08 — 12.2009 La scienza per tutti
Connect the dots Missione meno emissioni Intervista a Rajendra K. Pachauri The Long and Winding Road: da Kyoto a Copenhagen, e dopo? di Pino Buongiorno
I tre pilastri del nuovo patto sul clima di Sheila Olmstead e Robert Stavins
Italia-Cina: un modello per il dopo Copenhagen
Riscaldamento globale: il momento della responsabilità di Richard A. Muller
Photoreport 100 luoghi da ricordare (prima che scompaiano?)
La rinascita del nucleare
Errori e leggende sul clima che cambia
di Patrick Moore
di Stefano Caserini
Obiettivo zero emissioni
Una regione al sole
di Corrado Clini
La possibilità di un’isola: Samsø, Danimarca di Søren Hermansen Intervista a Fatih Birol
La fine dell’era del petrolio di Pino Buongiorno
di Livio Vido
di Mario Pagliaro
006 Nota dell’editore 007 Editoriale
030-031 Photoreport
Ma che caldo fa
060-064
Obiettivo zero emissioni di Livio Vido
032-038 008 – 011 Connect the dots
Missione meno emissioni
La possibilità di un’isola: Samsø, Danimarca di Søren Hermansen
012-019 Intervista a Rajendra K. Pachauri
039
The Long and Winding Road: da Kyoto a Copenhagen, e dopo?
040-046 Intervista a Fatih Birol
di Pino Buongiorno
I Porti Verdi Enel
di Sheila Olmstead e Robert Stavins
100 luoghi da ricordare (prima che scompaiano?)
Il mappamondo
Errori e leggende sul clima che cambia
091
di Stefano Caserini 082-085
di Pino Buongiorno
Una regione al sole di Mario Pagliaro
di Richard A. Muller
086-087 Oxygen versus CO2
Rotterdam: energie non sprecate
024-029
Italia-Cina: un modello per il dopo Copenhagen
054-058
di Corrado Clini
di Patrick Moore
La rinascita del nucleare
Incredibile Enel, il tour dell’energia 092-093 Traveller
Una terra (più) verde
048-052
Riscaldamento globale: il momento della responsabilità
090 La scienza dal giocattolaio
076-080
La fine dell’era del petrolio
020 – 023
I tre pilastri del nuovo patto sul clima
066-075 Photoreport
088-089 Photoreport
Perché le zebre hanno le strisce?
094-095 I luoghi della scienza
Biosphere 2: tutta la Terra in 10.000 metri quadrati 098 – 127 English version
immagine di copertina
direttore responsabile
Mammatus Clouds III (3), Nebraska, USA, giugno 2008. © Camille Seaman
Gianluca Comin
rivista trimestrale edita da Codice Edizioni
studiofluo
presidente Vittorio Bo
direttore editoriale Vittorio Bo
Oxygen nasce da un’idea di Enel, per promuovere la diffusione del pensiero e del dialogo scientifico.
art direction impaginazione Enrico Martino
comitato scientifico
coordinamento
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Giulio Ballio Roberto Cingolani Fulvio Conti Derrick De Kerckhove Niles Eldredge Paola Girdinio Piero Gnudi Helga Nowotny Telmo Pievani Francesco Profumo Carlo Rizzuto Robert Stavins Umberto Veronesi
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stampa
collaboratori
Officine Grafiche Artistiche Grafart, Venaria (Torino)
ricerca iconografica studiofluo
managing editor
Davide Coero Borga Andrea Milano Michelle Nebiolo Eva Romero
traduzioni Susanna Bourlot Laura Culver Gail McDowell Michelle Nebiolo
distribuzione esclusiva per l’Italia Arnoldo Mondadori editore via Bianca di Savoia 12 20122 Milano t +39 02 754 21 f +39 02 754 22 584
sede legale, direzione, pubblicità e amministrazione Oxygen c/o Codice Edizioni via Giuseppe Pomba 17 10123 Torino t +39 011 197 00 579 f +39 011 197 00 582 oxygen@codiceedizioni.it www.oxygenmag.it © Codice Edizioni. Tutti i diritti di riproduzione e traduzione degli articoli pubblicati sono riservati.
Hanno contribuito a questo numero
Fatih Birol
Corrado Clini
Sören Hermansen
Richard A. Muller
Rajendra K. Pachauri
Mario Pagliaro
Robert Stavins
Nato ad Ankara nel 1958, è il capo-economista dell’Agenzia internazionale per l’energia, che ha sede a Parigi. È anche il direttore del “World Economic Outlook”, la pubblicazione più autorevole per l’analisi dei mercati energetici. In precedenza, ha lavorato per sei anni nella segreteria dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) a Vienna.
Direttore generale del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, oltre che vicepresidente dell’Agenzia europea dell’ambiente, presidente dell’organizzazione intergovernativa “Regional Environment Center” di Budapest, presidente della Global BioEnergy Partnership G8+5, vicepresidente della Partnership internazionale per l’economia all’idrogeno, visiting professor alla Tshingua University di Pechino, senior research fellow presso il Center for International Development all’Università di Harvard e presidente del Comitato europeo ambiente e salute.
Direttore dell’Energia Akademiet di Samsø (Danimarca), da anni lavora per rendere l’isola energeticamente indipendente e porta la sua esperienza in giro per il mondo come consulente di enti e istituzioni. È stato nominato “Eroe dell’ambiente” del 2008 dalla prestigiosa rivista “Time”.
Oltre all’attività di docente e alla ricerca accademica presso il Dipartimento di fisica dell’Università della California di Berkeley, Muller è un appassionato divulgatore e un fidatissimo consulente del Dipartimento della difesa del governo americano. Il suo libro Fisica per i presidenti del futuro (Codice Edizioni, 2009) è tratto dal famoso e pluripremiato ciclo di lezioni che ha tenuto proprio alla Berkeley.
Economista e scienziato indiano, dal 2002 è presidente del Panel internazionale sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC). Pachauri è direttore generale del TERI, l’istituto per l’energia e la ricerca di Nuova Delhi che si batte per la promozione dello sviluppo sostenibile. Il 10 dicembre 2007 ha ricevuto, per conto dell’IPCC, il Premio Nobel per la pace insieme all’ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore.
Ricercatore chimico al CNR e docente di management alla Scuola superiore della pubblica amministrazione, coordina a Palermo le attività del Polo fotovoltaico della Sicilia. È co-autore di nove libri e decine di articoli scientifici. Alcune delle scoperte del suo gruppo di ricerca sono commercializzate su scala globale.
Titolare della cattedra “Albert Pratt” di economia e amministrazione pubblica alla Harvard Kennedy School, direttore dell’Harvard Project on International Climate Agreements, membro del think tank Resources for the Future e ricercatore associato al National Bureau of Economic Research. È stato presidente dell’Environmental Economics Advisory Committee dell’Environmental Protection Agency (EPA) degli Stati Uniti e lead author dell’Intergovernmental Panel on Climate Change.
Pino Buongiorno Vicedirettore del settimanale “Panorama”, è stato inviato speciale, corrispondente dagli Stati Uniti e capo della redazione romana. Di recente ha curato la raccolta di saggi Il mondo che verrà. Idee e proposte per il dopo G8 (Università Bocconi Editore), tradotto anche in inglese.
Stefano Caserini Docente al Politecnico di Milano, svolge da anni attività di ricerca nel settore dell’inquinamento dell’aria e dei cambiamenti climatici. È consulente di enti pubblici e privati, ha collaborato alla revisione del Quarto rapporto IPCC – Terzo gruppo di lavoro, ed è autore di decine di pubblicazioni scientifiche e del libro A qualcuno piace caldo. Errori e leggende sul clima che cambia (Edizioni Ambiente).
Co+Life Creata da Stine Norden e Søren Rud, due fotografi che si sono dedicati alle questioni culturali e ambientali, Co+Life è una casa editrice creativa che promuove la fotografia internazionale di alto livello attraverso libri, esposizioni ed eventi, come la mostra fotografica Earth from Above di Yann Arthus-Bertrand, che ha avuto risonanza mondiale.
Patrick Moore Tra i leader del movimento ambientalista internazionale da oltre 30 anni, è stato uno dei membri fondatori di Greenpeace. Più di recente, Moore si è concentrato sulla promozione della sostenibilità e sulla ricerca di punti d’incontro tra interessi contrastanti. Oggi è consulente di governi e industrie, oltre che presidente e alla guida degli scienziati della Greenspirit Strategies Ltd. di Vancouver.
Sheila Olmstead Professore associato di economia ambientale alla Yale School of Forestry & Environmental Studies e ricercatrice presso il think tank Resources for the Future. I suoi interessi di ricerca riguardano il campo dell’economia e delle politiche delle risorse naturali e ambientali, inclusi la gestione delle risorse naturali e il controllo dell’inquinamento.
Camille Seaman Dopo aver studiato fotografia con Jan Groover, ha frequentato master workshop con Steve McCurry, Sebastião Salgado e Paul Fusco. Le sue foto le sono valse molti premi, tra cui il premio National Geographic (2006) e il premio Critical Mass nella categoria Top Monograph (2007). Nel 2008 ha avuto l’onore di presentare una mostra personale, “The Last Iceberg”, alla National Academy of Sciences di Washington DC. Il suo progetto attuale riguarda la bellezza degli ambienti naturali in Siberia.
Livio Vido Direttore della Divisione ingegneria e innovazione del Gruppo Enel dal 2008, è responsabile della gestione di tutte le attività di ingegneria e costruzione di centrali termiche, nucleari e innovative. La divisione comprende anche l’area Ricerca, che gestisce numerosi progetti innovativi, dalla cattura e stoccaggio della CO2 all’iniziativa e-mobility.
Nota dell’editore
Editoriale Un contributo da Copenhagen per un mondo migliore
006
A pochi giorni dalla conferenza di Copenhagen, l’attualità del tema ambientale è ormai evidente in tutta la sua importanza e nel pieno della sua complessità. Gli effetti dei cambiamenti climatici si moltiplicano: la fusione dei ghiacci, la desertificazione, l'inasprirsi degli eventi estremi sono segnali che non possiamo più permetterci di non raccogliere. Stiamo realizzando, soprattutto, che gli ecosistemi sono vere e proprie infrastrutture e ne stiamo percependo la necessità per un migliore sviluppo economico e sociale: così come un ponte è un’infrastruttura, anche il fiume sottostante lo è. Entrambi supportano la nostra vita, entrambi richiedono manutenzione, entrambi hanno un costo, entrambi richiedono accordi su vasta scala per evitare problemi. Ragionare in termini di infrastrutture porta a pensare in termini di spesa, durata e responsabilità: e quando abbiamo un problema con le infrastrutture lo risolviamo con l’aiuto della scienza, dell’ingegneria, con la collaborazione e con accordi che spesso coinvolgono sia il settore pubblico sia quello privato, e i finanziamenti. Le stesse modalità devono ora applicarsi alle infrastrutture della natura, perché se è vero che la nostra civiltà ha causato il riscaldamento globale, la stessa civiltà ne è la soluzione. La scienza rappresenta la nostra unica reale via di intervento, suggerendoci cosa, come e quando farlo, in nome di un pragmatismo non filtrato dalle ragioni - diverse - della politica, ma costruito sulla base di dati oggettivi. Nello stesso tempo i legami con la politica non possono che accrescere: gli sforzi per ridurre la bolletta energetica in capo a famiglie e aziende possono portare ad au-
mentare l'occupazione, grazie alla creazione di nuovi posti di lavoro nei settori della nascente green economy, creando una sinergia - tra ambientalismo ed economia - che si potrà basare sulle quelli che sono da sempre i punti di forza di un sistema industriale moderno: ricerca, innovazione, imprenditorialità. Altrettanto importante sarà varare una politica culturale e informativa attenta: il tema del clima dimostra quanto sia importante il connubio fra politica/comunicazione sociale e cultura. Soltanto una politica culturale attenta consentirà, infatti, di operare una vera e propria rivoluzione energetica, un movimento continuo e diffuso che passa attraverso la produzione come attraverso il consumo, attraverso la condivisione come attraverso la scelta individuale. Senza questa spinta educativa, chi non possieda una conoscenza approfondita riguardo l’emergenza ambientale e le migliorie offerte dall’energia alternativa potrebbe infatti non cogliere gli effetti positivi che sarebbero apportati da questa nuova concezione, per loro natura non immediatamente tangibili. Gli interessi dei singoli paesi dovranno in tal senso convergere verso un unico comune obiettivo: diffondere la possibilità di un futuro migliore mediante una nuova cultura dell’energia. Tenendo ben presente un dato che non è una certezza, ma può rappresentare una speranza: tutti noi, singolarmente e nella nostra complessità derivante dal nostro ruolo nell’ecosistema, saremo trasformati dai nostri sforzi per la stabilizzazione del clima più di quanto ci abbiano cambiati le molte innovazioni tecnologiche dell’ultimo secolo. Vittorio Bo, Direttore Editoriale
Le imprese energetiche di tutto il mondo stanno sostenendo investimenti rilevanti, con ritorni molto dilazionati nel tempo, per introdurre tecnologie amiche dell’ambiente e nello stesso tempo produrre in modo sempre più efficiente l’energia di cui abbiamo bisogno. Si tratta di un’opera complessa e faticosa che richiede dimensioni di scala rilevanti e un grande capitale umano, unito alla capacità di muoversi su più fronti. Occorre battere tutte le strade: dall’efficienza energetica alle nuove tecnologie per la generazione da fonti alternative, passando per le fonti rinnovabili, il nucleare di terza generazione avanzata, la generazione distribuita, la cattura e il sequestro dell’anidride carbonica. Per vincere questa sfida le imprese hanno bisogno di un quadro di regole di riferimento che permetta di quantificare e gestire i rischi connessi ai loro investimenti. Si può ben dire che da questo punto di vista la difesa dell’ambiente e la crescita economica sono facce della stessa medaglia. Sarebbe infatti illusorio tentare di combattere il cambiamento climatico dimenticando di creare le condizioni economiche per sostenere la ricerca, l’innovazione e gli investimenti del settore privato. Ad oggi non sappiamo quale esito avrà la conferenza sul clima di Copenhagen. Sappiamo però con certezza che le imprese energetiche devono poter contare su condizioni competitive il più possibile uniformi in tutto il mondo, e che solo la piena realizzazione di questo obiettivo permetterà loro di creare sviluppo, innovazione e occupazione, sostenibile nel lungo periodo. D’altro canto, è innegabile il fatto che la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, per es-
sere efficace, deve essere progettata e raggiunta su scala globale. Soluzioni parziali avrebbero il difetto di introdurre pericolose distorsioni competitive e, soprattutto, renderebbero impossibile ottenere risultati apprezzabili. Il coinvolgimento di tutti i paesi del mondo nella lotta al cambiamento climatico può essere ottenuto solo introducendo obiettivi di contenimento delle emissioni ragionevoli e raggiungibili, nel rispetto del fatto che responsabilità e capacità sono comuni a tutti. In questo contesto, rivestono particolare importanza i meccanismi flessibili (CDM, JI) che consentono di trasferire tecnologie verso paesi in via di sviluppo, laddove il potenziale di riduzione delle emissioni è più elevato a parità di sforzo economico, senza comprometterne la crescita. Abbiamo dunque bisogno di una grande alleanza tra governi e settore privato per disegnare regole nuove che garantiscano la riduzione delle emissioni, assicurando nel contempo un vantaggio economico alle imprese capaci di introdurre innovazioni tecnologiche. Non dobbiamo dimenticare che il settore privato dovrà farsi carico della quasi totalità dello sforzo di riduzione delle emissioni atteso nei prossimi decenni e non possiamo quindi concepire un sistema che non lo coinvolga in modo costruttivo. I governi di tutto il mondo sono chiamati a creare le condizioni per la nascita di un mercato della CO2 moderno, liquido, trasparente, globale, nel quale tutti gli attori possano progettare e realizzare investimenti per dare un contributo concreto alla costruzione di un mondo migliore. Fulvio Conti, Amministratore Delegato e Direttore Generale, Enel
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Connect the dots
Connect the dots
Missione meno emissioni Numeri, statistiche, stime e dati utili a capire il problema delle emissioni di CO2, le loro cause, gli effetti e i costi che producono. E le possibili azioni da intraprendere. Al più presto…
1. Le prime 10 nazioni
emettitrici di CO2 costituiscono i due terzi (il 67,2%) del totale mondiale delle emissioni annue (pari a 28.431.741 migliaia di tonnellate). Cina e Stati Uniti insieme superano il 40% delle emissioni totali, gli stati dell’Unione Europea arrivano al 13,8%. Secondo i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA), le emissioni di gas serra nei paesi UE nel 2008 sono diminuite per il quarto anno consecutivo, specialmente quelle dovute ai combustibili fossili.
2. Secondo il recente Climate Change Risk Report 2009/2010 della società di ricerca inglese Maplecroft, l’Australia è il paese con le più alte emissioni pro capite di anidride carbonica (20,58 tonnellate), seguito da Stati Uniti (19,8) e Canada (18,81). In Cina le emissioni sono di 4,51 tonnellate all’anno per persona. In Australia, quindi, le emissioni pro capite sono quasi cinque volte più alte rispetto alla Cina, ma a livello complessivo quest’ultima ha emissioni circa 20 volte superiori a quelle australiane. I dati dell’International Energy Agency (IEA) – relativi al 2007 – mostrano uno scenario diverso e sono riportati nell’istogramma di pagina 10.
