Mensile di politica e pensieri filosofici
Il
Rivoluzionario Oggi cerco un'ora di furibonda anarchia e, per quell'ora darei tutti i miei sogni, tutti i miei amori, tutta la mia vita Renzo Novatore
SERVONO SOLDI PER LE SPESE LEGALI DEI COMPAGNI IN GALERA! Per la difesa dei quattro compagni arrestati il 27 luglio si sono rese necessarie alcune spese per avere a disposizione gli atti dell'inchiesta. Chi vuole contribuire a coprire queste spese può fare un versamento sul conto corrente di CroceNera, specificando nella causale che il contributo è per le spese legali e possibilmente inviandoci una mail, in modo da poter verificare subito l'avvenuto accredito.
DISCUSSIONE FIOLOSOFICA SUL CONCETTO DI SOVRANITA’ […] io mi ritengo e mi sono sempre ritenuto un uomo libero ed un libero pensatore da tale posso esprimere dei pensieri su determinati argomenti; ne consegue che se “cogito ergo sum” io resisto perché esisto, in questo ho esplicitato una sovranità legittima […] (Luca Brizzi, all’interno articolo “Analisi del principio di sovranità”)
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Il Rivoluzionario sbarca in america: Rubrica dagli Usa a cura di Bunny
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COMUNICATO DI TITTO DAL CARCERE Cari compagni/e, in breve riassumo gli avvenimenti che hanno comportato il mio arresto e quello di altri 3 compagni anarchici. Siamo accusati, insieme ad altri non so quanti compagni di far parte di una fantomatica associazione sovversiva. Dopo ormai più di venti giorni di carcere, mi sono deciso a mettere per iscritto ciò che penso. L'accusa specifica nei miei confronti è quella di aver collocato insieme ad un altro compagno, anche lui arrestato, un ordigno d'avanti al Tribunale di Viterbo. Le accuse sembrerebbero provate da intercettazioni ambientali. Chi in realtà ha avuto l'opportunità di leggere il decreto di ordinanza di custodia cautelare non ha potuto trattenere le risate, per le fandonie, le mistificazioni e le grossolane bugie che vi sono contenute. Non entrando nel merito dell'evidente bufala dal punto di vista accusatorio, in quanto purtroppo sono sprovvisto del dono dell'ubiquità, rivendico la mia solidarietà a chiunque lotti col cuore desideroso di una società veramente libera. Premetto che ho interrotto lo sciopero della fame dopo 16 giorni poiché dalle analisi del sangue risultava possibile un eventuale blocco renale che avrebbe comportato la dialisi per il resto dei miei giorni. Ritornando alle illazioni nei nostri confronti, accuso la Digos di Roma e Viterbo del palese accanimento nei nostri confronti. Accuso l'incompetenza e il gioco sporco adottato nei miei confronti dalla Digos di Viterbo arrivando ad inventare brani di intercettazione ambientali mai in realtà avvenute. Accuso di millanteria i responsabili di questa ennesima congiura nei confronti del movimento anarchico, volendo a tutti i costi relegare degli individui liberi all'interno di una inesistente associazione sovversiva. D'altronde si sa, quando da più di 7 anni e dopo le innumerevoli perquisizioni andate a vuoto, dopo i ripetuti ritrovamenti di microfoni all'interno di abitazioni e macchine, dopo le ore di intercettazioni e pedinamenti nei confronti dei compagni viterbesi che non hanno portato a nessuna accusa, questi geni dell'investigazione hanno dovuto dare sfoggio alle fantasia. Non si poteva andare avanti con queste brutte figure da incapaci. Per cui visto che la tecnologia non è servita a niente, la mente di questi Sherlock Holmes da due lire si sono messe all'opera. Ed ecco gettate le basi per l'ennesima inesistente associazione sovversiva. Non contenti di questo, si è falsificato qualche brano di intercettazione per poter finalmente arrestare qualche anarchico che da troppo tempo disturbava le loro tristi vite. Io dal mio canto alle loro accuse rimango indifferente. Continuerò a lottare con i miei compagni a fianco degli sfruttati, a fianco di chi muore sul lavoro per ingrossare gli agi di pochi sfruttatori, a fianco di chi lotta per rivendicare il diritto ad una casa , a fianco di chi costretto a fuggire dal paese d'origine si trova costretto a scontrarsi con la cruda realtà della repressione e del razzismo. Continuerò a lottare al fianco di chi rivendicando un mondo libero da queste atrocità viene represso e arrestato. Non farò come più di qualcuno in questi giorni mi ha detto, asserendo che la mia lotta è giusta ma inutile, perché è talmente forte il potere che affronto che ne rimarrei schiacciato. Allora dovrei essere così vile da rimanere in disparte con la mia consapevolezza di una lotta giusta, lasciando che sia qualcun altro a lottare per me? Lo trovo di una vigliaccheria deprimente. Cosciente di queste verità approfitto per salutare e abbracciare tutti coloro che hanno nel cuore il mio stesso desiderio. IL FUTURO E' NOSTRO Tittarello detenuto nel carcere delle Vallette (To) Diffuso da Croce Nera Anarchica
