Green Power

Page 1

11 — 10.2010 La scienza per tutti

11 — 10.2010

Green power



052 – 059 Photoreport

Jardins de couleur

006 – 007 Editoriale

di Jérôme Galland

La contabilità dell’impronta ecologica

078 – 082

di Mathis Wackernagel 008 – 011 Passepartout

Energia per tutti

Italia sempre più rinnovabile

di Kandeh K. Yumkella e Leena Srivastava

034 – 035 Photoreport

di Edoardo Zanchini

Green Power

064 – 067

036 – 039 Intervista a Daniel Esty

Ricerca e industria per una filiera italiana nelle rinnovabili

Renewable World 012 – 017 Intervista a Stefania Prestigiacomo

060 – 063

083

Public, Private, Partnership di Antonio Badini

Quando verde vuol dire oro

di Giovanni Lelli

084 – 087

Economia (bianca, rossa e) verde

di Nicola Nosengo

068 – 071

Il futuro dell’energia si specchia nel deserto

040 – 043

La “bolla” rinnovabile spagnola

di Simone Arcagni

di Pino Buongiorno

Un mondo (di lavoro) sempre più verde

di Carmen Monforte

088 – 091

018 – 023

Green Power

di Elena Comelli

072 – 073 Connect the dots

Casa rinnovabile

024 – 029

044 – 045 Future Tech

Il futuro verde dell’Europa

La rivoluzione del magnesio?

074 – 075 Photoreport

di Francesco Starace

di Antonio Galdo 030 – 033

Finanziare le rinnovabili in tempi difficili di David Lane

046 – 051 Intervista ad Alexander Ochs

Energie rinnovabili: a che punto è il mondo? di Alessandra Viola

Il fotovoltaico mette le ali

La rivoluzione (verde) cinese di Changhua Wu 092 – 093 Traveller

L’energia della Terra 094 – 095 La scienza dal giocattolaio

076 – 077 Oxygen versus CO2

Energia plug and play

Climate Investment Funds

096 – 127 English version


Oxygen 2007/2010

immagine di copertina © Alessandro Rizzi/ GalleryStock

Oxygen nasce da un’idea di Enel, per promuovere la diffusione del pensiero e del dialogo scientifico.

Andrio Abero, Zhores Alferov, Enrico Alleva, Colin Anderson, Paola Antonelli, Andrea Bajani, Pablo Balbontin, Philip Ball, Ugo Bardi, Paolo Barelli, Vincenzo Balzani, Roberto Battiston, Enrico Bellone, Carlo Bernardini, Tobias Bernhard, Michael Bevan, Piero Bevilacqua, Andrew Blum, Albino Claudio Bosio, Stewart Brand, Luigino Bruni, Giuseppe Bruzzaniti, Massimiano Bucchi, Pino Buongiorno, Tania Cagnotto, Michele Calcaterra, Paola Capatano, Carlo Carraro, Federico Casalegno, Stefano Caserini, Ilaria Catastini, Marco Cattaneo, Corrado Clini, Co+Life/ Stine Norden & Søren Rud, Ashley Cooper, Paolo Costa, George Coyne, Paul Crutzen, Partha Dasgupta, Mario De Caro, Giulio De Leo, Michele De Lucchi, Ron Dembo, Gennaro De Michele, Peter Droege, Freeman Dyson, Daniel Egnéus, Richard Ernst, Monica Fabris, Carlo Falciola, Francesco Ferrari, Paolo Ferri, Tim Flach, Stephen Frink, Antonio Galdo, Attilio Geroni, David Gross, Julia Guther, Søren Hermansen, Thomas P. Hughes, Jeffrey Inaba, Christian Kaiser, Sir David King, Hans Jurgen Köch, Charles Landry, Manuela Lehnus,

Johan Lehrer, François Lenoir, Jean Marc LévyLeblond, Ignazio Licata, Armin Linke, Giuseppe Longo, L. Hunter Lovins, Tommaso Maccararo, Giovanni Malagò, Mark Maslin, John McNeill, Joel Meyerowitz, Paddy Mills, Marcella Miriello, Antonio Moccaldi, Patrick Moore, Richard A. Muller, Nicola Nosengo, Helga Nowotny, Robert Oerter, Alberto Oliverio, Sheila Olmstead, Rajendra K. Pachauri, Mario Pagliaro, Francesco Paresce, Claudio Pasqualetto, Federica Pellegrini, Matteo Pericoli, Emanuele Perugini, Telmo Pievani, Michelangelo Pistoletto, Viviana Poletti, Giovanni Previdi, Filippo Preziosi, Marco Rainò, Jorgen Randers, Carlo Ratti, Henri Revol, Marco Ricotti, Sergio Risaliti, Kevin Roberts, Lew Robertson, Kim Stanley Robinson, Alexis Rosenfeld, John Ross, Marina Rossi, Jeffrey D. Sachs, Gerge Saliba, Saskia Sassen, Steven Shapin, Clay Shirky, Uberto Siola, Antonio Sofi, Robert Stavins, Bruce Sterling, Stephen Tindale, Chicco Testa, Mario Tozzi, Andrea Vaccari, Nick Veasey, Jules Verne, Umberto Veronesi, Marta Vincenzi, Alessandra Viola, Gabrielle Walker, Carl Zimmer.


direttore responsabile Gianluca Comin

direttore editoriale Vittorio Bo

coordinamento editoriale Giorgio Gianotto Luca Di Nardo Paolo Iammatteo Dina Zanieri

art direction e impaginazione

rivista trimestrale edita da Codice Edizioni

studiofluo

presidente Vittorio Bo

ricerca iconografica studiofluo

comitato scientifico

managing editor

stampa

Enrico Alleva presidente

Stefano Milano

Giulio Ballio Roberto Cingolani Fulvio Conti Derrick De Kerckhove Niles Eldredge Paola Girdinio Piero Gnudi Helga Nowotny Telmo Pievani Francesco Profumo Carlo Rizzuto Robert Stavins Umberto Veronesi

Simone Arcagni Davide Coero Borga Livia Dall’Agata Elisa Frisaldi Michelle Nebiolo Giorgia Scaturro

Officine Grafiche Artistiche Grafart, Venaria (Torino)

collaboratori

traduzioni Susanna Bourlot Laura Culver Gail McDowell Michelle Nebiolo Federica Niola

distribuzione esclusiva per l’Italia Arnoldo Mondadori editore via Bianca di Savoia 12 20122 Milano t +39 02 754 21 f +39 02 754 22 584

sede legale, direzione, pubblicità e amministrazione Oxygen c/o Codice Edizioni via Giuseppe Pomba 17 10123 Torino t +39 011 197 00 579 f +39 011 197 00 582 oxygen@codiceedizioni.it www.oxygenmag.it ©Codice Edizioni. Tutti i diritti di riproduzione e traduzione degli articoli pubblicati sono riservati.


Hanno contribuito a questo numero

Simone Arcagni

Elena Comelli

David Lane

Carmen Monforte

Direttore responsabile di “Closeup”, si occupa di tecnologia e new media per “Nòva - Il Sole 24 Ore” e “Tutto Digitale”. Curatore della View Conference e ricercatore in Storia del cinema, collabora inoltre con la Facoltà di Architettura presso l’Università di Palermo.

Giornalista scientifica specializzata in tema di energia e ambiente, scrive per “Il Corriere della Sera”, “Il Sole 24 Ore”, “Il Giorno”, “Il Resto del Carlino”, “La Nazione”, “Il Mondo”, “Sette” e “Beltel”. Il suo blog è elenacomelli. nova100.ilsole24ore.com.

Antonio Badini

Professore di legge e politica ambientale alla Yale University e direttore del Centro per le imprese e l’ambiente, sempre a Yale. Esty è autore o curatore di nove libri e numerosi articoli sui temi della politica ambientale e dei rapporti tra ambiente e strategie imprenditoriali, competitività, commercio, globalizzazione, governance e sviluppo. Il suo libro più recente e noto è Green to Gold: How Smart Companies Use Environmental Strategy to Innovate, Create Value, and Build Competitive Advantage.

È dal 1994 il corrispondente economico e finanziario dall’Italia per “The Economist”. Laureato in ingegneria elettrica all’Università di Londra, ha frequentato un master in ricerca operativa e scienza manageriale all’Imperial College di Londra. Negli anni Ottanta e Novanta ha scritto estesamente per “Financial Times Energy”, con cui ha pubblicato nel 1995 Italian Electricity: towards privatisation and beyond 2000 e nel 1999 Electricity in Italy. Il suo ultimo libro è Into the Heart of the Mafia: a journey through the Italian South (Profile Books, 2009).

Dal 2003 è redattrice specializzata nel settore energetico del quotidiano economico “Cinco Días” (proprietà di Prisa, il primo gruppo editoriale spagnolo). Dalle pagine del giornale ha seguito puntualmente importanti processi corporativi come la vendita di Endesa a Enel, il dibattito nucleare, la liberalizzazione delle tariffe elettriche e del gas e l’affacciarsi sul mercato delle energie rinnovabili. Nel 2004 ha ricevuto il Premio Petróleo del Club Español de la Energía.

Direttore Generale dell’IDLO – International Development Law Organization dall’aprile 2010, dopo aver prestato servizio presso il Ministero degli Affari Esteri per 37 anni. In precedenza, Badini è stato Ambasciatore italiano in Egitto, Algeria, Norvegia e Islanda. È stato consigliere per diversi primi ministri italiani su questioni che riguardano l’Unione Europea, la diplomazia e gli affari economici, oltre che presidente della Commissione Euro-Med e direttore generale degli affari nel Medio Oriente e nel Mediterraneo per il Ministero degli Affari Esteri.

Pino Buongiorno Vicedirettore del settimanale “Panorama”, è stato inviato speciale, corrispondente dagli Stati Uniti e capo della redazione romana. Di recente ha curato la raccolta di saggi Il mondo che verrà. Idee e proposte per il dopo G8 (Università Bocconi Editore), tradotto anche in inglese.

Daniel Esty

Antonio Galdo Giornalista e scrittore, è una firma del Gruppo Mondadori e in particolare delle testate “Panorama” ed “Economy”. Come editorialista scrive anche per i quotidiani “Il Mattino”, “Il Messaggero” e “Il Corriere Adriatico”. Ha realizzato diversi programmi televisivi e radiofonici per Rai Educational e Radio 2 e lavorato per diversi anni per i programmi di Enzo Biagi. Tra i suoi libri, il più recente è Non sprecare (Einaudi, 2008). Dall’ottobre 2006 al gennaio 2008 ha diretto il quotidiano “L’Indipendente” e dal 2008 cura il portale www.nonsprecare.it.

Giovanni Lelli Ingegnere nucleare, dal 1971 svolge la sua attività professionale in ENEA – Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente (ex CNEN, Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare), dove ha ricoperto vari incarichi nel corso degli anni. È stato ideatore e realizzatore di progetti di ingegneria, autore di rapporti tecnici e articoli ed è titolare di brevetti. Dal 2001 al 2007 è stato Membro della Segreteria Tecnica della Programmazione della Ricerca del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Dal 2008 è coordinatore del Gruppo di esperti del Ministero dello Sviluppo Economico per il rilancio dell’opzione nucleare.

Nicola Nosengo Giornalista scientifico, scrive per “Nature”, “Wired”, “La Stampa”. Ha curato le voci di tecnologia per diverse opere dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Ha pubblicato i libri L’estinzione dei tecosauri – Storie di tecnologie che non ce l’hanno fatta (2003) e, con Daniela Cipolloni, Compagno Darwin – L’evoluzione è di destra o di sinistra?, entrambi pubblicati da Sironi Editore.

Alexander Ochs Nato in Germania, dove ha studiato, è il direttore del Programma sul clima e l’energia del Worldwatch Institute di Washington, organizzazione indipendente di ricerca, riconosciuta dagli esperti di tutto il mondo per le sue analisi accessibili sui temi critici globali. Ochs è anche fondatore e direttore di FACET (Forum for Atlantic Climate and Energy Talks) e senior fellow alla John Hopkins University. Ha avuto molti incarichi come ricercatore e professore a Berlino, Monaco, Princeton e New York.


Stefania Prestigiacomo

Francesco Starace

Mathis Wackernagel

Kandeh K. Yumkella

Laureata in Scienze della pubblica amministrazione e figlia di un imprenditore, ha cominciato a lavorare da giovanissima nell’azienda di famiglia. A 23 anni è stata eletta presidente del Gruppo giovani imprenditori di Siracusa. Dal 1994 è deputato, eletta nelle liste di Forza Italia nella circoscrizione della Sicilia Orientale. Dal 2001 al 2006 è stata Ministro per le pari opportunità e dal maggio 2008 ricopre la carica di Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Ingegnere nucleare, dopo una brevissima esperienza nel nucleare Italiano, ha iniziato una carriera nel campo dell’Ingegneria e Costruzioni di Centrali Elettriche, con ruoli crescenti all’interno di società prima del gruppo GE e successivamente del gruppo ABB. Prima di entrare in Enel nell’autunno 2000, risiedeva in Svizzera ed era responsabile globale per tutte le attività di Vendita e Realizzazione di Centrali CCGT e Turbogas del gruppo ABB e successivamente ALSTOM. In Enel è stato Responsabile della Area di Business Power all’interno della divisione Generazione ed Energy Management dalla sua creazione, successivamente Direttore della Divisione Mercato e attualmente ricopre il ruolo di Direttore della Divisione Energie Rinnovabili e Presidente di Enel Green Power.

Co-fondatore dell’Ecological Footprint e presidente del Global Footprint Network, think-tank internazionale sulla sostenibilità. Promuovendo l’uso dell’Impronta Ecologica, il Global Footprint Network sta lavorando per rendere le limitazioni ecologiche un argomento determinante del decision making. Wackernagel ha lavorato sui temi della sostenibilità nei sei continenti ed è intervenuto in più di cento università. Dal 2011, sarà Frank H.T. Rhodes Class of 1956 visiting professor alla Cornell University. Ha ricevuto vari premi, tra cui un dottorato onorario dalla Università di Berna, lo Skoll Award for Social Entrepreneurship, il 2006 WWF Award for Conservation Merit e il 2005 Herman Daly Award of US Society for Ecological Economics.

È direttore generale della United Nations Industrial Development Organization – UNIDO. Dall’agosto del 2007 è presidente della UN Energy, il meccanismo di collegamento tra le varie agenzie dell’ONU su tematiche energetiche. È anche presidente dell’Advisory Group on Energy and Climate Change istituito dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e formato da esperti e alti dirigenti.

Alessandra Viola

Direttrice per la Grande Cina di The Climate Group di Pechino, è alla guida regionale delle operazioni e dello sviluppo strategico del The Climate Group. Prima di farne parte, è stata direttore responsabile delle operazioni in Cina dell’ENSR. È inoltre alla guida del network mondiale Professional Association for China’s Environment (PACE). Collabora anche con il Board of the Asia-Pacific Roundtable on Sustainable Consumption and Production (APRSCP), lo Standing Committee of Environmental Education Committee of Chinese Society of Environmental Sciences e l’Advisory Committee of Clean Air Initiative.

Leena Srivastava È direttore esecutivo di The Energy and Resources Institute (TERI), un istituto di ricerca independente e non-profit, con sede a Nuova Delhi, che opera nel settore delle energie, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. È stata l’autrice principale del Third Assessment Report dell’Intergovernative Panel on Climate Change.

Giornalista freelance, scrive di scienza per diverse testate italiane e straniere tra cui “L’Espresso”, “la Repubblica”, “Wired” e “Wired UK”, “Il Sole 24 Ore”, e collabora con la Rai come autrice di programmi televisivi. Nel 2008 è stata premiata come miglior giornalista scientifica italiana dalla Fondazione Armenise-Harvard e dall’Unione Italiana Giornalisti Scientifici (UGIS). Realizza reportage e documentari sui temi dell’energia, della ricerca e dello sviluppo sostenibile.

Changhua Wu

Edoardo Zanchini È responsabile nazionale dei settori energia, trasporti e urbanistica di Legambiente e membro della segreteria nazionale. Architetto, è ricercatore e docente di urbanistica all’Università di Pescara. È autore di diversi articoli e pubblicazioni in materia di politiche energetiche, dei trasporti e del territorio.


Editoriale

La contabilità dell’Impronta Ecologica Le decisioni da prendere in un mondo dalle risorse limitate di Mathis Wackernagel

Quando sono nato, il mondo aveva ancora delle consistenti riserve ecologiche. Il genere umano poteva vivere di rendita grazie alla natura – sfruttava le risorse e produceva CO2 a un ritmo che il Pianeta riusciva a reggere, rigenerando le une e riassorbendo l’altra. Intorno al 1980, il ritmo della domanda umana di servizi ecologici cominciò a superare quello a cui la natura riusciva a fornirli. Oggi, in meno di nove mesi chiediamo la quantità di servizi ecologici che il Pianeta impiega un anno intero a rigenerare. Come facciamo a saperlo? Al Global Footprint Network calcoliamo la “biocapacità”, cioè la quantità di risorse che il Pianeta rigenera, e la confrontiamo con la domanda umana, misurata in base all’Impronta Ecologica, cioè la quantità di superficie terrestre e marina necessaria a produrre le risorse che consumiamo e ad assorbire le nostre scorie (le emissioni di CO2 ne costituiscono la fetta più grossa). Tenere la contabilità dell’Impronta Ecologica significa pensare come un agricoltore: quant’è grande la nostra cascina? Quanta terra e quanti animali ci occorrono per vivere e per tutto quello che usiamo? Questo conteggio funziona come una specie di “estratto conto” del Pianeta – e secondo il saldo attuale siamo gravemente in rosso. Per sostenere il nostro consumo, abbiamo liquidato le scorte e permesso al biossido di carbonio di accumularsi nell’atmosfera. Il cambiamento climatico, l’estinzione delle specie, il rimpicciolimento delle foreste, il crollo delle zone pescose, il ritiro dell’acqua dolce sono tutti dei chiari segnali: abbiamo raggiunto il limite di spesa in disavanzo. La buona notizia è che si può ancora cambiare, e coloro che forniscono le strategie, le tecnolo-

gie, i prodotti e i servizi che sostengono la transizione verso la sostenibilità saranno in netto vantaggio. Al Global Footprint Network lavoriamo con i governi e le imprese per mettere i limiti ecologici al centro delle strategie e delle decisioni, a tutti i livelli. L’Impronta ci dà una misura delle emissioni carboniche, ma coglie anche altri elementi della domanda umana, come la nostra pressione sulle risorse alimentari, la quantità di risorse viventi necessarie per fabbricare i beni che consumiamo e la quantità di terra che sottraiamo al ciclo produttivo per lastricarla di strade e di case. Ma l’Impronta opera anche a un livello più profondo. Infatti fornisce il contesto delle domande che dobbiamo porci se vogliamo riformare il nostro sistema economico: le nostre innovazioni vengono attuate a una velocità e su una scala di grandezza sufficienti per invertire le tendenze attuali? Se così non è, cos’altro dobbiamo fare? Il “diritto allo sviluppo” o il diritto al collasso?

Spesso sentiamo i capi di governo e gli imprenditori lamentarsi perché, secondo loro, il “diritto allo sviluppo” e a una crescita economica costante è indissolubilmente legato alla possibilità continuativa di utilizzare le risorse naturali e di emettere CO2. Ma se li ascoltassimo, più che il diritto allo sviluppo perseguiremmo il diritto al collasso. Pensate che, anche se stiamo già vedendo gli effetti della domanda umana di servizi ecologici, le attuali tendenze demografiche e di consumo continuano a far salire la curva della domanda umana. In base alle proiezioni dell’ONU, la popolazione mondiale potrebbe toccare i nove miliardi intorno alla metà


007

del secolo. Molti paesi hanno una media di Impronta Ecologica che è troppo bassa per soddisfare i bisogni minimi di alimentazione, alloggio e igiene. In quei paesi, il consumo delle risorse probabilmente dovrà aumentare per consentire a segmenti più ampi della popolazione di uscire dalla povertà. Aggiungete questa possibilità allo stile di vita dei paesi industrializzati – che sfruttano in modo estremamente intensivo le risorse e che hanno un’Impronta pro capite significativamente più alta della media mondiale – e presto potremmo raggiungere un livello di domanda che sarebbe fisicamente impossibile da sostenere. Poi c’è il problema del cambiamento climatico. Per realizzare l’obiettivo stabilito dai leader dei G20 di limitare il cambiamento climatico a due gradi Celsius è risaputo che ci vorrà perlomeno un po’ di combustibile proveniente delle risorse biologiche, e questo metterà ulteriore pressione sulla biocapacità. Se non concordiamo una posizione comune sul clima e il carbonio atmosferico aumenterà ancora, la biocapacità sarà sottoposta a una pressione ancora maggiore. Senza un forte accordo sul clima, la pressione sui servizi ecologici s’intensificherà più in fretta e l’accesso a quei servizi diventerà sempre più imprevedibile. Investire in opportunità invece che in vicoli ciechi

Il sistema umano possiede una grande inerzia. La strada che seguiamo oggi è stata determinata in larga parte da scelte che risalgono a molti anni fa – scelte come le centrali elettriche, le piante urbanistiche, le linee ferroviarie, la dimensione demografica, le costruzioni. Un’infrastruttura umana può sopravvivere cinquanta, addirittura cent’anni. Siccome prendia-

mo delle decisioni che determineranno i nostri schemi di domanda ecologica nel lontano futuro, dobbiamo chiederci – o sollecitare i nostri leader a chiedersi – se stiamo investendo in opportunità o in vicoli ciechi. Date le tendenze delle risorse, i materiali necessari a sostenere le nostre economie e i nostri stili di vita saranno più abbondanti o più scarsi? Più facilmente disponibili o più soggetti a interruzioni nella fornitura? In un mondo dove l’umanità riusciva a vivere di quel che la natura generava ogni anno potevamo permetterci di non preoccuparci del nostro budget ecologico. Ma oggi ci troviamo in un mondo che ha delle costrizioni ecologiche e dove le regole del gioco sono diverse. In questo mondo, i governi e le imprese che riusciranno a riorganizzare le loro economie così da renderle sane e robuste pur restando entro i limiti ecologici saranno in grado di affrontare il futuro. Quelli invece che aspetteranno, lasciando ad altri la guida, limiteranno, o metteranno addirittura a rischio, la loro capacità di ristrutturarsi in tempo e di farcela nonostante le costrizioni ecologiche. Avere dei buoni parametri è fondamentale per prendere le decisioni che ci consentiranno di gestire in modo efficace i nostri beni ecologici. Al Global Footprint Network, il nostro approccio è di invitare le città, i Paesi e le imprese a diventare molto meno dipendenti dalle risorse, così da prosperare, invece che fallire, in un futuro ecologicamente limitato. E, nel preparasi al loro futuro, prenderanno dei provvedimenti che contribuiranno a garantire un mondo sostenibile per tutti. http://www.footprintnetwork.org/it


oxygen 11 – 10.2010

Passepartout

Renewable World

a cura di Livia Dall’Agata

La produzione elettrica rinnovabile nel 2008

Green mix 2008 86,3% 0,01% 5,9% 0,3% 5,7% 1,7%

Spazio al verde 2008 2007 2006 2005 1998

0

TWh rinnovabili prodotti 3.763 3.597 3.479 3.330 2.795

450

900

crescita dal 1998 al 2008:

+ 35%

4500

1350

1800

3600

3150

2250 2700

Fonti dei dati: Observ’ER – Worldwide electricity production from renewable energy sources 2009

BP Statistical Review of World Energy – June 2010

Acqua Mari e Oceani Biomasse Fotovoltaico Vento Geotermia


Passepartout — Renewable World

Geotermia: crescita a tutto calore 0

MW totali installati 10.710 9.080 8.160

2009 2005 2000

Top 5 Mondiale I primi cinque paesi per MW installati (in % sul totale mondiale) sono: USA 29% Filippine 18% Indonesia 11% 9% Messico Italia 8%

1500

3000

crescita dal 2000 al 2009:

+ 31%

13500

4500

6000

12000

10500

7500 9000

Fotovoltaico: boom solare 0

MW totali installati 22.929 5.266 1.426

2009 2005 2000

3000

6000

crescita dal 2000 al 2009:

+ 1.508%

27000

9000

12000

24000

21000

15000 18000

Eolico: eolo in salita libera MW totali installati 160.084 59.398 18.450

2009 2005 2000

0 20000

40000

crescita dal 2000 al 2009:

+ 768%

180000

60000

80000

160000

140000

100000 120000

Top 5 Mondiale I primi cinque paesi per MW installati (in % sul totale mondiale) sono: USA 22% Cina 16% 16% Germania 12% Spagna 7% India L’Italia è al 6° posto della classifica mondiale con il 3% della potenza globale.

Top 5 Mondiale I primi cinque paesi per MW installati (in % sul totale mondiale) sono: 42% Germania 15% Spagna 11% Giappone 7% USA 5% Italia


oxygen 11 – 10.2010

Il 90% dell’Islanda si scalda con il calore della Terra che copre anche il 25% della produzione nazionale di energia elettrica.1

Il Belgio installa + 411% di potenza fotovoltaica solo nel 2009 e, con 363 MW, il 9° posto della classifica mondiale è suo.4

Solo 24 Paesi del mondo usano la geotermia per produrre energia elettrica. Sui 10,7 GW installati, il 29% è rappresentato dalle 77 centrali degli USA.4 Deserto del Mojave, California. Caldo immobile? Non proprio: i più grandi impianti a concentrazione solare del mondo sono al lavoro qui già dal 1984.

Il Pianeta Terra chiude il 2009 con 1230 GW di potenza rinnovabile installata: le fonti verdi coprono il 26% della potenza mondiale, le fonti fossili il 66% e il nucleare l’8%. Il 34% della potenza totale è quindi a zero emissioni di CO2.1

2009: in Italia la potenza fotovoltaica cresce del 159% e raggiunge 1,2 GW. Il Bel Paese sale sul 5° gradino della classifica mondiale.4

Brasile: dei 76 miliardi di bioetanolo prodotti nel 2009, 41 sono a stelle e strisce e 26 da… Seleção Brasileira.1

Dopo la mastodontica centrale idroelettrica delle Tre Gole in Cina, viene la centrale di Itaipu sul fiume Paranà, al confine tra Brasile e Paraguay: ha un bacino di 1460 km2, cioè 4 volte il lago di Garda.4

Anche nel 2009 il vento ha spazzato via tutte le altre fonti: in UE, su oltre 26 nuovi GW istallati, ben 10 (39%) erano eolici.3

Dalla Cina con 226 GW, passando per USA, Canada e Brasile, fino al Giappone con 56 GW: ecco i 5 Paesi con più greenpower installato*.1 In alcuni Paesi il contributo delle fonti rinnovabili* sul totale dell’energia prodotta raggiunge percentuali molto elevate; i primi al mondo sono: Austria (71%), Venezuela (73%), Colombia (79%), Brasile (84%), Costa Rica (93%), Camerun (94%), Etiopia (99%), Norvegia (99%) e Islanda (100%).2

*grande idro incluso

Fonti dei dati: Tutti i dati sono relativi al 2009 e provengono dalle seguenti fonti: 1 Renewable Energy Policy Network for the 21st Century 2 Observ’ER; 3 European Wind and Energy Association (EWEA) 4 BP Statistical Review of World Energy.


Passepartout — Renewable World

Germania solare con 9,6 GW fotovoltaici installati sui 23 mondiali. In altre parole il 42% dei pannelli fotovoltaici del mondo parla tedesco.4

In Repubblica Ceca il sole si vede benissimo: nel 2009 il fotovoltaico è cresciuto del 761%. Senza paragoni.4

Etiopia e Kenya fanno parte dei 24 Paesi che trasformano il calore della Terra in energia elettrica.4

I venti e 10 GW di pale regalano all’India il 5° posto nella classifica mondiale dei Paesi con più potenza eolica installata.3

Cina 2009 spiazza tutti: installa 37 nuovi GW all green e raggiunge 226 GW rinnovabili*. Made in China per il 30% delle turbine eoliche e per il 77% dei collettori termici venduti nel mondo.1 Cina a vele spiegate: con una crescita del 113% lascia il 2009 con 25,8 GW eolici installati e supera, anche se di poco, la Germania che slitta al 3° posto della classifica mondiale. Gli USA, leader con 35 GW totali, iniziano a guardarsi alle spalle.4

Filippine e Indonesia a tutta geotermia: con 1,9 e 1,2 GW installati si aggiudicano l’argento e il bronzo della classifica mondiale.4

Il vento soffia sui 160 GW installati in tutto il mondo. Il 47% si trova in Europa: qui solo Cipro, ex-Yugoslavia, Islanda, Liechtenstein, Malta e Slovenia non hanno pale eoliche da far girare.4 I parchi off-shore sono made in North-Europe: 828 pale per 2 GW totali di potenza girano al largo di Regno Unito, Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Germania, Belgio, Irlanda, Finlandia e Norvegia.3 L’UE, con Francia e Germania in testa, produce il 52% del biodiesel mondiale che è passato dai 10 miliardi di litri del 2007 ai 17 miliardi del 2009.4

“Oh Sole nostro” splende sull’UE: con 16.000 MW installati a fine 2009 copre il 70% della potenza fotovoltaica mondiale. Un grazie a Germania, Spagna, Italia, Repubblica Ceca, Francia e Belgio, tutti nella Top10 mondiale dei Paesi con più potenza installata.4

UE: il 18% dell’energia elettrica che usiamo è rinnovabile. La fonte più produttiva è l’acqua, seguita da vento e biomasse. Poi spazio a sole, geotermia e anche all’energia prodotta da onde e correnti del mare.2

011


Intervista a Stefania Prestigiacomo

Economia (bianca, rossa e) verde

di Pino Buongiorno fotografie di Eric Sander

Un’intervista a tutto campo a Stefania Prestigiacomo, in cui il Ministro dell’Ambiente racconta a Oxygen quali sono le opportunità per l’Italia rispetto alle energie rinnovabili, quali i progetti di sviluppo e le ricadute occupazionali ed economiche, quali le criticità e i problemi da affrontare. Senza dimenticare la questione del nucleare...

1


«Cos’è la green economy? Sbagliano coloro che la considerano l’economia dell’ambiente. È invece l’economia sostenibile, che nel terzo millennio non è affatto un’opzione, ma l’unica possibile su cui scommettere». Nel suo ufficio, all’EUR a Roma, Stefania Prestigiacomo, 43 anni, siracusana, Ministro dell’Ambiente dal maggio 2008, non aspetta nemmeno che io le faccia la prima domanda di rito. Messa così, si può essere ancora increduli sul business verde? Il ministro se lo chiede a voce alta pensando a coloro che parlano di un mito e non di una realtà. «Agli scettici rispondo così», prosegue infervorandosi. «Io sono convinta che per mio figlio, che oggi ha 10 anni, quando avrà 15 o 20 anni sarà la normalità. Noi abbiamo un dovere anche etico di conservare il nostro Pianeta per le future generazioni». Si capisce al volo che per la Prestigiacomo fare il Ministro dell’Ambiente, dopo la lunga esperienza alle Pari opportunità, dal giugno 2001 al maggio 2006, «è il mestiere più bello che mi potesse capitare». E ne spiega la ragione fondamentale: «La sfida ambientale è una delle più avvincenti e appassionanti. Voglio solo ricordare che, fra gli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite, quello dello sviluppo sostenibile, assieme alla lotta alla povertà e alla fame nel mondo, è uno dei pilastri su cui il mondo

deve confrontarsi». Tanta passione potrebbe farla passare per una “eco-pasdaran”. Niente di più fuorviante. Stefania Prestigiacomo si definisce «un’ambientalista pragmatica». Lo è per carattere, per convinzione e anche perché – afferma – «il realismo applicato all’ambiente mette fine a quell’ideologismo che, estremizzando la causa per lucrare consensi, ha provocato solo danni. Ovunque nel mondo i movimenti verdi hanno caratteristiche sia di destra sia di sinistra. Diciamo che sono bi-partisan e trasversali. È invece una peculiarità tutta italiana quella di considerare l’ambientalismo appannaggio solo della sinistra. Per fortuna questa convinzione sta per finire anche perché l’ecologismo radicale non ha prodotto minimamente la tutela dell’ambiente. Ha frenato sicuramente lo sviluppo. Basta guardare l’esempio della Campania, dove il no al termovalorizzatore ha fatto sì che si aprissero decine e decine di discariche abusive. Ebbene: la discarica fa un danno al territorio centomila volte superiore a quello di un modernissimo impianto di termovalorizzazione, che trasforma i rifiuti in energia e ha un impatto minimo sull’ambiente circostante». Riesco a frenare a malapena questo soliloquio. E così l’intervista vera e propria può cominciare.


oxygen 11 – 10.2010

Mi dice in poche parole cos’è la sfida energetica, di cui tanto si parla e poco si sa in concreto? È la sfida democratica per eccellenza. Tutti i governi occidentali hanno obiettivi che, indipendentemente dal fallimento del summit di Copenaghen, sono ormai comuni: ovvero convertire il proprio sistema produttivo, ridurre le emissioni di CO2 e investire nelle energie rinnovabili. Il mix energetico scelto dall’Italia è lo stesso su cui stanno puntando moltissimi paesi, a cominciare dagli Stati Uniti. E cioè una quota, purtroppo ancora alta, pari al 50%, delle fonti fossili tradizionali, perché comunque sono al momento le più economiche, convenienti e competitive; una quota del 25% di fonti rinnovabili; e una, sempre del 25%, di nucleare. In Italia dobbiamo fare di più, perché l’obiettivo delle fonti rinnovabili va raggiunto a breve: già entro il 2020 dobbiamo passare dall’attuale 7-8% alla soglia del 17%. Ci stiamo provando, pur fra

difficoltà e ritardi, ma i dati dell’anno scorso ci confortano perché dimostrano che siamo il secondo paese, dopo la Germania, ad aver prodotto il maggior incremento di fonti pulite.

possono essere in tutti i settori, tanto più in quelli agevolati dallo Stato perché creano appetiti formidabili. In realtà bisogna aumentare i controlli soprattutto nel Mezzogiorno.

Già, la Germania. Virtuosa anche in questo campo oltre che nell’essere il motore dell’economia europea nel post-crisi. È paradossale pensare che i tedeschi abbiano il primato del fotovoltaico quando noi siamo il paese del sole. In Italia paghiamo soprattutto la grande demagogia che c’è attorno all’eolico, che deturperebbe l’ambiente e sembrerebbe la causa del malaffare, delle collusioni con le organizzazioni criminali e mafiose.

A chi spetterebbero? Alle Regioni. Questo è un aspetto che ha frenato lo sviluppo dell’eolico anche perché la burocrazia regionale stenta a concedere le autorizzazioni.

Per la verità lo ha denunciato di recente anche il ministro dell’economia Giulio Tremonti. Giulio è stato un po’ troppo tranchant. Purtroppo le infiltrazioni mafiose ci

Ci sono imprenditori che denunciano tempi lunghi, addirittura due o tre anni. Dietro a questi ritardi non c’è solo la cronica lentezza burocratica del nostro apparato pubblico. Spesso sono stati ritardi creati ad arte. Soprattutto all’inizio, quando è scoppiato il boom delle rinnovabili. In quel caso si è voluto favorire qualcuno rispetto ad altri. Non dimentichiamo che in Sicilia è scoppiato lo scandalo delle autorizzazioni che venivano vendute a fior di quattrini. Ma tutto questo non può cri-


Intervista a Stefania Prestigiacomo

In Italia dobbiamo fare di più, perché l’obiettivo delle fonti rinnovabili va raggiunto a breve: già entro il 2020 dobbiamo passare dall’attuale 7-8% alla soglia del 17%. Ci stiamo provando, pur fra difficoltà e ritardi, ma i dati dell’anno scorso ci confortano perché dimostrano che siamo il secondo paese, dopo la Germania, ad aver prodotto il maggior incremento di fonti pulite.

minalizzare l’intero settore delle rinnovabili. Semmai deve criminalizzare una classe dirigente che non è stata attenta e che ha rilasciato autorizzazioni a chi non ha collegato nemmeno gli impianti alla rete. A quel punto sì che il danno è doppio. È sia paesaggistico sia truffaldino ai danni dello Stato.

gli incentivi hanno efficacia se hanno una scadenza. Ma qui stiamo parlando di incentivi particolari perché occorre avere bene in mente che il problema principale delle rinnovabili è uno solo: dobbiamo attendere che la ricerca scientifica a livello mondiale risolva la questione del costo dell’investimento.

imprenditori e i privati che avevano progettato grossi investimenti sulle energie rinnovabili si sono sentiti traditi. Perché avviene tutto questo? Beh, alla fine sono rimasti in vigore anche perché i certificati verdi e quelli bianchi sono un forte incentivo per gli investimenti delle imprese.

A quanto ammonta il business dell’economia verde? È stato stimato che il solo giro d’affari che ruota attorno alle fonti d’energia rinnovabile in Italia è di 6-7 miliardi di euro l’anno. Di sicuro è un business imponente. Noi ci stiamo attrezzando per sviluppare la cosiddetta “filiera” perché, fino a oggi, molte componenti per le pale eoliche e il solare non sono prodotte in Italia. Dobbiamo essere competitivi anche da questo punto di vista. Ma per far questo occorre che i contributi statali si stabilizzino. Purtroppo le leggi finanziarie minacciano costantemente gli aiuti. So bene che

Quanti posti di lavoro si possono creare? A oggi si stima che le rinnovabili occupino circa 150.000 addetti. Ma è un dato in crescita e questi sono settori di mercato in molti casi totalmente nuovi. I posti di lavoro sono aggiuntivi rispetto a quelli tradizionali. Non solo: si stanno creando figure imprenditoriali del tutto inedite.

Non è che molti suoi colleghi la lasciano spesso sola a combattere le battaglie ecologiste? È vero: non sempre abbiamo dato segnali forti di credere nella sfida ambientale. In parte questo è dovuto alla crisi economica che abbiamo vissuto e che ha costretto l’esecutivo a stabilire un ordine di priorità. In parte siamo stati un po’ troppo realisti nel senso che abbiamo detto la verità quando altri governi, a cominciare dall’amministrazione di Barack Obama, si sono vantati di essere all’avanguardia nel business verde e poi tutte le iniziative legislative che promettevano rivolu-

In sua assenza in Consiglio dei Ministri, perché lei aveva impegni all’estero, hanno cercato di farle qualche sgambetto, come quando è stata proposta l’eliminazione dei certificati verdi. Gli

015


oxygen 11 – 10.2010

Altri governi, a cominciare dall’amministrazione di Obama, si sono vantati di essere all’avanguardia nel business verde e poi tutte le iniziative legislative che promettevano rivoluzioni energetiche si sono impantanate nei parlamenti. Il guaio è che le risorse pubbliche, soprattutto in tempo di crisi, sono quelle che sono. Ecco perché da tempo sostengo che occorre avvalersi anche dei fondi privati e del mercato. 016

zioni energetiche si sono impantanate nei parlamenti. Il guaio è che le risorse pubbliche, soprattutto in tempo di crisi, sono quelle che sono. Ecco perché da tempo sostengo che occorre avvalersi anche dei fondi privati e del mercato. Fra i primi atti di governo, il neo-premier del Regno Unito David Cameron ha lanciato l’idea di una “banca verde” per finanziare le energie rinnovabili. In Italia chi potrebbe svolgere questo ruolo? Bisogna coinvolgere di più la Cassa Depositi e Prestiti. Ci credo molto. Stiamo non solo ragionando su questa possibilità. Con la Cassa abbiamo cominciato a realizzare progetti e iniziative per incrementare l’economia verde. Abbiamo già attivato un fondo di rotazione di 600 milioni di euro per gli investimenti che metteranno in moto tre miliardi di euro per tutto il settore energetico. Sul fotovoltaico l’Italia non rischia di

diventare solo un centro di distribuzione di prodotti realizzati all’estero e di non crearne di propri e originali? Per la verità abbiamo da poco inaugurato a Priolo Gargallo, in Sicilia, il progetto Archimede, che nasce da un’idea del professor Carlo Rubbia e viene sviluppato dall’Enel. Punta a risolvere il grande problema dell’energia prodotta dal sole, e cioè la sua conservazione. Quello di Priolo è il primo impianto al mondo a sperimentare questa tecnologia termodinamica con l’uso di sali minerali. Non mi fascerei la testa né mi fustigherei troppo. L’Italia sta comunque investendo nella ricerca, tenendo però conto che questa ha i suoi tempi. Affrontiamo la questione più spinosa. La terza quota di quel mix energetico virtuoso di cui parlava all’inizio della nostra conversazione: il nucleare. Anche qui, mi sembra che ci siano ritardi rispetto alla tabella di marcia stabilita dal governo.

La mancata nomina del Ministro dello Sviluppo Economico sicuramente ha rallentato il programma. Quanto a questo ministero, che ha al suo interno l’Agenzia nucleare, mi sono battuta per una soluzione di grande prestigio e anche bipartisan. Si riferisce alla nomina del professor Umberto Veronesi a presidente dell’agenzia? S’invoca tanto il dialogo fra maggioranza e opposizione, ma poi alla fine lo si fa solo in maniera strumentale. Nel caso di Veronesi, sul cui nome si è spaccata l’opposizione, lo si è visto assai bene. La sfida nucleare è una sfida di modernizzazione del Paese. Rientrare nel nucleare è un passaggio fondamentale, ma anche delicato per l’Italia. Non possiamo più fare gli ipocriti. Noi paghiamo l’energia molto di più di altri paesi mentre, se produciamo una quota significativa di energia con il nucleare, potremmo dare una


Intervista a Stefania Prestigiacomo

spinta di competitività alle imprese, che varrebbe dieci finanziarie. La seconda ragione della scelta obbligata è che non ha senso e non è giusto importare energia, per esempio, dalla Francia, prodotta dal nucleare, solo perché è fuori dai nostri confini. Se malauguratamente dovesse succedere un incidente gli effetti li sentiremmo anche noi. Terzo: bisogna essere seri e assumersi le proprie responsabilità. Il 2011 sarà l’anno del nucleare italiano? Dipende molto dalla continuazione della legislatura. Se andremo avanti il programma riprenderà in modo serrato. Credo comunque che la prima pietra non riusciremo comunque a porla in questa legislatura anche perché sono necessari due anni, forse due anni e mezzo per l’iter delle autorizzazioni. Va ricordato che non è il governo a stabilire i siti. Il governo fissa solo le regole di sistema. Tocca poi ai privati, che vorranno realizzare gli impianti, proporre

le aree. Io mi auguro che questo passaggio possa essere gestito non in maniera demagogica, ma con il consenso delle popolazioni. In questi mesi abbiamo assistito a una cacofonia di interventi. Alcuni governatori della maggioranza di governo, come quello del Piemonte, hanno detto che avrebbero accettato i siti; altri, come il presidente del Veneto, hanno minacciato ferro e fuoco. Questo è il risultato della perenne campagna elettorale che viviamo. Molte dichiarazioni sono dettate proprio dalla demagogia pre-elettorale. Bisogna invece fare una campagna di informazione molto seria e completa sull’intera questione, sulle reali conseguenze per un territorio, sulla convenienza occupazionale e sulle ricadute industriali. E anche sulle scorie e sulla sicurezza, perché non si deve mai dare l’impressione di fare propaganda di regime. Io mi chiedo: come mai in Francia ci sono

70 centrali nucleari e non è scoppiata nessuna rivoluzione? Negli Stati Uniti c’è addirittura la competizione fra i diversi territori per chi deve ospitare un impianto rispetto al vicino. Ci sono le condizioni per far convergere sulla scelta nucleare anche le opposizioni? È l’unica cosa da fare. Per fortuna, all’interno dell’opposizione c’è un fronte, che si sta allargando, convinto della necessità di sposare il nucleare. Penso al Forum, presieduto da Chicco Testa, ex presidente dell’Enel ed esponente verde di vecchia data. Quello potrebbe essere il luogo del dialogo fra maggioranza e opposizione. Ma non mi faccio troppe illusioni se penso alle dichiarazioni di alcuni governatori di sinistra che non vedono l’ora di ripetere sul nucleare le battaglie stile No TAV. Battaglie deleterie che hanno solo ritardato di dieci anni gli investimenti che l’Italia poteva fare assai prima.


oxygen 11 – 10.2010

Green Power 018

«Il nostro impegno è orientato allo sviluppo in un settore ad alta crescita che contribuiremo a rendere sostenibile non solo da un punto di vista ambientale, ma anche economico, in maniera da rendere disponibile la grande offerta di risorse naturali per un numero sempre più vasto di consumatori». Presente e futuro di Enel Green Power, società del Gruppo Enel dedicata all’energia da fonti rinnovabili.

di Francesco Starace


Rubrica – titolo corrente

019


Le fonti rinnovabili hanno vissuto negli ultimi anni una crescita senza precedenti, grazie all’avanzamento tecnologico, alla crescente preoccupazione per l’eccessiva dipendenza da fonti fossili e al forte sostegno politico presente in tanti Paesi. Alla fine del 2009 la capacità totale installata a livello mondiale era di 1230 GW. Le stime più caute ci dicono che entro il 2020 si potrà avere un ulteriore aumento di 600 GW e quelle ottimistiche parlano di una crescita di 1800, che porterebbe il mondo a più che raddoppiare in 10 anni la capacità installata dall’inizio dello sviluppo industriale a oggi. A questo si aggiunga che negli ultimi anni ogni stima, anche la più ottimistica, è sempre risultata essere in difetto. A “tirare” questo sviluppo delle rinnovabili è stata sino a pochi anni fa soprattutto l’Europa. Lo sviluppo si articola ormai su scala globale e la crescita si registra in maniera diffusa in tutti i continenti, nelle Americhe, in Asia, e perfino in Africa e Oceania. La crescita avviene ancora su tutte le tecnologie, a dimostrazione della disponibilità di risorse rinnovabili molto articolata e diffusa in tutto il mondo. Già oggi, idroelettrico, eolico e geotermia possono essere considerate fonti mature, con costi

di produzione certamente legati alla disponibilità della risorsa, ma comparabili al costo di produzione da fonti tradizionali. Il solare si articola su parecchi fronti di sviluppo tecnologico che stanno progressivamente arrivando alla maturità, beneficiando di un impiego sempre più esteso su scala industriale e replicando, nel caso eclatante del fotovoltaico, andamenti di costo decrescente già osservati nell’elettronica di largo consumo, grazie alla tensione congiunta creata dalle economie di scala derivanti da una crescente domanda e dalle attività di ricerca e sviluppo. La progressiva accelerazione nella penetrazione a tutti i livelli e in tutto il mondo delle energie rinnovabili è direttamente legata al crescente successo nello sforzo di ricerca della competitività nei costi. Questo porterà a piena maturità industriale anche le fonti rinnovabili più recenti. Le rinnovabili potranno dare un forte contributo, rendendo il sistema energetico europeo meno dipendente da fonti fossili importate, più sicuro e competitivo e ambientalmente sostenibile in linea con i target comunitari. La volatilità che è da sempre associata all’utilizzo spinto di fonti fossili crea situazioni di grave incertezza che rendono inattendibili le previsioni sull’andamento dei costi dell’energia a medio


Green Power

021

e lungo termine. Il crescente ricorso alle fonti rinnovabili contribuisce a ridurre e progressivamente eliminare questa incertezza. Costi dell’energia stabili e prevedibili a lungo termine sono fondamento di vere politiche di sviluppo di cui in Europa si sente bisogno da tempo. Quanto al settore industriale delle energie rinnovabili, si stanno creando le condizioni affinché aumenti il numero di aziende che già oggi operano nel settore, creando una vera e propria filiera industriale. Certamente lo sviluppo delle rinnovabili costituirà ancor di più uno stimolo alla crescita se si riuscirà a sviluppare una vera e propria filiera industriale lungo tutta la catena del valore, dalla produzione di componenti in loco alla costruzione e manutenzione delle centrali. In questo contesto di crescita si colloca Enel Green Power, la società del Gruppo Enel dedicata allo sviluppo e alla gestione delle attività di generazione di energia da fonti rinnovabili a livello internazionale, presente in 16 paesi in Europa e nel continente americano. Enel Green Power è leader di settore grazie a 20,9 miliardi di chilowattora prodotti da acqua, sole, vento e calore della terra, in grado di soddisfare i consumi di oltre sette milioni di famiglie ed evitare ogni anno oltre 14 milioni di tonnella-

te di emissioni di anidride carbonica. Con una capacità installata di circa 5800 MW, Enel Green Power è tra le prime realtà nel mondo con un business integrato nel settore delle fonti rinnovabili di energia. Il piano industriale, che prevede una crescita importante per i prossimi anni, poggia su una consistente pipeline di progetti differenziati per regione e tecnologia e pronti a trasformarsi in impianti da connettere alla rete. La forza di Enel Green Power si basa su una solida posizione di partenza, fondata su un mix di asset produttivi che garantiscono flussi di cassa sicuri e robusti, con scarsa dipendenza da meccanismi incentivanti. Il futuro è in funzione di una altrettanto solida strategia di crescita che tiene conto della peculiare modalità di espansione delle energie rinnovabili: come osservato in precedenza, le rinnovabili crescono in tutte le tecnologie e in tutte le aree del mondo. Su queste direttrici si delinea l’attività di Enel Green Power, che utilizza il patrimonio di conoscenza in tutte le tecnologie di cui dispone, unendolo alla grande diversificazione geografica, cogliendo al meglio tutte le migliori opportunità di sviluppo nel grande mondo delle energie rinnovabili.

