11 — 10.2010 La scienza per tutti
11 — 10.2010
Green power
052 – 059 Photoreport
Jardins de couleur
006 – 007 Editoriale
di Jérôme Galland
La contabilità dell’impronta ecologica
078 – 082
di Mathis Wackernagel 008 – 011 Passepartout
Energia per tutti
Italia sempre più rinnovabile
di Kandeh K. Yumkella e Leena Srivastava
034 – 035 Photoreport
di Edoardo Zanchini
Green Power
064 – 067
036 – 039 Intervista a Daniel Esty
Ricerca e industria per una filiera italiana nelle rinnovabili
Renewable World 012 – 017 Intervista a Stefania Prestigiacomo
060 – 063
083
Public, Private, Partnership di Antonio Badini
Quando verde vuol dire oro
di Giovanni Lelli
084 – 087
Economia (bianca, rossa e) verde
di Nicola Nosengo
068 – 071
Il futuro dell’energia si specchia nel deserto
040 – 043
La “bolla” rinnovabile spagnola
di Simone Arcagni
di Pino Buongiorno
Un mondo (di lavoro) sempre più verde
di Carmen Monforte
088 – 091
018 – 023
Green Power
di Elena Comelli
072 – 073 Connect the dots
Casa rinnovabile
024 – 029
044 – 045 Future Tech
Il futuro verde dell’Europa
La rivoluzione del magnesio?
074 – 075 Photoreport
di Francesco Starace
di Antonio Galdo 030 – 033
Finanziare le rinnovabili in tempi difficili di David Lane
046 – 051 Intervista ad Alexander Ochs
Energie rinnovabili: a che punto è il mondo? di Alessandra Viola
Il fotovoltaico mette le ali
La rivoluzione (verde) cinese di Changhua Wu 092 – 093 Traveller
L’energia della Terra 094 – 095 La scienza dal giocattolaio
076 – 077 Oxygen versus CO2
Energia plug and play
Climate Investment Funds
096 – 127 English version
Oxygen 2007/2010
immagine di copertina © Alessandro Rizzi/ GalleryStock
Oxygen nasce da un’idea di Enel, per promuovere la diffusione del pensiero e del dialogo scientifico.
Andrio Abero, Zhores Alferov, Enrico Alleva, Colin Anderson, Paola Antonelli, Andrea Bajani, Pablo Balbontin, Philip Ball, Ugo Bardi, Paolo Barelli, Vincenzo Balzani, Roberto Battiston, Enrico Bellone, Carlo Bernardini, Tobias Bernhard, Michael Bevan, Piero Bevilacqua, Andrew Blum, Albino Claudio Bosio, Stewart Brand, Luigino Bruni, Giuseppe Bruzzaniti, Massimiano Bucchi, Pino Buongiorno, Tania Cagnotto, Michele Calcaterra, Paola Capatano, Carlo Carraro, Federico Casalegno, Stefano Caserini, Ilaria Catastini, Marco Cattaneo, Corrado Clini, Co+Life/ Stine Norden & Søren Rud, Ashley Cooper, Paolo Costa, George Coyne, Paul Crutzen, Partha Dasgupta, Mario De Caro, Giulio De Leo, Michele De Lucchi, Ron Dembo, Gennaro De Michele, Peter Droege, Freeman Dyson, Daniel Egnéus, Richard Ernst, Monica Fabris, Carlo Falciola, Francesco Ferrari, Paolo Ferri, Tim Flach, Stephen Frink, Antonio Galdo, Attilio Geroni, David Gross, Julia Guther, Søren Hermansen, Thomas P. Hughes, Jeffrey Inaba, Christian Kaiser, Sir David King, Hans Jurgen Köch, Charles Landry, Manuela Lehnus,
Johan Lehrer, François Lenoir, Jean Marc LévyLeblond, Ignazio Licata, Armin Linke, Giuseppe Longo, L. Hunter Lovins, Tommaso Maccararo, Giovanni Malagò, Mark Maslin, John McNeill, Joel Meyerowitz, Paddy Mills, Marcella Miriello, Antonio Moccaldi, Patrick Moore, Richard A. Muller, Nicola Nosengo, Helga Nowotny, Robert Oerter, Alberto Oliverio, Sheila Olmstead, Rajendra K. Pachauri, Mario Pagliaro, Francesco Paresce, Claudio Pasqualetto, Federica Pellegrini, Matteo Pericoli, Emanuele Perugini, Telmo Pievani, Michelangelo Pistoletto, Viviana Poletti, Giovanni Previdi, Filippo Preziosi, Marco Rainò, Jorgen Randers, Carlo Ratti, Henri Revol, Marco Ricotti, Sergio Risaliti, Kevin Roberts, Lew Robertson, Kim Stanley Robinson, Alexis Rosenfeld, John Ross, Marina Rossi, Jeffrey D. Sachs, Gerge Saliba, Saskia Sassen, Steven Shapin, Clay Shirky, Uberto Siola, Antonio Sofi, Robert Stavins, Bruce Sterling, Stephen Tindale, Chicco Testa, Mario Tozzi, Andrea Vaccari, Nick Veasey, Jules Verne, Umberto Veronesi, Marta Vincenzi, Alessandra Viola, Gabrielle Walker, Carl Zimmer.
direttore responsabile Gianluca Comin
direttore editoriale Vittorio Bo
coordinamento editoriale Giorgio Gianotto Luca Di Nardo Paolo Iammatteo Dina Zanieri
art direction e impaginazione
rivista trimestrale edita da Codice Edizioni
studiofluo
presidente Vittorio Bo
ricerca iconografica studiofluo
comitato scientifico
managing editor
stampa
Enrico Alleva presidente
Stefano Milano
Giulio Ballio Roberto Cingolani Fulvio Conti Derrick De Kerckhove Niles Eldredge Paola Girdinio Piero Gnudi Helga Nowotny Telmo Pievani Francesco Profumo Carlo Rizzuto Robert Stavins Umberto Veronesi
Simone Arcagni Davide Coero Borga Livia Dall’Agata Elisa Frisaldi Michelle Nebiolo Giorgia Scaturro
Officine Grafiche Artistiche Grafart, Venaria (Torino)
collaboratori
traduzioni Susanna Bourlot Laura Culver Gail McDowell Michelle Nebiolo Federica Niola
distribuzione esclusiva per l’Italia Arnoldo Mondadori editore via Bianca di Savoia 12 20122 Milano t +39 02 754 21 f +39 02 754 22 584
sede legale, direzione, pubblicità e amministrazione Oxygen c/o Codice Edizioni via Giuseppe Pomba 17 10123 Torino t +39 011 197 00 579 f +39 011 197 00 582 oxygen@codiceedizioni.it www.oxygenmag.it ©Codice Edizioni. Tutti i diritti di riproduzione e traduzione degli articoli pubblicati sono riservati.
Hanno contribuito a questo numero
Simone Arcagni
Elena Comelli
David Lane
Carmen Monforte
Direttore responsabile di “Closeup”, si occupa di tecnologia e new media per “Nòva - Il Sole 24 Ore” e “Tutto Digitale”. Curatore della View Conference e ricercatore in Storia del cinema, collabora inoltre con la Facoltà di Architettura presso l’Università di Palermo.
Giornalista scientifica specializzata in tema di energia e ambiente, scrive per “Il Corriere della Sera”, “Il Sole 24 Ore”, “Il Giorno”, “Il Resto del Carlino”, “La Nazione”, “Il Mondo”, “Sette” e “Beltel”. Il suo blog è elenacomelli. nova100.ilsole24ore.com.
Antonio Badini
Professore di legge e politica ambientale alla Yale University e direttore del Centro per le imprese e l’ambiente, sempre a Yale. Esty è autore o curatore di nove libri e numerosi articoli sui temi della politica ambientale e dei rapporti tra ambiente e strategie imprenditoriali, competitività, commercio, globalizzazione, governance e sviluppo. Il suo libro più recente e noto è Green to Gold: How Smart Companies Use Environmental Strategy to Innovate, Create Value, and Build Competitive Advantage.
È dal 1994 il corrispondente economico e finanziario dall’Italia per “The Economist”. Laureato in ingegneria elettrica all’Università di Londra, ha frequentato un master in ricerca operativa e scienza manageriale all’Imperial College di Londra. Negli anni Ottanta e Novanta ha scritto estesamente per “Financial Times Energy”, con cui ha pubblicato nel 1995 Italian Electricity: towards privatisation and beyond 2000 e nel 1999 Electricity in Italy. Il suo ultimo libro è Into the Heart of the Mafia: a journey through the Italian South (Profile Books, 2009).
Dal 2003 è redattrice specializzata nel settore energetico del quotidiano economico “Cinco Días” (proprietà di Prisa, il primo gruppo editoriale spagnolo). Dalle pagine del giornale ha seguito puntualmente importanti processi corporativi come la vendita di Endesa a Enel, il dibattito nucleare, la liberalizzazione delle tariffe elettriche e del gas e l’affacciarsi sul mercato delle energie rinnovabili. Nel 2004 ha ricevuto il Premio Petróleo del Club Español de la Energía.
Direttore Generale dell’IDLO – International Development Law Organization dall’aprile 2010, dopo aver prestato servizio presso il Ministero degli Affari Esteri per 37 anni. In precedenza, Badini è stato Ambasciatore italiano in Egitto, Algeria, Norvegia e Islanda. È stato consigliere per diversi primi ministri italiani su questioni che riguardano l’Unione Europea, la diplomazia e gli affari economici, oltre che presidente della Commissione Euro-Med e direttore generale degli affari nel Medio Oriente e nel Mediterraneo per il Ministero degli Affari Esteri.
Pino Buongiorno Vicedirettore del settimanale “Panorama”, è stato inviato speciale, corrispondente dagli Stati Uniti e capo della redazione romana. Di recente ha curato la raccolta di saggi Il mondo che verrà. Idee e proposte per il dopo G8 (Università Bocconi Editore), tradotto anche in inglese.
Daniel Esty
Antonio Galdo Giornalista e scrittore, è una firma del Gruppo Mondadori e in particolare delle testate “Panorama” ed “Economy”. Come editorialista scrive anche per i quotidiani “Il Mattino”, “Il Messaggero” e “Il Corriere Adriatico”. Ha realizzato diversi programmi televisivi e radiofonici per Rai Educational e Radio 2 e lavorato per diversi anni per i programmi di Enzo Biagi. Tra i suoi libri, il più recente è Non sprecare (Einaudi, 2008). Dall’ottobre 2006 al gennaio 2008 ha diretto il quotidiano “L’Indipendente” e dal 2008 cura il portale www.nonsprecare.it.
Giovanni Lelli Ingegnere nucleare, dal 1971 svolge la sua attività professionale in ENEA – Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente (ex CNEN, Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare), dove ha ricoperto vari incarichi nel corso degli anni. È stato ideatore e realizzatore di progetti di ingegneria, autore di rapporti tecnici e articoli ed è titolare di brevetti. Dal 2001 al 2007 è stato Membro della Segreteria Tecnica della Programmazione della Ricerca del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Dal 2008 è coordinatore del Gruppo di esperti del Ministero dello Sviluppo Economico per il rilancio dell’opzione nucleare.
Nicola Nosengo Giornalista scientifico, scrive per “Nature”, “Wired”, “La Stampa”. Ha curato le voci di tecnologia per diverse opere dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Ha pubblicato i libri L’estinzione dei tecosauri – Storie di tecnologie che non ce l’hanno fatta (2003) e, con Daniela Cipolloni, Compagno Darwin – L’evoluzione è di destra o di sinistra?, entrambi pubblicati da Sironi Editore.
Alexander Ochs Nato in Germania, dove ha studiato, è il direttore del Programma sul clima e l’energia del Worldwatch Institute di Washington, organizzazione indipendente di ricerca, riconosciuta dagli esperti di tutto il mondo per le sue analisi accessibili sui temi critici globali. Ochs è anche fondatore e direttore di FACET (Forum for Atlantic Climate and Energy Talks) e senior fellow alla John Hopkins University. Ha avuto molti incarichi come ricercatore e professore a Berlino, Monaco, Princeton e New York.
Stefania Prestigiacomo
Francesco Starace
Mathis Wackernagel
Kandeh K. Yumkella
Laureata in Scienze della pubblica amministrazione e figlia di un imprenditore, ha cominciato a lavorare da giovanissima nell’azienda di famiglia. A 23 anni è stata eletta presidente del Gruppo giovani imprenditori di Siracusa. Dal 1994 è deputato, eletta nelle liste di Forza Italia nella circoscrizione della Sicilia Orientale. Dal 2001 al 2006 è stata Ministro per le pari opportunità e dal maggio 2008 ricopre la carica di Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Ingegnere nucleare, dopo una brevissima esperienza nel nucleare Italiano, ha iniziato una carriera nel campo dell’Ingegneria e Costruzioni di Centrali Elettriche, con ruoli crescenti all’interno di società prima del gruppo GE e successivamente del gruppo ABB. Prima di entrare in Enel nell’autunno 2000, risiedeva in Svizzera ed era responsabile globale per tutte le attività di Vendita e Realizzazione di Centrali CCGT e Turbogas del gruppo ABB e successivamente ALSTOM. In Enel è stato Responsabile della Area di Business Power all’interno della divisione Generazione ed Energy Management dalla sua creazione, successivamente Direttore della Divisione Mercato e attualmente ricopre il ruolo di Direttore della Divisione Energie Rinnovabili e Presidente di Enel Green Power.
Co-fondatore dell’Ecological Footprint e presidente del Global Footprint Network, think-tank internazionale sulla sostenibilità. Promuovendo l’uso dell’Impronta Ecologica, il Global Footprint Network sta lavorando per rendere le limitazioni ecologiche un argomento determinante del decision making. Wackernagel ha lavorato sui temi della sostenibilità nei sei continenti ed è intervenuto in più di cento università. Dal 2011, sarà Frank H.T. Rhodes Class of 1956 visiting professor alla Cornell University. Ha ricevuto vari premi, tra cui un dottorato onorario dalla Università di Berna, lo Skoll Award for Social Entrepreneurship, il 2006 WWF Award for Conservation Merit e il 2005 Herman Daly Award of US Society for Ecological Economics.
È direttore generale della United Nations Industrial Development Organization – UNIDO. Dall’agosto del 2007 è presidente della UN Energy, il meccanismo di collegamento tra le varie agenzie dell’ONU su tematiche energetiche. È anche presidente dell’Advisory Group on Energy and Climate Change istituito dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e formato da esperti e alti dirigenti.
Alessandra Viola
Direttrice per la Grande Cina di The Climate Group di Pechino, è alla guida regionale delle operazioni e dello sviluppo strategico del The Climate Group. Prima di farne parte, è stata direttore responsabile delle operazioni in Cina dell’ENSR. È inoltre alla guida del network mondiale Professional Association for China’s Environment (PACE). Collabora anche con il Board of the Asia-Pacific Roundtable on Sustainable Consumption and Production (APRSCP), lo Standing Committee of Environmental Education Committee of Chinese Society of Environmental Sciences e l’Advisory Committee of Clean Air Initiative.
Leena Srivastava È direttore esecutivo di The Energy and Resources Institute (TERI), un istituto di ricerca independente e non-profit, con sede a Nuova Delhi, che opera nel settore delle energie, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. È stata l’autrice principale del Third Assessment Report dell’Intergovernative Panel on Climate Change.
Giornalista freelance, scrive di scienza per diverse testate italiane e straniere tra cui “L’Espresso”, “la Repubblica”, “Wired” e “Wired UK”, “Il Sole 24 Ore”, e collabora con la Rai come autrice di programmi televisivi. Nel 2008 è stata premiata come miglior giornalista scientifica italiana dalla Fondazione Armenise-Harvard e dall’Unione Italiana Giornalisti Scientifici (UGIS). Realizza reportage e documentari sui temi dell’energia, della ricerca e dello sviluppo sostenibile.
Changhua Wu
Edoardo Zanchini È responsabile nazionale dei settori energia, trasporti e urbanistica di Legambiente e membro della segreteria nazionale. Architetto, è ricercatore e docente di urbanistica all’Università di Pescara. È autore di diversi articoli e pubblicazioni in materia di politiche energetiche, dei trasporti e del territorio.
Editoriale
La contabilità dell’Impronta Ecologica Le decisioni da prendere in un mondo dalle risorse limitate di Mathis Wackernagel
Quando sono nato, il mondo aveva ancora delle consistenti riserve ecologiche. Il genere umano poteva vivere di rendita grazie alla natura – sfruttava le risorse e produceva CO2 a un ritmo che il Pianeta riusciva a reggere, rigenerando le une e riassorbendo l’altra. Intorno al 1980, il ritmo della domanda umana di servizi ecologici cominciò a superare quello a cui la natura riusciva a fornirli. Oggi, in meno di nove mesi chiediamo la quantità di servizi ecologici che il Pianeta impiega un anno intero a rigenerare. Come facciamo a saperlo? Al Global Footprint Network calcoliamo la “biocapacità”, cioè la quantità di risorse che il Pianeta rigenera, e la confrontiamo con la domanda umana, misurata in base all’Impronta Ecologica, cioè la quantità di superficie terrestre e marina necessaria a produrre le risorse che consumiamo e ad assorbire le nostre scorie (le emissioni di CO2 ne costituiscono la fetta più grossa). Tenere la contabilità dell’Impronta Ecologica significa pensare come un agricoltore: quant’è grande la nostra cascina? Quanta terra e quanti animali ci occorrono per vivere e per tutto quello che usiamo? Questo conteggio funziona come una specie di “estratto conto” del Pianeta – e secondo il saldo attuale siamo gravemente in rosso. Per sostenere il nostro consumo, abbiamo liquidato le scorte e permesso al biossido di carbonio di accumularsi nell’atmosfera. Il cambiamento climatico, l’estinzione delle specie, il rimpicciolimento delle foreste, il crollo delle zone pescose, il ritiro dell’acqua dolce sono tutti dei chiari segnali: abbiamo raggiunto il limite di spesa in disavanzo. La buona notizia è che si può ancora cambiare, e coloro che forniscono le strategie, le tecnolo-
gie, i prodotti e i servizi che sostengono la transizione verso la sostenibilità saranno in netto vantaggio. Al Global Footprint Network lavoriamo con i governi e le imprese per mettere i limiti ecologici al centro delle strategie e delle decisioni, a tutti i livelli. L’Impronta ci dà una misura delle emissioni carboniche, ma coglie anche altri elementi della domanda umana, come la nostra pressione sulle risorse alimentari, la quantità di risorse viventi necessarie per fabbricare i beni che consumiamo e la quantità di terra che sottraiamo al ciclo produttivo per lastricarla di strade e di case. Ma l’Impronta opera anche a un livello più profondo. Infatti fornisce il contesto delle domande che dobbiamo porci se vogliamo riformare il nostro sistema economico: le nostre innovazioni vengono attuate a una velocità e su una scala di grandezza sufficienti per invertire le tendenze attuali? Se così non è, cos’altro dobbiamo fare? Il “diritto allo sviluppo” o il diritto al collasso?
Spesso sentiamo i capi di governo e gli imprenditori lamentarsi perché, secondo loro, il “diritto allo sviluppo” e a una crescita economica costante è indissolubilmente legato alla possibilità continuativa di utilizzare le risorse naturali e di emettere CO2. Ma se li ascoltassimo, più che il diritto allo sviluppo perseguiremmo il diritto al collasso. Pensate che, anche se stiamo già vedendo gli effetti della domanda umana di servizi ecologici, le attuali tendenze demografiche e di consumo continuano a far salire la curva della domanda umana. In base alle proiezioni dell’ONU, la popolazione mondiale potrebbe toccare i nove miliardi intorno alla metà
007
del secolo. Molti paesi hanno una media di Impronta Ecologica che è troppo bassa per soddisfare i bisogni minimi di alimentazione, alloggio e igiene. In quei paesi, il consumo delle risorse probabilmente dovrà aumentare per consentire a segmenti più ampi della popolazione di uscire dalla povertà. Aggiungete questa possibilità allo stile di vita dei paesi industrializzati – che sfruttano in modo estremamente intensivo le risorse e che hanno un’Impronta pro capite significativamente più alta della media mondiale – e presto potremmo raggiungere un livello di domanda che sarebbe fisicamente impossibile da sostenere. Poi c’è il problema del cambiamento climatico. Per realizzare l’obiettivo stabilito dai leader dei G20 di limitare il cambiamento climatico a due gradi Celsius è risaputo che ci vorrà perlomeno un po’ di combustibile proveniente delle risorse biologiche, e questo metterà ulteriore pressione sulla biocapacità. Se non concordiamo una posizione comune sul clima e il carbonio atmosferico aumenterà ancora, la biocapacità sarà sottoposta a una pressione ancora maggiore. Senza un forte accordo sul clima, la pressione sui servizi ecologici s’intensificherà più in fretta e l’accesso a quei servizi diventerà sempre più imprevedibile. Investire in opportunità invece che in vicoli ciechi
Il sistema umano possiede una grande inerzia. La strada che seguiamo oggi è stata determinata in larga parte da scelte che risalgono a molti anni fa – scelte come le centrali elettriche, le piante urbanistiche, le linee ferroviarie, la dimensione demografica, le costruzioni. Un’infrastruttura umana può sopravvivere cinquanta, addirittura cent’anni. Siccome prendia-
mo delle decisioni che determineranno i nostri schemi di domanda ecologica nel lontano futuro, dobbiamo chiederci – o sollecitare i nostri leader a chiedersi – se stiamo investendo in opportunità o in vicoli ciechi. Date le tendenze delle risorse, i materiali necessari a sostenere le nostre economie e i nostri stili di vita saranno più abbondanti o più scarsi? Più facilmente disponibili o più soggetti a interruzioni nella fornitura? In un mondo dove l’umanità riusciva a vivere di quel che la natura generava ogni anno potevamo permetterci di non preoccuparci del nostro budget ecologico. Ma oggi ci troviamo in un mondo che ha delle costrizioni ecologiche e dove le regole del gioco sono diverse. In questo mondo, i governi e le imprese che riusciranno a riorganizzare le loro economie così da renderle sane e robuste pur restando entro i limiti ecologici saranno in grado di affrontare il futuro. Quelli invece che aspetteranno, lasciando ad altri la guida, limiteranno, o metteranno addirittura a rischio, la loro capacità di ristrutturarsi in tempo e di farcela nonostante le costrizioni ecologiche. Avere dei buoni parametri è fondamentale per prendere le decisioni che ci consentiranno di gestire in modo efficace i nostri beni ecologici. Al Global Footprint Network, il nostro approccio è di invitare le città, i Paesi e le imprese a diventare molto meno dipendenti dalle risorse, così da prosperare, invece che fallire, in un futuro ecologicamente limitato. E, nel preparasi al loro futuro, prenderanno dei provvedimenti che contribuiranno a garantire un mondo sostenibile per tutti. http://www.footprintnetwork.org/it
oxygen 11 – 10.2010
Passepartout
Renewable World
a cura di Livia Dall’Agata
La produzione elettrica rinnovabile nel 2008
Green mix 2008 86,3% 0,01% 5,9% 0,3% 5,7% 1,7%
Spazio al verde 2008 2007 2006 2005 1998
0
TWh rinnovabili prodotti 3.763 3.597 3.479 3.330 2.795
450
900
crescita dal 1998 al 2008:
+ 35%
4500
1350
1800
3600
3150
2250 2700
Fonti dei dati: Observ’ER – Worldwide electricity production from renewable energy sources 2009
BP Statistical Review of World Energy – June 2010
Acqua Mari e Oceani Biomasse Fotovoltaico Vento Geotermia
Passepartout — Renewable World
Geotermia: crescita a tutto calore 0
MW totali installati 10.710 9.080 8.160
2009 2005 2000
Top 5 Mondiale I primi cinque paesi per MW installati (in % sul totale mondiale) sono: USA 29% Filippine 18% Indonesia 11% 9% Messico Italia 8%
1500
3000
crescita dal 2000 al 2009:
+ 31%
13500
4500
6000
12000
10500
7500 9000
Fotovoltaico: boom solare 0
MW totali installati 22.929 5.266 1.426
2009 2005 2000
3000
6000
crescita dal 2000 al 2009:
+ 1.508%
27000
9000
12000
24000
21000
15000 18000
Eolico: eolo in salita libera MW totali installati 160.084 59.398 18.450
2009 2005 2000
0 20000
40000
crescita dal 2000 al 2009:
+ 768%
180000
60000
80000
160000
140000
100000 120000
Top 5 Mondiale I primi cinque paesi per MW installati (in % sul totale mondiale) sono: USA 22% Cina 16% 16% Germania 12% Spagna 7% India L’Italia è al 6° posto della classifica mondiale con il 3% della potenza globale.
Top 5 Mondiale I primi cinque paesi per MW installati (in % sul totale mondiale) sono: 42% Germania 15% Spagna 11% Giappone 7% USA 5% Italia
oxygen 11 – 10.2010
Il 90% dell’Islanda si scalda con il calore della Terra che copre anche il 25% della produzione nazionale di energia elettrica.1
Il Belgio installa + 411% di potenza fotovoltaica solo nel 2009 e, con 363 MW, il 9° posto della classifica mondiale è suo.4
Solo 24 Paesi del mondo usano la geotermia per produrre energia elettrica. Sui 10,7 GW installati, il 29% è rappresentato dalle 77 centrali degli USA.4 Deserto del Mojave, California. Caldo immobile? Non proprio: i più grandi impianti a concentrazione solare del mondo sono al lavoro qui già dal 1984.
Il Pianeta Terra chiude il 2009 con 1230 GW di potenza rinnovabile installata: le fonti verdi coprono il 26% della potenza mondiale, le fonti fossili il 66% e il nucleare l’8%. Il 34% della potenza totale è quindi a zero emissioni di CO2.1
2009: in Italia la potenza fotovoltaica cresce del 159% e raggiunge 1,2 GW. Il Bel Paese sale sul 5° gradino della classifica mondiale.4
Brasile: dei 76 miliardi di bioetanolo prodotti nel 2009, 41 sono a stelle e strisce e 26 da… Seleção Brasileira.1
Dopo la mastodontica centrale idroelettrica delle Tre Gole in Cina, viene la centrale di Itaipu sul fiume Paranà, al confine tra Brasile e Paraguay: ha un bacino di 1460 km2, cioè 4 volte il lago di Garda.4
Anche nel 2009 il vento ha spazzato via tutte le altre fonti: in UE, su oltre 26 nuovi GW istallati, ben 10 (39%) erano eolici.3
Dalla Cina con 226 GW, passando per USA, Canada e Brasile, fino al Giappone con 56 GW: ecco i 5 Paesi con più greenpower installato*.1 In alcuni Paesi il contributo delle fonti rinnovabili* sul totale dell’energia prodotta raggiunge percentuali molto elevate; i primi al mondo sono: Austria (71%), Venezuela (73%), Colombia (79%), Brasile (84%), Costa Rica (93%), Camerun (94%), Etiopia (99%), Norvegia (99%) e Islanda (100%).2
*grande idro incluso
Fonti dei dati: Tutti i dati sono relativi al 2009 e provengono dalle seguenti fonti: 1 Renewable Energy Policy Network for the 21st Century 2 Observ’ER; 3 European Wind and Energy Association (EWEA) 4 BP Statistical Review of World Energy.
Passepartout — Renewable World
Germania solare con 9,6 GW fotovoltaici installati sui 23 mondiali. In altre parole il 42% dei pannelli fotovoltaici del mondo parla tedesco.4
In Repubblica Ceca il sole si vede benissimo: nel 2009 il fotovoltaico è cresciuto del 761%. Senza paragoni.4
Etiopia e Kenya fanno parte dei 24 Paesi che trasformano il calore della Terra in energia elettrica.4
I venti e 10 GW di pale regalano all’India il 5° posto nella classifica mondiale dei Paesi con più potenza eolica installata.3
Cina 2009 spiazza tutti: installa 37 nuovi GW all green e raggiunge 226 GW rinnovabili*. Made in China per il 30% delle turbine eoliche e per il 77% dei collettori termici venduti nel mondo.1 Cina a vele spiegate: con una crescita del 113% lascia il 2009 con 25,8 GW eolici installati e supera, anche se di poco, la Germania che slitta al 3° posto della classifica mondiale. Gli USA, leader con 35 GW totali, iniziano a guardarsi alle spalle.4
Filippine e Indonesia a tutta geotermia: con 1,9 e 1,2 GW installati si aggiudicano l’argento e il bronzo della classifica mondiale.4
Il vento soffia sui 160 GW installati in tutto il mondo. Il 47% si trova in Europa: qui solo Cipro, ex-Yugoslavia, Islanda, Liechtenstein, Malta e Slovenia non hanno pale eoliche da far girare.4 I parchi off-shore sono made in North-Europe: 828 pale per 2 GW totali di potenza girano al largo di Regno Unito, Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Germania, Belgio, Irlanda, Finlandia e Norvegia.3 L’UE, con Francia e Germania in testa, produce il 52% del biodiesel mondiale che è passato dai 10 miliardi di litri del 2007 ai 17 miliardi del 2009.4
“Oh Sole nostro” splende sull’UE: con 16.000 MW installati a fine 2009 copre il 70% della potenza fotovoltaica mondiale. Un grazie a Germania, Spagna, Italia, Repubblica Ceca, Francia e Belgio, tutti nella Top10 mondiale dei Paesi con più potenza installata.4
UE: il 18% dell’energia elettrica che usiamo è rinnovabile. La fonte più produttiva è l’acqua, seguita da vento e biomasse. Poi spazio a sole, geotermia e anche all’energia prodotta da onde e correnti del mare.2
011
Intervista a Stefania Prestigiacomo
Economia (bianca, rossa e) verde
di Pino Buongiorno fotografie di Eric Sander
Un’intervista a tutto campo a Stefania Prestigiacomo, in cui il Ministro dell’Ambiente racconta a Oxygen quali sono le opportunità per l’Italia rispetto alle energie rinnovabili, quali i progetti di sviluppo e le ricadute occupazionali ed economiche, quali le criticità e i problemi da affrontare. Senza dimenticare la questione del nucleare...
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«Cos’è la green economy? Sbagliano coloro che la considerano l’economia dell’ambiente. È invece l’economia sostenibile, che nel terzo millennio non è affatto un’opzione, ma l’unica possibile su cui scommettere». Nel suo ufficio, all’EUR a Roma, Stefania Prestigiacomo, 43 anni, siracusana, Ministro dell’Ambiente dal maggio 2008, non aspetta nemmeno che io le faccia la prima domanda di rito. Messa così, si può essere ancora increduli sul business verde? Il ministro se lo chiede a voce alta pensando a coloro che parlano di un mito e non di una realtà. «Agli scettici rispondo così», prosegue infervorandosi. «Io sono convinta che per mio figlio, che oggi ha 10 anni, quando avrà 15 o 20 anni sarà la normalità. Noi abbiamo un dovere anche etico di conservare il nostro Pianeta per le future generazioni». Si capisce al volo che per la Prestigiacomo fare il Ministro dell’Ambiente, dopo la lunga esperienza alle Pari opportunità, dal giugno 2001 al maggio 2006, «è il mestiere più bello che mi potesse capitare». E ne spiega la ragione fondamentale: «La sfida ambientale è una delle più avvincenti e appassionanti. Voglio solo ricordare che, fra gli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite, quello dello sviluppo sostenibile, assieme alla lotta alla povertà e alla fame nel mondo, è uno dei pilastri su cui il mondo
deve confrontarsi». Tanta passione potrebbe farla passare per una “eco-pasdaran”. Niente di più fuorviante. Stefania Prestigiacomo si definisce «un’ambientalista pragmatica». Lo è per carattere, per convinzione e anche perché – afferma – «il realismo applicato all’ambiente mette fine a quell’ideologismo che, estremizzando la causa per lucrare consensi, ha provocato solo danni. Ovunque nel mondo i movimenti verdi hanno caratteristiche sia di destra sia di sinistra. Diciamo che sono bi-partisan e trasversali. È invece una peculiarità tutta italiana quella di considerare l’ambientalismo appannaggio solo della sinistra. Per fortuna questa convinzione sta per finire anche perché l’ecologismo radicale non ha prodotto minimamente la tutela dell’ambiente. Ha frenato sicuramente lo sviluppo. Basta guardare l’esempio della Campania, dove il no al termovalorizzatore ha fatto sì che si aprissero decine e decine di discariche abusive. Ebbene: la discarica fa un danno al territorio centomila volte superiore a quello di un modernissimo impianto di termovalorizzazione, che trasforma i rifiuti in energia e ha un impatto minimo sull’ambiente circostante». Riesco a frenare a malapena questo soliloquio. E così l’intervista vera e propria può cominciare.
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Mi dice in poche parole cos’è la sfida energetica, di cui tanto si parla e poco si sa in concreto? È la sfida democratica per eccellenza. Tutti i governi occidentali hanno obiettivi che, indipendentemente dal fallimento del summit di Copenaghen, sono ormai comuni: ovvero convertire il proprio sistema produttivo, ridurre le emissioni di CO2 e investire nelle energie rinnovabili. Il mix energetico scelto dall’Italia è lo stesso su cui stanno puntando moltissimi paesi, a cominciare dagli Stati Uniti. E cioè una quota, purtroppo ancora alta, pari al 50%, delle fonti fossili tradizionali, perché comunque sono al momento le più economiche, convenienti e competitive; una quota del 25% di fonti rinnovabili; e una, sempre del 25%, di nucleare. In Italia dobbiamo fare di più, perché l’obiettivo delle fonti rinnovabili va raggiunto a breve: già entro il 2020 dobbiamo passare dall’attuale 7-8% alla soglia del 17%. Ci stiamo provando, pur fra
difficoltà e ritardi, ma i dati dell’anno scorso ci confortano perché dimostrano che siamo il secondo paese, dopo la Germania, ad aver prodotto il maggior incremento di fonti pulite.
possono essere in tutti i settori, tanto più in quelli agevolati dallo Stato perché creano appetiti formidabili. In realtà bisogna aumentare i controlli soprattutto nel Mezzogiorno.
Già, la Germania. Virtuosa anche in questo campo oltre che nell’essere il motore dell’economia europea nel post-crisi. È paradossale pensare che i tedeschi abbiano il primato del fotovoltaico quando noi siamo il paese del sole. In Italia paghiamo soprattutto la grande demagogia che c’è attorno all’eolico, che deturperebbe l’ambiente e sembrerebbe la causa del malaffare, delle collusioni con le organizzazioni criminali e mafiose.
A chi spetterebbero? Alle Regioni. Questo è un aspetto che ha frenato lo sviluppo dell’eolico anche perché la burocrazia regionale stenta a concedere le autorizzazioni.
Per la verità lo ha denunciato di recente anche il ministro dell’economia Giulio Tremonti. Giulio è stato un po’ troppo tranchant. Purtroppo le infiltrazioni mafiose ci
Ci sono imprenditori che denunciano tempi lunghi, addirittura due o tre anni. Dietro a questi ritardi non c’è solo la cronica lentezza burocratica del nostro apparato pubblico. Spesso sono stati ritardi creati ad arte. Soprattutto all’inizio, quando è scoppiato il boom delle rinnovabili. In quel caso si è voluto favorire qualcuno rispetto ad altri. Non dimentichiamo che in Sicilia è scoppiato lo scandalo delle autorizzazioni che venivano vendute a fior di quattrini. Ma tutto questo non può cri-
Intervista a Stefania Prestigiacomo
In Italia dobbiamo fare di più, perché l’obiettivo delle fonti rinnovabili va raggiunto a breve: già entro il 2020 dobbiamo passare dall’attuale 7-8% alla soglia del 17%. Ci stiamo provando, pur fra difficoltà e ritardi, ma i dati dell’anno scorso ci confortano perché dimostrano che siamo il secondo paese, dopo la Germania, ad aver prodotto il maggior incremento di fonti pulite.
minalizzare l’intero settore delle rinnovabili. Semmai deve criminalizzare una classe dirigente che non è stata attenta e che ha rilasciato autorizzazioni a chi non ha collegato nemmeno gli impianti alla rete. A quel punto sì che il danno è doppio. È sia paesaggistico sia truffaldino ai danni dello Stato.
gli incentivi hanno efficacia se hanno una scadenza. Ma qui stiamo parlando di incentivi particolari perché occorre avere bene in mente che il problema principale delle rinnovabili è uno solo: dobbiamo attendere che la ricerca scientifica a livello mondiale risolva la questione del costo dell’investimento.
imprenditori e i privati che avevano progettato grossi investimenti sulle energie rinnovabili si sono sentiti traditi. Perché avviene tutto questo? Beh, alla fine sono rimasti in vigore anche perché i certificati verdi e quelli bianchi sono un forte incentivo per gli investimenti delle imprese.
A quanto ammonta il business dell’economia verde? È stato stimato che il solo giro d’affari che ruota attorno alle fonti d’energia rinnovabile in Italia è di 6-7 miliardi di euro l’anno. Di sicuro è un business imponente. Noi ci stiamo attrezzando per sviluppare la cosiddetta “filiera” perché, fino a oggi, molte componenti per le pale eoliche e il solare non sono prodotte in Italia. Dobbiamo essere competitivi anche da questo punto di vista. Ma per far questo occorre che i contributi statali si stabilizzino. Purtroppo le leggi finanziarie minacciano costantemente gli aiuti. So bene che
Quanti posti di lavoro si possono creare? A oggi si stima che le rinnovabili occupino circa 150.000 addetti. Ma è un dato in crescita e questi sono settori di mercato in molti casi totalmente nuovi. I posti di lavoro sono aggiuntivi rispetto a quelli tradizionali. Non solo: si stanno creando figure imprenditoriali del tutto inedite.
Non è che molti suoi colleghi la lasciano spesso sola a combattere le battaglie ecologiste? È vero: non sempre abbiamo dato segnali forti di credere nella sfida ambientale. In parte questo è dovuto alla crisi economica che abbiamo vissuto e che ha costretto l’esecutivo a stabilire un ordine di priorità. In parte siamo stati un po’ troppo realisti nel senso che abbiamo detto la verità quando altri governi, a cominciare dall’amministrazione di Barack Obama, si sono vantati di essere all’avanguardia nel business verde e poi tutte le iniziative legislative che promettevano rivolu-
In sua assenza in Consiglio dei Ministri, perché lei aveva impegni all’estero, hanno cercato di farle qualche sgambetto, come quando è stata proposta l’eliminazione dei certificati verdi. Gli
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Altri governi, a cominciare dall’amministrazione di Obama, si sono vantati di essere all’avanguardia nel business verde e poi tutte le iniziative legislative che promettevano rivoluzioni energetiche si sono impantanate nei parlamenti. Il guaio è che le risorse pubbliche, soprattutto in tempo di crisi, sono quelle che sono. Ecco perché da tempo sostengo che occorre avvalersi anche dei fondi privati e del mercato. 016
zioni energetiche si sono impantanate nei parlamenti. Il guaio è che le risorse pubbliche, soprattutto in tempo di crisi, sono quelle che sono. Ecco perché da tempo sostengo che occorre avvalersi anche dei fondi privati e del mercato. Fra i primi atti di governo, il neo-premier del Regno Unito David Cameron ha lanciato l’idea di una “banca verde” per finanziare le energie rinnovabili. In Italia chi potrebbe svolgere questo ruolo? Bisogna coinvolgere di più la Cassa Depositi e Prestiti. Ci credo molto. Stiamo non solo ragionando su questa possibilità. Con la Cassa abbiamo cominciato a realizzare progetti e iniziative per incrementare l’economia verde. Abbiamo già attivato un fondo di rotazione di 600 milioni di euro per gli investimenti che metteranno in moto tre miliardi di euro per tutto il settore energetico. Sul fotovoltaico l’Italia non rischia di
diventare solo un centro di distribuzione di prodotti realizzati all’estero e di non crearne di propri e originali? Per la verità abbiamo da poco inaugurato a Priolo Gargallo, in Sicilia, il progetto Archimede, che nasce da un’idea del professor Carlo Rubbia e viene sviluppato dall’Enel. Punta a risolvere il grande problema dell’energia prodotta dal sole, e cioè la sua conservazione. Quello di Priolo è il primo impianto al mondo a sperimentare questa tecnologia termodinamica con l’uso di sali minerali. Non mi fascerei la testa né mi fustigherei troppo. L’Italia sta comunque investendo nella ricerca, tenendo però conto che questa ha i suoi tempi. Affrontiamo la questione più spinosa. La terza quota di quel mix energetico virtuoso di cui parlava all’inizio della nostra conversazione: il nucleare. Anche qui, mi sembra che ci siano ritardi rispetto alla tabella di marcia stabilita dal governo.
La mancata nomina del Ministro dello Sviluppo Economico sicuramente ha rallentato il programma. Quanto a questo ministero, che ha al suo interno l’Agenzia nucleare, mi sono battuta per una soluzione di grande prestigio e anche bipartisan. Si riferisce alla nomina del professor Umberto Veronesi a presidente dell’agenzia? S’invoca tanto il dialogo fra maggioranza e opposizione, ma poi alla fine lo si fa solo in maniera strumentale. Nel caso di Veronesi, sul cui nome si è spaccata l’opposizione, lo si è visto assai bene. La sfida nucleare è una sfida di modernizzazione del Paese. Rientrare nel nucleare è un passaggio fondamentale, ma anche delicato per l’Italia. Non possiamo più fare gli ipocriti. Noi paghiamo l’energia molto di più di altri paesi mentre, se produciamo una quota significativa di energia con il nucleare, potremmo dare una
Intervista a Stefania Prestigiacomo
spinta di competitività alle imprese, che varrebbe dieci finanziarie. La seconda ragione della scelta obbligata è che non ha senso e non è giusto importare energia, per esempio, dalla Francia, prodotta dal nucleare, solo perché è fuori dai nostri confini. Se malauguratamente dovesse succedere un incidente gli effetti li sentiremmo anche noi. Terzo: bisogna essere seri e assumersi le proprie responsabilità. Il 2011 sarà l’anno del nucleare italiano? Dipende molto dalla continuazione della legislatura. Se andremo avanti il programma riprenderà in modo serrato. Credo comunque che la prima pietra non riusciremo comunque a porla in questa legislatura anche perché sono necessari due anni, forse due anni e mezzo per l’iter delle autorizzazioni. Va ricordato che non è il governo a stabilire i siti. Il governo fissa solo le regole di sistema. Tocca poi ai privati, che vorranno realizzare gli impianti, proporre
le aree. Io mi auguro che questo passaggio possa essere gestito non in maniera demagogica, ma con il consenso delle popolazioni. In questi mesi abbiamo assistito a una cacofonia di interventi. Alcuni governatori della maggioranza di governo, come quello del Piemonte, hanno detto che avrebbero accettato i siti; altri, come il presidente del Veneto, hanno minacciato ferro e fuoco. Questo è il risultato della perenne campagna elettorale che viviamo. Molte dichiarazioni sono dettate proprio dalla demagogia pre-elettorale. Bisogna invece fare una campagna di informazione molto seria e completa sull’intera questione, sulle reali conseguenze per un territorio, sulla convenienza occupazionale e sulle ricadute industriali. E anche sulle scorie e sulla sicurezza, perché non si deve mai dare l’impressione di fare propaganda di regime. Io mi chiedo: come mai in Francia ci sono
70 centrali nucleari e non è scoppiata nessuna rivoluzione? Negli Stati Uniti c’è addirittura la competizione fra i diversi territori per chi deve ospitare un impianto rispetto al vicino. Ci sono le condizioni per far convergere sulla scelta nucleare anche le opposizioni? È l’unica cosa da fare. Per fortuna, all’interno dell’opposizione c’è un fronte, che si sta allargando, convinto della necessità di sposare il nucleare. Penso al Forum, presieduto da Chicco Testa, ex presidente dell’Enel ed esponente verde di vecchia data. Quello potrebbe essere il luogo del dialogo fra maggioranza e opposizione. Ma non mi faccio troppe illusioni se penso alle dichiarazioni di alcuni governatori di sinistra che non vedono l’ora di ripetere sul nucleare le battaglie stile No TAV. Battaglie deleterie che hanno solo ritardato di dieci anni gli investimenti che l’Italia poteva fare assai prima.