3. Secondo il “Climate Change Performance Index” del German Watch, il rapporto internazionale che valuta gli interventi positivi e strutturali di ogni singola nazione per limitare il riscaldamento globale, tra i 57 paesi a maggiori emissioni di CO2 (che producono oltre il 90% dei gas serra a livello mondiale) i più “virtuosi” sono Svezia, Germania e Francia, che guidano la classifica, seguiti da India e Brasile. L’Italia è solo al 44° posto (ma è il decimo emettitore mondiale), mentre le ultime posizioni sono di Arabia Saudita, Canada e USA.
4. Rispetto agli obiettivi concordati a Kyoto, l’Italia è l’ultima tra i paesi UE a livello di impegno. Secondo uno studio di Ecofys, con un investimento di quattro miliardi di euro all’anno (lo 0,2% del PIL) l’Italia potrebbe ridurre le proprie emissioni di CO2 del 29% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, raggiungendo così l’obiettivo del 30% (in presenza di un accordo globale a Copenhagen), come previsto dall’Unione Europea nel “Pacchetto clima ed energia”.
5. Nel 2007, in Italia le emissioni totali di gas a effetto serra sono ammontate a 553 milioni di tonnellate equivalenti di CO2. Primo responsabile delle emissioni è stato il settore industriale (26%), seguito da quello della fornitura energetica (25%), dai trasporti (23%) e dall’edilizia (16%).
Il planisfero “deformato” in funzione delle emissioni totali di CO2 dei singoli stati. Fonte dati: International Energy Agency (IEA) CO2 Emissions from Fuel Combustion, dati 2007, pubblicati il 6 ottobre 2009. © Copyright 2009 SASI Group (University of Sheffield) & Mark Newman (University of Michigan).
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Connect the dots
5%
Emissioni pro capite di CO2. Fonte: International Energy Agency (IEA), dati 2007 in tonnellate di CO2.
Emissioni totali di CO2. Fonte: Carbon Dioxide Information Analysis Center (CDIAC) – Nazioni Unite, dati 2006.
15 %
010 LUSSEMBURGO STATI UNITI AUSTRALIA CANADA FINLANDIA REPUBBLICA CECA RUSSIA OLANDA IRLANDA COREA DEL SUD
22.4
20 %
19.1 18.8
19.1
17.4 12.2 11.8 11.2 11.1 10.1 10.1 0
6. Secondo il WWF, il settore industriale italiano potrebbe risparmiare il 44% delle emissioni migliorando l’efficienza energetica e la produzione combinata di calore ed elettricità. I trasporti potrebbero risparmiarne il 36%, con mezzi più efficienti e favorendo il trasporto pubblico, e l’edilizia il 35%, con isolamento termico e progettazione degli edifici migliori. Una riduzione del 33% potrebbe venire dall’agricoltura, e un meno 46% nel settore della fornitura energetica, migliorando l’efficienza presso gli utenti finali, aumentando l’uso delle energie rinnovabili, sfruttando metodi di cattura e stoccaggio di CO2 per ogni impianto a combustibile fossile.
5
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15
7. Le stime della FAO, dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) prevedono che i costi economici, sanitari e sociali legati ai cambiamenti climatici e all’inquinamento potrebbero arrivare al 5% del PIL globale entro la fine di questo secolo. A pagare le conseguenze maggiori, secondo la Banca mondiale, saranno i paesi in via di sviluppo: 100 miliardi di dollari all’anno fino al 2050.
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8. Secondo il fisico tedesco Hans Joachim Schellnhuber, per contenere l’aumento della temperatura mondiale sotto i 2°C non si dovranno emettere più di 750 miliardi di tonnellate di CO2 nei prossimi 40 anni, circa 110 tonnellate per ogni abitante del Pianeta (stando all’attuale popolazione mondiale). Se si considerano le previsioni di un aumento del 40% della popolazione mondiale entro il 2050, le tonnellate pro capite scendono a 85. Attualmente ogni abitante dell’Unione Europea emette in media 11 tonnellate di CO2 annue.
9. L’Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite (IPCC) stima che la temperatura superficiale globale del pianeta sia aumentata di 0,74 ± 0,18°C durante gli ultimi 100 anni, fino al 2005. Per il futuro e se non ci saranno drastici interventi di riduzione delle emissioni, le proiezioni dell’IPCC indicano che la temperatura media superficiale del pianeta si dovrebbe innalzare di circa 1,1-6,4°C nel corso del secolo. Si stima che ogni tonnellata di CO2 emessa contribuisca all’innalzamento della temperatura globale di 0,0000000000015°C.
10. Per una simulazione in tempo reale delle emissioni di CO2 di ogni nazione del mondo: www.breathingearth.net Per informazioni generali sulla conferenza di Copenhagen e per verificare con il “Climate Quiz” le vostre conoscenze sul problema del riscaldamento globale: en.cop15.dk. Per calcolare la vostra impronta carbonica: www.carbonfootprint.com Per consigli su come risparmiare energia e ridurre le emissioni: www. energysavingtrust.org.uk
10 %
CINA STATI UNITI RUSSIA INDIA GIAPPONE GERMANIA GRAN BRETAGNA CANADA COREA DEL SUD ITALIA IRAN MESSICO SUD AFRICA FRANCIA ARABIA SAUDITA AUSTRALIA BRASILE SPAGNA INDONESIA UCRAINA
21.5% 20.2% 5.5% 5.3% 4.6% 2.8% 2.0% 1.9% 1.7% 1.7% 1.6% 1.6% 1.5% 1.4% 1.3% 1.3% 1.2% 1.2% 1.2% 1.1%
Intervista a Rajendra K. Pachauri
The Long and Winding Road: da Kyoto a Copenhagen, e dopo?
di Pino Buongiorno
ÂŤIl miglior risultato possibile a Copenhagen? Tagli fra il 25 e il 40% nelle emissioni entro il 2020 e il finanziamento e trasferimento delle tecnologie dai ricchi ai poveriÂť. Conversazione con Rajendra K. Pachauri, presidente del Panel intergovernativo sul cambiamento climatico e Nobel per la pace 2007.
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A fine ottobre si è dichiarato «cautamente ottimista». Parlando in video-conferenza dall’isola indonesiana di Bali ai congressisti del World Business Forum, riuniti a Milano, Rajendra Pachauri, 69 anni, premio Nobel per la pace 2007 condiviso con l’ex vicepresidente americano Al Gore, ha fatto sentire chiaro e forte il suo “messaggio di speranza” in vista della conferenza di Copenhagen sul cambiamento del clima (7-18 dicembre). «Pensare in verde: ecco il colore della strategia economica del XXI secolo», ha spiegato per oltre un’ora. Nemmeno un mese dopo, intervistato nel suo ufficio di Nuova Delhi, zeppo di trofei di cricket, il suo sport preferito, e di foto con i grandi della Terra (la più vistosa è quella con Bill Clinton), il premio Nobel appare deluso. «Oggi sono meno ottimista», esclama. «Temo che
The Long and Winding Road: da Kyoto a Copenhagen, e dopo?
non si faranno adeguati progressi». Cosa è successo nelle ultime settimane da far cambiare idea e umore al presidente del Panel intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC, secondo la sigla inglese), organizzazione di 2500 scienziati fondata nel 1988 sotto l’egida dell’ONU che ha determinato e documentato senza ombra di dubbio il riscaldamento del Pianeta? L’ultimo rapporto, datato novembre 2007, ha messo in guardia i governi di tutto il mondo sul fatto che, senza rapide contromisure, il riscaldamento globale porterà in un futuro non distante allo scioglimento dei ghiacci, alla sommersione delle isole-nazioni, come le Maldive e le Seychelles, all’estinzione di un quarto delle specie del mondo e alla riduzione della metà della produzione agricola dell’Africa per effetto della desertificazione. Il risultato complessivo potrebbe
essere il crollo del 5% del PIL globale, già messo a dura prova dalla crisi finanziaria e dalla recessione in tre quarti del globo. Pachauri dirige il Panel intergovernativo dal 2002 ed è stato rieletto nel settembre 2008. Ha ricevuto due Ph.D., in ingegneria industriale e in economia, dall’università statale del North Carolina. Ha iniziato la sua carriera come ingegnere meccanico prima di dedicarsi interamente all’energia. È direttore generale del Tata Energy Research Institute (TERI), è membro del consiglio direttivo dell’Indian Oil Corporation e dal 2001 è anche consulente economico del governo indiano. Ha lavorato alla Banca mondiale e al Programma di sviluppo delle Nazioni Unite. Oggi è considerato uno degli esperti più autorevoli, continuamente consultato dai governi e dalle organizzazioni internazionali.
«Gandhi ha capito per primo che stiamo distruggendo le risorse del Pianeta alla ricerca di quella che chiamiamo “prosperità”. Ha anche detto che tu devi essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo»
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Perché è davvero così urgente agire? Perché l’impatto del cambiamento del clima andrà peggiorando progressivamente. In questo momento non siamo nemmeno capaci di adattarci a questo impatto. In quale fase della battaglia ambientalista ci troviamo? Abbiamo una finestra di opportunità davvero corta. Se non arriviamo a una sensibile riduzione delle emissioni nei prossimi cinque o sei anni diventerà assai difficile mettere sotto controllo l’aumento della temperatura e i cambiamenti del clima nel prossimo futuro. Eppure a sentire gli scettici la situazione non sembra così allarmante. Come risponde a chi l’accusa di catastrofismo?
In un mondo libero tutti hanno diritto a manifestare le loro opinioni. Nella storia delle scoperte scientifiche è sempre successo che quando appare un nuovo corpo di conoscenze sbucano sempre gli scettici a mettere in dubbio le scoperte anche con prove tanto forti. Vorrei una parola finale. Qual è la causa principale del cambiamento climatico in base alle vostre ricerche? Negli ultimi 50 anni è stata principalmente l’azione dell’uomo a immettere nell’atmosfera i gas serra. I governi di tutto il mondo hanno capito la necessità di rimboccarsi le maniche ora e non domani? La maggior parte sì, anche se in alcuni casi l’azione non è stata così rapida.
Sono più sensibili le opinioni pubbliche o i governi? Ripeto: alcuni governi sono davvero lenti. Ecco perché l’opinione pubblica deve avere una parte più attiva aumentando le pressioni sui propri eletti. Le multinazionali, le aziende medie e piccole sono al passo con i nuovi tempi? Non tutte. Alcune si stanno muovendo, altre no. I grandi gruppi e le società di energia mi sembrano in genere più sensibili su questi temi e stanno cercando di adeguarsi. Speriamo che siano di buon esempio. La questione al centro delle dispute mi sembra abbastanza chiara: alcune nazioni ricche sono riluttanti a ridurre le emissioni di anidride carbonica mentre
quelle più povere richiedono soldi e tecnologie per combattere il riscaldamento globale. Come è possibile convincere i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo a trovare un punto d’incontro? Bisogna che l’opinione pubblica in tutto il mondo sia consapevole della realtà scientifica del cambiamento climatico e che ciascun paese operi al meglio delle proprie possibilità. Ecco perché nel quadro generale della convenzione sul clima abbiamo una norma per una responsabilità comune, ma differenziata. Non tutti i paesi hanno le stesse responsabilità. Ma, alla base di tutto, deve esserci una questione etica che va compresa sia da parte della gente sia da parte dei leader politici. È possibile stabilire il costo del trasferi-
mento delle tecnologie dai paesi ricchi a quelli in via di sviluppo? Non sono costi alti. Soprattutto se si fa riferimento a quello che il mondo ha speso per uscire dalla recessione: una somma vicina a 3000 miliardi di dollari. Io penso a una cifra simile a quella calcolata dal primo ministro inglese Gordon Brown: 100 miliardi di dollari l’anno sono più che sufficienti. Perché oggi è meno ottimista di ieri sulla buona riuscita del summit di Copenhagen? Uno dei principali fattori è l’America. Credo che il presidente Barack Obama voglia davvero imprimere una svolta, ma purtroppo non ha il tempo sufficiente a disposizione e forse ha messo troppe cose nella bilancia delle riforme.
Eppure spetta agli Stati Uniti fare molto di più per arrivare a un buon accordo. Obama non sta mantenendo le promesse fatte in campagna elettorale? Certamente deve fare molto di più. Chi lo sta frenando? Le lobby del petrolio? Non è un segreto che i lobbisti, che hanno a disposizione molti soldi, si stiano organizzando e stiano tentando di bloccare la legislazione nel Congresso. Questa è la verità. Obama deve mettere in gioco il suo peso politico altrimenti non avremo mai un buon accordo. Come giudica la recente svolta verde della Cina? A settembre, alle Nazioni Unite, il presi-
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dente Hu Jintao ha annunciato che entro il 2020 ridurrà l’intensità delle emissioni dei gas serra. Naturalmente ora mi aspetto che proponga anche delle cifre precise. E l’India? Il mio paese ha un piano d’azione nazionale molto ambizioso. La prima missione verde è l’energia solare che dovrebbe portare a sviluppare 20.000 watt nel 2022.
«Tutti devono realizzare che occorre camminare il più possibile oppure andare in bicicletta, usare i trasporti pubblici, tenere il riscaldamento e l’aria condizionata al minimo possibile. Occorre sempre pensare che ogni nostra azione ha un impatto sull’ambiente. Se siamo consci di questo faremo sempre la cosa giusta»
L’Europa continua a essere la prima della classe nelle battaglia contro il cambiamento climatico. Come se lo spiega? Contano la storia, la cultura e i valori degli europei. Le società europee hanno una lunga tradizione, hanno passato periodi difficili, sanno che le risorse sono limitate e dunque fanno molta attenzione nello spendere queste risorse. Qual è il risultato minimo che si aspetta dalla conferenza di Copenhagen? I paesi sviluppati devono prendere impegni precisi sulla necessità di ridurre le emissioni. Devono anche impegnarsi a finanziare il trasferimento delle tecnologie di cui hanno grande necessità i paesi in via di sviluppo. E il miglior risultato possibile? La roadmap identificata alla conferenza di Bali: tagli profondi nelle emissioni entro il 2020, qualcosa fra il 25 e il 40%, e naturalmente il finanziamento e il tra-
sferimento delle tecnologie dai ricchi ai poveri. Perché ripete tanto spesso che il Mahatma Gandhi è il principale ispiratore del suo lavoro? Perché ha capito per primo che stiamo distruggendo le risorse del Pianeta alla ricerca di quella che chiamiamo “prosperità”. Ha chiaramente percepito l’insostenibilità degli attuali margini di crescita economica e di sviluppo. Ma Gandhi è stato importante perché ha anche detto che tu devi essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. Dottor Pachauri, cosa fa lei personalmente per alleggerire le sue emissioni di CO2? Sono diventato un vegetariano. Consumo il meno possibile: anche se esco dal mio ufficio per cinque minuti spengo le luci. In generale tento di condurre una vita che essenzialmente si basa sul soddisfare i miei bisogni più che nel dilapidare beni e servizi. Cosa consiglierebbe al resto dell’umanità? Tutti devono realizzare che occorre camminare il più possibile oppure andare in bicicletta, usare i trasporti pubblici, tenere il riscaldamento e l’aria condizionata al minimo possibile. Occorre sempre pensare che ogni nostra azione ha un impatto sull’ambiente. Se siamo consci di questo faremo sempre la cosa giusta.
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I tre pilastri del nuovo patto sul clima
di Sheila Olmstead e Robert Stavins
Perché abbia successo, qualsiasi nuovo accordo internazionale sul clima firmato a Copenhagen dovrà contenere tre elementi imprescindibili. Per trovare un punto d’equilibrio tra politiche ambientali ed economia.
