GIVENCHY
Il nome stesso evoca glamour, eleganza raffinata, semplicità e stile. Hubert de Givenchy, fondatore dell’omonima maison, ha vestito una lista impressionante di donne famose. Da Jacqueline Kennedy Onassis alle Principesse Grace a Carolina di Monaco, da Greta Garbo a Marlene Dietrich, da Lauren Bacall a Elizabeth Taylor, ma nulla di durevole come Audrey Hepburn, sua musa per eccellenza. L’incontro tra il couturiere e l’attrice avviene nel 1953. Givenchy riceve nel suo atelier la Hepburn “sbagliata”, la meno famosa. “Credevo fosse Katharine, di cui ero fan. A quel tempo Audrey non era ancora molto conosciuta a Parigi. Mi
chiese di disegnarle il guardaroba per Sabrina, io ero a metà collezione, ma le mostrai alcuni modelli che sembravano tagliati per lei”, racconta Givenchy a Yann-Brice Dherbier autore della biografia dell’attrice L’intramontabile fascino dell’eleganza. Da ora in avanti Givenchy creerà il guardaroba per la maggior parte dei film di Audrey, Cenerentola a Parigi (1957), Colazione da Tiffany (1961), Sciarada (1963), My fair Lady (1964) tanto per citarne alcuni, ma anche per suo uso personale. Nel 1957 fa realizzare un profumo per l’attrice, L’Interdit, in seguito commercializzato con Audrey come testimonial. È la prima volta che un’attrice si presta a
pubblicizzare un prodotto di profumeria, compito fino ad allora riservato alle modelle. Il couturier e l’attrice hanno concepito insieme lo stile Audrey Hepburn. Grazie a questa felice alleanza, Audrey è stata designata spesso come la donna più elegante del mondo. Hubert James Taffin de Givenchy nasce il 20 febbraio 1927 a Beauvais, Francia. Suo padre muore quando lui è giovanissimo. Viene cresciuto dalla madre e dal nonno fotografo e collezionista di costumi d’epoca. Da bambino gioca con le stoffe e veste le bambole. Ma è la visita all’Esposizione Internazionale del ’37 e ai padiglioni dell’alta moda: Lanvin, Chanel, Schiaparelli.
Così a 17 anni si trasferisce a Parigi per studiare disegno all’Ecole des Beaux Arts e lavora come apprendista da Jacques Fath, Robert Piguet, Lucien Lelong e Elsa Schiaparelli. Nel ’52 apre la sua casa di moda e subito arrivano i primi successi con la camicia Bettina, una semplice camicia bianca in cotone il cui nome è un omaggio a Bettina Graziani, allora la modella più richiesta. Per le sue creazioni parte sempre dai tessuti che esamina in silenzio. Riesce a ricordarsi di una stoffa toccata 15 anni prima. “L’odore della seta è unico”. Innova anche nel campo dei materiali: la cigaline che è una mousseline crêpe e il satung un misto di satin e shantung. Utilizza flanella per i pantaloni, organza per la sera, lino per l’estate. Un anno dopo, Hubert incontra il suo mito Cristobal Balenciaga che diventerà suo mentore e amico nonché dirimpettaio in Avenue George V. Sarà lui a convincerlo ad ampliare la gamma di prodotti offerta e
a concedere licenze. Così il marchio Givenchy viene esteso a scarpe, sciarpe, cravatte, asciugamani, abbigliamento da bambini, ombrelli, bijoux, profumi e persino un’automobile: La Lincoln Continental di Ford. Nel ’68 lancia la prima collezione di prèt-à-porter
Givenchy Nouvelle Boutique e nel ’73 la prima linea maschile Gentleman Givenchy. Nel 1988 vende l’azienda al gruppo del lusso LVMH, ma continua a tenere la sua posizione di capo stilista fino al suo ritiro nel 1995. Dopo una serie di successori più o meno
fugaci, gli inglesi John Galliano (1995) Alexander McQueen (1996), Julien MacDonald (2001), nel marzo 2005 viene nominato l’italiano Riccardo Tisci come Direttore Creativo delle collezioni Haute Couture e Prêt-à-porter. Nato nel 1974 a Cermenate in provincia di Como e originario di Taranto, Riccardo Tisci cresce con la mamma e le otto sorelle. Questo background dice tutto sulla sua passione per l’universo femminile, quel mix di forza e romanticismo che lo caratterizza e che poi è la base del suo stile. A 17 anni si trasferisce a Londra dove si diploma al Central Saint Martin College. Ritornato in Italia lavora per Antonio Berardi, Coccapani, Puma e Ruffo Research fin quando nel 2004 presenta la prima collezione che porta il suo nome durante la Fashion Week milanese. Si intravede subito quell’eleganza moderna e innovativa di sensualità e di gothic chic che tanto piace alle celebrities internazionali.
concedere licenze. Così il marchio Givenchy viene esteso a scarpe, sciarpe, cravatte, asciugamani, abbigliamento da bambini, ombrelli, bijoux, profumi e persino un’automobile: La Lincoln Continental di Ford. Nel ’68 lancia la prima collezione di prèt-à-porter Givenchy Nouvelle Boutique e nel ’73 la prima linea maschile Gentleman Givenchy. Nel 1988 vende l’azienda al gruppo del lusso LVMH, ma continua Nel ’52 apre la sua casa di a tenere la sua posizione di moda e subito arrivano i capo stilista fino al suo ritiro primi successi con la camicia nel 1995. Bettina, una semplice camicia Dopo una serie di succesbianca in cotone il cui nome sori più o meno fugaci, gli è un omaggio a Bettina Grainglesi John Galliano (1995) ziani, allora la modella più Alexander Mcrichiesta. Per le sue creazioni Queen (1996), parte sempre dai tessuti che Julien MacDonald esamina in silenzio. Riesce a (2001), nel marzo ricordarsi di una stoffa toc2005 viene nocata 15 anni prima. “L’odore minato l’italiano della seta è unico”. Innova Riccardo Tisci anche nel campo dei matecome Direttore riali: la cigaline che è una Creativo delle mousseline crêpe e il satung collezioni Haute un misto di satin e shantung. Couture e Prêt-àUtilizza flanella per i panporter. Nato nel taloni, organza per la sera, 1974 a Cermenate lino per l’estate. Un anno in provincia di dopo, Hubert incontra il suo Como e originario mito Cristobal Balenciaga di Taranto, Ricche diventerà suo mentore e cardo Tisci cresce amico nonché dirimpettaio con la mamma e le in Avenue George V. Sarà lui otto sorelle. Quea convincerlo ad ampliare la sto background gamma di prodotti offerta e a dice tutto sulla sua
passione per l’universo femminile, quel mix di forza e romanticismo che lo caratterizza e che poi è la base del suo stile. A 17 anni si trasferisce a Londra dove si diploma al Central Saint Martin College. Ritornato in Italia lavora per Antonio Berardi, Coccapani, Puma e Ruffo Research fin quando nel 2004 presenta la prima collezione che porta il suo nome durante la Fashion Week milanese. Si intravede subito quell’eleganza moderna e innovativa che è la sua cifra stilistica, con la quale dal 2005 interpreta lo spirito Givenchy rilanciando in pochi anni il marchio, apportando un tocco di sensualità ia Carla Boscono senza dubbio sua musa, spesso presente ai défilés e nelle campagne pubblicitarie di Givenchy.