

10. Scrive correttamente sotto dettatura sintagmi di una frase. 11. Scrive correttamente sotto dettatura una frase complessa. 12. Scrive un testo seguendo la scaletta in modo coerente e coeso. 13. Riconosce ar ticoli, verbi, nomi, aggettivi.

Riflessione sulla lingua

14. Identifica i tempi dei verbi: passato, presente, futuro. 15. Individua soggetto e predicato.

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16. .............................................................................................................................................................................................................................................

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17. .............................................................................................................................................................................................................................................

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18. .............................................................................................................................................................................................................................................

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Abilita ' iniziali

SCHEDA PER LA RILEVAZIONE DELLE ABILITÀ COGNITIVE INIZIALI Classe 4 a

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ELENCO ALUNNI 1. .................................................................................................................. 2. ................................................................................................................ 3. ................................................................................................................ 4. ................................................................................................................ 5. ................................................................................................................ 6. ................................................................................................................ 7. ................................................................................................................ 8. ................................................................................................................ 9. ................................................................................................................ 10. ................................................................................................................ 11. ................................................................................................................ 12. ................................................................................................................ 13. ................................................................................................................ 14. ................................................................................................................ 15. ................................................................................................................ 16. ................................................................................................................ 17. ................................................................................................................ 18. ................................................................................................................ 19. ................................................................................................................ 20. ................................................................................................................ 21. ................................................................................................................ 22. ................................................................................................................ 23. ................................................................................................................ 24. ................................................................................................................ 25. ................................................................................................................ 26. ................................................................................................................

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1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12 13 14 15 16


Riflessione sulla lingua

RIFLESSIONE SULLA LINGUA Dalle Indicazioni Nazionali del 2012: “[…] Ogni persona, fin dall’infanzia, possiede una grammatica implicita, che le permette di formulare frasi ben strutturate pur senza conoscere concetti quali quelli di verbo, sogget­ to ecc. Questa ‘g rammatica implicita’ si amplia e si rafforza negli anni attraverso l’uso della lingua, che permette di giungere a forme ‘c orrette’ (in italiano standard). […] Inoltre, sin dai primi anni di scolarità, i bambini hanno una naturale predisposizione a riflet­ tere sulla lingua. È su queste attitudini che l’insegnante si può basare per condurre gradual­ mente l’allievo verso forme di grammatica esplicita. È molto impor tante acquisire una progressiva consapevolezza e sicurezza nell’uso dello strumento linguistico. […] Per quanto riguarda l’or tografia, da una par te è fondamentale che essa sia acquisita e au­ tomatizzata in modo sicuro nei primi anni di scuola, in quanto diventa difficile apprenderla più in là con gli anni; dall’altra la correttezza or tografica deve essere costantemente monitorata a tutti i livelli di scuola. Gli aspetti morfologici e quelli sintattici, semantici e testuali […] devono essere ripresi cicli­ camente, al fine di poter operare precisazioni e approfondimenti e raggiungere una valida sistematizzazione dei concetti centrali. […] Ma il ruolo probabilmente più significativo della riflessione sulla lingua è quello metaco­ gnitivo: la riflessione concorre infatti a sviluppare le capacità di categorizzare, di connet­ tere, di analizzare, di indurre e dedurre, utilizzando di fatto un metodo scientifico […]” La scoper ta

Brain storming e Cooperative Learning

Le regole grammaticali devono essere “una scoper ta” per gli alunni. Per questo non si può trasformare la grammatica solo in una “materia di studio”. Gli alunni devono costruire le loro conoscenze grammaticali mettendo in atto capacità di: • o sser vazione (quali parole trovo in questa frase? A che cosa ser vono? Che cosa mi fanno capire?); • c lassificazione (ho osser vato che questo tipo di parola mi indica persone, animali, cose, azioni, caratteristiche); • c onfronto (alcune parole cambiano nel contesto, mi indicano una cosa o tante, stanno al posto di un nome, possono indicare un’azione che è avvenuta o che avverrà); • c ategorizzazione (tutte le parole che mi indicano persone, animali, cose posso inserirle in una categoria; i verbi “terminano” con una desinenza diversa e posso raggrupparli in tre gruppi). Questo modo di procedere nella scoper ta di una conoscenza è trasversale a tutte le di­ scipline e ha una valenza formativa che por ta all’acquisizione di competenze. Con un percorso di questo tipo si promuove la motivazione, perché è l’alunno che scopre la regola, risolve il problema di categorizzare le parole. La discussione, la formulazione di ipotesi, il confronto tra le diverse ipotesi formulate dal gruppo su un’ipotesi di regola, di funzione di una parola, di categorizzazione possono es­ sere un passaggio fondamentale della metodologia della “ricerca” delle regole gramma­ ticali. È uno scambio cognitivo che fa progredire le conoscenze di tutti.

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Riflessione sulla lingua

ATTIVITÀ E CONSIGLI PER L’ INSEGNANTE Due percorsi

La funzione alunno/ insegnante

Insegnare la grammatica: si par te da una regola della lingua, la si propone agli alunni, la si spiega, si propongono esercizi strutturati, si fa ritrovare la regola e la si fa applicare per mezzo di altri esercizi strutturati. Riflettere sulla lingua: si par te da un testo (verbale o scritto), si riflette sulla funzione di una o più parole, le si confronta, si arriva a estrapolare una regola, si applica la regola in esercizi strutturati. Insegnamento della grammatica Alunno/a Ha un ruolo passivo: impara le regole dall’insegnante, si esercita su esercizi strutturati che riguardano solo la regola appresa, non sperimenta la presenza della struttura della lingua in testi. Insegnante Presenta le regole secondo una precisa scansione temporale e di consuetudine (in genere nome, ar ticolo, aggettivo, verbo). Propone esercizi mirati che però non permettono di riflettere sulla struttura della lingua. Si tratta di classificare e catalogare parole. La grammatica è: fonologia-or tografia, morfosintassi e grammatica del testo. Si presenta­ no liste di regole morfologiche, di meccanismi di riconoscimento delle categorie gramma­ ticali. Prevale la classificazione della parola sulla sua funzione. Riflessione sulla lingua Alunno/a Con l’aiuto dell’insegnante osser va frasi e brevi testi, elabora e verifica ipotesi sulla fun­ zione delle parole, le confronta, le classifica, ipotizza categorie grammaticali, si esercita infine con esercizi applicativi strutturati. Insegnante È il “direttore d’o rchestra”: propone frasi e testi su cui lavorare (anche presi dal libro di testo), guida le riflessioni che fanno gli alunni, ascolta le ipotesi, guida l’elaborazione della “regola” e il completamento dello schema delle diverse categorie grammaticali. La grammatica diventa la comprensione della struttura della lingua che usiamo per giun­ gere alla competenza grammaticale “tradizionale”.

Le grammatiche

Riflettere sulla lingua, quindi capire il suo funzionamento, vuol dire vedere lo strumento linguistico che utilizziamo da versanti diversi. Per questo oggi si parla di grammatiche e non più solo di grammatica. In questo testo, pur mantenendo principalmente l’approccio tipico della grammatica esplicita, si sono volute aprire piccole finestre sulle altre grammatiche (funzionale e valenziale) perché gli alunni abbiano la possibilità di rendersi consapevoli del funzionamento della lingua italiana. Grammatica funzionale Le frasi che noi componiamo per esprimere un’idea sono formate da parole che hanno un significato per se stesse anche se inserite in contesti diversi. Perché la nostra frase “signi­ fichi qualcosa” occorre combinare le parole in una determinata relazione e in un determi­ nato ordine in modo che la nostra frase abbia un senso.

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Riflessione sulla lingua Ecco dunque che in una frase ogni parola ha una propria funzione, cioè contribuisce in modo diverso alla costruzione del senso della frase. È impor tante che il bambino capisca che ci sono parole che hanno un senso compiuto (verbi, nomi), altre che invece non hanno un senso preciso, ma ser vono a determinare la parola che segue (per esempio, l’ar ticolo ci fa capire se la parola che segue è maschile o femminile), altre ancora che modificano parzialmente la parola a cui si riferiscono (per esempio, l’aggettivo: casa bella/casa brutta). Nella riflessione sulla lingua la grammatica funzionale aiuta gli alunni a capire a che cosa ser vono le parole e dunque ad acquisire la consapevolezza dell’uso dello strumento lin­ guistico anche nella produzione autonoma. Grammatica valenziale È la grammatica che mette al centro il verbo e tutti gli elementi che sono necessari perché esso possa avere un valore significante e completo. Ci sono: • v erbi che si completano da soli (per esempio, piove ); • v erbi che hanno bisogno di un elemento per rappresentare un’idea (per esempio, piange in sé è solo un’azione, ma per significare un’idea precisa occorre mettere un soggetto); • v erbi che hanno bisogno di più argomenti (per esempio, mangia : in questo caso occorre chiarire chi mangia e che cosa mangia). Questa grammatica aiuterà gli alunni ad avere maggiore coerenza e coesione nella pro­ duzione dei loro testi. La funzione didattica degli esercizi strutturati

Gli esercizi strutturati forniti in questa Guida hanno valore “universale” e valgono per qualunque tipo di percorso l’insegnante abbia deciso di intraprendere. Che si privilegi la riflessione sulla lingua o l’”insegnamento della grammatica”, l’esercizio strutturato ser ve per verificare le conoscenze e le abilità. Queste schede di esercizio possono essere somministrate agli alunni come momento rias­ suntivo di un argomento o come verifica. Il livello degli esercizi è leggermente più alto di quello presente nel libro di testo perché le schede possono essere utilizzate anche come sviluppo di argomenti già conclusi.

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Prove d’ingresso

Riflessione sulla lingua

DETTATI Questi dettati possono mettere in evidenza le difficoltà or tografiche non ancora superate dagli allievi nella scrittura non spontanea. Suoni omologhi • A ldo è un ragazzo molto alto. • L a mamma ha comperato una confezione di budini. • N el vaso ci sono i fiori freschi. • S ul divano c’è la tenda stirata. • U n vento fresco entra dalla finestra. • H o por tato in spiaggia le palline e le biglie. Suoni GL GN LI NI • I fari dell’auto abbagliano gli occhi degli automobilisti. • N ella grande fattoria, situata nella campagna della pianura Padana vicino a Piacenza, si coltivano grano­ turco, foraggio, alberi da frutto. • I l disegnatore di fumetti ha fatto il disegno di gnomi impigliati in una gigantesca ragnatela. • N ella giungla le liane dondolano lievi spostate dal vento. • N iente mi farebbe più piacere che stare in compagnia della mia compagna di banco dello scorso anno. • Il cognato di Ignazio ha avvolto l’asciugamano bagnato attorno alla bottiglia per tenere fresca l’acqua. Suoni SC SCH • H o visto un film in cui persone vestite da scheletri si scambiavano scherzi orribili. • M io nonno dice che quando era piccolo i pattini venivano chiamati schettini. • A lcuni scienziati sostengono che gli uomini discendono dalle scimmie, ma io mi sono guardato allo spec­ chio e mi sembra che abbiano preso un grosso abbaglio. • Q uesto è il testo di una vecchia canzone: Dal cucuzzolo della montagna con la neve alta così per la valle noi scenderemo con ai piedi un paio di sci. E io aggiungo: – Scivolando e fischiettando scieremo in allegria. Suoni CU QU CQU • Q ualcuno ha bussato alla por ta. • L a mamma vuole cuocere i cuori di carciofo. • Il boscaiolo scuote i rami della quercia per far cadere le ghiande. • Q uando vedo una bella pizza mi viene l’acquolina in bocca. Uso dell’H • H o accompagnato Giulia al maneggio perché a lei piace tanto andare a cavallo. • L o scorso anno hai trascorso gran par te del tuo tempo libero ai giardini a giocare a pallone. • Q uest’anno, invece, hai deciso di iscriver ti a un corso di nuoto. • I miei genitori avevano deciso di andare a trovare i loro amici a Roma, ma hanno dovuto rinunciare perché la mamma non aveva ferie. • Q uando ho letto il libro che hai regalato a mio fratello ho pensato: “Oh, che bella storia!”. • Vorrei far ti un regalo. Puoi scegliere: o un cellulare o un videogioco. • A hi, che male! Non ho fatto attenzione ai gradini e ho fatto un bel ruzzolone!

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Riflessione sulla lingua Nome e cognome

Data

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.........................................

I SUONI GL GN LI NI Sottolinea la parola scritta nel modo corretto e cancella quella sbagliata. Per assistere alla partita della nazionale, molti italiani/itagliani si sono recati in Spania/Spagna . N ella Valle dei Templi, in Siciglia/Sicilia , si possono ammirare resti risalenti all’epoca della Magna/Magnia Grecia . I bambini stranieri/stragneri che frequentano la mia scuola provengono soprattutto da Paesi orientali. Tutti i mercoledì utilizziamo l’aula di disegno/disegnio . G li aglievi/allievi della scuola di pianoforte hanno dato un saggio musicale per le loro famiglie/familie . I l cigliegio/ciliegio in giardino è ricoperto di fiori bianchi. S ul ciglio/cilio della strada c’è un’automobile abbandonata. Scrivi la parola che corrisponde alla definizione. Poi riporta le lettere nello schema in basso. Apparirà il nome di un eroe dei fumetti! Il settimo mese dell’anno.

Sinonimo di nulla.

Cadono in autunno dagli alberi.

Un pesce piatto.

Il nome della regione che precede Romagna.

Il comparativo di maggioranza di buono.

Il risultato di 10 x 100 000.

Un persona super precisa.

1 8 7 6 3 5 9 4 2

Il seme della pigna che viene utilizzato per fare il pesto. 1

2

3

4

5

6

7

8

9

Per ogni suono, scrivi due parole. GL ...................................................................................................................................................................................................................................... GN ...................................................................................................................................................................................................................................... LI ...................................................................................................................................................................................................................................... NI ......................................................................................................................................................................................................................................

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Riflessione sulla lingua Nome e cognome

Data

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.........................................

I SUONI SC SCH Per ogni frase, sottolinea la parola scritta in modo sbagliato e scrivila nel modo corretto. Ieri per strada ho assistito a una sciena, triste e comica allo stesso tempo: un signore è scivolato su una buccia di banana. ...................................................... L a maestra ci ha dato uno sciema per memorizzare le preposizioni e gli articoli. ...................................................... C he schiagura! Il pesciolino rosso è saltato fuori dall’acquario. ...................................................... In teatro, sul palcoscienico, gli attori stanno recitando il terzo atto di una divertente commedia. ...................................................... I passeggeri sono sciesi dall’aereo e si avviano al ritiro dei bagagli. ...................................................... L ’uschita di emergenza è ben segnalata, ma è difficile da raggiungere. ...................................................... Scrivi la parola che corrisponde alla definizione. Poi riporta le lettere nello schema in basso. Apparirà un nome. Sei capace di darne la definizione? Un gruppo di api.

Lo usano i vigili e gli arbitri.

Animaletto dalla lunga coda che si arrampica sugli alberi.

5

9 11

Si mette attorno al collo per ripararsi dal freddo.

Lo era Albert Einstein.

1 10

1

Definizione:

6

Se la mettevano sulla faccia gli attori nel teatro greco.

2

3

4

5

6

7

8

2

La fai quando devi decidere tra due cose.

7

3

Un tipo di scimmia.

4

8

9

10

11

12

12

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Scrivi due parole con: SC (suono della parola pesce ) SC (suono della parola scatola ) SC (suono della parola schiena )

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Riflessione sulla lingua Nome e cognome

Data

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I SUONI CU QU CQU Per ogni frase, sottolinea la parola scritta nel modo sbagliato e scrivila nel modo corretto. L a mamma, quando va al supermercato, aquista sempre il latte fresco. .................................................................................................

Il nonno, cualche volta, quando guarda la televisione, si addormenta. .................................................................................................

L a nostra vicina di casa aspetta un bambino e ha comperato una qulla per quando nascerà. ................................................................................................. L a quriosità aiuta a conoscere cose nuove. ................................................................................................. T i ser ve un quaderno? Prendine uno cualunque nel cassetto! ................................................................................................. Q uasi ogni giorno salta la corrente, perché si verifica un cortocirquito nell’impianto elettrico. ................................................................................................. Scrivi la parola che corrisponde alla definizione. Poi riporta le lettere nello schema in basso. Apparirà il nome di una persona che usa la maschera, ma non a Carnevale. Il rapace che vive sulle vette delle montagne.

L’azione che fa il cuoco in cucina.

Lo trovi sul letto, sul divano e… sotto il gatto.

2 5

8 1 7

Si usa sotto le scarpe, per le borsette e per le cinture. Sono differenti quelli per i pesci di mare e quelli per i pesci di acqua dolce.

Prima di imboccarla, bisogna diminuire la velocità.

2

3

6

Quelli di ghiaccio stanno nel freezer o nelle bibite.

1

4

5

6

9

7

3 4

8

9

Per ogni suono, scrivi due parole. CU .......................................................................................................................................................................................................................................... Q .......................................................................................................................................................................................................................................... CQU ..........................................................................................................................................................................................................................................

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Riflessione sulla lingua Nome e cognome

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Data

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L’ USO DELL’ H Completa. Poi colora: in rosa se hai inserito un verbo; in verde se hai inserito una congiunzione; in giallo se hai inserito una preposizione; in azzurro se hai inserito un nome. Non so se offrire una fetta di torta cellulare.

insegnato

tuoi genitori come utilizzare il nuovo

I genitori della scuola l’ da pallacanestro.

firmato una petizione perché per

prossimo venga costruito un campo da calcio

I bambini e

un gelato.

partecipato

un corso di nuoto

ricevuto un attestato.

L a mamma

regalato

ombrellino

pois.

L eandra

detto Torino

mia sorella un bellissimo

tuo fratello che andrà visitare il Museo Egizio.

Completa inserendo la forma corretta tra quelle indicate tra parentesi. S andro è tornato a Milano: ( lo/l’ho ) ....................................... incontrato ieri. L a mamma ha comperato ( la/l’ha ) ....................................... verdura e ( la/l’ha ) ....................................... lavata prima di cucinarla. L a nonna aveva una brutta tosse e ( la/l’ha ) ....................................... curata con una nuova medicina. G uarda quella casa: ( l’anno/l’hanno ) ....................................... ridipinta completamente ( l’anno/l’hanno ) ....................................... scorso. ( Lo/L’ho ) ....................................... scoiattolo è salito sul ramo e il turista ( la/l’ha ) .................................... fotografato. Il papà ha portato ( la/l’ha ) ....................................... macchina dal meccanico che ( la/l’ha ) ....................................... riparata e poi ( la/l’ha ) ....................................... riverniciata.

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Riflessione sulla lingua Nome e cognome

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Data

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IL NOME GRAMMATICA FUNZIONALE Colora solo i nominali. in

bagnino

dalla

camaleonte

raggio

scrive

comunque

uno

marmotte

ballerine

la

biciclette

ballano

squadra

mai

Completa segnando con una X . I nominali hanno la funzione di: indicare animali, persone, cose, sentimenti. far capire se l’oggetto indicato è maschile o femminile. indicare le caratteristiche di ciò di cui si parla. I nominali sono: i nomi. gli aggettivi. gli articoli. GRAMMATICA ESPLICITA (MORFOLOGIA) Per ogni affermazione, segna V (vero) oppure F (falso). T utti i nomi hanno la radice. Tutti i nomi hanno il prefisso. S olo alcuni nomi hanno la desinenza. A lcuni nomi possono avere prefisso e suffisso. N essun nome può avere il suffisso.

V V V V V

F F F F F

Cancella le parole sbagliate. Il nome è una parte variabile/invariabile del discorso. Il nome si può chiamare anche sostantivo/predicato . In un nome si analizza il genere/la coniugazione . Il nome non cambia/cambia di numero.

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Riflessione sulla lingua Nome e cognome

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Data

.........................................

IL NOME Completa le tabelle segnando con delle X . Comune

Proprio

Maschile

Femminile

Singolare

Plurale

infermiere poeta cognata Barbie fiore lavatrice lance Italia pescispada mandria Dante presidi Primitivo tavolo gambetta gamba portavaso tacchino gregge gambale tacchetto fratellanza tavolata serpentello fratellastro

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Derivato

Alterato Composto Concreto

Astratto Collettivo


Riflessione sulla lingua Nome e cognome

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Data

.........................................

IL NOME Completa la frase colorando la scelta corretta. I nomi maschili che terminano: in O oppure E fanno il plurale in in A fanno il plurale in

I E

E I

I nomi femminili che terminano: in A fanno il plurale in in E fanno il plurale in

E I

A E

Colora in rosso il quadratino accanto ai nomi di genere indipendente, in blu quello accanto ai nomi di genere promiscuo, in arancione quello accanto ai nomi di genere comune. nuora musicista canguro nipote

frate custode fratello cantante

tigre moglie insegnante struzzo

Cancella le parole sbagliate. I nomi variabili cambiano/non cambiano dal singolare al plurale. I nomi invariabili cambiano/non cambiano dal singolare al plurale. I nomi difettivi possono essere usati solo al singolare o solo al plurale/solo al singolare . Per ogni nome, scrivi se è variabile (V), invariabile (I), difettivo (D), sovrabbondante (S). tenebre caffè sangue metropoli fame specie cinema equatore filo ferie

orecchio bontà re morbillo biologia tavolo forbici foto ciglio gru

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Riflessione sulla lingua Nome e cognome

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Data

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GRAMMATICA FUNZIONALE I MODIFICANTI Completa segnando con una X . I modificanti sono: i nomi e gli aggettivi.

gli aggettivi e gli avverbi.

i verbi e i nomi.

Colora solo i modificanti. sinceramente

sincero

sincerità

veloce

velocità

velocemente

teatro

buono

gioca

in

colorato

la

ieri

non

luna

Completa la tabella inserendo al posto giusto i modificanti che hai colorato nell’esercizio precedente. Aggettivi

Avverbi

Completa segnando con una X . I modificanti hanno la funzione di: indicare le caratteristiche dei nomi e dei verbi. indicare animali, persone, cose, sentimenti. indicare il tempo e il luogo. Sottolinea i modificanti. Il commesso rispose cortesemente alla signora. Il famoso direttore d’o rchestra ricevette gli applausi del pubblico. M io fratello non verrà alla festa. Il famoso atleta ha vinto meritatamente la medaglia. Ieri ho comperato un vestito nuovo.

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Riflessione sulla lingua Nome e cognome

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Data

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L’ AGGETTIVO E L’ AVVERBIO Per ogni affermazione, segna V (vero) oppure F (falso). T utti gli aggettivi sono qualificativi. I gradi dell’aggettivo qualificativo sono: positivo, comparativo, superlativo. L ’aggettivo possessivo può avere il grado superlativo. L ’aggettivo può avere il prefisso. L ’aggettivo non può avere il suffisso. L ’aggettivo può svolgere il ruolo di sostantivo.

V V V V V V

F F F F F F

Cancella le parole sbagliate. L ’aggettivo L ’aggettivo L ’aggettivo L ’aggettivo

è una parte invariabile/variabile del discorso. è sempre/può essere accompagnato dall’articolo. concorda/non concorda con il nome a cui si riferisce. non può cambiare/può cambiare di genere e di numero.

Per ogni affermazione, segna V (vero) o F (falso). li avverbi possono essere di modo, tempo, luogo, quantità, G affermazione, negazione, dubbio. G li avverbi si aggiungono solo ai verbi. G li avverbi si aggiungono a verbi, aggettivi, avverbi. L e locuzioni avverbiali hanno la stessa funzione degli avverbi.

V V V V

F F F F

Cancella le parole sbagliate. L ’avverbio L ’avverbio L ’avverbio L ’avverbio

è una parte variabile/invariabile del discorso. accompagna sempre/talvolta il verbo. può/non può cambiare di genere e numero. concorda/non concorda con la parola che accompagna.

Sottolinea in rosso gli aggettivi e in blu gli avverbi. Il fratello di Filippo piange sempre. La signora Martina abita al primo piano. Rocco non trova il quaderno nuovo. Il ghiro pigro entrò velocemente nella tana. Ogni mattina esco presto di casa.

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Riflessione sulla lingua Nome e cognome

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Data

.........................................

GRAMMATICA ESPLICITA GLI AGGETTIVI Completa la tabella segnando il grado di ogni aggettivo con delle X . Comparativo Positivo

Maggioranza

Minoranza

Superlativo Uguaglianza

Assoluto

Relativo

stratopico bugiardo più stanco il più stanco brava come meno piccolo di ottimo Completa inserendo l’aggettivo possessivo adatto. M ichela è andata in montagna con i ...................................................... amici. A lla fine della lezione ogni bambino ha messo il ...................................................... quaderno nell’armadio. H o incontrato Ada, Carlo e i ...................................................... genitori. T i conosco bene e so che i ...................................................... passatempi preferiti sono gli scacchi e i giochi enigmistici. S cusateci, abbiamo preso i ...................................................... zaini, anziché i nostri. Completa segnando con una X . Nell’ultima frase dell’esercizio precedente il termine nostri è: un nome. un aggettivo. un pronome. Colora in giallo gli aggettivi dimostrativi, in azzurro gli aggettivi numerali, in rosa quelli indefiniti.

62

questo

qualche

quello

nessuna

terzo

centoventidue

medesimo

parecchio

tre

alcune


Riflessione sulla lingua Nome e cognome

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Data

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IL VERBO Per ogni affermazione, segna V (vero) oppure F (falso). Il verbo è una parte invariabile del discorso. I verbi hanno solo la forma attiva. I verbi ausiliari hanno una coniugazione propria. I verbi della seconda coniugazione hanno l’infinito che termina in -ere. I modi dei verbi possono essere finiti o indefiniti. Il modo indicativo si usa per esprimere un dubbio, un’incertezza.

V V V V V V

F F F F F F

Cancella le parole sbagliate. I tempi composti di un verbo si formano con un ausiliare/una coniugazione . Il modo indicativo indica azioni reali , certe / incerte , possibili . Il modo congiuntivo indica azioni reali , certe / incerte , possibili . I modi infiniti hanno/non hanno la persona. Completa la tabella inserendo le voci verbali al posto giusto. sia • sei • ebbi • abbia • mangiassimo • mangiammo • giocò • giocasse • ebbe cantato • abbia cantato • hanno ballato • avessero ballato Indicativo

Congiuntivo

Scrivi il tempo di ogni voce verbale (modo indicativo). Io andrò ......................................................................................................................................................................................................... E gli andò ......................................................................................................................................................................................................... Tu avevi sentito ......................................................................................................................................................................................................... N oi abbiamo cantato ......................................................................................................................................................................................................... Essi partirono ......................................................................................................................................................................................................... Voi avrete giocato .........................................................................................................................................................................................................

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Riflessione sulla lingua Nome e cognome

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Data

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IL VERBO Completa la tabella inserendo le voci verbali al posto giusto. avrei • avesse • fossimo stati • sareste stati • sarebbe • sia • dormirebbe • dormisse • sia venuto • sarebbero venuti • fuggissimo • fuggiremmo Condizionale

Congiuntivo

Completa la tabella segnando con delle X , come nell’esempio. Tempo

Modo indicativo

Modo congiuntivo

Tempo semplice

X

X

X

presente

Tempo composto

passato prossimo trapassato trapassato prossimo passato imperfetto Volgi ogni voce verbale al Io ho visto Noi abbiamo avuto Io dormirò Voi saltaste Che tu mangi Che voi aveste salutato Che essi abbiano visto Che tu abbia sognato

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modo e tempo richiesto, come nell’esempio. congiuntivo presente che io veda congiuntivo imperfetto ............................................................................................................................ congiuntivo passato ............................................................................................................................ congiuntivo trapassato ............................................................................................................................ indicativo presente ............................................................................................................................ indicativo futuro semplice ............................................................................................................................ indicativo passato remoto ............................................................................................................................ indicativo passato prossimo ............................................................................................................................


Riflessione sulla lingua Nome e cognome

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Data

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I VERBI IRREGOLARI Studia la coniugazione di alcuni verbi irregolari della 1 a coniugazione. ANDARE

indicativo

congiuntivo

condizionale imperativo

presente

futuro semplice

passato remoto

presente

imperfetto presente

vado vai va andiamo andate vanno

andrò andrai andrà andremo andrete andranno

andai andasti andò andammo andaste andarono

vada vada vada andiamo andiate vadano

andassi andassi andasse andassimo andaste andassero

presente

andrei andresti andrebbe andremmo andreste andrebbero

––––– va’ vada andiamo andate vadano

DARE

indicativo

presente

futuro passato semplice remoto

do dai dà diamo date danno

darò darai darà daremo darete daranno

condizionale imperativo

congiuntivo

diedi/detti desti diede/dette demmo deste diedero/dettero

presente

imperfetto presente

dia dia dia diamo diate diano

dessi dessi desse dessimo deste dessero

darei daresti darebbe daremmo dareste darebbero

presente ––––– da’ dia diamo date diano

STARE

indicativo

congiuntivo

condizionale

presente futuro semplice

passato remoto

presente imperfetto presente

starò starai starà staremo starete staranno

stetti stesti stette stemmo steste stettero

stia stia stia stiamo stiate stiano

sto stai sta stiamo state stanno

stessi stessi stesse stessimo steste stessero

starei staresti starebbe staremmo stareste starebbero

imperativo

presente ––––– sta’ stia stiamo stiate stiano

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Riflessione sulla lingua Nome e cognome

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Data

.........................................

I VERBI IRREGOLARI Studia la coniugazione di alcuni verbi irregolari della 2 a coniugazione. PARERE

indicativo

congiuntivo

condizionale imperativo

presente

futuro semplice

passato remoto

presente

imperfetto presente

paio pari pare paiamo parete paiono

parrò parrai parrà parremo parrete parranno

par vi paresti par ve paremmo pareste par vero

paia paia paia paiamo paiate paiano

paressi paressi paresse paressimo pareste paressero

parrei parresti parrebbe parremmo parreste parrebbero

presente ––––– ––––– ––––– ––––– ––––– –––––

PORRE

indicativo

congiuntivo

condizionale imperativo

presente

futuro semplice

passato remoto

presente

imperfetto presente

pongo poni pone poniamo ponete pongono

porrò porrai porrà porremo porrete porranno

posi ponesti pose ponemmo poneste posero

ponga ponga ponga poniamo poniate pongano

ponessi ponessi ponesse ponessimo poneste ponessero

porrei porresti porrebbe porremmo porreste porrebbero

presente ––––– poni ponga poniamo ponete pongano

POTERE

indicativo

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congiuntivo

condizionale imperativo

presente

futuro semplice

passato remoto

presente

imperfetto presente

posso puoi può possiamo potete possono

potrò potrai potrà potremo potrete potranno

potei potesti poté potemmo poteste poterono

possa possa possa possiamo possiate possano

potessi potessi potesse potessimo poteste potessero

potrei potresti potrebbe potremmo potreste potrebbero

presente ––––– ––––– ––––– ––––– ––––– –––––


Riflessione sulla lingua Nome e cognome

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Data

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I VERBI IRREGOLARI Studia la coniugazione di alcuni verbi irregolari della 3 a coniugazione. MORIRE

indicativo

presente futuro semplice muoio muori muore moriamo morite muoiono

morirò morirai morirà moriremo morirete moriranno

congiuntivo

condizionale

passato remoto

presente imperfetto presente

morii moristi morì morimmo moriste morirono

muoia muoia muoia moriamo moriate muoiano

morissi morissi morisse morissimo moriste morissero

morirei (morrei) moriresti (morresti) morirebbe (morrebbe) moriremmo (morremmo) morireste (morreste) morirebbero (morrebbero)

imperativo

presente ––––– muori muoia moriamo morite muoiano

SALIRE

indicativo

congiuntivo

condizionale imperativo

presente

futuro semplice

passato remoto

presente

imperfetto presente

salgo sali sale saliamo salite salgono

salirò salirai salirà saliremo salirete saliranno

salii salisti salì salimmo saliste salirono

salga salga salga saliamo saliate salgano

salissi salissi salisse salissimo saliste salissero

salirei saliresti salirebbe saliremmo salireste salirebbero

presente ––––– sali salga saliamo salite salgano

VENIRE

indicativo

congiuntivo

condizionale imperativo

presente

futuro semplice

passato remoto

presente

imperfetto presente

vengo vieni viene veniamo venite vengono

verrò verrai verrà verremo verrete verranno

venni venisti venne venimmo veniste vennero

venga venga venga veniamo veniate vengano

venissi venissi venisse venissimo veniste venissero

verrei verresti verrebbe verremmo verreste verrebbero

presente ––––– vieni venga veniamo venite vengano

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Comprensione

LA COMPRENSIONE DEL TESTO Dalle Indicazioni Nazionali del 2012: “[…] Gli allievi devono ampliare il patrimonio orale e devono imparare a leggere e a scri­ vere correttamente e con crescente arricchimento del lessico. Questo significa, da una par te, padroneggiare le tecniche di lettura e scrittura, dall’altra imparare a comprendere e a produrre significati attraverso la lingua scritta […]”.

La lettura

Attività e consigli per l’insegnante

La comprensione del testo

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L’abilità nella lettura e la lettura scorrevole sono il primo passo per la comprensione di ciò che si legge. La comprensione di un testo letto rientra nell’ambito della metacognizione, cioè della con­ sapevolezza dello scopo per cui leggo, del modo in cui leggo, della strategia che metto in atto per leggere e infine capire se “ho capito” ciò che ho letto. Si legge per essere informati, per rilassarsi, per comunicare, per comprendere a quale fer­ mata dell’autobus scendere… Un approccio metacognitivo alla lettura permetterà di raggiungere tre obiettivi impor tanti: • affinare le strategie per ottimizzare la lettura; • comprendere gli scopi della lettura; • a cquisire la consapevolezza delle caratteristiche dei diversi testi (tipologie testuali). Giunti nell’ultimo biennio della Scuola Primaria gli allievi dovrebbero aver acquisito la ca­ pacità di leggere in modo fluido e veloce. Se così non fosse, sarà necessario invitarli a leggere a voce alta brani inizialmente brevi e poi via via sempre più lunghi. Per coinvolgere maggiormente gli alunni, invitarli a: • d rammatizzare una scena teatrale, leggendo con intonazioni differenti le varie par ti; • immaginare di essere uno speaker radiofonico o televisivo, che deve essere chiaro nella lettura e espressivo per poter mantenere alto il livello di attenzione degli ascoltatori; • a scoltare la lettura dell’insegnante perché essa offre ai bambini un modello di lettura espressiva, con un uso corretto delle pause e la giusta modulazione della voce. La comprensione di un testo è un processo dinamico che mette in collegamento le infor­ mazioni date dal testo con quanto gli alunni già conoscono: è dunque un processo com­ plesso, ma fondamentale; e il compito della scuola è proprio quello di fornire agli allievi i mezzi adeguati per effettuare queste operazioni mentali. Perciò è impor tante che gli allievi siano stimolati con molte e differenti attività di com­ prensione del testo: riconoscimento degli elementi fondamentali e dei collegamenti tra le par ti, inferenze semantiche, deduzione dal contesto del significato lessicale di parole sconosciute. Per chiarire quali siano le attività di comprensione che vanno scandite durante il percorso è utile rifarsi al Quadro di Riferimento Invalsi.


Comprensione Macro aspetti della comprensione desunti dal Quadro di Riferimento Invalsi Individuare, con una lettura selettiva, le informazioni richieste, anche espresse in codici diversi. Localizzare e individuare informazioni all’interno del testo

Effettuare confronti e distinguere l’informazione che risponde in modo per tinente alla domanda da informazioni concorrenti presenti nel testo e/o richiamate nei distrattori. Riconoscere l’informazione richiesta presentata in una forma parafrastica. Individuare informazioni discriminando l’informazione richiesta da altre informazioni. Ricavare il significato di parole o espressioni dal contesto.

Ricostruire il significato del testo, a livello locale o globale

Identificare il riferimento testuale che lega fra loro frasi o parti del testo. Ricostruire la sequenza, temporale e/o logica, di fatti, anche quando l’intreccio non la rispetta. Mettere in relazione informazioni, implicite o esplicite. Fare inferenze semplici o complesse. Riconoscere il tema o l’argomento principale di un testo. Cogliere le intenzioni, il punto di vista dell’autore o lo scopo per cui il testo è stato scritto. Cogliere il messaggio che il testo vuole comunicare.

Riflettere sul contenuto o sulla forma del testo

Cogliere la struttura e l’o rganizzazione formale del testo. Riconoscere nel testo argomentativo tesi, obiezioni e controobiezioni e le loro relazioni reciproche. Riconoscere tipo, genere e forma del testo. Riconoscere figure retoriche e usi figurati del linguaggio. Riconoscere la funzione logico-sintattica di frasi o la relazione tra frasi o par ti del testo.

Gli ambiti su cui ver tono i quesiti di riflessione sulla lingua sono: • or tografia • lessico e semantica • morfologia • sintassi • formazione delle parole • testualità

Attività e consigli per l’insegnante

Oltre agli esercizi di comprensione del testo che sono proposti in modo organico e per step successivi in tutti i volumi di questo corso, si consigliano agli insegnanti altre attività: • d iscussione libera su libri letti collettivamente: in questo modo si favorisce il confronto e la capacità di esprimere le proprie conoscenze; • p ro e contro: gli allievi saranno suddivisi in due gruppi: un gruppo esporrà gli aspetti positivi di quanto letto, un altro quelli negativi; • e mozioni e fatti: gli allievi saranno suddivisi in due gruppi: un gruppo riassumerà i fatti esposti nel testo, l’altro le emozioni che il testo voleva suscitare; • c ut up : è una tecnica particolare che prevede il taglio della storia in sequenze che ven­ gono poi mescolate in un ordine diverso; i bambini potranno così inventare nuove storie; • f rammenti: raccolta, in un car tellone, di frasi o di paragrafi tratti dai testi letti che hanno suscitato maggiori emozioni.

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Comprensione Nome e cognome

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Data

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IL RISO La mamma si era raccomandata: – Assaggia tutto, non avanzare nulla. La bambina aveva annuito, anche se sperava che in tavola non ci fosse il riso. “Il riso non mi piace, non mi è mai piaciuto” disse tra sé. “Il riso lo mangiano i merli!”. Ma a casa di Sunita, come aveva temuto, c’e rano riso, lenticchie e ceci. “ Tutti semi” pensò la bambina. La bambina, che si chiamava Luisa, non sapeva come comportarsi. Non voleva essere scortese con i genitori indiani della sua compagna di scuola, che erano giunti in Italia da poco tempo e non conoscevano ancora bene l’italiano, ma i semi proprio non le piacevano. “Non sono un merlo” continuava a pensare. Sunita, che aveva imparato l’italiano in pochi mesi, ma che aveva anche imparato a riconoscere da un solo sguardo ciò che pensavano le persone, provò ad aiutare l’amica. – Vuoi qualcos’altro? Piselli, spinaci, insalata? La lista era lunga, ma non comprendeva la carne, di cui Luisa era ghiotta. – Noi siamo vegetariani – disse Sunita. I genitori di Sunita guardavano Luisa e pensavano che fosse timida. – Mangia, cara, ser viti di tutto quello che vuoi! – le dicevano. – Poi andrete a giocare. Ma Luisa esitava. Non si era ancora ser vita. Non sapeva come fare a rifiutare, senza offendere gli ospiti che continuavano a guardarla e a incoraggiarla con tanta gentilezza. Fu allora che Sunita ebbe l’idea. Si versò due cucchiaiate di riso e tracciò nel piatto con la forchetta strani segni che a Luisa parevano geroglifici. – Ho scritto in hindi, la mia lingua, – disse. – Cosa hai scritto? – Vuoi saperlo? – chiese Sunita ridendo. – Dammi il tuo piatto. Luisa porse il piatto e Sunita vi versò il riso. Poi iniziò a scrivere in italiano la stessa frase, disponendo i chicchi a forma di lettere dell’alfabeto. Scrisse: IL RISO FA RIDERE. – Il riso fa ridere? – domandò Luisa. – Sì. – E gli uccelli non lo sanno? – chiese. – Non lo so – rispose Sunita. – Tu che cosa pensi? – Penso che non lo sappiano, perché sono merli – rise Luisa. All’improvviso le era venuta una gran fame.

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Comprensione Non aveva mai voluto assaggiare il riso, ma davanti ai genitori di Sunita che la guardavano gioiosi, Luisa pensò che avrebbe potuto provare: infilò la forchetta nel piatto e si mise in bocca, una dopo l’altra, la R, la L, la S e la O. In due morsi addentò l’articolo IL e il verbo FA. La parola RIDERE fu lasciata per ultima, ma le sembrò che fosse quella che le piaceva di più. E. Nava, Bambini del mondo , Einaudi Ragazzi

LE INFORMAZIONI ESPLICITE Rispondi. Perché Luisa pensa che il riso non sia un cibo adatto a lei?

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Perché Luisa non sapeva come comportarsi a casa di Sunita? ...................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Perché i genitori di Sunita non cucinano la carne?

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Q uale idea trova Sunita per invogliare Luisa a mangiare? ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

LE RELAZIONI TRA GLI ELEMENTI DEL TESTO Con quali parole puoi sostituire quella evidenziata? Luisa porse il piatto e Sunita vi versò il riso. Nell’alfabeto. Nel piatto.

Nel riso.

E gli uccelli non lo sanno? ...............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

IL SIGNIFICATO LETTERALE DELLE PAROLE Scrivi il significato di ogni parola. A nnuire: ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Vegetariano: .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. G eroglifico: ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... L’ hindi è: un dialetto italiano.

la lingua indiana.

u n’antica lingua che si parlava in Italia.

IL SIGNIFICATO FIGURATO DELLE PAROLE Con quali parole puoi sostituire quella evidenziata? Segna con una X . Dire a una persona sei un merlo significa dire: sei molto intelligente. sei vegetariano.

sei un credulone.

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Comprensione Nome e cognome

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Data

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LO ZAINETTO DI SARA Tutti i sabati la stessa storia: megaspesa al supermercato. – Come fate a dire che è divertente riempire il carrello della spesa con decine di barattoli di conser va, montagne di carta igienica e tonnellate di pacchi di pasta? – brontola Sara, seduta sul sedile posteriore della macchina, durante il tragitto di ritorno dal supermercato. Oggi fare la spesa è stato anche peggio del solito. Prima di uscire di casa, Sara aveva chiesto di poter comprare uno zaino nuovo. – Vedremo – aveva risposto la mamma distrattamente. “Vedremo equivale a un sì”, aveva concluso Sara tra sé. E così, una volta tanto, aveva seguito i suoi nella maratona tra un reparto e l’altro senza lamentarsi del male ai piedi o di non poter vedere il suo telefilm preferito. E una volta nel reparto “articoli scolastici”, che gioia vederlo là: lo zaino dei suoi sogni, rosa e con le tasche a forma di cuore… Ma proprio mentre, al colmo della soddisfazione, stava per metterlo nel carrello della spesa, ecco che suo padre l’aveva bloccata: – Posa immediatamente quella roba! – Ma perché, papà? Ne ho assolutamente bisogno! – Come fai ad aver bisogno di uno zainetto nuovo? – era inter venuta la mamma. – Che mi dici di quello che ti ho comprato l’anno scorso? – Ma uno zainetto verde mela con tanto di orsetti in pigiama è da poppanti! Alla mia età non va più bene! – Di’ un po’, signorina, ti sei dimenticata le storie che avevi fatto per avere quello zainetto? – le aveva ricordato la mamma. – Ma è passato un mucchio di tempo! – Adesso ascoltami bene! – aveva tagliato corto il papà. – La verità è che tu desideri uno zainetto nuovo, ma non tentare di convincerci che ne hai bisogno! L. Jaffé - L. Saint-Marc, Il denaro , Il Capitello

Rispondi segnando con una X . Perché a Sara non piace andare al supermercato? Perché deve stare seduta sul sedile posteriore dell’automobile. Perché lei lo ritiene noioso. Perché è peggio del solito. Perché Sara in questa occasione segue i genitori senza lamentarsi? Sara non ha male ai piedi. Oggi non ci sono telefilm interessanti alla televisione. Sara è convinta che i genitori le compreranno uno zainetto nuovo.

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Comprensione Perché Sara afferma di avere assolutamente bisogno di uno zaino nuovo? Perché quello precedente è rovinato. Perché ritiene che quello che possiede sia adatto solo a bambini piccoli. Perché tutte le sue compagne hanno zainetti rosa. Perché i genitori non comprano lo zainetto a Sara? Perché non hanno molti soldi da spendere. Perché sono convinti che Sara non ne abbia bisogno. Perché Sara non aveva chiesto di mettere lo zainetto nel carrello. Che cosa ricorda la mamma a Sara? La mamma dice che Sara fa sempre un sacco di storie per nulla. L a mamma le dice che già l’anno precedente aveva insistito per avere un altro zainetto. La mamma le dice che non ser ve prendere lo zaino nuovo. Che cos’è una maratona? Una corsa a ostacoli. U n modo per definire il momento della spesa. Una camminata lunga e faticosa. GRAMMATICA Completa segnando con una X . Megaspesa e supermercato sono due nomi che hanno: un prefisso. un suffisso. LESSICO Articolo è una parola polisemica, cioè che ha molti significati. Segna con quattro X i diversi significati della parola articolo . Ciascuno degli scritti di cui si compone un giornale. Categoria grammaticale. Una pagina di quaderno. C iascuna delle parti che compongono una legge o un regolamento. Una merce. Un capitolo di un libro. Nel testo è presente un flashback. Sottolinealo. LE INFERENZE Secondo te, la richiesta di uno zaino nuovo è un desiderio di Sara o un reale bisogno? Motiva la tua risposta sul quaderno.

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Comprensione Nome e cognome

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Data

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LA COSA PIÙ BELLA La nonna che sta in città vuole sempre sapere tutto delle vacanze di Giulia. E quando Giulia ha finito di raccontare, ogni volta le domanda: – Sì, ma la cosa più bella quale è stata? È difficile rispondere perché di cose belle ne succedono così tante! Sono belle le torte di sabbia e sono belli i buchi nella spiaggia che ci stai dentro con i piedi, i tuffi nel mare, e gli spruzzi che fai quando corri sul bagnasciuga. Sono belle le onde alte, è bello il vento, sono belli i pesci sul banchetto di Carlone, anche se i polpi fanno un po’ pena. È bello l’odore del gelsomino e cercare le chiocciole in giardino dopo la pioggia è bellissimo. Sono belli i gabbiani e, quando i gabbiani volano via, sono belle le piccole impronte che lasciano sulla spiaggia. Raccogliere i sassi e i vetri lisci è bello, trovare un osso di seppia o un guscio di riccio è bello. Insomma, tutto è bello, e dire quale è stata la cosa più bella è difficile, difficilissimo. Però questa volta Giulia lo sa quale è stata la cosa più bella e non ha bisogno di pensarci tanto. – La cosa più bella è stato il giro in barca che ho fatto con Carlone, anche se ho dovuto alzarmi così presto che avevo un sonno che quasi non riuscivo a tenere gli occhi aperti. – Allora finalmente sei andata sull’isola! – dice la nonna. – No – risponde Giulia. – All’isola non ci sono andata. Carlone ci voleva andare, ma io gli ho detto di fare un altro giro. Sai, mi ha insegnato a pescare. – Non ti sei fatta portare all’isola? Come mai? Dicevi sempre di volerci andare per scoprire se lì abitava un vecchio marinaio che da giovane era un pirata. – Siamo andati un po’ vicino, ma non tanto. Non volevo disturbare il vecchio marinaio che abita nel faro... – Hai fatto bene, non è educato disturbare i vecchi marinai al mattino presto – dice la nonna. E naturalmente dice così perché ha capito: certi marinai, che da giovani sono stati pirati, con la maglia a righe bianche e rosse e dodici cuori sul

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Comprensione braccio, esistono solo se nessuno li va a cercare. – Vieni – dice la nonna. – Andiamo a fare una passeggiata, ti voglio raccontare la storia di un pirata che tutti chiamavano il Corsaro Nero. Fuori, la città si accende di mille luci. G. Quarzo, Giulia e il pirata , Motta Junior

LE INFORMAZIONI ESPLICITE Rispondi. Perché per Giulia, quando ritorna dalle vacanze, è difficilissimo raccontare alla nonna la cosa che le è piaciuta di più? .................................................................................................................................................................................................................................................................. ...............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Perché, invece, questa volta, riesce a farlo?

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Qual è l’avvenimento che Giulia racconta alla nonna?

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Perché Giulia voleva andare sull’isola?

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Perché, invece, non ci è andata?

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LE INFERENZE La frase “certi marinai, che da giovani sono stati pirati, con la maglia a righe bianche e rosse e dodici cuori sul braccio, esistono solo se nessuno li va a cercare”, significa che: non si devono cercare questi pirati perché è bello solo immaginarli. non si devono cercare questi pirati perché non esistono. non si devono andare a cercare questi pirati perché sono pericolosi. IL CONTESTO Completa. I personaggi del racconto sono .................................................................................................................................................................................................................................................................. I personaggi dell’episodio ricordato sono ...................................................................................................................................................................................................................... Il luogo in cui si svolge la storia è ...................................................................................................................................................................................................................................................... Il luogo in cui si svolge l’episodio raccontato è ........................................................................................................................................................................................ L’argomento è .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... GRAMMATICA Scrivi se si tratta di superlativo assoluto o superlativo relativo. Difficilissimo: .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. La cosa più bella: ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Comprensione Nome e cognome

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Data

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I SEI SAGGI VICINI DI CASA In un villaggio vivevano un tempo sei saggi vicini di casa, e questi sei saggi vicini di casa sapevano tutto, capivano tutto e avevano visto tutto fuorché una cosa: il mare. Un bel giorno decisero di andare a dargli un’o cchiata. Partirono di buon mattino e, cammina cammina, arrivarono finalmente davanti a un gran prato, e in questo prato cresceva il lino, e il lino era in fiore. Quando i sei saggi videro questo grande campo azzurro che gli ondeggiava di fronte, gridarono felici: – Il mare, il mare! Si tolsero quindi i vestiti e si tuffarono nel lino per nuotare. Dopo un po’ di tempo, giunsero presso un pozzo assai profondo. – Mio Dio, com’è fondo! – disse uno dei saggi. – Speriamo che nessuno di noi ci cada dentro! – fece un altro. – E se uno di noi ci fosse già caduto? – domandò il terzo. – Vediamolo subito – aggiunse il quarto, – farò io la conta. – Uno, due, tre, quattro, cinque – contò in fretta. Però aveva dimenticato di contare anche se stesso. – Cinque! Ohibò, ne manca uno. – Aspetta un momento, – osser vò il quinto – conterò io di nuovo. E così, indicando gli altri col dito: – Uno, due, tre, quattro, cinque! – e si dimenticò anche lui di contare se stesso. – Oh no! Uno di noi deve essere caduto proprio nel pozzo. – Gridiamogli subito qualcosa! – suggerì il sesto, e si chinò sul parapetto del pozzo. – Ehi, laggiù, sei caduto dentro? – Caduto dentro! – echeggiò il pozzo. – Sentitelo! – disse il sesto. – Dobbiamo salvarlo. E subito sistemarono un grosso bastone attraverso la bocca del pozzo. Il più forte di loro si appese al bastone, il secondo al primo, il terzo al secondo, il quarto al terzo, e così via finché l’ultimo arrivò quasi a toccare il fondo. Ma il primo, che stava attaccato al bastone, non potendo più resistere al peso gridò: – Ehi, amici, laggiù! Lo vedete già? Fate in fretta perché mi dolgono le mani. – Non riesco a vederlo! – fece l’ultimo giù nel fondo. – Bene, tenetevi tutti forte! – disse il primo. – Bisogna che mi sputi un momento sulle mani.

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Comprensione E così dicendo lasciò il bastone per sputarsi sulle mani. Ma, naturalmente, caddero tutti sul fondo del pozzo. E sarebbero certo annegati. Ma per fortuna il pozzo aveva il fondo morbido, così non si fecero male, e rimasero vivi per poterci raccontare come fecero il bagno nel mare. G. Rodari, Favole per bambini spiritosi , Editori Internazionali Riuniti

Il testo è stato suddiviso in sequenze narrative. Per ognuna, scrivi l’idea principale. 1. ...................................................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................................................

2. ...................................................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................................................

3. ...................................................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................................................

4. ...................................................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................................................

5. ................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................... 6. ................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................... 7. ................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................... GRAMMATICA Completa. Uno, due, tre, quattro, cinque sono aggettivi o pronomi ................................................................................................................................................ Primo, secondo, terzo sono aggettivi o pronomi .................................................................................................................................................................................. Completa segnando con una X .

Ohibò è: un’e sclamazione. un pronome. una congiunzione. Laggiù è: un avverbio. un nome. una preposizione.

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Comprensione Nome e cognome

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Data

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ULISSE E NETTUNO Ulisse, sulla sua barca a vela, dopo aver tanto navigato, stanco di onde, stanco di pesci, stanco di sale, voleva tornare a casa, ma non soffiava un filo di vento: la barca era in mezzo al mare. A un tratto le onde si mossero e uscì la testa bianca di Nettuno, dio del mare. – Che cosa fai, Ulisse? – chiese. – Aspetto il vento, e mi annoio – rispose Ulisse. – Mi annoio anch’io – disse Nettuno. – Facciamo una gara: tu con la barca, io a nuoto. – A remi? – disse Ulisse. – Non ce la posso fare contro di te! – No, con un po’ di vento – disse Nettuno. – Vediamo chi arriva prima all’isolotto. – Se vinco, che cosa avrò? – chiese Ulisse. – Vento sicuro fino a casa. Ma, se perdi, resterai sempre in mare. Accetti? Ulisse pensò un poco, poi disse: – Accetto! Dammi un po’ di vento. Nettuno allora soffiò in una conchiglia e chiamò Noto, un venticello che dormiva su un’isola poco lontano. – Mettiti dietro la barca di Ulisse e soffia un pochino – disse Nettuno. – Soffia leggero come di solito fai: quanto basta perché la barca vada. – Obbedisco, padre – disse Noto, e cominciò a soffiare leggero sulla vela di Ulisse, che si tese mentre la prua cominciava a tagliare l’acqua marina. – Via! – gridò Nettuno, e cominciò a nuotare con gran potenza, mentre Ulisse, manovrando vela e timone, sfruttava il venticello. Ulisse era un bravissimo marinaio: ma Nettuno, con le lunghe braccia e gambe, fuggiva avanti nell’acqua. – Soffia un po’ di più, Noto, per favore! – diceva Ulisse al vento. – Non posso, Ulisse – diceva Noto. – Non posso disobbedire a Nettuno. Vuoi che mi rinchiuda per punizione in un vaso, come ha fatto l’altro giorno con mio fratello Maestrale, che gli aveva disobbedito? – Eh, già, non puoi disobbedire: devi restare sempre dietro la barca, ricorda! – disse Ulisse, e prese dal fondo della barca un sacchetto di pepe di Rodi, e lo lanciò nell’aria. – EEEEEEETCIUUM! – starnutì Noto, mandando un potentissimo soffio sulla vela: la barca balzò avanti, raggiungendo Nettuno. Ulisse buttò altro pepe. – EEEEEEETCIUUM! – starnutì Noto, gonfiando la vela, e la barca filava tre volte più veloce di prima. Con sette manciate di pepe, Ulisse arrivò all’isolotto, e aspettò Nettuno.

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Comprensione – Come hai fatto ad arrivare così presto, con così poco vento? – chiese il dio. – Forse Noto mi ha disobbedito? – No, certo! – disse Ulisse. – Si è messo a fare starnuti. Deve aver preso il raffreddore! Nettuno, che forse sapeva che cos’e ra accaduto o forse no, scoppiò a ridere e ordinò ai venti di spingere la barca di Ulisse fino a Itaca, dov’e ra la sua casa. Roberto Piumini, Mi leggi un’a ltra storia? Edizioni EL

IL CONTESTO Completa segnando con una X . I personaggi del racconto sono: verosimili. reali.

fantastici.

Il tempo in cui è ambientato il racconto è: indefinito. reale. I luoghi in cui è ambientato il racconto sono: reali. fantastici.

verosimili.

LE INFERENZE Completa segnando con una X . Il protagonista supera la difficoltà: con la forza. con l’astuzia.

con il coraggio.

LE INFORMAZIONI ESPLICITE Rispondi. Perché Nettuno propone una gara a Ulisse?

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Perché il venticello Noto non vuole disubbidire a Nettuno? ................................................................................................................................

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Perché Ulisse si annoia? ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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GRAMMATICA EEEEEEETCIUUM! è un’onomatopea. Segna con delle X solo le onomatopee. BRRR!

CIAO!

SLAMM!

SIGH!

HO

Completa.

Venticello e isolotto sono nomi: alterati. derivati.

composti.

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Riassunto

IL RIASSUNTO Nelle Indicazioni Nazionali del 2012, tra i traguardi per lo sviluppo delle competenze che ogni allievo deve raggiungere, si legge: “[…] Legge e comprende testi di vario tipo, continui e non continui, ne individua il senso globale e le informazioni principali, utilizzando strategie di lettura adeguate agli scopi. Utilizza abilità funzionali allo studio: individua nei testi scritti informazioni utili per l’appren­ dimento di un argomento dato e le mette in relazione; le sintetizza, in funzione anche dell’esposizione orale; acquisisce un primo nucleo di terminologia specifica […]”. La funzione didattica

Imparare a riassumere è un’attività che richiede molte e complesse abilità, che devono essere acquisite in modo graduale e consapevole. La capacità di sintetizzare è una competenza fondamentale per la costruzione di un effi­ cace metodo di studio. Un buon metodo di studio, infatti, non si insegna e non si impara: “si costruisce” mettendo in atto abilità, conoscenze e competenze. Il metodo di studio rientra nell’ambito della metacognizione proprio perché implica una consapevolezza della finalità, della capacità di comprensione, dell’utilizzo delle proprie conoscenze.

Abilità

LETTURA

Strategie

Scopo

COMPRENSIONE

Fatti

Inferenze

RIASSUNTO

Sintesi

Mappa

COMPETENZE

METODO DI STUDIO

ACQUISIRE INFORMA ZIONI

Attività e consigli per l’insegnante

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EL ABORARE INFORMA ZIONI

RIPETERE INFORMA ZIONI

Anche il percorso per arrivare all’abilità di “fare un riassunto” dovrebbe nascere dalla mo­ tivazione. Per questo, prima di affrontare le diverse tappe, si potrebbe ricorrere al “problem solving”. Leggere un testo narrativo agli alunni e chiedere loro di raccontare brevemente la trama. Si potrebbe anche farli lavorare in gruppo e sentire a quali conclusioni giunge ciascun gruppo. Solo dopo che gli allievi avranno cercato di trovare delle risposte personali per risolvere il problema, l’insegnante potrà raccogliere le loro idee e sistematizzarle, integrando gli eventuali passaggi omessi dagli allievi.


Riassunto In questo modo ci si renderà conto di quali siano i passaggi meno riconosciuti dagli allievi e si potrà impostare il lavoro in modo proficuo. Molti allievi, se non oppor tunamente guidati, nel fare i riassunti non eliminano il discorso diretto o cercano di sintetizzare anche le par ti descrittive. Si introduca il concetto che per “fare un buon riassunto”, cioè per trasformare il testo letto o ascoltato in un racconto molto più breve che, però, fornisca tutte le informazioni fon­ damentali, ser vono “strumenti” che ci aiutino. Per por tare gli alunni a raggiungere la competenza di fare un riassunto bisogna aiutarli a percorrere diverse tappe: • capire l’argomento; • c apire la trama; • s uddividere il racconto in sequenze narrative, temporali e logiche; • d istinguere le sequenze narrative rilevanti da quelle meno essenziali e trattenere solo quelle indispensabili per la comprensione della trama; • e liminare le sequenze descrittive e riflessive; • individuare il fatto principale della sequenza e sintetizzarlo in una frase chiave (smontag­ gio); • c ollegare le frasi chiave per trasformare lo smontaggio in una narrazione breve ed es­ senziale. Per redigere un riassunto in modo corretto occorre anche tenere presenti alcune regole che riguardano la struttura e la forma. Bisognerà aiutare gli alunni a: • o rganizzare le informazioni in forma sintetica e coerente con il testo originale; • t rasformare i dialoghi in sequenze narrative attraverso il passaggio dal “discorso diretto” al “discorso indiretto”; • s crivere le frasi chiave in terza persona; • u tilizzare sempre lo stesso tempo nelle voci verbali (nello smontaggio è preferibile l’uso del presente).

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Riassunto Nome e cognome

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LA TRAMA Leggi con attenzione.

PLIC LA LACRIMA Plic la lacrima era sempre triste, perché era nata dal pianto di un bambino che si chiamava Oreste. Scese giù giù lungo una guancia di Oreste, cadde a terra e si addormentò. Quando si risvegliò, correva insieme a tante altre gocce in un fiume. Quando però i pesci rossi si accorsero che Plic era triste, le chiesero: – Perché non sorridi? Che cosa ti è successo, amica gocciolina? – Niente – rispose Plic, – è solo che io sono una lacrima di pianto e non so proprio che cosa sia la felicità… – Non ti preoccupare: la felicità è facile, ora te la insegniamo noi! – dissero i pesci in coro e si misero a cantare una canzoncina così allegra, che persino le trote non riuscivano a trattenere le risate. Plic però non rise. Il fiume poi la portò al mare e qui la piccola lacrima, persa in tutta quell’immensità d’acqua, si sentì ancora più triste. Poi accadde che i raggi del sole la rapirono e la portarono sulle nuvole. Queste provarono a far ridere la piccola lacrima, facendole il solletico con lunghi sbuffi di vapore. Provò anche il vento, suonando una musica forte e allegra. Plic però rimase seria e triste. Un giorno, infine, si sentì un tuono: Boom! Cominciò un temporale e le nuvole correvano come impazzite da tutte le parti. Plic cadde giù, come una goccia di pioggia, e si ritrovò di nuovo nel fiume dov’e ra già finita una volta. Stavolta però non giunse al mare: una pompa la risucchiò e la costrinse a correre in un tubo di metallo. Il tubo era lungo e buio, e sembrava non finire mai. Invece, proprio quando Plic cominciava a disperare, la lacrimuccia uscì da un rubinetto aperto per finire in un bicchiere. Era il bicchiere di un bambino che lei conosceva già. Era proprio il bicchiere di Oreste. Il bambino bevve tutta l’acqua e Plic si ritrovò là dov’e ra partita, dentro gli occhi di Oreste. Ma ci restò pochissimo: il bambino stava guardando dei cartoni animati così divertenti, ma così divertenti, che gli venne da ridere fino alle lacrime. Allora Plic uscì dagli occhi di Oreste per la seconda volta, ma ora non era più triste, ora era felice… S. Bordiglioni, Omero e l’Acchiappastorie , Einaudi Ragazzi

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Riassunto Osser va le immagini che rappresentano la trama del racconto e disegna le sequenze mancanti.

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Riassunto Nome e cognome

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Data

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LA TRAMA Leggi con attenzione.

LA LEGGENDA DEL PETTIROSSO Un giorno un uccellino fuggì dalla gabbia. Quando sentì i canti che provenivano dal bosco, l’uccellino fu certo che là avrebbe trovato qualcuno della sua famiglia. Ma nessuno degli uccelli lo riconobbe e lo accettò tra loro. Così l’uccellino si sentì triste e solo. Quando, la mattina dopo, si svegliò, l’uccellino fu abbagliato da una coltre bianca che ricopriva ogni cosa. Era dunque arrivato il temuto inverno? Non era poi così ostile, pensò, con tutti quei fiocchi che svolazzavano nell’aria. Anch’e gli si mise a svolazzare nella radura, rincorrendo i fiocchi. Fin quando, a un tratto, vide lupi e volpi in cerca di cibo. – Qui sono troppo allo scoperto. È meglio che torni nel folto del bosco – si disse. Mentre si addentrava tra gli alberi, sentì un gemito venire da una grossa tana. Era il gemito dell’orso. – Non riesco ad andare in letargo. Mi si è conficcata una spina nella zampa – si lamentava l’orso. – Chi può soccorrermi? L’uccellino non esitò e volò dritto verso la tana… e piano piano estrasse la spina dalla zampa dell’orso. Era una grossa spina. Un po’ di sangue gli colò sul petto, macchiandolo di rosso, ma lui non se ne accorse. L’orso sì, e se ne scusò. Poi si leccò la ferita, invitò l’uccellino a ripararsi dal freddo nella sua tana e cadde subito in un profondo sonno. Solo quando la neve cominciò a sciogliersi e spuntarono i primi fiori, si risvegliò. Si stiracchiò e uscì a rotolarsi nella neve, per ripulirsi il pelo dalle foglie su cui aveva dormito. Ma, quando scorse l’uccellino che gli svolazzava accanto, dispiaciuto, disse: – Il tuo petto è rimasto macchiato di sangue. Che peccato!

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Riassunto – No, io… in realtà… sono rosso per l’emozione di rivederti – fece l’uccellino. – Sono così felice di rivedere un amico che mi viene voglia di cantare. Appena lo sentirono, gli altri uccelli del bosco si chiesero chi fosse quell’uccellino, mai visto prima, che eguagliava, anzi superava tutti nel loro canto. – Lui è il mio amico pettirosso – diceva a tutti l’orso. E questo è il nome che gli è rimasto fino a oggi. A. D’Este, Una fiaba nel bosco , Edizioni Arka

Qual è la trama corretta del racconto? Rispondi segnando con una X . Un uccellino non viene accolto dagli altri uccelli. Scappa dalla gabbia. Si rifugia nella tana dell’orso. Toglie la spina dalla zampa di un orso. Si macchia il petto con il sangue dell’orso. L’uccellino si mette a cantare. L’uccellino viene chiamato “pettirosso”.

Un uccellino scappa dalla gabbia. È convinto di aver trovato qualcuno della sua famiglia. Si accorge che è arrivato l’inverno. Un orso si lamenta per la spina conficcata nella zampa. Quando l’orso si risveglia l’uccellino diventa rosso per l’emozione di rivedere un amico. L’uccellino viene chiamato “pettirosso”.

Un uccellino scappa dalla gabbia. Non viene accolto dagli altri uccelli. Toglie la spina dalla zampa di un orso. L’orso va in letargo e l’uccellino rimane con lui. Quando l’orso si risveglia, l’uccellino diventa rosso per l’emozione di rivedere un amico. L’uccellino viene chiamato “pettirosso”.

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Riassunto Nome e cognome

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Data

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LE SEQUENZE Leggi con attenzione. Sulla pagina successiva, osser va le immagini che rappresentano le sequenze. Ritagliale e incollale accanto alla sequenza corrispondente.

TOM E HUCK Tom e Huck, con il piccone e il badile in spalla, raggiunsero la casa abbandonata: c’e ra un’atmosfera così paurosa che per un istante ebbero timore di proseguire. Avanzarono fino alla porta e videro una stanza senza pavimento. Entrarono con il cuore che batteva forte.

A poco a poco la loro paura scompar ve. Salirono di sopra a curiosare. Stavano per scendere quando… – Hai sentito? – fece Tom. – Sì, scappiamo! – mormorò Huck. – Fermo, vengono verso la porta.

I ragazzi si sdraiarono sul pavimento di assi, guardando impauriti attraverso le fessure. Entrarono due uomini: i due erano dei pericolosi assassini. Parlarono per un po’, poi si addormentarono. La casa era il loro rifugio.

Tom sussurrò: – È il momento buono: filiamo! Si alzò adagio e mosse il primo passo, ma il pavimento scricchiolò così forte che si lasciò ricadere giù, morto di paura.

A un certo punto i due cominciarono a mangiare. Mentre mangiavano, uno notò il piccone e il badile e disse: – Chi avrà portato qui quegli arnesi?

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Riassunto I due ragazzi rimasero senza fiato. L’individuo portò la mano al coltello e si girò verso la scala. La scala scricchiolava sotto il suo peso… quando si udì un rovinio di legname marcio.

L’uomo precipitò a terra. Tom e Huck si alzarono in piedi e uscirono velocemente dalla casa. M. Twain, Le avventure di Tom Sawyer , Rizzoli

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Riassunto Nome e cognome

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Data

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LE SEQUENZE Leggi con attenzione.