1, 3 Manifestazioni geotermiche naturali – Parco delle Biancane, Grosseto. 2 Centrale geotermica di San Martino, Grosseto.


oxygen 11 – 10.2010

022

La strategia della differenziazione e copertura di tutti i diversi segmenti di interesse trova un’ulteriore applicazione nella società Enel.si. Questa costituisce l’anima retail di Enel Green Power e, attraverso una rete di oltre 500 franchise in Italia, si occupa di soluzioni “chiavi in mano” per il fotovoltaico di piccola e media taglia e di altre forme di generazione distribuita da rinnovabili (mini-eolico, pompe di calore geotermiche, solare-termico) per il mercato domestico e delle piccole e medie imprese. Enel.si fornisce inoltre soluzioni rispetto all’efficienza energetica, a tutti i livelli e in forma integrata con le soluzioni di produzione distribuita. La crescita esponenziale di istallazioni di impianti di piccola e media taglia dimostra la reale dimensione e attrattività di questo segmento di mercato. Coerentemente con la strategia di copertura di tutta la filiera industriale, Enel Green Power ha siglato con Sharp e STMicroelectronics un accordo finalizzato alla realizzazione della più grande fabbrica di pannelli fotovoltaici in Italia. L’impianto sarà costruito a Catania e produrrà pannelli a film sottile a tripla giunzione destinati a soddisfare la domanda dei più promettenti mercati del solare della regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa).

Rispetto ai normali pannelli fotovoltaici al silicio, quelli a film sottile sono in grado di mantenere un livello elevato di efficienza energetica nella conversione anche in climi molto caldi e sono anche meno esposti alle variazioni del prezzo del silicio grezzo, dato il minore utilizzo del minerale. È intenzione di Enel Green Power sviluppare anche tecnologie di avanguardia, come ad esempio il solare termodinamico e la geotermia a bassa entalpia, portandole nel minor tempo possibile a una maturità tecnologica e alla competitività rispetto alle fonti più consolidate. Il nostro impegno è orientato allo sviluppo in un settore ad alta crescita che contribuiremo a rendere sostenibile non solo da un punto di vista ambientale, ma anche economico, in maniera da rendere disponibile la grande offerta di risorse naturali per un numero sempre più vasto di consumatori. Per questo motivo il Gruppo Enel ha deciso di collocare sul mercato una quota di minoranza delle azioni di Enel Green Power.


SIAMO GIÀ DOVE VOLETE ANDARE. IN UN FUTURO SOSTENIBILE.

DA ENEL, ENEL GREEN POWER. LEADER MONDIALE NELLE ENERGIE RINNOVABILI. Enel Green Power è la società di Enel dedicata all’energia prodotta da fonti rinnovabili. Con impianti operativi in 16 paesi del mondo e una capacità di generazione di energia da vento, sole, acqua e calore della terra pari a oltre 20 miliardi di kWh, Enel Green Power è leader mondiale. Ogni anno evita l’emissione in atmosfera di circa 14 milioni di tonnellate di CO2*, un risultato destinato a crescere perché Enel Green Power continuerà ad andare verso un futuro sempre più sostenibile. Proprio nella stessa direzione dove volete andare anche voi. www.enel.com *Fonte: Bilancio di sostenibilità 2009.


©

Nicolò Minerbi/LUZphoto


Il futuro verde dell’Europa

di Antonio Galdo

La recente Road Map della European Climate Foundation indica con chiarezza gli obiettivi energetici dell’Europa del futuro: 5000 chilometri quadrati di pannelli solari, 100.000 turbine eoliche, 200 milioni di auto elettriche, 100 milioni di pompe di calore, 100 nuovi impianti nucleari. Ma sulla strada che porta al 2050 ci sono tre incognite da affrontare: gli incentivi governativi, la rete elettrica e il peso dell’opinione pubblica.

Il sogno dell’Europa verde è scolpito nella Road Map 2050 preparata dalla European Climate Foundation: 5000 chilometri quadrati di pannelli solari, 100.000 turbine eoliche, 200 milioni di auto elettriche, 100 milioni di pompe di calore, 100 nuovi impianti nucleari. Quarant’anni per cambiare il volto dell’Europa energetica, uscire dalla trappola delle fonti fossili e innanzitutto dall’insostenibile dipendenza dal petrolio, creare nuove opportunità di sviluppo economico e milioni di posti di lavoro. Utopia a parte, la strada a favore delle energie sostenibili è ormai tracciata, con un percorso obbligato che tiene conto di diversi fattori in campo. Soltanto attraverso una forte spinta alle energie rinnovabili, infatti, è possibile raggiungere allo stesso tempo gli obiettivi strategici di riduzione dell’inquinamento, miglioramento del quadro climatico, autosufficienza energetica. Tutto ciò in un quadro mondiale nel quale è destinata a crescere, ovunque, la fame di elettricità. La produzione totale – secondo l’Annual Energy Outlook 2010 dell’Energy Information Administration statunitense – dovrebbe salire dai 3950 miliardi di kilowattora previsti per quest’anno a oltre 5000 miliardi all’orizzonte del 2035.

La Commissione Europea stima che, se verrà mantenuto il trend di sviluppo economico e sociale attuale, l’aumento della domanda di energia elettrica sarà non inferiore all’1% annuo per i prossimi 20 anni. In pratica, il futuro del mondo sostenibile si gioca attorno a questa equazione: più energia, ma attraverso lo sviluppo di diverse fonti. L’Unione Europea non parte da zero nella sua Road Map. Nel 2009, per esempio, gli impianti per produrre energia rinnovabile hanno rappresentato il 61% di tutte le opere di nuova creazione, e così per il secondo anno consecutivo le fonti di energia rinnovabile hanno costituito la maggior parte dei nuovi impianti energetici installati. Con il risultato, non disprezzabile, in base al quale le energie rinnovabili ormai rappresentano oltre il 10% del totale dei consumi dell’Unione Europea, con paesi come la Svezia, la Finlandia, la Lettonia e l’Austria che hanno già scavalcato l’asticella del 30%. A questo punto, siamo di fronte a un traguardo intermedio rispetto all’approdo del 2050: i paesi dell’Unione hanno sottoscritto un impegno a raggiungere il 20% dei consumi di energia rinnovabile entro il 2020, cioè tra 10 anni, e l’Italia in particolare ha promesso di arrivare a quota

025


©

Ashley Cooper/Corbis

17%, tenendo conto della diversa situazione di partenza rispetto ad altre nazioni molto più avanti sulla strada del green. Il salto successivo, secondo le stime della Commissione Europea, potrebbe realizzarsi entro il 2030 con una torta energetica così divisa: 64% di nuova capacità alle rinnovabili, 17% al gas, 12% al carbone, 4% al nucleare e solo 3% al petrolio. Ovunque in Europa, i governi e i parlamenti sono impegnati a definire linee di politica industriale compatibili con obiettivi così ambiziosi, mentre le grandi aziende del settore spingono tutte l’acceleratore sulla ricerca e sull’individuazione di nuove tecnologie, indispensabili per una riconversione così marcata. L’opinione pubblica, infine, non è neutrale o indifferente, ma esercita un potere di controllo, e in alcuni casi di veti, che può risultare determinante ai fini del successo della Road Map, specie in presenza di una politica debole e troppo condizionata dalla bussola dei sondaggi che, per loro natura, fotografano l’esistente e rendono più incerta la scommessa con il futuro. Viste da vicino, e con la dovuta cura analitica, le incognite dell’Europa verde sono almeno tre, e tutte di notevole portata. In primo luogo bisogna

prendere atto di una realtà: senza una massiccia politica di incentivazioni pubbliche, lo scenario delle energie alternative diventa nebuloso. Non sostenibile sul piano delle leggi del mercato e della concorrenza. Gli sforzi più forti arrivano dai due paesi che si giocano, testa a testa, la leadership globale: Stati Uniti e Cina, due nazioni che hanno la consapevolezza di quanto la questione energetica sia vitale per la conquista di una supremazia nella governance del mondo. Nel 2009 gli Stati Uniti hanno messo sul tavolo incentivi, nelle energie alternative, pari a 66,6 miliardi di dollari, rispetto ai 46,9 miliardi della Cina e ai 12,7 miliardi di dollari del pacchetto dell’Unione Europea. L’America di Obama è lontana anni luce da quella di Bush. Se l’amministrazione repubblicana si mostrava indifferente di fronte agli allarmi sull’inquinamento atmosferico, condizionata dalle pressioni della lobby petrolifera, il presidente democratico ha fatto dell’uscita dalla dipendenza dal petrolio uno dei perni della sua promessa di “cambiamento”. In pratica, Obama vuole sparigliare il tavolo dei consumi energetici, come ha dimostrato anche con i discorsi e le prese di posizione di fronte al disastro della piat-


Le energie rinnovabili ormai rappresentano oltre il 10% del totale dei consumi dell’Unione Europea, con paesi come la Svezia, la Finlandia, la Lettonia e l’Austria che hanno già scavalcato l’asticella del 30%.

taforma esplosa della BP (11 morti, 100 milioni di barili in mare), e ribadisce continuamente la necessità di uscire dal vicolo cieco di consumi petroliferi definiti “insostenibili”: 300 miliardi di galloni di petrolio l’anno, pari a tre galloni per ogni cittadino statunitense. Il nuovo inquilino della Casa Bianca, a proposito di Road Map, è anche l’uomo che intende ridurre dell’83% i gas serra entro il 2050, ed è chiaro che l’obiettivo è irraggiungibile senza massicci investimenti, con i relativi ritorni, nelle energie rinnovabili. Quanto alla Cina, il suo percorso si presenta con un alto tasso di ambiguità, riconducibile a una super potenza a due facce: grande innovatore sulla frontiera della sfida energetica e grande inquinatore per sostenere il suo boom economico. La Cina dei primati annunciati a ritmo quotidiano, è ormai il primo paese al mondo per emissioni totali di CO2 (cresciute del 9% nel 2010), ma Pechino ha conquistato anche il primato mondiale negli investimenti in turbine eoliche e in pannelli solari. Il doppio binario seguito dalla Cina è il prezzo che il paese deve pagare per sostenere il suo sviluppo, compreso il trasferimento biblico di milioni di ex contadini verso le aree urbane, con gli esplosivi effetti sui consumi di elettrodomestici, auto, gadget elettronici. Per fare solo un esempio, nella sola capitale cinese, mentre l’industria mondiale dell’automobile è ancora in piena recessione in attesa della svolta dell’auto elettrica, si vendono più di 1500 automobili al giorno. Tirando le somme, Stati Uniti e Cina non arretreranno di un millimetro da una politica economica di forti incentivazioni agli investimenti a favore delle energie rinnovabili. Anzi. Concentreranno risorse in campo energetico mirate alla riconversione verde, e lo potranno fare anche in

virtù di un indirizzo politico saldamente nelle mani dei rispettivi governi. Di fronte ai due giganti e alle loro mosse scontate, l’Europa rischia di essere il vaso di coccio. Gli incentivi, che abbiamo visto sono essenziali, devono fare i conti con i vincoli dei bilanci nazionali, con i tagli della spesa pubblica e con un quadro di finanza nazionale e sovranazionale intossicato dai paesi a rischio default, come si è visto con la recente crisi della Grecia. Non avendo un’autorità politica comune, forte e riconosciuta, come gli Stati Uniti e la Cina, l’Unione Europea dovrà fare i conti, in materia di finanza pubblica, con continue mediazioni, estenuanti fasi di stop and go, e la politica energetica sarà una delle più esposte a questo quadro di incertezza e di instabilità. La seconda incognita riguarda la rete elettrica, la sua capacità di adeguarsi alla nuova offerta sul versante delle rinnovabili con i necessari investimenti che, per diventare concreti, devono attraversare una lunga catena di autorizzazioni, permessi ed esami. Il “caso Italia” è paradigmatico in proposito. Grazie al generoso sistema di incentivi, che ha richiamato anche gruppi stranieri, il nostro paese ha fatto ha fatto un salto vertiginoso nel settore delle rinnovabili. In pochi anni abbiamo scalato le classifiche dell’Europa a 27 e, secondo gli studi di Nomisma-Legambiente, ci siamo attestati al quarto posto per produzione di energia verde. In un decennio, con la liberalizzazione del mercato, sono sorti mille nuovi impianti eolici a biomasse e biogas, 300 impianti idroelettrici, 80.000 fotovoltaici e nuove centrali a gas a ciclo combinato per oltre 30.000 MW. E la rete elettrica? Affanna. Con il risultato che già oggi ci troviamo di fronte a problemi di allacciamento e distacchi che non permettono di ritirare tutta l’energia che pure si potrebbe produrre. I progetti, come al solito, non mancano, ma

027


oxygen 11 – 10.2010

028

I paesi dell’UE hanno sottoscritto un impegno a raggiungere il 20% dei consumi di energia rinnovabile entro il 2020 e l’Italia in particolare ha promesso di arrivare a quota 17%, tenendo conto della diversa situazione di partenza rispetto ad altre nazioni molto più avanti sulla strada del green. Il salto successivo, secondo le stime della Commissione Europea, potrebbe realizzarsi entro il 2030 con una torta energetica così divisa: 64% di nuova capacità alle rinnovabili, 17% al gas, 12% al carbone, 4% al nucleare e solo 3% al petrolio.

2200 chilometri di linee elettriche programmate e 90 stazioni sono ferme sulla carta. Dal 2005 a oggi, Terna, la società di gestione della rete elettrica, ha contabilizzato investimenti pari a poco meno di tre miliardi di euro e da qui al 2019 altri sette miliardi sono previsti dal piano decennale della società. Soldi e impianti sono spesso bloccati per lentezze burocratiche, intoppi politici, veti locali che riguardano competenze sovrapposte a quelle delle autorità nazionali. Un vero e proprio percorso a ostacoli del quale in molti casi non si vede mai l’uscita dal tunnel. L’incertezza sullo sviluppo delle infrastrutture di trasporto e di allaccio si collega direttamente alla terza incognita che pesa sul futuro dell’Europa verde: il ruolo dell’opinione pubblica. Non tutti gli impianti relativi alle fonti alternative hanno lo stesso impatto, in termini di reazioni, delle centrali nucleari per le quali la sensibilità dei cittadini è altissima. Ma certo in Europa, e in Italia in particolare, quando si parla di impianti energetici, anche con le migliori garanzie di sicurezza e di efficienza, si entra immediatamente nella zona grigia dei poteri di interdizione che possono avere molte facce. Dai comitati spontanei a quelli manovrati, nel Sud, dai clan della malavita organizzata; dalle associazioni ambientaliste più estreme fino a piccoli gruppi

che strumentalizzano a fini politici la protesta popolare. E nel vespaio delle polemiche è difficile perfino dare certezze alla popolazione attraverso i necessari e preliminari approfondimenti in sede scientifica. La sindrome del “non si può”, sempre e comunque, si sconfigge con una politica forte, autorevole, convincente, e con amministratori pubblici, locali e nazionali, responsabili e capaci di non perdere di vista gli interessi del “sistema Paese”. Non si tratta di concetti astratti, ma di un’azione quotidiana che dia elementi chiari sui piani energetici e spinga i cittadini, specie sul territorio, a una maggiore consapevolezza sugli interessi in gioco. Un termovalorizzatore, con il quale dai rifiuti si produce energia attraverso un ciclo virtuoso della catena di smaltimento, ha un impatto significativo e le reazioni della comunità sono comprensibili: ecco perché i suoi vantaggi, la sicurezza dell’impianto, i benefici per l’intera collettività, devono essere preparati e offerti all’opinione pubblica con un’azione di lungo periodo. L’emergenza, al contrario, non agevola le soluzioni condivise. E una volta fatta una scelta, il dovere della politica è di saperla difendere con forza, in tutte le sedi. Sapendo che una sfida impopolare oggi può valere molti consensi do-


Il futuro verde dell’Europa

©

Marco Cristofori/Corbis

mani, come si è visto, restando all’esempio dei termovalorizzatori, in quelle zone d’Italia dove questi impianti non solo hanno risolto il problema dei rifiuti, ma hanno modificato in modo sostanziale i consumi energetici a favore appunto delle fonti alternative. C’è un luogo paradigmatico, nel mondo, che aiuta a capire quali sono le potenzialità economiche e sociali legate alla riconversione verso l’energia alternativa così com’è stata disegnata dalla Road Map della European Climate Foundation: la metropoli di Houston. Parliamo della quarta città più popolata d’America, con quasi 2,3 milioni di abitanti, che da quando fu scoperto il primo pozzo, nel lontano 1901, divenne la capitale dell’industria petrolifera. Il pragmatismo americano, l’energia vitale di un paese che non stacca mai lo sguardo dal futuro ed è sempre alla ricerca di un new deal, ha fatto in modo che oggi Houston si sia riconvertita, in modo molto efficace, dal petrolio come volano del suo sviluppo alle fonti energetiche alternative. I numeri parlano chiaro: dai 9 milioni e 637 barili prodotti in quest’area nel 1970, siamo passati agli attuali 5 milioni. Allo stesso tempo sul territorio su 3468 aziende del settore energetico, più di 400

si dedicano alle fonti alternative ai combustibili fossili o alle tecnologie che possono migliorarne l’utilizzazione e le applicazioni pratiche. È un intero sistema che si è riposizionato, grazie al mix di scelte politiche, incentivi e investimenti privati, fino a modificare in modo sostanziale perfino i connotati urbanistici della città. Nell’area metropolitana di Houston oggi ci sono 133 edifici che hanno la certificazione di green building, con un risparmio energetico del 35% rispetto ai normali costi della bolletta petrolifera. E la Grande Crisi, dal punto di vista occupazionale, nella ormai ex capitale del petrolio americano è stata ammorbidita dai nuovi posti di lavoro creati proprio dalla green economy. L’Europa non è Houston, ma quella Road Map che dovrebbe rivoluzionare il nostro sistema energetico da qui al 2050 può uscire dal libro dei sogni e diventare una realtà, a beneficio innanzitutto delle nuove generazioni, se il nostro sguardo e i nostri comportamenti saranno ispirati alla convinzione che il cambiamento non deve spaventare, ma piuttosto va immaginato con audacia e governato con responsabilità e convinzione.


Finanziare le rinnovabili in tempi difficili

di David Lane

Che ruolo giocano le rinnovabili nello stimolare la ripresa dopo la crisi economica? Quali sono gli investimenti da compiere per finanziarle e quanto lo sviluppo delle rinnovabili riduce i costi e gli incentivi? Ecco come si stanno muovendo le piĂš sviluppate nazioni europee: Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna e Italia.

Š

Laurie Frankel/Gallerystock


Gli sforzi incisivi nell’incrementare l’uso di fonti energetiche alternative devono andare di pari passo con la creazione di un’industria forte, innovativa ed esportabile.

Durante la campagna elettorale britannica di aprile tutti i partiti politici promisero misure drastiche contro le spese pubbliche, ma nessuno di loro specificò dove si sarebbe abbattuta la scure. E pochi ambiti sono stati risparmiati dal piano economico d’emergenza voluto dalla coalizione di conservatori e liberal-democratici che da maggio è al governo; anche il Dipartimento per l’energia e il cambiamento climatico è stato chiamato a contribuire al risanamento del deficit pubblico. In questo primo round di tagli, il dipartimento ha rinunciato a 85 milioni di sterline, sacrificio che comporta la riduzione dei fondi per favorire gli investimenti nei parchi eolici marini (Offshore Wind Capital Grants Scheme) e la cancellazione delle ultime fasi di finanziamenti e incentivi ai progetti sulle bioenergie (Bio-energy Capital Grants Scheme). Altri tagli verranno effettuati in autunno. Sono tempi duri per le iniziative che chiedono soldi al governo. Eppure i segnali erano chiari già a inizio anno quando, di fronte a una raffica di critiche da parte degli ambientalisti, il governo laburista allora in carica rispose che stava per chiudere il programma di contributi per l’energia solare. La decisione sembrò contraddittoria, dato che Gordon Brown, il leader laburista e primo ministro fino a maggio, tempo prima aveva parlato in toni entusiastici delle fonti energetiche verdi, che oltre a contrastare il cambiamento climatico avrebbero creato migliaia di nuovi posti di lavoro. In effetti, la maggior parte dei politici britan-

nici considera lo sviluppo delle energie rinnovabili un elemento fondamentale di un nuovo modello sostenibile di crescita economica. Lo stesso programma elettorale dei conservatori prometteva di promuovere l’energia rinnovabile, anche se con un approccio diverso rispetto al governo laburista. E a metà luglio, meno di due mesi dopo che il Dipartimento per l’energia e il cambiamento climatico aveva annunciato i tagli, Chris Huhne, il suo direttore di area liberaldemocratica, si è alleato con le sue controparti in Francia e Germania: insieme hanno chiesto che la ripresa economica serva anche a instradare i paesi verso un futuro sostenibile e a basse emissioni di carbonio. I tre ministri dell’energia hanno spiegato che, siccome il prezzo del carbonio è troppo basso per stimolare un investimento significativo in posti di lavoro e tecnologie “verdi”, l’Unione Europea dovrebbe darsi l’obiettivo di ridurre le emissioni del 30% entro il 2020: questo creerebbe un incentivo a cambiare gli schemi di investimento. I tre ministri non sono i soli a ritenere che lo sviluppo delle rinnovabili sia cruciale anche per l’economia oltre che per contrastare il problema del riscaldamento globale. La loro posizione è ampiamente condivisa. Sul numero estivo di “Elementi”, Emilio Cremona, il presidente di GSE – Gestore Servizi Elettrici, avverte che, se non si coglierà l’opportunità offerta dall’energia rinnovabile di creare una robusta industria in quel settore, tutta l’Italia ne sarà danneggiata. Gli sforzi incisivi nell’incrementare l’uso di fonti energetiche alternative devono andare di

031


oxygen 11 – 10.2010

©

Sally Gall / Gallerystock

pari passo con la creazione di un’industria forte, innovativa ed esportabile. In realtà, le iniziative italiane in tal senso sembrano poggiare su solide basi – le statistiche mostrano che l’Italia è il quarto produttore europeo di rinnovabili e che è in netto vantaggio sulla Gran Bretagna. Secondo i calcoli di Nomisma Energia, basati sui dati Eurostat, la produzione italiana di rinnovabili nel 2008 è stata di 65,3 TWh, contro i 26,4 britannici. È risaputo che i punti di forza dell’Italia sono l’energia idroelettrica e geotermica, grazie alle abbondanti risorse naturali costituite dai fiumi che vengono giù dalle Alpi e dal calore sotterraneo in Toscana. Tuttavia il loro sviluppo è ormai maturo e l’ulteriore sfruttamento limitato. Nel medio termine si punta sull’energia eolica e sul fotovoltaico, campi in cui sia l’Italia che la Gran Bretagna sono in ritardo rispetto ai due leader europei, Germania e Spagna. Eppure Italia e Gran Bretagna hanno la fortuna di possedere delle ricchezze naturali che dovrebbero consentire di colmare quel divario, in particolare il vento in Gran Bretagna e il sole in Italia. All’inizio di quest’anno, il Crown Estate, che possiede il patrimonio marino britannico e le cui entrate passano al Tesoro, ha annunciato i risultati di una terza fase di concessioni di

parchi eolici marini, soprattutto nel Mare del Nord. Le ditte che si sono aggiudicate l’appalto aggiungeranno almeno 25.000 MW di capacità ai quasi 700 MW di capacità eolica marina già installata, ai 1200 MW in costruzione e ai 3500 MW in fase progettuale. Nel suo programma elettorale, il partito conservatore ha promesso che avrebbe fatto costruire una rete elettrica per ridurre l’incertezza dei collegamenti. È chiaro che costruire e far funzionare gli impianti eolici al largo delle coste britanniche offre delle prospettive interessanti alle aziende che producono e vendono l’energia, alle ditte costruttrici che progettano, edificano e curano la manutenzione dell’impianto, alle aziende manifatturiere che fabbricano i componenti per i generatori eolici, al governo che ha impegni da mantenere e agli istituti di credito che sono un elemento indispensabile per trasformare le idee in realtà. Amit Dewan, che dirige il project financing dell’Unicredit in Gran Bretagna, fa notare che le banche non amano l’incertezza e il fatto che i cambiamenti al regime normativo britannico sulle rinnovabili non siano mai retroattivi agevola i finanziamenti. Inoltre, l’incertezza è minore per i parchi eolici marini che per quelli sulla terraferma, che spesso incontrano una certa opposizione. Non


L’orizzonte non è affatto nero: ci sono buone probabilità che maggiore sarà lo sviluppo delle fonti rinnovabili, minori saranno i loro costi e meno ci sarà bisogno di incentivi.

manca la liquidità per finanziare questi progetti, dice Dewan. E il motivo per cui le banche sono entusiaste dei progetti sulle rinnovabili è evidente: offrono un allettante rapporto rischio/ricompensa. Secondo Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, le entrate elevate e costanti che questi progetti garantiscono – grazie agli incentivi – determinano una redditività dell’investimento vicina al 20%. Tuttavia, siccome questi incentivi sono alti, sono perennemente sotto la minaccia di revisione, e questo introduce un’incertezza che porta gli investitori a esigere dei profitti maggiori. E così, sebbene gli incentivi per l’energia eolica e fotovoltaica offerti dal governo italiano superino quelli di tutti gli altri stati dell’Unione Europea, dice Tabarelli, a causa dell’incertezza sugli incentivi stessi e sull’approvazione dei progetti i risultati sono stati minori del previsto. Detto questo, e pur ammettendo che gli investitori stranieri guardino con maggior cautela ai progetti per le energie rinnovabili in Italia, Massimo Pecorari, co-direttore del project financing di Unicredit a Milano, è ottimista per quanto riguarda le opportunità nella penisola. Pecorari fa notare che il governo italiano si sta impegnando a realizzare gli obiettivi di emissioni carboniche e che, per raggiungere questo traguardo, ha un

forte interesse a far sì che vengano sviluppati un buon numero di progetti rinnovabili. E se le banche straniere non sono interessate a investire in progetti italiani, prosegue Pecorari, tanto meglio per gli istituti di credito come il suo, che dovranno affrontare una minore concorrenza. Il dibattito sulle rinnovabili e sul loro finanziamento è insieme semplice e complesso: semplice perché le rinnovabili sono un ottimo modo di stimolare l’economia e di combattere il cambiamento climatico, e complesso perché bisogna decidere come spartire, soprattutto in questo periodo di difficoltà economica, la differenza tra i costi delle rinnovabili e quelli delle risorse a base di carbonio. Oltre alle restrizioni agli aiuti statali, oggi i vincoli di budget sono un severo limite a quel che i governi vogliono e possono fornire in termini di sostegno diretto o che vogliono e possono sacrificare in termini di mancate entrate fiscali. E siccome i consumatori già stringono la cinghia per colpa dell’incertezza del posto di lavoro e dei guadagni, per i governi diventa più difficile trasferire i costi degli incentivi sulle bollette energetiche delle famiglie. Tuttavia, l’orizzonte non è affatto nero: ci sono buone probabilità che maggiore sarà lo sviluppo delle fonti rinnovabili, minori saranno i loro costi e meno ci sarà bisogno di incentivi.

033


Photoreport

Green Power

fotografia di Emmanuel Pierrot, Agence VU

Hulk – alter ego del fisico Bruce Banner – è un personaggio dei fumetti creato da Stan Lee, disegnato da Jack Kirby e pubblicato dalla Marvel Comics. La sua prima apparizione è del 1962 in The Incredible Hulk, ma il personaggio ha avuto molte incarnazioni, che rappresentano altrettanti sviluppi della sua personalità frammentata e schizofrenica. Hulk rappresentava, nell’idea di Stan Lee, tutto ciò che di più nascosto e intimo un uomo solitamente si tiene celato dentro e che, improvvisamente, esplode con tutta la sua violenza, spiazzando coloro che gli stanno intorno. Quando il personaggio esordì, la sua pelle era grigia e la trasformazione avveniva solo di notte. Solo dopo un numero, il primo, si decise di associare alla pelle il colore verde (a causa delle difficoltà tipografiche create dal grigio) e da qui, seguendo il detto “verde di rabbia”, imporre la trasformazione ogni volta che il dottor Bruce Banner era sottoposto a una situazione di stress con conseguente attacco d’ira.



Intervista a Daniel Esty

Quando verde vuol dire oro La sostenibilità ? Può essere un vero affare. Parola di Daniel Esty, docente a Yale e consigliere di Obama. Che spiega a Oxygen come le norme ambientali possono aiutare le aziende a innovare, tagliare costi e superare i concorrenti.

di Nicola Nosengo


©

Norbert Huttermann/Corbis

Trasformare il verde in oro: è quanto, come moderni re Mida, spetta agli imprenditori del XXI secolo secondo Daniel C. Esty. Economista e politologo statunitense, professore di diritto e politica ambientale a Yale, tra il 2007 e il 2008 consigliere della campagna di Barack Obama, Esty di mestiere insegna al settore privato come l’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità possa essere anche ottima occasione di business. La ho fatto in molte pubblicazioni, e soprattutto nel libro di grande successo (scritto nel 2006 con Andrew Winston) Green to Gold: how smart companies use environmental strategy to innovate, create value, and build competitive advantage (più o meno: “Dal verde all’oro, come le aziende più intelligenti usano la protezione dell’ambiente per innovare, creare valore e acquisire vantaggi competitivi”). Basato su centinaia di interviste con dirigenti di azienda di tutto il mondo, i libro mostra, attraverso gli esempi di compagnie come Toyota, IKEA, General Electrics, Nike e molte altre, come gli investimenti “verdi”, spesso visti come il fumo negli occhi dai consigli di amministrazione per i loro costi immediati, possano portare enormi ritorni in termini di risparmio energetico, riduzione di contenziosi legali per danni all’ambiente, rafforzamento del marchio, fino all’aumento dei mar-

gini di profitto sul prodotto. E come l’attenzione all’ambiente, lungi dall’essere un ostacolo al profitto, sia oggi “la” vera occasione di business per gli imprenditori dallo sguardo abbastanza lungo . Professor Esty, nel suo libro lei racconta molte storie di successo di aziende che sono riuscite a trasformare le scelte “verdi” in occasioni di profitto e di crescita. Quali sono i fattori chiave che accomunano queste storie vincenti? Un grande numero di aziende ha ormai riconosciuto che diventando “verde” può posizionarsi meglio e acquistare posizioni di forza sul mercato. I dirigenti di quelle società ormai riconoscono che l’attenzione all’ambiente non è necessariamente un ostacolo. Non si tratta solo di seguire regole, sopportare costi, gestire rischi. Naturalmente, tutti questi punti meritano attenzione e le aziende che li affrontano meglio dei loro concorrenti vedranno crescere i loro affari. Ma la cosa più importante è che un grande numero di aziende ora si rendono conto dei lati positivi delle sfide ambientali. In particolare, le aziende che aiutano i loro clienti a risolvere i loro problemi di controllo dell’inquinamento o di gestione delle risorse naturali avranno benefici sempre maggiori man mano che cresce la domanda sociale per migliori risultati ambientali.


oxygen 11 – 10.2010

©

Tom Nagy/Gallerystock

Le strategie che trasformano “il verde in oro” potrebbero sembrare una prerogativa delle grandi aziende multinazionali, che possono permettersi di investire grandi somme e fare piani a lungo termine. Ci sono opportunità anche per le piccole e medie aziende di trarre profitto dalle politiche ambientali? Le strategie verdi hanno senso tanto per le piccole compagnie quanto per le grandi corporation. Investire nell’efficienza energetica, utilizzare meno acqua nei processi produttivi o ridurre l’uso di qualunque risorsa costosa può aiutare società di qualunque dimensione. In aggiunta, ogni azienda trae benefici quando i rischi ecologici sono affrontati in modo sistematico. E anche le piccole industrie possono offrire sul mercato soluzioni ambientali. Anzi, la maggior parte dell’innovazione in questo campo negli ultimi anni è arrivata proprio da piccole e medie aziende, dove lo spirito imprenditoriale è libero di prosperare.

Lei enfatizza spesso il fatto che le aziende dovrebbero andare oltre il semplice rispetto delle regole esistenti in tema ambientale, in modo da costruire vantaggi competitivi che sfrutteranno quando la legislazione diventerà più stringente in futuro. Quale pensa sia il ruolo giusto delle autorità statali in questo senso, per esempio quando impongono dei limiti alle emissioni di gas serra? Dovrebbero fissare l’asticella più in alto possibile, oppure optare per limiti più bassi che siano alla portata di tutti e lasciare che il mercato pensi al resto? Il ruolo dei governi è fondamentale nel guidare l’innovazione in campo ambientale. Devono fissare standard che siano duri, ma studiati in modo da promuovere l’innovazione. Questo significa usare standard di performance e non vincoli tecnologici rigidi. O meglio ancora, le autorità dovrebbero optare per meccanismi di mercato

che creino incentivi per migliorare le performance ambientali. In aggiunta, i migliori risultati arrivano dal fissare sistemi di norme che siano chiari, flessibili e coinvolgano il settore privato nella ricerca di nuove tecnologie. Il disastro del Golfo del Messico è un tragico esempio delle conseguenze che un’azienda può affrontare se non dedica abbastanza attenzione ai rischi ambientali. Come pensa che influenzerà il modo in cui le grandi aziende investono in prevenzione dei disastri ambientali? La BP ha perso 70 miliardi di dollari di valore di mercato dall’inizio della fuga di greggio dal suo pozzo nel golfo del Messico. È una perdita devastante per gli azionisti e un segnale chiaro a tutte le aziende che i rischi ambientali devono essere incorporati nei piani aziendali e gestiti in modo strutturato.


La recessione degli ultimi anni ha portato alcune aziende ad abbandonare almeno provvisoriamente le proprie strategie verdi. Ma questo è un errore. L’attenzione alla sostenibilità e all’ambiente nella propria strategia garantisce ritorni persino maggiori durante i periodi difficili come questo.

In che modo la crisi economica e finanziaria sta influenzando l’atteggiamento delle aziende verso le soluzioni verdi? Funziona da incentivo o rende più difficili gli investimenti per metterle in pratica? La recessione degli ultimi anni ha portato, effettivamente, alcune aziende ad abbandonare almeno provvisoriamente le proprie strategie verdi. Ma questo è un errore. L’attenzione alla sostenibilità e all’ambiente nella propria strategia garantisce in un certo senso ritorni persino maggiori durante i periodi difficili come questo. Per esempio, le aziende che stanno lavorando per razionalizzare il loro uso degli spazi, o che si sforzano di risparmiare sull’utilizzo di energia nei loro edifici, scoprono di poter ridurre in modo significativo i costi. La crisi economica crea anche un momento opportuno per rinegoziare gli accordi con i propri fornitori, imponendo migliori performance sul fronte della sostenibilità. Infine, molte aziende stanno scoprendo che questo periodo difficile dal punto di vista economico è una buona occasione per coinvolgere i propri dipendenti in iniziative di sensibilizzazione ambientale. È un modo per vivere meglio la loro realtà aziendale, nei momenti in cui bisogna stringere la cinghia. Il mercato delle emissioni di gas serra creato dal Protocollo di Kyoto ha rappresentato il primo tentativo su larga scala di trasformare la protezione dell’ambiente in un incentivo finanziario e un’opportunità economica. Come giudica i suoi risultati, specialmente

dal punto di vista delle singole aziende? Il mercato delle emissioni messo in piedi in Europa per implementare il controllo delle emissioni di gas serra ha iniziato ad avere un impatto tangibile, e dimostra il valore di un approccio orientato al mercato sui temi ambientali. Le aziende stanno iniziando a considerare seriamente la necessità di ridurre il consumo di energia e il mercato delle energie alternative continua ad attirare investimenti significativi su soluzioni a lungo termine per la riduzione di gas serra. Certo lo European Emission Trading System (EU-ETS) non ha funzionato alla perfezione. Vi sono state diverse difficoltà sin dall’inizio sulle soglie da fissare e su come valutare correttamente gli “sconti” richiesti in cambio di iniziative nei paesi in via di sviluppo. Ma questi problemi iniziali sono stati ora in gran parte risolti e il mercato sta iniziando a dare risultati davvero buoni. Europa e Stati Uniti mostrano grandi differenze in fatto di politiche ambientali, differenze che hanno spesso reso difficili accordi a livello internazionale su larga scala, come si è visto a Kyoto e al vertice di Copenaghen. Quali sono a suo parere i maggiori ostacoli a un vero consenso tra Europa e Stati Uniti sui temi ambientali? Per molto tempo, gli Stati Uniti sono stati più avanti dell’Europa in fatto di rigore nella protezione ambientale. Negli ultimi anni, però, l’Europa si è mossa rapidamente per rafforzare la propria legislazione, mentre gli Stati Uniti, in particolare sotto l’ammini-

strazione Bush, hanno dedicato molta meno attenzione al bisogno di solide politiche ambientali. Con l’amministrazione Obama le differenze di approccio tra Europa e Stati Uniti si sono ridotte. Tuttavia l’opinione pubblica negli Stati Uniti continua a considerare il cambiamento climatico un problema meno serio di quanto accada in Europa. Di conseguenza, gli Stati Uniti hanno finora rimandato il momento di affrontare seriamente questa sfida. D’altro canto, è importante che gli europei capiscano che gli Stati Uniti rimangono più avanti su diversi punti, come la sicurezza alimentare, la qualità dell’acqua potabile, la gestione delle foreste, più diversi altri problemi di controllo dell’inquinamento e di gestione delle risorse naturali. A suo parere vi sono opportunità migliori per trasformare il verde in oro per le aziende europee o per quelle statunitensi? È chiaro che i ritorni migliori dalle scelte verdi si hanno quando la situazione economica è favorevole. In questo senso, è più facile al momento vendere prodotti e servizi ambientali e posizionarsi come fornitori di soluzioni verdi per le aziende degli Stati Uniti, dove l’economia sta risalendo, rispetto all’Europa, che attraversa ancora una recessione piuttosto seria. Quindi, mentre il panorama normativo più favorevole per gli investimenti ambientali si trova in Europa, le circostanze economiche rappresentano un serio ostacolo per realizzare le opportunità ambientali per il settore privato.

039


Un mondo (di lavoro) sempre più verde

di Elena Comelli

La green economy sta producendo decine di milioni di nuovi posti di lavoro: a livello globale, il mercato del “lavoro verde” è destinato a espandersi oltre il limite di 20 milioni di lavoratori entro il 2020, di cui circa mezzo milione solo in Italia. Quali sono le specializzazioni richieste e in quali settori? E qual è la situazione italiana a livello di formazione professionale “verde”?

Qual è la prima figura che viene in mente pensando alla parola green jobs? Probabilmente quella di un tecnico che traffica con una turbina eolica o quella di un operaio edile che installa un tetto fotovoltaico. Sbagliato. Dei 4,5 milioni di lavoratori verdi che l’Unione Europea prevede al 2020, una bella fetta sarà costituita da green collars, lavoratori del terziario avanzato e della ricerca. Sono questi gli ambiti di carriera verde destinati a crescere di più nei prossimi anni, anche se l’Italia è un po’ indietro sulla tabella di marcia e sta costruendo adesso la filiera industriale di base delle energie rinnovabili, che altrove è già sviluppata. I mestieri verdi, comunque, offrono un po’ dappertutto un panorama in rapida evoluzione, difficile da categorizzare. Ha detto bene Henry Kelly – l’uomo dell’efficienza energetica nel governo Obama – in un recente discorso agli studenti di Stanford: «Cos’è un lavoratore verde? Può essere un architetto o un ingegnere che disegna e costruisce edifici sostenibili. Può essere un tecnico che installa apparecchi destinati a produrre energia verde o a ridurre l’impatto energetico degli edifici, dall’illuminazione ai sistemi informatici di controllo ambientale. Ma può anche essere un geologo specializzato nell’energia geotermica o un biologo capace di produrre nuovi

materiali e combustibili partendo dall’ingegneria genetica, o un informatico che disegna sistemi per l’auto elettrica. In pratica, si tratta di guardare allo sviluppo industriale in maniera nuova, creando processi capaci di ridurre radicalmente l’intensità energetica della produzione con le nuove conoscenze biotecnologiche e nanotecnologiche che abbiamo. E con ciò si comprende un enorme ventaglio di mestieri». Complessivamente, si parla di decine di milioni di nuovi posti di lavoro: a livello globale, il mercato del “lavoro verde” è destinato a espandersi oltre il limite di 20 milioni di lavoratori entro il 2020, di cui circa mezzo milione solo in Italia. Il business delle energie verdi, secondo il rapporto delle Nazioni Unite Green Jobs: Towards Decent Work in a Sustainable, Low-Carbon World, avrà un impatto sostanziale sull’orizzonte professionale dei vari Paesi. Dalla filiera di produzione delle bioenergie – intese come energia ottenuta dalla combustione di biomasse o di biocarburanti – l’ONU si attende l’apporto maggiore: 12 milioni di posti di lavoro (rispetto ai due attuali), di cui quasi 300.000 in Italia. Nella fabbricazione, installazione e manutenzione di pannelli solari saranno impiegati, entro il 2020, circa 6,3 milioni di lavoratori (rispetto ai 170.000 attuali). Due milioni, invece, saranno coinvolti nel setto-


©

Zack Seckler/GalleryStock

re dell’eolico (oggi 300.000). E poi c’è la strada dell’efficienza energetica nell’edilizia, del riciclo dei rifiuti e quella dello sviluppo di veicoli ecologici. Alla fine dell’elenco, 20 milioni di lavoratori sembra addirittura una cifra riduttiva. Così alle tute blu, ai colletti bianchi, ai colletti grigi di chi non vuole andare in pensione, alle quote rosa e alle tute arancioni degli esploratori della net economy, oggi bisogna aggiungere un colore nuovo all’arcobaleno del mercato del lavoro: quello dei “colletti verdi”, che ormai si aggirano in modo trasversale in diversi settori, dall’agricoltura all’impiantistica industriale, dall’architettura a impatto zero fino al management ambientalista. Qui di seguito, i dieci ambiti da tenere d’occhio per i lavoratori verdi di domani. Informatica

L’informatica è fondamentale anche nel progresso di questo settore: la green economy ha bisogno di un’intera categoria di software capaci di comandare sistemi di sensori per l’efficienza energetica e le smart grids dell’energia, di dare un prezzo al kilowattora sui mercati elettrici in base alle oscillazioni della domanda, di lavorare con i modelli stocastici alla base del funzionamento dei campi eolici.

