ROBERTO ALLEGRI
NATUZZA EVOLO
UNA VITA TRA I MIRACOLI
anteprima
Progetto grafico e copertina: Valerio Ercolani
© Mimep-Docete, 2019
ISBN 978–88–8424–573-1
Casa Editrice Mimep-Docete via Papa Giovanni XXIII, 2 20060 Pessano con Bornago (MI) tel. 02 95741935; fax 02 95744647 info@mimep.it; www.mimep.it
Ai miei figli Francesco, Emma e Gabriele che stanno crescendo sani, puliti e attenti alle necessitĂ di chi ha bisogno. Siete il mio faro.
CAPITOLO 1
Una persona straordinaria
N
atuzza Evolo, la mistica calabrese di Paravati scomparsa nel 2009 e di cui è aperto il processo di beatificazione, sarà una santa attualissima. Perché attualissimo è il mistero che ha caratterizzato tutta la sua vita. Natuzza è stata infatti una testimone quotidiana della reale presenza dell’aldilà. Argomento affascinante, fondamentale per la fede cristiana. E che Natuzza non si è limitata a spiegare o raccontare ma, come vedremo nelle pagine che seguono, lo ha invece incarnato in modo incredibile ed eclatante. La vita dopo la morte, per i cristiani, è un punto fermo nella fede. La domenica a Messa, nel Credo, recitiamo: “aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà”. Ci basiamo con convinzione su quanto ha detto Gesù che ha promesso “nuovi cieli e nuova terra”. Ma ugualmente 7
ci poniamo domande che non derivano dal dubitare quanto dalla nostra umana richiesta di certezze. Come sarà la vita che verrà? Come saremo? Che aspetto avremo? Potremo avere contatti con il mondo terreno, con i cari che lasceremo in questa vita? Le risposte si trovano nel Vangelo e nel Catechismo. Ma è entusiasmante quando sono i santi stessi a raccontarcelo. Nella storia, tanti grandi santi hanno avuto visioni dell’aldilà e poi ne hanno scritto lasciando pagine di struggente bellezza. Dandoci la consolazione di non essere mai soli. Natuzza Evolo, queste visioni le ha avute per più di settant’anni. Ogni giorno, da quando era una bambina, ha visto i defunti e ha parlato con loro. E nel modo più naturale possibile, ha posto loro domande, ricevendo risposte. Natuzza vedeva i defunti come gente in carne e ossa tanto che faticava a distinguerli dai vivi. Testimoniava quindi, “certificava” il fatto che dopo la morte esiste davvero una realtà diversa, eterna, bellissima, fatta di una compenetrazione assoluta con Dio. Tutto questo può apparire ai limiti della fantascienza. Ed i numerosi fenomeni che si verificavano attorno a Natuzza sembrano proprio uscire 8
dalla fantasia di un romanziere. Ma se la Chiesa, che per quarant’anni è stata diffidente nei confronti di Natuzza, ha deciso ora di aprire il processo per la sua beatificazione, vuol dire che ha preso in seria considerazione la sua vita e la sua testimonianza. Per incredibili che possano essere. L’esistenza di Natuzza Evolo, che è diventata nota al grande pubblico solo a partire dalla metà degli anni Ottanta, è stata caratterizzata dalla presenza di fenomeni stupefacenti. Natuzza aveva continue visioni estatiche durante le quali vedeva e parlava con Gesù, la Madonna, i santi, gli angeli. Andava spesso in bilocazione: pur restando ferma in un luogo a condurre la vita di sempre, si trovava contemporaneamente in altri posti. E nel farlo, era perfettamente cosciente, vigile. Si manifestavano in lei le inquietanti e misteriose “emografie”: su qualsiasi tessuto posto a contatto con il suo corpo, in un batter d’occhi si formavano complicati disegni fatti di umore sanguigno, che rappresentavano Gesù, la Madonna, i santi oppure scritte religiose in diverse lingue, lingue che Natuzza non poteva conoscere essendo analfabeta. Inoltre, durante la Quaresima, sul suo corpo apparivano impressionanti piaghe sanguinanti che peggioravano durante la 9
Settimana Santa. Il Venerdì Santo poi, Natuzza riviveva tutte le fasi della Passione di Cristo, soffrendo terribilmente. E alle 15, ora della morte di Gesù, il suo cuore si fermava per una decina di minuti. Tutto questo, sotto il controllo dei medici. C’è insomma di che restare a bocca aperta. Il 6 aprile 2019, la Chiesa ha iniziato ufficialmente il processo per la beatificazione di Natuzza, un cammino che la porterà a diventare beata e probabilmente anche santa. La Chiesa non ha certo preso questa decisione a causa della fenomenologia che ho elencato. Sappiamo bene infatti che il candidato alla santità viene preso in considerazione non tanto per i carismi ricevuti da Dio quanto per ciò che ha compiuto durante l’esistenza, per come ha vissuto mettendo in pratica i doni e le virtù cristiane. E questo, come vedremo, Natuzza Evolo lo ha sempre fatto in maniera esemplare, vivendo umilmente senza mai cercare la notorietà e dedicandosi ogni giorno agli altri. È stato calcolato che, negli anni, Natuzza deve aver incontrato milioni di persone, accogliendole nella sua modesta casetta di Paravati, ascoltandole, confortandole, portando loro l’amore di Gesù. Sempre pronta ad aiutare il prossimo sofferente. 10
