Nota introduttiva
Sir Simon Canterville ha 300 anni e vive tranquillo in una antica magione della campagna inglese: le sue terrificanti apparizioni hanno sempre colpito nel segno spaventando a morte le sue vittime, e lui ne è molto orgoglioso.
Ma un brutto giorno Mr. Hiram B. Otis, ministro degli Stati Uniti d’America, acquista Canterville Chase e da allora tutto cambia.
Deriso da tutti, lo spettro si aggira sconsolato per la villa, non riuscendo a portare a termine una sola impresa.
Solo alla fine riuscirà a trovare l’agognata pace, grazie all’aiuto di Virginia, l’impavida figlia quindicenne del ministro.
Hai senso dell’umorismo? Sei un amante del mistero? Questo libro è per te.
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Indice Nota introduttiva ............................................................................ 3 Capitolo I .......................................................................................... 5 Capitolo II ......................................................................................... 11 Capitolo III ....................................................................................... 16 Capitolo IV ....................................................................................... 24 Capitolo V ......................................................................................... 30 Capitolo VI ....................................................................................... 37 Capitolo VII ...................................................................................... 43 Dossier Incontro (immaginario) con l’autore ...................................... 49 Intervista all’illustratrice ........................................................... 51 Percorsi di lettura ............................................................................ 52
Capitolo I
Quando il signor Hiram B. Otis, ministro degli Stati Uniti d’America, comprò Canterville Chase1, tutti gli dissero che stava compiendo una vera sciocchezza, dato che non v’era dubbio che il luogo fosse infestato dagli spettri. Lord Canterville stesso, uomo estremamente corretto e preciso, si era sentito in dovere di informare del fatto in questione il signor Otis, quando quest’ultimo si era presentato per discutere le condizioni d’acquisto.
«Noi stessi abbiamo accantonato ogni intenzione di abitare quella casa – disse lord Canterville – da quando la mia prozia, la vedova del duca di Bolton, ebbe un attacco di nervi dal quale non si riprese più a causa di due mani scheletriche che le si posarono sulle spalle mentre si stava vestendo per il pranzo. Vorrei precisarle, mister Otis, che il fantasma è stato visto da diversi membri ancora viventi del nostro casato, persino dal reverendo Augustus Dampier, docente al King’s College di Cambridge. Dopo il grave inconveniente capitato alla duchessa, nessuno dei giovani domestici volle rimanere con noi, e persino lady Canterville non riuscì più a dormire molto, la notte, a causa dei misteriosi rumori che provenivano dal corridoio e dalla biblioteca».
«Caro signore – rispose il ministro – vorrà dire che comprerò i mobili e il fantasma. Vengo da un paese moderno, dove con il denaro si ottiene tutto ciò che si vuole; e io credo che se in Europa esistesse un fantasma, ce lo saremmo portato a casa da un bel pezzo e l’avremmo esposto in uno dei nostri musei o gli avremmo fatto dare spettacolo per le strade2».
«Temo che il fantasma esista davvero – disse lord Canterville sorridendo – benché abbia probabilmente resistito alle proposte
1 Chase: in inglese “villa di campagna”, “riserva di caccia”.
2 Spesso nel testo compaiono ironici riferimenti al modo di vivere americano, contrapposto a quello inglese di fine ’800, assai più rigoroso e conservatore.
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dei vostri intraprendenti impresari. È ben conosciuto da tre secoli, dal 1584 in verità, e fa sempre la sua apparizione prima della morte di ogni membro della nostra famiglia».
«Se è solo per questo, si comporta così anche il medico di famiglia, ma non è un fantasma: purtroppo suppongo che le leggi naturali non saranno sospese per riguardo all’aristocrazia britannica».
«Voi americani siete molto pratici – rispose lord Canterville, che non era riuscito a comprendere sufficientemente l’ultima osservazione del signor Otis – e se a lei non dispiace avere in casa un fantasma, va tutto bene. Si ricordi però che l’ho avvisata».
Qualche settimana dopo, la vendita venne conclusa e, al termine della stagione, il ministro e la sua famiglia si trasferirono a Canterville Chase.
La signora Otis da ragazza, con il nome di signorina Lucretia R. Tappan, era stata una celebre bellezza di New York e adesso era un’avvenente signora di mezz’età, dagli occhi stupendi e dal profilo superbo. Molte signore americane, nel lasciare il paese natale, adottano un atteggiamento da malate croniche, convinte che sia una forma di raffinatezza europea, ma la signora Otis non era caduta in quest’errore. Aveva una magnifica costituzione fisica e possedeva una vitalità straordinaria. In verità, per molti aspetti, era proprio un’inglese, ed era un’eccellente dimostrazione del fatto che noi britannici, al giorno d’oggi, abbiamo realmente tutto in comune con l’America. Tutto tranne la lingua, naturalmente3.