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Alla 15a Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si tiene a dicembre a Copenhagen, le nazioni proseguiranno i negoziati riguardanti l’accordo successivo al Protocollo di Kyoto del 1997, che scadrà nel 2012. Perché abbia successo, qualsiasi accordo fattibile successivo al Protocollo di Kyoto deve contenere tre elementi essenziali: il coinvolgimento significativo di un ampio numero di nazioni chiave industrializzate e in via di sviluppo, l’insistenza su un percorso a lungo termine di obiettivi riguardanti le emissioni e l’inclusione di politiche che operino attraverso il mercato, piuttosto che contro di esso. Cominciamo dalla necessità di un’ampia partecipazione. I paesi industrializzati hanno emesso la maggior parte del biossido di carbonio di origine umana presente nella nostra atmosfera, dunque non dovrebbero cominciare a ridurre le emissioni prima di chiedere ai paesi in via di sviluppo di dare il loro contributo? Anche se questo può sembrare sensato, ecco quattro motivi per cui il nuovo accordo sul clima deve coinvolgere tutti i principali produttori di emissioni – che siano paesi industrializzati o in via di sviluppo. Prima di tutto, le emissioni dei paesi in via di sviluppo sono in rapido aumento. Nel 2006, la Cina ha superato gli Stati Uniti, diventando la maggio1
re produttrice di emissioni di CO2 al mondo, e nell’arco del prossimo decennio i paesi emergenti potrebbero diventare responsabili di più della metà delle emissioni globali. Secondo, i paesi in via di sviluppo offrono le migliori opportunità di una riduzione a basso costo delle emissioni; la loro partecipazione potrebbe comportare una drastica riduzione dei costi totali. Terzo, gli Stati Uniti e molti altri paesi industrializzati potrebbero non impegnarsi a ridurre significativamente le emissioni senza la partecipazione dei paesi in via di sviluppo. Quarto, se si escludono questi ultimi, fino a un terzo delle riduzioni delle emissioni di carbonio dei paesi partecipanti potrebbero essere cedute a economie che non partecipano tramite lo scambio internazionale, riducendo i miglioramenti ambientali e spingendo le nazioni in via di sviluppo su una strada ancora più segnata dalle emissioni carboniche (il cosiddetto fenomeno del carbon leakage, la “fuga di carbonio”). I paesi in via sviluppo come possono partecipare all’iniziativa internazionale di ridurre le emissioni senza incorrere in costi che facciano deragliare il loro sviluppo economico? Potrebbero cominciare col porre degli obiettivi non troppo ambiziosi, e alzare il tiro via via che cresce il benessere del paese. Se questi “obiettivi di crescita” fossero combinati con un programma in-
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ternazionale di scambio di emissioni, i paesi in via di sviluppo potrebbero partecipare appieno senza incorrere in costi proibitivi (o addirittura a costo zero nel breve periodo). (Per un’analisi approfondita di questi obiettivi di crescita, si consiglia la relazione di Jeffrey Frankel, professore alla Harvard University, per l’Harvard Project on International Climate Agreements). 022
Il secondo pilastro di una riuscita politica sul clima dopo il 2012 consiste nel dare la giusta rilevanza al lungo periodo. I gas serra restano nell’atmosfera per decenni, addirittura per secoli, e c’è bisogno di un importante cambiamento tecnologico che abbassi i costi inerenti alla riduzione delle emissioni di CO2. Una soluzione economicamente efficiente implicherà obiettivi a breve termine fermi ma moderati, così da evitare che ampie parti del capitale azionario diventino prematuramente obsolete, e obiettivi a lungo termine flessibili ma più severi.
I tre pilastri del nuovo patto sul clima
Terzo, una politica sul clima globale post-2012 deve operare tramite il mercato invece che contro di esso. Per mantenere bassi i costi nel breve periodo e ridurli ulteriormente nel lungo grazie a un cambiamento delle tecnologie, bisogna accettare che gli strumenti politici basati sul mercato sono i mezzi migliori per ridurre le emissioni. Al momento proprio un approccio basato sul mercato, il cosiddetto “sistema capand-trade”, si sta rivelando l’approccio preferito dai paesi industrializzati. Secondo il sistema cap-and-trade, le fonti che hanno bassi costi di controllo possono assumersi altre riduzioni; in questo modo possono vendere i permessi non utilizzati a fonti con costi di controllo maggiori. L’Emission Trading Scheme dell’Unione Europea (EU-ETS), varato sotto il Protocollo di Kyoto, è il sistema di cap-and-trade più grande del mondo. A giugno, il governo federale degli Stati Uni-
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ti ha compiuto un importante passo avanti verso l’istituzione di una politica nazionale di capand-trade per ridurre le emissioni di CO2, grazie all’approvazione alla Camera dei Rappresentati dell’American Clean Energy and Security Act. Altri paesi industrializzati stanno istituendo o pianificando dei sistemi nazionali di cap-and-trade della CO2, ad esempio l’Australia, il Canada, il Giappone e la Nuova Zelanda. Se questi sistemi verranno collegati tra loro sotto un nuovo trattato internazionale sul clima, ci sarà un risparmio dei costi (grazie alle maggiori dimensioni del mercato), una maggiore liquidità, una riduzione della volatilità dei prezzi, un minore potere del mercato e un ridotto carbon leakage.
emissioni; di fatto è quel sembra stia accadendo ancor prima della stesura del nuovo accordo. Il Meccanismo di sviluppo pulito (Clean Development Mechanism, o CDM) permette alle parti nei paesi ricchi di acquistare dei crediti per la riduzione delle emissioni dai paesi in via di sviluppo, investendo in progetti di riduzione delle emissioni. Questi crediti possono essere usati per rispettare gli impegni all’interno dell’EUETS, e anche altri sistemi sembrano inclini ad accettarli.
I sistemi di cap-and-trade possono essere messi in collegamento diretto, il che esige una loro armonizzazione, o indiretto, legandoli a un sistema comune di crediti per la riduzione delle
I paesi che si riuniranno a Copenhagen a dicembre dovrebbero tener conto di questi tre elementi essenziali quando negozieranno il nuovo accordo sul clima. Un nuovo accordo che sia privo anche solo di uno di questi tre pilastri potrebbe rivelarsi troppo costoso, e dare troppi pochi benefici, per costituire un tentativo sensato di affrontare la minaccia del cambiamento globale del clima.
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1 — 3 Performance tcktcktck: conto alla rovescia sui cambiamenti climatici organizzato dal Global Humanitarian Forum in occasione del Climate Change Talks di Barcelona. 4 Novembre 2009. © tcktcktck 4 — 6 Mato Grosso. Sul margine della foresta Amazzonica © LeoFFreitas
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Italia-Cina: un modello per il dopo Copenhagen
di Corrado Clini
L’Italia, attraverso il programma di cooperazione ambientale con la Cina, ha realizzato un modello di partenariato bilaterale molto efficace per i risultati raggiunti per lo sviluppo sostenibile cinese e per gli effetti indotti sulle imprese italiane.
I 18 paesi più sviluppati del Pianeta, in occasione del G8 dell’Aquila, hanno assunto la decisione di ridurre entro la metà del secolo le emissioni globali di anidride carbonica in modo da limitare l’aumento della temperatura media globale entro due gradi rispetto ai valori precedenti alla Rivoluzione industriale. Questo obiettivo richiede un impegno di tutte le principali economie del mondo per ridurre in modo drastico il contributo dei combustibili fossili (petrolio, gas e carbone) ai consumi globali di energia, attraverso lo sviluppo e la disseminazione delle tecnologie per l’efficienza energetica e la cattura e il sequestro del carbonio, le fonti rinnovabili, i biocombustibili, il nucleare. In altre parole, Copenhagen non deve ripetere l’errore del Protocollo di Kyoto, che impegna solo alcuni paesi a ridurre le proprie emissioni, senza vincolare né l’economia più sviluppata del Pianeta – gli Stati Uniti –, né le economie emer-
genti dell’Asia e del Sud America, dove i consumi energetici e le emissioni crescono e sono destinati a crescere in modo rilevante. La domanda di energia cresce in Asia e Sud America per assicurare alle popolazioni e all’economia la disponibilità di energia, che rappresenta una chiave essenziale per lo sviluppo sostenibile e l’uscita dalla povertà. E nessuno può chiedere a questi paesi di precipitare nel sottosviluppo per salvare il Pianeta. D’altra parte, senza il loro contributo la riduzione delle emissioni globali è un puro miraggio. Questi paesi devono quindi essere la sede privilegiata per la disseminazione e lo sviluppo delle tecnologie a “bassa intensità di carbonio” in grado allo stesso tempo sia di sostenere la crescita economica, sia di ridurre le emissioni, secondo il modello di decoupling tra aumento del PIL e riduzione dei consumi di combustibili fossili. In questa prospettiva, secondo la Banca mondia-
le, si collocano le misure finanziarie adottate nel 2009 dalla Cina, dal Brasile e dalla Corea del Sud per combattere la crisi economica e sostenere la crescita anche attraverso lo sviluppo delle tecnologie innovative a basse emissioni: nel 2009, la Cina con 400 miliardi di dollari investiti è la “locomotiva mondiale” dell’economia verde. Ma, come ha ricordato il presidente cinese Hu Jintao all’assemblea generale delle Nazioni Unite di settembre, la Cina non può sostenere da sola la ripresa economica mondiale e la sfida per la protezione dell’ambiente globale, e ha bisogno di forti partenariati tecnologici. In questa prospettiva, l’Italia, attraverso il programma di cooperazione ambientale del Ministero dell’ambiente, ha realizzato un modello di partenariato molto efficace per i risultati raggiunti e per gli effetti indotti sulle imprese italiane. La nostra collaborazione risale al 1999, quando il Ministero dell’ambiente cinese chiese la
nostra collaborazione per la strategia per lo sviluppo sostenibile della Cina. Alla fine degli anni Novanta, la Cina aveva appena avviato la politica interna per la protezione ambientale, sollecitata da un inquinamento opprimente e pericoloso. Tuttavia, a livello internazionale la credibilità dell’impegno cinese era assai scarsa, e molto pochi erano i paesi disposti a rischiare investimenti nella cooperazione ambientale con la Cina. Decidemmo di raccogliere la richiesta e la sfida cinesi. A partire dal 2000 questo programma di cooperazione ambientale si è sviluppato attraverso accordi bilaterali con i ministeri dell’ambiente, della scienza e della tecnologia, delle risorse idriche, delle foreste, con la Commissione per la riforma e lo sviluppo (NDRC), con l’Accademia delle scienze sociali (CASS), con le municipalità di Pechino, Shanghai, Souzhou, Tienjn, Xian, Lanzhou, Urumuqi,
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Italia-Cina: un modello per il dopo Copenhagen
«La domanda di energia cresce in Asia e Sud America per assicurare alle popolazioni e all’economia la disponibilità che rappresenta una chiave essenziale per lo sviluppo sostenibile e l’uscita dalla povertà. E nessuno può chiedere a questi paesi di precipitare nel sottosviluppo per salvare il Pianeta. Ma senza il loro contributo la riduzione delle emissioni globali è un puro miraggio»
con la regione autonoma del Tibet, con le Università di Tsinghua, Tongji e Jiaotong, con il World Expo 2010. Il lavoro integrato di esperti cinesi e italiani è stato identificato come infrastruttura per la preparazione e la realizzazione dei progetti comuni, e a questo fine è stata istituita fin dal 2000 una task-force permanente italo-cinese, con sedi a Pechino e Shanghai. L’identificazione dei progetti è stata preceduta dalla definizione del “quadro di riferimento paese” per le diverse macroaree: energia-ambiente, cambiamenti climatici, ambiente urbano e qualità dell’aria, gestione integrata delle acque, agricoltura sostenibile, eliminazione e sostituzione delle sostanze chimiche pericolose, lotta alla desertificazione, formazione e riqualificazione. Per la presentazione e discussione dei “materiali di base”, tra il 2001 e il 2004, abbiamo co-organizzato conferenze nazionali tematiche alle quali hanno partecipato rap-
presentanti ed esperti delle agenzie delle Nazioni Unite, della Banca mondiale, delle grandi aree urbane del pianeta, delle autorità di gestione dei grandi fiumi dal Gange al Mississipi. A queste conferenze, che hanno spesso introdotto per la prima volta in Cina le tematiche “chiave” della gestione ambientale, hanno partecipato anche molte imprese italiane. Inoltre, i progetti specifici per Pechino e Shanghai sono stati preceduti dalla nostra partecipazione attiva all’elaborazione delle strategie dei programmi per la gestione sostenibile delle Olimpiadi e del World Expo, e al Ministero dell’ambiente italiano è stato sempre riservato un ruolo di rilievo nelle conferenze e consultazioni internazionali preparatorie organizzate dalle municipalità di Pechino e Shanghai. Nell’ambito del “quadro di riferimento paese” e degli accordi bilaterali sono stati realizzati oltre 200 progetti per la protezione e conservazione delle risorse naturali, per la gestione integrata ed
efficiente delle risorse idriche, per la promozione dell’efficienza energetica nel settore delle costruzioni e in quello industriale, per la diffusione delle fonti rinnovabili nelle aree urbane e nelle zone rurali, per lo sviluppo e l’impiego delle tecnologie e dei sistemi di trasporto a basse emissioni, per la riduzione delle emissioni dei gas serra, per l’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose, per la diffusione di tecnologie e “buone pratiche” per l’agricoltura sostenibile, per la formazione in campo ambientale ed energetico delle classi dirigenti cinesi. Al fine di coinvolgere le imprese italiane e valorizzare le potenzialità delle nostre tecnologie, la partecipazione delle imprese italiane alla realizzazione dei programmi cofinanziati dal Ministero dell’ambiente è prevista come condizione dagli accordi bilaterali, e a questo fine le autorità cinesi hanno selezionato e selezionano – attraverso le procedure previste dalle leggi della Cina – le imprese italiane. Quelle che hanno scelto di condividere il programma e il metodo di lavoro del ministero, rischiando e investendo nella prospettiva dello sviluppo sostenibile della Cina, hanno consolidato negli anni la confidenza con il mercato cinese e la fiducia da parte delle autorità cinesi nella loro competenza e affidabilità. Queste imprese, incluse le società d’ingegneria che hanno accompagnato il programma del ministero nelle difficilissime condizioni dei primi anni di lavoro, rappresentano – anche per il continuo supporto
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Italia-Cina: un modello per il dopo Copenhagen
dell’Istituto nazionale per il commercio estero (ICE) – un punto di riferimento per le iniziative imprenditoriali italiane nella Cina di oggi. Il valore complessivo dei progetti realizzati o in corso di realizzazione è pari a 338 milioni di euro. Il Ministero dell’ambiente ha co-finanziato i progetti con 176 milioni di euro, attraverso contributi diretti alle istituzioni cinesi e mediante i Trust Funds istituiti presso la Banca mondiale e i Fondi multilaterali. Al co-finanziamento hanno partecipato le istituzioni cinesi, le imprese italiane selezionate dalle autorità cinesi che hanno partecipato alla realizzazione dei progetti, le agenzie delle Nazioni Unite, la Global Environment Facility, la Banca mondiale e il Fondo multilaterale del Protocollo di Montreal per la protezione della fascia di ozono, con almeno 162 milioni di euro. In molti casi, i progetti della cooperazione bilaterale hanno costituito il “volano” per ulteriori progetti affidati dalle autorità cinesi alle impre-
se italiane e senza il cofinanziamento del Ministero dell’ambiente, in settori chiave della crescita sostenibile dell’economia cinese: secondo una stima prudenziale, la dimensione economica di questi progetti supera i 900 milioni di euro. Pertanto, in 10 anni, il cofinanziamento di 176 milioni di euro da parte del ministero ha “mosso” investimenti per oltre 1240 milioni di euro per lo sviluppo e la diffusione in Cina di tecnologie sostenibili e a basse emissioni. Un risultato straordinario, in termini di valori assoluti, ma una “briciola” rispetto alla dimensione degli investimenti necessari per lo sviluppo sostenibile della Cina e rispetto ai programmi che sono già avviati: l’esperienza fatta colloca l’Italia in pole position nella sfida tecnologica e industriale che la Cina ha deciso di accettare. Ma a una condizione: confermare nei prossimi anni l’impegno per il partenariato bilaterale e sostenere le ragioni della Cina per la cooperazione tecnologica e contro il “protezionismo ambientale”.
photoreport
Ma che caldo fa
fotografia di François Lenoir
Il ghiaccio della Groenlandia si sta sciogliendo a un ritmo sempre più veloce. Lo dice un recentissimo studio pubblicato da “Science” e realizzato con due diversi tipi di rilevazioni satellitari. Lo strato di ghiaccio ha perso 1500 gigatoni (miliardi di tonnellate) dal 2000 al 2008, che hanno contribuito all’innalzamento del livello del mare di 0,46 millimetri all’anno (0,75 tra il 2006 e il 2008). Se l’accelerazione continua a questa velocità, il livello del mare è destinato a crescere di 40 centimetri (o di “soli” 18 se lo scioglimento è moderato) entro la fine del secolo, per solo effetto dei ghiacci della Groenlandia (che contengono una quantità d’acqua sufficiente a causare una crescita globale del livello del mare di sette metri).
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La possibilità di un’isola: Samsø, Danimarca
di Søren Hermansen
Al 100% autosufficiente e sostenibile dal punto di vista energetico e a emissioni zero, in soli dieci anni. La storia della rivoluzione verde sull’isola di Samsø raccontata dal suo protagonista. Act locally, think... locally?