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«Il nostro impegno è orientato allo sviluppo in un settore ad alta crescita che contribuiremo a rendere sostenibile non solo da un punto di vista ambientale, ma anche economico, in maniera da rendere disponibile la grande offerta di risorse naturali per un numero sempre più vasto di consumatori». Presente e futuro di Enel Green Power, società del Gruppo Enel dedicata all’energia da fonti rinnovabili.
di Francesco Starace
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Le fonti rinnovabili hanno vissuto negli ultimi anni una crescita senza precedenti, grazie all’avanzamento tecnologico, alla crescente preoccupazione per l’eccessiva dipendenza da fonti fossili e al forte sostegno politico presente in tanti Paesi. Alla fine del 2009 la capacità totale installata a livello mondiale era di 1230 GW. Le stime più caute ci dicono che entro il 2020 si potrà avere un ulteriore aumento di 600 GW e quelle ottimistiche parlano di una crescita di 1800, che porterebbe il mondo a più che raddoppiare in 10 anni la capacità installata dall’inizio dello sviluppo industriale a oggi. A questo si aggiunga che negli ultimi anni ogni stima, anche la più ottimistica, è sempre risultata essere in difetto. A “tirare” questo sviluppo delle rinnovabili è stata sino a pochi anni fa soprattutto l’Europa. Lo sviluppo si articola ormai su scala globale e la crescita si registra in maniera diffusa in tutti i continenti, nelle Americhe, in Asia, e perfino in Africa e Oceania. La crescita avviene ancora su tutte le tecnologie, a dimostrazione della disponibilità di risorse rinnovabili molto articolata e diffusa in tutto il mondo. Già oggi, idroelettrico, eolico e geotermia possono essere considerate fonti mature, con costi
di produzione certamente legati alla disponibilità della risorsa, ma comparabili al costo di produzione da fonti tradizionali. Il solare si articola su parecchi fronti di sviluppo tecnologico che stanno progressivamente arrivando alla maturità, beneficiando di un impiego sempre più esteso su scala industriale e replicando, nel caso eclatante del fotovoltaico, andamenti di costo decrescente già osservati nell’elettronica di largo consumo, grazie alla tensione congiunta creata dalle economie di scala derivanti da una crescente domanda e dalle attività di ricerca e sviluppo. La progressiva accelerazione nella penetrazione a tutti i livelli e in tutto il mondo delle energie rinnovabili è direttamente legata al crescente successo nello sforzo di ricerca della competitività nei costi. Questo porterà a piena maturità industriale anche le fonti rinnovabili più recenti. Le rinnovabili potranno dare un forte contributo, rendendo il sistema energetico europeo meno dipendente da fonti fossili importate, più sicuro e competitivo e ambientalmente sostenibile in linea con i target comunitari. La volatilità che è da sempre associata all’utilizzo spinto di fonti fossili crea situazioni di grave incertezza che rendono inattendibili le previsioni sull’andamento dei costi dell’energia a medio
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e lungo termine. Il crescente ricorso alle fonti rinnovabili contribuisce a ridurre e progressivamente eliminare questa incertezza. Costi dell’energia stabili e prevedibili a lungo termine sono fondamento di vere politiche di sviluppo di cui in Europa si sente bisogno da tempo. Quanto al settore industriale delle energie rinnovabili, si stanno creando le condizioni affinché aumenti il numero di aziende che già oggi operano nel settore, creando una vera e propria filiera industriale. Certamente lo sviluppo delle rinnovabili costituirà ancor di più uno stimolo alla crescita se si riuscirà a sviluppare una vera e propria filiera industriale lungo tutta la catena del valore, dalla produzione di componenti in loco alla costruzione e manutenzione delle centrali. In questo contesto di crescita si colloca Enel Green Power, la società del Gruppo Enel dedicata allo sviluppo e alla gestione delle attività di generazione di energia da fonti rinnovabili a livello internazionale, presente in 16 paesi in Europa e nel continente americano. Enel Green Power è leader di settore grazie a 20,9 miliardi di chilowattora prodotti da acqua, sole, vento e calore della terra, in grado di soddisfare i consumi di oltre sette milioni di famiglie ed evitare ogni anno oltre 14 milioni di tonnella-
te di emissioni di anidride carbonica. Con una capacità installata di circa 5800 MW, Enel Green Power è tra le prime realtà nel mondo con un business integrato nel settore delle fonti rinnovabili di energia. Il piano industriale, che prevede una crescita importante per i prossimi anni, poggia su una consistente pipeline di progetti differenziati per regione e tecnologia e pronti a trasformarsi in impianti da connettere alla rete. La forza di Enel Green Power si basa su una solida posizione di partenza, fondata su un mix di asset produttivi che garantiscono flussi di cassa sicuri e robusti, con scarsa dipendenza da meccanismi incentivanti. Il futuro è in funzione di una altrettanto solida strategia di crescita che tiene conto della peculiare modalità di espansione delle energie rinnovabili: come osservato in precedenza, le rinnovabili crescono in tutte le tecnologie e in tutte le aree del mondo. Su queste direttrici si delinea l’attività di Enel Green Power, che utilizza il patrimonio di conoscenza in tutte le tecnologie di cui dispone, unendolo alla grande diversificazione geografica, cogliendo al meglio tutte le migliori opportunità di sviluppo nel grande mondo delle energie rinnovabili.
1, 3 Manifestazioni geotermiche naturali – Parco delle Biancane, Grosseto. 2 Centrale geotermica di San Martino, Grosseto.
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La strategia della differenziazione e copertura di tutti i diversi segmenti di interesse trova un’ulteriore applicazione nella società Enel.si. Questa costituisce l’anima retail di Enel Green Power e, attraverso una rete di oltre 500 franchise in Italia, si occupa di soluzioni “chiavi in mano” per il fotovoltaico di piccola e media taglia e di altre forme di generazione distribuita da rinnovabili (mini-eolico, pompe di calore geotermiche, solare-termico) per il mercato domestico e delle piccole e medie imprese. Enel.si fornisce inoltre soluzioni rispetto all’efficienza energetica, a tutti i livelli e in forma integrata con le soluzioni di produzione distribuita. La crescita esponenziale di istallazioni di impianti di piccola e media taglia dimostra la reale dimensione e attrattività di questo segmento di mercato. Coerentemente con la strategia di copertura di tutta la filiera industriale, Enel Green Power ha siglato con Sharp e STMicroelectronics un accordo finalizzato alla realizzazione della più grande fabbrica di pannelli fotovoltaici in Italia. L’impianto sarà costruito a Catania e produrrà pannelli a film sottile a tripla giunzione destinati a soddisfare la domanda dei più promettenti mercati del solare della regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa).
Rispetto ai normali pannelli fotovoltaici al silicio, quelli a film sottile sono in grado di mantenere un livello elevato di efficienza energetica nella conversione anche in climi molto caldi e sono anche meno esposti alle variazioni del prezzo del silicio grezzo, dato il minore utilizzo del minerale. È intenzione di Enel Green Power sviluppare anche tecnologie di avanguardia, come ad esempio il solare termodinamico e la geotermia a bassa entalpia, portandole nel minor tempo possibile a una maturità tecnologica e alla competitività rispetto alle fonti più consolidate. Il nostro impegno è orientato allo sviluppo in un settore ad alta crescita che contribuiremo a rendere sostenibile non solo da un punto di vista ambientale, ma anche economico, in maniera da rendere disponibile la grande offerta di risorse naturali per un numero sempre più vasto di consumatori. Per questo motivo il Gruppo Enel ha deciso di collocare sul mercato una quota di minoranza delle azioni di Enel Green Power.
SIAMO GIÀ DOVE VOLETE ANDARE. IN UN FUTURO SOSTENIBILE.
DA ENEL, ENEL GREEN POWER. LEADER MONDIALE NELLE ENERGIE RINNOVABILI. Enel Green Power è la società di Enel dedicata all’energia prodotta da fonti rinnovabili. Con impianti operativi in 16 paesi del mondo e una capacità di generazione di energia da vento, sole, acqua e calore della terra pari a oltre 20 miliardi di kWh, Enel Green Power è leader mondiale. Ogni anno evita l’emissione in atmosfera di circa 14 milioni di tonnellate di CO2*, un risultato destinato a crescere perché Enel Green Power continuerà ad andare verso un futuro sempre più sostenibile. Proprio nella stessa direzione dove volete andare anche voi. www.enel.com *Fonte: Bilancio di sostenibilità 2009.
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Nicolò Minerbi/LUZphoto
Il futuro verde dell’Europa
di Antonio Galdo
La recente Road Map della European Climate Foundation indica con chiarezza gli obiettivi energetici dell’Europa del futuro: 5000 chilometri quadrati di pannelli solari, 100.000 turbine eoliche, 200 milioni di auto elettriche, 100 milioni di pompe di calore, 100 nuovi impianti nucleari. Ma sulla strada che porta al 2050 ci sono tre incognite da affrontare: gli incentivi governativi, la rete elettrica e il peso dell’opinione pubblica.
Il sogno dell’Europa verde è scolpito nella Road Map 2050 preparata dalla European Climate Foundation: 5000 chilometri quadrati di pannelli solari, 100.000 turbine eoliche, 200 milioni di auto elettriche, 100 milioni di pompe di calore, 100 nuovi impianti nucleari. Quarant’anni per cambiare il volto dell’Europa energetica, uscire dalla trappola delle fonti fossili e innanzitutto dall’insostenibile dipendenza dal petrolio, creare nuove opportunità di sviluppo economico e milioni di posti di lavoro. Utopia a parte, la strada a favore delle energie sostenibili è ormai tracciata, con un percorso obbligato che tiene conto di diversi fattori in campo. Soltanto attraverso una forte spinta alle energie rinnovabili, infatti, è possibile raggiungere allo stesso tempo gli obiettivi strategici di riduzione dell’inquinamento, miglioramento del quadro climatico, autosufficienza energetica. Tutto ciò in un quadro mondiale nel quale è destinata a crescere, ovunque, la fame di elettricità. La produzione totale – secondo l’Annual Energy Outlook 2010 dell’Energy Information Administration statunitense – dovrebbe salire dai 3950 miliardi di kilowattora previsti per quest’anno a oltre 5000 miliardi all’orizzonte del 2035.
La Commissione Europea stima che, se verrà mantenuto il trend di sviluppo economico e sociale attuale, l’aumento della domanda di energia elettrica sarà non inferiore all’1% annuo per i prossimi 20 anni. In pratica, il futuro del mondo sostenibile si gioca attorno a questa equazione: più energia, ma attraverso lo sviluppo di diverse fonti. L’Unione Europea non parte da zero nella sua Road Map. Nel 2009, per esempio, gli impianti per produrre energia rinnovabile hanno rappresentato il 61% di tutte le opere di nuova creazione, e così per il secondo anno consecutivo le fonti di energia rinnovabile hanno costituito la maggior parte dei nuovi impianti energetici installati. Con il risultato, non disprezzabile, in base al quale le energie rinnovabili ormai rappresentano oltre il 10% del totale dei consumi dell’Unione Europea, con paesi come la Svezia, la Finlandia, la Lettonia e l’Austria che hanno già scavalcato l’asticella del 30%. A questo punto, siamo di fronte a un traguardo intermedio rispetto all’approdo del 2050: i paesi dell’Unione hanno sottoscritto un impegno a raggiungere il 20% dei consumi di energia rinnovabile entro il 2020, cioè tra 10 anni, e l’Italia in particolare ha promesso di arrivare a quota
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Ashley Cooper/Corbis
17%, tenendo conto della diversa situazione di partenza rispetto ad altre nazioni molto più avanti sulla strada del green. Il salto successivo, secondo le stime della Commissione Europea, potrebbe realizzarsi entro il 2030 con una torta energetica così divisa: 64% di nuova capacità alle rinnovabili, 17% al gas, 12% al carbone, 4% al nucleare e solo 3% al petrolio. Ovunque in Europa, i governi e i parlamenti sono impegnati a definire linee di politica industriale compatibili con obiettivi così ambiziosi, mentre le grandi aziende del settore spingono tutte l’acceleratore sulla ricerca e sull’individuazione di nuove tecnologie, indispensabili per una riconversione così marcata. L’opinione pubblica, infine, non è neutrale o indifferente, ma esercita un potere di controllo, e in alcuni casi di veti, che può risultare determinante ai fini del successo della Road Map, specie in presenza di una politica debole e troppo condizionata dalla bussola dei sondaggi che, per loro natura, fotografano l’esistente e rendono più incerta la scommessa con il futuro. Viste da vicino, e con la dovuta cura analitica, le incognite dell’Europa verde sono almeno tre, e tutte di notevole portata. In primo luogo bisogna
prendere atto di una realtà: senza una massiccia politica di incentivazioni pubbliche, lo scenario delle energie alternative diventa nebuloso. Non sostenibile sul piano delle leggi del mercato e della concorrenza. Gli sforzi più forti arrivano dai due paesi che si giocano, testa a testa, la leadership globale: Stati Uniti e Cina, due nazioni che hanno la consapevolezza di quanto la questione energetica sia vitale per la conquista di una supremazia nella governance del mondo. Nel 2009 gli Stati Uniti hanno messo sul tavolo incentivi, nelle energie alternative, pari a 66,6 miliardi di dollari, rispetto ai 46,9 miliardi della Cina e ai 12,7 miliardi di dollari del pacchetto dell’Unione Europea. L’America di Obama è lontana anni luce da quella di Bush. Se l’amministrazione repubblicana si mostrava indifferente di fronte agli allarmi sull’inquinamento atmosferico, condizionata dalle pressioni della lobby petrolifera, il presidente democratico ha fatto dell’uscita dalla dipendenza dal petrolio uno dei perni della sua promessa di “cambiamento”. In pratica, Obama vuole sparigliare il tavolo dei consumi energetici, come ha dimostrato anche con i discorsi e le prese di posizione di fronte al disastro della piat-
Le energie rinnovabili ormai rappresentano oltre il 10% del totale dei consumi dell’Unione Europea, con paesi come la Svezia, la Finlandia, la Lettonia e l’Austria che hanno già scavalcato l’asticella del 30%.
taforma esplosa della BP (11 morti, 100 milioni di barili in mare), e ribadisce continuamente la necessità di uscire dal vicolo cieco di consumi petroliferi definiti “insostenibili”: 300 miliardi di galloni di petrolio l’anno, pari a tre galloni per ogni cittadino statunitense. Il nuovo inquilino della Casa Bianca, a proposito di Road Map, è anche l’uomo che intende ridurre dell’83% i gas serra entro il 2050, ed è chiaro che l’obiettivo è irraggiungibile senza massicci investimenti, con i relativi ritorni, nelle energie rinnovabili. Quanto alla Cina, il suo percorso si presenta con un alto tasso di ambiguità, riconducibile a una super potenza a due facce: grande innovatore sulla frontiera della sfida energetica e grande inquinatore per sostenere il suo boom economico. La Cina dei primati annunciati a ritmo quotidiano, è ormai il primo paese al mondo per emissioni totali di CO2 (cresciute del 9% nel 2010), ma Pechino ha conquistato anche il primato mondiale negli investimenti in turbine eoliche e in pannelli solari. Il doppio binario seguito dalla Cina è il prezzo che il paese deve pagare per sostenere il suo sviluppo, compreso il trasferimento biblico di milioni di ex contadini verso le aree urbane, con gli esplosivi effetti sui consumi di elettrodomestici, auto, gadget elettronici. Per fare solo un esempio, nella sola capitale cinese, mentre l’industria mondiale dell’automobile è ancora in piena recessione in attesa della svolta dell’auto elettrica, si vendono più di 1500 automobili al giorno. Tirando le somme, Stati Uniti e Cina non arretreranno di un millimetro da una politica economica di forti incentivazioni agli investimenti a favore delle energie rinnovabili. Anzi. Concentreranno risorse in campo energetico mirate alla riconversione verde, e lo potranno fare anche in
virtù di un indirizzo politico saldamente nelle mani dei rispettivi governi. Di fronte ai due giganti e alle loro mosse scontate, l’Europa rischia di essere il vaso di coccio. Gli incentivi, che abbiamo visto sono essenziali, devono fare i conti con i vincoli dei bilanci nazionali, con i tagli della spesa pubblica e con un quadro di finanza nazionale e sovranazionale intossicato dai paesi a rischio default, come si è visto con la recente crisi della Grecia. Non avendo un’autorità politica comune, forte e riconosciuta, come gli Stati Uniti e la Cina, l’Unione Europea dovrà fare i conti, in materia di finanza pubblica, con continue mediazioni, estenuanti fasi di stop and go, e la politica energetica sarà una delle più esposte a questo quadro di incertezza e di instabilità. La seconda incognita riguarda la rete elettrica, la sua capacità di adeguarsi alla nuova offerta sul versante delle rinnovabili con i necessari investimenti che, per diventare concreti, devono attraversare una lunga catena di autorizzazioni, permessi ed esami. Il “caso Italia” è paradigmatico in proposito. Grazie al generoso sistema di incentivi, che ha richiamato anche gruppi stranieri, il nostro paese ha fatto ha fatto un salto vertiginoso nel settore delle rinnovabili. In pochi anni abbiamo scalato le classifiche dell’Europa a 27 e, secondo gli studi di Nomisma-Legambiente, ci siamo attestati al quarto posto per produzione di energia verde. In un decennio, con la liberalizzazione del mercato, sono sorti mille nuovi impianti eolici a biomasse e biogas, 300 impianti idroelettrici, 80.000 fotovoltaici e nuove centrali a gas a ciclo combinato per oltre 30.000 MW. E la rete elettrica? Affanna. Con il risultato che già oggi ci troviamo di fronte a problemi di allacciamento e distacchi che non permettono di ritirare tutta l’energia che pure si potrebbe produrre. I progetti, come al solito, non mancano, ma
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I paesi dell’UE hanno sottoscritto un impegno a raggiungere il 20% dei consumi di energia rinnovabile entro il 2020 e l’Italia in particolare ha promesso di arrivare a quota 17%, tenendo conto della diversa situazione di partenza rispetto ad altre nazioni molto più avanti sulla strada del green. Il salto successivo, secondo le stime della Commissione Europea, potrebbe realizzarsi entro il 2030 con una torta energetica così divisa: 64% di nuova capacità alle rinnovabili, 17% al gas, 12% al carbone, 4% al nucleare e solo 3% al petrolio.
2200 chilometri di linee elettriche programmate e 90 stazioni sono ferme sulla carta. Dal 2005 a oggi, Terna, la società di gestione della rete elettrica, ha contabilizzato investimenti pari a poco meno di tre miliardi di euro e da qui al 2019 altri sette miliardi sono previsti dal piano decennale della società. Soldi e impianti sono spesso bloccati per lentezze burocratiche, intoppi politici, veti locali che riguardano competenze sovrapposte a quelle delle autorità nazionali. Un vero e proprio percorso a ostacoli del quale in molti casi non si vede mai l’uscita dal tunnel. L’incertezza sullo sviluppo delle infrastrutture di trasporto e di allaccio si collega direttamente alla terza incognita che pesa sul futuro dell’Europa verde: il ruolo dell’opinione pubblica. Non tutti gli impianti relativi alle fonti alternative hanno lo stesso impatto, in termini di reazioni, delle centrali nucleari per le quali la sensibilità dei cittadini è altissima. Ma certo in Europa, e in Italia in particolare, quando si parla di impianti energetici, anche con le migliori garanzie di sicurezza e di efficienza, si entra immediatamente nella zona grigia dei poteri di interdizione che possono avere molte facce. Dai comitati spontanei a quelli manovrati, nel Sud, dai clan della malavita organizzata; dalle associazioni ambientaliste più estreme fino a piccoli gruppi
che strumentalizzano a fini politici la protesta popolare. E nel vespaio delle polemiche è difficile perfino dare certezze alla popolazione attraverso i necessari e preliminari approfondimenti in sede scientifica. La sindrome del “non si può”, sempre e comunque, si sconfigge con una politica forte, autorevole, convincente, e con amministratori pubblici, locali e nazionali, responsabili e capaci di non perdere di vista gli interessi del “sistema Paese”. Non si tratta di concetti astratti, ma di un’azione quotidiana che dia elementi chiari sui piani energetici e spinga i cittadini, specie sul territorio, a una maggiore consapevolezza sugli interessi in gioco. Un termovalorizzatore, con il quale dai rifiuti si produce energia attraverso un ciclo virtuoso della catena di smaltimento, ha un impatto significativo e le reazioni della comunità sono comprensibili: ecco perché i suoi vantaggi, la sicurezza dell’impianto, i benefici per l’intera collettività, devono essere preparati e offerti all’opinione pubblica con un’azione di lungo periodo. L’emergenza, al contrario, non agevola le soluzioni condivise. E una volta fatta una scelta, il dovere della politica è di saperla difendere con forza, in tutte le sedi. Sapendo che una sfida impopolare oggi può valere molti consensi do-
Il futuro verde dell’Europa
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mani, come si è visto, restando all’esempio dei termovalorizzatori, in quelle zone d’Italia dove questi impianti non solo hanno risolto il problema dei rifiuti, ma hanno modificato in modo sostanziale i consumi energetici a favore appunto delle fonti alternative. C’è un luogo paradigmatico, nel mondo, che aiuta a capire quali sono le potenzialità economiche e sociali legate alla riconversione verso l’energia alternativa così com’è stata disegnata dalla Road Map della European Climate Foundation: la metropoli di Houston. Parliamo della quarta città più popolata d’America, con quasi 2,3 milioni di abitanti, che da quando fu scoperto il primo pozzo, nel lontano 1901, divenne la capitale dell’industria petrolifera. Il pragmatismo americano, l’energia vitale di un paese che non stacca mai lo sguardo dal futuro ed è sempre alla ricerca di un new deal, ha fatto in modo che oggi Houston si sia riconvertita, in modo molto efficace, dal petrolio come volano del suo sviluppo alle fonti energetiche alternative. I numeri parlano chiaro: dai 9 milioni e 637 barili prodotti in quest’area nel 1970, siamo passati agli attuali 5 milioni. Allo stesso tempo sul territorio su 3468 aziende del settore energetico, più di 400
si dedicano alle fonti alternative ai combustibili fossili o alle tecnologie che possono migliorarne l’utilizzazione e le applicazioni pratiche. È un intero sistema che si è riposizionato, grazie al mix di scelte politiche, incentivi e investimenti privati, fino a modificare in modo sostanziale perfino i connotati urbanistici della città. Nell’area metropolitana di Houston oggi ci sono 133 edifici che hanno la certificazione di green building, con un risparmio energetico del 35% rispetto ai normali costi della bolletta petrolifera. E la Grande Crisi, dal punto di vista occupazionale, nella ormai ex capitale del petrolio americano è stata ammorbidita dai nuovi posti di lavoro creati proprio dalla green economy. L’Europa non è Houston, ma quella Road Map che dovrebbe rivoluzionare il nostro sistema energetico da qui al 2050 può uscire dal libro dei sogni e diventare una realtà, a beneficio innanzitutto delle nuove generazioni, se il nostro sguardo e i nostri comportamenti saranno ispirati alla convinzione che il cambiamento non deve spaventare, ma piuttosto va immaginato con audacia e governato con responsabilità e convinzione.
Finanziare le rinnovabili in tempi difficili
di David Lane
Che ruolo giocano le rinnovabili nello stimolare la ripresa dopo la crisi economica? Quali sono gli investimenti da compiere per finanziarle e quanto lo sviluppo delle rinnovabili riduce i costi e gli incentivi? Ecco come si stanno muovendo le piĂš sviluppate nazioni europee: Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna e Italia.
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Gli sforzi incisivi nell’incrementare l’uso di fonti energetiche alternative devono andare di pari passo con la creazione di un’industria forte, innovativa ed esportabile.
Durante la campagna elettorale britannica di aprile tutti i partiti politici promisero misure drastiche contro le spese pubbliche, ma nessuno di loro specificò dove si sarebbe abbattuta la scure. E pochi ambiti sono stati risparmiati dal piano economico d’emergenza voluto dalla coalizione di conservatori e liberal-democratici che da maggio è al governo; anche il Dipartimento per l’energia e il cambiamento climatico è stato chiamato a contribuire al risanamento del deficit pubblico. In questo primo round di tagli, il dipartimento ha rinunciato a 85 milioni di sterline, sacrificio che comporta la riduzione dei fondi per favorire gli investimenti nei parchi eolici marini (Offshore Wind Capital Grants Scheme) e la cancellazione delle ultime fasi di finanziamenti e incentivi ai progetti sulle bioenergie (Bio-energy Capital Grants Scheme). Altri tagli verranno effettuati in autunno. Sono tempi duri per le iniziative che chiedono soldi al governo. Eppure i segnali erano chiari già a inizio anno quando, di fronte a una raffica di critiche da parte degli ambientalisti, il governo laburista allora in carica rispose che stava per chiudere il programma di contributi per l’energia solare. La decisione sembrò contraddittoria, dato che Gordon Brown, il leader laburista e primo ministro fino a maggio, tempo prima aveva parlato in toni entusiastici delle fonti energetiche verdi, che oltre a contrastare il cambiamento climatico avrebbero creato migliaia di nuovi posti di lavoro. In effetti, la maggior parte dei politici britan-
nici considera lo sviluppo delle energie rinnovabili un elemento fondamentale di un nuovo modello sostenibile di crescita economica. Lo stesso programma elettorale dei conservatori prometteva di promuovere l’energia rinnovabile, anche se con un approccio diverso rispetto al governo laburista. E a metà luglio, meno di due mesi dopo che il Dipartimento per l’energia e il cambiamento climatico aveva annunciato i tagli, Chris Huhne, il suo direttore di area liberaldemocratica, si è alleato con le sue controparti in Francia e Germania: insieme hanno chiesto che la ripresa economica serva anche a instradare i paesi verso un futuro sostenibile e a basse emissioni di carbonio. I tre ministri dell’energia hanno spiegato che, siccome il prezzo del carbonio è troppo basso per stimolare un investimento significativo in posti di lavoro e tecnologie “verdi”, l’Unione Europea dovrebbe darsi l’obiettivo di ridurre le emissioni del 30% entro il 2020: questo creerebbe un incentivo a cambiare gli schemi di investimento. I tre ministri non sono i soli a ritenere che lo sviluppo delle rinnovabili sia cruciale anche per l’economia oltre che per contrastare il problema del riscaldamento globale. La loro posizione è ampiamente condivisa. Sul numero estivo di “Elementi”, Emilio Cremona, il presidente di GSE – Gestore Servizi Elettrici, avverte che, se non si coglierà l’opportunità offerta dall’energia rinnovabile di creare una robusta industria in quel settore, tutta l’Italia ne sarà danneggiata. Gli sforzi incisivi nell’incrementare l’uso di fonti energetiche alternative devono andare di
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pari passo con la creazione di un’industria forte, innovativa ed esportabile. In realtà, le iniziative italiane in tal senso sembrano poggiare su solide basi – le statistiche mostrano che l’Italia è il quarto produttore europeo di rinnovabili e che è in netto vantaggio sulla Gran Bretagna. Secondo i calcoli di Nomisma Energia, basati sui dati Eurostat, la produzione italiana di rinnovabili nel 2008 è stata di 65,3 TWh, contro i 26,4 britannici. È risaputo che i punti di forza dell’Italia sono l’energia idroelettrica e geotermica, grazie alle abbondanti risorse naturali costituite dai fiumi che vengono giù dalle Alpi e dal calore sotterraneo in Toscana. Tuttavia il loro sviluppo è ormai maturo e l’ulteriore sfruttamento limitato. Nel medio termine si punta sull’energia eolica e sul fotovoltaico, campi in cui sia l’Italia che la Gran Bretagna sono in ritardo rispetto ai due leader europei, Germania e Spagna. Eppure Italia e Gran Bretagna hanno la fortuna di possedere delle ricchezze naturali che dovrebbero consentire di colmare quel divario, in particolare il vento in Gran Bretagna e il sole in Italia. All’inizio di quest’anno, il Crown Estate, che possiede il patrimonio marino britannico e le cui entrate passano al Tesoro, ha annunciato i risultati di una terza fase di concessioni di
parchi eolici marini, soprattutto nel Mare del Nord. Le ditte che si sono aggiudicate l’appalto aggiungeranno almeno 25.000 MW di capacità ai quasi 700 MW di capacità eolica marina già installata, ai 1200 MW in costruzione e ai 3500 MW in fase progettuale. Nel suo programma elettorale, il partito conservatore ha promesso che avrebbe fatto costruire una rete elettrica per ridurre l’incertezza dei collegamenti. È chiaro che costruire e far funzionare gli impianti eolici al largo delle coste britanniche offre delle prospettive interessanti alle aziende che producono e vendono l’energia, alle ditte costruttrici che progettano, edificano e curano la manutenzione dell’impianto, alle aziende manifatturiere che fabbricano i componenti per i generatori eolici, al governo che ha impegni da mantenere e agli istituti di credito che sono un elemento indispensabile per trasformare le idee in realtà. Amit Dewan, che dirige il project financing dell’Unicredit in Gran Bretagna, fa notare che le banche non amano l’incertezza e il fatto che i cambiamenti al regime normativo britannico sulle rinnovabili non siano mai retroattivi agevola i finanziamenti. Inoltre, l’incertezza è minore per i parchi eolici marini che per quelli sulla terraferma, che spesso incontrano una certa opposizione. Non
L’orizzonte non è affatto nero: ci sono buone probabilità che maggiore sarà lo sviluppo delle fonti rinnovabili, minori saranno i loro costi e meno ci sarà bisogno di incentivi.
manca la liquidità per finanziare questi progetti, dice Dewan. E il motivo per cui le banche sono entusiaste dei progetti sulle rinnovabili è evidente: offrono un allettante rapporto rischio/ricompensa. Secondo Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, le entrate elevate e costanti che questi progetti garantiscono – grazie agli incentivi – determinano una redditività dell’investimento vicina al 20%. Tuttavia, siccome questi incentivi sono alti, sono perennemente sotto la minaccia di revisione, e questo introduce un’incertezza che porta gli investitori a esigere dei profitti maggiori. E così, sebbene gli incentivi per l’energia eolica e fotovoltaica offerti dal governo italiano superino quelli di tutti gli altri stati dell’Unione Europea, dice Tabarelli, a causa dell’incertezza sugli incentivi stessi e sull’approvazione dei progetti i risultati sono stati minori del previsto. Detto questo, e pur ammettendo che gli investitori stranieri guardino con maggior cautela ai progetti per le energie rinnovabili in Italia, Massimo Pecorari, co-direttore del project financing di Unicredit a Milano, è ottimista per quanto riguarda le opportunità nella penisola. Pecorari fa notare che il governo italiano si sta impegnando a realizzare gli obiettivi di emissioni carboniche e che, per raggiungere questo traguardo, ha un
forte interesse a far sì che vengano sviluppati un buon numero di progetti rinnovabili. E se le banche straniere non sono interessate a investire in progetti italiani, prosegue Pecorari, tanto meglio per gli istituti di credito come il suo, che dovranno affrontare una minore concorrenza. Il dibattito sulle rinnovabili e sul loro finanziamento è insieme semplice e complesso: semplice perché le rinnovabili sono un ottimo modo di stimolare l’economia e di combattere il cambiamento climatico, e complesso perché bisogna decidere come spartire, soprattutto in questo periodo di difficoltà economica, la differenza tra i costi delle rinnovabili e quelli delle risorse a base di carbonio. Oltre alle restrizioni agli aiuti statali, oggi i vincoli di budget sono un severo limite a quel che i governi vogliono e possono fornire in termini di sostegno diretto o che vogliono e possono sacrificare in termini di mancate entrate fiscali. E siccome i consumatori già stringono la cinghia per colpa dell’incertezza del posto di lavoro e dei guadagni, per i governi diventa più difficile trasferire i costi degli incentivi sulle bollette energetiche delle famiglie. Tuttavia, l’orizzonte non è affatto nero: ci sono buone probabilità che maggiore sarà lo sviluppo delle fonti rinnovabili, minori saranno i loro costi e meno ci sarà bisogno di incentivi.
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Photoreport
Green Power
fotografia di Emmanuel Pierrot, Agence VU
Hulk – alter ego del fisico Bruce Banner – è un personaggio dei fumetti creato da Stan Lee, disegnato da Jack Kirby e pubblicato dalla Marvel Comics. La sua prima apparizione è del 1962 in The Incredible Hulk, ma il personaggio ha avuto molte incarnazioni, che rappresentano altrettanti sviluppi della sua personalità frammentata e schizofrenica. Hulk rappresentava, nell’idea di Stan Lee, tutto ciò che di più nascosto e intimo un uomo solitamente si tiene celato dentro e che, improvvisamente, esplode con tutta la sua violenza, spiazzando coloro che gli stanno intorno. Quando il personaggio esordì, la sua pelle era grigia e la trasformazione avveniva solo di notte. Solo dopo un numero, il primo, si decise di associare alla pelle il colore verde (a causa delle difficoltà tipografiche create dal grigio) e da qui, seguendo il detto “verde di rabbia”, imporre la trasformazione ogni volta che il dottor Bruce Banner era sottoposto a una situazione di stress con conseguente attacco d’ira.
Intervista a Daniel Esty
Quando verde vuol dire oro La sostenibilità ? Può essere un vero affare. Parola di Daniel Esty, docente a Yale e consigliere di Obama. Che spiega a Oxygen come le norme ambientali possono aiutare le aziende a innovare, tagliare costi e superare i concorrenti.
di Nicola Nosengo
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Trasformare il verde in oro: è quanto, come moderni re Mida, spetta agli imprenditori del XXI secolo secondo Daniel C. Esty. Economista e politologo statunitense, professore di diritto e politica ambientale a Yale, tra il 2007 e il 2008 consigliere della campagna di Barack Obama, Esty di mestiere insegna al settore privato come l’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità possa essere anche ottima occasione di business. La ho fatto in molte pubblicazioni, e soprattutto nel libro di grande successo (scritto nel 2006 con Andrew Winston) Green to Gold: how smart companies use environmental strategy to innovate, create value, and build competitive advantage (più o meno: “Dal verde all’oro, come le aziende più intelligenti usano la protezione dell’ambiente per innovare, creare valore e acquisire vantaggi competitivi”). Basato su centinaia di interviste con dirigenti di azienda di tutto il mondo, i libro mostra, attraverso gli esempi di compagnie come Toyota, IKEA, General Electrics, Nike e molte altre, come gli investimenti “verdi”, spesso visti come il fumo negli occhi dai consigli di amministrazione per i loro costi immediati, possano portare enormi ritorni in termini di risparmio energetico, riduzione di contenziosi legali per danni all’ambiente, rafforzamento del marchio, fino all’aumento dei mar-
gini di profitto sul prodotto. E come l’attenzione all’ambiente, lungi dall’essere un ostacolo al profitto, sia oggi “la” vera occasione di business per gli imprenditori dallo sguardo abbastanza lungo . Professor Esty, nel suo libro lei racconta molte storie di successo di aziende che sono riuscite a trasformare le scelte “verdi” in occasioni di profitto e di crescita. Quali sono i fattori chiave che accomunano queste storie vincenti? Un grande numero di aziende ha ormai riconosciuto che diventando “verde” può posizionarsi meglio e acquistare posizioni di forza sul mercato. I dirigenti di quelle società ormai riconoscono che l’attenzione all’ambiente non è necessariamente un ostacolo. Non si tratta solo di seguire regole, sopportare costi, gestire rischi. Naturalmente, tutti questi punti meritano attenzione e le aziende che li affrontano meglio dei loro concorrenti vedranno crescere i loro affari. Ma la cosa più importante è che un grande numero di aziende ora si rendono conto dei lati positivi delle sfide ambientali. In particolare, le aziende che aiutano i loro clienti a risolvere i loro problemi di controllo dell’inquinamento o di gestione delle risorse naturali avranno benefici sempre maggiori man mano che cresce la domanda sociale per migliori risultati ambientali.
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Le strategie che trasformano “il verde in oro” potrebbero sembrare una prerogativa delle grandi aziende multinazionali, che possono permettersi di investire grandi somme e fare piani a lungo termine. Ci sono opportunità anche per le piccole e medie aziende di trarre profitto dalle politiche ambientali? Le strategie verdi hanno senso tanto per le piccole compagnie quanto per le grandi corporation. Investire nell’efficienza energetica, utilizzare meno acqua nei processi produttivi o ridurre l’uso di qualunque risorsa costosa può aiutare società di qualunque dimensione. In aggiunta, ogni azienda trae benefici quando i rischi ecologici sono affrontati in modo sistematico. E anche le piccole industrie possono offrire sul mercato soluzioni ambientali. Anzi, la maggior parte dell’innovazione in questo campo negli ultimi anni è arrivata proprio da piccole e medie aziende, dove lo spirito imprenditoriale è libero di prosperare.
Lei enfatizza spesso il fatto che le aziende dovrebbero andare oltre il semplice rispetto delle regole esistenti in tema ambientale, in modo da costruire vantaggi competitivi che sfrutteranno quando la legislazione diventerà più stringente in futuro. Quale pensa sia il ruolo giusto delle autorità statali in questo senso, per esempio quando impongono dei limiti alle emissioni di gas serra? Dovrebbero fissare l’asticella più in alto possibile, oppure optare per limiti più bassi che siano alla portata di tutti e lasciare che il mercato pensi al resto? Il ruolo dei governi è fondamentale nel guidare l’innovazione in campo ambientale. Devono fissare standard che siano duri, ma studiati in modo da promuovere l’innovazione. Questo significa usare standard di performance e non vincoli tecnologici rigidi. O meglio ancora, le autorità dovrebbero optare per meccanismi di mercato
che creino incentivi per migliorare le performance ambientali. In aggiunta, i migliori risultati arrivano dal fissare sistemi di norme che siano chiari, flessibili e coinvolgano il settore privato nella ricerca di nuove tecnologie. Il disastro del Golfo del Messico è un tragico esempio delle conseguenze che un’azienda può affrontare se non dedica abbastanza attenzione ai rischi ambientali. Come pensa che influenzerà il modo in cui le grandi aziende investono in prevenzione dei disastri ambientali? La BP ha perso 70 miliardi di dollari di valore di mercato dall’inizio della fuga di greggio dal suo pozzo nel golfo del Messico. È una perdita devastante per gli azionisti e un segnale chiaro a tutte le aziende che i rischi ambientali devono essere incorporati nei piani aziendali e gestiti in modo strutturato.
La recessione degli ultimi anni ha portato alcune aziende ad abbandonare almeno provvisoriamente le proprie strategie verdi. Ma questo è un errore. L’attenzione alla sostenibilità e all’ambiente nella propria strategia garantisce ritorni persino maggiori durante i periodi difficili come questo.
In che modo la crisi economica e finanziaria sta influenzando l’atteggiamento delle aziende verso le soluzioni verdi? Funziona da incentivo o rende più difficili gli investimenti per metterle in pratica? La recessione degli ultimi anni ha portato, effettivamente, alcune aziende ad abbandonare almeno provvisoriamente le proprie strategie verdi. Ma questo è un errore. L’attenzione alla sostenibilità e all’ambiente nella propria strategia garantisce in un certo senso ritorni persino maggiori durante i periodi difficili come questo. Per esempio, le aziende che stanno lavorando per razionalizzare il loro uso degli spazi, o che si sforzano di risparmiare sull’utilizzo di energia nei loro edifici, scoprono di poter ridurre in modo significativo i costi. La crisi economica crea anche un momento opportuno per rinegoziare gli accordi con i propri fornitori, imponendo migliori performance sul fronte della sostenibilità. Infine, molte aziende stanno scoprendo che questo periodo difficile dal punto di vista economico è una buona occasione per coinvolgere i propri dipendenti in iniziative di sensibilizzazione ambientale. È un modo per vivere meglio la loro realtà aziendale, nei momenti in cui bisogna stringere la cinghia. Il mercato delle emissioni di gas serra creato dal Protocollo di Kyoto ha rappresentato il primo tentativo su larga scala di trasformare la protezione dell’ambiente in un incentivo finanziario e un’opportunità economica. Come giudica i suoi risultati, specialmente
dal punto di vista delle singole aziende? Il mercato delle emissioni messo in piedi in Europa per implementare il controllo delle emissioni di gas serra ha iniziato ad avere un impatto tangibile, e dimostra il valore di un approccio orientato al mercato sui temi ambientali. Le aziende stanno iniziando a considerare seriamente la necessità di ridurre il consumo di energia e il mercato delle energie alternative continua ad attirare investimenti significativi su soluzioni a lungo termine per la riduzione di gas serra. Certo lo European Emission Trading System (EU-ETS) non ha funzionato alla perfezione. Vi sono state diverse difficoltà sin dall’inizio sulle soglie da fissare e su come valutare correttamente gli “sconti” richiesti in cambio di iniziative nei paesi in via di sviluppo. Ma questi problemi iniziali sono stati ora in gran parte risolti e il mercato sta iniziando a dare risultati davvero buoni. Europa e Stati Uniti mostrano grandi differenze in fatto di politiche ambientali, differenze che hanno spesso reso difficili accordi a livello internazionale su larga scala, come si è visto a Kyoto e al vertice di Copenaghen. Quali sono a suo parere i maggiori ostacoli a un vero consenso tra Europa e Stati Uniti sui temi ambientali? Per molto tempo, gli Stati Uniti sono stati più avanti dell’Europa in fatto di rigore nella protezione ambientale. Negli ultimi anni, però, l’Europa si è mossa rapidamente per rafforzare la propria legislazione, mentre gli Stati Uniti, in particolare sotto l’ammini-
strazione Bush, hanno dedicato molta meno attenzione al bisogno di solide politiche ambientali. Con l’amministrazione Obama le differenze di approccio tra Europa e Stati Uniti si sono ridotte. Tuttavia l’opinione pubblica negli Stati Uniti continua a considerare il cambiamento climatico un problema meno serio di quanto accada in Europa. Di conseguenza, gli Stati Uniti hanno finora rimandato il momento di affrontare seriamente questa sfida. D’altro canto, è importante che gli europei capiscano che gli Stati Uniti rimangono più avanti su diversi punti, come la sicurezza alimentare, la qualità dell’acqua potabile, la gestione delle foreste, più diversi altri problemi di controllo dell’inquinamento e di gestione delle risorse naturali. A suo parere vi sono opportunità migliori per trasformare il verde in oro per le aziende europee o per quelle statunitensi? È chiaro che i ritorni migliori dalle scelte verdi si hanno quando la situazione economica è favorevole. In questo senso, è più facile al momento vendere prodotti e servizi ambientali e posizionarsi come fornitori di soluzioni verdi per le aziende degli Stati Uniti, dove l’economia sta risalendo, rispetto all’Europa, che attraversa ancora una recessione piuttosto seria. Quindi, mentre il panorama normativo più favorevole per gli investimenti ambientali si trova in Europa, le circostanze economiche rappresentano un serio ostacolo per realizzare le opportunità ambientali per il settore privato.
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Un mondo (di lavoro) sempre più verde
di Elena Comelli
La green economy sta producendo decine di milioni di nuovi posti di lavoro: a livello globale, il mercato del “lavoro verde” è destinato a espandersi oltre il limite di 20 milioni di lavoratori entro il 2020, di cui circa mezzo milione solo in Italia. Quali sono le specializzazioni richieste e in quali settori? E qual è la situazione italiana a livello di formazione professionale “verde”?
Qual è la prima figura che viene in mente pensando alla parola green jobs? Probabilmente quella di un tecnico che traffica con una turbina eolica o quella di un operaio edile che installa un tetto fotovoltaico. Sbagliato. Dei 4,5 milioni di lavoratori verdi che l’Unione Europea prevede al 2020, una bella fetta sarà costituita da green collars, lavoratori del terziario avanzato e della ricerca. Sono questi gli ambiti di carriera verde destinati a crescere di più nei prossimi anni, anche se l’Italia è un po’ indietro sulla tabella di marcia e sta costruendo adesso la filiera industriale di base delle energie rinnovabili, che altrove è già sviluppata. I mestieri verdi, comunque, offrono un po’ dappertutto un panorama in rapida evoluzione, difficile da categorizzare. Ha detto bene Henry Kelly – l’uomo dell’efficienza energetica nel governo Obama – in un recente discorso agli studenti di Stanford: «Cos’è un lavoratore verde? Può essere un architetto o un ingegnere che disegna e costruisce edifici sostenibili. Può essere un tecnico che installa apparecchi destinati a produrre energia verde o a ridurre l’impatto energetico degli edifici, dall’illuminazione ai sistemi informatici di controllo ambientale. Ma può anche essere un geologo specializzato nell’energia geotermica o un biologo capace di produrre nuovi
materiali e combustibili partendo dall’ingegneria genetica, o un informatico che disegna sistemi per l’auto elettrica. In pratica, si tratta di guardare allo sviluppo industriale in maniera nuova, creando processi capaci di ridurre radicalmente l’intensità energetica della produzione con le nuove conoscenze biotecnologiche e nanotecnologiche che abbiamo. E con ciò si comprende un enorme ventaglio di mestieri». Complessivamente, si parla di decine di milioni di nuovi posti di lavoro: a livello globale, il mercato del “lavoro verde” è destinato a espandersi oltre il limite di 20 milioni di lavoratori entro il 2020, di cui circa mezzo milione solo in Italia. Il business delle energie verdi, secondo il rapporto delle Nazioni Unite Green Jobs: Towards Decent Work in a Sustainable, Low-Carbon World, avrà un impatto sostanziale sull’orizzonte professionale dei vari Paesi. Dalla filiera di produzione delle bioenergie – intese come energia ottenuta dalla combustione di biomasse o di biocarburanti – l’ONU si attende l’apporto maggiore: 12 milioni di posti di lavoro (rispetto ai due attuali), di cui quasi 300.000 in Italia. Nella fabbricazione, installazione e manutenzione di pannelli solari saranno impiegati, entro il 2020, circa 6,3 milioni di lavoratori (rispetto ai 170.000 attuali). Due milioni, invece, saranno coinvolti nel setto-
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re dell’eolico (oggi 300.000). E poi c’è la strada dell’efficienza energetica nell’edilizia, del riciclo dei rifiuti e quella dello sviluppo di veicoli ecologici. Alla fine dell’elenco, 20 milioni di lavoratori sembra addirittura una cifra riduttiva. Così alle tute blu, ai colletti bianchi, ai colletti grigi di chi non vuole andare in pensione, alle quote rosa e alle tute arancioni degli esploratori della net economy, oggi bisogna aggiungere un colore nuovo all’arcobaleno del mercato del lavoro: quello dei “colletti verdi”, che ormai si aggirano in modo trasversale in diversi settori, dall’agricoltura all’impiantistica industriale, dall’architettura a impatto zero fino al management ambientalista. Qui di seguito, i dieci ambiti da tenere d’occhio per i lavoratori verdi di domani. Informatica
L’informatica è fondamentale anche nel progresso di questo settore: la green economy ha bisogno di un’intera categoria di software capaci di comandare sistemi di sensori per l’efficienza energetica e le smart grids dell’energia, di dare un prezzo al kilowattora sui mercati elettrici in base alle oscillazioni della domanda, di lavorare con i modelli stocastici alla base del funzionamento dei campi eolici.
