Vie del gusto Magazine

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Aprile-Maggio 2016 Euro 4,00 www.viedelgusto.it

MINIGUIDA AL VENETO TRA STORIA, ARTE E GRANDI VINI INTERVISTA ALLO CHEF GIUSEPPE IANNOTTI FOTORACCONTO: I VIGNETI PIÙ BELLI DEL MONDO COME ABBINARE LE BIRRE ARTIGIANALI E I FORMAGGI SALUTE E ALIMENTAZIONE IL NUOVO TREND DEI CIBI “VIVI” VIE DEL GUSTO JUNIOR PICCOLI CHEF CON EDUEAT

ITINERARI DEL GUSTO BORGOGNA MON AMOUR LA FACCIA GOLOSA DELLA DIVINA COSTIERA UN TUFFO NELLE VALLI DI COMACCHIO IN GIRO PER FIRENZE NEL GIRONE DEI GOLOSI SIVIGLIA A RITMO DI FLAMENCO E TAPAS LE TERME GOURMET DI SATURNIA

(SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - REGIME LIBERO 70% DCB ROMA)


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Milano

Italian Design


Ph. Mario Rebeschini

editoriale

L’importanza di chiudere bene un pasto

Pierre-Auguste Renoir, Alla fine della colazione, 1879

la tazzulella ’e cafè di Giancarlo Roversi

è quasi sempre l’ultimo ricordo gustativo che resta nel nostro palato quando lasciamo il ristorante. Un ricordo delizioso, stimolante, ma – ahimè – talvolta non del tutto gradevole. Perché ? Perché l’amata “tazzulella” che viene proposta in molti locali non sempre è stillata da una miscela di qualità eccelsa. Sono molti infatti a lamentare il livello scadente del caffè sorseggiato al ristorante rispetto a quello bevuto al bar. Vero ? Falso ? Solo una polemica sterile ? Non proprio, specie se si tiene conto, come si è detto all’inizio, che la tazzina è quella che dà l’imprinting a un pasto fuori casa. Quella che completa una sequenza piccola o grande di piatti e ne suggella in modo incisivo il crescendo di sapori. Ma soprattutto quella che può accrescere l’impressione di piacere per i cibi gustati – insomma il senso di soddisfazione – o che invece rischia di lasciare uno strascico di fastidio che si riflette su tutto un pranzo. Occorre pertanto porre più attenzione allo standard della miscela impiegata, specialmente da parte dei ristoranti che mirano all’eccellenza e hanno a cuore la propria immagine, che è riverberata non solo dai piatti forti del menù e dalle specialità della casa, bensì da tutto quanto viene somministrato, caffè compreso. Inoltre oggi si infoltisce sempre di più il gruppo di coloro che sono soliti – per motivi dietetici o semplicemente di gusto (come per chi scrive) – sorbire il caffè nella sua deliziosa amaritudine naturale. E proprio questa è la categoria di clienti più esposta alle sensazioni di sgradevolezza che possono scaturire da una miscela scadente. Esistono infatti in commercio caffè amarissimi che derivano da una to-

statura molto spinta, effettuata talvolta per mascherare alcuni difetti del prodotto di partenza come l’irrancidimento. Chi è abituato a sorseggiarli con lo zucchero non si accorge di nulla, non sa di ingurgitare una bevanda, mediocre. L’esperienza si fa invece più “drammatica” per gli altri, quelli che amano sorbire un ammaliante caffè nature, capace di lasciare in bocca un delicato sapore amarognolo. Ma c’è di più. A seconda dei tipi di caffè varia anche il contenuto di caffeina. Così mentre nella varietà arabica (specie quella dell’America centrale, la più apprezzata sul mercato) la presenza di questo alcaloide si aggira attorno all’1,4 %, il genere robusta (più forte come gusto, ma anche di minor pregio commerciale) ne contiene quasi il doppio. Più spesso sono in commercio miscele che comprendono in misura variabile entrambe le varietà e qualche altra meno diffusa. Quindi la qualità del caffè riguarda non solo il nostro palato, ma anche la nostra salute, soprattutto quella di coloro che debbono usare certe cautele nella sua assunzione. Perché negare ad essi il diritto e il piacere di gustare una buona “tazzulella” a basso tenore di caffeina anziché ricorrere al decaffeinato che non brilla certamente per il suo sapore ? Il guaio è che quasi mai è possibile sapere che tipo di caffè ci viene servito, ossia se si tratta di arabica o di robusta, oppure qual è la rispettiva percentuale nella miscela. Né si conosce la zona di produzione e se viene proposta una miscela pregiata o di basso prezzo. La soluzione ? Anzitutto occorre che