PAPÀ GUGLIELMO E GLI UCCELLI In una città lontana viveva un vecchio omino che tutti chiamavano papà Guglielmo. Egli era buono e sempre pronto ad aiutare gli altri. Alcune persone, però, lo credevano un po’ matto: egli, infatti, sosteneva di conoscere il linguaggio degli uccelli. Un giorno, mentre si recava nel bosco, papà Guglielmo si sentì chiamare. Si guardò intorno e scorse un grosso cor vo che cercava di attirare la sua attenzione. L’omino comprese ciò che l’uccello voleva dirgli, e lo seguì immediatamente. Il cor vo lo guidò a una radura in cui giaceva una povera volpe ormai in fin di vita. Papà Guglielmo tentò di curarla, ma le ferite erano troppo profonde e gravi. Proprio in quel momento si trovava a passare di lì il guardiacaccia. Vedendo la volpe nella trappola, si rivolse all’omino dicendogli: – Ora capisco cosa vieni a fare nel bosco: dai la caccia alle volpi per vendere la loro pelliccia! Il guardiacaccia gli mise le manette e lo costrinse a seguirlo in città. Lì Guglielmo fu condotto davanti al giudice, che l’interrogò. Quando egli affermò di comprendere il linguaggio degli uccelli, tutti scoppiarono a ridere. Le prove sembravano tutte a sfavore di papà Guglielmo, ma il giudice non lo riteneva capace di un’azione così crudele. Prima di prendere una decisione, quindi, volle riflettere e, siccome per legge non poteva lasciare libero il vecchietto, lo fece mettere in prigione in attesa del giorno successivo. Ma durante la notte, sulla finestra della cella si appollaiò lo stesso cor vo che già una volta lo aveva avvertito. Guglielmo alzò la testa e ascoltò. Un bracconiere stava preparando altre trappole nel bosco. Non c’e ra un minuto da perdere, se si voleva salvare la vita di qualche altro povero animale! Guglielmo fece subito chiamare il giudice e gli raccontò ciò che gli aveva rivelato il cor vo. – Voglio darti fiducia – disse il giudice. – Manderò le guardie a controllare. Le guardie, giunte nel bosco, scorsero il bracconiere con un grosso sacco sulle spalle. Nel sacco c’e ra la volpe caduta nella trappola il giorno prima. Così, papà Guglielmo fu liberato e il bracconiere messo in prigione al suo posto. Nel bosco trovò ad attenderlo tutti i suoi amici uccelli, che gli avevano preparato una gran festa di voli e canti per ringraziarlo di aver sconfitto il temibile bracconiere. Salvatore Sciascia - Gloria Sartori, Papà Guglielmo e gli uccelli , Edizioni San Paolo

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Riassunto Nel testo puoi individuare questa successione di sequenze: colora le parentesi nel modo indicato. la situazione iniziale: arancione inter viene un nuovo personaggio: rossa c ambia il luogo dove accadono i fatti: verde inter viene un nuovo personaggio: rossa c ambia il luogo dove accadono i fatti e inter viene un nuovo personaggio: c ambia il tempo in cui si svolge la vicenda: blu a ccade un fatto nuovo: viola la vicenda si conclude: arancione

verde

Leggi le frasi chiave e collegale alle sequenze corrispondenti, scrivendo i numeri. 1. Il guardiacaccia porta Guglielmo dal giudice. 2. Il cor vo guida Guglielmo da una volpe ferita. 3. D urante la notte il cor vo dice a Guglielmo che nel bosco c’è un bracconiere. 4. Guglielmo conosce il linguaggio degli uccelli. 5. Un guardiacaccia scambia Guglielmo per un cacciatore. 6. Guglielmo guida le guardie nel bosco. 7. Nel bosco un cor vo chiama Guglielmo. 8. Guglielmo viene liberato e il bracconiere viene arrestato.

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Riassunto Nome e cognome

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I FATTI PRINCIPALI Leggi con attenzione.

MICIO Micio era molto affezionato ad Alessandro, il suo padroncino. Si sa che i gatti sono affettuosi. Certo, non così affettuosi come i cani, ma comunque affettuosi. Micio però era un gatto speciale: lui soffriva davvero la mattina, quando Alessandro si preparava e andava a scuola. Così, decise un giorno di seguirlo: aspettò che il suo padroncino uscisse, poi svelto svelto aprì l’armadio di Alessandro, tirò fuori un paio di calzoni a quadrettini azzurri con le bretelle e una maglietta scura, e li indossò. Si guardò un attimo allo specchio: così vestito sembrava un bambino anche lui. Raggiunse la scuola in quattro balzi, senza dare troppo nell’occhio, come solo i gatti sanno fare. Sgattaiolò dentro alla classe di Alessandro e si sedette nell’ultimo banco. La maestra intanto era entrata e aveva già tirato fuori il registro per fare l’appello. Quando però ebbe chiamato l’ultimo nome sul registro, la maestra si accorse che c’e ra un bambino che non si era ancora alzato in piedi a dire “presente”. Era un bambino che non aveva mai visto… – Senti, bambino là in fondo, tu chi sei? – Miao! – rispose il gattino educatamente, alzandosi. Alessandro riconobbe subito il suo micetto e spalancò la bocca stupito: non riusciva a capire come mai si trovasse lì in classe con i suoi vestiti addosso. Era così meravigliato che non disse niente. La maestra vide la lunga coda, i baffi e le orecchie a punta di quello strano bambino e capì subito la situazione. – Chi è il padrone di questo gattino? – chiese senza arrabbiarsi. Alessandro alzò la mano un po’ preoccupato: si aspettava una sgridata. Ma la maestra disse solo: – Siediti vicino a lui, Alessandro. Per oggi può restare, ma domani ti dovrà aspettare a casa.

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Riassunto Alessandro cambiò banco tutto contento, poi la brava maestra si mise a fare lezione come se niente fosse: in tanti anni di scuola i bambini le avevano portato in classe lucertole, rane, cagnolini, ragni, pesci, tartarughe, maggiolini, criceti e topolini. Un micetto non poteva meravigliarla davvero, neanche se era vestito da bambino. Stefano Bordiglioni, Omero e l’Acchiappastorie , Einaudi Ragazzi

Completa.

Situazione iniziale .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Il primo fatto nuovo che avviene rispetto alla situazione iniziale è che il gatto ...............

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Il primo cambio di luogo avviene quando Micio .................................................................................................................................................................... Il primo nuovo personaggio a inter venire è ....................................................................................................................................................................................... Il fatto successivo all’ingresso del secondo personaggio è ...............................................................................................................

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I personaggi che dialogano sono ......................................................................................................................................................................................................................................... La storia si conclude con ................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Colora con colori diversi i cerchiolini dell’esercizio precedente. Poi colora nello stesso modo le parentesi cui si riferiscono. Completa segnando con una X . La frase chiave della sequenza dialogica è: la maestra e Alessandro si accorgono della presenza del gatto. Alessandro riconosce il suo gatto. la maestra si accorge della presenza del gatto.

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Riassunto Nome e cognome

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Data

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LE FRASI CHIAVE Leggi con attenzione.

LA FROTTOLA DI GENESIO Si raccontava un tempo e si racconta ancora oggi… di quando Genesio, cuore semplice, raccontò una frottola proprio clamorosa. Genesio abitava in un piccolo paese lontano qualche chilometro da Marsiglia e in quella grande città della Provenza si recava tutti i giorni per il mercato. Genesio era sempre ben felice di rispondere alle domande dei suoi concittadini e ogni sera, al ritorno dal mercato, questi gli chiedevano: – Dicci, Genesio, che cosa è successo oggi a Marsiglia? Genesio rispondeva gentile, raccontando per filo e per segno tutta la giornata al mercato: raccontava delle stradine del quartiere vecchio, dei grandi viali e del porto, ma tutte le volte, prima ancora di finire il racconto, qualcuno lo interrompeva: – No Genesio, non le solite cose… vogliamo sapere se è successo qualcosa di interessante. E allora Genesio ci pensava un po’ e poi rispondeva: – Veramente, di interessante interessante non è successo nulla – e così tutti riprendevano le loro faccende. Ma, una sera, Genesio era di buon umore e decise di fare uno scherzo ai suoi concittadini: decise che avrebbe raccontato una frottola così grande da far ridere tutto il paese. Così, quella sera, al ritorno dal mercato, quando gli altri chiesero: – Dicci Genesio, che cosa è successo oggi a Marsiglia? – Genesio rispose allegro: – Eh, sì, oggi è capitato qualcosa di incredibile. Stamattina è entrato in porto un pesce grande come tutta la città, ed è ancora lì: la testa bloccata tra i moli, la coda impigliata nelle isole di fronte a Marsiglia. Tutta la città è salita sulla collina di Nostra Signora della Guardia a godersi lo spettacolo. E tutti i pescatori di Marsiglia, oh poverini! oh disgraziati!,

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Riassunto sono al porto a cercare di liberare il pesce che blocca la città. I concittadini di Genesio dissero in coro: – Oooh! Cose da non credere: un pesce grande come tutta Marsiglia! Bisogna andare a vedere! E così, tutti gli abitanti del piccolo paese si diressero verso la grande città della Provenza. Genesio guardò la gente partire sorridendo in cuor suo, ma quando vide che tutti, ma proprio tutti, perfino i malati, erano partiti per Marsiglia si disse: – Oh! Accidentaccio! Se tutti gli abitanti del mio paese vanno a Marsiglia vorrà dire che la storia del pesce così grande da bloccare la città è vera! Così Genesio strinse bene i lacci delle scarpe e si mise a correre forte per raggiungere i suoi concittadini che andavano a vedere il pesce talmente grande da bloccare Marsiglia. A. Roveda - C. Dattola, Il cammello che sapeva leggere , Terre di Mezzo

Rispondi per trovare le frasi chiave. Che cosa fece Genesio? ..........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Dove andava Genesio tutti i giorni? .......................................................................................................................................................................................................................................................

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Che cosa succedeva tutti i giorni? .............................................................................................................................................................................................................................................................

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Che cosa raccontò Genesio una sera per fare uno scherzo? .............................................................................................................................

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Che cosa fecero gli abitanti del paese? ...................................................................................................................................................................................................................................

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Infine che cosa decise di fare Genesio? ....................................................................................................................................................................................................................................

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Ora, nel testo, segna con precedente.

colorate le sei sequenze identificate nell’esercizio

Ricopia in ordine le frasi chiave per fare lo smontaggio. ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Riassunto Nome e cognome

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LO SMONTAGGIO Leggi con attenzione.

ALBICOCCODÈ Nel giardino dello zio della compagna di banco del cugino del vicino della nipote del… insomma, in un giardino, da qualche parte della città, se ne stava lì un bell’albicocco che non faceva più albicocche. Be’, tanto bello non lo era più, quell’albicocco: da un po’ aveva smesso di sbocciare con mille fiori in primavera e, di conseguenza, niente più albicocche d’e state e, cosa ben più grave, niente più marmellata di albicocche tutto l’anno. Solamente qualche foglia sui rami e nulla più. A cosa ser ve un albicocco che non fa albicocche? “Ser ve a me, per stare appollaiata sui rami”, pensava una gallina che, in effetti, aveva preso la bella abitudine di starsene un giorno su questo e un giorno su quel ramo, senza paura di cadere. Lo zio, però, non la pensava per nulla così e dopo essersi consultato con la zia, prese un’accetta e una grossa sega e uscì nel giardino. La pollastra, accovacciata lassù, appena vide lo zio intuì subito il grave pericolo che il suo albicocco stava correndo e, con quanta più voce aveva nel becco, cominciò a strillare come una matta per chiamare le altre galline. – Coooo – co – co – co – co – cosa vuoi fare? Cheeee – che – che – che – che – che intenzioni hai? Coooo – co – co – co – co – come faccio adesso? Caaaa – ca – ca – ca – caaaaalma e sangue freddo! Coooo – co – co – co – correte! Cuuuu – cu – cu – cu – cu – cugine! Coooo – co – co – co – co – compagne! Caaaa – ca – ca – ca – caspiterina! In men che non si dica il pollaio si svuotò e, svolazzando un po’ goffe, tutte le galline accorsero in aiuto della sorella e del vecchio albicocco. Lo zio alzò il naso e, ohibò, non c’e ra un ramo di quell’albero che non ospitasse una delle sue galline con lo sguardo minaccioso. E non appena fu sotto l’albicocco, proprio accanto al tronco, con l’accetta in una mano e la sega nell’altra, le polle, dopo un rapido cenno d’intesa, sfornarono un bell’uovo, anche più grande del solito. Tutte, nessuna esclusa.

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Riassunto Mamma mia che pioggia di uova… Meglio che a Pasqua! Tre finirono sulla testa dello zio, una sul ginocchio sinistro e una sulla scarpa destra, che era nuova e adesso nuova non lo era più. Lo zio, spaventato e sbigottito, lasciò cadere i suoi arnesi e, tutto gocciolante di tuorlo e albume, tornò in fretta e furia dentro casa, dalla zia. Non sapendo come spiegarsi, disse solo: – Ho fatto una frittata! E la cosa bella è che anche dopo molti anni, con sempre meno foglie, ma con sempre più galline, l’albicocco è ancora lì. Andrea Valente, Chissà perché , Gallucci

Il testo è stato diviso in sequenze. Colora le parentesi delle tre che NON sono fondamentali. Segna con delle X il tipo di sequenze che hai eliminato. Sequenza descrittiva. Sequenza dialogica. Sequenza riflessiva. Per ogni sequenza importante, scrivi la frase chiave per fare lo smontaggio. 1. ............................................................................................................................................................................................................................................

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2. ............................................................................................................................................................................................................................................

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3. ............................................................................................................................................................................................................................................

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4. ............................................................................................................................................................................................................................................

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6. ............................................................................................................................................................................................................................................

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7. ............................................................................................................................................................................................................................................

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Riassunto Nome e cognome

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Data

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IL RIASSUNTO IL BAMBINO CHE RIUSC A VOLARE Una volta un bambino conobbe uno gnomo che gli insegnò a volare a dorso degli uccelli, facendosi piccolo come uno gnomo. Questo era ciò che il bambino aveva desiderato da sempre. Per questo si recò nel Bosco degli Gnomi, dove conobbe lo Gnomo Amico dei Grandi Uccelli Volanti. Lo gnomo riunì tutti gli uccelli: l’aquila reale e il condor, l’albatros e l’airone cenerino. Ma nonostante le loro grandi dimensioni, questi uccelli non riuscivano a volare con il peso del bambino. Allora l’Amico dei Grandi Uccelli Volanti decise che era necessario ridurre le dimensioni del bambino. Gli insegnò il Segreto per Farsi Piccolo, un segreto che il bambino non poteva rivelare a nessuno. Lui stesso doveva dimenticarselo, dopo ogni volo, fino al suo prossimo giro nell’aria. Perché nessuno scoprisse il segreto, lo gnomo e il bambino si nascondevano a parlare sotto i rami di un albero frondoso, al riparo da orecchie indiscrete. E così il fanciullo poté volare. Ogni volta che sor volava il Bosco degli Gnomi, guardava in giù e sorrideva. AA.VV., Il libro segreto degli gnomi (n. 10) , De Agostini AMZ

Dividi il testo in sequenze. Per ogni sequenza, sottolinea l’informazione principale. Fai lo smontaggio scrivendo la frase chiave che puoi ricavare dall’informazione principale di ogni sequenza. ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Collega le frasi chiave per fare il riassunto. ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Riassunto Nome e cognome

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Data

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IL RIASSUNTO IL VASO DI GIADA Una notte un saggio stava leggendo nella sua casa quando entrò un ladro, armato di una sciabola affilata. Con fare minaccioso ordinò al saggio di non muoversi e cominciò ad aprire i cassetti alla ricerca di denaro. Allora il saggio gli disse: – Ti prego di non buttare tutto all’aria. Il denaro è lì in quel cassetto. Prendilo. Lo sconosciuto prese il denaro e un vaso di giada. – Vedo che quel vaso ti piace – disse il saggio, – te lo regalo! Il ladro, non vedendo altre cose da rubare, stava per andarsene, quando il saggio lo chiamò. – Dimentichi qualcosa – gli disse sorridendo, – non mi hai detto grazie. L’uomo, sorpreso, ringraziò il saggio e fuggì nella notte. Qualche giorno dopo le guardie dell’imperatore bussarono alla porta del saggio. Con loro c’e ra il ladro. – Quest’uomo deve aver vi rubato questo vaso. Se è vero, lo metteremo in prigione – dissero. – Riconosco questo vaso, ma non l’ha rubato – disse il saggio. – Gliel’ho donato io. Mi ha anche ringraziato. Le guardie liberarono immediatamente il ladro. Costui, pieno di gratitudine, ringraziò il saggio. Promise di non dimenticare mai la semplice parola che lo aveva salvato: grazie. M.C. Coles - M.L. Ross, L’alfabeto della saggezza , Einaudi Ragazzi

Dividi il testo in sequenze. Per ogni sequenza sottolinea l’informazione principale. Fai lo smontaggio scrivendo la frase chiave che puoi ricavare dall’informazione principale di ogni sequenza. ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Collega le frasi chiave per fare il riassunto. ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Tipologie testuali

LE TIPOLOGIE TESTUALI Dalle Indicazioni Nazionali del 2012: “[…] La lettura va costantemente praticata su un’ampia gamma di testi appar tenenti ai vari tipi e forme testuali per scopi diversi e con strategie funzionali al compito […]. Infatti l’uso del lessico, a seconda delle discipline, dei destinatari, delle situazioni comuni­ cative e dei mezzi utilizzati per l’espressione orale e quella scritta, richiede lo sviluppo di conoscenze, capacità di selezione e adeguatezza dei contesti […]”. Funzione didattica

L’argomento

Le tipologie

Pensiero computazionale

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I testi si diversificano tra loro per lo scopo comunicativo per cui sono stati scritti (suscitare emozioni, dare insegnamenti, creare suspense e aspettative, descrivere, informare…). Per realizzare questo scopo gli autori hanno creato strutture narrative diverse, le quali sono alla base delle diverse tipologie testuali. Leggendo testi di tipologia diversa i bambini, da soli, ne colgono inconsciamente le diffe­ renze, le caratteristiche, le peculiarità e gli scopi comunicativi. Un percorso sull’analisi delle differenti tipologie testuali ha come obiettivo quello di offrire al bambino la possibilità di affrontare un argomento seguendo stili espositivi differenti e quindi comprendere quale sia il fine per cui i testi sono stati scritti. Il Libro di Lettura Nuovi Tr@guardi • Letture è organizzato per unità didattiche fondate su argomenti rilevanti per la vita del bambino. Il volume è per questo strutturato secondo un’alternanza di blocchi didattici: tipologie testuali/argomenti. Le unità didattiche dedicate agli argomenti si fondano su temi rilevanti per la vita del bam­ bino, in modo da offrire spunti di riflessione e discussione. All’interno di ogni unità sono presentati brani di differenti tipologie testuali: in questo modo il bambino può affrontare lo stesso argomento da differenti angolature e con linguaggi e informazioni par ticolari e diverse tra loro. Il riconoscimento delle caratteristiche strutturali di ciascuna tipologia ha bisogno di un lavoro di analisi che il bambino non è in grado di fare da solo. Per questo va aiutato attra­ verso un percorso che lo induca a individuare gli aspetti specifici di ogni tipologia. Discutere delle caratteristiche strutturali di ogni tipologia testuale aiuterà i bambini a diven­ tare consapevoli della necessità di adeguare il proprio registro linguistico (orale o scritto) alla situazione. Il lavoro sarà scandito attraverso queste tappe: • I o scopro: il bambino legge un testo e, attraverso domande a scelta multipla, ne indivi­ dua lo scopo, il contenuto, gli elementi, la struttura della tipologia testuale. • Io scopro la struttura:  le caratteristiche narrative della tipologia sono evidenziate e scandite all’interno di un racconto. • Io lavoro:  il bambino lavora in modo autonomo sulle caratteristiche della tipologia. • Verifico se conosco:  una modalità per verificare le conoscenze apprese dal bambino.


Tipologie testuali

IL TESTO NARRATIVO: REALISTICO E FANTASTICO Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• S econdo voi che cosa vuol dire narrare? • I libri di Harr y Potter raccontano fatti reali o fantastici? Perché? Che cosa c’è di reale? • • • Il testo: realistico e fantastico

Che cosa c’è di fantastico? S e un amico vi racconta che cosa ha fatto durante le vacanze, il suo racconto è fantastico o reale? È sempre facile, leggendo un libro, distinguere se in esso vi sono solo situazioni fan­ tastiche o se contiene anche par ti realistiche? È facile distinguere la realtà dalla fantasia?

Il testo narrativo racconta sempre una storia, cioè una serie di avvenimenti vissuti da uno o più personaggi, che si svolgono in un cer to tempo e in un cer to luogo. Possiamo dividere i testi in due grandi categorie: realistici e fantastici. I testi narrativi, a seconda del loro contenuto, della struttura, dell’intenzione comunicativa dell’autore, sono divisi in generi letterari (tipologie testuali). IL TESTO NARRATIVO IN NUOVI TR@GUARDI • LETTURE Analizzare la tipologia Nel Libro di Lettura alle pp. 13-25 Riconoscere la tipologia Sono presenti testi realistici e fantastici anche nei seguenti capitoli che trattano differenti tematiche: Accoglienza pp. 7, 8, 9, 10 I libri pp. 128, 129, 130, 131, 132, 133, 134, 138 Il viaggio pp. 144, 145, 151, 152

Gli animali pp. 154, 155, 157, 160, 161 Gli amici pp. 168, 175, 176, 177, 178 Bambini: dove pp. 196, 198, 199, 200, 202, 203 Le stagioni pp. 206, 207, 210, 212, 216, 218, 222 Scrivere utilizzando la tipologia Alle pp. 11-12 e da p. 15 a p. 20 del Qua­ derno dei Testi, tracce guidate per l’arric­ chimento di testi realistici.

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Tipologie testuali Nome e cognome

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I TESTI REALISTICI E FANTASTICI Leggi i testi. Poi, per ognuno, scrivi se è realistico o fantastico.

MORGANA La fata Morgana viveva nel folto di una foresta molto buia ed era molto sola, perché la sua magia era diventata oscura. Come succede che una magia diventi oscura? Come succede che una fata diventi simile a una strega? A Morgana era successo così, perché provava un sacco di invidia (e l’invidia è proprio nera) per suo fratello, che si chiamava Artù ed era diventato un re famoso, oltre che il capo dei Cavalieri della Tavola Rotonda. E lei era gelosa, e stava lì nel folto della foresta buia come i suoi pensieri, tramando cose terribili e vendicandosi su tutti i cavalieri che riusciva ad attirare fin lì. Beatrice Masini, Che fata che sei , Einaudi Ragazzi

ALICE Alice viveva in una bella casa insieme ai suoi genitori, quando c’e rano, perché i genitori di Alice non c’e rano quasi mai. Entrambi volavano, e non per qualche strana capacità o magia, ma perché la mamma di Alice era un pilota di una compagnia aerea russa e suo padre uno steward di una compagnia aerea giapponese. Si erano conosciuti in uno dei tanti aeroporti in giro per il mondo… in un altro aeroporto si erano innamorati… in un altro aeroporto si erano sposati e in un altro aeroporto ancora era nata Alice. Anna Russo, La bambina Babilonia , Salani

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Tipologie testuali VIOLA D' AMORE C’e ra una volta un violino che fra le mani del famoso violinista Melodio Von Diesis suonava melodie meravigliose. Un giorno Melodio andò a suonare insieme alla celebre violinista Biscroma Bemolle. Capitò una cosa strana: appena i due violinisti cominciarono, dai violini uscivano solo lamenti, cigolii. I due violinisti, preoccupati, portarono gli strumenti da Liutus, un bravo aggiustatore di violini, che prese i violini, li osser vò, li toccò e disse: – È chiaro, signori! Questi violini si sono innamorati. D’o ra in poi non suoneranno più come prima. Dovrete prendere altri violini, e lasciare questi due insieme in una custodia grande, almeno saranno vicini. – E non ci sarebbe un modo per poterli far suonare insieme? – chiese Melodio. – Non da due suonatori diversi. Fu così che Liutus costruì un violino un po’ più grande del normale: prese le corde dei due violini e le mise insieme come corde del nuovo violino. Era nata la Viola d’amore. Roberto Piumini, Le mille e una note , Fabbri Editori

LA BAMBINA CON LA COPERTINA Girava sempre con una copertina. E che cosa ne faceva? Le copertine ser vono per scaldare chi ha freddo, no? Ma lei girava con berretto e sciarpa e guanti, quindi di freddo non ne aveva. Allora per chi erano le copertine? Per i battitori di denti. Appena vedeva o sentiva qualche animaletto che batteva i denti, si avvicinava e gli chiedeva: – La vuoi questa morbida copertina? Si acciambellavano sotto, felici. Felici come bucaneve sotto la neve, come dolcetti sotto la panna, come gattini sotto la mamma, come voi bambini nei vostri caldi lettini. Vivian Lamarque, I bambini li salveranno , Einaudi Ragazzi

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Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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IL TESTO REALISTICO Leggi con attenzione.

IL RAPIMENTO DELLA MAESTRA Da tre giorni la maestra è assente e per Geremia è già troppo, perché sinceramente, per dirla con gentilezza, il supplente non è davvero il massimo! Non si può dire che sia cattivo, ma quanto a sorrisi è un po’ avaro e poi non spiega bene come Silenzia. Silenzia è il soprannome che Geremia e i suoi compagni hanno dato alla maestra, per via della mania che ha di ripetere sempre per tre volte: – Silenzio, silenzio, silenzio! Sembra una formula magica inventata dalla fatina della classe per far tacere gli alunni che disturbano. Silenzia è un soprannome affettuoso. Geremia, infatti, adora la sua maestra. Altro che il supplente! Ogni volta che vuole interrogare qualcuno, punta sulla vittima un lungo dito minaccioso e Geremia trema di paura. Cosa non darebbe per far tornare la sua maestra… subito… e per sempre! Più il tempo passa e più Geremia si fa delle domande. Un’insegnante che sparisce così per giorni non è una cosa normale. Più ci pensa più gli vengono in mente cose terribili: forse è accaduto qualcosa al marito, oppure il figlio è stato investito da un’automobile, o addirittura Silenzia è stata rapita… Sì! Dev’e ssere sicuramente così! Geremia comincia a riflettere. Ecco perché il Direttore, l’altro giorno, è entrato in classe a chiamare la maestra! Aveva appena ricevuto una telefonata anonima… Si trattava della trappola diabolica di qualcuno che voleva attirare Silenzia in un parcheggio deserto. E, una volta lì, in un attimo, una botta in testa, come nei film alla TV… Nessuno ha visto né sentito nulla ed ecco la povera maestra chiusa in una sordida cantina. Geremia si rigira sulla sedia. Come si fa a concentrarsi sulla lezione di geografia sapendo che la maestra è in pericolo di vita? In quel momento il Direttore entra in classe e dice: – Ragazzi, mi ha appena chiamato la vostra maestra. Suo figlio è praticamente guarito. Una leggera bronchite… Domani tornerà a scuola – aggiunge con un gran sorriso. L. Jaffé - L. Saint-Marc, Vivere insieme a scuola , Il Capitello

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Tipologie testuali Nel testo, segna con una rossa l’introduzione, con una una verde la conclusione.

blu lo svolgimento, con

Cancella le parole sbagliate. L’ordine della narrazione è/non è cronologico. La narrazione contiene/non contiene flashback. Per ogni affermazione riferita al testo, completa la tabella segnando con una X quale è vera e quale è invece immaginata dal protagonista. Vero

Immaginato

Il figlio della maestra è stato investito da un’automobile. La maestra Silenzia è stata rapita. Il direttore ha parlato in disparte con la maestra. Geremia farebbe qualsiasi cosa per far tornare la maestra. Qualcuno ha attirato Silenzia in un parcheggio deserto. Completa la tabella. Gli elementi del testo Protagonista Luogo Tempo Personaggio principale Personaggi secondari Completa segnando con una X . Il narratore parla: in prima persona. in terza persona. Cerca nel testo e scrivi: il nome degli autori: ...........................................................................................................................

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il titolo del libro da cui è stato tratto il brano:

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Tipologie testuali Nome e cognome

VERIFICA Il testo realistico

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Data

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UN COMPAGNO TERRIBILE Di Barr y avevano tutti paura. Non si sapeva bene perché. Bastava sentirlo nominare per provare una specie di pugno gelato alla bocca dello stomaco. A volte Peter pensava che il suo compagno fosse come un robot programmato per fare tutto quel che voleva. Che strano che non gli importasse di essere senza amici, o di essere odiato ed evitato da tutti. Un giorno, a scuola, durante la ricreazione, Peter era sul punto di addentare la sua mela quando sollevò lo sguardo e si ritrovò gli occhi puntati sulla faccia di Barr y. Sorrideva, ma non aveva l’aria contenta: voleva qualcosa. Tese molto semplicemente la mano e disse: – Voglio quella mela. Poi tornò a sorridere. Peter non era un vigliacco ed era abbastanza robusto per la sua età, ma odiava le risse. – Avanti – disse Barr y – passami quella mela, se non vuoi che ti disfi la faccia. Peter sentì il gelo salirgli dai piedi e diffondersi in tutto il corpo. Pensò alla sua mela: la buccia era un po’ vizza perché se l’era portata a scuola una settimana prima ed era rimasta nel banco tutto quel tempo. Valeva la pena di farsi disfare la faccia per così poco? Certamente no! E, d’altra parte, era giusto cederla, solo perché un prepotente la voleva? Rivolse lo sguardo su Barr y. Si era fatto un po’ più vicino. La sua faccia rotonda da rosa era diventata rossa. A Barr y non piaceva essere contrastato. Si stava preparando a menare le mani. Teneva le ginocchia leggermente piegate e ondeggiava di qua e di là. Altri bambini si radunavano in cerchio. Arrivava gente da tutte le direzioni. Peter sentiva il cuore battere forte dentro le orecchie. Cercando di prendere tempo, si passò la mela da una mano all’altra e disse: – La vuoi davvero questa mela? – Hai sentito benissimo – replicò Barr y con voce piatta. Peter osser vò il bambino che si stava preparando a colpirlo e gli venne in mente la festa di compleanno di tre settimane prima, quando Barr y era stato così affettuoso e cordiale. E adesso, eccolo lì a fare tutte le smorfie possibili per sembrare cattivo. Che cosa gli faceva credere che quando era a scuola aveva il diritto di fare e di prendersi tutto ciò che voleva?

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Tipologie testuali Peter vide il cerchio di facce spaventate che gli si accalcavano intorno. Barr y il terribile stava per mettere a terra un bambino e nessuno poteva farci granché. Che cosa rendeva tanto potente il roseo, il paffuto Barr y? E all’improvviso, dal nulla, Peter trovò la risposta. Ma è ovvio, pensò. Siamo noi. Siamo noi che lo abbiamo sognato come il prepotente della scuola. Non è più forte di nessuno di noi. Tutta la sua forza e il potere ce li siamo sognati noi. Noi abbiamo fatto di lui quel che è. Quando va a casa e nessuno gli crede se fa il prepotente, allora torna se stesso. I. McEwan, L’inventore di sogni , Einaudi

Cancella la scelta sbagliata e completa. Il contenuto del racconto è realistico/fantastico .......................................................................... perché narra fatti .............................................................................................................................................................................................................................................................. I protagonisti sono ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. Completa segnando con una X . Il luogo: è indicato in modo preciso. si può dedurre dal contesto. non si può dedurre dal contesto.

Il tempo: è indicato in modo preciso. si può dedurre dal contesto. non si può dedurre dal contesto.

Se tu dovessi indicare il tempo e il luogo che cosa scriveresti? Tempo: ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ Luogo: .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Completa segnando con una X . Il racconto è scritto dal punto di vista di: Barr y. Peter. Barr y è: un bullo. un bambino pauroso. un bambino coraggioso.

Peter è: un bullo. un bambino pauroso. un bambino riflessivo.

Cerca nel testo e scrivi: il nome dell’autore: ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. il titolo del libro da cui è stato tratto il brano: .............................................................................................................................................................................................

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Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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IL TESTO FANTASTICO Leggi con attenzione.

LA VECCHIA CHE INGANN

LA MORTE

Può darsi che sia vero, può darsi che non lo sia, ma c’e ra una volta una donna vecchia vecchia. Eppure era piena di vita e non si sognava affatto di morire. Ma, un giorno, la Morte si ricordò della vecchia e venne a bussare alla porta di casa sua. La vecchia stava facendo il bucato e disse che proprio in quel momento non poteva andarsene via. Doveva ancora sciacquare, strizzare, far asciugare e stirare la sua roba. A fare in fretta, pensava che sarebbe stata pronta la mattina dopo; quindi la Morte avrebbe fatto bene a ritornare da lei il giorno appresso. – Aspettatemi, allora, domani alla stessa ora – fece la Morte e scrisse col gesso sulla porta: Domani. Il giorno dopo la Morte tornò a prendere la vecchia. – Ma, signora Morte, vi siete certamente sbagliata. Guardate sulla porta e vedrete quando è fissato che veniate a prendermi – osser vò la vecchia. La Morte guardò sulla porta e lesse: Domani. – Vedete, dunque – aggiunse la vecchia, – venite domani e non oggi. La Morte se ne andò e ritornò il giorno dopo. E così la storia andò avanti per un mese intero. Ma la Morte finì per stancarsi. L’ultimo giorno del mese disse: – Mi state ingannando, vecchia mia! Domani verrò da voi per l’ultima volta, ricordatevelo bene! Cancellò dalla porta quel che lei stessa aveva scritto e se ne andò. La vecchia, a questo punto, smise di sorridere. Pensa e ripensa, voleva escogitare un’altra maniera per ingannare la Morte. “Mi nasconderò nel bariletto del miele” diceva tra sé e sé la vecchia. “La Morte non mi troverà certo lì dentro!”. E si nascose nel bariletto del miele, lasciando scoperto soltanto il naso. Ma subito pensò: “Per l’amor del cielo, la Morte è furba! Mi troverà anche nel bariletto del miele e mi porterà via!”. Saltò fuori dal bariletto e andò a nascondersi in una cesta piena di piume d’o ca. Ma subito pensò: “Per l’amor del cielo, la Morte è furba! Mi troverà anche nella cesta!”. Mentre saltava fuori dalla cesta, la Morte entrò nella stanza. Guardò intorno e non riuscì a vedere la vecchia da nessuna parte. Al suo posto vide una spaventosa, terribile figura, tutta coperta di piume bianche e con qualcosa di denso che le gocciolava di dosso.

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Tipologie testuali Non poteva essere un uccello, e neppure una persona: era, comunque, una cosa terribile a vedersi. La Morte ne rimase così spaventata che alzò i tacchi e fuggì, e non tornò più a cercare la vecchia. G. Rodari, Favole per bambini che non hanno paura di streghe, orsi e lupi cattivi , Editori Internazionali Riuniti

Nel testo, segna con una rossa l’introduzione, con una con una verde la conclusione.

blu lo svolgimento,

Completa segnando con una X . I fatti narrati: sono realmente accaduti. potrebbero accadere. sono frutto della fantasia dell’autore. Completa. Il contenuto del racconto è .................................................................................................................................................................................................................................................................................... perché narra fatti ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Il personaggio fantastico è ......................................................................................................................................................................................................................................................................................... Il personaggio verosimile è ........................................................................................................................................................................................................................................................................................ Completa segnando con una X . Il luogo in cui è ambientato il racconto è: Il tempo è: assolutamente reale. certo. verosimile. indefinito. assolutamente fantastico. Per ogni affermazione riferita al testo, completa la tabella segnando con una X quale è verosimile e quale è assolutamente fantastica. Verosimile

Assolutamente fantastica

La vecchia non pensava alla morte. La vecchia faceva il bucato. La vecchia parla con la morte. La morte è spaventata. La vecchia era piena di vita. Cerca nel testo e scrivi: il nome dell’autore: ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. il titolo del libro da cui è stato tratto il brano: .............................................................................................................................................................................................

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Tipologie testuali Nome e cognome

VERIFICA Il testo fantastico

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Data

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IN UNA NOTTE DI TEMPORALE Pioveva a dirotto. Goccioloni che cadevano al suolo. Le gocce del temporale di quella sera colpivano il minuscolo corpicino di una capretta bianca. La capretta, senza pensarci, si rifugiò in una capanna abbandonata sul pendio della collina. Si mise a riposare nell’oscurità aspettando tranquillamente che il temporale finisse. Ansimando e facendo “Ah, ah, ah” qualcuno entrò nella capanna. Chissà chi era. La capretta si nascose e drizzò le orecchie. Tic, toc, tic, toc. Passi. Qualcosa di duro batteva sul pavimento. Era rumore di zoccoli. Doveva essere sicuramente una capra. La capretta, sollevata, si rivolse al nuovo arrivato: – Bel temporale, vero? – Come? Chi ha parlato? Ah, ah. Con questo buio, ah, ah, non si vede un accidente. La capretta, un po’ stupita, rispose bruscamente: – Sono appena arrivata anch’io, ma non è così terribile. – Ma sì, è vero… per fortuna ho trovato questo rifugio dopo essermi trascinato sotto il temporale. Tirò un sospiro di sollievo e appoggiò il bastone sul pavimento. Già: quell’ombra indistinta, con il bastone, non era una capra, ma un lupo. Per di più era un lupo con una bocca grossa così, che andava ghiotto di carne di capra. – Che sollievo che ci sia anche tu! La capra non aveva ancora capito che il suo compagno era un lupo. – Anch’io, se fossi capitato in questa capanna da solo, in una notte di temporale, mi sarei sentito perduto. Anche il lupo non aveva capito che il suo compagno era un capra. – Eeetcciuuù! – starnutì il lupo. – Tutto bene? Mmmm… devi esserti beccato un raffreddore! – Penso anch’io. Non sento per niente gli odori. Improvvisamente il boato di un tuono fece tremare la capanna. – Aiuto! I due si strinsero. – Ah, scusami, è che mi sono spaventato. – Sì, non importa, anch’io ho avuto paura. – Però ci somigliamo molto, vero? – Abbiamo avuto la stessa reazione! – La prossima volta, perché non ci troviamo a mangiare con il bel tempo?

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Tipologie testuali – Va bene. Pensavo che sarebbe stata una pessima serata, per via di questo brutto temporale, ma siccome ho incontrato un buon amico, si è rivelata migliore di quanto non immaginassi. – Guarda, il temporale è passato, allora incontriamoci domani davanti a questa capanna, ti va bene? – Ok. Ma se non ti riconosco dalla faccia? – Già, per sicurezza diremo: “Sono chi ti è diventato amico in una notte di temporale”. Nell’oscurità, prima dell’alba, le due ombre si salutarono agitando le mani. Che cosa sarebbe successo il giorno dopo, ai piedi di quella collina? Questo neanche il sole, che aveva appena mostrato la faccia per far brillare le gocce sulle foglie, poteva saperlo.

A tutti i lettori In una notte di temporale, da soli, in un luogo sconosciuto, se incontrate qualcuno, che sollievo, non è vero? Ma se questo qualcuno fosse pericoloso, lettori miei, cosa fareste? Yuichi Kimura, In una notte di temporale , Salani

Completa segnando con una X . Ciò che rende il racconto fantastico è: la presenza di animali. il comportamento degli animali.

Il tempo è: realistico. fantastico.

I personaggi sono: realistici. fantastici.

Il racconto è: realistico. fantastico.

Il luogo è: realistico. fantastico.

La struttura del racconto è: una fabula. un intreccio.

Nel testo, segna con una rossa l’introduzione, con una blu lo svolgimento, con una verde la conclusione, con una viola la riflessione dell’autore. Cerca nel testo e scrivi: il nome dell’autore: ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. il titolo del libro da cui è stato tratto il brano: ............................................................................................................................................................................................. Conoscere le parole L’onomatopea è un’e spressione che riproduce il suono di una cosa o di un essere vivente. Accanto a ogni onomatopea scrivi chi la produce, nel testo, e il suo significato. Tic, toc, tic, toc .................................................................................................................. Eeetcciuuù ...................................................................................................................................... Ah, ah, ah .................................................................................................................. Mmmm ......................................................................................................................................

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Tipologie testuali

IL MITO Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• S i dice spesso: – Sei un mito! • • Il mito

Che cosa significa, secondo voi, questa espressione? Q uali personaggi (dei fumetti, dello spettacolo, dello spor t...) sono i vostri “miti”? L o scorso anno avete studiato i miti della creazione. Li ricordate? Chi erano i prota­ gonisti di quei racconti?

Il mito non è solo il racconto fantastico di come ha avuto origine il mondo, ma è anche il racconto di imprese di uomini speciali. In par ticolare, i miti delle civiltà antiche sono popolati di uomini e divinità che spesso in­ trecciano le loro vite. Per esempio, nei miti della civiltà greca, gli dèi abitano sull’Olimpo o nelle profondità terrestri. Sono esseri immor tali dotati di poteri straordinari, ma con i sentimenti e le passioni degli uomini “normali”. Gli eroi dei miti sono uomini for ti, coraggiosi, audaci, che amano l’avventura e il rischio. IL MITO IN NUOVI TR@GUARDI • LETTURE Analizzare la tipologia Nel Libro di Lettura alle pp. 29-38 Riconoscere la tipologia È presente un mito anche nel capitolo che tratta la seguente tematica: Il viaggio p. 148

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Scrivere utilizzando la tipologia Alle pp. da 21 a 24 del Quaderno dei Te­ sti, traccia guidata per la stesura del mito “Una eroina per la pace”.


Tipologie testuali Nome e cognome

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IL MITO Leggi con attenzione.

LA CASA DEL MINOTAURO Dedalo fu il primo uomo che riuscì a volare; non solo, fu anche il più grande inventore della sua epoca. Con il suo grande ingegno era in grado di fabbricare qualsiasi macchina e costruzioni di ogni tipo. La sua fama era così grande che Minosse, il re di Creta, lo volle alla sua corte. Minosse era un re saggio e prudente e governava il suo popolo con grande amore. Ogni volta che aveva qualche incertezza, o si presentava qualche problema, chiedeva aiuto a suo padre Giove, il dio di tutti gli dèi. E fu proprio Giove a suggerirgli di chiamare Dedalo a Creta e di trattenerlo il più possibile per fargli realizzare le opere più belle che si fossero mai viste. L’opera più grande che Dedalo realizzò per Minosse fu il labirinto, dove era rinchiuso il Minotauro, un mostro orrendo che si cibava soltanto di carne umana. Nel labirinto c’e ra una tale quantità di stanze, corridoi e gallerie che era impossibile non perdersi e sfuggire al mostro. Dopo aver lavorato per tanti anni per la costruzione della casa del mostro, Dedalo chiese a Minosse di poter ritornare nella sua città, Atene, insieme al figlio Icaro, ma il sovrano cretese non voleva che i due si allontanassero dall’isola perché temeva che potessero rivelare il modo per uscire dal labirinto. C. Poggiali, Le storie degli dèi , Giunti

Completa segnando con una X . Il racconto spiega: l’origine del mondo. le imprese di un personaggio eroico. Il protagonista: riceve l’aiuto di una divinità. utilizza solo le sue conoscenze. Questo è un mito: cretese. egizio.

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Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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IL MITO Leggi con attenzione.

VULCANO Vulcano era figlio di Giove e Giunone. Essendo erede dei sovrani degli dèi, in teoria avrebbe dovuto essere un bambino bellissimo, invece già da bambino era piuttosto brutto. Quando lo vide, Giunone fu così indignata dal suo aspetto che lo gettò dalla cima del monte Olimpo. Vulcano precipitò per un giorno e una notte, ma per fortuna cadde in mare. Affondò negli abissi azzurri e freddi, dove lo trovò la ninfa marina Teti che lo portò nella sua grotta e lo crebbe come un figlio. Vulcano, malgrado zoppicasse un po’ a causa della caduta, ebbe un’infanzia felice, con i delfini come compagni di giochi e le perle come giocattoli. Poi un giorno trovò sulla spiaggia i resti di un falò di pescatori. Rinchiuse la brace in una conchiglia, la portò nella sua grotta sottomarina e imparò a usare il suo calore per lavorare i metalli. Si costruì perfino un carro d’argento con le briglie, perché i cavallucci marini potessero trasportarlo per mare! Un giorno Teti andò a un banchetto sul monte Olimpo. Indossava una bella collana di argento e zaffiri che le aveva fatto Vulcano. Giunone l’ammirò e le chiese come fare per averne una simile. Visto che Teti esitava, Giunone divenne sospettosa e alla fine scoprì la verità. Era furente e pretendeva che Vulcano tornasse da lei, ma il fabbro divino non ne voleva sapere. Qualche tempo dopo, però, mandò in dono a Giunone una splendida seggiola d‘o ro e argento, con il sedile a forma di conchiglia e i braccioli modellati come delfini. Giunone fu contentissima, ma appena si sedette il suo peso fece scattare delle molle nascoste e lei restò intrappolata nel sedile, con braccia e gambe bloccate. Più gridava e si dibatteva, più quel prezioso trono meccanico la stringeva!

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Tipologie testuali Per tre giorni Giunone rimase seduta in preda a una rabbia incontenibile. Fu Giove a salvarla, promettendo a Vulcano che, se fosse tornato sull’Olimpo a liberare Giunone, gli avrebbe dato in moglie nientemeno che Venere, la dea della bellezza e dell’amore. Quale uomo o dio poteva resistere? Così Vulcano salì sull’Olimpo per sposare Venere. In seguito si costruì una fucina sotto una grande montagna nell’isola di Sicilia. Dicono che ogni volta che si arrabbia, batte il metallo incandescente con tale forza che le scintille e il fumo schizzano fuori dalla cima del monte. Oggi chiamiamo “vulcani” le montagne che eruttano fuoco e fumo, proprio in suo onore. Caroline Lawrence, I segreti del Vesuvio , Piemme Junior

Rispondi. Quali sono i luoghi in cui si svolge la vicenda? ............................................................................................................................................................................................ Quali sono luoghi realistici? ........................................................................................................................................................................................................................................................................................ Quali sono luoghi immaginari? ........................................................................................................................................................................................................................................................................... Completa segnando con una X . Il protagonista è: figlio di divinità. figlio di eroi mitici. I personaggi: mostrano sentimenti tipicamente umani. vivono, pensano e si comportano in modo completamente diverso dagli umani. Questo mito spiega: l’origine dei vulcani. l’origine del nome di queste particolari montagne. Questo mito è: greco. egizio. Scrivi i nomi di tutti i personaggi tipici del mito che compaiono nel testo.

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Tipologie testuali Nome e cognome

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VERIFICA Il mito Data

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LA LOTTA PER IL REGNO Quando Horus divenne adulto decise di sfidare lo zio, il malvagio e astuto dio Seth, per la conquista del trono. Horus, in quanto figlio del dio Osiride, si riteneva legittimo sovrano dell’Egitto. Si appellò quindi agli dèi affinché lo incoronassero faraone, ma Seth giudicò la mossa di Horus un oltraggio affermando che, poiché era il più forte di tutti gli dèi, il titolo di re spettava a lui d’autorità. Dopo lunghe discussioni gli dèi decisero però di assegnare il trono a Horus. Seth non accettò il verdetto e sfidò Horus a una gara, nel corso della quale dovevano entrambi trasformarsi in ippopotami per poi immergersi nelle acque del Nilo. Chi fosse riemerso prima di tre mesi avrebbe perso il trono. La dea Iside, madre di Horus, temeva per la vita del figlio, sospettando che il malvagio Seth avrebbe cercato di ucciderlo sott’acqua. Scagliò allora nel Nilo un arpione di rame nella speranza di colpire Seth, ma fu Horus invece a balzare fuori dall’acqua. – Madre – urlò, – hai colpito me, tuo figlio! Iside recuperò lesta l’arpione e, aggiustata la mira, lo lanciò di nuovo nel fiume, colpendo questa volta Seth. – Amata sorella – urlò subdolamente Seth, – non fare del male al tuo caro fratello. A questa parole Iside ritrasse nuovamente l’arpione. Poiché Iside aveva vanificato l’esito della prima prova, Seth lanciò a Horus una nuova sfida. Avrebbero adesso dovuto cimentarsi in una corsa sul Nilo a bordo di barche di pietra. Questa volta Horus mostrò tutta la sua astuzia! Egli sapeva che la pietra non galleggia sull’acqua, costruì perciò una barca di legno e la rivestì di calcare perché sembrasse di pietra. Seth, scioccamente, fabbricò la propria ricavandola dalla cima di una montagna. Quando, per il peso eccessivo, la sua barca affondò, Seth andò su tutte le furie, specie quando intuì l’inganno di Horus. In preda all’ira, Seth si trasformò allora in ippopotamo e si avventò contro la nave di Horus. Gli dèi, preoccupati, per porre fine al conflitto chiesero consiglio a Osiride, il dio dei morti. Egli sentenziò che il legittimo sovrano era Horus e minacciò gli dèi di far loro divorare il cuore dai crudeli abitanti dell’Oltretomba, se non avessero esaudito i suoi propositi. Temendo la collera di Osiride, gli dèi si affrettarono a incoronare Horus faraone di tutto l’Egitto. Sarah Quie, Miti e civiltà degli antichi Egizi , De Agostini Ragazzi

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Tipologie testuali Completa segnando con una X . Lo scopo dell’autore è raccontare: le imprese di un eroe di origine divina. l’origine del mondo.

Il narratore narra: in terza persona. in prima persona.

Il contenuto è: la lotta tra gli dèi per il potere. l’avventura di un eroe.

Il protagonista è un personaggio: realistico. fantastico.

Il tempo è: indefinito. definito.

Il luogo è: realistico. fantastico.

Nei miti le divinità: non partecipano alla vita degli uomini. hanno atteggiamenti e sentimenti simili a quelli degli uomini. Rispondi. Horus e Seth si sfidano in due gare: - trasformarsi in ippopotami; - una corsa sul Nilo a bordo di una barca di pietra. Tra le due, qual è la prova che possono sostenere solo perché sono divinità? ........................................ .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Tra le due, qual è la prova che può essere affrontata anche dagli umani? .............................................................. .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

In quale prova Horus dimostra la sua astuzia? .................................................................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

CONOSCERE LE PAROLE Completa segnando con una X X. Il calcare è: una pietra porosa leggera. una pietra pesante. un legno particolare.

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Tipologie testuali

IL RACCONTO D’ AVVENTURA Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• C he cos’è per voi un’avventura? Avete mai visto un film d’avventura? Chi era il pro­ •

Il racconto d’avventura

tagonista? Che cosa accadeva? Che sensazioni vi ha trasmesso? Q uali tra questi “ingredienti”, secondo voi, sono indispensabili per scrivere un testo ove si parli di avventura: pericolo, colpo di scena, risata, principi e principesse, su­ spense?

Nei racconti d’avventura si narrano in modo realistico imprese che non fanno par te dell’e­ sperienza quotidiana. Infatti sono imprese straordinarie, imprevedibili, pericolose. Nei racconti d’avventura emerge il desiderio dei protagonisti di esplorare terre lontane, di mettersi alla prova, di superare i propri limiti, addirittura andando verso l’ignoto. Il protagonista in genere deve trovare un tesoro nascosto, salvare qualcuno in pericolo, dimostrare di essere innocente di fronte a false accuse. Egli spesso lotta contro i malvagi per il trionfo della giustizia. Sovente il protagonista deve affrontare un viaggio per por tare a termine la sua missione. Durante questo viaggio il protagonista incontrerà difficoltà, ostacoli, nemici di ogni genere che metteranno alla prova il suo coraggio, la sua ingegnosità, la sua astuzia, il suo amore per la giustizia. IL RACCONTO D’AVVENTURA IN NUOVI TR@GUARDI • LETTURE Analizzare la tipologia Nel Libro di Lettura alle pp. 39-48 Riconoscere la tipologia Sono presenti racconti d’avventura an­ che nel capitolo che tratta la seguente tematica: Il viaggio pp. 146, 147, 150

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Scrivere utilizzando la tipologia Alle pp. da 25 a 28 del Quaderno dei Testi, traccia guidata per la stesura del racconto d’avventura “Nel buio della grotta”.


Tipologie testuali Nome e cognome

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IL RACCONTO D’ AVVENTURA Leggi con attenzione.

IL NAUFRAGIO Non facemmo in tempo a precipitarci fuori dalle cabine che la nave si incagliò in un banco di sabbia: le onde presero a infrangersi contro di essa con tale violenza che tememmo di morire da un momento all’altro. È impossibile descrivere i pensieri e le sensazioni che provai mentre venivo risucchiato dal mare. Non riuscivo a sottrarmi al vortice dell’onda per riprendere fiato, finché essa mi trascinò verso riva, lasciandomi mezzo morto per l’acqua che avevo inghiottito. Ebbi la presenza di spirito di rimettermi in piedi prima che un’altra onda mi risucchiasse. Presto mi resi conto che era impossibile evitarla: il mare saliva alto come una collina; non mi restava che trattenere il respiro e cercare di mantenere la testa fuori dall’acqua, nuotando verso la riva senza sprecare fiato. Quando già stavo correndo per raggiungere la terraferma e mi credevo in salvo, il mare mi scaraventò contro una roccia con un tale impeto da lasciarmi privo di sensi. Fortunatamente mi ripresi un attimo prima che l’onda ritornasse e mi travolgesse, e mi aggrappai con forza a uno spuntone di roccia. Mantenni la presa finché l’onda rifluì, poi con una corsa raggiunsi la riva, mi arrampicai oltre le rocce e mi lasciai cadere sull’erba, finalmente salvo. Daniel Defoe, Robinson Crusoe , Einaudi Ragazzi

Per evidenziare la struttura di questo racconto d’avventura, completa segnando con una X . L’autore ha scritto questo racconto d’avventura con lo scopo di: divertire il lettore. appassionare il lettore. Per creare la suspence, cioè tenere il lettore con il fiato sospeso, l’autore usa sequenze: descrittive. dialogiche. Il protagonista supera la difficoltà grazie: al suo sangue freddo e alla fortuna. Nel testo, segna con una per creare la suspense.

all’astuzia e alla prudenza.

colorata i tre colpi di scena che l’autore utilizza

Nel testo, sottolinea le parti in cui sono descritti gli stati d’animo del protagonista.

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Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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IL RACCONTO D’ AVVENTURA Leggi con attenzione.

ZANNA BIANCA Per tutta la mattina Henr y e Bill aiutarono i cani a trainare le slitte, che faticavano a scivolare sulla neve. Stremati, verso mezzogiorno decisero di fare una sosta per riposare e per far riprendere forze ai cani. Dopo aver bevuto un po’ d’acqua e mangiato qualche rimasuglio, si misero di nuovo in marcia. – Henr y, tu continua sul sentiero, io mi addentro nel bosco. Voglio vedere da vicino le bestiacce che ci danno la caccia. – Sei sicuro? – Sì, sono stufo di scappare. Voglio vedere quante sono e che aspetto hanno. – Ma ci sono rimaste solo tre pallottole, non sarà pericoloso? – domandò Henr y. – Tranquilla, “mammina”, me la saprò cavare. Non ti preoccupare, ci tengo alla mia pellaccia… – rispose Bill strizzando l’occhio al compagno mentre prendeva la strada per il bosco. Era un intrico fitto di alberi. Nemmeno un raggio di sole riusciva a penetrare attraverso le folte chiome. Sembrava regnare l’oscurità. I rumori che si sentivano facevano immaginare la presenza di animali feroci. Dopo qualche ora si ritrovarono sul sentiero e Henr y tirò un sospiro di sollievo nel vedere l’amico sano e salvo. – Non crederai mai a quello che sto per raccontarti! – disse agitato Bill, una volta raggiunto il compagno. – Non tenermi sulle spine. Dimmi tutto. Che cosa è successo? Che cosa hai visto? – Nel bosco, mi sono ritrovato su un sentiero coperto dagli alberi. Alla mia sinistra c’e ra una collinetta e a destra un dirupo. A un certo punto, con la coda dell’occhio, ho visto qualcosa che si muoveva. Mi sono voltato e a pochi metri da me c’e rano loro… i lupi. Mi sono imposto di stare tranquillo anche se dentro di me non lo ero. Non avevo bisogno di ripetermi che un branco di lupi… è un branco di lupi. Quindi sapevo benissimo che potevo trovarmi a un passo dalla fine. – E che cosa hai fatto? Sei scappato? – sbottò Henr y con gli occhi fuori dalle orbite. – No, ho dato ai cani l’ordine di fermarsi. – Ma sei completamente impazzito? – Volevo vedere chi ci dava la caccia – replicò Bill in tono deciso. – È un branco di lupi magrissimi. Si vede che non mangiano da mesi. Hanno il ventre schiacciato e le costole gli spuntano dalle pellicce. Per questo motivo continuano a seguirci. Siamo la loro unica speranza di sopravvivere. Solo a sentire quelle parole a Henr y si gelò il sangue nelle vene e un lungo brivido gli corse lungo la schiena. G. Agnello, Zanna Bianca , La Spiga Edizioni

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Tipologie testuali Completa segnando con una X . Questo testo è un racconto d’avventura perché i fatti narrati riguardano: difficoltà e pericoli da superare con il coraggio. difficoltà e pericoli da superare con l’inter vento di un aiutante magico. Bill supera le difficoltà grazie: al suo sangue freddo. all’astuzia e alla prudenza. Rispondi. Chi è il più coraggioso tra i due personaggi? .................................................................................................................................................................................................... Qual è l’ambiente in cui si svolge la vicenda? .................................................................................................................................................................................................. Sottolinea nel testo: in verde le parti che descrivono l’ambiente tipico del racconto d’avventura. in rosso le parti che descrivono lo stato d’animo dei personaggi. Tra le seguenti parti del racconto, segna con X le tre in cui si narrano momenti di suspense . Voglio vedere da vicino le bestiacce che ci danno la caccia. – E che cosa hai fatto? Sei scappato? – sbottò Henr y con gli occhi fuori dalle orbite. – No, ho dato ai cani l’ordine di fermarsi. – Ma sei completamente impazzito? D opo qualche ora si ritrovarono sul sentiero e Henr y tirò un sospiro di sollievo nel vedere l’amico sano e salvo. M i sono voltato e a pochi metri da me c’e rano loro… i lupi. S olo al sentire quelle parole ad Henr y si gelò il sangue nelle vene e un lungo brivido gli corse lungo la schiena. Nel testo, segna con una rossa l’introduzione, con una con una verde la conclusione.

blu lo svolgimento,

Rispondi. Quali caratteristiche tipiche dei luoghi dei racconti d’avventura puoi trovare in questo brano? ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Cerca nel testo e scrivi: il nome dell’autore: ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. il titolo del libro da cui è stato tratto il brano: .............................................................................................................................................................................................

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Tipologie testuali Nome e cognome

VERIFICA Il racconto d’avventura

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Data

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UNA MELA PER LA LIBERTÀ Guglielmo Tell era un cacciatore che viveva tanto tempo fa nelle Alpi svizzere. Purtroppo la Svizzera era governata dall’imperatore austriaco e i suoi soldati se ne andavano in giro a terrorizzare il popolo. Guglielmo Tell era stato a caccia sulle montagne e, quando era tornato al villaggio, aveva sentito parlare di Gessler. – Chi è questo Gessler? – chiese un giorno Guglielmo a un vicino. – È il nuovo governatore appena arrivato dall’Austria – sussurrò il vicino. – È amico dell’imperatore ed è molto crudele. Qualche giorno dopo decise di recarsi al villaggio per fare provviste. Guglielmo si mise la balestra a tracolla e, assieme a Walter, il figlio più piccolo, partì di buon’o ra. Padre e figlio raggiunsero la piazza del mercato. In mezzo allo spiazzo sorgeva un alto palo su cui era infilzato un grande cappello. Guglielmo trovò strana la cosa, ma tirò dritto per la sua strada. Tutt’a un tratto i soldati si misero a urlare e gli corsero dietro. – Non conosci la nuova legge? – ringhiò uno di loro. – Chiunque attraversi la piazza deve inchinarsi davanti al cappello del governatore. Facci vedere come ti inchini! – No… non lo farò – disse Guglielmo tranquillo, con voce ferma. – Benissimo – disse il soldato, – staremo a vedere cos’ha da dire il governatore su questa storia; ti sistemerà per le feste. Non fatevelo sfuggire, uomini! Dopo qualche istante il soldato ritornò, seguito da un altro uomo. Guglielmo capì all’istante che si trattava di Gessler. – Come mai non vuoi inchinarti davanti al mio cappello? – chiese il governatore. – Arrestatelo! Proprio in quell’istante Walter saltò fuori: – Mio padre è Guglielmo Tell, il miglior tiratore di balestra di tutta la Svizzera! – Ma davvero? – ribatté Gessler. Lanciò a Guglielmo la mela che aveva in mano e disse: – Saresti capace di centrarla da cento passi di distanza? Se ci riuscirai, sarai libero. – Sì, ne sono capace – rispose Guglielmo. Allora Gessler, sorridendo, disse: – Mi è venuta un’idea: appoggiamo la mela sulla testa di tuo figlio. Guglielmo allungò il braccio e si tirò Walter accanto: – No, è troppo piccolo – rispose. – Mi rifiuto di mettere mio figlio in pericolo. – La tua scelta è semplice – ribatté Gessler. – Lancia quella freccia, oppure farò mettere a morte tuo figlio.

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Tipologie testuali Guglielmo si chiese se aveva modo di svignarsela assieme a Walter, ma i soldati erano troppi. Si infuriò con se stesso per non essersi inchinato davanti al cappello, ma poi Walter cominciò a parlare: – Padre, puoi farcela. Ne sono sicuro. Guglielmo fissò il figlio negli occhi, ci vide una fiducia infinita e capì che non poteva deluderlo. Due soldati condussero il bambino alla porta della taverna e Gessler appoggiò la mela sulla sua testa. Guglielmo estrasse una freccia dalla faretra e la mise nella balestra. La corda della balestra vibrò, risuonando con un’e co forte in quel silenzio di tomba. La freccia si conficcò nella porta della taverna, mentre la mela esplodeva in uno zampillo di pezzi verdi e bianchi e Walter sollevava le braccia trionfante. T. Bradman, Spade, maghi, supereroi , Einaudi Ragazzi

Nel testo, segna con una rossa l’introduzione, con una con una verde la conclusione.

blu lo svolgimento,

Completa per analizzare le diverse parti del testo. INTRODUZIONE L’autore presenta l’ambiente in cui si svolge la vicenda, il protagonista e il tempo. L’ambiente è ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Il protagonista è ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ Il tempo è ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ SVILUPPO Nello sviluppo l’autore narra l’inizio della vicenda. Per creare suspense , cioè tenere il lettore con il fiato sospeso, vi è un colpo di scena. I soldati austriaci .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Inter viene un altro colpo di scena. Gessler obbliga Guglielmo .................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Il protagonista reagisce con coraggio. Guglielmo estrae ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. CONCLUSIONE Il racconto ha un lieto fine. .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Rispondi. Q uale impresa pericolosa deve superare il protagonista? ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

I l protagonista per superare la difficoltà può contare solo su se stesso o riceve aiuto da qualcuno? ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Tipologie testuali

IL RACCONTO FANTASY Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• Quali parole vi fa venire in mente il termine “fantasy”? • Avete mai visto un film fantasy? Avete letto un libro fantasy? • S e avete letto un libro o visto un film di questo par ticolare genere, vi siete imme­ desimati con il protagonista oppure no? In che cosa vi somigliava? In che cosa era completamente diverso da voi?

Il racconto fantasy

Il fantasy è un genere letterario che ha cominciato ad avere successo nella seconda metà dell’800. I libri fantasy possono essere divisi in questo modo: • il fantasy per ragazzi. Racconta le avventure e le vicende di ragazzi adolescenti che apprendono le ar ti magiche. Sono in genere ragazzi apparentemente normali, disposti a combattere contro le forze del Male. L’ambiente in cui agiscono, generalmente, non è quello in cui vivono di solito. Il più celebre ciclo di fantasy per ragazzi è quello di Harr y Potter. • Il fantasy contemporaneo. Agli ingredienti del fantasy classico aggiunge quelli del mondo informatico e della tecnologia. • Il fantasy urbano. Le avventure dei protagonisti sono ambientate non in strani mondi lontani, ma in città che hanno aspetti molto simili a quelli delle città reali. Il fantasy oggi appar tiene anche al mondo dei videogiochi, dei fumetti e dei giochi di ruolo. IL RACCONTO FANTASY IN NUOVI TR@GUARDI • LETTURE Analizzare la tipologia Nel Libro di Lettura alle pp. 49-58 Riconoscere la tipologia Sono presenti racconti fantasy anche nei seguenti capitoli che trattano diffe­ renti tematiche: Il viaggio p. 149 Gli animali pp. 162, 163

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Scrivere utilizzando la tipologia Alle pp. da 29 a 32 del Quaderno dei Testi, traccia guidata per la stesura di un racconto fantasy.


Tipologie testuali Nome e cognome

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IL RACCONTO FANTASY Leggi con attenzione.

HARRY E VOLDEMORT La furia del Signore Oscuro esplose con la forza di una bomba. Voldemort alzò la bacchetta e la puntò contro Molly Weasley. – Protego – urlò Harr y e il Sortilegio Scudo si allargò al centro della sala. Voldemort si guardò intorno cercandone l’origine e finalmente Harr y si tolse il Mantello dell’invisibilità. La folla ebbe paura e il silenzio cadde improvviso e totale, quando Voldemort e Harr y si guardarono e cominciarono a muoversi in cerchio uno di fronte all’altro. – Non voglio aiuto – disse Harr y e nel silenzio assoluto la sua voce risuonò come uno squillo di tromba. – Deve andare così. Devo essere io. Voldemort sibilò, ogni suo muscolo era teso e suoi occhi rossi erano immobili: un serpente pronto a colpire. – Pensi che sarai tu a sopravvivere, vero, il Ragazzo che è Sopravvissuto? – Non ucciderai nessuno questa notte – ribatté Harr y puntando la sua bacchetta magica. Ancora si muovevano in cerchio e si fissavano, occhi verdi dentro occhi rossi. – Non potrai uccidere nessuno di loro, mai più. Non capisci? Ero pronto a morire per impedirti di fare del male a queste persone… – Ma non l’hai fatto! – Era mia intenzione ed è questo che conta. Non hai notato che nessuno dei tuoi incantesimi funziona su di loro? Non puoi torturarli. Non puoi toccarli. Io so cose che tu non sai. Io so molte cose importanti che tu non sai. Voldemort non parlò, ma continuò a muoversi in cerchio e Harr y seppe di averlo ipnotizzato; per il momento pendeva dalle sue labbra, trattenuto dalla vaghissima possibilità che Harr y conoscesse davvero un ultimo segreto. J.K. Rowling, Harr y Potter e i doni della morte , Salani

Rispondi. Chi è il protagonista, colui che è l’unico in grado di compiere la difficile missione? .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. Chi è il personaggio che rappresenta il Male? .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. Quali sono gli oggetti magici di cui è dotato il protagonista? .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. Nel testo, sottolinea le parole che fanno capire a Voldemort che il Bene lo annienterà.

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Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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IL RACCONTO FANTASY Leggi con attenzione.