Mercato del riciclo

È un enorme bacino di posti di lavoro e continua a crescere: malgrado le vendite di carta e plastica siano rallentate l’anno scorso a causa della crisi, la domanda di acciaio rimane fortissima (nel 2009, il 42% della produzione mondiale è venuto da materiale riciclato) e le nuove normative stanno creando una forte richiesta di esperti in riciclo dell’elettronica, dei rifiuti industriali, dei sacchetti di plastica e di altri materiali. Pianificazione urbana

È un’altra area in fortissima crescita: l’organizzazione sostenibile dei sistemi urbani è un punto cardine, se è vero che già oltre metà dell’umanità vive nelle città e nel 2030 sarà l’80%. Rafforzare il trasporto pubblico locale e regionale, scoraggiare l’uso dell’auto, regolamentare la raccolta differenziata, limitare l’espansione disordinata delle città verso le campagne sono alcuni degli obiettivi di una pianificazione sostenibile. L’occupazione in questo settore è prevista in crescita del 15% globalmente da qui al 2016. Efficienza energetica

Altrettanto importante sarà l’azione degli architetti e ingegneri esperti in efficienza energetica: gli edifici contano per circa la metà dei


oxygen 11 – 10.2010

consumi energetici nel mondo industrializzato. LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), il principale marchio di certificazione degli edifici sostenibili, ha già quasi 50.000 professionisti accreditati globalmente, destinati a una crescita esponenziale. E qualsiasi azienda ormai ha bisogno di un energy manager. Produzione di energia da fonti rinnovabili 042

Ci sono buone prospettive anche per i tecnici più avanzati nella progettazione di sistemi a turbina per la produzione di energia da fonti rinnovabili, che siano l’eolico o le maree, l’idroelettrico o la geotermia. Biotecnologie

I biologi specializzati in biotecnologie avranno molto da fare nei prossimi anni, sia nel campo energetico per lo sviluppo di biocarburanti, sia nella produzione di biomateriali e nelle fasi più avanzate dell’industria fotovoltaica. Per non parlare dei compiti di conservazione della natura, che certo non mancano. Chimica

I chimici, capaci di depurare aria e acqua dalle sostanze inquinanti o di aumentare il rendimento delle batterie per le auto elettriche saranno sempre più richiesti. Settore agroalimentare

Si aprono poi enormi prospettive nel campo dell’agroalimentare: ci sarà bisogno di agricoltori urbani, capaci di lavorare in ambienti più simili a un laboratorio che in campo aperto, di silvicoltori, esperti nella gestione sostenibile delle foreste, di nutrizionisti esperti nell’alimentazione sostenibile per l’industria alimentare.

Per quanto riguarda il mercato dei green jobs, in Italia si parla di 100.000 occupati a oggi, che potrebbero diventare 150.000 già alla fine di quest’anno. Al momento lo sviluppo si sta concentrando nella costruzione della filiera del fotovoltaico, che non si limita più solo alla fase dell’installazione ma sta ampliando molto le capacità produttive di pannelli e di celle, con importanti ricadute occupazionali: «Il 2009 ha segnato un primo passo verso la maturità del

mercato fotovoltaico nel nostro Paese», spiega l’ultimo Solar Energy Report dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, diretto da Vittorio Chiesa. Se le stime numeriche sono per forza approssimative, i profili ricercati sono abbastanza definiti: dagli ingegneri elettrici, elettronici o civili da inserire come progettisti di sistemi rinnovabili, come project manager o green business developer, agli economisti e ai legali esperti della normativa specifica. Per lo sviluppo dell’industria fotovoltaica si richiedono anche fisici e chimici, oltre agli operatori tecnici da inserire nelle fabbriche di pannelli. E poi installatori, manutentori elettrici e meccanici, certificatori energetici, energy manager per tagliare i consumi elettrici delle imprese ed energy trader per vendere e comprare alla borsa elettrica. Non a caso su questi profili si stanno mettendo in moto schiere di head hunter: è appena nato il Green Job Center di Adecco e cominciano a spuntare i portali dedicati, come www.green-job.it. Il problema è però la mancanza di skill professionali dedicati. «Nel mondo delle energie alternative c’è molto bisogno di manodopera specializzata e di manager con un’esperienza nel settore, ma abbiamo grandi difficoltà a trovare le competenze giuste», spiega Pietro Valdes, “cacciatore di teste” per Michael Page, specializzato nel mondo dell’engineering. I profili più ricercati spaziano dall’ingegnere meccanico per la progettazione di impianti a biomasse, all’operaio eolico addetto alla manutenzione delle turbine. Cresce anche il numero di aziende che assumono figure in grado di provvedere alla razionalizzazione dei consumi e all’efficienza energetica, ricoprendo il ruolo di energy manager o di esperto del riciclo. I liberi professionisti, a partire dall’agronomo fino al consulente ambientale, si stanno attrezzando per riuscire a rispondere efficacemente alle esigenze del settore, con competenze specifiche. Anche fra gli artigiani c’è chi sceglie di legare i propri affari alla diffusione delle fonti alternative. Nasce così un vero e proprio sistema verde, esteso fino all’idraulico ambientalista, che decide di specializzarsi nelle caldaie a biogas, o all’elettricista che installa pannelli solari, abbandonando il vecchio scaldabagno. È un intero sistema industriale che cambia.


©

John Bennett Fitts /GalleryStock

Sull’Italia splende il solare Nasce a Catania la più grande fabbrica italiana di pannelli fotovoltaici Il nuovo Conto energia per il fotovoltaico pone la quota di 3500 MW installati entro i prossimi tre anni. Il piano strategico nazionale da poco presentato all’UE dal governo italiano delinea un programma strategico per il solare di 8000 MW nel 2020. Sono dati che annunciano un futuro di crescita per il settore, come e forse più degli ultimi anni.

Secondo il Gestore dei Servizi Elettrici (GSE), in Italia oggi ci sono centrali solari per 1400 MW, di cui 1200 MW installati negli ultimi tre anni. Una potenza realizzata da circa 80.000 impianti diffusi soprattutto tra Puglia, Lombardia, Veneto, Sicilia ed Emilia Romagna. A Nord hanno più successo i piccoli impianti domestici, a Sud quelli di grandi dimensioni per uso industriale. E per gli analisti del settore saranno i secondi, con il ridursi del sistema di incentivi, a caratterizzare la tendenza futura del fotovoltaico nel Paese.

Con un 2010 che dovrebbe confermare il trend di crescita registrato dalle rinnovabili del 2009, l’Italia è ora chiamata a un salto di qualità: far diventare l’energia verde un settore industriale vero e proprio. Per il fotovoltaico ci sono già le premesse perché questo passaggio avvenga in tempi brevi. Enel, Sharp e StMicroelectronics realizzeranno infatti in Sicilia, a Catania, la più grande fabbrica italiana di pannelli fotovoltaici.

La fabbrica rappresenta il completamento di una filiera italiana del fotovoltaico sino a oggi incompleta. L’inizio della produzione è previsto per il secondo semestre del 2011 e la capacità produttiva sarà di 160 MW all’anno di pannelli “made in Italy”, che saranno destinati al mercato nazionale ed europeo, ma l’orizzonte potrebbe estendersi anche oltre, in Medio Oriente e Africa.


Future Tech di Simone Arcagni

La rivoluzione del magnesio?

044

Un piccolo aeroplano di carta di circa cinque centimetri che vola... E fin qui niente di strano. Ben più eccezionale è che il suo volo avviene in altitudine e sia guidato, e che la sua funzione sia quella di osservare fenomeni atmosferici ed eruzioni vulcaniche. E vale poi forse la pena di dire che il modellino funziona ad acqua. Ma questo è ancora niente, perché lo staff che ha preparato questo mezzo a rifornimento d’acqua pensa a future applicazioni per aeroplani per la stratosfera e addirittura per raggiungere le stazioni spaziali. La particolare propulsione funziona “semplicemente” facendo riscaldare l’acqua da parte di un laser. A realizzare questo progetto, che apre le porte a modelli energetici e di propulsione davvero sostenibili e alternativi al carbone fossile, è il gruppo di ricerca di Takashi Yabe, cinquantanovenne professore di Ingegneria meccanica e scienza dell’Institute of Technology di Tokyo che, a partire da un aeroplanino di carta, sta rivoluzionando il mondo dell’energia proponendo di servirsi per il futuro del magnesio.


Future Tech

©

Getty images

Ma qual è l’idea di Yabe nello specifico? Usare, per l’appunto, il magnesio che si trova nelle acque dei nostri oceani come fonte di energia pulita, e – come afferma lo stesso Yabe – se si tiene conto che gli oceani contengono 1800 trilioni di tonnellate di magnesio, il calcolo è presto fatto: il Pianeta potrebbe avere a disposizione energia pulita per i prossimi 300.000 anni. L’unico problema sono i costi: il magnesio, che è altamente infiammabile e può produrre energia pulita, è molto costoso. Ma qui sta la differenza degli studi del gruppo di ricerca di Yabe: lavorano sul riciclo del magnesio rendendolo un sistema economico, oltre che pulito. Il primo passo è ottenere il magnesio dall’oceano estraendo cloruro di magnesio dall’acqua marina attraverso una tecnica di evaporazione. Per trasformare il cloruro di magnesio in ossido di magnesio, e infine in magnesio raffinato, gli scienziati giapponesi si servono di speciali lenti e, soprattutto, nel loro laboratorio hanno messo a punto un laser a luce solare («Usiamo la luce del Sole, che è gratis», afferma Yabe) che permette di raggiungere temperature pari a 4000 gradi Celsius. Con il laser, Yabe aveva già fatto volare nel 2002 il “nostro” aeroplanino da ricognizione, ma ora lo scienziato e il suo staff hanno messo a punto un laser di nuova generazione che permette di produrre idrogeno e liberare ossido di magnesio che può venire re-immesso nel circuito di produzione. Si tratta del punto di arrivo di un lavoro iniziato nel 2005 e che prevede di realizzare

un laser solare (economico e pulito, quindi) in grado di assorbire l’80% di luce contro il 10% dei laser di vecchia generazione. Infine, c’è l’ultimo stadio: vengono mescolati granuli di magnesio e acqua per creare calore e idrogeno... Non è fantascienza. La sperimentazione è infatti ormai in fase conclusiva e quindi potrebbe essere una tecnologia utilizzabile a breve: per Yabe, entro 10 anni si potrebbe coprire il 10% del fabbisogno energetico, fare funzionare impianti elettrici, velivoli, automobili, e così via. Il ciclo di energia al magnesio e quello di iniezione del magnesio è stato chiamato “Magic”, nome davvero appropriato dato che sembra poter realizzare il miracolo di un futuro in cui potremmo renderci indipendenti dalla schiavitù del carbone fossile. Sole e acqua, niente di più semplice e di più pulito, niente di più naturale per un futuro verde; una rivoluzione il cui primo impatto commerciale potrebbe essere la produzione di batterie al magnesio, sette volte più potenti di quelle al litio che si usano oggi per le automobili ibride ed elettriche. Yabe sta preparando un mondo di energia senza emissioni di CO2: non stupisce allora che “Time” nel 2009 lo abbia inserito nella lista degli “Heroes of the Environment”, quelli per cui, per la rivista inglese, vale la nozione «We can all make a difference».

045


Intervista ad Alexander Ochs

Energie rinnovabili: a che punto è il mondo?

di Alessandra Viola

«La domanda energetica mondiale nel 2030 può essere ridotta di un terzo semplicemente puntando sull’efficienza. E la metà della rimanente domanda potrà essere garantita dalle rinnovabili, con una diminuzione delle emissioni di gas serra pari al 52%. Ma a patto che modifichiamo il nostro stile di vita». Intervista ad Alexander Ochs, direttore del Climate & Energy Program del Worldwatch Institute.

Vent’anni di tempo per dimezzare le emissioni globali di gas serra e provvedere alla metà del consumo energetico mondiale con le rinnovabili. O sarà un disastro. Vent’anni per contenere il global warming entro livelli accettabili per il Pianeta, ma anche vent’anni per essere tutti un po’ più felici. Detta così sembra un’enormità, una cosa assurda o al meglio semplicemente un’utopia. Al Worldwatch Institute di Washington però fanno sul serio. E nello State of the World 2010, insieme al rapporto Renewable Revolution, hanno messo a punto uno scenario futuro tutt’altro che campato in aria. «Secondo le nostre proiezioni, che sono diverse da quelle elaborate dall’Agenzia internazionale per l’energia e che abitualmente si usano come scenario di riferimento – spiega Alexander Ochs, direttore del Climate &

Energy Program del Worldwatch Institute – la domanda energetica mondiale nel 2030 può essere ridotta di un terzo semplicemente puntando sull’efficienza. E la metà della rimanente domanda energetica, sempre nel nostro scenario, potrà essere garantita dalle rinnovabili con una diminuzione delle emissioni di gas serra pari al 52%. Naturalmente, a patto che introduciamo un efficace sistema di regolamentazione e modifichiamo il nostro stile di vita: se ognuno dei 6,8 miliardi di abitanti della Terra conducesse una vita simile a quella di un nordamericano medio, il Pianeta sarebbe già collassato». Un concetto semplice, intuitivo e che però incontra notevoli e prevedibili resistenze ogni volta che viene espresso. Cambiare stile di vita? Rinunciare al benessere? Fermare lo sviluppo? Im-

pensabile. Eppure oggi, secondo una ricerca dell’università di Princeton, il 7% della popolazione mondiale (500 milioni di persone, di cui facciamo parte anche noi) è responsabile del 50% delle emissioni di CO2. Con queste cifre sembra lecito convincersi che l’emissione di gas serra sia strettamente correlata allo sviluppo. Secondo il rapporto Renewable Revolution del Worldwatch Institute, però, tra il 1990 e il 2007 il PIL mondiale è cresciuto del 156%, a fronte di un aumento della richiesta di energia che ammonta “appena” al 39% e di un parallelo aumento delle emissioni di CO2 del 35%. «Questi dati indicano che lo sviluppo economico, al contrario di quanto si crede, è in larga parte slegato dal consumo energetico», spiega Ochs. «Con le giuste politiche e con nuove regole pos-


Š

Sophie Chivet /Agence VU

1


oxygen 11 – 10.2010

Worldwatch Institute Il Worldwatch Institute è uno dei più importanti istituti di ricerca ambientale. Da 25 anni redige State of the World, rapporto annuale sulla salute del Pianeta tradotto in oltre 30 lingue (e pubblicato in Italia da Edizioni Ambiente). Gli ambiti di ricerca del rapporto e in generale del Worldwatch Institute includono: la transizione globale a un sistema energetico lowcarbon, i cambiamenti climatici, la fondazione di un’agricoltura sostenibile, la lotta alla fame e alla povertà. www.worldwatch.org

siamo continuare a svilupparci usando meno energia. I dati dicono anche altro, e cioè che le fonti energetiche delle quali ci serviamo attualmente non sono adatte a supportare la nostra qualità della vita, perché inquinano l’aria, l’atmosfera e l’acqua, il che distrugge il principale fondamento della nostra economia, dal momento che di pari passo con l’aumento della produzione energetica crescono le emissioni di gas serra, a livelli che il mondo non può più permettersi». L’ordine del giorno dell’ambiente (purtroppo non quello dei governi) è ormai noto: ridurre le emissioni di CO2 ricorrendo alle fonti di energia rinnovabili. Molte e diverse sono le proiezioni

future, ma gli scenari più accreditati prevedono tutti un lungo periodo di convivenza tra il petrolio e le rinnovabili, con l’oro nero incaricato di “sorreggere” l’economia mondiale mentre le energie più “giovani” continuano a svilupparsi per garantire un domani (chissà quanto lontano) stabilità e sicurezza all’approvvigionamento energetico planetario. In questo quadro, pensare che da qui a vent’anni sia possibile coprire con le rinnovabili il 50% del fabbisogno energetico globale, appare quantomeno dubbio. Ma al Worldwatch Institute non la vedono affatto così. «Le nostre ricerche dimostrano che non sarebbe un problema installare la tecnologia che ci

occorre in così breve tempo», continua Ochs. «Il problema non è economico o sociale. È solo una questione di volontà politica. Guai però a pensare di lavarsene le mani delegando tutto ai partiti e ai decisori politici, che pure giocano un ruolo molto forte nella nostra economia. Bisogna capire che la scelta e la volontà di agire devono essere messe in opera a tutti i livelli, dalle Nazioni Unite ai singoli stati, province, comuni, fino al singolo individuo. Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte per fronteggiare questa gigantesca sfida». Intanto, nel 2007 le rinnovabili hanno garantito il 18% del consumo energetico globale, un dato già ampiamente al di sopra delle previsioni. «Bastano


Intervista ad Alexander Ochs

Cédric Faimail/Argos/Picturetank

©

cinque mosse per arrivare all’obiettivo che ci prefiggiamo», sottolinea Ochs. «Per prima cosa, mettere un prezzo alle emissioni di gas serra. Un prezzo che dovrebbe continuamente aumentare, perché diventi sempre meno conveniente produrre energia da fonti non rinnovabili. Poi, introdurre regole salde per l’efficienza energetica e investire denaro pubblico e privato nella ricerca e nello sviluppo delle tecnologie per produrre energia pulita. I governi dovrebbero essere i primi a tenere in considerazione la sostenibilità dei propri investimenti e delle pratiche adottate, per ridurre l’impatto ambientale e dare il buon esempio. Infine, l’educazione è il perno intorno a cui avvitare il resto:

bisogna cambiare il nostro stile di vita». Un’affermazione che da sola sarebbe sufficiente a convincere chiunque a desistere da simili progetti. E che forse da sola spiega la resistenza al cambiamento che si ravvisa quasi ovunque. In fondo, non è stato proprio il consumismo a garantirci il livello di benessere al quale siamo ormai abituati? «Bisogna riconsiderare la nostra impronta sul Pianeta», afferma Ochs. «Stiamo vivendo oltre le nostre possibilità e il nostro stile di vita mette il profitto individuale davanti al benessere collettivo, il che non è sostenibile. Nel breve periodo, i prezzi di molti servizi dovranno necessariamente aumentare: guidare, viaggiare in aereo, trasportare merci da un


oxygen 11 – 10.2010

lato all’altro del globo. Il prezzo di queste attività dovrà riflettere il costo sociale di azioni i cui effetti sono già oggi avvertiti da milioni di poveri del mondo, che non viaggiano, non guidano, non trasportano merci per migliaia di chilometri, ma soffrono degli effetti di tutto questo. L’aumento dei prezzi scoraggerà un uso indiscriminato e nevrotico dei mezzi di trasporto e cambierà le nostre abitudini, ma io sono certo che sarà un bene. Alcune delle nostre abituali pratiche non solo non sono sostenibili per il Pianeta, ma neppure per la nostra stessa salute, e non ultimo per la nostra felicità. Cambiando queste abitudini non avremo solo miglioramenti per il Pianeta ma anche per noi. Non voglio dire che sarà una transizione facile,

ma bisogna mettersi in testa che è obbligatoria, o sarà il disastro. Nel breve periodo questa transizione necessiterà forti investimenti in ricerca, sviluppo e tecnologia. Questi soldi mancheranno altrove, naturalmente. Ma nel medio e lungo periodo queste scelte porteranno anche profitti economici». Investire nelle rinnovabili è certamente uno dei must degli anni a venire. Su quali energie puntare però è ancora oggetto di acceso dibattito. Solare fotovoltaico o a concentrazione? Eolico offshore? L’imponente idroelettrico delle mastodontiche dighe alte centinaia di metri? Al Worldwatch Institute hanno pensato anche a questo. «Per raggiungere il 50% della produzione globale con le rinnovabili potremo contare su


Intervista ad Alexander Ochs

I dati indicano che lo sviluppo economico, al contrario di quanto si crede, è in larga parte slegato dal consumo energetico. Con le giuste politiche e con nuove regole possiamo continuare a svilupparci usando meno energia. ©

Thomas Skiffington/Gallerystock

un ampio portfolio energetico, del quale faranno certo parte il sole e il vento, la mini e maxi energia idroelettrica, ma anche l’energia ottenuta dalle onde e tantissime altre che oggi sono ancora poco considerate. Però c’è anche un’altra domanda importante da farsi: da dove verrà il 50% di energia prodotta da fonti non rinnovabili? La comunità ambientalista non vuole parlare di questo. Invece è un argomento fondamentale e a non considerarlo si rischia di fare le scelte sbagliate. Secondo noi il gas naturale giocherà un ruolo importante in questo scenario. Importanti giacimenti sono stati scoperti di recente, e poi le centrali a gas hanno un grande vantaggio: si possono accendere e spegnere praticamente con un pulsante. Quindi

puoi produrre esattamente la quantità di energia che ti serve per equilibrare la quantità prodotta con le rinnovabili, e non di più. Con il gas è facile bilanciare i picchi dei consumi energetici e il naturale up and down della produzione da fonti rinnovabili. Chi parla di nucleare, ha mai pensato a questo? Ci vogliono tre giorni per accendere e spegnere una centrale nucleare. Invece la fluttuazione dell’energia prodotta con le rinnovabili è giornaliera, anzi cambia di ora in ora… Con il nucleare non puoi reagire in tempo reale. E neanche con il carbone. Con il gas invece è tutto più semplice». Nel mondo, la transizione verso un’economia low carbon è già in atto: ad Aspen, in Colorado, in Danimarca e

in parti della Cina, o ancora a Gussing, in Austria. «Questi luoghi hanno obiettivi ancora più ambiziosi», conclude Ochs. «La notizia incoraggiante è che le persone che vivono nei luoghi dove l’energia è tutta ottenuta da fonti rinnovabili, anche se hanno dovuto modificare il loro stile di vita, sono diventate più felici, non meno. Respirano bene, fanno sport, trascorrono meno tempo da soli dentro auto ferme nel traffico, mangiano cibi più sani, non hanno più paura dei black out, sono meno stressate. Possiamo farlo anche noi».

051


Photoreport photoreport

Jardins de couleur

Fotografie di Jérôme Galland

Dal 1992, il festival internazionale dei giardini di Chaumont-sur-Loire offre una panoramica sorprendente degli ultimi sviluppi della creazione paesaggistica mondiale. In 19 stagioni sono stati realizzati più di 400 “prototipi” dei giardini di domani, in cui si incontrano arte, nuove fioriture, nuovi materiali, idee e approcci innovativi. La diversità, la creatività e la qualità dei progetti hanno contribuito a diffondere la reputazione del festival a livello mondiale, rendendolo un appuntamento immancabile per la presentazione dei lavori di tutta una nuova generazione di paesaggisti, architetti, scenografi, giardinieri...


1


2

2


Photoreport – Jardins de couleur

3

Installazione colorata nel mezzo di una foresta, nell’ambito del Festival des jardins 2009 di Chaumont sur Loire, realizzata da Michel Racine e Béatrice Saurel.

1—2

3 Opera L’arbre aux échelles (“L’albero a pioli”) di François Méchain, realizzata per il Centre d’Arts et de Nature di Chaumontsur-Loire.


oxygen 11 – 10.2010

4

4 Giardino La ligne jaune (“Il legno giallo”), realizzato da Maythinie Eludut, Julien Viniane e Gaylord Le Goaziou.

5 Giardino La couleur des éléments (“Il colore degli elementi”), realizzato da Stefan Laport e Joachim Wurster.

5


Photoreport – Jardins de couleur

6


7


Photoreport – Jardins de couleur

8

Giardino Ultraviolet (“Ultravioletto”), realizzato da Marie-Tiffany Hamon-Delgado, Florence Mottes, Anne-Elise Hamon, Pierre-Alexandre Marchevet, Eric Gentils.

7

8 Le jardin mange-tête (“Il giardino mangiatesta”), realizzato da Steven Fuhrman, Samson Lacoste, Luc Pinsard e Philippe Maillols.


oxygen 11 – 10.2010

Italia sempre più rinnovabile

di Edoardo Zanchini

In un anno i comuni italiani che hanno investito in energie rinnovabili sono raddoppiati. È quanto emerge dal rapporto di Legambiente Comuni Rinnovabili 2010, che scatta una fotografia molto incoraggiante, specialmente in vista degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 fissati per il 2020 dall’UE. La mappa dell’Italia rinnovabile dice che l’86% dei comuni utilizza una qualche fonte di energia pulita: 6993 municipi, più del doppio che nel 2008.

Bisogna osservare con attenzione il territorio per capire il nuovo scenario delle fonti energetiche rinnovabili. Sono infatti decine di migliaia gli impianti installati negli ultimi anni – piccoli, grandi, da fonti diverse – e migliaia i progetti in corso di realizzazione, ed è importante capire se stanno dando forma a un nuovo modello di generazione distribuita e, soprattutto, come sono capaci di dare risposta alle nuove sfide energetiche e climatiche. I numeri sono impressionanti: quasi 7000 sono i comuni in Italia dove è installato almeno un impianto. In pratica, le fonti pulite che fino a 10 anni fa interessavano con il grande idroelettrico e la geotermia1 le aree più interne, e comunque una porzione limitatissima del territorio italiano, oggi sono presenti nel 90% dei comuni2. E leggere questo processo dal punto di vista dei comuni risulta particolarmente interessante, perché sta cambiando profondamente il rapporto tra le fonti energetiche e il territorio, e mostra caratteri diversi lungo la Penisola proprio perché sono differenti le risorse presenti e le potenzialità di sviluppo degli impianti.

La diffusione delle fonti rinnovabili nel territorio italiano

Una rappresentazione aggiornata dello sviluppo delle diverse tecnologie rinnovabili attraverso numeri e cartine è tracciata nel rapporto Comuni Rinnovabili 20103 elaborato da Legambiente, giunto quest’anno alla quinta edizione. L’obiettivo è di capire risultati e caratteri, differenze e problemi di questo processo. Il rapporto 2010 racconta un salto impressionante nella crescita degli impianti installati nel territorio italiano, che riguarda tutte le fonti e i parametri presi in considerazione. Sono 6993 i comuni in cui è installato almeno un impianto; erano 5580 lo scorso anno e 3190 nel 2008. Ma oltre ai numeri assoluti sulla diffusione risulta importante approfondire alcuni parametri capaci di raccontare i caratteri più significativi di questo cambiamento. Ad esempio, quello dei comuni al 100% rinnovabili, ossia delle realtà che rappresentano oggi in Italia il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale. Per individuarli vengono prese in considerazione le diverse informazioni che riguardano le

fonti rinnovabili installate nei territori, in modo da arrivare a calcolare il rapporto tra l’energia che producono gli impianti e il fabbisogno elettrico e termico dei cittadini (riscaldamento delle case, acqua calda per usi sanitari, elettricità)4. Si vuole proporre con questo parametro un’elaborazione che tenga insieme obiettivi quantitativi e qualitativi, e per costruirlo vengono presi in considerazione gli impianti da “nuove” rinnovabili (escludendo il grande idroelettrico e la geotermia) sia termici sia elettrici5. Sono 15 i comuni in Italia che rientrano in questa categoria e che riescono a soddisfare attraverso il contributo di impianti solari termici e a biomasse collegati a rete di teleriscaldamento i propri fabbisogni termici, e attraverso un mix di impianti rinnovabili quelli elettrici. Un ottimo esempio è il comune di Sluderno, in provincia di Bolzano, che fonda la sua ricetta di successo su diversi impianti diffusi nel territorio. Dai 960 metri quadri di pannelli solari termici e 512 kW di pannelli fotovoltaici diffusi sui tetti di case e aziende, ai quattro micro-impianti idroelettrici


3190

nel 2008

5580

nel 2009

6993

nel 2010

Comuni italiani in cui è installato almeno un impianto da fonti rinnovabili

per 232 kW complessivi. Particolarmente interessante è la collaborazione con i territori vicini, che ha permesso di realizzare un impianto eolico da 1,2 MW installato nel comune di Malles, gestito in consorzio con i quattro comuni confinanti e alcune aziende elettriche locali. A scaldare le case sono invece gli impianti da biomasse locali e da biogas, che hanno una potenza complessiva di 6200 kW termici di tipo cogenerativo allacciati a una rete di teleriscaldamento. Ma non sono da meno gli altri comuni individuati dal rapporto, da Dobbiaco a Prato allo Stelvio, da Vipiteno a Brunico. Una seconda interessante chiave per capire i processi in corso sta nell’andare a vedere la spinta delle diverse fonti nel territorio italiano. Non solo perché cresce la diffusione per tutte le tecnologie e i parametri presi in considerazione, ma perché sono diversi i risultati nei territori. I comuni del solare sono complessivamente 6801, distribuiti lungo tutta la Penisola. Per il solare fotovoltaico la maggiore diffusione è a Craco, in provincia di Matera, dove si raggiunge una media di 542 kW ogni

1000 abitanti. Gli impianti installati nel comune immettono in rete più energia elettrica di quanta ne consumano le famiglie residenti. Nel solare termico, il migliore risultato è nel piccolo comune di Fiè allo Sciliar, in provincia di Bolzano, dove si raggiunge una media di 1152 mq/1000 abitanti. Anche per elaborare questa classifica si è utilizzato lo stesso criterio del fotovoltaico, che nel caso del termico risulta ancora più interessante perché i pannelli possono soddisfare larga parte dei fabbisogni di acqua calda sanitaria e riscaldamento delle famiglie. Sono 51 i comuni italiani che hanno già raggiunto l’obiettivo fissato dall’Unione Europea di 264 mq/1000 abitanti. Invece sono 297 i comuni dell’eolico, con una distribuzione che vede una prevalenza di impianti localizzati lungo la dorsale appenninica e le isole maggiori. La potenza installata è in crescita, pari a 5148 MW, con 1287 MW in più rispetto al 2009, che riescono a soddisfare il fabbisogno elettrico di oltre quattro milioni e 100.000 famiglie. 799 sono i comuni del mini-idroelettrico (sono presi in considerazione gli im-

pianti fino a 3MW6) per una potenza totale installata di 715 MW, in grado di produrre ogni anno oltre 2860 GWh, pari al fabbisogno di energia elettrica di oltre un milione e 100.000 famiglie. 181 sono i comuni della geotermia, per una potenza installata pari a 880 MW elettrici e 38,8 MW termici. Grazie a questi impianti in Italia viene prodotta ogni anno energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico di oltre due milioni e 640.000 famiglie. Se la produzione elettrica per gli impianti geotermici è storicamente localizzata in Toscana, un segnale positivo viene dal rapido sviluppo di impianti a bassa entalpia che sfruttano lo scambio termico con il terreno e che vengono abbinati a tecnologie sempre più efficienti di riscaldamento e raffrescamento. 788 sono infine i comuni della biomassa, per una potenza installata complessiva di 1023 MW elettrici e 985 termici. Di questi, 421,1 MWe e 35,6 MWt derivano da impianti a biogas. Grazie a questi impiant, in Italia si producono 7161 GWh l’anno, pari al fabbisogno elettrico di oltre due milioni e 860.000 famiglie. Sono 286 i comuni in cui gli

061


oxygen 11 – 10.2010

impianti utilizzano biomasse “vere” (ossia materiali di origine organica animale o vegetale) e 355 quelli in cui le centrali a biomasse sono collegate a reti di teleriscaldamento.

La forza di uno scenario energetico dal basso? 062

A guardarla dal territorio, la spinta delle fonti rinnovabili sta già cambiando profondamente lo scenario energetico italiano. Ma questa rivoluzione silenziosa può rappresentare una prospettiva realmente credibile nel tempo e fattibile da un punto di vista tecnologico, economico e ambientale? Le esperienze raccolte nel Rapporto permettono di dare una prima risposta adattata al territorio italiano, e dimostrano come la visione più lungimirante è quella che guarda all’integrazione di tecnologie rinnovabili ed efficienti per trovare la risposta più adatta alle esigenze delle diverse domande dei territori e delle città, ossia di case, uffici e imprese. Di fatto siamo arrivati a un punto di svolta, nel quale alcuni dei temi di ricerca e dibattito di questi anni – la produzione distribuita, l’avvicinare domanda di energia e produzione più efficiente, le smart grids – stanno trovando un terreno di verifica concreto. Se ormai è largamente condivisa l’idea che non esista per la crisi energetica e climatica del Pianeta “una” soluzione risolutiva – nel senso di una risposta che sia legata a una sola tecnologia o fonte (rinnovabile o meno) –, vale invece la pena percorrere con convinzione una prospettiva nella quale trovare il più attento mix tra soluzioni diverse e integrate di fonti rinnovabili e di efficienza energetica (impianti solari termici, fotovoltaici o da biomasse integrati con pompe di calore, centrali di micro-cogenerazione, caldaie a condensazione, reti di teleriscaldamento, ecc.). Tutti i dati confermano infatti come lo scenario che riguarda le tecnologie rinnovabili sia in continua

evoluzione, perché migliorano l’affidabilità e le prestazioni degli impianti, e che – particolarmente importante – oggi questo sviluppo trovi riscontro nel crescente contributo che riescono a fornire rispetto ai consumi energetici nazionali, ossia il parametro rispetto al quale secondo gli obiettivi fissati dall’Unione Europea il nostro Paese è tenuto a impegnarsi per raggiungere il 17% di contributo al 2020. Ma per dare continuità a questa direzione di cambiamento occorre da una parte offrire certezze per gli investimenti – attraverso regole più semplici e incentivi meno generosi ma certi –, ma dall’altra guardare con molta più attenzione alle specifiche esigenze dei diversi territori e considerare che una risposta credibile agli obiettivi nazionali di riduzione dei gas serra potrà venire solo da tante ambiziose e diffuse politiche locali. Nessuna idea di lotta dei piccoli comuni contro le grandi centrali e nessuna idea lillipuziana dell’energia da contrapporre al gigantismo delle multinazionali. Piuttosto, quello che il nuovo scenario delle fonti rinnovabili sta facendo riscoprire è l’attenzione verso nuove strade da intraprendere per rendere più efficiente e democratico il sistema energetico. Una prospettiva che dovrà passare, se vuole realizzare le proprie ambizioni, anche per progetti di una scala enorme come Desertec7 e in parallelo per smart grids che gestiscono e interscambiano energia elettrica con utenze e produzioni distribuite. Ma la sfida più difficile che le fonti rinnovabili hanno di fronte è probabilmente quella culturale. Perché ancora oggi, spesso per provincialismo e altre volte per interesse, si guarda ancora alle fonti innovabili con l’idea che continueranno a rappresentare, anche in futuro, una costosa e marginale quota del bilancio energetico e non il perno di una strategia capace di dare risposta agli storici problemi italiani (costo dell’energia, dipendenza dall’estero,

insicurezza degli approvvigionamenti, impatto sull’atmosfera). Per un riflesso condizionato, qualsiasi ragionamento sembra non poter prescindere da un approccio centralizzato e quantitativo, fatto di MW installati per impianto che inevitabilmente spazza via l’eolico o il solare rispetto al nucleare o al carbone. Ma questo modo di ragionare di energia risulta inevitabilmente datato, inadeguato rispetto a un processo che apre delle strade assolutamente nuove. Come i più recenti e seri studi dimostrano, oggi sono possibili risultati e miglioramenti dell’efficienza impressionanti, e che proprio guardando al territorio, alle diverse risorse e vocazioni presenti, sia possibile trovare una risposta alla domanda di energia che sia veramente moderna e sostenibile.


Italia sempre più rinnovabile

Comuni italiani al 100% rinnovabili:

15 1 Le tecnologie che dalla fine del 1800 hanno accompagnato e permesso la prima industrializzazione del Paese.

Comuni del solare:

6801

Gli impianti installati si possono stimare, al momento, in oltre 80.000 fotovoltaici, 20.000 termici, oltre 1000 tra eolici, a biomasse e biogas, oltre 2000 impianti idroelettrici “storici”.

2

Comuni dell’eolico:

297

I dati sono ottenuti attraverso un questionario inviato ai comuni e incrociando le risposte con le elaborazioni e gli studi del GSE, i rapporti di ENEA, Itabia, Fiper, ANEV, oltre che le informazioni provenienti da regioni, province e aziende.

3

Comuni del mini-idroelettrico:

799 Comuni della geotermia:

181

4 Per quanto venga utilizzato un parametro teorico per la parte elettrica – gli impianti nella maggior parte dei casi immettono energia nella rete ed è dalla rete che le utenze la prendono – è comunque significativo perché dimostra come sia possibile soddisfare i fabbisogni delle famiglie attraverso le fonti rinnovabili installate sui tetti e nei territori, avvicinando così domanda e produzione di energia.

Comuni della biomassa:

788

5 Limitando così il campo dei “candidati”, basti dire che anche escludendo i grandi impianti idroelettrici sono 825 i comuni in Italia che grazie a una sola fonte rinnovabile (mini-idroelettrica, eolica, fotovoltaica, da biomasse o geotermica) producono più energia elettrica di quanta ne consumano. Oppure che per la parte termica sono 24 i comuni che grazie a impianti di teleriscaldamento collegati a impianti biomassa o da geotermia superano il proprio fabbisogno. 6 Il motivo per cui prendiamo in considerazione solo il “mini” è perché, se dal grande idroelettrico proviene storicamente il contributo più importante da parte delle fonti energetiche rinnovabili alla bilancia elettrica italiana, sono evidenti i limiti di sviluppo in termini di nuovi impianti. 7 Il progetto di un sistema di centrali solari a concentrazione e impianti eolici nel Nord Africa connesso alla rete elettrica europea e a impianti di nuova generazione.

Sluderno (Bolzano)

960 metri quadri

di pannelli solari termici

512

kW di pannelli fotovoltaici

quattro micro-impianti idroelettrici per

un impianto eolico da

impianti da biomasse locali e da biogas – potenza complessiva di

232

1,2

6200

kW complessivi

MW complessivi

kW termici

063


Ricerca e industria per una filiera italiana nelle rinnovabili «La recente crisi economica, le incertezze legate ai costi e all’approvvigionamento dell’energia, il crescente livello delle emissioni e il rischio di cambiamenti climatici ci pongono di fronte a una sfida urgente alla quale tutti i governi del mondo non possono sottrarsi: quella di una completa rivoluzione del sistema energetico globale attraverso comportamenti più razionali sull’utilizzo di energia, un massiccio ricorso all’uso pulito delle fonti fossili e un pieno utilizzo di quelle rinnovabili».

Lo sviluppo delle rinnovabili a scala internazionale

Nell’ultimo decennio le fonti rinnovabili hanno mostrato una crescita straordinaria in tutto il mondo arrivando a coprire nel 2007, secondo le ultime analisi dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), il 12,4% dell’offerta totale di energia primaria e il 17,9% di elettricità. In particolare negli ultimi due anni si è assistito a un fatto particolarmente significativo: la nuova capacità installata nell’Unione Europea in impianti alimentati a fonti rinnovabili è stata superiore a quella fossile, costituendo nel 2009 il 61% del totale rispetto a una quota del 14% nel 1995 (secondo i dati della European Wind Energy Association). La recente crisi economica, le incertezze legate ai costi e all’approvvigionamento dell’energia, il crescente livello delle emissioni e il rischio di cambiamenti climatici ci pongono inevitabilmente di fronte a una sfida urgente alla quale

tutti i governi del mondo non possono sottrarsi: quella di una completa rivoluzione del sistema energetico globale attraverso comportamenti più razionali sull’utilizzo di energia, un massiccio ricorso all’uso pulito delle fonti fossili e un pieno utilizzo di quelle rinnovabili. Il vero motore della rivoluzione che guiderà il sistema energetico lungo questo percorso è l’apprendimento tecnologico e la velocità con cui questo avverrà dipende fortemente dalla capacità di governi e industrie di intrecciare le rispettive strade nel fine comune dell’innovazione. La crescita della produzione di energia da rinnovabili ha generato a livello mondiale un forte aumento degli scambi dei prodotti manifatturieri connessi a queste tecnologie, in particolare eolico e solare. Un certo numero di paesi europei dal 2002 ha risposto alla crescente domanda di prodotti attraverso politiche industriali finalizzate a incrementare la capacità produttiva e a sviluppare

di Giovanni Lelli


una filiera industriale nazionale. L’Italia non ha saputo invece investire sufficientemente per adeguare la propria capacità produttiva di componentistica per le rinnovabili e si trova ora a dover recuperare un notevole ritardo che negli ultimi anni ha determinato una propensione a importare componenti per la produzione di energia da fonti rinnovabili superiore a quanto è riscontrabile nella media dell’UE15, in particolare nel caso del fotovoltaico. Caso emblematico di politica industriale è sicuramente quello tedesco, il cui successo è certamente dovuto all’accoppiata vincente tra un efficace e stabile sistema di incentivazione (feed-in) della domanda e un ampio ventaglio di incentivi offerti ai potenziali investitori, come rimborsi “cash” dei costi diretti, prestiti a tassi agevolati, garanzie pubbliche alle banche e incentivi per i costi del personale e per le attività di R&S tecnologico. Questo tipo di approccio ha portato ad

esempio alla creazione del più grande distretto industriale al mondo per il solare fotovoltaico, la cosiddetta “Solar Valley della Sassonia”, da cui proviene quasi il 15% di tutta la produzione mondiale di celle solari. Un sistema di incentivazione delle fonti rinnovabili molto remunerativo come quello italiano consente di accrescere rapidamente la domanda interna di tecnologie, ma non è stato finora sufficiente a stimolare a livello nazionale una crescita della competitività tecnologica e della capacità manifatturiera nei settori delle energie rinnovabili.

Ruolo delle rinnovabili negli scenari low-carbon

In una prospettiva di breve-medio termine, l’impegno principale a livello paese è quello di arrivare entro il 2020 al raggiungimento dell’obiettivo del 17% dei consumi di energia da fonti


oxygen 11 – 10.2010

rinnovabili, obiettivo per il cui conseguimento sarà essenziale il ruolo dell’efficienza energetica. Tale impegno costituisce un’importante opportunità di crescita per l’intero Paese in tutti i settori delle fonti energetiche rinnovabili, che potrà dispiegarsi con l’avvio di graduali processi di riconversione tecnologica per la de-carbonizzazione del sistema produttivo. Il Piano d’azione nazionale per le rinnovabili, ad oggi in fase di approvazione finale, ci indica un percorso per arrivare a questo traguardo in base alle caratteristiche e potenzialità del territorio italiano e assegna, in termini di consumi finali totali da rinnovabili, un ruolo centrale alle biomasse in particolare nel settore termico. D’altra parte le analisi di scenario svolte dall’ENEA dimostrano come la progressiva de-carbonizzazione del sistema energetico italiano lungo un sentiero di sviluppo coerente con il raggiungimento degli obiettivi al 2020 sia tecnicamente possibile solamente attraverso investimenti in ricerca e innovazione tecnologica nei settori e nelle filiere industriali finalizzati all’introduzione accelerata di tecnologie energetiche low-carbon, essenzialmente rinnovabili, e a consumi energetici razionali ed efficienti. In particolare, nello scenario di accelerazione tecnologica, circa la metà dell’intera genera-

zione di energia da rinnovabili proviene dalle biomasse che, come nel piano d’azione, costituiscono la principale fonte rinnovabile per l’approvvigionamento energetico nazionale.

Nuove frontiere tecnologiche delle rinnovabili

L’impegno a livello paese deve da un lato concentrarsi sullo sviluppo di innovazioni radicali in campo tecnologico attraverso un rafforzamento delle attività di R&S e dall’altro garantire il diffondersi delle ricadute positive dell’innovazione all’interno del tessuto industriale nazionale, al fine di favorire lo sviluppo e aumentare la competitività delle aziende italiane nei vari settori della componentistica per le rinnovabili. È proprio in quest’ottica che ENEA e Confindustria hanno recentemente sottoscritto un protocollo d’intesa con lo scopo di accelerare l’introduzione di innovazione nei settori industriali delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica e delle tecnologie low-carbon. Si tratta di replicare iniziative come quella del progetto Archimede, un caso di eccellenza tutto italiano che ha portato alla realizzazione della prima centrale termodinamica al mondo che utilizza sali fusi come fluido termovettore e integra un ciclo combinato a gas. L’impianto, recentemente inaugurato


a Priolo Gargallo in Sicilia, è un chiaro esempio di come il sistema della ricerca (ENEA) e quello industriale (Enel) possano incontrarsi e collaborare per sviluppare innovazione tecnologica. L’Agenzia ENEA è impegnata a fianco del decisore pubblico e degli operatori industriali per sostenere le scelte di investimento alla base di un sistema energetico sostenibile attraverso le competenze e le esperienze sviluppate nei suoi laboratori scientifici. Tra le attività di R&S dell’agenzia, visto il rilevante peso delle biomasse negli scenari di medio-lungo termine, vi sono quelle relative alle biomasse di nuova generazione per la produzione e valorizzazione di microalghe e altri microrganismi fotosintetici finalizzati essenzialmente alla produzione di energia rinnovabile. I risultati attesi da questa linea di ricerca tecnologica, la cui maturità è ipotizzabile in una prospettiva di medio-lungo termine, avrebbero un enorme impatto per tutte le industrie produttrici di biocombustibili quali biodiesel, bioetanolo, idrogeno e biogas. Il raggiungimento dell’obiettivo UE del 10% di biocombustibili da impiegare nel settore trasporti entro il 2020 costituisce una sfida particolarmente ardua per un paese come l’Italia dal clima temperato e dall’elevata densità abitativa. Un’alternativa di grande interesse all’importa-

zione di biocombustibili è l’utilizzo di biomasse lignocellulosiche (scarti dell’agroindustria, della silvicoltura, parte organica dei RSU o colture energetiche ad hoc) che devono però essere trasformati in un vettore liquido per essere immessi nella rete. Qui entra in gioco la capacità del nostro sistema di ovviare a handicap di tipo naturale con risposte scientifiche e tecnologiche in grado di valorizzare le risorse effettivamente disponibili. La produzione di bioetanolo con processi di seconda generazione basati su pretrattamenti idro-termici su cui l’ENEA ha da anni investito vedono aziende nazionali quali la Chemtex del gruppo Mossi & Ghisolfi affiancate dall’ENEA nella realizzazione di un impianto da 40.000 t/a di etanolo in Piemonte, il più grande in Europa. Alle potenzialità connesse alle molte tecnologie promettenti per il nostro Paese (dalle rinnovabili termiche, solare e biomasse in primis, al fotovoltaico e ai biocarburanti di nuova generazione, al solare a concentrazione) vanno associate le opportunità di investimento nel settore delle infrastrutture di trasporto e distribuzione dell’energia, da cui dipende l’ampia diffusione delle rinnovabili, che necessita di investimenti per lo sviluppo di sistemi per la gestione “intelligente” dei flussi d’energia (Smart Grids).

