Portfolio_Emilia Piccoli

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PORT ARCHITECTURE

FOLIO Emilia Piccoli


EMILIA PICCOLI

Il mio interesse per l’architettura trova origine nella possibilità di questa disciplina di tenere l’uomo al centro del proprio pensare. In modo particolare mi appassiona l’architettura del paesaggio, che ho studiato con maggiore profondità lungo il mio percorso di studi. Un aspetto che trovo particolarmente interessante è legato agli spazi vuoti, residuali e dismessi. L’opportunità che si apre in questi luoghi è di fondamentale importanza, prima di tutto da un punto di vista relazionale. La città, intesa come luogo in cui avvengono i fatti principali della nostra esistenza, ha la responsabilità di creare e preservare questi spazi, in cui non siamo sollecitati da sensazioni forti, da attività sincopate, ma dove la velocità diminuisce, e il ritmo del tempo segue il rallentare dello spazio. Mi piacerebbe avere la possibilità di lavorare in questo campo, di progettare per l’uomo. Sono una persona che ama approfondire le tematiche e le problematiche, capace di investigare temi importanti riuscendo a legare i principi propri delle diverse discipline. Appoggio sulla mia passione per le discipline umanistiche lo slancio progettuale. Uno strumento che mi è particolarmente caro è la macchina fotografica, punto di partenza per la comprensione di un fenomeno, prima di ogni progettualità.


INFORMAZIONI PERSONALI

ESPERIENZE LAVORATIVE

Disponibilità Gennaio 2015 Data di nascita 13 Ottobre, 1987 Cellulare +39 347 0035665 Indirizzo e-mail piccoli.emilia@gmail.com

Studio di Architettura Finotti Aprile-Maggio 2012 Ho svolto uno stage presso lo Studio di Architettura Finotti durante il mio percorso di studi, allo scopo di migliorare le mie competenze e comprendere più a fondo la professione dell’architetto. Nel corso di questo stage ho svolto prevalentemente attività di:

FORMAZIONE Laurea Magistrale in Ingegneria Edile/Architettura Università degli Studi di Trento Trento, Ottobre 2014 Diploma di Maturità Classica ad indirizzo Europeo Educandato Statale Agli Angeli Verona, Luglio 2006

LINGUE STRANIERE Italiano Inglese Tedesco

-Progettazione architettonica -Pratiche burocratiche per sanatorie -Stesura progetti in fase esecutiva -Modellazione 3D

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LO SPAZIO DELL’ALTRO Tesi di laurea. Progetto di uno spazio contemplativo nel centro di Verona. Relatori> prof.ssa Giovanna A. Massari, prof. Pino Scaglione

I CONCETTI FONDAMENTALI_Se per un momento il tempo fosse il presente e non una proiezione del passato nel futuro? Se per un momento la domanda non fosse da dove vieni e dove vai, ma semplicemente dove sei? Dove sei? L’uomo viene da sempre interpellato da questa domanda, viene coinvolto in un dialogo, e può scegliere se entrare, se fuggire, se nascondersi. Dove sei? è la prima domanda che Dio rivolge all’uomo nel libro della Genesi, dopo che l’uomo ha camminato, dopo che si è chiesto a chi appartiene, dove sta andando, a cosa deve la sua forma. La domanda successiva che ci poniamo è di che spazio ha bisogno l’uomo contemporaneo per ascoltare questa domanda e dare voce ad una risposta. L’uomo entra nel vuoto contemplativo di un parco nel centro cittadino, fa esperienza del silenzio, ascolta, osserva la realtà, fermandosi. Poi esce, rientra nel quadro da cui effettivamente non è mai uscito, e ricomincia il suo moto perpetuo. Un luogo che induce l’uomo alla domanda è uno spazio vuoto, che non impone risposte; per il tempo libero, perchè sia un tempo “umano”; che favorisca la contemplazione, come attività di ascolto di sè e dell’altro; capace di creare comunità, come sentimento di fiducia e appartenenza. GLI ARCHETIPI_La tenda dell’Alleanza, luogo contemplativo per eccellenza, viene descritta nell’Antico Testamento, libro considerato sacro nelle tre religioni abramitiche. Questo spazio è dunque un luogo in cui l’uomo occidentale è capace di riconoscersi, in quanto parte del proprio bagaglio culturale. Il luogo che nell’antichità ha sempre svolto questa funzione è il Tempio. Nella descrizione che Dio stesso fornisce a Mosè, ritroviamo la presenza di tre elementi archetipi: stanza, percorso, recinto. Un altro elemento caratterizzante i luoghi votati alla contemplazione del sacro è la natura.