David SantiniLe Vallette via Pianezza 300 10151 Torino
PER LA COSTRUZIONE DI UN CORTEO DI MOVIMENTO A VITERBO SABATO 9 OTTOBRE Sgomberiamo subito il campo da possibili equivoci: non riteniamo compito esclusivo del movimento rivoluzionario occuparsi della "repressione", intesa innanzitutto come reazione dello Stato contro i compagni, slegata dal tessuto sociale in cui si opera, nell'illusione che il potere ci colpisce perché rappresentiamo una minaccia reale al sistema di dominio. Nel regime capitalistico la repressione fa parte della normalità dell'esistente. Il diritto traduce l'interesse e la volontà della classe dominante sotto forma di legge, lo Stato è la forza armata incaricata di farlo rispettare. Lo Stato -ogni Stato- esiste in quanto dittatura articolata di una classe, vive come progetto articolato di dominio, come pratica di repressione sociale e controrivoluzione, come gendarme posto a garantire il profitto da parte della borghesia. Oggi quello che configge è il diritto alla vita contro la precarietà capitalista e il sistema del salario; il sistema capitalista produce precarietà, sempre, nell'esistenza di sfruttati e proletari in tutto il pianeta. La crisi generale che attanaglia le borghesie mondiali impegnate in uno scontro interimperialistico mortale, necessita all'interno di ogni Stato della Pace sociale. Ma, nonostante l'uso massiccio di pratiche di atomizzazione, desolidarizzazione e scomposizione di aggregati sociali, nonostante la "militarizzazione" quotidiana dei rapporti tra individui e comando capitalista, è proprio questa pace sociale che gli Stati non riescono a mantenere. Oggi a finire in carcere non sono i "disadattati", gli "emarginati", ma sempre più la gente "normale", che lavora, paga le tasse ecc. ecc., e che però trova difficoltà ad arrivare a fine mese e magari -come ci dicono le statistiche dei bottegai- si arrangia nei fine settimana con "visite guidate" nei supermercati ( a quando l'organizzazione di veri e propri espropri proletari?). Oggi siamo tutti prigionieri politici! Perché prigioniero politico non è solo il compagno represso per la sua attività militante, ma prigionieri politici sono tutti i proletari repressi da questo sistema economico e politico che per mantenere i propri profitti ci costringe alla miseria e all'oppressione. Un "amico di Ludd" ha recentemente scritto: "Se siamo un detonatore, scopo del potere è quello di isolarci da ogni materiale esplosivo, cioè da ogni contesto sociale di lotta. Noi dovremmo fare -con la parola e con l'azione-l'esatto contrario". Noi dovremmo quindi essere interni alla classe e alle istanze che esprime come pesci nell'acqua; organizzare "sabotaggio sociale" nei confronti del comando capitalista, tenere presente che il principio guida di ogni lotta immediata è quello dell'autonomia dal ciclo produttivo, sì da rimandare e prefigurare -nel proprio svolgimento- la critica rivoluzionaria al sistema del lavoro e del salario; non perdere di vista, anche dentro ogni battaglia tattica, il nostro fine ultimo: l'abolizione degli attuali rapporti di produzione e quindi dello Stato, del lavoro, del denaro, della proprietà privata, della famiglia. L'iniziativa che proponiamo di conseguenza non è non può e non vuole essere la risposta allo stato delle cose, al vento repressivo e al puzzo di galera intorno a noi, bensì una delle risposte che, a partire dai propri territori, competono ai compagni e al movimento rivoluzionario; a maggior ragione non si configura espressamente come un corteo per la liberazione dei compagni arrestati, e specificamente per i compagni di Viterbo, dato che la risposta dovrebbe configurarsi ben più alta e convincente. Quello che riproponiamo è una proposta per l'unità d'azione delle componenti rivoluzionarie, al di là di dottrinarismi e ideologismi, per rilanciare con ogni mezzo necessario l'attacco agli Stati e al Capitale. LIBERTA' PER TUTTI I PROLETARI E I COMPAGNI DETENUTI! FUOCO ALLE CARCERI! ONORE A TUTTI I COMPAGNI CADUTI COMBATTENDO CONTRO LO STATO E IL CAPITALE! Anarchici a Viterbo Comitato cittadino contro il carcere e la repressione sociale di Viterbo Assemblea di preparazione e discussione domenica 12 settembre ore 10 (reali) presso il Comitato G. Faina La sede del comitato "G.Faina" si trova in via Gaetano Martino n° 33, zona Serpentara (Roma). Per raggiungerlo con l'autobus si possono prendere le linee diurne "90" e "92" oppure la linea notturna "60"(Tutti e tre gli autobus partono da Roma Termini). Per chi viene in macchina: uscire dal raccordo all'uscita Salaria, prendere per Bel Poggio-Fidene, andare verso Fidene e imboccare via Radicofani; raggiungere e superare Pza dei Vocazionisti proseguendo per via Titina De Filippo, superare il semaforo: la successiva 1^ a sinistra è via Martino. Essendo senso vietato girare a sinistra al successivo incrocio, arrivati al bivio andare verso sinistra e arrivare al n° 33.
