Traditional FoodZ

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TRADITIONAL

FOODZ

LA GENERAZIONE Z SCOPRE I SAPORI DELLA TRADIZIONE BIELLESE



TRADITIONAL

FOODZ


where

biella E’ una città che sorge ai piedi delle Alpi biellesi, fra i fiumi Cervo, Elvo e Oropa. Si divide in una parte alta e in una parte bassa, Piazzo e Piano, collegate da una funicolare. Nel cuore del suo territorio nasconde gioielli come il Battistero, costruito su antichi resti romani, e Palazzo della Cisterna, realizzato nella seconda metà del cinquecento. Nota in tutto il mondo per la manifattura tessile, vanta la produzione d’eccellenza e artigianale del panno per l’abito classico da uomo, simbolo del Made in Italy e moderna eredità dell’antica arte dei lanaioli di Biella. A 1180 metri di altezza, in Valle di Oropa, custodisce anche l’omonimo santuario mariano della Madonna Nera, portata in Piemonte dalla Terra Santa da Sant’Eusebio, Vescovo di Vercelli. Fede e ragione, storia e modernità che fanno di questa città una meta interessante del turismo in Piemonte.

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who

generation z E’ denominata Generazione Z e sono i giovani nati dalla metà degli anni novanta al 2010. Cresciuta con la Tecnologia Digitale, questa Generazione si mostra colta, pragmatica e concreta. Hanno incominciato ad usare Internet sin dalla prima infanzia e i Social Media sono per loro il canale per rimanere aggiornati su ciò che succede nel mondo. Ritengono Facebook per i vecchi e sono votati a Instagram. Evitano la geolocalizzazione a tutti i costi perché cercano l’anonimato. Uno su due è propenso ad andare all’Università, con l’intento di sviluppare un forte potenziale imprenditoriale. Sono fedeli ai valori della famiglia e hanno una caratteristica psicologica molto positiva: la capacità di semplificare le complessità del mondo d’oggi. Sono ragazzi altruisti e dichiarano “la fine assoluta dei pregiudizi legati a razza, credo e sesso”. Comprano quasi tutto on line, lasciano spesso recensioni e pagherebbero un prodotto di più in cambio di averlo entro un’ora.

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project

traditional food Da una parte Biella con una tradizione gastronomica ricca di prelibatezze, come il Murtarat, il Beddu, il Salam patata, i Canestrelli, i Tigrini, le Miasce. Dall’altra la generazione Z che, a differenza di quanto ci si aspetti, cerca cibo di qualità, bio e soprattutto da condividere. In mezzo il progetto “TRADITIONAL FOODZ”, con l’ambizione di farli dialogare in modo ironico, attraverso testi disillusi e illustrazioni irriverenti. Ogni prodotto tipico biellese ha una storia da narrare, una ricetta segreta da tramandare, una leggenda in cui credere. Con ragazzi e ragazze della generazione Z le abbiamo cercate, scoperte, trascritte. E se ciascuna di quelle vicende ha raccontato loro un episodio della storia del territorio in cui vivono, di contro, loro ci stupiranno con la loro visione sul cibo. “Uno tira l’altro”, “So, Maybe Tomorrow”, “Noi non ci lasceremo mai”… 21 situazioni differenti in cui cibo della tradizione e cibo del futuro s’incontreranno, per condividere un momento felice, per ingoiare un brutto rospo o conquistare l’amore dei sogni. Un viaggio unico, con la Regina Margherita che si innamora delle Tome Biellesi e Quintino Sella che brinda all’Unità d’Italia con un calice di Lessona, tra biscotti che regalano allegria, torte dalla ricetta segreta, insalate cariche di energia e formaggi lenti, che stagionano per lungo tempo. Il tempo di godersi questo libro.