LO SCHIANTESIMO Hagrid guidò Madame Maxime oltre una macchia di alberi e si arrestò. Harr y si affrettò ad affiancarli – per un istante credette di vedere dei falò e degli uomini che correvano tutto intorno – e poi rimase a bocca spalancata. Draghi! Quattro enormi draghi dall’aria malvagia si impennavano in uno spazio recintato da spesse assi di legno, ruggendo e sbuffando: torrenti di fuoco sprizzavano nel cielo buio dalle loro bocche spalancate e zannute, sorrette dai colli tesi a quindici metri di altezza. Ce n’e ra uno di un blu argenteo con lunghe corna appuntite, che ringhiava e tentava di mordere i maghi a terra; uno verde ricoperto di scaglie lisce, che si contorceva e pestava i piedi con tutte le sue forze; uno rosso con una strana frangia d’o ro lucente attorno al muso, che sparava nuvole di fuoco a forma di fungo nell’aria; e uno nero, gigantesco, più simile degli altri a un lucertolone, il più vicino a loro. Almeno trenta maghi, sette o otto per ciascun drago, cercavano di tenerli sotto controllo, tirando le catene agganciate a pesanti collari di cuoio fissati attorno al collo e alle zampe dei bestioni. Ipnotizzato, Harr y guardò in su, molto in alto, e vide gli occhi del drago nero, dalle pupille verticali come quelle di un gatto, sporgere per la paura o la furia, non sapeva dire perché … emetteva un suono terribile, un urlo stridente, quasi un ululato … – Stai indietro, Hagrid! – gridò un mago vicino alla staccionata, tirando la catena che aveva in mano. – Sputano fuoco nel raggio di sei metri, sai! Questo Spinato è arrivato anche a dodici, l’ho visto io! – Non è bello? – disse Hagrid dolcemente. – Non ser ve! – urlò un altro mago. – Schiantesimo, al mio tre! Harr y vide tutti i Guardadraghi estrarre le bacchette magiche. – Stupeficium! – urlarono in coro e gli Schiantesimi sfrecciarono nell’oscurità come razzi infiammati, esplodendo in una pioggia di stelle sulla pelle squamosa dei draghi… Harr y vide il drago più vicino barcollare pericolosamente sulle zampe dietro; la mascella si aprì in un gemito improvvisamente muto; le narici d’un tratto furono prive di fiamme, pur conti-

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Tipologie testuali nuando a fumare; poi, molto lentamente, cadde: parecchie tonnellate di nerboruto drago nero squamato si schiantarono a terra con un tonfo che, Harr y lo avrebbe giurato, fece tremare gli alberi dietro di lui. J.K. Rowling, Harr y Potter e il calice di fuoco , Salani

Completa segnando con una X . Il luogo è: reale. immaginario. verosimile.

Il tempo è: storico. indeterminato. futuro.

I personaggi sono: reali e fantastici. solo fantastici. solo reali.

I fatti narrati sono: fantastici. verosimili. reali.

Nel racconto agiscono diversi personaggi. Completa la tabella. Il protagonista Accompagnano il protagonista Aiutano il protagonista Minacciano il protagonista In ogni frase cancella l’espressione sbagliata. In questo racconto: è presente/non è presente un’introduzione in cui si presentano i personaggi, il luogo, l’ambiente; è presente/non è presente una conclusione che porta a termine tutta la storia; è presente/non è presente una conclusione che porta a termine solo l’episodio raccontato. Dal contesto: s i capisce/non si capisce che è un racconto fantasy; s i capisce/non si capisce che l’episodio narrato è parte di un libro.

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Tipologie testuali Nome e cognome

VERIFICA Il racconto fantasy

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Data

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BILBO E GLI UOMINI NERI Adesso i Nani dalla Barba Blu che accompagnavano l’hobbit Bilbo e per i quali doveva affrontare la difficile impresa di recuperare il tesoro, erano tutti in un bell’imbroglio. Tutti ben legati nei sacchi, con gli Uomini Neri (i tre troll Maso, Berto, Guglielmo) arrabbiati, seduti accanto a loro, che discutevano se dovessero arrostirli lentamente, o tritarli finemente e bollirli, o semplicemente sedersi su di loro e schiacciarli uno per uno, riducendoli in gelatina: e Bilbo su di un cespuglio, dove si era rifugiato dopo essere riuscito a sfuggire ai troll, con la pelle e gli abiti lacerati, aspettava il momento giusto per inter venire. Fu proprio allora che il mago Gandalf ritornò. Ma nessuno lo vide. Gli Uomini Neri avevano deciso di arrostire subito i nani e di mangiarli più tardi. L’idea era di Berto ed era stata approvata dagli altri dopo un bel po’ di discussioni. – È stupido arrostirli subito, andremo avanti tutta la notte – disse una voce. Berto pensò che fosse quella di Guglielmo. – Non ricominciare tutta la discussione da capo, Guglielmo – disse, – o andrà davvero avanti tutta la notte. – Ma chi discute? – disse Guglielmo, che pensava fosse stato Berto a parlare. – Tu – disse Berto. – Sei un bugiardo – disse Guglielmo; e così la discussione ricominciò da capo. – Voglio sedermi su quello coi calzini grigi – disse una voce simile a quella di Guglielmo. – Adesso piantala! – dissero insieme Maso e Berto. – La notte sta finendo e l’alba arriva presto. Finiamola una buona volta e sbrighiamoci. – L’alba vi prenda tutti e sia di pietra per voi! – disse una voce che sembrava quella di Guglielmo. Ma non lo era. Infatti proprio in quel momento la luce appar ve sopra la collina e si sentì un forte cinguettio tra i rami. Guglielmo non parlò più perché rimase fermo, mutato in pietra mentre si chinava; Berto e Maso si immobilizzarono come rocce mentre lo guardavano. Infatti gli Uomini Neri debbono trovarsi sottoterra prima dell’alba o ritornano alla sostanza petrosa di cui sono fatti e non si muoveranno mai più. Questo è quanto era accaduto a Berto, Maso e Guglielmo. – Ottimo – disse Gandalf, mentre avanzava da dietro un albero e aiutava Bilbo a scendere dal cespuglio spinoso. Allora Bilbo capì. Era stata la voce dello stregone che aveva indotto gli Uomini Neri a litigare finché non era arrivata la luce a porre fine a tutto. J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit , Adelphi

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Tipologie testuali Nel testo, segna con una rossa l’introduzione, con una con una verde la conclusione.

blu lo svolgimento,

LA STRUTTURA DEL TESTO Sottolinea nell’introduzione la presentazione del protagonista e la situazione che deve affrontare per salvare i suoi amici dalle forze del Male. Scrivi nei riquadri, al posto giusto, le caratteristiche della struttura del racconto fantasy. Il Bene trionfa sul Male. La magia agisce sui cattivi. Inter viene l’aiutante dotato di poteri magici. Per evidenziare la struttura di questo racconto fantasy, completa segnando con una X . Il racconto che hai letto è un fantasy perché narra un episodio: in cui personaggi fantastici compiono imprese eroiche. in cui personaggi fantastici lottano tra loro in una sfida tra Bene e Male. I personaggi sono: fantastici. reali.

L’avventura ha un lieto fine grazie: alla forza e al coraggio del protagonista. all’inter vento di un aiutante.

L’aiutante per permettere al protagonista di sopraffare le forze del Male: c ompie la magia di far bisticciare tra loro gli Uomini Neri in attesa che sopraggiunga la luce. gli fornisce poteri magici. La struttura narrativa del racconto fantasy è simile a quella: della favola, perché ha la morale. della fiaba, perché inter vengono un aiutante e un oggetto magico. del mito, perché spiega l’origine del mondo. della leggenda, perché spiega un cambiamento. Completa. Il protagonista è ................................................................................................................................................................................................................................................................... I malvagi sono ............................................................................................................................................................................................................................................................................ I buoni sono ....................................................................................................................................................................................................................................................................................... L’aiutante è ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Tipologie testuali

IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• Avete • •

mai sentito un adulto o una persona anziana raccontar vi episodi realmente accaduti nella sua vita? V i ha mai mostrato le foto che lo rappresentano in diverse età, in diverse situazioni, con altre persone? È necessario essere persone “impor tanti” per raccontare episodi della propria vita?

Nel racconto autobiografico l’autore racconta episodi della propria vita. Il racconto autobiografico Gli elementi narrativi, cioè il racconto dei fatti, sono spesso accompagnati dalla descrizio­ ne dei luoghi, degli oggetti, delle persone con cui ha condiviso momenti impor tanti. Un altro elemento significativo del racconto autobiografico è la riflessione che l’autore fa su quanto gli è accaduto, ripor tando i pensieri e le sensazioni che ha vissuto in quel momento. Il racconto autobiografico è impor tante per conoscere la personalità dell’autore e anche per avere un quadro storico e sociale del tempo in cui egli è vissuto. IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO IN NUOVI TR@GUARDI • LETTURE Analizzare la tipologia Nel Libro di Lettura alle pp. 59-68 Riconoscere la tipologia Sono presenti racconti autobiografici anche nei seguenti capitoli che trattano differenti tematiche: Gli amici pp. 169, 174 Bambini: dove p. 197

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Scrivere utilizzando la tipologia Alle pp. da 33 a 36 del Quaderno dei Testi, traccia guidata per la stesura del racconto autobiografico “Io e i libri”.


Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO Leggi con attenzione.

RICORDI D' INFANZIA Quando ero piccolo e andavo a scuola insieme a mio fratello, mia madre mi diceva di tenerlo per mano, e questo mi sembrava giusto e anche responsabile. Quello che non capivo è perché mi dicesse sempre: – Mi raccomando, quando passate per quella strada dove non c’è il marciapiede, mettiti sempre tu dal lato della strada, dove passano le automobili. Io lo facevo e lo facevo con diligenza, ma ero molto dispiaciuto. Per me significava: – Io spero che nessuna auto vi butti sotto, ma se proprio dovesse succedere, preferisco che capiti a te piuttosto che a lui. Mi premeva però non tradire mia madre e andavo a scuola come un eroe alla guerra, pronto a sacrificarsi per la patria. Non appena svoltavamo l’angolo e scendevamo dal marciapiede, passavo mio fratello da una mano all’altra e lo tenevo dalla parte del muro, mentre io, con la tristezza nel cuore, mi tenevo dal lato della strada, e ogni volta che passava un’auto o una motocicletta chiudevo gli occhi e ogni volta tiravo un sospiro di sollievo. Ma poi mi convincevo facilmente che esageravo: me ne rendevo conto in maniera chiara quando uscivo con lei e, rifacendo il percorso, mi teneva al riparo dalla strada con il suo corpo: faceva con me quello che aveva chiesto a me di fare con mio fratello. A quel punto rivalutai la mia posizione, pensando che se si sacrificava lei stessa, potevo farlo benissimo anch’io. Francesco Piccolo, Storie di primogeniti e figli unici , Feltrinelli

Segna con una X l’analisi corretta del contenuto. Il narratore racconta con molti particolari un ricordo della sua infanzia. Il narratore racconta un ricordo della sua infanzia e spiega quali erano i suoi pensieri e le sue riflessioni. Nel testo, sottolinea in arancione le parti che raccontano i fatti e in viola le parti in cui l’autore esprime le sue riflessioni. La struttura di questo testo è quella del testo narrativo. Segna con una rossa l’introduzione, con una blu lo svolgimento, con una verde la conclusione.

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Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO Leggi con attenzione.

NON FAR

IL GEOMETRA

Sono nato a San Giorgio a Cremano, quattro chilometri da Napoli, il 19 febbraio del 1953. Sono alto un metro e settantotto, senza imbrogliare. Settantotto chilogrammi di peso. Figlio di Alfredo Troisi e Elena Andinolfi. In sei figli, con mamma, papà e parenti, a casa eravamo diciassette persone. Ecco perché ho questo senso della comunità così spiccato. Ecco perché quando ci sono meno di quindici persone mi colgono violenti attacchi di solitudine. Da ragazzo i miei continui slanci di altruismo mi diedero la fama di buono. Da grande, quella di fesso. Tutti gli altri ci mettono cinque anni a prendere il diploma. Io invece dieci… La scuola ha riempito, purtroppo, gran parte della mia vita. Ho preso il diploma di geometra dopo dieci anni di frequenza. Io avrei anche lasciato perdere, ma ogni anno mio padre mi iscriveva un’altra volta. Alla fine ha vinto lui, il diploma me l’hanno dato per anzianità e solo dopo che solennemente giurai che mai avrei esercitato la professione di geometra. La mia infanzia è stata difficile, ma senza traumi. Certo la mia realtà è quella di un ragazzo fra sei fratelli, col papà capotreno delle ferrovie che voleva diventassi geometra. Poi cresci e, mentre stai con gli altri, capisci sempre di più quello che non vuoi fare, senza sapere quello che vuoi fare. Massimo Troisi, Il mondo intero proprio , Mondadori

Completa segnando con una X . Il testo è stato scritto: da un bambino. da un adulto. da un ragazzo.

L’autore racconta: una sua esperienza. ricordi del passato.

L’autore riporta: le sue riflessioni su un preciso fatto accaduto. le sue emozioni.

Lo scopo è: far conoscere episodi della sua vita. scrivere una pagina di diario.

Conoscere le parole Completa segnando con una X . Il diploma di geometra è: un titolo di studio.

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un tipo di scuola.

un lavoro.


Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO Leggi con attenzione.

CARLO GOLDONI Sono nato il 25 febbraio del 1707, in una bella casa di Calle Zentani nel quartiere di S. Tomà, Venezia. La famiglia di mio padre, originaria di Modena, era piuttosto agiata ai tempi del nonno Carlo Alessandro, notaio. Mio padre, Giulio, era un uomo di carattere amabile, ma irrequieto. Abbracciò tardi la professione di medico e, per permetterci di mantenere un certo tenore di vita, dovette svolgere il suo lavoro spesso lontano da casa. Mia madre, Margherita Salvioni, era una bella brunetta arguta, che zoppicava un tantino. Mentre mia madre si incaricò di educarmi, a mio padre toccò il compito più allegro… quello di divertirmi! Ero il quinto di sei fratelli. Quelli prima di me morirono tutti in tenera età. L’ultimogenito, Giovanni Paolo, nacque il 10 gennaio del 1712. Non posso nascondere che i nostri rapporti furono spesso burrascosi. Mi piaceva molto assistere agli spettacoli di marionette che mio padre allestiva in casa e a quattro anni cominciai a crearne anch’io. Sin da piccolo, insomma, ho avvertito dentro di me il “genio comico”; non so definire diversamente la mia passione precoce per il teatro. Un precettore mi seguì nei primi studi. Leggevo tantissimo, soprattutto andavo pazzo per gli autori comici della biblioteca di papà. Fra gli otto e i nove anni, non ricordo bene, abbozzai la mia prima commedia. E, orgoglioso più che mai, ne inviai una copia a mio padre, che allora stava esercitando la sua professione di medico a Perugia. Roberto Agostini - Patrizia Rossi, Goldoni racconta , Nuove Edizioni Romane

Completa segnando con una X . Questo è un testo autobiografico perché l’autore: narra un episodio della sua vita. fa conoscere in breve la storia sua e della sua famiglia. Segna con una : rossa i dati anagrafici; blu ciò che si riferisce alla famiglia di Goldoni; verde la descrizione del carattere; viola un episodio della sua vita.

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VERIFICA

Tipologie testuali Nome e cognome

Il racconto autobiografico

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Data

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L’ ORA DI LETTURA Un giorno la mia maestra annunciò alla classe: – So che è l’ora di lettura, ma oggi credo proprio di non farcela. Ho la voce troppo stanca. E proprio oggi avremmo dovuto leggere “Alexandra Potemkin e il suo viaggio sullo Space Shuttle verso il pianeta Zeta”. È un vero peccato – aggiunse. – Forse potremmo avere un lettore ospite. Che ne dite? Be’, era difficile immaginare qualcuno che non fosse la maestra a leggere, ma nessuno voleva saltare l’ora di lettura e allora tutti dissero di sì con entusiasmo. – Ida, so che hai letto il libro – mi disse la maestra debolmente. – Ti spiacerebbe leggere il primo capitolo, oggi? Ero così imbarazzata che quasi non mi accorsi che gli altri bambini mi stavano guardando a bocca aperta. Raccontare una storia dove le parole diventassero musica come faceva la maestra era forse la cosa che più desideravo al mondo. Ma farlo davanti alla mia classe era praticamente l’ultima cosa che desideravo. Ero confusa e spaventata. La maestra si alzò, si avvicinò al mio banco e mi sussurrò: – Ida, ho bisogno del tuo aiuto. Allora decisi che l’avrei fatto. – So che leggerai benissimo – gracchiò lei. Avvicinò la sedia e si sedette accanto a me. La maestra mi aveva già dato da leggere diversi libri. “Alexandra Potemkin e il suo viaggio sullo Space Shuttle verso il pianeta Zeta” era il mio preferito, fino a quel momento. Mi sentii formicolare le dita al pensiero di leggere a voce alta, alzando e abbassando il tono, rendendolo via via duro e levigato a seconda delle situazioni, come facevo nella mia stanza. Alla fine ce la feci: aprii il libro e mi preparai a leggere il titolo. Mi mancava l’aria. Gli unici suoni che mi uscirono dalla gola furono dei piccoli trilli. – Dovresti leggere a voce più forte, così sentiranno tutti – mi sussurrò la maestra. Allora feci un respiro profondo, mi riempii lo stomaco di aria e poi la buttai fuori con una contrazione dei muscoli in modo da dare forza alla voce. – Capitolo uno – gridai. La voce mi era uscita così forte che mi sorprese e feci un piccolo salto indietro sulla sedia. Ma nessuno rise. Stavano ascoltando. All’inizio ero molto preoccupata, ma dopo qualche minuto entrai nella storia. Ero nel laboratorio di Alexandra, invece che a scuola, e spiegavo a voce alta ogni cosa che le vedevo fare o sentire. Arrivò la fine del capitolo e fu come se qualcuno mi avesse svegliato di soprassalto da un bel sogno e io non riuscissi bene a capire dove mi trovavo. Mi guardai intorno e vidi che ero seduta dietro un banco e che davanti a me c’e ra un libro e dei bambini che mi guardavano. La maestra sussurrò: – Grazie mille, Ida, è stato bellissimo. Le porsi il libro e tornammo alla nostra lezione. Katherine Hannigan, Ida B , Fabbri Editori

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Tipologie testuali Completa segnando con delle X . Questo testo è autobiografico perché: racconta l’esperienza di una persona. il narratore e il protagonista sono la stessa persona. Il racconto autobiografico è un testo: regolativo. informativo. narrativo. L’autore narra: in prima persona. in terza persona. Nel racconto autobiografico l’autore: non esprime mai sentimenti ed emozioni. esprime anche i propri sentimenti e le proprie emozioni. Il contenuto di questo testo è: un ricordo del passato dell’autrice. un’e sperienza che lei sta vivendo. un progetto dell’autrice per il futuro. N ella struttura di questo testo sono presenti sequenze: narrative. descrittive. dialogiche. riflessive. Segna V (vero) o F (falso). Nel racconto autobiografico l’unico personaggio è l’autore. I personaggi di un racconto autobiografico, i protagonisti, sono solo l’autore e i componenti della sua famiglia. I personaggi di un racconto autobiografico possono essere l’autore e altre persone che hanno condiviso episodi della sua vita.

V

F

V

F

V

F

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Tipologie testuali

IL DIARIO • LA LETTERA Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• Q ual è la differenza tra il diario che usate a scuola e il diario scritto da un ragazzino • • • • Il diario

La lettera

o da una ragazzina? Voi avete mai scritto un diario? Raccontereste i vostri segreti a un diario? N ella cassetta della posta di casa vostra trovate frequentemente delle lettere? Di che tipo di lettere si tratta? Q ualcuno ha mai spedito a voi una lettera per raccontar vi qualcosa? O ggi qual è il tipo di posta che si usa di più per comunicare con parenti ed amici?

Il diario è il testo più soggettivo che possa scrivere una persona. Chi scrive un diario lo fa per raccontare ciò che gli è accaduto. Nel diario ripor ta anche i suoi pensieri e le sue emo­ zioni che non riguardano solo lui stesso, ma anche amici, momenti vissuti, periodi della vita. Ci sono anche altri tipi di diario: • l ’agenda, in cui ciascuno segna i propri impegni, note per ricordare qualcosa, nomi di persone da incontrare; • i l diario di viaggio, in cui chi scrive descrive ciò che ha visto e ciò che lo ha emozionato durante un viaggio; • i l diario di bordo, che è nato come quaderno che usavano gli esploratori e soprattutto i navigatori per annotare le varie fasi delle proprie imprese e in par ticolare ciò che ac­ cadeva a bordo della nave stessa; • i l diario di fantasia, che è frutto dell’invenzione dello scrittore, il quale usa la struttura del diario per raccontare fatti accaduti a personaggi inventati. Nella lettera, chi scrive ha come scopo quello di comunicare qualcosa a qualcuno che è fisicamente distante. Con il progredire della tecnologia le lettere oggi vengono inviate per mezzo di e-mail, sms, tweet. Con la connessione internet si possono recapitare i messaggi in qualunque par te del mondo, in ogni momento, e saranno ricevuti in tempo reale. IL DIARIO E L A LETTERA IN NUOVI TR@GUARDI • LETTURE

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Analizzare la tipologia Nel Libro di Lettura: • il diario alle pp. 70-75; • la lettera alle pp. 76-80.

Gli amici pp. 170, 171, 172, 173 Bambini: dove p. 194

Riconoscere la tipologia Sono presenti pagine di diario e lettere anche nei seguenti capitoli che trattano differenti tematiche: Il viaggio pp. 141, 142, 143 Gli animali pp. 164, 165

Scrivere utilizzando la tipologia Alle pp. 37 e 38 del Quaderno dei Testi, traccia guidata per la stesura di una let­ tera. Alle pp. 39 e 40 del Quaderno dei Testi, traccia guidata per la stesura di una pa­ gina di diario.


Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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IL DIARIO Leggi con attenzione. Venerdì 5 febbraio Caro diario, ieri il pomeriggio non finiva più. In piscina Paola ci ha fatto fare almeno dieci vasche senza quasi farci fermare. Poi, a lezione d’inglese dalla signora Judith, è successa una cosa che prima o poi lo sapevo sarebbe accaduta. Sono arrivata alle cinque, come ogni giovedì; la signora Judith mi ha fatto accomodare sul solito divano. Poi ha sparato tre, quattro delle solite domande e io, come faccio sempre, ho risposto due volte yes e due volte no . A quel punto la fortuna mi ha girato le spalle e la signora Judith deve aver realizzato in un colpo solo che io delle sue conversazioni non avevo mai capito un’acca. Il sorriso le si è come congelato sulla faccia e le sono diventate pallide persino le lentiggini. Si è seduta, si è presa la testa tra le mani e ha mormorato: – Oh, my God! Io la guardavo quasi preoccupata e non sapevo che pesci pigliare: mi faceva pena. Dopo un paio di minuti molto imbarazzanti, la signora Judith mi ha detto: – Ma cara, potevi dirmelo prima che non capivi le mie parole. Io sono quasi arrossita come quando penso a Roberto e ho provato a dirle che non ne avevo avuto il coraggio. E così abbiamo iniziato con l’alfabeto e con i vocaboli più semplici. Mentre leggevo a voce alta apple, mela, car, automobile, dog, cane, pensavo che questo inglese sarà anche la lingua del futuro ma io, intanto, mi perdo il presente. Infatti non ho mai un pomeriggio intero tutto per me. S. Bordiglioni - M. Badocco, Dal diario di una bambina troppo occupata , Einaudi Ragazzi

Completa segnando con una X . In questa pagina di diario la bambina: racconta solo gli avvenimenti che le sono accaduti. racconta i fatti che le sono accaduti e li commenta. In questa pagina di diario la bambina scrive: tutto ciò che ha fatto durante la giornata. i fatti che le hanno suscitato particolari emozioni. Il diario è stato scritto: nel giorno stesso in cui sono avvenuti i fatti. il giorno seguente. Nel testo, sottolinea le espressioni gergali.

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Tipologie testuali Nome e cognome

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VERIFICA Il diario Data

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30 novembre Caro diario, sono pentita di non averti scritto molto di Margot negli ultimi mesi. Dall’inizio della quarta è strana, nervosa, scorbutica ecc. Dirai tu: ma che cosa c’entra scrivere di lei col fatto che adesso sta male? Stupisco, allibisco, e persino straluno (il verbo stralunare mi piace moltissimo. Io straluno, tu straluni… io stralunavo… io stralunai… tu straluneresti… se lui stralunasse, noi straluneremmo… Non piace anche a te?). Io straluno: proprio tu, il mio diario intelligente e sensibile, fai questa domanda? Non sai che scrivere di qualcuno o dei suoi problemi è come occuparsi di lui? Voglio dire, se avessi parlato di Margot e dei suoi problemi, di come stava eccetera, sono sicura che avrei capito meglio quello che succedeva. Capisco sempre meglio le cose, quando le scrivo. Magari avrei trovato qualcosa da dirle, o qualcosa di buono da fare per lei, insomma: come aiutarla. Ohi ohi ohi, vecchio mio, che discorso serio mi sta venendo! Insomma, adesso sono così, un po’ triste e preoccupata. Non solo per Margot, veramente. Te l’ho detto? Non te l’ho ancora detto? Ora te lo dico. Qualche volta, da qualche tempo, mi capita di sentirmi tristissima. All’improvviso, senza nessuna, ma proprio nessuna ragione. Mi succede e basta. E allora, adesso, uffa, smetto di scrivere. Prometto che la prossima volta, amico mio, dolce e paziente, sarò più allegra. R. Piumini, Molte lettere per Sei , Einaudi Ragazzi

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Tipologie testuali

Completa segnando con una X . In questa pagina di diario la bambina: racconta al diario alcuni avvenimenti che le sono accaduti. confessa i suoi stati d’animo e i suoi sentimenti. Segna SÌ oppure NO. Da questa pagina di diario puoi: ricostruire tutto ciò che la bambina ha fatto durante la giornata. dedurre che la bambina ha un’amica a cui tiene molto.

S Ì NO S Ì NO

Quali elementi tipici del diario puoi rilevare da queste frasi? Per ognuna scrivi se si tratta: del racconto di un episodio; dell’utilizzo di un linguaggio spontaneo; dell’utilizzo di un linguaggio colloquiale; dell’espressione di sentimenti; di riflessioni personali. Stupisco, allibisco, e persino straluno:

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Qualche volta, da qualche tempo, mi capita di sentirmi tristissima:

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Te l’ho detto? Non te l’ho ancora detto? Ora te lo dico:

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Margot… è strana, ner vosa, scorbutica:

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Capisco sempre meglio le cose, quando le scrivo:

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Insomma, adesso sono così, un po’ triste e preoccupata:

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Riporta le parti che, nel testo che hai letto, evidenziano la struttura del diario. ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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LA LETTERA Leggi con attenzione.

INVITO ALLA LETTURA Gentilissimo professore, mi scusi tanto se la disturbo, ma ho un grande problema. A scuola me la cavo, però non mi piace leggere. Leggere mi dà tristezza, mi annoia, perché le pagine sono tutte uguali. Invece mi piace guardare la televisione. Secondo me uno che guarda la televisione impara sempre e non si annoia mai. Insomma, perché devo vergognarmi se dico che non mi piace leggere? Mi può rispondere? La saluto. Annamaria De Bono

Cara Annamaria, non devi proprio vergognarti della franchezza con cui confessi la tua scarsa simpatia per la lettura. Però sono convinto che leggere sia più importante che ascoltare o seguire le immagini. E sai perché? Perché quando ascolti o guardi la televisione sei un soggetto passivo, mentre quando leggi sei un soggetto attivo. Cosa significa? Significa che quando guardi un film assorbi una storia già completa di particolari, dalla faccia dei protagonisti alla loro voce, dall’orologio che hanno al polso all’ambiente in cui si muovono. Se tu invece provassi a leggere una bella storia in un libro, senza accorgertene, cominceresti a lavorare con il cervello per dare un volto ai protagonisti, per dare un tono di voce alle frasi, per figurarti il viale alberato lungo il quale stanno camminando. Ti accorgeresti allora che una storia di immagini è uguale per tutti, mentre una storia di pagine è diversa per ognuno. Luca Goldoni, Faccio un esempio , Bompiani

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Tipologie testuali PRENDI IN ESAME LA PRIMA LETTERA Nel testo, sottolinea: in rosso la formula di apertura; in verde la formula di chiusura. Rispondi. Chi scrive questa lettera? ..................................................................................................................................................................................................... Chi è il destinatario? ..................................................................................................................................................................................................... Rispondi segnando con delle X . I n questa lettera mancano alcuni elementi caratteristici della struttura di questa tipologia testuale. Quali? La data. La formula di apertura. La località da cui viene spedita la lettera. La formula di saluto. La firma del mittente. PRENDI IN ESAME LA SECONDA LETTERA Rispondi. Chi scrive questa lettera? ..................................................................................................................................................................................................... Chi è il destinatario? ..................................................................................................................................................................................................... Rispondi segnando con delle X . I n questa lettera mancano alcuni elementi caratteristici della struttura di questa tipologia testuale. Quali? La firma del mittente. La formula di saluto. La data. La località da cui viene spedita la lettera. La formula di apertura. Confronta le due lettere e completa. Il mittente della prima lettera è il ........................................................................................................... della seconda. Il ........................................................................................................... della seconda lettera è il ........................................................................................................... della prima.

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VERIFICA

Tipologie testuali Nome e cognome

La lettera

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Data

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LA LETTERA Carla Lombi carlom@merkurio.it Daiana Tosetti daianatos@epis.it Per un pelo ce l’ho fatta

Da: Carla Lombi carlom@merkurio.it A: Daiana Tosetti daianatos@epis.it Inviato lunedì 20.05.17 Cara Daiana, ho rischiato proprio di non venirci alla settimana verde in vacanza con te. A raccontarla è una specie di telenovela… vediamo se ci riesco. La giornata è cominciata male fin dall’inizio perché sono arrivata a scuola in ritardo e la preside mi ha fatto la ramanzina nel corridoio. Va beh, pace. Poi mi ero dimenticata il quaderno di Inglese e Miss the Witch (la prof) mi ha messo la nota sul diario. Ha scritto: “Carla non ha svolto i compiti”. Falso, perché io i compiti li avevo fatti, a casa. A cena pensavo: “Figurati se adesso mi lasciano andare”. Insomma ero in tensione e dovevo chiedere il permesso… così apro la mia boccaccia e parlo tutto d’un fiato, e mentre parlavo mi si ingarbugliavano i pensieri. Insomma ho detto qualcosa del tipo: – Dunque ecco la mia amica del mare Daiana che dopo sono anche andata a casa sua a Torino lei va alla settimana verde in Lombardia che i soldi ce li abbiamo già tutte e due e non c’è problema e la sua mamma è contenta che ci vado anch’io e io ci voglio andare mi lasci mamma ti prego che per me è la cosa più importante del mondo e giuro che non ti chiederò più niente per dieci anni… I miei sono rimasti senza fiato, pensavano che mi fosse venuto un attacco epilettico o qualcosa del genere. A quel punto ho pensato di essermi fregata con le mie mani. E dopo è successo un miracolo. Mia sorella Stefania è intervenuta in mia difesa dicendo che le persone diventano responsabili quando gli si comincia a dare le responsabilità, che quella della settimana verde poteva essere la mia prima occasione e che alla disperata la Lombardia comincia dall’altra parte del Ticino, per cui se ne combinavo qualcuna era un attimo venirmi a prendere con l’auto. CE L’ABBIAMO FATTA!!! Io la valigia comincio già da domani a prepararla, altroché. Ciao Tua super :-))) amica, felice come non mai. P.S. Poi la nota me l’ha firmata il papà che si arrabbia di meno. Anna Lavatelli, Cara C@rla tua Daian@ , Piemme Junior

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Tipologie testuali Completa segnando con una X . Il testo è: una lettera. una e-mail. una pagina di diario.

Il linguaggio utilizzato in questa mail è: formale. familiare.

Rispondi segnando con delle X . In questo testo sono presenti alcuni elementi caratteristici della struttura di questa tipologia testuale. Quali? Mittente. Località. Destinatario. Data. Formula di saluto. P. S. Firma del mittente. Scrivi: l’indirizzo del destinatario. .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. la firma del mittente. .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. le parole con cui il mittente sintetizza il messaggio. .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. Scrivi l’autore e il titolo del testo da cui il brano è tratto. Poi rispondi. .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Da quale particolare capisci che il libro è una raccolta di mail?

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Nel testo, circonda il gruppo di segni di punteggiatura utilizzati in modo particolare. Poi rispondi segnando con una X . Qual è il loro significato? Contentezza.

Arrabbiatura.

Tristezza.

Delusione.

Per esprimere questi stati d’animo si usano anche gli emoji. Accanto a ogni stato d’animo nominato nell’esercizio precedente, disegna l’emoji che useresti tu.

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Tipologie testuali

IL TESTO POETICO Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• • • • Il testo poetico

V i piacciono le poesie? Perché? S econdo voi, le poesie hanno qualcosa di simile alla musica? L eggere poesie vi rende tristi o allegri? A vete mai scritto una poesia?

Gli uomini hanno iniziato a scrivere poesie nella notte dei tempi e continuano a farlo an­ cora oggi in un mondo ricco di tecnologia e multimedialità. Questo significa che la poesia è un bisogno profondo perché permette di mettere in forma scritta i sentimenti e, comunicandoli, suscitarne anche nel lettore. Con l’utilizzo di figure retoriche, la poesia suscita immediatamente immagini evocative. Anche le poesie più semplici, come le filastrocche, hanno questa capacità e per questo sono molto amate dai bambini. Infatti, oltre alla musicalità tipica di tutti i testi poetici, es­ se, in poche parole, riescono a rappresentare immagini, pensieri e sentimenti facilmente comprensibili. IL TESTO POETICO IN NUOVI TR@GUARDI • LETTURE Analizzare la tipologia Nel Libro di Lettura alle pp. 81-92 Riconoscere la tipologia Sono presenti testi poetici anche nei seguenti capitoli che trattano differenti tematiche: Accoglienza p. 6 I libri p. 135 Il viaggio p. 140 Gli animali p. 159

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Gli amici p. 179 Bambini: dove p. 204 Le stagioni pp. 209, 213, 215, 221, 224 Scrivere utilizzando la tipologia A p. 41 del Quaderno dei Testi, traccia guidata per la stesura di una filastrocca. A p. 42 del Quaderno dei Testi, traccia guidata per la stesura di un nonsense e di un limerick. Alle pp. 43-44 del Quaderno dei Testi, traccia guidata per la stesura di poesie.


Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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LA POESIA Leggi con attenzione.

IL CONTENUTO L' AMICIZIA Coi miei migliori amici mi posso anche arrabbiare, tenergli a lungo il muso, farmi desiderare. Sul filo dell’amicizia si formano dei nodi: ma noi sappiamo scioglierli, troviamo sempre i modi. Anna Sarfatti, Se vuoi la pace , Giunti Junior

LE TRE CIVETTE Mentre dormite ci sono tre civette Che se ne stanno nelle vostre camerette Appollaiate sui comò e sui comodini Per osser vare il vostro sonno da bambini Sanno quando state fermi e vi girate Come parlate, sognate, respirate Fanno la guardia sentinella al vostro sonno E tutto ciò che fate voi, loro lo sanno! Bruno Tognolini, Ufficio Poetico Tuttestorie , Gallucci

Rispondi. In quale poesia il contenuto è l’espressione e la riflessione su un sentimento? ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... In quale poesia il contenuto è la rappresentazione di una situazione? ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Quale dei due testi poetici è una filastrocca? .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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LA POESIA Leggi con attenzione.

LA STRUTTURA SENZA CONFINI

IL VENTO

Siamo diversi siamo bambini usiamo una lingua senza confini.

Ascolto il vento. Mi sussurra: sono forte come un masso che rotola dalla montagna. Mi sussurra: ti spingo indietro come un palloncino alto e libero nel cielo. Mi sussurra: volo alto e potente come un’aquila in cielo.

Io ti parlo tu non ti confondi perché se sorrido tu mi rispondi.

Mario Lodi, La natura nelle poesie di adulti e bambini , Piccoli

Non ti conosco ma ti faccio un dono non ti comprendo ma ti perdono. Se ho paura ti prendo la mano non importa se non ci capiamo. Abbiamo parole di suono e di luce che nessuno di noi traduce. Se le frasi ci pesano un poco avranno ali nel nostro gioco. Roberta Lipparini, C’è un posto accanto a me , Mondadori

144


Tipologie testuali Completa segnando con una X . La poesia è un testo scritto in: versi. paragrafi. Segna V (vero) o F (falso). Un testo poetico è sempre scritto in versi. Un testo poetico può anche non essere scritto in versi. Un testo poetico può essere diviso in strofe. Un testo poetico deve sempre essere scritto in rima. Un testo poetico può essere scritto in rima. Tutti i versi del testo poetico devono avere la stessa rima.

V V V V V V

F F F F F F

Analizza le due poesie rispondendo alle domande. Senza confini

Il vento

Quanti sono i versi? La poesia è divisa in strofe? Se è divisa in strofe, quante sono? I versi sono in rima? Se i versi sono in rima, qual è lo schema della rima?

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Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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LA POESIA Scrivi di che tipo di testo poetico si tratta.

MARCETTA Notte sull’aia, il cane abbaia la luna è sola, non c’è parola bella così. Ed il pompiere con la sirena trova nel mare, sapete chi? Il palombaro solo che cena. A. Gatto ....................................................................................................................

Completa il limerick e il nonsense.

UN PASTICCIERE DI NOME GAETANO Un abile pasticciere di nome Gaetano andava a comprare i canditi a ....................................................................................................., così invece di tondi ciambelloni faceva morbidi .............................................................................................................. quel furbo .............................................................................................................. Gianni Rodari

IL FALCO DI AOSTA Il falco di Aosta vola vola senza .............................................................................................................. Il falco di Trento vola anche contro .............................................................................................................. Il fringuello di Bratislava dopo un giorno che .............................................................................................................. ..............................................................................................................

Ora scrivi tu una poesia che abbia come argomento l’amicizia. ................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................

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VERIFICA

Tipologie testuali

La poesia Nome e cognome

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Data

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LA BREZZA Le cime degli alberi s’inchinano, i pioppi sussurrano, i prati fremono, i ruscelli rabbrividiscono. Da lontano l’eco di una campana argentina. È la brezza Che soffia questa mattina. Christian Broutin, Filastrocche del tempo che fa , Motta Junior

IL CIELO È... Il cielo è azzurro come l’oceano, è rosso come la lava del vulcano. Il cielo è grigio come un uomo triste che va velocissimo e piange. Il cielo all’alba è come un incendio oppure come la nascita di un bambino. Il cielo è nero come un uomo cattivo pieno di rabbia, però in certi momenti della sua vita si illumina come un cielo stellato di sera. Christian Broutin, Filastrocche del tempo che fa , Motta Junior

Analizza le due poesie rispondendo alle domande. La brezza

Il cielo è…

La poesia è divisa in strofe? I versi sono in rima? La poesia contiene personificazioni? La poesia contiene similitudini? La poesia è un limerick? È una filastrocca? È un nonsense?

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Tipologie testuali

IL TESTO DESCRITTIVO Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• S e voi doveste far capire in modo preciso a un extraterrestre com’è il vostro cane, • • •

Il testo descrittivo

quale sarebbe il modo più efficace? M a se non poteste utilizzare l’immagine, che cosa sarebbe più utile fare? V i è mai capitato di leggere un libro o un brano e di avere davanti agli occhi il pro­ tagonista, l’ambiente, di avere la sensazione di essere proprio lì accanto a lui? S econdo voi, a produrre questa sensazione sono state le avventure che questo pro­ tagonista ha vissuto o tutto quello che l’autore vi ha detto per fare in modo che voi poteste “vedere” quella situazione?

È difficile trovare un intero testo che sia totalmente e solamente ”descrittivo”. Però è altrettanto difficile trovare un testo, di qualsiasi genere, che non utilizzi la descri­ zione per stimolare la fantasia visiva del lettore. All’interno di tutti i testi ci sono, infatti, par ti descrittive, più o meno estese e più o meno par ticolareggiate. La descrizione è molto impor tante perché permette all’autore di esprimere anche le pro­ prie impressioni. Imparare a descrivere vuol dire imparare ad arricchire il proprio lessico, non fermandosi solo all’utilizzo del pensiero e della fantasia, ma coinvolgendo anche le informazioni che i cinque sensi danno e quindi acquisire uno strumento di esplorazione della realtà più vasto. IL TESTO DESCRITTIVO IN NUOVI TR@GUARDI • LETTURE Analizzare la tipologia Nel Libro di Lettura alle pp. 93-104 Riconoscere la tipologia Sono presenti testi descrittivi anche nei seguenti capitoli che trattano differenti tematiche: Bambini: dove p. 201 Le stagioni pp. 211, 217

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Scrivere utilizzando la tipologia Alle pp. 13-14 del Quaderno dei Testi, scrivere sequenze descrittive. Alle pp. da 45 a 48 del Quaderno dei Testi, traccia guidata per la stesura di un testo descrittivo.


Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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IL TESTO DESCRITTIVO Leggi con attenzione.

A PROPOSITO DEGLI HOBBIT Il popolo Hobbit è discreto e modesto, amante della pace, della calma e della terra ben coltivata. Essi non capiscono e non amano macchinari più complessi del soffietto del fabbro, del mulino ad acqua o del telaio a mano, quantunque abilissimi nel maneggiare attrezzi di ogni tipo. Hanno una vista e un udito particolarmente acuti e, benché tendano ad essere grassocci e piuttosto pigri, sono agili e svelti nei movimenti. Sin da principio possedevano l’arte di sparire veloci e silenziosi al sopraggiungere di genti che non desideravano incontrare. Essi sono minuscoli: la loro statura è variabile e oscilla da un braccio a un braccio e mezzo. Gli Hobbit sono un popolo allegro e spensierato; portano vestiti di colori vivaci, preferendo il giallo e il verde, ma calzano raramente scarpe, essendo i loro piedi ricoperti di un pelo riccio, folto e castano come i loro capelli, e le piante dure e callose come suole. I loro visi sono gioviali, illuminati da occhi vivacissimi e guance colorite, con una bocca fatta per ridere, bere e mangiare. Ed è proprio ciò che fanno: mangiano, bevono e ridono con tutto il cuore, amano fare a tutte le ore scherzi. Pranzano sei volte al giorno, quando ne hanno la possibilità. Sono ospitali: feste e regali, che offrono con grande generosità e accettano con entusiasmo, costituiscono il loro massimo divertimento. J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli , RCS libri

Sottolinea: in rosso le parti che descrivono il carattere degli Hobbit; in blu le parti che descrivono l’aspetto fisico degli Hobbit; in arancio le parti che descrivono l’abbigliamento degli Hobbit; in verde le parti che descrivono le abitudini degli Hobbit. Copia solo le parti che descrivono l’aspetto fisico degli Hobbit. ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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IL TESTO DESCRITTIVO Leggi con attenzione.

LULU Lulu era un’antilope piccola come una gatta. Aveva occhi viola, sereni, zampe così fragili che, nel piegarsi e nel distendersi, pareva si dovessero spezzare. Le orecchie, lisce come la seta, erano straordinariamente espressive, il naso nero era come un tartufo. Gli zoccoli minuscoli le davano l’aria di una damigella cinese vecchio stile, con i piedi stretti nei lacci. Tenere in braccio una cosa così perfetta era un’e sperienza rara. K. Blixen, La mia Africa , Feltrinelli

LA GAZZELLA La gazzella è un mammifero ruminante, appartenente alla famiglia dei bovidi, diffusa nelle savane erbose del continente africano. È alta circa settanta centimetri, ha il pelo corto e fulvo, con il ventre bianco e una fascia bruna a ogni lato del capo. Snella e veloce nella corsa, ha corna affilate, zampe sottili e grandi occhi. Le gazzelle si addomesticano abbastanza facilmente. Enciclopedia , Utet

Colora in rosso il quadratino della descrizione oggettiva, in blu quello della descrizione soggettiva. Scrivi quali sono le similitudini che, nel primo testo, vengono utilizzate dall’autrice. ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Prova a disegnare su un foglio i due animali, seguendo le indicazioni delle descrizioni.

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Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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IL TESTO DESCRITTIVO Leggi con attenzione.

L' ORTO Entrare nell’orto. Camminando piano piano, trattenendo il respiro. Per ascoltare la voce dell’orto: il lieve fruscio del vento tra le foglie, il cinguettio degli uccelli che si chiamano da un albero all’altro, il mormorio lontano dell’acqua. Per guardare la fisionomia dell’orto: le aiuole punteggiate di erbe, di cespugli, di fiori, di morbido prato, il recinto che lo chiude. Per sentire le fragranze dell’orto: l’odore della terra umida, l’olezzo dolce dell’erba, dei fiori, l’afrore del frutto marcio che in terra si fa terra. Camminando piano piano con gli occhi al cielo per guardare la trama del cielo tra le foglie degli alberi, le nuvole che passano e che ombreggiano ora la foglia, ora il fiore; con gli occhi al suolo per guardare bolli di luce e ombre nette sul prato, sulla terra. Come una biblioteca custodisce, rilegati nelle pagine dei libri, tutti i saperi, l’orto, nel suo chiuso recinto, gelosamente custodisce altrettante pagine contenenti sapere. AA.VV., L’orto ritrovato , Comune di Milano e Università degli Studi di Milano

Nel in in in

testo, sottolinea: rosso i dati uditivi; verde i dati visivi; marrone i dati olfattivi.

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Tipologie testuali Nome e cognome

VERIFICA Il testo descrittivo

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Data

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VIAGGIO IN PATAGONIA Bahìa Blanca è l’ultimo posto importante prima del deserto della Patagonia. Bill mi lasciò all’albergo prima della stazione degli autobus. La sala del bar era verde, illuminata e gremita di uomini che giocavano a carte. Si sentivano il chiacchiericcio dei giocatori e talvolta le grida di gioia di chi vinceva. Un giovane contadino stava in piedi, al banco: malfermo sulle gambe, ma a testa alta. La moglie del proprietario mi mostrò una stanza a due letti, calda, senz’aria, con le pareti rosso porpora. La stanza non aveva finestre e la porta dava su un cortile coperto da un lucernaio, il prezzo era basso. Il giorno dopo, mentre l’autobus attraversava il deserto, guardavo assonnato i brandelli di nuvole d’argento che si spostavano in cielo e la polvere bianca che il vento sollevava dalle saline e, all’orizzonte, la terra e il cielo che si fondevano, mescolando e annullando i loro colori. La Patagonia inizia sul Rio Negro. A mezzogiorno l’autobus attraversò un ponte di ferro sul fiume e si fermò davanti a un bar. Una donna india scese col figlio. Con la sua roba aveva occupato due posti. Masticava aglio spandendone intorno l’odore intenso e portava dei tintinnanti orecchini di oro vero e un cappello bianco e rigido, appuntato con spilloni alle trecce. Le case del villaggio erano di mattoni, con tubi di stufa neri e, sopra, un intrico di fili elettrici. Dove finivano le case di mattoni, cominciavano le catapecchie degli indios, fatte con casse da imballaggio, fogli di plastica e teli di sacco. Un uomo risaliva la strada, con un cappello di feltro marrone tirato giù sulla faccia. Portava un sacco di tela e camminava in mezzo a nuvole di polvere bianca, diretto verso la campagna. Lungo la riva del fiume i salici erano tutti germogliati e mostravano l’argento che brilla sotto le loro foglie. Gli indios avevano tagliato delle sottili bacchette lasciando sui tronchi delle bianche ferite e nell’aria l’odore della linfa. Il fiume, gonfio per lo scioglimento delle nevi sulle Ande, scorreva veloce, facendo frusciare le canne. Rondini rossastre davano la caccia agli insetti. Quando volavano sopra la scogliera, il vento le afferrava e ne invertiva di colpo il volo, finché calavano di nuovo basse sul fiume.

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Tipologie testuali La scogliera si elevava a picco sull’approdo di un traghetto; mi arrampicai su per un sentiero e dall’alto guardai controcorrente verso il Cile. Vedevo il fiume scorrere lucente fra le scogliere bianche come ossa, con strisce di terra coltivata da ogni lato. Lontano dalle scogliere c’e ra il deserto. Nessun suono tranne quello del vento, che sibilava tra i cespugli spinosi e l’erba morta, nessun altro segno di vita all’infuori di un falco e di uno scarafaggio immobile su una pietra bianca. B. Chatwin, In Patagonia , Adelphi

Sottolinea in verde le descrizioni degli ambienti e in rosso quelle delle persone. Completa segnando V (vero) oppure F (falso). In questo brano ci sono: V F dati uditivi. V F dati gustativi. V F dati visivi. V F dati olfattivi. V F dati tattili. Nella seguente frase sottolinea: in rosso i dati uditivi; in verde i dati visivi; in blu i dati olfattivi. Masticava aglio spandendone intorno l’odore intenso e portava dei tintinnanti orecchini di oro vero e un cappello bianco e rigido, appuntato con spilloni alle trecce. Completa segnando con una X . Questo testo esprime un punto di vista: oggettivo. soggettivo. L’autore descrive: l’ambiente in generale. i vari elementi che compongono l’ambiente. Inserisci il termine adatto scegliendo tra metafora e similitudine. Scogliere bianche come ossa è una ....................................................................................... L’argento che brilla sotto le foglie è una .......................................................................................

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Tipologie testuali

IL TESTO INFORMATIVO-ESPOSITIVO Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• • • • Il testo informativoespositivo

C he cosa vuol dire “informare”? C he cosa vuol dire “esporre”? P otete esporre un argomento se non avete informazioni su di esso? S e pensate ai libri che utilizzate, quale testo è “il più espositivo”?

Il testo informativo-espositivo presenta un argomento con lo scopo di dare informazioni e trasmettere conoscenze al lettore. I testi informativi-espositivi sono forse quelli che incontriamo più frequentemente: pen­ siamo ai libri di testo, ai giornali, alle riviste, ai car telloni pubblicitari, alle guide museali… I testi informativi-espositivi usano linguaggi molto vari: accompagnano la par te scritta con foto, diagrammi, titoli, disegni, tutti funzionali a una migliore spiegazione dell’argomento. Oggi i testi informativi-espositivi sono sempre di più “misti” perché mescolano ai segni del­ la lingua, cioè le parole, segni di tipo diverso, cioè gesto, immagine, suono, spie luminose… IL TESTO INFORMATIVO-ESPOSITIVO IN NUOVI TR@GUARDI • LETTURE Analizzare la tipologia Nel Libro di Lettura alle pp. 105-114 Riconoscere la tipologia Sono presenti testi informativi-espositivi anche nei seguenti capitoli che trat­ tano differenti tematiche:

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I libri p. 136 Gli animali p. 158 Bambini: dove p. 195 Le stagioni pp. 208, 214, 219, 220, 223


Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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IL TESTO INFORMATIVO-ESPOSITIVO Leggi con attenzione.

LE ANTICHE OLIMPIADI I giochi sacri, cioè le gare sportive organizzate in onore degli dèi, avevano una straordinaria importanza presso i Greci. Questi giochi si svolgevano in varie città, ma i più importanti erano quelli di Olimpia. Le Olimpiadi, così chiamate dal nome della città, si disputavano ogni quattro anni; in questo periodo si sospendevano tutte le ostilità. Il vincitore di ciascuna gara era premiato con una corona di olivo, acquistava gloria e prestigio. E i cittadini della sua polis gli offrivano gratuitamente il cibo. Durante le prime Olimpiadi la gara era una sola, la corsa; poi, a mano a mano, si aggiunsero la lotta, il pugilato, la corsa con i carri trainati da cavalli e il pentatlon, una disciplina composta da cinque specialità sportive: il lancio del disco, il lancio del giavellotto, la corsa, il salto in lungo e la lotta. Le donne non potevano né partecipare né assistere alle gare, ma alle ragazze erano riser vati giochi dedicati a Era, la moglie di Zeus. La prima Olimpiade si svolse nel 776 a.C. e l’ultima Olimpiade dell’antica Grecia nel 393 d.C.: nell’antichità si tennero in tutto 292 edizioni dei giochi olimpici. Gli antichi Greci cominciarono a contare gli anni del loro calendario dalla data della prima Olimpiade. Alle Olimpiadi partecipavano anche gli atleti delle colonie della Magna Grecia.

Completa per riferire brevemente le principali informazioni. I Greci davano grande importanza ............................................................................................................................................................................................................................................................... I più importanti giochi sacri erano .......................................................................................................................... ai quali partecipavano anche .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Durante il periodo in cui ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ Il premio per ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Le gare disputate erano ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. Alle donne erano riser vati ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Le Olimpiadi iniziarono ....................................................................................................................... e terminarono ...................................................................................................................... Dalla prima Olimpiade i Greci ....................................................................................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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IL TESTO INFORMATIVO-ESPOSITIVO Leggi con attenzione.

L' ALIMENTAZIONE OGGI Costi per la terra Oggi il cibo che acquistiamo è per lo più prodotto, lavorato, impacchettato e conser vato in parti diverse del mondo. Il prezzo che l’ambiente paga per queste scelte è assai alto. Per lavorare e trasportare il cibo si consuma molta energia, aumentando l’inquinamento e l’accumulo di rifiuti. Ambienti fragili inoltre sono stati distrutti da piccoli agricoltori che cercavano di guadagnarsi da vivere producendo alimenti da esportare. Costi invisibili Il panino con hamburger è diventato uno dei cibi più diffusi: ogni giorno se ne consumano milioni in tutto il mondo. Per prepararne uno occorrono più di 20 ingredienti prodotti in vari Paesi. Il cibo è economico per i consumatori che dovrebbero però anche riflettere su come viene preparato. Distruzione dell’ambiente La maggior parte del manzo per gli hamburger americani proviene dal Brasile. Per far spazio alle mandrie sono state abbattute vaste aree di foresta pluviale. L’erba sottile cresce per qualche anno, poi la terra viene abbandonata, perché incolta e sterile. Immagazzinamento e trasporto I supermercati consumano molta elettricità perché conser vano i prodotti in frigoriferi e surgelatori. Una grande quantità di carburante viene bruciata inoltre da navi, aerei e camion che trasportano i prodotti. L’inquinamento prodotto dai gas di scarico dei mezzi di trasporto è una delle principali cause del cambiamento del clima mondiale. Lavorazione del cibo Prima di raggiungere i supermercati, molti prodotti freschi vengono lavorati e inscatolati. La preparazione di piatti pronti e di alimenti che si conser vano a lungo permette a molta gente di lavorare, ma rende il cibo assai più costoso. Montagne di rifiuti Ogni settimana si buttano via tonnellate di scarti di cibo e di rifiuti casalinghi. La spazzatura in molti casi viene accumulata, compressa e sotterrata in discariche. Questo sistema non è ideale perché i rifiuti possono disperdere gas maleodoranti e sostanze chimiche inquinanti per l’acqua delle falde.

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Tipologie testuali Riciclare i rifiuti I rifiuti in genere vengono sotterrati, ma si possono riciclare. In molte città sono attivi ser vizi di riciclaggio dei rifiuti prodotti dai cittadini. Se si riciclano i materiali, si possono tagliare meno alberi e estrarre meno minerali dalla terra, dunque si danneggia meno l’ambiente. Mar yn Bramwell, Emergenza cibo , Mondadori

Segna con una X quale frase evidenzieresti in ogni paragrafo per indicare l’informazione principale. Primo paragrafo Si consuma molta energia. Il cibo è prodotto in parti diverse del mondo. Secondo paragrafo Occorrono più di venti ingredienti. Riflettere su come viene preparato il cibo. Terzo paragrafo Sono state abbattute vaste aree di foresta. La terra viene abbandonata. Quarto paragrafo I supermercati conser vano i prodotti in frigoriferi e surgelatori. L’inquinamento è prodotto anche dai gas di scarico dei mezzi di trasporto. Quinto paragrafo I prodotti freschi vengono inscatolati. La preparazione di piatti pronti rende il cibo assai più costoso. Sesto paragrafo Si buttano via tonnellate di scarti di cibo. Questo sistema non è ideale. Settimo paragrafo I rifiuti vengono sotterrati. Se si riciclano i materiali si danneggia meno l’ambiente.

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Tipologie testuali Nome e cognome

VERIFICA Il testo informativo-espositivo

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Data

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GIOCATTOLI SICURI Inventare e ricercare Per inventare un giocattolo, la fantasia e l’esperienza non bastano: si devono anche studiare i gusti del pubblico e i temi che vanno di moda. – Tutto comincia con una riunione dove proponiamo idee su temi che secondo le ricerche di mercato, le analisi e la nostra esperienza piacciono ai ragazzi, per esempio i dinosauri – spiega Giuliano Meneghini, alla guida del gruppo di inventori dei giochi scientifici di una grande azienda. Così si realizza un prototipo, cioè il primo esemplare del gioco che si vuole produrre: all’inizio viene disegnato su carta da un designer e poi costruito in cartone, cartapesta o resina. Una volta che il prototipo è completato, lo si presenta all’ufficio tecnico, che ordina la realizzazione degli stampi per creare tutti i pezzi. Quando tutti gli elementi sono pronti, può iniziare la produzione del giocattolo in serie. Sicurezza e torture Quando si studia un prototipo, bisogna pensare anche alla sicurezza dei bambini: bordi non taglienti, punte arrotondate, niente pezzi minuscoli. Tutti i giocattoli devono rispondere alle norme di sicurezza stabilite dalla Comunità Europea. Prima di arrivare in negozio, quindi, i giochi devono passare sotto le “grinfie” degli Enti di certificazione che, attraverso macchinari specifici, li “torturano” per controllarne le caratteristiche fisiche e meccaniche, tipo resistenza agli urti, infiammabilità e robustezza. Bambole e peluche, per esempio, vengono messi a contatto con una piccola fiamma per 3 secondi, in modo da misurare la velocità con cui prendono fuoco. Inoltre, vengono lanciati ad alta velocità, tirati e torti: in particolare gli occhi e i nasi devono resistere a uno strappo fortissimo praticato da una tenaglia, che simula il morso di un bambino. Per assicurarsi, invece, che gli elementi piccoli non siano pericolosi, non potendo rivolgersi a bambini reali, si utilizzano strumenti che simulano le parti del corpo di un piccolo giocatore.

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Tipologie testuali Quello che riproduce il naso verifica che non ci siano pezzi talmente piccoli da poter essere aspirati; un altro, a forma di cilindro e grande quanto la gola di un bambino sotto i tre anni, controlla che non siano ingeribili; quello che simula il dito accerta che le parti da non toccare, come le viti, non siano raggiungibili. Una volta superati tutti i test, i giocattoli possono essere venduti con il marchio della Comunità Europea (CE), che ne attesta l’affidabilità. I. Infante, Focus Junior n. 101

Per ogni frase, scrivi se si tratta dell’informazione principale o di una informazione secondaria. Il modo in cui si progettano i giocattoli. Studiare i gusti del pubblico. Il tema della sicurezza nei giocattoli. Il modo in cui si verifica la sicurezza dei giocattoli.

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Scrivi alcuni termini specifici di quest’argomento contenuti nel testo. Se di alcuni di essi non conosci il significato, cercalo sul vocabolario o su Internet. ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Rispondi. Qual è l’ordine in cui l’argomento è trattato nel testo? ..............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Tipologie testuali

IL TESTO TEATRALE Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• • • • • • Il testo teatrale

S iete mai stati a teatro? C he cosa vi ha colpito di uno spettacolo teatrale? S econdo voi, è facile per un attore recitare? R icordate qualche recita fatta a scuola o in qualche altra occasione? Q ual è stata la cosa più difficile: recitare con espressività o ricordare le parole della par te assegnata? A vete provato qualche emozione par ticolare?

Il testo teatrale ha una finalità ben precisa: è scritto per essere messo in scena, per met­ tere in contatto diretto lo spettatore con la vicenda che gli attori rappresentano. Nel testo teatrale non sono impor tanti solo le parole scritte, ma anche la mimica e i gesti che devono fare gli attori. Per questo le varie par ti devono essere brevi e incisive. Un’altra caratteristica dell’opera teatrale è quella di essere collettiva, perché accanto allo scritto dell’autore devono inter venire anche gli scenografi, i musicisti, i costumisti, il regista, il quale ha il ruolo fondamentale di coordinare tutti i lavori. L’opera teatrale è un buon esempio di come, lavorando tutti insieme, si possa avere suc­ cesso. IL TESTO TEATRALE IN NUOVI TR@GUARDI • LETTURE Analizzare la tipologia Nel Libro di Lettura alle pp. 115-124 Riconoscere la tipologia È presente un testo teatrale anche nel capitolo che tratta la seguente tematica: Bambini: quando pp. 190, 191

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Tipologie testuali Nome e cognome

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IL TESTO TEATRALE Leggi con attenzione.

IL SARTO E IL CALZOLAIO Calzolaio: Dove state andando così di fretta, signor sarto? Sarto: Non vi avevo visto, Mastro Calzolaio. Calzolaio: Me ne sono accorto, amico. Che cosa c’è che non va? Sembrate agitato. Le cose vi vanno così male? Posso aiutar vi? Sarto (scuotendo la testa) : Non credo… sebbene sia gentile da parte vostra chiederlo. (Esita come se fosse incerto se andare avanti o meno; poi, d’impulso, si sfoga) È colpa di quell’imbroglione del mercante Filargiro. Mi ha promesso sei braccia di seta con la sua prossima nave a cinque pezzi d’argento il braccio. E ora chiede otto pezzi al braccio! Calzolaio: È sempre stato un furbastro! Ma perché preoccuparsi, amico? Non dovreste far altro che rifiutar vi di comprare… Sarto: Qui sta la sventura! Ho quasi venduto la stoffa… a sei pezzi il braccio! L’ho promessa, per fare un nuovo mantello, a quell’elegantone di Gherardo, per il ballo del Duca. Se non mantengo la parola sarà l’ultimo mantello che farò per lui. Devo riuscire a trovare il denaro per il mercante Filargiro, che la peste lo colga! Diciotto pezzi d’argento in più di quanto avessi calcolato! Calzolaio: Non potreste portare la faccenda davanti alla Corte? Chi erano i testimoni del vostro contratto con il mercante Filargiro? Sarto: Non ce n’e ra nessuno… è troppo astuto perché ve ne fossero. Calzolaio: Che astuzia da parte sua! Sarto: Se io andassi in tribunale, chi crederebbe a me invece che al mercante Filargiro? Calzolaio (gridandogli dietro) : Che la fortuna sia con voi, amico! (scuote la testa preoccupato ed esce di scena). G.R. Crosher, Colpi di scena-Teatro per ragazzi , Nuove Edizioni Romane

Rispondi. A che cosa ser vono le indicazioni scritte tra parentesi? .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. In questo copione quali di questi ruoli mancano: protagonista, comparse, comprimario o personaggi secondari? .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. Segna V (vero) oppure F (falso). In questo copione c’è il prologo. V F V F In questo copione c’è l’epilogo. Ci sono le indicazioni per le scene. V F

V F Il sarto è il protagonista. Il calzolaio è il comprimario. V F

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Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

IL TESTO TEATRALE Leggi con attenzione.

IL SOFFIA SOGNI Narratore: Sofia è stata rapita dall’orfanotrofio da un gigante. Fortunatamente si tratta del Grande Gigante Gentile, che le vuole bene e che impedisce che venga mangiata dagli altri giganti crudeli che vivono nel Paese dei Giganti. È mattino presto e Sofia è ancora addormentata nella caverna del GGG. Ma il GGG è in piena attività. Sofia: GGG? GGG: Che vuole? Sofia: Dove sta andando? GGG: A lavorare. Sofia: Di nuovo dove vivevo prima? A soffiare in quella sua specie di tromba? GGG: (scosso) Tu mi hai visto soffiare? Sofia: Sì, che cosa stava facendo? GGG: Può io aver fiducia in tu? Sofia: Certamente. GGG: Bene, allora. Io, Sofia, è un gigante soffia-sogni. Io soffia i sogni nelle camere da letto dei bambini tormentati. Bei sogni. Sogni d’o ro. Sogni che rende felici. Sofia: Da non credere. GGG: Vede questi barattoli? Lì io tiene i sogni. Sofia: Sono tutti sogni? Ma dove se li procura? GGG: Io li acchiappa. Sofia: Ma è impossibile! GGG: Tu non crede nei sogni? Sofia: Certamente, ma… GGG: Ascolta. Sogni è una cosa molto misteriosa. Flotta nell’aria come bollicine di gazosa in cerca della gente tormentata. Viene. Io ti mostra. Tu diventerà un’acchiappasogni come io! Sofia: (forte) Davvero? Oh, sì, per favore! GGG: Shh! Tiene il respiro e tiene le dita incrocchiate. Andiamo! D. Wood, Recitiamo il GGG di Roald Dahl , Salani

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Tipologie testuali Completa segnando con una X . Questo testo teatrale è: una commedia. un dramma. un melodramma. el testo, segna con una N l’epilogo.

una tragedia. un monologo.

rossa il prologo, con una

blu lo sviluppo. Poi inventa tu

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Nel testo, sottolinea in arancione i suggerimenti per la recitazione. Disegna quale potrebbe essere la scenografia di questo testo teatrale.

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Tipologie testuali Nome e cognome

VERIFICA Il testo teatrale

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Data

IL SINDACO È FURIOSO Scena prima Narratore: Il sindaco è nell’ufficio comunale, seduto alla sua scrivania. Legge alcuni documenti che gli hanno portato l’assessore alla cultura e il bibliotecario. Il sindaco è furente, gli altri due uomini sono visibilmente preoccupati. Sindaco (battendo energicamente i pugni sul tavolo) : No, no, no… Non è possibile! Non ci credo! Zero! Proprio zero… che assurdità! Ma cosa vuol dire poi questo zero? Assessore alla cultura (esitante) : Vuol dire che anche quest’anno non abbiamo avuto alcun iscritto, signor Sindaco. Bibliotecario: Proprio così, purtroppo. Nessun bambino iscritto alla biblioteca di via Col Vento. Nemmeno uno. Sindaco (sempre più infuriato) : E perché invece la biblioteca di via Aerea ha cinquemilasettecentottantadue iscritti? Perché quella di via Vai ne ha ottomilaquattrocentosei? E quella di via Dotto novemilatrecentoventisette. Eh? Perché? Assessore: Ma signor Sindaco, proprio a me lo chiede? Sindaco (alzandosi in piedi) : Certo, proprio a lei. Non è lei l’assessore alla cultura? A chi lo dovrei chiedere, se no? Forse alla donna delle pulizie, eh? (indica una signora di mezza età che sta lavando i vetri sul fondo della sala) . Assessore (con un sorrisetto ironico) : Senta, io volevo solo dire che quelli sono quartieri facili, pieni di bambini educati, gentili, che non gridano, non litigano, non dicono mai parolacce. Proprio dei bravi bambini tranquilli che amano tanto passare i pomeriggi in biblioteca. Invece, nel quartiere di via Col Vento… Bibliotecario: Ecco, appunto... In quel quartiere lì ci sono dei bambini scalmanati. Dei veri selvaggi. Altro che leggere, altro che venire a chiudersi in biblioteca. Sindaco (avvicinandosi minaccioso al bibliotecario) : Lei chiuda il becco, caro il mio bibliotecario, che le conviene. Sono tre anni che lavora in via Col Vento. E con quale risultato? Con quale risultato, eh? Avanti, lo dica, il suo bel risultato. Lo dica dunque! Chiaro e forte. Bibliotecario (a testa bassa) : Zero. Sindaco: Zero, appunto. Uno zero… come lei!

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Tipologie testuali Assessore: Non dica così, signor sindaco. Non sia ingiusto, adesso. (Indica il bibliotecario, che è rimasto a testa bassa, avvilito) Il ragazzo è preparato. Sindaco (ironico) : Ma va? Assessore: Non sa che è diplomato? Sindaco: Però! Assessore: Poi si è anche laureato. Sindaco: Davvero? Assessore: …documentato, aggiornato, informato, specializzato. È un ragazzo che ha studiato! Ed è pure mio cognato. Sindaco (ridacchia) : Insomma... raccomandato! Assessore: Ma no, ma no… La verità è un’altra, signor sindaco. La verità è che la biblioteca di via Col Vento non ha mai funzionato. Né mai funzionerà. I bambini di quel quartiere non sanno che farsene dei libri. Preferiscono giocare a pallone, saltare alla corda, correre nei vicoli o fare giri in bicicletta. Questo è il problema. Anna Lavatelli, L’assalto alla biblioteca , Editrice Bibliografica

Completa segnando con una X . Le parole del narratore sono: il prologo. l’epilogo.

Questo testo è: un dramma. una commedia.

Il copione prevede: più ruoli. un solo ruolo.

Il copione: è diviso in atti. non è diviso in atti.

Le parole tra parentesi sono: le battute che devono recitare i personaggi. i suggerimenti per la recitazione.

La scena è: l’ambiente in cui si svolge la vicenda. il momento più importante della recitazione.

Il protagonista è: il sindaco. l’assessore alla cultura. L ’assessore alla cultura e il bibliotecario sono: le comparse. i comprimari.