Altro materiale da Paolo Dorigo sugli Mk-Ultra
SINTOMI E SISTEMI ARTIGIANALI DI MASCHERATURA DEL SUONO CHE ATTESTANO LA PARTICOLARE RICETRASMISSIBILITA DELLE ONDE CEREBRALI DELLO SCRIVENTE Il disturbo effettivo, cioè il sentire le voci di chi mi tortura – e non le allucinazioni uditive – è copribile in alcuni casi per dieci-quindici secondi, anche se loro riescono sempre ad “ascoltare” ciò che penso ed a capire ciò che faccio, leggo o scrivo, tra questi: 1) con il getto dell’acqua della doccia sull’orecchio sinistro o destro; 2) producendo un suono simile a certe declamazioni yoga, come OO-OOMMMMMM, facendo vibrare i denti a labbra socchiuse; 3) producendo in cella varie forme di mascheratura audio contemporanee, con radi-cassette e televisione; 4) scassandosi l’udito tenendo in cuffia ad alto volume una trasmittente radio di parlato, più che di musiche; 5) secondo la causale interferenza data da un apparecchio 3M Curino Light XL 1000 agli ultravioletti per la saldatura delle otturazioni in cemento sintetico, utilizzato dal dentista dr. Testaguzza il 7.92002, che operava sui 50-60 Hz; interferenza avvenuta quando la canna in teflon dell’apparecchio ha toccato la parte dentale della mia bocca producendo vibrazioni tali da coprire completamente queste voci. 6) Il 8.8.2002 è stata fatta una verifica, riscontrando artigianalmente con un tester la presenza di segnale elettrico di circa 2 Hz nell’orecchio sinistro; l’episodio fatto anche su altri detenuti, ha avuto su questi invece, esisto negativo, cioè assenza di qualsiasi segnale elettrico. 7) Il 27.11.2002, recandomi in furgone de Pisa dove avevo effettuato l’EEG sino a Spoleto, dopo aver ottenuto per 10secondi lo spegnimento della radio del furgone, il suono della voce che mi parlava divenne quasi impercettibile. Riaccese luci e radio del furgone, torno tutto come prima, l’allucinazione continuava. [Il DAP prevede storicamente da sempre che durante i viaggi dei detenuti pericolosi in senso “sia attivo che passivo” si tenga la radio spenta, come ho potuto leggere anche recentemente nel foglio di disposizioni appoggiato sul tavolino dell’ufficio dove si svolgono le perquisizioni prima delle traduzioni. Invece le guardie spoletine adottano una misura del tutto diversa, la tengono sempre accesa durante il viaggio e tengono sempre nelle mie vicinanze la propria ricetrasmittente multiforme a portata di un paio di metri al massimo da me, solo raramente allontanandosi chi la ha in mano. Peraltro durante la traduzione del 12.10.2002 da Spoleto a Sulmona una guardia mai vista postasi di fronte alla mia gabbietta ha preso una borsa dalla scansia metallica superiore, la ha appoggiata alla sedia, la ha aperta, ha estratto una radio scanner con pochi tasti e la ha rimessa a posto, appoggiata di schiena su una base lasciandola senza altro sopra fini a la cerniera della borsa, affiancata a un telefonino acceso. Questo elemento mi fece pesare che chi mi spiava delegava la riproduzione del segnale durante la traduzione ad una sola guardia di quelle della scorta, probabilmente al capo-scorta. Andando da Spoleto a Livori il 14.5.2004, ho notato una borsa delle stesse dimensioni e forma a quella del 12.10.2002 posta a sinistra del posto a sedere del capo-scorta. Inoltre, sbirciando, ho potuto notare una specie di GPS posizionale che le led cambiava numero, espresso in km, una cifra di 6-7 numeri iniziante per 3, MA SUBITO DOPO CHE LO HO NOTATO, IL CAPO-SCORTA HA SPOSTATO LA GAMBA DAVANTI IL CRUSCOTTO COME SE CHI MI SPIAVA LO AVESSE INFORMATO SENZA CONFERIRE PAROLA CON NESSUNO (dopo circa un minuto). QUESTO GENERE DI COINCIDENZE E’ MOLTO FREQUENTE A SPOLETO. 