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index tradition says

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PAN D’OROPA

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ÒSS DA MÒRD

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TOME BIELLESI

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MIASCE

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MURTARAT

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SALAMPATATA

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TIGRINI

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TORTA DEL BUSCAJET

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MACCAGNO

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LESSONA

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MENABREA

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RATAFIÀ DI ANDORNO

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SALAM ‘D L’ULA

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BEDDÙ

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BRAMATERRA

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CANESTRELLI

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TORCETTI

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COGGIOLINI

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POLENTA CONCIA

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AMARO OROPA

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ERBALUCE


generation z says TOAST

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POP CORN

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PIZZA

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CRÊPES + SMARTIES + BUENO

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INSALATA

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HAMBURGER & SOTTILETTA

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CIOCCOLATO

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TORTA CIOCCOLATO NUTELLA E PANNA

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BISCOTTI

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LASAGNE

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COCKTAIL

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REDBULL

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MC DONALD

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RISOTTO

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SUSHI

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DOCE DE LEITE

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PATATINE

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TÈ ALLA MENTA

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FOCACCIA

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COCA COLA

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GELATO

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il kit da viaggio pan d’oropa

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E’ un soffice dolce da forno, tipo plumcake, a base di fecola e cioccolato e dalla forma rettangolare. É stato ideato dalla pasticceria Ferrua nel 1935, in occasione della guerra di Etiopia, per consentire l’invio ai combattenti di un prodotto che potesse superare le difficoltà climatiche del viaggio e portare qualche sorriso e sapore di casa ai legionari lontani. Poiché le famiglie dei soldati ricordavano e proteggevano i loro cari pregando la Madonna Nera del Santuario di Oropa, il dolce prese poi il nome di “Pan d’Oropa”.

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toast Il mio kit di sopravvivenza per un lungo viaggio in macchina? Cuffiette, occhiali da sole, ciabatte, powerbank, bottiglietta d’acqua e uno zaino gonfio di toast! Sono la soluzione perfetta per quando hai bisogno di rifocillarti o anche solo spezzare un po’ la noia di tutte quelle ore seduto nella stessa posizione. Sono comodi, veloci e li adoro freschi con tanto prosciutto cotto, la sottiletta sciolta e le croste bruciacchiate. Toast per me vuol dire vacanza: le mani di mio padre sul volante e i ricci di mia madre che svolazzano al finestrino.

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uno tira l’altro Òss da Mòrd

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Òss da mòrd (ossi da mordere) detti anche “òss ëd mòrt” (ossi dei morti) sono biscotti duri, con mandorle e albume d’uovo. Dal nome tetro ma dal gusto molto goloso, sono dolcetti autunnali preparati per la Festività di Ognissanti. Secondo la tradizione, in questo giorno i morti ritornavano sulla terra; durante quella notte tutte le tavole rimanevano imbandite con acqua e tanti di questi dolci per dare ristoro ai cari defunti durante il loro pellegrinaggio. La loro tipica croccantezza ricorda la durezza delle ossa, per questo sgranocchiandoli sembra davvero di mordere delle ossa.

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pop corn Se sono obbligato a scegliere lo snack perfetto da sgranocchiare scelgo i Pop Corn. Hanno però un grosso problema: il salato di uno ne chiama inevitabilmente un altro. Proprio come le puntate di una nuova serie su Netflix, che si riproducono direttamente una dietro l’altra senza che tu faccia il minimo sforzo. La vera sfida, arrivati a un certo momento, è riuscire a smettere di fare entrambe le cose. Ma a volte è troppo complicato, anche con l’incubo della sveglia il giorno dopo. Non so se sono più veloce a finire un pacco di Pop corn o una nuova serie.

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God save the (yass) queen tome biellesi

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I formaggi del biellese sono l’emblema dell’antico patto tra uomini, animali e il territorio in cui vivono. Di secolare tradizione alpina, le tome biellesi sono protette dal marchio DOP. Hanno una pasta elastica, profumo di erbe e un sapore deciso, più o meno dolciastro, che dipende dall’alpeggio di provenienza e dal tipo di latte utilizzato. Una parte fondamentale della loro produzione è la stagionatura, fatta in cantine per un minimo di due mesi. Sono anche dette “Le tome della Regina” in quanto erano le predilette dalla Regina Margherita di Savoia.

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pizza Pizza: come fai a non amarla? Mi piace sempre, in tutti i modi: fatta in casa, al trancio presa al supermercato, da asporto; a volte, quando proprio non ho altra soluzione, mi accontento anche di quella surgelata! Sì, perchè la pizza mi rende troppo felice! Mi fa sentire amato, come un re. Inoltre è un cibo che riunisce, perfetta da mangiare in compagnia perché è ottima da condividere! La mia preferita rimane quella fatta in casa da mia mamma: lei prepara tante teglie con gusti diversi, e poi noi prendiamo una fetta per tipo e ce la mangiamo tutti insieme!