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©Cameron Davidson/Corbis
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Nel 1997 Samsø, un’isoletta danese, fu scelta per dimostrare che era possibile convertire una comunità all’energia 100% rinnovabile nell’arco di dieci anni. Il progetto doveva basarsi su una tecnologia esistente e collaudata, su programmi di sovvenzione, su leggi e regolamenti danesi e infine sulla partecipazione diffusa e sulla proprietà condivisa. Negli anni Settanta la Danimarca aveva risentito della crisi del greggio e aveva successivamente deciso di non ricorrere al nucleare. Aveva invece sperimentato e indagato le possibilità di combinare le centrali elettriche a carbone e a gas preesistenti alle energie rinnovabili, ad esempio l’eolica, la solare e le biomasse, e aveva optato per un sistema di impianti produttivi decentralizzati,
La possibilità di un’isola: Samsø, Danimarca
come ad esempio centrali che provvedevano all’energia elettrica e al riscaldamento, o inceneritori a energia eolica che sfruttavano il calore in eccesso per riscaldare le città vicine. La Danimarca incoraggiò la ricerca sulla tecnologia rinnovabile e sostenne i produttori e gli acquirenti di aerogeneratori e di sistemi di energia rinnovabile. Questo portò a un’impressionante innovazione nel campo dello sviluppo, un progresso che andava verificato in un test su scala naturale. La scelta ricadde su Samsø perché è una comunità indipendente di 4200 persone. È una municipalità autonoma ed è isolata dal resto della Danimarca; quindi è facile da monitorare e studiare, almeno per quanto riguarda i risultati della trasformazione energetica.
All’inizio i suoi abitanti erano più o meno all’oscuro della decisione presa. Il livello d’informazione era alquanto basso, perciò gli abitanti non pensavano che la cosa li toccasse da vicino. La creazione di una ONG locale, l’Energy Office, nel 1998, portò a un contatto più diretto con il pubblico. La presenza di quell’ufficio nato con l’unico scopo di informare e coinvolgere la popolazione locale contribuì non poco al progresso del progetto. La gente era sinceramente interessata ma aveva bisogno di qualcuno che organizzasse le diverse alternative. I cambiamenti sono sempre difficili in una comunità piuttosto conservatrice. La gente del luogo sembrava esitare per abitudine: “Intanto stiamo a vedere cosa succede”, oppure
“Non mi va di essere il primo”, pareva essere l’atteggiamento locale. Ma il progetto doveva seguire un ritmo più veloce se si voleva raggiungere l’obiettivo del 100% di energia rinnovabile in soli 10 anni. L’energia eolica era già ben nota in Danimarca e a Samsø. Nel paese c’erano i mulini a vento da più di 300 anni, e le prime turbine eoliche per la produzione di elettricità erano state costruite negli anni Trenta del secolo scorso. Perciò fu facile far capire che i moderni aerogeneratori erano utili al progetto energetico dell’isola. Restava da decidere chi dovesse esserne proprietario e dove installarli. L’Energy Office presentò un piano in base al quale si sarebbe creata una proprietà condivisa locale in cui po-
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tesse investire chiunque fosse interessato. Grazie a questa possibilità, per il pubblico fu molto più facile comprendere la comparsa dell’energia eolica. Possedere una quota di una cooperativa di aerogeneratori è decisivo per accettare quelle pale nel paesaggio. Se ne siete proprietari anche voi, il loro aspetto vi sembrerà molto più gradevole che non se appartengono a qualcuno estraneo alla comunità. Le questioni ambientali, come l’impatto sul paesaggio e sull’avifauna, furono analizzate e discusse con serietà tra i proprietari e non sorse alcun disaccordo. Si pensa che siano barriere create da chi di solito non accetta gli aerogeneratori. Oggi 450 abitanti sono i proprietari degli 11 aerogeneratori della capacità di 11 MW. Pro-
La possibilità di un’isola: Samsø, Danimarca
ducono il 100% dell’elettricità consumata sull’isola. Le biomasse, invece, sono una risorsa che consiste nei prodotti di “scarto” del settore agricolo e forestale. La paglia dei campi di frumento viene usata per il riscaldamento, così come i trucioli che restano dopo il taglio del legname. A Samsø il 60% delle case è oggi riscaldato dai cosiddetti “impianti distrettuali di riscaldamento”, che pompano acqua calda nelle abitazioni da una centrale che usa le biomasse come carburante. Samsø ha ridotto l’uso di carburanti fossili di oltre il 75%. Il restante 40% delle case usa una combinazione di energia termica solare per l’acqua calda e biomasse o pompe di calore per il riscaldamento e la ventilazione, e molte di queste case posseggono delle quote degli aerogeneratori.
I trasporti sono invece più difficili da “strappare” alle tecnologie esistenti. Sappiamo che esistono le automobili elettriche, ma in realtà non sono ancora sul mercato, accessibili al pubblico normale. Nel frattempo abbiamo installato 10 aerogeneratori in mare con una capacità di 23 MW, così da produrre la stessa quantità di energia che usiamo per i trasporti. Tutta questa produzione viene esportata sulla terraferma danese, e quindi contribuisce a ridurre le emissioni carboniche delle centrali elettriche a carbone. Questo significa che Samsø ha compensato più del 100% delle emissioni carboniche. Ogni abitante dell’isola infatti produce –3,7 tonnellate di CO2. La media danese è di +10 tonnellate di CO2 all’anno. Il segreto di questa fiaba sullo sviluppo
dell’energia verde è che la politica danese è stata molto progressista negli ultimi trent’anni. La Danimarca non si considera una nazione produttrice di energia. Noi dipendiamo dai combustibili che importiamo. Questo ha determinato un sistema di tassazione dell’energia che tiene sotto controllo il consumo di combustibili fossili; e il gettito fiscale proveniente dal consumo di combustibile fossile è destinato alla scienza e alla ricerca oltre che alle sovvenzioni per le tecnologie di energia rinnovabile. È questa la differenza con tante altre nazioni, in cui vige la politica di fornire ai consumatori energia molto economica, innalzando di fatto una barriera contro il finanziamento della tecnologia verde. Il progetto di Samsø dimostra che
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I Porti Verdi Enel
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un’alta tassazione dell’energia consente di frenare i consumi e di creare nuovi sistemi energetici che siano realizzabili quanto altre alternative. Quando si tratta di fare la scelta giusta, i costi hanno l’ultima parola nell’economia di una famiglia. Il progetto dimostra anche che una famiglia normale ha bisogno di un posto verso cui rivolgere le sue domande, dove trovare aiuto per i calcoli e i planning, e dove naturalmente ricevere informazioni importanti. Il mercato è inondato di prodotti aggressivamente commercializzati da aziende che vogliono guadagnare quote di mercato più che vendere prodotti verdi. Il progetto prova anche che la
gente è pronta a fare dei cambiamenti, ma che ha bisogno di garanzie politiche per i suoi investimenti, non solo per i quattro anni seguenti alle elezioni, ma per periodi di almeno dieci anni. I 4200 abitanti di Samsø hanno investito circa 60 milioni di euro in un arco di tempo di un decennio scarso! Sono un bel po’ di denaro pro capite, ma è stato finanziato dalle banche e verrà restituito in circa dieci anni! E allora Samsø sarà uno dei luoghi più verdi del Pianeta per quanto riguarda le emissioni di carbonio. Samsø Energia Akademiet: www.energiakademiet.dk
La mobilità incide per il 30% sull’effetto serra ed è una sfida di fondamentale importanza per trovare soluzioni ai cambiamenti climatici. In questo settore l’utilizzo di energia elettrica risulta particolarmente efficiente perché evita sia le emissioni locali di sostanze inquinanti sia quelle globali di CO2. E anche con l’attuale mix italiano di combustibili, che prevede un elevato ricorso a combustibili fossili come gas e petrolio, la mobilità elettrica assicura (oltre all’azzeramento pressoché totale delle emissioni locali di idrocarburi incombusti, NOx e polveri) l’abbattimento di una quota rilevante delle emissioni di CO2, grazie alla migliore efficienza energetica complessiva della filiera di produzione di energia elettrica in centrale rispetto alle altre opzioni disponibili di produzione locale di energia.
Fotografie ©Samsø Energia Akademiet
In ques’ottica, Enel lavora su due progetti: l’auto elettrica e i “Porti Verdi”. Il traffico marittimo – crociere, traghetti e trasporto merci – è sotto l’attenzione delle istituzioni internazionali per l’adozione di politiche di minimizzazione degli impatti ambientali per quanto riguarda le emissioni climalteranti e l’inquinamento (circa il 20% dell’inquinamento delle città portuali è causato dalle emissioni prodotte dalle navi in sosta, alimentate da generatori diesel). Enel, propone una soluzione: l’elettrificazione delle banchine portuali (o cold ironing), cioè l’alimentazione elettrica della nave durante la sosta in porto attraverso la connessione con il sistema da terra e lo spegnimento dei motori ausiliari di bordo. Questa tecnologia, che consente una riduzione del 30% delle emissioni di CO2 e di oltre il 95% di quelle di ossidi di azoto e polveri, ha già visto importanti precedenti nei porti dell’Europa del Nord (ad esempio in Svezia, a Göteborg) e degli Stati Uniti, e sta progressivamente coinvolgendo i più importanti scali portuali del mondo.
In tale ambito, per il porto di Civitavecchia Enel ha predisposto la progettazione esecutiva della prima banchina elettrificata del Mediterraneo, che sarà dedicata al traffico crocieristico e dotata di una potenza pari a 20 MW. Il progetto di Enel è però ancora più articolato e riguarda anche l’interno del porto: mobilità elettrica (sia per le merci che per le persone), installazione di impianti da fonti rinnovabili per la produzione di energia, illuminazione artistica e con led a basso consumo, interventi di efficienza energetica sui consumi del porto e offerta Energia PURA che garantisce la provenienza di energia da fonti rinnovabili. Con il Progetto Porti Verdi Enel ha dunque avviato il proprio percorso verso lo scalo portuale del futuro, un porto a zero emissioni in grado di minimizzare l’impatto ambientale in tutta la filiera logistica, valorizzare al meglio le risorse naturali disponibili e fornire un contributo sempre maggiore agli obiettivi internazionali di contenimento delle emissioni climalteranti e inquinanti.
Intervista a Fatih Birol
La fine dell’era del petrolio
di Pino Buongiorno fotografie di Paul Taylor / Corbis
E l’inizio di quella dell’elettricità. Intervista a Fatih Birol, capo degli economisti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE). «Spero che ci sarà sempre petrolio sotto la terra e che noi però non ne avremo bisogno». 041
Il 2010 sarà un anno rivoluzionario. «Segnerà l’inizio di una nuova era, quella dell’elettricità, che prenderà il posto dell’età del petrolio». Nel suo ufficio parigino, a due passi dalla Tour Eiffel, Fatih Birol, nato 51 anni fa ad Ankara, capo degli economisti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), non sembra avere dubbi. «Soprattutto se dalla conferenza di Copenhagen sul cambiamento climatico arriverà, come spero, un segnale forte», precisa. «È un momento assai favorevole anche a causa della crisi finanziaria e al cambiamento del panorama politico mondiale». Birol non è un guru né un visionario. Parla da illustre economista ed esperto affermato solo in base ai numeri: ecco perché viene consultato da tutti i governi. Lo chiamano “Mister Energia”. Prima di approdare nel 1995 all’AIE, una costola dell’OCSE, l’organizzazione che raggruppa 30 paesi occidentali, ha lavorato per sei anni nella segreteria dell’OPEC, a Vienna. Come dire che conosce assai bene sia il mondo dei fossili sia quello delle nuove tecnologie.
“Rivoluzione” non è una parola fin troppo abusata? Le spiego perché uso questo termine. Per affrontare i due principali problemi che abbiamo oggi di fronte, la sicurezza energetica e il cambiamento del clima, occorre davvero fare una grande rivoluzione sia nel modo in cui produciamo energia sia in quello in cui la usiamo. La crisi finanziaria ed economica ha favorito o rallentato la svolta epocale di cui parla? Ha prodotto due effetti: uno positivo e uno negativo. L’effetto positivo per quanto riguarda il cambiamento climatico è stato che, mentre negli ultimi 15 anni le emissioni di CO2 sono aumentate ogni anno in media del 3%, nel 2009 ci aspettiamo che diminuiscano del 3%. Questa è una grande finestra di opportunità. E il lato negativo? Molti investimenti che erano stati decisi sono stati posposti, come diverse centrali nucleari, che costano in media cin-
que miliardi di euro. Ma, ripeto, se a Copenhagen ci sarà un segnale forte diretto agli investitori, e cioè che se continuano a costruire ancora impianti convenzionali alimentati a carbone saranno puniti a causa delle nuove regole sul clima, allora si può ritenere che torneranno a riconsiderare le loro scelte. Dunque aspettiamo quello che succederà in Danimarca. Lei personalmente cosa prevede? Spero che esca fuori un’intelaiatura politica generale, cioè un accordo di massima di tutti i paesi che sarà poi circostanziato più tardi. In breve, mi attendo che i paesi occidentali fissino un obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2020, e anche oltre, e che i paesi in via di sviluppo, come Cina, India e Brasile, prendano impegni precisi, sulla base delle loro politiche nazionali, sulle emissioni complessive di CO2. Se si coniuga tutto questo come obiettivo generale, allora posso dirmi fin da ora ottimista.
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La fine dell’era del petrolio
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Cosa è cambiato nei governi di tutto il mondo negli ultimi anni, anche sotto la pressione dell’opinione pubblica? Essenzialmente due cose hanno mutato radicalmente la psicologia dei governanti: una è stata il prezzo del petrolio a 147 dollari. L’altra l’11 settembre. L’elezione di Barack Obama non è il terzo fattore? La nuova amministrazione americana ha un ruolo davvero speciale dal momento che ha definito la questione del cambiamento climatico come la più importante nell’agenda della nostra epoca. Ora però deve mantenere fede alle promesse fatte in campagna elettorale. Penso che anche molti paesi europei e il Giappone stanno creando il terreno fertile per la rivoluzione. Ma, per essere onesti, non bisogna nemmeno dimenticare la Cina, che si sta ponendo in prima linea nella lotta contro il cambiamento climatico. Secondo le
nostre stime, la Cina taglierà le emissioni nel 2020 di un gigatone [un miliardo di tonnellate] di CO2, vale a dire il 25% di quello che il mondo intero deve ridurre per lanciarsi sul percorso virtuoso della rivoluzione. Perché Pechino ha deciso di fare questo importante passo? È una situazione assai vantaggiosa per i cinesi, che possono contemporaneamente ridurre l’inquinamento e diventare meno dipendenti dal petrolio acquistato all’estero. La Cina sarà dunque l’attore principale del summit di Copenhagen? Per la verità, i protagonisti saranno due: Cina e Stati Uniti. Sono i due principali produttori mondiali di anidride carbonica e insieme totalizzano il 40% delle emissioni globali. Senza di loro non c’è alcuna possibilità di arrivare a un accordo sensato.
Il presidente Barack Obama forse ha bisogno ancora di un po’ di tempo per consentire al Congresso di approvare la nuova legislazione. Lui ha bisogno di tempo, ma noi nel resto del mondo non ne abbiamo troppo a disposizione. Secondo le nostre indagini, se a Copenhagen non avremo un accordo, il costo dei progetti fino al 2050, così come sono stati approvati a luglio nel G8 dell’Aquila, aumenterà di 500 miliardi di dollari ogni anno per ritardo o per non azione. Come giudica il comportamento dell’Unione Europea che, almeno in questo settore, si è posta alla testa degli altri continenti? È certamente in prima linea, il che è una buona cosa, ma penso anche che l’UE dovrebbe essere prudente se non vuol fare la fine di Don Chisciotte. Voglio dire che l’Unione Europea ha bisogno di partner.
«Mi attendo che i paesi occidentali fissino un obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2020, e anche oltre, e che i paesi in via di sviluppo, come Cina, India e Brasile, prendano impegni precisi, sulla base delle loro politiche nazionali, sulle emissioni complessive di CO2»
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La fine dell’era del petrolio
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«Il mio motto è che dobbiamo abbandonare il petrolio prima che il petrolio abbandoni noi»
Ha senso parlare di business verde o è solo una moda? Certo che esiste. Altrimenti perché Stati Uniti e Cina sono lì a spingere il bottone della rivoluzione? Non lo fanno mica per ragioni etiche. Vogliono guadagnarci, vogliono essere i primi nella corsa alle nuove tecnologie. Faccio un esempio: secondo le nostre analisi, un elemento chiave della rivoluzione sarà il trasporto. Oggi solo il 2% delle auto vendute nel mondo sono di tipo avanzato, ibride, ecc. Per arrivare nel 2030 a un aumento della temperatura che non superi i due gradi rispetto ai livelli pre-industriali, il 60% delle auto dovranno essere elettriche. E se guardiamo quello che sta accadendo in Cina ci accorgiamo che lì si stanno investendo un sacco di soldi in questo tipo di vetture.
