Quaresima 2018 giorno per giorno

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quaresima 2018 giorno per giorno

PAROLA RIFLESSIONE PROPOSITO

ANTEPRIMA


Testi e progettazione grafica: sr. Dolores Boitor CSL Foto sulla copertina da Fotolia.com

ISBN 978-88-8424-445-1 Š2018 by Mimep-Docete

Mimep-Docete via Papa Giovanni XXIII, 2 20060 Pessano con Bornago (Mi) tel. 02-95741935; 02-95744647; e-mail: info@mimep.it www.mimep.it www.mimepjunior.it


quaresima 2018 giorno per giorno PAROLA

RIFLESSIONE

PROPOSITO


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febbraio

mercOledì delle ceneri

Quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro rimt. 6, 5-6 compensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

Il Vangelo dell’inizio di questa Quaresima ci interroga sul nostro modo di pregare. La preghiera ci aiuta ad essere umili e a mantenere la nostra pace interiore. Come dobbiamo pregare per pregare bene? > con sincerità - non pregare per tradizione o per abitudine, quando la bocca pronuncia parole che non arrivano al cuore. Quando preghiamo con tutta la persona, con quanto sperimentiamo nel dato momento, allora la nostra preghiera è sincera. > nella semplicità del figlio - non cercare parole sapienti, ma prega Dio nello stesso modo con il quale il bambino chiede favori al papà, fiducioso che riceverà ciò che chiede. > con amore - chi ama fa ciò che piace all’amato. La preghiera dunque ci deve condurre alla disponibilità del cuore nel compiere la volontà di Dio. Questa Quaresima sia per noi un tempo di grazia che ci conduce all’incontro con Cristo Risorto. Buona Quaresima!

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giOvedì

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febbraio Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna lc. 9, 23-25 il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?

Viviamo in un mondo che promette la felicità ad ogni passo: soluzioni troppo facili ai problemi esistenziali. I media ci insegnano che la felicità consiste nell’avere soldi, nel sesso e nel piacere. Secondo il pensiero del mondo, si può arrivare alla libertà e alla felicità solo facendo tutto ciò che ti dicono gli istinti. Sarà proprio questo il giusto cammino da percorrere per essere felici? Una contro-testimonianza di questo modo di pensare, sono le voci di tante persone che hanno raggiunto la fama e il successo e si sentono infelici e vuoti dentro. Cercavano la felicità e hanno trovato il vuoto. Questo grande vuoto non si può riempire con soldi e piaceri carnali. Queste stesse persone danno al mondo la loro testimonianza di conversione dicendo che l’unico che può appagare il desiderio del cuore è Dio. La conversione implica la rinuncia alle maschere e il coraggio di essere se stessi. Quando si accetta chi si è allora si comincia ad usare i propri talenti per il bene degli altri. stimonianza ggi ascolta la te osa che O PrOPOsiTO di una persona fam a Dio si è convertita i video su YouTube). os er m (troverai nu

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venerdì

febbraio

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: “Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?”. mt. 9, 14 - 15 E Gesù disse loro: “Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno”.

Il Vangelo di oggi ci interroga sul nostro modo di vivere la Quaresima: come è il nostro digiuno? - come è la nostra preghiera? è piena di lutto, di tristezza, di sofferenza per le rinunce che stiamo facendo? Siamo noi gli invitati alle nozze dell’Agnello: come possiamo rimanere nel lutto? La tristezza che sentiamo ci fa capire che non sentiamo la presenza dello sposo Gesù accanto a noi. Dio è sempre presente nella nostra vita, anche nei momenti in cui sembrerebbe assente. Dipende da noi se ci apriamo alla sua presenza e lo riceviamo così come Egli si manifesta. Viviamo questa Quaresima nella gioia di Cristo Risorto. Noi sappiamo che la rinuncia e la sofferenza avranno una conclusione. Quindi, non c’è posto per la tristezza nella vita del cristiano.

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saBaTO

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febbraio In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi!”. Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e lc. 5, 27 - 32 d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: “Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?”. Gesù rispose loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano”.