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have a break miasce

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Le Miasce sono cialde sottili di farina di mais, latte e uova, cotte all’interno di piastre di ferro roventi. La farcitura può essere salata o dolce. La storia delle Miasce è secolare e in passato erano cucinate sia come piatto unico, sia al posto del pane. Il nome di questo prodotto, che ha piccole variazioni in base alla zona di produzione, può essere tradotto con «meligacce», per indicare quelle croste di «meliga» (mais) che si staccano dal paiolo dopo la cottura della polenta. Le famiglie nobili incidevano sulle piastre il loro stemma così che questo apparisse sulle Miasce cotte.

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crÊpes+smarties+bueno Amo le crêpes. Di solito mi piace condividere il cibo, ma le crêpes no. Non mi piace perché le preparo solo per me, con quello che piace a me e in base all’umore del giorno. Proprio come una coccola super personale. Le cucino verso le 3 del pomeriggio, quando inizia a venirmi un certo languorino. Le farcisco in modo che siano un tripudio di zuccheri, colori e consistenze differenti. Inizio con la nutella. Tanta se sono giù, poca se sono annoiata. E poi una cascata di smarties. Quando voglio premiarmi prendo anche un Kinder Bueno, lo spezzetto, e lo metto sopra. Gnammi!

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gimme fuel! murtarat

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In dialetto piemontese “murtarat” significa mortaretto e indica come il sapore forte e la piccantezza di questo formaggio possano essere un’esplosione di gusto. La sua produzione è stata ripresa 25 anni fa, dopo un periodo di abbandono. Solitamente è consumato stagionato, a lamelle, su risotti o carpacci, ma può essere degustato anche fresco, con un sapore più delicato. Durante la stagionatura, che può durare anche anni, alla pasta e alla superficie vengono aggiunti aglio tritato, pepe o altri aromi come rosmarino, peperoncino e fieno.

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insalatona Quando voglio darmi la carica scelgo sempre una fresca insalatona. Ma non pensate solo a foglie verdi, tristi e senza condimenti. A me piace dare sfogo alla mia creatività : mais, tonno, pomodori, peperoni, olive (ma solo quelle verdi che per me quelle nere non esistono), carote, quelle piccole già pronte, mozzarella.. e creare ogni volta combinazioni diverse. L’ideale per pranzo, soprattutto quando devo studiare di pomeriggio. I miei amici preferiscono ricaricarsi con un panino Kebab, ma per la mia pagella sarebbe una catastrofe: non riuscirei mai a concentrarmi per piÚ di 2 minuti.

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noi non ci lasceremo mai salampatata

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Il salame di patate o salampatata è un salume tradizionale del Canavese e del Biellese. Nasce durante la seconda guerra mondiale, grazie all’ingegno popolare che, per sopperire alla scarsitĂ della carne nei tempi di guerra, iniziò ad aggiungere patate bollite nella preparazione dei salami. La ricetta prevede uguale proporzione tra maiale e tubero ai quali vanno aggiunti sale, pepe, cannella, chiodi di garofano e noce moscata. La produzione avviene nella stagione fredda, in genere tra settembre e aprile ed era la tipica merenda durante la vendemmia.

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hamburger & sottiletta Credo che l’accoppiata perfetta sia hamburger e sottiletta. Quando sono a casa da sola questo è il piatto che preferisco cucinare e non mi faccio mai scappare l’occasione. E dico quando sono a casa da sola perché così non ho occhi indiscreti che mi giudicano! Per me è come un rituale: mentre l’hamburger è quasi a fine cottura, ci piazzo sopra una bella sottiletta. La carne cuoce a puntino e la sottiletta si scioglie nel grasso della padella. Fantastico! Adoro poi mangiare il tutto in cucina, mentre mi perdo tra le mie pagine social, e avere un momento tutto per me. Solo per me.