Obama parla anche dell’opportunità di quattro milioni di nuovi posti di lavoro. Ci crede? Indubbiamente il business verde crea lavoro. Chi sarà il primo in queste tecnologie (solare, eolico, nucleare e via dicendo) avrà non solo know-how per fare la differenza, ma potrà ridurre i costi di produzione. In questo modo avrà il vantaggio competitivo rispetto agli altri paesi. Io sostengo da tempo che anche le aziende che vorranno essere leader dovranno aumentare i loro sforzi e le loro quote di mercato nelle tecnologie pulite. L’era del petrolio è davvero finita? Non è ancora finita, ma finirà presto. Dal momento che oggi tutto è basato sul petrolio dobbiamo prepararci ad affrontare quel giorno e per questo dobbiamo
cominciare a lavorare oggi. La tecnologia automobilistica deve cambiare e, se abbiamo bisogno di auto elettriche, ci devono essere molti impianti elettrici da costruire. Dovremo cambiare le infrastrutture. Anzi, oggi è già tardi. Si stanno ancora esplorando nuovi giacimenti petroliferi? Basta un dato: la nostra agenzia ha registrato nel 2009 un declino degli investimenti nei campi petroliferi pari a più di 90 miliardi di dollari. È una diminuzione ragguardevole. Dov’è avvenuto? Negli Stati Uniti principalmente, ma anche in Russia e in Africa. Se l’economia si riprenderà e di conseguenza la richiesta di petrolio sarà forte soprattutto da parte di paesi come la Cina, questo por-
terà a prezzi di petrolio assai alti. Non è una bella notizia per l’economia mondiale, che è ancora molto fragile. Qual è la sua stima sul prezzo del barile l’anno prossimo? Per statuto, non facciamo previsioni, ma posso dirle che se ci sarà una ripresa sostenuta vedremo prezzi più alti rispetto a quelli attuali. E se la ripresa sarà lenta? 50-60 dollari se ci sarà una nuova ricaduta dell’economia. Ma, detto questo, i 20 dollari al barile di 10-15 anni fa sono storia. L’era del petrolio a basso costo è finita. Il mio motto è che dobbiamo abbandonare il petrolio prima che il petrolio abbandoni noi. Non dovremmo aspettare a usare l’ultima goccia di greggio e poi cambiare.
INIZIAMO A CAMBIARE, IL FUTURO CI SEGUIRÀ.
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Quando succederà? Nel 2030, nel 2040? Dipende da noi. Spero che ci sarà sempre petrolio sotto la terra e che noi però non ne avremo bisogno. Prendiamo l’Italia. Qual è, a suo parere, il giusto mix energetico per un paese industrializzato? Tenterei di aumentare la quota di energie rinnovabili e accelererei i progetti sul nucleare, mentre ridurrei la quota legata ai fossili. L’Italia è oggi troppo dipendente dai prodotti petroliferi e ha bisogno di diversificare il più possibile le fonti di approvvigionamento del gas.
Oltre al cambiamento climatico l’altra grande questione è quella della sicurezza energetica. Sono in molti a paventare nuove guerre. La mia principale preoccupazione è che l’energia e la geopolitica si stanno intersecando sempre di più. L’energia dovrebbe essere un business e basta. Invece se guardiamo al futuro ci accorgiamo che la situazione è destinata addirittura a peggiorare. Ecco perché – ripeto – per tutti i paesi, a cominciare dall’Italia, è importante diversificare le fonti di energia da usare e anche i paesi di provenienza del petrolio e del gas.
IL PIÙ GRANDE PROGETTO MONDIALE DI MOBILITÀ ELETTRICA È GIÀ UNA REALTÀ. Quello che vedete è lo schema della mobilità elettrica. Un grande progetto, che con la diffusione dei punti di ricarica per le auto elettriche, renderà le nostre città sempre più pulite. Un segno tangibile di cambiamento per il futuro dell’ambiente e dell’uomo. Ma non ci fermiamo qui, continuiamo a investire in ricerca, tecnologia e grandi progetti di efficienza energetica. Come le Smart Grids, reti intelligenti che permettono a tutti di scambiarsi energia, aumentando l’efficienza e favorendo la diffusione dell’energia da fonti rinnovabili. Perché innovare è già cambiare. COPENHAGEN 7-18 DICEMBRE 2009 La Street painting è un’arte che deve trovare espressione attraverso l’utilizzo di speciali materiali e sulle superfici dedicate, altrimenti costituisce un atto di vandalismo.
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Riscaldamento globale: il momento della responsabilità
di Richard A. Muller
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Tra scienza e attualità, tra fisica e politica: è il “riepilogo presidenziale” di Richard Muller su come affrontare la sfida del riscaldamento globale. Fisica per i presidenti del futuro, ma anche per i cittadini del XXI secolo.
Una volta che sarete presidenti, potrete trovarvi ad affrontare la guerra, il terrorismo, la scarsità di petrolio e una quantità di altre insidie che minacciano la sicurezza nazionale, ma dal punto di vista fisico la questione più complicata sarà probabilmente il riscaldamento globale. Non avrete purtroppo una sufficiente padronanza della complessa scienza atmosferica, né dei pericoli dell’anidride carbonica e degli oscuri ma potenzialmente pericolosi effetti di retroazione positiva. Quasi nessuno ce l’ha. Io ho potuto appena sfiorare l’argomento, tralasciandone una gran parte. Che cosa deve fare un presidente? Le esagerazioni che provengono da entrambi gli schieramenti non aiutano certo a risolvere il problema. Alcuni sostengono che il riscaldamento sarà un bene, perché migliorerà i raccolti e terrà al riparo dal gelo. Altri prospettano l’immagine di Manhattan e della Florida sommerse dall’acqua e suggeriscono che, se non interveniamo, innumerevoli città faranno la fine di New Orleans. Le iperboli imperversano e certo non vi rendono il compito più facile. Cerchiamo di riassumere ciò che sappiamo e ciò che non sappiamo. Gli esseri umani hanno causato un aumento pari a circa il 36% dell’anidride carbonica presente nell’atmosfera, soprattutto in quest’ultimo secolo. Presto, forse durante la vostra stessa presidenza, l’aumento potrebbe superare il 100%; l’anidride carbonica raddoppierà probabilmente il suo livello storico, mai superato in 20 milioni di anni. Immensi e complessi modelli climatici sono al lavoro per cercare di capire 1
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Riscaldamento globale: il momento della responsabilità
Disgelo della piattaforma di ghiaccio Larsen B © NASA – digital version copyright/Science Faction/Corbis 2 Tra febbraio e marzo 2002 la sezione nord della piattaforma di ghiaccio Larsen B si è completamente separata dal continente. © NASA – digital version copyright/Science Faction/Corbis 1
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le possibili conseguenze di questo fenomeno per la biosfera. Sono programmi ancora rozzi e inadeguati, e come tali facilmente criticabili. Nei prossimi decenni è previsto un rialzo delle temperature di 2-6°C. Un evento del genere potrebbe rivelarsi devastante non solo per il cambiamento della temperatura in sé, ma anche per le altre trasformazioni climatiche associate al fenomeno. Forse aumenteranno gli uragani, forse no. Forse cambieranno gli andamenti delle precipitazioni, forse no. Forse gran parte dei ghiacciai del Polo Nord si scioglierà, forse no. Sembra molto probabile che aumenti l’acidità delle superfici oceaniche; questo cambiamento sarà forse disastroso per la vita dell’oceano, o forse no. Il rischio, esagerando le nostre certezze, è che potremmo effettivamente avere un periodo freddo entro pochi anni. Il 1998 è stato l’anno più caldo, dopodiché il termometro non è più salito nel decennio successivo; anche nei prossimi cinque anni la temperatura potrebbe mantenersi bassa. Il clima ha una grande componente di casualità e variabilità e, se nel breve termine il riscaldamento dovesse rimanere stabile, gli allarmisti potrebbero perdere i loro accoliti. Ma, anche in questo
caso, il pericolo rimane. L’attuale incremento del 36% nel livello di anidride carbonica ha effetti appena percepibili (nonostante l’enfasi degli allarmisti), ma non appena supererà il 100% le conseguenze saranno più evidenti. Il vero pericolo, nel gridare che il cielo sta per cadere, è che se non cade subito l’interesse della gente finisce per scemare. Tutti i presidenti devono muoversi nell’incertezza. È ciò che rende questo mestiere così difficile. Non potete permettervi di essere ottimisti; le controindicazioni potrebbero essere terribili. Ma nemmeno troppo pessimisti; affrontare il problema dell’anidride carbonica può avere costi immensi. Badate: se siamo così preoccupati, non è per le terribili conseguenze prospettate dai complessi modelli matematici di evoluzione climatica. È perché i semplici calcoli fisici dell’effetto serra mostrano che stiamo entrando in un regime d’incertezza climatica senza precedenti, dove le conseguenze delle emissioni provocate dall’uomo possono essere devastanti. Un presidente oserebbe assumersi il rischio d’ignorare queste preoccupazioni?
I passi da fare sono in parte ovvi. Il risparmio energetico può essere confortevole e far davvero risparmiare denaro. Può favorire anche altre sfere d’interesse nazionale, come l’indipendenza energetica. Questo aspetto è stato finora trascurato dal governo, eppure merita un’attenzione centrale. Infine, il vero problema sono le nazioni in via di sviluppo. Congelare le emissioni di anidride carbonica negli Stati Uniti – o addirittura portarle sotto i livelli del 1990 – non farebbe che ritardare i loro effetti di qualche anno. L’economia cinese e quella indiana, in crescente espansione, prenderanno rapidamente il posto di quella statunitense. Se affronterete la questione del riscaldamento globale solo con misure tranquillizzanti (incoraggiando lo sfruttamento dell’energia solare, ad esempio, che è piuttosto dispendiosa) vorrà dire che state evitando il problema ed eludete la vostra responsabilità di presidenti. Che cosa potete fare? Se io fossi presidente (cosa che per fortuna non accadrà), finanzierei dei solidi programmi di efficienza e risparmio energetico. Migliorerei in maniera sostanziale i consu-
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INIZIAMO A CAMBIARE, IL FUTURO CI SEGUIRÀ.
mi delle automobili innalzando i parametri stabiliti a livello governativo dal CAFE (Corporate Average Fuel Economy). Sosterrei le tecnologie volte a ottenere carbone pulito, in particolare i sistemi di cattura e confinamento dell’anidride carbonica. Incoraggerei lo sviluppo dell’energia nucleare, soprattutto delle centrali a fissione (la fusione mi pare ancora troppo lontana nel tempo). Cercherei di convincere l’opinione pubblica che lo stoccaggio delle scorie nucleari è un problema risolto e mi assicurerei che il sito dello Yucca Mountain venga approvato al più presto. Farei in modo che la Cina e l’India ottengano crediti di carbonio sufficienti a costruire nuove centrali a carbone IGCC e nuovi impianti nucleari. Incoraggerei il solare e l’eolico. Cancellerei i sussidi all’etanolo da mais e punterei soprattutto sui biocarburanti derivati da piante erbacee tipo il panico verga, il miscanto e altre colture più efficienti. Incoraggerei lo sviluppo dell’illuminazione efficiente, privilegiando le lampade fluorescenti e i diodi fotoemittenti. L’isolamento termico è la forma di riscaldamen-
to migliore; i tetti freddi (non necessariamente bianchi) permettono di risparmiare l’energia dei condizionatori e sono spesso un’ottima alternativa ai pannelli solari. Baderei a concentrare la mia attenzione su tecnologie che anche le nazioni meno evolute possono permettersi. La buona notizia è che in questo momento stiamo sprecando grandi quantità di energia, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Il risparmio energetico è l’investimento più importante. Dopotutto, il modo meno costoso per rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera è non immetterne più. Stoccare quella che c’è e tenere sottoterra il carbone, il petrolio e il gas. Avete davanti a voi il più difficile dei compiti. La responsabilità è tutta sulle vostre spalle. Avete fatto il primo passo imparando un po’ di fisica. Continuate così. Buona fortuna. Questo articolo è tratto da Fisica per i presidenti del futuro (Codice Edizioni, 2009). © 2008 by Richard A. Muller. Pubblicato per gentile concessione dell’Agenzia letteraria Roberto Santachiara.
Quello che vedete è lo schema di funzionamento delle Smart Grids: reti intelligenti che, come internet per le informazioni, permetteranno a tutti di interagire e di scambiarsi l’energia, aumentando l’efficienza e favorendo la diffusione delle fonti rinnovabili. Un segno tangibile di cambiamento per il futuro dell’ambiente e dell’uomo. Ma non ci fermiamo qui, continuiamo a investire in ricerca, tecnologia e grandi progetti di efficienza energetica. Come il contatore elettronico, che Enel per prima ha introdotto, e che già oggi permette di tenere sotto controllo e gestire in modo intelligente i consumi, rendendo disponibili offerte sempre più innovative per i clienti. Perché innovare è già cambiare. COPENHAGEN 7-18 DICEMBRE 2009 I graffiti possono essere un’opera d’arte se fatti sulle superfici dedicate, altrimenti costituiscono un atto di vandalismo.
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La rinascita del nucleare
di Patrick Moore
«Una combinazione di energia nucleare, geotermica, idroelettrica e da biomasse è un mezzo sicuro ed eco-compatibile per soddisfare il crescente bisogno di energia del pianeta»
All’inizio degli anni Settanta, il desiderio di salvare l’ambiente mi spinse a partecipare al primo viaggio di Greenpeace lungo la spettacolare costa rocciosa del nord-ovest per protestare contro i test sulla bomba a idrogeno nelle Isole Aleutine dell’Alaska. All’epoca, quando contribuii alla fondazione di Greenpeace, pensavo che l’energia nucleare fosse sinonimo di “olocausto nucleare”, idea peraltro condivisa dalla maggioranza dei miei compatrioti. A distanza di quasi quarant’anni, ho cambiato le mie opinioni, e anche il resto del movimento ecologista farebbe bene a rivedere le sue, perché l’energia nucleare è l’unica fonte energetica a non emettere gas serra che possa sostituirsi con efficacia ai combustibili fossili e soddisfare la
crescente richiesta d’energia del pianeta. Analizziamo il più grande produttore di gas serra: il carbone. Sebbene fornisca elettricità a buon mercato, il consumo mondiale di carbone crea circa nove miliardi di tonnellate di CO2 all’anno, per lo più per la produzione di energia. Le centrali a carbone provocano la pioggia acida, lo smog, le malattie respiratorie, la contaminazione al mercurio e sono le maggiori responsabili delle emissioni di gas serra. Di converso, 439 centrali nucleari che operano globalmente impediscono ogni anno il rilascio di circa tre miliardi di tonnellate di emissioni di CO2: l’equivalente del gas di scarico di più di 428 milioni di automobili, oltre la metà delle auto oggi presenti nel mondo.
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La rinascita del nucleare
1 — 2 Centrale nucleare di Cattenom, Lorena, Francia.
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Per ridurre in modo sostanziale la nostra dipendenza dal carbone, dobbiamo cooperare per sviluppare un’infrastruttura nucleare globale. L’energia nucleare è pulita, economicamente conveniente, affidabile e sicura. Non sono il solo tra i teorici e gli attivisti dell’ambiente ormai anzianotti ad aver cambiato idea al riguardo. James Lovelock, il padre della teoria di Gaia e il più insigne scienziato dell’atmosfera, ritiene che l’energia nucleare sia l’unico modo di evitare un pericoloso cambiamento climatico. Per Stewart Brand, fondatore del Whole Earth Catalogue e teorico dell’ecologia olistica, il movimento ambientalista deve accettare l’energia nucleare se si vuole ridurre la dipendenza dai carburanti fossili. Il compianto vescovo Hugh Montefiore, fondatore e direttore della costola britannica di Friends of the Earth, fu costretto a dimettersi quando firmò un articolo a favore del nucleare in una newsletter ai fedeli. Qualche mese fa Stephen Tindale, l’ex direttore esecutivo di Greenpeace UK, si è schierato a favore dell’energia nucleare. Queste opinioni si sono attirate scomuniche degne dell’Inquisizione da parte dei sacerdoti dell’antinucleare. Spesso la Germania viene spacciata dai gruppi antinucleare come un esempio da seguire per la
sua attenzione all’energia rinnovabile – in particolare quella eolica e solare – e, cosa forse più importante, perché la sua precedente amministrazione aveva sostenuto il progressivo abbandono dell’energia nucleare. Tuttavia, secondo uno studio recente del Rheinisch-Westfalisches Institut di Essen, gli investimenti tedeschi nell’energia rinnovabile non hanno dato i risultati sperati. Le energie rinnovabili producono tuttora una piccola percentuale dell’elettricità del paese. Per esempio, nel 2008 l’energia solare è stata responsabile di appena lo 0,6% della produzione elettrica nazionale totale, nonostante l’immane sussidio di 12,4 miliardi di dollari. E con 10,2 tonnellate di CO2 pro capite, le emissioni di carbonio tedesche sono sostanzialmente più alte di altri paesi europei – nonostante i miliardi investiti in rinnovabili. La Francia e la Svezia sono tra i più bassi produttori di emissioni carboniche tra i paesi industrializzati, perché hanno fatto degli importanti investimenti nell’energia nucleare, che in Francia fornisce l’80% dell’elettricità e in Svezia il 50%. In Germania la nuova coalizione al governo si sta allontanando dall’abbandono graduale dell’energia nucleare, e ammette che, senza di essa, il paese dovrebbe
costruire altre centrali alimentate a carbone e a gas, continuando nel frattempo a importare elettricità dalla Francia – elettricità prodotta dall’energia nucleare. Eppure l’energia rinnovabile ha innegabilmente un posto importante tra i diversi tipi di energia. Se quella solare è troppo cara e inefficiente, sono fortemente favorevole all’uso dell’energia idroelettrica, geotermica e da biomasse. Tuttavia è assolutamente irrealistico suggerire, come fanno molti ambientalisti, che le rinnovabili e la conservazione dell’energia possano da sole soddisfare i crescenti bisogni del Pianeta. Dopo aver riconosciuto questa realtà, molti paesi di varie parti del mondo, compresa l’Italia, si stanno spostando a favore del nucleare. Per ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili e dall’energia importata, il governo italiano ha recentemente annunciato che comincerà la costruzione di nuove centrali nucleari; l’obiettivo è che nel 2030 il nucleare possa fornire il 25% del fabbisogno energetico del paese. Questo non significa che non vi siano dei problemi reali – oltre che dei miti – associati all’energia nucleare. Ogni dubbio merita un’attenta analisi.
