Lupacchiotto

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LUPACCHIOTTO ALUNNI DELLA CLASSE II A Scuola primaria ALDO MORO Anno scolastico 2012/2013


C’era una volta Lupacchiotto, un lupo molto diverso da tutti i suoi fratelli. Lui non amava andare a caccia, non amava azzannare le prede, ma preferiva giocare a nascondino con le lepri o fare con loro lunghe passeggiate.


Quando il padre scendeva al fiume con i figli per insegnare loro l’arte della pesca, Lupacchiotto giocava con l’acqua e creava in cielo l’arcobaleno. Poi nuotava assieme ai pesci e lasciava tutti i lupi a bocca aperta.


PapĂ lupo era molto fiero dei suoi figli, ma era preoccupato per Lupacchiotto che anzichĂŠ cacciare, si metteva alla ricerca di foglie di acetosella e se le mangiava. I suoi fratelli lo prendevano in giro: un lupo vegetariano era troppo diverso! CosĂŹ veniva spesso rimproverato.


Una sera, dopo l’ennesimo rimprovero, Lupacchiotto scappò nel bosco e rattristato, si mise a piangere.


Un topolino che si trovava a passare da quelle parti chiese a Lupacchiotto come mai fosse così triste. Lui rispose che piangeva perché non era come gli altri. Così il topolino tentò di consolarlo, dicendogli che non era grave, che non si era mica tutti uguali. Ma Lupacchiotto insistette ed ammise che il suo problema era uno solo: lui non riusciva a fare paura agli altri e per questo motivo non era un lupo vero. Il topolino decise allora di trovare una soluzione e di aiutare Lupacchiotto.


Andò dalla sua amica tigre e tornò da Lupacchiotto con una pelliccia a strisce gialle e nere. Lupacchiotto indossò la pelliccia, ma il suo aspetto non era migliorato di molto.


Il topolino non si perse d’animo, andò allora dal suo amico istrice e portò a Lupacchiotto aculei aguzzi che il lupo si sistemò sulla testa. Pareva un po’ più minaccioso, ma non era ancora abbastanza.


Il topolino si recò dal suo amico leone, tornò da Lupacchiotto con due denti affilati e quando il cucciolo di lupo se li infilò in bocca, sembrò avere un’aria feroce.


Vedendo la propria immagine riflessa in uno stagno, Lupacchiotto pensò che era davvero un lupo pauroso finalmente. Ma le lepri, che lo videro passare, risero e non poco.


Pensarono che Lupacchiotto stesse giocando e che si fosse mascherato per Carnevale, cosĂŹ si mascherarono a loro volta. A Lupacchiotto venne il dubbio che quel travestimento non fosse ancora adeguato.


Giunto a casa, provò a digrignare i denti e a mostrare le unghie, ma i suoi familiari non lo presero affatto sul serio e faticarono a trattenere le risate.


Lupacchiotto tornò dunque nel bosco e comunicò al topolino che la sua idea non aveva avuto successo. Aveva capito che era meglio rimanere come era. Restituì al topolino pelliccia, aculei e denti.


Lupacchiotto tornò dunque nel bosco e comunicò al topolino che la sua idea non aveva avuto successo. Aveva capito che era meglio rimanere come era. Restituì al topolino pelliccia, aculei e denti.


Proprio quella notte i genitori avrebbero insegnato ai piccoli lupi ad ululare.


Lupacchiotto chiaramente non riuscì ad emettere nemmeno un ululato, e non si sforzò neanche! Papà lupo lo guardò, ma non si arrabbiò questa volta: in fondo Lupacchiotto cresceva bene come gli altri figli. Anche mamma lupa disse che andava bene lo stesso, perché Lupacchiotto era unico e in cuor suo sperava che non cambiasse mai.


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