Natuzza aveva il cuore colmo di quell’amore tipico dei grandi santi, che la spingeva ad abbracciare tutti gli esseri viventi, con particolare attenzione verso coloro che soffrono. Proprio per questo, nell’editto di monsignor Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, scritto per annunciare l’apertura del processo di beatificazione, si legge: “La fama di santità della serva di Dio, mamma esemplare di cinque figli, è viva tra i fedeli di questa diocesi e aumenta sempre di più. Le virtù, che tutti ammiriamo, il suo sconfinato amore per il cuore di Gesù e per il cuore immacolato di Maria rifugio delle anime, oltre che per i poveri e i bisognosi, l’accettazione della sofferenza eroica sul modello del Crocifisso, la sua fede incrollabile ed il profondo senso di obbedienza alla Chiesa, ne sono la chiara testimonianza.” È “l’intera Natuzza Evolo” a procedere verso la santità, con la sua vita di dedizione al prossimo e alla preghiera. Ma anche con le stimmate, le bilocazioni e quel suo conversare coi defunti come fosse la cosa più normale del mondo. Su questi aspetti la Chiesa non esprime giudizi ma è chiaro che non li ritiene frutto della fantasia o di qualche patologia mentale, come si era ipotizzato per Natuzza a partire dagli anni Trenta. Altrimenti non 11
avrebbe iniziato l’iter della beatificazione. Non sarebbe possibile infatti candidare una persona alla santità specificando però che alcuni aspetti della sua vita sono da ritenersi falsi o dubbi. Tutto ciò ha una conclusione bellissima, che rappresenta il tema delle pagine che seguono. E cioè che sulla terra, fino a pochi anni fa, è esistita una persona straordinaria, un vero dono del Cielo, che è stata testimone diretta e quotidiana della presenza concreta dell’aldilà. Di una dimensione cioè non relegata solo nel futuro ma di una realtà che, in modo misterioso, compenetra la vita di tutti anche oggi, ogni giorno. Per i credenti è ribadire l’incanto della Comunione dei Santi. E per chi non ha il dono della fede, significa avvicinarsi all’aspetto più nascosto e misterioso della vita, inspiegabile ma non per questo meno affascinante. Io non ho conosciuto di persona Natuzza Evolo. Ma è come se lo avessi fatto. Ne ho infatti sentito parlare innumerevoli volte da mio padre Renzo Allegri. Lui, ora anziano giornalista, alla fine degli anni Settanta era stato incaricato dal giornale per cui lavorava, il settimanale GENTE, di scrivere una serie di articoli su Natuzza. Per questo era andato a Paravati, aveva incontrato Natuzza e ne era diventato amico. I suoi articoli poi con12
tribuirono a farla conoscere al grande pubblico e a divulgare in questo modo il suo messaggio. In archivio, nel seminterrato della casa dove la nostra famiglia ha abitato insieme per molti anni, ho trovato gli appunti di mio padre, i suoi vecchi articoli, la trascrizione delle lunghe interviste registrate che aveva fatto a Natuzza. Quel materiale, insieme ai suoi ricordi, rappresentano l’ossatura di questo libro. Il mio intento è stato presentare la figura di Natuzza Evolo nella sua interezza: persona, donna e madre ma anche fenomeno inspiegabile, mistica e candidata agli onori degli altari. Ho cercato di farlo con semplicità e umiltà, così come Natuzza ha sempre insegnato, avvalendomi della testimonianza delle persone che Natuzza l’hanno incontrata, conosciuta e amata. Perché come vedremo nelle pagine che seguono, è proprio questa parola “amore” il fulcro di tutto. Il centro dell’incredibile esistenza e delle opere di Natuzza Evolo, la mistica di Paravati.
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Indice CAPITOLO 1
Una persona straordinaria .
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Una ragazza tra angeli e santi .
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In due luoghi contemporaneamente .
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CAPITOLO 2 CAPITOLO 3 CAPITOLO 4
La presenza dell’aldilà
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48
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69
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81
Sono solo una peccatrice che prega
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113
Alzate lo sguardo verso Gesù e la Madonna .
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NOTA .
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139
CAPITOLO 5
Come nel Getsemani . CAPITOLO 6
Insieme a Gesù
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CAPITOLO 7 CAPITOLO 8
Un problema per la Chiesa .
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CAPITOLO 9
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Natuzza vedeva i defunti come gente in carne e ossa tanto che faticava a distinguerli dai vivi. Poneva loro domande e riceveva risposte. I numerosi fenomeni che si verificavano attorno a Natuzza sembrano usciti dalla fantasia di un romanziere. La Chiesa, che per quarant’anni è stata diffidente nei confronti di Natuzza, ha deciso di aprire il processo per la sua beatificazione. Ha preso in seria considerazione la sua vita e la sua testimonianza.
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