Il medico Gesù è venuto a guarire tutti coloro che sono malati a causa del peccato. Egli chiama ognuno dei cristiani nel suo ambulatorio che è il confessionale, per poter estirpare ogni cancro causato dal peccato. L’intervento non è doloroso e dura pochi minuti. Andiamo spesso, durante questo santo tempo di Quaresima, all’ambulatorio del medico Gesù! Lasciamo nel confessionale il fardello dei nostri peccati e decidiamoci a vivere nella grazia di Dio. Gesù trasforma la tristezza in gioia per le piccole cose di ogni giorno, l’ansia in semplicità del cuore, lo stress e la mancanza di fiducia in affidamento agli altri, il nervosismo in pace. Gesù ha una medicina per ogni malattia spirituale. è sufficiente andare da Lui e ricevere la prescrizione adatta. o cuore ca dentro il tu ultimi giorni, er C PrOPOsiTO la malattia che, neglida Gesù. ando ti sta allontan 7


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Prima dOmenica

febbraio In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella mc. 1, 12 - 15 Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”. Duccio di Buoninsegna - La tentazione sul monte (particolare)

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Il deserto è per noi il simbolo dell’aridità spirituale, di mancanza di ogni crescita. Per Gesù non fu così. Egli fu “sospinto” nel deserto dallo Spirito Santo, per incontrarvi il Padre. Dio si fa trovare esclusivamente nel silenzio e nella solitudine. Come una volta successe a Gesù, lo Spirito Santo spinge anche noi verso la solitudine e il raccoglimento. Vuole parlare al nostro cuore dal Tu al tu. Vuole dirci qual è il suo sogno per la nostra vita, cosa dobbiamo fare per trovare la felicità. Il Vangelo di oggi potrebbe diventare una spinta che ci pone nell’atteggiamento di ricerca del “deserto” nella vita quotidiana. Potrebbe essere una chiesa trovata durante il cammino di ritorno dal lavoro, oppure la fermata dove aspettiamo il nostro autobus. Si possono trovare molti luoghi nella vita quotidiana e farli diventare il nostro “deserto” dove scendiamo e ci chiudiamo per incontrare faccia a faccia il nostro Creatore. Egli è sempre presente nel nostro cuore e ci aiuterà a respingere tutte le tentazioni di Satana. La vita nel deserto ci invita all’apertura del cuore ad un nuovo modo di vivere la nostra fede cristiana. Entrando nella nostra interiorità non ci isoliamo dagli altri ma diventiamo più vicini ai sofferenti e ai bisognosi. Attraverso la preghiera diventiamo uomini e donne di profonda interiorità.

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lunedì

febbraio Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa mt. 25, 31 - 36 le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.

“Signore, quando ti abbiamo visto in bisogno e ti abbiamo servito?”. La risposta di Gesù è senza equivoci: “Quando servite i più bisognosi, servite Me in prima persona!”. Nessuno ha capito questo servizio meglio di Madre Teresa di Calcutta. Ella riconobbe nella voce del bisognoso la voce di Gesù che le chiedeva: “Dammi da bere!”. Madre Teresa ha vissuto tutta la sua vita provando a colmare la sete di Gesù. Seguiamo anche noi l’esempio di questa piccola sposa di Gesù: aiutiami i bisognosi che vivono accanto a noi. Anche un piccolo atto d’amore significa molto per chi vive assetato d’amore fraterno. Teniamo gli occhi aperti per comprendere dove c’è bisogno del nostro aiuto. e verso n gesto d’amor a che u ai F PrOPOsiTO una persona bisognos o cammino. gi sul tu incontrerai og 10


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marTedì

febbraio Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che mt. 6, 7 - 8 gliele chiediate.

Il Vangelo di oggi ci invita a non sprecare le parole nella preghiera che rivolgiamo a Dio. Noi siamo abituati ad usare molte parole nella nostra preghiera, durante gli incontri con gli altri. Parliamo molto ed ascoltiamo poco. Sicuramente la preghiera è un modo di chiedere le grazie necessarie a Dio. Però quanto più grandi sarebbero i doni di Dio se noi sapessimo anche ascoltare ciò che Egli ha da dirci. Tante volte le sofferenze della vita ci lasciano senza parole. Che fare in questi momenti? Come pregare? In questi momenti dobbiamo ricordare che il Signore vede tutto, che capisce ed ascolta anche i nostri silenzi. Quando il dolore ci sovrasta, andiamo davanti al Santissimo Sacramento, inginocchiamoci davanti a Gesù ed offriamogli il nostro cuore e il nostro silenzio. Ciò è sufficiente perché Dio possa compiere miracoli nella nostra vita.

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mercOledì

febbraio Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnilc. 11, 29-30 ve, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.