i ristoranti puntino sempre su prodotti di alta qualità per lasciare un grato ricordo alla fine del pranzo. E per i locali più raffinati, quelli con una clientela più esigente, sarebbe auspicabile la possibilità di scegliere tra diversi tipi di caffè a seconda dei gusti di ognuno e dei momenti della giornata: una buona arabica per chi ha problemi di salute o ama un caffè delicato o è solito prenderlo amaro oppure alla fine di una bella cena per non rischiare l’insonnia; una robusta di alta qualità per il pasto di mezzogiorno e per chi predilige i gusti forti o ama aggiungere lo zucchero; infine un mix per chi preferisce una via di mezzo. è così strampalato pensare, specie nei ristoranti al top, a una “Carta dei caffè”, alla stessa stregua di quella dei vini ? Ovviamente con un numero ristretto di proposte che, comunque, potrebbero abbracciare anche i caffè aromatizzati al cacao, al caramello, alla crema brulè, alla cannella ecc. che vanno tanto di moda oltreoceano. D’accordo esiste il problema di disporre di più di una macinacaffè. Ma è poi uno scoglio così insormontabile ? Forse vale la pena farci una pensata.

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Sommario

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in copertina Panoramica Valdobbiadene (ph Arcangelo Piai)

3 EDITORIALE: LA TAZZULELLA ’E CAFÈ

DI GIANCARLO ROVERSI

6 LA FACCIA GOLOSA DELLA DIVINA COSTIERA

DI MARIANNA MASTROPIETRO

10 WEEK-END DA FAVOLA: MINIGUIDA AL VENETO

DI FRANCESCA MAISANO

14 SIVIGLIA A RITMO DI FLAMENCO E TAPAS

DI MARIANNA MASTROPIETRO

18 BORGOGNA MON AMOUR

DI VITTORINA FELLIN

21 APPUNTAMENTI GUSTOSI 24 PAESAGGI GASTRONOMICI: COMACCHIO

DI GIOVANNI BALLARINI

28 STREET FOOD D’AUTORE

DI UMBERTO NATOLI

30 INTERVISTA ALLO CHEF GIUSEPPE IANNOTTI

DI MARIANNA MASTROPIETRO

33 NOTIZIE GOLOSE 37 STORIA & ALIMENTAZIONE: IL PECORINO ROMANO DI VALERIO GRANCORSI

38 NUOVI CONCEPT: IL FORNO DIVENTA BISTROT

DI GIUSY REGINA

40 FOTORACCONTO: I VIGNETI PIÙ BELLI DEL MONDO DI FRANCESCA MAISANO

46 TUTTO SU VINITALY

60 IN GIRO PER FIRENZE NEL GIRONE DEI GOLOSI

77 L’ACETO BALSAMICO DALL’ANTIPASTO AL DOLCE

65 LE TERME GOURMET DI SATURNIA

80 “BEERSON”: VINO O BIRRA? QUESTO È IL DILEMMA

68 ’NDUJA: IL SALUME SIMBOLO DELLA TRADIZIONE CALABRESE

DI FRANCO, RISPOLI, PESCIONE

DI MARIANNA MASTROPIETRO

DI ALESSANDRA CASTELLI

DI FRANCESCA MAISANO

DI LUIGI FERRARO

48 I TESORI DELLA CANTINA SAN MICHELE APPIANO

71 I SEGRETI DELL’OLIVA CORATINA

DI FRANCESCA MAISANO

50 L’ENO-CONCORSO LA SELEZIONE DEL SINDACO

DI FRANCESCA MAISANO

52 INTERVISTA A CARLO PIETRASANTA

DI MARIANNA MASTROPIETRO

74 COME ABBINARE LE BIRRE ARTIGIANALI E I FORMAGGI DI BARBARA BERGAMINI

DI PAOLO CORBINI

75 SALUTE E ALIMENTAZIONE 55 LE MELODIE DELLO CHEF GUALTIERO MARCHESI IL NUOVO TREND DEI CIBI “VIVI”

DI LINA PISON

DI MATTEO DESIDERIO

DI ALESSANDRA IANNELLO

DI MONIA SAVOLI

82 IL CACIOCAVALLO DI CIMINÀ 85 STREET FOOD MANIA

DI MATTEO DESIDERIO

88 LIBRI DA GUSTARE L’ATLANTE DEGLI OLI ITALIANI 91 VIE DEL GUSTO JUNIOR PICCOLI CHEF CON EDUEAT


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Campania Felix Costiera Amalfitana