Mercato del riciclo
È un enorme bacino di posti di lavoro e continua a crescere: malgrado le vendite di carta e plastica siano rallentate l’anno scorso a causa della crisi, la domanda di acciaio rimane fortissima (nel 2009, il 42% della produzione mondiale è venuto da materiale riciclato) e le nuove normative stanno creando una forte richiesta di esperti in riciclo dell’elettronica, dei rifiuti industriali, dei sacchetti di plastica e di altri materiali. Pianificazione urbana
È un’altra area in fortissima crescita: l’organizzazione sostenibile dei sistemi urbani è un punto cardine, se è vero che già oltre metà dell’umanità vive nelle città e nel 2030 sarà l’80%. Rafforzare il trasporto pubblico locale e regionale, scoraggiare l’uso dell’auto, regolamentare la raccolta differenziata, limitare l’espansione disordinata delle città verso le campagne sono alcuni degli obiettivi di una pianificazione sostenibile. L’occupazione in questo settore è prevista in crescita del 15% globalmente da qui al 2016. Efficienza energetica
Altrettanto importante sarà l’azione degli architetti e ingegneri esperti in efficienza energetica: gli edifici contano per circa la metà dei
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consumi energetici nel mondo industrializzato. LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), il principale marchio di certificazione degli edifici sostenibili, ha già quasi 50.000 professionisti accreditati globalmente, destinati a una crescita esponenziale. E qualsiasi azienda ormai ha bisogno di un energy manager. Produzione di energia da fonti rinnovabili 042
Ci sono buone prospettive anche per i tecnici più avanzati nella progettazione di sistemi a turbina per la produzione di energia da fonti rinnovabili, che siano l’eolico o le maree, l’idroelettrico o la geotermia. Biotecnologie
I biologi specializzati in biotecnologie avranno molto da fare nei prossimi anni, sia nel campo energetico per lo sviluppo di biocarburanti, sia nella produzione di biomateriali e nelle fasi più avanzate dell’industria fotovoltaica. Per non parlare dei compiti di conservazione della natura, che certo non mancano. Chimica
I chimici, capaci di depurare aria e acqua dalle sostanze inquinanti o di aumentare il rendimento delle batterie per le auto elettriche saranno sempre più richiesti. Settore agroalimentare
Si aprono poi enormi prospettive nel campo dell’agroalimentare: ci sarà bisogno di agricoltori urbani, capaci di lavorare in ambienti più simili a un laboratorio che in campo aperto, di silvicoltori, esperti nella gestione sostenibile delle foreste, di nutrizionisti esperti nell’alimentazione sostenibile per l’industria alimentare.
Per quanto riguarda il mercato dei green jobs, in Italia si parla di 100.000 occupati a oggi, che potrebbero diventare 150.000 già alla fine di quest’anno. Al momento lo sviluppo si sta concentrando nella costruzione della filiera del fotovoltaico, che non si limita più solo alla fase dell’installazione ma sta ampliando molto le capacità produttive di pannelli e di celle, con importanti ricadute occupazionali: «Il 2009 ha segnato un primo passo verso la maturità del
mercato fotovoltaico nel nostro Paese», spiega l’ultimo Solar Energy Report dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, diretto da Vittorio Chiesa. Se le stime numeriche sono per forza approssimative, i profili ricercati sono abbastanza definiti: dagli ingegneri elettrici, elettronici o civili da inserire come progettisti di sistemi rinnovabili, come project manager o green business developer, agli economisti e ai legali esperti della normativa specifica. Per lo sviluppo dell’industria fotovoltaica si richiedono anche fisici e chimici, oltre agli operatori tecnici da inserire nelle fabbriche di pannelli. E poi installatori, manutentori elettrici e meccanici, certificatori energetici, energy manager per tagliare i consumi elettrici delle imprese ed energy trader per vendere e comprare alla borsa elettrica. Non a caso su questi profili si stanno mettendo in moto schiere di head hunter: è appena nato il Green Job Center di Adecco e cominciano a spuntare i portali dedicati, come www.green-job.it. Il problema è però la mancanza di skill professionali dedicati. «Nel mondo delle energie alternative c’è molto bisogno di manodopera specializzata e di manager con un’esperienza nel settore, ma abbiamo grandi difficoltà a trovare le competenze giuste», spiega Pietro Valdes, “cacciatore di teste” per Michael Page, specializzato nel mondo dell’engineering. I profili più ricercati spaziano dall’ingegnere meccanico per la progettazione di impianti a biomasse, all’operaio eolico addetto alla manutenzione delle turbine. Cresce anche il numero di aziende che assumono figure in grado di provvedere alla razionalizzazione dei consumi e all’efficienza energetica, ricoprendo il ruolo di energy manager o di esperto del riciclo. I liberi professionisti, a partire dall’agronomo fino al consulente ambientale, si stanno attrezzando per riuscire a rispondere efficacemente alle esigenze del settore, con competenze specifiche. Anche fra gli artigiani c’è chi sceglie di legare i propri affari alla diffusione delle fonti alternative. Nasce così un vero e proprio sistema verde, esteso fino all’idraulico ambientalista, che decide di specializzarsi nelle caldaie a biogas, o all’elettricista che installa pannelli solari, abbandonando il vecchio scaldabagno. È un intero sistema industriale che cambia.
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Sull’Italia splende il solare Nasce a Catania la più grande fabbrica italiana di pannelli fotovoltaici Il nuovo Conto energia per il fotovoltaico pone la quota di 3500 MW installati entro i prossimi tre anni. Il piano strategico nazionale da poco presentato all’UE dal governo italiano delinea un programma strategico per il solare di 8000 MW nel 2020. Sono dati che annunciano un futuro di crescita per il settore, come e forse più degli ultimi anni.
Secondo il Gestore dei Servizi Elettrici (GSE), in Italia oggi ci sono centrali solari per 1400 MW, di cui 1200 MW installati negli ultimi tre anni. Una potenza realizzata da circa 80.000 impianti diffusi soprattutto tra Puglia, Lombardia, Veneto, Sicilia ed Emilia Romagna. A Nord hanno più successo i piccoli impianti domestici, a Sud quelli di grandi dimensioni per uso industriale. E per gli analisti del settore saranno i secondi, con il ridursi del sistema di incentivi, a caratterizzare la tendenza futura del fotovoltaico nel Paese.
Con un 2010 che dovrebbe confermare il trend di crescita registrato dalle rinnovabili del 2009, l’Italia è ora chiamata a un salto di qualità: far diventare l’energia verde un settore industriale vero e proprio. Per il fotovoltaico ci sono già le premesse perché questo passaggio avvenga in tempi brevi. Enel, Sharp e StMicroelectronics realizzeranno infatti in Sicilia, a Catania, la più grande fabbrica italiana di pannelli fotovoltaici.
La fabbrica rappresenta il completamento di una filiera italiana del fotovoltaico sino a oggi incompleta. L’inizio della produzione è previsto per il secondo semestre del 2011 e la capacità produttiva sarà di 160 MW all’anno di pannelli “made in Italy”, che saranno destinati al mercato nazionale ed europeo, ma l’orizzonte potrebbe estendersi anche oltre, in Medio Oriente e Africa.
Future Tech di Simone Arcagni
La rivoluzione del magnesio?
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Un piccolo aeroplano di carta di circa cinque centimetri che vola... E fin qui niente di strano. Ben più eccezionale è che il suo volo avviene in altitudine e sia guidato, e che la sua funzione sia quella di osservare fenomeni atmosferici ed eruzioni vulcaniche. E vale poi forse la pena di dire che il modellino funziona ad acqua. Ma questo è ancora niente, perché lo staff che ha preparato questo mezzo a rifornimento d’acqua pensa a future applicazioni per aeroplani per la stratosfera e addirittura per raggiungere le stazioni spaziali. La particolare propulsione funziona “semplicemente” facendo riscaldare l’acqua da parte di un laser. A realizzare questo progetto, che apre le porte a modelli energetici e di propulsione davvero sostenibili e alternativi al carbone fossile, è il gruppo di ricerca di Takashi Yabe, cinquantanovenne professore di Ingegneria meccanica e scienza dell’Institute of Technology di Tokyo che, a partire da un aeroplanino di carta, sta rivoluzionando il mondo dell’energia proponendo di servirsi per il futuro del magnesio.
Future Tech
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Ma qual è l’idea di Yabe nello specifico? Usare, per l’appunto, il magnesio che si trova nelle acque dei nostri oceani come fonte di energia pulita, e – come afferma lo stesso Yabe – se si tiene conto che gli oceani contengono 1800 trilioni di tonnellate di magnesio, il calcolo è presto fatto: il Pianeta potrebbe avere a disposizione energia pulita per i prossimi 300.000 anni. L’unico problema sono i costi: il magnesio, che è altamente infiammabile e può produrre energia pulita, è molto costoso. Ma qui sta la differenza degli studi del gruppo di ricerca di Yabe: lavorano sul riciclo del magnesio rendendolo un sistema economico, oltre che pulito. Il primo passo è ottenere il magnesio dall’oceano estraendo cloruro di magnesio dall’acqua marina attraverso una tecnica di evaporazione. Per trasformare il cloruro di magnesio in ossido di magnesio, e infine in magnesio raffinato, gli scienziati giapponesi si servono di speciali lenti e, soprattutto, nel loro laboratorio hanno messo a punto un laser a luce solare («Usiamo la luce del Sole, che è gratis», afferma Yabe) che permette di raggiungere temperature pari a 4000 gradi Celsius. Con il laser, Yabe aveva già fatto volare nel 2002 il “nostro” aeroplanino da ricognizione, ma ora lo scienziato e il suo staff hanno messo a punto un laser di nuova generazione che permette di produrre idrogeno e liberare ossido di magnesio che può venire re-immesso nel circuito di produzione. Si tratta del punto di arrivo di un lavoro iniziato nel 2005 e che prevede di realizzare
un laser solare (economico e pulito, quindi) in grado di assorbire l’80% di luce contro il 10% dei laser di vecchia generazione. Infine, c’è l’ultimo stadio: vengono mescolati granuli di magnesio e acqua per creare calore e idrogeno... Non è fantascienza. La sperimentazione è infatti ormai in fase conclusiva e quindi potrebbe essere una tecnologia utilizzabile a breve: per Yabe, entro 10 anni si potrebbe coprire il 10% del fabbisogno energetico, fare funzionare impianti elettrici, velivoli, automobili, e così via. Il ciclo di energia al magnesio e quello di iniezione del magnesio è stato chiamato “Magic”, nome davvero appropriato dato che sembra poter realizzare il miracolo di un futuro in cui potremmo renderci indipendenti dalla schiavitù del carbone fossile. Sole e acqua, niente di più semplice e di più pulito, niente di più naturale per un futuro verde; una rivoluzione il cui primo impatto commerciale potrebbe essere la produzione di batterie al magnesio, sette volte più potenti di quelle al litio che si usano oggi per le automobili ibride ed elettriche. Yabe sta preparando un mondo di energia senza emissioni di CO2: non stupisce allora che “Time” nel 2009 lo abbia inserito nella lista degli “Heroes of the Environment”, quelli per cui, per la rivista inglese, vale la nozione «We can all make a difference».
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Intervista ad Alexander Ochs
Energie rinnovabili: a che punto è il mondo?
di Alessandra Viola
«La domanda energetica mondiale nel 2030 può essere ridotta di un terzo semplicemente puntando sull’efficienza. E la metà della rimanente domanda potrà essere garantita dalle rinnovabili, con una diminuzione delle emissioni di gas serra pari al 52%. Ma a patto che modifichiamo il nostro stile di vita». Intervista ad Alexander Ochs, direttore del Climate & Energy Program del Worldwatch Institute.
Vent’anni di tempo per dimezzare le emissioni globali di gas serra e provvedere alla metà del consumo energetico mondiale con le rinnovabili. O sarà un disastro. Vent’anni per contenere il global warming entro livelli accettabili per il Pianeta, ma anche vent’anni per essere tutti un po’ più felici. Detta così sembra un’enormità, una cosa assurda o al meglio semplicemente un’utopia. Al Worldwatch Institute di Washington però fanno sul serio. E nello State of the World 2010, insieme al rapporto Renewable Revolution, hanno messo a punto uno scenario futuro tutt’altro che campato in aria. «Secondo le nostre proiezioni, che sono diverse da quelle elaborate dall’Agenzia internazionale per l’energia e che abitualmente si usano come scenario di riferimento – spiega Alexander Ochs, direttore del Climate &
Energy Program del Worldwatch Institute – la domanda energetica mondiale nel 2030 può essere ridotta di un terzo semplicemente puntando sull’efficienza. E la metà della rimanente domanda energetica, sempre nel nostro scenario, potrà essere garantita dalle rinnovabili con una diminuzione delle emissioni di gas serra pari al 52%. Naturalmente, a patto che introduciamo un efficace sistema di regolamentazione e modifichiamo il nostro stile di vita: se ognuno dei 6,8 miliardi di abitanti della Terra conducesse una vita simile a quella di un nordamericano medio, il Pianeta sarebbe già collassato». Un concetto semplice, intuitivo e che però incontra notevoli e prevedibili resistenze ogni volta che viene espresso. Cambiare stile di vita? Rinunciare al benessere? Fermare lo sviluppo? Im-
pensabile. Eppure oggi, secondo una ricerca dell’università di Princeton, il 7% della popolazione mondiale (500 milioni di persone, di cui facciamo parte anche noi) è responsabile del 50% delle emissioni di CO2. Con queste cifre sembra lecito convincersi che l’emissione di gas serra sia strettamente correlata allo sviluppo. Secondo il rapporto Renewable Revolution del Worldwatch Institute, però, tra il 1990 e il 2007 il PIL mondiale è cresciuto del 156%, a fronte di un aumento della richiesta di energia che ammonta “appena” al 39% e di un parallelo aumento delle emissioni di CO2 del 35%. «Questi dati indicano che lo sviluppo economico, al contrario di quanto si crede, è in larga parte slegato dal consumo energetico», spiega Ochs. «Con le giuste politiche e con nuove regole pos-
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Sophie Chivet /Agence VU
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Worldwatch Institute Il Worldwatch Institute è uno dei più importanti istituti di ricerca ambientale. Da 25 anni redige State of the World, rapporto annuale sulla salute del Pianeta tradotto in oltre 30 lingue (e pubblicato in Italia da Edizioni Ambiente). Gli ambiti di ricerca del rapporto e in generale del Worldwatch Institute includono: la transizione globale a un sistema energetico lowcarbon, i cambiamenti climatici, la fondazione di un’agricoltura sostenibile, la lotta alla fame e alla povertà. www.worldwatch.org
siamo continuare a svilupparci usando meno energia. I dati dicono anche altro, e cioè che le fonti energetiche delle quali ci serviamo attualmente non sono adatte a supportare la nostra qualità della vita, perché inquinano l’aria, l’atmosfera e l’acqua, il che distrugge il principale fondamento della nostra economia, dal momento che di pari passo con l’aumento della produzione energetica crescono le emissioni di gas serra, a livelli che il mondo non può più permettersi». L’ordine del giorno dell’ambiente (purtroppo non quello dei governi) è ormai noto: ridurre le emissioni di CO2 ricorrendo alle fonti di energia rinnovabili. Molte e diverse sono le proiezioni
future, ma gli scenari più accreditati prevedono tutti un lungo periodo di convivenza tra il petrolio e le rinnovabili, con l’oro nero incaricato di “sorreggere” l’economia mondiale mentre le energie più “giovani” continuano a svilupparsi per garantire un domani (chissà quanto lontano) stabilità e sicurezza all’approvvigionamento energetico planetario. In questo quadro, pensare che da qui a vent’anni sia possibile coprire con le rinnovabili il 50% del fabbisogno energetico globale, appare quantomeno dubbio. Ma al Worldwatch Institute non la vedono affatto così. «Le nostre ricerche dimostrano che non sarebbe un problema installare la tecnologia che ci
occorre in così breve tempo», continua Ochs. «Il problema non è economico o sociale. È solo una questione di volontà politica. Guai però a pensare di lavarsene le mani delegando tutto ai partiti e ai decisori politici, che pure giocano un ruolo molto forte nella nostra economia. Bisogna capire che la scelta e la volontà di agire devono essere messe in opera a tutti i livelli, dalle Nazioni Unite ai singoli stati, province, comuni, fino al singolo individuo. Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte per fronteggiare questa gigantesca sfida». Intanto, nel 2007 le rinnovabili hanno garantito il 18% del consumo energetico globale, un dato già ampiamente al di sopra delle previsioni. «Bastano
Intervista ad Alexander Ochs
Cédric Faimail/Argos/Picturetank
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cinque mosse per arrivare all’obiettivo che ci prefiggiamo», sottolinea Ochs. «Per prima cosa, mettere un prezzo alle emissioni di gas serra. Un prezzo che dovrebbe continuamente aumentare, perché diventi sempre meno conveniente produrre energia da fonti non rinnovabili. Poi, introdurre regole salde per l’efficienza energetica e investire denaro pubblico e privato nella ricerca e nello sviluppo delle tecnologie per produrre energia pulita. I governi dovrebbero essere i primi a tenere in considerazione la sostenibilità dei propri investimenti e delle pratiche adottate, per ridurre l’impatto ambientale e dare il buon esempio. Infine, l’educazione è il perno intorno a cui avvitare il resto:
bisogna cambiare il nostro stile di vita». Un’affermazione che da sola sarebbe sufficiente a convincere chiunque a desistere da simili progetti. E che forse da sola spiega la resistenza al cambiamento che si ravvisa quasi ovunque. In fondo, non è stato proprio il consumismo a garantirci il livello di benessere al quale siamo ormai abituati? «Bisogna riconsiderare la nostra impronta sul Pianeta», afferma Ochs. «Stiamo vivendo oltre le nostre possibilità e il nostro stile di vita mette il profitto individuale davanti al benessere collettivo, il che non è sostenibile. Nel breve periodo, i prezzi di molti servizi dovranno necessariamente aumentare: guidare, viaggiare in aereo, trasportare merci da un
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lato all’altro del globo. Il prezzo di queste attività dovrà riflettere il costo sociale di azioni i cui effetti sono già oggi avvertiti da milioni di poveri del mondo, che non viaggiano, non guidano, non trasportano merci per migliaia di chilometri, ma soffrono degli effetti di tutto questo. L’aumento dei prezzi scoraggerà un uso indiscriminato e nevrotico dei mezzi di trasporto e cambierà le nostre abitudini, ma io sono certo che sarà un bene. Alcune delle nostre abituali pratiche non solo non sono sostenibili per il Pianeta, ma neppure per la nostra stessa salute, e non ultimo per la nostra felicità. Cambiando queste abitudini non avremo solo miglioramenti per il Pianeta ma anche per noi. Non voglio dire che sarà una transizione facile,
ma bisogna mettersi in testa che è obbligatoria, o sarà il disastro. Nel breve periodo questa transizione necessiterà forti investimenti in ricerca, sviluppo e tecnologia. Questi soldi mancheranno altrove, naturalmente. Ma nel medio e lungo periodo queste scelte porteranno anche profitti economici». Investire nelle rinnovabili è certamente uno dei must degli anni a venire. Su quali energie puntare però è ancora oggetto di acceso dibattito. Solare fotovoltaico o a concentrazione? Eolico offshore? L’imponente idroelettrico delle mastodontiche dighe alte centinaia di metri? Al Worldwatch Institute hanno pensato anche a questo. «Per raggiungere il 50% della produzione globale con le rinnovabili potremo contare su
Intervista ad Alexander Ochs
I dati indicano che lo sviluppo economico, al contrario di quanto si crede, è in larga parte slegato dal consumo energetico. Con le giuste politiche e con nuove regole possiamo continuare a svilupparci usando meno energia. ©
Thomas Skiffington/Gallerystock
un ampio portfolio energetico, del quale faranno certo parte il sole e il vento, la mini e maxi energia idroelettrica, ma anche l’energia ottenuta dalle onde e tantissime altre che oggi sono ancora poco considerate. Però c’è anche un’altra domanda importante da farsi: da dove verrà il 50% di energia prodotta da fonti non rinnovabili? La comunità ambientalista non vuole parlare di questo. Invece è un argomento fondamentale e a non considerarlo si rischia di fare le scelte sbagliate. Secondo noi il gas naturale giocherà un ruolo importante in questo scenario. Importanti giacimenti sono stati scoperti di recente, e poi le centrali a gas hanno un grande vantaggio: si possono accendere e spegnere praticamente con un pulsante. Quindi
puoi produrre esattamente la quantità di energia che ti serve per equilibrare la quantità prodotta con le rinnovabili, e non di più. Con il gas è facile bilanciare i picchi dei consumi energetici e il naturale up and down della produzione da fonti rinnovabili. Chi parla di nucleare, ha mai pensato a questo? Ci vogliono tre giorni per accendere e spegnere una centrale nucleare. Invece la fluttuazione dell’energia prodotta con le rinnovabili è giornaliera, anzi cambia di ora in ora… Con il nucleare non puoi reagire in tempo reale. E neanche con il carbone. Con il gas invece è tutto più semplice». Nel mondo, la transizione verso un’economia low carbon è già in atto: ad Aspen, in Colorado, in Danimarca e
in parti della Cina, o ancora a Gussing, in Austria. «Questi luoghi hanno obiettivi ancora più ambiziosi», conclude Ochs. «La notizia incoraggiante è che le persone che vivono nei luoghi dove l’energia è tutta ottenuta da fonti rinnovabili, anche se hanno dovuto modificare il loro stile di vita, sono diventate più felici, non meno. Respirano bene, fanno sport, trascorrono meno tempo da soli dentro auto ferme nel traffico, mangiano cibi più sani, non hanno più paura dei black out, sono meno stressate. Possiamo farlo anche noi».
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Jardins de couleur
Fotografie di Jérôme Galland
Dal 1992, il festival internazionale dei giardini di Chaumont-sur-Loire offre una panoramica sorprendente degli ultimi sviluppi della creazione paesaggistica mondiale. In 19 stagioni sono stati realizzati più di 400 “prototipi” dei giardini di domani, in cui si incontrano arte, nuove fioriture, nuovi materiali, idee e approcci innovativi. La diversità, la creatività e la qualità dei progetti hanno contribuito a diffondere la reputazione del festival a livello mondiale, rendendolo un appuntamento immancabile per la presentazione dei lavori di tutta una nuova generazione di paesaggisti, architetti, scenografi, giardinieri...
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Installazione colorata nel mezzo di una foresta, nell’ambito del Festival des jardins 2009 di Chaumont sur Loire, realizzata da Michel Racine e Béatrice Saurel.
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3 Opera L’arbre aux échelles (“L’albero a pioli”) di François Méchain, realizzata per il Centre d’Arts et de Nature di Chaumontsur-Loire.
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4 Giardino La ligne jaune (“Il legno giallo”), realizzato da Maythinie Eludut, Julien Viniane e Gaylord Le Goaziou.
5 Giardino La couleur des éléments (“Il colore degli elementi”), realizzato da Stefan Laport e Joachim Wurster.
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Giardino Ultraviolet (“Ultravioletto”), realizzato da Marie-Tiffany Hamon-Delgado, Florence Mottes, Anne-Elise Hamon, Pierre-Alexandre Marchevet, Eric Gentils.
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8 Le jardin mange-tête (“Il giardino mangiatesta”), realizzato da Steven Fuhrman, Samson Lacoste, Luc Pinsard e Philippe Maillols.
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Italia sempre più rinnovabile
di Edoardo Zanchini
In un anno i comuni italiani che hanno investito in energie rinnovabili sono raddoppiati. È quanto emerge dal rapporto di Legambiente Comuni Rinnovabili 2010, che scatta una fotografia molto incoraggiante, specialmente in vista degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 fissati per il 2020 dall’UE. La mappa dell’Italia rinnovabile dice che l’86% dei comuni utilizza una qualche fonte di energia pulita: 6993 municipi, più del doppio che nel 2008.
Bisogna osservare con attenzione il territorio per capire il nuovo scenario delle fonti energetiche rinnovabili. Sono infatti decine di migliaia gli impianti installati negli ultimi anni – piccoli, grandi, da fonti diverse – e migliaia i progetti in corso di realizzazione, ed è importante capire se stanno dando forma a un nuovo modello di generazione distribuita e, soprattutto, come sono capaci di dare risposta alle nuove sfide energetiche e climatiche. I numeri sono impressionanti: quasi 7000 sono i comuni in Italia dove è installato almeno un impianto. In pratica, le fonti pulite che fino a 10 anni fa interessavano con il grande idroelettrico e la geotermia1 le aree più interne, e comunque una porzione limitatissima del territorio italiano, oggi sono presenti nel 90% dei comuni2. E leggere questo processo dal punto di vista dei comuni risulta particolarmente interessante, perché sta cambiando profondamente il rapporto tra le fonti energetiche e il territorio, e mostra caratteri diversi lungo la Penisola proprio perché sono differenti le risorse presenti e le potenzialità di sviluppo degli impianti.
La diffusione delle fonti rinnovabili nel territorio italiano
Una rappresentazione aggiornata dello sviluppo delle diverse tecnologie rinnovabili attraverso numeri e cartine è tracciata nel rapporto Comuni Rinnovabili 20103 elaborato da Legambiente, giunto quest’anno alla quinta edizione. L’obiettivo è di capire risultati e caratteri, differenze e problemi di questo processo. Il rapporto 2010 racconta un salto impressionante nella crescita degli impianti installati nel territorio italiano, che riguarda tutte le fonti e i parametri presi in considerazione. Sono 6993 i comuni in cui è installato almeno un impianto; erano 5580 lo scorso anno e 3190 nel 2008. Ma oltre ai numeri assoluti sulla diffusione risulta importante approfondire alcuni parametri capaci di raccontare i caratteri più significativi di questo cambiamento. Ad esempio, quello dei comuni al 100% rinnovabili, ossia delle realtà che rappresentano oggi in Italia il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale. Per individuarli vengono prese in considerazione le diverse informazioni che riguardano le
fonti rinnovabili installate nei territori, in modo da arrivare a calcolare il rapporto tra l’energia che producono gli impianti e il fabbisogno elettrico e termico dei cittadini (riscaldamento delle case, acqua calda per usi sanitari, elettricità)4. Si vuole proporre con questo parametro un’elaborazione che tenga insieme obiettivi quantitativi e qualitativi, e per costruirlo vengono presi in considerazione gli impianti da “nuove” rinnovabili (escludendo il grande idroelettrico e la geotermia) sia termici sia elettrici5. Sono 15 i comuni in Italia che rientrano in questa categoria e che riescono a soddisfare attraverso il contributo di impianti solari termici e a biomasse collegati a rete di teleriscaldamento i propri fabbisogni termici, e attraverso un mix di impianti rinnovabili quelli elettrici. Un ottimo esempio è il comune di Sluderno, in provincia di Bolzano, che fonda la sua ricetta di successo su diversi impianti diffusi nel territorio. Dai 960 metri quadri di pannelli solari termici e 512 kW di pannelli fotovoltaici diffusi sui tetti di case e aziende, ai quattro micro-impianti idroelettrici
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nel 2008
5580
nel 2009
6993
nel 2010
Comuni italiani in cui è installato almeno un impianto da fonti rinnovabili
per 232 kW complessivi. Particolarmente interessante è la collaborazione con i territori vicini, che ha permesso di realizzare un impianto eolico da 1,2 MW installato nel comune di Malles, gestito in consorzio con i quattro comuni confinanti e alcune aziende elettriche locali. A scaldare le case sono invece gli impianti da biomasse locali e da biogas, che hanno una potenza complessiva di 6200 kW termici di tipo cogenerativo allacciati a una rete di teleriscaldamento. Ma non sono da meno gli altri comuni individuati dal rapporto, da Dobbiaco a Prato allo Stelvio, da Vipiteno a Brunico. Una seconda interessante chiave per capire i processi in corso sta nell’andare a vedere la spinta delle diverse fonti nel territorio italiano. Non solo perché cresce la diffusione per tutte le tecnologie e i parametri presi in considerazione, ma perché sono diversi i risultati nei territori. I comuni del solare sono complessivamente 6801, distribuiti lungo tutta la Penisola. Per il solare fotovoltaico la maggiore diffusione è a Craco, in provincia di Matera, dove si raggiunge una media di 542 kW ogni
1000 abitanti. Gli impianti installati nel comune immettono in rete più energia elettrica di quanta ne consumano le famiglie residenti. Nel solare termico, il migliore risultato è nel piccolo comune di Fiè allo Sciliar, in provincia di Bolzano, dove si raggiunge una media di 1152 mq/1000 abitanti. Anche per elaborare questa classifica si è utilizzato lo stesso criterio del fotovoltaico, che nel caso del termico risulta ancora più interessante perché i pannelli possono soddisfare larga parte dei fabbisogni di acqua calda sanitaria e riscaldamento delle famiglie. Sono 51 i comuni italiani che hanno già raggiunto l’obiettivo fissato dall’Unione Europea di 264 mq/1000 abitanti. Invece sono 297 i comuni dell’eolico, con una distribuzione che vede una prevalenza di impianti localizzati lungo la dorsale appenninica e le isole maggiori. La potenza installata è in crescita, pari a 5148 MW, con 1287 MW in più rispetto al 2009, che riescono a soddisfare il fabbisogno elettrico di oltre quattro milioni e 100.000 famiglie. 799 sono i comuni del mini-idroelettrico (sono presi in considerazione gli im-
pianti fino a 3MW6) per una potenza totale installata di 715 MW, in grado di produrre ogni anno oltre 2860 GWh, pari al fabbisogno di energia elettrica di oltre un milione e 100.000 famiglie. 181 sono i comuni della geotermia, per una potenza installata pari a 880 MW elettrici e 38,8 MW termici. Grazie a questi impianti in Italia viene prodotta ogni anno energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico di oltre due milioni e 640.000 famiglie. Se la produzione elettrica per gli impianti geotermici è storicamente localizzata in Toscana, un segnale positivo viene dal rapido sviluppo di impianti a bassa entalpia che sfruttano lo scambio termico con il terreno e che vengono abbinati a tecnologie sempre più efficienti di riscaldamento e raffrescamento. 788 sono infine i comuni della biomassa, per una potenza installata complessiva di 1023 MW elettrici e 985 termici. Di questi, 421,1 MWe e 35,6 MWt derivano da impianti a biogas. Grazie a questi impiant, in Italia si producono 7161 GWh l’anno, pari al fabbisogno elettrico di oltre due milioni e 860.000 famiglie. Sono 286 i comuni in cui gli
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impianti utilizzano biomasse “vere” (ossia materiali di origine organica animale o vegetale) e 355 quelli in cui le centrali a biomasse sono collegate a reti di teleriscaldamento.
La forza di uno scenario energetico dal basso? 062
A guardarla dal territorio, la spinta delle fonti rinnovabili sta già cambiando profondamente lo scenario energetico italiano. Ma questa rivoluzione silenziosa può rappresentare una prospettiva realmente credibile nel tempo e fattibile da un punto di vista tecnologico, economico e ambientale? Le esperienze raccolte nel Rapporto permettono di dare una prima risposta adattata al territorio italiano, e dimostrano come la visione più lungimirante è quella che guarda all’integrazione di tecnologie rinnovabili ed efficienti per trovare la risposta più adatta alle esigenze delle diverse domande dei territori e delle città, ossia di case, uffici e imprese. Di fatto siamo arrivati a un punto di svolta, nel quale alcuni dei temi di ricerca e dibattito di questi anni – la produzione distribuita, l’avvicinare domanda di energia e produzione più efficiente, le smart grids – stanno trovando un terreno di verifica concreto. Se ormai è largamente condivisa l’idea che non esista per la crisi energetica e climatica del Pianeta “una” soluzione risolutiva – nel senso di una risposta che sia legata a una sola tecnologia o fonte (rinnovabile o meno) –, vale invece la pena percorrere con convinzione una prospettiva nella quale trovare il più attento mix tra soluzioni diverse e integrate di fonti rinnovabili e di efficienza energetica (impianti solari termici, fotovoltaici o da biomasse integrati con pompe di calore, centrali di micro-cogenerazione, caldaie a condensazione, reti di teleriscaldamento, ecc.). Tutti i dati confermano infatti come lo scenario che riguarda le tecnologie rinnovabili sia in continua
evoluzione, perché migliorano l’affidabilità e le prestazioni degli impianti, e che – particolarmente importante – oggi questo sviluppo trovi riscontro nel crescente contributo che riescono a fornire rispetto ai consumi energetici nazionali, ossia il parametro rispetto al quale secondo gli obiettivi fissati dall’Unione Europea il nostro Paese è tenuto a impegnarsi per raggiungere il 17% di contributo al 2020. Ma per dare continuità a questa direzione di cambiamento occorre da una parte offrire certezze per gli investimenti – attraverso regole più semplici e incentivi meno generosi ma certi –, ma dall’altra guardare con molta più attenzione alle specifiche esigenze dei diversi territori e considerare che una risposta credibile agli obiettivi nazionali di riduzione dei gas serra potrà venire solo da tante ambiziose e diffuse politiche locali. Nessuna idea di lotta dei piccoli comuni contro le grandi centrali e nessuna idea lillipuziana dell’energia da contrapporre al gigantismo delle multinazionali. Piuttosto, quello che il nuovo scenario delle fonti rinnovabili sta facendo riscoprire è l’attenzione verso nuove strade da intraprendere per rendere più efficiente e democratico il sistema energetico. Una prospettiva che dovrà passare, se vuole realizzare le proprie ambizioni, anche per progetti di una scala enorme come Desertec7 e in parallelo per smart grids che gestiscono e interscambiano energia elettrica con utenze e produzioni distribuite. Ma la sfida più difficile che le fonti rinnovabili hanno di fronte è probabilmente quella culturale. Perché ancora oggi, spesso per provincialismo e altre volte per interesse, si guarda ancora alle fonti innovabili con l’idea che continueranno a rappresentare, anche in futuro, una costosa e marginale quota del bilancio energetico e non il perno di una strategia capace di dare risposta agli storici problemi italiani (costo dell’energia, dipendenza dall’estero,
insicurezza degli approvvigionamenti, impatto sull’atmosfera). Per un riflesso condizionato, qualsiasi ragionamento sembra non poter prescindere da un approccio centralizzato e quantitativo, fatto di MW installati per impianto che inevitabilmente spazza via l’eolico o il solare rispetto al nucleare o al carbone. Ma questo modo di ragionare di energia risulta inevitabilmente datato, inadeguato rispetto a un processo che apre delle strade assolutamente nuove. Come i più recenti e seri studi dimostrano, oggi sono possibili risultati e miglioramenti dell’efficienza impressionanti, e che proprio guardando al territorio, alle diverse risorse e vocazioni presenti, sia possibile trovare una risposta alla domanda di energia che sia veramente moderna e sostenibile.
Italia sempre più rinnovabile
Comuni italiani al 100% rinnovabili:
15 1 Le tecnologie che dalla fine del 1800 hanno accompagnato e permesso la prima industrializzazione del Paese.
Comuni del solare:
6801
Gli impianti installati si possono stimare, al momento, in oltre 80.000 fotovoltaici, 20.000 termici, oltre 1000 tra eolici, a biomasse e biogas, oltre 2000 impianti idroelettrici “storici”.
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Comuni dell’eolico:
297
I dati sono ottenuti attraverso un questionario inviato ai comuni e incrociando le risposte con le elaborazioni e gli studi del GSE, i rapporti di ENEA, Itabia, Fiper, ANEV, oltre che le informazioni provenienti da regioni, province e aziende.
3
Comuni del mini-idroelettrico:
799 Comuni della geotermia:
181
4 Per quanto venga utilizzato un parametro teorico per la parte elettrica – gli impianti nella maggior parte dei casi immettono energia nella rete ed è dalla rete che le utenze la prendono – è comunque significativo perché dimostra come sia possibile soddisfare i fabbisogni delle famiglie attraverso le fonti rinnovabili installate sui tetti e nei territori, avvicinando così domanda e produzione di energia.
Comuni della biomassa:
788
5 Limitando così il campo dei “candidati”, basti dire che anche escludendo i grandi impianti idroelettrici sono 825 i comuni in Italia che grazie a una sola fonte rinnovabile (mini-idroelettrica, eolica, fotovoltaica, da biomasse o geotermica) producono più energia elettrica di quanta ne consumano. Oppure che per la parte termica sono 24 i comuni che grazie a impianti di teleriscaldamento collegati a impianti biomassa o da geotermia superano il proprio fabbisogno. 6 Il motivo per cui prendiamo in considerazione solo il “mini” è perché, se dal grande idroelettrico proviene storicamente il contributo più importante da parte delle fonti energetiche rinnovabili alla bilancia elettrica italiana, sono evidenti i limiti di sviluppo in termini di nuovi impianti. 7 Il progetto di un sistema di centrali solari a concentrazione e impianti eolici nel Nord Africa connesso alla rete elettrica europea e a impianti di nuova generazione.
Sluderno (Bolzano)
960 metri quadri
di pannelli solari termici
512
kW di pannelli fotovoltaici
quattro micro-impianti idroelettrici per
un impianto eolico da
impianti da biomasse locali e da biogas – potenza complessiva di
232
1,2
6200
kW complessivi
MW complessivi
kW termici
063
Ricerca e industria per una filiera italiana nelle rinnovabili «La recente crisi economica, le incertezze legate ai costi e all’approvvigionamento dell’energia, il crescente livello delle emissioni e il rischio di cambiamenti climatici ci pongono di fronte a una sfida urgente alla quale tutti i governi del mondo non possono sottrarsi: quella di una completa rivoluzione del sistema energetico globale attraverso comportamenti più razionali sull’utilizzo di energia, un massiccio ricorso all’uso pulito delle fonti fossili e un pieno utilizzo di quelle rinnovabili».
Lo sviluppo delle rinnovabili a scala internazionale
Nell’ultimo decennio le fonti rinnovabili hanno mostrato una crescita straordinaria in tutto il mondo arrivando a coprire nel 2007, secondo le ultime analisi dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), il 12,4% dell’offerta totale di energia primaria e il 17,9% di elettricità. In particolare negli ultimi due anni si è assistito a un fatto particolarmente significativo: la nuova capacità installata nell’Unione Europea in impianti alimentati a fonti rinnovabili è stata superiore a quella fossile, costituendo nel 2009 il 61% del totale rispetto a una quota del 14% nel 1995 (secondo i dati della European Wind Energy Association). La recente crisi economica, le incertezze legate ai costi e all’approvvigionamento dell’energia, il crescente livello delle emissioni e il rischio di cambiamenti climatici ci pongono inevitabilmente di fronte a una sfida urgente alla quale
tutti i governi del mondo non possono sottrarsi: quella di una completa rivoluzione del sistema energetico globale attraverso comportamenti più razionali sull’utilizzo di energia, un massiccio ricorso all’uso pulito delle fonti fossili e un pieno utilizzo di quelle rinnovabili. Il vero motore della rivoluzione che guiderà il sistema energetico lungo questo percorso è l’apprendimento tecnologico e la velocità con cui questo avverrà dipende fortemente dalla capacità di governi e industrie di intrecciare le rispettive strade nel fine comune dell’innovazione. La crescita della produzione di energia da rinnovabili ha generato a livello mondiale un forte aumento degli scambi dei prodotti manifatturieri connessi a queste tecnologie, in particolare eolico e solare. Un certo numero di paesi europei dal 2002 ha risposto alla crescente domanda di prodotti attraverso politiche industriali finalizzate a incrementare la capacità produttiva e a sviluppare
di Giovanni Lelli
una filiera industriale nazionale. L’Italia non ha saputo invece investire sufficientemente per adeguare la propria capacità produttiva di componentistica per le rinnovabili e si trova ora a dover recuperare un notevole ritardo che negli ultimi anni ha determinato una propensione a importare componenti per la produzione di energia da fonti rinnovabili superiore a quanto è riscontrabile nella media dell’UE15, in particolare nel caso del fotovoltaico. Caso emblematico di politica industriale è sicuramente quello tedesco, il cui successo è certamente dovuto all’accoppiata vincente tra un efficace e stabile sistema di incentivazione (feed-in) della domanda e un ampio ventaglio di incentivi offerti ai potenziali investitori, come rimborsi “cash” dei costi diretti, prestiti a tassi agevolati, garanzie pubbliche alle banche e incentivi per i costi del personale e per le attività di R&S tecnologico. Questo tipo di approccio ha portato ad
esempio alla creazione del più grande distretto industriale al mondo per il solare fotovoltaico, la cosiddetta “Solar Valley della Sassonia”, da cui proviene quasi il 15% di tutta la produzione mondiale di celle solari. Un sistema di incentivazione delle fonti rinnovabili molto remunerativo come quello italiano consente di accrescere rapidamente la domanda interna di tecnologie, ma non è stato finora sufficiente a stimolare a livello nazionale una crescita della competitività tecnologica e della capacità manifatturiera nei settori delle energie rinnovabili.
Ruolo delle rinnovabili negli scenari low-carbon
In una prospettiva di breve-medio termine, l’impegno principale a livello paese è quello di arrivare entro il 2020 al raggiungimento dell’obiettivo del 17% dei consumi di energia da fonti
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rinnovabili, obiettivo per il cui conseguimento sarà essenziale il ruolo dell’efficienza energetica. Tale impegno costituisce un’importante opportunità di crescita per l’intero Paese in tutti i settori delle fonti energetiche rinnovabili, che potrà dispiegarsi con l’avvio di graduali processi di riconversione tecnologica per la de-carbonizzazione del sistema produttivo. Il Piano d’azione nazionale per le rinnovabili, ad oggi in fase di approvazione finale, ci indica un percorso per arrivare a questo traguardo in base alle caratteristiche e potenzialità del territorio italiano e assegna, in termini di consumi finali totali da rinnovabili, un ruolo centrale alle biomasse in particolare nel settore termico. D’altra parte le analisi di scenario svolte dall’ENEA dimostrano come la progressiva de-carbonizzazione del sistema energetico italiano lungo un sentiero di sviluppo coerente con il raggiungimento degli obiettivi al 2020 sia tecnicamente possibile solamente attraverso investimenti in ricerca e innovazione tecnologica nei settori e nelle filiere industriali finalizzati all’introduzione accelerata di tecnologie energetiche low-carbon, essenzialmente rinnovabili, e a consumi energetici razionali ed efficienti. In particolare, nello scenario di accelerazione tecnologica, circa la metà dell’intera genera-
zione di energia da rinnovabili proviene dalle biomasse che, come nel piano d’azione, costituiscono la principale fonte rinnovabile per l’approvvigionamento energetico nazionale.
Nuove frontiere tecnologiche delle rinnovabili
L’impegno a livello paese deve da un lato concentrarsi sullo sviluppo di innovazioni radicali in campo tecnologico attraverso un rafforzamento delle attività di R&S e dall’altro garantire il diffondersi delle ricadute positive dell’innovazione all’interno del tessuto industriale nazionale, al fine di favorire lo sviluppo e aumentare la competitività delle aziende italiane nei vari settori della componentistica per le rinnovabili. È proprio in quest’ottica che ENEA e Confindustria hanno recentemente sottoscritto un protocollo d’intesa con lo scopo di accelerare l’introduzione di innovazione nei settori industriali delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica e delle tecnologie low-carbon. Si tratta di replicare iniziative come quella del progetto Archimede, un caso di eccellenza tutto italiano che ha portato alla realizzazione della prima centrale termodinamica al mondo che utilizza sali fusi come fluido termovettore e integra un ciclo combinato a gas. L’impianto, recentemente inaugurato
a Priolo Gargallo in Sicilia, è un chiaro esempio di come il sistema della ricerca (ENEA) e quello industriale (Enel) possano incontrarsi e collaborare per sviluppare innovazione tecnologica. L’Agenzia ENEA è impegnata a fianco del decisore pubblico e degli operatori industriali per sostenere le scelte di investimento alla base di un sistema energetico sostenibile attraverso le competenze e le esperienze sviluppate nei suoi laboratori scientifici. Tra le attività di R&S dell’agenzia, visto il rilevante peso delle biomasse negli scenari di medio-lungo termine, vi sono quelle relative alle biomasse di nuova generazione per la produzione e valorizzazione di microalghe e altri microrganismi fotosintetici finalizzati essenzialmente alla produzione di energia rinnovabile. I risultati attesi da questa linea di ricerca tecnologica, la cui maturità è ipotizzabile in una prospettiva di medio-lungo termine, avrebbero un enorme impatto per tutte le industrie produttrici di biocombustibili quali biodiesel, bioetanolo, idrogeno e biogas. Il raggiungimento dell’obiettivo UE del 10% di biocombustibili da impiegare nel settore trasporti entro il 2020 costituisce una sfida particolarmente ardua per un paese come l’Italia dal clima temperato e dall’elevata densità abitativa. Un’alternativa di grande interesse all’importa-
zione di biocombustibili è l’utilizzo di biomasse lignocellulosiche (scarti dell’agroindustria, della silvicoltura, parte organica dei RSU o colture energetiche ad hoc) che devono però essere trasformati in un vettore liquido per essere immessi nella rete. Qui entra in gioco la capacità del nostro sistema di ovviare a handicap di tipo naturale con risposte scientifiche e tecnologiche in grado di valorizzare le risorse effettivamente disponibili. La produzione di bioetanolo con processi di seconda generazione basati su pretrattamenti idro-termici su cui l’ENEA ha da anni investito vedono aziende nazionali quali la Chemtex del gruppo Mossi & Ghisolfi affiancate dall’ENEA nella realizzazione di un impianto da 40.000 t/a di etanolo in Piemonte, il più grande in Europa. Alle potenzialità connesse alle molte tecnologie promettenti per il nostro Paese (dalle rinnovabili termiche, solare e biomasse in primis, al fotovoltaico e ai biocarburanti di nuova generazione, al solare a concentrazione) vanno associate le opportunità di investimento nel settore delle infrastrutture di trasporto e distribuzione dell’energia, da cui dipende l’ampia diffusione delle rinnovabili, che necessita di investimenti per lo sviluppo di sistemi per la gestione “intelligente” dei flussi d’energia (Smart Grids).