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Tipologie testuali Nome e cognome

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Data

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MAPPA DELLE TIPOLOGIE TESTUALI Completa la mappa. Il TESTO NARRATIVO racconta una storia per appassionare il lettore. Il testo narrativo può essere .................................................................................. o .................................................................................. Nel .................................................................................................................................. l’autore narra le imprese di divinità o eroi. Nel RACCONTO .................................................................................. l’autore narra imprese straordinarie affrontate da personaggi coraggiosi. TESTI NARRATIVI

Nel RACCONTO ..................................................................................................................................... l’autore narra vicende fantastiche in cui si scontrano il Bene e il Male. Nel RACCONTO ..................................................................................................................................... l’autore narra episodi della sua vita. Nella .................................................................................. chi scrive comunica con una persona lontana. Nel .................................................................................. l’autore scrive per se stesso, periodicamente, ciò che gli succede e le sue emozioni. Il TESTO .................................................................................. è scritto per recitare davanti a un pubblico avvenimenti reali o fantastici, comici o tragici.

Nel TESTO .................................................................................................................... l’autore rappresenta con parole le immagini di persone, animali, oggetti e ambienti. TESTI NON NARRATIVI

Nel TESTO .................................................................................................................... l’autore fornisce informazioni su un argomento specifico. Nel TESTO .................................................................................................................... l’autore usa le parole per comunicare emozioni e sensazioni, o divertire.

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Antologia

ANTOLOGIA In questa sezione sono inserite par ti significative di alcuni libri di narrativa per ragazzi. Funzione didattica

Suggerimenti

Nel Libro di Lettura i ragazzi trovano solo brevi brani tratti da altri libri. I brani inseriti sono significativi, interessanti e piacevoli per gli alunni sia dal punto di vista del linguaggio sia dal punto di vista del contenuto trattato ma, inevitabilmente, sono brevi. In questo modo i ragazzi non hanno modo di essere affascinati da una narrazione che ha ritmi e contenuti più ampi ed esaurienti. La scelta di offrire brani più lunghi con argomenti interessanti per i ragazzi e relativi alle tipologie testuali trattate durante l’anno scolastico è stata fatta per suscitare negli allievi il desiderio di “vedere come va a finire”. L’insegnante potrà utilizzare questi estratti nel modo che riterrà più oppor tuno: • l ettura collettiva in classe; • l ettura individuale a casa; • l ettura critica in cui i ragazzi “verbalmente”, durante una discussione collettiva o a piccoli gruppi, esprimeranno le emozioni che ha loro suscitato la lettura di questi brani. Si può anche cominciare a chiedere loro un giudizio sullo stile adottato dallo scrittore. Si sconsiglia di utilizzare questi testi per esercizi di comprensione, riassunto, produzione. Sarà molto utile, invece, l’utilizzo finalizzato al piacere della lettura, al piacere della co­ noscenza e all’acquisizione della consapevolezza che la lettura favorisce lo sviluppo della fantasia e l’aper tura verso il mondo. Questo può essere un punto di par tenza per far nascere il desiderio della lettura del “libro intero”. Sarebbe bene abituare i ragazzi a leggere il nome dell’autore ed eventualmente ricercare notizie su di lui e sulle sue opere. Testi I testi sono tratti dai seguenti volumi, editi da La Spiga Edizioni: Annalisa Casali, Re Ar tù, il cuore e la spada Gianluca Agnello, I viaggi di Ulisse Mauro Mar tini Raccasi, TomTom e i predoni vichinghi

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Antologia

RE ARTÙ, IL CUORE E LA SPADA EXCALIBUR Re Artù non aveva più una spada perché aveva rotto la sua durante un combattimento. Merlino e Artù arrivarono sulle rive di un lago lungo e stretto, chiuso tra due alte montagne. L’acqua del lago era così scura che non rifletteva neppure la vegetazione intorno. Il lago era tranquillo ma, a inter valli, un leggero soffio di vento increspava la superficie dell’acqua. Il cielo era nuvoloso e, solo ogni tanto, il sole faceva capolino da dietro le nuvole. Al centro del lago si vedeva un oggetto che brillava quando era colpito dal sole. – Che cosa c’è laggiù? – chiese Artù. – Guarda bene. Il giovane scese da cavallo e si avvicinò alla riva. Fissando quella cosa misteriosa riuscì a distinguere un braccio che usciva dall’acqua. Era un braccio di donna ricoperto da una manica di seta bianca e teneva alta nella mano una spada: era quella che scintillava ogni tanto alla luce del sole. – Ma è incredibile! Un braccio senza testa e un corpo nel centro del lago! – Le meraviglie non sono finite – disse Merlino. – Guarda! Lontano, proveniente dall’altra sponda, si avvicinava una fanciulla che camminava direttamente sulla superficie dell’acqua. Era vestita con una tunica azzurra, fermata alla vita da una cintura ricoperta di pietre preziose che brillavano alla luce come la spada. Camminava leggera e sicura verso di loro. – Questo è un prodigio! Chi è quella ragazza? – chiese Artù. – È la Dama del Lago, ma ci sono anche molti altri prodigi e misteri qui. Sotto una grande roccia, nel profondo del lago, esiste un castello meraviglioso con così tante ricchezze che neppure puoi immaginare. È lì che la dama abita. Ora sta venendo da noi. Se glielo chiederai con gentilezza, forse ti regalerà la spada. La fanciulla arrivò proprio davanti a loro e,

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Antologia sempre restando sospesa sull’acqua, li salutò: – Buongiorno, Merlino. Buongiorno, mio signore. Tu sei Artù, il figlio di Uter Pendragon, vero? Artù non si sorprese che la dama conoscesse il suo nome: in quel mondo magico tutto era possibile. Rispose: – Buongiorno, signora. Che spada meravigliosa là in mezzo al lago. Di chi è? È molto bella. Come vorrei poterla avere, perché, vedi, io non ne ho nessuna. Così dicendo, spalancò le braccia come a mostrare che in effetti era completamente disarmato. – Quella è Excalibur. Significa acciaio tagliato ed è la mia spada. Se tu mi farai un dono quando te lo chiederò, potrai averla. Artù si affrettò a rispondere: – Sul mio onore, mia signora. Ti darò tutto quello che mi chiederai. – Allora la spada è tua. Sali su quella barca e rema fino al centro del lago. Non temere, quando arriverai, prendi pure la spada, la mano te la consegnerà. Prendi sia la spada che il fodero. Per quanto riguarda il dono, te lo chiederò quando sarà venuto il momento. Detto questo, la dama si dissolse in una cascata di goccioline finissime.

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Antologia Artù seguì scrupolosamente le istruzioni. Prese la barca legata a un ramo di salice e remò fino al centro del lago. Ogni tanto guardava nell’acqua per scorger vi le meraviglie di cui aveva parlato Merlino, ma il lago era troppo profondo e scuro. Arrivò al misterioso braccio, prese con delicatezza la spada con il suo fodero e la mano, dopo aver fatto la consegna, sparì sott’acqua senza lasciare la minima increspatura sulla superficie. Artù era turbato, non si sentiva molto sicuro su quell’acqua troppo silenziosa e nera e si affrettò a remare verso la riva. Con i suoi vigorosi colpi di remi, il ritorno fu molto più veloce dell’andata. Quando raggiunse la riva, mostrò raggiante la spada a Merlino, poi la estrasse dal fodero. Sulla lama lucida e tagliente si leggeva scritto in eleganti caratteri: Excalibur. – È meravigliosa! – esclamò. – Ti piace più la spada o il fodero? – gli chiese Merlino. Il fodero, che aveva deposto sull’erba, era di cuoio, con incastonate pietre preziose che creavano colorate decorazioni, e aveva una fascetta d’argento alla quale era fissata la cintura con cui si legava alla vita. – La spada – rispose senza esitazione Artù. – Il fodero è molto più prezioso. Finché lo porterai non potrai essere ferito. È un fodero magico, tienilo sempre con te. Forza, andiamo ora, torniamo a Camelot. Sulla strada del ritorno passarono davanti a una tenda elegante e Artù chiese a Merlino, che aveva sempre la risposta a tutto: – Di chi è questa tenda lussuosa? – Ma come? Non la riconosci? È del tuo avversario, Pellinore. – L’ultima volta che l’ho vista ero leggermente indaffarato a duellare – rispose un po’ risentito Artù. – Non ho potuto osser varla con attenzione! E lui dov’è? – Si è battuto contro uno dei tuoi cavalieri, Ser Egglame, che però alla fine si è spaventato, ha voltato il cavallo ed è scappato via. Pellinore l’ha inseguito fino a Camelot. Lo incontreremo presto sulla strada del ritorno. – Bene, ora che ho una spada potrò battermi di nuovo con lui! – esclamò tutto soddisfatto Artù. – Ragazzo, ragazzo – sospirò Merlino, – queste non sono parole sagge. Ser Pellinore sarà sicuramente stanco per aver duellato e inseguito Ser Egglame fino a Camelot. Che onore ci sarebbe a duellare con un avversario che non è al meglio della forma? Lo batteresti facilmente e non ne otterresti nessuna soddisfazione. Dai retta a me, lascialo passare. In futuro ti renderà grandi ser vigi e anche i suoi figli ti faranno onore. Non essere così cocciuto.

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Antologia LA COMPAGNIA DELLA TAVOLA ROTONDA Per le sue nozze, Artù aveva ricevuto un’enorme tavola rotonda. Attorno a essa si sarebbero seduti tutti i cavalieri, in modo che fossero uguali per rango e nobiltà. Artù era entusiasta di aver creato la Compagnia della Tavola Rotonda, quanto lo era dei preparativi per il giorno delle sue nozze. – Durante il banchetto, per festeggiare le mie nozze voglio che si celebri anche la nuova compagnia dei nobili cavalieri – confidò a Merlino. – Stabiliremo le regole e giureremo insieme di rispettarle. – E le tue gesta si tramanderanno per generazioni, come esempio di nobiltà d’animo e coraggio – concluse sorridendo il mago. Il giorno stabilito, i cavalieri, i baroni e le dame del regno d’Inghilterra raggiunsero Camelot per assistere alla cerimonia nella chiesa di Santo Stefano. Fuori e dentro la chiesa c’e rano una grande folla e un’aria di festa. Alle porte e alle finestre di tutte le case erano stati legati nastri colorati e chi non ne possedeva aveva affisso rami di pino o di lauro. Finalmente la folla si aprì e lasciò il passo a Ginevra. La principessa arrivò alla chiesa sopra un cavallo bianco, preceduta da quattro cavalieri con indosso la loro lucente armatura, ricoperta da mantelli di un giallo splendente. Era seguita da quattro damigelle a cavallo che portavano ampie gonne dalle sfumature arancione e oro. La giovane sposa, invece, aveva un vestito di velluto rosa chiaro e sembrava un soffice e tenero fiore in un campo di girasoli. Quando Ginevra arrivò al sagrato, Artù le si avvicinò sollecito, le prese la mano, che baciò in segno di saluto, e l’aiutò a smontare da cavallo. Poi si incamminarono insieme all’interno della chiesa dove, davanti all’altare, li aspettava l’Arcivescovo per celebrare le nozze. I due giovani sposi, tenendosi per mano, giurarono davanti a Dio di amarsi e rispettarsi per sempre. L’Arcivescovo prese poi una corona d’o ro da un cuscino di velluto rosso e incoronò Ginevra regina d’Inghilterra. La folla, all’esterno della chiesa, cominciò a urlare: – Viva il re e la regina d’Inghilterra! Anche i nobili all’interno della chiesa gridarono: – Viva Re Artù e la Regina Ginevra! E, al passaggio della coppia reale che si dirigeva verso l’uscita, tirarono in aria i ricchi cappelli decorati di pelliccia, ricami e gemme. Dopo la cerimonia, il corteo nuziale, preceduto da trombettieri e sbandieratori, si diresse verso il castello di Camelot. Davanti a tutti cavalcavano la Regina Ginevra e Re Artù, lei sopra il suo cavallo bianco, lui su un cavallo nero. Dietro seguivano i grandi lord del regno e, per finire, il popolo di Camelot. I grandi signori si riunirono nella sala del trono per i festeggiamenti, mentre il popolo continuò la festa nel vasto cortile del castello. Lì erano stati allestiti enormi spiedi per poter sfamare il popolo. La ser vitù si dava da fare a portare grandi botti di vino e a versare generosi boccali a tutti coloro che erano venuti a festeggiare la coppia reale. I brindisi al re e alla regina si susseguivano ogni minuto.

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Antologia Al banchetto, all’interno del castello, i più nobili e onorati cavalieri del regno sedettero insieme a Re Artù e alla Regina Ginevra attorno alla tavola rotonda. Il resto della corte si accomodò alle tavole imbandite, secondo la tradizione, lungo i muri della sala per lasciare spazio, al centro, a menestrelli e giocolieri. Finalmente cominciò il banchetto, che prevedeva venti portate tra selvaggina, verdura, frutta e dolci. Dopo le prime dieci portate, nel mezzo del banchetto, Artù si alzò e pronunciò il suo discorso: – Siamo qui riuniti per festeggiare le mie nozze, la Regina Ginevra, ma anche la creazione della Compagnia della Tavola Rotonda, a cui tutti questi nobili appartengono. I cavalieri che fanno parte di questa Compagnia, però, dovranno mantenersi sempre puri e coraggiosi e dovranno rispettare certe regole – sentenziò il re. Poi mostrò a tutti una pergamena.

Un vero cavaliere non ricorrerà mai alla violenza senza un giusto scopo. Non si abbasserà mai all’assassinio o al tradimento. Un vero cavaliere sarà misericordioso quando misericordia sarà chiesta

e proteggerà dame, damigelle e vedove. Farà valere i loro diritti e non ne abuserà mai. Un vero cavaliere non si batterà mai per una causa ingiusta o per vantaggi personali.

Merlino prese la pergamena e lesse a voce alta le regole. Alla fine Artù disse: – Ora, signori, alzatevi, prendete le vostre coppe e giurate con me. Tutti i cavalieri si alzarono in piedi come fossero un solo uomo e, con loro, si alzarono anche tutti i presenti nella sala. I cavalieri presero in mano le coppe e ripeterono le parole del re. – Giuriamo in nome di Dio e sul nostro onore di rispettare le regole della Compagnia della Tavola Rotonda e di non disonorarne mai il nome. Amen. Ser Kay gridò: – Viva Re Artù, viva la Compagnia della Tavola Rotonda! – Viva! – risposero in coro i cavalieri e alzarono i calici per brindare insieme. Poi si sedettero. Artù tornò a parlare e concluse: – Ogni anno, il giorno di Pentecoste, rinnoveremo il nostro giuramento e festeggeremo insieme la creazione della Compagnia, le mie nozze e il mio regno. A quel punto Merlino si alzò in piedi, levò una mano e pronunciò queste parole: – Che tutti tacciano e ascoltino. Comincia ora un’e poca di cose strane e meravigliose. Da oggi in avanti, i cavalieri che vorranno provare il loro onore e la loro bravura attraverso un compito o una ricerca si dovranno presentare davanti alla Compagnia qui riunita e davanti a Re Artù. Dovranno chiedere il permesso di lanciarsi nell’avventura. Al ritorno, dovranno narrare al cospetto di tutti noi le loro gesta.

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Antologia

I VIAGGI DI ULISSE LA MELA DELLA DISCORDIA Tutto ebbe inizio per… una mela! Ma facciamo un passo indietro. Secondo il mito, tutti gli dèi dell’Olimpo vennero invitati al banchetto di nozze tra Peleo, re di Ftia, e la ninfa Teti. Tutti gli dèi furono invitati, tranne Eris, la dea della discordia. Infuriata, la dea decise di vendicarsi e fece cadere sulla tavola nuziale una mela d’o ro su cui era scritto: ALLA PIÙ BELLA. Afrodite, Era e Atena incominciarono a contendersi la preziosa mela e la lite terminò solo quando inter venne Zeus e decise che sarebbe stato un uomo, Paride, figlio di Priamo re di Troia, a stabilire chi fosse degna del pomo. Era, per essere scelta, promise a Paride che in cambio gli avrebbe dato il dominio sull’Asia. Atena gli promise la saggezza e l’invincibilità. Afrodite, invece, gli promise che, se l’avesse fatta vincere, gli avrebbe fatto sposare la donna più bella del mondo: Elena, già moglie di Menelao, re di Sparta. Paride scelse proprio Afrodite e la dea mantenne la sua promessa: con un incantesimo, fece in modo che la regina di Sparta si innamorasse a prima vista di Paride. Così fu. Elena, incontrato il principe durante una missione diplomatica, fuggì con lui a Troia, in Turchia. Non appena Menelao lo scoprì, andò su tutte le furie e, deciso a riprendersi Elena, chiese aiuto a tutti i re greci: creò un potentissimo esercito e dichiarò guerra a Troia. Ulisse, re di Itaca e protagonista di mirabolanti avventure, a dire il vero non aveva nessuna intenzione di partecipare a quella guerra. Un oracolo gli aveva predetto che, se fosse andato a Troia, non sarebbe riuscito a tornare nella sua isola per venti anni. Egli, credendo a quel presagio, si finse pazzo. Quando Palamede, messaggero del re Menelao, andò a Itaca, trovò Ulisse intento a seminare sale. Palamede, che ben conosceva l’astuzia del valoroso condottiero, non si fece trarre in inganno e lo mise alla prova: prese il piccolo Telemaco, figlio di Ulisse, e lo posò sul terreno davanti all’aratro. – Se sei davvero pazzo, passa con l’aratro sul corpo di tuo figlio – disse con aria di sfida. Il re di Itaca non rispose. Armò i suoi uomini e partì per Troia. La guerra iniziò e fu lunga e sanguinosa. Nonostante la forza dell’esercito greco, i guerrieri troiani furono così valorosi da riuscire a respingere tutti gli attacchi nemici per uno, tre, cinque, dieci anni!

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Antologia SCILLA E CARIDDI Terminata la guerra, Ulisse cerca di ritornare in patria, ma mille avventure lo attendono. Le navi di Ulisse avevano da poco superato il luogo delle Sirene, quando si trovarono di fronte a uno scenario raccapricciante. L’acqua era stretta tra due alte rupi e da un lato c’e ra una nebbia fittissima sopra un vortice immenso e pauroso: Cariddi. Sul lato opposto c’e ra Scilla: un mostro enorme con sembianze di drago. Aveva sei lunghissimi colli che sembravano serpenti e terminavano con feroci e terrorizzanti musi di cane: pareva fatto apposta per attaccare dall’alto gli equipaggi delle navi. – Svelti, remate verso il vortice! – ordinò Ulisse. In un batter d’o cchio la nave fu inghiottita dalla nebbia e ben presto Ulisse intuì di aver sottovalutato la forza di Cariddi. Il mostro, un pesce enorme simile a una lampreda, aveva un’immensa bocca con la quale cercava di risucchiare la nave. Attraverso le sue branchie creava onde altissime, che sballottavano la nave e la spingevano verso il centro del vortice per inghiottirla. Non c’e ra tempo da perdere: se non cambiavano rotta al più presto, il gorgo li avrebbe risucchiati e fatti affondare. – Il mare è troppo forte – gridò Ulisse. – Remate verso destra, se Scilla ci attacca lo ucciderò con le mie mani e… Non fece in tempo a finire la frase. Quando quella specie di mostruoso drago intuì che la nave si stava avvicinando, iniziò ad agitare i suoi lunghissimi colli. Con una velocità impressionante scagliò le sei teste verso l’imbarcazione e con i suoi denti appuntiti afferrò sei compagni. – Nooooo! – urlò impotente il re di Itaca, ma ormai era troppo tardi: le sei bocche del crudele Scilla avevano divorato i suoi compagni. In qualche modo la nave riuscì a scivolare via dallo stretto e, per un pelo, il mostro non riuscì ad afferrare altri uomini. Poi, come per magia, tornò il silenzio. Anche se triste per la perdita dei sei compagni, l’equipaggio tirò un sospiro di sollievo. Nessuno disse una parola, ma tutti in cuor loro pensarono: “Anche questa volta ce l’abbiamo fatta!”.

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Antologia NAUSICAA Dopo aver trascorso sette anni sull’isola di Calipso per una punizione inflittagli dagli dèi, Ulisse se ne allontana. Ma è solo e come imbarcazione ha una semplice zattera di legno. Per diciassette lunghi giorni e diciassette lunghissime notti, Ulisse navigò da solo a bordo di quella zattera di fortuna. Fino a quando, la mattina del diciottesimo giorno, vide un’isola in lontananza. “Finalmente. Quella deve essere la mia amata Itaca!” pensò. Il fato volle che avesse ragione, ma le sue disavventure non erano ancora terminate. Appena Poseidone si rese conto che Ulisse era riuscito a tornare in patria, andò su tutte le furie. – Tu hai accecato mio figlio Polifemo – iniziò a imprecare il potente dio del mare, – non ti permetterò mai di tornare dai tuoi cari! E mentre pronunciava solennemente queste parole, agitò il mare e le onde divennero cavalloni alti come montagne. La zattera di Ulisse resistette a una, due, tre onde, ma alla quarta andò in mille pezzi e lo sfortunato re di Itaca finì naufrago in mare. Inaspettatamente, arrivò in suo aiuto una ninfa del mare, che lo rassicurò: – Stai tranquillo, Ulisse, tutto andrà bene. – Come posso sopravvivere a questa tempesta? – chiese sconsolato. – Ecco, prendi questo velo magico – bisbigliò la ninfa per non farsi sentire da Poseidone, – devi solo abbandonarti al mare, come se stessi dormendo. Avvolto in quel velo, Ulisse si addormentò e per due giorni rimase in balia delle onde. Per sua fortuna, Zeus si rese conto del comportamento di Poseidone e ordinò al dio del mare di non accanirsi più contro il re. Il terzo giorno, cessata la tempesta, Ulisse riuscì a toccare terra. Ormai allo stremo delle forze, si addormentò sulla spiaggia. – No, Nausicaa, non fare la sciocca! – la voce di una ragazza lo svegliò. – Voglio solo vedere che faccia ha – rispose un’altra voce femminile. Ulisse si stropicciò gli occhi e vide davanti a sé una bella ragazza sorridente. – Ciao! – disse lei. – Dove… sono? – chiese confuso. – Sei sull’isola dei Feaci. – Tu come ti chiami? – Io sono Nausicaa e sono la figlia di Alcinoo, il re dei Feaci. – Nausicaa, non fare la matta, vieni subito qui! – gridò una ragazza nascosta dietro un cespuglio. – Lasciami in pace! – replicò la principessa. Poi, rivolgendosi a Ulisse, spiegò: – Perdona la mia ancella, ma Ogigia è una terra ai confini del mondo e non siamo abituati a vedere uomini. La mia ancella teme che tu mi possa fare del male.

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Antologia – Io non ti farò del male, ma mi devi aiutare! – replicò Ulisse. – In che modo? – Ho perso in mare tutti i miei vestiti, quindi mi dovresti procurare qualcosa da indossare. Così potrò andare alla corte di tuo padre e chiedere il suo aiuto per tornare a casa. Nausicaa corse via e poco dopo tornò con alcune ancelle, sapone e vestiti puliti. In un batter d’o cchio lavarono Ulisse e lo vestirono di tutto punto. – Oh, ora sembri quasi un dio! – esclamò la ragazza, soddisfatta. Il re di Itaca la ringraziò e si incamminò verso la reggia. Intanto, a sua insaputa, la dea Atena lo aveva avvolto in una nube dorata per renderlo invisibile e fu così, invisibile, che egli raggiunse un maestoso palazzo completamente rivestito d’o ro, di rame e d’argento. Grazie alla nube di Atena, Ulisse riuscì ad arrivare indisturbato nel salone principale al cospetto del Re Alcinoo e di sua moglie, la regina. In quel momento la dea della guerra dissolse la nube e tutti rimasero stupiti nel vedere quello sconosciuto. Ulisse si inginocchiò e fece la sua richiesta: – Re Alcinoo, ho affrontato mille disavventure e da tempo non riesco a tornare in patria; per questo sono qui a chiedere il tuo aiuto. Il re si alzò in piedi e con tono gentile disse: – Alzati, straniero. Chiunque tu sia, sei mio ospite. Questa sera faremo una grande festa, così ci potrai raccontare la tua storia. Chissà, forse abbiamo tra di noi un dio e nemmeno lo sappiamo… – No, Alcinoo. Non sono un dio, ma ti ringrazio per l’ospitalità e accetto volentieri l’invito. Quella sera venne imbandito un grande banchetto e Ulisse fu fatto sedere alla destra del re. Alcinoo, verso la fine della cena, fece un annuncio: – Per allietare i miei ospiti, ho invitato il più bravo tra i cantori: Demodoco. Gli ospiti applaudirono compiaciuti e il cantore iniziò a narrare di miti e gesta eroiche. Tutti ascoltavano con piacere la sua musica, Ulisse compreso, fino a quando Demodoco non intonò una canzone che parlava della guerra di Troia e dei Greci. – Che cosa c’è, questa musica non è di tuo gradimento? – chiese Alcinoo, vedendo una strana espressione sul volto di Ulisse. – No… è che… – balbettò trattenendo a stento le lacrime, – questa è la mia storia e sentire i nomi dei compagni che ho perso in mare e in battaglia mi procura un grande dolore. Alcinoo interruppe subito il cantore e poi chiese: – Straniero, ma qual è il tuo nome? – Io sono Ulisse, re di Itaca, e sono qui per chiederti aiuto per tornare in patria. – La tua fama ti precede e ti conosco come uomo coraggioso e pieno di astuzia. Io ti aiuterò volentieri, ma offri a me e alla mia corte un dono: narra la tua storia. Con una certa emozione, Ulisse iniziò a raccontare e le sue parole intrattennero Alcinoo e i suoi ospiti per tutta la notte. Quella stessa notte, Penelope lo sognò e nel sonno continuava a ripetere: “Ulisse, ti prego, torna a casa! Non so per quanto tempo ancora riuscirò a contrastare i nemici”.

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Antologia ITACA, FINALMENTE! Nel suo lungo peregrinare per mare, Ulisse era approdato su diverse isole. La sua ultima tappa era stata la terra dei Feaci, guidata dal re Alcinoo. All’alba del giorno seguente, Alcinoo fece preparare la nave che avrebbe condotto Ulisse in patria. – Alcinoo, io ti ringrazio con tutto il cuore – disse commosso Ulisse. – Amico caro, il tuo coraggio e la tua storia mi hanno colpito e sono fiero di poterti offrire il mio aiuto. E proprio mentre si scambiavano queste parole, Ulisse vide arrivare una folla di persone sorridenti. Le sue gesta avevano fatto il giro del regno, commuovendo i Feaci, che erano venuti per omaggiarlo con cibo e doni di ogni tipo. Tra di loro c’e ra anche la regina, che gli portò in regalo una tunica rossa. Incredulo, Ulisse salì sulla nave e con un grande sorriso li salutò: – Amici, vi ringrazio per la vostra generosità e racconterò al mio popolo della grandezza di Alcinoo e dei Feaci. I marinai lo fecero accomodare sul letto nella stiva e partirono alla volta di Itaca. Quando arrivarono a destinazione pensarono che fosse meglio non svegliarlo. Così, lo adagiarono sulla spiaggia circondato dai suoi doni. Ulisse si svegliò dubbioso. Non riusciva a capire dove si trovasse: il porto, la spiaggia, le mura non erano quelle di Itaca o almeno quelle che ricordava. Disperato, si mise a battere i pugni sulla sabbia. “Povero me… sono condannato a non tornare mai più a casa…” pensò. In quel momento, arrivò un giovane pastore che gli chiese: – Straniero, perché ti disperi? – Da tempo sto cercando di tornare in patria, ma ogni volta finisco su una terra diversa. Mi puoi dire dove siamo? – Siamo a Itaca! Non appena sentì quel nome, il cuore di Ulisse iniziò a battere più forte, ma senza darlo a vedere commentò: – Ne ho sentito parlare – e trattenendo la fortissima emozione, finse indifferenza. – Sai, io sto scappando da Creta. Sorridendo, il pastore replicò: – Ulisse, la tua astuzia non ti abbandona mai. – Conosci il mio nome? Sei per caso un dio?

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Antologia

– Sì, sono la dea Atena e sono qui per proteggerti. – Divina Atena, perdonami, ma con quell’aspetto non ti avevo riconosciuta. – È un travestimento per non dare nell’occhio. Ulisse, sei in pericolo: i Proci hanno occupato la tua reggia e si stanno contendendo la tua amata sposa Penelope. Un’ira incontrollabile lo assalì e, rosso in volto, iniziò a imprecare: – Maledetti, li ucciderò tutti. – Stai tranquillo, tua moglie sa difendersi benissimo da sola. Siete fatti l’uno per l’altra: da anni li inganna con la propria astuzia. – Davvero? In che modo? – Ha promesso ai Proci che avrebbe scelto il suo sposo tra uno di loro soltanto nel momento in cui il lenzuolo funebre per tuo padre Laerte sarebbe stato finito. Ma quello che tesseva di giorno, lo disfava di notte. Così il lavoro non andava mai avanti. – Senti senti la mia Penelope… sono fiero di lei. – Tuttavia, alla fine hanno scoperto il suo inganno e ora è costretta a portare a termine il suo lavoro – replicò la dea. – Quindi sono arrivato in tempo. – Sì. Per prima cosa dovrai andare dal tuo vecchio ser vitore Eumeo, il pastore. Ti ricordi di lui? – Certamente, è stato il mio più fedele ser vitore e da sempre custodisce le mie terre e il mio bestiame. – Bene, recati alla sua stalla e aspetta lì. Io nel frattempo andrò a Sparta a chiamare tuo figlio. – Telemaco è a Sparta? Perché? – Da tempo sta andando in visita dai tuoi più fedeli compagni per avere tue notizie. Non si è mai rassegnato all’idea che tu potessi essere morto. – Atena, non sai quanto mi fa piacere sentire queste parole. Non vedo l’ora di riabbracciarlo!

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Antologia – Un’ultima cosa Ulisse: con il tuo aspetto sei in pericolo, dobbiamo por vi rimedio – e subito lo toccò con una bacchetta magica trasformandolo in un vecchio mendicante. – Oooh, molto meglio! – concluse soddisfatta. – Ora non ti riconoscerà più nessuno! Sporco e zoppicante, Ulisse si incamminò verso la dimora di Eumeo. Quando arrivò, rimase stupito dall’ordine e dalla cura con cui erano coltivati i campi e dalla pulizia delle stalle che ospitavano decine di mucche, tori e maiali. Si fermò per un attimo ad ammirare tutto questo. “Anche in mia assenza Eumeo ha fatto davvero un ottimo lavoro, curando con costanza i miei terreni” pensò. All’improvviso, però, alcuni cani uscirono dal recinto e gli si fecero incontro minacciosi. Erano i suoi cani ma, vestito di quegli stracci, non lo avevano riconosciuto e gli ringhiavano contro inferociti. Subito Eumeo uscì dalla stalla e fischiò per richiamarli. Poi si avvicinò al mendicante e disse: – Perdonali, straniero, ma fanno il loro lavoro. – Certo, non ci sono problemi. – Ti prego entra nella mia capanna, voglio offrirti del cibo. Ulisse lo seguì. Eumeo gli offrì un bicchiere di vino, pane e frutta, poi gli chiese: – Straniero, hai l’aria stanca, da dove vieni? Da quanto tempo sei lontano da casa? – Sono scappato da Creta e purtroppo da moltissimo tempo non riesco a tornare a casa. Queste terre sono tue? – No, sono del mio buon padrone Ulisse. – Dov’è ora? – È dovuto andare in guerra e non sai quanto mi manchi. Quando lui era qui, tutti erano felici, ma adesso… – Chi c’è ora al suo posto? – I Proci, i giovani e arroganti nobili che da tempo mangiano le bestie del mio padrone e cercano di prendere in sposa sua moglie. – Qualcuno dovrebbe fargliela pagare, non credi? – Hai perfettamente ragione, ma qui nessuno è in grado di combatterli. In quell’istante i cani cominciarono a guaire senza ostilità. Stavano facendo le feste a un ragazzo. Non appena lo riconobbe, Eumeo gli corse incontro e, abbracciandolo come se fosse suo figlio, gli diede il benvenuto: – Bentornato Telemaco! Ulisse riuscì a stento a trattenere la sua gioia e a non rivelare la sua vera identità. Non poteva credere ai suoi occhi: quell’uomo era il bambino che aveva salutato tanto tempo prima, quando era dovuto partire per Troia.

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Antologia

TOMTOM E I PREDONI VICHINGI KARIN L' ORGOGLIOSA Vacanze estive: in un sito scandinavo di scavi archeologici, a causa di un bizzarro esperimento scientif ico, Anna e i suoi amici, TomTom e Kid, subiscono un salto spazio-temporale e si ritrovano al cospetto dei leggendari guerrieri vichinghi. Mentre fuggivano per mettersi in salvo, Anna, TomTom e Kid non si accorsero di due occhi chiari come acqua di fonte che li osser vavano da un po’. Due occhi di ragazza che sembravano divertiti di fronte all’imbranataggine di TomTom. Occhi bellissimi che non avevano paura delle frecce e del fuoco, perché le ragazze vichinghe erano abituate a competere con i maschi della loro età. E le frecce le usava pure lei per cacciare: legate alla cintola aveva un paio di prede per la cena. Sapeva di dover essere prudente: il bosco pullulava di nemici decisi a farla pagare a quelli del suo villaggio per un episodio che li aveva portati a farsi la guerra. Ma, quando vide TomTom sfuggire per un pelo a Snorre, il grande cane di proprietà di suo

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Antologia zio Leif-il-peloso, la ragazza si portò una mano alla bocca per il gran ridere. Era esperta della vita, aveva pressappoco la stessa età di quei tre tonti che stava osser vando, con la differenza che lei era dovuta crescere molto più in fretta di loro, tra mille avversità. E, all’improvviso, il suo viso si fece serio. Era abituata a non sottovalutare il pericolo: un errore nella Scandinavia del X secolo si pagava caro. Una gamba rotta, una brutta frattura, una ferita infetta, spesso volevano dire un viaggio nell’Aldilà, nel loro paradiso chiamato Valhalla, tra le braccia delle Valchirie e del dio supremo, Odino. Quei tre ragazzi sconosciuti stavano correndo proprio verso di lei e, quel che era peggio, si stavano tirando dietro un branco di inseguitori arrabbiatissimi. Lo stesso gruppo di attaccanti che aveva scagliato le frecce incendiarie. Li riconosceva dai tatuaggi e dalle incisioni con le Rune su elmi e scudi: erano degli Gjoll (che significava Gli Urlanti), il clan del villaggio vicino, da pochi giorni in lotta contro di loro. Lo stesso Wulfric-grande-assai, il capo del villaggio della ragazza, aveva guidato, appena il giorno prima, un’incursione di guerrieri Hlokk (il clan in cui viveva la ragazza e che significava I Risonanti) contro le navi dei Gjoll, incendiandole. Ora la ragazza si stava irritando. Quei tre starnazzavano come oche e si erano tirati dietro un bel po’ di Gjoll molto arrabbiati. Si arrampicò su un ramo alto e attese. Non ci volle molto. Sotto di lei passò di corsa Kid, urlando, che teneva per mano Anna, che teneva per mano TomTom. Il guerriero che li inseguiva passò ghignando proprio sotto l’albero dove stava seduta la ragazza: l’uomo sentiva di avere in pugno le prede. Lei alzò i piedi che tenevano piegato all’indietro un ramo basso e lo lasciò andare proprio sulla faccia del guerriero grasso, barbuto e puzzolente che stava per raggiungere i ragazzi. Si udì il cozzare del legno contro il naso dell’uomo, che rimbalzò all’indietro per il contraccolpo, a cui seguì un gemito di dolore; poi, la ragazza si lasciò cadere direttamente sulla cassa toracica del guerriero steso a terra. Tutto il fiato gli uscì in un sibilo da teiera e lei lo tramortì dandogli un colpo in fronte con un pezzo di legno. Risultato: naso rotto e bernoccolo da primato. La ragazza si rialzò, snella e agile come chi è abituato a fare certe cose fin da bambino; osser vò per un attimo la sua vittima priva di sensi, sorrise soddisfatta e partì alla rincorsa dei tre impacciati fuggiaschi. Troppo tardi. Giunse alle loro spalle quando erano già accerchiati dai Gjoll. – Ma sono tre nanerottoli con il moccio al naso! – Olaf-cinque-pance era il loro re e quindi aveva il diritto di parlare per primo. – Tutta questa fatica per così poco! – ruggì minaccioso reggendo il manico della lunga scure. – Che ne dite amici… Mi rovino la buona reputazione con le mie ammiratrici se affetto tre mocciosi? – e alzò l’arma. – Tu non hai nessuna buona reputazione da difendere, Olaf… – gracchiò il suo capitano. – Ne hai una pessima! Gli altri Gjoll sputacchiarono e risero in modo sgangherato. Di colpo si fece silenzio. Olaf-cinque-pance non aveva gradito la battuta.

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Antologia – Questo qui è arrabbiato seriamente! – TomTom schivò il colpo d’ascia riser vato proprio a lui. Avevano armi tanto possenti quanto pesanti. Evitare i colpi era fattibile, sperando che le braccia dell’attaccante si stancassero presto, ma sarebbe stato impossibile sopravvivere se solo uno andava a segno. Ma la ragazza non si era persa d’animo, aveva continuato a correre. Di slancio fece una capriola e colpì dietro le gambe un primo guerriero, che cadde a terra, poi si lasciò rotolare e finì la sua corsa dietro le ginocchia di un altro nemico, che rovinò al suolo impacciato dalle pesanti armi. I Gjoll si stavano ancora chiedendo chi fosse quel furetto rotolante, mentre lei si era già rialzata e, sempre correndo, aveva esortato i tre amici a fuggire, passando nello spazio che, proprio grazie a lei, si era creato in quell’accerchiamento. Teneva per mano TomTom e correvano tutti a perdifiato verso una gola rocciosa. Correndo come un forsennato, con il cuore in gola, il ragazzo poteva scorgere solo l’ondeggiare dei lunghi capelli biondi, legati a treccia, che oscillavano sull’arco da caccia messo a tracolla. Inciampava con le sue scarpe da ginnastica tutte sbrindellate ed era preoccupato per Anna, così continuava a voltarsi scorgendola correre, insieme a Kid, tra un ostacolo e l’altro della foresta. Le voci accanite degli inseguitori erano pericolosamente ancora troppo vicine. Piano piano un rombo, prima ovattato, poi sempre più possente, divenne un frastuono immane. “Una cascata!” pensò TomTom. “E che cascata! Deve essere larga almeno trenta passi e alta il doppio”. Non aveva più fiato, ma la ragazza non accennò a fermarsi, proseguendo verso quella barriera liquida. “Non vorrà tuffarsi, spero!”. Nemmeno il tempo di pensarlo e lei continuò su un cammino di roccia, che in apparenza finiva contro il fianco della cascata. Lei li guidò attraverso quella barriera, raggiungendo un luogo asciutto e, al momento, sicuro. La sconosciuta perlustrò lo spazio dentro a quel nascondiglio e, quando fu sicura che fosse sgombro da pericoli, si avvicinò ai tre bislacchi stranieri in visita a quelle terre. Non aveva ancora pronunciato una parola. Fu allora che, con le spalle rivolte alla cascata, andò loro vicino. E, in quel momento, tutti videro in faccia Karin-l’orgogliosa: era una bellezza mozzafiato!

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Antologia RITORNO A CASA Intanto nel campo di scavi archeologici la scienziata Rethel continuava nei suoi tentativi di far funzionare il “wormhole” (buco del verme), meccanismo che avrebbe dovuto riportare indietro nel tempo i ragazzi. I tre amici manifestarono di nuovo quel fenomeno luminescente, questa volta forte e deciso. – Forza! Siamo in tempo per il pranzo alla mensa da campo! – Kid esultò, mentre si smaterializzava davanti ai vichinghi. – Stiamo per partireeeeeeeeeeeee… – la voce scemò, mentre venivano risucchiati in un’altra dimensione attraverso il wormhole che Rethel era riuscita a ricreare. Anna e Kid urlavano come su un ottovolante. TomTom tenne fin che poté gli occhi fissi su Karin, che piangeva. Poi, nella radura del X secolo, più niente. – Ancora fango! – TomTom cominciava ad averne abbastanza perché dopo un salto dimensionale attraverso il famoso buco del verme, non erano riemersi su un bel giaciglio pulito e comodo, ma in mezzo al fango di una porcilaia. Tutt’intorno le tipiche case vichinghe, ma di un villaggio sconosciuto. All’interno alcune donne tessevano a mano un arazzo, mentre altre pulivano la lana, prendendola pazientemente da grossi tini di legno grezzo. A mezz’aria l’immancabile puzzo di cavoli bolliti e lo starnazzare di grosse oche grigie. Al centro del villaggio un’e norme tavolata: anche loro si preparavano al banchetto della Festa di Mezza Estate. – Oooooh nooooooooooo! Questo è un altro villaggio vichingo. Ci siamo solo spostati nello spazio e non nel tempo. Siamo rimasti intrappolati nel passato. Rethel deve avere sbagliato i calcoli un’altra volta! – E adesso chi lo spiega a mio padre? – chiese Anna, con la voce incrinata dal pianto.

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Antologia – Rischiamo di passare il resto della nostra vita in un’altra epoca e tu ti preoccupi della ramanzina di tuo padre? Seduti in mezzo ai porci, non osavano rialzarsi. Kid notò un ragazzino biondo che passò davanti a loro correndo. Rise vedendoli in mezzo ai maiali, ma tirò dritto, nascondendosi dietro una quercia. Poi Kid si fece più attento e il cicalino elettronico che udì gli fece accapponare la pelle per la contentezza. Si alzò in un lampo-secondo e prese a correre verso il bambino che, vedendo arrivare il ragazzo a passo di carica, se la stava dando a gambe in mezzo al mar giallo di uno sterminato campo di fiori di colza. – Aspetta! Accidenti a te! Aspettami! – gridava Kid. Anna non si mosse e non disse niente. TomTom fece lo stesso. Ma, mentre Kid tornava sui suoi passi portandosi dietro a forza il bambino biondo, TomTom alzò gli occhi al cielo e vide ciò che mai si sarebbe aspettato: un aereo con una striscia bianca nell’azzurro sconfinato. Stava per urlare quando Kid spinse avanti il bambino: – Forza, campione! Fai vedere ai miei amici che cos’hai in tasca! Riluttante, temendo di essere punito perché in quella comunità non si potevano introdurre oggetti simili, mostrò un videogame nel palmo della mano. – È un villaggio ricostruito, capite? Kid allargò le braccia. – Ne sei sicuro? – Te lo dimostro – e strattonò il bambino. – Ehi tu, piccoletto, prova a parlare! L’altro si lamentò nella sua lingua, senza che i tre capissero nulla. – Visto? – Kid era su di giri. – Non li capiamo, quindi questa lingua non è scandinavo antico, ma moderno! Ce l’abbiamo fatta. Siamo nel presente! – Ehi, voi! – li raggiunse la voce arrabbiata di un adulto che si avvicinava parlando in inglese. – È vietato l’uso di materiale elettronico qui! Abbiamo faticato tanto per ricostruirlo com’e ra nel X secolo a beneficio dei turisti… Cercate di non rovinarci l’opera. Siete con il dottor Scott, agli scavi? Anna annuì, senza la forza di parlare. – Bene, allora vi accompagno in macchina: non voglio intrusi qui senza autorizzazione! TomTom si rilassò: – Mai sentito frase più bella negli ultimi undici secoli!

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Rubriche valutative

RUBRICHE VALUTATIVE La rubrica valutativa è un prospetto che ser ve a descrivere in modo oggettivo la valutazione dei risultati del processo di apprendimento e di prestazione di ogni alunno. Lo scopo ultimo, oltre alla rilevazione delle conoscenze, abilità e relative competenze, è quello progettuale e orientativo. La rubrica ser ve ad avere un quadro generale del livello raggiunto da ogni singolo alunno e dalla classe nel suo insieme e quindi a modulare programmazione e inter venti sulle necessità reali degli allievi. La rubrica può essere condivisa con gli alunni e diventare uno strumento metacognitivo di autovalutazione. La rubrica offre una scala di livelli in base ai quali può essere garantita l’o ggettività. Nulla però impedisce di considerare il percorso personale di ogni alunno e di inserire elementi che tengano conto della personalità e delle caratteristiche di ognuno. LIVELLI E INDICATORI ESPLICATIVI Livello

Voto

Avanzato

L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità; propone e sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli.

Intermedio

L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie scelte consa­ pevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite.

Base

L’alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere conoscenze e abilità fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese.

In via di prima acquisizione

L’alunno/a, se oppor tunamente guidato/a, svolge compiti semplici in situazioni note.

ASCOLTARE E PARL ARE

Livello

Comprende in modo corretto, esauriente e approfondito messaggi verbali. Si esprime oralmente in modo corretto, completo, approfondito e originale.

avanzato

Comprende in modo corretto ed esauriente messaggi verbali. Si esprime oralmente in modo corretto, coerente e appropriato.

intermedio

Comprende in modo essenziale messaggi verbali. Si esprime oralmente in modo corretto e abbastanza appropriato e per tinente.

base

Comprende solo se guidato messaggi verbali. Si esprime oralmente in modo poco chiaro, non rispettando l’argomento di conversazione.

in via di prima acquisizione

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Rubriche valutative LETTURA AUTONOMA Legge speditamente e con intonazione.

avanzato

Legge correttamente e con intonazione.

intermedio

Legge correttamente. Legge lentamente.

LEGGERE E COMPRENDERE

base in via di prima acquisizione

Livello

Legge in modo corretto, scorrevole ed espressivo utilizzando strategie di lettura funzionali allo scopo. Comprende in modo immediato l’argomento. Fa inferenze. Esprime valutazioni critiche e opera collegamenti.

avanzato

Legge in modo corretto, scorrevole ed espressivo. Comprende e trae informazioni in modo completo e autonomo. Fa semplici inferenze.

intermedio

Legge in modo abbastanza corretto, abbastanza scorrevole ed espressivo. Comprende in modo essenziale ma complessivamente adeguato. Se guidato, fa semplici inferenze. Legge meccanicamente. Comprende solo le informazioni esplicite più semplici di un testo.

LEGGERE E RIASSUMERE

base in via di prima acquisizione

Livello

Divide un brano in sequenze; in ognuna individua l’informazione principale e la ripor ta in forma di frase chiave. Collega le frasi chiave per stendere un riassunto.

avanzato

Divide un brano in sequenze; in ognuna individua l’informazione principale e la ripor ta in forma di frase chiave.

intermedio

Divide un brano in sequenze e in ognuna individua l’informazione principale. Fatica a individuare anche le sequenze principali.

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Livello

base in via di prima acquisizione


Rubriche valutative SCRITTURA AUTONOMA

Livello

Scrive un testo utilizzando frasi complete e ricche, or tograficamente e sintatticamente corrette.

avanzato

Scrive un testo utilizzando frasi strutturate senza errori di or tografia.

intermedio

Scrive un testo utilizzando frasi sufficientemente strutturate con pochi errori di or tografia. Scrive un testo utilizzando frasi poco strutturate, or tograficamente poco corrette.

RIFLESSIONE SULL A LINGUA

base in via di prima acquisizione

Livello

Analizza le categorie della grammatica esplicita in modo corretto, completo e approfondito. Riflette sulla funzione delle parole all’interno della frase. Individua i principali elementi sintattici in frasi complesse.

avanzato

Analizza le categorie della grammatica esplicita in modo corretto, completo. Individua i principali elementi sintattici anche in frasi complesse.

intermedio

Analizza le principali categorie della grammatica esplicita in modo corretto. Individua gli elementi della frase minima. Analizza le principali categorie della grammatica esplicita solo se guidato. Individua gli elementi della frase minima solo se guidato.

base in via di prima acquisizione

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ALUNNO/A

VALUTAZIONE COMPLESSIVA

Ascoltare e parlare Leggere

Comprendere

Riassumere

Scrivere

Riflettere sulla lingua

Livello complessivo

ANNOTA ZIONI

Rubriche valutative


Compiti di realta '

Tutti noi, nella vita di ogni giorno, mettiamo in atto le competenze che abbiamo acquisito, tessendo le abilità e le conoscenze delle differenti discipline. I compiti di realtà ci permettono di “metterci alla prova” in situazioni divertenti, coinvolgenti e adatte a tutti. Radio School sarà la palestra in cui mostreremo il “tessuto” di conoscenze, di abilità e… perché no?… di creatività. A tutti e a tutte... buona programmazione e buon ascolto!


Compiti di realta '

IL COMPITO DI REALTÀ Che cos’è un compito di realtà

Il compito di realtà è uno strumento utile per consolidare le competenze in situazioni reali e informali. Con il compito di realtà gli alunni sono invitati a risolvere una problematica nuova, decontestualizzata dalle richieste più o meno formalizzate delle esercitazioni di routine. Gli alunni devono utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite trasferendo le procedure in ambiti diversi. Per realizzare il compito di realtà gli alunni devono par tire dalle competenze che afferiscono anche a discipline diverse. Il compito di realtà incrementa la motivazione ad apprendere perché attraverso la par tecipazione attiva gli alunni “vedono” che i loro sforzi si possono tradurre in un “prodotto”.

Il compito di realtà che proponiamo in questa Guida è RADIO SCHOOL: la radio di classe. La proposta di I bambini si succederanno come speaker e come esper ti per le trasmissioni che possono Nuovi Tr@guardi anche avere una scadenza durante il corso dell’anno : una volta al mese, una a trimestre… • Letture L’occorrente per questi compiti di realtà

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Per svolgere al meglio il percorso proposto è necessario dotarsi di: • u n microfono, anche non funzionante, da posizionare sulla consolle di trasmissione (per rendere più realistica la situazione); • un leggio, per posizionare i fogli del copione; • una bacheca (per comunicare le attività della “radio”).


Compito di realta ' Nome e cognome

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Data

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LA BACHECA La bacheca è il pannello sul quale vengono esposti gli avvisi. Sicuramente ce ne sono anche nella vostra scuola.

Preparate la bacheca della vostra radio da appendere dentro l’aula o fuori, se volete dimostrare a tutti… quanto siete creativi!

Procuratevi tappi di sughero in quantità sufficiente per fare un bel pannello. Incollate i tappi su un supporto di cartone spesso o su del legno compensato. S ul bordo superiore applicate, con spilli con la capocchia colorata, la “testata” della vostra radio.

RADIO SCHOOL (mettete il nome che avete scelto per la vostra radio).

Ogni volta che farete una trasmissione, appuntate alla bacheca un avviso con scritto:

titolo della trasmissione; giorno e ora; argomento trattato; autori; speaker.

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Compito di realta ' Nome e cognome

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Data

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GARA DI DIZIONE Un bravo speaker deve avere una pronuncia quasi perfetta e allora… organizzate un quiz di dizione! Nella locandina troverete alcune frasi da far leggere ai concorrenti che parteciperanno al vostro quiz.

Preparate il volantino da affiggere sulla bacheca.

Ritagliate la parte illustrata. Colorate i disegni. Completate il volantino. Preparate un foglio per le iscrizioni al quiz. S cegliete i presentatori che dovranno imparare le seguenti battute di presentazione del quiz: – Benvenuti al quiz che metterà alla prova la vostra dizione. – Dovrete leggere a voce alta le frasi. – Avete a disposizione un solo tentativo. – Per ogni frase letta in modo corretto, verrà assegnato un punto.

Nel riquadro troverete le frasi che i concorrenti dovranno leggere a voce alta. Oggi Il

capitàno / càpitano tutte a me!

capitàno / càpitano della nave diede ordine di levare l’ àncora / ancòra per salpare.

Ma non è

àncora / ancòra ora di fare ricreazione?

Sei ancora a letto?

Vèstiti / Vestìti siamo in ritardo!

Alla festa nel castello arrivarono tutti i princìpi/ prìncipi del regno. Nella vetrina della gioielleria c’e ra un anello con un grande rubìno/rùbino rosso. Vieni qui

subìto/sùbito.

Ho subìto/sùbito un’ingiustizia: la Befana mi ha portato il carbone… sì, ma dolce!

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GI O RN O .... .... .... .... .... O RE .... .... .... . Sp et ta co la re qu iz “I L G IU ST O A CC EN TO ” Pa rte cip an ti: .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .. .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .. .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... ..


Compito di realta ' Nome e cognome

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Data

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L’ ANGOLO DELLA LETTERATURA Quanti sono gli audiolibri in circolazione? Beh, perché non trasmettere dalla vostra radio la lettura di un brano tratto da un libro? Potrebbe diventare una consuetudine e potreste leggere tutto il libro o brani di tipologia differente. Ma occorre pubblicizzare l’iniziativa!

Preparate il volantino da affiggere sulla bacheca.

Ritagliate la parte illustrata. Colorate i disegni. Completate il volantino scegliendo il brano che intendete leggere. GIORNO .............................................. ORE ...................... Lettura di un brano tratto dal libro

Autore

La lettura del brano è stata proposta da

Speaker

Chi vuole può mettere i like!

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Compito di realta ' Nome e cognome

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Data

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TEATRO SULLE ONDE RADIO C’e rano una volta… le rappresentazioni teatrali trasmesse per radio! Per radio? Sì, la TV non c’e ra, dunque la scena si poteva solo immaginare! Riproponete quell’atmosfera! Ecco la pièce (come dicono i francesi!), cioè il “pezzo”, che dovrete rappresentare. Ma il lavoro non finisce qui. Sono due le compagnie teatrali che portano in tournée la pièce . Quindi il cast, cioè l’insieme degli attori, sarà doppio, uno per ogni compagnia, e le trasmissioni saranno in due momenti differenti.

Ecco il testo che dovrete imparare a recitare. Leggetelo tutti insieme più volte, così da coglierne bene tutti gli aspetti.

NAUFRAGHI Narratore Una zattera male in arnese, fornita di albero e di una vela di fortuna, naviga da tempo. Su questa zattera ci sono sei naufraghi con le vesti a brandelli. Sono quattro uomini e due donne: uno sta al timone, altri due ai remi e il quarto cerca di pescare; le donne badano alla vela e ogni tanto scrutano l’o rizzonte. La situazione è preoccupante! Per quanto potranno resistere ancora? Sottofondo con rumore del mare, vento ecc. Naufrago al remo destro (smettendo di remare) Non ce la faremo mai, questo ammasso di tavole non potrà resistere per tanto tempo. Naufrago al timone La zattera è solida e il mare si mantiene calmo. Rumore del mare Naufrago al remo sinistro Non è la zattera il nostro problema, ma il cibo e l’acqua. Naufrago al timone Le provviste dureranno ancora una settimana e in una settimana possono accadere tante cose. Naufrago al remo destro (ironico) Che cos’altro può succedere? Ci spieghi meglio… capitano! Rumore del vento Naufrago al timone Innanzitutto, potremmo incrociare una nave. Naufrago al remo sinistro Prima moriremo di fame e di sete.

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Compito di realta ' Naufrago al timone Oppure sbarcare. La costa non dovrebbe essere lontana. Rumore del mare e del vento insieme Naufrago al remo destro Ci sono rimaste solo due scatole di biscotti e tre bottiglie di acqua. Prima donna Lei pensa sempre a mangiare, signor rematore? Naufrago al remo sinistro Sì, signora, specialmente quando sono in mezzo all’o ceano con due pacchi di biscotti da dividere. Seconda donna Perché, non li vorrebbe dividere? Sarebbe capace di tenerseli tutti per sé? Naufrago al remo sinistro Non ho detto questo, ma trenta biscottini non sono una grande provvista. Rumore del mare Naufrago pescatore Terra! Terra! Naufrago al remo destro (allarmato) Sta entrando acqua, guardate qui, sta entrando acqua! Naufrago al remo sinistro Le provviste, mettiamo al riparo le provviste! (si alza e appende i biscotti all’a lbero) Naufrago al timone Non c’è nessun pericolo, si è rotta una bottiglia, è solo l’acqua di una bottiglia. Naufrago al remo sinistro Allora ne sono rimaste solo due! Oh, poveri noi! E lei dice che non c’è nessun pericolo. Rumore del mare e del vento insieme Naufrago pescatore Terra! Terra! Naufrago al timone Terra! Laggiù! Prima donna È vero, si vedono le palme (sul telo bianco appare lontanissima l’o mbra di un’isola tropicale che gradualmente ingrandisce). Tutti Evviva! Siamo salvi! Terra! Terra! Terra! Claudio Leoni - Domenico Barbonetti, Le uova del re , Edizioni Era Nuova

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Compito di realta ' Preparate la rappresentazione. Scegliete: sei “attori”/“attrici” che interpretino i personaggi; un narratore che legga la parte per far immaginare la scena; due rumoristi: uno farà il rumore del mare, l’altro il soffio del vento; u n regista: deve avere in mano il copione per suggerire ai diversi personaggi quando devono inter venire. Ogni compagnia (cioè l’insieme di attori/attrici) deve scegliere il suo nome.

E ora, preparate le locandine inserendo le informazioni. Il giorno …………………………….. Alle ore …………………………….. La compagnia teatrale

presenta

“NAUFRAGHI” Di Claudio Leoni, Domenico Barbonetti

Personaggi e interpreti Primo naufrago: ��������������������������������������������������������������������������������������� Secondo naufrago: �������������������������������������������������������������������������������� Terzo naufrago: ���������������������������������������������������������������������������������������� Prima donna: ���������������������������������������������������������������������������������������������� Seconda donna: ��������������������������������������������������������������������������������������� Naufrago pescatore: ����������������������������������������������������������������������������� Rumoristi Mare: ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������� Vento: ������������������������������������������������������������������������������������������������������������� Regia: �������������������������������������������������������������������������������������������������������������

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Compito di realta ' Nome e cognome

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Data

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FITNESS SULLE ONDE RADIO Ora è la volta della trasmissione radio sulla salute. Leggete prima i testi che dovranno essere pronunciati dagli speaker e iniziate a capire come svolgere gli esercizi. Speaker Per stare in forma, niente di meglio di un po’ di esercizio fisico. Farà bene anche al buonumore, perché vi divertirete certamente! Seguite i nostri consigli e, come al solito… Mens sana in corpore sano (se il corpo è sano, la mente sarà… sanissima)! Primo personal trainer Camminare come un ragno Tenete le gambe bene aperte e le ginocchia un po’ piegate. Piegate il busto in avanti fino a quando riuscirete a toccare il pavimento con le mani. E ora, cominciate a camminare. Fate 10 passi. Poi fermatevi. Tutti i vostri muscoli lavorano: soprattutto quelli delle gambe, delle braccia e della schiena. Alzatevi in piedi e stiratevi ben bene: tendete le braccia in alto sulla vostra testa, più che potete. Poi, se non siete stanchi, si ricomincia! Secondo personal trainer Stretching della farfalla Sedetevi per terra, con le gambe piegate. Unite i piedi il più possibile vicino al corpo. Le gambe rimarranno divaricate verso l’e sterno. Piano piano, senza sforzare troppo, cercate di avvicinare le ginocchia al pavimento. Rimanete in questa posizione per 10 secondi. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10… Alt! Alzatevi, fate tre saltelli e poi, ricominciate!

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Compito di realta ' Terzo personal trainer Come una tartaruga Mettetevi in ginocchio. Chiudete gli occhi e immaginate di essere su una spiaggia o in un prato. Piegatevi dolcemente fino ad appoggiare la pancia e il petto sulle gambe rannicchiate. Nascondete bene la testa tra le braccia strette Appoggiate la fronte a terra. Ora allungate le braccia. Cercate di spingere in avanti le dita delle mani per stirare un po’ la schiena, come farebbe una tartaruga che prova a camminare. Rilassatevi e ascoltate i rumori intorno a voi: fate un bel respiro profondo, trattenete l’aria e soffiatela fuori piano, ancora una volta. Restate un po’ nella posizione della tartaruga prima di rimetter vi in piedi lentamente.

Preparate la vostra lezione di fitness.

Come al solito, scegliete: uno speaker per la presentazione; t re personal trainer che fanno eseguire gli esercizi. Attenti al ritmo: dovete pensare che i vostri compagni eseguono realmente gli esercizi! u na musica rilassante da mettere come sottofondo: il rumore del mare calmo, lo scorrere dell’acqua di un ruscello, il vento leggero…

I VOSTRI PERSONAL TRAINER VI ASPETTANO PER UNA NUOVA

LEZIONE DI FITNESS Quando? A che ora ?

IL PROGRAMMA Camminare come un ragno Personal trainer ……………………………….. Stretching della farfalla Personal trainer ……………………………….. Come una tartaruga Personal trainer ………………………………..

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Logica linguistica

Il vero banco di prova per verificare se siamo stati in grado di “tessere bene” conoscenze e abilità. Un percorso per sviluppare capacità logiche esportabili in tutte le discipline. Le attività proposte in ogni unità sono collegate da un filo conduttore presentato in forma di narrazione. Coding della didattica Primo e secondo step: • osservare e dedurre; • giocare con le parole; • giocare con i testi.


Logica linguistica

LO SVILUPPO INTELLETTIVO DEL BAMBINO NELLA SCUOLA PRIMARIA La crescita intellettiva attraversa fasi che procedono di pari passo con la crescita fisica. Come per un equilibrato e costante sviluppo fisico sono indispensabili stimoli che si possono identificare in una corretta alimentazione, in un’adeguata attività fisica e in un ambiente salubre, così, per una crescita intellettiva che diventi un efficace strumento per capire la realtà e permetta di agire su di essa, sono altrettanto indispensabili stimoli diversificati e costanti. Nel suo percorso di sviluppo il bambino compie progressi intellettivi che gli consentono di acquisire conoscenze e abilità nuove. Ma la conoscenza non è la semplice registrazione degli eventi che capitano, delle situazioni in cui si vive; essa è soprattutto un processo continuo che scaturisce dall’interazione del bambino con l’ambiente che lo circonda. Per questo, più l’ambiente sarà ricco di stimoli diversificati, più la conoscenza sarà attiva, cioè capace di diventare competenza che favorisca una strategia di apprendimento.

Coding

Habitus mentale

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L’interazione con la realtà circostante, che è la base dell’attività intellettiva e dello sviluppo, si concretizza nella tendenza all’adattamento e all’o rganizzazione. L’adattamento si realizza attraverso due processi complementari tra loro: l’assimilazione, che consente al bambino di strutturare ciò che gli proviene dall’e sterno attribuendogli un significato, e l’accomodamento, che è la capacità di modificare i dati esterni per renderli funzionali agli schemi conoscitivi che via via si costruiscono. In un secondo momento inter viene l’organizzazione, che permette di coordinare tutti gli schemi gradualmente acquisiti. È proprio nei bambini che frequentano la Scuola Primaria che si potenziano e sviluppano questi processi mentali che andranno a formare le basi delle strategie di apprendimento. È questa strutturazione del pensiero che va favorita nella Scuola Primaria attraverso giochi logici di vario tipo, che abituino il bambino ad avere attitudini progettuali per la costruzione di nuove conoscenze e a sviluppare la capacità di modificare la realtà dopo aver imparato a osser varla e ad agire su di essa in modo consapevole. Secondo Max Wer theimer, uno dei maggiori psicologi contemporanei, il pensiero produttivo non procede per prove ed errori, ma escogita altre soluzioni: prende in considerazione i dati a disposizione, li esamina, li confronta, li mette in relazione e con essi scopre le soluzioni al problema. Questa modalità di procedere del pensiero è la logica che, dunque, fonda la conoscenza. Le abilità mentali che vanno conseguite sono quelle di saper osser vare, descrivere, rappresentare, interpretare, simulare, modellizzare, fare collegamenti. Gli adulti hanno il compito di stimolare il bambino all’o sser vazione per cogliere le analogie e le differenze e per porre in relazione oggetti. Fondamentale è anche la manipolazione concettuale della realtà perché essa permette di generalizzare, di costruire collegamenti, di imparare ad astrarre. Da tutto ciò si evince che un apprendimento che sia solo registrazione di eventi o di nozioni non è adatto a formare un percorso intellettivo personale, cioè che si modella sulla propria struttura mentale e che consente di avere strumenti per conoscere, manipolare e modificare la realtà in modo proficuo.


Logica linguistica

LA LOGICA: UN MEZZO, NON UN FINE La logica permette non solo di apprendere, ma anche di manifestare e applicare le proprie conoscenze espor tandole in ambiti diversi, perciò è fondamentale per ogni disciplina. Attraverso la logica, le conoscenze si trasformano in competenze e le abilità si consolidano. Un bambino capace di osser vare sarà in grado di rilevare analogie e differenze in ciò che osser va e riuscirà a comprendere la regola generale che sottende a un fenomeno. Per questo la logica non può rappresentare un fine da raggiungere, ma un mezzo per sviluppare capacità espor tabili in tutte le discipline. Ma se alcuni processi di conoscenza sono, per così dire, naturali, la possibilità di svilupparli deve essere indotta attraverso proposte che facciano acquisire strategie per costruire un apprendimento significativo. Da qui la necessità di trovare stimoli nuovi che consentano di tracciare un percorso atto a formare nel bambino il pensiero divergente che, oltre ad essere creativo, risulterà anche idoneo ad affinare le capacità logiche.

PERCHÉ UN PERCORSO DI LOGICA LINGUISTICA? La capacità di trovare convergenze e divergenze per affrontare in modo diverso uno stesso apprendimento è analoga in tutti gli ambiti della conoscenza, ma, poiché i contenuti delle discipline sono differenti, divergono le modalità di applicazione. Il ragionamento deduttivo segue un procedimento preciso; si applica nello stesso modo sia in italiano sia in matematica, ma differisce il contenuto, per cui, apparentemente, può apparire diverso. Logica linguistica

Codice linguistico

Da qui la necessità di offrire uno strumento didattico specifico che favorisca l’applicazione delle capacità logiche in campo strettamente linguistico, ma con modalità che consentano di formare un habitus mentale. Per riuscire a mettere ordine nelle conoscenze occorre essere padroni del codice che sottende alla disciplina stessa. Perciò i giochi linguistici e logici proposti in questo testo por tano, gradatamente, il bambino a riflettere sullo strumento “lingua”, per coglierne gli usi e i significati. Il possesso sicuro del codice linguistico por ta il bambino a organizzare meglio il proprio pensiero e lo mette in grado di capire la struttura della parola, della frase, della narrazione. In questo testo, attraverso “giochi” di osser vazione, di manipolazione di parole, si vuole offrire all’alunno una modalità di approccio alla lingua che sia soprattutto riflessione sulla parola inserita in un contesto, sia esso iconico o scritto. Nello stesso modo la capacità di comprendere un testo non è considerata solo nella capacità di capire ciò che è palesemente raccontato, ma è un invito ad andare oltre la frase per arrivare a fare inferenze che consentano una comprensione più profonda e più adatta a formare schemi mentali espor tabili. Tutte le situazioni proposte scaturiscono da storie graduate per complessità e difficoltà che inducono il bambino ad analizzare la situazione, cercando di comprendere i nessi e, se necessario, trovare una soluzione o, comunque, il modo più coerente per inter venire nella situazione e rappresentare ciò che in essa è contenuto al di là di quanto si può evincere dalla semplice lettura. La finalità delle attività è quella di conseguire una capacità di elaborazione del pensiero che consenta di acquisire una metodologia di apprendimento spendibile in ambiti diversi.

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Logica linguistica

LE INDICAZIONI PER IL CURRICOLO Nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo i riferimenti all’acquisizione di un pensiero logico sono contenuti trasversalmente in tutte le discipline poiché l’e ducazione logica non può essere oggetto di un ­insegnamento a se stante, ma deve permeare tutto l’insegnamento. Ripor tiamo dunque solo alcuni brani che ­p ossano meglio rendere evidente l’attenzione data allo sviluppo della logica. “La Scuola Primaria… si pone come scuola formativa che, attraverso gli alfabeti delle discipline, permette di esercitare differenti potenziali di pensiero, ponendo così le premesse per lo sviluppo del pensiero riflessivo e critico”. In par ticolare, nel capitolo dedicato a “comunicazione, lingua, cultura”, le Indicazioni riportano, sin dalla Scuola dell’Infanzia, questi consigli: “La lingua diventa via via uno strumento con il quale giocare ed esprimersi in modi personali, creativi e sempre più ar ticolati; sul quale riflettere per comprenderne il funzionamento, attraverso il quale raccontare e dialogare, pensare logicamente, approfondire le conoscenze…”.