Dubbio: l’energia nucleare è costosa. Realtà: l’energia nucleare è di fatto una delle fon-
ti energetiche meno care. Uno studio comparativo indipendente pubblicato nel gennaio 2008 dal Brattle Group per lo stato del Connecticut ha stimato che l’energia nucleare (a 4038 dollari per kilowatt) forse ha il costo capitale più alto di tutti, ma produce l’elettricità più economica, fatta eccezione per il ciclo combinato di gas naturale senza controlli sulle emissioni di carbonio. Dubbio: le centrali nucleari non sono sicure. Realtà: l’incidente di Chernobyl è stato l’unico ca-
so di ferite o decessi tra il pubblico a causa di un reattore nucleare a scopo civile. E fu un incidente annunciato. Quel vecchio modello di reattore sovietico non aveva vasche di contenimento: si trattava di un sistema intrinsecamente cattivo e i suoi operatori lo fecero esplodere, letteralmente. Nel 2006, il Chernobyl Forum, la multi-agenzia delle Nazioni Unite, ha riferito che solo 56 decessi possono essere direttamente attribuiti all’incidente, soprattutto a causa delle radiazioni o delle ustioni subite nel tentativo di spegnere l’incendio. Per quanto tragiche, quelle morti sbiadiscono in confronto agli oltre 5000 decessi dovuti agli incidenti nelle miniere di carbone che
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si verificano ogni anno nel mondo, oppure all’1,2 milioni di persone che ogni 12 mesi muoiono in incidenti d’auto. L’energia nucleare è una delle tecnologie più sicure che abbiamo inventato. Dubbio: le scorie nucleari saranno pericolose per
migliaia di anni. Realtà: dopo quarant’anni, il combustibile usato
ha meno di un millesimo della radioattività che possiede quando viene rimosso dal reattore. Ed è sbagliato parlare di scorie, perché il 95% dell’energia potenziale continua a restare nel combustibile usato dopo il primo ciclo. Oggi è possibile usare quell’energia e ridurre enormemente la quantità di scorie che necessitano di esser trattate e smaltite. Di recente il Giappone si è aggiunto alla Francia, alla Gran Bretagna e alla Russia nel business del riciclo del combustibile nucleare. Dubbio: i reattori nucleari sono vulnerabili agli attacchi terroristici. Realtà: la vasca di contenimento, fatta di cemento armato spesso quasi due metri, protegge i contenuti dall’ambiente esterno così come da quello interno. Anche se un aereo di linea si schiantasse contro un reattore e facesse una breccia nella vasca di contenimento, il reattore non esploderebbe. Ci sono vari tipi di strutture che sono assai più vulnerabili, tra cui le centrali di gas naturale, le centrali chimiche e molti target politici.
Piscina di Krafla, Islanda
Dubbio: il combustibile nucleare può essere segretamente usato per produrre armi atomiche. Realtà: il fatto che la tecnologia nucleare possa essere usata per scopi nocivi non è un argomento sufficiente a vietarne l’uso. Inoltre, le armi nucleari non sono più indissolubilmente legate alle centrali nucleari. La tecnologia a centrifuga permette oggi praticamente a qualunque nazione di arricchire l’uranio senza dover costruire una centrale nucleare.
INIZIAMO A CAMBIARE, IL FUTURO CI SEGUIRÀ.
Una combinazione di energia nucleare, geotermica, idroelettrica e da biomasse è un mezzo sicuro ed eco-compatibile per soddisfare il crescente bisogno di energia del pianeta. Grazie allo scambio delle informazioni, un numero sempre maggiore di consumatori, ambientalisti, accademici, organizzazioni del lavoro, gruppi di interesse, leader di comunità e governi ha oggi compreso i benefici dell’energia nucleare. L’energia nucleare è una delle più importanti tecnologie a sostegno dell’energia sicura, pulita, affidabile e baseload, e sarà fondamentale per raggiungere la sicurezza energetica globale. Ora che il summit di Copenhagen è alle porte e il cambiamento del clima è in cima all’agenda internazionale, dobbiamo tutti fare la nostra parte per incoraggiare la rinascita dell’energia nucleare.
Quello che vedete disegnato sulla maglietta è lo schema di una centrale nucleare di ultima generazione. Una fonte di energia fondamentale per raggiungere quel mix di risorse che permette a un Paese di avere energia disponibile, competitiva e pulita. Con il nucleare e le fonti rinnovabili, infatti, produrremo energia senza CO2 in grandi quantità e in modo continuo, per potere utilizzare meglio l’energia senza modificare le nostre abitudini. Inoltre, continuiamo a investire in ricerca, tecnologia e grandi progetti per soddisfare il bisogno crescente di energia ad emissioni zero. Come l’impianto di cattura della CO2 che stiamo costruendo a Brindisi o la prima grande centrale a idrogeno d’Europa. Perché innovare è già cambiare. COPENHAGEN 7-18 DICEMBRE 2009
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Obiettivo zero emissioni
di Livio Vido
Per soddisfare il crescente fabbisogno di energia non possiamo fare a meno delle fonti fossili. E le moderne tecnologie della CCS – Carbon Capture and Storage – stanno lavorando per realizzare centrali termoelettriche senza camini e senza emissioni.
L’International Energy Agency (IEA) stima che la domanda mondiale di energia primaria crescerà del 40% nel periodo 2007-2030. A questo corrisponderà un significativo aumento della domanda di energia elettrica con un tasso di crescita annuo del 2,5%. Lo scenario energetico internazionale nel 2030 sarà caratterizzato da 4800 nuovi Gigawatt di potenza installata (quasi cinque volte l’attuale capacità delle centrali degli interi USA) e, nonostante un importante sviluppo delle rinnovabili, da un peso crescente delle fonti fossili con il carbone che crescerà fino a coprire il 44% del mix totale nel 2030. Se le politiche non cambieranno, tutto questo si tradurrà in un preoccupante aumento delle emissioni di anidride carbonica (CO2), che cresceranno da 28,8 miliardi di tonnellate nel 2007 a 34,5 miliardi nel 2020 (+20%), fino a 40,2 miliardi nel 2030 (+40% rispetto al 2007, +17% rispetto al 2020). La soluzione per evitare che uno scenario simile produca impatti non reversibili sull’ambiente è
investire ingenti risorse per promuovere l’innovazione tecnologica e la diffusione delle tecnologie low-carbon in campo energetico, negli altri settori industriali e nei trasporti. Relativamente alla produzione di energia elettrica, le principali risposte sono rappresentate dalle fonti rinnovabili, dal nucleare e dalle tecnologie in grado di ridurre o azzerare le emissioni di CO2 prodotte dalle centrali, note con il nome di “cattura e sequestro della CO2” (CCS – Carbon Capture and Storage). Secondo l’IEA, la CCS contribuirà a ridurre le emissioni di CO2 delle centrali termoelettriche fino a circa tre miliardi di tonnellate all’anno, ma il limitato grado di maturità di queste tecnologie ne ostacola la diffusione in larga scala. Per questo Enel ha lanciato un programma ambizioso per promuoverne lo sviluppo a livello industriale. I nostri progetti di ricerca coprono tuttele strade possibili per catturare la CO2 dalle ciminiere delle nostre centrali.
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Obiettivo zero emissioni
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Cattura post-combustione. La CO2 è rimossa dai fumi delle centrali attraverso un processo di assorbimento chimico. Questo filone sembra essere il più promettente sia per il grado di maturità tecnologica già raggiunta, sia per la possibilità di applicazione alle centrali esistenti. Stiamo già realizzando un impianto pilota nella centrale a carbone di Brindisi che, dal 2010, consentirà di testare la tecnologia su una scala significativa. L’impianto catturerà circa 15.000 tonnellate di CO2 all’anno e contribuirà allo sviluppo di un progetto in piena scala presso la nuova centrale a carbone che sarà realizzata a Porto Tolle (Rovigo). Questo secondo impianto avrà una capacità di cattura di circa un milione di tonnellate di CO2 all’anno e sarà supportato, con un finanziamento di circa 100 milioni di euro, dall’Unione Europea nell’ambito del programma European Economic Plan for Recovery. Combustione in ossigeno ad alta pressione. Il carbone è bruciato ad alta pressione utilizzando ossigeno al posto dell’aria; i fumi prodotti dalla combustione sono costituiti da CO2 e vapor d’acqua e grazie a un semplice processo di condensazione è possibile catturare la CO2. Il processo garantisce un’elevata efficienza (circa 35%), ma l’esigenza di modificare radicalmente il processo di combustione non lo rende adatto per il retrofit di impianti esistenti. Si tratta dunque di una soluzione di medio-lungo termine.
Cattura pre-combustione. Il carbone è pre-trattato e convertito in una miscela di CO2 e idrogeno (processo di gassificazione del carbone). La CO2 viene rimossa dalla miscela e l’idrogeno viene utilizzato per produrre energia elettrica. Le tecniche di gassificazione del carbone sono già disponibili, anche se necessitano di ulteriori sviluppi per garantirne l’affidabilità. Non è invece ancora disponibile una tecnologia che consenta di usare l’idrogeno come combustibile, limitando le emissioni di ossidi di azoto. Enel, per prima al mondo, collaborando con General Electric è riuscita a sviluppare un bruciatore per turbogas in grado di utilizzare idrogeno puro come combustibile, contenendo notevolmente le emissioni di ossidi di azoto. Il bruciatore è già stato applicato su un impianto in piena scala nella centrale a carbone di Fusina (Venezia). Sequestro. La CO2, una volta catturata, è trasportata attraverso appositi gasdotti fino ai depositi di stoccaggio geologico. Ne esistono tre diversi tipi: le miniere di carbone esaurite (che hanno capacità di stoccaggio limitate, ma consentono di recuperare il metano spiazzato dall’iniezione di CO2), gli acquiferi salini profondi (che hanno notevoli capacità di stoccaggio e al loro interno la CO2 viene trasformata grazie a un processo di mineralizzazione) e i giacimenti esauriti di gas o petrolio (la CO2 può essere usata anche per recuperare le quantità residue di combustibile presenti).
Civitavecchia, centrale termoelettrica Torrevaldaliga Nord. Alfredo D’Amato/ 7 Minutes © Enel S.p.A.
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2 Civitavecchia, centrale termoelettrica Torrevaldaliga Nord. Roberta Krasnig/ 7 Minutes © Enel S.p.A.
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Enel, in collaborazione con Eni, sta sviluppando il primo progetto integrato italiano di cattura e sequestro della CO2. L’anidride carbonica prodotta con l’impianto pilota di Brindisi verrà iniettata in uno dei pozzi di stoccaggio gas di Eni. Enel realizzerà inoltre una pipeline pilota che sarà utilizzata per testare le modalità di trasporto della CO2 e sviluppare competenze in vista dell’impianto in piena scala di Porto Tolle. Le tecnologie CCS sono tuttavia ancora caratterizzate da costi molto elevati che derivano dal fatto che gli impianti di questo genere penalizzano l’efficienza delle centrali elettriche nelle quali vengono installati. Al fine di promuovere la diffusione di questa tecnologia, è quindi necessario prevedere un forte impegno tecnologico per ridurne i costi. Uno sforzo che dovrà essere associato a un significativo supporto pubblico per evitare che la mancanza di profittabilità prospettica degli investimenti induca le società elettriche private ad abbandonare i programmi di sviluppo. Sarà inoltre necessario favorire lo scambio di
esperienza e di know-how tra paesi sviluppati ed emergenti. Cina e India sono infatti responsabili del 28% circa delle emissioni mondiali di CO2 legate alla produzione di energia elettrica e, in base alle stime dell’IEA, vedranno raddoppiare le proprie emissioni di CO2 da qui al 2030. La crescita economica determinerà inoltre un incremento considerevole di domanda di elettricità alla quale stanno già rispondendo con la costruzione di nuove centrali a combustibili fossili. Enel si sta muovendo in questa direzione: lo scorso 14 settembre, Enel, il Ministero dell’ambiente italiano e il Ministero cinese per la scienza e la tecnologia hanno sottoscritto un accordo per lo sviluppo di uno studio di fattibilità per la realizzazione di un sistema di cattura della CO2 presso una centrale a carbone cinese. Per realizzare questa rivoluzione tecnologica è quindi necessario uno stretto coordinamento tra aziende e istituzioni, che dovranno lavorare insiemepercrearelecondizioninecessarieperfaruscire queste tecnologie promettenti dai laboratori e consentirne la diffusione a livello mondiale.
INIZIAMO A CAMBIARE, IL FUTURO CI SEGUIRÀ. Quello che vedete è lo schema di cattura e sequestro geologico della CO 2 . Una tecnologia innovativa che stiamo sperimentando a Brindisi per eliminare il camino dalle centrali elettriche. Un segno tangibile di cambiamento per il futuro dell’ambiente e dell’uomo. Ma non ci fermiamo qui, continuiamo a investire in ricerca, innovazione e tecnologia. Ci impegniamo, infatti, per soddisfare il bisogno crescente di energia ad emissioni zero grazie alla mobilità elettrica, alle reti di distribuzione intelligenti, alla centrale a idrogeno, agli impianti nucleari di ultima generazione e alle energie rinnovabili sempre più disponibili e competitive. Perché innovare è già cambiare. COPENHAGEN 7-18 DICEMBRE 2009
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100 luoghi da ricordare (prima che scompaiano?)
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“100 Places to Remember Before They Disappear” è una mostra che viene presentata a Copenhagen in occasione del COP15: 100 scatti di alcuni dei migliori fotografi del mondo a 100 luoghi del pianeta che, secondo i report dell’IPCC, rischiano di scomparire o sono seriamente minacciati dagli effetti del riscaldamento globale. Questo progetto – in anteprima per Oxygen – è opera del gruppo Co+Life di Stine Norden e Søren Rud, già ideatori della famosissima mostra “Earth from Above”.
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Photoreport – 100 luoghi da ricordare (prima che scompaiano?)
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4 1 Chicago, Illinois, USA. Chicago è la terza città più popolosa degli Stati Uniti, oltre a essere una delle più interessanti dal punto di vista artistico. Negli ultimi 30 anni la temperatura media è cresciuta di 1,5°C ed è destinata a salire ancora. © Jim Richardson/ Getty Images
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2 Gujarat, India Gujarat è la terra natale di Gandhi e la regione che permette all’India di essere il terzo produttore al mondo di cotone. Il riscaldamento globale ha intensificato le pioggie monsoniche, mettendo in pericolo non solo la vita delle persone ma l’economia della regione. © John Henry Claude Wilson/ Getty Image
3 Timbuktu, Mali Città esotica dal passato prosperoso, oggi subisce gli effetti della riduzione delle precipitazioni e delle tempeste di sabbia, che minacciano anche le sue tre moschee dichiarate Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. © James P. Blair/ Getty Images
4 Isole Maldive, Oceano Indiano. Un paradiso che potrebbe essere sommerso a causa dall’innalzamento del livello del mare (4,5 cm negli ultimi 15 anni, ma stimato in 60 cm entro la fine del secolo) e dalle sempre più intense tempeste tropicali. La Repubblica delle Maldive è stata il primo stato a firmare il Protocollo di Kyoto. © Sakis Papadopoulos/ Getty Image
Lake Balaton, Ungheria. È il più grande lago dell’Europa centrale, con una profondità media di tre metri e un’estensione di 77 chilometri. Il decremento delle precipitazioni e l’aumento di temperatura potrebbero asciugare il 50% del lago entro la fine del secolo. © Mike Goldwater/ Getty Images
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Bayan Ölgii, Mongolia Metà della popolazione della Mongolia è dedita al nomadismo nelle grandi pianure dell’Asia centrale. Ma i cambiamenti climatici e l’avanzata verso nord del deserto del Gobi stanno rendendo sempre più difficile la sussistenza del popolo nomade. © Bruno Morandi/ Getty Images
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7 Kauai, Hawaii Il ricco ecosistema hawaiano è un habitat molto vulnerabile e uno dei più a rischio per effetto dei cambiamenti climatici. Molte specie, e in particolare i variopinti Honeycreepers, sono in pericolo di estinzione. © Ira Block/ Getty Images 7
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8 Penisola Antartica, Antartide. L’Antartide è uno dei luoghi in cui l’innalzamento di temperatura si sta verificando con maggior velocità, riducendo la disponibilità di cibo per i milioni di pinguini che vi abitano. © Doug Allan/ Getty Images
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9 Mar dei Caraibi. Le tartarughe marine non hanno cromosomi sessuali, ma a determinarne il sesso è la temperatura della sabbia in cui vengono deposte le uova. Il riscaldamento globale e una sabbia più calda stanno drasticamente riducendo il numero di tartarughe di sesso maschile, mettendo a rischio la sopravvivenza di una delle più antiche specie animali viventi. © Raul Touzon/ Getty Images
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Photoreport – 100 luoghi da ricordare (prima che scompaiano?)