Quale segno fu Giona per i Niniviti? Lo ricevettero come si riceve un profeta mandato da Dio. Lo hanno ascoltato e si sono convertiti dalle loro azioni malvage. Invece Gesù: quale segno è Egli per la nostra generazione? Forse ci siamo un po’ abituati al ciclo dei nostri tempi liturgici: sappiamo che a dicembre celebriamo la Nascita di Gesù, mentre in Quaresima meditiamo la morte e Resurrezione del Signore. è molto facile cadere nella routine di questo ciclo che si ripete ogni anno. Molte volte non riusciamo più a vivere i misteri della fede con originalità, con gioia ed entusiasmo. Ci siamo troppo abituati che Gesù risuscita ogni anno e questo evento miracoloso diventa una cosa normale. Dobbiamo curare di più il segno che Gesù è per l’intera umanità. Come? Vivendo ogni festa liturgica con l’atteggiamento di chi sa lasciarsi stupire dalle meraviglie di Dio. Allora la nostra fede diventerà fede viva che contagerà anche gli altri.

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giOvedì

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febbraio

Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inmt. 16, 17-19 feri non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli.

Le chiavi del regno dei cieli sono nelle mani dell’apostolo Pietro e del suo successore, il Papa. Tutto ciò che il Papa “lega” sulla terra sarà legato anche nei cieli, e tutto ciò che egli “scoglie” sulla terra sarà sciolto anche nei cieli. I cattolici ubbidiscono il Papa così come i primi cristiani hanno ubbidito a Pietro. Chi è contro il Papa è contro Cristo. Non possiamo dimenticarci di questa verità. Fa male sentire a volte i cattolici che criticano il Papa, dimentichi che su questa pietra Cristo edifica la sua Chiesa. Chi critica le parole del Papa non ha ascoltato fino in fondo il suo messaggio oppure l’ha capito male. Il problema principale non sono le parole del Papa ma il nostro modo di interpretarle. Quante volte leggiamo articoli su ciò che ha detto il Papa e non leggiamo le parole stesse che il Papa ha detto. Durante la festa odierna rinnoviamo la nostra appartenenza alla Chiesa e il nostro affetto al successore di Pietro, Papa Francesco. one

Recita un’orazi

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venerdì

febbraio

Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottopomt. 5, 20-22 sto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.

Qual era la giustizia degli scribi e dei farisei? Era una fede vissuta solamente fra le apparenze. Si curavano dei riti esteriori, delle abluzioni, dei precetti comportamentali e trascuravano la parte spirituale dell’uomo. Si sono creati le loro regole per mantenersi casti ritualmente però si sono dimenticati di curare l’amore e la misericordia per il prossimo. Il problema dei farisei è questo: hanno interpretato la dottrina a modo loro, pensando che le regole e i precetti li potessero redimere. Anche noi, a volte, pensiamo secondo i farisei, ossia che le nostre opere buone ci guadagnano il Paradiso. Invece il Salvatore è uno solo: Gesù Cristo, il Dio fatto uomo che ci ha guadagnato la salvezza eterna con la sua morte in croce. E lo ha fatto gratis. Senza di Lui non possiamo fare niente. iamento

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saBaTO

febbraio Se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? mt. 5, 46-48 Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

Per capire bene quale sia la perfezione del Padre Celeste, santità alla quale siamo chiamati anche noi cristiani, dobbiamo abbandonare i nostri preconcetti di perfezione. L’uomo considera perfetto ciò che è senza difetti e non accetta la debolezza umana. Per questo motivo si può sbagliare nel cammino verso la santità perché si cercano i mezzi per essere perfetti e non santi. Per Dio invece, la santità è equivalente all’amore perché Dio è amore. Come possiamo arrivare alla santità? Abbiamo l’esempio di tante persone sante che hanno saputo vivere una vita al servizio di Dio. Agli occhi del mondo potevano essere poco significativi, magari erano considerati perfino deboli e poveri. Ma agli occhi del Signore erano perfetti perché hanno saputo ascoltare la voce dello Spirito Santo e hanno messo in atto la Parola che Dio ha sempre in serbo per i veri credenti. Essere santo significa avere un orecchio attento per sentire la Parola di Dio e un cuore aperto per metterla in atto. Tutto qui. i oggi

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Un libretto guida sul cammino dei quaranta giorni di Quaresima. Il percorso quotidiano proposto ci chiama all’ascolto del Vangelo del giorno seguito da una riflessione sugli spunti più importanti che ne emergono e dal proposito personale della giornata: un piccolo gesto che ci aiuterà a mettere in atto la Parola del Vangelo ascoltata e meditata. Buon cammino di Quaresima per una Pasqua vera!

Per acquistare il libretto visitate il nostro sito: www.mimep.it

ISBN 978-88-8424-445-1

€ 3,00


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