LA METODOLOGIA Questo percorso è costituito da due serie di unità dedicate alla logica linguistica, strutturate su due livelli di difficoltà. All’inizio di ogni serie di tre unità l’insegnante troverà alcune indicazioni metodologiche per Unità di realizzare meglio il lavoro proposto. Apprendimento In tutti i casi i concetti logici sono introdotti gradualmente attraverso giochi che tengono conto sia delle conoscenze pregresse dei bambini sia della realtà in cui vivono, ma che stimolano anche il mondo della fantasia, che è par te integrante della realtà dei bambini in età scolare. Gli esercizi sono sempre inseriti in un contesto narrativo per indurre il bambino a viverlo come “situazione”. Le proposte didattiche non sono accompagnate da una consegna precisa, perché il bambino deve imparare ad attivare capacità interpretative più che di semplice comprensione: deve essere invitato a osser vare il contesto in cui si muove il protagonista e a svolgere le sue stesse azioni, a entrare, quindi, nella situazione rappresentata. La mancanza di una consegna di lavoro precisa invita il bambino ad attivare maggiormente le sue capacità di decodificazione della realtà, comprensione del problema e scelta della risposta. Nel proporre il lavoro, l’insegnante terrà ben presente che alcuni esercizi non sono facili e potrebbe succedere che alcuni alunni, se non sono abituati a risolvere quesiti logici, non riescano a comprendere il lavoro richiesto o non siano in grado di rispondere alle richieste, sviluppando atteggiamenti di delusione e di sfiducia in se stessi. Nel caso in cui qualche bambino dovesse presentare difficoltà nell’individuare il compito da svolgere, l’insegnante lo inviterà a osser vare e a leggere con maggiore attenzione, poi porrà delle domande stimolo atte a fargli comprendere la consegna. È bene che l’insegnante abbia un ruolo “discreto” di aiuto e di stimolo, indirizzando il bambino verso la comprensione del problema. Difficoltà e disagio possono essere evitati facilmente sottoponendo esercizi graduati. È bene spiegare agli alunni che è impor tante anche solo provare a misurarsi con proposte differenti. Il fine non è solo trovare la soluzione ai quesiti del libro, ma, soprattutto, imparare a mettere in atto processi interpretativi e risolutivi diversificati e adatti alla situazione.

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Logica linguistica

PROGRAMMAZIONE OBIETTIVI GENERALI

• Saper osser vare e dedurre. • D istinguere, riconoscere, classificare • • • • • •

le caratteristiche di un oggetto, di un evento, di una storia. Ordinare secondo criteri (quantitativi e qualitativi). Stabilire e riconoscere relazioni e rappor ti tra parole e tra situazioni. Sviluppare le abilità linguistiche. Sviluppare le abilità logiche. Favorire la crescita del senso critico. Saper rappresentare situazioni e procedimenti mentali.

OBIETTIVI SPECIFICI Osser vare

• Cogliere gli elementi incongrui in un testo iconografico. • Osser vare con attenzione per cogliere i par ticolari e i cambiamenti. • Osser vare con attenzione per cogliere le relazioni tra oggetti e personaggi. • Riconoscere un elemento da alcune par ticolarità. • Riconoscere gli elementi descritti in un testo. • Riconoscere analogie e somiglianze. • Saper fare deduzioni da immagini e testi. • Riconoscere analogie e differenze. • Riconoscere oggetti in contesti differenti. • Osser vare con attenzione per cogliere le differenze, le incongruenze, gli anacronismi. • Riconoscere le informazioni date dagli enunciati. • Riconoscere gli enunciati adatti alla situazione. • Riconoscere elementi descritti attraverso connettivi logici. • Fare inferenze. • Cogliere le relazioni tra frasi e immagini. • Risolvere indovinelli.

Riflettere sulla lingua

• Riflettere sulla struttura delle parole. • Utilizzare le lettere per formare più parole. • Riconoscere le lettere comuni a più parole. • Comprendere le connessioni logiche tra parole. • Collegare logicamente tra loro le parole. • Utilizzare lettere e sillabe per formare nuove parole. • Utilizzare lettere e sillabe per risolvere anagrammi, sciarade, rebus, giochi • Saper fare anagrammi. • Riconoscere parole che contengono la stessa sillaba. • Ricostruire parole suddivise in sillabe. • Riconoscere criteri per la formazione di parole. • Collegare i grafemi per ricostruire una frase di senso compiuto. • Riconoscere campi semantici. • Saper riconoscere parole in rima. • Formare nuove parole togliendo o aggiungendo lettere e sillabe. • Riflettere sul significato semantico di alcune espressioni di uso comune.

linguistici.

• Saper fare logogrifi.

Riflettere sul testo

• Riconoscere la giusta successione cronologica. • Comprendere i rappor ti causali. • Inserire una sequenza nel posto logicamente adatto di un racconto. • Riconoscere la sequenza mancante. • Riconoscere e inserire in un racconto una frase mancante. • Riconoscere elementi discordanti con la trama di un testo. • Riconoscere l’idea essenziale di un testo. • Leggere con attenzione per ricavare informazioni. • Leggere con attenzione e collegare le informazioni. • Leggere con attenzione e fare inferenze. • Dedurre dal testo informazioni nascoste. • Riconoscere le informazioni appropriate al tipo di testo. • Discriminare le informazioni essenziali in una storia. • Comprendere dal contesto il significato di un termine. • Comprendere in quale contesto può essere inserito un termine. • Inserire logicamente una par te mancante di un testo. • Dedurre dal contesto il significato di parole o espressioni.

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Primo Step INDICAZIONI METODOLOGICHE Approccio intuitivo

Prima unità

Seconda unità

Terza unità

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Le prime tre unità hanno come protagonisti rispettivamente una fata, un mago, una strega. Sono personaggi del mondo della fantasia che consentono un approccio intuitivo. Il bambino non è, apparentemente, legato alla rigidità delle regole e, per questo, sarà più facile per lui mettere in atto personali modalità di esecuzione delle attività proposte. Questo stratagemma gli consentirà di elaborare un percorso personale per arrivare alla soluzione. L’attività più strettamente didattica è inserita in un contesto narrativo che ser ve a contestualizzarla e a formulare le consegne in modo indiretto. Il bambino dovrà decodificare la par te regolativa del testo, che è una consegna implicita. In questo modo si presentano livelli diversi di comprensione di un testo: la narrazione e la focalizzazione di ciò che deve essere fatto per la soluzione del quesito. Talvolta non viene data la spiegazione di come si fa un esercizio perché è meglio che il bambino tenti di capire da solo che cosa deve fare. Se dovesse incontrare difficoltà l’insegnante dovrà inter venire con indicazioni più specifiche o suggerimenti. Sarà utile procedere a una correzione collettiva per confrontare i procedimenti seguiti e le soluzioni trovate. Gli O.A. sono indicativi perché in ogni pagina gli obiettivi sono molteplici, soprattutto man mano che il livello diventa più alto. La finalità della prima unità, che ha per protagonista fata Gigliola, è quella di stimolare il bambino a osser vare e a dedurre. Il saper osser vare con attenzione è infatti alla base di qualsiasi apprendimento e consente di effettuare deduzioni che por tano all’e laborazione dell’apprendimento stesso. Sono presentate attività che coniugano la capacità di cogliere i par ticolari con quella di dedurre da un’immagine o da un testo la chiave per eseguire il lavoro. Le abilità che si vogliono stimolare sono: la capacità di osser vazione, la classificazione, il riconoscimento di caratteristiche comuni, l’istituzione di relazioni; tutte capacità fondamentali e trasversali a qualsiasi apprendimento. La finalità della seconda unità, con protagonista il mago Barnabà, è la manipolazione delle parole, destrutturate in fonemi o suoni per giungere alla composizione di nuove parole utilizzando gli stessi suoni oppure aggiungendone altri. Sono proposte attività che richiedono capacità di osser vazione e di analisi. Favoriscono l’arricchimento lessicale, la sincresi per la formazione di parole, la riflessione sulla struttura della parola. La capacità di destrutturare una situazione per arrivare alla soluzione di un problema è generalmente considerata caratteristica della matematica, ma è applicabile anche alla lingua italiana e, in modo par ticolare, alla struttura delle parole. La finalità della terza unità, che vede protagonista la streghetta Fliggy, è quella di guidare l’alunno a una lettura e a una comprensione dei testi non funzionale solo alla ripetizione del contenuto o al riassunto o alla sintesi. Cogliere la peculiarità di ogni testo è fondamentale per avviare il bambino a costruirsi un metodo per comprendere, enucleare le informazioni principali e dunque fare proprie le informazioni che sono contenute nel testo.


Osservare e dedurre Nome e cognome

© La Spiga

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Data

SCHEDA

1

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LE INSEGNE DI FATA CITY Gigliola ama vivere in mezzo al verde e svegliarsi al canto degli uccellini; per questo abita in una casa in mezzo a un grande parco. Ogni giorno lucida con molta cura le sue bacchette; Gigliola, infatti, è una fata! Ci sono molte altre cose che fa ogni giorno; ad esempio, le piace cucinare e, soprattutto, mangiare! Si diverte a chiacchierare con le sue amiche, a riposarsi sull’amaca e a fare giochi di logica. La settimana scorsa è andata a Fata City per comperare un cappello a punta e ha scattato alcune foto alla città. Ora ne sta osservando una e si accorge che in alcune insegne di negozi Gigliola sono nascosti i nomi dei suoi amici e anche il suo. La cosa la diverte: così chiederà alla sua amica Nerina di trovare le insegne con i nomi e di colorare i particolari evidenziati sotto. Alda Nerina Farmacia

Ling

Giglio Lavanda

Pane

C A S A L I N G H I

Rina’s

Omar

Panetteria

ri

Soma

Leo Logos

Computer

a

ald

ac vol

Ta

O.A.: osservare con attenzione per cogliere i particolari e i cambiamenti.

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SCHEDA

Osservare e dedurre

2

Nome e cognome

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© La Spiga

Data

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L’ OGGETTO SMARRITO ‘ UN OGGETTO E DELLA CUCINA?

HA UN MANICO?

‘ UNA E VALIGIA?

Andare a Fata City è sempre un’esperienza emozionante per Gigliola; tutto quel via vai di gente, le auto volanti che sfrecciano da ogni parte e poi… le vetrine dei negozi NO, SI PORTA ’ CON SE QUANDO stracolme di oggetti interessantissimi! SI ESCE. Ma, ahimè, Gigliola era così distratta da tutte quelle novità che ha perso un oggetto molto importante. NO, NE HA DUE. Per questo va all’Ufficio Oggetti Magici Smarriti a cercare ciò che ha perso. Per capire bene ciò che Gigliola cerca, ‘ UN l’impiegato le fa alcune domande NO, E a cui lei risponde. CONTENITORE

‘ UNA E BORSETTA?

‘ PICCOLO. PIU

NON PROPRIO…

HO CAPITO! _________________ _______________

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O.A.: riconoscere un elemento da alcune particolarità.


Osservare e dedurre Nome e cognome

SCHEDA

© La Spiga

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Data

3

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ATTENTI… ARRIVA NERINA! – Ciao Gigliola, guarda che cosa ho trovato! Possiamo fare un bellissimo gioco, dai sbrigati! Quando Nerina ha in mente qualcosa non la ferma nessuno. È arrivata a casa di Gigliola come un uragano e adesso è impaziente di cominciare a giocare. – Arrivo subito, metto in forno l’arrosto e la torta e sono da te – dice Gigliola. Nerina ha portato due mazzi di figurine; ne tiene uno per sé e dà l’altro all’amica. Ognuna delle due stende sul tavolone le proprie figurine. Il gioco consiste nell’accoppiarle logicamente e scrivere il numero corrispondente vicino 2 3 1 a ogni lettera.

A

B

__

__

D

E

__

G __

J __

__

H __

K __

C __

F __

I __

L __

4

5

7

8

10

11

13

14

6

9

12

15

Alla fine del gioco avanzano tre figurine. Gigliola chiede a fata Nerina: – Se hai capito a che cosa servono tutti questi oggetti e chi, di solito, li usa, scrivilo su questo foglietto.

_________________________________________________________________ _________________________________________________________________ _________________________________________________________________

O.A.: osservare con attenzione per cogliere le relazioni tra oggetti.

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Osservare e dedurre

SCHEDA

4

Nome e cognome

© La Spiga

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Data

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UNA BELLA FESTA! Nel parco di Gigliola è in corso l’evento della stagione: la festa all’aperto più rinomata del circondario. Essere invitate significa essere considerate fate importanti, dunque ognuna aspetta con trepidazione l’invito. Gli ospiti sono tanti, c’è anche la banda che suona; i tavoli sono stracolmi di ogni prelibatezza e le fate indossano abiti molto eleganti e fanno sfoggio di bacchette all’ultima moda. C’è persino una fata giornalista inviata del Magic Journal che sta prendendo appunti per l’articolo che uscirà domani. I pettegolezzi da fare sono molti e, per non perdere tempo, la giornalista scrive sul suo taccuino delle frasi incomplete, che finirà poi con calma nella sede del giornale.

A

B

• Tre fate hanno lo stesso cappello. Sono ______________________ . • Ci sono due fate che hanno lo stesso ricamo sulla gonna. Sono ______________________ . • Oh, oh! Ci sono due fate che sono vestite allo stesso modo, tranne per un particolare (___________). • Guarda, quella fata ha una giacca nuova, è ___________________ . • Quelle bacchette vanno decisamente di moda, ce ne sono addirittura sei uguali! Le hanno ___________________________ .

C

D

E H F

G

I

208

O.A.: riconoscere gli elementi descritti in un testo.

L


Osservare e dedurre Nome e cognome

SCHEDA

© La Spiga

.....................................................................................

Data

5

....................................

UNA DOMENICA TRA GLI UMANI Ogni tanto fata Gigliola va, in incognito, a curiosare nel mondo degli umani. Ha saputo che di domenica le scuole sono chiuse e i bambini con i loro genitori vanno spesso ai giardini dove, grandi e piccini, possono giocare insieme. Gigliola sta telefonando a Mirtilla e le racconta che domenica scorsa ai giardini della città degli umani ha visto un gruppo di padri e di figli che si assomigliavano in maniera straordinaria. – Ho un’idea! – continua Gigliola – Ti faccio il disegno di ciò che ho visto e tu colori nello stesso modo ogni padre e il rispettivo figlio. Qualche giorno dopo, Mirtilla va da fata Gigliola con il disegno colorato e le dice: – Ci sono tre bambini di cui non si vede il padre. Io, però, ho scoperto che hanno qualcosa in comune. Guarda e dimmi che cosa pensi.

2

A __

4

C __

1

B __

3 D __

5 F __

7 E __

6

G __

9

8 H __

10

11

I tre bambini di cui non si vede il padre sono: ___________. O.A.: riconoscere analogie e somiglianze.

209


SCHEDA

6

Osservare e dedurre Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

IL FOLLETTO MALIGNO Anche per le fate non sempre la vita è facile! Devono vedersela con spiritelli malvagi, orchi, gnometti crudeli… Nel laboratorio, sulla torre della sua casa, Gigliola tiene, ben custodito, il suo oggetto più prezioso: il librone di nonno Aristide. È un librone magico nel quale la fata trova la soluzione a tutti i problemi. Purtroppo si è accorta che nella pagina dedicata ai folletti, tra tanti buoni, se ne è nascosto uno maligno. Bisogna individuarlo subito e cacciarlo, altrimenti potrebbe causare un sacco di danni: modificare le formule, mangiarsi le parole o, addirittura, le pagine! Gigliola sa come riconoscerlo: sarà la sua ombra a tradirlo. I folletti maligni, infatti, hanno l’ombra leggermente diversa da sé.

B

A

1

3

C

E

D

2

4

Il folletto maligno è ___. La sua ombra è la numero ___.

210

O.A.: riconoscere analogie e differenze.

5


Osservare e dedurre Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

SCHEDA

7

HAPPY HOUR Da quando Gigliola si è trasferita a Fata City non ha più avuto occasione di vedere le sue amiche di un tempo. Che nostalgia! Ma lei non si perde d’animo e così ha invitato le sue cinque amiche a un happy hour in un elegante locale del centro. Le fate hanno accettato l’invito con entusiasmo. – Sarà una fantastica occasione per chiacchierare e ricordare il tempo passato insieme – le hanno detto. Fata Gigliola ha prenotato una saletta riservata e ha chiesto al barista, suo amico, di preparare dei simpatici cartellini su cui segnare il nome di ciascuna amica. Che emozione questo incontro! I cartellini, però, non sono ancora pronti; il barista ascolta attentamente ciò che le fate dicono e, in questo modo, riesce a scrivere il nome giusto su ogni cartellino.

GLADIS HA IL MANTELLO. IRMA HA IL VESTITO A QUADRI.

SOAVE HA IL CAPPELLO COME IL MIO.

VERA HA GLI OCCHIALI.

IO NON SONO IRMA E LEDA HA I GUANTI.

O.A.: riconoscere elementi descritti attraverso connettivi logici.

211


SCHEDA

8

Osservare e dedurre Nome e cognome

.....................................................................................

© La Spiga

Data

....................................

LA BACCHETTA MAGICA Nerina è la solita pasticciona: anche ieri ne ha combinata una delle sue. Gigliola non avrebbe mai pensato che una semplice passeggiata nel parco potesse risolversi in un disastro; e invece sì. Le due amiche avevano deciso di fare un po’ di jogging per mantenersi in forma; ciascuna di loro aveva una borsetta in cui sistemare tutto l’indispensabile, ma la bacchetta proprio non ci stava e, mentre Gigliola aveva rinunciato a portarla, Nerina se la teneva ben stretta in mano. A un tratto… una radice che sporge, un piede che inciampa, la bacchetta che cade nel modo sbagliato e… quando Nerina si guarda intorno, si accorge che la sua bacchetta ha combinato dieci guai. Gigliola li individua e, come al solito, rimette tutto a posto.

212

O.A.: cogliere gli elementi incongrui in un testo iconografico.


Giocare con le parole Nome e cognome

SCHEDA

© La Spiga

Data

.....................................................................................

1

....................................

BARNABÀ SI PRESENTA In un moderno palazzo vicino al parco cittadino si è da poco trasferito un simpatico giovanotto. Il suo appartamento è al pian terreno e, nell’angolo accanto al camino, vi è una scala che scende nel sotterraneo in cui Barnabà ha il suo laboratorio. Per la verità, è un laboratorio un po’ particolare: Barnabà, infatti, è un mago! Sulla porta vuole mettere un cartello su cui scriverà una frase misteriosa. Ma per trovare la frase è necessario fare un gioco. Ci sono 10 schemi, ognuno formato da 5 gruppi di lettere. TRIB EDÌ Il gruppo centrale manca; lo deve scrivere il mago usando le lettere necessarie per formare due parole. Infine Barnabà dovrà riportare nel suo cartello i gruppi di lettere che ha scritto sistemandoli in modo L ALE da formare una frase.

AR

RE

I A

RE

PI

TTO

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LO

______ ______

DI

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TTO

IN

O

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NA PE

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DIO

ME TE

CAN

FONO

______

______ ______

GREM

NA

CA

ULE

GLIA

______ ______ ______ ______ ______

O.A.: riconoscere parole che contengono la stessa sillaba.

213


SCHEDA

2

Giocare con le parole Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

ARRIVA L’ ASSISTENTE Barnabà ha ricevuto una comunicazione dall’associazione Grandi Maghi: poiché ha superato brillantemente le prove previste, ha acquisito il diritto ad avere un’assistente. Barnabà è ansioso di riceverla e ha già preparato la sua scrivania; il nome dell’assistente, però, non gli è stato comunicato e il cartellino è rimasto vuoto. Una forte scampanellata lo distoglie dai suoi pensieri; apre la porta e entra… una specie di tornado carico di bagagli! – Come ti chiami? – chiede Barnabà. L’assistente risponde: – Non è così semplice scoprire il mio nome! Dovrai prima risolvere questo quiz. Io ti do degli insiemi di parole e in ciascuno dovrai trovare l’intruso. Mettendo in ordine le lettere iniziali dei nomi degli intrusi, potrai completare il mio nome sul cartellino. ano aeropl 2 aria volare freddo i al iolo 4 ghiacc 1 3 dolce buono

6 5

stirare lavare imbuto re cucina

7

A

214

O.A.: riconoscere i campi semantici.


Giocare con le parole Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

SCHEDA

3

LA PAROLA MAGICA Tutti sanno che Barnabà è un ottimo mago e anche un bravo insegnante per la sua assistente Virginia. Quest’ultima, però, non ha pazienza: vorrebbe fare tre magie alla volta e così combina spesso dei grossi pasticci. Barnabà le spiega che è necessario rimediare a tutti i danni provocati e che, per fare ciò, serve la parola magica. Trovarla non sarà semplice! Virginia dovrà osservare attentamente i disegni della scheda ed eliminare le 12 coppie il cui nome finisce o inizia con le stesse tre lettere. Ad esempio: BACHI

CHIAVI

.

Le iniziali dei nomi delle sei figure rimaste, combinate nel modo giusto, daranno la formula magica che serve per riparare i danni.

______

______ ______ ______ ______ ______

O.A.: riconoscere parole che contengono lo stesso suono.

215


SCHEDA

4

Giocare con le parole Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

CATENA DI PAROLE Nel salotto di casa, Virginia racconta a Barnabà che un giorno, alla Scuola Primaria di magia, aveva dovuto svolgere un compito un po’ difficile per lei e ora lo sottopone al mago. Prima, però, gli spiega le regole. Ci sono 12 parole: la prima e l’ultima sono scritte in un riquadro con la cornice e si deve partire dalla prima per arrivare all’ultima seguendo queste indicazioni: • la parola successiva può essere un anagramma della precedente oppure un sinonimo o un contrario; • una sola lettera può essere stata cambiata, aggiunta o tolta; • la parola precedente può avere un collegamento logico con la successiva. CAPPELLO • PESCE • QUADRO • SOLIDO • MURO • MARTELLO • EURO • CILINDRO • PARETE • SOLDO • CHIODO • MONETA 1. CAPPELLO 2. _____________ 3. _____________ 4. _____________ 5. _____________ 6. _____________ 7. _____________ 8. _____________ 9. _____________ 10. _____________ 11. _____________ 12. PESCE

Barnabà, dopo aver risolto la catena di parole, dice a Virginia: – Adesso tocca a te! Usa le parole n. 8, 9 e 11 per formare una frase e scrivila su questo quaderno.

216

O.A.: collegare logicamente tra loro le parole.

___________________________ ___________________________ ___________________________


Giocare con le parole Nome e cognome

SCHEDA

© La Spiga

.....................................................................................

Data

5

....................................

ANAGRAMMI E REBUS Sul grande tavolone del laboratorio ci sono dieci grossi nodi. – A che cosa servono tutti questi nodi? – chiede Virginia incuriosita. – Hai deciso di fare il marinaio? Barnabà la guarda con aria severa e le risponde: – Invece di fare la spiritosa, osserva bene e ti accorgerai che solamente quattro di questi pezzi di corda formano altrettanti nodi; gli altri sei, invece, non sono nodi. Quando avrai scoperto i nodi, scrivi nei riquadri la lettera che li contraddistingue.

I S R

A E

Z N

Y O

M ______ ______ ______ ______ Virginia si chiede a che cosa serviranno quelle lettere, ma ecco che Barnabà con sole quattro lettere forma ben cinque parole! Davvero una magia… Un sentimento: ____________________________ Una città: ________________________________ Un nome di persona: _______________________ Un frutto: ________________________________ Una parte dell’albero: ______________________ Virginia ha una richiesta da fare al mago, ma non osa; allora ricorre a uno stratagemma: gli sottopone un rebus. Barnabà è un mago, lo risolverà sicuramente!

(5 – 7) ____________________________________ O.A.: utilizzare lettere e sillabe per risolvere anagrammi e rebus.

217


SCHEDA

6

Giocare con le parole Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

LA POZIONE MAGICA Da almeno sei ore c’è qualcosa che bolle dentro un pentolone. Barnabà dà una mescolata, poi apre i cassetti dell’armadio e toglie qualcosa che butta nel pentolone. A un tratto si batte la mano sulla fronte ed esclama: – Mi mancano i semi di fellandrio! Senza semi di fellandrio… addio pozione! Virginia, però, sa da chi andare per averli, ma Barnabà avrà questa informazione solo se sarà in grado di risolvere questo gioco. Deve scrivere nello schema i nomi dei disegni intorno al pentolone. L’informazione apparirà nelle caselle colorate.

1

2

4

6

3

7

9 1

2 3

4 5

6

5

7

8 9

8

10

10

L’informazione è: ______________________________________________. Appena ricevuta l’informazione necessaria, Barnabà si precipita fuori di casa. Virginia prende il suo quaderno e scrive che cosa pensa possa succedere.

218

O.A.: utilizzare lettere e sillabe per risolvere giochi linguistici.


Giocare con le parole Nome e cognome

SCHEDA

© La Spiga

.....................................................................................

Data

7

....................................

ALTRI INGREDIENTI Finalmente i semi di fellandrio sono stati trovati, ma per completare la pozione servono altri due ingredienti. – Virginia, gli ingredienti mancanti sono ali di… e code di… Non mi ricordo di chi, e tu? – Io sì, caro il mio mago, ma per saperlo dovrai risolvere questi enigmi! Questo è il primo: a simbolo uguale corrisponde lettera uguale. Completato lo schema, nella prima colonna scoprirai di chi sono le ali.

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A

T

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A

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❤ ^

A

N a

^

Le ali sono di _________________ .

– Ecco il secondo enigma per scoprire di chi sono le code. Cancella nello schema le seguenti parole e lo leggerai nelle caselle rimaste. alce • cilindro • civetta • dolce • imbuto • magia • ombra • ricordo • tana • tavolo • vanga

c

i

l

i

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m

b

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d

n

a

l

c

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o

t

o

e

Le code sono di _____________________. O.A.: utilizzare lettere e sillabe per risolvere giochi linguistici.

219


Giocare con le parole

SCHEDA

8

Nome e cognome

© La Spiga

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Data

....................................

ADESSO SI GIOCA! Il grande pentolone è sul fuoco ormai da ore, ma dovrà bollire ancora per tanto tempo. – Sei davvero un grande mago! – dice Virginia. – Questa pozione per non bagnarsi quando piove è un portento! Non avremo più bisogno né di ombrelli né di impermeabili. Mentre la pozione bolle, il mago e Virginia giocano: si stanno proprio divertendo! Vincerà questo gioco chi saprà collegare ogni figura all’anagramma del suo nome. PERLE MONILE ORTO

TORACE

LUMINO

– Brava Virginia, questa volta mi hai battuto! – dice Barnabà. – Ma ora ti propongo un’altra sfida. In questo gioco si deve scrivere il nome del soggetto disegnato; poi bisogna togliere le lettere indicate; le lettere rimanenti vanno scritte sotto al disegno e, infine, vanno inserite nello schema per formare una frase.

LA

M

____________

VE

____________

____________

N

ATO

____________

____________

Barnabà esclama: – Ho vinto io! La frase è:

220

O.A.: saper fare anagrammi.

____________

M GNA

____________


Giocare con i testi Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

SCHEDA

1

....................................

FLIGGY INAUGURA LA MANSARDA A vederla camminare per strada nessuno penserebbe che quella ragazza vestita con i jeans e con in testa un cappello a cilindro con un nastro viola sia una strega. Ma Fliggy, questo è il nome della ragazza, è proprio una strega; solo che, anziché la bacchetta magica, usa il telecomando, e non cavalca una scopa di saggina, ma una moderna scopa a motore. Questa notte ha invitato nella nuova casa in cui abita da cinque mesi le sue amiche, per la festa di inaugurazione. Fliggy ha detto a Berto, il portinaio, di fermare le invitate nell’atrio e di farle salire tutte insieme. Ora sono arrivate tutte e, sentendole parlare, Berto capisce che alcune mentono e non sono amiche di Fliggy. __________________ Scrive il nome di ognuna su un taccuino e accanto scrive __________________ V se dice la verità, B se dice una bugia. Poi citofona __________________ alla streghetta per sapere se può farle salire.

__________________ __________________ __________________

ABITA QUI ‘ SOLO DA UN LUSTRO E GIA HA FAT TO CAMBIAMENTI IN CASA.

SONO CURIOSA DI SALIRE. FLIGGY AMA IL VIOLA, SCOMMETTO CHE LE PARET I SARANNO DI QUESTO COLORE!

Priscilla NON HO INDOSSATO IL MIO VESTITO DA STREGA, MA SO CHE PER FLIGGY NON CONTA L’ABBIGLIAMENTO TIPICO DA STREGA.

Rebecca

L’HO VISTA PASSARE IERI SUL COMIGNOLO DI CASA MIA. HA ANCORA LA VECCHIA SCOPA; INVECE DI CAMBIARE CASA, AVREBBE DOVUTO CAMBIARE SCOPA!

Malica HO SCORDATO LA MIA BACCHETTA MAGICA! ‘ IL MIO CODICE BEH, INSERIRO NEL TELECOMANDO DI FLIGGY!

Milù

Berenice

AH! QUEL SIMPATICO SIGNORE E‘ IL PORTIERE DI CUI MI HA PARLATO FLIGGY.

Ludmilla

O.A.: leggere con attenzione e collegare le informazioni.

221


SCHEDA

2

Giocare con i testi Nome e cognome

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© La Spiga

Data

....................................

LA FESTA HA INIZIO! Berto ha citofonato a Fliggy dicendole che tra le streghe arrivate ci sono alcune intruse, ma lei ha deciso di accoglierle ugualmente. Se erano curiose di vedere la sua casa e di conoscerla… eccole accontentate! Se si dimostreranno simpatiche, avrà qualche nuova amica; diversamente non varcheranno più quella porta. Fliggy le fa accomodare nel grande salotto con la vetrata, che ha una splendida vista sulla città: – Carissime, sono proprio felice che siate venute tutte. Vorrei per prima cosa conoscere il nome delle nuove amiche, spero vi troviate bene qui da me. Vi voglio dire quali sono le abitudini delle nostre feste. • Chi ha fame troverà i tramezzini nel frigorifero. • Volendo, alcune di voi potranno esibirsi con le loro magie. • Attente, non c’è magia che Milù non possa fare. • La festa non finirà prima dell’alba. Buon divertimento! Priscilla, una strega perfida e invidiosa, si chiede quale sia la frase che ha il significato corretto. A tutte verranno dati i tramezzini che sono nel frigorifero. Se qualche strega ha fame, può prendere da sola i tramezzini nel frigorifero. Se qualche strega ha fame, può chiedere di avere i tramezzini che sono nel frigorifero.

Alcune streghe dovranno fare magie. Qualche strega non dovrà fare magie. Le streghe che lo desiderano avranno la possibilità di fare magie. Alcune magie per Milù sono impossibili. Ogni tipo di magia non è difficile per Milù. Milù non sa fare tutte le magie. La festa finirà prima che spunti il sole. La festa finirà dopo che è spuntato il sole. La festa non finirà prima che faccia buio.

222

O.A.: leggere con attenzione e collegare le informazioni.


Giocare con i testi Nome e cognome

© La Spiga

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Data

....................................

SCHEDA

3

UN INVITO ENIGMATICO Fliggy ritira dalla casella La signoria vostra è invitata al Convegno di Fate, Maghi e Streghe della posta una lettera. che si terrà a Magicland il 7 ottobre. All’interno c’è un invito Potrà accedere al salone d’onore solo se avrà scoperto di quale dei due raccont i per partecipare è protagonista il personaggio il cui nome è celato in questo gioco. a un convegno Unisca ciascuna delle figure di sinistra a una di quelle di destra che abbia attinenza di maghi e streghe. con essa. Le terze lettere delle figure di destra formeranno il nome del personaggio. – Ciao, Berto, leggi Il giusto ordine è dato dalla posizione nei riquadri a sinistra. questo originale Il nome del personaggio è _________ . Il racconto è il numero __ . invito.

1

______________

____

______________

____

______________

____

______________

____

1

______________

____

2

______________

____

3

______________

____

4

______________

____

2 3 4

A

Un gruppo di streghe si recò una notte sotto la grande quercia. Dovevano fare un rito propiziatorio per far scaturire dalla montagna una sorgente d’acqua con magici effetti per ringiovanire chiunque ne avesse bevuto un bicchiere. A un tratto si sentì un boato, si levò da terra una nuvola di fumo dalla quale proveniva una voce: – Un mio nemico, nel passato, tra le rocce, mi ha intrappolato. Voi mi avete liberato e per questo vi sono grato. Per voi una magia farò e quell’acqua vi darò. Sparì la nuvola, l’acqua cominciò a sgorgare e, accanto alle streghe, apparve un cesto di rose.

B

Un gruppo di streghe si recò una notte sotto la grande quercia. Dovevano fare un rito propiziatorio per far scaturire dalla montagna una sorgente d’acqua con magici effetti per ringiovanire chiunque ne avesse bevuto un bicchiere. A un tratto si sentì un boato, si levò da terra una nuvola di fumo dalla quale proveniva una voce: – Se quell’acqua voi volete, un caro prezzo pagherete. Basta che qualcuno paghi, sono più bravo di dieci maghi, ma non sono un mago. Sparì la nuvola, l’acqua cominciò a sgorgare e, accanto alle streghe, apparve un cesto vuoto con un biglietto: Versare 1000 denari.

O.A.: leggere attentamente per ricavare informazioni.

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Giocare con i testi

SCHEDA

4

Nome e cognome

© La Spiga

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Data

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POSSO ENTRARE? Fliggy ha parcheggiato la sua scopa nel parcheggio accanto al salone dei congressi. Orgogliosa, mostra l’invito con la soluzione. Il gran cerimoniere batte tre volte il bastone a terra per annunciarla ai presenti e poi le consegna un altro cartoncino:

1

Fliggy, hai sup erato il primo test. Tu non hai mai partecipato ai nostri convegni e dobbiamo mettert i alla prova prim a di accoglie rti come membro ono rario dell’Associazione Internazionale di Fate, Maghi e Streghe. Se risolverai il nuovo gioco sarai dei nostri! Dai un nome a ciascuna figura e prendi, nell’ord ine, tutte le lettere indicate dai numeri. Otterrai una fras e. Scrivila e segna con una X in quale punto del racconto può essere inserita.

2 ______________ 3 6 4 5

__ __ __ __

______________ 2 1

__ __

3 ______________

5

4 ______________

5 4 7

5 4 6

__ __ __ 6

__ __ __ ______________ 7 2 7 1 0 8 6 3

__ __ __ __ __ __ __

______________ 4 2

__ __

La frase è: _____________________________________________ . Nelle cupe e fredde foreste del nord vive Gelinda, una strega che deve il suo nome al fatto che riesce a ottenere filtri che resistono a bassissime temperature e non gelano mai. Ieri sera si è presentato alla sua porta Mago Gelo. – Ciao Gelinda! – Ciao Mago Gelo, che ci fai qui? Non ho bisogno di un frigorifero ambulante per trasportare le mie pozioni. – Ti ci metti anche tu! Non mi va proprio di scherzare! Sono stufo di essere allontanato dalle feste e dai ristoranti perché emano un gran freddo. Anche la mia fidanzata mi ha lasciato perché non vuole più mettersi quattro maglioni per abbracciarmi! Preparami una delle tue pozioni. Se ne berrò in quantità sarò meno gelato!

224

O.A.: inserire una sequenza nel posto logicamente adatto di un racconto.


Giocare con i testi Nome e cognome

© La Spiga

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Data

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SCHEDA

5

IL SALONE… MAGICO! Fliggy ha risolto il quesito ed è entrata a far parte dell’Associazione. Il gran cerimoniere l’accompagna nel salone dove si sono radunati i maghi e le streghe in attesa che inizi il convegno. Tutti stanno chiacchierando e all’orecchio della streghetta arrivano alcune parole che i presenti si scambiano. Fliggy osserva le persone e riesce ad attribuire a ciascuna le parole che pronuncia.

A. In qualità di presidentessa delle streghe, ti seguo. B. Ma lo sai quasi a memoria! Rilassati! C. Ti invito a Pechino per il 14 gennaio. D. Chissà dove posso trovare una sedia libera… Mi fa male la gamba. E. Devo ripassare il mio discorso di benvenuto. F. Hai deciso dove sederti durante il convegno? G. In qualità di presidente dei maghi, vado ad accogliere la nuova arrivata! H. Mi spiace, ma proprio quel giorno compie gli anni il mio nipotino. I. Non voglio stare vicino a Priscilla, crederanno che siamo gemelle!

O.A.: leggere con attenzione e collegare le informazioni.

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SCHEDA

6

Giocare con i testi Nome e cognome

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Data

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DIAVOLONERO E TOPOGRIGIO Fliggy ha invitato le sue amiche Rebecca, Malica e Ludmilla. Offre loro un tè e poi inizia a raccontare un episodio al quale ha assistito. La perfida strega Priscilla aveva chiesto alla sua civetta Diavolonero di aiutarla a catturare il grande Topogrigio. Topogrigio, infatti, era ricercato da tutte le streghe maligne, che volevano utilizzarlo nella preparazione di una superpozione magica. La civetta si era accorta che Topogrigio, prima di assalire qualsiasi animale, si accertava che dormisse o fosse morto, mordicchiandolo o dando colpetti con il muso, pronto, in ogni caso, a fuggire. “Ecco il momento buono; adesso ci provo!”pensò la civetta. Piano piano, senza fare rumore, si mise distesa a terra restando immobile con il capo reclinato da una parte; sembrava morta. SECONDO ME, Il grande topo era in perlustrazione, la vide, ‘ FINTA MORTA, SI E si avvicinò e cominciò a mordicchiarla piano piano. HA VOLTATO LA TESTA Diavolonero voltò di scatto la testa e con il suo becco PER SEMBRARE ‘ INDIFESA lo ferì su un fianco. Poi lo prese con gli artigli PIU e lo portò a Priscilla. E SORPRENDERE TOPOGRIGIO. Le streghe commentano l’episodio; Fliggy sa che solo una ha ragione.

Ludmilla

Rebecca LA CIVETTA HA PENSATO DI FINGERSI MORTA E HA VOLTATO IL CAPO PER NON VEDERE IL TOPO.

Malica

226

IO CREDO CHE SI SIA FINTA MORTA PER INGANNARE TOPOGRIGIO E POI SCAPPARE.

O.A.: leggere con attenzione e fare inferenze.

_____________________ HAI RAGIONE TU!


Giocare con i testi Nome e cognome

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© La Spiga

Data

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SCHEDA

7

UNA SCORPACCIATA DI FILAPPERI Fliggy telefona alla sua amica Ludmilla: – Ciao Ludmilla, sto catalogando a computer le mie formule magiche e non vorrei interrompermi. Visto che stai venendo da me, puoi passare per favore in cartoleria e comperarmi 40 etichette adesive per le mie ampolline? – Certamente! Le vuoi bianche o colorate? – Colorate, grazie. Ah! Già che ci sei, compera alcuni filapperi per la merenda. – Ok! Tra un’oretta sono da te. Ludmilla, andando da Fliggy, è passata a fare un saluto a Malica, poi è andata in cartoleria e ha comperato quattro etichette: una rossa, una viola, una verde e una gialla. Quando è entrata in pasticceria, ha comperato quaranta filapperi: due pacchi che ha caricato nel cestino della scopa. Berto la aiuta a portare i pacchi e, quando Fliggy apre la porta, la guarda, si mette a ridere ed esclama: – Non avrò etichette per le ampolle, ma potremo mangiare filapperi per un mese. Vado subito a preparare una cioccolata calda per gustarli meglio! Berto chiede: – Che cosa sono i filapperi? Pensa: “Potrebbero essere pizzette, cioccolatini, biscotti, torte, panini, caramelle, cicche, patatine”. Fliggy si accorge della perplessità di Berto e gli dà un aiuto. – Si comperano al bar, in pasticceria e al supermercato; si possono comperare in confezioni piccole o grandi; sono ottimi con la cioccolata; quaranta filapperi stanno in due pacchi. – Ho capito! I filapperi sono ______________________ .

O.A.: dedurre dal testo informazioni nascoste.

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SCHEDA

8

Giocare con i testi Nome e cognome

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Data

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UN PASSATEMPO PER LUDMILLA Squilla il cellulare di Fliggy. È la solita Ludmilla che, non sapendo che cosa fare, vuole chiacchierare un po’. – Senti Ludmilla, sono molto impegnata. Ti mando una e-mail con un quesito, così potrai aiutarmi e saprai che cosa fare! Fliggy scrive. Sto facendo una ricerca sui ragni. Ho digitato sul motore di ricerca del computer la parola “ragno” e la prima voce è: RAGNI. Autore: Stella Parini, docente di Aracnologia, Università di Bologna. Che tipo di articolo sarà quello della prima voce? Sarà un testo che: propone una ricetta per una pozione favolosa dà informazioni utili per la cattura dei ragni

dà informazioni sui ragni

racconta un’esperienza

racconta una leggenda sui ragni

Dove pensi di trovare questo testo? In: Ragni scarafaggi, manuale fornito da una ditta produttrice di insetticidi Le mie vacanze a casa dei nonni, diario di una bambina di 9 anni Artropodi, celenterati e echinodermi, rivista scientifica Pozioni e intrugli, rivista per apprendiste streghe

I personaggi dei miti e delle leggende, fascicolo dell’enciclopedia dei miti La seconda voce trovata su Internet è: RAGNI. Autore: Aurora Foscoli, docente di mitologia, Università di Bologna. Che tipo di articolo sarà quello della seconda voce trovata su Internet? Sarà un testo che: propone una ricetta per una pozione favolosa dà informazioni utili per la cattura dei ragni

dà informazioni sui ragni

racconta un’esperienza

racconta una leggenda sui ragni

Dove pensi di trovare questo testo? In: Ragni scarafaggi, manuale fornito da una ditta produttrice di insetticidi Le mie vacanze a casa dei nonni, diario di una bambina di 9 anni Artropodi, celenterati e echinodermi, rivista scientifica Pozioni e intrugli, rivista per apprendiste streghe

I personaggi dei miti e delle leggende, fascicolo dell’enciclopedia dei miti Segna con X le tue risposte. Io ho già risolto. Poi confrontiamo. Ciao. Fliggy

228

O.A.: riconoscere le informazioni appropriate al tipo di testo.


Secondo Step INDICAZIONI METODOLOGICHE Le tre Unità di Apprendimento del secondo step hanno come protagonisti rispettivamente Attenzione, uno sceriffo, un indiano e un pirata. osser vazione e strategie Sono personaggi ancora appar tenenti al mondo della fantasia, maggiormente legati, però, a una realtà concreta. L’approccio intuitivo ha ancora un’impor tanza rilevante, ma le situazioni sono più complicate e richiedono da par te dell’alunno un maggior livello di attenzione e di osser vazione. Il contesto narrativo fa sempre da sfondo all’attività strettamente didattica e le consegne ­f ormulate in modo indiretto derivano dalla decodificazione del testo. In questo modo si presentano livelli diversi di comprensione di un testo: la narrazione e la focalizzazione di ciò che deve essere fatto per la soluzione del quesito. È sempre valido il suggerimento di lasciare al bambino la liber tà di trovare strategie di esecuzione personali, in modo che possa adottare il percorso risolutivo a lui più consono. Solo in caso di ­d ifficoltà l’insegnante inter verrà discretamente con suggerimenti. La correzione collettiva sarà occasione per un confronto tra gli alunni. All’interno di questo ­c onfronto sarà oppor tuno valorizzare ogni percorso e ogni soluzione. Gli O.A. sono indicativi perché in ogni pagina gli obiettivi sono molteplici, soprattutto man mano che il livello diventa più alto. Prima unità

Seconda unità

Terza unità

La prima unità vede protagonista lo sceriffo Lucky Jo e ha come finalità quella di guidare il bambino ad affinare le sue capacità di osser vazione e di deduzione. Queste abilità dovranno essere utilizzate anche per la ricostruzione di storie attraverso sequenze in cui la successione è data dal cambiamento di piccoli par ticolari nei vari disegni oppure nella comprensione di barzellette. In questo caso sarà utile che l’insegnante inviti il bambino a spiegare perché quelle barzellette fanno ridere e su che cosa fanno leva per suscitare l’ilarità. Le abilità che si vogliono stimolare sono: la capacità di osser vazione, la classificazione, il riconoscimento di caratteristiche comuni o di differenze a volte poco evidenti, l’istituzione di relazioni. La finalità della seconda unità, che ha per protagonista l’indiano Grande Bisonte, è quella di ­f avorire la capacità di manipolare le parole utilizzando suoni per giungere alla composizione di nuove parole. Rispetto al livello precedente, la difficoltà è rappresentata dall’aumento del numero di suoni che possono concorrere alla formazione di nuove parole. Sono richieste capacità di osser vazione e di analisi. Con questa tipologia di attività si favorisce la riflessione sulla struttura della parola. La lettura e la comprensione di testi sono le finalità della terza unità, con protagonista il pirata Thomas. Essere in grado di fare inferenze vuol dire saper andare oltre il significato palese di una frase o di un testo. Per abituare il bambino a questo tipo di riflessione si propongono brani ad hoc, in cui il contesto avventuroso e avvincente lo stimola a capire oltre le parole espresse. Il bambino ­c omincia ad elaborare un personale metodo di studio quando è in grado di comprendere le ­informazioni principali di un testo, ma anche di andare oltre facendo collegamenti e inferenze.

229


SCHEDA

1

Osservare e dedurre Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

LO SCERIFFO LUCKY JO In un piccolo villaggio sperso nelle vaste praterie dell’Arizona, lo sceriffo Lucky Jo e il suo vice, Little Boy, cercano di mantenere l’ordine e la calma. Il saloon è il luogo dove molti uomini si ritrovano alla sera dopo il lavoro, ma, qualche volta, gli animi si surriscaldano troppo e scoppiano dei litigi. È a questo punto che Lucky Jo interviene a riportare la calma. Sul giornale locale ci sono le immagini dell’ultima rissa; nella fretta le foto sono state impaginate in modo errato tranne la prima e l’ultima. Però c’è un modo per ricostruire il giusto ordine: in ogni vignetta, a partire da quella contrassegnata dalla lettera A, c’è un particolare che si trova identico nella successiva; in questa ce n’è un altro identico a quello della terza vignetta e così via fino all’ultima, cioè quella contrassegnata dalla lettera G.

B A E

C

D F L’ordine giusto è: A __ __ __ __ __ G.

230

O.A.: osservare con attenzione per cogliere i particolari e i cambiamenti.

G


Osservare e dedurre Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

SCHEDA

2

ASSALTO ALLA DILIGENZA Una delle famigerate bande del lontano West, quella di Black Jack, è entrata in azione e ha assalito la diligenza. Lo sceriffo si precipita sul luogo in cui è avvenuto il crimine; per fortuna non ci sono state vittime, ma la diligenza è distrutta, i bagagli dei viaggiatori e il loro contenuto sono sparsi ovunque. L’attacco è stato improvviso e nessuno di coloro che si trovavano a bordo ha visto i malviventi; però, tra i curiosi che assistono alle operazioni di recupero, Lucky Jo scopre che cinque sono dei testimoni perché erano presenti al momento dell’assalto. – Ehi, capo, ma come hai fatto a capirlo? – chiede meravigliato Little Boy. – Osserva attentamente la scena e queste persone, vedrai che lo capirai anche tu!

O.A.: osservare con attenzione per cogliere le relazioni.

231


SCHEDA

3

Osservare e dedurre Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

IL RICERCATO N. 1 Lucky Jo è sulle tracce di Black Jack, infatti tre giorni fa la banda del fuorilegge ha rapinato la banca di Silver City. Nessuno sa con precisione quale sia l’aspetto del bandito; si sa soltanto che non si toglie mai il cappello, neppure per dormire, ha la barba, i capelli lunghi e tiene sempre gli occhi aperti per non farsi cogliere di sorpresa. Lo sceriffo ha avuto un’idea furba: ha tagliato a metà gli identikit di alcuni ricercati e adesso prova a ricomporre i volti nella speranza di individuare Black Jack. Le metà di sinistra sono contrassegnate da una lettera, quelle di destra da un numero. Basta unire la lettera e il numero giusti e… ecco i ricercati e Black Jack!

2

1

A

B 5

E

6

G

L

I 13

H

M

12

N 15

Q

Black Jack è il numero ____.

232

8

11

14

P

D 7

10

9

O

C

F

4

3

O.A.: osservare con attenzione per cogliere le differenze e le somiglianze.

16

R


Osservare e dedurre Nome e cognome

SCHEDA

© La Spiga

.....................................................................................

Data

4

....................................

IL RICERCATO N. 2 Non c’è pace per lo sceriffo Lucky Jo: James Jesse con i suoi fuorilegge ha rubato una mandria di cavalli e ora si nasconde tra la folla. Ma lo sceriffo e il suo vice questa volta non avranno grosse difficoltà a scovarlo, infatti hanno diverse informazioni su di lui, sanno che: • non fuma e non porta gli occhiali; • ha sempre il fazzoletto intorno al collo; • non è parente del derubato; • non sopporta gli speroni.

QUANTI CAVALLI HANNO RUBATO A TUO CUGINO?

HO TERMINATO I SIGARI!

D

G H

F ‘ MOLTO MIO ZIO E ARRABBIATO PER IL FURTO SUBITO.

A B

L

C

E IERI AL SALOON HO PERSO GLI OCCHIALI.

I

O.A.: riconoscere le informazioni date dagli enunciati.

233


Osservare e dedurre

SCHEDA

5

Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

LA STORIA PROSEGUE IN PRIGIONE La banda di James Jesse è stata finalmente sgominata; dopo il capo, a uno a uno, sono finiti in galera tutti i sei malviventi che ne facevano parte. Lo sceriffo li ha radunati nel suo ufficio perché vuole individuare chi, tra loro, ha nascosto i cavalli e chi è il tesoriere della banda. È difficile ottenere informazioni da quei brutti ceffi. Però, nei giorni precedenti, lo sceriffo aveva ascoltato i discorsi che gli uomini chiusi in cella facevano tra di loro e così ha scoperto che: • Bill, Fred e Tom parlavano spesso con il tesoriere. • Dave e Fred non erano d’accordo con la spartizione del bottino proposta dal tesoriere; Ringo, invece, la sosteneva. • John, Dave e Ringo volevano nascondere i cavalli, ma non hanno potuto farlo. • Fred e il tesoriere avrebbero preferito nascondere i cavalli in un altro posto. • Tom era arrivato da poco nella banda e non aveva nessun incarico. Tom • Bill è uno che sbaglia sempre a fare i conti. Bill

Dave

Ringo

Fred

Il tesoriere è ______________________________ . I cavalli sono stati nascosti da ________________ .

234

O.A.: riconoscere le informazioni date dagli enunciati.

John


Osservare e dedurre Nome e cognome

SCHEDA

© La Spiga

.....................................................................................

Data

6

....................................

L’ EMPORIO Una volta al mese lo sceriffo fa l’inventario di ciò che gli serve e si reca all’emporio di Silver City, per rifornirsi di tutto ciò che gli manca. Sul lungo tavolo dell’emporio, Lucky Jo osserva gli oggetti comperati dagli avventori presenti in quel momento e, mentre attende il suo turno, si diverte ad abbinare ogni oggetto al suo acquirente e scrive le combinazioni sul suo taccuino. ‘ A OGGI MI FARO UNA NUOVA ACCONCIATURA.

C

VOGLIO CAMBIARE LE TENDE DELLA CUCINA.

DEVO RACCOGLIERE LE PATATE.

D

G

‘ DOMANI PARTECIPERO AL RODEO.

H F

E

B

‘ IO INVECE SEMINERO IL MAIS.

6

1

‘ RIMASTO MI E SOLO IL TABACCO.

5

8 4

2

3

Lettera

Numero

Lettera

Numero

______ ______ ______ ______

______ ______ ______ ______

______ ______ ______ ______

______ ______ ______ ______

O.A.: osservare con attenzione per cogliere le relazioni tra oggetti e personaggi.

7

235


SCHEDA

Osservare e dedurre

7

Nome e cognome

.....................................................................................

© La Spiga

Data

....................................

PER RIDERE UN PO’ La Gazzetta di Silver City riporta alcuni episodi di vita locale, ma, per divertire i suoi lettori, ha lasciato vuoti i fumetti scrivendo a fondo pagina le parole dette da ciascun protagonista. I lettori dovranno inserire le lettere nei fumetti e ci sarà un premio per il primo che farà giungere al giornale la pagina completata correttamente.

A Arrivi da lontano, vero? B Sembri un pappagallo! C Avrai la mia deposizione domani mattina! D Quando ti ho chiesto di indagare sui risvolti della faccenda, intendevo un’altra cosa. E Non fare domande, tienilo fermo e taci! F La foto non è disponibile. G Da dove escono i segnali di fumo, da questo coso?

236

O.A.: fare inferenze.


Osservare e dedurre Nome e cognome

SCHEDA

© La Spiga

.....................................................................................

Data

8

....................................

FRASI SCAMBIATE Dopo aver “sistemato” James Jesse, lo sceriffo Lucky Jo sta portando al tribunale della contea anche Black Jack e tutta la sua banda. Li ha ammanettati e caricati sul carro, mentre il suo vice Little Boy e alcuni aiutanti controllano che a nessuno salti in mente di scappare. Lungo la strada potrebbero esserci altri complici e bisogna stare con gli occhi aperti. L’avvenimento è importante e anche la Gazzetta di Silver City manda un reporter a fotografare la situazione. Alla sede del giornale il direttore decide di inserire sulla foto i fumetti con le frasi pronunciate dalle diverse persone, ma il redattore a cui aveva affidato l’incarico ha scambiato le frasi. Ora bisogna sistemarle in fretta scrivendo i numeri accanto alle persone!

2 1 ADESSO SIEDITI, MANGERAI QUANDO ‘ IL MOMENTO! E

5

3

‘ MEGLIO SARA RIFORNIRSI ALLA PROSSIMA SORGENTE.

LITTLE BOY, ABBIAMO ANCORA BORRACCE DI ACQUA?

‘ ORA CHE 4 E LO PORTI DAL MANISCALCO.

CHE COSA HANNO COMBINATO QUESTI BANDITI?

QUANDO SI MANGIA?

6

O.A.: osservare con attenzione per cogliere le relazioni tra frasi e personaggi.

237


SCHEDA

1

Giocare con le parole Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

GRANDE BISONTE GUIDA LA TRIBÙ Gli indiani della tribù dei Piedi Scalzi hanno smontato le tende e si stanno spostando: alcuni sono a cavallo, altri a piedi. Le merci e i bambini vengono trainati da slitte. Stanno andando verso le grandi praterie, dove è stato avvistato un grande branco di bisonti. Li guida il capo Grande Bisonte che parlotta con lo sciamano. Qualcosa li turba: è scomparso un oggetto molto prezioso per tutta la tribù. Per sapere qual è l’oggetto mancante bisogna cancellare le sillabe che formano il nome degli oggetti disegnati. Le sillabe rimanenti, nell’ordine, daranno il nome dell’oggetto mancante.

ho • per • so • il • li • dril • lo • mio • bi • cac • ca • tus • ca • ten • da • col • lu • li • ne • in • met • dia • co • frec • no • lo • pen • del • to • la • coc • vol • la • pe • te • ser • te • ar • pa • val • co • son • ba • le • pen • no • di • ce • co • gen • za • ar • ce

_______________________________________________________________

‘ ANDATO DOVE E A FINIRE L’OGGET TO?

_____________________

238

O.A.: ricostruire parole suddivise in sillabe.


Giocare con le parole Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

SCHEDA

2

....................................

SEGNALI DI FUMO Grande Bisonte, che, dall’alto delle colline, ha visto un’altra tribù in movimento, incarica Lupo Strano di mandare segnali di fumo per comunicare amicizia e buona fortuna. Lupo Strano, però, non è molto abile con i segnali di fumo e trasmette “strane parole”. Dalla tribù lontana rispondono con altre parole che, unite a quelle di Lupo Strano, ne formano altre ancora. ___________ Così nel cielo ci sono tante nuvolette e tutti gli indiani si divertono ad accoppiare le parole.

___________ ___________ ___________

___________

___________

___________

___________ ___________

___________ ___________

___________

___________

___________ ___________

___________

______________ ______________

______________

______________ ______________

______________

______________ ______________

O.A.: riconoscere criteri per la formazione di parole.

239


SCHEDA

3

Giocare con le parole Nome e cognome

.....................................................................................

© La Spiga

Data

....................................

ARRIVANO I NEMICI? A un tratto, dopo che un forte vento aveva allontanato i segnali di fumo inviati dalla Tribù dei Piedi Scalzi per comunicare la propria presenza nella zona, un gran polverone annuncia l’arrivo di molti cavalieri al galoppo. Grande Bisonte teme che siano nemici; raduna tutti i guerrieri e prende l’ascia di guerra. Quando i cavalieri sono vicini, Grande Bisonte va a parlare con lo sciamano. Lo sciamano scrive una frase sulla sabbia e per fare questo utilizza tutte le sillabe iniziali che mancano nelle parole.

1. _____dine 2. _____serto 3. _____lancia 4. _____nambulo 5. _____lefono 6. _____tomarino 7. _____remoto 8. _____gazzo 9. _____boratorio 10. _____nanas 11. _____bola 12. _____nosauro 13. _____riero 14. _____vanello

A • BI • DE • DI • GRAN • GUER • LA • RA • RA • SCIA • SON • SOT • TE • TER

______________________________________ ______________________________________

Lupo Stanco legge la frase scritta dallo sciamano e si domanda che cosa possa essere successo.

__________________________________________ __________________________________________ __________________________________________

240

O.A.: collegare i grafemi per ricostruire una frase di senso compiuto e saperla inserire in un contesto.


Giocare con le parole Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

SCHEDA

4

IL VECCHIO SAM E I BAMBINI Finalmente Grande Bisonte ha individuato un luogo adatto per stabilire il nuovo accampamento. È protetto dalle colline, una fresca sorgente è vicina e il percorso dei bisonti non è lontano. Tutto è tranquillo e, proprio quando anche lo sciamano decide di rilassarsi e di farsi una fumatina insieme a Grande Bisonte, arriva un carro trainato da un vecchio cavallo su cui avanza un uomo, un bianco, con un cilindro in testa. È il vecchio Sam, un tipo originale, che passa quasi tutto il suo tempo viaggiando attraverso il territorio indiano e che sa far divertire i bambini. – Bambini, venite qua – dice Sam, – guardate questi disegni e unite i nomi che fanno rima tra loro colorando i cerchiolini con lo stesso colore.

– Bravissimi! Non pensavo che ci sareste riusciti in così poco tempo! Adesso scegliete due coppie di parole e inventate una poesia!

_____________________________________ _____________________________________ _____________________________________ _____________________________________ _____________________________________ _____________________________________ _____________________________________ O.A.: saper riconoscere parole in rima.

241


Giocare con le parole

SCHEDA

5

Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

ALCE TESTA DI LEGNO SE NE VA Tanto tempo fa, quando era un bambino, Sam ha vissuto per molti anni con gli indiani della tribù dei Piedi Scalzi ed è per questo che, spesso, torna a trovarli. Ma non fa giocare solo i bambini, ama intrattenersi anche con gli adulti; per loro ha preparato giochi di parole. Grande Bisonte è felice, si siede accanto a Sam e chiama a gran voce i saggi del villaggio, che accorrono tutti, tranne Alce Testa di Legno. Alce Testa di Legno è un bravissimo cacciatore, ma non sa proprio fare i giochi di Sam; così si nasconde nella sua tenda e fa finta di non sentire il capo che lo chiama.

2 ADESSO AGGIUNGETE UNA LETTERA INIZIALE.

TOGLIETE LA LETTERA INIZIALE PER FARE UNA PAROLA DI SENSO COMPIUTO.

1

osso ______________ passo _____________ uscio ______________ oro _______________ assaggiatore _____________ esche _____________

sasso ________________ clima ________________ spiedino ______________ scarpa _______________ spendere ____________ podio _______________

4

3

TOGLIETE LA SILLABA INIZIALE.

INFINE AGGIUNGETE UNA SILLABA INIZIALE E FARETE SEMPRE UNA PAROLA DI SENSO COMPIUTO.

decotto ____________ bisogno ____________ tracollo _____________ cerotto _____________ altre _______________ collana _____________

242

O.A.: formare nuove parole togliendo o aggiungendo lettere e sillabe.

morso ________________ letto _______________ giada ______________ rotondo ______________ saggio _____________ pari _______________


Giocare con le parole Nome e cognome

SCHEDA

© La Spiga

Data

.....................................................................................

6

....................................

I SASSI DI GRANDE BISONTE Nella tribù dei Piedi Scalzi non ci sono libri e così i grandi avvenimenti vengono dipinti sulle pareti delle grotte, ma Grande Bisonte ha avuto un’idea geniale. – Per poter portare con noi il ricordo dei momenti importanti della nostra vita, possiamo scriverli sulle pietre! Infatti, su tre lunghe lastre Aquila Pensante scrive altrettante frasi; purtroppo, nello spostarle, le lastre si rompono e adesso, per poter leggere le frasi, bisogna risistemare i pezzi.

LLA

CIA

TAG

ION

IZI

ÈIN

ATA

LAS

EDE

CAC

________________________________________________

ICA

ATO

ISO

ERC

ANO

CCI

NTE

RIC

ILB

________________________________________________

ERO

SOT

ANC

TOL

LUP

ODO

ALB

RME

OST

________________________________________________ O.A.: collegare i grafemi per ricostruire una frase di senso compiuto.

243


Giocare con le parole

SCHEDA

7

Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

UNA BUONA CACCIA I cacciatori stanno tornando all’accampamento e, dalle loro grida, tutto il villaggio capisce che la caccia è stata fortunata. Tutti sono allegri e si preparano ad accoglierli. I bambini saltano e corrono, le squaw sanno che adesso per loro inizierà un grande lavoro: la carne del bisonte va trattata in modo da essere conservata per molto tempo. Lo sciamano fa dei disegni per terra. Aquila Pensante li osserva e, su una grande lastra di granito suddivisa in 12 righe, scrive delle lettere. In ogni riga lo sciamano dovrà togliere tutte le lettere che formano il nome di ciascun disegno. Con le lettere che rimarranno, prese nell’ordine, potrà leggere una frase che qualcuno nell’accampamento ha pronunciato. 4

6

10

8

9

7

11

5 3

2 1

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

M I M A F O E M A A Z A

12

L R G O S O E A R A O I

E M O C L T E C R C Z N

T B F F A S C C T O P P

V D L A O R O O R C A A

N I L R L T R O T L E C

La frase che risulta è: _ _ _ _ _ _ _ _

T I I G A A O N V C R V

U G O I T A L S A I N E

I I N L T Q L S U M A R

A E R N R L I E I N R R

A O A E F U T E G E L N

__ _____ _____ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _’_ _ _ _ _ _ _ L’ha detta _____________________________.

244

O.A.: utilizzare lettere e sillabe per risolvere giochi linguistici.

O L E E A E T H A L A O


Giocare con le parole Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

SCHEDA

8

L’ INVERNO L’inverno è una stagione che crea molti problemi agli indiani della tribù di Grande Bisonte: scende molta neve e il freddo intenso non consente ai cacciatori di trovare animali da catturare. Dai tepee esce il fumo del focolare e tutti trascorrono la maggior parte del tempo al chiuso, ben coperti dalle pelli di bisonte. Quando le giornate si allungano e il cielo si fa più sereno, lo sciamano annusa l’aria tiepida che arriva da sud e si prepara per un rito magico. Scrive alcune parole e chiede a Grande Bisonte di anagrammarle e di inserirle nello schema. Le lettere contenute nelle caselle colorate formeranno una frase che tutti gli indiani sono ansiosi di sentire. orca

a

stormi valente

l

e

gola rapiti ramo vene ignare

Gli indiani vogliono sentire che

______________________________ ______________________________.

O.A.: saper fare anagrammi.

245


SCHEDA

1

Giocare con i testi Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

THOMAS E LA SUA CIURMA Il veliero Terrore dei Sette Mari è nella baia dell’isola Dalak, rifugio segreto del pirata Thomas e della sua ciurma di terribili bucanieri. Thomas ha scelto con cura i componenti del suo equipaggio: è il pirata più temuto e non vuole perdere la faccia. È andato nel porto della Tortuga per ingaggiarli, si è seduto con aria indifferente nella taverna Gatto Nero e ha osservato i bucanieri che stavano facendo baldoria. Come si usa da quelle parti, ciascuno ha un posto assegnato con il nome bene in evidenza. Il capo ciurma che li vuole assumere scrive su un foglietto il nome del vascello e del pirata, poi lo deposita, in gran segreto, nella botte accanto alla porta di uscita. In questo modo nessuno saprà su quale vascello si sono imbarcati i pirati. Thomas ha preso appunti. Poi ha chiesto al suo amico Bonnet di scrivere i nomi per verificare che li avesse identificati.

Salomon

Barbariccia

Testa di Legno

Uncino Spuntato

Barbagialla Scricciolo

Ken

Follett

_____________ sa simulare il suo handicap. È veramente furbo, nessuno •_ si aspetta che abbia sempre con sé un’arma così micidiale. • ______________ è irascibile, è armato di pistola, ma tiene allegra la compagnia. • ______________ ha fama di essere coraggioso e intrepido. Mi preoccupa il fatto che sia taciturno, solitario e schivo. Saprà legare con gli altri? • ______________ non ha molta esperienza, ma il suo entusiasmo sarà contagioso. • ______________ sovrasta tutti, può scrutare l’orizzonte. Mi toccherà però trovare un letto adatto a lui! • ______________: anche per lui ci vuole un letto speciale e una chiave per la cambusa così da mettere al sicuro le derrate! 246

O.A.: leggere con attenzione e collegare le informazioni.


Giocare con i testi Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

....................................

SCHEDA

2

IL RIPOSO DEL PIRATA Thomas si è concesso una pausa sulla sua isola. Le ultime scorribande lo hanno veramente soddisfatto. I suoi bucanieri non si sono risparmiati e hanno dato l’assalto a un vascello spagnolo che trasportava sete preziose dalla Cina verso l’America settentrionale (1), a una nave inglese che portava un carico di tè verso le coste atlantiche delle colonie inglesi (2) e a due navi portoghesi, una che portava in patria un carico di piante medicinali ed esotiche della foresta (3) e un’altra che era partita dall’Africa per portare in Brasile un carico di schiavi (4). Ora invia un messaggio al suo amico Bonnet, che è andato sull’isola della Tortuga a cercare di capire se ci sono altri velieri che solcano i mari con carichi interessanti. Thomas ha scritto il messaggio in modo un po’ enigmatico perché, se dovesse capitare nelle mani A) S enza lo sciamano che prepara gli infusi, a loro del suo acerrimo nemico Rackam, non sarebbe servito quel carico. Venderò il resto questi verrebbe a sapere del carico alle ricche famiglie di Boston. delle sue imprese e potrebbe riferire Potranno abbellire le loro dimore. Per completare l’operazione cercherò una nave che trasporti tucani agli Stati interessati chi è l’autore e pappagalli. degli assalti che le loro navi B) È stata l’ultima impresa, ma la prima in ordine hanno subito. di importanza. Non ho ricavato denaro, ma la soddisfazione di una buona azione in nome della libertà. C) V enderò il carico a Boston perché, come sai, alla taverna Gatto Nero, si mesce ben altro. D) I nobili di Boston non potranno far confezionare capi per le feste danzanti.

Bonnet ha compreso tutto. Il messaggio A si riferisce alla nave ____, che trasportava ____________________. Il messaggio B si riferisce alla nave ____, che trasportava ____________________. Il messaggio C si riferisce alla nave ____, che trasportava ____________________. Il messaggio D si riferisce alla nave ____, che trasportava ____________________. O.A.: leggere con attenzione e collegare le informazioni.

247


Giocare con i testi

SCHEDA

3

Nome e cognome

© La Spiga

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Data

....................................