Piattaforma di Ross, Antartide. La piattaforma di ghiaccio di Ross, in Antartide, è la più estesa del mondo: 487.000 chilometri quadrati (è grande quanto la Francia), ma solo il 10% è visibile sopra il livello del mare. Negli ultimi 50 anni, la temperatura si è alzata di 3°C, ma è destinata a crescere ancora. Se la piattaforma di Ross si frantumasse, causerebbe un drammatico innalzamento del livello del mare in tutto il Pianeta. © Jack Fletcher/ Getty Images 11
10 Bay of Plenty, Nuova Zelanda. La Bay of Plenty è un patrimonio naturalistico di grande bellezza e abbondanza. Abitato dai Maori e raggiunto 500 anni dopo, nel 1769, dal capitano James Cook, oggi è al centro di un boom turistico e abitativo (si stima che la popolazione raddoppierà, o addirittura triplicherà, entro il 2050). L’innalzamento del livello del mare e la crescente siccità mettono però a rischio questo paradiso. © Anders Blomqvist/ Getty Images
Deserto Rub Al-Khali, Arabia Saudita. Un mare di sabbia ininterrotto di 650.000 chilometri quadrati, abitato solo dalle popolazioni nomadi di beduini, gli unici capaci di sopravvivere ai 50°C di uno dei più ostili ambienti naturali del mondo. Nonostante le condizioni estreme, cresce una vegetazione capace di sfamare le popolazioni nomadi, ma l’aumento ulteriore di temperatura (stimato in 4-5°C entro la fine del secolo) potrebbe farla scomparire. © Thomas J. Abercrombie/ Getty Images 12
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Delta del Nilo. Il Nilo – il più lungo sistema fluviale del mondo, che scorre per 6500 chilometri – è di vitale importanza per le regioni che attraversa e in particolare per l’Egitto, dove le acque del Delta permettono a milioni di persone di vivere e coltivare la terra. I vari effetti combinati del riscaldamento globale rischiano di mettere in ginocchio un sistema di sussistenza che esiste da 5000 anni. © Frank Schreider/ Getty Images 13
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Errori e leggende sul clima che cambia
Errori e leggende sul clima che cambia
Cicli naturali e perturbazioni esterne
di Stefano Caserini
Un argomento negazionista seducente sul tema delle emissioni sostiene la pochezza dei flussi di origine antropogenica rispetto ai flussi naturali. È del resto vero che le emissioni di CO2 dalla combustione dei combustibili fossili non sono la sorgente principale di CO2 per l’atmosfera. Altri flussi, derivanti dalla fotosintesi e dalla respirazione degli organismi viventi terrestri e oceanici, sono nettamente più grandi. Il punto è che gli altri flussi sono in equilibrio, un equilibrio che dipende dalle
«Tutti sbagliati i numeri sui gas serra». «I ghiacci stanno aumentando». «Il bluff del riscaldamento globale». «Contrordine, fa più freddo». «Negli ultimi dieci anni la Terra si è raffreddata». Titoli di giornali veri, ma argomentazioni false. Ecco come il negazionismo climatico si fa strada nell’immaginario collettivo…
Le ragioni delle preoccupazioni per i cambiamenti climatici sono ormai chiare, e le più grandi nazioni di tutto il mondo stanno faticosamente accordandosi per avviare le necessarie politiche di riduzione delle emissioni dei gas serra. Nonostante questo, ancora oggi trovano spazio delle tesi che mettono radicalmente in discussione l’esistenza stessa del problema. Quotidiani, radio e televisioni spesso ospitano opinioni radicalmente discordanti dalle evidenze disponibili nella letteratura scientifica ed efficacemente riassunte dai rapporti di valutazione effettuati dall’IPCC, il panel scientifico ONU sui cambiamenti climatici. Ancora nel 2009 sui giornali italiani si sono potuti leggere titoli come «Tutti sbagliati i numeri sui gas serra», «I ghiacci stanno aumentando», «Il bluff del riscaldamento globale». Nei telegiornali di prima serata il riscaldamento globale è stato definito una «pseudo teoria» e «fantascienza», e si è sprecata l’ironia
per le nevicate invernali. Le contestazioni non sono state su alcuni dettagli metodologici o su alcune lacune ancora esistenti nella scienza del clima, ma su elementi fondanti, sulla realtà del riscaldamento globale e sulle prevalenti responsabilità umane. Per questo tipo di tesi è stato utilizzato il termine “negazionismo climatico”, a indicare il testardo e irragionevole rifiuto delle evidenze più robuste su cui la comunità scientifica ha raggiunto un consenso. Tipico del negazionismo climatico è il ricorso ad argomentazioni errate, superate, e a miti e leggende metropolitane, anche dopo parecchi anni in cui la comunità scientifica, tramite un approfondito dibattito sulle riviste di settore, ha mostrato la loro inconsistenza. Ecco alcuni esempi di queste argomentazioni, veri e propri slogan ripetuti in modo spesso ossessivo e incurante delle argomentazioni contrarie.
Il ruolo dei vulcani Fra le cause naturali a volte si cita il ruolo dei vulcani. È comprensibile: le eruzioni dei vulcani sono spettacolari e si rimane sempre stupiti dalla loro grandiosità. Nel corso delle ere geologiche, le eruzioni vulcaniche hanno effettivamente influenzato la presenza di CO2 nell’atmosfera terrestre. Su scale temporali più piccole, ossia decine, centinaia o migliaia di anni, la CO2 emessa dai vulcani ha scarsa influenza sulla variazione di quella presente nell’atmosfera. Le eruzioni vulcaniche esplosive
possono portare nell’atmosfera quantità gigantesche di polveri e solfati. Ma sono emissioni episodiche, discontinue. Perturbano l’atmosfera per qualche settimana, mese o anno, a seconda della potenza dell’eruzione. Poi si ritorna alle condizioni iniziali. Ma, per quanto riguarda la CO2, se si fanno i conti si vede che il contributo dei vulcani non è così grande. Secondo gli studi più completi e accurati, le emissioni di CO2 dall’attività vulcanica sia eruttiva che passiva (dai vulcani a riposo) ammontano negli ultimi decenni mediamente a circa 300 milioni di tonnellate l’anno, pari circa all’1%
condizioni dell’atmosfera, ma che si è mantenuto piuttosto costante negli ultimi 10.000 anni. Un piccolo contributo può alterare un equilibrio in cui giocano forze molto più grandi. Spesso si usa la metafora di un acquario, in cui l’acqua viene ricircolata, viene filtrata, ossigenata, “bevuta” da pesci, ma è sempre la stessa; un piccolo e continuo contributo esterno, magari uno zampillio, poche gocce se paragonate alla portata di ricambio dell’acquario, può far salire il livello. Dopo un certo tempo, la cui lunghezza dipende dalla forza del rigagnolo aggiuntivo, il livello sale e l’acqua può traboccare.
delle emissioni antropiche. Sicuramente nelle passate ere geologiche l’influenza dei vulcani è stata maggiore, ma questo ha poco a che fare con gli attuali livelli di gas serra nell’atmosfera.
Non sono quindi determinanti i valori assoluti delle emissioni e degli assorbimenti di CO2 durante i cicli naturali, ma le perturbazioni antropogeniche di questi equilibri.
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L’aumento di CO2
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Una contestazione al consenso raggiunto dalla comunità scientifica sull’aumento dell’anidride carbonica in atmosfera si basa sulla citazione di una ricostruzione dell’andamento delle concentrazioni di CO2 realizzata da Ernst-Georg Beck, insegnante tedesco di fisica in una scuola secondaria. Questi dati, che fanno riferimento a più di 90.000 misure effettuate in 150 anni in
Le isole di calore I dati di temperatura registrati dai termometri in alcune aree urbane possono essere viziati dall’effetto “isola di calore”, in quanto in ambiente urbano la temperatura è andata crescendo a causa della presenza di fonti di calore e umidità, quali il riscaldamento domestico, il traffico, le industrie. In generale, una variazione dell’uso del suolo influenza il microclima e quindi anche la temperatura locale. Chi abita in grandi città, o chi abita poco fuori dalla città e vi si reca quotidianamente, lo sa bene. Si tratta di un effetto reale, verificato in diverse stazioni, ma che influisce poco sulle temperature medie del pianeta o dell’emisfero (medie calcolate con i dati di centinaia di stazioni). Le stazioni di misura delle temperature
Errori e leggende sul clima che cambia
53 diversi luoghi, sono stati pubblicati sulla rivista “Energy and Environment”, nota per non sottoporre ad adeguata verifica le tesi pubblicate. Si tratta in realtà di dati elaborati in modo confuso e approssimativo. Gli andamenti proposti, inconciliabili con le misure nei ghiacciai artici e antartici, con i più elementari bilanci dell’anidride carbonica emessa e con l’andamento delle temperature, di-
pendono a volte da errori di misura (per i dati più vecchi) e per altri semplicemente dalla vicinanza a punti di emissione di anidride carbonica. In un incrocio trafficato si possono misurare già oggi i livelli di CO2 che ci saranno fra decenni, ma non è un’informazione così interessante.
sono tante e ben distribuite sul Pianeta. Riguardano zone urbane, ma anche rurali, remote, poco densamente popolate, che non risentono di alcuna influenza di aree urbane. Poi ci sono le misure sugli oceani, su boe, piattaforme galleggianti o sulle navi. La densità delle stazioni non è così importante, perché l’importante è avere una misura per ogni maglia della rete. Dove ci sono tante stazioni si fa una media, e il valore di temperatura di ogni maglia concorre a fornire la media della temperatura del Pianeta. Le misure urbane disturbate dal microclima non sono considerate o sono corrette, per eliminare l’effetto di distorsione delle aree antropizzate. Sarebbe un errore banale non farlo. Le metodologie statistiche con cui i dati nelle aree urbane sono ela-
borati per valutare ed eliminare le possibili distorsioni locali sono note da anni. L’effetto “isola di calore” ha un carattere locale e non è rappresentativo di aree più vaste. Già i test effettuati negli anni Ottanta mostrarono che l’effetto sulle temperature medie globali dei dati relativi alle isole di calore è di circa 0,050,06°C, un ordine di grandezza inferiore al riscaldamento osservato. Le medie effettuate a livello globale o per gli emisferi nord e sud non risentono quindi in modo apprezzabile dell’influenza delle “isole di calore”. Il grande incremento dei punti di misura sulle terre emerse e sugli oceani ha ulteriormente ridotto i dubbi sulla rappresentatività della misura di temperatura. I lavori più dettagliati, che hanno analizzato da vicino le possibili fonti di errore nelle misure e
Il raffreddamento del dopoguerra Una presunta prova del fatto che il riscaldamento sarebbe occorso «nei momenti e nei posti sbagliati» sarebbe la diminuzione delle temperature avvenuta dal 1940 al 1975. La comunità scientifica ha dato da anni risposte anche su questo punto. Il raffreddamento del primo dopoguerra è ben simulato dai modelli climatici che includono fra le forzanti gli aerosol e i solnelle elaborazioni statistiche, affermano in modo perentorio che le eventuali incertezze sono largamente inferiori all’aumento di temperatura registrato.
fati. Sono infatti le emissioni di solfati e aerosol dovuti all’industrializzazione del primo dopoguerra ad aver portato questa diminuzione delle temperature di circa 0,2°C, riduzione non omogenea sul Pianeta, maggiore nell’emisfero nord. La riduzione delle emissioni di solfati e di particolato, e l’aumento progressivo della CO2, hanno ribaltato i rapporti di forza. Ancora oggi, seppure in modo minore, i solfati e gli aerosol mascherano parzialmente l’aumento di
temperatura dato dalla forzante CO2. L’innovazione tecnologica e la richiesta di un’aria più pulita nelle città hanno portato alla diminuzione di una forzante raffreddante per il Pianeta. Una storia simile a quella che sta avvenendo nelle città dell’est asiatico, oggi con concentrazioni di polveri e SO2 (anidride solforosa) che ricordano l’Italia e l’Europa degli anni Sessanta.
La temperatura non cresce più
pio dal 1977 al 1985 o dal 1981 al 1989, in cui le temperature non sembrano aumentare. Anche se il pianeta si sta scaldando, non è detto che ogni anno debba essere più caldo del precedente; i dati delle temperature non devono essere presi in modo isolato, ma analizzati come serie storiche; in questo caso il messaggio è chiaro: le temperature stanno aumentando, gli ultimi anni sono stati quasi sempre fra i più caldi da quando esistono misure strumentali. È la variabilità naturale, legata anche a fattori casuali, a far sì che in un singolo anno possa esserci un record. Alcuni ricercatori hanno stimato in 18 anni il periodo che si deve mediamente attendere, da un punto di vista
Uno degli argomenti più incredibili usati per negare il riscaldamento globale del Pianeta si basa sul fatto che negli ultimi anni non ci sono stati nuovi massimi di temperatura. È un argomento di forte presa, rilanciato da titoli di quotidiani nazionali come «Contrordine, fa più freddo» e «Negli ultimi dieci anni la Terra si è raffreddata». Le temperature medie annue globali negli ultimi 10 anni sembrano, a prima vista, stabili. Ma se si guarda l’andamento negli ultimi 30 anni, la tendenza all’aumento delle temperature è chiarissima; si possono anche trovare altri periodi, per esem-
1940 1975
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statistico, per osservare nel 95% dei casi un nuovo record di temperature. L’importante è quindi l’andamento di lungo periodo. Non è detto che un’estate rovente indichi un mutamento del clima o che un inverno statisticamente normale o più freddo del solito rappresenti la fine dei mutamenti del clima. Per questo la classifica degli anni più caldi, così amata dai media, in climatologia non è importante.
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L’influenza della politica nei rapporti IPCC
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Una critica frequente rivolta ai rapporti dell’IPCC è che verrebbero sottoposti al parere dei governi, che ne cambierebbero i contenuti. Un’accusa piuttosto pesante, che se fosse vera minerebbe fortemente la serietà della comunità scientifica e dell’intero organismo ONU. Presupporrebbe inoltre che centinaia di scienziati abbiano molto tempo da perdere e scarsa considerazione per il loro lavoro. È
una critica che deriva dalla non conoscenza del metodo di costruzione dei rapporti di valutazione dell’IPCC. In realtà ai governi viene chiesto se il rapporto è chiaro, comprensibile, o se invece si presta a fraintendimenti; un aiuto a rendere più utile il rapporto stesso, non una cessione del controllo sulle affermazioni che vi sono contenute. La tesi secondo cui i governi decidono fra di loro cosa scrivere in questi rapporti non ha fondamento, anche perché sarebbe da capire dove e come i governi negoziano, chi sono i negozia-
Non tocca solo ai paesi occidentali ridurre le emissioni Chi sostiene che i paesi occidentali non devono da soli ridurre le emissioni se non le riducono anche gli altri paesi, ad esempio Cina, India e Brasile, si basa sui dati secondo cui la Cina è il primo emettitore di CO2 al mondo, l’India è al quinto posto e il Brasile all’ottavo. Sembra un argomento ragionevole, eppure questi paesi non sono d’accordo nell’assumersi obblighi di riduzione delle emissioni; alcuni di questi si rifiutano anche solo di discuterne. Per capire il perché, bisogna tener
tori, quali dati o affermazioni sono stati aggiunti. La cosa sembra inverosimile visto che, al di là dell’indubbia complessità di questi rapporti, le diverse affermazioni sono ancorate in modo preciso, a volte pedante, alla letteratura scientifica.
conto di quanto diverse sono le emissioni di gas serra di questi stessi paesi se calcolate non come valore assoluto, ma come pro capite, ossia tenendo conto del numero di persone responsabili delle emissioni stesse. Ogni cinese e ogni brasiliano emettono circa 5 tonnellate di CO2 all’anno, ogni indiano 2,5. Ma le tonnellate di CO2 emesse ogni anno da uno statunitense medio sono 24, e 10 quelle di un europeo. Non ha quindi molto senso che uno statunitense o un europeo chiedano a un indiano di ridurre le emissioni. D’altra parte, è vero che bisogna trovare il modo di stabilizzare le emissioni dell’intero Pianeta, quindi tutti i grandi emettitori
INIZIAMO A CAMBIARE, IL FUTURO CI SEGUIRÀ.
sono importanti. Il coinvolgimento dei maggiori paesi in via di sviluppo nelle politiche climatiche deve considerare uno dei principi base della convenzione sul clima, gli ”Impegni comuni ma differenziati“. Questo è uno dei temi centrali delle negoziazioni sul clima, di cui la conferenza di Copenhagen rappresenta un passaggio di grande importanza.