8) Se rimango nel bagno della cella con la porta di legno chiusa per alcuni secondi apprezzo un calo di volume, che si riscontra anche nell’aria o negli altri locali aperti, come nelle scale rispetto alla cella. 9) Quando faccio la doccia se facci arrivare il getto dentro l’orecchio destro o sinistro, annullo quasi completamente le “voci”, che tornano appena sposto il capo. 10) Riesco a coprire per alcuni secondi il disturbo uditivo dopo che ho ascoltato musica a tutto volume in cuffia oppure dopo che ho tenuto accesa la radio desintonizzata tra due canali diversi di modo da produrre un suono sporco. 11) Utilizzando un programma in ambiente Windows, GoldWave, portando il disturbo musicale in cuffiail più possibile vicino alla frequenza radio dei miei disturbatori, giungo quasi a coprire il disturbo, ma non del tutto, perché il programma non scende sotto i 20 Hz, e rimanendo attorno agli –10 / -20 dB. 12) Un’atra prova della presenza in me di una trasmittente p che quando cerco di settare il telecomando della televisione (del tipo più univerlase e semplice, specificando il codice corrispondente al tipo di televisore, normalissimo 14” a colori), se non mi metto i guanti di pelle non riesco a dare il codice e il led rosso attesta che passano molti più segnali radio della semplice pressione del tasto corrispondente al numero del codice, con le dita (telecomando tipo SIMPLEX VISA electronics).
Discussioni
ANALISI DEL PRINCIPIO DI SOVRANITA’ Cominciamo da questo numero una discussione filosofica sul concetto di sovranità. Ad aprire il dibattito, che continuerà nel prossimo numero e nei successivi, è Luca Brizzi che ha già scritto su Il Rivoluzionario numerose volte e che ha proposto questo dibattito. Per intervenire mandare un’e-mail all’indirizzo marcofrancesca2001@libero.it In un numero di Libertaria Moni Ovada concesse un’interessantissima intervista al mio amico Tullio Zamperi. In questa intervista Moni Ovada disse che la Torah ebraica porta verso una “confederazione anarchica di liberi pensatori”. Nell’intervista l’artista Yddish espresse una sovranità di diritto. In tal senso la sovranità esprime un diritto questo porta ad un normale problema di libertà. Da buon ebraico quale è Moni Ovada esprime una posizione legittima. Basti pensare che il primo codice usato a livello diffuso aveva un’impronta ebraica. A tal proposito Marx non tradì le sue origini giudaiche, infatti selle pagine della “Questione Ebraica” Marx disse senza mezzi termini che nonostante il suo ateismo accentuato il decalogo esprimeva una “costituzione di fatto” che era stata nei secoli un “punto di riferimento”. Robert Paul Wolff in questo senso definisce una autogiurisdizione del fai da te con cui l’individuo esprimeva una sovranità tale da includere in essa la denuncia dell’ingerenza statale della società. Nell’anarchismo filosofico influisce il radicalismo morale libertario di John Simmons anche se genuinamente volontarista non rinuncia in accordo con Kropoktin ad un rigido positivismo scientifico.