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dolce & amaro tigrini

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Così chiamati perchè la loro forma ricorda la zampa di una tigre, sono dolci formati da due cialde contenenti una crema morbida di cioccolato aromatizzato al rhum. La ricca golosità dei suoi ingredienti fa sì che il gusto, a ogni boccone, sia forte come una zampata di una tigre. Furono ideati nel dopoguerra dalla pasticceria Ferrua per dimenticare le privazioni belliche e le restrizioni, anche dolciarie, del tesseramento e ridare un po’ di allegria alla gente. I tigrini sono oggi simbolo di rinascita e di benessere e sono ancora prodotti a mano dopo oltre 50 anni.

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cioccolato A volte mi capita di litigare con la mia migliore amica: che io abbia ragione o torto, mi dispiace discutere e mi rende triste. Allora, per farmi passare un po’ le brutte sensazioni, mi affido al cioccolato: frugo nella dispensa, cerco una tavoletta intera e corro in camera per stare sola. Un quadratino dopo l’altro penso a ciò che non ho detto, alle mie colpe, ai suoi sbagli e a quello che è per me. Solo grazie al cioccolato riesco a risollevarmi, a sentirmi meglio e ripensare al litigio con più lucidità. E’ merito anche del cioccolato se subito dopo le invio milioni di cuori rossi su WhatsApp.

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ehi, acqua in bocca! torta del buscajet

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La torta del Buscajet è un dolce originario di Gaglianico; per parecchio tempo la sua ricetta è stata tenuta rigorosamente segreta dalle cuoche del paese. É un dolce a base di semolino, uvetta e amaretti. Porta questo nome perché, prima di essere portata al forno del paese a cuocere, sulla sua superficie veniva infilato un rametto, detto Boscajet; in questo modo, quando le massaie andavano a ritirare la torta, ormai cotta, potevano riconoscere la propria in mezzo alle altre grazie alla forma del rametto personale scelto.

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torta cioccolato panna nutella Il dolce che so fare meglio in assoluto è questa torta e per me rimane la ricetta perfetta da condividere con chi amo. Cucinare, i dolci soprattutto, è un modo per essere spensierata, per distrarmi dai pensieri e dalle preoccupazioni. Dosare gli ingredienti, esagerare con la nutella, assaggiare la panna, in qualche modo mi calma e mi mette di buon umore. Il mio tocco segreto? Ne ho due. Uno non posso rivelarlo, ma l’altro è cucinare con il cuore e preparare un dolce golosissimo con cui coccolare le persone a me care. Anzi, viziarli è la parte che più preferisco.

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dopo le fatiche di ercole maccagno

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Presidio Slow Food, il Maccagno è un eccellenza tra le tome biellesi. Deve il suo nome all’alpeggio valsesiano dove è stato originariamente prodotto; presenta un sapore dolce di latte e un profumo delicato. E’ anche detto il formaggio dei gentiluomini, in quanto Quintino Sella, che lo adorava, era solito servirlo ai propri invitati a Roma. Proprio allo statista è legato un aneddoto: si narra che al ritorno da una lunga escursione in montagna, pronto a mangiarne un pezzetto, si arrabbiò furiosamente quando scoprì che la sua scorta destinata a Roma era stata rubata.

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biscotti Mi alleno 3 volte a settimana: pratico taekwondo da quando avevo 10 anni. Ogni sera, al rientro a casa dopo allenamento, aspetto solo una cosa: accoccolarmi tra i cuscini del divano e affondare le mani nel pacco dei biscotti. Ne mangio uno dopo l’altro, assaporandone piano il gusto così da recuperare, ad ogni morso, un pezzetto dell’energia persa. Ogni biscotto diventa un premio per tutti gli sforzi fatti. Quando durante gli esercizi sono esausto, pensare a quando sarò rilassato, coperto di briciole e con la bocca che sa di burro, è lo stimolo per arrivare a fine allenamento.

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celebration time, c’mon! lessona

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Il Lessona è un vino DOC raro e prezioso, prodotto nell’omonima zona collinare a pochi chilometri da Biella. L’unicità minerale del terreno di questa collina fa sì che solo in questa area, e da nessun altra parte del mondo, sia possibile produrre questo vino. Figlio del vitigno Nebbiolo, deve essere invecchiato per circa due anni e si presenta con un color rosso granato, un sapore asciutto e un profumo caratteristico di viola. Quintino Sella scelse proprio un calice di Lessona per brindare al primo governo d’Unità d’Italia.