1 — 3 Centrale Archimede, Priolo Gargallo, Siracusa. ©Guido Fuà, agenzia Eikona per Enel
La “bolla” rinnovabile spagnola
di Carmen Monforte
Il modello spagnolo delle rinnovabili sarebbe molto efficace, dal momento che il Paese è leader mondiale per quanto riguarda capacità e produzione, ma inefficiente, visto che i premi per promuovere questo tipo di energia sono superiori alla media europea e non sono stati pianificati in modo adeguato. Da ciò che è avvenuto nel mercato spagnolo delle rinnovabili si possono trarre alcune lezioni...
Gli economisti assicurano che tutte le bolle speculative finiscono per scoppiare. In Spagna, come in altri Paesi, è già accaduto con la bolla della borsa, quella finanziaria, quella immobiliare e anche quella salariale. Ma nell’aria è ancora sospesa una bolla che sta contribuendo al collasso del sistema: quella delle energie rinnovabili e, più concretamente, di quella fotovoltaica. Questa tecnologia, insieme all’eolico e al termosolare, è fortemente finanziata, con un meccanismo di premi che nel 2009 ha rappresentato quasi un terzo del costo totale della tariffa incentivante di accesso alle reti: 6200 milioni di euro su un preventivo tariffario di poco superiore ai 16.000 milioni. E ancora un dato rilevante: quasi la metà di questi premi sono andati ai 51.000 impianti fotovoltaici installati nel Paese che, con 3400 MW di potenza, hanno prodotto soltanto il
4% dell’energia elettrica. L’altra metà è spettata ai 17.400 impianti eolici, una tecnologia più matura, che rappresenta il 20% della produzione. I sistemi termosolari sono ancora pionieristici (10 impianti per 380 MW), ma i 2500 MW autorizzati si profilano spaventosi rispetto al costo aggiunto per la tariffa. Come si è arrivati a questa situazione? Un rapporto redatto dall’Unione Europea nel 2007 distingue tra “efficacia” ed “efficienza”, nella prospettiva di arrivare, nel 2020, al 20% del consumo finale di energia proveniente da fonti rinnovabili. Nel primo caso l’obiettivo è da raggiungere a qualunque prezzo, mentre nel secondo vi è un occhio al contenimento dei costi. Quello spagnolo sarebbe un modello molto efficace, dal momento che il Paese è leader mondiale
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per quanto riguarda capacità e produzione, ma inefficiente, visto che i premi per promuovere questo tipo di energia sono superiori alla media europea e non sono stati pianificati in modo adeguato affinché gli impianti tradizionali convivano o siano sostituiti dai parchi eolici o fotovoltaici che invadono il paesaggio. Al collasso che il Governo sta cercando di controllare senza troppo successo hanno contribuito i seguenti fattori: una succulenta retribuzione, in alcuni casi a lunghissimo termine, che ha favorito la speculazione; errori e frodi amministrative al momento di assegnare i permessi e la crisi economica. Con il crollo della domanda energetica nel 2009 è venuta alla luce la capacità produttiva sovradimensionata del sistema (in alcune zone industriali nel nord del Paese il sovrappiù ha toccato addirittura il 50%) e ha fatto sì
che le centrali che utilizzano il carbone autoctono siano praticamente ferme da più di un anno. Negli ultimi anni la mappa delle fonti rinnovabili in Spagna è cambiata radicalmente, e i dati della Commisión Nacional de la Energía (CNE) sono molto eloquenti. Nel 2004 erano stati installati soltanto 23 MW di potenza fotovoltaica, che hanno ottenuto 6 milioni in premi; alla fine del 2009 la capacità ha raggiunto i 3400 MW, con 2800 milioni di incentivi. La generosa assegnazione ha costituito un richiamo per il capitale straniero ed è all’origine della bolla speculativa. La prima regolamentazione del settore, approvata dall’ultimo governo del Partido Popular nel marzo del 2004, garantiva una tariffa incentivante per 25 anni. Anche se il governo socialista l’ha modificata nel 2007 per controllare “i premi più
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Un rapporto redatto dall’Unione Europea nel 2007 distingue tra “efficacia” ed “efficienza”, nella prospettiva di arrivare, nel 2020, al 20% del consumo finale di energia proveniente da fonti rinnovabili. Nel primo caso l’obiettivo è da raggiungere a qualunque prezzo, mentre nel secondo vi è un occhio al contenimento dei costi.
alti d’Europa”, la valanga di progetti era ormai partita. Anche se la nuova legge ha offerto alle imprese la scelta tra vendere la propria produzione sul mercato o ricevere un premio che compensasse un prezzo minimo (75 euro MWh), quelle preesistenti hanno mantenuto la tariffa. Il problema, però, ben lungi dall’essere risolto, si è aggravato, visto che la norma ha stabilito che la nuova incentivazione sarebbe andata agli impianti che fossero risultati in regola prima del 30 settembre 2008, e con un limite di 2000 MW. L’assenza di controllo da parte dello Stato è stato un altro dei fattori scatenanti del boom fotovoltaico: in Spagna le autorizzazioni amministrative competono ai 17 governi autonomi, che le rilasciano a propria discrezione senza rispettare gli obiettivi della pianificazione statale. Così solo nel 2008 (prima della data limite del 30 settembre) la grande maggioranza dei 3400 MW totali è stata autorizzata (2500 MW). In molti casi in modo illegale. Frenetici investitori conniventi con funzionari regionali hanno contribuito a una frode che, secondo gli accertamenti della CNE, riguarderebbe quasi 3000 impianti (800 MW). Tutti questi impianti sono stati iscritti legalmente prima della data ultima (per ottenere la tariffa conveniente, che sarebbe scomparsa), pur non essendo pronti per produrre. In molti casi non esisteva l’impianto, in altri il proprietario non
aveva neppure comprato i pannelli. Curiosamente, il prezzo di un minerale abbondante come il silicio, materia prima per fabbricare i pannelli fotovoltaici, ha raggiunto i 400 dollari/kg. Negli ultimi mesi il Ministero dell’Industria, che l’anno scorso ha istituito un registro statale, ha cercato di controllare la situazione negoziando con il settore una riduzione dei premi (circa 1000 milioni) per tutti gli impianti, pur garantendo loro un rendimento del 7%. Le associazioni del settore non hanno accettato la proposta considerandola retroattiva, e hanno anche sostenuto che l’insicurezza giuridica avrebbe danneggiato l’immagine della Spagna. Ma non sono state tanto le imprese, quanto le banche e i fondi di investimento a convincere il presidente del governo, José Luis Rodríguez Zapatero, con la prospettiva del cupo scenario di una bolla finanziario-fotovoltaica che, scoppiando, avrebbe investito molte realtà compromesse dalla crisi immobiliare. Le 25.000 imprese proprietarie dei 51.000 impianti fotovoltaici spagnoli hanno investito 23.000 milioni di euro, di cui più dell’80% deriva da un prestito bancario. Si tratta di progetti con un finanziamento legato alla tariffa incentivante e che, grazie al generoso margine, ha permesso la speculazione. Si calcola che il 60-70% dei progetti (o delle licenze) siano stati rivenduti una o
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più volte; quindi il proprietario finale, quasi privo di margine, si oppone a qualsiasi taglio. Per evitare queste pratiche, il governo ha disposto un controllo amministrativo sulla rivendita delle licenze. Una volta scartata la retroattività, il ministero ha optato per un taglio del 45% sui premi agli impianti futuri, misura quasi priva di effetti economici, con le istallazioni da limitare a 133 MW all’anno, e continua a negoziare con le associazioni del settore un taglio alle ore di funzionamento. Per parte sua il settore eolico (in mano delle grandi aziende elettriche) ha firmato un accordo unilaterale con il governo che, pur non presupponendo un risparmio sul medio periodo, gli ha permesso di prendere le distanze dal fotovoltaico, un parente problematico cui non vuole essere associato. Oltre al paesaggio, le nuove energie hanno alterato anche la struttura imprenditoriale del settore elettrico. Le grandi compagnie come Endesa, Iberdrola, Gas Natural Fenosa e Hidrocantábrico, che possono contare soltanto su un 20% del totale della produzione rinnovabile, hanno perso il monopolio e devono convivere con migliaia di società (investitori finanziari o proprietari di piccoli comuni) che, nonostante le piccole dimensioni e la giovane età, hanno creato lobby potenti. Il governo si confronta ora con quattro
gruppi di pressione dagli interessi contrapposti: quello delle grandi aziende elettriche tradizionali (attraverso Unesa) e quello delle tre famiglie di rinnovabili: eolico, fotovoltaico e termosolare, con i raggruppamenti corrispondenti. Da ciò che è avvenuto nel mercato spagnolo, Eldorado delle energie rinnovabili, si possono trarre alcune lezioni: siccome la promozione di queste energie è pagata dai consumatori (domestici e industriali), l’incentivo deve essere stabilito secondo le possibilità economiche di ciascun Paese; bisogna evitare la speculazione stabilendo premi ragionevoli e calibrati rispetto ai costi; che non si può prescindere da una rigorosa pianificazione, visto che le energie pulite sostituiranno inevitabilmente gli impianti tradizionali. Il governo spagnolo ha optato per dilazionare il pagamento del conto salato del sistema (provocato in parte da tali incentivi) in vari anni e con degli interessi, facendo crescere a dismisura il deficit dovuto alla tariffa incentivante accumulato nell’ultimo decennio. Tale deficit è finanziato dalle grande aziende elettriche, che in questo momento hanno un diritto di incasso di 14.600 milioni, e che sarà messo sul mercato con l’avvallo dello Stato. La misura adottata un anno fa dal governo non piace al Banco de España, convinto che pregiudicherà il debito pubblico. Ma questa è un’altra storia.
1 TEA (Tenerife Space for the Arts), Santa Cruz de Tenerife, Spagna © Iwan Baan 2 Dettaglio del padiglione Townhall della Fiera del libro di Madrid, 2007 © Fernando Alda, Corbis
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Connect the dots
Casa rinnovabile
1. Arrivano dalla Costa
Blanca, in Spagna. Sono le case-bolla, esempio di design e architettura sostenibile. In questi edifici l’energia elettrica per uso domestico è generata da pannelli fotovoltaici. Nei casi in cui l’energia solare risulta insufficiente, è possibile allacciarsi alla rete elettrica convenzionale; quando invece è in eccesso, può essere venduta dai residenti alle società fornitrici. L’acqua viene riscaldata dai pannelli solari e un sistema di depurazione e filtraggio ricicla acque piovane e acque grigie. Il riscaldamento e la ventilazione derivano dall’utilizzo di scambiatori di calore, mentre le vetrate e gli infissi sono progettati in materiali altamente isolanti.
2. A breve Enel metterà in commercio un display domestico da abbinare ai nuovi contatori elettronici che, per la prima volta, hanno consentito l’introduzione delle tariffe multiorarie e quindi la possibilità di prevedere un piano tariffario basato sulle diverse abitudini di consumo. Il display domestico consentirà di monitorare in tempo reale un elevato numero di informazioni relative a consumi e contratti delle singole abitazioni. Sarà così possibile, per esempio, confrontare il consumo del bimestre precedente con quello successivo, ricevere informazioni sulle tariffe abbinate alle fasce orarie e sapere quando l’energia costa meno.
a cura di Elisa Frisaldi
3. Case come piccole
4. L’energia eolica non si
5. Sfruttare il calore
centrali elettriche grazie a impianti fotovoltaici a film sottile che trasformano l’energia solare incidente sulla superficie terrestre in energia elettrica, riducendo drasticamente l’utilizzo di silicio grezzo impiegato negli impianti tradizionali e rendendo anche i costi di produzione meno legati alle variazioni del prezzo del minerale. I nuovi pannelli a film sottile, tecnologia importata dall’azienda giapponese Sharp e fabbricati a breve anche nello stabilimento STM di Catania, offriranno il più alto tasso di conversione dell’energia solare in energia elettrica per una cella a tripla giunzione, pari cioè al 35,8%.
presta solo a grandi impianti; i mini impianti eolici, infatti, grazie al ridotto impatto visivo e all’assenza di inquinamento acustico, sono stati progettati per l’ambiente urbano, sub-urbano e le zone caratterizzate da condizioni climatiche estreme (ghiaccio, vento intenso e irregolare). Collocati in qualsiasi giardino o sul terrazzo di casa, potranno essere integrati con altri impianti di conversione di fonti rinnovabili. Inoltre, per gli impianti mini eolici connessi alla rete elettrica di distribuzione e con una potenza compresa tra 1 e 200 kW, è previsto un incentivo statale erogato dall’ente pubblico GSE (Gestore dei Servizi Energetici).
dell’aria come fonte rinnovabile producendo acqua calda con pochissima energia: è quello che fa lo scaldacqua a pompa di calore prodotto dall’azienda Ariston Thermo Group S.p.a. Si chiama Nuos, preleva calore anche dall’aria fredda dell’ambiente esterno e lo cede all’acqua sanitaria che raggiunge così temperature pari a 55°C. Quando la temperatura esterna scende sotto dei 10°C, soglia sotto la quale la pompa di calore non riesce a funzionare correttamente, una resistenza elettrica di supporto entra in funzione per garantire comunque l’erogazione di acqua calda.
Connect the dots
6. Il terreno è una fonte
7. Produrre acqua calda
8. Diamante, progettato
9. “Energy@Home” è il
10. Vuoi conoscere van-
di energia rinnovabile che rappresenta un’efficace alternativa rispetto all’aria per il fatto che la sua temperatura si mantiene costante nel corso dell’anno permettendo di ottimizzare l’efficienza dell’impianto e riducendo i costi operativi. Stiamo parlando degli impianti geotermici, ognuno costituito da un sistema di captazione del calore mediante tubature che attraversano il terreno, una pompa di calore elettrica, un sistema di accumulo e distribuzione del calore. La pompa, installata all’interno degli edifici, consente di trasferire il calore dal terreno all’ambiente interno, in fase di riscaldamento, e di invertire il ciclo nella fase di raffreddamento.
sanitaria, riscaldare gli ambienti e climatizzare le piscine: tutto ciò è possibile installando un impianto solare termico. Mentre il fotovoltaico assorbe energia solare per produrre energia elettrica, il solare termico la raccoglie per riscaldare l’acqua. Nonostante il mercato italiano del solare termico sia il secondo d’Europa, il valore pro-capite della potenza installata sul territorio è ancora troppo basso; è questo il motivo che ha spinto gli enti locali a erogare forti incentivi per la sua installazione. Inoltre, fino alla fine del 2010, il costo di questi impianti è deducibile per il 55% (IVA inclusa) e detraibile in cinque anni.
da Enel in collaborazione con l’Università di Pisa, è una centrale energetica formata da 38 panelli fotovoltaici di ultima generazione disposti su una superficie dodecaedrica, da cui il richiamo alla pietra preziosa. L’energia elettrica prodotta, in grado di soddisfare le esigenze di un piccolo condominio, può essere usata immediatamente o accumulata sottoforma di idrogeno e riutilizzata di notte o quando il sole non c’è: a tal scopo sono state installate all’interno di questo originale involucro tre sfere che, tramite apposite celle a combustibile, fungono da accumulatori di energia.
nome della sperimentazione che prevede la messa a punto di “elettrodomestici intelligenti”, capaci cioè di autogestirsi regolando i consumi di energia dell’intera casa in base alla disponibilità e al prezzo dell’energia. I partner coinvolti sono Electrolux e Indesit, per la progettazione dei nuovi elettrodomestici, Enel, per la gestione dei consumi di elettricità, e Telecom Italia, per la telefonia fissa e mobile. Siamo nel campo delle smart grids, le reti intelligenti che consentiranno agli utenti di ricevere le informazioni relative ai propri consumi direttamente su computer, cellulare o display dell’elettrodomestico.
taggi, caratteristiche e costi di un impianto fotovoltaico, minieolico e solare termico, e gli incentivi statali legati al loro acquisto? Consulta il sito internet di Enel.sì, la società di Enel specializzata nello sviluppo e realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (www.enel.it/ enelsi). Enel.sì offre ai clienti registrati il servizio di simulazione di uno di questi impianti; basta inserire alcune semplici informazioni relative alla loro localizzazione e, nel caso del solare termico, al fabbisogno di acqua calda. Enel.sì consente infine di richiedere il preventivo per l’installazione di questi tre tipi di impianti e di quelli geotermici.
Photoreport
Il fotovoltaico mette le ali
fotografia di Mike Price,Getty Images
Progettare pannelli solari più efficienti parrebbe una questione legata alla chimica e all’elettronica, ma non per un gruppo di ingegneri della University of Florida intenti a studiare le proprietà di alcuni insetti, che potrebbero portare a un sensibile miglioramento nell’efficienza dei pannelli fotovoltaici. Secondo Peng Jiang, ingegnere chimico alla guida del progetto, le particolari strutture degli occhi delle falene (le “farfalle notturne”) e delle ali delle cicale potrebbero essere d’esempio per la creazione di una nuova generazione di pannelli solari, dotati di un innovativo rivestimento anti-riflesso e completamente idrorepellente.
Oxygen versus CO2 di Giorgia Scaturro
Climate Investment Funds
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Il fotovoltaico nelle Filippine, un’intera rete di treni ad alta efficienza a Città del Messico o il solare termodinamico diffuso in Egitto, Marocco e Tunisia. Progetti ambiziosi e importanti che spingono i Paesi più poveri, che hanno meno accesso all’energia ma sono più vulnerabili alle catastrofi ambientali, in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici. Lo squilibrio è mitigato dall’acronimo CIF, tre lettere che stanno per Climate Investment Funds (Fondi d’investimento per il clima, interamente destinati alle politiche e alle tecnologie per la difesa dell’ambiente nei paesi emergenti) che la Banca Mondiale ha approvato il 1 luglio del 2008 insieme ad altre quattro principali banche per lo sviluppo come quella africana, asiatica, la BERS (Banca europea per la ricostruzione) e quella InterAmericana. A distanza di due mesi dall’approvazione dei CIF, 13 Paesi donatori (per primi Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone) si erano già impegnati a finanziare lo sviluppo di fonti energetiche sostenibili nei Paesi in via di sviluppo con oltre sei miliardi di dollari “verdi”. «I Climate Investment Funds rappresentano una finestra su una nuova era nelle collaborazioni globali sul clima», spiega Katherine Sierra, vicepresidente del network di sviluppo sostenibile della Banca Mondiale. «È un modello di governance molto innovativo che dà equa voce ai destinatari dei fondi». Oggi i CIF vantano un piano di mobilizzazione da 40 miliardi di dollari per
dare slancio alla crescita economica, a bassa emissione di carbonio, dei paesi in via di sviluppo. Come? Attraverso due fondi. Il primo è a sostegno della tecnologia pulita (il Clean Technology Fund) e ha già approvato 13 piani di investimento per circa 4,3 miliardi di dollari – nel settore delle energie rinnovabili e della sostenibilità ed efficienza nei trasporti, nell’industria e nell’agricoltura – in Colombia, Indonesia, Kazakistan e Ucraina. Nei prossimi anni, altri 36 miliardi saranno raccolti tramite investimenti che coinvolgono il settore privato. La partnership pubblico-privato è infatti il criterio virtuoso per aggiudicarsi i fondi, insieme al requisito di un progetto concreto in grado di ridurre il tasso di CO2 anche in successive implementazioni di larga scala. In Turchia, le principali banche hanno aperto linee di credito per investimenti privati in tecnologie pulite e la distribuzione di energie rinnovabili. Con i finanziamenti verdi in Sudafrica, mezzo milione di abitazioni tra cinque anni saranno dotate di riscaldamento a pannelli solari ed Eskom, la public utility per l’elettricità del paese, realizzerà due impianti, uno solare termodinamico e uno eolico da 100 MegaWatt. In Medio Oriente e Nord Africa gli investimenti (5,6 miliardi) invece triplicheranno la capacità energetica con un progetto transnazionale di diffusione del solare termico in Algeria, Egitto, Giordania, Marocco e Tunisia. In Egitto il piano prevede la costruzione di un
sistema di trasmissione energetica ad alta capacità da qui al 2020 e nel Golfo di Suez sorgeranno mulini eolici di terza generazione da 7200 MW. A beneficiare dei fondi più ingenti è il Messico, che con oltre sei miliardi di dollari potrà forse onorare la sua promessa di tagliare le emissioni di gas serra del 50% da qui al 2050. La drastica riduzione di CO2 passerà attraverso la rivoluzione nei trasporti, oggi responsabili del 18% delle emissioni di gas serra del paese, con la sostituzione dei vecchi autobus con veicoli ibridi e una rete di treni leggeri. «Il piano di investimenti approvati finora aiuterà Paesi come Messico, Sudafrica, Filippine, Tailandia e Marocco a perseguire l’utilizzo di energie rinnovabili e centrali efficienti», spiega Eduoardo Saboia, membro del CIF Trust Fund Committee per il Brasile. «In questi paesi vedrete più energia eolica e solare, biomasse e geotermico». L’altro strumento in cui si sostanziano i CIF è il Fondo strategico per il clima (Strategic Climate Fund), che prevede lo stanziamento di sussidi per l’adattamento ai cambiamenti climatici dei paesi più vulnerabili. Tra i 14 paesi selezionati, in Brasile, Burkina Faso, Repubblica Democratica del Congo, Ghana, Indonesia, Lao, Messico e Perù saranno attivati programmi pilota come quello di investimento sulle foreste (FIP – Forest Investment Program) per sostenere la riduzione delle emissioni di CO2 attraverso azioni contro la deforestazione e il degradamento delle foreste.
Oxygen versus CO2
Etiopia, Honduras, Kenya, Maldive, Mali e Nepal trasformeranno invece il loro settore energetico reindirizzando il mercato verso le rinnovabili. Bolivia, Cambogia, Mozambico, Tajikistan e Yemen prepareranno un programma strategico di resistenza climatica che integrerà nei piani di sviluppo di ogni paese anche azioni contro il rischio e per la capacità di recupero dai cambiamenti climatici. Ad oggi, l’Italia non è tra i paesi donatori aderenti al CIF. Enel però – con un portafoglio di 200 milioni di tonnellate di CO2 abbattute grazie ai progetti di sostenibilità ambientale sviluppati entro il 2012 – è uno dei maggiori operatori mondiali di Clean Development Mechanism, una misura prevista dal Protocollo di Kyoto attraverso la quale paesi industrializzati con vincoli di emissione possono realizzare progetti per l’abbattimento dei gas serra nei paesi in via di sviluppo fornendo tecnologia pulita. Sulla via dello sviluppo sostenibile.
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©
lcrf/Flickr
Energia per tutti
di Kandeh K. Yumkella e Leena Srivastava
L’accesso all’energia viene in genere considerato il “grande assente” dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio previsti dall’ONU: se venisse realizzato, permetterebbe alle popolazioni di tutto il mondo di liberarsi dalla trappola della povertà. Se si vuole promuovere lo sviluppo economico, è necessario dare la priorità all’accesso all’energia.
Una buona parte dell’umanità – miliardi di persone – vive senza avere accesso ai moderni servizi energetici. Sono servizi fondamentali che la maggior parte di noi dà per scontati, come la luce e il combustibile per riscaldarci e cucinare. Nonostante gli sforzi e l’impegno di tante persone, che lavorano a programmi eccellenti, circa un miliardo e mezzo di persone non ha tuttora accesso all’elettricità e circa 2,5 miliardi di persone ricorrono alle biomasse tradizionali come principale fonte d’energia: una situazione chiaramente insostenibile. È un’idea largamente condivisa che questa mancata disponibilità di servizi energetici accessibili e affidabili
sia di ostacolo allo sviluppo umano, sociale ed economico, e di conseguenza uno dei maggiori impedimenti alla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG). Questo problema è anche una perfetta illustrazione della profonda ineguaglianza che esiste tra ricchi e poveri. Grossomodo, i tre quarti più poveri della popolazione mondiale usano solo il 10% dell’energia globale. I paesi ricchi aspirano ad avere fonti energetiche sicure, economicamente accessibili e accettabili dal punto di vista ambientale. E i miliardi di persone che non hanno accesso a quelle fonti? Qualche successo c’è, anche se pochi: negli ulti-
mi decenni, alcuni paesi – come la Cina – hanno nettamente migliorato l’accesso all’energia per i loro cittadini. Ma nell’Africa sub-sahariana e in certe parti dell’Asia la gente vive senza i servizi energetici di base. Secondo le previsioni, la domanda di energia in queste regioni dovrebbe aumentare radicalmente: la crescita demografica e il miglioramento degli standard di vita andranno ad accrescere la dimensione del problema. La cosa impressionante è che, se le condizioni attuali resteranno invariate, nei prossimi decenni il numero totale di persone senza accesso ai moderni servizi energetici non diminuirà. Le iniziative attuali sono insufficienti per dimensione e portata, e tentare di affrontare il problema com’è stato fatto finora non è, neppure lontanamente, l’approccio più adeguato.
Il sistema delle Nazioni Unite lavora sul problema dell’accesso energetico da decenni, attraverso la UN-Energy, un meccanismo di collegamento tra le varie agenzie dell’ONU su tematiche energetiche. Gli ostacoli all’accesso energetico sono ben noti. Queste barriere, per quanto complesse, non sono insormontabili e la cooperazione internazionale può essere d’aiuto. Non vi sono delle barriere tecnologiche fondamentali: ciò di cui c’è bisogno è che la politica decida di dare la priorità a queste tematiche. È anche necessario che le comunità locali siano profondamente coinvolte nella progettazione, esecuzione e uso finale dei servizi energetici. Gli interventi per l’accesso all’energia devono essere guidati dalla consapevolezza che ogni comunità locale sia una situazione a sé, con necessità peculiari.
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Energia per lo sviluppo
I servizi energetici si ripercuotono sulla produttività, la salute, l’istruzione, la pulizia dell’acqua e i servizi di comunicazione. Quindi non stupisce che l’accesso all’energia abbia una forte correlazione con gli indici di sviluppo sociale ed economico (ad esempio l’Indice di Sviluppo Umano dell’ONU, l’aspettativa di vita alla nascita, il tasso di mortalità infantile, la mortalità materna e il PIL pro capite).
Coinvolgere l’imprenditoria
Naturalmente la maggior parte delle iniziative volte a migliorare l’accesso all’energia ha riguardato certe parti dell’Asia e dell’Africa subsahariana. Nel corso degli anni non sono mancati i programmi mal concepiti o mal attuati; tuttavia sono emersi alcuni modelli di successo, che comprendono sia iniziative pubbliche, come quelle realizzate da istituzioni finanzia-
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Julie Guiches/Picturetank
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rie internazionali e da agenzie dell’ONU, sia la concessione di finanziamenti e servizi da parte di ONG e aziende private, come l’indiana Solar Electric Light Company. Anche molte campagne internazionali stanno cominciando a impegnarsi sul problema. Una di queste è “Lighting a Billion Lives”, che intende portare l’illuminazione nella vita di un miliardo di contadini, sostituendo le lanterne a cherosene e paraffina con altre a energia solare. Dopo un anno e mezzo dall’inizio della campagna e dopo che erano stati coinvolti circa 100 villaggi in tutta l’India, la grande industria ha intuito l’opportunità di mercato. I più importanti produttori di componenti e le ditte assemblatrici del prodotto finale – lanterne a energia solare – si sono fatti avanti per partecipare all’iniziativa del The Energy and Resources Institute (TERI). In questa direzione si stanno muovendo anche altre campagne, come “Lighting Africa” (il cui obiettivo è rendere accessibili entro il 2030 a 250 milioni di abitanti dell’Africa sub-sahariana prodotti per l’illuminazione che siano a basso costo, sicuri, affidabili e basati su carburanti non fossili) ed “Energy Poverty Action” (intesa a dimostrare che la moderna fornitura di energia per le comunità può essere gestita con approcci imprenditoriali che siano modulabili, replicabili e sostenibili dal punto di vista commerciale e ambientale). Tutti questi programmi saranno più efficaci se avranno una solida base nelle politiche locali. Chi di noi lavora in organizzazioni internazionali deve sostenere i progetti e gli obiettivi nazionali e regionali. Secondo un recente paper dell’UNDP (il Programma per lo Sviluppo delle Nazioni Unite), 68 paesi in via di sviluppo hanno tra i loro obiettivi l’elettricità, ma per realizzare quell’obiettivo necessitano di sostegno finanziario e di capacità di sviluppo, oltre che di una normativa e di strutture governative migliori. I soldi contano
Le implicazioni finanziarie dell’accesso universale all’energia sono enormi e sono esaurientemente descritte nel World Energy Outlook 2009, pubblicato dall’International Energy Agency (IEA). L’agenzia ha immaginato uno specifico scenario di accesso universale all’energia (all’elettricità), e in base ai risultati occorrerebbero circa 800 miliardi di dollari nei pros-
simi 20 anni. Questa cifra equivale a circa 40 milioni di dollari all’anno per i due decenni, o circa il 10% dell’investimento totale annuo nel settore energetico. Non si discosta molto dalle esperienze del Brasile e del Sudafrica, in base alle quali si è visto che servono 2000 dollari per famiglia. Se nello scenario della IEA il grosso dell’investimento va all’ampliamento della rete di distribuzione elettrica e alla produzione legata a quella rete, un ruolo importante spetta alle mini-reti (ma non ai mini-finanziamenti!), essenziali per fornire energia alle popolazioni rurali. Molto più di una luce
È essenziale ricordare che fornire servizi energetici affidabili e sicuri a coloro che oggi non vi hanno accesso non significa solo fornire elettricità per l’illuminazione o per fornelli più moderni. Per promuovere lo sviluppo e la crescita economica, questi servizi energetici devono avere un utilizzo produttivo che influisca positivamente sul sostentamento, fornendo elettricità all’industria, migliorando l’assistenza sanitaria, l’istruzione e i trasporti. Inoltre, se mancano le attrezzature e gli apparecchi necessari, non basta fornire una fonte d’energia. Infine, l’accesso energetico sostenibile richiede un modello che generi entrate locali per pagare i moderni servizi energetici. L’elettricità non fornisce solo l’illuminazione, che consente ai bambini di studiare la sera, permette anche il raffreddamento di prodotti agricoli deperibili e il maggiore valore aggiunto grazie alle prime fasi dell’industrializzazione. L’esperienza ha dimostrato ripetutamente che i programmi di sussidi non sono sostenibili nel lungo periodo. L’obiettivo finale dev’essere un approccio basato sul mercato. Tuttavia molti mercati energetici sono distorti e non è raro l’intervento pubblico. È anche chiaro che l’accesso all’energia non è solo una questione di quantità. La qualità è fondamentale. Questo vale sia per l’elettricità sia per i combustibili. Per fare un esempio, gli alti costi e l’inaffidabilità del servizio elettrico inibiscono l’attività economica in molti paesi e costituiscono un grave ostacolo all’attività e alla crescita imprenditoriale. Gli indicatori della Banca Mondiale mostrano la dimensione del problema in termini di tempi di allacciamento,
Energia per tutti
interruzioni dell’erogazione di corrente, valore della produzione persa e bisogno di una produzione elettrica in loco. Gli alti costi unitari d’investimento e di transazione frenano la fornitura del servizio nelle aree rurali, dato che la domanda è bassa e la popolazione sparpagliata. Le imprese di pubblici servizi che sono commercialmente e finanziariamente deboli non possono incoraggiare l’ampliamento dell’accesso alla rete; però in molti paesi occupano una posizione di monopolio. Il Sudafrica è un caso classico, dove i prezzi stracciati dell’elettricità hanno provocato un sottoinvestimento, seguito da blackout sempre più frequenti. Invece di regolamentare i prezzi, i governi dovrebbero impegnarsi a potenziare le infrastrutture, liberalizzare il mercato e creare un clima adatto agli investimenti a lungo termine. Invece di prezzi convenzionati per tutti, i membri più poveri della società senza accesso all’energia dovrebbero essere aiutati tramite il capacity building, l’accesso alla tecnologia e gli investimenti diretti. Il clima sta cambiando
Il quarto (e più recente: 2007) Assessment Report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha evidenziato la correlazione tra cambiamento climatico e sviluppo sostenibile. Ha anche riconosciuto che il cambiamento climatico potrebbe diventare un ostacolo alla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Tuttavia, non è riuscito a chiudere il cerchio, e a riconoscere esplicitamente il nesso con l’accesso energetico. E questo nonostante il fatto che l’accesso all’energia sia stato indicato da molte parti come il MDG fondamentale, o “l’MDG assente”.
L’obiettivo dell’accesso all’energia deve comprendere la questione dell’equità, o considerare esclusivamente i mezzi di sussistenza dei poveri? Se dare la priorità all’accesso energetico ha come scopo la mobilitazione di fondi per lo sviluppo, allora l’argomento dell’equità avrà vita breve. Ma neppure sarebbe accettabile porre l’obiettivo a un livello che non serva a creare le opportunità di affrancarsi dalla povertà. L’obiettivo minimo, dunque, potrebbe essere di stimare i bisogni energetici necessari a realizzare gli MDG. Qualunque sia l’obiettivo finale, definire degli obiettivi potrebbe servire innanzitutto a pianificare gli investimenti e a reperire fondi per lo sviluppo. In realtà, garantire l’accesso concreto ai servizi energetici, a livelli di prezzo che rendano quei servizi abbordabili, può essere l’approccio più razionale da adottare. Le linee di confine tra ricchi e poveri, tra urbano e rurale, tra sviluppati e in via di sviluppo esistono da così tanto tempo che oggi dobbiamo fare uno sforzo per valutare i costi e i benefici insiti nel colmare il divario tecnologico tra queste categorie, nel più ampio interesse dell’efficienza globale e della tutela del clima. Il timore, però, è che la comunità globale stia concentrando la sua attenzione sugli attuali consumatori di energia fossile e sui produttori di gas serra (GHG). Quanti non fanno parte del problema immediato rischiano di essere lasciati fuori da qualsiasi soluzione emergente. Assicurare l’accesso a un’energia sostenibile e a basse emissioni di carbonio non è solo un’occasione per evitare che quasi la metà della popolazione mondiale imbocchi in futuro strade che portano ad alte emissioni: l’accesso all’energia è anche uno dei principali fattori che contribuiscono allo sviluppo di una capacità adattiva nelle
Siamo convinti che riusciremo a sostenere nuove, forti economie verdi: non farlo è fuori discussione. La dimensione del problema, come la povertà stessa, è enorme, e può spaventare. Ma l’accesso all’energia è forse l’arma migliore per combatterlo.
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popolazioni più vulnerabili, perché concorre alla realizzazione di tutti gli MDG. In altre parole, se la riduzione dei gas serra non basta a giustificare un impegno a favore dell’accesso energetico, allora tocca ai negoziati sul clima ammettere il ruolo fondamentale che ha l’energia nello sforzo di adattamento. Dato l’impatto positivo dell’accesso all’energia sostenibile, l’ideale sarebbe accantonare dei fondi appositi per affrontare questo problema cruciale dei paesi in via di sviluppo. Una nuova direzione
Riferendosi alle difficoltà a livello regionale, il Forum of Energy Ministers, tenutosi invece in Africa nel 2007, ha dichiarato: «Per invertire la performance del settore energetico bisogna affrontare tre sfide principali: sostituire gli attuali progetti utopistici con progetti realizzabili, stabilire delle politiche normative che rendano più allettanti gli investimenti stranieri e creare istituzioni che abbiano un chiaro ruolo e risorse adeguate». Per attuare coerentemente alcuni o tutti questi punti, un utile primo passo potrebbe essere di progettare e testare un nuovo indicatore di accesso all’energia: questo lavoro è solo l’inizio. Infine, occorre fare subito grande attenzione ad
applicare i giusti modelli di business, creando capacità di decision-making e di implementazione, e stabilendo dei modelli politico-normativi di sostegno, così da assicurare che il leapfrogging tecnologico e il riposizionamento istituzionale avvengano a un ritmo sostenuto. Il settore informatico e delle comunicazioni ha visto un inatteso boom della domanda nei paesi in via di sviluppo; e c’è stato un leapfrogging tecnologico, da uno stato di mancato accesso, a mezzi di comunicazione all’avanguardia. Questo può essere considerato un precedente anche per i moderni sistemi energetici. Siamo convinti che riusciremo a portare a termine questo compito, e allo stesso tempo a sostenere nuove, forti economie verdi: non farlo è fuori discussione. La dimensione del problema, come la povertà stessa, è enorme, e può spaventare. Ma l’accesso all’energia è forse l’arma migliore per combatterlo con efficacia e in tempi brevi: la sua importanza è ampiamente riconosciuta. Ora dobbiamo usare quest’unità di vedute per costruire sui modelli efficaci esistenti e inventare nuovi modi di creare opportunità.
Gli autori ringraziano Morgan Bazilian, Energy advisor dell’UNIDO, per il supporto nella stesura dell’articolo, pubblicato su “Making It Magazine”, 2, 2010.
Public, Private, Partnership di Antonio Badini
Anche nelle economie emergenti si fa strada l’”economia pulita” sulla spinta prevalentemente dell’industria degli investimenti. Al momento a favore del ricorso alle fonti rinnovabili sembrano giocare soprattutto considerazioni di mercato legate alla prospettiva di acquisire tecnologie avanzate, creare nuovi insediamenti produttivi e posti di lavoro. I governi sono ovviamente coscienti dei vantaggi e studiano gli aspetti complessivi di un’introduzione sostenibile delle tecnologie verdi. Ma se le ricadute positive per l’industria e l’occupazione sono univoche, qualche perplessità sorge per l’irrisolto impatto sulla finanza pubblica. La redditività della produzione di energia rinnovabile è infatti oggi fortemente condizionata dalla concessione di incentivi pubblici, a meno che non si decida di ricorrere all’aumento delle tariffe – opzione a cui nelle economie in transizione si guarda mal volentieri dato che essa in assenza di una accorta strategia globale avrebbe effetti negativi sulla spesa delle famiglie con reddito medio-basso, che sono la gran maggioranza del Pianeta in via di sviluppo. Futuro dunque incerto per lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile nei Paesi più vulnerabili? Niente affatto. La partita è in realtà aperta e potrebbe risolversi, in
presenza delle circostanze che analizzeremo più avanti, in favore di una crescita forte e sostenibile dell’impiego delle fonti rinnovabili, soprattutto dell’energia solare. Affinché ciò si realizzi, dovranno verosimilmente concorrere due fatti: l’acquisto obbligatorio nei paesi industrializzati di energia pulita da parte delle aziende elettriche di Stato e l’elaborazione nei paesi emergenti di un’analisi costi-benefici a livello di sistema. Diamo innanzitutto uno sguardo ai dati macro-economici. Oggi si stima che, nei Paesi in via di sviluppo, un miliardo e mezzo di persone non abbiano accesso all’elettricità, con punte elevate nelle aree rurali. Per tali popolazioni persino l’accesso a un modesto flusso di energia porterebbe a sensibili miglioramenti nella produttività agricola e nell’approvvigionamento idrico. Secondo valutazioni di esperti, progressi sia pure parziali e graduali possono conseguirsi grazie a un impiego strutturato delle energie rinnovabili e in particolare dell’energia solare. È dimostrato, invece, che le alternative basate sull’espansione delle reti di distribuzione elettrica, alimentate da combustibili fossili, sarebbero eccessivamente costose o addirittura impraticabili. Occorre dunque porsi il problema di quali siano i fattori e i modi per rende-
re sostenibile l’uso sempre più consistente di fonti rinnovabili. Un’esigenza primaria è di sottoporre le tecnologie verdi a una previa valutazione d’impatto ambientale, che tenga conto delle specificità dei luoghi in cui costruire i nuovi impianti e della loro vocazione economica. Sarebbe assurdo, ad esempio, costruire una centrale ad accumulazione di calore in aree turistiche. Analisi condotte all’IDLO (International Development Law Organization) mostrano che l’elemento catalizzatore per lo sviluppo di energia rinnovabile è la modernizzazione del quadro giuridico. Non basta però che la legislazione sia teoricamente valida; essa dev’essere soprattutto efficace, cioè applicabile, rispettata ed equa. Il che implica innanzitutto dare certezza al diritto, che è uno dei parametri fondamentali per creare la fiducia dell’investitore. L’ammodernamento del quadro legale dovrà comprendere le innovazioni di tipo finanziario e industriale che hanno permesso in larga parte del mondo il consolidamento della “tripla P” (Public, Private, Partnership), ovviamente adattata alla specifica realtà dei diversi Paesi. La finanza di progetto, se sorretta da un’appropriata architettura giuridica, appare in grado di permettere ai governi di superare i limiti
ferrei dei bilanci pubblici e inoltre di assicurare l’economicità di gestione, che viene generalmente affidata in simili ipotesi agli investitori. Con la conseguenza che abbassare i costi facilita la ricerca dei punti di equilibrio tariffario. Normalmente l’ammodernamento legislativo implica il rafforzamento istituzionale con la creazione di nuove competenze e l’assimilazione delle best practices, tra cui l’attribuzione di forti poteri di controllo alle autorità regolatorie, che dovrebbero godere di reale autonomia nell’interesse dei consumatori. Fornire affidabili opportunità agli investitori locali significa ridurre la fuga dei capitali e aumentare la base contributiva per i bilanci nazionali, oggi in media finanziati con appena il 7% delle imposte dirette, rispetto al 18% della media mondiale. L’altra condizione è la continua crescita delle tecnologie verdi nelle economie più avanzate,che permetterebbe il loro trasferimento ai Paesi in via di sviluppo a prezzi sempre più competitivi. E ciò sarà possibile se, anche a fronte delle attuali politiche restrittive di bilancio, i governi del mondo industrializzato faranno fede agli impegni assunti in tema di tariffe feed in e di obbligatorietà da parte delle utilities pubbliche dell’acquisto dell’energia pulita prodotta.
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Il futuro dell’energia si specchia nel deserto Desertec è un grande progetto internazionale che prevede la costruzione di una rete di impianti fotovoltaici nei deserti del Nord Africa e del Medio Oriente, per fornire energia sia ai Paesi “ospitanti” sia all’Europa. Una sfida destinata a rivoluzionare non solo il futuro dell’approvvigionamento energetico, ma, forse, anche degli equilibri geopolitici.