In risposta a questa base attuale americana in Europa emerge una definizione di anarchia positiva e anarchia negativa. La sovranità espressiva divide le due contestualizzazione delle due anarchie. Ad esempio quando Luigi Cornovaglia nella “Sovranità dell’Individuo” definisce l’anarchia socialista come positiva e quella capitalista come negativa. Lo fa con tutto il carico intellettuale sovranizzante di cui è cosciente. Quello comunque che crea maggiore difficoltà non è la divisione tra anarchia positiva e anarchia negativa, quanto quello di riuscire a pianificare una riedificazione radicale e pragmatica di cose e persone. Indi ne consegue che la riequilibrazione di determinate strutture umane passa attraverso ad una definizione di anarchia distruttiva e anarchia creativa. Il cristianesimo popolare tolstoiano fa in tal senso con un orizzonte profondamente libertario (pur diffidando dalla montante industrializzazione del tempo) del pacifismo un valore pacifista. Questo esprime un’altra sovranità individuale di diritto legittimo; a tal proposito sarebbe molto più semplice capire, la situazione storica attuale, una volta sbloccato il
ridondante meccanismo sloganista delle classi subalterne senza che esse avanzino anticipatamente dalle ipotesi di demassificazione delle suddette. Per fare un esempio io mi ritengo e mi sono sempre ritenuto un uomo libero ed un libero pensatore da tale posso esprimere dei pensieri su determinati argomenti; ne consegue che se “cogito ergo sum” io resisto perché esisto, in questo ho esplicitato una sovranità legittima. Per fare un esempio prendiamo un lavoratore con stipendio basso e un senza fissa dimora. Se il lavoratore ha una casa e uno stipendio esso può permettersi la sacrosanta libertà di prendersi ogni tanto una birra in più al pub; mentre un senza fissa dimora potrebbe permettersi di svegliarsi a qualsiasi ora lui voglia. Entrambi esercitano due sovranità diverse poiché essi sono sostanzialmente diversi tra loro. Per fare un altro esempio se io commetto un atto illegale contro qualcosa di nocivo per il genere umano verrò…naturalmente punito. Ciò denota che io ho chiesto un certo tipo di sovranità basata sull’abolizione di quella nocività, ma il dominio ha espresso una sovranità più forte in quanto tale; ed è per questo che l’anarchia io la definisco un “nonpotere attivo” mentre l’attuale sistema (non riedificato radicalmente e
pragmaticamente) di cose e persone è sicuramente gestito da un potere coattivo. Potere quindi che ha una sovranità spersonalizzata dalla sua umana eticità. Questo ha di fatto un vero e proprio passivismo delle masse nella coattività del potere stesso. L’ipotesi risolutiva per me non sta tanto nella transdistruzione (concetto bakuniano) quanto con la non collaborazione con “l’orwelliano grande fratello”. Ed è in questo e solo in questo che io non vi vedo nulla di negativo ne di distruttivo. E’ mia umile e modesta convinzione che la sovranità sia un principio importante solo quando però le condizioni umane non migliorano; ma questo è possibile con la più totale criticità egli individui. Henry David Toreau con la sua “civil desobbedience” non solo esprime il suo singolare libero arbitrio da buon quacchero (e quindi da cristiano) quale era in America, ma sapeva unir anche esperienza spirituale con esperienza materiale. Se quindi i movimenti di contestazione hanno accolto soltanto oggi la prassi americana di analisi critica gli stessi movimenti hanno dimenticato che la sovranità come principio di soluzione era posta come individuale e non come sociale (Non-violent Anarchist Workers Group, San Francisco 1968).
E’ in questa direzione che gli anarchici americani Joshia Warren e Ben Tucker per essendo profondamente individualisti si definivano socialisti libertari e mutualisti pacifisti. Questo per loro fu un’operazione assai complicata in quanto è vero cavalcarono l’onda delle conquiste positive della Rivoluzione Americana e quindi della Dichiarazione di Indipendenza, ma tutto ciò era liberamente ispirato al pensiero liberale. Con questo si evince che la “liberale libertà di pensiero e di associazione” venivano utilizzate anche dal socialismo liberoscambista americano. Per ciò non dovrebbe stupire più di tanto quella dichiarazione che da buon intellettuale quale era Camillo Berneri rilasciò sulla gobettiana “RIVOLUZIONE LIBERALE” in cui egli affermava “che gli anarchici erano i liberali del socialismo”. Da questo si riesce a capire come mai molti anarchici organizzatori e non fecero fronte unico con il movimento giellista dei fratelli Rosselli. E’ per questo che i soreliani Arturo Labricola, Filippo Corridoni e i fratelli Deambris espressero una loro personal sovranità propagando l’interventismo rivoluzionario; questo decretò nell’USI un’incompatibilità totaletra interventismo e sindacalismo. Tuttavia alcuni slogan soreliani continuarono a permanere ancora quando Armando Borghi
“anarchico spontaneista” era diventato Segretario Generale della prima Confederazione Anarcosindacalista d’Italia. Questo si presentò come un esempio storico pratico di scontro tra sovranità essenziali per il possesso del progette sovversivo e del conflitto sociale (termine di Cosimo Scarinzi). Tuttavia il connubio soreliano tra sciopero generale e violenza proletaria è oggi decaduto dal momento in cui l’esistenza di del “proletariato” ha smesso d’aver ragion d’essere. E’ discrezione dell’uomo intendere la situazione che vive oggi come meglio crede; ma….non dimentichi l’uomo…che la vita…è sua che la deve difendere dalle amenità che la opprimono. In conclusione questa analisi del principio di sovranità può essere complete o incompleta ma è solo l’insieme più lucido dei miei pensieri.