1 — 3 Centrale Archimede, Priolo Gargallo, Siracusa. ©Guido Fuà, agenzia Eikona per Enel


La “bolla” rinnovabile spagnola

di Carmen Monforte

Il modello spagnolo delle rinnovabili sarebbe molto efficace, dal momento che il Paese è leader mondiale per quanto riguarda capacità e produzione, ma inefficiente, visto che i premi per promuovere questo tipo di energia sono superiori alla media europea e non sono stati pianificati in modo adeguato. Da ciò che è avvenuto nel mercato spagnolo delle rinnovabili si possono trarre alcune lezioni...

Gli economisti assicurano che tutte le bolle speculative finiscono per scoppiare. In Spagna, come in altri Paesi, è già accaduto con la bolla della borsa, quella finanziaria, quella immobiliare e anche quella salariale. Ma nell’aria è ancora sospesa una bolla che sta contribuendo al collasso del sistema: quella delle energie rinnovabili e, più concretamente, di quella fotovoltaica. Questa tecnologia, insieme all’eolico e al termosolare, è fortemente finanziata, con un meccanismo di premi che nel 2009 ha rappresentato quasi un terzo del costo totale della tariffa incentivante di accesso alle reti: 6200 milioni di euro su un preventivo tariffario di poco superiore ai 16.000 milioni. E ancora un dato rilevante: quasi la metà di questi premi sono andati ai 51.000 impianti fotovoltaici installati nel Paese che, con 3400 MW di potenza, hanno prodotto soltanto il

4% dell’energia elettrica. L’altra metà è spettata ai 17.400 impianti eolici, una tecnologia più matura, che rappresenta il 20% della produzione. I sistemi termosolari sono ancora pionieristici (10 impianti per 380 MW), ma i 2500 MW autorizzati si profilano spaventosi rispetto al costo aggiunto per la tariffa. Come si è arrivati a questa situazione? Un rapporto redatto dall’Unione Europea nel 2007 distingue tra “efficacia” ed “efficienza”, nella prospettiva di arrivare, nel 2020, al 20% del consumo finale di energia proveniente da fonti rinnovabili. Nel primo caso l’obiettivo è da raggiungere a qualunque prezzo, mentre nel secondo vi è un occhio al contenimento dei costi. Quello spagnolo sarebbe un modello molto efficace, dal momento che il Paese è leader mondiale


1

per quanto riguarda capacità e produzione, ma inefficiente, visto che i premi per promuovere questo tipo di energia sono superiori alla media europea e non sono stati pianificati in modo adeguato affinché gli impianti tradizionali convivano o siano sostituiti dai parchi eolici o fotovoltaici che invadono il paesaggio. Al collasso che il Governo sta cercando di controllare senza troppo successo hanno contribuito i seguenti fattori: una succulenta retribuzione, in alcuni casi a lunghissimo termine, che ha favorito la speculazione; errori e frodi amministrative al momento di assegnare i permessi e la crisi economica. Con il crollo della domanda energetica nel 2009 è venuta alla luce la capacità produttiva sovradimensionata del sistema (in alcune zone industriali nel nord del Paese il sovrappiù ha toccato addirittura il 50%) e ha fatto sì

che le centrali che utilizzano il carbone autoctono siano praticamente ferme da più di un anno. Negli ultimi anni la mappa delle fonti rinnovabili in Spagna è cambiata radicalmente, e i dati della Commisión Nacional de la Energía (CNE) sono molto eloquenti. Nel 2004 erano stati installati soltanto 23 MW di potenza fotovoltaica, che hanno ottenuto 6 milioni in premi; alla fine del 2009 la capacità ha raggiunto i 3400 MW, con 2800 milioni di incentivi. La generosa assegnazione ha costituito un richiamo per il capitale straniero ed è all’origine della bolla speculativa. La prima regolamentazione del settore, approvata dall’ultimo governo del Partido Popular nel marzo del 2004, garantiva una tariffa incentivante per 25 anni. Anche se il governo socialista l’ha modificata nel 2007 per controllare “i premi più


oxygen 11 – 10.2010

Un rapporto redatto dall’Unione Europea nel 2007 distingue tra “efficacia” ed “efficienza”, nella prospettiva di arrivare, nel 2020, al 20% del consumo finale di energia proveniente da fonti rinnovabili. Nel primo caso l’obiettivo è da raggiungere a qualunque prezzo, mentre nel secondo vi è un occhio al contenimento dei costi.

alti d’Europa”, la valanga di progetti era ormai partita. Anche se la nuova legge ha offerto alle imprese la scelta tra vendere la propria produzione sul mercato o ricevere un premio che compensasse un prezzo minimo (75 euro MWh), quelle preesistenti hanno mantenuto la tariffa. Il problema, però, ben lungi dall’essere risolto, si è aggravato, visto che la norma ha stabilito che la nuova incentivazione sarebbe andata agli impianti che fossero risultati in regola prima del 30 settembre 2008, e con un limite di 2000 MW. L’assenza di controllo da parte dello Stato è stato un altro dei fattori scatenanti del boom fotovoltaico: in Spagna le autorizzazioni amministrative competono ai 17 governi autonomi, che le rilasciano a propria discrezione senza rispettare gli obiettivi della pianificazione statale. Così solo nel 2008 (prima della data limite del 30 settembre) la grande maggioranza dei 3400 MW totali è stata autorizzata (2500 MW). In molti casi in modo illegale. Frenetici investitori conniventi con funzionari regionali hanno contribuito a una frode che, secondo gli accertamenti della CNE, riguarderebbe quasi 3000 impianti (800 MW). Tutti questi impianti sono stati iscritti legalmente prima della data ultima (per ottenere la tariffa conveniente, che sarebbe scomparsa), pur non essendo pronti per produrre. In molti casi non esisteva l’impianto, in altri il proprietario non

aveva neppure comprato i pannelli. Curiosamente, il prezzo di un minerale abbondante come il silicio, materia prima per fabbricare i pannelli fotovoltaici, ha raggiunto i 400 dollari/kg. Negli ultimi mesi il Ministero dell’Industria, che l’anno scorso ha istituito un registro statale, ha cercato di controllare la situazione negoziando con il settore una riduzione dei premi (circa 1000 milioni) per tutti gli impianti, pur garantendo loro un rendimento del 7%. Le associazioni del settore non hanno accettato la proposta considerandola retroattiva, e hanno anche sostenuto che l’insicurezza giuridica avrebbe danneggiato l’immagine della Spagna. Ma non sono state tanto le imprese, quanto le banche e i fondi di investimento a convincere il presidente del governo, José Luis Rodríguez Zapatero, con la prospettiva del cupo scenario di una bolla finanziario-fotovoltaica che, scoppiando, avrebbe investito molte realtà compromesse dalla crisi immobiliare. Le 25.000 imprese proprietarie dei 51.000 impianti fotovoltaici spagnoli hanno investito 23.000 milioni di euro, di cui più dell’80% deriva da un prestito bancario. Si tratta di progetti con un finanziamento legato alla tariffa incentivante e che, grazie al generoso margine, ha permesso la speculazione. Si calcola che il 60-70% dei progetti (o delle licenze) siano stati rivenduti una o


La “bolla” rinnovabile spagnola

2

più volte; quindi il proprietario finale, quasi privo di margine, si oppone a qualsiasi taglio. Per evitare queste pratiche, il governo ha disposto un controllo amministrativo sulla rivendita delle licenze. Una volta scartata la retroattività, il ministero ha optato per un taglio del 45% sui premi agli impianti futuri, misura quasi priva di effetti economici, con le istallazioni da limitare a 133 MW all’anno, e continua a negoziare con le associazioni del settore un taglio alle ore di funzionamento. Per parte sua il settore eolico (in mano delle grandi aziende elettriche) ha firmato un accordo unilaterale con il governo che, pur non presupponendo un risparmio sul medio periodo, gli ha permesso di prendere le distanze dal fotovoltaico, un parente problematico cui non vuole essere associato. Oltre al paesaggio, le nuove energie hanno alterato anche la struttura imprenditoriale del settore elettrico. Le grandi compagnie come Endesa, Iberdrola, Gas Natural Fenosa e Hidrocantábrico, che possono contare soltanto su un 20% del totale della produzione rinnovabile, hanno perso il monopolio e devono convivere con migliaia di società (investitori finanziari o proprietari di piccoli comuni) che, nonostante le piccole dimensioni e la giovane età, hanno creato lobby potenti. Il governo si confronta ora con quattro

gruppi di pressione dagli interessi contrapposti: quello delle grandi aziende elettriche tradizionali (attraverso Unesa) e quello delle tre famiglie di rinnovabili: eolico, fotovoltaico e termosolare, con i raggruppamenti corrispondenti. Da ciò che è avvenuto nel mercato spagnolo, Eldorado delle energie rinnovabili, si possono trarre alcune lezioni: siccome la promozione di queste energie è pagata dai consumatori (domestici e industriali), l’incentivo deve essere stabilito secondo le possibilità economiche di ciascun Paese; bisogna evitare la speculazione stabilendo premi ragionevoli e calibrati rispetto ai costi; che non si può prescindere da una rigorosa pianificazione, visto che le energie pulite sostituiranno inevitabilmente gli impianti tradizionali. Il governo spagnolo ha optato per dilazionare il pagamento del conto salato del sistema (provocato in parte da tali incentivi) in vari anni e con degli interessi, facendo crescere a dismisura il deficit dovuto alla tariffa incentivante accumulato nell’ultimo decennio. Tale deficit è finanziato dalle grande aziende elettriche, che in questo momento hanno un diritto di incasso di 14.600 milioni, e che sarà messo sul mercato con l’avvallo dello Stato. La misura adottata un anno fa dal governo non piace al Banco de España, convinto che pregiudicherà il debito pubblico. Ma questa è un’altra storia.

1 TEA (Tenerife Space for the Arts), Santa Cruz de Tenerife, Spagna © Iwan Baan 2 Dettaglio del padiglione Townhall della Fiera del libro di Madrid, 2007 © Fernando Alda, Corbis


oxygen 11 – 10.2010

Connect the dots

Casa rinnovabile

1. Arrivano dalla Costa

Blanca, in Spagna. Sono le case-bolla, esempio di design e architettura sostenibile. In questi edifici l’energia elettrica per uso domestico è generata da pannelli fotovoltaici. Nei casi in cui l’energia solare risulta insufficiente, è possibile allacciarsi alla rete elettrica convenzionale; quando invece è in eccesso, può essere venduta dai residenti alle società fornitrici. L’acqua viene riscaldata dai pannelli solari e un sistema di depurazione e filtraggio ricicla acque piovane e acque grigie. Il riscaldamento e la ventilazione derivano dall’utilizzo di scambiatori di calore, mentre le vetrate e gli infissi sono progettati in materiali altamente isolanti.

2. A breve Enel metterà in commercio un display domestico da abbinare ai nuovi contatori elettronici che, per la prima volta, hanno consentito l’introduzione delle tariffe multiorarie e quindi la possibilità di prevedere un piano tariffario basato sulle diverse abitudini di consumo. Il display domestico consentirà di monitorare in tempo reale un elevato numero di informazioni relative a consumi e contratti delle singole abitazioni. Sarà così possibile, per esempio, confrontare il consumo del bimestre precedente con quello successivo, ricevere informazioni sulle tariffe abbinate alle fasce orarie e sapere quando l’energia costa meno.

a cura di Elisa Frisaldi

3. Case come piccole

4. L’energia eolica non si

5. Sfruttare il calore

centrali elettriche grazie a impianti fotovoltaici a film sottile che trasformano l’energia solare incidente sulla superficie terrestre in energia elettrica, riducendo drasticamente l’utilizzo di silicio grezzo impiegato negli impianti tradizionali e rendendo anche i costi di produzione meno legati alle variazioni del prezzo del minerale. I nuovi pannelli a film sottile, tecnologia importata dall’azienda giapponese Sharp e fabbricati a breve anche nello stabilimento STM di Catania, offriranno il più alto tasso di conversione dell’energia solare in energia elettrica per una cella a tripla giunzione, pari cioè al 35,8%.

presta solo a grandi impianti; i mini impianti eolici, infatti, grazie al ridotto impatto visivo e all’assenza di inquinamento acustico, sono stati progettati per l’ambiente urbano, sub-urbano e le zone caratterizzate da condizioni climatiche estreme (ghiaccio, vento intenso e irregolare). Collocati in qualsiasi giardino o sul terrazzo di casa, potranno essere integrati con altri impianti di conversione di fonti rinnovabili. Inoltre, per gli impianti mini eolici connessi alla rete elettrica di distribuzione e con una potenza compresa tra 1 e 200 kW, è previsto un incentivo statale erogato dall’ente pubblico GSE (Gestore dei Servizi Energetici).

dell’aria come fonte rinnovabile producendo acqua calda con pochissima energia: è quello che fa lo scaldacqua a pompa di calore prodotto dall’azienda Ariston Thermo Group S.p.a. Si chiama Nuos, preleva calore anche dall’aria fredda dell’ambiente esterno e lo cede all’acqua sanitaria che raggiunge così temperature pari a 55°C. Quando la temperatura esterna scende sotto dei 10°C, soglia sotto la quale la pompa di calore non riesce a funzionare correttamente, una resistenza elettrica di supporto entra in funzione per garantire comunque l’erogazione di acqua calda.


Connect the dots

6. Il terreno è una fonte

7. Produrre acqua calda

8. Diamante, progettato

9. “Energy@Home” è il

10. Vuoi conoscere van-

di energia rinnovabile che rappresenta un’efficace alternativa rispetto all’aria per il fatto che la sua temperatura si mantiene costante nel corso dell’anno permettendo di ottimizzare l’efficienza dell’impianto e riducendo i costi operativi. Stiamo parlando degli impianti geotermici, ognuno costituito da un sistema di captazione del calore mediante tubature che attraversano il terreno, una pompa di calore elettrica, un sistema di accumulo e distribuzione del calore. La pompa, installata all’interno degli edifici, consente di trasferire il calore dal terreno all’ambiente interno, in fase di riscaldamento, e di invertire il ciclo nella fase di raffreddamento.

sanitaria, riscaldare gli ambienti e climatizzare le piscine: tutto ciò è possibile installando un impianto solare termico. Mentre il fotovoltaico assorbe energia solare per produrre energia elettrica, il solare termico la raccoglie per riscaldare l’acqua. Nonostante il mercato italiano del solare termico sia il secondo d’Europa, il valore pro-capite della potenza installata sul territorio è ancora troppo basso; è questo il motivo che ha spinto gli enti locali a erogare forti incentivi per la sua installazione. Inoltre, fino alla fine del 2010, il costo di questi impianti è deducibile per il 55% (IVA inclusa) e detraibile in cinque anni.

da Enel in collaborazione con l’Università di Pisa, è una centrale energetica formata da 38 panelli fotovoltaici di ultima generazione disposti su una superficie dodecaedrica, da cui il richiamo alla pietra preziosa. L’energia elettrica prodotta, in grado di soddisfare le esigenze di un piccolo condominio, può essere usata immediatamente o accumulata sottoforma di idrogeno e riutilizzata di notte o quando il sole non c’è: a tal scopo sono state installate all’interno di questo originale involucro tre sfere che, tramite apposite celle a combustibile, fungono da accumulatori di energia.

nome della sperimentazione che prevede la messa a punto di “elettrodomestici intelligenti”, capaci cioè di autogestirsi regolando i consumi di energia dell’intera casa in base alla disponibilità e al prezzo dell’energia. I partner coinvolti sono Electrolux e Indesit, per la progettazione dei nuovi elettrodomestici, Enel, per la gestione dei consumi di elettricità, e Telecom Italia, per la telefonia fissa e mobile. Siamo nel campo delle smart grids, le reti intelligenti che consentiranno agli utenti di ricevere le informazioni relative ai propri consumi direttamente su computer, cellulare o display dell’elettrodomestico.

taggi, caratteristiche e costi di un impianto fotovoltaico, minieolico e solare termico, e gli incentivi statali legati al loro acquisto? Consulta il sito internet di Enel.sì, la società di Enel specializzata nello sviluppo e realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (www.enel.it/ enelsi). Enel.sì offre ai clienti registrati il servizio di simulazione di uno di questi impianti; basta inserire alcune semplici informazioni relative alla loro localizzazione e, nel caso del solare termico, al fabbisogno di acqua calda. Enel.sì consente infine di richiedere il preventivo per l’installazione di questi tre tipi di impianti e di quelli geotermici.



Photoreport

Il fotovoltaico mette le ali

fotografia di Mike Price,Getty Images

Progettare pannelli solari più efficienti parrebbe una questione legata alla chimica e all’elettronica, ma non per un gruppo di ingegneri della University of Florida intenti a studiare le proprietà di alcuni insetti, che potrebbero portare a un sensibile miglioramento nell’efficienza dei pannelli fotovoltaici. Secondo Peng Jiang, ingegnere chimico alla guida del progetto, le particolari strutture degli occhi delle falene (le “farfalle notturne”) e delle ali delle cicale potrebbero essere d’esempio per la creazione di una nuova generazione di pannelli solari, dotati di un innovativo rivestimento anti-riflesso e completamente idrorepellente.


Oxygen versus CO2 di Giorgia Scaturro

Climate Investment Funds

076

Il fotovoltaico nelle Filippine, un’intera rete di treni ad alta efficienza a Città del Messico o il solare termodinamico diffuso in Egitto, Marocco e Tunisia. Progetti ambiziosi e importanti che spingono i Paesi più poveri, che hanno meno accesso all’energia ma sono più vulnerabili alle catastrofi ambientali, in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici. Lo squilibrio è mitigato dall’acronimo CIF, tre lettere che stanno per Climate Investment Funds (Fondi d’investimento per il clima, interamente destinati alle politiche e alle tecnologie per la difesa dell’ambiente nei paesi emergenti) che la Banca Mondiale ha approvato il 1 luglio del 2008 insieme ad altre quattro principali banche per lo sviluppo come quella africana, asiatica, la BERS (Banca europea per la ricostruzione) e quella InterAmericana. A distanza di due mesi dall’approvazione dei CIF, 13 Paesi donatori (per primi Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone) si erano già impegnati a finanziare lo sviluppo di fonti energetiche sostenibili nei Paesi in via di sviluppo con oltre sei miliardi di dollari “verdi”. «I Climate Investment Funds rappresentano una finestra su una nuova era nelle collaborazioni globali sul clima», spiega Katherine Sierra, vicepresidente del network di sviluppo sostenibile della Banca Mondiale. «È un modello di governance molto innovativo che dà equa voce ai destinatari dei fondi». Oggi i CIF vantano un piano di mobilizzazione da 40 miliardi di dollari per

dare slancio alla crescita economica, a bassa emissione di carbonio, dei paesi in via di sviluppo. Come? Attraverso due fondi. Il primo è a sostegno della tecnologia pulita (il Clean Technology Fund) e ha già approvato 13 piani di investimento per circa 4,3 miliardi di dollari – nel settore delle energie rinnovabili e della sostenibilità ed efficienza nei trasporti, nell’industria e nell’agricoltura – in Colombia, Indonesia, Kazakistan e Ucraina. Nei prossimi anni, altri 36 miliardi saranno raccolti tramite investimenti che coinvolgono il settore privato. La partnership pubblico-privato è infatti il criterio virtuoso per aggiudicarsi i fondi, insieme al requisito di un progetto concreto in grado di ridurre il tasso di CO2 anche in successive implementazioni di larga scala. In Turchia, le principali banche hanno aperto linee di credito per investimenti privati in tecnologie pulite e la distribuzione di energie rinnovabili. Con i finanziamenti verdi in Sudafrica, mezzo milione di abitazioni tra cinque anni saranno dotate di riscaldamento a pannelli solari ed Eskom, la public utility per l’elettricità del paese, realizzerà due impianti, uno solare termodinamico e uno eolico da 100 MegaWatt. In Medio Oriente e Nord Africa gli investimenti (5,6 miliardi) invece triplicheranno la capacità energetica con un progetto transnazionale di diffusione del solare termico in Algeria, Egitto, Giordania, Marocco e Tunisia. In Egitto il piano prevede la costruzione di un

sistema di trasmissione energetica ad alta capacità da qui al 2020 e nel Golfo di Suez sorgeranno mulini eolici di terza generazione da 7200 MW. A beneficiare dei fondi più ingenti è il Messico, che con oltre sei miliardi di dollari potrà forse onorare la sua promessa di tagliare le emissioni di gas serra del 50% da qui al 2050. La drastica riduzione di CO2 passerà attraverso la rivoluzione nei trasporti, oggi responsabili del 18% delle emissioni di gas serra del paese, con la sostituzione dei vecchi autobus con veicoli ibridi e una rete di treni leggeri. «Il piano di investimenti approvati finora aiuterà Paesi come Messico, Sudafrica, Filippine, Tailandia e Marocco a perseguire l’utilizzo di energie rinnovabili e centrali efficienti», spiega Eduoardo Saboia, membro del CIF Trust Fund Committee per il Brasile. «In questi paesi vedrete più energia eolica e solare, biomasse e geotermico». L’altro strumento in cui si sostanziano i CIF è il Fondo strategico per il clima (Strategic Climate Fund), che prevede lo stanziamento di sussidi per l’adattamento ai cambiamenti climatici dei paesi più vulnerabili. Tra i 14 paesi selezionati, in Brasile, Burkina Faso, Repubblica Democratica del Congo, Ghana, Indonesia, Lao, Messico e Perù saranno attivati programmi pilota come quello di investimento sulle foreste (FIP – Forest Investment Program) per sostenere la riduzione delle emissioni di CO2 attraverso azioni contro la deforestazione e il degradamento delle foreste.


Oxygen versus CO2

Etiopia, Honduras, Kenya, Maldive, Mali e Nepal trasformeranno invece il loro settore energetico reindirizzando il mercato verso le rinnovabili. Bolivia, Cambogia, Mozambico, Tajikistan e Yemen prepareranno un programma strategico di resistenza climatica che integrerà nei piani di sviluppo di ogni paese anche azioni contro il rischio e per la capacità di recupero dai cambiamenti climatici. Ad oggi, l’Italia non è tra i paesi donatori aderenti al CIF. Enel però – con un portafoglio di 200 milioni di tonnellate di CO2 abbattute grazie ai progetti di sostenibilità ambientale sviluppati entro il 2012 – è uno dei maggiori operatori mondiali di Clean Development Mechanism, una misura prevista dal Protocollo di Kyoto attraverso la quale paesi industrializzati con vincoli di emissione possono realizzare progetti per l’abbattimento dei gas serra nei paesi in via di sviluppo fornendo tecnologia pulita. Sulla via dello sviluppo sostenibile.

077

©

lcrf/Flickr


Energia per tutti

di Kandeh K. Yumkella e Leena Srivastava

L’accesso all’energia viene in genere considerato il “grande assente” dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio previsti dall’ONU: se venisse realizzato, permetterebbe alle popolazioni di tutto il mondo di liberarsi dalla trappola della povertà. Se si vuole promuovere lo sviluppo economico, è necessario dare la priorità all’accesso all’energia.

Una buona parte dell’umanità – miliardi di persone – vive senza avere accesso ai moderni servizi energetici. Sono servizi fondamentali che la maggior parte di noi dà per scontati, come la luce e il combustibile per riscaldarci e cucinare. Nonostante gli sforzi e l’impegno di tante persone, che lavorano a programmi eccellenti, circa un miliardo e mezzo di persone non ha tuttora accesso all’elettricità e circa 2,5 miliardi di persone ricorrono alle biomasse tradizionali come principale fonte d’energia: una situazione chiaramente insostenibile. È un’idea largamente condivisa che questa mancata disponibilità di servizi energetici accessibili e affidabili

sia di ostacolo allo sviluppo umano, sociale ed economico, e di conseguenza uno dei maggiori impedimenti alla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG). Questo problema è anche una perfetta illustrazione della profonda ineguaglianza che esiste tra ricchi e poveri. Grossomodo, i tre quarti più poveri della popolazione mondiale usano solo il 10% dell’energia globale. I paesi ricchi aspirano ad avere fonti energetiche sicure, economicamente accessibili e accettabili dal punto di vista ambientale. E i miliardi di persone che non hanno accesso a quelle fonti? Qualche successo c’è, anche se pochi: negli ulti-


mi decenni, alcuni paesi – come la Cina – hanno nettamente migliorato l’accesso all’energia per i loro cittadini. Ma nell’Africa sub-sahariana e in certe parti dell’Asia la gente vive senza i servizi energetici di base. Secondo le previsioni, la domanda di energia in queste regioni dovrebbe aumentare radicalmente: la crescita demografica e il miglioramento degli standard di vita andranno ad accrescere la dimensione del problema. La cosa impressionante è che, se le condizioni attuali resteranno invariate, nei prossimi decenni il numero totale di persone senza accesso ai moderni servizi energetici non diminuirà. Le iniziative attuali sono insufficienti per dimensione e portata, e tentare di affrontare il problema com’è stato fatto finora non è, neppure lontanamente, l’approccio più adeguato.

Il sistema delle Nazioni Unite lavora sul problema dell’accesso energetico da decenni, attraverso la UN-Energy, un meccanismo di collegamento tra le varie agenzie dell’ONU su tematiche energetiche. Gli ostacoli all’accesso energetico sono ben noti. Queste barriere, per quanto complesse, non sono insormontabili e la cooperazione internazionale può essere d’aiuto. Non vi sono delle barriere tecnologiche fondamentali: ciò di cui c’è bisogno è che la politica decida di dare la priorità a queste tematiche. È anche necessario che le comunità locali siano profondamente coinvolte nella progettazione, esecuzione e uso finale dei servizi energetici. Gli interventi per l’accesso all’energia devono essere guidati dalla consapevolezza che ogni comunità locale sia una situazione a sé, con necessità peculiari.

079

Energia per lo sviluppo

I servizi energetici si ripercuotono sulla produttività, la salute, l’istruzione, la pulizia dell’acqua e i servizi di comunicazione. Quindi non stupisce che l’accesso all’energia abbia una forte correlazione con gli indici di sviluppo sociale ed economico (ad esempio l’Indice di Sviluppo Umano dell’ONU, l’aspettativa di vita alla nascita, il tasso di mortalità infantile, la mortalità materna e il PIL pro capite).

Coinvolgere l’imprenditoria

Naturalmente la maggior parte delle iniziative volte a migliorare l’accesso all’energia ha riguardato certe parti dell’Asia e dell’Africa subsahariana. Nel corso degli anni non sono mancati i programmi mal concepiti o mal attuati; tuttavia sono emersi alcuni modelli di successo, che comprendono sia iniziative pubbliche, come quelle realizzate da istituzioni finanzia-

©

Julie Guiches/Picturetank


oxygen 11 – 10.2010

rie internazionali e da agenzie dell’ONU, sia la concessione di finanziamenti e servizi da parte di ONG e aziende private, come l’indiana Solar Electric Light Company. Anche molte campagne internazionali stanno cominciando a impegnarsi sul problema. Una di queste è “Lighting a Billion Lives”, che intende portare l’illuminazione nella vita di un miliardo di contadini, sostituendo le lanterne a cherosene e paraffina con altre a energia solare. Dopo un anno e mezzo dall’inizio della campagna e dopo che erano stati coinvolti circa 100 villaggi in tutta l’India, la grande industria ha intuito l’opportunità di mercato. I più importanti produttori di componenti e le ditte assemblatrici del prodotto finale – lanterne a energia solare – si sono fatti avanti per partecipare all’iniziativa del The Energy and Resources Institute (TERI). In questa direzione si stanno muovendo anche altre campagne, come “Lighting Africa” (il cui obiettivo è rendere accessibili entro il 2030 a 250 milioni di abitanti dell’Africa sub-sahariana prodotti per l’illuminazione che siano a basso costo, sicuri, affidabili e basati su carburanti non fossili) ed “Energy Poverty Action” (intesa a dimostrare che la moderna fornitura di energia per le comunità può essere gestita con approcci imprenditoriali che siano modulabili, replicabili e sostenibili dal punto di vista commerciale e ambientale). Tutti questi programmi saranno più efficaci se avranno una solida base nelle politiche locali. Chi di noi lavora in organizzazioni internazionali deve sostenere i progetti e gli obiettivi nazionali e regionali. Secondo un recente paper dell’UNDP (il Programma per lo Sviluppo delle Nazioni Unite), 68 paesi in via di sviluppo hanno tra i loro obiettivi l’elettricità, ma per realizzare quell’obiettivo necessitano di sostegno finanziario e di capacità di sviluppo, oltre che di una normativa e di strutture governative migliori. I soldi contano

Le implicazioni finanziarie dell’accesso universale all’energia sono enormi e sono esaurientemente descritte nel World Energy Outlook 2009, pubblicato dall’International Energy Agency (IEA). L’agenzia ha immaginato uno specifico scenario di accesso universale all’energia (all’elettricità), e in base ai risultati occorrerebbero circa 800 miliardi di dollari nei pros-

simi 20 anni. Questa cifra equivale a circa 40 milioni di dollari all’anno per i due decenni, o circa il 10% dell’investimento totale annuo nel settore energetico. Non si discosta molto dalle esperienze del Brasile e del Sudafrica, in base alle quali si è visto che servono 2000 dollari per famiglia. Se nello scenario della IEA il grosso dell’investimento va all’ampliamento della rete di distribuzione elettrica e alla produzione legata a quella rete, un ruolo importante spetta alle mini-reti (ma non ai mini-finanziamenti!), essenziali per fornire energia alle popolazioni rurali. Molto più di una luce

È essenziale ricordare che fornire servizi energetici affidabili e sicuri a coloro che oggi non vi hanno accesso non significa solo fornire elettricità per l’illuminazione o per fornelli più moderni. Per promuovere lo sviluppo e la crescita economica, questi servizi energetici devono avere un utilizzo produttivo che influisca positivamente sul sostentamento, fornendo elettricità all’industria, migliorando l’assistenza sanitaria, l’istruzione e i trasporti. Inoltre, se mancano le attrezzature e gli apparecchi necessari, non basta fornire una fonte d’energia. Infine, l’accesso energetico sostenibile richiede un modello che generi entrate locali per pagare i moderni servizi energetici. L’elettricità non fornisce solo l’illuminazione, che consente ai bambini di studiare la sera, permette anche il raffreddamento di prodotti agricoli deperibili e il maggiore valore aggiunto grazie alle prime fasi dell’industrializzazione. L’esperienza ha dimostrato ripetutamente che i programmi di sussidi non sono sostenibili nel lungo periodo. L’obiettivo finale dev’essere un approccio basato sul mercato. Tuttavia molti mercati energetici sono distorti e non è raro l’intervento pubblico. È anche chiaro che l’accesso all’energia non è solo una questione di quantità. La qualità è fondamentale. Questo vale sia per l’elettricità sia per i combustibili. Per fare un esempio, gli alti costi e l’inaffidabilità del servizio elettrico inibiscono l’attività economica in molti paesi e costituiscono un grave ostacolo all’attività e alla crescita imprenditoriale. Gli indicatori della Banca Mondiale mostrano la dimensione del problema in termini di tempi di allacciamento,


Energia per tutti

interruzioni dell’erogazione di corrente, valore della produzione persa e bisogno di una produzione elettrica in loco. Gli alti costi unitari d’investimento e di transazione frenano la fornitura del servizio nelle aree rurali, dato che la domanda è bassa e la popolazione sparpagliata. Le imprese di pubblici servizi che sono commercialmente e finanziariamente deboli non possono incoraggiare l’ampliamento dell’accesso alla rete; però in molti paesi occupano una posizione di monopolio. Il Sudafrica è un caso classico, dove i prezzi stracciati dell’elettricità hanno provocato un sottoinvestimento, seguito da blackout sempre più frequenti. Invece di regolamentare i prezzi, i governi dovrebbero impegnarsi a potenziare le infrastrutture, liberalizzare il mercato e creare un clima adatto agli investimenti a lungo termine. Invece di prezzi convenzionati per tutti, i membri più poveri della società senza accesso all’energia dovrebbero essere aiutati tramite il capacity building, l’accesso alla tecnologia e gli investimenti diretti. Il clima sta cambiando

Il quarto (e più recente: 2007) Assessment Report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha evidenziato la correlazione tra cambiamento climatico e sviluppo sostenibile. Ha anche riconosciuto che il cambiamento climatico potrebbe diventare un ostacolo alla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Tuttavia, non è riuscito a chiudere il cerchio, e a riconoscere esplicitamente il nesso con l’accesso energetico. E questo nonostante il fatto che l’accesso all’energia sia stato indicato da molte parti come il MDG fondamentale, o “l’MDG assente”.

L’obiettivo dell’accesso all’energia deve comprendere la questione dell’equità, o considerare esclusivamente i mezzi di sussistenza dei poveri? Se dare la priorità all’accesso energetico ha come scopo la mobilitazione di fondi per lo sviluppo, allora l’argomento dell’equità avrà vita breve. Ma neppure sarebbe accettabile porre l’obiettivo a un livello che non serva a creare le opportunità di affrancarsi dalla povertà. L’obiettivo minimo, dunque, potrebbe essere di stimare i bisogni energetici necessari a realizzare gli MDG. Qualunque sia l’obiettivo finale, definire degli obiettivi potrebbe servire innanzitutto a pianificare gli investimenti e a reperire fondi per lo sviluppo. In realtà, garantire l’accesso concreto ai servizi energetici, a livelli di prezzo che rendano quei servizi abbordabili, può essere l’approccio più razionale da adottare. Le linee di confine tra ricchi e poveri, tra urbano e rurale, tra sviluppati e in via di sviluppo esistono da così tanto tempo che oggi dobbiamo fare uno sforzo per valutare i costi e i benefici insiti nel colmare il divario tecnologico tra queste categorie, nel più ampio interesse dell’efficienza globale e della tutela del clima. Il timore, però, è che la comunità globale stia concentrando la sua attenzione sugli attuali consumatori di energia fossile e sui produttori di gas serra (GHG). Quanti non fanno parte del problema immediato rischiano di essere lasciati fuori da qualsiasi soluzione emergente. Assicurare l’accesso a un’energia sostenibile e a basse emissioni di carbonio non è solo un’occasione per evitare che quasi la metà della popolazione mondiale imbocchi in futuro strade che portano ad alte emissioni: l’accesso all’energia è anche uno dei principali fattori che contribuiscono allo sviluppo di una capacità adattiva nelle

Siamo convinti che riusciremo a sostenere nuove, forti economie verdi: non farlo è fuori discussione. La dimensione del problema, come la povertà stessa, è enorme, e può spaventare. Ma l’accesso all’energia è forse l’arma migliore per combatterlo.

081


©

Julie Guiches/Picturetank

popolazioni più vulnerabili, perché concorre alla realizzazione di tutti gli MDG. In altre parole, se la riduzione dei gas serra non basta a giustificare un impegno a favore dell’accesso energetico, allora tocca ai negoziati sul clima ammettere il ruolo fondamentale che ha l’energia nello sforzo di adattamento. Dato l’impatto positivo dell’accesso all’energia sostenibile, l’ideale sarebbe accantonare dei fondi appositi per affrontare questo problema cruciale dei paesi in via di sviluppo. Una nuova direzione

Riferendosi alle difficoltà a livello regionale, il Forum of Energy Ministers, tenutosi invece in Africa nel 2007, ha dichiarato: «Per invertire la performance del settore energetico bisogna affrontare tre sfide principali: sostituire gli attuali progetti utopistici con progetti realizzabili, stabilire delle politiche normative che rendano più allettanti gli investimenti stranieri e creare istituzioni che abbiano un chiaro ruolo e risorse adeguate». Per attuare coerentemente alcuni o tutti questi punti, un utile primo passo potrebbe essere di progettare e testare un nuovo indicatore di accesso all’energia: questo lavoro è solo l’inizio. Infine, occorre fare subito grande attenzione ad

applicare i giusti modelli di business, creando capacità di decision-making e di implementazione, e stabilendo dei modelli politico-normativi di sostegno, così da assicurare che il leapfrogging tecnologico e il riposizionamento istituzionale avvengano a un ritmo sostenuto. Il settore informatico e delle comunicazioni ha visto un inatteso boom della domanda nei paesi in via di sviluppo; e c’è stato un leapfrogging tecnologico, da uno stato di mancato accesso, a mezzi di comunicazione all’avanguardia. Questo può essere considerato un precedente anche per i moderni sistemi energetici. Siamo convinti che riusciremo a portare a termine questo compito, e allo stesso tempo a sostenere nuove, forti economie verdi: non farlo è fuori discussione. La dimensione del problema, come la povertà stessa, è enorme, e può spaventare. Ma l’accesso all’energia è forse l’arma migliore per combatterlo con efficacia e in tempi brevi: la sua importanza è ampiamente riconosciuta. Ora dobbiamo usare quest’unità di vedute per costruire sui modelli efficaci esistenti e inventare nuovi modi di creare opportunità.

Gli autori ringraziano Morgan Bazilian, Energy advisor dell’UNIDO, per il supporto nella stesura dell’articolo, pubblicato su “Making It Magazine”, 2, 2010.


Public, Private, Partnership di Antonio Badini

Anche nelle economie emergenti si fa strada l’”economia pulita” sulla spinta prevalentemente dell’industria degli investimenti. Al momento a favore del ricorso alle fonti rinnovabili sembrano giocare soprattutto considerazioni di mercato legate alla prospettiva di acquisire tecnologie avanzate, creare nuovi insediamenti produttivi e posti di lavoro. I governi sono ovviamente coscienti dei vantaggi e studiano gli aspetti complessivi di un’introduzione sostenibile delle tecnologie verdi. Ma se le ricadute positive per l’industria e l’occupazione sono univoche, qualche perplessità sorge per l’irrisolto impatto sulla finanza pubblica. La redditività della produzione di energia rinnovabile è infatti oggi fortemente condizionata dalla concessione di incentivi pubblici, a meno che non si decida di ricorrere all’aumento delle tariffe – opzione a cui nelle economie in transizione si guarda mal volentieri dato che essa in assenza di una accorta strategia globale avrebbe effetti negativi sulla spesa delle famiglie con reddito medio-basso, che sono la gran maggioranza del Pianeta in via di sviluppo. Futuro dunque incerto per lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile nei Paesi più vulnerabili? Niente affatto. La partita è in realtà aperta e potrebbe risolversi, in

presenza delle circostanze che analizzeremo più avanti, in favore di una crescita forte e sostenibile dell’impiego delle fonti rinnovabili, soprattutto dell’energia solare. Affinché ciò si realizzi, dovranno verosimilmente concorrere due fatti: l’acquisto obbligatorio nei paesi industrializzati di energia pulita da parte delle aziende elettriche di Stato e l’elaborazione nei paesi emergenti di un’analisi costi-benefici a livello di sistema. Diamo innanzitutto uno sguardo ai dati macro-economici. Oggi si stima che, nei Paesi in via di sviluppo, un miliardo e mezzo di persone non abbiano accesso all’elettricità, con punte elevate nelle aree rurali. Per tali popolazioni persino l’accesso a un modesto flusso di energia porterebbe a sensibili miglioramenti nella produttività agricola e nell’approvvigionamento idrico. Secondo valutazioni di esperti, progressi sia pure parziali e graduali possono conseguirsi grazie a un impiego strutturato delle energie rinnovabili e in particolare dell’energia solare. È dimostrato, invece, che le alternative basate sull’espansione delle reti di distribuzione elettrica, alimentate da combustibili fossili, sarebbero eccessivamente costose o addirittura impraticabili. Occorre dunque porsi il problema di quali siano i fattori e i modi per rende-

re sostenibile l’uso sempre più consistente di fonti rinnovabili. Un’esigenza primaria è di sottoporre le tecnologie verdi a una previa valutazione d’impatto ambientale, che tenga conto delle specificità dei luoghi in cui costruire i nuovi impianti e della loro vocazione economica. Sarebbe assurdo, ad esempio, costruire una centrale ad accumulazione di calore in aree turistiche. Analisi condotte all’IDLO (International Development Law Organization) mostrano che l’elemento catalizzatore per lo sviluppo di energia rinnovabile è la modernizzazione del quadro giuridico. Non basta però che la legislazione sia teoricamente valida; essa dev’essere soprattutto efficace, cioè applicabile, rispettata ed equa. Il che implica innanzitutto dare certezza al diritto, che è uno dei parametri fondamentali per creare la fiducia dell’investitore. L’ammodernamento del quadro legale dovrà comprendere le innovazioni di tipo finanziario e industriale che hanno permesso in larga parte del mondo il consolidamento della “tripla P” (Public, Private, Partnership), ovviamente adattata alla specifica realtà dei diversi Paesi. La finanza di progetto, se sorretta da un’appropriata architettura giuridica, appare in grado di permettere ai governi di superare i limiti

ferrei dei bilanci pubblici e inoltre di assicurare l’economicità di gestione, che viene generalmente affidata in simili ipotesi agli investitori. Con la conseguenza che abbassare i costi facilita la ricerca dei punti di equilibrio tariffario. Normalmente l’ammodernamento legislativo implica il rafforzamento istituzionale con la creazione di nuove competenze e l’assimilazione delle best practices, tra cui l’attribuzione di forti poteri di controllo alle autorità regolatorie, che dovrebbero godere di reale autonomia nell’interesse dei consumatori. Fornire affidabili opportunità agli investitori locali significa ridurre la fuga dei capitali e aumentare la base contributiva per i bilanci nazionali, oggi in media finanziati con appena il 7% delle imposte dirette, rispetto al 18% della media mondiale. L’altra condizione è la continua crescita delle tecnologie verdi nelle economie più avanzate,che permetterebbe il loro trasferimento ai Paesi in via di sviluppo a prezzi sempre più competitivi. E ciò sarà possibile se, anche a fronte delle attuali politiche restrittive di bilancio, i governi del mondo industrializzato faranno fede agli impegni assunti in tema di tariffe feed in e di obbligatorietà da parte delle utilities pubbliche dell’acquisto dell’energia pulita prodotta.

083


Il futuro dell’energia si specchia nel deserto Desertec è un grande progetto internazionale che prevede la costruzione di una rete di impianti fotovoltaici nei deserti del Nord Africa e del Medio Oriente, per fornire energia sia ai Paesi “ospitanti” sia all’Europa. Una sfida destinata a rivoluzionare non solo il futuro dell’approvvigionamento energetico, ma, forse, anche degli equilibri geopolitici.