È quasi ovvio ripetere che il carbone fossile per recuperare energia elettrica non è più sufficiente e soprattutto non dà garanzie per il futuro, visto che le previsioni di consumo dei giacimenti sono piuttosto pessimistiche e parlano di un esaurimento delle scorte del nostro Pianeta nel giro di pochi decenni. Senza contare l’inquinamento atmosferico e ambientale... E la grande falla creata dalla piattaforma marina Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, sotto l’Atlantico, che ha allertato Messico e Stati Uniti e che ha occupato grande spazio nella cronaca mondiale di questa estate è più che un campanello d’allarme. Il futuro sembra decisamente orientarsi verso le energie rinnovabili con un impatto ambientale minimo, e tra queste l’eolico e il solare sembrano accreditarsi come le più sicure e le meglio equipaggiate per rispondere alla domanda crescente di energia (domanda che si incrementa sempre più, soprattutto per l’apparire sulla
scena mondiale di grandi potenze economiche emergenti che contano milioni di cittadini-fruitori, in particolare Brasile, India e Cina). Anche l’Europa s’interroga sul futuro dell’approvvigionamento energetico e lo sta facendo con un progetto rivoluzionario, non tanto, e non solo, per le tecnologie messe in opera, quanto per la visione internazionale che lo sottende. Il progetto si chiama Desertec e, come il nome fa intuire, ha a che fare con i deserti: si tratta della costruzione di impianti nei deserti dei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente (MENA, Middle East North Africa). Una rete di impianti fotovoltaici che sfruttano il deserto come grande, ricca e rinnovabile fonte di approvvigionamento di raggi solari per creare energia elettrica da fare confluire poi nel “vecchio continente” attraverso cavi sottomarini in corrente continua. Opera ambiziosa, anche perché Desertec prevede di fornire dal 2050 il 15% del fabbisogno elettrico dell’Europa: «In sei ore i deserti ricevono più
di Simone Arcagni
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energia dal sole di quanto l’umanità consuma in un anno», è la “parola d’ordine” del fisico Gerhard Knies, promotore del progetto. Il piano prevede almeno due fasi, come spiega in un’intervista Francesco Starace, a capo di Enel Green Power: la prima prevede la costruzione degli impianti ad uso e beneficio dei paesi ospitanti; in un secondo tempo si tratterà di costruire i cavi per collegare l’Europa per arrivare al risultato previsto del 2050. Una rete di collegamento mediterranea (Med Ring) su cui si sta già concretamente lavorando: oltre al cavo già presente che unisce Spagna e Marocco, in fase di progettazione ce n’è anche uno che unisca Tunisia e Italia. Desertec nasce ufficialmente il 13 luglio del 2009 a Monaco, sotto l’egida del Club di Roma e della tedesca Cooperazione Trans-Mediterranea per le Energie Rinnovabili, e vi partecipano alcuni grandi gruppi europei come Siemens, Deutsche Bank, Rwe, Abb, Abengoa Solar, Ce-
vital, Hsh Nordbank, Man Solar Millennium, Munich Re, M+W Zander, Rwe e Schott Solar. Contemporaneamente, oltre alla società nasce anche la Desertec Foundation, che ha lo scopo di essere il centro di analisi e raccolta dati per la realizzazione del progetto, e inoltre di proporsi come luogo di studi e progetti sul cambiamento climatico, sulle energie rinnovabili e sui modelli di centrali sostenibili. La fondazione promuove convegni e una pubblicazione (un sommario) dal titolo “Red Paper” disponibile in arabo, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Desertec sta facendo molto parlare di sé e in un recente convegno di economia tenutosi in Germania anche Al Gore – famoso per la sua sensibilità ai temi ambientali – ha definito Desertec come un modello energetico da imitare anche per gli Stati Uniti. Per l’Italia partecipa al progetto Enel Green Power, la controllata di Enel sulle energie rinnovabili. L’Italia entra in questo progetto con una
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grossa esperienza maturata nel campo delle rinnovabili e in particolare sull’eolico e il termico. Modello di riferimento è il progetto Archimede, la centrale situata a Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, concepita dal premio Nobel Carlo Rubbia e realizzata da ENEA ed Enel. La centrale è la prima al mondo a combinare un ciclo combinato a gas e un impianto solare termodinamico per la produzione di energia elettrica. Una vasta area coperta da 576 specchi che incamerano la luce del sole su un sistema di tubazioni che, per il tramite di un fluido a base di sali, è in grado di accumulare calore nel tempo; questo permette al calore di rimanere costante ad alte temperature in qualsiasi condizione di tempo atmosferico. È un progetto avveniristico, come quello di Planta Solar 10 (PS10), realizzato da un altro stato europeo dell’area mediterranea: la Spagna. Una modernissima centrale termosolare situata a Sanlúcar la Mayor, vicino a Siviglia, con 600 specchi che indirizzano i raggi solari verso la sommità di un’alta torre che raccoglie il calore e riscalda le condutture dell’acqua presenti, trasformando l’acqua in vapore acqueo. La fase iniziale del progetto Desertec prevede la progettazione delle centrali e l’adeguamento ai regimi legislativi dei diversi paesi (ma anche, evidentemente, la stesura di articolati e precisi accordi economici). L’idea iniziale è quella di utilizzare porzioni di deserto del Sahara vicine
ai centri abitati così da garantirsi un rifornimento di acqua sia per il funzionamento delle turbine sia per la manutenzione degli specchi. Un altro importante ruolo sarà svolto dai rapporti politici: è evidente che un’idea così rivoluzionaria produrrà nel tempo costi che finiranno per ricadere sul prodotto, bisogna quindi lavorare per un piano energetico, magari a livello europeo, che preveda alcuni vantaggi fiscali per l’energia verde. L’idea di servirsi di spazi deserti per sfruttare energie rinnovabili e naturali come il sole e il vento si fa sempre più strada e appare come decisamente strategica. Desertec nasce all’interno di un progetto di approvvigionamento energetico europeo che, oltre a servirsi dell’energia solare, prevede di sfruttare l’energia eolica, soprattutto con grandi pale eoliche off-shore posizionate nell’Oceano Atlantico nei paesi nord-europei. Mentre Italia e Germania daranno il loro contributo con lo sfruttamento del potenziale geotermico. Al di fuori invece dei progetti europei, anche l’Italia sta muovendo i primi significativi passi per l’eolico off-shore con una serie di progetti che vedono coinvolte le regioni e i mari meridionali del nostro Paese: in particolare nel mare in Puglia, in Molise e in Sicilia. Si parla della data del 2020 per vedere i primi risultati degli impianti eolici off-shore italiani. Desertec appare come un’impresa davvero faraonica che ha quindi bisogno anche di un pro-
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getto di investimento e di un piano energetico a livello dei singoli stati, una politica condivisa e di largo respiro che, a dire il vero, è un po’ l’ambito in cui l’Italia fa difetto... Il fattore politico è decisivo per l’avviamento di progetti di tale portata e il governo italiano non li ha sempre appoggiati (recentemente Palazzo Madama ha votato una mozione di critica al solare termodinamico), eppure le cose sembrano cambiare e così, oltre al progetto Archimede e l’entrata di Enel nel progetto Desertec, a Rovigo è in costruzione una centrale energetica solare che vanta la maggiore estensione in Europa: 850.000 metri quadrati di superficie, 840 chilometri di cavi, 280.000 pannelli solari, 58 pali di acciaio. Lo realizzerà SunEdison Italia e sarà in grado di produrre ben 72 MW di energia. L’Italia, per la posizione strategica che si trova a occupare, al centro del Mediterraneo, con una serie di vicinanze, non solo geografiche, ma anche diplomatiche con i paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, potrebbe davvero svolgere un ruolo politico ed economico centrale, rimettendo magari in moto, all’interno del progetto Unione Europea, l’idea di un’area mediterranea del continente in grado di dialogare e stringere stretti rapporti di collaborazione con i Paesi che si affacciano sul comune bacino marino. Finalmente il Mediterraneo potrebbe assumere il ruolo di una zona dinamica dal punto di vista culturale e sociale, ma anche economico, pun-
tando su nuove tecnologie e nuove visioni energetiche, rivitalizzando un mare problematico, tristemente famoso negli ultimi anni soprattutto come bacino di navi salvezza di immigrati disperati. E in questo senso l’Enel è già coinvolta, attraverso l’OME (Observatoire Méditerranéen de l’Energie) nel Mediterranean Solar Plan, un’esperienza fondamentale dal punto di vista tecnologico e strategico che viene ora reinvestita in Desertec. Certo, gli ostacoli per un progetto come Desertec sono molteplici, così come i dubbi sulle cifre dell’operazione: 400 miliardi di euro in 10 anni a fronte di una copertura del 15% danno da pensare e pongono quesiti, così come la reale possibilità di una cooperazione di questa portata con Paesi con cui l’Europa ha spesso avuto contrasti e che a volte non danno garanzie di stabilità politica. Ma la sfida è lanciata e come fattore positivo va segnalato sia il piano strategico differenziato, sia la partecipazione di gruppi economici a livello europeo, sia di Paesi emergenti e a noi molto vicini come quelli africani e mediorientali. Insomma: una mappa geopolitica che lavora e collabora per una diminuzione delle emissioni di CO2 e per un sistema energetico integrato e sostenibile.
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La rivoluzione (verde) cinese 088
Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, la Cina è diventata il paese con il maggiore consumo energetico del mondo, sebbene quello pro capite sia circa un quinto di quello americano. E, sempre secondo la IEA, la Cina è e continuerà a essere uno degli attori più importanti nel trovare una soluzione al problema del cambiamento climatico. Alla base di questa convinzione sta il fatto che negli ultimi anni la Cina ha compiuto un progresso significativo in quasi tutti i settori economici low-carbon e già oggi è un leader in molti mercati delle energie rinnovabili.
È in atto una politica forte e globale per ridurre le emissioni di carbonio
In politica interna, c’è un crescente sostegno all’economia low-carbon, perché sia alla base degli affari e delle decisioni dei consumatori. Il governo centrale ha dimostrato la sua determinazione tramite una serie di leggi e programmi spartiacque e con il libro bianco Politiche e interventi della Cina sul cambiamento climatico. Oltre a insistere sull’obiettivo di ridurre del 20% l’intensità energetica e di raggiungere il 15% di energia rinnovabile, sono stati istituiti dei regolamenti complementari che coprono quasi tutti i settori dell’economia cinese. Gli standard per l’economia dei carburanti sono stati decisi nel 2005; nello stesso anno sono entrati in vigore gli standard, tra i più completi e vincolanti del mondo, per i test di efficienza energetica e di etichettatura degli elettrodomestici1; sono stati introdotti dei rigidi codici per la progettazione e l’efficienza edilizia, il cui scopo è di ridurre del 50% il consumo energetico delle nuove costruzioni; e la legge sull’energia rinnovabile, entrata in vigore nel 2006, prescrive che la rete di distribuzione elettrica acquisti energia rinnovabile, concedendo sussidi per i progetti eolici e per le biomasse. Il governo cinese ha anche messo a punto un ambizioso sistema di monitoraggio, benchmarking e controllo delle 1000 aziende cinesi che consu-
mano più energia e che sono responsabili del 33% dell’utilizzo energetico nazionale. Queste aziende devono ridurre la loro intensità energetica fino a raggiungere un risparmio totale di 100 milioni di tonnellate di carbone equivalente, o tce (circa 833 milioni di gigawattore) entro il 20102. Il governo riconosce l’importanza del suo ruolo guida e delle restrizioni e ha la capacità di farle rispettare. Esiste già una struttura generale che comprende regolamenti, misure amministrative, linee guida e direttive volte a trasformare i grandi obiettivi cinesi in obiettivi più specifici, gestibili e raggiungibili.
Il ruolo attivo delle aziende cinesi
Molte aziende cinesi stanno contribuendo alla diffusione di tecnologie low-carbon tramite la ricerca e lo sviluppo, e l’installazione e la promozione di tecnologie verdi. L’innovazione nelle tecnologie e nei modelli finanziari
L’innovazione è la chiave per trovare delle soluzioni al cambiamento climatico e per passare a un’economia low-carbon. Nell’autunno del 1986 fu ufficialmente adottato il Piano 863 (cioè il Programma nazionale per la ricerca e lo sviluppo di alta tecnologia) inaugurando una nuo-
di Changhua Wu
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Cyrus Cornut /Dolce Vita/Picturetank
va era di innovazione tecnologica volta a sostenere lo sviluppo nazionale della Cina. In seguito a questo piano, molte imprese, grandi e piccole, si sono dedicate allo sviluppo e all’uso di tecnologie a basse emissioni carboniche. Ad esempio, il gruppo Huaneng, la più grande azienda energetica cinese, sta investendo pesantemente nella ricerca e lo sviluppo di tecnologia pulita al carbone. Il ruolo delle piccole e medie imprese nelle tecnologie rinnovabili
Nonostante la mancanza di capitale, tecnologia e risorse umane, le piccole e medie imprese (PMI) del settore privato sono diventate una parte importante del mercato interno, e in alcuni casi hanno fatto parte del mercato globale. Sotto questo profilo è doveroso citare Goldwind Science & Technology, Suntech Power, BYD Auto, Chery Automobile e Tianguan Group. Siccome era difficile per le PMI entrare nel mondo delle industrie tradizionali, a forti investimenti di capitali, i mercati emergenti dell’energia rinnovabile hanno fornito delle ottime opportunità, soprattutto nel settore eolico e solare, nei biocarburanti, nei veicoli elettrici a basse emissioni e attraverso contratti di gestione energetica (EMC). In termini di EMC, le aziende di servizi energetici (ESCO) vengono “assunte” per gestire l’energia e per ideare soluzioni che
consentano di risparmiare energia tramite una maggiore efficienza e costi energetici ridotti. Questi mercati sono relativamente nuovi e spesso ancora acerbi, e pongono vari problemi. Ma grazie alla loro flessibilità, le PMI riescono a essere più intraprendenti, adattabili, reattive e sensibili alle tendenze dei mercati emergenti e quindi a sfruttare le nuove opportunità. Dal punto di vista industriale, potremmo vedere specifici progressi e opportunità in quattro settori chiave, tra cui quelli che seguono. Trasporti low-carbon: una strada in discesa Oltre all’uso diffuso delle biciclette e dei trasporti pubblici, la Cina è riuscita ad aumentare progressivamente le tecnologie per il trasporto a basse emissioni. Oggi in Cina ci sono più di 50 milioni di biciclette e moto elettriche, mentre le compact car con un’alta efficienza energetica ammontano al 60% del mercato automobilistico nazionale. Nel 2009, incoraggiati dal governo, i produttori cinesi hanno fatto passi da gigante nella commercializzazione delle tecnologie dei veicoli elettrici: la Chery ha prodotto il suo primo veicolo esclusivamente elettrico, mentre la BYD ha presentato la prima auto totalmente elettrica con un’autonomia di 400 km per carica. In settori chiave come la tecnologia dell’immagazzinamento dell’energia, la Cina è già un leader mondiale.
©
Olivier Aubert /Picturetank
L’efficienza energetica nell’industria: rapidi progressi Come notava il rapporto 2008, l’intensità energetica dell’economia cinese è diminuita di oltre il 60% dal 1980, e il governo ha posto l’obiettivo di ridurla di un ulteriore 20% tra il 2005 e il 2010. I provvedimenti per l’efficienza energetica nella grande industria, come quella metallurgica, chimica e del cemento, dovrebbero far risparmiare entro il 2010 240 milioni di tce. Ad esempio, la Cina è un leader mondiale nello sfruttamento del calore rilasciato dalle fornaci per il cemento e ha cominciato a esportare questa tecnologia. Nel 2009 il governo ha annunciato delle misure aggiuntive all’interno di un piano per la rivitalizzazione di 10 settori essenziali: le antiquate tecnologie produttive ad alto consumo saranno eliminate, mentre verranno promossi il riciclio e un uso migliore delle risorse. L’energia rinnovabile: un leader mondiale Oltra alla maggiore efficienza raggiunta nelle fonti energetiche tradizionali, la Cina sta vivendo una rapida crescita dell’energia rinnovabile. Ad esempio, l’aumento delle turbine eoliche installate è più rapido in Cina che in qualsiasi altro paese del mondo: la capacità di generazione di energia eolica ha toccato i 12 milioni di kW nel 2008, e questa cifra raddoppia ogni anno. La Cina è anche il maggior produttore e consumatore mondiale di boiler solari (il 65% di
tutti i boiler installati) e il 95% dei brevetti per la tecnologia dei boiler solari sono stati sviluppati da aziende cinesi. Anche la diffusione dell’energia solare fotovoltaica ha compiuto grandi progressi, così come l’energia geotermica e i biocarburanti. Urbanistica ed edilizia sostenibile: le città del futuro Il Regolamento sulla conservazione dell’energia, lo Standard di valutazione per le costruzioni verdi e una serie di altre leggi cinesi promuovono soluzioni a basso costo per ridurre le emissioni carboniche dell’edilizia e dell’ambiente urbano. Il governo ha posto degli obiettivi energetici ambiziosi per le nuove costruzioni, promuovendo i materiali edili low-carbon e l’energia rinnovabile, soprattutto quella solare. Sono stati costruiti molti edifici low-carbon per uso residenziale, commerciale e pubblico, e diverse “eco-città” sono in fase avanzata di progettazione. Il governo ha anche annunciato un progetto su grande scala per la promozione dell’illuminazione energeticamente efficiente, che prevede la distribuzione di 100 milioni di luci sovvenzionate. Nonostante tutto questo, per la Cina non sarà facile trasformare in realtà il progetto di un futuro verde. Nel prossimo decennio, dovrà superare alcuni ostacoli non da poco.
La rivoluzione (verde) cinese
Gap tecnologici
Il deficit finanziario esterno
Malgrado i forti investimenti nella ricerca e nello sviluppo indipendenti, la Cina continua a essere a valle del flusso industriale. Un esempio è l’eolico. Pur essendo l’energia rinnovabile con la crescita più veloce, non mancano le difficoltà. La Cina è in grado di fabbricare turbine eoliche che sono sotto gli 1,5 MW, però non produce ancora turbine più grandi o componenti essenziali come cuscinetti, scatole degli ingranaggi e sistemi di controllo. La Cina non è molto esperta di tecnologie “hard” come la progettazione, la produzione e la fabbricazione, e neppure di capacità “soft” come la normazione, la gestione, gli standard e il monitoraggio. Ad esempio, il collegamento dell’energia eolica e fotovoltaica a una rete di distribuzione ha subito dei ritardi, frenando la crescita di questi due tipi di energia. L’assenza di una rete “intelligente” di distribuzione dell’energia elettrica (la cosiddetta smart grid) è una delle principali cause del problema, ed è dovuta in parte alla mancanza di esperienza nello sviluppo di strumenti e congegni intelligenti, ma anche all’assenza di un mercato intelligente e di regolamenti intelligenti.
Secondo la ricerca condotta da McKinsey & Company, per finanziare l’economia verde cinese potrebbe volerci, da qui al 2030, un capitale di 40 trilioni di yuan (5,8 trilioni di dollari)3. Questo esigerebbe un investimento annuo di 1,8 trilioni di yuan (263 miliardi di dollari). Nell’aumentare le spese e gli investimenti, il governo cinese ha scoperto molte nuove fonti di finanziamento, tra cui il credito verde delle banche, gli EMC, il meccanismo di sviluppo pulito e la cooperazione con istituzioni finanziarie internazionali. Eppure questi sforzi finora hanno prodotto risultati limitati. Le imprese cinesi si sono espanse con successo nei settori low-carbon e le opportunità sono chiaramente enormi. Per superare gli ostacoli avranno bisogno di ulteriore sostegno da parte del governo e di intrecciare delle partnership con imprese e governi stranieri e con organismi multilaterali. Tuttavia, in Cina stiamo assistendo a un cambiamento di mentalità: il governo, le imprese e i cittadini si stanno impegnando in uno sviluppo low-carbon da diverse prospettive, e questo sta portando la Cina verso la rivoluzione verde del prossimo decennio.
©
Cyrus Cornut/Dolce Vita/Picturetank
Note 1 Fridley, David, Nathaniel Aden, Nan Zhou e Jiang Lin, Impacts of China’s Current Appliance Standards and Labeling Program to 2020, The Collaborative Labeling And Appliance Standards Program, Lawrence Berkeley National Laboratory, Environmental Energy Technologies Division, marzo 2007, http://www.osti.gov/bridge/ servlets/purl/920173-qvrmdX/920173.PDF.
091
2 Commissione nazionale cinese per lo sviluppo e le riforme, Program of Energy Conservation among 1000 Enterprises, 2006.
3 McKinsey & Company, China’s Green Revolution: Prioritizing Technologies to Achieve Energy and Environmental Sustainability, marzo 2009, p. 11. La conversione in dollari americani è basata sul tasso di scambio di 1 dollaro a 6, 348 yuan, del 6 agosto 2009.
oxygen 11 – 10.2010
Traveller di Michelle Nebiolo
L’energia della Terra
092
Klamath Falls, in Oregon, sfrutta l’energia geotermica sin dai primissimi anni del 1900 e oggi può dire di utilizzarla per ogni possibile applicazione diretta: teleriscaldamento, serre, acquacoltura, persino produzione di biocarburante. Nonché per l’unico birrificio di cui si abbia notizia che utilizzi l’acqua scaldata geotermicamente nel proprio ciclo produttivo. Visitando questa tranquilla cittadina non ci s’immaginerebbe mai che le sue abbondanti risorse geotermiche siano l’eredità di un violento passato vulcanico, ma oltre 7000 anni fa l’eruzione del Monte Mazama coprì l’intera Contea di Klamath con una coltre di ceneri e creò quello che oggi è il lago più profondo e più blu degli Stati Uniti: Crater Lake. Chi visita la zona viene soprattutto per pescare, fare birdwatching e ammirare la meravigliosa natura delle foreste nazionali di Fremont-Winema. Ma ci sono anche un buon numero di persone, provenienti da tutto il mondo, che si fermano a visitare le infrastrutture dedicate al geotermico (sempre aperte a chi volesse organizzare un tour). Ma cosa vedreste di diverso, passeggiando semplicemente per la città? Non molto, a detta di Tonya “Toni” Boyd, vicedirettore del Geo-Heat Center dell’Oregon Institute of Technology: «Abbiamo qualche pozzo artesiano, e potreste vedere del vapore uscire dai tombini. C’è una piscina pubblica aperta tutto l’anno che viene scaldata grazie alle nostre risorse geotermiche: in certi periodi dell’anno potreste no-
tare il vapore che si solleva anche da lì. E se fa freddo e l’impianto è in azione, potreste vedere un altro po’ di vapore uscire dalla torre di raffreddamento accanto alla piccola centrale geotermica del nostro istituto». Se visitate Klamath Falls d’inverno, non potreste non notare che «i marciapiedi e gli attraversamenti pedonali in centro sono puliti, grazie al sistema di scioglimento neve sotterraneo». Un lusso (e una misura di sicurezza) gentilmente offerto dal geotermico: «Se dovessimo usare altre fonti di energia, come il gas naturale e/o l’elettricità, sviluppare e mantenere in funzione un sistema del genere avrebbe costi proibitivi», dice Randy Travis, supervisor dell’Area acqua e geotermico della città. Un sistema di scioglimento neve è stato installato anche sotto le scale, le rampe di accesso per sedie a rotelle e i marciapiedi che portano all’ingresso principale dell’Oregon Institute of Technology (OIT), l’unico campus del Nord America in cui il riscaldamento è interamente alimentato a geotermico (e che presto potrebbe usare questa fonte di energia anche per parte della corrente elettrica). La possibilità di sfruttare fonti rinnovabili – e di risparmiare rispetto alle caldaie a olio precedentemente in uso – fu una delle ragioni che spinse l’OIT a spostarsi a Klamath Falls nel 1964. La storia e lo sviluppo della scuola sembrano legati indissolubilmente alla ricerca della sostenibilità: dopo l’istituzione del Geo-Heat Center nel 1975,
nel 2001 ha aperto anche l’Oregon Renewable Energy Center. Una cosa che non noterete se siete di passaggio, ma che di sicuro apprezzano i residenti, è la possibilità di risparmiare sul riscaldamento. A causa della naturale irregolarità nella distribuzione dei pozzi, dipendere dal geotermico non è una scelta fattibile per tutti, ma ci sono oltre 600 pozzi geotermici a Klamath Falls. E la cittadina che va a “energia della Terra” non sembra volersi fermare: «L’OIT è in procinto di dotarsi di una centrale più grande, che arriverà a circa 1,2 MW», dice Boyd. «Anche la città di Klamath Falls sta valutando la fattibilità di una nuova centrale, con un sistema da 1 MW circa. Poco più a sud, anche per le serre e l’acquacoltura è in programma un ampliamento della capacità degli impianti di generazione». Investire nell’energia verde è stata la scelta lungimirante di Klamath Falls per oltre un secolo, in termini sia ambientali sia economici. Eppure oggi l’espansione del geotermico è messa alla prova: secondo Travis, la sfida principale per portare avanti lo sviluppo del teleriscaldamento voluto dalla città sarà «riuscire ad ampliare il numero di clienti raggiunti, fare manutenzione e, dove necessario, sostituire le infrastrutture ormai datate nonostante il budget molto ristretto. I ricavi delle bollette coprono solo i costi per la gestione ordinaria, e per qualsiasi tipo di investimento dobbiamo ricorrere a fondi o prestiti decisamente limitati».
Traveller
093
La scienza dal giocattolaio di Davide Coero Borga
Energia plug and play
094
Recita un vecchio adagio: «Si impara fin da piccoli a diventare grandi». E in questo senso i giocattoli di cui narriamo la storia in questa rubrica non fanno che confermarcelo. Anche di questi tempi, in cui passiamo intere giornate rincorrendo tariffe agevolate per l’elettricità,
arrovellandoci sul Conto Energia, sciogliendo i garbugli normativi per installare il fotovoltaico sul tetto. Ingegneri e scienziati confermano che l’energia verde esiste! E sarà sempre più a portata di tutti con impianti snelli e facili da installare. La parola d’ordi-
La scienza dal giocattolaio
ne è plug and play. Nell’attesa di novità, una nuova generazione di bambini si prepara al futuro divertendosi con i giocattoli verdi. Direttamente dall’America arriva il Renewable Energy Experiment Kit, prodotto dalla casa di giochi Hammacher Schlemer. Nella scatola sono contenuti: turbina eolica, celle solari, celle elettrolitiche, dinamo e tutto quanto occorre a un bambino di otto anni per produrre energia elettrica, immagazzinarla in una batteria ricaricabile e distribuirla attraverso una scheda nel circuito integrato del giocattolo per alimentare motorini, LED colorati e altri ammenicoli. Un capolavoro di eco-efficienza, se non per un dettaglio sfuggito ai costruttori: il giocattolo è alimentato con batterie AA. Poco male. Sono centinaia i balocchi energetici attualmente in produzione. Basta scegliere. Pale eoliche, minifotovoltaici, celle elettrolitiche e motori a idrogeno sono stati integrati a trenini, aeroplani, macchinine e veicoli di ogni genere e fattura. Esistono anche vere e proprie congreghe di appassionati, che si ritrovano la domenica pomeriggio per sfidarsi su circuiti improvvisati con eco-prototipi fai da te. Altre novità arrivano dal Giappone. Sempre in tema di giocattoli verdi, la MIC/CP Tom’s ha lanciato sul mercato gli Earth Block, dei mattoncini simili
ai Lego ma realizzati con le biomasse. L’azienda ha presentato al Tokyo Toy Show una statua del Buddha fatta interamente di biomassa. Un successo enorme. Tanto che Bandai, storica azienda giapponese che ha realizzato Tamagotchi e Power Rangers, tanto per citarne un paio, ha voluto lo stesso materiale per realizzare le palline con sorpresa Gatcha Gatcha – peraltro riutilizzabili anche come piccoli vasi per le piante. Ma l’idea degli Earth Block non è nuova. Perlomeno, non al di fuori del mondo dei giocattoli. Infatti il primo a utilizzare le biomasse è stato Jim Hallock, nel 1994, quando decise di ricavarne mattoni veri e propri per la costruzione di nuclei abitativi. E allora perché non puntare sul MaterBi? Si ricava dall’amido di mais ed è completamente biodegradabile. La casa di giochi Ecotoys ne ha fatto il suo fiore all’occhiello: si chiama Happymais e ha ottenuto le più rigide certificazioni di qualità. Il funzionamento è estremamente semplice, basta inumidire leggermente i cubetti di Mater-Bi per attaccarli fra loro senza bisogno di colla. L’americana Green Toys produce una serie di giocattoli in plastica riciclata, proveniente dalla raccolta di contenitori del latte. Il materiale plastico usato (l’HDPE) è uno dei polimeri più
facilmente riciclabili e maggiormente presenti tra le plastiche recuperate post-consumo attraverso la raccolta differenziata urbana. Infine una chicca, ancora dagli Stati Uniti: si chiamano SEE Toys e sono stati sviluppati dal designer Sun Yu dello Zen Design Group di Berkley, Michigan. Il vostro bambino si agita troppo quando gioca? Niente paura, potete risparmiare sulle batterie. I SEE Toys (una sigla che sta per “Safety, Ecology, Economy”) sono in grado di convertire l’energia cinetica di un bambino nell’energia elettrica necessaria per il funzionamento dei giocattoli. Si gira una manovella per 60 secondi e si ottengono 15 minuti di energia elettrica. La mente corre, nostalgica, a Manuela, la gloriosa macchina da cucire a manovella che spopolò negli anni Sessanta. I modelli originali in latta e plastica sono ancora in vendita on-line per le collezioniste interessate.
095
Leggere non è solo un atto tecnico, né solo un processo mentale; è soprattutto un progetto di costruzione del cervello Frank Schirrmacher
Codice Edizioni s.r.l. via G. Pomba 17 10123 Torino t +39.011.19700579/580 f +39.011.19700582 www.codiceedizioni.it info@codiceedizioni.it
EDIZIONI
Ben distante dalla tradizionale saggistica scientifica, Semir Zeki riesce ad essere rigoroso nel metodo, coinvolgente nella scrittura e provocatorio nelle suggestioni che induce nel lettore.
Eric R. Kandel Alla ricerca della memoria pp. 504, euro 27,00
Semir Zeki Splendori e miserie del cervello
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Essendo diverso il lume della natura da quello divino, accade per essi come vedessero due soli. Francis Bacon
Siamo come dèi e dobbiamo imparare a usare bene il nostro potere. Stewart Brand
Frank Schirrmacher La libertà ritrovata Come (continuare a) pensare nell’era digitale pp. 200, euro 23,00
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Clay Shirky Surplus cognitivo Creatività e generosità nell’era digitale
pp. 368, euro 23,00
pp. 200, euro 22,00
English version
Contributors
Simone Arcagni
Resto del Carlino,” “La Nazione,”
University of London, he subse-
In 2004, she was the recipient
“Il Mondo,” “Diario” and “Beltel.”
quently obtained a Masters degree
of the award “ Petróleo del Club
Her blog is elenacomelli.nova100.
in operational research and mana-
Español de la Energía.”
ilsole24ore.com.
gerial science from Imperial College in London. During the 1980s
Nicola Nosengo
writes about technology and new
Daniel Esty
and ‘90s, he wrote extensively for
A scientific journalist, he has
media for “Nòva - Il Sole 24 Ore”
Esty is the Hillhouse Professor of
Financial Times Energy, for which
been published by “Nature,”
and “Tutto Digitale.” He is the
Environmental Law and Policy at
he published Italian Electricity:
“Wired” and “La Stampa.” He
curator of the View Conference
Yale University. He also serves as
towards privatization and beyond
edited the technology entries for
and a researcher in Cinema his-
the Director of the Yale Center for
2000 in 1995 and Electricity in
various reference works by Istituto
tory, and collaborates with the Uni-
Environmental Law and Policy and
Italy in 1999. His latest book is Into
dell’Enciclopedia Italiana. He has
versity of Palermo’s Architecture
the Center for Business & Environ-
the Heart of the Mafia: a Journey
written the books L’estinzione dei
Department..
ment at Yale. Esty is the author or
through the Italian South (Profile
tecnosauri – Storie di tecnologie
editor of nine books and numer-
Books, 2009).
che non ce l’hanno fatta (2003)
“Close-up”
editor-in-chief,
he
Antonio Badini
ous articles on environmental
Professor of physics at Università
policy issues and the relationships
Giovanni Lelli
pagno Darwin – L’evoluzione è
Badini became IDLO’s Director
between environment and cor-
Lelli is a nuclear engineer who
di destra o di sinistra?, both pub-
General in April of 2010, after
porate strategy, competitiveness,
has collaborated professionally
lished by Sironi Editore.
having served in the Italian Minis-
trade, globalization, governance,
with the ENEA – Organization for
try of Foreign Affairs for 37 years.
and development. His recent prize-
the New Technologies, Energy and
Alexander Ochs
Before joining IDLO, Mr. Badini
winning book is Green to Gold:
the Environment (formerly CNEN
Born and educated in Germany,
was Ambassador of Italy to Egypt,
How Smart Companies Use Envi-
– National Committee for Nuclear
he is the Director of the climate
Algeria, Norway and Iceland. He
ronmental Strategy to Innovate,
Energy) since 1971, covering vari-
and energy program of the World-
was a senior adviser to different
Create Value, and Build Competi-
ous positions over the years. He
watch Institute in Washington DC,
Italian Prime Ministers on issues
tive Advantage.
has been the creator and executor
the United States. Worldwatch is
of engineering projects, the author
an independent research organiza-
concerning the European Union,
and, with Daniela Cipolloni, Com-
diplomacy and economic affairs.
Antonio Galdo
of technical reports and articles
tion recognized by opinion leaders
He was the first chair of the Euro-
A journalist and writer, his signa-
and has some patents in his name.
around the world for its acces-
Med Committee and was Director
ture is found in the Mondadori
From 2001 to 2007, he was a
sible, fact-based analysis of critical
General for Middle East and Medi-
Group and in particular, as the
member of the Technical Secre-
global issues. Mr. Ochs is also the
terranean Affairs for the Ministry
head of “Panorama” and “Econo-
tariat of Research Programming
Founding Director of the Forum
of Foreign Affairs..
my” magazines. As a columnist, he
for the Ministry of Education, Uni-
for Atlantic Climate and Energy
also writes for the newspapers “Il
versity and Research. Since 2008,
Talks (FACET) and a Senior Fel-
Pino Buongiorno
Mattino,” “Il Messaggero” and “Il
he has been the coordinator of a
low at John Hopkins University.
Deputy director of the weekly
Corriere Adriatico.” He has created
Group of Experts for the Ministry
An author of numerous scholarly
magazine “Panorama,” he has
several TV and radio programs
of Economic Development for the
articles and frequent contributor to
been a special correspondent from
for Radio 2 and Rai Educational
launching of nuclear operations.
public media, he has held research
the United States and editor-in-
and worked for several years for
chief of the editorial team in Rome.
programs with Enzo Biagi. Among
Carmen Monforte
He recently edited the essay col-
his books, the most recent is Non
Since 2003, she has been the edi-
lection Il mondo che verrà. Idee e
sprecare (Einaudi, 2008). From
tor specializing in the energy sec-
Stefania Prestigiacomo
proposte per il dopo G8 (Università
October 2006 to January 2008, he
tor for the economy daily “Cinco
The daughter of a businessman,
Bocconi Editore), which was also
directed the newspaper “The Inde-
Dias” (owned by Prisa, the major
she began to work in the fam-
translated into English.
pendent” and since 2008 edits the
Spanish editorial group). She has
ily business at a young age and
portal www.nonsprecare.it.
written timely articles for the news-
then received her degree in Pub-
paper’s pages on important corpo-
lic Administration. At the age of
Elena Comelli
and teaching positions in Berlin, Munich, Princeton and New York.
A scientific journalist, she special-
David Lane
rate processes, such as the sale of
23, she was elected President of
izes in energy and environmental
He has been Italy’s business &
Endesa to Enel, the nuclear debate,
the Young Entrepreneurs Group
issues, and writes for the news-
finance correspondent for “The
the liberalization of electricity and
in Syracuse, Sicily. Since 2004, she
papers “Il Corriere della Sera,”
Economist” since 1994. A gradu-
gas fees and the appearance on
has been a Deputy of the political
“Il Sole 24 Ore,” “Il Giorno,” “Il
ate in electrical engineering of the
the market of renewable energies.
party Forza Italia, representing the
097
oxygen 11 – 10.2010
area of Eastern Sicily. From 2001
received the Armenise-Harvard
regional initiatives. She leads a
to 2006, she was the Minister
Foundation Award and the UGIS
world-wide professional network,
for Equal Opportunities and since
(Italian association for science
the Professional Association for
May, 2008, she holds the office of
journalists) prize for the best Ital-
China’s Environment (PACE). She
Minister of the Environment and
ian Scientific journalist. She writes
also serves on the Board of the
Protection of the Territory and Sea.
articles and documentaries about
Asia-Pacific Roundtable on Sustain-
energy, research and sustainable
able Consumption and Production
development.
(APRSCP), the Standing Commit-
Leena Srivastava She is the Executive Director of 098
tee of Environmental Education
The Energy and Resources Institute
Mathis Wackernagel
Committee of Chinese Society of
(TERI), an independent, non-profit,
He is the co-creator of the Eco-
Environmental Sciences, and the
research institution based in New
logical Footprint and President
Advisory Committee of Clean Air
Delhi, and works in the areas of
of Global Footprint Network, an
Initiative - China.
energy, the environment, and sus-
international sustainability think-
tainable development. She was the
tank dedicated to bringing about
Kandeh K. Yumkella
lead author for the Third Assess-
a sustainable human economy in
He is the Director-General of the
ment Report of the Intergovern-
which all can live well within the
United Nations Industrial Develop-
mental Panel on Climate Change.
means of one planet. By promot-
ment Organization - UNIDO. Since
ing the use of the Ecological Foot-
August 2007, he has been the
Francesco Starace
print, which measures how much
President of UN-Energy, the inter-
A nuclear engineer, after a brief
nature we use, how much nature
agency mechanism to coordinate
experience in the Italian nuclear
we have, and who uses what, Glo-
energy-related issues within the
field, he began a career in the
bal Footprint Network is working
UN system. He is also Chairman
engineering and construction of
to make ecological limits central
of UN Secretary-General Ban Ki-
power plants, with tasks of increas-
to decision-making everywhere.
moon’s Advisory Group on Energy
ing importance in the major com-
Mathis has worked on sustain-
and Climate Change, consisting of
pany of the GE group, and after-
ability issues on six continents and
business leaders and experts.
ward, of the ABB group. Before
lectured at more than a hundred
joining Enel in 2000, he lived in
universities. Beginning in 2011, he
Edoardo Zanchini
Switzerland and was head of all
will be the Frank H. T. Rhodes Class
He is the national director of the
international Sales and Construc-
of 1956 Visiting Professor at Cor-
energy, transportation and urban
tion activities of CCGT and Tur-
nell University. His awards include
planning sectors of Legambiente
bogas plants of the ABB group,
an honorary doctorate from the
and a member of the national
and later of ALSTOM. In Enel, he
University of Bern, a 2007 Skoll
secretariat. He is an architect,
headed the area of Electric Power
Award for Social Entrepreneurship,
researcher and professor of urban
for Businesses within the Genera-
a 2006 WWF Award for Conserva-
planning at the University of Pes-
tion and Energy Management Divi-
tion Merit, and the 2005 Herman
cara. He is the author of many
sion from its very creation. He was
Daly Award of US Society for Eco-
articles and publications regarding
next named Director of the Market
logical Economics.
issues related to energy, transportation and territorial policies.
Division and is currently Renewable Energy Division Director and Presi-
Changhua Wu
dent of Enel Green Power.
She is the Climate Group’s Greater China Director. Based in Beijing,
Alessandra Viola
she leads The Climate Group’s
She is a freelance journalist who
operations and strategic develop-
writes about science issues for
ment across the region. Before
many Italian and foreign news-
joining The Climate Group, she
papers and magazines (including
was the Executive Director of
“L’Espresso,” “la Repubblica,”
China Operations of ENSR. A
“Wired Italy,” “Wired UK,” “Il
China specialist for about 15 years,
Sole 24 Ore”). In 2008, she was
Changhua is involved in major
English version
Editorial Ecological Footprint Accounting: Decision-making in a Resource Constrained World
ing forests, fisheries collapse and
humanity’s demand on ecological
made infrastructure may last 50
freshwater stress are all signs: we
services, current population and
or even 100 years. As we make
have reached the limit of deficit
consumption trends continue to
decisions that will determine our
spending that the biosphere can
push the curve of human demand
patterns of ecological demand far
support.
ever upward. Moderate UN projec-
into the future, we must ask -
The good news is that change is
tions suggest the world population
and push our leaders to ask - are
possible and those who provide
could reach 9 billion by mid-cen-
we investing in opportunities or
the strategies, technologies, prod-
tury. Many countries still have an
traps? Given resource trends, are
ucts and services that support the
average Ecological Footprint that
the materials needed to support
When I was born, the world still
transition to sustainability will be
is far too low to meet the basic
our economies and lifestyles likely
had significant ecological reserves.
at a distinct advantage.
needs for food, shelter and sanita-
to grow more abundant or more
Humanity was able to live off
At Global Footprint Network, we
tion. In these countries, resource
scarce? More easily available or
nature’s interest – using resources
are working with governments
consumption will likely have to
more subject to disruption?
and producing CO2 at a rate with-
and enterprise to make ecologi-
increase to enable large segments
In a world where humanity was
in which the planet could regener-
cal limits central to strategy and
of the population to move out of
able to live off of what nature gen-
ate and reabsorb. But things have
decision-making at all levels. The
poverty. Add that to the extremely
erated each year, we could afford
changed dramatically in the last
Footprint provides us with a meas-
resource-intensive way of life in
not to take our ecological budget
four decades. Around 1980, the
ure that accounts for carbon emis-
industrialized countries - which
into account. But we are entering
rate of human demand for eco-
sions but it also captures other
have per capita Ecological Foot-
into an ecologically constrained
logical services began to outpace
elements of human demand, such
prints significantly higher than the
world and, in this world, the rules
the rate at which nature could
as our pressure on food sources,
global average - and we could
of the game are different.
provide them. Today, we demand
the quantity of living resources
quickly reach a level of demand
In this world, those governments
in less than nine months a level of
required to make the goods we
that would be physically impos-
and enterprises that can retool
ecological services that it takes the
consume, and the amount of land
sible to maintain.
their economies to be healthy and
planet a full year to regenerate.
we take out of production when
Then there is the issue of climate
robust while staying within eco-
How do we know this? At Glo-
we pave it over to build cities
change. Achieving the goal stated
logical limits will be best posi-
bal Footprint Network, we calcu-
and roads. But the Footprint also
by the leaders of the G20 to
tioned to meet the future. Those
late biocapacity, the amount of
operates at a deeper level, provid-
limit climate change to within 2
who wait for others to lead the
resources the planet regenerates,
ing the context for the questions
degrees Celsius will, it is widely
way will limit, if not jeopardize,
and compare that to what human-
that need to be asked in order to
acknowledged, require at least
their ability to retool in time and
ity demands, as measured by the
reshape our economic system: Are
some fuel from biological sources,
succeed in the face of ecological
Ecological Footprint: the amount
our innovations being implement-
which will put more pressure on
constraints.
of land and sea area it takes to
ed at a speed and scale necessary
biocapacity. If we do not reach cli-
Having good metrics is key to
produce the resources we con-
to reverse current trends? If not,
mate agreements, and the carbon
making the decisions that will
sume and absorb our waste. CO2
what else is needed?
counts in the atmosphere reach
enable us to manage our eco-
emissions are our biggest waste
new heights, biocapacity will be
logical assets effectively. At Global
stream.
under even greater pressure. With-
Footprint Network, our approach
out a strong climate agreement,
invites cities, countries and enter-
means thinking like a farmer: how
The “Right to Develop” or the Right to Collapse?
pressure on ecological services will
prises to become significantly less
big is our farm? How much farm
One commonly hears the com-
intensify more rapidly and access
resource-dependent so that they
does it take to support us – for
plaint by leaders of both govern-
to those services will become
can thrive, rather than fail, in
all we use?
ment and enterprise that main-
increasingly unpredictable.
an ecologically constrained future.
These accounts function as a kind
taining the “right to develop”
of bank statement for the planet
and pursue continued economic
- and the current balance reveals
by Mathis Wackernagel
Ecological Footprint accounting
And, in preparing for their own future, they will take actions that
growth depends upon a continued
Investing in Opportunities Rather Than Traps
that we are seriously overdrawn.
ability to utilize natural resources
There is large inertia in the human
for everyone.
To support our consumption, we
and emit CO2. Yet doing so is not
system. Much of our current path
have been liquidating stocks and
pursuing the right to develop - it is
is determined by choices we made
allowing carbon dioxide to accu-
pursuing the right to collapse.
years ago – choices such as power
mulate in the atmosphere. Cli-
Consider that, even as we are
plants, city layouts, railway lines,
mate change, species loss, shrink-
already seeing the effects of
population size, buildings. Human-
help secure a sustainable world
099
oxygen 11 – 10.2010
Interview with Stefania Prestigiacomo (Red, white and) Green economy
100
the rationale: «the environmental
Can you tell us in a nutshell just
ported by the Economy Minister,
challenge is one of the most com-
what the energy challenge is,
Giulio Tremonti.
pelling and exciting that there is. I
about which so much is said and
Giulio was a bit too tranchant.
just want you to remember that,
so little, in practice, is known?
Unfortunately, there are infiltra-
among the Millennium Develop-
It is the democratic challenge par
tions of the mafia in all areas, espe-
by Pino Buongiorno
ment Goals of the United Nations,
excellence. Despite the failure of
cially those subsidized by the State,
A wide-ranging interview
that of sustainable development.
the Copenhagen summit, all West-
which are particularly appetizing.
with Stefania Prestigiacomo,
together with the fight against
ern governments by now have
In reality, we need to increase con-
in which the Environment
poverty and hunger in the world, is
objectives in common: and that
trols, especially in the South.
Minister talks to Oxygen about
one of the fundamental issues that
what renewable energy
the world must face».Such passion
is to convert their production systems, reduce CO2 emissions and
Who would be responsible for
opportunities there are for
makes her seems almost like an
invest in renewable energy. The
that?
Italy, what the development
“eco-Pasdaran”. Nothing could be
energy mix chosen by Italy is the
The Regions. This is an aspect that
projects and the economic and
more misleading. Stefania Prestigi-
same as that which many other
has prevented the development of
employment implications are
acomo defines herself as «a prag-
countries are aiming for, starting
wind power, also because regional
and the critical issues and
matic environmentalist». She is this
with the United States. And that
bureaucracy is slow to grant to the
problems to be dealt with. Not
way due to her character, convic-
is a share, unfortunately still high,
permits.
to mention the nuclear issue...
tion and partly because – she says
of 50% traditional fossil fuels,
- «realism applied to the environ-
because in any case they are cur-
There are entrepeneurs who have
«What is green economy? Those
ment puts an end to that ideology
rently the cheapest, most conven-
denounced the length of time, up
who consider it to be the econom-
which, taken to extremes in order
ient and competitive; a 25% share
to even two or three years.
ics of the environment are wrong.
to gain consensus, has only caused
of renewable sources; and another
There’s not just the chronic bureau-
Instead, it means sustainable econ-
damage. All over the world, there
25% of nuclear energy. In Italy,
cratic slowness of our public serv-
omy, which in the third millennium
are green movements that have
we have to do more because the
ice behind these delays. Often the
is not really an option, but rather, is
characteristics that are of both
goal of renewable energy needs
delays are artfully crafted. Espe-
the only possible thing to bet on».
the right and the left. Let’s say
to be reached soon: already by
cially at the start when there was
In her office at the EUR in Rome,
that they are bi-partisan and trans-
2020, we must rise from the cur-
the boom of renewable energy.