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Agerola

Il Sentiero degli Dei

Monti Lattari

Terrazzamenti vitati


Alcune immagini dello storico biscottificio Cascone a Castellammare di Stabia

Tesori del gusto tra Castellammare di Stabia e i Monti Lattari

la faccia golosa della divina costiera di Marianna Mastropietro

Un territorio tutto da scoprire sfiorato ogni anno da centinaia di migliaia di turisti e gitanti occasionali che raramente si fermano, per proseguire verso le più famose e altisonanti Sorrento e Positano. Arrivando da Napoli invece, uscite al casello autostradale di Castellammare di Stabia per poi prendere la direzione Gragnano. Da qui si dipana la strada fino ad Agerola. Una vera e propria via dei sapori, che custodisce alcuni dei prodotti tipici tra i più famosi al mondo, come la pasta di Gragnano.

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a facciamo un passo indietro e iniziamo dalla prima doverosa sosta, Castellammare appunto. Passando di qui sarebbe un peccato perdere due dei suoi simboli: i biscotti e l’acqua di sorgente. I biscotti potete acquistarli nello storico negozio Cascone sulla via che costeggia il mare. L’antico forno propone una gran varietà del fortunato frollino tipico della città (in particolare quello allungato a forma di sigaro che si intinge nel latte). Pochi semplici ingredienti: acqua, farina, burro e vaniglia, che riescono qui e solo qui a diventare speciali. Il caratteristico imballaggio di carta azzurra (con il tempo sostituito dalla plastica) contiene taralli dolci cosparsi di zucchero, dolcetti al limone o all’anice, senza contare la gran varietà di biscotti salati che si spo-

sano benissimo con le tradizionali zuppe di legumi. Da quello a base di farina integrale o di mais alla galletta stabiese ottima da intingere nella zuppa di cozze, altra imperdibile specialità della città. Fatta scorta di prelibatezze non resta che recarsi alle sorgenti dell’acqua. Armatevi solo di taniche o bottiglie e dirigetevi verso via Duilio in pieno centro cittadino, perché qui direttamente dal sottosuolo sgorgano l’acqua Acetosella (dal sapore acidulo e altamente digestiva) e l’acqua della Madonna (detta anche acqua dei naviganti). Fatto il piccolo approvvigionamento è tempo di proseguire in direzione Gragnano, la città della pasta. Per scoprire da dove arriva questa particolare vocazione bisogna recarsi subito presso la Valle dei Mulini. Arrivati nel centro storico, dietro il campanile della

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Enotourismo Santo Stefano di Valdobbiadene Ph. Arcangelo Piai

Nuovi stimoli per un week-end da favola

Panoramica area Valdobbiadene Ph. Arcangelo Piai

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miniguida al veneto tra storia, arte e grandi vini


Le vigne di San Mor nell’affascinante vallata di Cozzuolo a Vittorio Veneto

Vigneti a Rolle, frazione di Cison di Valmarino, in provincia di Treviso

di Francesca Maisano

Idee per il week-end? Ecco una miniguida al Veneto alla scoperta del distretto eletto Città europea del vino 2016. I percorsi sono due e si snodano tra piccoli centri di pianura ricchi di storia e le fasce collinari della denominazione Conegliano Valdobbiadene DOCG, lambendo la Pedemontana tra Vittorio Veneto, il Pian del Montello, il comprensorio dei Colli Asolani e interessando piccoli centri del territorio d’elezione del vino Raboso.

ITINERARIO 1 (60 km circa) Conegliano - Vittorio Veneto - Cison di Valmarino - Valdobbiadene - Cornuda - Asolo opo una colazione al Prosecco Privée di Conegliano a base di gustose marmellate, centrifughe di frutta e cremosissimi yogurt confezionati dalle tenute agricole locali, si parte alla volta di Vittorio Veneto alla scoperta del palazzo di Camillo De Carlo (il primo “007” d’Italia), che custodisce una raccolta di oggetti di gusto esotico da tutto il mondo, e del Museo della Battaglia che dà la possibilità di avere un approccio più consapevole alla storia e alla realtà della trincea della Grande Guerra attraverso video, oggetti, fotografie ed effetti sonori, visivi e olfattivi.