LO SPAZIO DELL’ALTRO_Il progetto si propone di definire uno spazio in grado di condurre l’uomo ad ascoltare quel dove sei che lo interpella. È un luogo in cui la declinazione di stanza, percorso e recinto si propone di creare uno Spazio dell’Altro: l’Altro è l’altro tempo che abbiamo a disposizione, oltre le ore lavorative, che dà senso alla nostra vita. Ma l’Altro è anche colui che incontriamo nello spazio contemplativo, il diverso da noi perchè altro da noi. È colui che incontriamo perchè parte della comunità degli uomini. L’Altro infine è l’altra dimensione: la sfera spirituale alla quale ci avviciniamo contemplando, meditando, lasciando spazio e tempo, restando in silenzio. All’interno dello spazio dell’altro distinguiamo tra due luoghi: il Parco Incerto e il Parco Contemplativo. LOCALIZZAZIONE_L’area di progetto si trova all’interno della cinta muraria veronese, nel quartiere di Veronetta. Lo spazio per la contemplazione sorge nell’area liberata dalla demolizione delle caserme Passalacqua, nel Bastione Campo Marzio.


STANZA PERCORSO RECINTO NATURA_Il progetto si propone come cammino verso il centro, il luogo di contemplazione. La fascia di parco esterna al Bastione, detta Parco Incerto, è un luogo segnato da percorsi interrotti e ritmato dalla presenza di 6 Folies funzionali. Entrando nel Bastione si accede invece al Parco Contemplativo: la vegetazione diventa più rigogliosa e un corso d’acqua guida all’ingresso dello scavo che riporta alla luce le vestigia di una polveriera di epoca austroungarica. Sullo scavo affacciano inoltre uno Spazio per la Contemplazione e uno Spazio per l’Incontro.



Lo Spazio Contemplativo è un’area longitudinale ritmata da tre setti che ne tagliano la facciata. Internamente, una scala rivestita di legno chiaro ospita i visitatori. In questo lavoro si è rivelata fondamentale la domanda che l’ha generato. Perchè è in quella domanda che si cela la sua veridicità, perchè se l’uomo la ascolta anche lo spazio ne verrà segnato.


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L’ANTICO TRACCIATO DEL FIUME Progetto di riqualificazione dell’antico tracciato del fiume Adige. A cura di Michela Castagna, Sabina Maccabelli, Emilia Piccoli, Michele Reich Corso di Composizione Architettonica 3 Tutors> prof.ssa Emanuela Schir, prof. Juan Manuel Palerm Salazar

Il tema progettuale prevede la riqualificazione dell’antico tracciato del fiume Adige nella città di Trento. L’idea è quella di creare un percorso a partire dal Doss Trento, fino ad arrivare alle gallerie di Piedicastello. Il progetto è situato tra due situazioni opposte: città e natura-campagna. Il programma si distruibuisce gradualmente da un fronte urbano denso fino a fondersi con il paesaggio. E’ una sorta di limite e contemporaneamente di accesso alla città di Trento. Il punto di partenza del percorso è rappresentato da una sorta di “stecca” che si aggancia al Doss Trento, da cui prende vita secondo una modularità tutto il progetto. La stecca trova il suo compimento nei pressi di Ponte San Giorgio, che rappresenta l’ingresso al centro cittadino. Il ponte viene ripensato come una grande piazza, dove si può sostare. L’idea è quella di rigenerare questo spazio restituendogli un respiro pubblico: l’intera stecca diventa un centro polifunzionale. Si distribuiscono una serie di volumi secondo una densità variabile, collegati da una pensilina. Tra i volumi si va generando un vuoto, con una funzione rigenerativa per lo spazio. La griglia modulare che gestisce lo spazio deriva dalla relazione tra gli appezzamenti agricoli, che spingono da ovest e la maglia cittadina, che si sfalda nei margini della città. La modularità dello spazio permette di ricucire una marginalità sfrangiata, restituendo la dignità di luogo. Il modulo viene creato dall’interazione dei 6 livelli di pieno e di vuoto: pieno e vuoto urbani, vuoti naturali e pieni naturali La modularità è leggibile anche a livello della pavimentazione, che segue un ritmo di 1x1 metro e scandisce lo spazio. Il percorso si conclude quindi presso il ponte di San Lorenzo, dove si va ad agganciare alle gallerie di Piedicastello, di nuova riqualificazione. Nell’attraversare la città, la maglia viene riportata, ancora una volta, per ricucire lo spazio.



Vista complessiva del tracciato. Il percorso vuole fare memoria della presenza del fiume, e sottolineare la relazione tra la città e la presenza agricola che spinge dalla zona oltre l’Adige.



Vista e sezione del centro polifunzionale e dell’affaccio sulla piazza.



