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La fioritura del loto

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Fra fine giugno e la metà di luglio, quando le altre piante hanno terminato le fioriture primaverili, il bacino davanti all’Appennino del Giambologna si colora di rosa, bianco e giallo per la comparsa dei grandi fiori di loto.

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La pianta del loto proviene dall’Asia e vive in acque ferme o stagnanti; si diffonde grazie ai semi contenuti nei frutti a forma di annaffiatoio che,

Tradizionalmente è considerata una pianta sacra per l'Induismo e il Buddhismo, per il quale è simbolo dell'essenza della vita umana, perché il fiore rimane asciutto ed emerge dall'acqua, sebbene le sue radici affondino nel fango. Il fiore non può quindi esistere senza il fango, così come il Buddha, che si manifesta nelle difficoltà della vita quotidiana.

La fioritura del loto crea una cornice particolarmente affascinante ai piedi del capolavoro del Giambologna e attrae moltissimi visitatori nel Parco.

Quando arriva l’autunno gli alberi del Parco, in particolare i grandi platani, come l’esemplare monumentale che si trova nel prato davanti alla Paggeria, e lo spettacolare ginko biloba vicino alla Locanda, iniziano a cambiare colore: si tratta del “foliage”, un fenomeno naturale che segna l’approssimarsi dell’inverno ed è dovuto, a seconda delle specie, alla diminuzione delle temperature e della durata del giorno. La clorofilla, che dà il colore verde alle foglie (prodotta in abbondanza nella fase vegetativa primaverile ed estiva grazie alla luce ed al calore), diminuisce progressivamente fino a scomparire, ed ecco che gli altri pigmenti presenti nelle foglie, come le xantofille, di colore giallo, e i caroteni, di colore arancione, normalmente nascosti, si rendono visibili. Oltre al giallo e all’arancione, le foglie possono anche assumere colori che vanno dal rosso, al viola, al grigio, grazie alla presenza di antociani, responsabili del colore blu di molti frutti, come i mirtilli, e utili a proteggere da alcuni raggi ultravioletti. Il cambio di colorazione precede, ovviamente, il distacco delle foglie stesse (fenomeno dell'abscissione), dovuto alla progressiva ostruzione delle nervature in cui avviene il trasporto di fluidi in ingresso ed in uscita. È l’inizio della fase di riposo, necessaria alle nostre latitudini nelle stagioni autunnali ed invernali, durante le quali gli alberi interrompono la crescita.

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