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Si riparte alla volta di Revine con i suoi pittoreschi laghi glaciali, che in estate si adornano di ninfee, e di Rolle (frazione di Cison di Valmarino): il primo borgo tutelato dal FAI Fondo Ambiente Italiano descritto dal poeta Andrea Zanzotto come una “cartolina inviata dagli dei” per il suggestivo panorama orlato di vigneti terrazzati. Proseguendo verso ovest si giunge a Valdobbiadene, il cuore del prosecco DOCG, dove nasce il celebre Cartizze, ovvero il cru del Prosecco. Il paesaggio è straordinario, ma soddisfatti gli occhi è tempo di appagare la gola alla Trattoria alla Cima: un locale ricavato da un vecchio cascinale immerso in un frutteto. Tra le proposte tipiche c’è la Merenda del Mazarol preparata con soppressa di

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Mangiarviaggiando La Cattedrale di Siviglia

Itinerari gustosi, atmosfera caliente e Feria de Abril

siviglia a ritmo di flamenco e tapas

Panino serranito

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Real Alcazar

Clima meraviglioso, arte, di Marianna Mastropietro colori, musica e golose MONUMENTI La scoperta tapas. Siviglia non è solo della città parte inevitabilmenla capitale dell’Andalusia, te dalla sua bellissima Cattema un vero e proprio drale (la terza più grande al mondo) centro di attrazione per a cui è annesso il famoso campanile chi ama uno stile di vita della Giralda, antico minareto di rilassato e all’insegna del una moschea. La prestigiosa torre divertimento. Il periodo è infatti la sintesi delle due culture che nei secoli hanno dominato la migliore per conoscere e città: quella araba e quella europea, vivere la passione di questa che si fondono nel suggestivo stile città è la primavera, quando mudejar. Dalla vetta della Giralda fa caldo e le temperature è possibile ammirare il panorama sfiorano i 30 gradi, mentre sul pittoresco Barrio di Santa Cruz, con le sue viuzze, i patios e gli ediil fermento nelle strade fici storici più caratteristici di Sivicresce per gli eventi più glia. Primo fra tutti il Real Alcazar importanti dell’anno come impressionante palazzo-fortezza la Feria de Abril (la festa costruito prima dell’anno mille e profana più popolare di per secoli dimora di molte generazioni di monarchi, che lo hanno Spagna).

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trasformato regalandogli una rara alternanza di stili. Altra tappa imprescindibile è la Plaza de España, bella da togliere il fiato, costruita in occasione dell’Esposizione Iberoamericana del 1929. Si tratta di cinquantamila metri quadri organizzati in stile neo-moresco con decorazioni di mattoni e ceramiche. La piazza si erge nel cuore del Parco di Maria Luisa, un giardino romantico in cui respirare la quiete della fioritura primaverile. Dai monumenti alla movida il passo è breve, all’interno dello stesso centro strico la notte è infatti animata dal continuo rito delle tapas e dagli spettacoli di flamenco. Da non perdere quelli improvvisati dagli artisti presso la Carboneria.

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appuntamenti gustosi Sapori Ticino Dal 1° maggio al 19 giugno S.Pellegrino Sapori Ticino festeggia i suoi primi 10 anni ospitando presso le migliori location del Ticino 24 appuntamenti di grande cucina per un totale di 60 stelle Michelin. Da Lugano ad Ascona fino a Vacallo saranno ben 10 le serate con gli chef 3 stelle Michelin, mentre altri famosi rappresentanti dell’alta ristorazione mondiale - in totale, sono infatti 60 le stelle Michelin che animeranno le serate del festival - onoreranno con la loro cucina il Ticino, il suo territorio e le loro eccellenze. Il programma completo dell’evento è disponibile sul sito www.saporiticino.com.