In fede saluti socialisti libertari da Luca Brizzi.
E’ mia umile e modesta convinzione che la sovranità sia un principio importante solo quando però le condizioni umane non migliorano; ma questo è possibile con la più totale criticità egli individui
STATI UNITI d’AMERICA L’America che era degli Indios unita per convenienza Sono qui per scrivere il dietro le quinte. Non la bella America Statunitense (bisogna precisare), quella che il mondo invidia dallo schermo piatto della televisione, o quella divinizzata da Oriana Fallacci ; non mi permetto neanche di fare falsa informazione nell'altro senso, perché non sono estremista e non voglio cadere nello stesso errore degli imperialisti americani. Io proverò a raccontarvi la realtà. Quello che vedo con i miei occhi, poveri e ignoranti, cercando di abbattere qualsiasi pregiudizio in favore di chi in USA ci e' nato per errore. La vera e comune America Statunitense, fatta soprattutto di quotidianità , per capire qual' è il nesso logico collega un mondo di benessere e illusioni alla rovina del mondo. Spesso mi sono chiesta cosa davvero hanno in mente, cosa li spinge, al di là dei potenti e dei loro interessi che noi tutti conosciamo, a dichiarare guerra così facilmente. Oppure mi chiedevo: qualcuno da quelle parti sa dello scempio della Nestlè in Africa, cosa succede nei laboratori delle loro case farmaceutiche? Qualcuno di loro sa cosa succede nel mondo mentre loro hanno macchine giganti perché il petrolio costa come il pane, per esempio? Questa e' la mia occasione per vedere veramente e scoprire (sebbene anche qui l' informazione sia pessima) cosa c' è di fondo. Al consolato dell' Ambasciata Statunitense, un uomo seduto in una sala d' attesa, attende.Circa quattro ore. Con se porta certificati vari, modulo d' ammissione tipo lavorativo, passaporto e fotografia. Ha l' aria nervosa, quasi imbronciata, ma se qualcuno lo guarda, lui sorride e a quel punto le sue rughe diventano fossette e guance paffute.Adesso ha l' aria speranzosa. Di certo e' qui per qualcosa di importante, non si va a chiedere il visto se non se ne ha bisogno; non si cambia paese se non per qualcosa o qualcuno di importante per la propria vita. E' il suo turno. Si alza di scatto dopo la lunga attesa e come uno studente all' interrogazione molleggia su e giu' raggiungendo lo sportello di registrazione. Consegna le carte, firma e si appresta a registrare le impronte digitali. La signorina oltre il vetro lo blocca. Con voce cortese, l' accento inglese e un tono tranquillo. Lui si avvicina al vetro, ascolta e senza fiatare se ne va all' uscita. Lo ho visto dalla finestra dare calci a cartacce lungo il marciapiede. Qualche minuto e si sparge la voce: gli e' stato negato il visto perché aveva a che fare con Rifondazione Comunista.....e allora? E allora dall' undici settembre duemilauno comunisti e socialisti sono alleati di Bin Laden e dei terroristi Islamici, il visto per gli USA, anche se si tratta di sei mesi, non gli e' permesso. Hanno rimesso in vigore le leggi della Guerra Fredda. Succede nel paese considerato più democratico del mondo ( ammesso che democrazia significhi giustizia, per me significa totalitarismo della maggioranza )! Di cosa hanno paura? Che i comunisti gli mangino i bambini? Io osservo, non faccio altro. Tenterò di farlo fare anche a qualcun' altro, qua oltre oceano. Appena riesco a parlare decentemente, cosa che adesso non so ancora fare bene.