MESSAGGIO DA TORTUGA Bonnet è sull’isola della Tortuga per scoprire che cosa si muove sui mari e per informare il suo capo. Seduto al tavolo della taverna, come se fosse un signore qualunque, scrive una lettera a Thomas. Per rendere più difficile la comprensione del testo, inserisce un gioco linguistico e un rebus. Thomas li risolve, poi, sulla lettera, segna con una crocetta il punto dove devono essere inserite le frasi.

Sull’isola della Tortuga ci sono navi che attraccano e navi che salpano. Certo non tutti i giorni c’è lo stesso movimento, perché le condizioni atmosferiche a volt e costringono a soste forzate. Sulle banchine del porto si incontrano pirati, bucanieri, filibustieri, nomi diversi per persone che svolgono la stessa attività: assalire le navi per rubarne il carico. Nelle taverne si racconta di arrembaggi strepitosi , di tesori nascosti… Quando si vedono due pirati che parlan o guardandosi intorno con sospetto, si può essere certi che si stanno comunicando di essere venuti a conoscenza di nav i con un carico prezioso. Basta allungare l’orecchio e si scopro no cose interessanti. A me è capitato. A presto, Bonnet

Per decifrare la prima frase, Thomas scrive il nome dell’oggetto indicato dal numero: una lettera per ogni cerchiolino, partendo dal numero. I cerchiolini di ogni nome sono legati tra loro. In quelli azzurri comparirà la frase.

1 1

2

3

4

5

6

7

7

`

2

8 8

4

6

9

3

9

10

10

5

La frase A nascosta è: ___________________________________________________ Rebus (5, 4, 9, 1, 5, 3, 2, 7) P

L

_______

________

IO + TU = …

___________________

____________

(senza) A + I

___

______________

____________

La frase B nascosta è: __________________________________________________

248

O.A.: riconoscere e inserire in un racconto una frase mancante.


Giocare con i testi Nome e cognome

© La Spiga

.....................................................................................

Data

SCHEDA

....................................

4

LE MENZOGNE DI RACKAM Thomas è seduto a un tavolo della taverna Gatto Nero, quando arriva il suo nemico Rackam e gli si rivolge con tono sprezzante: – Ehi! Non hai nulla da fare? So che da circa un mese te ne stai qui in panciolle. Stai invecchiando, non hai più la forza di dare la caccia alle navi! Io invece… sono reduce da un grande successo! – Ah sì? E quale? – controbatte Thomas senza mostrare troppo interesse. – Da informazioni segrete ero riuscito a sapere che un veliero della flotta di proprietà del re di Spagna era partito dal Messico con un carico d’oro. Il re della Francia, padrone di quella nave e delle altre della flotta, sapeva che i suoi soldati l’avrebbero difesa e sarebbero giunti fino alla sua reggia con casse del prezioso metallo. Ho riunito i miei uomini, ho spiegato il piano e ho promesso loro che il bottino da spartire sarebbe stato ben sostanzioso; metà a me e il resto a loro, diviso in parti uguali. Siamo partiti dalla Tortuga con una scorta di acqua e viveri per quattro settimane. Questo era il tempo massimo cui potevamo resistere perché non avremmo potuto fare altri rifornimenti, dal momento che su quella rotta non c’erano approdi sicuri. Se avessimo superato quel limite di tempo saremmo morti di fame e di sete. Dopo venticinque giorni di navigazione abbiamo intercettato la nave, siamo andati all’attacco, ci siamo impossessati dell’oro e dopo abbiamo appiccato il fuoco perché non restasse traccia. Abbiamo impiegato poi un mese per tornare a Tortuga, perché siamo stati sorpresi da tempeste e mareggiate. C’è voluto coraggio e temerarietà, doti che solo io e i miei uomini abbiamo. Già si racconta che la nostra impresa passerà alla storia. Thomas non vuole litigare, beve e, scuotendo la testa, pensa: “Che faccia tosta! Si è inventato tutto. Due particolari mi fanno capire che sta raccontando frottole: 1. _ ________________________________

_________________________________ 2. _ ________________________________ _________________________________”.

O.A.: riconoscere elementi discordanti con la trama di un testo.

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SCHEDA

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Giocare con i testi Nome e cognome

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© La Spiga

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UNA SPIA A BORDO Un galeone inglese sta veleggiando verso l’Europa. Thomas manda a Bonnet, che ormai si è stabilito a Tortuga, un messaggio perché si imbarchi segretamente sul galeone. – Per sapere il nome del galeone devi: 1. ricomporre i proverbi unendo le parti; 2. leggere i brevi brani; 3. scrivere per ciascuno il proverbio adatto; 4. con la lettera iniziale del proverbio formerai il nome del galeone sul quale devi imbarcarti per facilitarci l’arrembaggio. A buon intenditor… Dal frutto… Ogni promessa… Non dire gatto…

è debito. se non l’hai nel sacco. si conosce l’albero. poche parole bastano.

Morgan non sopportava di vedere il ponte del suo veliero in condizioni pietose. A Convocò i suoi uomini: – Ciurma, è il momento delle pulizie! – Uffa, siamo pirati, non uomini delle pulizie! Morgan esclamò: – Se in un’ora brilla, prometto a ciascuno una pinta di rum! Quaranta minuti dopo occorrevano gli occhiali da sole per guardare il ponte della nave! E tutti bevevano rum! _________________________________________________ Morgan, guardando una mappa, dice tra sé: “La vecchia mappa del bisnonno! È segnato il luogo in cui è nascosto il tesoro. Certamente B si tratterà di un baule enorme, ci saranno tonnellate di oro. Ho già ordinato un nuovo veliero, lo armerò con potenti cannoni. Farò invidia a tutti”. È trascorso un mese e Morgan ha ancora il suo vecchio veliero!

____________________________________________________ Morgan deve imbarcare altri quattro uomini. Si è sdraiato su un mucchio di cime sulla banchina del porto. Finge di dormire ma, a occhi socchiusi, osserva i pirati che stanno caricando e scaricando le navi e pensa: “È il modo migliore per sapere chi lavora bene e per fare una scelta!”.

C

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Il vascello di Morgan è alla rada nella baia lontana dal villaggio. A bordo c’è un carico di pietre preziose che deve essere sorvegliato giorno e notte. Morgan convoca i suoi uomini: – Ciurma, i pirati sono sempre pirati! Anche se siamo colleghi non siamo sicuri che non ci assaliranno durante la notte. Se scopro qualcuno che non fa il suo turno di guardia… Ora ciascuno al suo posto. Domani all’alba si salpa.

____________________________________________________ Il nome del galeone è ________________.

250

O.A.: riconoscere l’idea essenziale di un testo.

D


Giocare con i testi Nome e cognome

© La Spiga

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SCHEDA

6

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UNA NOTTE DA INCUBO Thomas sta scrivendo sul suo taccuino. I pirati di Thomas non sanno il punto esatto in cui getteranno l’ancora, ma lo possono scoprire da ciò che ha scritto Thomas. Ecco il modo: 1. dovranno inserire le parole dell’elenco nelle frasi per completarle; 2. dovranno prendere le iniziali delle parole nell’ordine dato dai numeri e riportarle nello schema: avranno così il nome della località.

uragani • provviste • so ffia • euforia • nubifragio • laguna • levante • ozio • timori • alito • diario “_______ (6) di bordo del 5 agosto. Dall’alba non _______ (9) un _______ (5) di vento e il veliero sembra stare immobile nello stesso punto. Non sembra neppure che la notte scorsa ci sia stato un terribile ________ (3) con lampi e tuoni che hanno illuminato a giorno il cielo. All’orizzonte si scorgeva una tromba d’acqua: gli _______ (2) sono frequenti in questo tratto di mare e i pirati scrutavano l’orizzonte temendo per le loro vite. Per fortuna i _______ (4) sono svaniti quando tutti abbiamo visto la colonna d’acqua allontanarsi. Nonostante il pericolo fosse scongiurato, ho deciso di deviare dalla rotta stabilita, che puntava a ponente, per dirigermi verso _______ (8). Raggiungeremo l’Isola delle Perle e attraccheremo in una _______ (11) sicura. Quando ho comunicato alla ciurma la mia decisione, tutti sono stati presi da gioia e _______ (7). Sull’isola faremo ___________ (1) di acqua e cibo e trascorreremo qualche giorno nell’_______ (10), a riposarci e a prepararci per una nuova avventura.”

1

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O.A.: comprendere in quale contesto può essere inserito un termine.

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Giocare con i testi

SCHEDA

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Nome e cognome

© La Spiga

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UNA LETTERA A UN AMICO Caro Bonnet, dei mozzi del nostro veliero. Ho scelto ti invio questa lettera per mezzo di uno lari hio. Ho dovuto omettere alcuni partico questo ragazzo per non dare nell’occ suno nes ssaggio non finisca nelle tue mani, me il che o cas ato gur lau ma nel , ché per quello che intendo comunicarti. deve essere in grado di comprendere io o quando eravamo bambini. Nel pertug Vai nella vecchia casa dove abitavam le qua nel e sso troverai un involucro di pell che c’è nel muro sopra la porta d’ingre è contenuto un lasciapassare. tti to e così tu diventerai a tutti gli effe vuo zio spa uno c’è e dov e nom tuo il Metti . presentarti al governatore di Spagna il titolare del documento che userai per umento e riceverai da lui una lettera doc il i agl str mo za sen pre sua alla ai Quando sar per me. e sai e poi raggiungi Punta del Sol, dov Fammela recapitare nel modo che tu gna. come corsari al servizio del re di Spa ne sio mis una per tire par per o rem ci ritrove Buona fortuna e a presto, Thomas

Bonnet legge, ma non è sicuro di aver capito il significato di alcune parole, infatti alcune non sono chiare e si chiede che cosa vogliano dire. Omettere

Lasciapassare documento che dura un giorno permesso scritto che autorizza a passare dove è vietato lettera per un re

mettere in disordine tralasciare, non dire mettere in particolare rilievo Pertugio piccola scatola di legno gancio buco, fessura

Titolare persona che ha il titolo di re la persona il cui nome è scritto su un documento la persona che appare nel titolo di un libro

Involucro astuccio, rivestimento documento baule

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Corsari

O.A.: comprendere dal contesto il significato di un termine.

pirati autorizzati da un re ad attaccare navi nemiche pirati che correvano per portare messaggi pirati che correvano molti rischi


Giocare con i testi Nome e cognome

© La Spiga

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SCHEDA

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THOMAS E RACKAM Il Governatore di Spagna ha ricevuto una lettera da un suo agente segreto che gli descrive i due pirati di cui si parla dall’America all’Europa: Thomas e Rackam. Thomas, pur essendo temuto dai capitani dei vascelli che solcano i mari con carichi preziosi, è rispettato perché non è crudele e spietato. Non ha mai issato il Jolly Roger rosso, la bandiera che, nel linguaggio dei pirati, significa morte certa; ha sempre rispettato il coraggio degli avversari, mentre ha punito chiunque si fosse macchiato di crudeltà, avesse imbrogliato o rubato qualcosa agli amici o ai più deboli. Sulla sua nave il cibo è diviso in parti uguali e non riserva per sé porzioni speciali. Non evita mai i turni di guardia e, durante l’arrembaggio, è sempre in testa ai suoi uomini per incoraggiarli e spesso mette a repentaglio la sua vita per non rischiare quella degli altri. Si batte per i deboli, che difende dalla spavalderia e dall’arroganza dei potenti.

Il Governatore, leggendo la lettera, ha detto al suo agente segreto: – Sarà un pirata, ma è un galantuomo! gentile e educato, ma basta Rackam si presenta a tutti in modo uono sempre a distanza, uno sguardo ai suoi uomini, che lo seg per capire come lo temono. Jolly Roger rosso Quando va all’attacco non issa mai il o sulla sua rotta e che, per ingannare i vascelli che si trovan all’erta. non avvertendo il pericolo, non stanno a che sappiano tirare Quando recluta i suoi uomini si accert to, che non si facciano di spada, usare il pugnale e, soprattut ole; ognuno può fare intenerire. Sulla sua nave non dà reg e alle spalle. Quando quello che vuole, ma deve guardarsi ben si informa su chi sia approda in una città, per prima cosa e e con lui contratta il personaggio più potente, si fa ricever a città. affari anche a danno degli abitanti dell della nave durante Non si è mai visto una volta sul ponte un arrembaggio.

Il Governatore sottolinea nel testo della lettera tutte le parti che dimostrano come i due pirati siano diversi, poi esclama: – Questo Rackam non è un pirata: è un delinquente! Gli darò la caccia per tutti i mari. O.A.: leggere con attenzione e fare inferenze.

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Soluzioni degli esercizi

SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI Pagina 227

x

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Farmacia

x x

x

Giglio Lavanda

x Pane

Rina’s

x

Panetteria

x ola

Tav

ri Soma

Leo Logos

Computer

a

cald

I nomi si ritrovano in queste insegne: Giglio Lavanda  Gigliola Pane Rina’s  Nerina Somari  Omar Tavola Calda  Alda Casalinghi  Ling

Pagina 228 L’oggetto perso è lo zainetto che si trova tra gli sci e l’orsacchiotto. Pagina 229 A 12 • B 7 • C 9 • D 10 • E 13 • F 14 • G 4 • H 15 • I 1 • J 2 • K 3 • L 5 Gli oggetti che rimangono sono il n. 6, il n. 8 e il n. 11 e vengono utilizzati dal meccanico. Pagina 230 • Tre fate hanno lo stesso cappello. Sono E, H, L. • Ci sono due fate che hanno lo stesso ricamo sulla gonna. Sono A e D. • Ci sono due fate che sono vestite allo stesso modo, tranne per un particolare. Sono E e H. • La fata con una giacca nuova è G. • Hanno le bacchette uguali B, C, D, E, G, L. Pagina 231 Gli accoppiamenti padre-figlio sono: A 11 • B 8 • C 7 • D 9 • E 10 • F 6 • G 1 • H 2. I tre bambini di cui non si vede il padre sono i numeri 3, 4, 5. Tutti e tre hanno un animale domestico: il primo ha un trasportino per gatti, il secondo una gabbia per uccelli, il terzo un guinzaglio. Pagina 232 Il folletto maligno è C. La sua ombra è la numero 3. Pagina 233 I nomi delle fate, partendo da sinistra, sono: Soave, Irma, Gladis, Leda, Vera. Pagina 234 I dieci guai combinati dalla bacchetta di Nerina sono: il pallone in mano alla statua • la zucca in testa al gelataio • il ponticello nel laghetto • il pesce spada nel laghetto • il pesce in mano al pittore • le ali al cane • il giornale con un buco • un uccello con 4 zampe • il becco ­d’anatra di una signora • un gatto nella carrozzina. Pagina 235 Le parole sono: tribunale-lunedì (UN) • armadio-remare (MA) • pisolo-risotto (SO) • cannone-dinosauro (NO) • imitare-amico (MI) • angolo-fagotto (GO) • informazione-traforo (FOR) • telefono-balena (LE) • medaglia-pedale (DA) • grembiule-cabina (BI). SONO UN MAGO FORMIDABILE

Pagina 236 Gli intrusi sono: 1. volare (non è un sostantivo) • 2. Italia (non è una città) • 3. rana (non è un mammifero) • 4. ghiacciolo (non è un aggettivo) • 5. isola (non è un rilievo) • 6. nave (non vola) • 7. imbuto (non è un verbo). L’assistente si chiama VIRGINIA.

254

Pagina 237 I disegni da eliminare sono: candele-elefante • rospo-sposi • ragno-gnomo • caschi-chiodo • orologio-giocattolo • pagliaccio-cioccolato • cane-anello • termometro-tromba • ananas-naso • maniglia-liana • superman-mano • boscoscoiattolo. Le parole che rimangono sono: arco-panchina • orso-sedia • tre-ombrello. Ne risulta la formula magica: A POSTO.


Soluzioni degli esercizi Pagina 238 1. cappello • 2. cilindro • 3. solido • 4. soldo • 5. moneta • 6. euro • 7. muro • 8. parete • 9. quadro • 10. chiodo • 11. martello • 12. pesce La frase potrebbe essere, ad esempio: Sulla parete c’è un quadro che rappresenta un grande pesce. Pagina 239 A•R•O•M Un sentimento: AMOR • Una città: ROMA • Un nome di persona: OMAR • Un frutto: MORA • Una parte dell’albero: RAMO. Rebus: P + OSSO GI + OCA + RE = POSSO GIOCARE? Pagina 240 1

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L’informazione è: IL MAGO VA A TROVARE LA STREGA.

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Le ali sono di pipistrello. Le code sono di serpente.

Pagina 242 toro  orto • lepre  perle • mulino  lumino • limone  monile • carota  torace lampo – M: lapo • Lazio – LA: zio • neve – VE: ne • magi • cane – N: cae • prato – ATO: pr • montagna – M GNA: onta La frase è: LA POZIONE MAGICA È PRONTA. Pagina 243 Le fate che mentono sono: Priscilla (Fliggy abita lì da 5 mesi, non da 5 anni) e Berenice (Fliggy non usa una vecchia scopa). Pagina 244 Frasi che hanno il significato corretto: • Se qualche strega ha fame, può prendere da sola i tramezzini nel frigorifero. • Le streghe che lo desiderano avranno la possibilità di fare magie. • Ogni tipo di magia non è difficile per Milù. • La festa finirà dopo che è spuntato il sole. Pagina 245 Gli accoppiamenti giusti sono: albero-ramo • mano-guanto • barca-lago • carro-ruota. Le lettere da utilizzare sono: M 1 • A 2 • G 3 • O 4, che formano la parola MAGO. Gli altri accoppiamenti giusti sono: favo-orso • ghiande-maiale • nave-porto • banda-tromba. Le altre lettere da utilizzare sono: S 1 • I 2 • R 3 • O 4, che formano la parola SIRO. Il nome del personaggio è MAGO SIRO. Il racconto è il numero 1 (perché il protagonista del n. 2 non è un mago). Pagina 246 1. FLAUTI (AIUT) • 2. MARINAIO (AM) • 3. CESTINI (ITI) • 4. SCARPE (PRE) • 5. CONCHIGLIE (GOGELIN) • 6. PANDA (DA) La frase è: AIUTAMI TI PREGO GELINDA. Va inserita tra queste frasi: … Anche la mia fidanzata mi ha lasciato perché non vuole più mettersi quattro maglioni per abbracciarmi! Aiutami, ti prego, Gelinda! Preparami una delle tue pozioni. Se ne berrò in quantità sarò meno gelato!

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Soluzioni degli esercizi Pagina 247 C

D E

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Pagina 248 Ha ragione Ludmilla. Pagina 249 I filapperi sono biscotti. Pagina 250 • Quello della prima voce sarà un testo che dà informazioni sui ragni e può trovarsi in “Artropodi, celenterati e echinodermi”, rivista ­scientifica. • Quello della seconda voce sarà un testo che racconta una leggenda sui ragni e può trovarsi in “I personaggi dei miti e delle leggende”, fascicolo dell’enciclopedia ­­ dei miti. Pagina 252 L’ordine giusto è: A D E F B C G. A  D (si ripete il bicchiere)  E (si ripete la bottiglia)  F (si ripete il quadro)  B (si ripete la sedia)  C (si ripete il vaso)  G (si ripete il particolare della finestra)

Pagina 253 Da sinistra: il primo personaggio ha perso un guanto, il terzo ha perso una scarpa, il quarto la pistola, il quinto un orecchino, l’ultimo il cappello da cuoco. Pagina 254 I giusti accoppiamenti sono: A 13 • B 3 • C 1 • D 5 • E 4 • F 8 • G 10 • H 11 • I 12 • L 9 • M 15 • N 6 • O 14 • P 16 • Q 7 • R 2. Black Jack è il numero 6. Pagina 255 Il ricercato è quello contrassegnato con la lettera A. Pagina 256 Il tesoriere è John, perché Bill, Fred e Tom parlavano con lui; Dave aveva la stessa opinione del tesoriere e Ringo ­un’opinione diversa e quindi non potevano essere lui. I cavalli sono stati nascosti da Bill, perché Fred e il tesoriere (John) non volevano nascondere i cavalli in quel luogo; John, Dave e Ringo non hanno potuto nascondere i cavalli e a Tom non venivano affidati incarichi. Pagina 257 I giusti accoppiamenti sono: A 1 • B 5 • C 8 • D 2 • E 7 • F 3 • G 4 • H 6 (per esclusione). Pagina 258

C

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Soluzioni degli esercizi Pagina 259 I cambi sono: Numero 1: Quando si mangia? Numero 2: È ora che lo porti dal maniscalco. Numero 3: Che cosa hanno combinato questi banditi? Numero 4: Adesso siediti! Mangerai quando è il momento! Numero 5: Little Boy, abbiamo ancora borracce di acqua? Numero 6: Sarà meglio rifornirsi alla prossima sorgente.

Pagina 260 • La frase che risulta è: HO PERSO IL MIO CALUMET DELLA PACE. • Il calumet è sulla slitta, tra il sedile e la tenda. Pagina 261 Le parole che si formano sono: marescialli • banconote • scalatori • metropoli • sciarpa • lettore • ferrovia • occhiali. Pagina 262 Le parole che si formano sono: 1. grandine • 2. deserto • 3. bilancia • 4. sonnambulo • 5. telefono • 6. sottomarino • 7. terremoto • 8. ragazzo • 9. laboratorio • 10. ananas • 11. sciabola • 12. dinosauro • 13. guerriero • 14. ravanello. La frase che risulta è: GRANDE BISONTE SOTTERRA LA ASCIA DI GUERRA. Una risposta possibile è la seguente: Lupo Stanco ha trovato un accordo con i nemici. Pagina 263 I nomi che fanno rima sono: secchi-specchi • limone-bastone • stagno-cigno • faccia-braccia • montagne-castagne • ombrello-cancello • finestra-maestra • sirena-balena • canotto-biscotto • stelle-caramelle • occhio-ginocchio • coniglio-cespuglio. Pagina 264 1. asso • lima • piedino • carpa • pendere • odio 2. rosso (posso) • spasso • guscio • poro • massaggiatore • pesche 3. cotto • sogno • collo • rotto • tre • lana 4. rimorso • colletto • rugiada • girotondo • paesaggio (assaggio) • dispari (impari). Il bambino potrebbe trovare anche altre soluzioni per le parole dei gruppi 2 e 4. Pagina 265 È iniziata la stagione della caccia. I cacciatori cercano il bisonte. Lupo Stanco dorme sotto l’albero. Pagina 266 Le parole da cancellare sono: nuvola • dirigibile • mongolfiera • foglie • farfalla • quattro • elicottero • mosche • tartaruga • coccinella • zanzara • capra La frase che ne risulta è: METTIAMO LA CARNE SOTTO SALE E LA CONSERVIAMO PER L’INVERNO. L’ha detta una delle donne. Pagina 267 Parole anagrammate: arco • mostri • levante • lago • pirati • mora • neve • regina. Gli indiani vogliono sentire che ARRIVA LA PRIMAVERA.

Pagina 268 • Uncino spuntato sa simulare il suo handicap… • Testa di legno è irascibile, è armato di pistola, ma tiene allegra la compagnia… • Salomon ha fama di essere coraggioso e intrepido. Mi preoccupa il fatto che sia taciturno… • Scricciolo non ha molta esperienza, ma il suo entusiasmo sarà contagioso… • Barbagialla sovrasta tutti, può scrutare l’orizzonte… • Barbariccia: anche per lui ci vuole un letto speciale… Pagina 269 Il messaggio A si riferisce alla nave 3, che trasportava piante medicinali ed esotiche. Il messaggio B si riferisce alla nave 4, che trasportava schiavi. Il messaggio C si riferisce alla nave 2, che trasportava tè. Il messaggio D si riferisce alla nave 1, che trasportava sete. Pagina 270 Le parole da inserire sono: tavolino • iena • assi • panettone • elica • tenda • ramo • gatto • notte • torero. 1

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La frase A nascosta è: TI ASPETTERÒ AL GATTO NERO.

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Rebus: P + oche navi L + ASCIA noi porti perla pioggia La frase B nascosta è: POCHE NAVI LASCIANO I PORTI PER LA PIOGGIA.

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La frase B va inserita dopo ”costringono a soste forzate”. La frase A va inserita dopo “A me è capitato”.

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Soluzioni degli esercizi Pagina 271 1. Rackam dice che la nave era del re di Francia, ma poi dice che erano del re di Spagna. 2. Se la nave di Rackam ha viaggiato per 25 giorni prima di dare l’assalto alla nave e poi ha impiegato un mese per tornare, ha superato le 4 settimane di navigazione che i viveri e l’acqua gli consentivano. Pagina 272 I proverbi sono: A buon intenditor poche parole bastano. Dal frutto si conosce l’albero. Ogni promessa è debito. Non dire gatto se non l’hai nel sacco. A. Ogni promessa è debito. B. Non dire gatto se non l’hai nel sacco. C. Dal frutto si conosce l’albero. D. A buon intenditor poche parole bastano. Il nome del galeone è ONDA. Pagina 273 Le parole da inserire sono, nell’ordine: diario • soffia • alito • nubifragio • uragani • timori • levante • laguna • euforia • provviste • ozio. Il nome della località è: PUNTA DEL SOL. Pagina 274 Omettere: tralasciare, non dire Pertugio: buco, fessura Involucro: astuccio, rivestimento Lasciapassare: permesso scritto che autorizza a passare dove è vietato Titolare: la persona il cui nome è scritto su un documento Corsari: pirati autorizzati da un re ad attaccare navi nemiche Pagina 275 Thomas, pur essendo temuto dai capitani dei vascelli che solcano i mari con carichi preziosi, è rispettato perché non è crudele e spietato. Non ha mai issato il Jolly Roger rosso, la bandiera che, nel linguaggio dei pirati, significa morte certa; ha sempre rispettato il coraggio degli avversari, mentre ha punito chiunque si fosse macchiato di crudeltà, avesse imbrogliato o rubato qualcosa agli amici o ai più deboli. Sulla sua nave il cibo è diviso in parti uguali e non riserva per sé porzioni speciali. Non evita mai i turni di guardia e, durante l’arrembaggio, è sempre in testa ai suoi uomini per incoraggiarli e spesso mette a repentaglio la sua vita per non rischiare quella degli altri. Si batte per i deboli, che difende dalla spavalderia e dall’arroganza dei potenti. Rackam si presenta a tutti in modo gentile e educato, ma basta uno sguardo ai suoi uomini che lo seguono sempre a distanza per capire come lo temono. Quando va all’attacco non issa mai il Jolly Roger rosso per ingannare i vascelli che si trovano sulla sua rotta e che, non avvertendo il pericolo, non stanno all’erta. Quando recluta i suoi uomini si accerta che sappiano tirare di spada, usare il pugnale e, soprattutto, che non si facciano intenerire. Sulla sua nave NON dà regole; ognuno può fare quello che vuole, ma deve guardarsi bene alle spalle. Quando approda in una città, per prima cosa si informa su chi sia il personaggio più potente, si fa ricevere e con lui contratta affari anche a danno degli abitanti della città. Non si è mai visto una volta sul ponte della nave durante un arrembaggio.

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Nuovi

i d r a u g r @ T

a z n e i L’ Esper della

G I V L I A A R E M

MUSICA ARTE FILOSOFIA


L' Esperienza della Meraviglia

IL PROGETTO DIDATTICO L’Esperienza della Meraviglia è un volume che racchiude in sé tre discipline che, come suggerisce il titolo stesso, sono determinanti per insegnare ai bambini il senso della meraviglia, della bellezza e dell’identità territoriale. Le discipline presentate sono Musica, nello specifico l’o pera lirica, Ar te e Filosofia.

Educare all’opera lirica nella Scuola Primaria

PERA LIRICA O L’o pera lirica è spesso considerata un’e spressione ar tistica molto complessa, quindi poco adatta a essere compresa dai bambini. In realtà, tante esperienze recenti hanno dimostrato il contrario: i bambini, con le loro grandi potenzialità, non solo sono in grado di seguire le trame delle opere, ma riescono ad appassionarsi nel vero senso della parola, interpretando con diver timento le arie più orecchiabili. Di fondamentale impor tanza è il metodo con il quale viene proposto lo studio dell’o pera lirica e la scelta delle opere poiché, per le loro tematiche, alcune risultano più adatte di altre.

MUSICA

L’O PE RA LI RI CA

solo casualmente? di musica lirica, anche Hai mai ascoltato un brano possente in grado quei cantanti con la voce Sai che cos’è? Hai presente o rimanere senza imi, che ti sembra debban di fare degli acuti lunghiss “…all’alba cantano quando come fiato da un momento all’altro, vinceròòò”? spettacolo teatrale molto Ecco, l’opera lirica è uno ! anziché parlare, cantano particolare in cui gli attori, una storia attraverso Nell’opera lirica si racconta agnati dalla musica di dialoghi cantati, accomp enico! palcosc il sotto proprio un’orchestra che suona

che, dalla hanno diversi tipi di voce I cantanti dell’opera lirica modo. vengono classificati in questo più acuta alla più grave,

VOCE FEMMINILE SOPRANO

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VOCE MASCHILE TENORE

MEZZOSOPRANO

BARITONO

CONTRALTO

BASSO

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L'esperienza della meraviglia_01-3

Perché conoscere l’opera lirica?

I motivi sono diversi, e tutti molto impor tanti. Primo tra tutti quello di far conoscere e valorizzare il nostro patrimonio culturale, divulgando e tramandando alle nuove generazioni quelle tradizioni culturali che rendono grande l’Italia nel mondo. Non bisogna poi dimenticare che l’o pera lirica, con la sua grande forza scenica e musicale, è sempre stata considerata grande ambasciatrice della nostra cultura all’e stero e grande veicolo di conoscenza della lingua italiana, considerata nel mondo “la line tori le s o gon gua della musica”. Conoscerne il valore e imparare Da dove proven a? cantate nell’opera liric ad apprezzarla è quindi un passo fondamentale per acquisire la consapevolezza del nostro grande patrimonio culturale e rafforzare il senso d’identità di ognuno di noi. rrr r r o m A Inoltre, l’o pera lirica educa all’ascolto e all’attenzione e può anche rappresentare un’o ttima palestra per il riconoscimento delle dinamiche di sentimenti ed emozioni, fornendo quindi occasioni di conoscenza di sé e della propria sfera sentimentale attraverso l’incontro con personaggi e passioni sublimati dalla musica. L’opera lirica

rensibile, lirica sia noiosa e incomp Molti sostengono che l’opera mette è affatto vero! In realtà l’opera roba da grandi! Beh, non are e coinvolgere. anti che sanno interess in scena storie molto affascin a o a un famoso che si ispirano a una leggend Possono essere vicende della fantasia essere interamente frutto romanzo; oppure possono chiama librettista. caso dell’opera lirica, si dello scrittore che, nel ne scrive passa al compositore, che storia la scritta, volta Una ggi i vari stati d’animo dei persona le musiche sottolineando drammatiche. e allegre oppure tristi e con musiche romantiche

e i libretti dell’opera Le partiture in lingua sono scritti prevalentemente lirica ha italiana; per questo, l’opera ancora oggi contribuito e contribuisce lingua alla diffusione della nostra mondo! e della nostra cultura nel i I teatri italiani, meta di tantissim più famosi del appassionati, sono tra i alcuni tra i mondo. Per conoscerne guardare più importanti, ti basterà questa cartina. minori A volte, però, anche i teatri “gioielli”. possono essere dei veri di visitare Non perdere l’occasione abiti. i teatri più vicini a dove La partitura è la scrittura di più righi musicali.

Teatro Regio di Torino

Teatro La Fenice di Venezia

Teatro La Scala di Milano

Teatro Petruzzelli di Bari

Teatro dell'Opera di Roma

Teatro San Carlo di Napoli

Teatro Massimo di Palermo

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L' Esperienza della Meraviglia La proposta del volume

La proposta del volume

Nel volume l’o pera lirica è presentata in un modo assolutamente fruibile e coinvolgente. • La storia è raccontata attraverso i fumetti che, sfruttando la semplicità del linguaggio parlato, rendono più accessibili e immediati i contenuti. Grazie ai fumetti l’alunno si immerge nella trama dell’o pera, si immedesima nei personaggi e nelle vicende narrate, mantenendo un interesse e una tensione costante per via dei tanti colpi di scena di cui l’o pera è ricca. • Le arie sono state scelte tra le più ritmate e orecchiabili, proprio per essere attraenti e facilmente eseguibili. In più, tutti i testi delle arie sono accompagnati dalle relative parafrasi che, riformulando i contenuti con un registro linguistico più attuale, rendono più comprensibile il testo, poiché solo ciò che si comprende a fondo si trasforma in apprendimento. • A l fine di rendere l’o pera più interattiva possibile, il volume offre l’o ppor tunità di cantare su basi musicali, attraverso l’utilizzo del DVD-Karaoke.

A RTE Nel volume, il percorso sull’ar te si sviluppa in diversi rami. Nella prima par te della sezione vengono raccontate le vite di due grandi ar tisti del ’900: Frida Kahlo e René Magritte. Attraverso bellissimi fumetti, le loro vite si snodano seguendo il filo delle loro emozioni e delle loro opere d’ar te. Una serie di pagine speciali accompagnano il percorso legato alla vita e alle opere di Frida Kahlo e René Magritte. Si tratta delle pagine intitolate “Dentro l’A r te”, che consentono di approfondire la conoscenza di alcuni elementi della grammatica visiva (colori, luci, ombre…), proponendo nozioni più teoriche affiancate da attività espressive. Nella seconda par te della sezione, l’ar te diventa la chiave per immergersi all’interno di fatti storici e miti, nonché occasione per esplorare la bellezza di alcune città italiane – Roma, Milano, Napoli – attraverso la scoper ta di luoghi bellissimi e magici, la cui conoscenza dà modo agli alunni di rafforzare il loro senso di appar tenenza al territorio.

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L' Esperienza della Meraviglia Perché insegnare filosofia nella Scuola Primaria?

Gli obiettivi sottesi alla Philosophy for Children

F ILOSOFIA L’idea di insegnare la filosofia nella Scuola Primaria nasce all’inizio degli anni ’70 con il progetto Philosophy for Children (P4C) a opera di Mattew Lipman, docente di filosofia e logica presso la Columbia University di New York. Lipman constatò che i suoi studenti non erano abbastanza preparati a ragionare. Per questo si convinse della necessità di inter venire, già dalla più tenera età, al fine di favorire nel bambino lo sviluppo delle capacità logiche e di ragionamento. Come strumento adatto allo scopo, scelse la filosofia, disciplina che più di ogni altra stimola l’uso del pensiero logico e creativo. La Philosophy for Children ha presto varcato i confini dell’A merica e si è diffusa in tutto il mondo, declinandosi attraverso approcci diversi che però mantengono lo stesso comune denominatore: sviluppare nel bambino la capacità di ragionare, di riflettere criticamente e di dialogare. Spesso, tuttavia, l’insegnamento della filosofia ai bambini incontra la perplessità degli insegnanti, che si domandano: tutti sono in grado di insegnarla? La risposta è sì! Non bisogna, infatti, essere insegnanti di filosofia con competenze specifiche ma facilitatori di pensiero, capaci di favorire il dialogo, di guidare verso la riflessione e l’apprendimento e di monitorare la fondatezza e l’e fficacia della discussione. Gli obiettivi che vengono perseguiti attraverso lo studio della filosofia non riguardano una par ticolare disciplina ma sono obiettivi generali, utili all’apprendimento in toto.

• S aper ascoltare rispettando il proprio turno. • C omprendere il senso di una domanda. • A nalizzare criticamente un pensiero. • F ormulare domande per tinenti. • F ornire argomentazioni valide a sostegno delle proprie opinioni. • F ormulare concetti in modo coerente.

La filosofia come strumento di meraviglia

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Nel bambino, che è naturalmente predisposto alla scoper ta e all’e splorazione, la ricerca filosofica nasce dalla meraviglia. La meraviglia, facendo leva sulla sorpresa e sulla curiosità, diventa scintilla di conoscenza, facendo scaturire una valanga di domande… una dopo l’altra! Educare i bambini alla meraviglia appare quindi di fondamentale impor tanza in una realtà di appiattimento emotivo e creativo, in un mondo dove i bambini vengono costretti a correre senza nemmeno avere il tempo di fermarsi a osser vare il mondo, di stupirsi della normalità di tutti i giorni! Stupirsi e porsi delle domande sono due azioni strettamente legate. Senza la capacità di interrogarsi si rischia di accettare come normali anche gli avvenimenti più sbagliati! La filosofia aiuta a costruire più sapienza che conoscenza.


L' Esperienza della Meraviglia Consigli per gli insegnanti

La proposta del volume

Nel suo progetto, Lipman, oltre a illustrare le finalità e la metodologia da adottare per un approccio efficace allo studio della filosofia, fornisce diversi consigli all’insegnante che, come detto precedentemente, dev’e ssere un “facilitatore”. Ecco che cosa è utile sapere secondo la P4C per iniziare un percorso di filosofia con i bambini: • n on costringere gli studenti a seguire l’ordine di idee-guida prestabilite ma seguire quello suggerito dagli interessi degli stessi alunni; • incoraggiare gli alunni a dialogare tra di loro stimolandoli ad elaborare idee; • n on tenere lezioni frontali sui concetti filosofici, ma lasciare che si arrivi alla loro comprensione attraverso il dialogo tra gli studenti; • n on dare agli alunni la percezione che voi dirigete la discussione; • s pingere gli alunni a pensare autonomamente, senza dipendere dall’idea espressa dall’insegnante; • n on monopolizzare la discussione facendo pesare il proprio ruolo. Il volume propone un percorso accattivante e innovativo, che permette agli alunni di fare una prima conoscenza di due tra i più impor tanti filosofi del mondo antico: Platone ed Empedocle. Sono analizzati, attraverso il fumetto, due miti: il mito della caverna di Platone, nel quale viene messo in evidenza il percorso necessario per arrivare alla conoscenza, e il mito di Amicizia e Lotta, che propone un’interessante teoria allegorica relativa alla creazione del mondo. Con un linguaggio semplice e immediato, i miti proposti consentono di riflettere su due temi molto interessanti e che stimolano il pensiero sia logico sia creativo degli alunni. Per stimolare la riflessione e verificare gli apprendimenti, si è scelto di adottare la dimensione ludica, proponendo incroci di parole e abbinamenti di concetti, oltre a diver tenti test. Grazie all’e nigmistica il pensiero gioca con le parole, nella ricerca di una soluzione. Così, il bambino osser va, ragiona, collega, indaga e fa delle ipotesi, stimolando la concentrazione e diver tendosi. Quale palestra migliore, per i nostri filosofi in erba?

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L' Esperienza della Meraviglia L ’USO DEL FUMETTO E L’IMMEDIATEZZA DEL MESSAGGIO L’Esperienza della Meraviglia , come già affermato, sceglie i fumetti per raccontare due impor tanti opere liriche (Il Flauto Magico di Mozar t e l’ Aida di Verdi), la vita di Frida Kahlo e René Magritte e i miti filosofici di Platone ed Empedocle. Questa scelta è stata determinata da una precisa volontà metodologica. I fumetti, grazie alla loro grande valenza didattica, riescono a veicolare con una modalità immediata e diver tente, messaggi di alto contenuto storico-ar tistico-filosofico. I fumetti di questo volume hanno diverse caratteristiche: • una lunghezza alla por tata delle capacità di lettura dei bambini; • una for te componente emotiva, data dai tratti e dai colori accattivanti, che cattura facilmente l’attenzione del bambino e ne favorisce il coinvolgimento; • u na grande immediatezza della fruizione del messaggio data dalla sinteticità del linguaggio; • u n uso del linguaggio somigliante alla lingua parlata. I fumetti presenti nel volume L’Esperienza della Meraviglia , quindi, stimolano il piacere della lettura senza far avver tire la fatica. Le storie sono avvincenti e i personaggi si arrabbiano, si innamorano, gioiscono... Insomma, escono dalle pagine del libro e diventano amici e compagni del viaggio di scoper ta del bambino!

Soluzioni degli esercizi presenti nel volume L’Esperienza della Meraviglia . Esercizio 1, pagina 91. La caverna → La mente umana. Le ombre → Il nostro sapere confuso, impreciso, a volte falso. I prigionieri → Coloro che rimangono schiavi delle apparenze e delle illusioni. Le catene → Pregiudizi e illusioni. Il prigioniero liberato → Il filosofo, colui che va alla ricerca della conoscenza, passando attraverso i suoi dubbi e superando la sua ignoranza. Il mondo fuori dalla caverna → Il mondo reale, che tutti però conosciamo gradualmente: prima in maniera imperfetta, poi in maniera più definita, infine in maniera chiara e precisa. Il Sole → Fonte della verità.

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Esercizio 2, pagina 96. 1

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L' Esperienza della Meraviglia

INDICAZIONI MINISTERIALI Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della Scuola Primaria

Obiettivi di apprendimento da raggiungere al temine della classe quinta

RTE E IMMAGINE A L’alunno/a: • u tilizza gli elementi grammaticali di base del linguaggio visuale per osser vare, descrivere e leggere immagini statiche (fotografie, manifesti, opere d’ar te…) e messaggi in movimento (spot, filmati, videoclip…); • u tilizza le conoscenze sul linguaggio visuale per produrre e rielaborare in modo creativo le immagini attraverso l’uso di molteplici tecniche, materiali e strumenti diversi (graficoespressivi), pittorici e plastici (audiovisivi e multimediali); • l egge gli aspetti formali di alcune opere; • a pprezza opere d’ar te e oggetti di ar tigianato anche di provenienza diversa; • c onosce i principali beni ar tistico-culturali presenti nel proprio territorio e mette in atto pratiche di rispetto e salvaguardia. Percettivo-visivi • G uardare e osser vare con consapevolezza un’immagine e gli oggetti presenti nell’ambiente, descrivendo gli elementi formali e utilizzando le regole della percezione visiva e l’o rientamento nello spazio. Leggere • R iconoscere in un testo iconico-visivo gli elementi grammaticali e tecnici del linguaggio visuale (linee, colori, forme, volume, spazio) e del linguaggio audiovisivo (piani, campi, sequenze, struttura narrativa, movimento, ecc.) individuando il loro significato espressivo. • L eggere in alcune opere d’ar te di diverse epoche storiche e provenienti da diversi Paesi i principali elementi compositivi, i significati simbolici, espressivi e comunicativi. • R iconoscere e apprezzare i principali beni culturali, ambientali e ar tigianali presenti nel proprio territorio, operando una prima analisi e classificazione. Produrre • U tilizzare strumenti e regole per produrre immagini grafiche, pittoriche, plastiche tridimensionali, attraverso processi di manipolazione, rielaborazione e associazione di codici, tecniche, e di materiali diversi tra loro. • S perimentare l’uso delle tecnologie della comunicazione audiovisiva per esprimere, con codici visivi, sonori e verbali, sensazioni, emozioni e realizzare produzioni di vario tipo. • R iprodurre e rielaborare opere, costruzioni, tecniche ed elementi del passato. • U sare il linguaggio grafico e plastico per visualizzare elementi – dell’ambiente, della natura e dello spazio – oggetto di studio.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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Data

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PER APPROFONDIRE... LA STORIA DELL’ OPERA LIRICA L’opera lirica nasce a Firenze verso la fine del ’500, quando un gruppo di amici, appassionato di musica e di poesia, decise di rinnovare gli spettacoli del tempo ispirandosi alla cultura classica. Il gruppo, chiamato “Camerata Bardi”, dal nome del conte Bardi nella cui casa si erano riuniti gli amici, sperimentò così un nuovo genere di spettacolo musicale in cui i cantanti si soffermavano molto sulle parole, scandendole bene, proprio come accadeva nelle tragedie greche. La Camerata Bardi scrisse così la prima opera, Dafne, che aveva come soggetto la storia mitologica della dea Dafne che, per sfuggire al dio Apollo, si trasformò in alloro. Tutto ciò accadde in pieno Rinascimento e la famiglia de’ Medici, da sempre grandi mecenati, appoggiò subito questa nuova forma di spettacolo e ne ospitò tante rappresentazioni all’interno del proprio palazzo dove aveva fatto adattare un grande salone a teatro. L’opera lirica si diffuse in fretta e da spettacolo esclusivo e riservato ai soli nobili divenne molto popolare. Nacquero quindi molti teatri in tutt’Italia e anche all’estero. Oggi i teatri sono veramente tantissimi! Ma come è fatto un teatro? Osserva l’immagine e cerca di memorizzare i nomi delle parti del teatro.

BOCCASCENA

LOGGIONI E PALCHI

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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GIOCARE CON... L’ OPERA LIRICA Trova nel crucipuzzle i diversi tipi di voce dei cantanti d’opera. Le parole possono essere scritte in verticale, in orizzontale o in diagonale. soprano • mezzosoprano • contralto • tenore • baritono • basso C

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Collega ogni parola alla definizione corrispondente. partitura

Scrittura di più righi musicali.

aria

Chi scrive la storia narrata dall’opera lirica.

romanza

Chi scrive la musica della storia narrata dall’opera lirica.

librettista

Brano scritto in strofe.

compositore

Composizione musicale di carattere sentimentale.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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LAPBOOK DEL FLAUTO MAGICO Costruisci il lapbook del Flauto Magico.

PAMINA

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PASSAGGIO IN MEZZO AL FUOCO

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Piegare a valle Piegare a monte

PASSAGGIO IN MEZZO ALL’ACQUA

PAPAGENA

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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Piegare a monte

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Piegare a valle

Se suonato, trasforma l’odio in gioia e rende docili le belve feroci.

Piegare a monte

Piegare a valle

Quando viene suonato protegge da ogni pericolo.

Piegare a monte

Piegare a valle

Piegare all’interno e incollare

Piegare all’interno e incollare

Regala il potere assoluto a chi lo possiede.

Piegare all’interno e incollare Ritagliare e inserire nella tasca ottenuta

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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LE MARIONETTE DEI PERSONAGGI

TAMINO

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PAMINA

PAPAGENA


L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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Fai muovere i personaggi e improvvisa un bel teatrino! 1) Ricalca o riproduci le sagome dei personaggi su dei cartoncini. 2) Colora e ritaglia. 3) Ritaglia i cerchietti nei quali inserirai il dito indice e il dito medio e... dai vita alle marionette!

ASTRIFIAMMANTE

SArastro

monostatos serpente

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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LA MASCHERA DI PAPAGENO Indossa la maschera di Papageno e… trasformati nel più simpatico personaggio del Flauto Magico!

1) Ricalca o riproduci il modello su un cartoncino. 2) Colora la maschera, poi ritaglia le aperture per gli occhi. 3) Pratica dei piccoli fori per infilare gli elastici.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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IL TEMPIO IN 3D Il tempio era una delle costruzioni più importanti per gli Egizi. Prova a costruirne uno anche tu. 1) Fai una fotocopia, ingrandita in modo opportuno, della pagina. 2) Colora i pezzi che compongono il tempio. 3) Ritaglia lungo il contorno.

RETRO

FACCIATA

FACCIATA

LATO DESTRO

LATO DESTRO

LATO SINISTRO

LATO SINISTRO

4) Unisci, incollando, le quattro parti che compongono il tempio. Fai attenzione a rispettare l’ordine, seguendo le scritte.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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IL COPRICAPO DEL FARAONE Realizza il copricapo indossato dal faraone. 1) Riproduci la sagoma ingrandita del copricapo su un cartoncino. Poi colora, ricordando che i colori preferiti dai faraoni erano l’azzurro e l’oro.

2) Dopo aver colorato il copricapo, ritaglialo. 3) Misura la larghezza della tua testa con un metro da sarta, poi riporta la misura su un cartoncino e crea una lunga striscia di quella misura. Poi, ritagliala.

4) Incolla la striscia di cartoncino sul retro del copricapo, poi chiudila a cerchio con un pezzetto di adesivo.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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AIDA E RADAMES Costruisci le sagome di Aida e Radames e utilizzale per mettere in scena la loro storia. 1) Ricalca su un cartoncino, colora e ritaglia le sagome di Aida e Radames. 2) Unisci le singole parti con dei fermacampioni.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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L’ AIDA... IN SCATOLA! Realizza una scenografia da portare sempre con te, seguendo le indicazioni. 1) Colora i personaggi e la scenografia. 2) Ritaglia i personaggi e incollali su tre lati della scatola che avrai precedentemente aperto, come nell’immagine. 3) Ritaglia la scenografia e incollala sul lato interno della scatola.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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IL CARTIGLIO Utilizzando i geroglifici rappresentati, scrivi il tuo nome e quello di alcuni amici all’interno dei cartigli.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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CUORI INTRECCIATI Costruisci il cuore intrecciato di Aida e Radames. 1) Piega a metà due fogli di carta, uno bianco e uno rosso. Traccia con la matita una forma ovale come quella che vedi nell’immagine. Sulla sagoma bianca scrivi Aida, su quella rossa scrivi Radames.

2) Ritaglia le due sagome.

3) Traccia su ciascuna sagoma le linee dei tagli, come vedi nella figura. Poi ritaglia con attenzione lungo le linee. D C B A

1 2 3 4

4) Comincia a intrecciare, come vedi nella figura, e componi il cuore dei due innamorati.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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COME FRIDA Il copricapo di Frida è proprio speciale... come lei. Costruiscilo e indossalo o regalalo a chi vuoi tu.

1) Riproduci su un cartoncino la pettinatura e il copricapo di fiori. 2) Colora e ritaglia. 3) Pratica dei piccoli fori per infilare gli elastici.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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FRIDA KAHLO Colora il ritratto di Frida. Scegli i colori più adatti per esprimere tutta la vitalità di questa artista.

F. Kahlo, Autoritratto dedicato a Lev Trockij, The National Museum for Women in the Arts, 1937, Washington.

Indica con una X. • Da piccola, Frida veniva derisa dai compagni perché: vestiva male. aveva una gamba più corta dell’altra. • Elementi distintivi del viso di Frida erano: le sopracciglia folte. le orecchie grandi.

• Durante la sua attività di insegnante, Frida preferiva svolgere le lezioni: dentro le aule della scuola. in strada, tra la gente. • Frida, nei suoi autoritratti, amava dipingersi insieme a: scimmie e pappagalli. cavalli e pavoni.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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RENÉ MAGRITTE Completa con le parole al posto giusto. Accademia delle Belle Arti • Surrealismo • sogno • pittore • fantasia René Magritte da piccolo era un bambino veramente ricco di

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Quando si trasferì a Bruxelles frequentò l’ ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� realizzando finalmente il sogno di diventare un Magritte dipingeva la realtà come fosse un corrente artistica del

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seguendo così la

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2) Ritaglia e posiziona i simboli sui quadratini della griglia, senza farti vedere dal tuo compagno.

3) A turno, ognuno cerca di indovinare la posizione dei simboli sulla griglia del tuo compagno, indicando le coordinate. 7

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1) Ritaglia la griglia e incollala su un cartoncino rigido o sul tuo quaderno.

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Gioca insieme a un tuo compagno alla battaglia navale surrealista! Segui le indicazioni e… buon divertimento!

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4) Vince il giocatore che per primo avrà indovinato tutte le posizioni dei simboli sulla griglia del compagno. E

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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RICOMPONI IL QUADRO Divertiti a ricomporre il quadro “Le Blanc-Seing” di Magritte. Ritaglia e posiziona in modo corretto la donna a cavallo, per sentirti anche tu un pittore surrealista. Poi, colora nel modo che ti sembra più opportuno.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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GOLCONDA IN COLLAGE E adesso è arrivato il momento di realizzare la tua versione di Golconda con la tecnica del collage. Che ne dici se cambiassimo le sagome degli omini neri con delle sagome di bambini, rendendo il dipinto un po’ più divertente?

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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1) Riproduci le sagome su carta, colorale come preferisci e ritagliale. 2) Incolla le tue figure sullo sfondo del dipinto a pagina 308.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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CADAVERI SQUISITI E adesso, giochiamo un po’ con Magritte e i pittori surrealisti. Questo gioco ha un nome veramente insolito: “Cadaveri squisiti”. Questo nome è formato dalle prime due parole della frase: “Il cadavere squisito berrà il vino nuovo”, una strana frase composta dai partecipanti al gioco quando fu eseguito per la prima volta a Parigi. Il gioco consiste nel completare una frase con il contributo di tutti i partecipanti. Segui le istruzioni e gioca anche tu insieme ai tuoi compagni: vedrai che vi divertirete tantissimo, perché verranno fuori delle frasi senza senso buffissime! 1) Piegate un foglio in cinque sezioni (una per ogni categoria grammaticale: nome, aggettivo, verbo, ancora nome, ancora aggettivo). 2) Scrivete il nome delle sezioni (nome, aggettivo, verbo, nome, aggettivo). Assegnate a ogni giocatore una categoria grammaticale. 3) In ogni sezione ciascun giocatore scrive la parola che vuole, rispettando la categoria grammaticale, poi piega il foglio affinché il giocatore successivo non veda ciò che è stato scritto. 4) Dopo aver scritto tutte e cinque le parole, leggete ad alta voce la frase che compare. Ne leggerete delle belle!

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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LA TESTA DI MEDUSA Fai vivere con i colori la spettacolare testa di Medusa.

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IL COLOSSEO

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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Diventa anche tu architetto e costruisci il modellino del Colosseo.  1) Fai una fotocopia delle parti che compongono il Colosseo. 2) Colorale e ritagliale. 3) Unisci, incollando, le quattro parti, facendo attenzione a rispettare l’ordine delle lettere.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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LO SKYLINE DI MILANO Lo skyline è la “linea del cielo”: un tratto immaginario che delinea i punti più alti degli edifici di una città. Prepara un bel quadretto con il panorama di Milano.

1) Fai una fotocopia, ingrandita in modo opportuno, dello skyline di Milano. 2) Ritaglia la sagoma e incollala su un foglio di cartoncino, dove disegnerai lo sfondo. 3) Colora lo skyline con i colori che preferisci.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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PROGETTO METRO Progetta anche tu una stazione della metropolitana: disegna un’installazione sulla parete vuota, sul soffitto o sulle scale.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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GIOCARE CON... LA FILOSOFIA Trova nel crucipuzzle le sei parole del percorso della conoscenza. Le parole possono essere scritte in verticale o in orizzontale. meraviglia • curiosità • dubbio • ragionamento • conoscenza • verità R

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La meraviglia è il primo passo verso la conoscenza. Divertiti a trovare delle espressioni di meraviglia attingendo dal nostro patrimonio dialettale. Continua tu. • Espressione siciliana à Mizzica! • Espressione milanese à Ciumbia! • Espressione romana à An vedi! • Espressione veneta à Ostregheta! • ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������ • ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������ • ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������ • ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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RICOMPONI IL MITO DELLA CAVERNA Colora e ritaglia gli elementi del mito della caverna e incollali nella vignetta, al posto giusto.

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L' Esperienza della Meraviglia Nome e cognome

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RICOMPONI IL MITO DI AMICIZIA E LOTTA Colora e ritaglia gli elementi dello Sfero e incollali al posto giusto.

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i s r o c r e P

i t c i f @ i l p Sem Letture 4 tipologie testuali

tematiche • comprensione del testo

verifiche

riassunto


Indice ACCOGLIENZA

… Ma è ancora presto! Il maestro dei jolly Scacciapensieri-tristi

3 4 6

TIPOLOGIE TESTUALI

Per iniziare… Le tipologie! 7 Testo narrativo • Il medico Me Di Cin 8 Testo realistico • Ma che premio è? 10 Racconto fantastico • Il colore del mantello 12 Mito • Il dono di Prometeo 14 Una fatica di Ercole 16 Racconto d’avventura • La maledizione dell’idolo 18 Un incontro pericoloso 20 Racconto fantasy • L’arrivo a Narnia 22 Il Coniglio Bianco di Alice 24 Racconto autobiografico • Il mio primo amico 26 Sono nata in Eritrea 28 Diario • Io e Ahmed 30 Caro Dario 32 Lettera • Caro Babbo Natale 34 E-mail • Da carlom@ a daianatos@ 36 Testo poetico • Nostalgia 38 Filastrocca lunga lunga 39 Testo descrittivo • La nonna con la valigia 40 Alice 42 Testo informativo-espositivo • Karate 44 Il nostro pianeta 46 Testo teatrale • Stufato tutti-gusti! 48 MAPPA DELLE TIPOLOGIE TESTUALI TESTUALI 50 TEMATICHE • COMPRENSIONE

Per iniziare… Le tematiche! Raffreddore da libro Una paginetta al giorno Io non ho il virus della lettura Io i libri li scriverò Senza Harry? Che problema!

2

51 52 54 56 58 60

Un viaggio interminabile Un viaggio in profondità Un nodo in gola Finalmente è arrivato Tito Ho un animale? Lo devo curare Tre banchi vicini L’aiuto degli amici Altolà, figlio di Seth! Lasciatemi dire la mia! Ciao, Sayonara, Namasté Senza confini L’autunno di Ciliegio L’inverno di Ciliegio La primavera di Ciliegio L’estate di Ciliegio

61 62 64 66 68 69 70 72 74 76 78 79 80 81 82

VERIFICHE

Individuare informazioni Cose strane in biblioteca Il significato del testo Il filo del Buon Ritorno Contenuto e forma del testo Non regalatemi un animale Macro aspetti Invalsi Quanti tipi di amicizia! Al mercato di Karalis Martedì in Marocco: nhart-tlat Le bambine colorate Imprese spaziali, la nostra passione

84 86 88 90 92 94 96 98

RIASSUNTO

Che cos’è un riassunto? La trama e le sequenze Le sequenze Le sequenze dialogiche Le sequenze descrittive Le sequenze narrative Le sequenze principali Le frasi chiave Le frasi chiave e le sequenze Lo smontaggio Ora so fare un riassunto MAPPA DEL RIASSUNTO RIASSUNTO

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Accoglienza

... MA È ANCORA PRESTO! Non uscirò dal letto. Oggi no. E neanche domani. Starò a letto per tutto l’anno scolastico. A cominciare da oggi, che è il primo giorno di scuola. La mia sveglia suona. È un incrocio tra una sveglia e un porcellino-salvadanaio. Infilo la testa sotto il cuscino. Arriva “Madre Sveglia”. Mi tira via il cuscino e vuole che mi alzi. Questa sveglia è diversa dalla sveglia-salvadanaio. È una vera persona, che mi passa la mano sopra i capelli. E parla. dolcemente – Svegliati, amore… Oggi “Madre Sveglia” mi dice dolcemente: È il primo giorno di scuola. Apro gli occhi, ma un pochino soltanto. La guardo, ma non del tutto. sbadigliando – – La quarta non è una classe importante – dico sbadigliando. Svegliami tra un anno esatto e ti dirò che cosa penso della quinta. decisa – Scendi a fare – Vai a farti la doccia e poi vestiti – dice decisa. colazione. Ti preparerò qualcosa di buono e ti porterò a scuola. La mamma mi toglie il cuscino da sopra la testa. Questa volta chiaro – Scendi da quel letto. il tono della sua voce è forte e chiaro: Così esco dal letto. Sotto la doccia penso a tante cose… Come sarà il mio nuovo maestro? Chi sarà il mio vicino di banco? Ci sarà qualche nuovo arrivato? Paula Danziger, Ambra Chiaro va in quarta, Piemme Junior

Leggere bene

Nel testo ci sono delle parole colorate. Ti indicano il modo in cui le devi leggere.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 7 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

3


Accoglienza

IL MAESTRO DEI JOLLY I bambini erano contenti di ritornare a scuola. Sotto sotto aspettavano il primo giorno di scuola. Però avevano un po’ di paura del nuovo maestro. Era seduto dietro la cattedra come un vecchio gufo. Carlo si chiese come mai un nuovo maestro fosse così vecchio. Gli scolari si aspettavano un bel maestro giovane e sportivo. C’era invece un signore vecchio, con i capelli bianchi, gli occhialini sul naso. Anche la voce fu una sorpresa. Nina si stupì quando udì quella voce. Gli alunni furono sorpresi dalle prime parole che disse quella voce: – Ho un regalo per voi. Il maestro posò un pacchetto regalo sul banco di ogni alunno. Costanza aprì il pacchetto e scoprì un mazzo di carte uguale a quello dei compagni. – Allora quest’anno si gioca a carte? – domandò Benedetta ad alta voce. Pensava al nonno che giocava spesso a carte. Benedetta si accorse che non si trattava di un vero mazzo di carte. Da una parte di ogni carta c’era scritto JOLLY. Dall’altra parte c’erano diverse frasi. Il maestro fece capire a Carlo che doveva leggere che cosa c’era scritto sulle carte. Carlo obbedì. Ma mentre leggeva si stupiva sempre di più.

4


Accoglienza Carlo Recitò: jolly… per restare a letto; letto un jolly jolly… per non andare a scuola; scuola un jolly jolly… per arrivare a scuola in ritardo; ritardo un jolly jolly… per non fare i compiti; compiti un jolly jolly… per dimenticare l’astuccio; l’astuccio un jolly jolly… per copiare dal vicino di banco; banco un jolly jolly… per non andare alla lavagna; lavagna un jolly jolly… per evitare una punizione; punizione un jolly jolly… per fare rumore. rumore un jolly Carlo non credeva ai suoi occhi. Benedetta continuò a leggere: jolly… per ballare in classe; classe un jolly jolly… per fare il pagliaccio; pagliaccio un jolly jolly… per dire una bugia. bugia un jolly Dopo la lettura dei jolly, gli alunni erano molto sorpresi. Il maestro disse: – Mi chiamo Umberto Natale. Fin da piccolo mi chiamavano Babbo Natale. Adoro fare i regali. Ve ne farò tutti giorni. Regalo di grammatica, regalo di aritmetica, regalo di scienze… Susie Morgenstern, Un mazzo di jolly, Salani

Lettura semplificata corrispondente alle pagine 8-9 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Accoglienza

SCACCIAPENSIERI-TRISTI Domani, primo giorno di scuola. Veramente questa è la quarta volta che per Timmi è il primo giorno di scuola. Ma questa volta c’è un problema nuovo. Timmi durante l’estate ha cambiato casa. La casa nuova è vicino alla sua nuova scuola. Ciao maestre e maestri, ciao compagne e compagni degli anni scorsi. A Timmi viene da piangere pensando alla maestra Violetta, a Linda, a Rosì… Perciò Timmi è inseguita da pensieri tristi. L’anno scorso, quando un bambino diceva di essere inseguito da pensieri tristi, la maestra Violetta rispondeva: – Lascia che passino per la tua mente, ma poi falli volare via. Per Timmi domani mattina sarà peggio di tre anni fa, quando iniziò la classe prima. Allora tutti i bambini erano in ansia come lei. Invece domani, nella classe quarta, gli altri si conosceranno già tutti, mentre lei sarà “la nuova”. Una nuova timida da guardare dalla testa ai piedi. Tanti occhi puntati su di lei. S.O.S.! Vivian Lamarque, La timida Timmi cambia scuola, Piemme

LIF E SKILLSelle emozioni Gestione d Per Timmi è il primo giorno di scuola. Ha pensieri tristi perché incontrerà nuovi insegnanti e nuovi compagni. La maestra Violetta le ha dato un consiglio. Sottolinealo. Pensa a quelle parole quando anche tu avrai pensieri tristi.

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Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 10 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.


Tipologie testuali

PER INIZIARE... LE TIPOLOGIE! Comincia il tuo percorso nel mondo delle tipologie testuali con alcuni esempi… Un argomento: argomento i mestieri mestieri. Una tematica… tematica tante tipologie testuali! testuali

1

Scrivi i nomi delle tipologie testuali.

fiaba • realistico • poesia • lettera

C’era una volta un calzolaio così povero che non riusciva neppure a comprare il cuoio per fare le scarpe. Fratelli Grimm

Carissima Holly, ho scoperto che cosa farò da grande. Prima volevo fare l’attrice ma ho cambiato idea. Farò la salvatrice di gatti. Ti bacio Giovanna Roberto Piumini

– Anche il fratello del mio bisnonno è venuto in America in cerca di fortuna – ricorda Eva. – Faceva il contadino, ma voleva diventare un pugile. Luigi Garlando

Entro al museo alle otto di mattino, mi cambio in tutta fretta e prendo il mio piumino. Anna Sarfatti

Attività semplificate corrispondenti alla pagina 12 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

7


Tipologie testuali

TESTO NARRATIVO

IL MEDICO ME DI CIN C’era una volta in Cina il famoso medico Me Di Cin . Me Di Cin era così bravo, che quasi tutti i suoi pazienti guarivano. Un giorno il figlio dell’imperatore della Cina, che viveva chiuso nel palazzo imperiale , si ammalò. Me Di Cin fu chiamato e lo visitò. Il giovane, che si chiamava Ma La Tin, era pallido e magro. Poi il medico disse: – Io credo, principe Ma La Tin , che ti occorrano lo spazio e la luce della campagna . – Il figlio dell’imperatore deve restare nel palazzo: curami dunque con le tue erbe. – disse il principe. Il medico si inchinò. Ma il giorno dopo tornò e disse: – Principe, non ho trovato le erbe che occorrono. Ho trovato l’erba che ride, la pianta del singhiozzo: ma non l’erba per te. Ma La Tin voleva sapere come fossero quelle strane erbe. – Non si possono descrivere, principe! Allora il principe disse: – Me Di Cin, sono troppo curioso delle erbe che tu hai visto: posso venire con te domani mattina , per vedere come sono? Il medico si inchinò, e il mattino dopo Me Di Cin e Ma La Tin uscirono nella campagna. Non trovarono le erbe che il medico aveva detto. Ma videro ranocchie saltare, pesci nuotare, anatre volare, fiori profumati, insetti strani. Il principe era così contento che guarì in quella sola mattinata. Roberto Piumini, Mi leggi un’altra storia?, Einaudi Ragazzi

8


Tipologie testuali

1

Leggi le caratteristiche del testo narrativo. narrativo.

Lo SCOPO del testo narrativo è raccontare una storia fantastica o reale. Il CONTENUTO è il racconto dei fatti che accadono. ELEMENTI I PERSONAGGI sono tutti coloro (persone, animali, cose) che fanno qualcosa di importante nel racconto. Il TEMPO è il momento in cui avvengono i fatti narrati. Il LUOGO è l’ambiente, reale o immaginario, in cui si svolgono i fatti.

Un testo narrativo racconta una storia vissuta immaginari. da uno o più personaggi realistici o immaginari La storia si svolge in un certo tempo e in un certo luogo, che possono essere reali o fantastici luogo fantastici. Tutti i racconti sono testi narrativi. narrativi

2 Nel testo che hai letto, colora in: azzurro azzurro i personaggi personaggi; rosso rosso il tempo tempo; verde verde i luoghi luoghi.

3

Indica con una X.

Il personaggio più importante di un racconto è: un personaggio con un ruolo importante. il protagonista. un personaggio secondario.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 18-19 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

9


Tipologie testuali

TESTO REALISTICO

MA CHE PREMIO È? Il primo giorno di febbraio, appena entrata in classe, la maestra disse: – Ragazzi, ci sarà la gara di lettura. Chi avrà letto più libri vincerà un bellissimo premio. Rico la peste ricadde sulla sedia. Pfui! Per lui leggere era difficile e faticoso. La maestra disse: – Il premio è un biglietto per il nuovo parco di divertimenti. Rico saltò sulla sedia. Un parco di divertimenti: le giostre! Doveva vincere. Ma come vincere senza leggere neppure un libro? Ebbe un’idea! Sicuramente c’erano dei libri che la maestra non conosceva. Erano i libri che non erano ancora stati scritti. Rico la peste preparò la sua lista: ventisette libri! Di sicuro bastavano per vincere. Il giorno della premiazione la maestra disse: – Il premio è per… Flavia, che ha letto ventotto libri! Rico era deluso. Poi la maestra esclamò: – Oh, no! Flavia, hai messo due volte lo stesso libro. Sono sicura però che nessun altro ha letto ventisette libri. – Io, io! – gridò Rico la peste. – Va bene, riceverete tutti e due un biglietto per il nuovo parco di divertimenti. Il parco si chiama… “Il mondo del libro”! Che cosa? Il mondo del libro? Che delusione per Rico la peste! Francesca Simon, Rico la peste e la gara di lettura, Mondadori

10


Tipologie testuali

1

Leggi le caratteristiche del testo realistico. realistico.