1 maggio 19 giugno

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10-12 Giugno

Gola Gola Festival Tre giorni per scoprire, assaggiare, imparare ed acquistare il meglio dei prodotti enogastronomici di qualità. Si terrà a Parma dal 10 al 12 giugno il GOLA GOLA! Food & People Festival che si rivolge ai “turisti del cibo”, persone che sono affascinate dall’Italia e viaggiano alla scoperta di prodotti tipici e delle storie e tradizioni ad essi legati. In Gola Gola Festival si ritrovano tutti coloro che desiderano unire arte, musica e cultura, con oltre 100 eventi in programma, showcooking, street food e intrattenimento: la città si trasforma in un Festival per tutti i gusti. Info e programma completo su www.golagolafestival.it

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fino al 12 giugno Primavera del Prosecco Alla scoperta di piccoli borghi dell’Alta Marca, con borghi castelli e verdi vigneti che decorano i pendii della DOCG Conegliano-Valdobbiadene. Un viaggio itinerante alla ricerca delle cantine e degli eventi legati alla Primavera del Prosecco Superiore 2016. L’enoturismo in Veneto diventa esperienza, grazie alla sinergia tra strutture ricettive, ristoratori, associazioni, per chi ama il contatto con la cultura e la natura. Si parte alla scoperta di un territorio reso celebre dallo spumante più bevuto al mondo: il Prosecco Superiore Conegliano-Valdobbiadene DOCG. Il programma degli eventi è disponibile su www.primaveradelprosecco.it



Paesaggi gastronomici Valli di Comacchio

Pesca dell’anguilla a Comacchio

Nelle valli nidificano lo Svasso Maggiore e il Tuffetto, il Gabbiano Comune, Roseo, Corallino e il Beccapesci, tra le anatidi il Mestolone, la Canapiglia, la Moretta Grigia e la Volpoca, tra i trampolieri il Cavaliere d’Italia, oltre alla Pernice di mare, una specie molto rara. Tra le specie di anatre sono svernanti le folaghe (circa un terzo di quelle censite in Italia), i Germani Reali e i Moriglioni. Sono di passo il Quattrocchi, lo Svasso piccolo, il Fistione turco, il Mignattaio, la Spatola. Tra i rapaci nidificano i Falchi di Palude, l’Albanella minore, l’Airone Bianco maggiore, l’Airone Cenerino, la Garzetta, l’Airone rosso, il Tarabuso e Tarabusino e altri uccelli. Essendo valli ricchissime di pesce, non manca il Cormorano

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Una suggestiva immagine di Comacchio al tramonto

Escursioni organizzate nel Parco del Delta del Po

Un tuffo nelle Valli di Comacchio

sua eccellenza l’anguilla

Dove nell’antichità erano le foci del Po, si sono formate e poi evolute lagune, valli salse e terreni prosciugati. In questo complesso e variegato sistema paesaggistico, molti secoli dopo la scomparsa dell’etrusca Spina si sviluppa la città di Comacchio con le sue valli, che in parte corrisponde a un delta dell’epoca romana e in parte a terreni depressi che indicano come, prima di far parte delle valli salse, furono valli d’acqua dolce.

Il centro di Comacchio

di Giovanni Ballarini - foto di APT Servizi Emilia Romagna

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empi remotissimi, che non sono ancora dimenticati da alcune specie di anguille che mantengono una vita migratoria che si svolge tra queste lagune e il Mar dei Sargassi del Centro America, con spostamenti che oggi raggiungono i settemila chilometri. Questa

migrazione, con ogni probabilità, è iniziata quando durante il Paleozoico, duecento e più milioni d’anni fa, le attuali Europa e America facevano parte dell’unico supercontinente Pangea e hanno iniziato a staccarsi. Altre anguille, come quelle del lago di Bolsena, si sono invece europeiz-

zate, come altre si sono americanizzate. Le valli della parte terminale della Pianura Padana, con la loro vegetazione e gli uccelli di passo, tuttora contribuiscono a determinare il paesaggio di un raro, irripetibile, se non unico territorio, costituito anche da

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FOTORACCONTO

Canarie, Lanzarote. La viticoltura rende il paesaggio di quest’isola ancora più unico di quanto non lo sia già, perché ogni vite viene allevata all’interno di una sorta di “pozzo sommerso” protetto da muretti a secco a forma di semiluna. Per scoprire le cantine, visitare i vigneti e degustare questi vini rarissimi da trovare altrove ci sono i percorsi denominati Las rutas del vino