Il figlio più vecchio, battezzato Washington dai suoi genitori in un momento di patriottismo che egli non cessò mai di deplorare, era un bel giovane biondo che aveva fatto carriera nella diplomazia americana dirigendo le danze al casinò di Newport per tre anni di seguito; egli era conosciuto anche a Londra come un
3 Anche questo riferimento è ironico: si vuole accentuare la differenza tra inglesi e americani.
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eccellente ballerino. Le gardenie e i titoli nobiliari erano le sue uniche debolezze. Per il resto era estremamente saggio.
La signorina Virginia E. Otis era una ragazzina di quindici anni, esile e tenera come una cerbiatta, e con una bellissima espressione di libertà nei grandi occhi blu. Era una meravigliosa amazzone.
Dopo Virginia c’erano i gemelli, spesso chiamati “stelle e strisce” per via dei segni della frusta che spiccavano sulla loro pelle. Erano ragazzi simpatici e, con l’onorevole ministro, i soli autentici repubblicani della famiglia.
Siccome Canterville Chase si trova a sette miglia da Ascot, la stazione ferroviaria più vicina, il signor Otis aveva telefonato perché li prelevasse un’auto familiare, sulla quale tutti quanti salirono allegramente. Era una dolce serata di luglio, e l’aria era resa fragrante dal profumo dei pini. Di quando in quando si sentiva un colombo selvatico compiacersi del suo grazioso tubare e s’intravedeva, nel folto delle felci fruscianti, il petto bruno del fagiano. Piccoli scoiattoli li spiavano curiosi dall’alto dei faggi e i conigli saltellavano nel sottobosco e sui poggi boscosi, con la loro coda bianca sollevata in aria.
Appena gli Otis entrarono nel viale di Canterville Chase, comunque, il cielo divenne improvvisamente nuvoloso, una curiosa immobilità trattenne l’atmosfera, un grosso stormo di corvi passò silenziosamente sulle loro teste e, prima che essi raggiungessero la casa, grandi gocce di pioggia presero a cadere. In piedi, sulle scale, c’era una vecchia donna a riceverli, con un dignitoso abito di seta nero e una cuffia e un grembiule bianchi.
Era la signora Umney, la governante, che la signora Otis aveva acconsentito a mantenere nel suo ruolo in seguito alle richieste insistenti di lady Canterville. Costei si produsse in un profondo inchino, mentre scendevano, e li accolse gentilmente con l’antica formula: «Vi do il benvenuto a Canterville Chase».
7 Capitolo I
Seguendola, passarono attraverso lo splendido atrio d’ingresso in stile Tudor fino alla biblioteca, una lunga, bassa stanza rivestita in quercia nera, all’estremità della quale si trovava una grande vetrata policroma4. Qui trovarono il tè già pronto per loro e, dopo essersi tolti il mantello, sedettero e cominciarono a guardarsi intorno, mentre la signora Umney li serviva.
Improvvisamente lo sguardo della signora Otis cadde su una macchia rosso opaco sul pavimento, proprio accanto al caminetto e, non capendo di cosa si trattasse, disse alla signora Umney: «Credo che laggiù sia stato versato qualcosa».
«Sì, signora – replicò la vecchia governante a bassa voce, – vi è stato versato del sangue».
«Che orrore! – gridò la signora Otis – Non voglio vedere macchie di sangue in salotto. Deve essere pulita immediatamente».
L’anziana donna sorrise e rispose con la stessa voce bassa: «È il sangue di lady Eleanore de Canterville, che fu uccisa in quel punto preciso dal marito, sir Simon de Canterville, nel 1575. Sir Simon le sopravvisse nove anni e sparì, improvvisamente, in circostanze alquanto misteriose. Il suo corpo non fu mai ritrovato, ma il suo spirito peccatore infesta ancora ininterrottamente la tenuta. La macchia di sangue è stata molto ammirata dai turisti e da molti altri, e non può essere cancellata».
«Questa è un’assurdità! – gridò Washington Otis – l’impareggiabile “Super-smacchiatore e Detergente Pinkerton” la farà sparire in pochissimo tempo» e, prima che la governante terrorizzata potesse interferire, il giovane s’era piegato sulle ginocchia e aveva preso a strofinare rapidamente il pavimento con un bastoncino che ricordava un cosmetico nero.
Di lì a poco non si vedeva più alcuna traccia di sangue.
«Sapevo che Pinkerton ce l’avrebbe fatta» esclamò trionfante, mentre volgeva con soddisfazione lo sguardo d’intorno; ma non ebbe il tempo di pronunciare queste parole che un terribile lampo
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Policroma: multicolore.