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lasagne Le prime cose che mi vengono in mente quando penso alle lasagne sono festa e famiglia: rigorosamente fatte in casa e ogni qual volta abbiamo qualcosa da festeggiare . Sono la ricetta perfetta per quelle giornate in cui abbiamo il tempo di mangiare tutti insieme, senza fretta, ma solo con la voglia di condividere tutto con tutti. Adoro come le prepara mia mamma, il ragÚ saporitissimo, strati su strati e besciamella senza limiti: spaccano! É una ricetta di famiglia, tramandata da mia nonna, e a volte mi piace sbirciare mentre le preparano insieme e capire tutti i loro segreti.

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party monster menabrea

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Il Piemonte, o meglio Biella, come culla della birra in Italia? Storicamente sì, anzi fu proprio un biellese a comprare la licenza per vendere birra in tutto il Piemonte alla fine del ‘700. E anche la storia della Menabrea, rinomata birra biellese, vede origini nel lontano 1846. E’ solo nel 1872 però che il laboratorio di produzione di birra prende lo storico nome di “G. Menabrea & Figli”. E tra onorificenze del re Umberto I e medaglie vinte in concorsi internazionali, la Menabrea rimane ancora oggi una delle migliori lager al mondo.

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cocktail Con gli amici del mio fidanzato, più grandi di me, andiamo al Babel a Candelo. É un locale carino, molto vivace nel fine settimana. Questo è il nostro ritrovo dove incominciare a far festa: a volte andiamo a ballare, a volte una storia tira l’altra e rimaniamo qui persi in chiacchiere. Una cosa però non manca mai: cocktail. Esotici analcolici alla frutta (per me) oppure i grandi classici rivisitati (per gli altri). Sederci tutti insieme, parlare delle nostre settimane, prenderci in giro, ridere fino alle lacrime, è tutto quello che mi serve per rilassarmi e dimenticare tutte le fatiche della settimana.

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pozione magica RATAFIÀ DI ANDORNO

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Il Ratafià è un liquore a base di alcol e succhi di frutta che vanta produzioni in tutte le regioni d’Italia. Quello piemontese più noto e antico è il Ratafià di ciliegie nere di Andorno Micca, prodotto in un monastero già dal 1600. A questo liquore però è legata una leggenda risalente al medioevo: si narra che una giovane erborista di Andorno salvò molti concittadini afflitti da una misteriosa malattia creando uno sciroppo alle ciliegie dolcissimo ed energetico. Il successo di questo antenato del Ratafià ha permesso alla giovane di salvarsi dall’accusa di stregoneria.

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redbull Adoro la redbull per il suo inconfondibile gusto dolciastro, quasi di fragola! E adoro le sue bollicine che mi rendono all’istante frizzante e scattante. La bevo sempre quando mi servono carica ed energia: sia quando esco con i miei amici e ho bisogno di brio per far partire la serata, sia quando devo andare ad allenamento e necessito di un magico aiuto per completare tutti gli esercizi. Riesce sempre a darmi una spinta in piÚ quando ho dei momenti di debolezza. Dopo solo il primo sorso mi sento quasi invincibile e pronto ad affrontare qualsiasi cosa.

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nessun rimpianto SALAM ‘D L’ULA

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il “Salam ‘d l’ula” è tra gli insaccati più celebri della zona. Realizzato con carni di maiale, macinate e impastate con sale e aromi naturali, è noto per la sua peculiare morbidezza. Dopo essere insaccato e asciugato, viene fatto maturare nella “duja”, un boccale di Terracotta, coperto da strutto fuso. Lo strutto consente al salame di stagionare nel sapore mantenendo però la sua morbidezza . Questo tipo di conservazione veniva utilizzato in passato nelle zone umide del Piemonte, dove i salami non potevano maturare all’aria a causa dell’alta probabilità di formazione di muffe.