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In viaggio con Dioniso

I vigneti più belli del mondo

di Francesca Maisano

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li scorci più stupefacenti emergono dagli impervi declivi montani e dalle antiche tradizioni isolane. I vigneron canari, per esempio, hanno orlato dei più fini merletti le distese laviche di Lanzarote. La funzionalità dei muri a secco a forma di semilu-

Ischia, vigneto Frassitelli delle Cantine d’Ambra celebrato da Luigi Veronelli come uno dei più belli al mondo

na, quindi, si fa estetica per preservare la salute delle viti dal bruciante vento del Sahara. L’Arcipelago Campano e Pontino non sono da meno, con i loro terrazzamenti a strapiombo sul mare. A Ischia, il vigneto Frassitelli delle Cantine d’Ambra (fondate nel 1880)

è stato celebrato da Luigi Veronelli come uno dei più belli al mondo. La viticoltura, qui, ha radici antichissime e si lega a doppio filo con quella di Ponza. L’area di Punta Fieno, infatti, a partire dal ’700 fu assegnata dai Borboni ai coloni ischitani che portarono i

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Fotoracconto

Ponza, Punta Fieno è una delle poche località ancora incontaminate dell’isola di Ponza. Il difficile accesso via terra (40 minuti a piedi lungo una mulattiera in piena macchia mediterranea), un inesistente approdo via mare, che consiste nel saltare dalla barca sugli scogli, hanno preservato questo posto dal turismo di massa

loro vitigni autoctoni come Biancolella, Forastera, Aglianico, Guarnaccia e Piedirosso. Le Antiche Cantine Migliaccio sono nate proprio così ed oggi continuano a produrre nettari

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distintivi e unici grazie all’impegno di Emanuele Vittorio e di sua moglie Luciana Sabino che una ventina di anni fa investirono in un progetto di salvaguardia della tradizione vini-

cola locale, recuperando viti a piede franco (anche centenarie) dai rovi. I vigneti sono raggiungibili via mare (risalendo poi la collina) o interamente a piedi attraverso pittoresche


Pantelleria, vigneti ad alberello di Donnafugata nella contrada Favarotta. Ph. Fabio Gambina. La vite ad alberello, i giardini arabi, i dammùsi (ossia le tipiche abitazioni dell’isola) rappresentano l’identità della comunità pantesca. La vite ad alberello è il sesto bene italiano Patrimonio Immateriale dell’Umanità insieme all’Opera dei Pupi, il Canto a tenore, la Dieta mediterranea, la tradizione della liuteria cremonese e le celebrazioni delle macchine a spalla

mulattiere. Non poteva mancare la Sicilia. La prima pratica agricola al mondo dichiarata Patrimonio Immateriale dell’Umanità è custodita proprio a

Pantelleria. Si tratta dell’Alberello Pantesco. Oggi, sull’isola, il paesaggio disegnato dalla vigne è il segno dell’armoniosa integrazione tra natura e uomo. Il terrazzamen-

to è l’emblema di quest’unione che ha poi dato vita alla cultura della lavorazione della pietra dalla quale sono nati il dammuso e il giardino pantesco.


Fotoracconto Tra gli altri tesori indicati dalla United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization ci sono anche i vigneti terrazzati di Lavaux, che si esten-

dono sul lago di Ginevra dal Castello di Chillon a Losanna; l’isola di Pico, nell’arcipelago della Azzorre; Le Langhe, il Roero e il Monferrato; L’Alto Douro porto-

ghese; il Tokaj ungherese; la Valle del Reno in Germania e solo qualche mese fa si sono aggiunte anche la regione della Champagne e la Borgogna.

L’Isola di Pico fa parte delle Azzorre, un arcipelago portoghese di origine vulcanica nell’Oceano Atlantico. Lo stupefacente paesaggio è scolpito da muretti costruiti con blocchi di basalto, impilati senza l’uso di malta (detti paredes o murinhos), che fanno da nido agli esemplari di vite, in particolare verdelho. La viticoltura qui è una vera e propria arte che risale al XV secolo Lavaux, Svizzera. I vigneti terrazzati sul Lago di Ginevra

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le cantine

Isole Canarie Bodegas El Grifo www.elgrifo.com Los Bermejos www.losbermejos.com Ischia - Casa d’Ambra www.dambravini.com