ELEMENTI I FATTI narrati sono realistici. I PERSONAGGI sono realistici. Il TEMPO è determinato. Il LUOGO è reale. Un testo realistico narra fatti che sono davvero accaduti o che potrebbero accadere.

2

Rifletti e rispondi.

Rico è un bambino che va a scuola e non ama leggere. Nella realtà, ci sono bambini come Rico? .........................................................

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 20 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

11


Tipologie testuali

RACCONTO FANTASTICO

IL COLORE DEL MANTELLO Tanto tanto tempo fa in un castello incantato era nato un principino. La fata dei doni gli chiese: – Come vorresti gli occhi? Il principino rispose: – Verdi, come la foresta! La fata disse piano: – Mi dispiace. Gli occhi verdi li ho già regalati a tuo fratello e non ne ho più. A te li posso dare un po’ grigi. Poi la fatina chiese: – Come vorresti i capelli? – Biondi, come il grano! La fata disse: – Ho regalato i capelli biondi a tuo fratello. A te li posso dare un po’ gialli. Il principino non era contento dei suoi capelli gialli e dei suoi occhi un po’ grigi. – Come vorresti il mantello? – Azzurro, come il cielo. La fata disse: – Mi dispiace. Il mantello azzurro l’ho regalato a tuo fratello. Per te rimane soltanto una stoffa azzurrognola. Il principino avrebbe volentieri dato un calcio nel sedere alla fatina dei doni. Ma era ancora nella culla, che poteva fare? Si accontentò. Il principino con gli occhi un po’ grigi, i capelli un po’ gialli e il mantello del colore di una pozzanghera fu chiamato da tutti “principe Azzurrognolo”. Tommaso di Carpegna Falconieri, Il principe Azzurrognolo, Mondadori

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Tipologie testuali

1

Leggi le caratteristiche del racconto fantastico. fantastico.

ELEMENTI I FATTI narrati sono fantastici. I PERSONAGGI sono fantastici. Il TEMPO non è determinato. Il LUOGO è immaginario.

Un racconto fantastico è un testo narrativo fatti, personaggi personaggi, luoghi che parla di fatti immaginati dalla fantasia dell’autore.

2

Rifletti e rispondi.

La fatina e il principe Azzurrognolo vivono in un castello incantato. Nella realtà, puoi trovare una fatina e un principe come questi? ..........................................................................................................................................................................

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 21 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

IL DONO DI PROMETEO Prometeo viveva con i suoi fratelli Titani. I Titani avevano sfidato Zeus quando aveva combattuto per diventare re degli dèi. Prometeo, a differenza dei fratelli, si era schierato con Zeus. Come premio aveva ottenuto il permesso di andare sul monte Olimpo , la casa degli dèi. Prometeo però non era amico di Zeus perché il dio aveva fatto del male ai suoi fratelli. Zeus , che stimava molto Prometeo, gli diede l’incarico di creare l’uomo. Prometeo lo modellò dal fango e gli diede la vita con il fuoco divino. A quell’epoca , tanti e tanti anni fa, gli uomini potevano andare dagli dèi, con i quali trascorrevano momenti di grande allegria. Durante una di queste feste fu portato un enorme bue. Metà doveva essere donato a Zeus e metà agli uomini. Zeus disse a Prometeo di dividere in due parti il bue. Prometeo pensò allora di vendicarsi di Zeus. Divise il grosso bue in due parti, ma in una nascose la tenera carne sotto uno spesso strato di pelle. Macinò poi insieme le ossa e il grasso e li ricoprì con un sottile strato di carne: sembrava proprio il boccone più succulento. Zeus, che doveva scegliere per primo, chiese la parte che sembrava migliore. Subito dopo, accortosi dell’inganno, più che mai arrabbiato, privò gli uomini del fuoco, riportandolo solo nell’Olimpo. Prometeo pensò che la punizione fosse ingiusta. Rapì qualche scintilla al dio del fuoco, Efesto. Nascose le scintille in una canna e riportò così il fuoco agli uomini. Monica Barbieri, Miti degli dèi, leggende dei popoli, imprese degli eroi, Dami-Giunti

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MITO


Tipologie testuali

1

Leggi le caratteristiche del mito mito..

Lo SCOPO dell’autore è raccontare le imprese di un eroe o di una divinità. Il CONTENUTO è l’impresa di un eroe o di una divinità. Il NARRATORE narra in terza persona. ELEMENTI Il PROTAGONISTA è un personaggio fantastico. Il TEMPO è indefinito. Il LUOGO è fantastico.

Il mito è un testo narrativo che racconta le imprese eroi. di divinità o eroi Ci sono anche miti che cercano di spiegare in modo fantastico l’origine del mondo e dell’uomo.

2

Nel testo che hai letto, colora in:

azzurro il protagonista protagonista; blu l’altro personaggio personaggio; rosso il tempo tempo; verde il luogo luogo.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 32-33 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

15


Tipologie testuali

UNA FATICA DI ERCOLE Ercole era figlio di Zeus. Già da bambino era molto forte e intelligente. Il re di Micene, Euristeo, gli ordinò di affrontare dodici terribili fatiche. Come prima fatica Ercole affrontò il leone Nemeo, che ogni giorno mangiava uomini e animali. Ercole con le sue le armi si nascose vicino alla tana del leone. Appena la bestia arrivò, Ercole gli tirò tutte le frecce piumate che il dio Apollo gli aveva regalato. Ma nessuna freccia ferì il leone. Ercole provò con un bastone, ma la belva, solo un po’ intontita, entrò nella sua tana, una grotta. L’eroe le andò dietro. La prese per il collo per soffocarla. Voleva provare a usare solo le mani e la forza delle braccia. La lotta fu terribile. Alla fine il leone morì. Ercole si mise il corpo della belva sulle spalle. Lo portò nella piazza di Micene. La gente e il re erano terrorizzati. Adesso bisognava togliere la pelle al leone. Era ancora più difficile che ucciderlo. Nessun coltello riusciva a tagliare la pelle. Ercole prese un artiglio della belva, che era più affilato di un rasoio, e riuscì a staccare la pelle. Con la pelle Ercole si fece un’armatura che poteva resistere a ogni attacco. Euristeo, spaventato dalla forza di Ercole, fece fabbricare un enorme recipiente di bronzo. Decise di nascondersi lì dentro ogni volta che Ercole era in città. Francesca Lazzarato, Ercole e altri eroi, Mondadori

16

MITO


Tipologie testuali

1

Indica con una X.

CONTENUTO Questo mito racconta: l’impresa di un eroe. la guerra tra gli dèi. Il protagonista è: Ercole. Euristeo. Il protagonista è: un uomo normale, molto forte. il figlio di un dio. Il tempo è: non definito. definito con precisione. Il luogo è: una città. completamente fantastico. STRUTTURA Nell’introduzione introduzione si presentano: i personaggi. tutti i fatti che accadranno. Nello sviluppo si racconta: un’avventura di Ercole. come finisce l’avventura di Ercole. La conclusione spiega: come finisce la storia. che cosa fa Ercole. Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 36-37 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

RACCONTO D’AVVENTURA

LA MALEDIZIONE DELL’IDOLO Indy , con una torcia accesa in mano, era entrato nella stanza segreta del tempio nascosto nella foresta. Quando prese l’antico idolo tra le sue mani sentì un rumore insolito. Poi il rumore si fece assordante e tutto cominciò a tremare come se le fondamenta del santuario si sgretolassero. Indy tornò più in fretta che poté verso la porta. Indy adesso era scosso, tutto si muoveva. I mattoni si staccavano dalle pareti, le pareti stesse andavano in pezzi. Quando Indy arrivò finalmente all’ingresso, vide una pietra rotolare: faceva migliaia di scintille mentre la sala si disintegrava. Indy sentiva le pietre che cadevano, i pilastri che crollavano. “La maledizione dell’idolo”, pensò. Gli restava solo una cosa da fare: doveva saltare. Doveva correre il rischio. Dietro di lui l’inferno esplodeva dalla terra e davanti c’era una voragine. Indy prese fiato e si buttò nel baratro. Si lanciò con quanta forza aveva in corpo. Adesso cadeva. Tese in avanti le mani, cercando un appiglio. Affondò le dita nel bordo della terra, fece uno sforzo tremendo. Cominciò a tirarsi su: “più forte”, pensò, “più forte!”. Finalmente riuscì a spingere una gamba sopra il margine, sulla terra. Si mise in piedi. Indy partì di corsa e si precipitò verso l’uscita, inseguito da un enorme masso che gli rotolava alle spalle. Sorrise, si mise a sedere, si rigirò l’idolo tra le mani. “Ne era valsa la pena”, pensò, “eccome!”. Campbell Black, I predatori dell’arca perduta, Sperling & Kupfer

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Tipologie testuali

1

Leggi le caratteristiche del racconto d’avventura. d’avventura.

Lo SCOPO dell’autore è appassionare il lettore. Il CONTENUTO riporta avventure vissute dal protagonista. Il NARRATORE narra in prima o in terza persona. ELEMENTI Il PROTAGONISTA è coraggioso e audace. Il TEMPO è presente o passato. Il LUOGO è pieno di pericoli. Il racconto d’avventura è un testo narrativo che narra le storie di personaggi coraggiosi che affrontano situazioni straordinarie in luoghi pieni di pericoli. Spesso il protagonista, l’eroe, lotta con nemici cattivi e furbi. Nel racconto d’avventura il narratore crea nel lettore momenti d’attesa e di ansia per quello che sta per accadere.

2 Nel testo che hai letto, colora in: azzurro azzurro il protagonista protagonista; verde verde il luogo luogo.

3 Rispondi. Chi racconta la storia e il protagonista sono la stessa persona?

.........................................................................

4 Nel testo, sottolinea i pericoli affrontati dal protagonista.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 42-43 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

RACCONTO D’AVVENTURA

UN INCONTRO PERICOLOSO Cosy camminò lungo il sentiero e arrivò a un ruscello. Lì sentì un rumore nella foresta. Si girò. Chiamò il suo amico Derk che non rispose. Di nuovo quel rumore. Cosy si arrampicò su un masso e guardò in mezzo agli alberi. Ordinò a se stessa: “Sta’ calma! Non farti prendere dalla paura. Gli animali capiscono quando hai paura”. Cosy pensò che solo gli orsi sono capaci di aprire un sentiero così largo nel bosco. Cosy avrebbe voluto ritornare verso la spiaggia, prendere la canoa e andare via di corsa. Ma sapeva che non era la cosa giusta da fare. Se si fosse messa a correre, l’orso l’avrebbe scambiata per una preda. Un orso nero spuntò improvvisamente al di là del ruscello. Cosy non si mosse. L’orso la guardò, sorpreso. Lei lo guardò senza però fissarlo negli occhi. Non sono pericolosa: era questo il messaggio che Cosy voleva comunicare. Se l’orso fosse andato verso di lei, avrebbe alzato le mani. Avrebbe cercato di sembrare più alta. Più grande. Più cattiva. Poi pensò: “Se non è aggressivo, starò ferma fino a quando non si allontanerà”. Cosy e l’orso rimasero immobili. Perfino da quella distanza Cosy riusciva a sentire l’alito puzzolente dell’animale. La sua pelliccia era tutta arruffata. Questo orso era selvatico, anzi selvaggio. Dagli alberi arrivò un altro rumore, più forte.

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Tipologie testuali Veniva dalle spalle dell’orso. Forse l’animale aveva dei cuccioli. Si sa che le femmine degli orsi attaccano l’uomo, se pensano che i loro piccoli siano in pericolo. S. Shanan, Freddo glaciale, Mondadori

1

Indica con una X.

CONTENUTO Da chi è spaventata Cosy? Da un orso. Dai cuccioli di un’orsa. Cosy affronta la difficoltà: scappando. pensando a quello che deve fare. ELEMENTI Il luogo in cui si svolge la vicenda è: sempre pericoloso. pericoloso perché c’è un orso.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 46 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

RACCONTO FANTASY

L’ARRIVO A NARNIA Nella stanza vuota c’era soltanto un grosso armadio… La porta si aprì con facilità. Lucy entrò. Un attimo dopo, Lucy si ritrovò in un bosco coperto di neve. Tra gli alberi apparve una strana creatura: un fauno. – Buonasera – lo salutò Lucy. – Buonasera! – rispose il fauno. – Mi chiamo Lucy. – Sei una… bambina? Quindi sei umana? – Sì, è chiaro – confermò Lucy. – Sai che non avevo mai visto prima d’ora un umano? Il mio nome è Tumnus  . Posso sapere come sei arrivata a Narnia  ? – Narnia? E che cos’è? – chiese lei. – È il paese dove ti trovi adesso. – Veramente sono passata attraverso un guardaroba in una stanza vuota – spiegò Lucy. – Oh, vieni a prendere un tè a casa mia? – Grazie mille – disse Lucy, – ma non potrò fermarmi tanto. Lucy mangiò una merenda con i fiocchi. – Oh, signor Tumnus – disse. – Devo tornare subito a casa. Il fauno scoppiò in un pianto a dirotto. – Signor Tumnus, cos’è che non va? – Oh, oh, oh! – piagnucolò il signor Tumnus. – Sono un fauno molto cattivo. – Per me lei è un fauno bravissimo – lo consolò Lucy. – Oh! Non diresti così se sapessi la verità! – replicò lui. – Ma cosa ha fatto di così tremendo? – domandò Lucy. – Mi sono messo al servizio del Male. Io sono il servo della Strega Bianca! Lei comanda nel regno di Narnia e fa durare in eterno l’inverno – spiegò Tumnus. – Ma è terribile – disse Lucy. – E lei che cosa deve fare? – Questa è la parte peggiore – rispose Tumnus. – Rapisco i bambini. 22


Tipologie testuali – No – rispose Lucy. – Credo che lei non lo farebbe mai. – È qualcosa che sto facendo ora – insistette il fauno. – Se non obbedisco, la Strega Bianca mi farà tagliare la coda. – La prego, signor Tumnus, mi lasci andare – supplicò Lucy. – Certo. Adesso che ti conosco non ho altra scelta. Ti riaccompagnerò al lampione. Sei capace di ritrovare da lì la strada per la terra di Stanza Vuota nel regno di Guarda Roba? – Credo proprio di sì – rispose Lucy. Clive S. Lewis, Narnia - Il leone, la strega, l’armadio, Mondadori

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Leggi le caratteristiche del racconto fantasy. fantasy.

Lo SCOPO dell’autore è stimolare la fantasia del lettore. Il CONTENUTO rappresenta la lotta tra il Bene e il Male. ELEMENTI I PERSONAGGI sono immaginari o realistici, molto stravaganti. Il TEMPO è imprecisato. Il LUOGO è un mondo simile a quello reale, ma fantastico. Il racconto fantasy racconta vicende di eroi che vogliono salvare il loro mondo dalle minacce delle forze del Male Male.

2 Nel testo che hai letto, colora in: azzurro il protagonista protagonista; blu l’altro personaggio personaggio; verde il luogo luogo.

3 Indica con una X. hi è il personaggio C fantastico? Il fauno. La bambina.

hi è il personaggio veramente C cattivo? Il fauno. La Strega Bianca.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 52-53 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

RACCONTO FANTASY

IL CONIGLIO BIANCO DI ALICE Alice era veramente stufa di star seduta senza far niente. Era accanto alla sorella, sulla riva del fiume. Aveva provato a dare un’occhiata al libro che sua sorella stava leggendo. Non c’erano né figure né filastrocche. Alice pensava: “Non mi piace un libro senza figure e senza filastrocche.” In quel momento le passò davanti un Coniglio Bianco con gli occhi rosa. La cosa non sembrò tanto strana ad Alice. Ad Alice non sembrò strano che il Coniglio dicesse tra sé: “Povero me! Arriverò troppo tardi!” A un tratto il Coniglio tirò fuori un orologio dal taschino del panciotto. Gli diede un’occhiata e affrettò il passo. Alice balzò in piedi meravigliata. Non aveva mai visto un coniglio con un taschino nel panciotto. E neppure con un orologio dentro il taschino! Alice era curiosa. Rincorse il coniglio e lo vide infilarsi in una grande tana, sotto la siepe. Un istante dopo Alice si infilava nella tana, dietro di lui. Non si chiese come avrebbe poi fatto a uscire da quel posto. Per un pezzo la tana era diritta. Poi sprofondava all’improvviso. Alice non fece neppure in tempo a pensare di fermarsi. Sprofondò lungo quella specie di pozzo profondo. E cadeva, cadeva, cadeva. Ma non finiva mai di sprofondare? D’un tratto – Bum! Bum! – arrivò proprio al fondo. Si trovò sopra un mucchio di foglie secche. Aveva finito di cadere. Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie, Rizzoli

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Tipologie testuali

1

Indica con una X.

ELEMENTI I personaggi più importanti di questo racconto sono: Alice e sua sorella. Alice e il coniglio. Alice è un personaggio personaggio: realistico. fantastico. Il Coniglio Bianco è un personaggio personaggio: realistico. fantastico. La protagonista è: Alice. la sorella di Alice. STRUTTURA Alice come entra nel mondo fantastico? Attraverso la tana del coniglio. Seguendo il corso del fiume. Che cosa succede ad Alice dopo che è entrata nel mondo fantastico? Sale da una specie di pozzo. Cade in una specie di pozzo.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 56 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

RACCONTO AUTOBIOGRAFICO

IL MIO PRIMO AMICO Poco dopo il nostro arrivo a Manchester  , io cominciai ad andare a scuola. Quello che mi affascinava in Inghilterra era l’ordine. A Rustschuk  , in Bulgaria, dove ero nato, la vita era stata ricca di vicende dolorose. Nella nuova scuola, lo sport era molto importante. Gli altri bambini conoscevano tutte le regole degli sport. Donald, il mio amico, mi disse che all’inizio gli ero sembrato un po’ stupido perché per farmi capire le regole era stato necessario spiegarmele tante volte. Da principio mi aveva rivolto la parola solo perché era il mio compagno di banco. Diventammo amici il giorno in cui mi fece vedere i suoi francobolli. Di ciascuno di essi gli seppi dire da quale Paese proveniva. Un giorno tirai fuori dei francobolli della Bulgaria che lui non conosceva e glieli regalai. Allora cominciò a interessarsi più seriamente a me. E diventammo amici. Continuavamo a trafficare di nascosto sotto il banco con i francobolli anche durante le ore di lezione. Gli insegnanti non ci sgridarono, ma con gentilezza ci separarono. Così, potevamo scambiarci francobolli solo durante il percorso da scuola a casa. Elias Canetti, La lingua salvata, Adelphi

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Tipologie testuali

1

Leggi le caratteristiche del racconto autobiografico. autobiografico.

Lo SCOPO dell’autore è raccontare le sue esperienze. Il CONTENUTO è il racconto di esperienze e ricordi dell’autore. Il NARRATORE è l’autore che narra in prima persona. ELEMENTI Il PROTAGONISTA è l’autore del brano. Il TEMPO è reale. Il LUOGO è quello in cui l’autore ha vissuto realmente. STRUTTURA L’autore esprime riflessioni personali. Il racconto autobiografico è un testo narrativo autore racconta episodi della propria vita. vita in cui l’autore

2 Nel testo che hai letto, colora in: azzurro azzurro il protagonista protagonista; rosso rosso il tempo tempo; verde verde i luoghi luoghi; blu blu la riflessione personale. personale

3 Nel testo che hai letto, sottolinea in: rosso rosso il luogo da cui proviene l’autore; verde verde il luogo in cui si trasferisce l’autore.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 62-63 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

RACCONTO AUTOBIOGRAFICO

SONO NATA IN ERITREA Le persone che abitano in Europa mi chiamano Rebecca. Io però mi chiamo Rebqa Sibhatu. Sono nata ad Asmara il 18 settembre . Ora vivo a Roma , dove studio all’Università. Asmara è la capitale dell’Eritrea . È una città dove non fa mai né troppo caldo, né troppo freddo. Il sole brilla tutto l’anno, dalla mattina alla sera. In Eritrea vivono tanti gruppi di persone diverse. Sono cresciuta tra musulmani che ci svegliano con il canto della preghiera del mattino. Sentivo le campanelle delle chiese cattoliche e le campane delle chiese ortodosse. Il nome di mia madre significa “figlia di colui che ha portato luce al mondo”. Mio padre si chiama Sibhatu Bairu. Il mio cognome è il nome di mio padre. In Eritrea i nomi dei padri diventano i cognomi dei figli. Siamo dieci fratelli e sorelle e io sono la settima. Quando sono nata le donne, tutte insieme, hanno lanciato tre trilli: “ileleleleleleleil…!”. Per i miei fratelli i trilli sono stati sette. Guardate un po’ noi femminucce come siamo trattate già appena nate! I miei nonni paterni li conosco per mezzo del racconto dei miei genitori. I nonni da parte di mia madre li ho conosciuti. Però sono morti quand’ero molto giovane. Mi mancano molto. Mio padre sa dire i nomi di tantissimi suoi antenati. Quando ripeteva questi nomi, io, i miei fratelli e le mie sorelle stavamo attenti fino a un certo punto. Poi ci addormentavamo, come si fa con le favole. Ribka Sibhatu, Aulò, Sinnos

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Tipologie testuali

1

Indica con una X.

CONTENUTO In questo testo Rebqa: presenta se stessa e le sue origini. racconta la storia di tutta la sua famiglia.

2 Nel testo che hai letto, colora in: rosso rosso le parti in cui l’autrice dà informazioni sul tempo tempo; verde verde le parti in cui l’autrice dà informazioni sui luoghi luoghi.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 65 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

DIARIO

IO E AHMED 2 ottobre   Eccomi qui.   Io  ho deciso che non ti scriverò sulla scuola. Nemmeno su Margot, ma su un’altra cosa. C’è una cosa che mi fa sentire più strana in questi giorni. Adesso te lo dico: ti scriverò di Ahmed. Io e Ahmed siamo diventati molto amici. Parliamo un sacco, in cortile e anche fuori da scuola. (Tutti fanno gli stupidi e dicono che io e Ahmed siamo fidanzati, eccetera). Invece siamo solo amici, è una cosa molto bella e molto strana. Se a scuola un giorno manca Margot, io mi sento un po’ triste. Ma se un giorno non c’è Ahmed, mi viene come una specie di capogiro. Non so se mi spiego, ma ci sto provando. Insomma, vecchio Di, ho deciso che scriverò di lui, sono sicura che non ti dispiace, perché tu e io abbiamo sempre avuto gli stessi gusti. Mi chiama la mamma  , ciao Roberto Piumini, Diario di La, Edizioni EL

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Tipologie testuali

1

Leggi le caratteristiche del diario diario..

Lo SCOPO dell’autore è ricordare ciò che gli è successo ed esprimere le proprie emozioni. Il CONTENUTO è il racconto di fatti accaduti a chi scrive. Il NARRATORE narra in prima persona. STRUTTURA Nel diario sono presenti la data e i saluti finali. finali L’autore scrive come se parlasse con un amico, semplice usando un linguaggio semplice. Nel diario l’autore scrive per se stesso. stesso Racconta ciò che gli succede, le sue emozioni, i suoi sentimenti, le impressioni e gli stati d’animo. personale, Ci sono diverse specie di diario: il diario personale di avvenimenti, avvenimenti di viaggio, viaggio di bordo. bordo

2 Nel testo che hai letto, colora in: blu blu la data data; azzurro azzurro il protagonista protagonista; arancione arancione la frase di apertura; apertura rosa rosa la frase di chiusura. chiusura

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 71 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

DIARIO

CARO DARIO Caro Dario, scusami se ti scrivo solo oggi, anche se la scuola è cominciata da un po’. Avevo un sacco di cose da fare. La maestra Angela (d’ora in poi la chiamerò MA, come l’anno scorso) ci ha detto: – Quartiroli! In terza ci chiamava terzini, ricordi? Luca e Seba si arrabbiavano, perché uno è portiere e l’altro attaccante. Forse dovremmo arrabbiarci tutti quest’anno. Margot dice che il quartirolo è un formaggio. Ma come si fa ad arrabbiarsi con la nostra MA? MA ci ha detto: – Quartiroli! Cominciamo subito ad affrontare il meraviglioso, sorprendente mondo della geometria! Noi ci siamo guardati in faccia. Quando MA fa discorsi poetici, vuol dire che presto ci arriverà qualche botta in testa. Sai, caro Dario, io e la matematica non andiamo troppo d’accordo. L’idea di questa novità mi ha fatto diventare nervosa per qualche giorno. Anche per questo, solo adesso comincio a scriverti. P.S. Ti sarai accorto che quest’anno non ti chiamo più “diario” ma “Dario”. Mi sembra più carino. La maestra Giovanna direbbe che è un modo di chiamarti più “personale e amichevole”. In fondo, vecchio mio, ti ho tolto solo una magra, piccolissima “i”! Roberto Piumini, Diario di La, Edizioni EL

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Tipologie testuali

1

Indica con una X.

CONTENUTO La bambina in questa pagina di diario racconta: il suo primo giorno di scuola. che cosa è accaduto nei primi giorni di scuola. La bambina spiega che il diario è un amico: all’inizio del testo. alla fine del testo. STRUTTURA In questa pagina di diario c’è un P.S., che è la sigla di Post Scriptum. Significa: scritto dopo. scritto per sbaglio.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 73 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

LETTERA

CARO BABBO NATALE Caro Babbo Natale  , scusa se io  ti scrivo di nuovo, ma non ho ricevuto la tua risposta. Ho pensato che eri offeso perché avevo criticato il pigiama con gli orsetti gialli che avevo ricevuto lo scorso anno. Io dovrei sapere alcune cose prima di mandarti la lettera di Natale. Allora ti chiedo di nuovo: quante cose posso metterci? In che ordine? Preferisci che scriva solo le cose più importanti? Pigiami no, e nemmeno scarpe da calcetto. Io l’altra volta non te ne avevo parlato, però questa storia del calcetto non la sopporto proprio. Io sono una schiappa totale. Sono un po’ grasso, ma del resto puoi capirmi, perché non sei magro neanche tu. Allora: io a calcetto non ci voglio giocare, e su questo non ubbidisco ai miei genitori. Vorrei vedere loro a sentire tutte le cose che mi dicono quando perdo il pallone, cioè sempre. Quindi niente scarpe da calcetto. Tuo sempre affezionatissimo   Michele   Anna Vivarelli, Caro Babbo Natale, Interlinea Junior

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Tipologie testuali

1

Leggi le caratteristiche della lettera lettera..

Lo SCOPO dell’autore è scrivere per comunicare qualcosa a qualcuno che è lontano. Il CONTENUTO della lettera è una comunicazione personale o formale. Il NARRATORE è la persona che scrive la lettera. STRUTTURA Nella lettera sono generalmente indicate: la data (il giorno in cui si scrive); il luogo da cui si scrive; la formula di apertura (la frase con cui inizia la lettera); il messaggio messaggio; la formula di saluto (la frase con cui si saluta); il mittente (cioè chi scrive e invia la lettera); il post scriptum (cioè una frase aggiunta dopo la firma). La lettera è un testo scritto per comunicare qualcosa a una persona lontana.

2 Nel testo che hai letto, colora in: blu la formula di apertura; apertura rosa la formula di saluto; saluto verde il mittente mittente.

3 Indica con X le espressioni scritte in modo formale. Egregio Signore Caro Filippo Ciao mamma Distinti saluti

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 77 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

DA CARLOM@ A DAIANATOS@ Da: Carla Lombi carlom@merkurio.it A: Daiana Tosetti daianatos@epis.it Inviato mercoledì 30/01 ore 14.15 Oggetto: Felicità Cara Daiana ! Va beh, le telefonate sono una cosa bella, ma come si fa a chiacchierare tra noi? Adesso sì che siamo libere di dire quello che ci pare! E così sono strafelice. Per cui ti rispondo subito subito, perché sono troppo !!! Si sa come sono le amiche che ti fai in vacanza. Il giorno della partenza giurano con le lacrime agli occhi: ti scrivo! Si segnano l’e-mail sull’agendina del cuore e poi… ciao! Qualcuna telefona, però mi piace l’idea della posta elettronica. Mi fa sentire così… tecnologica. Quando clicco sulla mail, spero ci sia qualcosa per me. Ma tutte le volte è una delusione. Le mie compagne di classe mi mandano sms con il telefonino. Ma sono troppo corti… Mia sorella, invece, riceve un mare di posta! Mio fratello riceve un sacco di messaggi che non gli interessano. Io sono molto invidiosa. Cioè: ero invidiosa, perché adesso ci sei tu!!! Tua Carla P.S. Com’è andata la verifica di storia? P.S. del P.S. Non è che mi mandi una foto con il tuo nuovo taglio di capelli? Se hai lo scanner, puoi spedirmela via mail. A. Lavatelli, A. Vivarelli, Cara C@rla tuaDaian@, Piemme Junior

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E-MAIL


Tipologie testuali

1

Indica con una X.

STRUTTURA Questa è una e-mail, cioè un particolare tipo di lettera. L’e-mail è scritta da: Carla Lombi. Daiana Tosetti. L’e-mail è indirizzata a: Carla Lombi. Daiana Tosetti. L’oggetto della e-mail è “Felicità”. L’oggetto serve per: far capire subito il messaggio principale. confondere le idee a chi legge.

2 Sottolinea il giorno e l’ora in cui è stata inviata l’e-mail. 3 Indica con una X. L’emoji serve per: comunicare un sentimento senza usare le parole. divertire.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 79 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

TESTO POETICO

NOSTALGIA È difficile staccarsi da quell’orso spelacchiato che ha dormito sui miei sogni fin da quando sono nato. Ogni cosa è necessaria, ogni cosa mi somiglia, da quel vecchio manifesto alla foto di famiglia. Mi somigliano, però altre mi somiglieranno se sul muro faccio posto alle cose che verranno. J. Carioli, L’alfabeto dei sentimenti, Fatatrac

1

Leggi le caratteristiche della poesia poesia..

Lo SCOPO dell’autore è esprimere le sue emozioni. CONTENUTO: CONTENUTO nel testo poetico si parla di sentimenti. STRUTTURA La poesia può essere divisa in strofe strofe. I versi possono essere in rima o non in rima. rima La poesia è un tipo di testo in cui l’autore esprime i propri sentimenti, i propri pensieri sentimenti pensieri, le proprie emozioni emozioni.

2

Rispondi.

Questa poesia è divisa in strofe? Quante sono? ......................... I versi sono in rima? ......................... 38

.........................

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 84 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.


TESTO POETICO

Tipologie testuali

FILASTROCCA LUNGA LUNGA Filastrocca lunga lunga chi ha l’ape che non si punga. Filastrocca lenga lenga chi ha la tosse se la tenga. Filastrocca linga linga chi ho dietro non mi spinga. Filastrocca longa longa chi ha un peso lo deponga. Filastrocca langa langa chi sta a casa ci rimanga. Richard Scarry, Le storie della buonanotte di Mamma Oca, Mondadori

1

Leggi le caratteristiche della filastrocca filastrocca..

Lo SCOPO dell’autore è divertire. CONTENUTO nella filastrocca si parla di argomenti che CONTENUTO: servono a divertire. STRUTTURA La filastrocca, generalmente, non è divisa in strofe. I versi sono in rima. rima La filastrocca è un testo poetico dal contenuto divertente. divertente rima; il ritmo e la musicalità sono dati È scritta in rima dalla ripetizione dei suoni.

2 Nella filastrocca, sottolinea con lo stesso colore le parole in rima.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 85 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

TESTO DESCRITTIVO

LA NONNA CON LA VALIGIA Nonna Celeste ha lavorato tanti anni nella mia scuola. Ora è in pensione da tempo. È piccola e ha corti riccioli bianchi e grigi intorno al viso; al collo porta collane di pietra e ha grandi orecchini con minuscole pietre che tintinnano, cioè fanno rumore, quando scuote la testa. Nonna Celeste parla in fretta e in tono deciso, sorride spesso, gesticola con le mani mentre gli anelli d’oro alle dita brillano a ogni gesto. Nonna Celeste in casa porta ampie camicie indiane ricamate di tessuto morbido e sottile, jeans e zoccoli. Vive nella sua piccola casa con la gatta Priscilla, perché il nonno è morto tempo fa. Da quando è in pensione la nonna non sopporta di stare a lungo sola e un paio di volte l’anno parte per un “viaggio d’avventura” con il suo gruppo. Con il suo gruppo, la nonna ha fatto trekking sulle montagne dell’Himalaya e ha attraversato l’Asia del nord. Ha bevuto il tè con i beduini e ha schivato per un pelo un serpente a sonagli. Qualche volta la nonna torna con il gesso attorno a un piede o a un polso. Ogni volta che torna, le occorrono settimane per far passare la fatica. Però ha una luce particolare negli occhi: – I giovani si lamentavano del caldo e della sete. Ma io ce l’ho fatta! – dice con soddisfazione. Maria Toffetti, Josny viene dall’India, Edizioni Messaggero Padova

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Tipologie testuali

1

Leggi le caratteristiche del testo descrittivo. descrittivo.

Lo SCOPO dell’autore è far conoscere al lettore in modo approfondito una persona, una cosa, un paesaggio, un animale… Il CONTENUTO è la descrizione di: • persone, animali, cose, paesaggi; • aspetto, caratteristiche, comportamento, abitudini… di persone e animali. ELEMENTI La descrizione è: oggettiva oggettiva se il narratore non esprime un giudizio o le sue impressioni; soggettiva soggettiva se il narratore esprime le sue impressioni. STRUTTURA sensoriali Nella descrizione, spesso, sono presenti dati sensoriali, cioè informazioni ricevute attraverso i cinque sensi.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 96-97 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

TESTO DESCRITTIVO

ALICE Alice aveva circa otto anni. Secondo lei a quell’età le bambine erano… proprio come lei. Il suo aspetto cambiava a seconda del giorno. Alice aveva occhi azzurri, furbi e vivaci, attenti a tutto. La bocca era quasi sempre all’ingiù. I capelli erano arruffati. Indosso aveva sempre dei vecchi jeans con bretelle, larghissimi e corti, perché cresceva in fretta. Calze a righe dentro un paio di scarpe da tennis ormai nere. Una felpa che una volta aveva delle rane di plastica appiccicate ovunque. Questo era l’aspetto di Alice. Alcuni giorni, però, decideva di cambiare quei vestiti. Per lei era come un travestimento. Raccoglieva i capelli castani in due grosse trecce, a cui metteva due enormi fiocchi rossi. I suoi occhi attenti e sospettosi diventavano due occhioni teneri. Sulla bocca fioriva un dolce sorriso. Sceglieva nell’armadio i vestiti più puliti e carini. Quando Alice si presentava così, era difficile capire che quei vestiti nascondevano la bambina più terribile del mondo. Non c’era altra parola per classificare Alice. Era una sciagura ed era anche molto felice di esserlo. Anna Russo, La bambina Babilonia, Salani

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Tipologie testuali

1

Indica con una X.

STRUTTURA L’autrice per “far vedere al lettore” Alice, cioè per descriverla, usa molti aggettivi e verbi. L’autrice descrive: solo l’aspetto fisico di Alice. l’aspetto fisico, il carattere e l’abbigliamento della bambina. L’autrice dice che “Alice che era una sciagura”. Vuol dire che Alice era: una bambina cattiva. una bambina molto vivace.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 100 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

TESTO INFORMATIVO-ESPOSITIVO

KARATE La parola karate deriva da kata = vuoto e te = mani. arte marziale a “mani nude”, cioè che Il karate è un’arte non prevede l’uso di alcuna arma. Giappone. Si sviluppò nel corso dei secoli, soprattutto in Giappone Questo metodo di combattimento era rivolto soprattutto contro le aggressioni dei briganti. Poi si rivelò utile anche per difendersi dai soldati cinesi che avevano occupato il Giappone. La popolazione si allenava in gran segreto. guerriera Il karate di un tempo era una tecnica guerriera. Nel 1900 Kunakoshi Yoshitaka lo trasformò in uno sport, karate-dô. che prese il nome di karate-dô Le tecniche divennero meno pericolose, i colpi non venivano più portati a fondo, ma controllati secondo regole precise. Il karate si trasformò in una disciplina simile al judo, mantenendo però tutte le sue caratteristiche originali: uso di piedi, pugni e gambe per eseguire colpi. Kunakoshi Yoshitaka può quindi essere considerato il vero “padre” del karate moderno. Il karate-dô, praticato come disciplina sportiva marziale “pacifica”, si basa su questi principi essenziali: muscolatura ben sviluppata, concentrazione, controllo della respirazione, rapidità dei movimenti. Louis Frédéric, Le arti marziali dalla A alla Z, Sperling & Kupfer

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Tipologie testuali

1

Leggi le caratteristiche del testo informativo-espositivo. informativo-espositivo.

Lo SCOPO dell’autore è scrivere per dare notizie e informazioni su un argomento. Il CONTENUTO è formato da notizie su persone, avvenimenti, fatti… STRUTTURA paragrafi) che danno Il testo può essere suddiviso in parti (paragrafi informazioni diverse. Il linguaggio è preciso. Spesso nel testo informativo-espositivo ci sono: parole chiave (parole importanti per mettere in risalto un’informazione); immagini immagini che spiegano. Il testo informativo-espositivo fornisce informazioni su un argomento. argomento Testi informativi sono anche quelli di carattere scientifico, storico, geografico che si trovano nei sussidiari, nelle enciclopedie, nelle riviste. Le spiegazioni dell’insegnante sono testi informativi.

2 Indica con una X. Il contenuto di questo testo: è la storia del karate. sono le regole che si devono rispettare nel karate. Le informazioni sono date in modo: soggettivo. oggettivo. Nel testo: ci sono parole chiave. non ci sono parole chiave. Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 108-109 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

TESTO INFORMATIVO-ESPOSITIVO

IL NOSTRO PIANETA Il pianeta che noi abitiamo è la Terra Terra. Il nome del nostro pianeta deriva da una divinità dell’antica Roma. Tellus” nella lingua dei Romani, era una dea Terra, “Tellus che nutriva e permetteva la vita. Era chiamata anche Terra Mater, cioè Madre Terra. I primi a studiare come scienziati il nostro pianeta furono gli studiosi greci. greci Essi compresero molte cose su come è fatta la Terra anche se non avevano strumenti scientifici. Il pensatore greco Pitagora conosceva gli studi degli antichi Egizi e dei popoli della Mesopotamia. Disse che la Terra era rotonda e non piatta. Gli antichi Greci chiamavano la Terra Gea Gea. geografia”. Da questo nome deriva la parola “geografia Infatti geo vuol dire Terra e grafia scrittura. La geografia è la scienza che si occupa di: rappresentare i luoghi per mezzo di carte e mappe mappe; descrivere gli aspetti caratteristici del territorio; territorio studiare le cause naturali e provocate dall’uomo che hanno modificato il territorio. La geografia astronomica si occupa della Terra e degli altri corpi celesti.

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Tipologie testuali

1

Indica con una X.

STRUTTURA chiave Le parole chiave Le parole in neretto sono parole chiave. ti aiutano a “entrare” nel testo. Le parole chiave servono per capire quali sono: i nomi di persona. le informazioni principali. Il testo è stato diviso in parti (paragrafi): perché ogni paragrafo tratta un aspetto diverso dell’argomento. per far capire a chi legge cosa succede prima e che cosa dopo.

2 Ogni paragrafo, cioè ogni parte, ha un titolo. Riporta la lettera nei quadratini accanto ai paragrafi.

A B C D

Che cosa studia la geografia Il nome della Terra I primi studiosi della Terra Che cosa significa la parola “geografia”

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 112 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

TESTO TEATRALE

STUFATO TUTTI-GUSTI! ATTO PRIMO Narratore Lord Teschio è nel suo studio. Sta aspettando Narratore: alcuni invitati. Scena prima Lord Teschio è seduto in poltrona. (Suono di una risata) Ah, ah, ahhh! Lord Teschio: Teschio Suonano alla porta! Arcigno! La porta! Arcigno (entra in scena portando una porta) : La porta, signore! Lord Teschio: Teschio Grazie caro, ora riportala a posto! Arcigno: Come vuole, signore! Arcigno Scena seconda Criptina e Carcassa entrano in scena. Lord Teschio: Teschio Carcassa! Stupido cane! È Criptina! La mia nipote preferita! Criptina: Ciao, zio! Grazie molte di avermi invitata! Dov’è Criptina Vampiria? Lord Teschio: Teschio È in cucina con Irsuto; starà iniziando a cucinare. Criptina: Spero sia uno stufato da sballo! Adoro il suo stufato! Criptina

ATTO SECONDO Scena prima Lord Teschio, Criptina e Carcassa sono in cucina, dove Vampiria sta cucinando in compagnia di Irsuto, il lupo mannaro. Vampiria (mentre con una mano getta qualcosa nella pentola e con l’altra mescola) : I peli di lupo sono un ottimo ingrediente per lo stufato. (Vampiria vede entrare Criptina e la abbraccia) : Criptina! Che piacere vederti! Dimmi tutto ciò che hai combinato. Vampiria e Criptina escono di scena a braccetto… Lord Teschio (mentre annusa ciò che è in pentola) : Vampiria non mette mai abbastanza polvere di scorpione nel suo stufato! 48


Tipologie testuali Lord Teschio (rivolto a Irsuto) : Aiutami ad aggiungerne un po’! Irsuto (si guarda in giro, trova un vecchio paio di stivali e li mette in pentola) : Per un po’ di sapore un più! Arcigno (è entrato in cucina e solleva il coperchio della pentola) : Ah, manca un po’ di cadavere! Vado al cimitero a prenderne uno! Scena seconda Arcigno esce dalla cucina e rientrano Criptina e Vampiria. Lord Teschio: Teschio Andiamo a fare un giro in città mentre cuoce lo stufato! Tutti in coro (escono dalla scena) : Buona idea! Narratore: Lo stufato continuerà a cuocere e quando sarà Narratore pronto tutti gusteranno un piatto davvero speciale. Mihe Hacker, La torre degli Orrori, Fabbri Editori

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Leggi le caratteristiche del testo teatrale. teatrale.

Lo SCOPO è scrivere un testo per rappresentare uno spettacolo (una commedia, un dramma, una scenetta). Il CONTENUTO è la narrazione di fatti reali o fantastici, allegri o tragici. ELEMENTI I PERSONAGGI sono le persone che dialogano tra loro.

Il testo teatrale è un testo narrativo che racconta fatti utilizzando il dialogo tra i personaggi.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 118-119 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tipologie testuali

MAPPA DELLE TIPOLOGIE TESTUALI Nel MITO l’autore narra le imprese di divinità o eroi. Nel RACCONTO D’AVVENTURA l’autore narra imprese straordinarie affrontate da personaggi coraggiosi. Il TESTO NARRATIVO racconta una storia per appassionare il lettore. Il testo narrativo può essere realistico fantastico. o fantastico

Nel RACCONTO FANTASY l’autore narra vicende fantastiche in cui si scontrano il Bene e il Male. Nel RACCONTO AUTOBIOGRAFICO l’autore narra episodi della sua vita. Nel DIARIO l’autore scrive per se stesso ciò che gli succede. Nella LETTERA chi scrive comunica con una persona lontana. Il TESTO TEATRALE è scritto per recitare davanti a un pubblico.

Nel TESTO DESCRITTIVO l’autore rappresenta con parole le immagini di persone, animali, oggetti e ambienti.

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Nel TESTO POETICO l’autore usa le parole per comunicare emozioni e sensazioni o per divertire. Nel TESTO INFORMATIVO-ESPOSITIVO l’autore fornisce informazioni su un argomento specifico.


Tematiche • Comprensione

PER INIZIARE... LE TEMATICHE! Anche per cominciare il tuo percorso nel mondo delle tematiche partiamo da alcuni esempi. Un argomento: argomento la casa casa. Una tematica… tematica tanti sentimenti sentimenti, tanti punti di vista! vista

1

Scrivi i sentimenti o le emozioni che gli autori hanno voluto suscitare.

tranquillità • paura • ansia • soddisfazione

I muri erano neri come liquirizia e le finestre tutte sbilenche. Era circondata da un giardino pieno di erbacce e piante carnivore. Erano piante stregate che emanavano cattivi odori e urla. Solo i più coraggiosi si erano arrischiati a passare di lì. Giuditta Campello

Arrivò la grande piena. Milo si accorse che la sua casa era stata spazzata via. Restò senza fiato e senza voce. Annalisa Beghelli, Emanuela Nava

La casa di Greta Grintosa sembrava la casetta delle fiabe dove vivono nani e folletti. Ah, quant’era graziosa! Astrid Lindgren

“È casa nostra, quella” ho pensato, guardandola con emozione. Ci siamo infilati su per le scale. La nuova vita stava per incominciare. Bianca Pitzorno

Attività semplificate corrispondenti alla pagina 126 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tematiche • Comprensione

RAFFREDDORE DA LIBRO Lettura? Ho sentito la parola lettura?! Per carità, io sono allergico alla lettura. Quando ero piccolo non si manifestava perché non sapevo leggere! I miei genitori mi leggevano le storie la sera prima di dormire. Il dramma è stato quando sono andato a scuola… Cominciavo a starnutire appena avevo un libro in mano. – È allergico alla carta! – dissero i miei genitori e anche il maestro. Mi portarono dal dottore. Il dottore mi diede un paio di binocoli e mi fece sedere lontano da un grosso libro. Ma appena vidi attraverso le lenti tutte quelle parole stampate, cominciai a starnutire a raffica. – Suo figlio è allergico alla lettura, non c’è medicina che lo possa guarire. Ma perché, dico io, bisogna leggere? Si vive benissimo anche senza libri. E poi non sono il solo a pensarla così. Ho scoperto che esiste l’associazione “Il libro fa male”. C’è chi si è rotto una gamba, cadendo in un tombino aperto mentre leggeva per strada; c’è chi si è tagliato le dita con la carta e c’è chi, come me, ha il “raffreddore da libro”. L’altro giorno ho partecipato a una manifestazione. È stato bellissimo! Per le vie della città gridavamo i nostri slogan: “Una pagina strappata, una vita fortunata!” “Con un libro attorno chiami il medico ogni giorno”. M. Savoia-G. Scaramuzzino, Tutti giù dal palco, Salani

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Tematiche • Comprensione Individuare informazioni Informazioni esplicite Per capire bene un testo devi comprendere quali sono le informazioni esplicite, cioè quelle informazioni che sono indicate chiaramente. esplicite chiaramente

1

Dopo aver letto il testo, individua le informazioni esplicite indicando con una X.

Chi è il protagonista di questo racconto? L’autore del testo. Il dottore. Quale tipo di allergia ha il bambino? È allergico alla carta. È allergico alla lettura. Quando si manifesta l’allergia? L’allergia si manifesta quando il bambino deve leggere. L’allergia si manifesta anche quando il bambino sente leggere. Perché da piccolo nessuno si era accorto della sua allergia? I bambini piccoli non hanno allergie. Il bambino non doveva leggere. Informazioni implicite Le informazioni implicite sono quelle informazioni che si capiscono leggendo con molta attenzione perché non sono dette chiaramente.

2 Indica con una X solo le affermazioni vere. Il protagonista: si inventa un’allergia alla lettura. è veramente allergico.

Il bambino: non ama leggere. vorrebbe tanto leggere, ma non può.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 128 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tematiche • Comprensione

UNA PAGINETTA AL GIORNO Quando ero piccolo, i grandi mi leggevano una storia ogni sera. Mi piaceva ascoltarli anche se mi addormentavo prima di sapere come andava a finire. Qualche volta mi facevo raccontare il finale da mia sorella Lara. Lei è più grande di me e sa tutte le storie de Il grande libro delle fiabe. Poi qualcosa è cambiato. 1) Mia sorella non vuole più parlare di fiabe. – È da poppanti – dice. 2) Io ho imparato a leggere. Così i miei genitori pretendono che mi legga le storie da solo. – Per esercitarti un po’ nella lettura – dicono loro. – Ma io mi annoio a leggere, preferisco giocare con il tablet – dico io. – Facciamo così: tu leggi l’inizio e noi ti leggiamo la fine. – Non potete leggermi direttamente la fine? – dico. – Ascolta, Niccolò. È solo una paginetta! Ecco un’altra cosa che è cambiata. Vogliono sempre che li stia ad ascoltare. Loro, invece, non mi ascoltano mai. Tutte le sere dico che non ho voglia di leggere quella paginetta e tutte le sere mi ritrovo sul divano con un libro in mano. Intanto gli altri si divertono con computer e tablet. Perfino il mio gatto è più libero di me! Giotto sta davanti al televisore e guarda la pubblicità della pappa per gatti e si lecca i baffi. Uffa! Adesso basta! Miriam Dubini, C’è un lupo nel tablet!, Mondadori

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Tematiche • Comprensione Significato del testo Idea principale idea principale di un testo è l’argomento argomento che viene sviluppato sviluppato. L’idea

1

L’idea principale di questo testo è un bambino a cui:

non piacciono le storie. non piace leggere. Inferenze dette ma che puoi Le inferenze sono informazioni non chiaramente dette, ricavare riflettendo BENE su ciò che leggi.

2 Perché i genitori vogliono che il bambino legga? Leggi la frase (“Per esercitarti un po’ nella lettura”) che pronunciano i genitori. Ti aiuta a capire qual è il motivo della loro insistenza. I genitori insistono perché: impari a leggere bene. conosca tutte le storie del libro delle fiabe.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 129 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tematiche • Comprensione

IO NON HO IL VIRUS DELLA LETTURA Giulio odiava leggere. Era bravo, infatti non inciampava nelle parole, ma quelle dei libri non lo interessavano. Tutti i bambini della classe avevano preso una malattia molto contagiosa: il virus della lettura. Non facevano che leggere e scambiarsi libri. Le copertine erano belle, i titoli facevano pensare a tante avventure, ma a Giulio non veniva voglia di leggere. Un giorno la mamma disse: – Perché non vai in biblioteca? – Ma che cosa farò? Ci sono troppi libri e io non so che cosa voglio – rispose. – Un modo lo troverai – lo rassicurò la mamma. Giulio arrivò in biblioteca, salutò la bibliotecaria, lei gli sorrise. Lui fece tutto il giro e si ritrovò nel reparto Bambini Piccoli. C’erano bassi tavolini e i libri sembravano più giocattoli che libri. Giulio ne sfiorò uno a forma di papera che fece squuek. E allora ricordo quando era piccolo e ne aveva uno uguale. Se lo guardò, ripensando a quei tempi. Ne prese un altro e un altro ancora: ma quelli erano libri veri! Venne sera. Giulio aveva letto dieci libri del reparto dei piccoli. Si sentiva contento. La bibliotecaria gli disse: – Stiamo per chiudere. – Torno domani – disse Giulio. – Torna sempre – rispose la bibliotecaria. E andò proprio così. B. Masini, R. Piumini, A. Paolini, Che rivoluzione! Da Gutenberg all’e-book:

la storia dei libri a stampa, Carthusia

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Tematiche • Comprensione

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Quando leggeva, Giulio non inciampava nelle parole. Vuol dire che Giulio:

leggeva male. leggeva correttamente.

2 Rileggi a voce alta il testo e cerchia le parole in cui inciampi. Significato del testo Significato delle parole Per comprendere un testo devi comprendere bene anche il significato delle parole. parole Se non conosci il significato di qualche parola, puoi: cercare il significato della parola sul dizionario. dizionario c apire il significato della parola leggendo la frase e le parole capire in cui è inserito il termine sconosciuto.

3

Qual è il significato della parola “reparto” in questo testo?

Se hai dei dubbi, vai a rileggere nel testo la parte evidenziata. Una parte della biblioteca in cui ci sono libri dello stesso tipo. Biblioteca costruita solo per bambini piccoli. Contenuto e forma del testo Scopo L’idea che gli autori di un racconto, di un libro… vogliono comunicare scopo. ai lettori è il loro scopo

4 Gli autori di questo testo vogliono: insegnare ai bambini a leggere. far amare la lettura ai bambini.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 130-131 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tematiche • Comprensione

IO I LIBRI LI SCRIVERÒ Oggi ho deciso: farò la scrittrice. Fino a quando non ci hanno propinato a scuola l’incontro con l’autore, non sapevo che cosa fare da grande. Ogni anno è la stessa storia. I prof scelgono i libri e poi ce li fanno leggere. Alla fine viene a scuola quello (o quella) che li ha scritti. tosto Questa volta, però, c’era un tipo proprio tosto. E poi i suoi libri mi erano piaciuti, e l’incontro è stato divertente. Una cosa in particolare mi è rimasta impressa. Giorgio gli ha chiesto come fare per diventare scrittore. L’autore ha risposto: – Comincia a scrivere di cose che conosci: magari un diario, dei ricordi… A me si è accesa subito una lampadina: io ne ho di cose da raccontare! Eccomi finalmente con una meravigliosa pagina bianca e una penna, pronta a iniziare la mia carriera di scrittrice. – Oggi comincio il mio libro – ho annunciato al mio amico Baccio. – Ma come, non scrivi al computer? – ha detto con aria disgustata, guardando i miei fogli. – Che razza di scrittrice sei? Volevo rispondergli, ma aveva ragione. Ho finto di continuare a scrivere e poi, quando se n’è andato, sono salita in camera mia e mi sono messa al computer. Il momento è solenne, digito la prima frase: “C’era una volta…” Vanna Cercenà, Camping Blu, Einaudi Ragazzi

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Tematiche • Comprensione Contenuto e forma del testo Espressioni gergali Le espressioni gergali sono un modo particolare di esprimersi usato da un gruppo di persone che si conoscono bene e parlano nello stesso modo, per esempio i ragazzi.

1

Quale parola o espressione è adatta a sostituire l’espressione l’espressione gergale nella situazione di cui si parla nel testo?

“Propinato Propinato”: rifilato. imposto. “Un Un tipo”: tipo una persona particolare. una persona come tutte le altre. “Proprio Proprio tosto”: tosto con una forte personalità. che si arrabbia facilmente. Significato del testo Ordine dei fatti In un racconto l’ordine dei fatti è la successione degli avvenimenti in ordine di tempo e/o in ordine logico. L’autore può usare: la fabula espone i fatti nell’ordine in cui accadono; l’intreccio intreccio espone i fatti ma NON in ordine di tempo. Nell’intreccio, se l’autore racconta un fatto accaduto prima, utilizza il flashback flashback. anticipazione. Se, invece, anticipa un fatto che accadrà dopo, utilizza l’anticipazione

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 134 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tematiche • Comprensione

SENZA HARRY? CHE PROBLEMA! Era una bambina fissata con Harry Potter. Quando le dissero che la sua autrice, Giovanna Caterina Rolinga, voleva chiudere la serie, si arrabbiò. Prese computer e mail, e scrisse: Cara Giovanna Caterina, sono una fan di Harry Potter. Ti scrivo per chiederti: sei matta? Mettiti subito a scrivere. Non dovevi iniziare una storia a puntate, se volevi smettere. Ormai devi andare avanti. Rispondimi subito, grazie. Firmato: la bambina innamorata di Harry Potter più di te che non lo ami più. La bambina aspettava la risposta, ma di risposte da Giovanna Caterina zero. Riprese computer e mail e scrisse: Cara Giovanna Caterina, ti informo che le avventure di Harry Potter continueranno scritte da me con le mie amiche. Poi ti manderemo una copia (anche se non lo meriti) perché, benché tu abbia deciso di abbandonarlo, è pur sempre tuo figlio. Firmato: una che vuole bene a Harry più di te. Se in futuro troverete in libreria una nuova storia di Harry Potter, controllate bene il nome dell’autrice. Vivian Lamarque, La bambina bella e il bambino bullo, Einaudi Ragazzi

LIF E SKILLS roblemi Risolvere p Questa bambina è molto arrabbiata perché ama i libri di Harry Potter e ha scoperto che J.K. Rowling, l’autrice della saga, non scriverà più le avventure del maghetto. Per lei questo è un problema! Ma la bambina non si perde d’animo e, pensa e ripensa, trova una soluzione. I problemi, magari non tutti, magari utilizzando differenti strategie, si possono risolvere!

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Lettura semplificata corrispondente alla pagina 138 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.


Tematiche • Comprensione

UN VIAGGIO INTERMINABILE Caro Diario, sai che vado a scuola con l’autobus. Il viaggio è lungo due fermate. Oggi però c’era lo sciopero dei mezzi pubblici. Io non me ne ero ricordata e così ho dovuto chiedere a mia madre di accompagnarmi. Tra la sua vecchia carretta e la processione di altre tartarughe in fila come noi, sono arrivata tardi sin dal primo giorno. Se non fossi stata a dormire così tanto… Per questo ero nervosa e mi sentivo la coda di paglia per non essermi svegliata prima; ma non tutto era perduto. A volte la fortuna ci dà una mano. E questa volta la mano della fortuna era una “manona”. In classe, al posto del prof di scienze c’era quella pasta d’uomo del bidello Giuseppe, per cui niente terzo grado. AA.VV., Le regole e l’immaginazione, Zanichelli

Contenuto e forma del testo Espressioni figurate Le parole possono essere usate secondo il loro significato reale o figurato. Usare una o più parole in senso figurato vuol dire sostituire il significato di quella parola o di quell’espressione con un altro situazione che fa immaginare meglio una situazione.

1

Quale espressione puoi sostituire a quella gergale?

“Vecchia Vecchia carretta”: carretta vecchia e malandata automobile. antico carro. Avere la “coda coda di paglia”: paglia sapere di essere in torto.

essere nervosi.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 141 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tematiche • Comprensione

UN VIAGGIO IN PROFONDITÀ Il professor Lidenbrock e suo nipote Axel fanno un viaggio per arrivare al centro della Terra. Scendemmo nel cratere del vulcano Sneffels. Arrivammo nel luogo dove si trovavano altri tre crateri minori. – Eccolo, è quello! – disse lo zio. Io mi sporsi verso il cratere e, con lo sguardo, ne cercai il fondo. Quel pozzo sembrava senza fine. Il professor Lidenbrock fece un fagotto di tutti gli oggetti che avevamo con noi e lo spinse nella voragine con una pedata. Scendemmo facendo solo brevi pause. Pensai che quel pozzo non avesse fondo, ma poi mi ritrovai con i piedi sulla testa dello zio. – Siamo arrivati! – disse lui. – Ma arrivati dove? – domandai. – In fondo. Da qui comincerà la vera discesa. – Perché, fino a ora che cosa avremmo fatto?! – gli chiesi. Il professor Lidenbrock sorrise: – Secondo i miei calcoli, siamo a livello del mare. La nostra discesa sotto la crosta terrestre inizierà solo domani, da qui – mi spiegò, indicando un cunicolo che si trovava sulla destra. Alessandro Gatti, Viaggio al centro della Terra (da Jules Verne), Edizioni EL

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Tematiche • Comprensione Significato del testo Relazioni tra le parti del testo Per comprendere un testo devi capire a chi o a che cosa si riferiscono le informazioni contenute nel testo.

1

Indica con una X.

“Eccolo, Eccolo, è quello!”. quello! “Quello” è riferito: a un cratere minore. al cratere del vulcano Sneffels. “Lo Lo spinse nella voragine”. voragine Il pronome “lo” sta al posto di: fagotto. professor Lidenbrock. Individuare informazioni Informazioni esplicite

2 In quale luogo inizia questa avventura? In un pozzo. In un vulcano. In una galleria sotterranea. Contenuto e forma del testo Struttura del testo erché quello scelto dall’autore è un luogo adatto in cui ambientare P 3 Perché un racconto d’avventura?

Perché ci sono molti pericoli. Perché è un luogo immaginario. Perché è un luogo realistico e tranquillo.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 150 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tematiche • Comprensione

UN NODO IN GOLA Sto partendo per il Centro estivo. Tutti i genitori sono nella piazzola e io sono seduta nel pullman. Guardo papà e mamma che si sbracciano, fanno facce buffe per farmi ridere. Mi parlano come se io sentissi le loro parole. Non capiscono che è come se fossi dentro un acquario. Intanto l’autista scalda il motore. Tutti i bambini si alzano in piedi e saltellano come scimmie. Io, seduta in fondo, guardo mia madre che fa finta di parlare a un telefono come per dire: “Stasera ti chiamo, ok?” Trattengo il nodo che ho in gola. Io guardo i miei genitori che mi salutano con la mano. Stringo il fazzoletto che ho nelle mani e mi guardo attorno. La cosa super di stare seduti in fondo è che non ci sono altri bambini. Per il momento non devo conoscere nessuno e nessuno deve conoscere me. Poi non è vero che non devo conoscere nessuno, sto già facendo amicizia con la linea gialla che c’è sull’asfalto dell’autostrada. Ci facciamo compagnia, io e lei. Mamma e papà staranno tornando a casa, senza di me. Forse faranno una festa con i loro amici. Sarah Spinazzola, Manuale di sopravvivenza senza genitori, Marcos y Marcos

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Tematiche • Comprensione Significato del testo Significato delle parole L a bambina dice che: sta “facendo “facendo amicizia con la linea gialla”. gialla”. 1 La Ciò significa che lei:

è l’unica passeggera. vuole stare da sola.

LIF E SKILLSelle emozioni Gestione d Questa bambina sta partendo. Che cosa prova? Il dispiacere di lasciare i suoi genitori. La paura che, mentre non è a casa, i suoi genitori si dimentichino di lei. La paura di non riuscire a fare amicizie… Nel libro, però, la bambina impara a controllare le sue emozioni. A volte le emozioni ci fanno stare molto male. Ma, altre volte, ci fanno stare molto bene.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 152 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tematiche • Comprensione

FINALMENTE È ARRIVATO TITO Ho sempre desiderato un cane. Da piccolo mi regalavano solo pupazzi a forma di cane. Ma io aspettavo solo di essere grande abbastanza da averne uno vero. E quando è arrivato Tito, ero pronto. Era lui che volevo. Di tutti i cani al mondo, proprio lui. La prima volta che l’ho visto, nel recinto del canile, piccolo, gli occhi grandi, tutto tremante lui ha guardato proprio me. Davvero. Ho dovuto aspettare un mese prima di portarlo a casa. Era troppo piccolo per lasciare la mamma. Intanto gli ho preparato una cuccia morbida. Poi le ciotole per la pappa e per l’acqua. Poi una palla bianca e rossa e due dei miei vecchi cani di peluche. Mancava solo lui. Quando siamo andati a prenderlo, ho dovuto capire da lui che cosa dovevo fare. La prima sera a casa, l’ho messo nella cuccia. Lui si è addormentato quasi subito. In piena notte, mi ha svegliato un piccolo verso. Tito era sveglio e piangeva, ma piano per non disturbarmi. L’ho preso in braccio. Il suo cuore batteva forte, sembrava che volesse saltare fuori. Il libro diceva che i cani devono abituarsi subito ai luoghi sì e ai luoghi no. Il letto è un luogo no. Noi l’abbiamo fatto diventare un luogo sì. Si è riaddormentato subito, stretto vicino a me. Da allora dorme sempre con me. Beatrice Masini, Solo con un cane, Fanucci

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Tematiche • Comprensione Significato del testo Relazione tra le parti del testo

1

Collega le frasi inserendo le parole date.

perciò • perché • siccome Al bambino regalavano solo pupazzi a forma di cane ................................................................................ il bambino amava tanto i cani. ................................................................................ Tito era troppo piccolo, hanno dovuto lasciarlo un mese in più al canile. Di notte il cagnolino piangeva piano, ................................................................. il bambino lo ha preso in braccio.

ivica Educazione c

Aiutiamo gli animali abbandonati L’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (OIPA) vuole difendere i diritti degli animali. Invita tutti a non abbandonare gli animali e a segnalare ai vigili o al Comune se ci sono animali randagi.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 154-155 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tematiche • Comprensione

HO UN ANIMALE? LO DEVO CURARE I bambini spesso chiedono in regalo un cane o un gatto. In molti casi i genitori rifiutano. I genitori dovrebbero, però, ricordarsi che la compagnia di un animale è molto utile per far crescere i bambini con senso di responsabilità. Anche in qualche ospedale è stata ammessa la presenza di animali domestici, perché considerata utile. I bambini hanno diritto alla compagnia di un animale domestico. Però, hanno dei doveri ben precisi nei confronti dei loro amici cani, gatti, canarini, pesci o tartarughe. Devono, infatti, dar loro da mangiare, pulirli e, se vivono in città, accompagnarli a fare passeggiate. Se si tratta di gatti, che non hanno bisogno di uscire di casa, i bambini dovranno occuparsi di mantenere in ordine la loro lettiera. Dovranno preoccuparsi della loro salute portandoli dal veterinario per fare le vaccinazioni e le cure necessarie. Se i bambini hanno ottenuto in dono un animale, non dovranno abbandonarlo durante le vacanze. Tina Lagostena Bassi, Manuale dei diritti e dei doveri del giovane cittadino, Mondadori

ivica Educazione c

Diritti e doveri È bello avere un animale. Ricordiamo che gli animali hanno i loro diritti. Noi abbiamo dei doveri nei loro confronti. Collega ogni diritto al dovere corrispondente.

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L’animale ha diritto a: • stare bene in salute. • non essere abbandonato. • soddisfare le sue necessità fisiologiche.

Il suo padrone deve: • portarlo dal veterinario. • portarlo a spasso, pulire la lettiera, nutrirlo. • portarlo con sé in vacanza.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 166 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.


Tematiche • Comprensione

TRE BANCHI VICINI La scuola era iniziata e tutti i bambini avevano un amico del cuore. Gli unici che non avevano un amico del cuore erano Lucy, Zack e Ibrahim. I tre, durante l’intervallo, disegnarono due serpenti e un leone. Lucy come amico del cuore avrebbe voluto Ibrahim. Sapeva tante cose sugli animali! Ibrahim come amico del cuore avrebbe voluto Zack. Era un maschio come lui! Zack come amica del cuore avrebbe voluto Lucy. Era sempre così carina! Durante il pranzo Lucy tentò inutilmente di parlare con Ibrahim. Ibrahim cercò di parlare con Zack, ma non riuscì. Zack tentò di parlare con Lucy, ma non ci riuscì. Così, durante la ricreazione, nessuno disse più una parola. – Come mai quei musi lunghi? – domandò il leone che i bambini avevano disegnato. – Tutti hanno un amico del cuore… tranne noi! – disse Lucy. – Noi siamo in tre! – esclamò il leone. – Non bisogna per forza essere in due per essere amici del cuore. – Già… potremmo essere tre amici del cuore anche noi – disse Lucy. In classe, i tre bambini misero i loro banchi vicini. Mimi Thebo, I colori dell’amicizia, Mondadori Junior

Individuare informazioni Informazioni esplicite

1

Completa le frasi.

Ibrahim vorrebbe come amico ............................................. perché è un maschio. Lucy vorrebbe come amico ............................................. perché conosce gli animali. Zack vorrebbe come amica ............................................. perché è una persona molto carina. I tre bambini disegnano due ............................................. e un ............................................. Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 168 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tematiche • Comprensione

L’AIUTO DEGLI AMICI C’erano una volta tre amici: un cervo, una tartaruga, un uccello. Una notte il cervo rimase impigliato in una rete. Non riuscì a liberarsi da solo. Chiamò in aiuto la sua amica tartaruga. La tartaruga cominciò a rosicchiare i fili della rete. Dopo un po’ il cacciatore che aveva teso la rete arrivò nel bosco. Un uccello, amico del cervo, vide il cacciatore. L’uccello cominciò a volare sopra la testa del cacciatore. Il cacciatore si mise a inseguirlo. Intanto la tartaruga finiva di liberare il cervo. Quando il cacciatore arrivò, trovò la rete vuota. Prese il suo arco e mirò all’uccello. Ma la tartaruga gli morse un dito del piede e il cacciatore sbagliò il tiro. Il cacciatore afferrò allora la tartaruga e la mise nella sua borsa. Andando verso casa sentì fame. Si sedette all’ombra di un albero. Il cervo gli si avvicinò alle spalle. Portò via, pian piano, con le corna la borsa e fuggì nella foresta. Qui lo aspettava l’uccello. L’uccello a colpi di becco strappò la borsa e fece uscire la tartaruga. Così, i tre amici si salvarono l’un l’altro. I veri amici si riconoscono nel momento del bisogno. a cura di Gianni Rodari, Enciclopedia della fiaba-Primavera, Editori Riuniti

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Tematiche • Comprensione Contenuto e forma del testo Struttura del testo

1

Questo racconto termina con una morale morale,, cioè con un insegnamento. Sottolineala.