È quasi ovvio ripetere che il carbone fossile per recuperare energia elettrica non è più sufficiente e soprattutto non dà garanzie per il futuro, visto che le previsioni di consumo dei giacimenti sono piuttosto pessimistiche e parlano di un esaurimento delle scorte del nostro Pianeta nel giro di pochi decenni. Senza contare l’inquinamento atmosferico e ambientale... E la grande falla creata dalla piattaforma marina Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, sotto l’Atlantico, che ha allertato Messico e Stati Uniti e che ha occupato grande spazio nella cronaca mondiale di questa estate è più che un campanello d’allarme. Il futuro sembra decisamente orientarsi verso le energie rinnovabili con un impatto ambientale minimo, e tra queste l’eolico e il solare sembrano accreditarsi come le più sicure e le meglio equipaggiate per rispondere alla domanda crescente di energia (domanda che si incrementa sempre più, soprattutto per l’apparire sulla

scena mondiale di grandi potenze economiche emergenti che contano milioni di cittadini-fruitori, in particolare Brasile, India e Cina). Anche l’Europa s’interroga sul futuro dell’approvvigionamento energetico e lo sta facendo con un progetto rivoluzionario, non tanto, e non solo, per le tecnologie messe in opera, quanto per la visione internazionale che lo sottende. Il progetto si chiama Desertec e, come il nome fa intuire, ha a che fare con i deserti: si tratta della costruzione di impianti nei deserti dei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente (MENA, Middle East North Africa). Una rete di impianti fotovoltaici che sfruttano il deserto come grande, ricca e rinnovabile fonte di approvvigionamento di raggi solari per creare energia elettrica da fare confluire poi nel “vecchio continente” attraverso cavi sottomarini in corrente continua. Opera ambiziosa, anche perché Desertec prevede di fornire dal 2050 il 15% del fabbisogno elettrico dell’Europa: «In sei ore i deserti ricevono più

di Simone Arcagni


©2010 BrightSource Energy, Inc. All rights reserved

energia dal sole di quanto l’umanità consuma in un anno», è la “parola d’ordine” del fisico Gerhard Knies, promotore del progetto. Il piano prevede almeno due fasi, come spiega in un’intervista Francesco Starace, a capo di Enel Green Power: la prima prevede la costruzione degli impianti ad uso e beneficio dei paesi ospitanti; in un secondo tempo si tratterà di costruire i cavi per collegare l’Europa per arrivare al risultato previsto del 2050. Una rete di collegamento mediterranea (Med Ring) su cui si sta già concretamente lavorando: oltre al cavo già presente che unisce Spagna e Marocco, in fase di progettazione ce n’è anche uno che unisca Tunisia e Italia. Desertec nasce ufficialmente il 13 luglio del 2009 a Monaco, sotto l’egida del Club di Roma e della tedesca Cooperazione Trans-Mediterranea per le Energie Rinnovabili, e vi partecipano alcuni grandi gruppi europei come Siemens, Deutsche Bank, Rwe, Abb, Abengoa Solar, Ce-

vital, Hsh Nordbank, Man Solar Millennium, Munich Re, M+W Zander, Rwe e Schott Solar. Contemporaneamente, oltre alla società nasce anche la Desertec Foundation, che ha lo scopo di essere il centro di analisi e raccolta dati per la realizzazione del progetto, e inoltre di proporsi come luogo di studi e progetti sul cambiamento climatico, sulle energie rinnovabili e sui modelli di centrali sostenibili. La fondazione promuove convegni e una pubblicazione (un sommario) dal titolo “Red Paper” disponibile in arabo, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Desertec sta facendo molto parlare di sé e in un recente convegno di economia tenutosi in Germania anche Al Gore – famoso per la sua sensibilità ai temi ambientali – ha definito Desertec come un modello energetico da imitare anche per gli Stati Uniti. Per l’Italia partecipa al progetto Enel Green Power, la controllata di Enel sulle energie rinnovabili. L’Italia entra in questo progetto con una


oxygen 11 – 10.2010

©2010 BrightSource Energy, Inc. All rights reserved

grossa esperienza maturata nel campo delle rinnovabili e in particolare sull’eolico e il termico. Modello di riferimento è il progetto Archimede, la centrale situata a Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, concepita dal premio Nobel Carlo Rubbia e realizzata da ENEA ed Enel. La centrale è la prima al mondo a combinare un ciclo combinato a gas e un impianto solare termodinamico per la produzione di energia elettrica. Una vasta area coperta da 576 specchi che incamerano la luce del sole su un sistema di tubazioni che, per il tramite di un fluido a base di sali, è in grado di accumulare calore nel tempo; questo permette al calore di rimanere costante ad alte temperature in qualsiasi condizione di tempo atmosferico. È un progetto avveniristico, come quello di Planta Solar 10 (PS10), realizzato da un altro stato europeo dell’area mediterranea: la Spagna. Una modernissima centrale termosolare situata a Sanlúcar la Mayor, vicino a Siviglia, con 600 specchi che indirizzano i raggi solari verso la sommità di un’alta torre che raccoglie il calore e riscalda le condutture dell’acqua presenti, trasformando l’acqua in vapore acqueo. La fase iniziale del progetto Desertec prevede la progettazione delle centrali e l’adeguamento ai regimi legislativi dei diversi paesi (ma anche, evidentemente, la stesura di articolati e precisi accordi economici). L’idea iniziale è quella di utilizzare porzioni di deserto del Sahara vicine

ai centri abitati così da garantirsi un rifornimento di acqua sia per il funzionamento delle turbine sia per la manutenzione degli specchi. Un altro importante ruolo sarà svolto dai rapporti politici: è evidente che un’idea così rivoluzionaria produrrà nel tempo costi che finiranno per ricadere sul prodotto, bisogna quindi lavorare per un piano energetico, magari a livello europeo, che preveda alcuni vantaggi fiscali per l’energia verde. L’idea di servirsi di spazi deserti per sfruttare energie rinnovabili e naturali come il sole e il vento si fa sempre più strada e appare come decisamente strategica. Desertec nasce all’interno di un progetto di approvvigionamento energetico europeo che, oltre a servirsi dell’energia solare, prevede di sfruttare l’energia eolica, soprattutto con grandi pale eoliche off-shore posizionate nell’Oceano Atlantico nei paesi nord-europei. Mentre Italia e Germania daranno il loro contributo con lo sfruttamento del potenziale geotermico. Al di fuori invece dei progetti europei, anche l’Italia sta muovendo i primi significativi passi per l’eolico off-shore con una serie di progetti che vedono coinvolte le regioni e i mari meridionali del nostro Paese: in particolare nel mare in Puglia, in Molise e in Sicilia. Si parla della data del 2020 per vedere i primi risultati degli impianti eolici off-shore italiani. Desertec appare come un’impresa davvero faraonica che ha quindi bisogno anche di un pro-


©2010 BrightSource Energy, Inc. All rights reserved

getto di investimento e di un piano energetico a livello dei singoli stati, una politica condivisa e di largo respiro che, a dire il vero, è un po’ l’ambito in cui l’Italia fa difetto... Il fattore politico è decisivo per l’avviamento di progetti di tale portata e il governo italiano non li ha sempre appoggiati (recentemente Palazzo Madama ha votato una mozione di critica al solare termodinamico), eppure le cose sembrano cambiare e così, oltre al progetto Archimede e l’entrata di Enel nel progetto Desertec, a Rovigo è in costruzione una centrale energetica solare che vanta la maggiore estensione in Europa: 850.000 metri quadrati di superficie, 840 chilometri di cavi, 280.000 pannelli solari, 58 pali di acciaio. Lo realizzerà SunEdison Italia e sarà in grado di produrre ben 72 MW di energia. L’Italia, per la posizione strategica che si trova a occupare, al centro del Mediterraneo, con una serie di vicinanze, non solo geografiche, ma anche diplomatiche con i paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, potrebbe davvero svolgere un ruolo politico ed economico centrale, rimettendo magari in moto, all’interno del progetto Unione Europea, l’idea di un’area mediterranea del continente in grado di dialogare e stringere stretti rapporti di collaborazione con i Paesi che si affacciano sul comune bacino marino. Finalmente il Mediterraneo potrebbe assumere il ruolo di una zona dinamica dal punto di vista culturale e sociale, ma anche economico, pun-

tando su nuove tecnologie e nuove visioni energetiche, rivitalizzando un mare problematico, tristemente famoso negli ultimi anni soprattutto come bacino di navi salvezza di immigrati disperati. E in questo senso l’Enel è già coinvolta, attraverso l’OME (Observatoire Méditerranéen de l’Energie) nel Mediterranean Solar Plan, un’esperienza fondamentale dal punto di vista tecnologico e strategico che viene ora reinvestita in Desertec. Certo, gli ostacoli per un progetto come Desertec sono molteplici, così come i dubbi sulle cifre dell’operazione: 400 miliardi di euro in 10 anni a fronte di una copertura del 15% danno da pensare e pongono quesiti, così come la reale possibilità di una cooperazione di questa portata con Paesi con cui l’Europa ha spesso avuto contrasti e che a volte non danno garanzie di stabilità politica. Ma la sfida è lanciata e come fattore positivo va segnalato sia il piano strategico differenziato, sia la partecipazione di gruppi economici a livello europeo, sia di Paesi emergenti e a noi molto vicini come quelli africani e mediorientali. Insomma: una mappa geopolitica che lavora e collabora per una diminuzione delle emissioni di CO2 e per un sistema energetico integrato e sostenibile.

087


oxygen 01 – 09.2007

La rivoluzione (verde) cinese 088

Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, la Cina è diventata il paese con il maggiore consumo energetico del mondo, sebbene quello pro capite sia circa un quinto di quello americano. E, sempre secondo la IEA, la Cina è e continuerà a essere uno degli attori più importanti nel trovare una soluzione al problema del cambiamento climatico. Alla base di questa convinzione sta il fatto che negli ultimi anni la Cina ha compiuto un progresso significativo in quasi tutti i settori economici low-carbon e già oggi è un leader in molti mercati delle energie rinnovabili.

È in atto una politica forte e globale per ridurre le emissioni di carbonio

In politica interna, c’è un crescente sostegno all’economia low-carbon, perché sia alla base degli affari e delle decisioni dei consumatori. Il governo centrale ha dimostrato la sua determinazione tramite una serie di leggi e programmi spartiacque e con il libro bianco Politiche e interventi della Cina sul cambiamento climatico. Oltre a insistere sull’obiettivo di ridurre del 20% l’intensità energetica e di raggiungere il 15% di energia rinnovabile, sono stati istituiti dei regolamenti complementari che coprono quasi tutti i settori dell’economia cinese. Gli standard per l’economia dei carburanti sono stati decisi nel 2005; nello stesso anno sono entrati in vigore gli standard, tra i più completi e vincolanti del mondo, per i test di efficienza energetica e di etichettatura degli elettrodomestici1; sono stati introdotti dei rigidi codici per la progettazione e l’efficienza edilizia, il cui scopo è di ridurre del 50% il consumo energetico delle nuove costruzioni; e la legge sull’energia rinnovabile, entrata in vigore nel 2006, prescrive che la rete di distribuzione elettrica acquisti energia rinnovabile, concedendo sussidi per i progetti eolici e per le biomasse. Il governo cinese ha anche messo a punto un ambizioso sistema di monitoraggio, benchmarking e controllo delle 1000 aziende cinesi che consu-

mano più energia e che sono responsabili del 33% dell’utilizzo energetico nazionale. Queste aziende devono ridurre la loro intensità energetica fino a raggiungere un risparmio totale di 100 milioni di tonnellate di carbone equivalente, o tce (circa 833 milioni di gigawattore) entro il 20102. Il governo riconosce l’importanza del suo ruolo guida e delle restrizioni e ha la capacità di farle rispettare. Esiste già una struttura generale che comprende regolamenti, misure amministrative, linee guida e direttive volte a trasformare i grandi obiettivi cinesi in obiettivi più specifici, gestibili e raggiungibili.

Il ruolo attivo delle aziende cinesi

Molte aziende cinesi stanno contribuendo alla diffusione di tecnologie low-carbon tramite la ricerca e lo sviluppo, e l’installazione e la promozione di tecnologie verdi. L’innovazione nelle tecnologie e nei modelli finanziari

L’innovazione è la chiave per trovare delle soluzioni al cambiamento climatico e per passare a un’economia low-carbon. Nell’autunno del 1986 fu ufficialmente adottato il Piano 863 (cioè il Programma nazionale per la ricerca e lo sviluppo di alta tecnologia) inaugurando una nuo-

di Changhua Wu


©

Cyrus Cornut /Dolce Vita/Picturetank

va era di innovazione tecnologica volta a sostenere lo sviluppo nazionale della Cina. In seguito a questo piano, molte imprese, grandi e piccole, si sono dedicate allo sviluppo e all’uso di tecnologie a basse emissioni carboniche. Ad esempio, il gruppo Huaneng, la più grande azienda energetica cinese, sta investendo pesantemente nella ricerca e lo sviluppo di tecnologia pulita al carbone. Il ruolo delle piccole e medie imprese nelle tecnologie rinnovabili

Nonostante la mancanza di capitale, tecnologia e risorse umane, le piccole e medie imprese (PMI) del settore privato sono diventate una parte importante del mercato interno, e in alcuni casi hanno fatto parte del mercato globale. Sotto questo profilo è doveroso citare Goldwind Science & Technology, Suntech Power, BYD Auto, Chery Automobile e Tianguan Group. Siccome era difficile per le PMI entrare nel mondo delle industrie tradizionali, a forti investimenti di capitali, i mercati emergenti dell’energia rinnovabile hanno fornito delle ottime opportunità, soprattutto nel settore eolico e solare, nei biocarburanti, nei veicoli elettrici a basse emissioni e attraverso contratti di gestione energetica (EMC). In termini di EMC, le aziende di servizi energetici (ESCO) vengono “assunte” per gestire l’energia e per ideare soluzioni che

consentano di risparmiare energia tramite una maggiore efficienza e costi energetici ridotti. Questi mercati sono relativamente nuovi e spesso ancora acerbi, e pongono vari problemi. Ma grazie alla loro flessibilità, le PMI riescono a essere più intraprendenti, adattabili, reattive e sensibili alle tendenze dei mercati emergenti e quindi a sfruttare le nuove opportunità. Dal punto di vista industriale, potremmo vedere specifici progressi e opportunità in quattro settori chiave, tra cui quelli che seguono. Trasporti low-carbon: una strada in discesa Oltre all’uso diffuso delle biciclette e dei trasporti pubblici, la Cina è riuscita ad aumentare progressivamente le tecnologie per il trasporto a basse emissioni. Oggi in Cina ci sono più di 50 milioni di biciclette e moto elettriche, mentre le compact car con un’alta efficienza energetica ammontano al 60% del mercato automobilistico nazionale. Nel 2009, incoraggiati dal governo, i produttori cinesi hanno fatto passi da gigante nella commercializzazione delle tecnologie dei veicoli elettrici: la Chery ha prodotto il suo primo veicolo esclusivamente elettrico, mentre la BYD ha presentato la prima auto totalmente elettrica con un’autonomia di 400 km per carica. In settori chiave come la tecnologia dell’immagazzinamento dell’energia, la Cina è già un leader mondiale.


©

Olivier Aubert /Picturetank

L’efficienza energetica nell’industria: rapidi progressi Come notava il rapporto 2008, l’intensità energetica dell’economia cinese è diminuita di oltre il 60% dal 1980, e il governo ha posto l’obiettivo di ridurla di un ulteriore 20% tra il 2005 e il 2010. I provvedimenti per l’efficienza energetica nella grande industria, come quella metallurgica, chimica e del cemento, dovrebbero far risparmiare entro il 2010 240 milioni di tce. Ad esempio, la Cina è un leader mondiale nello sfruttamento del calore rilasciato dalle fornaci per il cemento e ha cominciato a esportare questa tecnologia. Nel 2009 il governo ha annunciato delle misure aggiuntive all’interno di un piano per la rivitalizzazione di 10 settori essenziali: le antiquate tecnologie produttive ad alto consumo saranno eliminate, mentre verranno promossi il riciclio e un uso migliore delle risorse. L’energia rinnovabile: un leader mondiale Oltra alla maggiore efficienza raggiunta nelle fonti energetiche tradizionali, la Cina sta vivendo una rapida crescita dell’energia rinnovabile. Ad esempio, l’aumento delle turbine eoliche installate è più rapido in Cina che in qualsiasi altro paese del mondo: la capacità di generazione di energia eolica ha toccato i 12 milioni di kW nel 2008, e questa cifra raddoppia ogni anno. La Cina è anche il maggior produttore e consumatore mondiale di boiler solari (il 65% di

tutti i boiler installati) e il 95% dei brevetti per la tecnologia dei boiler solari sono stati sviluppati da aziende cinesi. Anche la diffusione dell’energia solare fotovoltaica ha compiuto grandi progressi, così come l’energia geotermica e i biocarburanti. Urbanistica ed edilizia sostenibile: le città del futuro Il Regolamento sulla conservazione dell’energia, lo Standard di valutazione per le costruzioni verdi e una serie di altre leggi cinesi promuovono soluzioni a basso costo per ridurre le emissioni carboniche dell’edilizia e dell’ambiente urbano. Il governo ha posto degli obiettivi energetici ambiziosi per le nuove costruzioni, promuovendo i materiali edili low-carbon e l’energia rinnovabile, soprattutto quella solare. Sono stati costruiti molti edifici low-carbon per uso residenziale, commerciale e pubblico, e diverse “eco-città” sono in fase avanzata di progettazione. Il governo ha anche annunciato un progetto su grande scala per la promozione dell’illuminazione energeticamente efficiente, che prevede la distribuzione di 100 milioni di luci sovvenzionate. Nonostante tutto questo, per la Cina non sarà facile trasformare in realtà il progetto di un futuro verde. Nel prossimo decennio, dovrà superare alcuni ostacoli non da poco.


La rivoluzione (verde) cinese

Gap tecnologici

Il deficit finanziario esterno

Malgrado i forti investimenti nella ricerca e nello sviluppo indipendenti, la Cina continua a essere a valle del flusso industriale. Un esempio è l’eolico. Pur essendo l’energia rinnovabile con la crescita più veloce, non mancano le difficoltà. La Cina è in grado di fabbricare turbine eoliche che sono sotto gli 1,5 MW, però non produce ancora turbine più grandi o componenti essenziali come cuscinetti, scatole degli ingranaggi e sistemi di controllo. La Cina non è molto esperta di tecnologie “hard” come la progettazione, la produzione e la fabbricazione, e neppure di capacità “soft” come la normazione, la gestione, gli standard e il monitoraggio. Ad esempio, il collegamento dell’energia eolica e fotovoltaica a una rete di distribuzione ha subito dei ritardi, frenando la crescita di questi due tipi di energia. L’assenza di una rete “intelligente” di distribuzione dell’energia elettrica (la cosiddetta smart grid) è una delle principali cause del problema, ed è dovuta in parte alla mancanza di esperienza nello sviluppo di strumenti e congegni intelligenti, ma anche all’assenza di un mercato intelligente e di regolamenti intelligenti.

Secondo la ricerca condotta da McKinsey & Company, per finanziare l’economia verde cinese potrebbe volerci, da qui al 2030, un capitale di 40 trilioni di yuan (5,8 trilioni di dollari)3. Questo esigerebbe un investimento annuo di 1,8 trilioni di yuan (263 miliardi di dollari). Nell’aumentare le spese e gli investimenti, il governo cinese ha scoperto molte nuove fonti di finanziamento, tra cui il credito verde delle banche, gli EMC, il meccanismo di sviluppo pulito e la cooperazione con istituzioni finanziarie internazionali. Eppure questi sforzi finora hanno prodotto risultati limitati. Le imprese cinesi si sono espanse con successo nei settori low-carbon e le opportunità sono chiaramente enormi. Per superare gli ostacoli avranno bisogno di ulteriore sostegno da parte del governo e di intrecciare delle partnership con imprese e governi stranieri e con organismi multilaterali. Tuttavia, in Cina stiamo assistendo a un cambiamento di mentalità: il governo, le imprese e i cittadini si stanno impegnando in uno sviluppo low-carbon da diverse prospettive, e questo sta portando la Cina verso la rivoluzione verde del prossimo decennio.

©

Cyrus Cornut/Dolce Vita/Picturetank

Note 1 Fridley, David, Nathaniel Aden, Nan Zhou e Jiang Lin, Impacts of China’s Current Appliance Standards and Labeling Program to 2020, The Collaborative Labeling And Appliance Standards Program, Lawrence Berkeley National Laboratory, Environmental Energy Technologies Division, marzo 2007, http://www.osti.gov/bridge/ servlets/purl/920173-qvrmdX/920173.PDF.

091

2 Commissione nazionale cinese per lo sviluppo e le riforme, Program of Energy Conservation among 1000 Enterprises, 2006.

3 McKinsey & Company, China’s Green Revolution: Prioritizing Technologies to Achieve Energy and Environmental Sustainability, marzo 2009, p. 11. La conversione in dollari americani è basata sul tasso di scambio di 1 dollaro a 6, 348 yuan, del 6 agosto 2009.


oxygen 11 – 10.2010

Traveller di Michelle Nebiolo

L’energia della Terra

092

Klamath Falls, in Oregon, sfrutta l’energia geotermica sin dai primissimi anni del 1900 e oggi può dire di utilizzarla per ogni possibile applicazione diretta: teleriscaldamento, serre, acquacoltura, persino produzione di biocarburante. Nonché per l’unico birrificio di cui si abbia notizia che utilizzi l’acqua scaldata geotermicamente nel proprio ciclo produttivo. Visitando questa tranquilla cittadina non ci s’immaginerebbe mai che le sue abbondanti risorse geotermiche siano l’eredità di un violento passato vulcanico, ma oltre 7000 anni fa l’eruzione del Monte Mazama coprì l’intera Contea di Klamath con una coltre di ceneri e creò quello che oggi è il lago più profondo e più blu degli Stati Uniti: Crater Lake. Chi visita la zona viene soprattutto per pescare, fare birdwatching e ammirare la meravigliosa natura delle foreste nazionali di Fremont-Winema. Ma ci sono anche un buon numero di persone, provenienti da tutto il mondo, che si fermano a visitare le infrastrutture dedicate al geotermico (sempre aperte a chi volesse organizzare un tour). Ma cosa vedreste di diverso, passeggiando semplicemente per la città? Non molto, a detta di Tonya “Toni” Boyd, vicedirettore del Geo-Heat Center dell’Oregon Institute of Technology: «Abbiamo qualche pozzo artesiano, e potreste vedere del vapore uscire dai tombini. C’è una piscina pubblica aperta tutto l’anno che viene scaldata grazie alle nostre risorse geotermiche: in certi periodi dell’anno potreste no-

tare il vapore che si solleva anche da lì. E se fa freddo e l’impianto è in azione, potreste vedere un altro po’ di vapore uscire dalla torre di raffreddamento accanto alla piccola centrale geotermica del nostro istituto». Se visitate Klamath Falls d’inverno, non potreste non notare che «i marciapiedi e gli attraversamenti pedonali in centro sono puliti, grazie al sistema di scioglimento neve sotterraneo». Un lusso (e una misura di sicurezza) gentilmente offerto dal geotermico: «Se dovessimo usare altre fonti di energia, come il gas naturale e/o l’elettricità, sviluppare e mantenere in funzione un sistema del genere avrebbe costi proibitivi», dice Randy Travis, supervisor dell’Area acqua e geotermico della città. Un sistema di scioglimento neve è stato installato anche sotto le scale, le rampe di accesso per sedie a rotelle e i marciapiedi che portano all’ingresso principale dell’Oregon Institute of Technology (OIT), l’unico campus del Nord America in cui il riscaldamento è interamente alimentato a geotermico (e che presto potrebbe usare questa fonte di energia anche per parte della corrente elettrica). La possibilità di sfruttare fonti rinnovabili – e di risparmiare rispetto alle caldaie a olio precedentemente in uso – fu una delle ragioni che spinse l’OIT a spostarsi a Klamath Falls nel 1964. La storia e lo sviluppo della scuola sembrano legati indissolubilmente alla ricerca della sostenibilità: dopo l’istituzione del Geo-Heat Center nel 1975,

nel 2001 ha aperto anche l’Oregon Renewable Energy Center. Una cosa che non noterete se siete di passaggio, ma che di sicuro apprezzano i residenti, è la possibilità di risparmiare sul riscaldamento. A causa della naturale irregolarità nella distribuzione dei pozzi, dipendere dal geotermico non è una scelta fattibile per tutti, ma ci sono oltre 600 pozzi geotermici a Klamath Falls. E la cittadina che va a “energia della Terra” non sembra volersi fermare: «L’OIT è in procinto di dotarsi di una centrale più grande, che arriverà a circa 1,2 MW», dice Boyd. «Anche la città di Klamath Falls sta valutando la fattibilità di una nuova centrale, con un sistema da 1 MW circa. Poco più a sud, anche per le serre e l’acquacoltura è in programma un ampliamento della capacità degli impianti di generazione». Investire nell’energia verde è stata la scelta lungimirante di Klamath Falls per oltre un secolo, in termini sia ambientali sia economici. Eppure oggi l’espansione del geotermico è messa alla prova: secondo Travis, la sfida principale per portare avanti lo sviluppo del teleriscaldamento voluto dalla città sarà «riuscire ad ampliare il numero di clienti raggiunti, fare manutenzione e, dove necessario, sostituire le infrastrutture ormai datate nonostante il budget molto ristretto. I ricavi delle bollette coprono solo i costi per la gestione ordinaria, e per qualsiasi tipo di investimento dobbiamo ricorrere a fondi o prestiti decisamente limitati».


Traveller

093


La scienza dal giocattolaio di Davide Coero Borga

Energia plug and play

094

Recita un vecchio adagio: «Si impara fin da piccoli a diventare grandi». E in questo senso i giocattoli di cui narriamo la storia in questa rubrica non fanno che confermarcelo. Anche di questi tempi, in cui passiamo intere giornate rincorrendo tariffe agevolate per l’elettricità,

arrovellandoci sul Conto Energia, sciogliendo i garbugli normativi per installare il fotovoltaico sul tetto. Ingegneri e scienziati confermano che l’energia verde esiste! E sarà sempre più a portata di tutti con impianti snelli e facili da installare. La parola d’ordi-


La scienza dal giocattolaio

ne è plug and play. Nell’attesa di novità, una nuova generazione di bambini si prepara al futuro divertendosi con i giocattoli verdi. Direttamente dall’America arriva il Renewable Energy Experiment Kit, prodotto dalla casa di giochi Hammacher Schlemer. Nella scatola sono contenuti: turbina eolica, celle solari, celle elettrolitiche, dinamo e tutto quanto occorre a un bambino di otto anni per produrre energia elettrica, immagazzinarla in una batteria ricaricabile e distribuirla attraverso una scheda nel circuito integrato del giocattolo per alimentare motorini, LED colorati e altri ammenicoli. Un capolavoro di eco-efficienza, se non per un dettaglio sfuggito ai costruttori: il giocattolo è alimentato con batterie AA. Poco male. Sono centinaia i balocchi energetici attualmente in produzione. Basta scegliere. Pale eoliche, minifotovoltaici, celle elettrolitiche e motori a idrogeno sono stati integrati a trenini, aeroplani, macchinine e veicoli di ogni genere e fattura. Esistono anche vere e proprie congreghe di appassionati, che si ritrovano la domenica pomeriggio per sfidarsi su circuiti improvvisati con eco-prototipi fai da te. Altre novità arrivano dal Giappone. Sempre in tema di giocattoli verdi, la MIC/CP Tom’s ha lanciato sul mercato gli Earth Block, dei mattoncini simili

ai Lego ma realizzati con le biomasse. L’azienda ha presentato al Tokyo Toy Show una statua del Buddha fatta interamente di biomassa. Un successo enorme. Tanto che Bandai, storica azienda giapponese che ha realizzato Tamagotchi e Power Rangers, tanto per citarne un paio, ha voluto lo stesso materiale per realizzare le palline con sorpresa Gatcha Gatcha – peraltro riutilizzabili anche come piccoli vasi per le piante. Ma l’idea degli Earth Block non è nuova. Perlomeno, non al di fuori del mondo dei giocattoli. Infatti il primo a utilizzare le biomasse è stato Jim Hallock, nel 1994, quando decise di ricavarne mattoni veri e propri per la costruzione di nuclei abitativi. E allora perché non puntare sul MaterBi? Si ricava dall’amido di mais ed è completamente biodegradabile. La casa di giochi Ecotoys ne ha fatto il suo fiore all’occhiello: si chiama Happymais e ha ottenuto le più rigide certificazioni di qualità. Il funzionamento è estremamente semplice, basta inumidire leggermente i cubetti di Mater-Bi per attaccarli fra loro senza bisogno di colla. L’americana Green Toys produce una serie di giocattoli in plastica riciclata, proveniente dalla raccolta di contenitori del latte. Il materiale plastico usato (l’HDPE) è uno dei polimeri più

facilmente riciclabili e maggiormente presenti tra le plastiche recuperate post-consumo attraverso la raccolta differenziata urbana. Infine una chicca, ancora dagli Stati Uniti: si chiamano SEE Toys e sono stati sviluppati dal designer Sun Yu dello Zen Design Group di Berkley, Michigan. Il vostro bambino si agita troppo quando gioca? Niente paura, potete risparmiare sulle batterie. I SEE Toys (una sigla che sta per “Safety, Ecology, Economy”) sono in grado di convertire l’energia cinetica di un bambino nell’energia elettrica necessaria per il funzionamento dei giocattoli. Si gira una manovella per 60 secondi e si ottengono 15 minuti di energia elettrica. La mente corre, nostalgica, a Manuela, la gloriosa macchina da cucire a manovella che spopolò negli anni Sessanta. I modelli originali in latta e plastica sono ancora in vendita on-line per le collezioniste interessate.

095


Leggere non è solo un atto tecnico, né solo un processo mentale; è soprattutto un progetto di costruzione del cervello Frank Schirrmacher

Codice Edizioni s.r.l. via G. Pomba 17 10123 Torino t +39.011.19700579/580 f +39.011.19700582 www.codiceedizioni.it info@codiceedizioni.it

EDIZIONI

Ben distante dalla tradizionale saggistica scientifica, Semir Zeki riesce ad essere rigoroso nel metodo, coinvolgente nella scrittura e provocatorio nelle suggestioni che induce nel lettore.

Eric R. Kandel Alla ricerca della memoria pp. 504, euro 27,00

Semir Zeki Splendori e miserie del cervello

“London Review of Books”

pp. 240, euro 24,00

In che modo la mente acquisisce la conoscenza del mondo? Quanta parte della mente è ereditata? Queste domande non appartengono più al dominio delle speculazioni metafisiche, ma sono ora terreni fertili della ricerca sperimentale.

Luigi Luca Cavalli Sforza L’evoluzione della cultura Nuova edizione aggiornata pp. 216, euro 16,00

Maria Cristina Amoretti e Nicla Vassallo Piccolo trattato di epistemologia

Eric R. Kandel

pp. 120 euro 18,00

Essendo diverso il lume della natura da quello divino, accade per essi come vedessero due soli. Francis Bacon

Siamo come dèi e dobbiamo imparare a usare bene il nostro potere. Stewart Brand

Frank Schirrmacher La libertà ritrovata Come (continuare a) pensare nell’era digitale pp. 200, euro 23,00

Roberto Bondì Come vedessero due soli Religione, scienza, modernità pp. 256, euro 16,00

Stewart Brand Una cura per la Terra Manifesto di un ecopragmatista

Clay Shirky Surplus cognitivo Creatività e generosità nell’era digitale

pp. 368, euro 23,00

pp. 200, euro 22,00


English version

Contributors

Simone Arcagni

Resto del Carlino,” “La Nazione,”

University of London, he subse-

In 2004, she was the recipient

“Il Mondo,” “Diario” and “Beltel.”

quently obtained a Masters degree

of the award “ Petróleo del Club

Her blog is elenacomelli.nova100.

in operational research and mana-

Español de la Energía.”

ilsole24ore.com.

gerial science from Imperial College in London. During the 1980s

Nicola Nosengo

writes about technology and new

Daniel Esty

and ‘90s, he wrote extensively for

A scientific journalist, he has

media for “Nòva - Il Sole 24 Ore”

Esty is the Hillhouse Professor of

Financial Times Energy, for which

been published by “Nature,”

and “Tutto Digitale.” He is the

Environmental Law and Policy at

he published Italian Electricity:

“Wired” and “La Stampa.” He

curator of the View Conference

Yale University. He also serves as

towards privatization and beyond

edited the technology entries for

and a researcher in Cinema his-

the Director of the Yale Center for

2000 in 1995 and Electricity in

various reference works by Istituto

tory, and collaborates with the Uni-

Environmental Law and Policy and

Italy in 1999. His latest book is Into

dell’Enciclopedia Italiana. He has

versity of Palermo’s Architecture

the Center for Business & Environ-

the Heart of the Mafia: a Journey

written the books L’estinzione dei

Department..

ment at Yale. Esty is the author or

through the Italian South (Profile

tecnosauri – Storie di tecnologie

editor of nine books and numer-

Books, 2009).

che non ce l’hanno fatta (2003)

“Close-up”

editor-in-chief,

he

Antonio Badini

ous articles on environmental

Professor of physics at Università

policy issues and the relationships

Giovanni Lelli

pagno Darwin – L’evoluzione è

Badini became IDLO’s Director

between environment and cor-

Lelli is a nuclear engineer who

di destra o di sinistra?, both pub-

General in April of 2010, after

porate strategy, competitiveness,

has collaborated professionally

lished by Sironi Editore.

having served in the Italian Minis-

trade, globalization, governance,

with the ENEA – Organization for

try of Foreign Affairs for 37 years.

and development. His recent prize-

the New Technologies, Energy and

Alexander Ochs

Before joining IDLO, Mr. Badini

winning book is Green to Gold:

the Environment (formerly CNEN

Born and educated in Germany,

was Ambassador of Italy to Egypt,

How Smart Companies Use Envi-

– National Committee for Nuclear

he is the Director of the climate

Algeria, Norway and Iceland. He

ronmental Strategy to Innovate,

Energy) since 1971, covering vari-

and energy program of the World-

was a senior adviser to different

Create Value, and Build Competi-

ous positions over the years. He

watch Institute in Washington DC,

Italian Prime Ministers on issues

tive Advantage.

has been the creator and executor

the United States. Worldwatch is

of engineering projects, the author

an independent research organiza-

concerning the European Union,

and, with Daniela Cipolloni, Com-

diplomacy and economic affairs.

Antonio Galdo

of technical reports and articles

tion recognized by opinion leaders

He was the first chair of the Euro-

A journalist and writer, his signa-

and has some patents in his name.

around the world for its acces-

Med Committee and was Director

ture is found in the Mondadori

From 2001 to 2007, he was a

sible, fact-based analysis of critical

General for Middle East and Medi-

Group and in particular, as the

member of the Technical Secre-

global issues. Mr. Ochs is also the

terranean Affairs for the Ministry

head of “Panorama” and “Econo-

tariat of Research Programming

Founding Director of the Forum

of Foreign Affairs..

my” magazines. As a columnist, he

for the Ministry of Education, Uni-

for Atlantic Climate and Energy

also writes for the newspapers “Il

versity and Research. Since 2008,

Talks (FACET) and a Senior Fel-

Pino Buongiorno

Mattino,” “Il Messaggero” and “Il

he has been the coordinator of a

low at John Hopkins University.

Deputy director of the weekly

Corriere Adriatico.” He has created

Group of Experts for the Ministry

An author of numerous scholarly

magazine “Panorama,” he has

several TV and radio programs

of Economic Development for the

articles and frequent contributor to

been a special correspondent from

for Radio 2 and Rai Educational

launching of nuclear operations.

public media, he has held research

the United States and editor-in-

and worked for several years for

chief of the editorial team in Rome.

programs with Enzo Biagi. Among

Carmen Monforte

He recently edited the essay col-

his books, the most recent is Non

Since 2003, she has been the edi-

lection Il mondo che verrà. Idee e

sprecare (Einaudi, 2008). From

tor specializing in the energy sec-

Stefania Prestigiacomo

proposte per il dopo G8 (Università

October 2006 to January 2008, he

tor for the economy daily “Cinco

The daughter of a businessman,

Bocconi Editore), which was also

directed the newspaper “The Inde-

Dias” (owned by Prisa, the major

she began to work in the fam-

translated into English.

pendent” and since 2008 edits the

Spanish editorial group). She has

ily business at a young age and

portal www.nonsprecare.it.

written timely articles for the news-

then received her degree in Pub-

paper’s pages on important corpo-

lic Administration. At the age of

Elena Comelli

and teaching positions in Berlin, Munich, Princeton and New York.

A scientific journalist, she special-

David Lane

rate processes, such as the sale of

23, she was elected President of

izes in energy and environmental

He has been Italy’s business &

Endesa to Enel, the nuclear debate,

the Young Entrepreneurs Group

issues, and writes for the news-

finance correspondent for “The

the liberalization of electricity and

in Syracuse, Sicily. Since 2004, she

papers “Il Corriere della Sera,”

Economist” since 1994. A gradu-

gas fees and the appearance on

has been a Deputy of the political

“Il Sole 24 Ore,” “Il Giorno,” “Il

ate in electrical engineering of the

the market of renewable energies.

party Forza Italia, representing the

097


oxygen 11 – 10.2010

area of Eastern Sicily. From 2001

received the Armenise-Harvard

regional initiatives. She leads a

to 2006, she was the Minister

Foundation Award and the UGIS

world-wide professional network,

for Equal Opportunities and since

(Italian association for science

the Professional Association for

May, 2008, she holds the office of

journalists) prize for the best Ital-

China’s Environment (PACE). She

Minister of the Environment and

ian Scientific journalist. She writes

also serves on the Board of the

Protection of the Territory and Sea.

articles and documentaries about

Asia-Pacific Roundtable on Sustain-

energy, research and sustainable

able Consumption and Production

development.

(APRSCP), the Standing Commit-

Leena Srivastava She is the Executive Director of 098

tee of Environmental Education

The Energy and Resources Institute

Mathis Wackernagel

Committee of Chinese Society of

(TERI), an independent, non-profit,

He is the co-creator of the Eco-

Environmental Sciences, and the

research institution based in New

logical Footprint and President

Advisory Committee of Clean Air

Delhi, and works in the areas of

of Global Footprint Network, an

Initiative - China.

energy, the environment, and sus-

international sustainability think-

tainable development. She was the

tank dedicated to bringing about

Kandeh K. Yumkella

lead author for the Third Assess-

a sustainable human economy in

He is the Director-General of the

ment Report of the Intergovern-

which all can live well within the

United Nations Industrial Develop-

mental Panel on Climate Change.

means of one planet. By promot-

ment Organization - UNIDO. Since

ing the use of the Ecological Foot-

August 2007, he has been the

Francesco Starace

print, which measures how much

President of UN-Energy, the inter-

A nuclear engineer, after a brief

nature we use, how much nature

agency mechanism to coordinate

experience in the Italian nuclear

we have, and who uses what, Glo-

energy-related issues within the

field, he began a career in the

bal Footprint Network is working

UN system. He is also Chairman

engineering and construction of

to make ecological limits central

of UN Secretary-General Ban Ki-

power plants, with tasks of increas-

to decision-making everywhere.

moon’s Advisory Group on Energy

ing importance in the major com-

Mathis has worked on sustain-

and Climate Change, consisting of

pany of the GE group, and after-

ability issues on six continents and

business leaders and experts.

ward, of the ABB group. Before

lectured at more than a hundred

joining Enel in 2000, he lived in

universities. Beginning in 2011, he

Edoardo Zanchini

Switzerland and was head of all

will be the Frank H. T. Rhodes Class

He is the national director of the

international Sales and Construc-

of 1956 Visiting Professor at Cor-

energy, transportation and urban

tion activities of CCGT and Tur-

nell University. His awards include

planning sectors of Legambiente

bogas plants of the ABB group,

an honorary doctorate from the

and a member of the national

and later of ALSTOM. In Enel, he

University of Bern, a 2007 Skoll

secretariat. He is an architect,

headed the area of Electric Power

Award for Social Entrepreneurship,

researcher and professor of urban

for Businesses within the Genera-

a 2006 WWF Award for Conserva-

planning at the University of Pes-

tion and Energy Management Divi-

tion Merit, and the 2005 Herman

cara. He is the author of many

sion from its very creation. He was

Daly Award of US Society for Eco-

articles and publications regarding

next named Director of the Market

logical Economics.

issues related to energy, transportation and territorial policies.

Division and is currently Renewable Energy Division Director and Presi-

Changhua Wu

dent of Enel Green Power.

She is the Climate Group’s Greater China Director. Based in Beijing,

Alessandra Viola

she leads The Climate Group’s

She is a freelance journalist who

operations and strategic develop-

writes about science issues for

ment across the region. Before

many Italian and foreign news-

joining The Climate Group, she

papers and magazines (including

was the Executive Director of

“L’Espresso,” “la Repubblica,”

China Operations of ENSR. A

“Wired Italy,” “Wired UK,” “Il

China specialist for about 15 years,

Sole 24 Ore”). In 2008, she was

Changhua is involved in major


English version

Editorial Ecological Footprint Accounting: Decision-making in a Resource Constrained World

ing forests, fisheries collapse and

humanity’s demand on ecological

made infrastructure may last 50

freshwater stress are all signs: we

services, current population and

or even 100 years. As we make

have reached the limit of deficit

consumption trends continue to

decisions that will determine our

spending that the biosphere can

push the curve of human demand

patterns of ecological demand far

support.

ever upward. Moderate UN projec-

into the future, we must ask -

The good news is that change is

tions suggest the world population

and push our leaders to ask - are

possible and those who provide

could reach 9 billion by mid-cen-

we investing in opportunities or

the strategies, technologies, prod-

tury. Many countries still have an

traps? Given resource trends, are

ucts and services that support the

average Ecological Footprint that

the materials needed to support

When I was born, the world still

transition to sustainability will be

is far too low to meet the basic

our economies and lifestyles likely

had significant ecological reserves.

at a distinct advantage.

needs for food, shelter and sanita-

to grow more abundant or more

Humanity was able to live off

At Global Footprint Network, we

tion. In these countries, resource

scarce? More easily available or

nature’s interest – using resources

are working with governments

consumption will likely have to

more subject to disruption?

and producing CO2 at a rate with-

and enterprise to make ecologi-

increase to enable large segments

In a world where humanity was

in which the planet could regener-

cal limits central to strategy and

of the population to move out of

able to live off of what nature gen-

ate and reabsorb. But things have

decision-making at all levels. The

poverty. Add that to the extremely

erated each year, we could afford

changed dramatically in the last

Footprint provides us with a meas-

resource-intensive way of life in

not to take our ecological budget

four decades. Around 1980, the

ure that accounts for carbon emis-

industrialized countries - which

into account. But we are entering

rate of human demand for eco-

sions but it also captures other

have per capita Ecological Foot-

into an ecologically constrained

logical services began to outpace

elements of human demand, such

prints significantly higher than the

world and, in this world, the rules

the rate at which nature could

as our pressure on food sources,

global average - and we could

of the game are different.

provide them. Today, we demand

the quantity of living resources

quickly reach a level of demand

In this world, those governments

in less than nine months a level of

required to make the goods we

that would be physically impos-

and enterprises that can retool

ecological services that it takes the

consume, and the amount of land

sible to maintain.

their economies to be healthy and

planet a full year to regenerate.

we take out of production when

Then there is the issue of climate

robust while staying within eco-

How do we know this? At Glo-

we pave it over to build cities

change. Achieving the goal stated

logical limits will be best posi-

bal Footprint Network, we calcu-

and roads. But the Footprint also

by the leaders of the G20 to

tioned to meet the future. Those

late biocapacity, the amount of

operates at a deeper level, provid-

limit climate change to within 2

who wait for others to lead the

resources the planet regenerates,

ing the context for the questions

degrees Celsius will, it is widely

way will limit, if not jeopardize,

and compare that to what human-

that need to be asked in order to

acknowledged, require at least

their ability to retool in time and

ity demands, as measured by the

reshape our economic system: Are

some fuel from biological sources,

succeed in the face of ecological

Ecological Footprint: the amount

our innovations being implement-

which will put more pressure on

constraints.

of land and sea area it takes to

ed at a speed and scale necessary

biocapacity. If we do not reach cli-

Having good metrics is key to

produce the resources we con-

to reverse current trends? If not,

mate agreements, and the carbon

making the decisions that will

sume and absorb our waste. CO2

what else is needed?

counts in the atmosphere reach

enable us to manage our eco-

emissions are our biggest waste

new heights, biocapacity will be

logical assets effectively. At Global

stream.

under even greater pressure. With-

Footprint Network, our approach

out a strong climate agreement,

invites cities, countries and enter-

means thinking like a farmer: how

The “Right to Develop” or the Right to Collapse?

pressure on ecological services will

prises to become significantly less

big is our farm? How much farm

One commonly hears the com-

intensify more rapidly and access

resource-dependent so that they

does it take to support us – for

plaint by leaders of both govern-

to those services will become

can thrive, rather than fail, in

all we use?

ment and enterprise that main-

increasingly unpredictable.

an ecologically constrained future.

These accounts function as a kind

taining the “right to develop”

of bank statement for the planet

and pursue continued economic

- and the current balance reveals

by Mathis Wackernagel

Ecological Footprint accounting

And, in preparing for their own future, they will take actions that

growth depends upon a continued

Investing in Opportunities Rather Than Traps

that we are seriously overdrawn.

ability to utilize natural resources

There is large inertia in the human

for everyone.

To support our consumption, we

and emit CO2. Yet doing so is not

system. Much of our current path

have been liquidating stocks and

pursuing the right to develop - it is

is determined by choices we made

allowing carbon dioxide to accu-

pursuing the right to collapse.

years ago – choices such as power

mulate in the atmosphere. Cli-

Consider that, even as we are

plants, city layouts, railway lines,

mate change, species loss, shrink-

already seeing the effects of

population size, buildings. Human-

help secure a sustainable world

099


oxygen 11 – 10.2010

Interview with Stefania Prestigiacomo (Red, white and) Green economy

100

the rationale: «the environmental

Can you tell us in a nutshell just

ported by the Economy Minister,

challenge is one of the most com-

what the energy challenge is,

Giulio Tremonti.

pelling and exciting that there is. I

about which so much is said and

Giulio was a bit too tranchant.

just want you to remember that,

so little, in practice, is known?

Unfortunately, there are infiltra-

among the Millennium Develop-

It is the democratic challenge par

tions of the mafia in all areas, espe-

by Pino Buongiorno

ment Goals of the United Nations,

excellence. Despite the failure of

cially those subsidized by the State,

A wide-ranging interview

that of sustainable development.

the Copenhagen summit, all West-

which are particularly appetizing.

with Stefania Prestigiacomo,

together with the fight against

ern governments by now have

In reality, we need to increase con-

in which the Environment

poverty and hunger in the world, is

objectives in common: and that

trols, especially in the South.

Minister talks to Oxygen about

one of the fundamental issues that

what renewable energy

the world must face».Such passion

is to convert their production systems, reduce CO2 emissions and

Who would be responsible for

opportunities there are for

makes her seems almost like an

invest in renewable energy. The

that?