Stefania Prestigiacomo, 43, from
versal. Instead, considering envi-
rent 7-8% to the level of 17%. We
In that case, there was a desire
Siracusa in Sicily, and the Minis-
ronmentalism to be a prerogative
are trying despite difficulties and
to favor someone over someone
ter of the Environment since May
only of the left is an entirely Italian
delays, however, last year’s data is
else. Don’t forget that in Sicily,
2008, doesn’t even wait for me
trait. Fortunately, this conviction
comforting because it shows that
there was a scandal about permits
to ask the usual opening question.
is coming to an end, also because
we are the second country, after
that were sold at good money.
Put that way, can you still be skep-
radical environmentalism hasn’t
Germany, to have produced the
But all this mustn’t criminalize the
tical about green business? The
produced the slightest protection
greatest increase in clean sources.
whole renewable energy sector.
minister wonders aloud, as if think-
of the environment. It has certainly
ing of those who speak of a myth
slowed down development. Just
Right, Germany. - also virtuous
a ruling class that has not been
and not a reality. «This is what I
look at the example of the Cam-
in this field as well as being the
careful and has issued permits to
say to the skeptics», she contin-
pania (Naples) area, where the
motor of the European economy
those not even remotely connected
ues with fervor. «I’m convinced
‘no’ to the incinerators has meant
in the post-crisis period.
to the network facilities. At that
that for my son, who’s 10 today,
that dozens of illegal dumps have
It’s ironic to think that the Ger-
point, the damage is truly doubled
that when he’ll be 15 or 20 years
been opened. So then: the dumps
mans are the first in the solar sec-
- both against the landscape and in
old, it will be the norm. We also
cause damage to the environment
tor when we are the land of the
cheating the State.
have an ethical duty to preserve
that’s one hundred thousand times
sun. In Italy, above all, we’re pay-
our planet for future generations».
greater than that of a very modern
ing for the immense demagoguery
How much is the green economy
You perceive at once that for Pres-
incinerator that turns waste into
about the wind turbines ruining
business worth?
tigiacomo to be the Minister of
energy and has a minimal impact
the environment and seemingly
It has been estimated that the sales
the Environment, after her long
on the surrounding environment».
causing illicit dealings and collu-
figures alone revolving around the
experience in the Equal Opportuni-
I can barely interrupt this soliloquy.
sion with organized crime and
sources of renewable energy in
ties sector, from June 2001 to May
And so, now the actual interview
the mafia.
Italy is 6-7 billion euros per year.
2006, «is the best job that I could
itself can begin.
ever hope for». And she explains
If anything, it should criminalize
So that’s certainly a huge business. Actually, it was also recently re-
We are gearing up to develop
English version
the so-called production ‘chain’
given out strong signals of belief
from an idea by Professor Carlo
cial norms. The second reason for
because, up until now, many com-
in the environmental challenge.
Rubbia and developed by Enel.
this forced choice is that it doesn’t
ponents for the wind turbines and
This is partly due to the economic
It aims to resolve the enormous
make any sense and it just isn’t
solar facilities are not made in
crisis we have experienced, forcing
problem of the energy produced
right to import energy produced
Italy. We need to be more com-
the government to establish an
by the sun, mainly, it’s preserva-
by nuclear power, for example
petitive from this standpoint too.
order of priorities. Partly we have
tion. The plant in Priolo is the first
from France, just because it is
But to do this requires that state
been a bit too realistic, in the sense
in the world to experiment this
beyond our borders. If, unfortu-
contributions become stabilized.
that we have told the truth when
thermodynamic technique using
nately, an accident were to hap-
Unfortunately the finance laws are
other governments, starting with
mineral salts. I wouldn’t be too
pen, we too would feel the effects
constantly threatening aid. I know
Barack Obama’s administration,
hard on myself... In any case, Italy
of it here. Third: we need to be
very well that the incentives are
have boasted of being leaders in
is investing in research, keeping in
serious and take on responsibility.
effective only when there’s a dead-
the green business and then all
mind that it too takes its own time.
line. But here we’re talking about
the legislative initiatives promising
particular incentives, because it’s
revolutions in energy have been
Let’s deal with the thorniest issue.
nuclear power?
necessary to keep in mind that
bogged down in the Senate, Con-
The third share of the virtuous
A lot depends on the continua-
the main problem with renew-
gress or Parliament. The trouble is
energy mix you spoke of at the
tion of legislature. If we can go
able sources is simply one: we
that government resources, espe-
beginning of our conversation:
ahead, the program will start up
must wait for scientific research
cially in times of crisis, are what
nuclear power. Here too, it seems
again briskly. However, I don’t
worldwide to resolve the matter of
they are. That’s why for a long
to me, there have been delays with
believe we’ll be able to put the
investment costs.
time now, I’ve been saying that we
respect to the schedule established
first stone into place in this legisla-
should also make use of private
by the government.
tive term because the necessary
funds and markets.
The failure to appoint the Minister
authorization process takes two
of Economic Development defi-
years, maybe two and a half years.
How many jobs can be created? To date, it is estimated that the
Will 2011 be the year of Italian
renewable sector involves around
Among his first acts of gover-
nitely slowed down the program.
Remember that the government
150,000 employees. But that’s a
nment, the new Prime Minister
As for this Ministry, of which the
doesn’t establish the sites. The
growing figure and these are mar-
of the United Kingdom, David
Nuclear Agency is part, I fought
government only establishes the
ket sectors which in many cases
Cameron, launched the idea of a
for a highly prestigious and also
rules of the system. It’s up to the
are totally new. These jobs are in
“green bank” to finance renewa-
bipartisan solution.
individuals who want to build the
additions to the traditional ones.
ble energy. Who could play this
Not only that: brand new business
role in Italy?
Are you referring to the appoin-
hope this step can be managed in
figures are being created.
We have to involve more than
tment of Prof. Umberto Veronesi
a way that’s not demagogic, but
just the Federal Savings and Loans
as president of the Agency?
with the people’s consent.
During your absence from the
Bank. I really believe that. We’re
There’s so much call for dialogue
Council of Ministers when you
not just thinking about this pos-
between the majority and the
In recent months, we have witnes-
had commitments abroad, some
sibility - with the Bank, we have
opposition, but in the end, such
sed a cacophony of interventions.
tried to trip you up, like when the
begun to carry out projects and
is done only to be instrumental.
Some governors of the governing
elimination of green certificates
initiatives for increasing the green
This could be seen very clearly in
majority, such as that of Piedmont,
was proposed. Entrepeneurs and
economy. We have already acti-
the case of Veronesi, on whose
have said they would accept the
individuals who had planned to
vated a rotating fund of 600 mil-
behalf the opposition was split.
sites, whereas others, like the Pre-
make major investments in rene-
lion euros for investments that will
The nuclear challenge is the chal-
sident of Veneto, have threatened
wable energy then felt betrayed.
set three billion euros in motion for
lenge of modernizing the country.
fire and brimstone.
Why is that?
the entire energy sector.
Being included in the nuclear sec-
This is the result of the perennial
tor is a critical but delicate step
electoral campaign in which we
Well, in the end, the green cer-
facilities to propose the areas. I
tificates are still valid and the white
As for solar energy, doesn’t Italy
for Italy. We can’t be hypocrites
live. Many declarations are in fact
ones are a strong incentive for
run the risk of becoming only
anymore. We are paying much
dictated by pre-electoral dema-
business investments.
a center for the distribution of
more for energy than other coun-
gogy. Instead, what is needed is
products made abroad, without
tries, whereas if we produced a
a very serious campaign of infor-
Isn’t it true that a lot of your col-
creating its own original products?
significant share of energy with
mation on all aspects of the issue
leagues leave you all on your own
Actually, we just recently inaugu-
nuclear power, we could boost
regarding the real consequences
to fight the environmental battles?
rated the Archimedes Project in
the competitiveness of businesses,
for a territory, the employment
That’s true: we haven’t always
Priolo Gargallo in Sicily, stemming
which would be worth ten finan-
costs and the industrial implica-
101
oxygen 11 – 10.2010
tions. And about the waste prod-
Green Power
ucts and safety too, because one
102
technologies, demonstrating the
reducing and progressively elimi-
availability of renewable sources
nating this uncertainty. Stable and
should never give the impression
by Francesco Starace
that is subdivided quite well and
predictable long-term energy costs
of regime propaganda. I wonder:
“Our commitment is oriented
widespread around the world.
are the basis of real development
why are there 70 nuclear power
to development in a high-
Already
policies, of which Europe has long
plants in France, and no revolu-
growth sector that we will
ity, wind and geothermal ener-
felt the need.
tion has broken out? In the United
strive to make sustainable, not
gies can be considered mature
As to the industrial sector of
States there’s even competition
only from an environmental
sources, with production costs
renewable
among the different areas as to
standpoint but also an eco-
naturally related to the availabil-
are being created so that the
which of the neighborhoods will
nomic one, so as to make the
ity of the source but comparable
number of companies that are
host the facilities.
large offer of natural resources
to the production costs of tra-
already operating in the sector
available to an ever greater
ditional sources. Solar energy is
today will increase, thus creat-
Are conditions conducive for win-
number of consumers.” The
divided into many different areas
ing a real industry if we succeed
ning over the opposition to the
present and future of Enel
of technological development and
in developing an actual industrial
nuclear choice?
Green Power, a company of
is progressively maturing, benefit-
sector encompassing the whole
It’s the only thing to do. For-
the Enel Group dedicated to
ing from an increasingly larger
chain of values, from the on-site
tunately, within the opposition
renewable sources of energy.
use on an industrial scale and,
production of components to the
in the striking example of solar
construction and maintenance of
there is a front, which is widen-
today,
hydroelectric-
energy,
conditions
ing, that is convinced of the need
Renewable resources have experi-
energy, replicating patterns of
the plants.
to embrace nuclear energy. I’m
enced an unprecedented growth
decreasing cost that are already
Enel Green Power lies within this
thinking of the Forum, chaired
over these last years, thanks to
observed in consumer electronics,
context of growth of the Enel
by Chicco Testa, the ex-president
technological advancement, the
thanks to the combined tension
Group and is dedicated to the
of ENEL and a longtime green
growing concern for the excessive
created by large-scale economies
development and management of
exponent. That might be the place
dependency on fossil fuels and the
as a result of increasing demand,
power generation from renew-
for dialogue between the major-
strong political support found in
and research and development
able sources internationally, in
ity and opposition. But I have no
many countries.
activities.
16 countries in Europe and the
illusions, if I think of statements
At the end of 2009, the total
The progressive acceleration on
Americas.
by some left-wing politicians who
installed capacity worldwide was
all levels and all around the world
Enel Green Power is the indus-
can hardly wait to repeat their No
1,230 GW. The most cautious
of the penetration of renew-
try leader, thanks to 20.9 billion
TAV-style battles against nuclear
estimates tell us that by 2020 we
able energy is directly related to
kilowatt-hours produced by water,
power. Destructive battles that
can have a further increase of 600
the growing success of research
sun, wind and the heat of the
have only caused a ten-year delay
GW. The more optimistic ones
efforts regarding the competitive-
earth; it is able to meet the needs
in investments that Italy could
speak of a growth of 1,800 GW,
ness of the costs. This will lead
of more than seven million house-
have made much earlier.
which in ten years would lead
even the most recent renewable
holds and prevent more than 14
the world to more than double
sources to full industrial maturity.
million tons of carbon dioxide
the power capacity installed, from
Renewable energy will be able to
emissions each year.
the industrial development until
give a strong contribution in mak-
With an installed capacity of about
today. To which we might add
ing the European energy system
5,800 MW, Enel Green Power is
that in recent years, whatever the
less dependent on imported fossil
among the first companies in the
estimate may be, it always turns
fuels, safer and more competitive,
world with an integrated business
out to be wrong.
and environmentally sustainable,
in the field of renewable sources
Until just a few years ago, it was
in line with the European Com-
of energy.
mostly Europe that was making
munity targets.
The business plan, which prognos-
a “push” for this development of
The volatility that is always asso-
ticates significant growth in the
renewable sources. By now, the
ciated with the enforced use of
coming years, is based on a sub-
development is on a worldwide
fossil fuels leads to situations
stantial pipeline of projects that
scale and its growth is recorded
of grave uncertainty, making all
are differentiated as to region and
to have spread throughout all the
forecasts on energy costs in the
technology and ready to become
continents, in the Americas, in Asia,
medium and long term unreli-
facilities connected to the net-
and even in Africa and Oceania.
able. The increasing application of
works.
Growth is still taking place in all
renewable sources contributes to
Enel Green Power relies on a
English version
The Green Future of Europe
strong starting position, based on
ing the largest solar panel factory
a mix of manufacturing assets that
in Italy. The plant will be built in
guarantee solid and robust cash
Catania, Sicily, and will produce a
by Antonio Galdo
ing of 2035.
flows with little reliance on incen-
thin triple-junction film to be used
The European Climate Founda-
The European Commission esti-
tive mechanisms.
to meet the demands of one of
tion’s recent Road Map clearly
mates that, if the trend of the
The future aims are for an equally
the most promising solar markets
indicates the objectives for
current economic and social devel-
solid growth strategy that takes
in the EMEA area (Europe, Middle
Europe’s energy in the future:
opment continues, the increase in
the peculiar mode of the expan-
East and Africa).
5,000 square kilometers of
the demand for electricity will be at
sion of renewable energy into
With regards to normal silicon solar
solar panels, 100,000 wind
least 1% annually for the next 20
account: as seen above, energy
panels, those made using the thin
turbines, 200 million electric
years. In practice, the future of a
from renewable sources is grow-
film are able to maintain a high
cars, 100 million heat pumps
sustainable world revolves around
ing in all technologies and all areas
level of efficiency in energy con-
and 100 new nuclear plants.
this equation: more energy - but
of the world.
version in much hotter climates
But along the route leading
through the development of differ-
These are the guidelines that out-
as well and are also less exposed
to 2050, there are three unk-
ent sources.
line the activities of Enel Green
to fluctuations in the price of raw
nowns: government incentives,
The European Union isn’t start-
Power, using the wealth of knowl-
silicon, given the lower utilization
the electricity network and the
ing its Road Map from scratch.
edge in all available technologies
of the mineral.
weight of public opinion.
In 2009, for example, the power
combined with great geographical
Enel Green Power intends to also
diversification, and taking advan-
develop advanced technologies,
The dreams of a green Europe have
accounted for 61% of all the works
tage of all the best development
such as solar-thermal dynamic and
been drawn up on the 2052 Road
of new creation, and so, for the
opportunities in the great big
low energy geothermal, bringing
Map prepared by the European
second year in a row, sources of
world of renewable energy.
about technological maturity and
Climate Foundation: 5,000 square
renewable energy made up the
The strategy of differentiating and
competitiveness compared to more
kilometers of solar panels, 100,000
majority of the new energy plants
covering all the different areas
established sources in the shortest
wind turbines, 200 million electric
installed. With the not insignificant
of interest is yet another under-
time possible.
cars, 100 million heat pumps and
result according to which renew-
taking of the Enel.si company.
Our commitment is oriented to
100 new nuclear plants. Forty years
able energy now accounts for
This is the essence of the Enel
development in a high-growth sec-
to change the face of European
more than 10% of the European
Green Power retail sector, and
tor that we will strive to make sus-
energy, to be freed from the trap of
Union’s total consumption, with
through a network of more than
tainable, not only from an environ-
fossil fuels and first and foremost,
countries such as Sweden, Finland,
500 franchises in Italy, it deals with
mental standpoint but also from
from the unsustainable depend-
Latvia and Austria that have already
“key in hand” solutions for small
an economic one, so as to make
ence on oil, and to thus create new
cleared the 30% bar.
and medium photovoltaic systems
the large offer of natural resourc-
opportunities of economic develop-
Now we are faced with an immedi-
and other forms of distributed
es available to an ever greater
ment and millions of jobs.
ate aim to respect the 2050 goal:
power generation from renewable
number of consumers.
Utopia aside, the path to sustain-
EU countries have signed an agree-
sources (mini-wind, geothermal
For this reason, the Enel Group
able energy has been plotted by
ment to reach a 20% consump-
heat pumps, solar-thermal) for
has decided to make available a
now with an enforced route that
tion of renewable energy by 2020,
the domestic market and small
minority stake of the shares of Enel
takes the different factors of the
that is to say, in 10 years, and
and medium enterprises. Enel.si
Green Power.
sector into account. In fact, it’s only
Italy in particular has promised to
also provides solutions regarding
by a strong push for renewable
reach the share of 17%, taking into
energy efficiency at all levels in
energy that the strategic objectives
account its different starting posi-
the form of integrated solutions of
of reducing pollution, improving
tion as compared to other nations
production distribution.
the climate and energy self-suffi-
that are much further along the
The exponential growth of small
ciency can be reached simultane-
green path. The next step, accord-
and medium-sized plant facilities
ously. All of this within a global
ing to the European Commission’s
shows the real size and attraction
framework in which the hunger
estimates, could be achieved by
of this sector of the market.
for electricity continues to grow.
2020, with the energy pie divided
Consistent with the strategy of
Total production - according to
like this: 64% of new capacity in
covering the entire industrial sec-
the Annual Energy Outlook 2010
renewable sources, 17% gas, 12%
tor, Enel Green Power has signed
by the U.S. Energy Information
coal, 4% nuclear and only 3% oil.
an agreement with Sharp and
Administration – is expected to rise
Throughout Europe, governments
STMicroelectronics aimed at build-
from the 3,950 billion kilowatt-
and parliaments have pledged to
hours planned for this year to more than 5,000 billion with the dawn-
plants producing renewable energy
103
oxygen 11 – 10.2010
104
establish lines of industrial policy
dependence on oil into one of
and China are not retreating an
tion, in one decade, a thousand
compatible with such ambitious
the linchpins of his promise of
inch from an economic policy of
new plants have sprung up, from
objectives, while large companies
“change”. Basically, Obama wants
strong incentives for investments
wind farms to biomass or biogas
are all pressing the accelerator on
to even the tables on energy con-
in renewable energy. Indeed. They
facilities, 300 hydro-electric plants,
research and the individuation of
sumption, as also demonstrated
will concentrate resources in the
80,000 photovoltaic facilities and
new technologies, both indispensa-
in his speeches and stance when
energy field aimed at green conver-
new combined-cycle gas run plants
ble for such a marked conversion.
faced with the disaster of the
sion, and can also do so because
for more than 30,000 MW.
In the end, public opinion is not
explosion of the BP platform (11
of a policy direction that’s firmly
And the electricity network? It’s
neutral nor indifferent, but exer-
dead, 100 million barrels in the
in the hands of their governments.
floundering. The result is that today
cises the power of control, and in
ocean), constantly reiterating the
Faced with the two giants and their
we’re faced with problems of con-
some cases veto, which can be criti-
need to get out of the dead end
obvious moves, Europe is likely to
nection and postings that don’t
cal to the success of the Road Map,
of oil consumption, defined as
become the crock pot. The incen-
allow for the withdrawal of all
especially when policy is weak or
“unsustainable”: 300 billion gal-
tives, which as we’ve seen are
the energy that could certainly be
too influenced by the compass
lons of oil per year, equal to three
essential, have to come to terms
produced. As usual, projects aren’t
needle of surveys, which by their
gallons for every U.S. Citizen.
with the limitations of national
lacking, but 2,200 kilometers of
very nature are photographing the
Regarding the Road Map, the new
budgets, with cuts in public spend-
planned electricity lines and the 90
already existent, therein making
resident of the White House is
ing and with a national and trans-
stations only exist on paper. Ever
the bet with the future all the more
also a man who intends to reduce
national framework that’s intoxi-
since 2005, Terni, the company
uncertain.
greenhouse gas emissions by 83%
cated by default-risk countries,
managing the electricity network,
Upon closer look, and with the
by 2050, and it’s clear that the
as seen with the recent crisis in
has recorded invests of just under
necessary analytical
treatment,
goal will be unattainable unless
Greece. Having no common politi-
three billion euros, and between
there are at least three unknowns
there are massive investments, with
cal authority in public finance that’s
now and 2019, another seven bil-
for green Europe, and all three
returns, for renewable energy.
strong and recognized like those
lion is called for in the company’s
are of significant magnitude. First,
As for China, its route shows a
in the United States and China,
ten-year plan. Money and facilities
we have to take note of reality:
high ambiguity, due to a super
the European Union, with ongo-
are often blocked by bureaucratic
without a massive policy of public
power with two sides: the great
ing meditation, will have to face
delays, political snags and vetoes
incentives, the alternative energy
innovator at the forefront of the
grueling stop and go phases, and
regarding an overlapping of local
scenario becomes nebulous. It’s not
energy challenge and the biggest
energy policy will be one of the
skills with those of national authori-
sustainable on the level of the mar-
polluter in order to sustain its eco-
most exposed in this context of
ties. A veritable obstacle course in
ket forces and competition. Strong-
nomic boom. The China of the
uncertainty and instability.
which, in many cases, an exit from
er efforts are coming from two
‘firsts’, announced daily, has now
The second unknown concerns the
the tunnel can never be glimpsed.
countries that are head to head
electricity network, its capacity to
Uncertainty about the transport
as they make their play for global
become the first country in the world regarding total CO2 emis-
adapt to the new offer regarding
infrastructure and connections is
leadership: the United States and
sions (increased by 9% in 2010),
renewable sources with the neces-
directly linked to the third unknown
China, two nations that are aware
but Beijing also holds the world
sary investments which, in order to
that weighs on the future of a
of just how crucial the energy issue
record in investment for wind tur-
become concrete, must go through
green Europe: the role of public
is for attaining leadership in world
bines and solar panels. The double
a long chain of authorizations, per-
opinion. Not all facilities relating to
governance. In 2009, the United
track China is following is the price
mits and inspections.
alternative sources have the same
States allocated alternative energy
the country must to pay to sup-
The “Italian case” is paradigmatic
impact in terms of reactions as the
incentives for $66.6 billion dollars,
port its development, including a
in this respect. Thanks to a gener-
nuclear plants for which the citi-
as compared to China’s $46.9 bil-
Biblical-scale transferring of former
ous incentive system, that has also
zens’ sensitivity is extremely high.
lion and the $12.7 billion packet of
peasants to urban areas, with
attracted foreign groups, our coun-
And yet, in Europe and particularly
the European Union.
explosive effects on the consump-
try has made a huge leap forward
in Italy, when it comes to power
The America of Obama is light
tion of household appliances, cars
in the renewable energy sector. In
plants, even with the best guaran-
years away from that of Bush.
and electronic gadgets. To give just
tees of safety and efficiency, one
If the Republican Administration
one example, while the industrial
just a few years, we have climbed to the rank of 27th in the Euro-
showed indifference in the face of
world is still in full recession pend-
pean classification, and according
zone of the powers of interdiction
alarm about atmospheric pollution
ing development of the electric car,
studies by Nomisma-Legambiente,
that may have many faces. From
and was conditioned by pressure
more than 1,500 cars are sold per
we’re ranked as fourth for the
spontaneous committees to those
from the oil lobby, the Democratic
day in the Chinese capital alone.
production of green energy. With
that are manipulated by the clans
President has made the exit from
Summing up, the United States
the advent of market liberaliza-
of organized crime in the South;
immediately enters into the gray
English version
Financing renewables in difficult times
from the most extreme environ-
related to the switch to alterna-
the books and become a reality,
mental associations to small groups
tive energy, as drawn up by the
primarily for the benefit of future
who are exploiting popular protest
Road Map of the European Climate
generations, if our outlook and
for political purposes. And in the
Foundation: the Houston metro-
behavior will be inspired by the
by David Lane
hornet’s nest of controversy, it’s
politan area.
belief that change doesn’t have
What role will renewables play
even hard to give any sense of cer-
We’re talking about the fourth
to be scary, but rather, has to
in stimulating recovery from
tainty to people through necessary
most populated city in the U.S.A.,
be imagined boldly and governed
the economic crisis? What are
and preliminary scientific insights.
with almost 2.3 million inhabitants,
responsibly with conviction.
the investments to be made to
The “it can’t be done” syndrome,
which from the time the first was
finance them and how will the
still and anyway, can be defeated
first oil well was discovered back
development of renewables
by a strong, authoritative, convinc-
in 1901, became the capital of the
reduce costs and incentives?
ing policy and local and national
oil industry. American pragmatism,
Here is how the most deve-
public administrators who are
the vital energy of a country that
loped European nations are
responsible and capable of not
never averts its eyes from the future
acting: Great Britain, France,
losing sight of the interests of a
and that’s always looking for a new
Germany, Spain and Italy.
“national system”. It’s not a matter
deal, has made it so that the driving
of abstract concepts, but of daily
force of Houston’s development
None of the political parties in
action giving out clear elements
today has been very effectively
Britain said where the knife would
about energy plans, leading the
converted from oil to alternative
fall when they promised tough
citizens, and especially those in the
energy sources.
measures on public spending dur-
area, to a greater awareness of the
The numbers speak for themselves:
ing the election campaign in April.
interests at stake.
from 9 million and 637 barrels
And few areas were spared in the
An incinerator, with which energy
produced in this area in 1970 to
emergency budget of the coali-
is produced from waste through
the reduction of the current 5
tion joining Conservatives and Lib-
a virtuous cycle of the chain of
million. At the same time, there
eral Democrats that took office
disposal, has a considerable impact
are 3,468 energy companies in
in May, even the low-spending
and the reactions of the commu-
the area, more than 400 of which
Department of Energy and Climate
nity are understandable: that’s why
are dedicated to sources that are
Change being called on to help
its advantages, the safety of the
an alternative to fossil fuels or use
tackle the public sector deficit.
plant and the benefits to the entire
technologies that can improve the
It is contributing 85 million to
community must be prepared and
use and practical applications. It
the opening round of cuts with a
offered to public opinion with a
is an entire system that has been
range of measures that include a
long-term action. The emergency,
repositioned, thanks to the mix
reduction in the scope of its off-
in contrast, does not make shared
of policy choices, incentives and
shore wind capital grants scheme
solutions any easier. And once the
private investments, up to a sub-
and the cancellation of the final
choice has been made, the duty of
stantial change even in the city’s
funding rounds of its bio-energy
politics is that of knowing how to
urban features.
capital grants scheme. More cuts
defend it on all fronts. Knowing
There are 133 buildings in the Hou-
follow in the autumn. These are
that a challenge which is unpopu-
ston metropolitan area that have
hard times for projects that seek
lar today may meet with a great
green building certification with an
money from government.
deal of consensus tomorrow, as
energy savings of 35%, as com-
Yet the writing was on the wall
can be seen in the example of
pared to the normal costs of the
earlier this year when, to a barrage
the incinerators, in those areas of
oil bill. And the Great Depression,
of criticism from environmentalists,
Italy where these facilities have not
from the standpoint of employ-
the Labour government then in
only resolved the waste problem,
ment in the by now former U.S. oil
power said that it was closing the
but have also substantially changed
capital, has been softened by new
grants programme for solar ener-
energy consumption precisely in
jobs created by its green economy.
gy. The decision seemed contradic-
favor of alternative sources.
Europe isn’t Houston, but that
tory because Gordon Brown, the
There is a paradigmatic place in the
Road Map which would revolu-
Labour leader and prime minister
world that can help us understand
tionize our energy system between
until May, had previously spoken
the economic and social potentials
now and 2050 can now leave
enthusiastically about how devel-
105
oxygen 11 – 10.2010
106
oping green energy sources would
In fact, Italian efforts towards
it would put an offshore transmis-
foreign investors are now more
be a way of creating hundreds of
this are seemingly built on sound
sion grid in place to reduce the
wary about renewables projects in
thousands of new jobs, as well as
foundations - the statistics show
uncertainty over connections.
Italy, Massimo Pecorari, UniCredit’s
dealing with climate change.
that Italy is Europe’s fourth larg-
Building and operating windfarms
co-head of project financing in
Indeed, most British politicians
est renewables producer and that
off the British coast clearly offer
Milan, is optimistic about opportu-
consider
of
it enjoys a substantial lead over
interesting prospects: to the ener-
nities at home. He notes that the
renewable energy fundamental for
Britain. According to calculations
gy firms that produce and sell the
Italian government is committed
a new and sustainable model for
by Nomisma Energia based on
power; to the construction firms
to meeting emissions targets and
economic growth. The Conserva-
Eurostat data, Italian renewables
that design, build and maintain the
has a strong interest in ensuring
tive’s own electoral programme
production was 65.3 TWh in 2008,
plant; to the manufacturing com-
that enough renewables projects
promised to promote renewable
against 26.4 TWh in Britain. It
panies that make components for
are developed to do so. And the
energy, albeit through a different
is well known that Italy’s great
the wind generators; to the gov-
lack of appetite of foreign banks
approach than that used by the
renewables strengths are in hydro
ernment that has commitments to
to finance Italian projects simply
Labour government. And in mid-
and geothermal power, where it
meet; and to banks which are cru-
means less competition for Italian
July, less than two months after
exploits the large natural resources
cial players for turning prospects
banks like his.
the Department of Energy and Cli-
of rivers flowing from the Alps
into realities. Amit Dewan, who
The debate over renewables and
mate Change announced the cuts,
and underground heat in Tuscany.
heads UniCredit’s project financ-
their financing is at once both sim-
Chris Huhne, its head and a Liberal
However, their development is
ing in Britain, notes that banks
ple and complex: simple because
Democrat politician, joined forces
mature and further exploitation
dislike uncertainty and the fact that
renewables are the way to drive
with his counterparts in France
limited. Bets for the medium term
changes to the UK’s regime for
economies forward and tackle cli-
and Germany to call for efforts
are being placed on wind and
renewables are never retrospective
mate change, complex because of
to ensure economic recovery sets
photovoltaic power, fields where
makes financing easier. Moreover,
the problem of deciding how the
countries on a path to a sustain-
both Italy and Britain lag behind
planning uncertainty is lower for
difference between the costs of
able low-carbon future. Saying
Europe’s leaders, Germany and
offshore developments than for
renewables and those of carbon
that the price of carbon is too low
Spain. Yet Italy and Britain are
windfarms onshore, which often
resources should be shared, partic-
to stimulate significant investment
blessed by natural advantages that
encounter opposition. There is no
ularly in today’s difficult economic
in green jobs and technologies,
should allow them to close the
lack of liquidity in the system for
climate. As well as restrictions to
they suggested that the EU should
gap, particularly in wind in the case
funding such projects, says Dewan.
state aid, budgetary constraints
adopt an emissions target of a
of Britain and in photovoltaic in the
And the reason why banks are
now strictly limit what govern-
30% reduction by 2020. Doing
case of Italy.
keen on renewable energy projects
ments are willing and able to pro-
this would provide an incentive for
At the beginning of this year,
is obvious: they offer attractive
vide in terms of direct support
changing investment patterns, said
Crown Estate, which owns Britain’s
reward to risk ratios. According
or to forgo in terms of lost fis-
the three energy ministers.
marine assets and whose revenues
to Davide Tabarelli, chairman of
cal revenues. And as consumers
However, such politicians are far
pass to the Treasury, announced
Nomisma Energia, the stable and
tighten their belts in the face of
from alone in considering the
the results of a third licensing
high revenues that projects gener-
uncertainty over jobs and earnings,
development of renewables as cru-
round for offshore windfarms,
ate, thanks to incentives, can bring
transferring the costs of incentives
cial both for the economy and for
mainly in the North Sea. The suc-
yields on investment close to 20%.
to household energy bills becomes
tackling the challenge of global
cessful bidders will add at least
However, because such incentives
harder for governments to do. The
warming. Theirs is a widely held
25,000 MW of capacity to almost
are high, they are constantly under
bright prospect on the horizon
view. Writing in Elementi this sum-
700 MW of offshore wind capac-
threat of revision, thereby intro-
is, however, that the greater the
mer, Emilio Cremona, president of
ity that is already installed, and to
ducing an uncertainty that leads
progress in developing renewable
Gestore Servizi Energetici, warned
1,200 MW being built and 3,500
investors to call for higher returns.
sources, the lower their costs will
that the failure to seize the oppor-
MW in planning stages. Gordon
Although Italy offers incentives for
become and the less will incentives
tunities offered by renewable
Brown said that the offshore wind
wind and photovoltaic power that
be needed.
energy for building a robust indus-
industry is at the heart of the
exceed those elsewhere in the EU,
trial sector would be damaging
British economy’s shift to low car-
says Tabarelli, thanks to uncer-
for Italy as a whole. Incisive efforts
bon, and that it could be worth
tainty, partly over incentives and
to increase the use of alternative
around 75 billion and support up
partly in connection with planning
energy sources and the creation of
to 70,000 jobs by 2020. In their
consents, it has achieved less than
strong, innovative and exportable
electoral programmeprogram, the
it could have done.
industry go hand-in-hand.
Conservative Party promised that
Nevertheless and admitting that
the
development
English version
Interview with Daniel Esty When green means gold
cle to profit, is now the real busi-
water in production or reducing
ronment. How do you think that
ness opportunity for far-sighted
the use of any expensive resource
will affect the way in which large
entrepreneurs.
can help a company of any size.
companies invest in environmental
In addition, each company has its
disaster prevention?
by Nicola Nosengo Sustainability? It can be a real
Professor Esty, in your book you
own benefits when ecological risks
BP has lost 70 billion dollars in mar-
bargain. These are the words
tell many success stories of com-
are addressed systematically. Even
ket value since the leak of crude oil
of Daniel Esty, a professor
panies that have managed to tran-
small industries can offer environ-
from its well in the Gulf of Mexico
at Yale and advisor to Obama,
sform their “green” choices into
mental solutions to the market.
began. That is a devastating loss
who explains to Oxygen how
opportunities for profit and grow-
Indeed, most innovation in this
for the shareholders and a clear
environmental standards can
th. What are key factors that these
field in recent years has come
signal to all companies that envi-
help companies innovate, cut
success stories have in common?
from small and medium-sized com-
ronmental risks should be incor-
costs and surpass competitors.
A large number of companies have
panies, where the entrepreneurial
porated into business plans and
realized by now that becoming
spirit is free to flourish.
managed in a structured fashion.
Change green into gold like a
“green” can place them in a better
modern King Midas: this is what
position and acquire stronger posi-
You often emphasize that compa-
How is the economic and financial
entrepreneurs in the 21st century
tions on the market. By now the
nies should go beyond mere com-
crisis affecting the attitude of busi-
must do, according to Daniel C.
directors of these companies have
pliance with existing rules regar-
nesses towards “green” solutions?
Esty, who is an American econo-
realized that attention given to
ding the environment, in order to
Is it working as an incentive or is it
mist and political expert, a profes-
the environment is not necessarily
build competitive advantages that
making it more difficult to put the
sor of law and environmental poli-
an obstacle. It is not just a mat-
can be exploited when legislation
investments into practice?
cy at Yale, and a campaign advisor
ter of following the rules, paying
becomes stringent in the future.
The recession of recent years has
to Barack Obama in 2007- 2008.
the costs and managing the risks.
What do you think is the proper
indeed led some companies, at
Esty’s profession is that of teach-
Naturally, all these issues deserve
role of state authorities in this
least temporarily, to abandon their
ing the private sector how the
attention, and the companies that
respect when, for example, they
“green” strategies. But this is a
attention given to the environment
deal with them better than their
impose limits on greenhouse gas
mistake. Focusing on sustainability
and sustainability can also result in
competitors will see their busi-
emissions? Should they set the bar
and the environment in its strate-
good business opportunities.
ness grow. But the most impor-
as high as possible or opt for lower
gy, in a way guarantees even more
He has done so in many publica-
tant thing is that a large number
limits that are available to everyone
returns during difficult periods like
tions, especially in the highly suc-
of companies are now aware of
and let the market do the rest?
this. For example, companies that
cessful book (written together with
the positive aspects of environ-
The role of governments is cru-
are working to rationalize their use
Andrew Winston in 2006) Green
mental challenges. Particularly the
cial in leading to innovation in
of space or which strive to save
to Gold: How Smart Companies
companies that help their clients
the environmental field. They must
energy usage in their buildings find
Use Environmental Strategy to
resolve their problems of pollution
set standards that are hard but
they can significantly reduce costs.
Innovate, Create Value, and Build
control or management of natural
designed to promote innovation.
The economic crisis also creates
Competitive Advantage. Based on
resources will benefit more and
This means using standards of per-
an opportune moment for rene-
hundreds of interviews with com-
more as the social demand for bet-
formance and not rigid technologi-
gotiating agreements with their
pany directors all over the world,
ter environmental results grows.
cal constraints. Or better yet, the
suppliers, requiring better perform-
authorities should opt for market
ance in the face of sustainability.
using examples of companies like Toyota, IKEA, General Electrics,
The strategies that turn “green
mechanisms that create incentives
Finally, many companies are find-
Nike and many others, the book
into gold” might seem to be the
for improving the environmental
ing that this difficult period from
shows how “green” investments,
privilege of big multinational com-
performances. In addition, the best
an economic standpoint provides
often viewed as a smokescreen by
panies that can afford to invest
results come from fixed systems
a good opportunity for involving
company directors for their imme-
large sums and make long-term
of rules that are clear, flexible
their employees in environmental
diate costs, can bring about huge
plans. Are there also opportunities
and involve the private sector in
awareness actions. It is a way to
returns in terms of energy saving
for small and medium busines-
research of new technologies.
better their lives in their business
and the reduction of litigation for
ses to benefit from environmental
environmental damage, strength-
policies?
The disaster in the Gulf of Mexico
ening the brand to increase profit
Green strategies make as much
is a tragic example of the conse-
margins on their product. And
sense for small companies as they
quences that a company can face
The market of greenhouse gas
how attention given to the envi-
do for large corporations. Invest-
if it does not dedicate enough
emissions created by the Kyoto
ronment, far from being an obsta-
ing in energy efficiency, using less
attention to the risks to the envi-
protocol represented the first
world, in times when they must tighten their belts.
107
oxygen 11 – 10.2010
108
An always greener world (of jobs)
large-scale attempt to transform
the years of the Bush administra-
environmental protection into a
tion, dedicated much less attention
financial incentive and an eco-
to the need for solid environmental
nomic opportunity. How do you
policies. With Obama’s adminis-
by Elena Comelli
mal energy or a biologist able to
judge the results, especially from
tration, differences in approach
The green economy is produ-
produce new materials and fuels
the perspective of the individual
between Europe and the United
cing tens of millions of new
starting from genetic engineering,
companies?
States have been reduced. Nev-
jobs: on a global level, the mar-
or a computer expert who designs
The market of emissions set up in
ertheless, public opinion in the
ket of “green jobs” is bound to
systems for electric cars. Basically,
Europe to implement the control
U.S. continues to consider climate
expand beyond the limit of 20
it is a matter of looking at indus-
of greenhouse gas emissions has
change a less serious problem
million workers by 2020, half a
trial development in a new way,
started to have a tangible impact
than what happens in Europe.
million of whom in Italy alone.
creating processes capable of radi-
and demonstrates the value of a
Consequently, so far the U.S. has
What are the specializations
cally reducing the energy intensity
market-oriented approach on envi-
postponed the time to seriously
required and in which sectors?
of production with the new knowl-
ronmental issues. Companies are
address this challenge. On the
And what is the Italian situa-
edge of the biotechnologies and
beginning to seriously consider the
other hand, it is important that
tion on a level of professional
nanotechnologies that we have.
need to reduce energy consump-
Europeans understand that the
“green” training?
And so, that includes a wide range
tion and the market of alternative
Unites States is still ahead on many
energies continues to attract sig-
issues, such as food safety, the
What is the first figure that comes
Altogether, we are talking about
nificant investments on long-term
quality of drinking water, forest
to mind when you think of green
millions of new jobs: on a global
solutions for reducing greenhouse
management, plus various other
jobs? Probably a technician who
level, the green jobs market is
gas emissions. Certainly, the Euro-
problems of pollution control and
deals with a wind turbine or a
bound to expand beyond the limit
pean Emission Trading System (EU-
management of natural resources.
construction worker who installs
of 20 million workers by 2020,
a photovoltaic roof. Wrong. Of
half a million of whom in Italy
ETS) has not worked perfectly.
environmental control computer systems. But it may also be a geologist specialized in geother-
of careers.”
There have been difficulties right
In your opinion, are the opportu-
the 4.5 million green workers that
alone. The green energy busi-
from the outset as to establishing
nities for turning green into gold
the European Union foresees for
ness, according to the report by
the threshold and how to correctly
better in Europe or in the United
2020, a good slice will be made
the United Nations, Green Jobs:
assess the “discounts” requested
States?
up of green collars, workers in
Towards Decent Work in a Sus-
in exchange for initiatives in devel-
It is clear that the best returns from
the field of advanced services and
tainable, Low-Carbon World, will
oping countries. But these initial
the “green” choices are when the
research. These are the sectors of
have a substantial impact on the
problems have now been largely
economic situation is favorable. In
green careers that are bound to
professional horizon of various
resolved and the market is begin-
this sense, right now it is easier to
grow in the coming years, even if
countries. From the sector of pro-
ning to yield very good results.
sell products and environmental
Italy is a bit behind schedule and is
duction of bio-energies – meaning
services and position themselves
only now constructing the indus-
energy obtained from the combus-
Europe and the United States
as providers of green solutions for
trial sector based on renewable
tion of biomass or bio-fuels – the
show large differences in terms of
businesses in the United States,
energies, which has already been
United Nations expects a greater
environmental policies, differences
where the economy is recover-
developed elsewhere.
supply: 12 million jobs (compared
that have often made internatio-
ing, than in Europe, which is still
Green careers, however, offer a
to the current 2 million), 300,000
nal agreements on a large scale
in a rather serious recession. So,
panorama of rapid evolution pretty
of which in Italy alone. By 2020,
difficult, as seen at Kyoto and
whereas Europe has the legal
much everywhere that is difficult
in the construction, installation
the Copenhagen Summit. In your
landscape that is more favorable
to categorize. It was well put by
and maintenance of solar panels,
opinion, what are the greatest
for environmental investments,
Henry Kelly – the energy efficiency
around 6.3 million workers will
obstacles to real consensus betwe-
its economic circumstances are a
man in Obama’s government – in
be employed (compared to the
en Europe and the United States
major obstacle to accomplishing
a recent speech to students at
current 170,000). Instead, 2 mil-
on environmental issues?
environmental opportunities in the
Stanford University: “What is a
lion will be involved in the sector
For a long time, the United States
private sector.
green worker? It can be an archi-
of wind energy (today there are
has been ahead of Europe in
tect or an engineer who designs
300,000). And then there is the
terms of rigor in environmental
and builds sustainable buildings.
route of energy efficiency in the
protection. In recent years, how-
It can be a technician who installs
construction sector, in recycling
ever, Europe has moved rapidly to
devices for producing green energy
refuse and the development of
strengthen its legislation, whereas
or reducing the energy impact of
ecological vehicles. And by the
the United States, particularly in
buildings, from the lighting to the
end of the list, 20 million workers
English version
seems almost a reductive figure.
growing: the sustainable organi-
the tasks of nature conservation,
tive norms. For the development
So, along with the blue-collars, the
zation of urban systems is a cor-
which certainly are not lacking.
of the photovoltaic industry, physi-
white-collars, the gray collars of
nerstone, if it is true that over
those who do not want to retire,
half of humanity lives in cities
Chemistry
as well as technical operators for
the pink quota and the orange
and by 2030 it will become 80%.
Chemists who able to purify the
the factories making solar panels.
overalls of the explorers of the net
Strengthening local and regional
air and water from pollutant sub-
And then the installers, electricity
economy, today we need to add
public transportation, discourag-
stances or increase the output of
maintenance men and mechanics,
a new color to the work market’s
ing the use of cars, regulating the
batteries for electric cars will be in
energy certifiers, energy managers
rainbow: that of the “green col-
collection of recycled refuse and
demand more and more.
for cutting down the businesses’
lars,” which by now are found
limiting the disorderly expansion
transversally in many different sec-
of cities towards the countryside
The food sector
traders for selling and buying elec-
tors, from agriculture to industrial
are some of the objectives of sus-
Enormous prospects are opening
tricity on the stock market. It is no
plants, from zero-impact architec-
tainable planning. Occupation in
up in the food sector: there will be
coincidence that these profiles are
ture to environmental manage-
this sector is due to grow by 15%
the need for urban farmers capa-
setting in motion a host of head
ment. Here below are the ten areas
globally between now and 2016.
ble of working in environments
hunters: there is the newly created
that are more similar to an outdoor
Green Job Center of Adecco and
Energy Efficiency
laboratory, foresters, experts in the
dedicated portals are springing up,
Of equal importance will be the
sustainable management of forests
such as www.green-job.it.