Bunny
Cronaca della Festa Antimilitarista di Zeri, delle azioni dirette, dei dibattiti, delle manifestazioni di piazza. Un magnifico fine agosto ha accompagnato i quattro giorni della Festa Antimilitarista, svoltasi dal 26 al 29 in località Coloretta di Zeri, tra le montagne della Lunigiana. Dopo la lunga serie di dinieghi dell’amministrazione di Filattiera, dove avrebbe dovuto svolgersi la manifestazione cui i compagni locali hanno risposto con l’occupazione per 24 ore della sala del consiglio comunale della cittadina, la festa è stata spostata una ventina di chilometri più in là nella bella cornice di Zeri. Gli antimilitaristi sono stati lì accolti con sostanziale favore dalla popolazione: numerosi sono stati coloro che hanno partecipato ai dibattiti, ai concerti, alle cene. Non è mancato chi ha contribuito con una cesta di prugne del proprio frutteto e chi ha messo a disposizione il trattore per portare le attrezzature più pesanti. Sono stati quattro giorni di incontro cui hanno preso parte compagni dal Piemonte alla Sicilia, scambiandosi esperienze, idee, costruendo relazioni nuove e consolidando le vecchie. I momenti di approfondimento sulla guerra, il militarismo, il montante nazionalismo hanno visto ogni giorno una partecipazione attenta e vivace. Non sono mancati i momenti di controinformazione sul territorio con i due presidi svoltisi nelle mattinate di venerdì 27 e sabato 28 nei marcati di Villafranca e Pontremoli, nonché numerose azioni dirette sul territorio miranti a segnalare alla popolazione l’asfissiante presenza militare nella zona. La Lunigiana, coi suoi castelli e i suoi paesaggi ameni, in realtà è uno dei territori maggiormente militarizzati d’Italia. Oltre al porto della vicina La Spezia che accoglie sottomarini atomici, ai cantieri che costruiscono dragamine e cacciatorpediniere, risalendo il Magra vi sono i depositi dell’entroterra di armi “segrete” fra le quali non è pura fantasia immaginare quelle nucleari leggere e pesanti. Fabbriche di esplosivi e d’armi, poligoni di tiro ove si sperimentano anche i “nuovi” metalli (uranio impoverito), depositi di munizioni, campi di addestramento, cisterne per il carburante, nonché una misteriosa ed inaccessibile discarica di rifiuti tossici, campi di addestramento ad uccidere anche all’arma bianca. La cartina riprodotta sotto è sicuramente riduttiva rispetto alle aree effettivamente dedicate al militare. Nonostante il robusto rafforzamento della sorveglianza da parte di polizia, carabinieri e della stessa Marina Militare, installazioni militari, monumenti ai caduti, campi di addestramento, viadotti dell’autostrada sono stati visitati dagli antimilitaristi che vi hanno apposto striscioni, targhe e manifesti. Giovedì 26 agosto, giornata di apertura della Festa, dopo l’ultimazione dei preparativi sono cominciati gli arrivi dei compagni e le prime incursioni dei ragazzi del paese venuti a curiosare. Buon successo ha riscosso la mostra di manifesti antimilitaristi curata dall’Archivio Storico della Federazione Anarchica Italiana. In serata cena e concerto hanno scaldato l’ambiente. In nottata l’ingresso del Campo di Addestramento della “Folgore” dell’area “Boceda” è stato visitato dagli antimilitaristi che vi hanno apposto una grossa targa con la scritta: “Campo addestramento assassini”. Nella stessa serata sul monumento ai caduti di Aulla è stato apposto un grosso manifesto con la scritta “Morire per la patria… morire per niente”. A Villafranca, dove la mattina successiva si è tenuto in piazza un presidio di controinformazione, il tronfio monumento fascista dedicato all’aviazione è stato decorato con una scritta analoga. Tutte le iniziative sono state siglate F.A.I. Venerdì 27 agosto, dopo il presidio mattutino, il pomeriggio ha preso il via il primo dei momenti di approfondimento e confronto previsti dal programma “Antimilitarismo: storia, ragioni, progettualità”. L’assemblea è stata aperta dai due interventi di Italino Rossi, storico e studioso del movimento anarchico e Maria Matteo della redazione del settimanale Umanità Nova. Rossi ha posto l’accento sulla storia dell’antimilitarismo di segno libertario che si è intrecciata con quella del movimento di emancipazione sociale, sfociando in grandi eventi quali la “settimana rossa”. Figure esemplari come quella di Augusto Masetti che rifiutò la guerra, ammutinandosi e sparando al colonnello del proprio reggimento sono state disegnate con grande precisione ad una platea attenta e partecipe. Matteo si è altresì soffermata sulla progressiva