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M&MO PARK: Parco Eolico Progetto di un parco eolico sul Monte Bondone (TN). A cura di Michela Castagna, Emilia Piccoli. Corso di Architettura del Paesaggio Tutors> prof.ssa Laura Zampieri, prof. Claudio Lamanna

Il progetto prevede l’inserimento di tre aerogeneratori sull’altipiano della Rosta, sul Monte Bondone. Si tratta di un altipiano isolato, completamente alberato. Il progetto prevede il ridisegno dell’alberatura e il posizionamento dei tre elementi in modo da rendere fruibile lo spazio dai visitatori. M&MO significa appunto Multilevel & Multifunctional Organic Park. Il primo passo prevede lo sfoltimento dell’alberatura sull’altopiano della Rosta, che avviene seguendo l’andamento di una maglia geometrica, che a sua volta si adatta alla morfologia del terreno. Si vanno quindi a formare dei gruppi di alberi, che abbiamo definito ALBERONI, in grado di dialogare con gli aerogeneratori grazie al rapporto proporzionale. L’alberone è infatti studiato per occupare in pianta lo stesso spazio disegnato dalla massima apertura delle pale dell’aerogeneratore. Un alberone è in media formato da una trentina di abeti rossi e va a segnare i punti di intersezione della griglia. Gli alberoni vanno ad infittirsi progressivamente verso il punto della Rosta diametralmente opposto al parco eolico. L’intero parco è attraversato da un percorso, che permette di raggiungere le aree occupate dagli aerogeneratori. La costruzione del parco è stata pensata in un’evoluzione temporale che prevede tre fasi: 1_Prima fase del disboscamento graduale _strade di cantiere _inserimento 3 aerogeneratori 2_Seconda fase del disboscamento graduale _crescita della vegetazione nelle aree disboscate _installazione nuovi percorsi _costruzione di nuove aree 3_Ultima fase del disboscamento graduale _completamento del parco di progetto e parco in progress




Schema delle relazioni delle parti del parco. Le varie zone sono caratterizzate da diversi trattamenti della vegetazione e caratteri funzionali.


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TRENTINO MULTILAYER_vision for 2030 Progetto per lo sviluppo territoriale del Trentino del 2030. A cura di Paolo Callegari, Michela Castagna, Emilia Piccoli, Andrea Revolti Corso di Urbanistica Tutor> prof. Pino Scaglione

Tre livelli sovrapposti e interconnessi in un piano strategico per il Trentino Alto Adige del 2030. Dopo aver individuato i punti nodali, le eccellenze, le caratteristiche e i flussi, abbiamo proceduto con la creazione e definizione di un sistema sovrapposto di percorsi “fast” e “slow” che permettono sia di spostarsi rapidamente, sia di stabilire una relazione profonda con il territorio. Viene pensato un sistema di trasporto ferroviario come alternativa ai collegamenti “fast”. Parallelamente, una riscoperta dei percorsi “slow” porta a rivalutare il gusto del viaggio, del rapporto col paesaggio, delle pause. Lungo la rete “fast” si creano occasioni di conoscenza del territorio attraverso hot spots, punti di vista e brevi deviazioni. Questo permette di restituire identità ad ogni valle e ogni città. I percorsi “slow” sono in grado di qualificare e differenziare. E’ un tentativo di promozione delle zone meno turistiche proponendo modelli alternativi di insediamento. Il sistema ragiona su tre livelli di progettazione. Il primo, Metropoli, è una nuova rete di trasporto a nodi multifunzionali, che diventa una rapida ed efficace connessione tra poli di sviluppo ed innovazione disposti nei punti strategici del territorio del Trentino Alto-Adige. I poli sono punti focali in grado di coniugare cultura come identià territoriale, cooperazione come partecipazione attiva e comunicazione come rapido e veloce collegamento infrastrutturale e informazionale. Il secondo livello è quello rappresentato invece dalle Membrane. Si tratta di aree innovative di sosta che permettono l’interruzione temporanea del viaggio in autostrada. Rendono il transito non più un elemento avulso dal paesaggio, ma parte integrante di esso, indicatore della sua natura dinamica. Infine i Loops: si tratta di circuiti di turismo alternativo e sostenibile, pensati in aree e vallate depresse dal punto di vista turistico ed economico.



keywords TALENTO TECNOLOGIA TOLLERANZA descrizione rete di trasporto ferroviario a nodi multifunzionali target definire e comunicare le centralità, nodi della rete ed inserirle nelle dinamiche di scambio europee. creare occasioni di incontro, formazione, ricerca ed innovazione nei principali nodi della rete.

keyword TRANSITO descrizione membrane: punti di pausa lungo la rete fast target creare occasioni di conoscenza e marketing in aree di pausa di qualità e rendere possibili brevi visite del territorio circostante

keyword TRADIZIONE descrizione aree con strategie di sviluppo ad hoc target tramite un turismo innovativo e sostenibile in aree deboli, incentivare la conoscenza del territorio e il proseguimento di attività tradizionali e specifiche




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