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MC DONALD Eccomi, sono la fan n.1 del Mc! Patatine, nuggets, gelato, mc chicken, più mangi senza vergogna e più riesci ad assaporare tutti i gusti. Chiedo sempre al mio fidanzato di portarmi, perché mi piace quando prendiamo un vassoio in due, lo riempiamo di tutto e ce lo divoriamo insieme. Parlare con le mani sporche di sale e maionese, la bocca di ketchup, il gelato anche sul naso... io trovo tutto così romantico. L’ho capito la prima volta che siamo venuti qui insieme: con lui sto così bene che non ho paura di essere libera, di essere me. Nemmeno quando mangio schifezze.

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so, maybe tomorrow beddù

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Il Beddu è un’eccellenza casearia biellese che sta rischiando di scomparire dalle nostre tavole. I malgari di Sant’Eurosia, i pastori che producono questo formaggio, sono rimasti due, forse tre e ne producono un numero limitatissimo di forme. È un tomino a pasta molle, dai sentori erbacei, che può essere consumato fresco con qualche goccia di olio di noci. Il suo sapore migliore, persistente e amaro, lo raggiunge dopo due settimane di maturazione, quando il formaggio si riveste di una sottile crosta detta “camisa” che gli conferisce l’aspetto tipico.

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generation z says

risotto A casa mia non si mangia spesso il risotto: più che altro mia mamma lo prepara solo per occasioni speciali! Per questo, quando accade, ne mangio un piatto enorme, talmente grande che dopo devo mettermi sul divano per due ore da quanto mi scoppia la pancia. Con il ragù di mamma, poi, è una bomba! L’unico problema è che lei lo prepara in quantità da sfamare tutto il condominio e così ci tocca mangiarlo anche nei giorni seguenti. A dire la verità, però, quasi lo preferisco: si forma quella piccola crosticina, croccante, che adoro mangiare super bollente!

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crazy love bramaterra

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Il Bramaterra è una delle eccellenze enogastronomiche del biellese, nonché uno dei vini più amati, che ne racchiude tutta la storia e il territorio. Ha origini antiche: pare sia stato coltivato da alcuni servi della gleba che, una volta liberati, si stabilirono nella zona, ed è citato per la prima volta in un documento storico del 1447. Vino della spiccata personalità, ha caratteristiche uniche e inimitabili: un colore rosso rubino, un gusto vellutato e amarognolo e un profumo che, come le storie d’amore, è intenso ed etereo appena nasce e si affina con l’invecchiamento.

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generation z says

sushi Niente di più romantico che una cenetta per due nel mio ristorante giapponese preferito. Quello con le pareti rosse e le luci soffuse. Temaki, uramaki, nigiri: tutto da condividere con la propria amata, tra una risata e l’altra mentre cerchiamo di non far cadere nulla dalle bacchette e affondiamo ogni singola portata in un oceano di soia. Peccato che l’ultima volta che avevo programmato un appuntamento, ho litigato con la mia ragazza proprio un attimo prima dell’incontro: lei si è arrabbiata così tanto con me che alla fine al ristorante ci è andata lo stesso... ma con i suoi amici!

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nostalgia canaglia canestrelli

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Il nome “Canestrello” deriva, probabilmente, dai tipici recipienti di vimini intrecciati, detti appunto “canestri”, nei quali si deponevano i dolci dopo la cottura. I Canestrelli Biellesi, simili a dei Wafer, sono formati da due sottili e friabili cialde a base di cacao e farina di nocciole, farcite con uno strato di cioccolato. Oltre ad essere uno dei più famosi prodotti tipici di Biella è anche uno dei più antichi: le sue origini risalgono infatti al 1600. A Crevacuore si trovano gli artigianali canestrej preparati ancora a mano secondo una ricetta del XVII secolo.

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generation z says

doce de leite Il Dulce de Leche (in brasiliano Doce de Leite), è una crema marroncina diffusa in tutto il Sudamerica, simile nel gusto alle caramelle Mou. Fu creata per distrazione quasi 200 anni fa da una domestica che dimenticò sul fuoco acceso il lechada, tipica bevanda calda a base di latte e zucchero. A questo dolce è legata la mia infanzia in Brasile, e specialmente il ricordo di mia nonna. Era solita prepararmelo per merenda. Con cura lo cuoceva nel pentolino, e un po’ me lo spalmava sul pane. E mentre io contenta lo gustavo, lei mi raccontava bellissime favole.