Italy, what the development

“eco-Pasdaran”. Nothing could be

energy mix chosen by Italy is the

The Regions. This is an aspect that

projects and the economic and

more misleading. Stefania Prestigi-

same as that which many other

has prevented the development of

employment implications are

acomo defines herself as «a prag-

countries are aiming for, starting

wind power, also because regional

and the critical issues and

matic environmentalist». She is this

with the United States. And that

bureaucracy is slow to grant to the

problems to be dealt with. Not

way due to her character, convic-

is a share, unfortunately still high,

permits.

to mention the nuclear issue...

tion and partly because – she says

of 50% traditional fossil fuels,

- «realism applied to the environ-

because in any case they are cur-

There are entrepeneurs who have

«What is green economy? Those

ment puts an end to that ideology

rently the cheapest, most conven-

denounced the length of time, up

who consider it to be the econom-

which, taken to extremes in order

ient and competitive; a 25% share

to even two or three years.

ics of the environment are wrong.

to gain consensus, has only caused

of renewable sources; and another

There’s not just the chronic bureau-

Instead, it means sustainable econ-

damage. All over the world, there

25% of nuclear energy. In Italy,

cratic slowness of our public serv-

omy, which in the third millennium

are green movements that have

we have to do more because the

ice behind these delays. Often the

is not really an option, but rather, is

characteristics that are of both

goal of renewable energy needs

delays are artfully crafted. Espe-

the only possible thing to bet on».

the right and the left. Let’s say

to be reached soon: already by

cially at the start when there was

In her office at the EUR in Rome,

that they are bi-partisan and trans-

2020, we must rise from the cur-

the boom of renewable energy.

Stefania Prestigiacomo, 43, from

versal. Instead, considering envi-

rent 7-8% to the level of 17%. We

In that case, there was a desire

Siracusa in Sicily, and the Minis-

ronmentalism to be a prerogative

are trying despite difficulties and

to favor someone over someone

ter of the Environment since May

only of the left is an entirely Italian

delays, however, last year’s data is

else. Don’t forget that in Sicily,

2008, doesn’t even wait for me

trait. Fortunately, this conviction

comforting because it shows that

there was a scandal about permits

to ask the usual opening question.

is coming to an end, also because

we are the second country, after

that were sold at good money.

Put that way, can you still be skep-

radical environmentalism hasn’t

Germany, to have produced the

But all this mustn’t criminalize the

tical about green business? The

produced the slightest protection

greatest increase in clean sources.

whole renewable energy sector.

minister wonders aloud, as if think-

of the environment. It has certainly

ing of those who speak of a myth

slowed down development. Just

Right, Germany. - also virtuous

a ruling class that has not been

and not a reality. «This is what I

look at the example of the Cam-

in this field as well as being the

careful and has issued permits to

say to the skeptics», she contin-

pania (Naples) area, where the

motor of the European economy

those not even remotely connected

ues with fervor. «I’m convinced

‘no’ to the incinerators has meant

in the post-crisis period.

to the network facilities. At that

that for my son, who’s 10 today,

that dozens of illegal dumps have

It’s ironic to think that the Ger-

point, the damage is truly doubled

that when he’ll be 15 or 20 years

been opened. So then: the dumps

mans are the first in the solar sec-

- both against the landscape and in

old, it will be the norm. We also

cause damage to the environment

tor when we are the land of the

cheating the State.

have an ethical duty to preserve

that’s one hundred thousand times

sun. In Italy, above all, we’re pay-

our planet for future generations».

greater than that of a very modern

ing for the immense demagoguery

How much is the green economy

You perceive at once that for Pres-

incinerator that turns waste into

about the wind turbines ruining

business worth?

tigiacomo to be the Minister of

energy and has a minimal impact

the environment and seemingly

It has been estimated that the sales

the Environment, after her long

on the surrounding environment».

causing illicit dealings and collu-

figures alone revolving around the

experience in the Equal Opportuni-

I can barely interrupt this soliloquy.

sion with organized crime and

sources of renewable energy in

ties sector, from June 2001 to May

And so, now the actual interview

the mafia.

Italy is 6-7 billion euros per year.

2006, «is the best job that I could

itself can begin.

ever hope for». And she explains

If anything, it should criminalize

So that’s certainly a huge business. Actually, it was also recently re-

We are gearing up to develop


English version

the so-called production ‘chain’

given out strong signals of belief

from an idea by Professor Carlo

cial norms. The second reason for

because, up until now, many com-

in the environmental challenge.

Rubbia and developed by Enel.

this forced choice is that it doesn’t

ponents for the wind turbines and

This is partly due to the economic

It aims to resolve the enormous

make any sense and it just isn’t

solar facilities are not made in

crisis we have experienced, forcing

problem of the energy produced

right to import energy produced

Italy. We need to be more com-

the government to establish an

by the sun, mainly, it’s preserva-

by nuclear power, for example

petitive from this standpoint too.

order of priorities. Partly we have

tion. The plant in Priolo is the first

from France, just because it is

But to do this requires that state

been a bit too realistic, in the sense

in the world to experiment this

beyond our borders. If, unfortu-

contributions become stabilized.

that we have told the truth when

thermodynamic technique using

nately, an accident were to hap-

Unfortunately the finance laws are

other governments, starting with

mineral salts. I wouldn’t be too

pen, we too would feel the effects

constantly threatening aid. I know

Barack Obama’s administration,

hard on myself... In any case, Italy

of it here. Third: we need to be

very well that the incentives are

have boasted of being leaders in

is investing in research, keeping in

serious and take on responsibility.

effective only when there’s a dead-

the green business and then all

mind that it too takes its own time.

line. But here we’re talking about

the legislative initiatives promising

particular incentives, because it’s

revolutions in energy have been

Let’s deal with the thorniest issue.

nuclear power?

necessary to keep in mind that

bogged down in the Senate, Con-

The third share of the virtuous

A lot depends on the continua-

the main problem with renew-

gress or Parliament. The trouble is

energy mix you spoke of at the

tion of legislature. If we can go

able sources is simply one: we

that government resources, espe-

beginning of our conversation:

ahead, the program will start up

must wait for scientific research

cially in times of crisis, are what

nuclear power. Here too, it seems

again briskly. However, I don’t

worldwide to resolve the matter of

they are. That’s why for a long

to me, there have been delays with

believe we’ll be able to put the

investment costs.

time now, I’ve been saying that we

respect to the schedule established

first stone into place in this legisla-

should also make use of private

by the government.

tive term because the necessary

funds and markets.

The failure to appoint the Minister

authorization process takes two

of Economic Development defi-

years, maybe two and a half years.

How many jobs can be created? To date, it is estimated that the

Will 2011 be the year of Italian

renewable sector involves around

Among his first acts of gover-

nitely slowed down the program.

Remember that the government

150,000 employees. But that’s a

nment, the new Prime Minister

As for this Ministry, of which the

doesn’t establish the sites. The

growing figure and these are mar-

of the United Kingdom, David

Nuclear Agency is part, I fought

government only establishes the

ket sectors which in many cases

Cameron, launched the idea of a

for a highly prestigious and also

rules of the system. It’s up to the

are totally new. These jobs are in

“green bank” to finance renewa-

bipartisan solution.

individuals who want to build the

additions to the traditional ones.

ble energy. Who could play this

Not only that: brand new business

role in Italy?

Are you referring to the appoin-

hope this step can be managed in

figures are being created.

We have to involve more than

tment of Prof. Umberto Veronesi

a way that’s not demagogic, but

just the Federal Savings and Loans

as president of the Agency?

with the people’s consent.

During your absence from the

Bank. I really believe that. We’re

There’s so much call for dialogue

Council of Ministers when you

not just thinking about this pos-

between the majority and the

In recent months, we have witnes-

had commitments abroad, some

sibility - with the Bank, we have

opposition, but in the end, such

sed a cacophony of interventions.

tried to trip you up, like when the

begun to carry out projects and

is done only to be instrumental.

Some governors of the governing

elimination of green certificates

initiatives for increasing the green

This could be seen very clearly in

majority, such as that of Piedmont,

was proposed. Entrepeneurs and

economy. We have already acti-

the case of Veronesi, on whose

have said they would accept the

individuals who had planned to

vated a rotating fund of 600 mil-

behalf the opposition was split.

sites, whereas others, like the Pre-

make major investments in rene-

lion euros for investments that will

The nuclear challenge is the chal-

sident of Veneto, have threatened

wable energy then felt betrayed.

set three billion euros in motion for

lenge of modernizing the country.

fire and brimstone.

Why is that?

the entire energy sector.

Being included in the nuclear sec-

This is the result of the perennial

tor is a critical but delicate step

electoral campaign in which we

Well, in the end, the green cer-

facilities to propose the areas. I

tificates are still valid and the white

As for solar energy, doesn’t Italy

for Italy. We can’t be hypocrites

live. Many declarations are in fact

ones are a strong incentive for

run the risk of becoming only

anymore. We are paying much

dictated by pre-electoral dema-

business investments.

a center for the distribution of

more for energy than other coun-

gogy. Instead, what is needed is

products made abroad, without

tries, whereas if we produced a

a very serious campaign of infor-

Isn’t it true that a lot of your col-

creating its own original products?

significant share of energy with

mation on all aspects of the issue

leagues leave you all on your own

Actually, we just recently inaugu-

nuclear power, we could boost

regarding the real consequences

to fight the environmental battles?

rated the Archimedes Project in

the competitiveness of businesses,

for a territory, the employment

That’s true: we haven’t always

Priolo Gargallo in Sicily, stemming

which would be worth ten finan-

costs and the industrial implica-

101


oxygen 11 – 10.2010

tions. And about the waste prod-

Green Power

ucts and safety too, because one

102

technologies, demonstrating the

reducing and progressively elimi-

availability of renewable sources

nating this uncertainty. Stable and

should never give the impression

by Francesco Starace

that is subdivided quite well and

predictable long-term energy costs

of regime propaganda. I wonder:

“Our commitment is oriented

widespread around the world.

are the basis of real development

why are there 70 nuclear power

to development in a high-

Already

policies, of which Europe has long

plants in France, and no revolu-

growth sector that we will

ity, wind and geothermal ener-

felt the need.

tion has broken out? In the United

strive to make sustainable, not

gies can be considered mature

As to the industrial sector of

States there’s even competition

only from an environmental

sources, with production costs

renewable

among the different areas as to

standpoint but also an eco-

naturally related to the availabil-

are being created so that the

which of the neighborhoods will

nomic one, so as to make the

ity of the source but comparable

number of companies that are

host the facilities.

large offer of natural resources

to the production costs of tra-

already operating in the sector

available to an ever greater

ditional sources. Solar energy is

today will increase, thus creat-

Are conditions conducive for win-

number of consumers.” The

divided into many different areas

ing a real industry if we succeed

ning over the opposition to the

present and future of Enel

of technological development and

in developing an actual industrial

nuclear choice?

Green Power, a company of

is progressively maturing, benefit-

sector encompassing the whole

It’s the only thing to do. For-

the Enel Group dedicated to

ing from an increasingly larger

chain of values, from the on-site

tunately, within the opposition

renewable sources of energy.

use on an industrial scale and,

production of components to the

in the striking example of solar

construction and maintenance of

there is a front, which is widen-

today,

hydroelectric-

energy,

conditions

ing, that is convinced of the need

Renewable resources have experi-

energy, replicating patterns of

the plants.

to embrace nuclear energy. I’m

enced an unprecedented growth

decreasing cost that are already

Enel Green Power lies within this

thinking of the Forum, chaired

over these last years, thanks to

observed in consumer electronics,

context of growth of the Enel

by Chicco Testa, the ex-president

technological advancement, the

thanks to the combined tension

Group and is dedicated to the

of ENEL and a longtime green

growing concern for the excessive

created by large-scale economies

development and management of

exponent. That might be the place

dependency on fossil fuels and the

as a result of increasing demand,

power generation from renew-

for dialogue between the major-

strong political support found in

and research and development

able sources internationally, in

ity and opposition. But I have no

many countries.

activities.

16 countries in Europe and the

illusions, if I think of statements

At the end of 2009, the total

The progressive acceleration on

Americas.

by some left-wing politicians who

installed capacity worldwide was

all levels and all around the world

Enel Green Power is the indus-

can hardly wait to repeat their No

1,230 GW. The most cautious

of the penetration of renew-

try leader, thanks to 20.9 billion

TAV-style battles against nuclear

estimates tell us that by 2020 we

able energy is directly related to

kilowatt-hours produced by water,

power. Destructive battles that

can have a further increase of 600

the growing success of research

sun, wind and the heat of the

have only caused a ten-year delay

GW. The more optimistic ones

efforts regarding the competitive-

earth; it is able to meet the needs

in investments that Italy could

speak of a growth of 1,800 GW,

ness of the costs. This will lead

of more than seven million house-

have made much earlier.

which in ten years would lead

even the most recent renewable

holds and prevent more than 14

the world to more than double

sources to full industrial maturity.

million tons of carbon dioxide

the power capacity installed, from

Renewable energy will be able to

emissions each year.

the industrial development until

give a strong contribution in mak-

With an installed capacity of about

today. To which we might add

ing the European energy system

5,800 MW, Enel Green Power is

that in recent years, whatever the

less dependent on imported fossil

among the first companies in the

estimate may be, it always turns

fuels, safer and more competitive,

world with an integrated business

out to be wrong.

and environmentally sustainable,

in the field of renewable sources

Until just a few years ago, it was

in line with the European Com-

of energy.

mostly Europe that was making

munity targets.

The business plan, which prognos-

a “push” for this development of

The volatility that is always asso-

ticates significant growth in the

renewable sources. By now, the

ciated with the enforced use of

coming years, is based on a sub-

development is on a worldwide

fossil fuels leads to situations

stantial pipeline of projects that

scale and its growth is recorded

of grave uncertainty, making all

are differentiated as to region and

to have spread throughout all the

forecasts on energy costs in the

technology and ready to become

continents, in the Americas, in Asia,

medium and long term unreli-

facilities connected to the net-

and even in Africa and Oceania.

able. The increasing application of

works.

Growth is still taking place in all

renewable sources contributes to

Enel Green Power relies on a


English version

The Green Future of Europe

strong starting position, based on

ing the largest solar panel factory

a mix of manufacturing assets that

in Italy. The plant will be built in

guarantee solid and robust cash

Catania, Sicily, and will produce a

by Antonio Galdo

ing of 2035.

flows with little reliance on incen-

thin triple-junction film to be used

The European Climate Founda-

The European Commission esti-

tive mechanisms.

to meet the demands of one of

tion’s recent Road Map clearly

mates that, if the trend of the

The future aims are for an equally

the most promising solar markets

indicates the objectives for

current economic and social devel-

solid growth strategy that takes

in the EMEA area (Europe, Middle

Europe’s energy in the future:

opment continues, the increase in

the peculiar mode of the expan-

East and Africa).

5,000 square kilometers of

the demand for electricity will be at

sion of renewable energy into

With regards to normal silicon solar

solar panels, 100,000 wind

least 1% annually for the next 20

account: as seen above, energy

panels, those made using the thin

turbines, 200 million electric

years. In practice, the future of a

from renewable sources is grow-

film are able to maintain a high

cars, 100 million heat pumps

sustainable world revolves around

ing in all technologies and all areas

level of efficiency in energy con-

and 100 new nuclear plants.

this equation: more energy - but

of the world.

version in much hotter climates

But along the route leading

through the development of differ-

These are the guidelines that out-

as well and are also less exposed

to 2050, there are three unk-

ent sources.

line the activities of Enel Green

to fluctuations in the price of raw

nowns: government incentives,

The European Union isn’t start-

Power, using the wealth of knowl-

silicon, given the lower utilization

the electricity network and the

ing its Road Map from scratch.

edge in all available technologies

of the mineral.

weight of public opinion.

In 2009, for example, the power

combined with great geographical

Enel Green Power intends to also

diversification, and taking advan-

develop advanced technologies,

The dreams of a green Europe have

accounted for 61% of all the works

tage of all the best development

such as solar-thermal dynamic and

been drawn up on the 2052 Road

of new creation, and so, for the

opportunities in the great big

low energy geothermal, bringing

Map prepared by the European

second year in a row, sources of

world of renewable energy.

about technological maturity and

Climate Foundation: 5,000 square

renewable energy made up the

The strategy of differentiating and

competitiveness compared to more

kilometers of solar panels, 100,000

majority of the new energy plants

covering all the different areas

established sources in the shortest

wind turbines, 200 million electric

installed. With the not insignificant

of interest is yet another under-

time possible.

cars, 100 million heat pumps and

result according to which renew-

taking of the Enel.si company.

Our commitment is oriented to

100 new nuclear plants. Forty years

able energy now accounts for

This is the essence of the Enel

development in a high-growth sec-

to change the face of European

more than 10% of the European

Green Power retail sector, and

tor that we will strive to make sus-

energy, to be freed from the trap of

Union’s total consumption, with

through a network of more than

tainable, not only from an environ-

fossil fuels and first and foremost,

countries such as Sweden, Finland,

500 franchises in Italy, it deals with

mental standpoint but also from

from the unsustainable depend-

Latvia and Austria that have already

“key in hand” solutions for small

an economic one, so as to make

ence on oil, and to thus create new

cleared the 30% bar.

and medium photovoltaic systems

the large offer of natural resourc-

opportunities of economic develop-

Now we are faced with an immedi-

and other forms of distributed

es available to an ever greater

ment and millions of jobs.

ate aim to respect the 2050 goal:

power generation from renewable

number of consumers.

Utopia aside, the path to sustain-

EU countries have signed an agree-

sources (mini-wind, geothermal

For this reason, the Enel Group

able energy has been plotted by

ment to reach a 20% consump-

heat pumps, solar-thermal) for

has decided to make available a

now with an enforced route that

tion of renewable energy by 2020,

the domestic market and small

minority stake of the shares of Enel

takes the different factors of the

that is to say, in 10 years, and

and medium enterprises. Enel.si

Green Power.

sector into account. In fact, it’s only

Italy in particular has promised to

also provides solutions regarding

by a strong push for renewable

reach the share of 17%, taking into

energy efficiency at all levels in

energy that the strategic objectives

account its different starting posi-

the form of integrated solutions of

of reducing pollution, improving

tion as compared to other nations

production distribution.

the climate and energy self-suffi-

that are much further along the

The exponential growth of small

ciency can be reached simultane-

green path. The next step, accord-

and medium-sized plant facilities

ously. All of this within a global

ing to the European Commission’s

shows the real size and attraction

framework in which the hunger

estimates, could be achieved by

of this sector of the market.

for electricity continues to grow.

2020, with the energy pie divided

Consistent with the strategy of

Total production - according to

like this: 64% of new capacity in

covering the entire industrial sec-

the Annual Energy Outlook 2010

renewable sources, 17% gas, 12%

tor, Enel Green Power has signed

by the U.S. Energy Information

coal, 4% nuclear and only 3% oil.

an agreement with Sharp and

Administration – is expected to rise

Throughout Europe, governments

STMicroelectronics aimed at build-

from the 3,950 billion kilowatt-

and parliaments have pledged to

hours planned for this year to more than 5,000 billion with the dawn-

plants producing renewable energy

103


oxygen 11 – 10.2010

104

establish lines of industrial policy

dependence on oil into one of

and China are not retreating an

tion, in one decade, a thousand

compatible with such ambitious

the linchpins of his promise of

inch from an economic policy of

new plants have sprung up, from

objectives, while large companies

“change”. Basically, Obama wants

strong incentives for investments

wind farms to biomass or biogas

are all pressing the accelerator on

to even the tables on energy con-

in renewable energy. Indeed. They

facilities, 300 hydro-electric plants,

research and the individuation of

sumption, as also demonstrated

will concentrate resources in the

80,000 photovoltaic facilities and

new technologies, both indispensa-

in his speeches and stance when

energy field aimed at green conver-

new combined-cycle gas run plants

ble for such a marked conversion.

faced with the disaster of the

sion, and can also do so because

for more than 30,000 MW.

In the end, public opinion is not

explosion of the BP platform (11

of a policy direction that’s firmly

And the electricity network? It’s

neutral nor indifferent, but exer-

dead, 100 million barrels in the

in the hands of their governments.

floundering. The result is that today

cises the power of control, and in

ocean), constantly reiterating the

Faced with the two giants and their

we’re faced with problems of con-

some cases veto, which can be criti-

need to get out of the dead end

obvious moves, Europe is likely to

nection and postings that don’t

cal to the success of the Road Map,

of oil consumption, defined as

become the crock pot. The incen-

allow for the withdrawal of all

especially when policy is weak or

“unsustainable”: 300 billion gal-

tives, which as we’ve seen are

the energy that could certainly be

too influenced by the compass

lons of oil per year, equal to three

essential, have to come to terms

produced. As usual, projects aren’t

needle of surveys, which by their

gallons for every U.S. Citizen.

with the limitations of national

lacking, but 2,200 kilometers of

very nature are photographing the

Regarding the Road Map, the new

budgets, with cuts in public spend-

planned electricity lines and the 90

already existent, therein making

resident of the White House is

ing and with a national and trans-

stations only exist on paper. Ever

the bet with the future all the more

also a man who intends to reduce

national framework that’s intoxi-

since 2005, Terni, the company

uncertain.

greenhouse gas emissions by 83%

cated by default-risk countries,

managing the electricity network,

Upon closer look, and with the

by 2050, and it’s clear that the

as seen with the recent crisis in

has recorded invests of just under

necessary analytical

treatment,

goal will be unattainable unless

Greece. Having no common politi-

three billion euros, and between

there are at least three unknowns

there are massive investments, with

cal authority in public finance that’s

now and 2019, another seven bil-

for green Europe, and all three

returns, for renewable energy.

strong and recognized like those

lion is called for in the company’s

are of significant magnitude. First,

As for China, its route shows a

in the United States and China,

ten-year plan. Money and facilities

we have to take note of reality:

high ambiguity, due to a super

the European Union, with ongo-

are often blocked by bureaucratic

without a massive policy of public

power with two sides: the great

ing meditation, will have to face

delays, political snags and vetoes

incentives, the alternative energy

innovator at the forefront of the

grueling stop and go phases, and

regarding an overlapping of local

scenario becomes nebulous. It’s not

energy challenge and the biggest

energy policy will be one of the

skills with those of national authori-

sustainable on the level of the mar-

polluter in order to sustain its eco-

most exposed in this context of

ties. A veritable obstacle course in

ket forces and competition. Strong-

nomic boom. The China of the

uncertainty and instability.

which, in many cases, an exit from

er efforts are coming from two

‘firsts’, announced daily, has now

The second unknown concerns the

the tunnel can never be glimpsed.

countries that are head to head

electricity network, its capacity to

Uncertainty about the transport

as they make their play for global

become the first country in the world regarding total CO2 emis-

adapt to the new offer regarding

infrastructure and connections is

leadership: the United States and

sions (increased by 9% in 2010),

renewable sources with the neces-

directly linked to the third unknown

China, two nations that are aware

but Beijing also holds the world

sary investments which, in order to

that weighs on the future of a

of just how crucial the energy issue

record in investment for wind tur-

become concrete, must go through

green Europe: the role of public

is for attaining leadership in world

bines and solar panels. The double

a long chain of authorizations, per-

opinion. Not all facilities relating to

governance. In 2009, the United

track China is following is the price

mits and inspections.

alternative sources have the same

States allocated alternative energy

the country must to pay to sup-

The “Italian case” is paradigmatic

impact in terms of reactions as the

incentives for $66.6 billion dollars,

port its development, including a

in this respect. Thanks to a gener-

nuclear plants for which the citi-

as compared to China’s $46.9 bil-

Biblical-scale transferring of former

ous incentive system, that has also

zens’ sensitivity is extremely high.

lion and the $12.7 billion packet of

peasants to urban areas, with

attracted foreign groups, our coun-

And yet, in Europe and particularly

the European Union.

explosive effects on the consump-

try has made a huge leap forward

in Italy, when it comes to power

The America of Obama is light

tion of household appliances, cars

in the renewable energy sector. In

plants, even with the best guaran-

years away from that of Bush.

and electronic gadgets. To give just

tees of safety and efficiency, one

If the Republican Administration

one example, while the industrial

just a few years, we have climbed to the rank of 27th in the Euro-

showed indifference in the face of

world is still in full recession pend-

pean classification, and according

zone of the powers of interdiction

alarm about atmospheric pollution

ing development of the electric car,

studies by Nomisma-Legambiente,

that may have many faces. From

and was conditioned by pressure

more than 1,500 cars are sold per

we’re ranked as fourth for the

spontaneous committees to those

from the oil lobby, the Democratic

day in the Chinese capital alone.

production of green energy. With

that are manipulated by the clans

President has made the exit from

Summing up, the United States

the advent of market liberaliza-

of organized crime in the South;

immediately enters into the gray


English version

Financing renewables in difficult times

from the most extreme environ-

related to the switch to alterna-

the books and become a reality,

mental associations to small groups

tive energy, as drawn up by the

primarily for the benefit of future

who are exploiting popular protest

Road Map of the European Climate

generations, if our outlook and

for political purposes. And in the

Foundation: the Houston metro-

behavior will be inspired by the

by David Lane

hornet’s nest of controversy, it’s

politan area.

belief that change doesn’t have

What role will renewables play

even hard to give any sense of cer-

We’re talking about the fourth

to be scary, but rather, has to

in stimulating recovery from

tainty to people through necessary

most populated city in the U.S.A.,

be imagined boldly and governed

the economic crisis? What are

and preliminary scientific insights.

with almost 2.3 million inhabitants,

responsibly with conviction.

the investments to be made to

The “it can’t be done” syndrome,

which from the time the first was

finance them and how will the

still and anyway, can be defeated

first oil well was discovered back

development of renewables

by a strong, authoritative, convinc-

in 1901, became the capital of the

reduce costs and incentives?

ing policy and local and national

oil industry. American pragmatism,

Here is how the most deve-

public administrators who are

the vital energy of a country that

loped European nations are

responsible and capable of not

never averts its eyes from the future

acting: Great Britain, France,

losing sight of the interests of a

and that’s always looking for a new

Germany, Spain and Italy.

“national system”. It’s not a matter

deal, has made it so that the driving

of abstract concepts, but of daily

force of Houston’s development

None of the political parties in

action giving out clear elements

today has been very effectively

Britain said where the knife would

about energy plans, leading the

converted from oil to alternative

fall when they promised tough

citizens, and especially those in the

energy sources.

measures on public spending dur-

area, to a greater awareness of the

The numbers speak for themselves:

ing the election campaign in April.

interests at stake.

from 9 million and 637 barrels

And few areas were spared in the

An incinerator, with which energy

produced in this area in 1970 to

emergency budget of the coali-

is produced from waste through

the reduction of the current 5

tion joining Conservatives and Lib-

a virtuous cycle of the chain of

million. At the same time, there

eral Democrats that took office

disposal, has a considerable impact

are 3,468 energy companies in

in May, even the low-spending

and the reactions of the commu-

the area, more than 400 of which

Department of Energy and Climate

nity are understandable: that’s why

are dedicated to sources that are

Change being called on to help

its advantages, the safety of the

an alternative to fossil fuels or use

tackle the public sector deficit.

plant and the benefits to the entire

technologies that can improve the

It is contributing 85 million to

community must be prepared and

use and practical applications. It

the opening round of cuts with a

offered to public opinion with a

is an entire system that has been

range of measures that include a

long-term action. The emergency,

repositioned, thanks to the mix

reduction in the scope of its off-

in contrast, does not make shared

of policy choices, incentives and

shore wind capital grants scheme

solutions any easier. And once the

private investments, up to a sub-

and the cancellation of the final

choice has been made, the duty of

stantial change even in the city’s

funding rounds of its bio-energy

politics is that of knowing how to

urban features.

capital grants scheme. More cuts

defend it on all fronts. Knowing

There are 133 buildings in the Hou-

follow in the autumn. These are

that a challenge which is unpopu-

ston metropolitan area that have

hard times for projects that seek

lar today may meet with a great

green building certification with an

money from government.

deal of consensus tomorrow, as

energy savings of 35%, as com-

Yet the writing was on the wall

can be seen in the example of

pared to the normal costs of the

earlier this year when, to a barrage

the incinerators, in those areas of

oil bill. And the Great Depression,

of criticism from environmentalists,

Italy where these facilities have not

from the standpoint of employ-

the Labour government then in

only resolved the waste problem,

ment in the by now former U.S. oil

power said that it was closing the

but have also substantially changed

capital, has been softened by new

grants programme for solar ener-

energy consumption precisely in

jobs created by its green economy.

gy. The decision seemed contradic-

favor of alternative sources.

Europe isn’t Houston, but that

tory because Gordon Brown, the

There is a paradigmatic place in the

Road Map which would revolu-

Labour leader and prime minister

world that can help us understand

tionize our energy system between

until May, had previously spoken

the economic and social potentials

now and 2050 can now leave

enthusiastically about how devel-

105


oxygen 11 – 10.2010

106

oping green energy sources would

In fact, Italian efforts towards

it would put an offshore transmis-

foreign investors are now more

be a way of creating hundreds of

this are seemingly built on sound

sion grid in place to reduce the

wary about renewables projects in

thousands of new jobs, as well as

foundations - the statistics show

uncertainty over connections.

Italy, Massimo Pecorari, UniCredit’s

dealing with climate change.

that Italy is Europe’s fourth larg-

Building and operating windfarms

co-head of project financing in

Indeed, most British politicians

est renewables producer and that

off the British coast clearly offer

Milan, is optimistic about opportu-

consider

of

it enjoys a substantial lead over

interesting prospects: to the ener-

nities at home. He notes that the

renewable energy fundamental for

Britain. According to calculations

gy firms that produce and sell the

Italian government is committed

a new and sustainable model for

by Nomisma Energia based on

power; to the construction firms

to meeting emissions targets and

economic growth. The Conserva-

Eurostat data, Italian renewables

that design, build and maintain the

has a strong interest in ensuring

tive’s own electoral programme

production was 65.3 TWh in 2008,

plant; to the manufacturing com-

that enough renewables projects

promised to promote renewable

against 26.4 TWh in Britain. It

panies that make components for

are developed to do so. And the

energy, albeit through a different

is well known that Italy’s great

the wind generators; to the gov-

lack of appetite of foreign banks

approach than that used by the

renewables strengths are in hydro

ernment that has commitments to

to finance Italian projects simply

Labour government. And in mid-

and geothermal power, where it

meet; and to banks which are cru-

means less competition for Italian

July, less than two months after

exploits the large natural resources

cial players for turning prospects

banks like his.

the Department of Energy and Cli-

of rivers flowing from the Alps

into realities. Amit Dewan, who

The debate over renewables and

mate Change announced the cuts,

and underground heat in Tuscany.

heads UniCredit’s project financ-

their financing is at once both sim-

Chris Huhne, its head and a Liberal

However, their development is

ing in Britain, notes that banks

ple and complex: simple because

Democrat politician, joined forces

mature and further exploitation

dislike uncertainty and the fact that

renewables are the way to drive

with his counterparts in France

limited. Bets for the medium term

changes to the UK’s regime for

economies forward and tackle cli-

and Germany to call for efforts

are being placed on wind and

renewables are never retrospective

mate change, complex because of

to ensure economic recovery sets

photovoltaic power, fields where

makes financing easier. Moreover,

the problem of deciding how the

countries on a path to a sustain-

both Italy and Britain lag behind

planning uncertainty is lower for

difference between the costs of

able low-carbon future. Saying

Europe’s leaders, Germany and

offshore developments than for

renewables and those of carbon

that the price of carbon is too low

Spain. Yet Italy and Britain are

windfarms onshore, which often

resources should be shared, partic-

to stimulate significant investment

blessed by natural advantages that

encounter opposition. There is no

ularly in today’s difficult economic

in green jobs and technologies,

should allow them to close the

lack of liquidity in the system for

climate. As well as restrictions to

they suggested that the EU should

gap, particularly in wind in the case

funding such projects, says Dewan.

state aid, budgetary constraints

adopt an emissions target of a

of Britain and in photovoltaic in the

And the reason why banks are

now strictly limit what govern-

30% reduction by 2020. Doing

case of Italy.

keen on renewable energy projects

ments are willing and able to pro-

this would provide an incentive for

At the beginning of this year,

is obvious: they offer attractive

vide in terms of direct support

changing investment patterns, said

Crown Estate, which owns Britain’s

reward to risk ratios. According

or to forgo in terms of lost fis-

the three energy ministers.

marine assets and whose revenues

to Davide Tabarelli, chairman of

cal revenues. And as consumers

However, such politicians are far

pass to the Treasury, announced

Nomisma Energia, the stable and

tighten their belts in the face of

from alone in considering the

the results of a third licensing

high revenues that projects gener-

uncertainty over jobs and earnings,

development of renewables as cru-

round for offshore windfarms,

ate, thanks to incentives, can bring

transferring the costs of incentives

cial both for the economy and for

mainly in the North Sea. The suc-

yields on investment close to 20%.

to household energy bills becomes

tackling the challenge of global

cessful bidders will add at least

However, because such incentives

harder for governments to do. The

warming. Theirs is a widely held

25,000 MW of capacity to almost

are high, they are constantly under

bright prospect on the horizon

view. Writing in Elementi this sum-

700 MW of offshore wind capac-

threat of revision, thereby intro-

is, however, that the greater the

mer, Emilio Cremona, president of

ity that is already installed, and to

ducing an uncertainty that leads

progress in developing renewable

Gestore Servizi Energetici, warned

1,200 MW being built and 3,500

investors to call for higher returns.

sources, the lower their costs will

that the failure to seize the oppor-

MW in planning stages. Gordon

Although Italy offers incentives for

become and the less will incentives

tunities offered by renewable

Brown said that the offshore wind

wind and photovoltaic power that

be needed.

energy for building a robust indus-

industry is at the heart of the

exceed those elsewhere in the EU,

trial sector would be damaging

British economy’s shift to low car-

says Tabarelli, thanks to uncer-

for Italy as a whole. Incisive efforts

bon, and that it could be worth

tainty, partly over incentives and

to increase the use of alternative

around 75 billion and support up

partly in connection with planning

energy sources and the creation of

to 70,000 jobs by 2020. In their

consents, it has achieved less than

strong, innovative and exportable

electoral programmeprogram, the

it could have done.

industry go hand-in-hand.

Conservative Party promised that

Nevertheless and admitting that

the

development


English version

Interview with Daniel Esty When green means gold

cle to profit, is now the real busi-

water in production or reducing

ronment. How do you think that

ness opportunity for far-sighted

the use of any expensive resource

will affect the way in which large

entrepreneurs.

can help a company of any size.

companies invest in environmental

In addition, each company has its

disaster prevention?

by Nicola Nosengo Sustainability? It can be a real

Professor Esty, in your book you

own benefits when ecological risks

BP has lost 70 billion dollars in mar-

bargain. These are the words

tell many success stories of com-

are addressed systematically. Even

ket value since the leak of crude oil

of Daniel Esty, a professor

panies that have managed to tran-

small industries can offer environ-

from its well in the Gulf of Mexico

at Yale and advisor to Obama,

sform their “green” choices into

mental solutions to the market.

began. That is a devastating loss

who explains to Oxygen how

opportunities for profit and grow-

Indeed, most innovation in this

for the shareholders and a clear

environmental standards can

th. What are key factors that these

field in recent years has come

signal to all companies that envi-

help companies innovate, cut

success stories have in common?

from small and medium-sized com-

ronmental risks should be incor-

costs and surpass competitors.

A large number of companies have

panies, where the entrepreneurial

porated into business plans and

realized by now that becoming

spirit is free to flourish.

managed in a structured fashion.

Change green into gold like a

“green” can place them in a better

modern King Midas: this is what

position and acquire stronger posi-

You often emphasize that compa-

How is the economic and financial

entrepreneurs in the 21st century

tions on the market. By now the

nies should go beyond mere com-

crisis affecting the attitude of busi-

must do, according to Daniel C.

directors of these companies have

pliance with existing rules regar-

nesses towards “green” solutions?

Esty, who is an American econo-

realized that attention given to

ding the environment, in order to

Is it working as an incentive or is it

mist and political expert, a profes-

the environment is not necessarily

build competitive advantages that

making it more difficult to put the

sor of law and environmental poli-

an obstacle. It is not just a mat-

can be exploited when legislation

investments into practice?

cy at Yale, and a campaign advisor

ter of following the rules, paying

becomes stringent in the future.

The recession of recent years has

to Barack Obama in 2007- 2008.

the costs and managing the risks.

What do you think is the proper

indeed led some companies, at

Esty’s profession is that of teach-

Naturally, all these issues deserve

role of state authorities in this

least temporarily, to abandon their

ing the private sector how the

attention, and the companies that

respect when, for example, they

“green” strategies. But this is a

attention given to the environment

deal with them better than their

impose limits on greenhouse gas

mistake. Focusing on sustainability

and sustainability can also result in

competitors will see their busi-

emissions? Should they set the bar

and the environment in its strate-

good business opportunities.

ness grow. But the most impor-

as high as possible or opt for lower

gy, in a way guarantees even more

He has done so in many publica-

tant thing is that a large number

limits that are available to everyone

returns during difficult periods like

tions, especially in the highly suc-

of companies are now aware of

and let the market do the rest?

this. For example, companies that

cessful book (written together with

the positive aspects of environ-

The role of governments is cru-

are working to rationalize their use

Andrew Winston in 2006) Green

mental challenges. Particularly the

cial in leading to innovation in

of space or which strive to save

to Gold: How Smart Companies

companies that help their clients

the environmental field. They must

energy usage in their buildings find

Use Environmental Strategy to

resolve their problems of pollution

set standards that are hard but

they can significantly reduce costs.

Innovate, Create Value, and Build

control or management of natural

designed to promote innovation.

The economic crisis also creates

Competitive Advantage. Based on

resources will benefit more and

This means using standards of per-

an opportune moment for rene-

hundreds of interviews with com-

more as the social demand for bet-

formance and not rigid technologi-

gotiating agreements with their

pany directors all over the world,

ter environmental results grows.

cal constraints. Or better yet, the

suppliers, requiring better perform-

authorities should opt for market

ance in the face of sustainability.

using examples of companies like Toyota, IKEA, General Electrics,

The strategies that turn “green

mechanisms that create incentives

Finally, many companies are find-

Nike and many others, the book

into gold” might seem to be the

for improving the environmental

ing that this difficult period from

shows how “green” investments,

privilege of big multinational com-

performances. In addition, the best

an economic standpoint provides

often viewed as a smokescreen by

panies that can afford to invest

results come from fixed systems

a good opportunity for involving

company directors for their imme-

large sums and make long-term

of rules that are clear, flexible

their employees in environmental

diate costs, can bring about huge

plans. Are there also opportunities

and involve the private sector in

awareness actions. It is a way to

returns in terms of energy saving

for small and medium busines-

research of new technologies.

better their lives in their business

and the reduction of litigation for

ses to benefit from environmental

environmental damage, strength-

policies?

The disaster in the Gulf of Mexico

ening the brand to increase profit

Green strategies make as much

is a tragic example of the conse-

margins on their product. And

sense for small companies as they

quences that a company can face

The market of greenhouse gas

how attention given to the envi-

do for large corporations. Invest-

if it does not dedicate enough

emissions created by the Kyoto

ronment, far from being an obsta-

ing in energy efficiency, using less

attention to the risks to the envi-

protocol represented the first

world, in times when they must tighten their belts.

107


oxygen 11 – 10.2010

108

An always greener world (of jobs)

large-scale attempt to transform

the years of the Bush administra-

environmental protection into a

tion, dedicated much less attention

financial incentive and an eco-

to the need for solid environmental

nomic opportunity. How do you

policies. With Obama’s adminis-

by Elena Comelli

mal energy or a biologist able to

judge the results, especially from

tration, differences in approach

The green economy is produ-

produce new materials and fuels

the perspective of the individual

between Europe and the United

cing tens of millions of new

starting from genetic engineering,

companies?

States have been reduced. Nev-

jobs: on a global level, the mar-

or a computer expert who designs

The market of emissions set up in

ertheless, public opinion in the

ket of “green jobs” is bound to

systems for electric cars. Basically,

Europe to implement the control

U.S. continues to consider climate

expand beyond the limit of 20

it is a matter of looking at indus-

of greenhouse gas emissions has

change a less serious problem

million workers by 2020, half a

trial development in a new way,

started to have a tangible impact

than what happens in Europe.

million of whom in Italy alone.

creating processes capable of radi-

and demonstrates the value of a

Consequently, so far the U.S. has

What are the specializations

cally reducing the energy intensity

market-oriented approach on envi-

postponed the time to seriously

required and in which sectors?

of production with the new knowl-

ronmental issues. Companies are

address this challenge. On the

And what is the Italian situa-

edge of the biotechnologies and

beginning to seriously consider the

other hand, it is important that

tion on a level of professional

nanotechnologies that we have.

need to reduce energy consump-

Europeans understand that the

“green” training?

And so, that includes a wide range

tion and the market of alternative

Unites States is still ahead on many

energies continues to attract sig-

issues, such as food safety, the

What is the first figure that comes

Altogether, we are talking about

nificant investments on long-term

quality of drinking water, forest

to mind when you think of green

millions of new jobs: on a global

solutions for reducing greenhouse

management, plus various other

jobs? Probably a technician who

level, the green jobs market is

gas emissions. Certainly, the Euro-

problems of pollution control and

deals with a wind turbine or a

bound to expand beyond the limit

pean Emission Trading System (EU-

management of natural resources.

construction worker who installs

of 20 million workers by 2020,

a photovoltaic roof. Wrong. Of

half a million of whom in Italy

ETS) has not worked perfectly.

environmental control computer systems. But it may also be a geologist specialized in geother-

of careers.”

There have been difficulties right

In your opinion, are the opportu-

the 4.5 million green workers that

alone. The green energy busi-

from the outset as to establishing

nities for turning green into gold

the European Union foresees for

ness, according to the report by

the threshold and how to correctly

better in Europe or in the United

2020, a good slice will be made

the United Nations, Green Jobs:

assess the “discounts” requested

States?

up of green collars, workers in

Towards Decent Work in a Sus-

in exchange for initiatives in devel-

It is clear that the best returns from

the field of advanced services and

tainable, Low-Carbon World, will

oping countries. But these initial

the “green” choices are when the

research. These are the sectors of

have a substantial impact on the

problems have now been largely

economic situation is favorable. In

green careers that are bound to

professional horizon of various

resolved and the market is begin-

this sense, right now it is easier to

grow in the coming years, even if

countries. From the sector of pro-

ning to yield very good results.

sell products and environmental

Italy is a bit behind schedule and is

duction of bio-energies – meaning

services and position themselves

only now constructing the indus-

energy obtained from the combus-

Europe and the United States

as providers of green solutions for

trial sector based on renewable

tion of biomass or bio-fuels – the

show large differences in terms of

businesses in the United States,

energies, which has already been

United Nations expects a greater

environmental policies, differences

where the economy is recover-

developed elsewhere.

supply: 12 million jobs (compared

that have often made internatio-

ing, than in Europe, which is still

Green careers, however, offer a

to the current 2 million), 300,000

nal agreements on a large scale

in a rather serious recession. So,

panorama of rapid evolution pretty

of which in Italy alone. By 2020,

difficult, as seen at Kyoto and

whereas Europe has the legal

much everywhere that is difficult

in the construction, installation

the Copenhagen Summit. In your

landscape that is more favorable

to categorize. It was well put by

and maintenance of solar panels,

opinion, what are the greatest

for environmental investments,

Henry Kelly – the energy efficiency

around 6.3 million workers will

obstacles to real consensus betwe-

its economic circumstances are a

man in Obama’s government – in

be employed (compared to the

en Europe and the United States

major obstacle to accomplishing

a recent speech to students at

current 170,000). Instead, 2 mil-

on environmental issues?

environmental opportunities in the

Stanford University: “What is a

lion will be involved in the sector

For a long time, the United States

private sector.

green worker? It can be an archi-

of wind energy (today there are

has been ahead of Europe in

tect or an engineer who designs

300,000). And then there is the

terms of rigor in environmental

and builds sustainable buildings.

route of energy efficiency in the

protection. In recent years, how-

It can be a technician who installs

construction sector, in recycling

ever, Europe has moved rapidly to

devices for producing green energy

refuse and the development of

strengthen its legislation, whereas

or reducing the energy impact of

ecological vehicles. And by the

the United States, particularly in

buildings, from the lighting to the

end of the list, 20 million workers


English version

seems almost a reductive figure.

growing: the sustainable organi-

the tasks of nature conservation,

tive norms. For the development

So, along with the blue-collars, the

zation of urban systems is a cor-

which certainly are not lacking.

of the photovoltaic industry, physi-

white-collars, the gray collars of

nerstone, if it is true that over

those who do not want to retire,

half of humanity lives in cities

Chemistry

as well as technical operators for

the pink quota and the orange

and by 2030 it will become 80%.

Chemists who able to purify the

the factories making solar panels.

overalls of the explorers of the net

Strengthening local and regional

air and water from pollutant sub-

And then the installers, electricity

economy, today we need to add

public transportation, discourag-

stances or increase the output of

maintenance men and mechanics,

a new color to the work market’s

ing the use of cars, regulating the

batteries for electric cars will be in

energy certifiers, energy managers

rainbow: that of the “green col-

collection of recycled refuse and

demand more and more.

for cutting down the businesses’

lars,” which by now are found

limiting the disorderly expansion

transversally in many different sec-

of cities towards the countryside

The food sector

traders for selling and buying elec-

tors, from agriculture to industrial

are some of the objectives of sus-

Enormous prospects are opening

tricity on the stock market. It is no

plants, from zero-impact architec-

tainable planning. Occupation in

up in the food sector: there will be

coincidence that these profiles are

ture to environmental manage-

this sector is due to grow by 15%

the need for urban farmers capa-

setting in motion a host of head

ment. Here below are the ten areas

globally between now and 2016.

ble of working in environments

hunters: there is the newly created

that are more similar to an outdoor

Green Job Center of Adecco and

Energy Efficiency

laboratory, foresters, experts in the

dedicated portals are springing up,

Of equal importance will be the

sustainable management of forests

such as www.green-job.it.