Ponza - Antiche Cantine Migliaccio www.antichecantinemigliaccio.it Pantelleria - Cantina ­­Khamma www.donnafugata.it Lavaux, Svizzera - Les Frères Bovy www.domainebovy.ch Isola di Pico - Cooperativa vitivinicola www.picowines.net Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero www.langhevini.it Carema, Torino Cantina Produttori Nebbiolo www.caremadoc.it

I vini di Langa e Roero spiccano nel panorama enologico mondiale. Primo tra tutti il Barolo, ma anche il Barbaresco e la Barbera. Nel Roero i vitigni tradizionali più coltivati sono Nebbiolo, Barbera e Arneis, seguono Favorita e Brachetto. In Langa sono Nebbiolo, Dolcetto, Barbera, Moscato e in quantità inferiori Pelaverga, Freisa e Favorita

Carema è il nome di un vino e di un “paese-vigneto” in provincia di Torino, al confine con la Valle d’Aosta. Un tempo, le viti allevate con il sistema a pergola, detto topia nel dialetto piemontese, si trovavano anche tra le case e ornavano giardini e cortili. Il patrimonio rurale, paesaggistico e culturale di Carema è a rischio estinzione ed è oggi tutelato come Presidio da Slow Food (www.slowfood.it), un’associazione internazionale no profit che ha come obiettivo il mantenimento del metodo di coltivazione dell’ecotipo picotener vinificato in purezza in botte grande, come da tradizione

Uno raro esemplare di vite a Pagliaio nel comune di Acerenza: uno dei borghi più belli d’Italia e regno dell’Aglianico del Vulture

storie & tradiz ioni

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L’alberata taurasina. Particolare sistema di coltivazione della vite tipica dell’Irpinia (nella foto una vite secolare di Sirica)

all’Alberata Taurasina alla Topia Caremese, sono tanti i sistemi di allevamento tradizionale in Italia. Eppure molta di questa saggezza antica rischierebbere di scomparire per sempre, se non fosse per pochi caparbi e appassionati viticoltori. Come nel caso del sistema alla Latina tipico del meridione e che oggi si può trovare in pochissimi esemplari nel comune di Acerenza: uno dei borghi più belli d’Italia e regno dell’Aglianico del Vulture. Le varianti erano tre, a seconda del numero delle viti raggruppate, che in ogni caso erano allevate ad alberello e sorrette da canne. Si aveva così il sistema a Pagliaio quando quattro canne e quattro viti venivano disposte a quadrato (di un metro per lato); il sistema a Ventaglio, se le quattro canne raggruppavano solo due viti ed il sistema ad “uno”, quando ogni singola vite veniva sorretta da tre canne. Oggi è raro avere la possibilità di ammirare un vigneto allevato ancora con la tecnica tradizionale. (Info: www.comune.acerenza.pz.it)


le prime docg riconosciute Brunello di Montalcino (Toscana) 15 novembre 1980 Barolo (Piemonte) 22 gennaio 1981 Vino Nobile di Montepulciano (Toscana) 17 febbraio 1981

denominazione d’origine regione per regione Docg 74 - Doc 341

(Fonte Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali)

lombardia 27 5 docg 22 doc

veneto 42 14 docg 28 doc

trentino alto adige 8 doc

friuli venezia giulia 14 4 docg 10 doc

valle d’aosta 1 doc

emilia romagna 20 2 docg 18 doc

piemonte 58 16 docg 42 doc liguria 8 doc

Curiosità La vite più antica del mondo

Versoaln, la vite più grande e quasi certamente più antica al mondo si trova in Alto Adige, a Prissiano, una frazione di Tesimo. L’incredibile vitigno è una pianta da record in tutti i sensi. Oltre ad essere plurisecolare con oltre 350 anni di età, possiede un tronco di 32 cm di diametro, arriva a raggiungere quasi un metro di circonferenza e con le sue vaste e rigogliose fronde copre ben 300 metri quadrati di pergolato.

marche 20 5 docg 15 doc

toscana 52 11 docg 41 doc

molise 4 doc

umbria 15 2 docg 13 doc

lazio 30 3 docg 27 doc

abruzzo 9 1 docg 8 doc

puglia 32 4 docg 28 doc campania 19 4 docg 15 doc

sardegna 18 1 docg 17 doc

basilicata 5 1 docg 4 doc calabria 9 doc

sicilia 24 1 docg 23 doc

(fonte Coldiretti - 2015)

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testatina

Occhiello

Titolo TITOLO Sommario

di Firma

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