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waiting for (godot) torcetti

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I torcetti, detti anticamente “torchietti”, sono biscotti secchi così chiamati per la loro forma attorcigliata. Risalenti al 1700 erano preparati con lo stesso impasto del pane, sporcato con zucchero o miele; sono probabilmente nati per caso come molte delle ricette culinarie piemontesi. Tradizione vuole che venissero cotti nel forno comune del paese mentre si aspettava che questo raggiungesse l’alta temperatura necessaria per infornare il pane. Con il tempo l’impasto si è arricchito di burro e sono diventati più piccoli e duri.

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generation z says

patatine La migliore risposta culinaria alla noia? Patatine! Le mangio a scuola, quando l’ultima ora sembra interminabile. Le mangio quando mi sto annoiando a morte e devo occupare il tempo. Non le mangio quasi mai per fame, ma sempre e solo per sentirmi meglio, quasi fossero un mantra. Come ieri: mentre aspettavamo che il pranzo fosse pronto, io e la mia migliore amica abbiamo preso di un pacchetto di chips e ce lo siamo divorato sul divano. Facevamo a gara a chi ne metteva piÚ in bocca e ci siamo fatte delle stories per condivedere con i nostri amici le fasi salienti della competizione.

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two is megl che one coggiolini

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La Pasticceria Coggiola inzia la sua attività nel 1928 a Biella grazie all’ingegno e alla golosità dei due fratelli Coggiola, Riccardo e Remo. All’iniziale bar si aggiunsero ben presto la pasticceria e la gelateria con un laboratorio artigianale. Nel dopoguerra, i fratelli affiancano ai classici pasticcini e ai gelati le torte meringata e tartufata e soprattutto i coggiolini al rhum. Sono gusci di meringhe farciti di cioccolato al rum e ricoperti da cioccolato fondente. In brevissimo tempo diventano uno dei prodotti tipici biellesi più apprezzati e richiesti, ieri come oggi.

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generation z says

tè alla menta Per me avere ospiti a casa, vuol dire preparare dell’ottimo tè alla menta. Ho origini marocchine, e per noi il tè ha un valore sociale e viene considerato la bevanda dell’ospitalità. Rifiutarlo è un gesto scortese che nessuno osa fare! Ma non credete che sia un obbligo, anzi per noi significa condivisione e piacere nello stare insieme agli altri. Adoro le chiacchiere intorno al tavolo, strapieno di dolci e ciuffi di menta che escono dai tradizionali bicchieri di vetro colorato, e adoro avvertire il profumo di menta che esce dalle parole di mia madre e dalle risate delle mie sorelle.

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non ci vedo più dalla fame polenta concia

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La polenta concia (in dialetto polenta cunscia) è sicuramente uno dei piatti simbolo del Biellese. La migliore si mangia ad Oropa ed è una polenta molto cremosa, cotta lentamente in un paiolo di rame, all’interno del quale è stato fatto fondere abbondante formaggio grasso. Viene poi servita con burro fuso. E’ un piatto semplice, di origini povere, ma decisamente ipercalorico nonché una vera goduria per i palati più golosi. Era il piatto perfetto per dare energia a tutti i pastori e i malgari della zona, specialmente d’inverno.

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generation z says

focaccia Dopo una lunga giornata a scuola ho una fame incredibile. Spesso durante l’ultima ora il mio stomaco si ribella e inizia a fare strani versi. E solo una cosa riesci veramente a saziarmi: una bella focaccia. Che sia classica o farcita non importa. L’importante è che sia soffice e unta. Così unta che quando la finisci hai bisogno di un fazzoletto per pulirti mani e bocca. Sempre che riesca a prenderlo! La mangio così di fretta e senza fermarmi, che solo una volta sazio, quando inizio a masticare più lentamente, avverto male alle mandibole. Ma non importa, sto meglio a pancia piena!

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giù! giù! giù! amaro oropa

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L’amaro Oropa deriva da un’antichissima tradizione e prende il nome dal noto Santuario di Oropa, splendido luogo di preghiera situato a 1200 metri di altitudine. Ricavato da profumatissime erbe alpine, tra loro combinate in modo armonioso, segue la classica tradizione dei digestivi di montagna che è rimasta inalterata nei secoli. E’ prodotto dal 1880 dal liquorificio Rapa, che vanta una vasta gamma di liquori locali. Il suo gusto amaro e delicato è ottenuto utilizzando solo prodotti naturali e secondo le tecniche tramandate da generazione in generazione.