Information Technology

efforts of architects and engineers

and nutrition experts for a sustain-

The problem, however, is the lack

Information Technology (IT) is fun-

who are experts in energy efficien-

able supply for the food industry.

of dedicated skilled professionals.

damental also for the progress of

cy: buildings count for half of the

this sector: the green economy

energy consumption in the indus-

Regarding the market of green

gies, there is the need for special-

needs an entire category of soft-

trialized world. LEED (Leadership in

jobs, in Italy it is said that it employs

ized manpower and for managers

ware that is capable of command-

Energy and Environmental Design),

100,000 today and the number

with experience in the sector, but

ing sensor systems for efficient

the main certification trademark of

could rise to 150,000 already by

it is very hard for us to find those

energy and the energy’s smart

sustainable buildings, already has

the end of this year. At present,

with the right skills,” explains Pie-

grids, to give a price to the kWh

almost 50,000 accredited profes-

development is concentrated in the

tro Valdes, a “headhunter” for

(kilowatt/hour) in the electricity

sionals globally and is destined to

construction of the photovoltaic

Michael Page specialized in the

market based on the oscillations

grow exponentially. And by now,

sector, which is not limited just

world of engineering.

of the demand, and to work with

any kind of company needs an

to the installation phase, but is

The profiles that are the most

the stochastic models upon which

energy manager.

widely spreading to the capacity

requested range from the mechan-

to produce the panels and cells,

ical engineer for the planning of

Energy Production from renewable sources

with important implications for

biomass power plants to the wind

employment: “2009 marked the

energy worker responsible for the

Recycling Market

There are also good prospects for

first step towards a maturity in

maintenance of the turbines. A

This is an enormous job pool that

the most advanced technicians in

the photovoltaic market in our

growing number of companies are

is continuing to grow: despite

designing turbine systems for the

country,” explained the last Solar

hiring people who are capable

the slowed sales of paper and

production of energy from renew-

Energy Report of the Energy &

of providing the rationalization

plastic last year due to the cri-

able sources, whether these be the

Strategy Group of the Polytechnic

of consumption and energy effi-

sis, the demand for steel remains

wind or the sea, hydroelectricity or

Institute of Milan, directed by Vit-

ciency, covering the role of ener-

very strong (in 2009, 42% of the

geothermal energy.

torio Chiesa.

gy manager or recycling expert.

If the estimates of the numbers

Freelance professionals, from the

for the green workers of tomorrow to keep an eye on.

the functioning of the wind farms are based.

production worldwide came from

cists and chemists are needed,

electricity consumption and energy

“In the world of alternative ener-

recycled materials) and the new

Bio-technologies

are necessarily approximations, the

agronomist to the environmental

legislative norms are creating a

Biologists specialized in bio-tech-

profiles of experts who are wanted

consultant, are equipping them-

large request for experts in the

nologies will have plenty to do

are fairly defined: from the electri-

selves with specific skills in order

recycling of electronics, industri-

in the next years, both in the

cal, electronic or civil engineers to

to respond effectively to the sec-

al waste, plastic bags and other

energy field for the development

be inserted as planners of renew-

tor’s needs. Even among artisans,

materials.

of bio-fuels and in the production

able systems, as project managers

there are those who choose to

of bio-materials and in the most

or green business developers, to

link their own business to the

Urban Planning

advanced phases of the photo-

the economists and legal experts

spreading of alternative sources.

This is another area that is vastly

voltaic industry. Not to mention

with regards to the specific legisla-

Thus, a really, truly green system

109


oxygen 11 – 10.2010

110

is born, extending all the way to

truly become an industrial sector.

Yabe, a fifty-nine-year–old profes-

work begun in 2005 and which

the environmental plumber who

For photovoltaic energy, there are

sor of mechanical engineering and

will lead to the building of a solar

decides to specialize in bio-gas

already the premises for this land-

science at the Institute of Technol-

laser (economical and clean) capa-

boilers, or the electrician who

scape to come about in a short

ogy in Tokyo who, starting from

ble of absorbing 80% of the light,

installs solar panels, abandoning

time: Enel, Sharp and StMicroelec-

a paper airplane model, is revolu-

as compared to the 10% of the

the old water heater. It is an entire

tronics are, in fact, building Italy’s

tionizing the world of energy by

old-generation lasers.

industrial system that is changing.

biggest photovoltaic panel factory

proposing to utilize magnesium in

Finally, there is the last stage: gran-

in Catania, Sicily.

the future.

ules of magnesium are mixed with

The factory represents the com-

But just what exactly is Yabe’s

water to create heat and hydro-

pletion of an Italian sector of the

idea? It is precisely that of using

gen… this is not science fiction.

photovoltaic field that has been

magnesium which can be found

In fact, the experimentation is in

incomplete until today. The begin-

in the waters of our oceans as a

its conclusive phase by now and

The largest photovoltaic

ning of production is predicted for

source of clean energy and – as

therefore could lead to a kind of

panel factory in Italy has been

the second semester of 2011 and

Yabe himself declares – taking into

technology utilized in the near

built in Catania.

the productive capacity will be 160

account that the oceans contain

future: for Yabe, in ten years’ time,

The new energy count of photo-

MW of panels “made in Italy” per

1,800 trillion tons of magnesium,

it could cover 10% of the energy

voltaic energy places the quota

year, destined for the national and

the calculation is easily done: the

needs for running electricity power

at 3,500 MW installed within the

European market, but the horizon

planet could have clean energy

plants, aircraft, automobiles and

next three years. The national stra-

could extend even further, to the

available for the next 300,000

so forth.

tegic plan has just recently been

Middle East and Africa.

years. The only problem is the cost:

The energy cycle with magnesium

presented to the EU by the Italian

magnesium, which is highly inflam-

and that of magnesium injection

government, delineating a strate-

mable and can produce clean ener-

has been called “Magic,” a name

gy, is very expensive.

that is truly appropriate, seeing

But here lies the difference of

as it seems to be able to create

The sun shines on Italy

gic program for the solar sector of

Future Tech

8,000 MW by 2020. This is data that announces a future growth of

by Simone Arcagni

Yabe’s research studies: they are

the miracle of a future in which

the sector, like and perhaps even

The Magnesium Revolution?

working on recycling the magne-

we will be able to be independent

sium, making it an economical, as

from slavery to coal. Sun and water

greater than in recent years. According to the Management of

A small paper airplane, about 5

well as a clean, system. The first

- nothing could be simpler and

Electricity Services (GSE), in Italy

cm. in size, that flies… So far,

step is to obtain the magnesium

cleaner, nothing more natural for

today there are solar power plants

there is nothing strange here:

from the ocean, extracting mag-

a green future: a revolution whose

for 1,400 MW, of which 1,200

much more exceptional is the fact

nesium chloride from the seawater

first commercial impact could be

MW have been installed in the

that it flies at a high altitude and is

by means of an evaporation tech-

the production of magnesium bat-

last three years. A capacity made

being guided, and that its function

nique. To transform the magnesi-

teries, seven times stronger than

by about 80,000 power plants,

is to observe atmospheric phenom-

um chloride into magnesium oxide,

those made of lithium that are

especially throughout Puglia, Lom-

ena and volcanic eruptions. And it

and finally into refined magnesium,

used today for hybrid and electric

bardy, Veneto, Sicily and Emilia

is also worth mentioning that the

the Japanese scientists use spe-

cars.

Romagna. In the North, the small

model works by water. But this

cial lenses and, above all, in their

domestic

meeting

is nothing yet, because the staff

laboratories, they have developed a

Yabe is preparing for a world of energy without CO2 emissions: it is

with more success, whereas in

that prepared this form of water

solar laser-light (“We use sunlight

not surprising, then, that in 2009,

the South, it is the big plants for

supply is also thinking of future

because it’s free,” Yabe states)

the American magazine “Time”

industrial use. And for the sector’s

applications for airplanes in the

which can reach a temperature

added him to their list of “Heroes

analysts, it will be this second kind,

stratosphere and even of reaching

equal to 4,000 degrees Celsius.

of the Environment,” those to

with the reduction of the system

the space stations.

In 2002, Yabe had already used

whom the concept “We can all

of incentives, that will character-

This particular kind of propulsion

the laser to fly “our” little recon-

make a difference” applies.

ize the tendency for photovoltaic

functions “simply” by heating the

naissance plane but now the sci-

power in the country in the future.

water with a laser. The creators of

entist and his staff have developed

The year 2010 should confirm the

this project, which opens the doors

a new-generation laser that can

trend of the registered growth of

for energy models and for propul-

produce hydrogen and free mag-

the renewables in 2009, and Italy is

sion that is truly sustainable and

nesium oxide that can then be

now called upon to make a quali-

alternative to coal, is a research

re-introduced into the production

tative leap: to make green energy

group headed by Professor Takashi

circuit. This is the culmination of

plants

are


English version

Interview with Alexander Ochs (Worldwatch Institute) Renewable Energies: where is the world at today?

sources, with a 52% decrease of

the world can no longer afford.”

constantly, as it becomes more and

greenhouse gas emissions. Natu-

The agenda for the environment

more expensive to produce energy

rally, only if we establish an effec-

(but not, unfortunately, for gov-

from non-renewable sources. Then,

tive regulatory system and modify

ernments) is well known: reduce

introduce solid rules for energy effi-

our lifestyles: if each of the 6.8 bil-

the CO2 emissions by using renew-

ciency and invest public and private

by Alessandra Viola

lion inhabitants of the Earth led a

able sources of energy. Projections

money on research and the devel-

“The worldwide energy

life like that of the average North

for the future are many and varied,

opment of technologies for pro-

demand in 2030 could be

American, the Earth would have

but the most reliable scenarios all

ducing clean energy. Governments

reduced by one third by simply

already collapsed.”

foresee a long period of coexist-

should be the very first to take the

focusing on efficiency. And the

A simple and intuitive concept,

ence between oil and renewable

sustainability of its investments and

other half of the demand can

but yet one that is always met

sources, with the black gold in

practices into consideration, reduce

be guaranteed by renewable

with considerable and predict-

charge of “supporting”’ the world

the impact on the environment and

sources, with a 52% decrease

able resistance every time it is ut-

economy while the “younger”

create a good example. Lastly, edu-

of greenhouse gas emissions.

tered. Change my lifestyle? Give

energies continue to develop to

cation is the axis around which eve-

But only if we modify our

up wellbeing? Stop development?

ensure our tomorrow (who knows

rything else turns: we must change

lifestyles.” Interview with Ale-

Unthinkable! Yet today, according

how far off in the future) as to the

our lifestyle.”

xander Ochs, director of the

to research by Princeton Universi-

stability and safety of the planet’s

This statement alone should suffice

Climate & Energy Program of

ty, 7% of the world’s population

energy supply.

to convince anyone to desist from

the Worldwatch Institute.

(the 500 million people, to which

In this context, to think that twenty

such projects and which perhaps

years from now it will be possible

alone explains the resistance to

We have twenty years’ time to

we belong) is responsible for 50% of the CO2 emissions. With these

to cover 50% of the global en-

change seen almost everywhere.

halve greenhouse gas emissions

figures, it seems reasonable to be-

ergy needs with renewable sources

Basically, wasn’t it actually consum-

globally and provide for half of the

lieve that the emission of green-

seems dubious. But the World-

erism that guaranteed us a level of

world’s energy consumption with

house gases is closely related to

watch Institute does not see it that

wellbeing which we are used to

renewable energy sources. Or else

development. However, accord-

way at all. “Our research shows

by now? “We need to consider

disaster will ensue. Twenty years

ing to the Renewable Revolution

that it would not be a problem to

our footprint on the Planet,” Ochs

to curb global warming within ac-

report by the Worldwatch Insti-

install the necessary technology

states. “We are living beyond our

ceptable limits for the planet, but

tute, between 1990 and 2007, the

in a short time,” Ochs continues.

means and our lifestyle places prof-

also twenty years for all of us to

world’s GDP has grown by 156%,

“The problem is neither economic

it before the collective good, which

become a little happier. Put like

compared to an increase in energy

nor social. It is just a matter of

is not sustainable. Soon the prices

that, it seems so huge, absurd

demand that is “just” 39% and

political will. But woe to think of

for many services will necessarily

or, at best, simply utopian. At the

with a parallel increase of 35% in

washing their hands by delegating

increase: driving, flying in an air-

Worldwatch Institute in Washing-

CO2 emissions.

everything to the parties and poli-

plane, the transportation of goods

ton though, they mean business.

“This data indicates that economic

cy-makers, who also play a decisive

from one side of the globe to the

And in the State of the World

development, contrary to popular

role in our economy. We need to

other. The price of these activities

2010, along with the report, Re-

belief, is largely unconnected to

understand the choices and the will

has to reflect the social cost of ac-

newable Revolution, they have de-

energy consumption,” Ochs ex-

to act must be enacted at all levels,

tions whose effects can already be

veloped a future scenario that is

plains. ”With the right policies and

from the United Nations to the sin-

felt today by millions of poor peo-

not at all far-fetched. “According

new rules, we can continue de-

gle countries, provinces, cities, right

ple in the world who do not travel,

to our projections, which differ

veloping while using less energy.

down to the individual. We are all

drive or transport goods for thou-

from those of the International En-

The data also tells us something

called upon to do our part to tackle

sands of kilometers but who suffer

ergy Agency and which are usually

else: the sources of energy we

this enormous challenge.”

from the effects of all these things.

used as a baseline,” explains Al-

are currently using are not suit-

Meanwhile, in 2007 renewable

Raising the prices will discourage

exander Ochs, the director of the

able to sustain our quality of life

sources guaranteed 18% of glo-

the indiscriminate and neurotic use

Climate & Energy Program of the

because they pollute the air, the

bal energy consumption, a figure

of transportation means and will

Worldwatch Institute, “the world-

atmosphere and the water, which

that is much higher than predicted.

change our habits, but I am sure

wide energy demand in 2030

is destroying the main foundation

“Only five steps are needed to

that will be a good thing. Not only

could be reduced by one third

of our economy, since the increase

reach the objective we have set

are some of our usual practices not

by simply focusing on efficiency.

of energy production goes hand-

ourselves,” Ochs declares. “First of

sustainable, they are not even good

And the other half of the demand

in-hand with an increasing emis-

all, put a price on greenhouse gas

for our own health and least of all,

can be guaranteed by renewable

sion of greenhouse gases at levels

emissions: a price that will be rising

for our happiness. By changing

111


oxygen 11 – 10.2010

112

Worldwatch Institute

Increasingly renewable Italy

by renewable sources and no more

The Worldwatch Institute is one of

by Edoardo Zanchini

than that. With gas, it is easier to

the most important environmental

The number of Italian cities

will be easy, but we have to get it

balance the peaks of the energy

institutes. For 25 years, it has edit-

that have invested in renewa-

into our heads that it is mandatory

consumption and the natural ups

ed State of the World, an annual

ble energies has doubled in

or disaster will ensue. In the short

and downs of the production from

report of the state of the Planet,

one year. This fact, along with

term, this transition will require

renewable sources. Has whoever

translated into 30 languages (and

other findings of Legambiente

large investments in research, de-

speaks of nuclear energy thought

published in Italy by Edizioni Ambi-

(Environment league), is repor-

velopment and technology. This

of that? It takes three days to turn a

ente). The areas of research for the

ted in Renewable Cities, 2010

money will be lacking elsewhere, of

nuclear plant on and off again. In-

report and of Worldwatch Insti-

and paints an encouraging

course. But in the medium-to-long

stead, the fluctuation of the energy

tute in general include: the global

picture, especially in view of

term, these choices will also lead to

produced with renewable sources

transition to a low-carbon energy

the goal to reduce CO2 emis-

economic profits.”

is daily; in fact, it varies hour by

system, climate change, establish-

sions by 2020 as set by the EU.

Investing in renewable sources is

hour…With nuclear power, there is

ing sustainable agriculture and the

The map of renewable sources

definitely a must in the coming

no time to act. And not even with

fight against hunger and poverty.

in Italy states that 86% of the

years. But exactly what kind of en-

coal. With gas, instead, everything

(www.worldwatch.org)

towns now use some source of

ergy to focus on is still under de-

is simpler.”

clean energy: 6,993 municipa-

bate. Photovoltaic or concentrating

The transition towards a low car-

lities, more than double since

solar energy? Off-shore wind en-

bon economy is already underway

2008.

ergy? Impressive hydro-electricity

around the world: Aspen, Colo-

with massive dams hundreds of

rado, in Denmark and in parts of

It is necessary to observe the ter-

meters tall? At the Worldwatch In-

China, or even in Gussing, in Aus-

ritory carefully in order to under-

stitute they have even thought of

tria. “These places have objectives

stand the new scenario of the

that. “So as to reach 50% of the

that are even more ambitious,”

renewable sources of energy.

global production with the renew-

concludes Ochs. “The encouraging

In fact, power plants have been

able sources, we will have to count

news is that the people who live in

installed by the tens of thousands

on a vast energy portfolio and it

places where all the energy comes

in recent years – small, large, from

will certainly be made up in part

from renewable sources, even if

different sources – and thousands

of solar and wind energy, the mini

they have had to modify their life-

of projects are underway. And it is

and maxi hydro-electric plants, but

style, are happier than before, not

important to understand how they

also energy obtained from ocean

less happy. They breathe well, do

are taking shape as a new model

waves and lots of other things that

sports, spend less time alone in

of distributed generation and,

still have not been given much

their car stuck in traffic, eat health-

moreover, how they can respond

consideration today. But there is

ier food, are not afraid of power

to the new challenges regarding

yet another question that it is im-

black-outs and are not as stressed

energy and the climate. The num-

portant to ask: where will the 50%

out. We, too, can do this.”

bers are impressive: almost 7,000

these habits, not only will we be

exact quantity of energy needed for

making the Planet better, we will

balancing the quantity produced

be making ourselves better. I do not mean to say that the transition

of the energy produced from non-

municipalities in Italy have installed

renewable sources come from? The

at least one plant. Practically

environmentalist community does

speaking, clean sources, which up

not wish to speak of that. Instead,

until 10 years ago were in the

that is a basic issue and by not tak-

large hydroelectric and geother-

ing it into consideration, we run the

mal1 areas further inland and, in

risk of making the wrong decisions.

any case, in a limited portion of the

In our opinion, natural gas will play

Italian territory, are now present

an important role in this scenario.

in 90% of the municipalities2.

Important deposits have been

And viewing this process from the

found recently and also, gas power

standpoint of the municipalities is

plants are advantageous: they can

particularly interesting because it

basically be turned on and off with

is profoundly changing the rela-

a button. So you can produce the

tionship between energy and the


English version

land, showing different character-

order to build them, consideration

also differ within the territories.

plants, electric energy is produced

istics along the Peninsula precisely

must be given to plants of the

A total of 6,801 solar munici-

every year in Italy that is capable of

because the existent resources and

“new” renewable sources (exclud-

palities are located throughout the

satisfying the electricity needs of

the plants’ development potentials

ing large hydroelectric and geo-

Peninsula. PV solar energy is most

more than two million people and

are different.

thermal plants), both thermal and

widespread in Craco, located in

640,000 households. Although the

electrical5.

the province of Matera, where

production of electricity by geo-

The diffusion of renewable sources on the Italian territory

There are 15 municipalities in Italy

there is an average production

thermal plants has been located

that fall into this category and

of 542kW per 1,000 inhabitants.

historically in Tuscany, a positive

An updated representation of

that can satisfy their thermal needs

The power plants installed by the

signal is coming from the rapid

the development of the different

through the contribution of solar

municipality emit more electricity

development of plants using low-

technologies of renewable ener-

thermal and bio-mass systems con-

into the network than is consumed

enthalpy that exchange heat with

gies, including figures and maps,

nected to a heating network, and

by the resident families. As to solar

the ground and are combined with

has been drawn up in the report

whose electrical needs are supplied

thermal energy, the best result

increasingly efficient technologies

Renewable Cities 20103, elabo-

by a mix of renewable energy

comes from the little town of Fiè

for heating and cooling.

rated by Legambiente and in its

systems. An excellent example is

allo Sciliar, in the province of Bol-

And lastly, there are 788 bio-mass

fifth edition this year. The aim is to

Sluderno, in the province of Bol-

zano, which achieves an average

municipalities for a total installed

understand the results, character-

zano, whose successful recipe is

of 1,152 sq.m/1000 inhabitants.

capacity of 1,023 MW of electricity

istics, differences and problems of

based on several plants spread

This ranking was developed using

and 985 MW thermal capacity. Of

this process. The 2010 report tells

over the territory. From the 960

the same criterion as for solar

these, 421.1 MWe and 35.6 MWt

of an impressive leap in the growth

square meters of solar panels and

PV, which in the case of heating

of capacity come from bio-gas

of plants installed on the Italian ter-

512 kW of photovoltaic panels

is even more interesting because

plants. Thanks to these plants, in

ritory, which regards all the sources

distributed on the roofs of homes

the panels can largely meet the

Italy 7,161 GWh are produced per

and parameters taken into con-

and businesses, to the four micro-

needs of domestic use – sanitary

year, equal to the electricity needs

sideration. There are now 6,993

hydroelectric power plants, for a

hot water and household heating.

of more than two million people

municipalities that have installed at

total of 232 kW. What is especially

There are 51 Italian municipalities

and 860,000 households. There

least one plant; there were 5,580

interesting is the collaboration

that have reached the goal set

are 286 municipalities that have

last year and 3,190 in 2008.

with its neighboring territories,

by the European Union of 264

plants using “real” bio-mass (i.e.

But in addition to the absolute

which has allowed it to build a 1.2

sq.m/1000 inhabitants.

organic material of animal or veg-

numbers of diffusion, it is impor-

MW wind turbine, installed in the

There are also 297 wind municipal-

etable origin) and then there are

tant to study some parameters

municipality of Malles and man-

ities with a distribution of power

355 municipalities whose plants

more thoroughly to describe the

aged by a consortium made up of

plants prevalently located along

are connected to local heating

most significant features of this

the four neighboring municipalities

the Apennines and on the major

networks.

change. For example, there are

and some local power companies.

islands. The installed capacity is

municipalities that are 100%

Heating for homes is provided by

growing, equal to 5,148 MW, with

renewable and, in fact, these are

local bio-mass and bio-gas plants,

1,287 MW more than in 2009, and

What is the strength of a low energy scenario?

the best examples of energy and

which have a total capacity of

can satisfy the electricity needs for

Looking at the territory, the push

environmental innovation today.

6,200 thermal kW of the co-gen-

four million people and 100,000

towards renewable sources is

To detect them, we must take

erative type connected to a district

households.

already profoundly changing the

different information into account

heating network. But the other

There are 799 mini-hydroelectric

Italian energy scenario. But can this

regarding the sources of renew-

towns identified in the report are

silent revolution really be a credible

able energy installed in the territo-

not inferior, from Dobbiaco to

municipalities (taking into consideration those plants up to 3MW6)

ries in order to calculate the ratio

Prato to the Stelvio pass and from

for a total installed capacity of 715

from a technological, economical

between the energy the plants

Vipiteno to Brunico.

MW, capable of producing more

and environmental standpoint?

produce and the citizens’ needs

A second interesting key to under-

than 2,860 GWh every year, equal

The experiences gathered in the

for electricity and thermal energy

standing the processes underway

to the electricity needs of more

report allow for a first reply suit-

(heating for their homes, hot water

is that of going to see the push in

than a million people and 100,000

able for the Italian territory and

for sanitary purposes, household electricity)4. Using this parameter,

Italian territory towards different

households.

show that the more farsighted

sources. Not only has the growth

There are 181 geothermal munici-

vision is the one that sees the inte-

the desired proposal is for a proc-

of the diffusion of all technolo-

palities, totaling a capacity equal

gration of renewable and efficient

ess that combines the quantitative

gies and parameters been taken

to 880 MW of electricity and 38.8

technologies in order to find the

and qualitative objectives and in

into consideration, but results

MW of heating. Thanks to these

best response to the needs of the

prospect over time and feasible

113


oxygen 11 – 10.2010

114

different demands of the territories

fully at the specific needs of the

process that is opening up ways

hydroelectric, wind, bio-mass or

and cities; that is to say, the house-

different territories and consider

that are absolutely new. Like the

geothermal) produce more energy

holds, offices and businesses.

that a credible response to the

most recent serious studies show,

than they consume. Or as to the

In fact, we have reached a turn-

national objectives of greenhouse

today the results and improve-

thermal part, there are 24 muni-

ing point where some topics of

gas reduction can only come from

ments in efficiency are impressive

cipalities that, thanks to district

research and debate in these years

the many ambitious and popular

and by looking at the territory,

heating networks connected to

– production distribution, satisfy-

local policies. There is no idea of

and the different resources and

bio-mass plants or geothermal

ing the demand for energy and

little towns fighting against big

vocations to be found there, it is

systems, exceed their energy

more efficient production, the

power plants and no Lilliputian

possible to find an answer to the

needs.

smart grids – are finding a con-

idea about energy to be contrasted

energy question that is truly mod-

6

crete proving ground. If the idea

with corporate gigantism. Rather,

ern and sustainable.

“mini” into consideration is

is widely shared by now that there

what the new renewable sources

is not just “one” solution for the

scenario is leading us to rediscover

Planet’s energy and climatic crises

The reason we only take the

because even if large hydroelectric dams have historically been

is the attention given to new roads

Notes 1 Technologies that, since the end

– in the sense of a response that

to be undertaken to make the

of the 19th century, have accom-

from the side of the renewable

is linked to a single technology

energy system more efficient and

panied and allowed for the first

energy sources to the balance

or source (renewable or not) -,

democratic. A perspective which,

industrialization in the nation.

of Italian electricity, there are

it is worth convincing ourselves,

if it is to fulfil its ambitions, must

2

instead, to go with a perspective

estimated, at the present, to be

terms of new installations.

that includes a very careful mix

also come to pass by means of large-scale projects like Desertec7,

more than 80,000 photo-voltaic,

7

of different and integrated solu-

in parallel with smart grids that

20,000 thermal, more than 1,000

centrated solar energy plants and

tions of renewable sources and

manage and interchange electric

systems using wind, bio-mass

wind turbines in North Africa lin-

energy efficiency (solar thermal,

energy with the distribution to

and bio-gas, and more than 2,000

ked to the European electric net-

PV or bio-mass power plants with

consumers and production.

“historical” hydroelectric plants.

work and new-generation plants.

integrated heat pumps, micro-CHP

But the most difficult challenge

3

plants, condensing boilers, heating

that renewable sources have to

questionnaire sent to the muni-

networks, etc.). In fact, all the data

face is probably a cultural one.

cipalities and comparing the

confirms that the scenario regard-

Because even today, often out of

answers with the Gse processes

ing renewable technologies is in

provincialism and sometimes for

and studies, reports by Enea, Ita-

constant evolution because of the

the sake of interests, renewable

bia, Fiper, ANEV, as well as infor-

improvements in the reliability and

sources are still viewed with the

mation from regions, provinces

performance of the facilities. Of

idea that they will continue, even

and companies.

particular importance, today this

into the future, to represent a

4

development is reflected in the

costly and marginal share of the

for the electrical part – in most

growing contribution they can pro-

energy balance and not the pivot

cases, the plants put energy into

vide with respect to the national

point of a strategy capable of giv-

the network and the consumers

energy consumption, and that is,

ing a reply to historical Italian prob-

take it out of the network - it is still

the parameter that our country

lems (cost of energy, dependency

significant because it shows how

must strive to reach, a contribu-

on foreign states, supply instabil-

it is possible to satisfy the needs

tion of 17% by 2020, according to

ity, atmospheric impact). Due to a

of households by means of rene-

the objectives set by the European

conditioned reflex, any reasoning

wable sources installed on roofs

Union.

seems unable to be made apart

and throughout the territory, thus

But in order to give continuity to

from a centralized and quanti-

bringing the demand for and pro-

this road towards change, certain-

tative approach, in terms of a

duction of energy closer.

ties regarding investments have

MW installed system that inevi-

5

to be offered from somewhere

tably sweeps away wind or solar

didates,” suffice it to say that even

– through simpler rules and incen-

energy rather than nuclear or coal

excluding the big hydroelectric

tives that may be less generous

systems. But this way of thinking

power plants, there are 825 muni-

but are more secure – and we

about energy is inevitably dated

cipalities in Italy that, thanks to

must also look much more care-

and inadequate with regards to a

a single renewable source (mini-

The plant installations can be

Data was obtained through a

Used as a theoretical parameter

Thus limiting the field of “can-

the most important contribution

obvious limits to development in The project of a system of con-


English version

Research and industry in the Italian chain for renewable energy sources

tion of the global energy system

this approach has led to the de-

ments in research and techno-

through behavior involving a more

velopment of the largest industrial

logical innovation in the industrial

rational use of energy, a massive

district in the world, the so-called

sectors, systems that are designed

employment of a clean use of fos-

“Solar Valley of Saxony,” which

to accelerate the introduction of

by Giovanni Lell

sil fuels and full use of renewables.

provides almost 15% of the total

low-carbon energy technologies

“The recent economic crisis,

The real engine of the revolution

world production of solar cells.

which are essentially renewable,

the uncertainties related to

driving the energy system along

A system of incentives for the very

and rational and efficient energy

the cost and supply of energy,

this path is technological learn-

rewarding renewable sources, like

consumption.

the growing level of emissions

ing and the speed with which this

Italy’s, can quickly increase the

Particularly in the scenario of tech-

and the risk of climate change

happens depends on the ability of

domestic demand for technology,

nological acceleration, about half

mean we must confront an

governments and industries to link

but it has not yet been sufficient

of the entire generation of energy

urgent challenge that cannot

their ways towards the common

to stimulate growth on a national

from renewable sources comes

be avoided by the gover-

goal of innovation. The growth of

level of competitiveness in the tech-

from bio-mass which, like in the

nments in the world: that of

the production of renewable ener-

nology field and the manufacturing

Action Plan, makes up the main

a complete revolution of the

gies has generated a sharp increase

capacity in the renewable energy

renewable source for the national

global energy system through

in the global trade in manufac-

sector.

energy supply.

behavior involving a more

tured goods related to these tech-

rational use of energy, a massi-

nologies, especially wind and solar.

ve employment of a clean use

Since 2002, a number of European

Renewables’ Role in the low-carbon scenarios

New technological frontiers of renewables

of fossil fuels and full use of

countries have responded to the

In the short to medium term,

On the one hand, the country’s

renewables.”

growing demand for products

the main effort of the country is

commitment should focus on the

through industrial policies aimed

to reach the goal of 17% of en-

development of radical innovations

Development of renewables on an international scale

at increasing production capacity

ergy consumption from renewable

in the field of technology through a

and developing a national indus-

sources by 2020, and in order to

strengthening of R&D activities, and

In the last decade, renewable

trial sector.

attain such an objective, the role of

on the other, to ensure the spread-

sources have shown tremendous

Instead, Italy has not known how

energy efficiency will be essential.

ing of the benefits of innovation

growth around the world, coming

to invest sufficiently in adapting its

This commitment is an important

within the national industrial fabric

to cover in 2007, according to the

productive capacity of components

opportunity for growth for the en-

so as to promote development and

latest analysis of the International

for renewable energies and now

tire country in all areas of renew-

increase the competitiveness of Ital-

Energy Agency (IEA), 12.4% of the

finds itself having to make up for

able energy sources that will unfold

ian companies in various sectors of

total primary energy supply and

a significant delay which in recent

with the start of the gradual proc-

components for renewables. It was

17.9% of the electricity. Especially

years has led to a tendency to im-

ess of the technological conversion

precisely in this spirit that ENEA

in the last two years there has been

port components for energy pro-

for the de-carbonization of the pro-

and Confindustria recently signed

a particularly significant fact: the

duction by renewable sources that

ductive system.

a Memorandum of Understand-

new capacity installed in the Euro-

are superior, in comparison, to the

The National Action Plan for re-

ing with the aim of accelerating

pean Union in plants using renew-

average of the 15 EU nations, par-

newables, now undergoing final

the introduction of innovation in

able sources was higher than that

ticularly in the case of photovoltaic

approval, shows us a path for

the industrial sectors of renewable

of fossil fuels, providing 61% of the

energy.

reaching that goal based on the

sources, energy efficiency technol-

total amount in 2009 as compared

A case in point is the German in-

characteristics and potential of the

ogies and low-carbon technologies.

to 14% in 1995 (according to data

dustrial policy, whose success is

Italian territory and, in terms of to-

These duplicate initiatives such as

from the European Wind Energy

certainly due to the winning cou-

tal final consumption from renewa-

the Archimedes project, a case of

Association).

pling of an effective and stable

ble sources, assigns a central role to

purely Italian excellence that led to

The recent economic crisis, the un-

incentive system (feed-in) of the

bio-mass, especially in the thermal

the creation of the first thermody-

certainties related to the cost and

demand and a wide range of in-

sector. The scenario analysis carried

namic plant in the world that uses

supply of energy, the growing level

centives offered to potential inves-

out by ENEA also shows how the

molten salt as a heat transfer fluid

of emissions and the risk of climate

tors, such as cash reimbursements

gradual de-carbonization of the en-

and an integrated gas cycle. Re-

change mean we must confront an

of direct costs, low-interest loans,

ergy system that follows the path

cently opened in Priolo Gargallo in

urgent challenge that cannot be

government guarantees to banks

of development consistent with

Sicily, the plant is a clear example

avoided by the governments in the

and incentives for personnel costs

achieving the 2020 goal is techni-

of how the research system (ENEA)

world: that of a complete revolu-

and R&D technology. For example,

cally possible only through invest-

and the industrial system can come

115


oxygen 11 – 10.2010

116

The Spanish renewable energy “bubble”

together and collaborate on devel-

establish a 40,000 t/y ethanol plant

oping technological innovation.

in Piedmont, the largest in Europe.

The ENEA agency has made a

Potential related to the many prom-

commitment alongside the pub-

ising technologies for our country

by Carmen Monforte

European Union in 2007 makes a

lic decision-makers and industrial

(from thermal sources, primarily

The model of renewable

distinction between “effective”

operators to support the choices

solar and bio-mass, to photovoltaic

energy in Spain would be very

and “efficient,” with the perspec-

of investments at the base of a

and new generation bio-fuels, to

effective, seeing as the country

tive in 2020 of producing 20% of

sustainable energy system through

solar concentration) is associated

is the world leader for capa-

the final consumption of energy

the skills and experiences devel-

with investment opportunities in

city and production, but it is

from renewable sources. In the

oped in its scientific laboratories.

the sector of transportation infra-

inefficient. The incentives for

first case, the objective is to be

Among the agency’s R & D activi-

structures and energy distribution

promoting this kind of energy

reached at any price, whereas in

ties, given the significant weight of

- which the widespread use of

exceed the European average

the second, there is an eye towards

bio-mass in the medium-long term

renewables depends upon - and

but they have not been plan-

limiting the costs. The model of re-

scenarios, are those of new genera-

investments are needed in order

ned adequately. We can learn

newable energy in Spain would be

tion bio-mass for the production

to develop systems for the ”intel-

some lessons from what has

very effective, seeing as the coun-

and enhancement of micro-algae

ligent” management of the energy

happened in the Spanish mar-

try is the world leader for capacity

and other photosynthetic micro-

flow (Smart Grids).

ket of renewable energy...

and production, but it is inefficient

added to the fee. How did this situation come to pass? A reported drawn up by the

organisms designed especially for

since the incentives for promoting

the production of renewable en-

Economists assure us that all the

this kind of energy exceed the Eu-

ergy. The expected results of this

speculation bubbles are about to

ropean average but have not been

research technology, whose ma-

burst. In Spain, as in other coun-

planned adequately. Thus, the tra-

turity is conceivable in the medium

tries, this has already happened

ditional power plants exist along-

to long term, would have an enor-

with the stock market bubble, the

side or are substituted by wind or

mous impact on all industries pro-

real estate bubble and even that of

photo-voltaic parks that are cover-

ducing bio-fuels such as bio-diesel,

salaries. But another bubble hov-

ing the landscape.

bio-ethanol hydrogen and bio-gas.

ering in the air is contributing to

The following factors have con-

The achievement of the EU goal

the collapse of the system: that of

tributed to the collapse that the

of using bio-fuels for 10% of the

renewable energies and, more pre-

Government is trying, not very

transportation system by 2020 is

cisely, from photo-voltaic sources.

successfully, to control: a juicy

an especially difficult challenge for

This technology, together with

remuneration, which is very long-

a country like Italy, with its temper-

wind and solar thermal energy,

term in some cases, which has

ate climate and high population

is highly financed with a recom-

facilitated speculation; administra-

density. A very interesting alterna-

pense mechanism, which in 2009

tive errors and fraud when permits

tive to importing bio-fuels is the use

represented almost a third of the

were assigned; and the economic

of lignocellulosic bio-mass (waste

total cost of the incentive fees of

crisis. With the fall of the demand

from agriculture, forestry, MSW or-

access to the networks: 6,200 mil-

for energy in 2009, the over-sized

ganic parts or ad hoc organic crops)

lion Euros for an estimated fee of

production capacity of the system

to be processed into a carrier liquid

slightly over 16,000 million. This is

came to light (in some of the coun-

to be injected into the network.

still an important fact: almost half

try’s northern industrial areas, the

Here is where the capability of our

of these funds went to the 51,000

excess amount even reached 50%)

system to overcome any natural

photo-voltaic plants installed in the

so that the power plants utilizing

disability with scientific and tech-

nation, with 3,400 MW of power

indigenous coal have been practi-

nological answers that can exploit

which has produced only 4% of

cally inactive for more than a year.

available resources comes into play.

its electricity. The other half comes

In recent years, the map of renew-

The production of bio-ethanol with

from the 17,400 wind plants, a

able sources in Spain has changed

second generation processes based

more mature technology that rep-

radically and the data of the Com-

on hydro-thermal pretreatment,

resents 20% of its production. The

misión Nacional de la Energía (CNE)

in which ENEA has been investing

solar thermal systems are still in the

is very eloquent. In 2004, only 23

for years, sees national companies

pioneering phase (10 plants for 380

MW of photo-voltaic power were

such as Chemtex of the Mossi &

MW), but the 2,500 MW author-

installed, receiving 6 million in al-

Ghisolfi group flanked by ENEA to

ized seem frightening for the cost

locations; at the end of 2009, the


English version

capacity had reached 3,400 MW,

obtain the advantageous fee rate,

on the re-selling of these licenses.

remuneration that is reasonable

with 2,800 million in incentives.

which would then disappear),

Once the retroactivity was discarded,

and calibrated as to the costs; there

The generous aid had become an

even though they were not ready

the Ministry opted for a 45% cut on

must be no deviation from a rigor-

attraction for foreign capital and

for production. In many cases, the

the incentive fees to future plants, a

ous plan, seeing as the clean ener-

is at the origin of the speculation

plant did not even exist; in others,

measure almost devoid of economic

gies will inevitably substitute the

bubble.

the owner had not even bought the

effects, with the installations being

traditional power plants.

The first regulation of the sector,

solar panels yet. Strangely enough,

limited to 133 MW a year. It is also

The Spanish government has opted

approved by the last government

the price of an abundant mineral

continuing to negotiate a cut in the

for a deferment of the payment of

of the Partido Popular in March of

such as silicon, the raw material

operation hours with associations in

the system’s high bill (partly pro-

2004, guaranteed an incentive fee

used for making photovoltaic pan-

the sector. For its part, the wind en-

voked by such incentives) over sev-

for 25 years. Although the Socialist

els, reached $400 per kilo.

ergy sector (belonging to the large

eral years and with interest, making

government modified it in 2007 to

In recent months, the Ministry of

electric companies) has signed a

the deficit grow disproportionately

control “the highest premiums in

Industry, which instituted a state

unilateral agreement with the Gov-

due to the incentive fee accumu-

Europe,” the avalanche of projects

register last year, has tried to con-

ernment that, while not presuming

lated in the last decade. This defi-

had already begun. Even though

trol the situation, negotiating with

a savings in the average period, has

cit is financed by the large electric

the new law offered businesses the

the sector for a reduction of the re-

allowed it to distance itself from

companies, which at this moment

choice of selling their own produc-

munerations (about $1,000 million)

photovoltaic energy, like a trouble-

have the right to cash in on the

tion on the market or receiving a

for all the plants, while guarantee-

some relative it does not want to be

$14,600 million and which will

remuneration that compensated

ing them a 7% return. The associa-

associated with.

be placed on the market with the

with a minimum price (75 Euro

tions of the sector did not accept

Beyond the landscape itself, the

State’s endorsement. The measure

Mwh), those already existent main-

the proposal, considering it to be

new energies have also altered

adopted a year ago by the Govern-

tained the fee.

retroactive, and they also declared

the entrepreneurial structure of

ment did not please the Banco de

However, the problem, far from

that the judicial uncertainty would

the electricity sector. The big firms

España, which is convinced that it

being resolved, only got worse,

have damaged Spain’s image. But

like Endesa, Iberdrola, Gas Natural

will affect the public debt. But that

seeing as the law established that

it was not as much the businesses

Fenosa and Hidrocantábrico, which

is another story.

the new incentive fee would go to

that were able to convince Spain’s

account for only 20% of the total

plants that had already complied

President, José Luis Rodríguez Zapa-

of the renewable production, have

with the regulation before Septem-

tero, as it was the banks, with the

lost their monopoly and must co-

ber 30, 2008, and with a limit of

perspective of the gloomy scenario

habit with thousands of compa-

2,000 MW.

of a financial-photovoltaic energy

nies (financial investors or owners

The absence of controls by the State

bubble, which in bursting would

in small municipalities) that have

was another one of the factors trig-

have dealt a blow to many situa-

created a powerful lobby despite

gering the photovoltaic energy

tions that are already compromised

their size and young age. The gov-

boom: in Spain, administrative au-

by the real estate crisis.

ernment must now deal with four

thorization must be obtained from

The 25,000 owned businesses, of

pressure groups of contrasting in-

the 17 autonomous governments,

the 51,000 Spanish photovoltaic

terests: that of the big traditional

which grant them at their own

power plants, have invested 23,000

electric companies (through Unesa)

discretion without respecting the

million Euros, more than 80% of

and that of the three families of

objectives of the government plan.

which comes from bank loans.

renewable sources: wind, photo-

Therefore, the major part of the

These are projects with a financing

voltaic and solar thermal, with their

total 3,400 MW (2,500 MW) was

that is linked to an incentive fee and

correspondent groups.

authorized only in 2008 (before the Sept. 30th deadline). And in many

which, thanks to a generous mar-

We can learn some lessons from

gin, has permitted speculation. It

what has happened in the Spanish

cases, illegally. Frantic investors in

has been calculated that 60-70% of

market of renewable energy: since

collusion with regional government

the projects (or licenses) have been

the promotion of these kinds of

officials contributed to a fraud that,

re-sold one or more times; thus,

energy is paid for by the consumer

according to ascertainments by the

the final owner, without almost

(householders and businesses), the

CNE, may have involved almost

any margin, is opposed to any cuts

incentives should be established

3,000 power plants (800 MW).

whatsoever. So in order to avoid

according to the economic possi-

All these plants had been legally

these practices, the Government has

bilities of each nation; speculation

registered before the final date (to

established an administrative control

must be avoided by establishing

117


oxygen 11 – 10.2010

Connect the dots

duction less linked to fluctuations

making it possible to optimize effi-

of the experimentation that fore-

in the price of that mineral.

ciency and reduce operational costs

sees the development of “smart

Edited by Elisa Frisaldi

The new thin-film panels, a kind

of the plant. We are talking about

appliances,”that is, self-regulatory

Renewable Home

of technology that comes from

geothermal plants, each consist-

– it regulates the entire household’s

the Japanese company Sharp and

ing of: a system for capturing heat

consumption of energy based on

They come from Costa Blanca in

will shortly also be produced at the

through piping laid in the ground, a

the availability and price of the

Spain. These are bubble-houses, an

STM establishment in Catania, of-

pump and electric heat pump, and

energy. The partners involved are

example of sustainable design and

fer the highest conversion rate of

a storage and distribution system

Electrolux and Indesit, for design-

architecture. In these buildings,

solar electricity for a triple-junction

of the heat. The pump, which is in-

ing the new appliances; Enel for

househodl electricity is generated

cell, that is, at 35.8%.

stalled inside the buildings, allows

the management of electricity

by solar panels. In cases when the

4.

Wind energy is not just suitable

heat to be transferred from the

consumption; and Telecom Italia,

solar energy is insufficient, you can

only for large installations; in fact,

ground to the indoor environment

for fixed and mobile telephones.

be connected with the convention-

small wind turbines, thanks to their

and reverses the cycle in the cool-

We are in the field of smart grids,

al electricity network; instead when

reduced visual impact and lack of

ing phase.

the intelligent networks that allow

there’s an excess of power, it can

noise, have been designed for ur-

7.

Produce hot water, heat rooms,

customers to receive information

be sold by the residents to supply

ban and suburban zones and areas

warm pool water: all this can be

regarding their energy consump-

companies. The water is heated by

with extreme climatic conditions

done by installing a solar thermal

tion directly on their computer,

the solar panels and the purifica-

(ice, strong and irregular winds).

system. Whereas the photo-voltaic

mobile phone or on the display of

tion and filtering recycles the rain-

Placed in any yard or on a terrace,

system absorbs solar energy to

an appliance.

water and gray water. The heating

they can be integrated with other

produce electricity, the solar ther-

10.

and ventilation result from the use

systems for converting renewable

mal system collects it to heat water.

about the benefits, features and

of heat exchangers, whereas the

sources. Furthermore, for small

Although the Italian market of solar

costs of photo-voltaic, mini-wind

windows and frames are designed

wind turbines connected to the

thermal energy is the second larg-

turbines and solar thermal systems

to be made with highly insulating

electricity distribution grid and

est in Europe, the per capita value

and the government incentives

materials.

with a power capacity between 1

of installed power in the territory

associated with their purchase?

