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Apotheca & Storia
LE EPIDEMIE NELLA STORIA /7
L’in3luenza di Hong Kong
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Giusi Sanci*
Le pandemie in*luenzali, ossia l'apparizione di nuovi virus in*luenzali che si trasmettono da uomo ad uomo e contro i quali la maggior parte della popolazione non è immune, si manifestano in modo irregolare. Nel XX secolo, ci sono state 4 pandemie in*luenzali, la più severa è stata la cosiddetta in*luenza spagnola nel 1918/19, generata da un virus del sottotipo A/ H1N1, particolarmente virulento, che nel corso di 3 ondate ha causato 50 e 100 milioni di morti (letalità circa 2-4%), seguita nel 1957/58 dall'in*luenza asiatica causata da un virus del sottotipo A/H2N2 che ha colpito circa il 20% della popolazione mondiale (letalità 0,4%). Dieci anni dopo, nel 1968/69 si è veri*icata la pandemia di Hong Kong dove ha fatto la sua comparsa un nuovo sottotipo, il virus A/H3N2. Da allora questo sottotipo circola in tutto il mondo. L'in*luenza di Hong Kong non è altro che la causa di un'altra ricombinazione dei virus dell'in*luenza umana e aviaria. L'in*luenza aviaria è una malattia altamente contagiosa dei volatili. Benché i virus in*luenzali umani e aviari appartengano alla stessa famiglia e tipo, i virus aviari non sono in grado di trasmettersi con ef*icienza all’uomo, ma possono farlo sporadicamente e in determinate condizioni, che prevedono un'esposizione attraverso il contatto diretto con volatili morti o ammalati, con super*ici o materiali contaminati da escreti e secreti infetti o attraverso le mucose (orali, oculari, nasali), o eventualmente attraverso il consumo di carni non ben cotte di animali infetti. La pandemia del 1968 fu la più lieve del xx secolo ed ebbe inizio anche questa volta in Cina. Da qui si propagò ad Hong Kong e nello stesso anno raggiunse gli Stati Uniti e il resto del mondo. In particolar modo negli Stati Uniti arrivò al seguito dei soldati americani che rientravano in California dal Vietnam. Per la sua somiglianza con l'in*luenza asiatica del 1957 e probabilmente grazie agli anticorpi da essa prodotti nella generazione precedente, l'in*luenza di Hong Kong causò molte meno vittime delle altre pandemie, tanto da passare inosservata. La diffusione si interruppe l'anno seguente, il 1969, ma riprese alla *ine dello stesso anno e nei primi mesi del 1970, quando fu soprannominata "in*luenza spaziale” in Italia, dove causò circa 20.000 morti. Fu la meno letale delle pandemie del secolo scorso non fu necessario adottare provvedimenti di chiusura, e non causò forti reazioni politiche, né sconquassi sociali ed economici, provocò tuttavia più di 2 milioni di vittime in soli tre mesi. Poi tutto sparì, senza lockdown o vaccini ad hoc. «Alla *ine degli anni ’60 l’in*luenza, i suoi malati e i suoi morti — spiega Corinne Bensimon, citata da Francesca Barca — non interessano le autorità, non interessano il pubblico e i media. Quello di cui si parla è l’Apollo 12 sulla Luna, la guerra in Vietnam, la strage in Biafra, la *ine della Rivoluzione culturale in Cina». Erano gli anni del progresso, del Sessantotto, nel pieno del boom economico e di quelli che saranno noti come i “Trenta gloriosi”.
Figura 1. Il Giorno dell’11 dicembre 1969. Fonte: https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/virus-cina-1.5055723
*Farmacista
Figura 2. Fonte: https://www.blogsicilia.it/oltrelostretto/quando-italia-influenza-hong-kong/521237/
Francesca Barca riporta: «All’epoca la prospettiva di morire per un’epidemia era terribile ma non inaccettabile», dice Vincent Genin, ricercatore in Storia alla Scuola pratica dell’Ehess di Parigi. Oggi rispetto a ieri, i tempi sono cambiati: «Questo cambiamento è legato soprattutto alla speranza di vita — spiega Bernardino Fantini, storico della medicina citato nell’articolo di Barca — all’epoca, le persone sopra i 65 anni erano considerate come delle sopravvissute alla mortalità naturale. Oggi anche la morte degli anziani è diventata scandalosa». I primi casi furono probabilmente in Cina, ma dato il regime di segretezza, nel Paese le notizie dei contagi apparvero solo quando il virus arrivò ad Hong Kong. Il primo allarme in Europa fu dato dal Times di Londra, che pubblicò la notizia di una epidemia di in*luenza che si stava diffondendo ad Hong Kong, ancora colonia inglese. Anche in questo caso, furono principalmente le polmoniti virali a risultare fatali per chi veniva contagiato. Il motivo della minore letalità fu dovuto anche al fatto che molte persone di una certa età presentavano gli anticorpi della spagnola, il cui ceppo era molto simile a quello della nuova in*luenza. Sebbene l'epidemia di Hong Kong fosse associata a relativamente pochi decessi in tutto il mondo, il virus era però altamente contagioso, un fattore che facilitò la sua rapida diffusione globale. Infatti, a due settimane dalla sua comparsa a luglio, furono segnalati circa 500.000 casi di malattia e il virus continuò a diffondersi rapidamente nel Sud-Est Asiatico. In pochi mesi raggiunse la zona del Canale di Panama e gli Stati Uniti, portata dai soldati rientrati in California dal Vietnam. Alla *ine di dicembre il virus si diffuse in tutti gli Stati Uniti e raggiunse l'Italia e i Paesi dell'Europa occidentale. Anche l'Australia, il Giappone e diversi Paesi dell'Africa, dell'Europa orientale e dell'America Centrale e Meridionale furono colpiti. La pandemia si veri*icò in due ondate e nella maggior parte dei Paesi colpiti dalla seconda ondata causò un numero maggiore di morti rispetto alla prima.In Italia, un italiano su quattro *inì a letto con l'in*luenza. Contemporaneamente 13 milioni di italiani si ritrovarono colpiti da un virus in*luenzale e per cinque mila di loro la malattia fu così grave da portarli alla morte. Tra le città più colpite vi era Milano e i numeri riportati dai giornali di allora erano davvero impressionanti: «Ogni giorno 8 mila a letto con l’in*luenza», titolava un articolo del quotidiano Il Giorno datato 11 dicembre 1969. In Italia, nonostante i dati impressionanti di persone colpite, le scuole non vennero chiuse, ma venivano tenute sotto controllo mediante frequenti visite degli ispettori sanitari. Le strade, le fabbriche, gli uf*ici si erano mezzi svuotati, perché l'in*luenza trovò un Paese del tutto impreparato.
Figura 3. Corriere della Sera, 29 dicembre 1969. Fonte: https://www.ilpost.it/2020/03/08/pandemie-italia-asiatica-hong-kong/
I sintomi dell'infezione erano quelli respiratori superiori tipici dell'in*luenza, brividi, febbre, dolore muscolare e debolezza. Questi sintomi di solito persistevano da quattro a sei giorni. I livelli più alti di mortalità erano associati ai gruppi più sensibili, vale a dire neonati e anziani. Sebbene sia stato sviluppato un vaccino contro il virus, esso fu disponibile solo dopo che la pandemia raggiunse il picco in molti Paesi. Nel corso del 1969 l'in*luenza si estinse gradualmente.
Bibliografia e sitografia
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