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generation z says

coca cola Avete presente i video su YouTube, dove mentos e coca cola mescolate creano potenti getti di schiuma? La Coca è questo per me: quella cosa che ti libera da ogni peso e ti ripiglia. Perchè non c’è nulla che la sua anidride carbonica non possa sistemare: che sia uno stomaco gonfio dal cibo, la stanchezza dopo una serata in discoteca o la voglia di qualcosa di gustoso da sorseggiare quando hai sete. Pensateci, chi beve acqua quando scatta l’intervallo e ha voglia di darsi un po’ di brio? E poi, quando la bevi velocemente e senti che ti pizzica il naso è una vera soddisfazione.

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stay fre$h! erbaluce di caluso

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Ăˆ prodotto con uve provenienti principalmente dal vitigno Erbaluce, uno dei pochi a bacca bianca presenti in Piemonte. Il suo nome nasce dalla favola di Albaluce, la figlia di Sole e Luna nata durante un’eclissi, dalle cui lacrime nacquero viti con grappoli a uva bianca. Si tratta di un vitigno molto duttile da cui si ricava anche un Passito e uno Spumante. Ha riflessi dorati e un profumo delicato che ricorda i fiori di campo. Il sapore è secco e caratterizzato da una vibrante freschezza che gli conferisce un carattere spiccatamente beverino.

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gelato Durante il weekend, il pomeriggio, esco per Biella insieme ai miei amici. Non abbiamo un bar abituale e gironzoliamo qua e là. D’estate non ci fermiamo mai troppo in un locale, perché in fondo non abbiamo bisogno di cose raffinate per stare insieme: basta una panchina, tipo le pietre del centro commerciale Orsi, due risate e un litro di succo d’arancia comprato lì. A volte però, specialmente con l’afa, in questo vagare ci fermiamo da Jeantet. É una pasticceria storica di Biella e il gelato è da paura; perfetto per concedersi un rinfrescante momento di relax.

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KIDS Ammendolea Caterina Broccolato Patrik Busca Roberta De Lucia Andrea Demeyere Lisa Di Mauro Martina Faccio Christian Ferroni Samuel Flumero Alessio Gacon Silvia Gastaldi Chiara Grotta Martina Leonardi Pietro Ottiero Valentina Rami Iman Shehabeldin Osama Sabri Abdelsalam

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ILLUSTRATION Andrea Dalla Fontana è nato in provincia di Vicenza nel 1973. Ha studiato lingue all’università Ca’ Foscari, trascorrendo lunghi periodi di studio in Irlanda e Repubblica Ceca. Dopo il matrimonio si ferma per qualche tempo in Svizzera, e da lì si trasferisce a Biella, dove intraprende la carriera di freelance come Illustratore e Graphic & Web Designer. Ha lavorato per associazioni, musei, Enti pubblici e diversi aziende alimentari italiane ed estere. È l’autore delle strisce che compaiono nella pagina Cultura e Spettacoli della sezione biellese de La Stampa. Nel 2013 ha scritto e illustrato “Biella è una città nascosta” (Edizioni Lineadaria, Biella); dal 2018 collabora come illustratore con l’agenzia editoriale inglese Book on a Tree. Ha illustrato i primi due episodi della serie “I Fetenters” (Il Battello a Vapore), scritti da Alessandro Gatti, Pierdomenico Baccalario e Lorenzo Rulfo e usciti in tutte le librerie a ottobre 2018.

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credits PROJECT MANAGER Ilaria Miglio

Responsabile Comunicazione EnAIP Piemonte

ART DIRECTION Laura Calgaro EDITING Elisa Rollini THANKS Si ringraziano tutti gli studenti e le studentesse che hanno partecipato al progetto, i docenti che li hanno seguiti nelle attività : Giovanna Fulcheri, Laura Colmegna, Emanuele Leone e Antonio Zanetta, la tutor Carlotta Grisorio e il Direttore del CSF EnAIP di Biella Alberto Ghibò.

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enaip.piemonte.it Pubblicato da EnAIP Piemonte nel maggio 2019



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