Information Technology
efforts of architects and engineers
and nutrition experts for a sustain-
The problem, however, is the lack
Information Technology (IT) is fun-
who are experts in energy efficien-
able supply for the food industry.
of dedicated skilled professionals.
damental also for the progress of
cy: buildings count for half of the
this sector: the green economy
energy consumption in the indus-
Regarding the market of green
gies, there is the need for special-
needs an entire category of soft-
trialized world. LEED (Leadership in
jobs, in Italy it is said that it employs
ized manpower and for managers
ware that is capable of command-
Energy and Environmental Design),
100,000 today and the number
with experience in the sector, but
ing sensor systems for efficient
the main certification trademark of
could rise to 150,000 already by
it is very hard for us to find those
energy and the energy’s smart
sustainable buildings, already has
the end of this year. At present,
with the right skills,” explains Pie-
grids, to give a price to the kWh
almost 50,000 accredited profes-
development is concentrated in the
tro Valdes, a “headhunter” for
(kilowatt/hour) in the electricity
sionals globally and is destined to
construction of the photovoltaic
Michael Page specialized in the
market based on the oscillations
grow exponentially. And by now,
sector, which is not limited just
world of engineering.
of the demand, and to work with
any kind of company needs an
to the installation phase, but is
The profiles that are the most
the stochastic models upon which
energy manager.
widely spreading to the capacity
requested range from the mechan-
to produce the panels and cells,
ical engineer for the planning of
Energy Production from renewable sources
with important implications for
biomass power plants to the wind
employment: “2009 marked the
energy worker responsible for the
Recycling Market
There are also good prospects for
first step towards a maturity in
maintenance of the turbines. A
This is an enormous job pool that
the most advanced technicians in
the photovoltaic market in our
growing number of companies are
is continuing to grow: despite
designing turbine systems for the
country,” explained the last Solar
hiring people who are capable
the slowed sales of paper and
production of energy from renew-
Energy Report of the Energy &
of providing the rationalization
plastic last year due to the cri-
able sources, whether these be the
Strategy Group of the Polytechnic
of consumption and energy effi-
sis, the demand for steel remains
wind or the sea, hydroelectricity or
Institute of Milan, directed by Vit-
ciency, covering the role of ener-
very strong (in 2009, 42% of the
geothermal energy.
torio Chiesa.
gy manager or recycling expert.
If the estimates of the numbers
Freelance professionals, from the
for the green workers of tomorrow to keep an eye on.
the functioning of the wind farms are based.
production worldwide came from
cists and chemists are needed,
electricity consumption and energy
“In the world of alternative ener-
recycled materials) and the new
Bio-technologies
are necessarily approximations, the
agronomist to the environmental
legislative norms are creating a
Biologists specialized in bio-tech-
profiles of experts who are wanted
consultant, are equipping them-
large request for experts in the
nologies will have plenty to do
are fairly defined: from the electri-
selves with specific skills in order
recycling of electronics, industri-
in the next years, both in the
cal, electronic or civil engineers to
to respond effectively to the sec-
al waste, plastic bags and other
energy field for the development
be inserted as planners of renew-
tor’s needs. Even among artisans,
materials.
of bio-fuels and in the production
able systems, as project managers
there are those who choose to
of bio-materials and in the most
or green business developers, to
link their own business to the
Urban Planning
advanced phases of the photo-
the economists and legal experts
spreading of alternative sources.
This is another area that is vastly
voltaic industry. Not to mention
with regards to the specific legisla-
Thus, a really, truly green system
109
oxygen 11 – 10.2010
110
is born, extending all the way to
truly become an industrial sector.
Yabe, a fifty-nine-year–old profes-
work begun in 2005 and which
the environmental plumber who
For photovoltaic energy, there are
sor of mechanical engineering and
will lead to the building of a solar
decides to specialize in bio-gas
already the premises for this land-
science at the Institute of Technol-
laser (economical and clean) capa-
boilers, or the electrician who
scape to come about in a short
ogy in Tokyo who, starting from
ble of absorbing 80% of the light,
installs solar panels, abandoning
time: Enel, Sharp and StMicroelec-
a paper airplane model, is revolu-
as compared to the 10% of the
the old water heater. It is an entire
tronics are, in fact, building Italy’s
tionizing the world of energy by
old-generation lasers.
industrial system that is changing.
biggest photovoltaic panel factory
proposing to utilize magnesium in
Finally, there is the last stage: gran-
in Catania, Sicily.
the future.
ules of magnesium are mixed with
The factory represents the com-
But just what exactly is Yabe’s
water to create heat and hydro-
pletion of an Italian sector of the
idea? It is precisely that of using
gen… this is not science fiction.
photovoltaic field that has been
magnesium which can be found
In fact, the experimentation is in
incomplete until today. The begin-
in the waters of our oceans as a
its conclusive phase by now and
The largest photovoltaic
ning of production is predicted for
source of clean energy and – as
therefore could lead to a kind of
panel factory in Italy has been
the second semester of 2011 and
Yabe himself declares – taking into
technology utilized in the near
built in Catania.
the productive capacity will be 160
account that the oceans contain
future: for Yabe, in ten years’ time,
The new energy count of photo-
MW of panels “made in Italy” per
1,800 trillion tons of magnesium,
it could cover 10% of the energy
voltaic energy places the quota
year, destined for the national and
the calculation is easily done: the
needs for running electricity power
at 3,500 MW installed within the
European market, but the horizon
planet could have clean energy
plants, aircraft, automobiles and
next three years. The national stra-
could extend even further, to the
available for the next 300,000
so forth.
tegic plan has just recently been
Middle East and Africa.
years. The only problem is the cost:
The energy cycle with magnesium
presented to the EU by the Italian
magnesium, which is highly inflam-
and that of magnesium injection
government, delineating a strate-
mable and can produce clean ener-
has been called “Magic,” a name
gy, is very expensive.
that is truly appropriate, seeing
But here lies the difference of
as it seems to be able to create
The sun shines on Italy
gic program for the solar sector of
Future Tech
8,000 MW by 2020. This is data that announces a future growth of
by Simone Arcagni
Yabe’s research studies: they are
the miracle of a future in which
the sector, like and perhaps even
The Magnesium Revolution?
working on recycling the magne-
we will be able to be independent
sium, making it an economical, as
from slavery to coal. Sun and water
greater than in recent years. According to the Management of
A small paper airplane, about 5
well as a clean, system. The first
- nothing could be simpler and
Electricity Services (GSE), in Italy
cm. in size, that flies… So far,
step is to obtain the magnesium
cleaner, nothing more natural for
today there are solar power plants
there is nothing strange here:
from the ocean, extracting mag-
a green future: a revolution whose
for 1,400 MW, of which 1,200
much more exceptional is the fact
nesium chloride from the seawater
first commercial impact could be
MW have been installed in the
that it flies at a high altitude and is
by means of an evaporation tech-
the production of magnesium bat-
last three years. A capacity made
being guided, and that its function
nique. To transform the magnesi-
teries, seven times stronger than
by about 80,000 power plants,
is to observe atmospheric phenom-
um chloride into magnesium oxide,
those made of lithium that are
especially throughout Puglia, Lom-
ena and volcanic eruptions. And it
and finally into refined magnesium,
used today for hybrid and electric
bardy, Veneto, Sicily and Emilia
is also worth mentioning that the
the Japanese scientists use spe-
cars.
Romagna. In the North, the small
model works by water. But this
cial lenses and, above all, in their
domestic
meeting
is nothing yet, because the staff
laboratories, they have developed a
Yabe is preparing for a world of energy without CO2 emissions: it is
with more success, whereas in
that prepared this form of water
solar laser-light (“We use sunlight
not surprising, then, that in 2009,
the South, it is the big plants for
supply is also thinking of future
because it’s free,” Yabe states)
the American magazine “Time”
industrial use. And for the sector’s
applications for airplanes in the
which can reach a temperature
added him to their list of “Heroes
analysts, it will be this second kind,
stratosphere and even of reaching
equal to 4,000 degrees Celsius.
of the Environment,” those to
with the reduction of the system
the space stations.
In 2002, Yabe had already used
whom the concept “We can all
of incentives, that will character-
This particular kind of propulsion
the laser to fly “our” little recon-
make a difference” applies.
ize the tendency for photovoltaic
functions “simply” by heating the
naissance plane but now the sci-
power in the country in the future.
water with a laser. The creators of
entist and his staff have developed
The year 2010 should confirm the
this project, which opens the doors
a new-generation laser that can
trend of the registered growth of
for energy models and for propul-
produce hydrogen and free mag-
the renewables in 2009, and Italy is
sion that is truly sustainable and
nesium oxide that can then be
now called upon to make a quali-
alternative to coal, is a research
re-introduced into the production
tative leap: to make green energy
group headed by Professor Takashi
circuit. This is the culmination of
plants
are
English version
Interview with Alexander Ochs (Worldwatch Institute) Renewable Energies: where is the world at today?
sources, with a 52% decrease of
the world can no longer afford.”
constantly, as it becomes more and
greenhouse gas emissions. Natu-
The agenda for the environment
more expensive to produce energy
rally, only if we establish an effec-
(but not, unfortunately, for gov-
from non-renewable sources. Then,
tive regulatory system and modify
ernments) is well known: reduce
introduce solid rules for energy effi-
our lifestyles: if each of the 6.8 bil-
the CO2 emissions by using renew-
ciency and invest public and private
by Alessandra Viola
lion inhabitants of the Earth led a
able sources of energy. Projections
money on research and the devel-
“The worldwide energy
life like that of the average North
for the future are many and varied,
opment of technologies for pro-
demand in 2030 could be
American, the Earth would have
but the most reliable scenarios all
ducing clean energy. Governments
reduced by one third by simply
already collapsed.”
foresee a long period of coexist-
should be the very first to take the
focusing on efficiency. And the
A simple and intuitive concept,
ence between oil and renewable
sustainability of its investments and
other half of the demand can
but yet one that is always met
sources, with the black gold in
practices into consideration, reduce
be guaranteed by renewable
with considerable and predict-
charge of “supporting”’ the world
the impact on the environment and
sources, with a 52% decrease
able resistance every time it is ut-
economy while the “younger”
create a good example. Lastly, edu-
of greenhouse gas emissions.
tered. Change my lifestyle? Give
energies continue to develop to
cation is the axis around which eve-
But only if we modify our
up wellbeing? Stop development?
ensure our tomorrow (who knows
rything else turns: we must change
lifestyles.” Interview with Ale-
Unthinkable! Yet today, according
how far off in the future) as to the
our lifestyle.”
xander Ochs, director of the
to research by Princeton Universi-
stability and safety of the planet’s
This statement alone should suffice
Climate & Energy Program of
ty, 7% of the world’s population
energy supply.
to convince anyone to desist from
the Worldwatch Institute.
(the 500 million people, to which
In this context, to think that twenty
such projects and which perhaps
years from now it will be possible
alone explains the resistance to
We have twenty years’ time to
we belong) is responsible for 50% of the CO2 emissions. With these
to cover 50% of the global en-
change seen almost everywhere.
halve greenhouse gas emissions
figures, it seems reasonable to be-
ergy needs with renewable sources
Basically, wasn’t it actually consum-
globally and provide for half of the
lieve that the emission of green-
seems dubious. But the World-
erism that guaranteed us a level of
world’s energy consumption with
house gases is closely related to
watch Institute does not see it that
wellbeing which we are used to
renewable energy sources. Or else
development. However, accord-
way at all. “Our research shows
by now? “We need to consider
disaster will ensue. Twenty years
ing to the Renewable Revolution
that it would not be a problem to
our footprint on the Planet,” Ochs
to curb global warming within ac-
report by the Worldwatch Insti-
install the necessary technology
states. “We are living beyond our
ceptable limits for the planet, but
tute, between 1990 and 2007, the
in a short time,” Ochs continues.
means and our lifestyle places prof-
also twenty years for all of us to
world’s GDP has grown by 156%,
“The problem is neither economic
it before the collective good, which
become a little happier. Put like
compared to an increase in energy
nor social. It is just a matter of
is not sustainable. Soon the prices
that, it seems so huge, absurd
demand that is “just” 39% and
political will. But woe to think of
for many services will necessarily
or, at best, simply utopian. At the
with a parallel increase of 35% in
washing their hands by delegating
increase: driving, flying in an air-
Worldwatch Institute in Washing-
CO2 emissions.
everything to the parties and poli-
plane, the transportation of goods
ton though, they mean business.
“This data indicates that economic
cy-makers, who also play a decisive
from one side of the globe to the
And in the State of the World
development, contrary to popular
role in our economy. We need to
other. The price of these activities
2010, along with the report, Re-
belief, is largely unconnected to
understand the choices and the will
has to reflect the social cost of ac-
newable Revolution, they have de-
energy consumption,” Ochs ex-
to act must be enacted at all levels,
tions whose effects can already be
veloped a future scenario that is
plains. ”With the right policies and
from the United Nations to the sin-
felt today by millions of poor peo-
not at all far-fetched. “According
new rules, we can continue de-
gle countries, provinces, cities, right
ple in the world who do not travel,
to our projections, which differ
veloping while using less energy.
down to the individual. We are all
drive or transport goods for thou-
from those of the International En-
The data also tells us something
called upon to do our part to tackle
sands of kilometers but who suffer
ergy Agency and which are usually
else: the sources of energy we
this enormous challenge.”
from the effects of all these things.
used as a baseline,” explains Al-
are currently using are not suit-
Meanwhile, in 2007 renewable
Raising the prices will discourage
exander Ochs, the director of the
able to sustain our quality of life
sources guaranteed 18% of glo-
the indiscriminate and neurotic use
Climate & Energy Program of the
because they pollute the air, the
bal energy consumption, a figure
of transportation means and will
Worldwatch Institute, “the world-
atmosphere and the water, which
that is much higher than predicted.
change our habits, but I am sure
wide energy demand in 2030
is destroying the main foundation
“Only five steps are needed to
that will be a good thing. Not only
could be reduced by one third
of our economy, since the increase
reach the objective we have set
are some of our usual practices not
by simply focusing on efficiency.
of energy production goes hand-
ourselves,” Ochs declares. “First of
sustainable, they are not even good
And the other half of the demand
in-hand with an increasing emis-
all, put a price on greenhouse gas
for our own health and least of all,
can be guaranteed by renewable
sion of greenhouse gases at levels
emissions: a price that will be rising
for our happiness. By changing
111
oxygen 11 – 10.2010
112
Worldwatch Institute
Increasingly renewable Italy
by renewable sources and no more
The Worldwatch Institute is one of
by Edoardo Zanchini
than that. With gas, it is easier to
the most important environmental
The number of Italian cities
will be easy, but we have to get it
balance the peaks of the energy
institutes. For 25 years, it has edit-
that have invested in renewa-
into our heads that it is mandatory
consumption and the natural ups
ed State of the World, an annual
ble energies has doubled in
or disaster will ensue. In the short
and downs of the production from
report of the state of the Planet,
one year. This fact, along with
term, this transition will require
renewable sources. Has whoever
translated into 30 languages (and
other findings of Legambiente
large investments in research, de-
speaks of nuclear energy thought
published in Italy by Edizioni Ambi-
(Environment league), is repor-
velopment and technology. This
of that? It takes three days to turn a
ente). The areas of research for the
ted in Renewable Cities, 2010
money will be lacking elsewhere, of
nuclear plant on and off again. In-
report and of Worldwatch Insti-
and paints an encouraging
course. But in the medium-to-long
stead, the fluctuation of the energy
tute in general include: the global
picture, especially in view of
term, these choices will also lead to
produced with renewable sources
transition to a low-carbon energy
the goal to reduce CO2 emis-
economic profits.”
is daily; in fact, it varies hour by
system, climate change, establish-
sions by 2020 as set by the EU.
Investing in renewable sources is
hour…With nuclear power, there is
ing sustainable agriculture and the
The map of renewable sources
definitely a must in the coming
no time to act. And not even with
fight against hunger and poverty.
in Italy states that 86% of the
years. But exactly what kind of en-
coal. With gas, instead, everything
(www.worldwatch.org)
towns now use some source of
ergy to focus on is still under de-
is simpler.”
clean energy: 6,993 municipa-
bate. Photovoltaic or concentrating
The transition towards a low car-
lities, more than double since
solar energy? Off-shore wind en-
bon economy is already underway
2008.
ergy? Impressive hydro-electricity
around the world: Aspen, Colo-
with massive dams hundreds of
rado, in Denmark and in parts of
It is necessary to observe the ter-
meters tall? At the Worldwatch In-
China, or even in Gussing, in Aus-
ritory carefully in order to under-
stitute they have even thought of
tria. “These places have objectives
stand the new scenario of the
that. “So as to reach 50% of the
that are even more ambitious,”
renewable sources of energy.
global production with the renew-
concludes Ochs. “The encouraging
In fact, power plants have been
able sources, we will have to count
news is that the people who live in
installed by the tens of thousands
on a vast energy portfolio and it
places where all the energy comes
in recent years – small, large, from
will certainly be made up in part
from renewable sources, even if
different sources – and thousands
of solar and wind energy, the mini
they have had to modify their life-
of projects are underway. And it is
and maxi hydro-electric plants, but
style, are happier than before, not
important to understand how they
also energy obtained from ocean
less happy. They breathe well, do
are taking shape as a new model
waves and lots of other things that
sports, spend less time alone in
of distributed generation and,
still have not been given much
their car stuck in traffic, eat health-
moreover, how they can respond
consideration today. But there is
ier food, are not afraid of power
to the new challenges regarding
yet another question that it is im-
black-outs and are not as stressed
energy and the climate. The num-
portant to ask: where will the 50%
out. We, too, can do this.”
bers are impressive: almost 7,000
these habits, not only will we be
exact quantity of energy needed for
making the Planet better, we will
balancing the quantity produced
be making ourselves better. I do not mean to say that the transition
of the energy produced from non-
municipalities in Italy have installed
renewable sources come from? The
at least one plant. Practically
environmentalist community does
speaking, clean sources, which up
not wish to speak of that. Instead,
until 10 years ago were in the
that is a basic issue and by not tak-
large hydroelectric and geother-
ing it into consideration, we run the
mal1 areas further inland and, in
risk of making the wrong decisions.
any case, in a limited portion of the
In our opinion, natural gas will play
Italian territory, are now present
an important role in this scenario.
in 90% of the municipalities2.
Important deposits have been
And viewing this process from the
found recently and also, gas power
standpoint of the municipalities is
plants are advantageous: they can
particularly interesting because it
basically be turned on and off with
is profoundly changing the rela-
a button. So you can produce the
tionship between energy and the
English version
land, showing different character-
order to build them, consideration
also differ within the territories.
plants, electric energy is produced
istics along the Peninsula precisely
must be given to plants of the
A total of 6,801 solar munici-
every year in Italy that is capable of
because the existent resources and
“new” renewable sources (exclud-
palities are located throughout the
satisfying the electricity needs of
the plants’ development potentials
ing large hydroelectric and geo-
Peninsula. PV solar energy is most
more than two million people and
are different.
thermal plants), both thermal and
widespread in Craco, located in
640,000 households. Although the
electrical5.
the province of Matera, where
production of electricity by geo-
The diffusion of renewable sources on the Italian territory
There are 15 municipalities in Italy
there is an average production
thermal plants has been located
that fall into this category and
of 542kW per 1,000 inhabitants.
historically in Tuscany, a positive
An updated representation of
that can satisfy their thermal needs
The power plants installed by the
signal is coming from the rapid
the development of the different
through the contribution of solar
municipality emit more electricity
development of plants using low-
technologies of renewable ener-
thermal and bio-mass systems con-
into the network than is consumed
enthalpy that exchange heat with
gies, including figures and maps,
nected to a heating network, and
by the resident families. As to solar
the ground and are combined with
has been drawn up in the report
whose electrical needs are supplied
thermal energy, the best result
increasingly efficient technologies
Renewable Cities 20103, elabo-
by a mix of renewable energy
comes from the little town of Fiè
for heating and cooling.
rated by Legambiente and in its
systems. An excellent example is
allo Sciliar, in the province of Bol-
And lastly, there are 788 bio-mass
fifth edition this year. The aim is to
Sluderno, in the province of Bol-
zano, which achieves an average
municipalities for a total installed
understand the results, character-
zano, whose successful recipe is
of 1,152 sq.m/1000 inhabitants.
capacity of 1,023 MW of electricity
istics, differences and problems of
based on several plants spread
This ranking was developed using
and 985 MW thermal capacity. Of
this process. The 2010 report tells
over the territory. From the 960
the same criterion as for solar
these, 421.1 MWe and 35.6 MWt
of an impressive leap in the growth
square meters of solar panels and
PV, which in the case of heating
of capacity come from bio-gas
of plants installed on the Italian ter-
512 kW of photovoltaic panels
is even more interesting because
plants. Thanks to these plants, in
ritory, which regards all the sources
distributed on the roofs of homes
the panels can largely meet the
Italy 7,161 GWh are produced per
and parameters taken into con-
and businesses, to the four micro-
needs of domestic use – sanitary
year, equal to the electricity needs
sideration. There are now 6,993
hydroelectric power plants, for a
hot water and household heating.
of more than two million people
municipalities that have installed at
total of 232 kW. What is especially
There are 51 Italian municipalities
and 860,000 households. There
least one plant; there were 5,580
interesting is the collaboration
that have reached the goal set
are 286 municipalities that have
last year and 3,190 in 2008.
with its neighboring territories,
by the European Union of 264
plants using “real” bio-mass (i.e.
But in addition to the absolute
which has allowed it to build a 1.2
sq.m/1000 inhabitants.
organic material of animal or veg-
numbers of diffusion, it is impor-
MW wind turbine, installed in the
There are also 297 wind municipal-
etable origin) and then there are
tant to study some parameters
municipality of Malles and man-
ities with a distribution of power
355 municipalities whose plants
more thoroughly to describe the
aged by a consortium made up of
plants prevalently located along
are connected to local heating
most significant features of this
the four neighboring municipalities
the Apennines and on the major
networks.
change. For example, there are
and some local power companies.
islands. The installed capacity is
municipalities that are 100%
Heating for homes is provided by
growing, equal to 5,148 MW, with
renewable and, in fact, these are
local bio-mass and bio-gas plants,
1,287 MW more than in 2009, and
What is the strength of a low energy scenario?
the best examples of energy and
which have a total capacity of
can satisfy the electricity needs for
Looking at the territory, the push
environmental innovation today.
6,200 thermal kW of the co-gen-
four million people and 100,000
towards renewable sources is
To detect them, we must take
erative type connected to a district
households.
already profoundly changing the
different information into account
heating network. But the other
There are 799 mini-hydroelectric
Italian energy scenario. But can this
regarding the sources of renew-
towns identified in the report are
silent revolution really be a credible
able energy installed in the territo-
not inferior, from Dobbiaco to
municipalities (taking into consideration those plants up to 3MW6)
ries in order to calculate the ratio
Prato to the Stelvio pass and from
for a total installed capacity of 715
from a technological, economical
between the energy the plants
Vipiteno to Brunico.
MW, capable of producing more
and environmental standpoint?
produce and the citizens’ needs
A second interesting key to under-
than 2,860 GWh every year, equal
The experiences gathered in the
for electricity and thermal energy
standing the processes underway
to the electricity needs of more
report allow for a first reply suit-
(heating for their homes, hot water
is that of going to see the push in
than a million people and 100,000
able for the Italian territory and
for sanitary purposes, household electricity)4. Using this parameter,
Italian territory towards different
households.
show that the more farsighted
sources. Not only has the growth
There are 181 geothermal munici-
vision is the one that sees the inte-
the desired proposal is for a proc-
of the diffusion of all technolo-
palities, totaling a capacity equal
gration of renewable and efficient
ess that combines the quantitative
gies and parameters been taken
to 880 MW of electricity and 38.8
technologies in order to find the
and qualitative objectives and in
into consideration, but results
MW of heating. Thanks to these
best response to the needs of the
prospect over time and feasible
113
oxygen 11 – 10.2010
114
different demands of the territories
fully at the specific needs of the
process that is opening up ways
hydroelectric, wind, bio-mass or
and cities; that is to say, the house-
different territories and consider
that are absolutely new. Like the
geothermal) produce more energy
holds, offices and businesses.
that a credible response to the
most recent serious studies show,
than they consume. Or as to the
In fact, we have reached a turn-
national objectives of greenhouse
today the results and improve-
thermal part, there are 24 muni-
ing point where some topics of
gas reduction can only come from
ments in efficiency are impressive
cipalities that, thanks to district
research and debate in these years
the many ambitious and popular
and by looking at the territory,
heating networks connected to
– production distribution, satisfy-
local policies. There is no idea of
and the different resources and
bio-mass plants or geothermal
ing the demand for energy and
little towns fighting against big
vocations to be found there, it is
systems, exceed their energy
more efficient production, the
power plants and no Lilliputian
possible to find an answer to the
needs.
smart grids – are finding a con-
idea about energy to be contrasted
energy question that is truly mod-
6
crete proving ground. If the idea
with corporate gigantism. Rather,
ern and sustainable.
“mini” into consideration is
is widely shared by now that there
what the new renewable sources
is not just “one” solution for the
scenario is leading us to rediscover
Planet’s energy and climatic crises
The reason we only take the
because even if large hydroelectric dams have historically been
is the attention given to new roads
Notes 1 Technologies that, since the end
– in the sense of a response that
to be undertaken to make the
of the 19th century, have accom-
from the side of the renewable
is linked to a single technology
energy system more efficient and
panied and allowed for the first
energy sources to the balance
or source (renewable or not) -,
democratic. A perspective which,
industrialization in the nation.
of Italian electricity, there are
it is worth convincing ourselves,
if it is to fulfil its ambitions, must
2
instead, to go with a perspective
estimated, at the present, to be
terms of new installations.
that includes a very careful mix
also come to pass by means of large-scale projects like Desertec7,
more than 80,000 photo-voltaic,
7
of different and integrated solu-
in parallel with smart grids that
20,000 thermal, more than 1,000
centrated solar energy plants and
tions of renewable sources and
manage and interchange electric
systems using wind, bio-mass
wind turbines in North Africa lin-
energy efficiency (solar thermal,
energy with the distribution to
and bio-gas, and more than 2,000
ked to the European electric net-
PV or bio-mass power plants with
consumers and production.
“historical” hydroelectric plants.
work and new-generation plants.
integrated heat pumps, micro-CHP
But the most difficult challenge
3
plants, condensing boilers, heating
that renewable sources have to
questionnaire sent to the muni-
networks, etc.). In fact, all the data
face is probably a cultural one.
cipalities and comparing the
confirms that the scenario regard-
Because even today, often out of
answers with the Gse processes
ing renewable technologies is in
provincialism and sometimes for
and studies, reports by Enea, Ita-
constant evolution because of the
the sake of interests, renewable
bia, Fiper, ANEV, as well as infor-
improvements in the reliability and
sources are still viewed with the
mation from regions, provinces
performance of the facilities. Of
idea that they will continue, even
and companies.
particular importance, today this
into the future, to represent a
4
development is reflected in the
costly and marginal share of the
for the electrical part – in most
growing contribution they can pro-
energy balance and not the pivot
cases, the plants put energy into
vide with respect to the national
point of a strategy capable of giv-
the network and the consumers
energy consumption, and that is,
ing a reply to historical Italian prob-
take it out of the network - it is still
the parameter that our country
lems (cost of energy, dependency
significant because it shows how
must strive to reach, a contribu-
on foreign states, supply instabil-
it is possible to satisfy the needs
tion of 17% by 2020, according to
ity, atmospheric impact). Due to a
of households by means of rene-
the objectives set by the European
conditioned reflex, any reasoning
wable sources installed on roofs
Union.
seems unable to be made apart
and throughout the territory, thus
But in order to give continuity to
from a centralized and quanti-
bringing the demand for and pro-
this road towards change, certain-
tative approach, in terms of a
duction of energy closer.
ties regarding investments have
MW installed system that inevi-
5
to be offered from somewhere
tably sweeps away wind or solar
didates,” suffice it to say that even
– through simpler rules and incen-
energy rather than nuclear or coal
excluding the big hydroelectric
tives that may be less generous
systems. But this way of thinking
power plants, there are 825 muni-
but are more secure – and we
about energy is inevitably dated
cipalities in Italy that, thanks to
must also look much more care-
and inadequate with regards to a
a single renewable source (mini-
The plant installations can be
Data was obtained through a
Used as a theoretical parameter
Thus limiting the field of “can-
the most important contribution
obvious limits to development in The project of a system of con-
English version
Research and industry in the Italian chain for renewable energy sources
tion of the global energy system
this approach has led to the de-
ments in research and techno-
through behavior involving a more
velopment of the largest industrial
logical innovation in the industrial
rational use of energy, a massive
district in the world, the so-called
sectors, systems that are designed
employment of a clean use of fos-
“Solar Valley of Saxony,” which
to accelerate the introduction of
by Giovanni Lell
sil fuels and full use of renewables.
provides almost 15% of the total
low-carbon energy technologies
“The recent economic crisis,
The real engine of the revolution
world production of solar cells.
which are essentially renewable,
the uncertainties related to
driving the energy system along
A system of incentives for the very
and rational and efficient energy
the cost and supply of energy,
this path is technological learn-
rewarding renewable sources, like
consumption.
the growing level of emissions
ing and the speed with which this
Italy’s, can quickly increase the
Particularly in the scenario of tech-
and the risk of climate change
happens depends on the ability of
domestic demand for technology,
nological acceleration, about half
mean we must confront an
governments and industries to link
but it has not yet been sufficient
of the entire generation of energy
urgent challenge that cannot
their ways towards the common
to stimulate growth on a national
from renewable sources comes
be avoided by the gover-
goal of innovation. The growth of
level of competitiveness in the tech-
from bio-mass which, like in the
nments in the world: that of
the production of renewable ener-
nology field and the manufacturing
Action Plan, makes up the main
a complete revolution of the
gies has generated a sharp increase
capacity in the renewable energy
renewable source for the national
global energy system through
in the global trade in manufac-
sector.
energy supply.
behavior involving a more
tured goods related to these tech-
rational use of energy, a massi-
nologies, especially wind and solar.
ve employment of a clean use
Since 2002, a number of European
Renewables’ Role in the low-carbon scenarios
New technological frontiers of renewables
of fossil fuels and full use of
countries have responded to the
In the short to medium term,
On the one hand, the country’s
renewables.”
growing demand for products
the main effort of the country is
commitment should focus on the
through industrial policies aimed
to reach the goal of 17% of en-
development of radical innovations
Development of renewables on an international scale
at increasing production capacity
ergy consumption from renewable
in the field of technology through a
and developing a national indus-
sources by 2020, and in order to
strengthening of R&D activities, and
In the last decade, renewable
trial sector.
attain such an objective, the role of
on the other, to ensure the spread-
sources have shown tremendous
Instead, Italy has not known how
energy efficiency will be essential.
ing of the benefits of innovation
growth around the world, coming
to invest sufficiently in adapting its
This commitment is an important
within the national industrial fabric
to cover in 2007, according to the
productive capacity of components
opportunity for growth for the en-
so as to promote development and
latest analysis of the International
for renewable energies and now
tire country in all areas of renew-
increase the competitiveness of Ital-
Energy Agency (IEA), 12.4% of the
finds itself having to make up for
able energy sources that will unfold
ian companies in various sectors of
total primary energy supply and
a significant delay which in recent
with the start of the gradual proc-
components for renewables. It was
17.9% of the electricity. Especially
years has led to a tendency to im-
ess of the technological conversion
precisely in this spirit that ENEA
in the last two years there has been
port components for energy pro-
for the de-carbonization of the pro-
and Confindustria recently signed
a particularly significant fact: the
duction by renewable sources that
ductive system.
a Memorandum of Understand-
new capacity installed in the Euro-
are superior, in comparison, to the
The National Action Plan for re-
ing with the aim of accelerating
pean Union in plants using renew-
average of the 15 EU nations, par-
newables, now undergoing final
the introduction of innovation in
able sources was higher than that
ticularly in the case of photovoltaic
approval, shows us a path for
the industrial sectors of renewable
of fossil fuels, providing 61% of the
energy.
reaching that goal based on the
sources, energy efficiency technol-
total amount in 2009 as compared
A case in point is the German in-
characteristics and potential of the
ogies and low-carbon technologies.
to 14% in 1995 (according to data
dustrial policy, whose success is
Italian territory and, in terms of to-
These duplicate initiatives such as
from the European Wind Energy
certainly due to the winning cou-
tal final consumption from renewa-
the Archimedes project, a case of
Association).
pling of an effective and stable
ble sources, assigns a central role to
purely Italian excellence that led to
The recent economic crisis, the un-
incentive system (feed-in) of the
bio-mass, especially in the thermal
the creation of the first thermody-
certainties related to the cost and
demand and a wide range of in-
sector. The scenario analysis carried
namic plant in the world that uses
supply of energy, the growing level
centives offered to potential inves-
out by ENEA also shows how the
molten salt as a heat transfer fluid
of emissions and the risk of climate
tors, such as cash reimbursements
gradual de-carbonization of the en-
and an integrated gas cycle. Re-
change mean we must confront an
of direct costs, low-interest loans,
ergy system that follows the path
cently opened in Priolo Gargallo in
urgent challenge that cannot be
government guarantees to banks
of development consistent with
Sicily, the plant is a clear example
avoided by the governments in the
and incentives for personnel costs
achieving the 2020 goal is techni-
of how the research system (ENEA)
world: that of a complete revolu-
and R&D technology. For example,
cally possible only through invest-
and the industrial system can come
115
oxygen 11 – 10.2010
116
The Spanish renewable energy “bubble”
together and collaborate on devel-
establish a 40,000 t/y ethanol plant
oping technological innovation.
in Piedmont, the largest in Europe.
The ENEA agency has made a
Potential related to the many prom-
commitment alongside the pub-
ising technologies for our country
by Carmen Monforte
European Union in 2007 makes a
lic decision-makers and industrial
(from thermal sources, primarily
The model of renewable
distinction between “effective”
operators to support the choices
solar and bio-mass, to photovoltaic
energy in Spain would be very
and “efficient,” with the perspec-
of investments at the base of a
and new generation bio-fuels, to
effective, seeing as the country
tive in 2020 of producing 20% of
sustainable energy system through
solar concentration) is associated
is the world leader for capa-
the final consumption of energy
the skills and experiences devel-
with investment opportunities in
city and production, but it is
from renewable sources. In the
oped in its scientific laboratories.
the sector of transportation infra-
inefficient. The incentives for
first case, the objective is to be
Among the agency’s R & D activi-
structures and energy distribution
promoting this kind of energy
reached at any price, whereas in
ties, given the significant weight of
- which the widespread use of
exceed the European average
the second, there is an eye towards
bio-mass in the medium-long term
renewables depends upon - and
but they have not been plan-
limiting the costs. The model of re-
scenarios, are those of new genera-
investments are needed in order
ned adequately. We can learn
newable energy in Spain would be
tion bio-mass for the production
to develop systems for the ”intel-
some lessons from what has
very effective, seeing as the coun-
and enhancement of micro-algae
ligent” management of the energy
happened in the Spanish mar-
try is the world leader for capacity
and other photosynthetic micro-
flow (Smart Grids).
ket of renewable energy...
and production, but it is inefficient
added to the fee. How did this situation come to pass? A reported drawn up by the
organisms designed especially for
since the incentives for promoting
the production of renewable en-
Economists assure us that all the
this kind of energy exceed the Eu-
ergy. The expected results of this
speculation bubbles are about to
ropean average but have not been
research technology, whose ma-
burst. In Spain, as in other coun-
planned adequately. Thus, the tra-
turity is conceivable in the medium
tries, this has already happened
ditional power plants exist along-
to long term, would have an enor-
with the stock market bubble, the
side or are substituted by wind or
mous impact on all industries pro-
real estate bubble and even that of
photo-voltaic parks that are cover-
ducing bio-fuels such as bio-diesel,
salaries. But another bubble hov-
ing the landscape.
bio-ethanol hydrogen and bio-gas.
ering in the air is contributing to
The following factors have con-
The achievement of the EU goal
the collapse of the system: that of
tributed to the collapse that the
of using bio-fuels for 10% of the
renewable energies and, more pre-
Government is trying, not very
transportation system by 2020 is
cisely, from photo-voltaic sources.
successfully, to control: a juicy
an especially difficult challenge for
This technology, together with
remuneration, which is very long-
a country like Italy, with its temper-
wind and solar thermal energy,
term in some cases, which has
ate climate and high population
is highly financed with a recom-
facilitated speculation; administra-
density. A very interesting alterna-
pense mechanism, which in 2009
tive errors and fraud when permits
tive to importing bio-fuels is the use
represented almost a third of the
were assigned; and the economic
of lignocellulosic bio-mass (waste
total cost of the incentive fees of
crisis. With the fall of the demand
from agriculture, forestry, MSW or-
access to the networks: 6,200 mil-
for energy in 2009, the over-sized
ganic parts or ad hoc organic crops)
lion Euros for an estimated fee of
production capacity of the system
to be processed into a carrier liquid
slightly over 16,000 million. This is
came to light (in some of the coun-
to be injected into the network.
still an important fact: almost half
try’s northern industrial areas, the
Here is where the capability of our
of these funds went to the 51,000
excess amount even reached 50%)
system to overcome any natural
photo-voltaic plants installed in the
so that the power plants utilizing
disability with scientific and tech-
nation, with 3,400 MW of power
indigenous coal have been practi-
nological answers that can exploit
which has produced only 4% of
cally inactive for more than a year.
available resources comes into play.
its electricity. The other half comes
In recent years, the map of renew-
The production of bio-ethanol with
from the 17,400 wind plants, a
able sources in Spain has changed
second generation processes based
more mature technology that rep-
radically and the data of the Com-
on hydro-thermal pretreatment,
resents 20% of its production. The
misión Nacional de la Energía (CNE)
in which ENEA has been investing
solar thermal systems are still in the
is very eloquent. In 2004, only 23
for years, sees national companies
pioneering phase (10 plants for 380
MW of photo-voltaic power were
such as Chemtex of the Mossi &
MW), but the 2,500 MW author-
installed, receiving 6 million in al-
Ghisolfi group flanked by ENEA to
ized seem frightening for the cost
locations; at the end of 2009, the
English version
capacity had reached 3,400 MW,
obtain the advantageous fee rate,
on the re-selling of these licenses.
remuneration that is reasonable
with 2,800 million in incentives.
which would then disappear),
Once the retroactivity was discarded,
and calibrated as to the costs; there
The generous aid had become an
even though they were not ready
the Ministry opted for a 45% cut on
must be no deviation from a rigor-
attraction for foreign capital and
for production. In many cases, the
the incentive fees to future plants, a
ous plan, seeing as the clean ener-
is at the origin of the speculation
plant did not even exist; in others,
measure almost devoid of economic
gies will inevitably substitute the
bubble.
the owner had not even bought the
effects, with the installations being
traditional power plants.
The first regulation of the sector,
solar panels yet. Strangely enough,
limited to 133 MW a year. It is also
The Spanish government has opted
approved by the last government
the price of an abundant mineral
continuing to negotiate a cut in the
for a deferment of the payment of
of the Partido Popular in March of
such as silicon, the raw material
operation hours with associations in
the system’s high bill (partly pro-
2004, guaranteed an incentive fee
used for making photovoltaic pan-
the sector. For its part, the wind en-
voked by such incentives) over sev-
for 25 years. Although the Socialist
els, reached $400 per kilo.
ergy sector (belonging to the large
eral years and with interest, making
government modified it in 2007 to
In recent months, the Ministry of
electric companies) has signed a
the deficit grow disproportionately
control “the highest premiums in
Industry, which instituted a state
unilateral agreement with the Gov-
due to the incentive fee accumu-
Europe,” the avalanche of projects
register last year, has tried to con-
ernment that, while not presuming
lated in the last decade. This defi-
had already begun. Even though
trol the situation, negotiating with
a savings in the average period, has
cit is financed by the large electric
the new law offered businesses the
the sector for a reduction of the re-
allowed it to distance itself from
companies, which at this moment
choice of selling their own produc-
munerations (about $1,000 million)
photovoltaic energy, like a trouble-
have the right to cash in on the
tion on the market or receiving a
for all the plants, while guarantee-
some relative it does not want to be
$14,600 million and which will
remuneration that compensated
ing them a 7% return. The associa-
associated with.
be placed on the market with the
with a minimum price (75 Euro
tions of the sector did not accept
Beyond the landscape itself, the
State’s endorsement. The measure
Mwh), those already existent main-
the proposal, considering it to be
new energies have also altered
adopted a year ago by the Govern-
tained the fee.
retroactive, and they also declared
the entrepreneurial structure of
ment did not please the Banco de
However, the problem, far from
that the judicial uncertainty would
the electricity sector. The big firms
España, which is convinced that it
being resolved, only got worse,
have damaged Spain’s image. But
like Endesa, Iberdrola, Gas Natural
will affect the public debt. But that
seeing as the law established that
it was not as much the businesses
Fenosa and Hidrocantábrico, which
is another story.
the new incentive fee would go to
that were able to convince Spain’s
account for only 20% of the total
plants that had already complied
President, José Luis Rodríguez Zapa-
of the renewable production, have
with the regulation before Septem-
tero, as it was the banks, with the
lost their monopoly and must co-
ber 30, 2008, and with a limit of
perspective of the gloomy scenario
habit with thousands of compa-
2,000 MW.
of a financial-photovoltaic energy
nies (financial investors or owners
The absence of controls by the State
bubble, which in bursting would
in small municipalities) that have
was another one of the factors trig-
have dealt a blow to many situa-
created a powerful lobby despite
gering the photovoltaic energy
tions that are already compromised
their size and young age. The gov-
boom: in Spain, administrative au-
by the real estate crisis.
ernment must now deal with four
thorization must be obtained from
The 25,000 owned businesses, of
pressure groups of contrasting in-
the 17 autonomous governments,
the 51,000 Spanish photovoltaic
terests: that of the big traditional
which grant them at their own
power plants, have invested 23,000
electric companies (through Unesa)
discretion without respecting the
million Euros, more than 80% of
and that of the three families of
objectives of the government plan.
which comes from bank loans.
renewable sources: wind, photo-
Therefore, the major part of the
These are projects with a financing
voltaic and solar thermal, with their
total 3,400 MW (2,500 MW) was
that is linked to an incentive fee and
correspondent groups.
authorized only in 2008 (before the Sept. 30th deadline). And in many
which, thanks to a generous mar-
We can learn some lessons from
gin, has permitted speculation. It
what has happened in the Spanish
cases, illegally. Frantic investors in
has been calculated that 60-70% of
market of renewable energy: since
collusion with regional government
the projects (or licenses) have been
the promotion of these kinds of
officials contributed to a fraud that,
re-sold one or more times; thus,
energy is paid for by the consumer
according to ascertainments by the
the final owner, without almost
(householders and businesses), the
CNE, may have involved almost
any margin, is opposed to any cuts
incentives should be established
3,000 power plants (800 MW).
whatsoever. So in order to avoid
according to the economic possi-
All these plants had been legally
these practices, the Government has
bilities of each nation; speculation
registered before the final date (to
established an administrative control
must be avoided by establishing
117
oxygen 11 – 10.2010
Connect the dots
duction less linked to fluctuations
making it possible to optimize effi-
of the experimentation that fore-
in the price of that mineral.
ciency and reduce operational costs
sees the development of “smart
Edited by Elisa Frisaldi
The new thin-film panels, a kind
of the plant. We are talking about
appliances,”that is, self-regulatory
Renewable Home
of technology that comes from
geothermal plants, each consist-
– it regulates the entire household’s
the Japanese company Sharp and
ing of: a system for capturing heat
consumption of energy based on
They come from Costa Blanca in
will shortly also be produced at the
through piping laid in the ground, a
the availability and price of the
Spain. These are bubble-houses, an
STM establishment in Catania, of-
pump and electric heat pump, and
energy. The partners involved are
example of sustainable design and
fer the highest conversion rate of
a storage and distribution system
Electrolux and Indesit, for design-
architecture. In these buildings,
solar electricity for a triple-junction
of the heat. The pump, which is in-
ing the new appliances; Enel for
househodl electricity is generated
cell, that is, at 35.8%.
stalled inside the buildings, allows
the management of electricity
by solar panels. In cases when the
4.
Wind energy is not just suitable
heat to be transferred from the
consumption; and Telecom Italia,
solar energy is insufficient, you can
only for large installations; in fact,
ground to the indoor environment
for fixed and mobile telephones.
be connected with the convention-
small wind turbines, thanks to their
and reverses the cycle in the cool-
We are in the field of smart grids,
al electricity network; instead when
reduced visual impact and lack of
ing phase.
the intelligent networks that allow
there’s an excess of power, it can
noise, have been designed for ur-
7.
Produce hot water, heat rooms,
customers to receive information
be sold by the residents to supply
ban and suburban zones and areas
warm pool water: all this can be
regarding their energy consump-
companies. The water is heated by
with extreme climatic conditions
done by installing a solar thermal
tion directly on their computer,
the solar panels and the purifica-
(ice, strong and irregular winds).
system. Whereas the photo-voltaic
mobile phone or on the display of
tion and filtering recycles the rain-
Placed in any yard or on a terrace,
system absorbs solar energy to
an appliance.
water and gray water. The heating
they can be integrated with other
produce electricity, the solar ther-
10.
and ventilation result from the use
systems for converting renewable
mal system collects it to heat water.
about the benefits, features and
of heat exchangers, whereas the
sources. Furthermore, for small
Although the Italian market of solar
costs of photo-voltaic, mini-wind
windows and frames are designed
wind turbines connected to the
thermal energy is the second larg-
turbines and solar thermal systems
to be made with highly insulating
electricity distribution grid and
est in Europe, the per capita value
and the government incentives
materials.
with a power capacity between 1
of installed power in the territory
associated with their purchase?