Soon, Enel will market a home

and 200 kW (kilowatt), an incentive

is still too low; this has prompted

Consult the web-site of Enel.sì,

display device to be coupled with

is provided by the state public GSE

the local authorities to provide

an Enel company that specializes

the new electronic meters, permit-

(Manager of Energy Services).

strong incentives for its installation.

in the development and construc-

ting the introduction of multi-hour

5.

Exploiting the air as a renewable

Moreover, until the end of 2010,

tion of plants for the production

rates for the first time and, thus,

source of heat to produce hot wa-

the cost of these facilities is 55%

of energy from renewable sources

the possibility of a rate plan based

ter with very little energy: that is

deductible (including VAT) and de-

(www.enel.it/enelsi). Enel.sì offers

on different consumption habits.

exactly what is done by the water-

ductible over five years.

registered customers a simulation

The home display can monitor a

heating pump made by the compa-

8.

“Diamond,” designed by Enel in

of one of these systems: just enter

large amount of information in real

ny Ariston Thermo Group S.p.a. It is

collaboration with the University of

some simple information about

time regarding consumption and

called Nuos and it can also capture

Pisa, is a power plant consisting of

the location and, in the case of

individual home contracts. This

heat from the cold air of the exter-

38 latest-generation photo-voltaic

solar thermal energy, the hot water

makes it possible, for example, to

nal environment and then yield it to

panels arranged on a dodecahedral

demand. Enel.sì also allows you to

compare the bimonthly consump-

the sanitary water, that can reach

surface, hence the reference to the

request an estimate for the installa-

tion of the previous period with

temperatures up to 55°C. When

precious stone.

tion of these three types of plants,

that of the following one, to re-

the outdoor temperature goes

The electricity produced, which is

as well as one for geothermal

ceive information on rates at the

below 10°C, the threshold below

capable of satisfying the needs of

energy.

different times of day and find out

which the heat pump fails to work

a small apartment building, can be

when energy is cheaper.

1.

118

2.

correctly, an electrical resistance of

used immediately or accumulated

Homes can now be like small

the support function automatically

in the form of hydrogen and re-

electric power plants, thanks to a

turns on, thus guaranteeing the

used at night or when the sun is

very thin photo-voltaic film that

supply of hot water.

not out:, and for that very purpose

converts solar energy reaching the

6.

The ground is a source of re-

three spheres have been installed

Earth’s surface into electricity, dras-

newable energy that represents

inside the original covering which,

tically reducing the use of the raw

an effective alternative to the air

by means of special fuel cells, act as

silicon utilized in traditional systems

because its temperature remains

energy accumulators.

and, thus, making the costs of pro-

constant throughout the year,

9.“Energy@Home”

3.

is the name

Do you want to know more


English version

Oxygen versus CO2

economies for developing coun-

about through the revolution of its

players of the Clean Development

tries. So, how will this be done?

transportation system, currently re-

Mechanism, a measure of the Kyo-

by Giorgia Scaturro

With two funds. The first is to sup-

sponsible for 18% of the nation’s

to Protocol by which industrialized

Climate Investment Funds

port clean technology (the Clean

greenhouse gas emissions, by sub-

countries with emission constraints

Technology Fund) and already has

stituting the old buses with hybrid

can carry out projects for reducing

Photovoltaic power in the Philip-

13 investment plans for about 4.3

vehicles and a light rail network.

greenhouse gases in developing

pines, an entire system of highly

billion dollars – in the sector of

“As approved so far, the investment

countries by providing clean tech-

efficient trains in Mexico City or

renewable energies and efficiency

plan will help countries like Mexico,

nology. On the road to sustainable

widespread use of thermodynamic

in transportation, industry and ag-

South Africa, the Philippines, Thai-

development.

solar power in countries like Egypt,

riculture – in Colombia, Indonesia,

land and Morocco to advance the

Morocco and Tunisia. These are

Kazakhstan and the Ukraine. In the

use of renewable energies and

important and ambitious projects

next few years, another 36 billion

efficient power plants,” explains

that the poorest countries, which

dollars will be collected through in-

Eduoardo Saboia, a member of

have less access to energy but are

vestments involving the private sec-

the CIF Trust Fund Committee for

more vulnerable to environmental

tor. In fact, the public-private part-

Brazil. “In these countries, you will

by Kandeh K. Yumkella

catastrophes, are pushing to the

nership is the virtuous criterion for

see more wind, solar, bio-mass and

and Leena Srivastava

forefront in the fight against cli-

awarding funds, together with the

geothermal energy.”

Energy access is widely regar-

mate change.

Another way in which the CIF sub-

ded as the “missing” Millen-

The imbalance is mitigated by the

requirement of a concrete plan to also reduce the CO2 ratio in subse-

stantiates funds is the Strategic

nium Development Goal. It will

acronym CIF, three letters that stand

quent large-scale implementations.

Climate Fund, which provides the

create the opportunities for

for Climate Investment Funds (fully

In Turkey, the major banks have

allocation of grants for the adapta-

people across the world to step

allocated to policies and technolo-

opened credit lines for private in-

tion to climate change in the most

out of the poverty trap. Kan-

gies for environmental protection

vestments in clean technologies

vulnerable countries. Of the 14

deh K. Yumkella and Leena Sri-

in developing countries) approved

and the distribution of renewable

countries selected, Brazil, Burkina

vastava argue that now is the

on July 1, 2008 by the World Bank,

energies. With the green financing

Faso, the Democratic Republic of

time to prioritize energy access

along with four other major banks

in South Africa, in five years, half

Congo, Ghana, Indonesia, Laos,

in order to promote economic

for development: an African bank,

a million homes will be equipped

Mexico and Peru have already ac-

development.

one from Asia, the BERS (European

with solar heating and Eskom, the

tivated pilot programs such as the

Bank for Reconstruction) and the

public utility company for electric-

FIP – Forest Investment Program) to

Large parts of humanity – billions

InterAmerican bank.

ity in the country, will build two

sustain the reduction of CO2 emis-

of people – live without access to

Two months after the CIF’s approv-

plants, one thermodynamic solar

sions through actions against the

modern energy services. These are

al, 13 donor countries (foremost,

power and the other, a 100 mega-

de-forestation and degradation of

fundamental services that most

the United States, Great Britain and

watt wind farm.

the forests. Instead Ethiopia, Hon-

of us take for granted, like light,

Japan) have already committed to

Instead, in the Middle East and

duras, Kenya, the Maldives, Mali

fuel for heating and cooking, and

finance the development of sustain-

North Africa, investments (5,6 bil-

and Nepal will transform their ener-

mechanical power. Despite the ef-

able energy sources in developing

lion dollars) will triple the energy

gy sector by redirecting the market

forts of many committed people,

countries with more than six billion

capacity with a transnational project

towards renewable sources. Bolivia,

working on excellent programmes,

“green” dollars.

spreading thermal solar energy to

Cambodia, Mozambique, Tajikistan

about 1.5 billion people still do

“The Climate Investment Funds

Algeria, Egypt, Jordan, Morocco

and Yemen are preparing a strate-

not have access to electricity and

represent a window onto a new

and Tunisia. In Egypt, the plan calls

gic plan of climatic resistance which

around 2.5 billion people rely on

era in global collaborations regard-

for the construction of a high-ener-

will also integrate actions against

traditional biomass as their pri-

ing the climate,” explains Kath-

gy capacity transmission system by

the risks and resilience to climate

mary source of energy – a clearly

erine Sierra, vice-president of the

2020, and third-generation 7200

change into each country’s devel-

unsustainable position. It is widely

sustainable development network

MW windmills, in the Gulf of Suez.

opment plans.

accepted that this lack of access to

of the World Bank. “It is a very in-

Mexico, the country that will ben-

To date, Italy is not among the

affordable, reliable, energy services

novative model of governance that

efit from the most significant funds

donors participating in the CIF.

is a fundamental hindrance to hu-

gives the recipients of the funds an

with over six billion dollars, will

However, Enel – with a portfolio

man, social and economic develop-

equal voice.”

now probably honor its promise to

of 200 million tons of CO2 de-

ment – and is thus a major impedi-

Today, the CIF has a plan to mo-

cut greenhouse gas emissions by

molished thanks to environmental

ment to achieving the Millennium

bilize 40 billion dollars to boost

50% between now and 2050. The

sustainability projects developed by

Development Goals (MDGs). The is-

economic growth and low-carbon

drastic reduction of CO2 will come

2012 – is one of the leading global

sue is also a stark illustration of the

119

Energy for all


oxygen 11 – 10.2010

120

deep inequity that exists between

well known. These barriers, while

manufacturers of components and

providing reliable and secure en-

the rich and the poor. Roughly,

complex, can be overcome and

assemblers of the final product –

ergy services to those currently

the poorer three-quarters of the

international cooperation can help

solar lanterns – came forward to

without access is not simply about

world’s population use only 10%

this process. What cannot be over-

partner The Energy and Resources

supplying electricity for lighting

of the world’s energy. The rich

stressed is that there are no funda-

Institute (TERI) in this initiative.

or improved cooking stoves. To

countries aim for a secure, environ-

mental technical barriers. What is

Other large ongoing campaigns

promote economic development

mentally acceptable and affordable

required is a political prioritization.

include Lighting Africa and En-

and growth, these energy services

energy supply – but what about the

Energy access must move up the

ergy Poverty Action. All of these

need to be put to productive uses

billions without access?

political and development agendas

programmes and campaigns will

that positively affect livelihoods,

A few success stories do exist –

to become a central priority.

be better implemented if they are

providing power for industry, im-

countries such as China have im-

Equally important is a clear under-

grounded in national policies. Those

proving health care and educa-

proved the access for their citizens

standing that local communities

of us working in international or-

tion and improving transportation.

substantially in the last decades, but

must be deeply involved in the

ganizations need to support nation-

Furthermore, simply supplying the

all across sub-Saharan Africa, and

planning, execution and end-use

al and regional plans and targets. A

power source will be insufficient if

in parts of Asia, people are living

of energy services. Energy access

recent UNDP paper showed that 68

the necessary equipment and ap-

without basic energy services. The

interventions must be guided by an

developing countries have electricity

pliances are not deployed. Finally,

demand for energy in these regions

awareness of local communities’

targets but in order to meet their

sustainable energy access will re-

is expected to grow dramatically,

unique situations and needs.

targets, these countries will require

quire a model that generates local

financial support, capacity devel-

revenues to pay for modern energy

with increases in population and improvements in living standards

Getting business on board

opment and better regulation and

services. Electricity not only pro-

adding to the scale of the chal-

The bulk of the efforts to improve

governance structures.

vides lighting that permits children

lenges. It is really quite stunning to

energy access have, naturally, fo-

realize that, if ”business as usual”

cused on parts of Asia and sub-

Money matters

refrigeration of perishable agricul-

conditions are maintained, over the

Saharan Africa. There are decades

The financial implications of univer-

tural products and increased value

next decades the total number of

of experience with many poorly

sal energy access are huge and are

added through the first steps of

people without access to modern

designed or implemented pro-

comprehensively described in the

industrialization.

energy services will not decrease.

grammes, but some successful

World Energy Outlook 2009, pub-

Experience has repeatedly shown

Current efforts are insufficient in

models have emerged, including

lished by the International Energy

that subsidy schemes cannot be

scale and scope, and attempting to

both public efforts, such as those

Agency (IEA). The agency looked

sustained over the long-term. The

address the issue in the same way

carried out by the international fi-

at a specific universal energy (elec-

ultimate goal must be a market-

that we have in the past is clearly

nancial institutions and UN agen-

tricity) access scenario and the re-

based approach. However, many

not remotely adequate.

cies, and the delivery of related

sults showed the need for around

energy markets are distorted and

funding and services by NGOs and

US$800 billion over the next two

political intervention is common.

Energy for development

private sector companies, such as

decades. This figure equates to ap-

It is clear that access to energy is

Energy services have an effect on

India’s Solar Electric Light Company.

proximately US$40 billion per year

about more than quantity. Qual-

productivity, health, education,

Many global campaigns are also

over the period – or around 10% of

ity is essential. This is true for both

safe water and communication

starting to address the issue. One of

the total investment in the energy

electricity and fuels. As an example,

services. Therefore, it is no surprise

these is the Lighting a Billion Lives

sector each year (according to the

high costs and unreliable electricity

that access to energy has a strong

campaign, which aims to bring light

IEA reference case). It is roughly in

service constrain economic activity

correlation to social and economic

into the lives of one billion rural

line with experiences from Brazil

in many countries and constitute a

development indices (e.g. the Hu-

people by replacing kerosene and

and South Africa which show that

severe obstacle to business opera-

man Development Index, life ex-

paraffin lanterns with solar lanterns.

about US$2,000 per household is

tion and growth. The World Bank

pectancy at birth, infant mortality

This campaign, which was launched

required. While the bulk of the in-

indicators show the scale of the is-

rate, maternal mortality and GDP

in February 2008, illustrates the op-

vestment in the IEA scenario goes

sue in terms of connection times,

per capita).

portunities to mobilize industry

to grid extensions and grid-tied

outages, the value of lost output

The UN system has been working

participation in development im-

generation, there is a large role for

and the need for onsite generation.

on energy access issues for dec-

pacts. About 15 months after the

mini-grids (but not mini-financing!)

High transaction and unit invest-

ades, especially through UN-Ener-

campaign was inaugurated, and

to serve rural populations.

ment costs constrain service provi-

gy, the UN’s inter-agency mecha-

with nearly 100 villages across India

nism for energy issues.

involved, big industry recognized

More than just a light

demand and dispersed popula-

The obstacles to energy access are

the market opportunity. Leading

It is essential to remember that

tions. Utilities that are commercially

to study at night, it allows for the

sion in rural areas because of low


English version

and financially weak cannot drive

for meeting the MDGs. Whatever

“To turn around the performance

ticle of Morgan Bazilian, energy

access expansion of the network

the final target, the purpose of

of the power sector there are three

advisor at UNIDO. Article original-

but nevertheless occupy a monopo-

target-setting may be primarily for

major challenges to be addressed –

ly published on “Making It Maga-

ly position in many countries. South

the purpose of investment plan-

replacing existing project wish lists

zine”, 2, 2010).

Africa is a typical case, where very

ning and sourcing of development

with bankable projects; establish-

low electricity prices have resulted

funds. In reality, ensuring physical

ing regulatory policies that improve

in under-investment, followed by

access to energy services, at price

country investment attractiveness;

increasingly frequent blackouts.

levels that would make the services

and establishing institutions that

Instead of regulating prices, gov-

affordable, may be a more rational

have clear roles and are appropri-

ernments should focus on enabling

approach to adopt.

ately resourced.” In order to co-

infrastructure, market liberalization

The dividing lines between rich and

herently implement some or all of

and a viable long-term investment

poor, between urban and rural, be-

these findings, a useful first step

climate. Instead of price subsidies

tween developed and developing

may be to design and test a new

for all, the poorest members of so-

have been drawn for so long that a

energy access indicator – this work

ciety without energy access should

conscious effort is now needed to

is just beginning.

be helped through capacity build-

evaluate the costs and benefits of

Finally, urgent and adequate at-

ing, technology access and direct

bridging the technological divides

tention needs to be paid to ap-

investments.

between these categories in the

plying the right business models,

larger interests of global efficiency

creating the decision-making and

The climate is changing

and climate protection. The fear,

implementation capacities, and es-

The Fourth (and most recent –

however, is that the global commu-

tablishing supportive policy/regula-

2007) Assessment Report of the

nity is focused largely on the current

tory frameworks for ensuring that

Intergovernmental Panel on Climate

fossil energy consumers and green-

technological leapfrogging and

Change (IPCC) clearly brought out

house gas (GHG) emitters. Those

institutional re-positioning happen

the relationship between climate

who are not part of the immediate

at a rapid pace. The information

change and sustainable develop-

problem risk being left out of any

and telecommunications sectors

ment. It also recognized the fact

emerging solutions. Ensuring low-

demonstrated an unanticipated

that climate change could become

carbon sustainable energy access is

explosion of demand in the devel-

an impediment to achieving the

not merely an opportunity to avoid

oping countries and a technologi-

Millennium Development Goals

a lock-in to future emission paths

cal leapfrogging from a situation

(MDGs). However, it fell short of

by nearly half of the world’s popu-

of no access to state-of-the-art

closing the loop by not explicitly

lation. It is also a major contribu-

communications. This can be used

recognizing the linkage with energy

tor to building adaptive capacity

as a precedent for modern energy

access. This is despite the fact that

in the most vulnerable populations

systems as well. We are convinced

energy (access) has been widely

through the support it provides to

that we can accomplish this task

acknowledged as the underlying

all MDGs. If GHG mitigation does

and, at the same time, support

MDG, or the ”missing MDG.”

not justify much-needed attention

strong new green economies – not

Should an acceptable goal for en-

to the challenge of energy access,

doing so is not an option. The scale

ergy access reflect the argument of

then climate negotiations must rec-

of the issue, like poverty itself, is

equity, or merely the survival needs

ognize the criticality of energy for

enormous and sometimes daunt-

of the poor? If the purpose of pri-

the adaptation effort. Ideally, given

ing to address. But access to energy

oritizing energy access is to mobilize

the cross-cutting positive impact of

may be the best entry-point for ef-

development funds, then the equity

ensuring a sustainable energy ac-

fectively tackling the problem in the

argument would not hold. Howev-

cess, dedicated funds must be set

short-term. Its importance is widely

er, to set a goal that would provide

aside to address this key concern of

recognized. Now we must use this

energy access at a level that fails to

developing countries.

consensus to build on the effective

create the opportunities for step-

models that exist and create new

ping out of the poverty trap would

A new direction

not be acceptable either. A mini-

Looking at the challenges at a re-

mum target, therefore, could be to

gional level, the Forum of Energy

(The authors would like to ack-

estimate the energy requirements

Ministers in Africa in 2007 stated:

nowledge the support for this ar-

ways to unlock the opportunities.

121


oxygen 11 – 10.2010

Energy’s Future is Mirrored in the Desert

122

about the future of its energy sup-

some large European groups such

the heat to remain at constantly

ply and is doing so with a project

as Siemens, Deutsche Bank, Rwe,

high temperatures in any kind of

that is revolutionary, not so much

Abb, Abengoa Solar, Cevital, Hsh

atmospheric condition.

by Simone Arcagni

and not only for the technologies

Nordbank, Man Solar Millennium,

This is a futuristic project, like that

Desertec is a large interna-

put into operation, as for the inter-

Munich Re, M+W Zander, Rwe and

of Planta Solar 10 (PS10), in another

tional project that foresees

national vision involved. The project

Schott Solar. Simultaneously, as

European country in the Mediterra-

the building of a network of

is called Desertec and, as the name

well as the company, the Desertec

nean: Spain. An extremely modern

photovoltaic plants in North

implies, it has to do with deserts:

Foundation was also set up, the

solar thermal plant located in San-

African and Middle Eastern

basically, it involves the construc-

purpose of which is to be a center

lúcar la Mayor, near Seville, with

deserts, supplying energy both

tion of power plants in the deserts

of analysis and data collection for

600 mirrors that aim the solar rays

to the “host” countries and to

of countries in North Africa and

the creation of the project, as well

towards the summit of a high tow-

Europe. It is a challenge desti-

the Middle East (MENA, Middle

as a place for study and planning

er that collects the heat and heats

ned to revolutionize not only

East North Africa). A network of

with regards to climate change,

the water conductors present, turn-

the future of the energy supply

photovoltaic plants that exploits

renewable energies and models

ing the water into steam.

but perhaps, even the balance

the desert as a large, rich and re-

of sustainable power plants. The

The initial phase of the Desertec

of geopolitics.

newable source of a supply of solar

Foundation promotes conferences

project foresees the planning of

rays for creating electricity, which is

and edits a publication (a summa-

the power plants and adherence to

It is almost obvious to repeat that

then channeled into the “old con-

ry) entitled “Red Paper,” available

the legislative norms of the differ-

for recuperating energy, coal is no

tinent” through undersea cables in

in Arabic, English, French, German

ent countries (but also, evidently,

longer sufficient and, above all,

continuous current. This is an am-

and Spanish.

the drafting of precise, detailed

does not offer any guarantees for

bitious undertaking, also because

Desertec is doing much to be

economic agreements). The initial

the future; predictions regarding

Desertec foresees the provision of

talked about and at a recent eco-

idea is that of utilizing portions of

the consumption of the deposits

15% of Europe’s need for electricity

nomic conference held in Germany

the Sahara desert near municipali-

are rather pessimistically saying

by 2050: “In six hours, the deserts

even Al Gore – famous for his

ties in order to guarantee the plants

that our Planet’s resources will be

receive more energy from the sun

sensitivity towards environmental

with a supply of water, both for the

exhausted within a few decades.

than humanity can consume in a

issues – defined Desertec as an en-

functioning of the wind turbines

Without counting atmospheric and

year,” is the “catchphrase” de-

ergy model for the United States to

and for the maintenance of the

environmental pollution... And the

clared by the physicist Gerhard

imitate as well.

mirrors. Another important role will

large fault created by the Deep-

Knies, the project’s promoter.

As for Italy, it is participating in

be played by the political rapports:

water Horizon sea platform in the

The plan calls for at least two

the Green Power project, the Enel

it is obvious that such a revolution-

Gulf of Mexico under the Atlantic,

phases, as explained in an interview

subsidiary for renewable energies.

ary idea will produce costs over

which has alerted Mexico and the

with Francesco Starace, the head of

Italy enters this project with the

time that will end up affecting the

United States and has occupied

Enel Green Power: the first calls for

great experience it has matured in

product, so it is necessary to work

much space in the world news this

the building of the power plants to

the field of renewables, particularly

on an energy plan, preferably on a

summer, is more than just a warn-

be used by the host countries; in

with regards to wind and thermal

European level, that will take into

ing alarm bell.

a second phase, cables connecting

energy.

account some fiscal advantages for

The future seems to be oriented

to Europe will be laid in order to

The reference model is the

green energy.

towards renewable energies with

accomplish the foreseen result by

Archimedes project, the power

The idea of using desert spaces

minimum environmental impact

2050. A Mediterranean network

plant located in Priolo Gargallo,

for exploiting renewable and

and among these, wind and solar

connection (Med Ring) is already

in the province of Syracuse, Sicily,

natural energies like the sun and

energy have been accredited as

being concretely worked on: be-

conceived by the Nobel Prizewin-

the wind is taking hold more and

the safest and best equipped to re-

sides the already existent cable

ner Carlo Rubbia and built by Enea

more and appears to be definitely

spond to the growing demand for

linking Spain and Morocco, there is

and Enel. The plant is the first in the

strategic. Desertec has arisen as

energy (a demand that will surely

another one in the planning phase

world of combined-cycle gas and a

part of a project for the provision

increase more and more, especially

to unite Tunisia and Italy.

solar thermal-dynamic plant for the

of European energy which, as well

due to the appearance on the world

Desertec officially came into being

production of electricity. A vast

as using solar energy, foresees the

scene of great economic powers

on July 13, 2009 in Munich, under

area covered by 576 mirrors that

exploitation of wind energy, espe-

that have millions of citizens-users,

the direction of the Club of Rome

appropriate the sunlight through a

cially with the large off-shore wind

and I refer particularly to Brazil, In-

and the German Trans-Mediterra-

tubing system that, by means of a

blades placed in the Atlantic Ocean

dia and China).

nean Co-operation for Renewable

salt-based fluid, is capable of accu-

in northern European countries.

Europe, too, is interrogating itself

Energies, and with participation by

mulating heat over time; this allows

Italy and Germany will give their


English version

Chinese (green) revolution

contribution through the exploita-

the countries bordering on the sea

tion of potential geothermal ener-

that they all have in common.

gy. Besides the European projects,

Finally, the Mediterranean could

by Changhua Wu

also came into effect in 2006, man-

Italy is also taking its first significant

take on the role of a dynamic zone

According to IEA, China has

dates that the power grid purchase

steps for off-shore wind energy

from a cultural and social, as well

become the largest nation of

renewable power, giving subsidies

with a series of projects involving

as economic standpoint, betting

energy consumption – despite

for wind and biopower projects.

the southern regions and seas of

on the new technologies and new

the fact that the unit energy

The Chinese Government has also

our country: particularly the sea in

energy perspectives, revitalizing

consumption equals 1/5 of the

put in place an ambitious moni-

Puglia, in Molise and in Sicily. The

a troublesome sea which has be-

energy consumption per per-

toring, benchmarking and control

date 2020 has been declared for

come sadly famous in recent years,

son in America. And that the

system for China’s 1,000 largest

seeing the first results of the Italian

especially as a basin for the vessels

country is and will continue to

energy consuming companies, re-

off-shore wind power plants.

of salvation of desperate immi-

be one of the most important

sponsible for 33% of the national

Desertec appears to be a truly gi-

grants. And in this sense, Enel is

players in finding a solution to

energy usage, which must reduce

gantic undertaking that therefore

already involved, through the OME

the climate change challenge.

their energy intensity to accom-

also needs a project of investments

(Observatoire Méditerranéen de

The reality under the argu-

plish an overall energy saving of

and an energy plan, even on the

l’Énergie) in the Mediterranean So-

ments is that China has made

100 million metric ton standard

level of the single countries, with

lar Plan, a fundamental experience

significant progress in practical-

coal equivalent (approximately 833

shared and far-reaching policies

from a technological and strategic

ly every low carbon economic

million gigawatt-hours) by 20102.

which, to tell the truth, is where

point of view that is now engaging

sector in recent years and has

The government recognizes the

Italy is a bit lacking... The political

Desertec.

already become a leader in a

importance of guidance and re-

factor is decisive for the undertak-

Certainly, the obstacles for a

number of critical renewable

strictions and has the capacity to

ing of projects of such magnitude

project like Desertec are many, and

energy markets.

enforce these measures. There is

and the Italian government has not

so are the doubts regarding the fig-

always supported them ( recently,

ures of the operation: 400 billion

the Senate voted against solar

Euros in 10 years for a 15% cov-

thermal-dynamic energy), and yet

of new buildings by 50%; and China’s Renewable Energy Law, which

already an overall structure in place comprising regulations, adminis-

erage leads one to think and raise

A strong and comprehensive low carbon policy framework is in place

things seem to be changing. Thus,

questions, such as to the real pos-

There is growing domestic policy

jectives into more specific, manage-

besides the Archimedes project and

sibility of a cooperation of this size

support for a low carbon economy

able and reachable targets.

the fact that Enel has become part

with countries with which Europe

to support business and consumer

of the Desertec project, a solar en-

has often had contrasts and which

decisions. The central government

ergy plant is being built in Rovigo

sometimes have given no guaran-

has shown its resolve through a

The active role played by Chinese enterprises

that can boast having the larg-

tees of political stability.

number of watershed laws and

Many Chinese enterprises have

est extension in Europe: 850,000

But the challenge has arisen and

programs, and the white paper

joined the search for low carbon

square meters of surface space,

the differentiated strategic plan

“China’s Policies and Actions on

technologies, through research

840 kilometers of cables, 280,000

and the participation of economic

Climate Change.”

and development (R&D) and the

solar panels and 58 steel blades. It

groups on a European level should

In addition to the overarching

installation and promotion of green

is being built by SunEdison Italia

be acknowledged as positive fac-

20% energy intensity reduction

technologies.

and will be capable of producing

tors, both for the emergent coun-

target and the 15% renewable

72 MW of energy.

tries and those near us, such as the

energy target, a comprehensive set

Innovation in technologies and fi-

Italy, thanks to the strategic posi-

African and Middle Eastern nations.

of complementary regulations have

nancing models

tion in which it finds itself, in the

In summary: a geopolitical map

been developed covering almost

Ongoing innovation holds the key

center of the Mediterranean, with

every sector of China’s economy.

to finding solutions to climate

a series of relations (geographical

that works and collaborates towards a reduction of CO2 emissions

Fuel economy standards were is-

change and enabling a shift to a

and diplomatic) with countries in

and an integrated and sustainable

sued in 2005; one of the world’s

low-carbon economy. In the au-

North Africa and the Middle East,

energy system.

most comprehensive mandatory

tumn of 1986, Plan 863 (the Na-

could truly play a political and eco-

energy efficiency testing and labe-

tional High Technology Research

nomic role, resuscitating, within

ling standards for home appliances

and Development Program) was

the European Union, the idea of

was implemented the same year1;

officially adopted, opening a new

a Mediterranean area on the con-

strict building efficiency design

era for technological innovation

tinent capable of dialoguing and

codes have been introduced which

to support China’s national devel-

strengthening collaboration with

aim to cut the energy consumption

opment. As a result of this Plan,

trative measures, guidelines and directives to turn China’s larger ob-

123


oxygen 11 – 10.2010

124

many companies, both large and

road ahead

in China than in any other coun-

tlenecks remain. China is able to

small, have been undertaking R&D

Beyond its traditional reliance

try, with wind power generation

manufacture wind turbines that are

and the deployment of low carbon

on bicycles and public transport,

capacity topping 12 million kW in

below 1.5 MW but still cannot pro-

technologies. For example, the

China has succeeded in scaling up

2008 – a figure that is doubling

duce larger turbines or key compo-

Huaneng Group, China’s largest

a range of low carbon transport

every year. China is also the world’s

nents such as bearings, gearboxes

power enterprise, is investing heav-

technologies. There are now more

largest producer and consumer of

and control systems.

ily in clean coal technology R&D.

than 50 million electric bicycles and

solar water heaters, accounting for

China lacks expertise in “hard”

motorcycles in China, while energy

65% of all installations – and 95%

technologies like design, produc-

The role of SMEs in renewable

efficient compact cars account for

of core technology patents on solar

tion and manufacturing, as well as

technologies

60% of the country’s auto market.

water heaters were developed by

in ”soft” skills such as regulation,

In spite of their lack of capital,

In 2009, encouraged by the gov-

Chinese companies. Penetration of

management, standards and moni-

technology and human resources,

ernment, Chinese producers have

photovoltaic (PV) solar power has

toring. For example, connecting

small and medium-sized enter-

delivered key advances in commer-

also shown rapid growth, as have

wind and solar PV power to a grid

prises (SMEs) in the private sector

cializing electric vehicle (EV) tech-

geothermal energy and biofuels.

has been delayed in China for some

have become a significant part of

nology: Chery produced its first

the domestic market and in some

pure EV, while BYD unveiled the

Urban design and sustainable

wind and solar power. The absence

cases have participated in the glo-

first all-electric car to reach a range

construction: cities of the future

of a smart grid is one of the main

bal market. Notable in this respect

of 400 km per charge. In key areas

China’s Energy Conservation Regu-

reasons for this difficulty, partly

are: Goldwind Science & Technol-

such as energy storage technology,

lation, Evaluation Standard for

because of the lack of experience

ogy, Suntech Power, BYD Auto,

China is already a world leader.

Green Buildings and a range of

in developing smart power equip-

other laws promote low-cost solu-

ment and appliances, but also be-

Chery Automobile and the Tian-

time, inhibiting scaled growth of

guan Group. Because it was diffi-

Energy efficiency in industry:

tions to reduce the carbon require-

cause of the absence of a smart

cult for SMEs to enter traditional,

rapid advances

ments for buildings and the built

market and of smart regulations.

capital-intensive industries, emerg-

As the 2008 report noted, the en-

environment. The government has

ing markets in renewable energy

ergy intensity of the Chinese econ-

set ambitious energy conservation

External financing deficit

have provided great opportunities,

omy has fallen by over 60% since

targets for new buildings, promot-

Research by McKinsey and Com-

especially in wind and solar power,

1980 and the government has set a

ing low carbon building materials

pany indicates that financing Chi-

biofuels, low emissions including

goal of reducing it by a further 20%

and renewable energy, especially

na’s green economy could require

electric vehicles and through en-

between 2005 and 2010. Energy

solar. Many successful low carbon

a capital of 40 trillion Yuan (US$

ergy management contracts (EMC).

efficiency measures in major indus-

buildings, for residential, com-

5.8 trillion) by 20303. This would

In terms of EMCs, Energy Service

tries such as metals, chemicals and

mercial and public use, have been

require an annual investment of

Companies (ESCOs) are contracted

cement are expected to save 240m

completed, with several entire

1.8 trillion Yuan (US$ 263 billion).

to provide energy management

tons of coal equivalent (tce) by

“eco-cities” in advanced stages of

In increasing its spending and in-

and design and project develop-

2010. For example, China is a world

planning. The government has also

vestment, the Chinese government

ment solutions to save energy

leader in harnessing the wasted

announced a large-scale promotion

has found many new sources of

through increased efficiency and

heat from cement kilns and has

project for energy efficient lighting,

finance, which include green credit

decreased power and energy costs.

begun exporting this technology. In

with the aim of distributing 100

by banks, EMCs, the clean devel-

These markets are relatively new,

2009, the government announced

million subsidized lights in 2009.

opment mechanism (CDM) and

frequently immature and pose vari-

additional measures as part of a

Frankly speaking, to make a green

cooperation with global financial

ous challenges. But the flexibility

plan for the revitalization of ten key

future become reality is not easy for

institutions. Yet, these efforts have

of SMEs enables them to be more

industries: outmoded, high-energy

China. Heading into the next dec-

so far produced only limited results.

proactive, adaptive, responsive and

production technologies are to be

ade, China has to overcome some

Chinese businesses have expanded

sensitive to market trends and thus

eliminated and better resource use

major obstacles.

successfully into low carbon sec-

take advantage of emergent mar-

and recycling promoted.

ket opportunities.

tors; the scale of the opportunity is

Technology gaps

clearly huge. Overcoming obstacles

From industry perspectives, we

Renewable energy: world leader

Although investing widely in inde-

will require further support from

could see specific progress and

Complementing its efficiency gains

pendent R&D, China still finds itself

government and building partner-

opportunities in four key sectors,

in traditional energy sources, China

downstream of industrial flows.

ships with foreign companies, gov-

including

is driving rapid growth in renew-

One example is wind power. In

ernments and multilateral bodies.

able energy. For example, growth

spite of being the fastest growing

Nevertheless, in China, we see the

in installed wind turbines is faster

renewable energy in China, bot-

mindset is changing; government,

Low carbon transport: the steep


English version

enterprises, and individuals are en-

Traveller

gaging in low carbon development

What you will notice if you are

at a 1.0 MW system. The green-

walking around in the winter, is

houses and aquaculture operations

from different perspectives, which

Powered by the Earth

that “the sidewalks and crosswalks

south of town are also planning

is driving China into a clean revolu-

by Michelle Nebiolo

downtown are clear, thanks to

on developing their generating

the snow-melting system under

power.” Investing in green energy

Klamath Falls, Oregon, has been

them.” A perk (and safety meas-

has made sense for this town for

using geothermal power since

ure) brought to you by geothermal

over a century – but another kind

Fridley, David, Nathaniel Aden,

the early 1900s and today boasts

energy: “The use of other energy

of “green” might be a challenge

Nan Zhou and Jiang Lin, Impacts

every kind of direct use applica-

sources such as natural gas and/

in the near future: as regards the

of China’s Current Appliance Stan-

tion: several district heating sys-

or electricity would make the cost

City’s district heating system, Travis

dards and Labeling Program to

tems, greenhouses, aquaculture,

of developing and operating such

points out how “the main chal-

2020, The Collaborative Labeling

even a biodiesel operation. And

systems prohibitive,” says Randy

lenges for continuing to develop

And Appliance Standards Pro-

the only known brewing opera-

Travis, Water/Geothermal Opera-

this geothermal resource will be

gram, Lawrence Berkeley Natio-

tion that uses geothermally-heated

tions Supervisor of the City of

the ability to continue to expand

nal Laboratory, Environmental

water to make beer.

Klamath Falls.

the geothermal heating system

Energy Technologies Division,

Geothermal resources are the leg-

Geothermal snow-melting systems

and increasing the customer base

March

http://www.osti.

acy of a violent volcanic past you

are in force also in the stairs, hand-

while also maintaining and replac-

gov/bridge/servlets/purl/920173-

would never guess by visiting this

icap ramps and sidewalks leading

ing aging infrastructure with very

qvrmdX/920173.PDF

quiet town. Over 7,000 years ago,

to the main entrance at Klamath

limited funding. Funds received

Chinese National Develop-

the eruption of Mount Mazama

Falls’ Oregon Institute of Technol-

through rate payers only provide

ment and Reform Commission,

blanketed the Klamath County

ogy (OIT), the only completely geo-

for operating costs and any capital

Program of Energy Conservation

area with ashes and created Crater

thermally heated campus in North

improvements that must be com-

among 1000 Enterprises, 2006

Lake, the bluest and deepest lake

America (on its way to becom-

pleted must be funded through

McKinsey & Company, ‘China’s

in the United States. Today, travel-

ing also geothermally powered).

grants and/or loans, which are very

Green Revolution: Prioritizing

ers come to fish, bird watch, and

Tapping renewable energy – lead-

limited.“

Technologies to Achieve Energy

take in the amazing nature of the

ing to savings compared to the

and Environmental Sustainabili-

Fremont-Winema National Forests.

oil boilers used previously – was

ty’, March 2009, p.11. US$ figure

More than a few people, however,

the reason the school moved to

based on exchange rate of 1US$

stop by to visit Klamath Falls City’s

its present location in 1964. In

to 6.84 Yuan, correct at 6 August

geothermal facilities, which are

fact, sustainability has had a deep

2009.

always available for the public to

impact on the school’s develop-

Plug and Play Energy

access and tour.

ment itself, with the Geo-Heat

by Davide Coero Borga

But what would you notice just

Center being established in 1975,

walking around town? Not much,

followed by the Oregon Renew-

An old saying goes: “We learn to

says Tonya “Toni” Boyd, Assistant

able Energy Center in 2001.

become great from an early age.”

Director of the Geo-Heat Center,

Something

not

And the toys we are talking about

Oregon Institute of Technology.

notice, but residents surely appre-

in this article only confirm it. Even

“We do have a few artesian wells

ciate, is the chance to save money

these days, when we spend the

and you will see some steam com-

on home heating. Because of the

whole day chasing down low fares,

ing from some of our sewer vents.

natural, uneven availability of geo-

tormented about the energy bill

Klamath Falls has a public swim-

thermal resources, this is an option

and dissolving the legal tangles for

ming pool, open year round now,

for only a small part of the town

installing a photovoltaic roof.

that is heated with geothermal

but there are over 600 geothermal

Engineers and scientists confirm

water: you can see the steam ris-

wells in Klamath Falls.

that green energy exists! And it

ing from it at certain times of the

And that is not all: “OIT is work-

will be increasingly available to

year. Also, if it is cold outside and

ing

bigger

everyone with streamlined, easy-

the fountain is running, you can

power plant,” says Boyd. “It will

to-install systems. The password is

see a little bit of steam coming off

be around 1.2 MW. The City of

plug and play. Pending novelty, a

of the cooling tower located next

Klamath Falls is in the feasibil-

new generation of children is pre-

to the Center’s little geothermal

ity stage of looking into a power

paring for the future while having

power plant.”

plant also – I think they are looking

fun with green toys.

tion in the next decade. Notes 1

2

3

2007,

on

visitors

getting

might

their

Science at the toy store

125


195

oxygen 11 – 10.2010

126

Photoreport

Coming straight from America is

when he decided to make actual

the Renewable Energy Experiment

bricks out of it for the construction

Kit, produced by the Hammacher

of housing.

Green Power

Schlemer toy company. Its box

So why not focus on ”Mater-Bi”?

Hulk – the alter ego of the physicist

contains a wind turbine, solar cells,

It is made from cornstarch and

Bruce Banner – is a comic book

Solar energy sprouts wings

electrolytic cells, a dynamo, and

is completely bio-degradable. The

character created by Stan Lee,

Designing more efficient solar

everything necessary for an eight-

manufacturers of Ecotoys have

drawn byJack Kirby and published

panels would seem to be a mat-

year-old child to produce electric-

made it their flagship product:

by Marvel Comics.

ter of chemistry and electronics,

ity, store it in a rechargeable bat-

it is called Happymais and has

His first appearance was in 1962

but not for a group of engineers

tery and distribute it by means of a

achieved the most rigid quality

in The Incredible Hulk, but the

at the University of Florida who

card with a chip integrated into the

certifications. The way it works is

character has had many incarna-

were studying the properties of

toy to power small motors, colored

extremely simple - just moisten the

tions that represent other devel-

some insects, which could lead to

LEDs and other accessories. A mas-

cubes of Mater-Bi to attach them

opments of his fragmented and

a significant improvement in the

terpiece of eco-efficiency, except

to one another without any need

schizophrenic personality. To Stan

efficiency of photovoltaic panels.

for one detail that escaped the

for glue or paste.

Lee’s thinking, Hulk represented

According to Peng Jiang, a chemi-

manufacturers: the toy is powered

The American company Green

all the most hidden and intimate

cal engineer leading the project,

by AA batteries.

Toys produces a series of toys

aspects that a man usually conceals

the specific structures of the eyes

That is not so bad. There are cur-

made out of recycled plastic, com-

inside himself and that, suddenly,

of moths (“nocturnal butterflies”)

rently hundreds of energy toys

ing from collected milk containers.

explode violently, upsetting those

and the wings of cicadas could be

in production. Just choose: wind

The plastic material used (HDPE)

around him.

examples for the creation of a new

blades, mini-PVs, electrolytic cells

is a polymer that is more easily

When the character made his

generation of solar panels with an

and hydrogen engines have been

recyclable and is found most often

debut, his skin was gray and the

innovative anti-reflection coating

integrated into model trains, air-

among the post-consumption plas-

transformation took place only at

that’s completely waterproof.

planes, cars and vehicles of all

tic recovered through differenti-

night. After the very first issue, the

types and make. There are even

ated urban garbage collection.

decision was made to associate

enthusiasts who congregate on

Lastly and again from the United

the color green with his skin (due

Sunday afternoons to challenge

States, a real gem: SEE Toys, which

to printing difficulties created by

one another on improvised circuits

were developed by the designer

the use of gray) and so, heeding

with do-it-yourself eco-prototypes.

Sun Yu of the Zen Design Group in

the saying “green with rage”, to

More novelties come from Japan.

Berkley, Michigan. Does your child

impose the transformation every

Once again, dealing with green

get too wild when playing? Don’t

time that Dr. Bruce Banner was

toys, Tom’s MIC/CP has launched

worry, you can save on the bat-

subjected to a stressful situation

the product called “Earth Block,”

teries. The SEE Toys (an acronym

leading to rage.

little building blocks that are simi-

that stands for “Safety, Ecology,

lar to Lego but are made from

Economy”) are able to convert the

Jardins de couleur

biomass. At the Tokyo Toy Show,

child’s kinetic energy into electric

Since 1992, the International Gar-

the company presented a Buddha

power required for operating the

den Festival in Chaumont-sur-Loire

statue made entirely out of bio-

toys. By turning a crank for 60

has offered a breathtaking over-

mass and it was a huge success. So

seconds you get 15 minutes of

view of the latest developments in

much so that Bandai, the historical

electric energy.

global landscape creation. In its 19

Japanese company that created

This nostalgically brings to mind

seasons, 400 “prototypes” of the

Tamagotchi and Power Rangers,

the “Manuela,” that glorious

gardens of tomorrow have been

to name just a few, wanted to

crank-operated sewing machine

made, offering art, new blossoms,

use the same material to make

that became so popular in the

new materials and innovative ideas

the little “surprise” Gatcha Gatcha

‘60s. The original models made

and approaches.

balls – also reusable as small pots

of tin and plastic are still for sale

The diversity, creativity and quality

for plants.

on-line for all interested collectors.

of the project have all helped so

new generation of landscape artists, architects, scenery designers,

The Earth Block idea is not new.

that the reputation of the festi-

At least, not outside the world

val has spread around the world,

of toys. In fact, the first to use

making it a major event for the

biomass was Jim Hallock, in 1994,

presentation of the works of a

gardeners...


195X270paneuropen:Layout 1

11-10-2010

15:43

Pagina 1

WE’RE ALREADY WHERE YOU’D LIKE TO GET TO. A SUSTAINABLE FUTURE.

ENEL GREEN POWER FROM ENEL. A WORLD LEADER IN RENEWABLE ENERGY. Enel Green Power is the Enel Group company dedicated to generating power only from renewable sources. With plants in 16 countries around the world, and production of more than 20 billion kWh of power from wind, sun, water and geo-thermal heat, Enel Green Power is a world leader. Every year, Enel Green Power saves around 14 million tonnes of CO 2* emissions. A figure that can only grow as Enel Green Power heads towards an even more sustainable future. Which is probably the same direction you would like to take. www.enel.com *Source: Sustainability Report 2009.


Oxygen è stampata su carta UPM Fine 120 gsm, certificata EU Flower.

Il marchio EU Flower garantisce che l’intero ciclo di vita del prodotto ha un impatto ambientale limitato, a partire dalla scelta delle materie prime fino alla lavorazione, e dal dispendio energetico allo smaltimento dei rifiuti.

Per le riproduzioni grafiche e fotografiche appartenenti alla proprietà di terzi inserite in quest’opera, l’Editore è a disposizione degli aventi diritto, nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti bibliografici.

I testi sono composti in Arnhem ©OurType, 2002. Tutti i diritti sono riservati. Frutiger ©1988 Adobe Systems Incorporated. Tutti i diritti sono riservati. Frutiger è un marchio registrato di Linotype AG e/o delle sue sussidiarie.

Testata registrata presso il Tribunale di Torino autorizzazione n. 76 del 16 luglio 2007 Iscrizione al Roc n. 16116



Oxygen nasce da un’idea di Enel, per promuovere la diffusione del pensiero e del dialogo scientifico.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.