modificazione del paradigma bellico che ha visto delinearsi “l’intervento di polizia internazionale” (prima guerra del Golfo), poi il mostruoso ossimoro della “guerra umanitaria” (guerra del Kosovo) per finire con la guerra “giusta”, la guerra permanente contro il terrorismo inaugurata da Bush II in Afganistan e poi proseguita in Iraq. Matteo ha sottolineato come il continuo misconoscimento delle ragioni delle guerre e delle reali poste in gioco abbia un necessario contraltare nella propaganda nazionalista e patriottica con la quale si vuole costruire il consenso alla mostruosità bellica. In serata il gruppo di Marco Bellagamba ha dato vita ad un vivace concerto che ha riscaldato l’aria frizzante della sera. Nel corso della nottata il piazzale/parcheggio limitrofo alla stazione ferroviaria della città di Aulla, recentemente dedicato ai “martiri di Nassiriya” è stato ribattezzato piazza “Vittime del militarismo”. Successivamente una macchina con a bordo alcuni antimilitaristi presenti alla festa di Zeri è stata fermata dai carabinieri della stazione di Aulla. I cinque compagni sono stati identificati e trattenuti per un’ora e mezza. Dopo la perquisizione dell’auto e le foto fatte ai manifesti trovati a bordo, i compagni hanno potuto allontanarsi senza che venisse sollevata loro alcuna contestazione. La giornata di sabato 28 si è aperta con una manifestazione a Pontremoli in piazza Unità d’Italia, affollata per il mercato. Sono stati distribuiti volantini sulla militarizzazione del territorio e lanciati slogan antimilitaristi. Al termine i compagni hanno attraversato in corteo la piazza ed hanno raggiunto il monumento ai caduti la cui lapide commemorativa è stata ricoperta dalla scritta “Morire per la patria? Morire per niente!”. La piazza stessa è stata intitolata alle vittime del militarismo. Durante le prime ore del pomeriggio sull’autostrada A15 che collega La Spezia a Parma, al km. 82 sul viadotto “La macchia” sovrastante il Campo di addestramento della “Folgore” all’ex polveriera di Boceda, è comparso uno striscione di circa 7 metri con la scritta “Addestramento Killer della ‘Folgore’” ed una freccia ad indicare il posto. A Monti di Licciana sulla strada per il passo del Lagastrello c’è la zona militare “Mariconvers” le cui attività non sono note ai comuni mortali. Sulla strada, come di consueto per questo tipo di installazioni della Marina Militare, appaiono edifici dimessi, mentre la base vera e propria è poco visibile nell’interno. Sulla recinzione esterna di “Mariconvers” sabato pomeriggio ha fatto la sua comparsa, proprio accanto alla scritta “zona militare – divieto di ingresso” uno striscione con scritto “Né Stati, né eserciti – FAI”. Nel pomeriggio l’assemblea dedicata a “Guerre globali: dalla guerra umanitaria alla guerra permanente” è stata particolarmente affollata. Molto apprezzato l’intervento di Salvo Vaccaro, studioso di geopolitica e collaboratore della stampa anarchica. Vaccaro, dopo aver delineato un quadro dei conflitti in corso e delle poste in gioco, ha offerto numerosi spunti per un dibattito sulle strategie di opposizione alla guerra ed al militarismo. Ne è seguita una discussione ad ampio raggio protrattasi sino a tardi. In serata, dopo una cena come sempre ottima preparata dai compagni del gruppo cucina, la festa è proseguita con il concerto della a-band. Domenica 29 agosto Stefano Raspa del “Comitato Unitario contro Aviano 2000” e Andrea Licata, studioso di tematiche antimilitariste hanno introdotto l’assemblea sul tema: “Guerra interna: dal welfare al warfare. Militarizzazione del territorio, esercito professionale, propaganda militarista e nazionalista”. Raspa si è soffermato sulle problematiche inerenti alla definitiva costituzione di un esercito professionale e sulla propaganda per l’arruolamento, Licata ha illustrato una propria ricerca sulla militarizzazione dell’ateneo goriziano. Ne è scaturito un lungo dibattito. Nel pomeriggio, chiusi il bar e la cucina per consentire la partecipazione di tutti, si è svolta l’assemblea conclusiva, mirante a delineare i prossimi appuntamenti dell’“Assemblea Antimilitarista ed Antiautoritaria”. Nei mesi uscirà un opuscoletto rivolto ai giovani delle scuole superiori, quelli più soggetti alla martellante campagna di arruolamento dell’esercito: la pubblicazione sarà agile e semi-gratuita. Un momento per tutti importante sarà l’opposizione alle celebrazioni militariste del 4 novembre, la costruzione di una campagna contro la prossima finanziaria di guerra, e la partecipazione alla manifestazione nazionale anarchica contro la Nato promossa dal Coord. Anarchico Veneto per sabato 13 novembre a Mestre. Il prossimo incontro dell’Assemblea Antimilitarista ed Antiautoritaria è fissato a Torino (corso Palermo 46) per domenica 5 dicembre.
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