Lettura critica

2 Che cosa vuole insegnare l’autore con questa favola? I veri amici ci aiutano quando abbiamo bisogno. È difficile trovare qualcuno che ci aiuti.

LIF E SKILLS fficaci Relazioni e Questo racconto ci spiega che si possono superare i momenti difficili, se gli amici ci danno una mano. Costruiamo l’amicizia se ci aiutiamo gli uni con gli altri. A chi faresti leggere questa favola per fargli capire quanto è importante l’amicizia? ............................................................................................................................................................................................

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 180 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tematiche • Comprensione

ALTOLÀ, FIGLIO DI SETH! Scendeva la notte sul fiume Nilo. Kamosè, un bambino dell’antico Egitto, era nascosto fra l’erba e osservava le barche. Ben presto venne il buio. Kamosè entrò in un canneto. Venne punto da mille zanzare, ma non si preoccupò. Quando arrivò nel punto dove poteva attraversare facilmente il fiume, entrò in acqua. Aveva imparato a nuotare giocando con i suoi compagni di villaggio. Aveva fatto in fretta a trovare la posizione del corpo per nuotare senza fatica. Nel fiume, però, c’era un altro terribile nuotatore, che passava la giornata a dormire sugli isolotti. Aveva denti mostruosi: era un coccodrillo. Il coccodrillo si svegliò ed entrò a tutta velocità nel Nilo. Se il coccodrillo avesse attaccato Kamosè alle spalle, il ragazzino non avrebbe potuto salvarsi. Kamosè vide arrivare il mostro. Non aveva armi per difendersi. Si difese come aveva imparato da suo padre. I maghi sacerdoti avevano insegnato ai contadini alcune formule magiche che avevano salvato molte bestie. Kamosè agitò le braccia e gridò le parole magiche: – Altolà, coccodrillo, figlio di Seth! Non muovere più la coda, non venire avanti! Diventa cieco! Continuò ad agitarsi ripetendo la formula, lanciando contro il coccodrillo le onde, per allontanarlo. Kamosè aveva chiuso gli occhi. Non voleva vedere quello che poteva succedergli.

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Tematiche • Comprensione Stanchissimo, si distese sull’acqua e si guardò intorno: aprì gli occhi. Il coccodrillo era scomparso. La magia degli antenati aveva funzionato. Christian Jacq, Il ragazzo che sfidò Ramses il Grande, Piemme Junior

Significato del testo Inferenze

1

Kamosè non si preoccupa delle punture delle zanzare perché:

è impegnato in un’azione molto pericolosa. conosce la formula magica per cacciare le zanzare.

2 Il coccodrillo fugge perché è stato spaventato: dalla formula magica. dai gesti di Kamosè.

Riassunto Smontaggio e riassunto

3 Completa le frasi chiave. Kamosè è sulle rive del fiume �������������������������������������������������������������������������� Kamosè entra nell’ ������������������������������������������������������������������������������������������������������������� Nel fiume entra un ������������������������������������������������������������������������������������������������������������ Kamosè spaventa il ���������������������������������������������������������������������������������������������������������� Il coccodrillo ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 182-183 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tematiche • Comprensione

LASCIATEMI DIRE LA MIA! In un mondo lontano, tanto tempo fa, invece dei vestiti si indossavano tuniche che sembravano tende. In questo mondo, viveva una bambina che si chiamava Ilide. Anche lei aveva la sua bella tunichetta che si annodava su una spalla. L’altra spalla era libera e nuda, cosa molto piacevole d’estate, con il venticello. Un po’ meno d’inverno. Ilide usciva poco, perché in quel mondo le bambine stavano chiuse in casa, nel gineceo. Il gineceo era il posto delle donne e dei bambini. Se era femmina stava quasi sempre nel gineceo. Se invece era maschio, verso i sette anni usciva per andare a scuola e in palestra, per imparare le cose necessarie per diventare un uomo. Ora a noi questa cosa sembra strana perché abbiamo altre abitudini. All’epoca sembrava normalissima. Ilide si spiegava molto bene con le parole. Aveva imparato a parlare prestissimo. Le piaceva ascoltare le storie e risolvere gli indovinelli. Era bello, certo. Ilide, però, veniva ascoltata solo quando c’era un indovinello da indovinare o un giochino di parole da risolvere. Per il resto, doveva stare zitta, buona e muta. Era così per tutti i bambini dell’epoca, e più ancora per le bambine. Questa abitudine, però, a Ilide non piaceva per niente. Beatrice Masini, La bambina che indovinava gli indovinelli, Edizioni EL

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Tematiche • Comprensione Significato del testo Significato delle parole I n greco gyné significa donna, andrós significa uomo. 1 In Perciò la parte della casa dove vivevano gli uomini si chiamava:

androceo. uomoceo.

LIF E SKILLSritico Pensiero c Le bambine all’epoca degli antichi Greci vivevano come Ilide. Ilide non era infelice, ma non era neppure contenta, perché non poteva esprimere il suo pensiero. Esprimere e spiegare il proprio pensiero è molto importante per riuscire a cambiare ciò che riteniamo ingiusto.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 192 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tematiche • Comprensione

CIAO, SAYONARA, NAMASTÉ Presso alcuni popoli, strofinarsi il naso l’uno con l’altro significa dirsi in modo amichevole: – Benvenuto! Questo gesto viene usato dai Maori della Nuova Zelanda, dai Lapponi della Finlandia, dai Beduini nordafricani. Lo usano anche, malesi, polinesiani e alcuni Inuit. I bambini arabi salutano portando la punta delle dita sul petto, sulla bocca e poi sulla fronte. Terminano con uno svolazzo della mano e spesso anche con un piccolo inchino. Questo saluto vuole dire: “Ti offro il mio cuore, la mia anima, la mia mente”. In Giappone ci si saluta piegando il busto in avanti. Si tengono i piedi bene uniti e le braccia lungo i fianchi. Chi si saluta accompagna l’inchino con la parola “Sayonara”, che significa arrivederci! In India il saluto è un piccolo inchino, ma le mani sono unite davanti al petto. Il gesto è accompagnato dalla parola “Namasté”. Anche in Cina ci si saluta con un piccolo inchino. Se una persona tibetana ti fa la linguaccia, non ti offendere: è il suo modo per dirti ciao. Non ti capiterà che una persona per salutarti prenda la tua mano e la porti alla propria fronte con un inchino. Questo è il saluto che i filippini fanno alle persone anziane. Mariagrazia Bertarini, Liberamente, Nicola

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Tematiche • Comprensione Individuare informazioni Informazioni esplicite I ndica con una X. 1 Indica I Maori si salutano: strofinandosi il naso. chinando la testa. I giapponesi si salutano dicendo: Sayonara. Namasté. Gli indiani si salutano dicendo: Sayonara. Namasté. I tibetani si salutano: dicendo ciao. facendo una linguaccia.

APPRENDIMENT O COOPERAT IV O

Formate gruppi di tre: uno dice il nome della Nazione o della popolazione e gli altri due si salutano utilizzando le parole e i gesti adatti. Poi invertite i ruoli.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 195 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tematiche • Comprensione

SENZA CONFINI I ndica con una X il significato di ogni strofa. 1 Indica

Siamo diversi siamo bambini usiamo una lingua senza confini.

S iamo bambini tutti diversi, ma riusciamo a capirci con l’affetto. Siamo bambini tutti diversi, non ci capiremo mai.

Io ti parlo tu non ti confondi perché se sorrido tu mi rispondi.

I o ti parlo e tu mi capisci perché se ti sorrido tu mi rispondi con un sorriso. Non parli la mia lingua e se ti parlo vai in confusione.

Non ti conosco ma ti faccio un dono non ti comprendo ma ti perdono.

I o non ti conosco e non capisco niente di quello che dici. Sei tu che devi farmi un regalo e farti capire. Io non ti conosco, ma ti faccio un regalo. Non ti capisco perché non parlo la tua lingua, ma va bene lo stesso.

Se ho paura ti prendo la mano non importa se non ci capiamo.

S e ho paura prendo la tua mano; non mi passa la paura perché non so che cosa mi dici. Se ho paura prendo la tua mano; anche se non parliamo la stessa lingua, tu mi fai stare tranquillo.

Roberta Lipparini, C’è un posto accanto a me, Mondadori

LIF E SKILLS Empatia Empatia vuol dire “mettersi nei panni degli altri”. I bambini della poesia si capiscono anche se parlano lingue diverse. Se entriamo in empatia con gli altri, cioè ci avviciniamo a loro, vivremo meglio. Capiremo anche che gli altri sono come noi. 78

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 204 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.


Tematiche • Comprensione

L’AUTUNNO DI CILIEGIO Per le foglie ora la vita non era bella come un tempo. Avevano meno voglia di lavorare e di cantare, anche se intorno a loro c’erano ancora tanti amici. Ancora veniva il vento ad accarezzare tutto e a invitare a danzare. Ancora il sole mandava i suoi raggi caldi. Di notte le stelle e la luna parlavano con le cose. Ancora passavano le formiche e raccontavano la loro vita sotto terra. Il mondo era bello, con le nuvole bianche. Era tutto bello, ma era cambiato qualcosa. Il vecchio Ciliegio un giorno disse alle foglie, con voce calma: – Il vostro tempo sta per finire. Io sono stanco e fra poco tornerò a riposare. – E noi? – domandò Bandiera, una delle foglie di Ciliegio. – Per voi presto verrà il vento spazzino. Vi porterà via. – Ma noi abbiamo ancora del verde cibo – disse la piccola foglia. Il Ciliegio rispose: – Se me lo date, lo conserverò nel lungo sonno. Le foglie allora gli diedero il verde cibo e diventarono gialle. Poco dopo arrivò il vento e disse: – Forza, chi viene con me? Mario Lodi, Bandiera, Einaudi

Che bello leggere! Leggi con calma, immaginando la situazione.

Lettura semplificata corrispondente alla pagina 206 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tematiche • Comprensione

L’INVERNO DI CILIEGIO Bandiera era l’ultima foglia rimasta attaccata ai rami di Ciliegio. Un mattino sentì sul suo corpo qualcosa che la pungeva. Meravigliata, gridò: – Ehi, chi mi punge lì di dietro? Le rispose una voce leggera: – Sono io! Sto giocando. Bandiera disse: – Bel gioco davvero! Ma tu chi sei? La voce rispose: – Indovina. Allora Bandiera disse – E chi lo sa. So che sei nascosta in qualche posto, ma non so dove. Oppure che sei invisibile! – Indovinato! – disse la voce. – Sono invisibile. Nessuno mi vede, ma ci sono e come! – Sei l’aria? – chiese la foglia. – Sì, sono l’aria. E siccome fa freddo mi diverto a punzecchiare tutte le cose. Specialmente i nasi dei bambini, che diventano rossi come pomodori! Bandiera pensò: “Meno male che c’è qualcuno che si diverte”. E seguì l’aria che faceva i suoi giochi intorno al Ciliegio. L’aria passando diceva: – Chi vuole pizzi e ricami per la sua coperta? Pizzi! Ricami! Chi li vuole? Il ruscello non le rispose nemmeno. – Ah sì, eh? Tu non vuoi ricami? – gli disse l’aria. Si avvicinò, gli soffiò sopra il suo gelido fiato. E pian piano chiuse l’acqua in una prigione di cristallo. Mario Lodi, Bandiera, Einaudi

Che bello leggere! Leggi con calma, immaginando la situazione.

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Lettura semplificata corrispondente alla pagina 210 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.


Tematiche • Comprensione

LA PRIMAVERA DI CILIEGIO Primavera non viene quando vogliamo noi. Viene quando il sole, con i suoi raggi, riesce a fare il primo buco nella coperta grigia del cielo. Sotto quella coperta dormono le cose della terra tutto l’inverno. Quel mattino un raggio più forte degli altri, spingi e spingi, scalda e scalda, bucò la coperta grigia. Passò di corsa attraverso il buco e toccò subito la terra. Lì vicino c’era un grande albero senza nemmeno una foglia. Dormiva ancora. Il raggio di luce giocò tra i suoi rami. Accarezzò le rughe del suo tronco, e gli disse: – Vecchio Ciliegio, sveglia! Sono il primo raggio di sole! Ho bucato la coperta di nuvole e ti ho portato la primavera! Primoraggio fece un giretto nei dintorni di Ciliegio per dare la bella notizia. Ma c’era un gran silenzio. Si avvicinò al ruscello e lo trovò prigioniero di una lastra dura come il vetro. Primoraggio scivolò su quel vetro e lo scaldò. Pian piano fece anche lì un buco. L’acqua uscì e si mise a scorrere ridendo con la sua voce d’argento. Poi Primoraggio si arrampicò sul muro. Da un buco si affacciò una lucertola e si allungò al sole. Primoraggio la accarezzò. Il cuore della lucertola cominciò a battere sempre più forte e lei era contenta. Mario Lodi, Bandiera, Einaudi

Che bello leggere! Leggi con calma, immaginando la situazione.

Lettura semplificata corrispondente alla pagina 216 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Tematiche • Comprensione

L’ESTATE DI CILIEGIO Un giorno Ciliegio diventò tutto rosso. Che meraviglia! Le margherite aprirono gli occhi gialli e fissarono il grande albero. Le campanelle azzurre si arrampicarono più in fretta sulla rete dell’orto. Volevano vedere da vicino l’albero rosso. L’acqua del ruscello portò la notizia alle erbe delle rive, ai pesci e anche ai topi. Il ruscello diceva: – Ciliegio è diventato matto! Prima si era vestito da sposa, tutto bianco. Ora si è messo un abito nuovo, rosso come il fuoco! Dove non arrivò il ruscello, andò il vento. Il vento lo disse al cielo, alle colline e alla luna. Che festa nel giardino! Tutti i fiori spalancarono gli occhi. Le rose, forse un po’ invidiose, dicevano: – Niente di speciale. Non è un abito nuovo. Ce l’aveva anche l’anno scorso. Ogni anno lo mette nel suo armadio e poi se lo mette di nuovo. Vecchio o nuovo, era un abito della festa e tutti lo ammiravano. Quella sera ci fu gran festa intorno a Ciliegio. L’orchestra dei grilli, cri cri… cri cri, suonava. Le lucciole giravano con i lumini accesi per illuminarlo tutto. Nessuno si addormentò. La luna passò piena di luce in punta di piedi, senza dir nulla. Mario Lodi, Bandiera, Einaudi

Che bello leggere! Leggi con calma, immaginando la situazione.

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Lettura semplificata corrispondente alla pagina 222 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.


Verifiche

ACQUISIRE E VERIFICARE

COMPETENZE DI COMPRENSIONE

Le verifiche Ti mettono un po’ di tremore? Nessuna paura! Le pagine di questa sezione Ti guideranno e Ti faranno capire che sei “competentE”. Ti sveliamo Un segreto: facili! le verifiche... sono facili

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Verifiche

MACRO ASPETTO INVALSI

INDIVIDUARE INFORMAZIONI

COSE STRANE IN BIBLIOTECA 1

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Sapete che i libri ritornano diversi in biblioteca dopo che sono stati prestati? Proprio come i ragazzi che se ne vanno via da casa per qualche giorno. C’è quello che torna più magro o più grasso, più allegro o più annoiato… Ci sono libri che ritornano con una velocità incredibile, come se non vedessero l’ora di stare sul loro scaffale. Ci sono libri, invece, che si fermano nelle mani di chi li riporta. Ci sono quelli che tornano sciupati, ma allegri. Quelli che tornano sciupati e tristi. Altri che tornano perfetti, ma tristi. Altri perfetti, ma allegri. Di notte si raccontano tra di loro che cosa è capitato nel mondo fuori dalla biblioteca. – Sono piaciuto tanto al ragazzo che mi ha preso. Mi ha fatto leggere ai suoi due più cari amici. Mi ha dato a loro come una cosa molto preziosa. È stato molto bello! – Io sono stato portato a casa da un ragazzo, ma mi hanno letto i nonni, la zia, il papà e i cuginetti. – Io non ho capito perché sono venuti a prendermi: mi hanno portato a casa loro e mi hanno piantato lì. In quella casa nessuno sa che esiste la lettura. Ho preso un po’ di polvere, poi qualcuno si è accorto di me e mi ha riportato in biblioteca. – Io sono stato letto da un ragazzo simpatico. Non lo dimenticherò più. Mi leggeva in posizioni strane: mettendosi su un albero, appollaiato su una scala, in piedi su una gamba sola. “Sei bello, troppo bello” mi diceva… – Io ho persino dormito in un letto. Una ragazza mi leggeva alla sera. Leggeva e leggeva finché si addormentava. Giusi Quarenghi, Le memorie di un bibliotecario insonne, Editrice Bibliografica

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Verifiche

1

Questo racconto è:

A. B. B.

5 Il bambino che leggeva in posizioni strane lo faceva:

fantastico. realistico.

A.

2 I libri del racconto sono: A. A. B. B. C.

in una libreria. in una biblioteca. nella camera di un bambino.

B. C.

6 Un libro dice: “È stato molto bello” (riga 16), perché:

3 Alcuni libri si fermano nelle mani di chi li riporta perché chi li ha presi:

A. A.

A. A. B. C.

B. C.

li ha letti con piacere. li ha prestati volentieri. ha guardato a lungo solo le figure.

4 Uno dei libri dice “… mi hanno piantato lì” (riga 20). Questa frase vuol dire che:

A. A.

B.

C.

l ’hanno spostato da una parte all’altra della casa. lo hanno sistemato in un punto e non lo hanno più toccato. si sono dimenticati di restituirlo.

perché doveva leggere, ma preferiva fare ginnastica. per non annoiarsi. perché leggeva in ogni situazione.

7

è stato considerato un buon libro. è stato prestato. è stato tenuto per tanto tempo.

In questo testo i libri escono dalla biblioteca perché:

A. A. B. C.

sono venduti. sono prestati. sono regalati.

Verifica semplificata corrispondente alle pagine 226-227 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Verifiche

MACRO ASPETTO INVALSI

SIGNIFICATO DEL TESTO

IL FILO DEL BUON RITORNO 1

5

10

15

20

25

C’era una volta una bambina, Lorenza, che voleva viaggiare, però aveva paura di non tornare a casa. – È facile partire! – diceva. – Ma se dimentico dov’è casa mia? E se mi perdo per il mondo? La famiglia di Lorenza perciò non poteva fare viaggi lunghi. Appena Lorenza non vedeva più la casa, voleva tornare indietro. Un giorno il papà e la mamma di Lorenza dissero: – Basta. Noi andremo a fare un viaggio: se tu verrai, bene; se no resterai qui da sola! Quella notte Lorenza non dormì. Si rigirava nel letto, quando sentì grattare sul cuscino. Aprì gli occhi e vide una fata a forma di gatto. – Come mai non dormi? – disse la fata. Lorenza raccontò il suo problema. La fata-gattina disse: – Posso aiutarti… La fata-gattina si alzò e Lorenza vide un piccolo gomitolo, fatto di un filo così sottile che non si vedeva nemmeno. – Che cos’è? – disse Lorenza, stupita. – È il filo del Buon Ritorno – rispose. – Quando partirai, lega un capo al letto e metti il gomitolo in tasca. Ovunque andrai ci sarà sempre il filo a mostrarti la strada di casa. – Se si rompe? – Impossibile – disse la fata. – Il filo è fatto di Nostalgina: una sostanza invisibile. Niente lo può spezzare. Poi la fata-gattina salì sul davanzale e se ne andò via. Lorenza, il giorno dopo, legò il filo al letto e si mise il gomitolo in tasca. Partì con la famiglia. Fece un bel viaggio e alla fine tornò. Grazie al gomitolo di Nostalgina fece molti altri viaggi. Roberto Piumini, C’era una volta, ascolta, Einaudi Ragazzi

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Verifiche

1

La fata-gattina appare a Lorenza:

A.

B. C.

opo che i genitori hanno d deciso di partire per un viaggio. dopo che i genitori sono partiti per un viaggio. dopo che Lorenza è rimasta da sola.

2 Il filo del Buon Ritorno: A. B. C.

ermette di trovare p sempre la strada di casa. è un portafortuna da usare prima di partire. è uno strumento da usare in viaggio.

3 In quale fiaba viene utilizzato un sistema simile per ritrovare la strada di casa?

A. B. C.

7

änsel e Gretel. H Cappuccetto Rosso. Il gatto con gli stivali.

4 Il filo di Nostalgina fa in modo che Lorenza:

A. B. C.

superi la paura dei viaggi. non abbia paura di fare solo quel viaggio. non senta mai più la nostalgia di casa.

5 L’apparizione della fatagattina:

A. B. C.

r ende Lorenza invisibile. fa venire a Lorenza la paura dei viaggi. fa passare a Lorenza la paura dei viaggi.

6 Quale di queste caratteristiche ha il filo di Nostalgina? Indica con più X.

A. B. C.

on si può vedere. N La può usare solo la fata. Non si può rompere.

Metti in ordine i fatti, numerando.

I genitori di Lorenza decidono di fare un viaggio. Lorenza non vuole fare viaggi. Lorenza supera la sua paura. La fata-gattina offre a Lorenza la soluzione.

Verifica semplificata corrispondente alle pagine 228-229 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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MACRO ASPETTO INVALSI

CONTENUTO E FORMA DEL TESTO

NON REGALATEMI UN ANIMALE 1

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10

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25

Zoe, come tutti i bambini, amava molto gli animali! Ma non li voleva in casa. Coccolava i cani del parco, accarezzava i gatti, ma non aveva mai voluto un animale per sé. Questo sembrava impossibile a tutti. E la questione della “stranezza” di Zoe si ripresentava a ogni compleanno, Natale... – E se ti regalassimo un bel cucciolo? – le proponevano gli adulti. – No, grazie! – rispondeva Zoe. – Invece vorrei tanto… E giù un elenco di giocattoli, libri, viaggi e altro, ma nessun animale. I parenti arricciavano il naso davanti a questa strana decisione. Poi, con il passare degli anni, non glielo avevano più chiesto. Le poche volte che Zoe ne parlava, si era trovata davanti facce sbalordite. – Non è che non mi piacciono gli animali – iniziava, – è solo che non mi ci vedo con un animale in casa. Non so perché. – Perché sei una fifona! – diceva suo cugino Stefano, accarezzando il suo cagnone nero. – I cani sono i migliori amici dell’uomo. Guarda Poldo: sacrificherebbe la vita per me! – E tu come lo sai, scusa? – Certe cose si sentono! Sai quanti animali nel mondo hanno salvato i padroni che stavano affogando o erano intrappolati in un incendio? Zoe rifletteva su quell’elenco di infortuni. “Forse avere un animale porta sfortuna!”, pensava. Sabina Colloredo, Confetti e dispetti, Einaudi Ragazzi

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1

Questo testo è:

A. B.

5 Stefano, per dimostrare che i cani sono i migliori amici dell’uomo:

realistico. fantastico.

A. B.

2 I parenti di Zoe volevano: A. B. C.

c he lei avesse un animale. che Zoe amasse gli animali. che a Zoe passasse la paura degli animali.

C.

6 Quale immagine esprime il pensiero di Stefano quando dice: “Sei una fifona!” (riga 20)?

3 Stefano afferma che il suo cane Poldo darebbe la vita per lui. Zoe gli chiede:

A. B.

C.

come fa a saperlo. perché i cani si sacrificano per i padroni. quando ha capito che il cane è disposto a sacrificarsi.

4 Con questo testo l’autore vuole comunicare che:

A. B.

C.

8

è bello non avere un animale. si possono avere atteggiamenti diversi verso gli animali. gli animali sono utili.

mostra il suo cane. elenca una serie di episodi di animali coraggiosi. spiega la differenza tra l’utilità degli animali e l’utilità dei giocattoli.

A. B. C.

7

Sei un coniglio. Sei una volpe. Sei una lepre.

Che cosa potrebbe dire Zoe per convincere i parenti a non regalarle un animale?

Gli animali sono pericolosi. Gli animali sono un impegno. C’è già Stefano che ha un animale.

S ottolinea nel testo le parole con cui Zoe spiega il motivo per cui non vuole un animale.

Verifica semplificata corrispondente alle pagine 230-231 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Verifiche

MACRO ASPETTI INVALSI

QUANTI TIPI DI AMICIZIA! 1

L’amicizia, dirai, è qualcosa di molto semplice: io sono tuo amico, tu sei mia amica, ti chiedo l’amicizia con un clic e con un altro clic tu me la dai. Qualcuno ha mille amici sui social network. Uno scrittore greco disse che esistono tre tipi di amicizia, 5 non soltanto una. Due persone possono diventare amiche perché fa comodo a tutti e due. Ma questa amicizia nasce già con un difetto. Finirà in poco tempo, perché non nasce da un vero sentimento. In questo caso 10 non si vuole bene a una persona, ma solo ai vantaggi che ci offre. Il secondo tipo di amicizia è sicuramente migliore: nasce dal piacere di stare insieme. Diventiamo amici di qualcuno perché ci divertiamo, perché ci piacciono gli stessi giochi, perché lo troviamo simpatico. 15 Ma… c’è un ma. L’amicizia che nasce soltanto dal piacere di stare insieme può anche non durare a lungo. Gli interessi cambiano, si cresce, ed ecco che tutto ciò che ci legava a un amico sembra finito. Ed ecco il terzo tipo di amicizia: è l’amicizia perfetta, 20 quella che si può avere solo con pochissime persone. Significa volere il bene di un altro, amare qualcuno per ciò che è, compresi i difetti. È un’amicizia che non conosce la gelosia, non conosce l’invidia. Ci permette di essere contenti per il successo di un altro, ci porta a soffrire per il dolore 25 di un altro. Si cresce insieme, ci si corregge l’uno con l’altro. Si trova la forza di criticare l’altro quando sbaglia e di accettare le sue critiche. E tu, quanti amici hai? Anna Vivarelli, Pensa che ti ripensa. Filosofia per giovani menti, Piemme

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1

I social network sono:

A.

B. C.

gruppo di persone un che comunicano attraverso internet. associazioni sportive. persone che svolgono tutte lo stesso lavoro.

2 Alle righe 2-3 c’è scritto: “ti chiedo l’amicizia con un clic e con un altro clic tu me la dai”. Significa che si diventa amici:

A. B.

C.

er mezzo p di una telefonata. suonando il campanello della porta delle persone. attraverso i social network.

3 “Fa comodo a tutti e due” (righe 6-7) vuol dire:

A.

B. C.

fare amicizia perché si frequenta la stessa scuola. fare amicizia solo perché ci si vuole bene. che tutti e due gli amici hanno un vantaggio.

4 L’amicizia perfetta si ha solo: A. B. C.

con le persone con cui non si litiga. con pochissime persone. con i compagni che amano gli stessi giochi.

5 Segna la sola frase che non ha lo stesso significato della seguente.

iventiamo amici… perché D ci piacciono gli stessi giochi (righe 13-14). A. Siccome ci piacciono gli stessi giochi, diventiamo amici. B. Ci piacciono gli stessi giochi, quindi diventiamo amici. C. Diventiamo amici, così poi ci piaceranno gli stessi giochi.

6 “Ci si corregge l’uno con l’altro” (riga 26) significa che:

A. B. C.

uno solo corregge l’altro. ciascuno corregge gli errori dell’altro. ci si corregge solo in poche occasioni.

Verifica semplificata corrispondente alle pagine 232-233 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Verifiche

MACRO ASPETTI INVALSI

AL MERCATO DI KARALIS 1

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25

30

Urri era un bambino del popolo Shardana: viveva nella pianura più grande della Sardegna. In un villaggio vicino viveva il suo amico Hiram, un ragazzo del popolo dei Fenici. I due popoli vivevano in pace. I due ragazzi si erano incontrati per la prima volta al mercato del villaggio di Hiram. Quel giorno lasciarono i grandi ai loro commerci e corsero via. I due ragazzi scesero a rotta di collo verso il mare. Hiram aveva promesso all’amico che gli avrebbe fatto visitare la nave di suo padre. A un tratto Hurri sentì un odore sgradevole e si fermò. – Ehi, che cos’è questa puzza? – chiese tappandosi il naso con le dita. – Qui c’è sempre puzza – rispose Hiram. – Laggiù tingono con la porpora. Il ragazzo fenicio indicò una casa vicina a vasche e una montagna di conchiglie. Urri, nonostante l’odore, volle andare a vedere. – Quelli sono solo gusci vuoti di murici – spiegò Hiram. – I molluschi vengono messi in queste vasche per tre giorni. Al liquido che ne esce si aggiunge il miele e, dopo qualche settimana, ci si possono immergere panni di lino. – E vengono fuori colorati di rosso? – chiese Urri. – No, sono sempre senza colore. Poi li si mette al sole e lì, piano piano, diventano rossi. O anche viola, dipende da quanto a lungo li si tiene al sole. Urri guardava incredulo la montagna di conchiglie. – E servono così tanti murici per tingere le stoffe? – Ce ne vogliono molti di più. Migliaia e migliaia per ogni vasca! Urri scosse la testa meravigliato. Stefano Bordiglioni, Storie dell’Italia prima dell’Italia, Edizioni EL

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Verifiche

1

Questo racconto è un testo:

A. B. C.

storico. fantastico. descrittivo.

2 I Fenici erano in Sardegna perché: A. B. C.

vevano combattuto a e vinto i Sardi. avevano fondato colonie. erano originari del luogo.

7

Dove si erano conosciuti Urri e Hiram?

A. B. C.

8 Che cosa propone Hiram a Urri?

A.

3 Gli Shardana erano: A. B. C.

n popolo sardo. u mercanti fenici. tintori di tessuti.

4 “A rotta di collo” vuol dire: A. B. C.

c orrere velocemente. cadere mentre si corre. correre guardandosi intorno.

5 I murici sono: A. B. C.

molluschi. pesci. tessuti colorati.

6 Da che cosa dipende l’intensità del colore dei tessuti tinti con la porpora?

A. B. C.

al tipo di tessuto. D Dalla quantità di molluschi utilizzata. Da quanto tempo rimangono al sole.

Su una nave. Al mercato. Vicino a una casa di tintori di porpora.

B.

C.

Salire sulla nave di suo padre. Osservare come si tingono i tessuti. Sentire quanto puzzavano le case dei Fenici.

9 Nella frase: “Poi li si mette al sole e lì…” (riga 25):

“Li” si riferisce: A. ai panni. B. ai murici. C. ai bambini. “Lì” si riferisce: A. al sole. B. alle vasche. C. alla montagna di conchiglie.

Verifica semplificata corrispondente alle pagine 234-236 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Verifiche

MACRO ASPETTI INVALSI

MARTEDÌ IN MAROCCO: NHART-TLAT 1

5

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25

Abbiamo giocato alla “settimana”. Il maestro Guerino ha disegnato una griglia sul pavimento con il gesso. Poi, nelle sette caselle, ha scritto le iniziali dei giorni della settimana: LU, MA, ME, GIO, VE, SA, DO. Siccome le caselle di venerdì e sabato sono affiancate, il disegno della settimana assomiglia a una lunga croce. Si gioca così: il primo giocatore entra nella casella del lunedì e lancia un sasso nella casella del martedì, saltando su un piede solo. Poi lancia il sasso nella casella dopo, e così via fino alle caselle di venerdì e sabato. Qui può mettere tutti e due i piedi a terra, poi va su un piede solo nella domenica. Guerino voleva farci esercitare a lanciare il sasso con precisione e a mantenere l’equilibrio su un piede solo. Ma a noi questo gioco è piaciuto perché abbiamo conosciuto i Paesi dei bambini della nostra classe. – Siamo in Italia e il lunedì si parte da qui – ha detto Gina. – Il martedì arriviamo in Marocco! – ha detto Rima. – Martedì in Marocco si dice NHART-TLAT. Il mercoledì Dritan ci ha portati in Albania. – Giovedì nelle Filippine! – ha detto Edel. – Tocca a me! Venerdì venite in Perù! In Perù venerdì si dice VIERNES. Il gioco piaceva anche a Guerino: – Posso dire un giorno anche io? Sabato vorrei portarvi a Londra! In inglese si dice SATURDAY. – Sìììììììììì!!!!!!! – lo abbiamo applaudito. – Finalmente è domenica! Vi porto in Germania – ha detto Jutta. Avevamo fatto il giro del mondo in pochi minuti. SUPER-MEGA-STRA-ULTRA-MITICISSIMI!!! Barbara Pumhosel - Anna Sarfatti, Verticali e batticuore, EDT

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Verifiche

1

Con questo gioco i bambini hanno avuto l’opportunità di imparare:

A. B. C.

i saluti in diverse lingue. il nome di alcuni giorni in diverse lingue. i loro nomi in diverse lingue.

2 Quali di questi disegni rappresenta il gioco della settimana?

A.

B.

C.

3 Il maestro Guerino vuol far esercitare i bambini sull’equilibrio. Come? A. B. C.

L anciando un sasso con precisione. Mantenendosi su un piede solo. Saltando su caselle diverse

4 In quale nazione si conclude il gioco? A. B. C.

Germania. Marocco. Italia.

5 “Saturday” significa “sabato”. In quale lingua? A. B. C.

Albanese. Filippino. Inglese.

6 Quale parola è nascosta nella parola SUPER-MEGA-STRA-ULTRAMITICISSIMI?

A. B. C.

Amici. Mitici. Supermercato.

Verifica semplificata corrispondente alle pagine 237-239 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

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Verifiche

MACRO ASPETTI INVALSI

LE BAMBINE COLORATE 1

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25

La bambina di nome Verde aveva una sorella Azzurra e una Bianca, una cugina Rosa e un’altra Viola. Quando erano insieme per le feste formavano un bel mazzetto di colori. Le mamme le vestivano del colore del proprio nome per fare la foto. Le bambine si sedevano sul divano e un papà a turno scattava la foto che poi veniva mandata alle nonne. Le bambine avevano età diverse e andavano in scuole diverse, così non venivano considerate un mazzo di bambine colorate. Ma alle feste di famiglia si sentivano un po’ prese in giro. Una Pasqua, appena prima di vestirsi da colori, decisero di scambiarsi i vestiti. Ovviamente non erano delle misure giuste: o erano troppo stretti o troppo larghi. Insomma, erano proprio ridicole. Ridacchiando, uscirono dalla camera da letto. Ridacchiando, si misero in posa. Anche il papà che doveva scattare la foto ridacchiò, così venne fuori una foto sfuocata. Un mucchio di bambine a disagio, in graziosi vestiti color pallido arcobaleno delle misure sbagliate, che si appoggiavano l’una all’altra facendo smorfie. Le nonne, quando videro la foto, risero tanto. Anche le mamme risero, e poi dissero: – Forse queste bambine vogliono dirci che sono stufe di fare le bambole. E da allora, basta con i vestiti del colore dei nomi. Beatrice Masini, Bambine, Edizioni EL

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Verifiche

1

Perché le bambine non venivano considerate un “mazzo di bambine colorate” (righe 10-11) se non partecipavano alle feste di famiglia?

A. B. C.

5 Nel testo si legge: “Forse… vogliono dirci che sono stufe di fare le bambole” (righe 26-27). Significa che le bambine:

erché avevano nomi P diversi. Perché appartenevano a famiglie diverse. Perché non andavano nella stessa scuola.

A.

B.

2 Nell’immagine c’è un errore. Quale?

C.

non amavano i vestiti di tanti colori. si erano stancate di indossare vestiti particolari. si stancavano durante le feste in famiglia.

6 In quali occasioni le bambine venivano messe in posa?

A.

3 Che cosa fanno le bambine

B.

a Pasqua?

NON A. B. C.

indossano vestiti: eleganti. della loro taglia. dei colori dei loro nomi.

4 I vestiti non erano delle misure giuste perché:

A. B. C.

l e bambine erano cresciute. le bambine si erano scambiate i vestiti. ognuna aveva messo il vestito della mamma.

C.

7

Alle feste di Pasqua. Alle feste di famiglia. Alle feste con i parenti lontani.

Chi scattava le foto?

A. B. C.

Sempre lo stesso papà. Un papà a turno. Un genitore a caso.

Verifica semplificata corrispondente alle pagine 240-242 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.

97


Verifiche

MACRO ASPETTI INVALSI

IMPRESE SPAZIALI, LA NOSTRA PASSIONE 1

5

10

15

20

25

30

Io, Enzo, Paolo, Giandomenico e Walter eravamo interessati alle spedizioni lunari. Un giorno a uno degli astronauti venne la malattia spaziale. Si chiamava “Rusty” qualcosa e pareva indistruttibile. Ma a un certo punto, lassù, mentre galleggiava appeso alla sua corda, avanti e indietro da una navicella all’altra, si era sentito male. Il povero Rusty rischiava di vomitare nel casco. – Non capisco perché devono sbandierare tutti questi particolari! – borbottò Enzo. La faccenda della malattia spaziale ci fece sembrare gli astronauti più normali; non supereroi, ma persone vere, a cui poteva succedere di vomitare in un casco. E, a proposito di caschi, è arrivato il momento di “parlare di femmine”. Paolo aveva una sorella gemella che il più delle volte ci ignorava. Ogni tanto, invece, pretendeva di giocare con noi. Si chiamava Claudia, era una pattinatrice straordinaria e mi piaceva moltissimo. Però non l’avrei mai detto a nessuno e, per nascondere la mia ammirazione, le davo contro ogni volta che parlava. Perché Claudia mica se ne stava zitta. – Perché non posso giocare con voi alle imprese spaziali? – chiedeva. – Guarda che le imprese spaziali sono cose da maschi – diceva Paolo. Ma Claudia era testarda. – Quello che fanno i maschi lo possono fare anche le femmine – rispondeva. E lì partivano discussioni a non finire sulle cose da maschi e sulle cose da femmine. Guido Quarzo-Anna Vivarelli, La notte della Luna, Einaudi Ragazzi

98


Verifiche

1

Il bambino che narra questo racconto:

A. B.

parla in prima persona. parla in terza persona.

2 Un bambino dice che l’astronauta si chiamava “Rusty” qualcosa.

Con la parola “qualcosa” il bambino vuole dire: A. il lavoro di Rusty. B. un soprannome. C. il cognome.

3 Che cosa vogliono dire i bambini con l’espressione “pareva indistruttibile” (riga 4)?

A. B. C.

Rusty era un robot. Rusty aveva l’aspetto di una persona molto forte. Rusty indossava una tuta spaziale che non poteva rompersi.

4 Con quale frase si può sostituire “sbandierare tutti questi particolari” (riga 8), senza cambiare il significato della frase?

A. B. C.

accontare a tutti le vicende personali R di un astronauta. Spiegare come si è svolta la passeggiata nello spazio. Trasmettere in TV ciò che avviene nello spazio.

5 Che cosa significa: “le davo contro ogni volta che parlava” (riga 20)?

A. B. C.

La spingevo. Le davo torto. Le davo ragione.

99


Verifiche

MACRO ASPETTI INVALSI

6 Perché il bambino che narra dice: “non l’avrei mai detto a nessuno” (riga 19), riferendosi al fatto che Claudia gli piaceva?

A. B. C.

7

Perché aveva paura di Claudia. Perché Claudia era testarda. Perché temeva di essere preso in giro.

Perché i maschi non vogliono che Claudia giochi con loro agli astronauti?

A. B. C.

Perché Claudia deve pattinare. Perché secondo loro i maschi possono giocare agli astronauti. Perché Claudia non è capace di giocare agli astronauti.

8 Quando Paolo dice che “le imprese spaziali sono cose da maschi” (riga 24), Claudia:

A. B. C.

se ne va con le amiche. risponde che maschi e femmine possono fare le stesse cose. continua a ripetere che le piace giocare alle imprese spaziali.

9 La malattia spaziale fa capire ai bambini che gli astronauti:

A. B. C.

100

hanno superpoteri. sono persone come le altre. si ammalano ogni volta che vanno nello spazio.

Verifica semplificata corrispondente alle pagine 243-246 di Nuovi Tr@guardi • Letture 4.


Riassunto

CHE COS’È UN RIASSUNTO? “Dillo in poche parole!”

Hai già sentito questa frase, vero?

Fare il riassunto è proprio questo.

Dire le cose più importanti usando poche parole. Ma come?

Segui il percorso delle prossime pagine e imparerai facilmente.

101


Riassunto

LA TRAMA E LE SEQUENZE I fatti narrati nel racconto in ordine logico e cronologico costituiscono la trama del racconto. sequenza. Ciascun fatto è una sequenza Si passa da una sequenza a un’altra quando: interviene un nuovo personaggio; personaggio cambia il tempo in cui si svolge la vicenda; cambia il luogo dove accadono i fatti; accade un fatto nuovo. nuovo

1

Leggi più volte il testo per comprendere bene il suo contenuto.

LA TESTA NELLA ZUPPIERA 1

2

3 4

5

Quel giorno avevano per pranzo la minestra in brodo. A Emil piaceva tanto la minestra in brodo. Tutti mangiarono a sazietà finché la zuppiera fu vuota. In fondo alla zuppiera era rimasto un goccino di brodo. L’unico sistema per averlo era infilare la testa nella zuppiera e succhiare su. Fu ciò che fece Emil. Quando Emil cercò di tirar fuori la testa… non ci riuscì! Era incastrato! La mamma, preoccupata, disse: – Come tiriamo fuori il piccolo? Spacchiamo la zuppiera! – Mai e poi mai – disse il padre – la zuppiera è costata tanto. Andiamo dal medico: lui riuscirà a levarla; costa meno che rompere la zuppiera. Quando entrarono nello studio il medico disse: – Buongiorno! Che cosa ci fai là dentro? Emil non vedeva il dottore, ma per salutarlo fece un inchino. Emil sbattè la testa contro la scrivania e la zuppiera si spaccò. Astrid Lindgren, Emil, Vallecchi

102


Riassunto

2

I disegni corrispondono alle cinque sequenze della storia. Mettili in ordine, numerando.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 4-5 di Nuovi Tr@guardi • Quaderno dei Riassunti 4.

103


Riassunto

LE SEQUENZE 1

Leggi più volte il testo per capire bene la trama trama..

BACCO E RE MIDA 1 2 3

4

5 6

Un giorno Bacco, dio del vino, volle ricambiare un favore che aveva ricevuto da re Mida. Andò nella reggia del re per chiedergli che cosa desiderava. Il re entrò nella sala e disse che voleva trasformare in oro tutto quello che toccava. Bacco l’accontentò. Appena re Mida toccò un albero, questo divenne d’oro. Il re era felice. Se toccava un fiore, una fontana, un mobile…, tutto diventava d’oro. Quando si sedette a tavola, appena avvicinò le labbra al bicchiere del vino, questo si trasformò in oro e così la frutta, gli arrosti, il pane. Tutto diventava oro lucente. Il giorno seguente il re si rese conto di quanto fosse stato sciocco. Piangendo chiese aiuto a Bacco perché aveva paura di morire di fame e di sete. Bacco lo liberò dall’incantesimo. Stelio Martello, Racconti mitologici, Dami

2

104

Indica con una X.

Nella seconda sequenza cambia: il tempo. il luogo.

Nella quarta sequenza: interviene un nuovo personaggio. avviene un fatto nuovo.

Nella terza sequenza: interviene un nuovo personaggio. avviene un fatto nuovo.

Nella quinta sequenza cambia: il tempo. il luogo.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 6 di Nuovi Tr@guardi • Quaderno dei Riassunti 4.


Riassunto

LE SEQUENZE 1

Leggi più volte il testo per capire bene la trama trama..

LA FATA LUNNOTAR Nel tempo più lontano che ci sia, quando ancora non c’erano né il Sole né la Luna, ma c’erano l’aria e il mare, Lunnotar, la Fata della Natura, viveva in una casa azzurra. Un giorno Lunnotar cominciò a vagare sul mare. Si adagiò sulle onde e si addormentò. Un’aquila enorme apparve nel cielo: era stanca e cercava un luogo dove posarsi. Lunnotar sollevò lentamente un ginocchio fuori dalle acque e l’aquila vi si posò. Sul ginocchio della Fata l’uccello fece il suo nido, vi depose sei uova d’oro e uno di ferro. Le covò e le uova diventavano sempre più calde. Dopo alcuni giorni il calore divenne così forte che la Fata non poté più sopportarlo. Si mosse di colpo: ecco che le uova rotolarono e si ruppero. Il guscio delle uova d’oro si ingrandì e formò la volta del cielo e la superficie ricurva della Terra. I rossi formarono gli astri: il Sole, la Luna, le stelle. I pezzetti dell’uovo di ferro divennero le nubi e corsero sul mare. E il mondo sorse. Mito finlandese, in Kalevala, Giunti-Marzocco

2

Colora le parentesi seguendo le indicazioni.

• Situazione iniziale. • Interviene un nuovo personaggio. • Cambia il tempo. • Cambia il luogo. • Accade un fatto nuovo. Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 7 di Nuovi Tr@guardi • Quaderno dei Riassunti 4.

105


Riassunto

LE SEQUENZE DIALOGICHE Nel riassunto non devi riportare le parole pronunciate dai personaggi in forma di discorso diretto. indiretto Devi trasformare il discorso diretto in discorso indiretto.

1

Leggi più volte il testo.

IL PROFESSOR GRAMMATICUS Il professor Grammaticus, un giorno, decise di riformare la grammatica. Egli disse: – Basta con tutte queste complicazioni. Facciamo due categorie sole di aggettivi: quelli simpatici (buono, allegro) e quelli antipatici (prepotente, bugiardo). La cameriera, che era stata ad ascoltarlo, rispose: – Questa cosa è giusta. E il professor Grammaticus chiese: – Ho ragione sì o no? La cameriera rispose: – Parole d’oro. Gianni Rodari, Il libro degli errori, Einaudi

2

106

el testo, sottolinea in rosso i dialoghi e in blu i verbi N che li introducono.


Riassunto

3

ompleta inserendo le forme adatte a trasformare il discorso diretto C in discorso indiretto. Scegli tra le seguenti:

rispose che erano rispose che era disse che era ora di finirla chiese se propose di fare

IL PROFESSOR GRAMMATICUS Il professor Grammaticus, un giorno, decise di riformare la grammatica. Egli ....................................................................................................................................................................... con tutte queste complicazioni. ....................................................................................................................................................................... due categorie sole di aggettivi: quelli simpatici (buono, allegro) e quelli antipatici (prepotente, bugiardo). La cameriera, che era stata ad ascoltarlo, ..................................................................................... .................................................................................. una cosa giusta. E poi il professor Grammaticus ...................................................................................................................... ................................................. aveva ragione o no. La cameriera ....................................................................................................................................................................... parole d’oro.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 8-9 di Nuovi Tr@guardi • Quaderno dei Riassunti 4.

107


Riassunto

LE SEQUENZE DESCRITTIVE Nel riassunto non sono necessarie le sequenze descrittive. descrittive Perciò nel fare il riassunto non devi tenerne conto.

1

Leggi più volte il testo per capire bene la trama trama..

SIGFRIDO E IL DRAGO Sigfrido e il fabbro Regin giunsero nella Landa di Gnita. La landa era una terra cupa e desolata dove si scorgevano solo rocce, sassi e un terreno arido e polveroso. Sigfrido e Regin capirono che il drago Fafnir era vicino. Si nascosero dietro un masso e non dovettero attendere molto. Accompagnato da un boato e da movimenti del suolo, dal cuore della terra emerse il mostro. Il mostro era una creatura gigantesca e davvero ripugnante! Aveva il lungo corpo di serpente. Il corpo si avvolgeva e si allungava. Due enormi ali palmate sporgevano dai fianchi e tozze zampe con terribili artigli tentavano di sostenerlo. Il capo era mostruoso. Era piccolo rispetto alla montagna del corpo, con fauci che schizzavano veleno, file di denti acuminati e narici che vomitavano fuoco. Il mostro aveva terrificanti occhi piccoli piccoli e senza palpebre. Il mostro si diresse fino alla sorgente e alla fine scomparve nella sua tana. Sigfrido e Regin uscirono dal loro riparo: Regin aveva paura. Sigfrido scavò una fossa lungo il percorso che portava alla sorgente. In quella buca poteva nascondersi e maneggiare la spada, la sua meravigliosa Gram. Si nascose nella buca ad attendere il mostro.

108


Riassunto Il mostro tornava verso la sorgente. Sigfrido aspettò che l’orribile essere fosse proprio sopra alla sua testa, quindi con braccio fermo affondò la spada Gram sotto la spalla sinistra del mostro. Il mostro fu colpito a morte. Tremava con violenti spasmi. Si agitava su di un fianco scuotendo capo e coda con una furia spaventosa. Mandava in pezzi tutto quello che gli si trovava attorno. Sapendo di essere in punto di morte, Fafnir parlò: – Chi sei tu che hai affondato la lama nel mio cuore? Chi sono tuoi genitori? Gli rispose l’eroe: – Io sono Sigfrido figlio di Sigmund, della gloriosa stirpe dei Volsunghi! Francesca Caddeo, Sigfrido e la leggenda dell’oro maledetto, Nuove Edizioni Romane

2

olora le parentesi che indicano le descrizioni seguendo C le indicazioni.

• Il luogo dove sono giunti Sigfrido e Regin. • L’aspetto del drago. • Le reazioni del drago dopo che è stato ferito a morte. 3

ra rileggi il racconto escludendo le sequenze che hanno O le parentesi colorate. Si capisce lo stesso che cosa succede?

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 10-11 di Nuovi Tr@guardi • Quaderno dei Riassunti 4.

109


Riassunto

LE SEQUENZE NARRATIVE Le sequenze narrative sono quelle che raccontano i fatti della storia. trama.. 1 Leggi più volte il testo per capire bene la trama IL LEONE E IL CINGHIALE

1

2 3 4

In un caldo giorno d’estate, un leone e un cinghiale andarono a bere allo stesso stagno. Subito iniziarono a litigare. – Devo bere per primo, sono il re della foresta – disse il leone. Con un grugnito il cinghiale rispose: – La precedenza è mia. Sono arrivato per primo. La lotta divenne feroce e ciascuno dei due riceveva morsi e zampate dall’altro. Esausti per la fatica, decisero infine di prendere fiato, ma videro degli avvoltoi che li osservavano con attenzione. Gli avvoltoi avevano già l’acquolina in bocca e si domandavano: – Chi per primo rimarrà a terra senza vita? A questo punto i duellanti si scambiarono uno sguardo e insieme dissero: – È meglio restare amici piuttosto che diventare un delizioso spuntino per avvoltoi. Favole di Esopo, Einaudi Ragazzi

110


Riassunto

2

I disegni corrispondono alle quattro sequenze della storia. Mettili in ordine, numerando.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 15 di Nuovi Tr@guardi • Quaderno dei Riassunti 4.

111


Riassunto

LE SEQUENZE PRINCIPALI 1

Leggi più volte il testo per capire bene la trama trama..

MARDUK E TIAMAT Una volta non c’erano né cielo né terra. L’universo era abitato da draghi mostruosi e dèi capricciosi. Il più forte e generoso fra tanti dèi era Marduk. Una lunga spada pendeva dal suo fianco e le sue mani stringevano fasci di fulmini che squarciavano di bagliori le tenebre. Un giorno Marduk incontrò sulla sua strada un drago dall’aspetto terribile. Il mostro sconosciuto aveva grandi ali piumate e scintillanti. Dalle sue fauci spalancate e irte di denti, usciva un ruggito minaccioso. Marduk non si fece intimorire e chiese: – Qual è il tuo nome? Che vuoi da me? – Il mio nome è Tiamat – disse l’orribile bestiaccia – e voglio te, Marduk. Il mostro spiccò un gran balzo verso Marduk, che gli lanciò contro una rete di luce. Il mostro rimase immobile. Marduk sguainò la lunga spada e tagliò il mostro in due. Appese la schiena del mostro, che era coperta di macchie, in alto, perché diventasse il cielo con le stelle. Poi Marduk poggiò un piede sulla pancia del mostro, che divenne la Terra con i fiumi e gli oceani. Emanuela Collini, Mondo magico, Emme

2

112

Colora le parentesi che indicano le due sequenze descrittive. Queste sequenze non servono per capire la trama.


Riassunto

3

I disegni corrispondono alle sei sequenze narrative della storia. Mettili in ordine, numerando.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 16-17 di Nuovi Tr@guardi • Quaderno dei Riassunti 4.

113


Riassunto

LE SEQUENZE PRINCIPALI Per fare il riassunto di un racconto devi individuare le sequenze principali, cioè quelle che permettono di riferire brevemente, principali ma in modo chiaro, la trama. Devi eliminare le sequenze che non servono per comprendere lo svolgimento. svolgimento

1

Leggi più volte il testo per capire bene la trama trama..

HARRY POTTER E IL DRAGO 1

2

3

4

Il drago imprigionato ruggì e un getto di fiamme volò al di sopra delle teste di maghi e folletti, spaventandoli. I maghi tornarono indietro di corsa e Harry Potter fu colto da un’ispirazione, o forse da un’idea folle. Puntò la bacchetta magica contro i ceppi che incatenavano la bestia al suolo e urlò: – Relascio! I ceppi si spezzarono con un colpo secco. – Harry… cosa fai? – urlò Hermione. – Sali, dai, fa’ presto. Harry tese un braccio e aiutò Hermione ad issarsi a cavalcioni sul drago insieme a lui. Il drago si impennò con un ruggito. Finalmente ebbe spazio per spiegare le ali: allungò la testa cornuta verso l’aria fresca e libera che sentiva oltre l’ingresso. Il drago si rese conto di non essere più incatenato e si alzò in volo. J.K. Rowling, Harry Potter e i doni della morte, Salani

2

uesti sono i fatti che corrispondono alle sequenze principali. Q Mettili in ordine, numerando.

Harry ed Hermione salgono sul drago. Harry Potter libera il drago. Il drago si alza in volo. Il drago spaventa i maghi e i folletti. 114

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 18 di Nuovi Tr@guardi • Quaderno dei Riassunti 4.


Riassunto

LE SEQUENZE PRINCIPALI 1

Leggi più volte il testo per capire bene la trama trama..

UN’OMBRA LUNGA In un posto di montagna viveva una vecchietta. Una notte qualcuno bussò alla porta. La vecchietta aprì ed entrò un’ombra lunga. Era la Trud che si divertiva a inghiottire uomini e animali per farli scomparire per sempre. La vecchietta non si spaventò per niente. Prese una bottiglia vuota, perché sapeva che la Trud era felice di entrare nelle bottiglie. La vecchia mise il tappo alla bottiglia e andò a letto. Il giorno dopo una donna le chiese di stappare la bottiglia perché dentro c’era la sua ombra. Se non avesse stappato la bottiglia, la Trud sarebbe morta e la donna insieme a lei. La vecchietta si fece promettere che la Trud non l’avrebbe mai più disturbata e tolse il tappo. L’ombra si attaccò ai piedi della sua padrona. L’ombra e la sua padrona non si fecero più vedere.

1

2

3

4 5

Francesca Lazzarato, Oh che Bel Castello, Mondadori

2

uesti sono i fatti che corrispondono alle sequenze principali. Q Mettili in ordine, numerando.

La vecchietta apre la bottiglia. La Trud, un’ombra, entra in casa di una vecchietta. na donna chiede di stappare la bottiglia per fare uscire U la Trud. La Trud si attacca ai piedi della sua padrona. La vecchietta chiude la Trud nella bottiglia.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 19 di Nuovi Tr@guardi • Quaderno dei Riassunti 4.

115


Riassunto

LE FRASI CHIAVE La frase chiave di una sequenza è quella che dà l’informazione più importante e permette di capire qual è il fatto narrato in quella sequenza.

1

Leggi più volte il testo per capire bene la trama trama..

ONDINA La fata Ondina viveva nel lago di Carezza: parlava e giocava con i pesci e gli uccelli. Un potente mago, innamorato di lei, decise di rapirla e si trasformò in una lontra. Gli uccelli, che avevano visto tutto, avvertirono Ondina del pericolo. La fata si rituffò in acqua. Allora il mago, per attirare l’attenzione di Ondina, costruì uno splendido arcobaleno. Quando Ondina uscì dall’acqua per ammirare l’arcobaleno, gli uccelli avvertirono la fata dell’inganno. Il mago si arrabbiò e gettò l’arcobaleno nel lago di Carezza, che si colorò di tutti i colori. Ruggero Y. Quintavalle - Domenico Volpi, Letture geografiche, La Scuola

116


Riassunto

2

sserva i disegni e le parti evidenziate nel testo. O Poi completa le frasi chiave. chiave.

1 Nel lago di Carezza viveva

........................

2 Un potente mago

.......................................................

...............................................................................................................

...............................................................................................................

3

4

Gli uccelli

............................................................................

Il mago

.....................................................................................

...............................................................................................................

...............................................................................................................

5

6

Gli uccelli

............................................................................

...............................................................................................................

Il mago

.....................................................................................

e il lago

...................................................................................

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 24 di Nuovi Tr@guardi • Quaderno dei Riassunti 4.

117


Riassunto

LE FRASI CHIAVE E LE SEQUENZE trama.. 1 Leggi più volte il testo per capire bene la trama SIGFRIDO E ODETTE

Il principe Sigfrido arrivò a un lago dove nuotavano molti cigni, vide un cigno che aveva in testa una corona d’oro! Era il più bello di tutti. Sigfrido mise una freccia nell’arco perché voleva colpire il cigno. In quel momento accadde una cosa incredibile: il cigno si trasformò in una fanciulla. La fanciulla-cigno era la principessa Odette, caduta sotto l’incantesimo di un perfido mago, che anche di notte controllava la principessa dopo essersi trasformato in un gufo. Odette spiegò a Sigfrido che solo l’amore poteva togliere l’incantesimo. Sigfrido, che si era innamorato di lei, la invitò al castello per il ballo del suo compleanno e le promise di sposarla. Geraldine McCaughrean, Il lago dei cigni, Edizioni EL

118


Riassunto

2

sserva i disegni e le parti evidenziate nel testo. O Poi completa le frasi chiave. chiave.

1 Il principe Sigfrido vide

...............................

2 Sigfrido voleva

..........................................................

...............................................................................................................

...............................................................................................................

3

4

Il cigno si trasformò

............................................

La fanciulla era

.........................................................

...............................................................................................................

...............................................................................................................

5

6

Odette spiegò che

......................................................

...............................................................................................................

Sigfrido le promise

.............................................

...............................................................................................................

Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 26 di Nuovi Tr@guardi • Quaderno dei Riassunti 4.

119


Riassunto

LO SMONTAGGIO Per fare lo smontaggio di un racconto devi scrivere la frase chiave di ciascuna sequenza.

1

Leggi ogni sequenza e indica con una X la frase chiave che si riferisce a essa.

MI È SCAPPATO IL NASO! Una mattina un signore che abitava sul lago Maggiore si guardò allo specchio e gridò: – Il mio naso! Il naso, in mezzo alla faccia, non c’era più.

Un signore abitava sul lago.

Un signore si accorse che non aveva più il naso.

Il signore, dal balcone, vide che il suo naso si stava imbarcando sul traghetto. Gridò: – Il mio naso! Al ladro!

Il naso si imbarcò sul traghetto.

120

Il signore gridò: – Al ladro.


Riassunto Qualche giorno dopo un pescatore gettò la rete. Pescò il naso e lo portò al mercato.

Un pescatore gettò la rete.

Un pescatore portò il naso al mercato.

La domestica di quel signore, al mercato, vide il naso del suo padrone tra i pesci.

L a domestica del signore andò al mercato.

La domestica del signore vide al mercato il naso del padrone.

La donna corse a informare il padrone, che le disse: – Voglio il mio naso. Compralo! La domestica comprò il naso e lo riportò al suo padrone, che lo accolse emozionato.

Il signore era emozionato.

La domestica comprò il naso del suo padrone.

Gianni Rodari, Favole al telefono, Einaudi Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 28-29 di Nuovi Tr@guardi • Quaderno dei Riassunti 4.

121


Riassunto

LO SMONTAGGIO 1

L eggi prima tutto il testo senza interruzioni. Poi leggi ogni sequenza e indica con una X la frase chiave che si riferisce a essa.

LINUS È UN CAMPIONE “Tutti mi devono vedere”, dice Linus tra sé. Linus, per mettere in mostra la sua abilità, va nella grande piazza della chiesa.

Linus vuole mettersi in mostra. Linus vuole andare nella piazza della chiesa. L inus prende la bicicletta. È sabato: proprio la giornata ideale per fare acrobazie in bicicletta e curve spericolate.

Linus fa acrobazie. Linus prende la bicicletta.

L e mani di Linus stringono le manopole del nuovo manubrio. Si sente uno dei migliori acrobati in bicicletta! Pedala con la sua bicicletta lungo via della Colomba e si esibisce in curve e serpentine. “Guardate tutti, gente!” mormora tra sé.

Linus stringe le manopole del nuovo manubrio. Linus pedala lungo via della Colomba. uando il maestro vede Linus, esclama: – Bravissimo, Linus! Q Sembri un vero corridore!

122

Linus sembra un corridore. Il maestro si complimenta con Linus.


Riassunto L inus abbassa ancora di più sulla fronte la visiera del berrettino. – Sono un corridore! – risponde.

Questa sequenza non è fondamentale per capire la trama. Linus abbassa la visiera del berrettino. ue ragazze aspettano accanto al semaforo. Quando Linus passa D davanti a loro, per la sorpresa quasi lasciano cadere il gelato che tengono in mano. Linus sente che lo ammirano.

Due ragazze aspettano accanto al semaforo. Due ragazze ammirano Linus.

S orride felice ai raggi del sole. E per un secondo chiude gli occhi, vede volteggiare bellissimi anelli rossi e gialli dietro le palpebre. Che magnifica giornata!

Linus è felice. Linus chiude gli occhi.

Jo Pestum, Jonas, il vendicatore, Piemme Junior

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 30-31 di Nuovi Tr@guardi • Quaderno dei Riassunti 4.

123


Riassunto

LO SMONTAGGIO 1

Leggi ogni sequenza e indica con una X la frase chiave che si riferisce a essa.

ASLAN E LA STREGA BIANCA Appena la strega se ne fu andata, il leone Aslan, Peter e le sorelline discussero che cosa bisognava fare per sconfiggere la cattiva strega. Dopo, le due sorelline non riuscirono a prendere sonno.

I l leone, Peter e le sorelline discutono su come sconfiggere la strega.

Le due sorelline non riescono a dormire.

Uscirono dalla tenda e videro il leone che se ne andava via lentamente. Lo seguirono. Quando Aslan si fermò, le bambine gli chiesero: – Possiamo venire con te? – Sì, ma lasciatemi solo, quando ve lo dirò.

Il leone si allontanò dalla tenda. 124

Le bambine seguirono il leone.


Riassunto Aslan arrivò alla Tavola di Pietra e la Strega Bianca lo fece legare dagli orchi mostruosi. Quando le malvagie creature se ne furono andate, le sorelline uscirono dai cespugli. Tentarono di slegare Aslan, ma non ci riuscirono.

L e sorelline tentarono di slegare il leone, ma non ci riuscirono.

Le sorelline uscirono dai cespugli.

In quel momento si accorsero che erano arrivati tantissimi topolini che, con i loro dentini, riuscirono a liberare il leone.

L e sorelline videro tanti topolini.

I topolini riuscirono a liberare il leone.

Clive S. Lewis, Le cronache di Narnia: il leone, la strega, l’armadio, Mondadori

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 36-37 di Nuovi Tr@guardi • Quaderno dei Riassunti 4.

125


Riassunto

ORA SO FARE UN RIASSUNTO 1

Leggi con attenzione e colora la parentesi della sequenza descrittiva che NON serve per fare il riassunto.

I SASSOLINI FATATI Le acque del fiume scorrevano lente e tranquille, mentre i raggi del sole facevano scintillare la superficie che sembrava colpita da lampi d’argento. Lungo le rive camminava un povero boscaiolo. Era triste perché non aveva denaro, il lavoro era poco e aveva tante bocche da sfamare. Dalle acque uscì un grande pesce che aveva tre sassolini fatati. Il primo procurava tutti i cibi. Il secondo forniva armi potenti. Il terzo forniva oggetti preziosi e vestiti. Il pesce disse al boscaiolo che poteva sceglierne uno solo e doveva restituire gli altri. A casa il boscaiolo raccontò quello che era accaduto e mostrò i tre sassolini. La moglie voleva il primo perché dava cibo. I figli maschi volevano il secondo per diventare forti guerrieri. Le figlie volevano il terzo per essere belle ed eleganti e trovare marito. Passarono tutta la notte a litigare. La mattina dopo il boscaiolo restituì al pesce tutti i sassolini perché avevano portato litigi nella sua casa. Il pesce gli disse che era saggio e gli regalò tutti i sassolini. Il giorno successivo il boscaiolo andò a vendere i tre sassolini fatati e ne ricavò tanto denaro. Enciclopedia delle fiaba, Principato

126


Riassunto

2

Indica con una X.

Le parti evidenziate in giallo sono: le frasi chiave. le sequenze.

3

Scrivi le frasi chiave per fare lo smontaggio smontaggio..

1.

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Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 44-45 di Nuovi Tr@guardi • Quaderno dei Riassunti 4.

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Riassunto

MAPPA DEL RIASSUNTO Qual è il percorso per fare il riassunto? Osserva la mappa!

1 Leggi più volte il testo, così capirai trama. bene la trama

2 Fissa la tua attenzione solo sui fatti importanti. più importanti

3 Elimina tutte le sequenze non narrative (descrizioni…).

4 Controlla che ci siano narrative solo sequenze narrative.

5 Per ogni sequenza narrativa scrivi una frase chiave (una frase breve che faccia capire quale fatto è accaduto).

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Mappa semplificata corrispondente alla pagina 48 di Nuovi Tr@guardi • Quaderno dei Riassunti 4.


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Nuovi Tr@guardi 4

Guida per ’ insegnante con Percorsi Semp ificati Linguaggi La parte relativa al volume L’Esperienza della Meraviglia è a cura di Antonella Mazzara. Responsabile editoriale: Mafalda Brancaccio Redazione: Giulia De Giorgi, Valentina Dell’Aprovitola Responsabile di produzione: Francesco Capitano Progetto grafico: InPage Impaginazione: Carmen Fragnelli, InPage Copertina: Carmen Fragnelli Illustrazioni: Simonetta Baldini, Sara Benecino, Maurizia Rubino, Mauro Sacco ed Elisa Vallarino, Tratto Matto, Antonio Tregnaghi Referenze iconografiche: Shutterstock, Archivio ELI-La Spiga Stampa: Tecnostampa - Pigini Group Printing Division Loreto – Trevi 21.83.079.0 Per esigenze didattiche i testi sono stati quasi tutti ridotti e/o adattati. L’editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Produrre un testo scolastico comporta diversi e ripetuti controlli a ogni livello, soprattutto relativamente alla correttezza dei contenuti. Ciononostante, a pubblicazione avvenuta, è possibile che errori, refusi, imprecisioni permangano. Ce ne scusiamo fin da ora e vi saremo grati se vorrete segnalarceli al seguente indirizzo: redazione@elionline.com

Tutti i diritti riservati © 2021 ELI • La Spiga Edizioni info@elilaspigaedizioni.it



Nuovi

i d r a u g r T@ Letture CLASSE 4a

CODING DELLA DIDATTICA

METODO TESSITORE

ISBN per l’adozione: 978-88-468-4184-1

• Letture 4: 264 pagine • Riflessione linguistica 4: 168 pagine • La Mia Grammatica Attiva 4-5: 160 pagine • Quaderno dei Riassunti e dei Testi 4: 96 pagine • L’Esperienza della Meraviglia (Musica, Arte, Filosofia) 4-5: 96 pagine • Educazione Civica 4-5: 72 pagine

CLASSE 5a

ISBN per l’adozione: 978-88-468-4185-8

• Letture 5: 288 pagine • Riflessione linguistica 5: 168 pagine • Quaderno dei Riassunti e dei Testi 5: 96 pagine

per ’ i nseg na nte e a c asse • Guida Linguaggi con Percorsi semplificati • Poster murali • CD-Audio • Libri digitali in DVD e scaricabili A RICHIESTA: • Percorsi semplificati

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