Soon, Enel will market a home
and 200 kW (kilowatt), an incentive
is still too low; this has prompted
Consult the web-site of Enel.sì,
display device to be coupled with
is provided by the state public GSE
the local authorities to provide
an Enel company that specializes
the new electronic meters, permit-
(Manager of Energy Services).
strong incentives for its installation.
in the development and construc-
ting the introduction of multi-hour
5.
Exploiting the air as a renewable
Moreover, until the end of 2010,
tion of plants for the production
rates for the first time and, thus,
source of heat to produce hot wa-
the cost of these facilities is 55%
of energy from renewable sources
the possibility of a rate plan based
ter with very little energy: that is
deductible (including VAT) and de-
(www.enel.it/enelsi). Enel.sì offers
on different consumption habits.
exactly what is done by the water-
ductible over five years.
registered customers a simulation
The home display can monitor a
heating pump made by the compa-
8.
“Diamond,” designed by Enel in
of one of these systems: just enter
large amount of information in real
ny Ariston Thermo Group S.p.a. It is
collaboration with the University of
some simple information about
time regarding consumption and
called Nuos and it can also capture
Pisa, is a power plant consisting of
the location and, in the case of
individual home contracts. This
heat from the cold air of the exter-
38 latest-generation photo-voltaic
solar thermal energy, the hot water
makes it possible, for example, to
nal environment and then yield it to
panels arranged on a dodecahedral
demand. Enel.sì also allows you to
compare the bimonthly consump-
the sanitary water, that can reach
surface, hence the reference to the
request an estimate for the installa-
tion of the previous period with
temperatures up to 55°C. When
precious stone.
tion of these three types of plants,
that of the following one, to re-
the outdoor temperature goes
The electricity produced, which is
as well as one for geothermal
ceive information on rates at the
below 10°C, the threshold below
capable of satisfying the needs of
energy.
different times of day and find out
which the heat pump fails to work
a small apartment building, can be
when energy is cheaper.
1.
118
2.
correctly, an electrical resistance of
used immediately or accumulated
Homes can now be like small
the support function automatically
in the form of hydrogen and re-
electric power plants, thanks to a
turns on, thus guaranteeing the
used at night or when the sun is
very thin photo-voltaic film that
supply of hot water.
not out:, and for that very purpose
converts solar energy reaching the
6.
The ground is a source of re-
three spheres have been installed
Earth’s surface into electricity, dras-
newable energy that represents
inside the original covering which,
tically reducing the use of the raw
an effective alternative to the air
by means of special fuel cells, act as
silicon utilized in traditional systems
because its temperature remains
energy accumulators.
and, thus, making the costs of pro-
constant throughout the year,
9.“Energy@Home”
3.
is the name
Do you want to know more
English version
Oxygen versus CO2
economies for developing coun-
about through the revolution of its
players of the Clean Development
tries. So, how will this be done?
transportation system, currently re-
Mechanism, a measure of the Kyo-
by Giorgia Scaturro
With two funds. The first is to sup-
sponsible for 18% of the nation’s
to Protocol by which industrialized
Climate Investment Funds
port clean technology (the Clean
greenhouse gas emissions, by sub-
countries with emission constraints
Technology Fund) and already has
stituting the old buses with hybrid
can carry out projects for reducing
Photovoltaic power in the Philip-
13 investment plans for about 4.3
vehicles and a light rail network.
greenhouse gases in developing
pines, an entire system of highly
billion dollars – in the sector of
“As approved so far, the investment
countries by providing clean tech-
efficient trains in Mexico City or
renewable energies and efficiency
plan will help countries like Mexico,
nology. On the road to sustainable
widespread use of thermodynamic
in transportation, industry and ag-
South Africa, the Philippines, Thai-
development.
solar power in countries like Egypt,
riculture – in Colombia, Indonesia,
land and Morocco to advance the
Morocco and Tunisia. These are
Kazakhstan and the Ukraine. In the
use of renewable energies and
important and ambitious projects
next few years, another 36 billion
efficient power plants,” explains
that the poorest countries, which
dollars will be collected through in-
Eduoardo Saboia, a member of
have less access to energy but are
vestments involving the private sec-
the CIF Trust Fund Committee for
more vulnerable to environmental
tor. In fact, the public-private part-
Brazil. “In these countries, you will
by Kandeh K. Yumkella
catastrophes, are pushing to the
nership is the virtuous criterion for
see more wind, solar, bio-mass and
and Leena Srivastava
forefront in the fight against cli-
awarding funds, together with the
geothermal energy.”
Energy access is widely regar-
mate change.
Another way in which the CIF sub-
ded as the “missing” Millen-
The imbalance is mitigated by the
requirement of a concrete plan to also reduce the CO2 ratio in subse-
stantiates funds is the Strategic
nium Development Goal. It will
acronym CIF, three letters that stand
quent large-scale implementations.
Climate Fund, which provides the
create the opportunities for
for Climate Investment Funds (fully
In Turkey, the major banks have
allocation of grants for the adapta-
people across the world to step
allocated to policies and technolo-
opened credit lines for private in-
tion to climate change in the most
out of the poverty trap. Kan-
gies for environmental protection
vestments in clean technologies
vulnerable countries. Of the 14
deh K. Yumkella and Leena Sri-
in developing countries) approved
and the distribution of renewable
countries selected, Brazil, Burkina
vastava argue that now is the
on July 1, 2008 by the World Bank,
energies. With the green financing
Faso, the Democratic Republic of
time to prioritize energy access
along with four other major banks
in South Africa, in five years, half
Congo, Ghana, Indonesia, Laos,
in order to promote economic
for development: an African bank,
a million homes will be equipped
Mexico and Peru have already ac-
development.
one from Asia, the BERS (European
with solar heating and Eskom, the
tivated pilot programs such as the
Bank for Reconstruction) and the
public utility company for electric-
FIP – Forest Investment Program) to
Large parts of humanity – billions
InterAmerican bank.
ity in the country, will build two
sustain the reduction of CO2 emis-
of people – live without access to
Two months after the CIF’s approv-
plants, one thermodynamic solar
sions through actions against the
modern energy services. These are
al, 13 donor countries (foremost,
power and the other, a 100 mega-
de-forestation and degradation of
fundamental services that most
the United States, Great Britain and
watt wind farm.
the forests. Instead Ethiopia, Hon-
of us take for granted, like light,
Japan) have already committed to
Instead, in the Middle East and
duras, Kenya, the Maldives, Mali
fuel for heating and cooking, and
finance the development of sustain-
North Africa, investments (5,6 bil-
and Nepal will transform their ener-
mechanical power. Despite the ef-
able energy sources in developing
lion dollars) will triple the energy
gy sector by redirecting the market
forts of many committed people,
countries with more than six billion
capacity with a transnational project
towards renewable sources. Bolivia,
working on excellent programmes,
“green” dollars.
spreading thermal solar energy to
Cambodia, Mozambique, Tajikistan
about 1.5 billion people still do
“The Climate Investment Funds
Algeria, Egypt, Jordan, Morocco
and Yemen are preparing a strate-
not have access to electricity and
represent a window onto a new
and Tunisia. In Egypt, the plan calls
gic plan of climatic resistance which
around 2.5 billion people rely on
era in global collaborations regard-
for the construction of a high-ener-
will also integrate actions against
traditional biomass as their pri-
ing the climate,” explains Kath-
gy capacity transmission system by
the risks and resilience to climate
mary source of energy – a clearly
erine Sierra, vice-president of the
2020, and third-generation 7200
change into each country’s devel-
unsustainable position. It is widely
sustainable development network
MW windmills, in the Gulf of Suez.
opment plans.
accepted that this lack of access to
of the World Bank. “It is a very in-
Mexico, the country that will ben-
To date, Italy is not among the
affordable, reliable, energy services
novative model of governance that
efit from the most significant funds
donors participating in the CIF.
is a fundamental hindrance to hu-
gives the recipients of the funds an
with over six billion dollars, will
However, Enel – with a portfolio
man, social and economic develop-
equal voice.”
now probably honor its promise to
of 200 million tons of CO2 de-
ment – and is thus a major impedi-
Today, the CIF has a plan to mo-
cut greenhouse gas emissions by
molished thanks to environmental
ment to achieving the Millennium
bilize 40 billion dollars to boost
50% between now and 2050. The
sustainability projects developed by
Development Goals (MDGs). The is-
economic growth and low-carbon
drastic reduction of CO2 will come
2012 – is one of the leading global
sue is also a stark illustration of the
119
Energy for all
oxygen 11 – 10.2010
120
deep inequity that exists between
well known. These barriers, while
manufacturers of components and
providing reliable and secure en-
the rich and the poor. Roughly,
complex, can be overcome and
assemblers of the final product –
ergy services to those currently
the poorer three-quarters of the
international cooperation can help
solar lanterns – came forward to
without access is not simply about
world’s population use only 10%
this process. What cannot be over-
partner The Energy and Resources
supplying electricity for lighting
of the world’s energy. The rich
stressed is that there are no funda-
Institute (TERI) in this initiative.
or improved cooking stoves. To
countries aim for a secure, environ-
mental technical barriers. What is
Other large ongoing campaigns
promote economic development
mentally acceptable and affordable
required is a political prioritization.
include Lighting Africa and En-
and growth, these energy services
energy supply – but what about the
Energy access must move up the
ergy Poverty Action. All of these
need to be put to productive uses
billions without access?
political and development agendas
programmes and campaigns will
that positively affect livelihoods,
A few success stories do exist –
to become a central priority.
be better implemented if they are
providing power for industry, im-
countries such as China have im-
Equally important is a clear under-
grounded in national policies. Those
proving health care and educa-
proved the access for their citizens
standing that local communities
of us working in international or-
tion and improving transportation.
substantially in the last decades, but
must be deeply involved in the
ganizations need to support nation-
Furthermore, simply supplying the
all across sub-Saharan Africa, and
planning, execution and end-use
al and regional plans and targets. A
power source will be insufficient if
in parts of Asia, people are living
of energy services. Energy access
recent UNDP paper showed that 68
the necessary equipment and ap-
without basic energy services. The
interventions must be guided by an
developing countries have electricity
pliances are not deployed. Finally,
demand for energy in these regions
awareness of local communities’
targets but in order to meet their
sustainable energy access will re-
is expected to grow dramatically,
unique situations and needs.
targets, these countries will require
quire a model that generates local
financial support, capacity devel-
revenues to pay for modern energy
with increases in population and improvements in living standards
Getting business on board
opment and better regulation and
services. Electricity not only pro-
adding to the scale of the chal-
The bulk of the efforts to improve
governance structures.
vides lighting that permits children
lenges. It is really quite stunning to
energy access have, naturally, fo-
realize that, if ”business as usual”
cused on parts of Asia and sub-
Money matters
refrigeration of perishable agricul-
conditions are maintained, over the
Saharan Africa. There are decades
The financial implications of univer-
tural products and increased value
next decades the total number of
of experience with many poorly
sal energy access are huge and are
added through the first steps of
people without access to modern
designed or implemented pro-
comprehensively described in the
industrialization.
energy services will not decrease.
grammes, but some successful
World Energy Outlook 2009, pub-
Experience has repeatedly shown
Current efforts are insufficient in
models have emerged, including
lished by the International Energy
that subsidy schemes cannot be
scale and scope, and attempting to
both public efforts, such as those
Agency (IEA). The agency looked
sustained over the long-term. The
address the issue in the same way
carried out by the international fi-
at a specific universal energy (elec-
ultimate goal must be a market-
that we have in the past is clearly
nancial institutions and UN agen-
tricity) access scenario and the re-
based approach. However, many
not remotely adequate.
cies, and the delivery of related
sults showed the need for around
energy markets are distorted and
funding and services by NGOs and
US$800 billion over the next two
political intervention is common.
Energy for development
private sector companies, such as
decades. This figure equates to ap-
It is clear that access to energy is
Energy services have an effect on
India’s Solar Electric Light Company.
proximately US$40 billion per year
about more than quantity. Qual-
productivity, health, education,
Many global campaigns are also
over the period – or around 10% of
ity is essential. This is true for both
safe water and communication
starting to address the issue. One of
the total investment in the energy
electricity and fuels. As an example,
services. Therefore, it is no surprise
these is the Lighting a Billion Lives
sector each year (according to the
high costs and unreliable electricity
that access to energy has a strong
campaign, which aims to bring light
IEA reference case). It is roughly in
service constrain economic activity
correlation to social and economic
into the lives of one billion rural
line with experiences from Brazil
in many countries and constitute a
development indices (e.g. the Hu-
people by replacing kerosene and
and South Africa which show that
severe obstacle to business opera-
man Development Index, life ex-
paraffin lanterns with solar lanterns.
about US$2,000 per household is
tion and growth. The World Bank
pectancy at birth, infant mortality
This campaign, which was launched
required. While the bulk of the in-
indicators show the scale of the is-
rate, maternal mortality and GDP
in February 2008, illustrates the op-
vestment in the IEA scenario goes
sue in terms of connection times,
per capita).
portunities to mobilize industry
to grid extensions and grid-tied
outages, the value of lost output
The UN system has been working
participation in development im-
generation, there is a large role for
and the need for onsite generation.
on energy access issues for dec-
pacts. About 15 months after the
mini-grids (but not mini-financing!)
High transaction and unit invest-
ades, especially through UN-Ener-
campaign was inaugurated, and
to serve rural populations.
ment costs constrain service provi-
gy, the UN’s inter-agency mecha-
with nearly 100 villages across India
nism for energy issues.
involved, big industry recognized
More than just a light
demand and dispersed popula-
The obstacles to energy access are
the market opportunity. Leading
It is essential to remember that
tions. Utilities that are commercially
to study at night, it allows for the
sion in rural areas because of low
English version
and financially weak cannot drive
for meeting the MDGs. Whatever
“To turn around the performance
ticle of Morgan Bazilian, energy
access expansion of the network
the final target, the purpose of
of the power sector there are three
advisor at UNIDO. Article original-
but nevertheless occupy a monopo-
target-setting may be primarily for
major challenges to be addressed –
ly published on “Making It Maga-
ly position in many countries. South
the purpose of investment plan-
replacing existing project wish lists
zine”, 2, 2010).
Africa is a typical case, where very
ning and sourcing of development
with bankable projects; establish-
low electricity prices have resulted
funds. In reality, ensuring physical
ing regulatory policies that improve
in under-investment, followed by
access to energy services, at price
country investment attractiveness;
increasingly frequent blackouts.
levels that would make the services
and establishing institutions that
Instead of regulating prices, gov-
affordable, may be a more rational
have clear roles and are appropri-
ernments should focus on enabling
approach to adopt.
ately resourced.” In order to co-
infrastructure, market liberalization
The dividing lines between rich and
herently implement some or all of
and a viable long-term investment
poor, between urban and rural, be-
these findings, a useful first step
climate. Instead of price subsidies
tween developed and developing
may be to design and test a new
for all, the poorest members of so-
have been drawn for so long that a
energy access indicator – this work
ciety without energy access should
conscious effort is now needed to
is just beginning.
be helped through capacity build-
evaluate the costs and benefits of
Finally, urgent and adequate at-
ing, technology access and direct
bridging the technological divides
tention needs to be paid to ap-
investments.
between these categories in the
plying the right business models,
larger interests of global efficiency
creating the decision-making and
The climate is changing
and climate protection. The fear,
implementation capacities, and es-
The Fourth (and most recent –
however, is that the global commu-
tablishing supportive policy/regula-
2007) Assessment Report of the
nity is focused largely on the current
tory frameworks for ensuring that
Intergovernmental Panel on Climate
fossil energy consumers and green-
technological leapfrogging and
Change (IPCC) clearly brought out
house gas (GHG) emitters. Those
institutional re-positioning happen
the relationship between climate
who are not part of the immediate
at a rapid pace. The information
change and sustainable develop-
problem risk being left out of any
and telecommunications sectors
ment. It also recognized the fact
emerging solutions. Ensuring low-
demonstrated an unanticipated
that climate change could become
carbon sustainable energy access is
explosion of demand in the devel-
an impediment to achieving the
not merely an opportunity to avoid
oping countries and a technologi-
Millennium Development Goals
a lock-in to future emission paths
cal leapfrogging from a situation
(MDGs). However, it fell short of
by nearly half of the world’s popu-
of no access to state-of-the-art
closing the loop by not explicitly
lation. It is also a major contribu-
communications. This can be used
recognizing the linkage with energy
tor to building adaptive capacity
as a precedent for modern energy
access. This is despite the fact that
in the most vulnerable populations
systems as well. We are convinced
energy (access) has been widely
through the support it provides to
that we can accomplish this task
acknowledged as the underlying
all MDGs. If GHG mitigation does
and, at the same time, support
MDG, or the ”missing MDG.”
not justify much-needed attention
strong new green economies – not
Should an acceptable goal for en-
to the challenge of energy access,
doing so is not an option. The scale
ergy access reflect the argument of
then climate negotiations must rec-
of the issue, like poverty itself, is
equity, or merely the survival needs
ognize the criticality of energy for
enormous and sometimes daunt-
of the poor? If the purpose of pri-
the adaptation effort. Ideally, given
ing to address. But access to energy
oritizing energy access is to mobilize
the cross-cutting positive impact of
may be the best entry-point for ef-
development funds, then the equity
ensuring a sustainable energy ac-
fectively tackling the problem in the
argument would not hold. Howev-
cess, dedicated funds must be set
short-term. Its importance is widely
er, to set a goal that would provide
aside to address this key concern of
recognized. Now we must use this
energy access at a level that fails to
developing countries.
consensus to build on the effective
create the opportunities for step-
models that exist and create new
ping out of the poverty trap would
A new direction
not be acceptable either. A mini-
Looking at the challenges at a re-
mum target, therefore, could be to
gional level, the Forum of Energy
(The authors would like to ack-
estimate the energy requirements
Ministers in Africa in 2007 stated:
nowledge the support for this ar-
ways to unlock the opportunities.
121
oxygen 11 – 10.2010
Energy’s Future is Mirrored in the Desert
122
about the future of its energy sup-
some large European groups such
the heat to remain at constantly
ply and is doing so with a project
as Siemens, Deutsche Bank, Rwe,
high temperatures in any kind of
that is revolutionary, not so much
Abb, Abengoa Solar, Cevital, Hsh
atmospheric condition.
by Simone Arcagni
and not only for the technologies
Nordbank, Man Solar Millennium,
This is a futuristic project, like that
Desertec is a large interna-
put into operation, as for the inter-
Munich Re, M+W Zander, Rwe and
of Planta Solar 10 (PS10), in another
tional project that foresees
national vision involved. The project
Schott Solar. Simultaneously, as
European country in the Mediterra-
the building of a network of
is called Desertec and, as the name
well as the company, the Desertec
nean: Spain. An extremely modern
photovoltaic plants in North
implies, it has to do with deserts:
Foundation was also set up, the
solar thermal plant located in San-
African and Middle Eastern
basically, it involves the construc-
purpose of which is to be a center
lúcar la Mayor, near Seville, with
deserts, supplying energy both
tion of power plants in the deserts
of analysis and data collection for
600 mirrors that aim the solar rays
to the “host” countries and to
of countries in North Africa and
the creation of the project, as well
towards the summit of a high tow-
Europe. It is a challenge desti-
the Middle East (MENA, Middle
as a place for study and planning
er that collects the heat and heats
ned to revolutionize not only
East North Africa). A network of
with regards to climate change,
the water conductors present, turn-
the future of the energy supply
photovoltaic plants that exploits
renewable energies and models
ing the water into steam.
but perhaps, even the balance
the desert as a large, rich and re-
of sustainable power plants. The
The initial phase of the Desertec
of geopolitics.
newable source of a supply of solar
Foundation promotes conferences
project foresees the planning of
rays for creating electricity, which is
and edits a publication (a summa-
the power plants and adherence to
It is almost obvious to repeat that
then channeled into the “old con-
ry) entitled “Red Paper,” available
the legislative norms of the differ-
for recuperating energy, coal is no
tinent” through undersea cables in
in Arabic, English, French, German
ent countries (but also, evidently,
longer sufficient and, above all,
continuous current. This is an am-
and Spanish.
the drafting of precise, detailed
does not offer any guarantees for
bitious undertaking, also because
Desertec is doing much to be
economic agreements). The initial
the future; predictions regarding
Desertec foresees the provision of
talked about and at a recent eco-
idea is that of utilizing portions of
the consumption of the deposits
15% of Europe’s need for electricity
nomic conference held in Germany
the Sahara desert near municipali-
are rather pessimistically saying
by 2050: “In six hours, the deserts
even Al Gore – famous for his
ties in order to guarantee the plants
that our Planet’s resources will be
receive more energy from the sun
sensitivity towards environmental
with a supply of water, both for the
exhausted within a few decades.
than humanity can consume in a
issues – defined Desertec as an en-
functioning of the wind turbines
Without counting atmospheric and
year,” is the “catchphrase” de-
ergy model for the United States to
and for the maintenance of the
environmental pollution... And the
clared by the physicist Gerhard
imitate as well.
mirrors. Another important role will
large fault created by the Deep-
Knies, the project’s promoter.
As for Italy, it is participating in
be played by the political rapports:
water Horizon sea platform in the
The plan calls for at least two
the Green Power project, the Enel
it is obvious that such a revolution-
Gulf of Mexico under the Atlantic,
phases, as explained in an interview
subsidiary for renewable energies.
ary idea will produce costs over
which has alerted Mexico and the
with Francesco Starace, the head of
Italy enters this project with the
time that will end up affecting the
United States and has occupied
Enel Green Power: the first calls for
great experience it has matured in
product, so it is necessary to work
much space in the world news this
the building of the power plants to
the field of renewables, particularly
on an energy plan, preferably on a
summer, is more than just a warn-
be used by the host countries; in
with regards to wind and thermal
European level, that will take into
ing alarm bell.
a second phase, cables connecting
energy.
account some fiscal advantages for
The future seems to be oriented
to Europe will be laid in order to
The reference model is the
green energy.
towards renewable energies with
accomplish the foreseen result by
Archimedes project, the power
The idea of using desert spaces
minimum environmental impact
2050. A Mediterranean network
plant located in Priolo Gargallo,
for exploiting renewable and
and among these, wind and solar
connection (Med Ring) is already
in the province of Syracuse, Sicily,
natural energies like the sun and
energy have been accredited as
being concretely worked on: be-
conceived by the Nobel Prizewin-
the wind is taking hold more and
the safest and best equipped to re-
sides the already existent cable
ner Carlo Rubbia and built by Enea
more and appears to be definitely
spond to the growing demand for
linking Spain and Morocco, there is
and Enel. The plant is the first in the
strategic. Desertec has arisen as
energy (a demand that will surely
another one in the planning phase
world of combined-cycle gas and a
part of a project for the provision
increase more and more, especially
to unite Tunisia and Italy.
solar thermal-dynamic plant for the
of European energy which, as well
due to the appearance on the world
Desertec officially came into being
production of electricity. A vast
as using solar energy, foresees the
scene of great economic powers
on July 13, 2009 in Munich, under
area covered by 576 mirrors that
exploitation of wind energy, espe-
that have millions of citizens-users,
the direction of the Club of Rome
appropriate the sunlight through a
cially with the large off-shore wind
and I refer particularly to Brazil, In-
and the German Trans-Mediterra-
tubing system that, by means of a
blades placed in the Atlantic Ocean
dia and China).
nean Co-operation for Renewable
salt-based fluid, is capable of accu-
in northern European countries.
Europe, too, is interrogating itself
Energies, and with participation by
mulating heat over time; this allows
Italy and Germany will give their
English version
Chinese (green) revolution
contribution through the exploita-
the countries bordering on the sea
tion of potential geothermal ener-
that they all have in common.
gy. Besides the European projects,
Finally, the Mediterranean could
by Changhua Wu
also came into effect in 2006, man-
Italy is also taking its first significant
take on the role of a dynamic zone
According to IEA, China has
dates that the power grid purchase
steps for off-shore wind energy
from a cultural and social, as well
become the largest nation of
renewable power, giving subsidies
with a series of projects involving
as economic standpoint, betting
energy consumption – despite
for wind and biopower projects.
the southern regions and seas of
on the new technologies and new
the fact that the unit energy
The Chinese Government has also
our country: particularly the sea in
energy perspectives, revitalizing
consumption equals 1/5 of the
put in place an ambitious moni-
Puglia, in Molise and in Sicily. The
a troublesome sea which has be-
energy consumption per per-
toring, benchmarking and control
date 2020 has been declared for
come sadly famous in recent years,
son in America. And that the
system for China’s 1,000 largest
seeing the first results of the Italian
especially as a basin for the vessels
country is and will continue to
energy consuming companies, re-
off-shore wind power plants.
of salvation of desperate immi-
be one of the most important
sponsible for 33% of the national
Desertec appears to be a truly gi-
grants. And in this sense, Enel is
players in finding a solution to
energy usage, which must reduce
gantic undertaking that therefore
already involved, through the OME
the climate change challenge.
their energy intensity to accom-
also needs a project of investments
(Observatoire Méditerranéen de
The reality under the argu-
plish an overall energy saving of
and an energy plan, even on the
l’Énergie) in the Mediterranean So-
ments is that China has made
100 million metric ton standard
level of the single countries, with
lar Plan, a fundamental experience
significant progress in practical-
coal equivalent (approximately 833
shared and far-reaching policies
from a technological and strategic
ly every low carbon economic
million gigawatt-hours) by 20102.
which, to tell the truth, is where
point of view that is now engaging
sector in recent years and has
The government recognizes the
Italy is a bit lacking... The political
Desertec.
already become a leader in a
importance of guidance and re-
factor is decisive for the undertak-
Certainly, the obstacles for a
number of critical renewable
strictions and has the capacity to
ing of projects of such magnitude
project like Desertec are many, and
energy markets.
enforce these measures. There is
and the Italian government has not
so are the doubts regarding the fig-
always supported them ( recently,
ures of the operation: 400 billion
the Senate voted against solar
Euros in 10 years for a 15% cov-
thermal-dynamic energy), and yet
of new buildings by 50%; and China’s Renewable Energy Law, which
already an overall structure in place comprising regulations, adminis-
erage leads one to think and raise
A strong and comprehensive low carbon policy framework is in place
things seem to be changing. Thus,
questions, such as to the real pos-
There is growing domestic policy
jectives into more specific, manage-
besides the Archimedes project and
sibility of a cooperation of this size
support for a low carbon economy
able and reachable targets.
the fact that Enel has become part
with countries with which Europe
to support business and consumer
of the Desertec project, a solar en-
has often had contrasts and which
decisions. The central government
ergy plant is being built in Rovigo
sometimes have given no guaran-
has shown its resolve through a
The active role played by Chinese enterprises
that can boast having the larg-
tees of political stability.
number of watershed laws and
Many Chinese enterprises have
est extension in Europe: 850,000
But the challenge has arisen and
programs, and the white paper
joined the search for low carbon
square meters of surface space,
the differentiated strategic plan
“China’s Policies and Actions on
technologies, through research
840 kilometers of cables, 280,000
and the participation of economic
Climate Change.”
and development (R&D) and the
solar panels and 58 steel blades. It
groups on a European level should
In addition to the overarching
installation and promotion of green
is being built by SunEdison Italia
be acknowledged as positive fac-
20% energy intensity reduction
technologies.
and will be capable of producing
tors, both for the emergent coun-
target and the 15% renewable
72 MW of energy.
tries and those near us, such as the
energy target, a comprehensive set
Innovation in technologies and fi-
Italy, thanks to the strategic posi-
African and Middle Eastern nations.
of complementary regulations have
nancing models
tion in which it finds itself, in the
In summary: a geopolitical map
been developed covering almost
Ongoing innovation holds the key
center of the Mediterranean, with
every sector of China’s economy.
to finding solutions to climate
a series of relations (geographical
that works and collaborates towards a reduction of CO2 emissions
Fuel economy standards were is-
change and enabling a shift to a
and diplomatic) with countries in
and an integrated and sustainable
sued in 2005; one of the world’s
low-carbon economy. In the au-
North Africa and the Middle East,
energy system.
most comprehensive mandatory
tumn of 1986, Plan 863 (the Na-
could truly play a political and eco-
energy efficiency testing and labe-
tional High Technology Research
nomic role, resuscitating, within
ling standards for home appliances
and Development Program) was
the European Union, the idea of
was implemented the same year1;
officially adopted, opening a new
a Mediterranean area on the con-
strict building efficiency design
era for technological innovation
tinent capable of dialoguing and
codes have been introduced which
to support China’s national devel-
strengthening collaboration with
aim to cut the energy consumption
opment. As a result of this Plan,
trative measures, guidelines and directives to turn China’s larger ob-
123
oxygen 11 – 10.2010
124
many companies, both large and
road ahead
in China than in any other coun-
tlenecks remain. China is able to
small, have been undertaking R&D
Beyond its traditional reliance
try, with wind power generation
manufacture wind turbines that are
and the deployment of low carbon
on bicycles and public transport,
capacity topping 12 million kW in
below 1.5 MW but still cannot pro-
technologies. For example, the
China has succeeded in scaling up
2008 – a figure that is doubling
duce larger turbines or key compo-
Huaneng Group, China’s largest
a range of low carbon transport
every year. China is also the world’s
nents such as bearings, gearboxes
power enterprise, is investing heav-
technologies. There are now more
largest producer and consumer of
and control systems.
ily in clean coal technology R&D.
than 50 million electric bicycles and
solar water heaters, accounting for
China lacks expertise in “hard”
motorcycles in China, while energy
65% of all installations – and 95%
technologies like design, produc-
The role of SMEs in renewable
efficient compact cars account for
of core technology patents on solar
tion and manufacturing, as well as
technologies
60% of the country’s auto market.
water heaters were developed by
in ”soft” skills such as regulation,
In spite of their lack of capital,
In 2009, encouraged by the gov-
Chinese companies. Penetration of
management, standards and moni-
technology and human resources,
ernment, Chinese producers have
photovoltaic (PV) solar power has
toring. For example, connecting
small and medium-sized enter-
delivered key advances in commer-
also shown rapid growth, as have
wind and solar PV power to a grid
prises (SMEs) in the private sector
cializing electric vehicle (EV) tech-
geothermal energy and biofuels.
has been delayed in China for some
have become a significant part of
nology: Chery produced its first
the domestic market and in some
pure EV, while BYD unveiled the
Urban design and sustainable
wind and solar power. The absence
cases have participated in the glo-
first all-electric car to reach a range
construction: cities of the future
of a smart grid is one of the main
bal market. Notable in this respect
of 400 km per charge. In key areas
China’s Energy Conservation Regu-
reasons for this difficulty, partly
are: Goldwind Science & Technol-
such as energy storage technology,
lation, Evaluation Standard for
because of the lack of experience
ogy, Suntech Power, BYD Auto,
China is already a world leader.
Green Buildings and a range of
in developing smart power equip-
other laws promote low-cost solu-
ment and appliances, but also be-
Chery Automobile and the Tian-
time, inhibiting scaled growth of
guan Group. Because it was diffi-
Energy efficiency in industry:
tions to reduce the carbon require-
cause of the absence of a smart
cult for SMEs to enter traditional,
rapid advances
ments for buildings and the built
market and of smart regulations.
capital-intensive industries, emerg-
As the 2008 report noted, the en-
environment. The government has
ing markets in renewable energy
ergy intensity of the Chinese econ-
set ambitious energy conservation
External financing deficit
have provided great opportunities,
omy has fallen by over 60% since
targets for new buildings, promot-
Research by McKinsey and Com-
especially in wind and solar power,
1980 and the government has set a
ing low carbon building materials
pany indicates that financing Chi-
biofuels, low emissions including
goal of reducing it by a further 20%
and renewable energy, especially
na’s green economy could require
electric vehicles and through en-
between 2005 and 2010. Energy
solar. Many successful low carbon
a capital of 40 trillion Yuan (US$
ergy management contracts (EMC).
efficiency measures in major indus-
buildings, for residential, com-
5.8 trillion) by 20303. This would
In terms of EMCs, Energy Service
tries such as metals, chemicals and
mercial and public use, have been
require an annual investment of
Companies (ESCOs) are contracted
cement are expected to save 240m
completed, with several entire
1.8 trillion Yuan (US$ 263 billion).
to provide energy management
tons of coal equivalent (tce) by
“eco-cities” in advanced stages of
In increasing its spending and in-
and design and project develop-
2010. For example, China is a world
planning. The government has also
vestment, the Chinese government
ment solutions to save energy
leader in harnessing the wasted
announced a large-scale promotion
has found many new sources of
through increased efficiency and
heat from cement kilns and has
project for energy efficient lighting,
finance, which include green credit
decreased power and energy costs.
begun exporting this technology. In
with the aim of distributing 100
by banks, EMCs, the clean devel-
These markets are relatively new,
2009, the government announced
million subsidized lights in 2009.
opment mechanism (CDM) and
frequently immature and pose vari-
additional measures as part of a
Frankly speaking, to make a green
cooperation with global financial
ous challenges. But the flexibility
plan for the revitalization of ten key
future become reality is not easy for
institutions. Yet, these efforts have
of SMEs enables them to be more
industries: outmoded, high-energy
China. Heading into the next dec-
so far produced only limited results.
proactive, adaptive, responsive and
production technologies are to be
ade, China has to overcome some
Chinese businesses have expanded
sensitive to market trends and thus
eliminated and better resource use
major obstacles.
successfully into low carbon sec-
take advantage of emergent mar-
and recycling promoted.
ket opportunities.
tors; the scale of the opportunity is
Technology gaps
clearly huge. Overcoming obstacles
From industry perspectives, we
Renewable energy: world leader
Although investing widely in inde-
will require further support from
could see specific progress and
Complementing its efficiency gains
pendent R&D, China still finds itself
government and building partner-
opportunities in four key sectors,
in traditional energy sources, China
downstream of industrial flows.
ships with foreign companies, gov-
including
is driving rapid growth in renew-
One example is wind power. In
ernments and multilateral bodies.
able energy. For example, growth
spite of being the fastest growing
Nevertheless, in China, we see the
in installed wind turbines is faster
renewable energy in China, bot-
mindset is changing; government,
Low carbon transport: the steep
English version
enterprises, and individuals are en-
Traveller
gaging in low carbon development
What you will notice if you are
at a 1.0 MW system. The green-
walking around in the winter, is
houses and aquaculture operations
from different perspectives, which
Powered by the Earth
that “the sidewalks and crosswalks
south of town are also planning
is driving China into a clean revolu-
by Michelle Nebiolo
downtown are clear, thanks to
on developing their generating
the snow-melting system under
power.” Investing in green energy
Klamath Falls, Oregon, has been
them.” A perk (and safety meas-
has made sense for this town for
using geothermal power since
ure) brought to you by geothermal
over a century – but another kind
Fridley, David, Nathaniel Aden,
the early 1900s and today boasts
energy: “The use of other energy
of “green” might be a challenge
Nan Zhou and Jiang Lin, Impacts
every kind of direct use applica-
sources such as natural gas and/
in the near future: as regards the
of China’s Current Appliance Stan-
tion: several district heating sys-
or electricity would make the cost
City’s district heating system, Travis
dards and Labeling Program to
tems, greenhouses, aquaculture,
of developing and operating such
points out how “the main chal-
2020, The Collaborative Labeling
even a biodiesel operation. And
systems prohibitive,” says Randy
lenges for continuing to develop
And Appliance Standards Pro-
the only known brewing opera-
Travis, Water/Geothermal Opera-
this geothermal resource will be
gram, Lawrence Berkeley Natio-
tion that uses geothermally-heated
tions Supervisor of the City of
the ability to continue to expand
nal Laboratory, Environmental
water to make beer.
Klamath Falls.
the geothermal heating system
Energy Technologies Division,
Geothermal resources are the leg-
Geothermal snow-melting systems
and increasing the customer base
March
http://www.osti.
acy of a violent volcanic past you
are in force also in the stairs, hand-
while also maintaining and replac-
gov/bridge/servlets/purl/920173-
would never guess by visiting this
icap ramps and sidewalks leading
ing aging infrastructure with very
qvrmdX/920173.PDF
quiet town. Over 7,000 years ago,
to the main entrance at Klamath
limited funding. Funds received
Chinese National Develop-
the eruption of Mount Mazama
Falls’ Oregon Institute of Technol-
through rate payers only provide
ment and Reform Commission,
blanketed the Klamath County
ogy (OIT), the only completely geo-
for operating costs and any capital
Program of Energy Conservation
area with ashes and created Crater
thermally heated campus in North
improvements that must be com-
among 1000 Enterprises, 2006
Lake, the bluest and deepest lake
America (on its way to becom-
pleted must be funded through
McKinsey & Company, ‘China’s
in the United States. Today, travel-
ing also geothermally powered).
grants and/or loans, which are very
Green Revolution: Prioritizing
ers come to fish, bird watch, and
Tapping renewable energy – lead-
limited.“
Technologies to Achieve Energy
take in the amazing nature of the
ing to savings compared to the
and Environmental Sustainabili-
Fremont-Winema National Forests.
oil boilers used previously – was
ty’, March 2009, p.11. US$ figure
More than a few people, however,
the reason the school moved to
based on exchange rate of 1US$
stop by to visit Klamath Falls City’s
its present location in 1964. In
to 6.84 Yuan, correct at 6 August
geothermal facilities, which are
fact, sustainability has had a deep
2009.
always available for the public to
impact on the school’s develop-
Plug and Play Energy
access and tour.
ment itself, with the Geo-Heat
by Davide Coero Borga
But what would you notice just
Center being established in 1975,
walking around town? Not much,
followed by the Oregon Renew-
An old saying goes: “We learn to
says Tonya “Toni” Boyd, Assistant
able Energy Center in 2001.
become great from an early age.”
Director of the Geo-Heat Center,
Something
not
And the toys we are talking about
Oregon Institute of Technology.
notice, but residents surely appre-
in this article only confirm it. Even
“We do have a few artesian wells
ciate, is the chance to save money
these days, when we spend the
and you will see some steam com-
on home heating. Because of the
whole day chasing down low fares,
ing from some of our sewer vents.
natural, uneven availability of geo-
tormented about the energy bill
Klamath Falls has a public swim-
thermal resources, this is an option
and dissolving the legal tangles for
ming pool, open year round now,
for only a small part of the town
installing a photovoltaic roof.
that is heated with geothermal
but there are over 600 geothermal
Engineers and scientists confirm
water: you can see the steam ris-
wells in Klamath Falls.
that green energy exists! And it
ing from it at certain times of the
And that is not all: “OIT is work-
will be increasingly available to
year. Also, if it is cold outside and
ing
bigger
everyone with streamlined, easy-
the fountain is running, you can
power plant,” says Boyd. “It will
to-install systems. The password is
see a little bit of steam coming off
be around 1.2 MW. The City of
plug and play. Pending novelty, a
of the cooling tower located next
Klamath Falls is in the feasibil-
new generation of children is pre-
to the Center’s little geothermal
ity stage of looking into a power
paring for the future while having
power plant.”
plant also – I think they are looking
fun with green toys.
tion in the next decade. Notes 1
2
3
2007,
on
visitors
getting
might
their
Science at the toy store
125
195
oxygen 11 – 10.2010
126
Photoreport
Coming straight from America is
when he decided to make actual
the Renewable Energy Experiment
bricks out of it for the construction
Kit, produced by the Hammacher
of housing.
Green Power
Schlemer toy company. Its box
So why not focus on ”Mater-Bi”?
Hulk – the alter ego of the physicist
contains a wind turbine, solar cells,
It is made from cornstarch and
Bruce Banner – is a comic book
Solar energy sprouts wings
electrolytic cells, a dynamo, and
is completely bio-degradable. The
character created by Stan Lee,
Designing more efficient solar
everything necessary for an eight-
manufacturers of Ecotoys have
drawn byJack Kirby and published
panels would seem to be a mat-
year-old child to produce electric-
made it their flagship product:
by Marvel Comics.
ter of chemistry and electronics,
ity, store it in a rechargeable bat-
it is called Happymais and has
His first appearance was in 1962
but not for a group of engineers
tery and distribute it by means of a
achieved the most rigid quality
in The Incredible Hulk, but the
at the University of Florida who
card with a chip integrated into the
certifications. The way it works is
character has had many incarna-
were studying the properties of
toy to power small motors, colored
extremely simple - just moisten the
tions that represent other devel-
some insects, which could lead to
LEDs and other accessories. A mas-
cubes of Mater-Bi to attach them
opments of his fragmented and
a significant improvement in the
terpiece of eco-efficiency, except
to one another without any need
schizophrenic personality. To Stan
efficiency of photovoltaic panels.
for one detail that escaped the
for glue or paste.
Lee’s thinking, Hulk represented
According to Peng Jiang, a chemi-
manufacturers: the toy is powered
The American company Green
all the most hidden and intimate
cal engineer leading the project,
by AA batteries.
Toys produces a series of toys
aspects that a man usually conceals
the specific structures of the eyes
That is not so bad. There are cur-
made out of recycled plastic, com-
inside himself and that, suddenly,
of moths (“nocturnal butterflies”)
rently hundreds of energy toys
ing from collected milk containers.
explode violently, upsetting those
and the wings of cicadas could be
in production. Just choose: wind
The plastic material used (HDPE)
around him.
examples for the creation of a new
blades, mini-PVs, electrolytic cells
is a polymer that is more easily
When the character made his
generation of solar panels with an
and hydrogen engines have been
recyclable and is found most often
debut, his skin was gray and the
innovative anti-reflection coating
integrated into model trains, air-
among the post-consumption plas-
transformation took place only at
that’s completely waterproof.
planes, cars and vehicles of all
tic recovered through differenti-
night. After the very first issue, the
types and make. There are even
ated urban garbage collection.
decision was made to associate
enthusiasts who congregate on
Lastly and again from the United
the color green with his skin (due
Sunday afternoons to challenge
States, a real gem: SEE Toys, which
to printing difficulties created by
one another on improvised circuits
were developed by the designer
the use of gray) and so, heeding
with do-it-yourself eco-prototypes.
Sun Yu of the Zen Design Group in
the saying “green with rage”, to
More novelties come from Japan.
Berkley, Michigan. Does your child
impose the transformation every
Once again, dealing with green
get too wild when playing? Don’t
time that Dr. Bruce Banner was
toys, Tom’s MIC/CP has launched
worry, you can save on the bat-
subjected to a stressful situation
the product called “Earth Block,”
teries. The SEE Toys (an acronym
leading to rage.
little building blocks that are simi-
that stands for “Safety, Ecology,
lar to Lego but are made from
Economy”) are able to convert the
Jardins de couleur
biomass. At the Tokyo Toy Show,
child’s kinetic energy into electric
Since 1992, the International Gar-
the company presented a Buddha
power required for operating the
den Festival in Chaumont-sur-Loire
statue made entirely out of bio-
toys. By turning a crank for 60
has offered a breathtaking over-
mass and it was a huge success. So
seconds you get 15 minutes of
view of the latest developments in
much so that Bandai, the historical
electric energy.
global landscape creation. In its 19
Japanese company that created
This nostalgically brings to mind
seasons, 400 “prototypes” of the
Tamagotchi and Power Rangers,
the “Manuela,” that glorious
gardens of tomorrow have been
to name just a few, wanted to
crank-operated sewing machine
made, offering art, new blossoms,
use the same material to make
that became so popular in the
new materials and innovative ideas
the little “surprise” Gatcha Gatcha
‘60s. The original models made
and approaches.
balls – also reusable as small pots
of tin and plastic are still for sale
The diversity, creativity and quality
for plants.
on-line for all interested collectors.
of the project have all helped so
new generation of landscape artists, architects, scenery designers,
The Earth Block idea is not new.
that the reputation of the festi-
At least, not outside the world
val has spread around the world,
of toys. In fact, the first to use
making it a major event for the
biomass was Jim Hallock, in 1994,
presentation of the works of a
gardeners...
195X270paneuropen:Layout 1
11-10-2010
15:43
Pagina 1
WE’RE ALREADY WHERE YOU’D LIKE TO GET TO. A SUSTAINABLE FUTURE.
ENEL GREEN POWER FROM ENEL. A WORLD LEADER IN RENEWABLE ENERGY. Enel Green Power is the Enel Group company dedicated to generating power only from renewable sources. With plants in 16 countries around the world, and production of more than 20 billion kWh of power from wind, sun, water and geo-thermal heat, Enel Green Power is a world leader. Every year, Enel Green Power saves around 14 million tonnes of CO 2* emissions. A figure that can only grow as Enel Green Power heads towards an even more sustainable future. Which is probably the same direction you would like to take. www.enel.com *Source: Sustainability Report 2009.
Oxygen è stampata su carta UPM Fine 120 gsm, certificata EU Flower.
Il marchio EU Flower garantisce che l’intero ciclo di vita del prodotto ha un impatto ambientale limitato, a partire dalla scelta delle materie prime fino alla lavorazione, e dal dispendio energetico allo smaltimento dei rifiuti.
Per le riproduzioni grafiche e fotografiche appartenenti alla proprietà di terzi inserite in quest’opera, l’Editore è a disposizione degli aventi diritto, nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti bibliografici.
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