Quello che vedete è lo schema del progetto Archimede, un impianto solare termodinamico che stiamo realizzando in Sicilia. È così innovativo che produce energia anche di notte o quando il sole non c’è. Un segno tangibile di cambiamento per il futuro dell’ambiente e dell’uomo. Ma non ci fermiamo qui, continuiamo a investire in ricerca, tecnologia e progetti concreti per rendere le energie rinnovabili, come l’eolico, il geotermico e l’idroelettrico, sempre più disponibili ed economicamente competitive. Perché innovare è già cambiare. COPENHAGEN 7-18 DICEMBRE 2009
www.enel.com
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Una regione al sole
Una regione al sole
di Mario Pagliaro
Il Polo fotovoltaico di Palermo: l’energia solare e una ricerca nuova per il futuro della Sicilia.
Si potrà esserne sorpresi, ma alla prima edizione del Solar Master del Polo fotovoltaico della Sicilia nella primavera del 2009 il primo corsista iscritto – nome tedesco e cittadinanza italiana – proveniva dal Trentino Alto Adige. Ecco come, fra l’altro, la Sicilia diventa polo di attrazione di cervelli, risorse e talenti provenienti dalle altre regioni d’Italia e dal resto del mondo. Nato dall’integrazione dei laboratori dei chimici Mario Pagliaro al CNR e Leonardo Palmisano all’Università di Palermo e del fisico teorico Ignazio Licata all’ISEM, il polo opera attività di ricerca, formazione e informazione finalizzate a far cogliere a imprese, famiglie e pubbliche amministrazioni le straordinarie opportunità di sviluppo economico e risanamento ambientale offerte dall'energia solare. Per cogliere queste opportunità è però necessario che le imprese e i giovani conoscano meglio e da vicino le tecnologie dell’energia solare – il fotovoltaico, il solare termico, le tecnologie a concentrazione e il solar cooling – e i relativi aspetti pratici e commerciali. Ecco dunque il Solar Master: un corso sintetico ed efficace per la formazione degli “evangelisti del solare”, persone qualificate dotate di competenze operative e aggiornate che agiscono sul territorio per la diffusione dell’energia solare. Con una connotazione: contestualizzando tutte le attività del polo nella cultura e nel sistema eco1
nomico italiano e internazionale. Ecco allora la partnership con i giovani di Confindustria. Il carattere interdisciplinare della scienza e della tecnologia e la crisi ambientale ed economica sono aspetti strettamente collegati fra loro, e impongono la necessità di ripensare i criteri di formazione culturale tanto dei ricercatori che dei manager e degli imprenditori. Gli stessi rapporti fra scienza, tecnologia e società – cioè fra ricerca, imprese e cittadini – richiedono che si parli anche di chi e come saranno gestite le soluzioni scientifiche, fatto che richiede un quality management nell’impresa scientifica fondato sulla visione dialogica delle competenze e delle responsabilità e su un’articolata visione sistemica. E questo richiede la creazione di una documentazione didattica nuova: per questo motivo, i ricercatori del polo sono autori di tre volumi tecnici di successo, in Italia e a livello internazionale, sulle nuove tecnologie dell’energia solare e sulla loro integrazione. L’energia solare è diluita, per cui l’energia elettrica fotovoltaica prodotta integrando i moduli sui tetti di case e aziende è eccellente per le esigenze elettriche domestiche e quelle aziendali. Ma per creare le quantità di elettricità necessarie a grandi centri abitati o ad aziende energivore, occorre concentrare la radiazione solare. La tecnologia si chiama CSP ed è pronta; e l’idrogeno creato con
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l’elettricità solare è un formidabile combustibile tanto per le auto quanto per le barche. Ecco che le attività di ricerca del polo riguardano le nuove tecnologie fotovoltaiche, e in particolare le celle solari a colorante (in collaborazione con il Polo solare organico del Lazio). Ovvero la produzione locale di idrogeno tramite la concentrazione della radiazione solare. La Sicilia è la Mecca europea del solare: con oltre 3000 ore di sole l’anno, in media ogni kW di potenza installata genera in Sicilia oltre 1500 kWh in un anno, contro i circa 900 di Verona e i 1200 di Roma. E nel corso del 2009 è stata la prima regione europea dove è stata raggiunta la grid-parity, cioè la parità fra il costo dell’elettricità solare e di quella prodotta bruciando petrolio o metano. L’energia solare ha tutte le caratteristiche per dar vita in Sicilia a uno progresso nuovo in cui lo sviluppo economico e la crescita dell’occupazione si accompagnino al risanamento ambientale. Adottando l’elettricità solare, aziende, enti locali e cittadini siciliani possono smettere di pagare le astronomiche tariffe dell’elettricità prodotta nell’isola; come ha fatto ad esempio l’azienda vinicola Donnafugata. I comuni della Sicilia sono quasi tutti prossimi al default finanziario e non riescono più a pagare né le bollette elettriche né la raccolta dell’immondizia. Ecco allora cosa fare. Il comune decide di costruire una centrale elettrica fotovoltaica in Conto Energia, diciamo da 1 MW, utilizzando moduli di nuova generazione proprio come ha fatto il Comune di Verona per il suo stadio di calcio, dove, spendendo 2,1 euro a watt, l’ente pubblico questa volta riceve per 20 anni un bonifico mensile pagato dallo Stato per tutta l’energia
Una regione al sole
prodotta nel mese precedente, oltre a un ulteriore introito legato alla vendita dell’elettricità alla rete elettrica nazionale. E quando l’investimento si sarà ripagato ecco che il comune continuerà a usare gratuitamente l'energia del Sole, per garantire i pubblici servizi. In breve: il costo di un impianto fotovoltaico “chiavi in mano” è passato da 7 a 2,5 euro per watt in meno di 18 mesi, aprendo così le porte dell’energia solare a tutti, e specialmente ai meno abbienti. L’ambientalista “scettico” Bjørn Lomborg si è sbagliato. Gli incentivi statali alla produzione di elettricità solare, l’unica veramente pulita, varati prima in Germania e in Spagna e poi in Italia, Francia, Grecia, Turchia, Israele e in molti altri paesi, non sono un modo con cui i poveri (con il sovrappiù pagato nella bolletta elettrica) finanziano i ricchi (che in banca si fanno anticipare i soldi per l’acquisto dell’impianto). Al contrario, si tratta di un formidabile strumento di politica industriale che ha causato l’esplosione della domanda e quindi il moltiplicarsi dell’offerta. E con esse la ripresa di attività di ricerca e sviluppo che erano state abbandonate per 30 anni. Rapidamente sono arrivate sul mercato tecnologie nuove (a “film sottile”) molto più economiche, cui i produttori dei pannelli solari tradizionali al silicio hanno risposto aumentando drasticamente la produzione. La crisi finanziaria globale, infine, ha determinato una riduzione repentina del prezzo di tutte le materie prime, incluso il silicio utilizzato per la produzione del 90% dei moduli ancora oggi installati e integrati in tutto il mondo. Nel management, come in politica, mai fidarsi degli scettici! Maggiori informazioni: www.i-sem.net
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Ascension Island, Oceano Atlantico meridionale. I pannelli solari sono la sola fonte di energia per le luci di pista dell'aeroporto ausiliario. © U.S. Air Force photo/Lance Cheung 1
Power tower nel deserto del Negev, Israele. La BrightSource Energy ha installato un eliostato o specchi orientabili per concentrare la luce su una torre per produrre vapore. © Steve Jurvetson 2
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Oxygen versus CO2
Oxygen versus CO2 di Andrea Milano
electriciteit van PV om warmte van kassen te verhogen van 30 ° C tot 85 ° C
Rotterdam: energie non sprecate
B IOMASS A B IOGAS
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stadslandbouw
organisch afval opvang zwartwater
opvang grijswater
hemelwateropvang
helofytenfilter
stadslandbouw trapdijk
CO2
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AB SORB TIE CHILLER
B UFFER
10 m
50 m
UITWIS SELING 85° C
40 ° C
85 ° C
WKO hoge temperatuur warmte opslag
PRODUCTIE
40° C
70° C
5 °C
Una parte dell’energia alternativa e rinnovabile, che mai come in questi tempi ricerchiamo assiduamente sotto varie forme, in realtà l’abbiamo sotto gli occhi. O meglio: nei nostri edifici, impianti, reti di distribuzione cittadine. Il problema è che la buttiamo via, per di più in periodi di crisi economica ed energetica. È questo ciò che ci dicono da Rotterdam, in Olanda. All’interno di un programma ambizioso della città, che vuole dimezzare le emissioni di CO2 entro il 2025, è nato un team interdisciplinare di lavoro costituito da soggetti pubblici, project manager e architetti che sta sperimentando una metodologia strutturata e riproponibile di riduzione dei consumi energetici – il REAP (Rotterdam Energy Approach and Planning).
L’attuale approccio sostenibile verso le aree urbane è fatto di tre passaggi: la riduzione dei consumi attraverso una progettazione bioclimatica intelligente degli edifici, lo sfruttamento delle energie rinnovabili e l’integrazione della domanda residua attraverso impianti efficienti ma tradizionali. Questo però oggi non sembra sufficiente. La nuova strategia che propone il REAP si basa sull’individuazione di un passo intermedio tra la riduzione dei consumi e lo sviluppo delle rinnovabili: il riutilizzo dei flussi energetici di scarto. E, possibilmente, sulla progressiva eliminazione della terza fase, che utilizza combustibili fossili. Sostanzialmente sono due i processi in cui “vanno perse” code di energia. Il primo riguarda il calore disperso: oggi vie-
ne utilizzata la stessa fonte primaria a 80-90°C per destinazioni finali a temperature ben più basse. Ciò che non serve, caso per caso, lo si butta via. Se invece venisse collegata la potenza massima di un impianto all’industria pesante, per esempio, e poi a “cascata” venisse sfruttato il residuo d’energia per altre lavorazioni artigianali, la ristorazione, gli hotel, gli uffici, le abitazioni e infine l’agricoltura, lo spreco sarebbe quasi annullato. Il secondo campo di applicazione del REAP è ancora più emblematico, perché cambia di scala e guarda alla città nel suo complesso. Ogni tipologia di edificio e di funzione necessita energia in forme, temperature e momenti specifici. L’idea “apparentemente” semplice è quella di scambiare i flussi caldi-
freddi in entrata e in uscita tra gli edifici, che diventano dinamici, quasi viventi, come i loro abitanti. Gli scenari di potenziale scambio sono molteplici. Nelle mezze stagioni, nei luoghi di lavoro s’inizia ad aver bisogno di raffrescamento e c’è quindi un surplus di calore che può invece servire alle abitazioni, ancora da scaldare in quei periodi dell’anno. Un altro caso è quello di un supermercato, che ha sempre bisogno di potenza frigorifera e può cedere il suo calore in eccesso alle case circostanti. O infine un complesso sportivo polifunzionale può essere progettato a bilancio energetico pari a zero, se si pensa al riscaldamento costante in una piscina rispetto alla domanda opposta di una pista di pattinaggio sul ghiaccio. Ecco dunque che il passaggio di scala è
fondamentale al perfezionamento del sistema: un numero maggiore di edifici-funzioni-necessità specifiche avvicina sempre di più il bilancio complessivo alla neutralità. Il metodo si applica via via a interi isolati, quartieri, fino a pensare alla città intera. In via sperimentale il REAP è partito nell’area Hart Von Zuid di Rotterdam, dove è in atto la rimodellazione di quattro complessi. La riduzione delle emissioni di CO2 qui sta diventando uno strumento di progettazione urbana. E così, per esempio, se per ogni metro quadro di supermercato se ne realizzano sette di appartamenti, l’impianto di climatizzazione è totalmente autonomo. Progetti come questo nascono in realtà particolarmente sensibili, grazie a incentivi economici e politiche ben defi-
nite. Il neonato Piano Casa italiano prevede però programmi di rigenerazione urbana e architettonica attraverso la ricollocazione di edifici e complessi produttivi-artigianali in zone reputate più congrue, e potrebbe costituire una buona occasione. Ciò che però può trasformare il rapporto tra l’uomo e la Terra è la mentalità delle persone. Il REAP sorge in un contesto dove la sostenibilità è uno stile di vita. Qui si pensa davvero che eliminando gli sprechi d’energia si inizia a guadagnare, si stabilizza il costo della vita, i quartieri delle città diventano autosufficienti grazie alla maggiore partecipazione degli abitanti e all’accresciuto senso di comunità. Altro che le nostre riunioni di condominio. www.dsarotterdam.com
photoreport
Perché le zebre hanno le strisce?
fotografia di Tim Flach
Il naturalista Alfred Russel Wallace sosteneva che le strisce delle zebre avessero una funzione mimetica per proteggersi dai predatori. Ma Darwin – suo contemporaneo – non era d’accordo con quest’ipotesi e la sconfessò. Secondo altre teorie, invece, le striscie sarebbero un mezzo per disorientare il predatore o per evitare le mosche tse-tse. Nonostante le tante e talvolta bizzarre ipotesi, ancora oggi non c’è una risposta che chiarisca definitivamente il mistero della colorazione del manto delle zebre. «Sappiamo ancora troppo poco per poterlo spiegare» è infatti la conclusione a cui è giunto anche un recente studio del professor Tim Caro dell’Università della California.
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La scienza dal giocattolaio di Davide Coero Borga
Incredibile Enel, il tour dell’energia: vietato non toccare
Il mappamondo
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Ricordate ancora quando il vostro zio preferito se n’è arrivato, in un giorno di festa, con un affascinante mappamondo tutto per voi? Finalmente – avrete pensato – un regalo decente fra cataste di penne stilografiche, dizionari e cornici d’argento moltiplicatisi a casa vostra per intercessione di tutto il parentado. E che invidia, però, per quella compagna di classe che aveva un globo terrestre in versione abat-jour da tenere sul comodino. E oggi? I bambini hanno a disposizione mappamondi-puzzle tridimensionali, da ricostruire assemblando oltre 500 pezzi. Ma anche mappamondi da dipingere o colorare, mappe geografiche di giorno e globi celesti la notte, illuminati e fluorescenti, sospesi in aria da dispositivi elettromagnetici o interattivi con domande e approfondimenti, sempre e comunque aggiornabili tramite internet. Gulp. Pensare che il globo, detto anche (ma impropriamente) “mappamondo”, è nato come una semplice riproduzione in scala del pianeta Terra. Un oggetto della scienza e della tecnica il cui primo prototipo è stato costruito tra il 1490 e il 1492 dallo studioso tedesco Martin Behaim. Conosciuto come “Globo terrestre di Norimberga” è una sintesi della vaga e superstiziosa geografia del tempo, la stessa che ha portato Colombo a partire in cerca delle Indie.
Ma torniamo a noi. Nonostante la forma della Terra corrisponda a un ellisse, il globo resta una delle rappresentazioni più realistiche del pianeta su cui viviamo, e per la correttezza dello studio geografico, e per l’inclinazione dell’asse realizzata sulla base di appoggio. Il fatto che sia diventato un giocattolo per ragazzi, uno dei più venduti di tutto il Novecento, dice molto di una tendenza a trasformare alcuni oggetti d’uso comune in edutoys. Un’attitudine che condividiamo con molti altri animali, perlopiù mammiferi, per i quali il giocattolo ha un ruolo importante nell’apprendimento dei saperi fondamentali per la sopravvivenza. Per esempio, i cuccioli di cane utilizzano palline di gomma come giocattolo sviluppando abilità che, per lo meno nella vita selvatica, sono utili alla caccia. Se teniamo in considerazione questo istinto a giocare con gli oggetti, non stupisce che l’uomo sia arrivato a progettare e produrre a livello industriale giocattoli pensati a questo scopo. Alcune categorie ludiche probabilmente fanno parte di un bagaglio culturale comune a diversi popoli. Altri sono diventati indispensabili nella formazione di un uomo moderno, e il mappamondo è chiaramente uno di questi. Un giocattolo scientifico. Rappresentazione vivida, ma soprattutto immediata, dei cambiamenti che il pianeta affronta ogni giorno è come un’impronta ecologica tridimensionale.
Recuperate in soffitta il vecchio mappamondo dello zio e mettetelo a confronto con uno moderno: oltre a vedere confini completamente ridisegnati dalla politica internazionale, troverete valichi alpini, canali, dighe, grandi opere; il corso di alcuni fiumi risulterà spostato; e soprattutto troverete molti meno ghiacci ai poli. Tanto per capirci: negli ultimi cinquant’anni il mappamondo ha registrato una diminuzione della copertura glaciale pari al 4,6% e un calo delle pendenze dei ghiacci dal 27 al 23%. Di certo conoscerete quelle tazze o bicchieri sui quali ragazze formose si spogliano quando viene versata una bevanda calda. In tempi di riscaldamento globale come i nostri, impazza su internet una tazza con sopra disegnato un planisfero che mostra come sarà il mondo quando si scioglieranno i ghiacci. Speriamo che il mappamondo dello zio non subisca la stessa sorte.
091
Giochi, eventi, conferenze, dibattiti, esperimenti scientifici ed exhibit interattivi in una struttura colorata di 800 metri quadrati. È il tour dell’energia “Incredibile Enel”, un’iniziativa per raccontare l’energia in modo innovativo e coinvolgente che, dopo aver toccato cinque città italiane, arriva a Roma, Firenze e Napoli fra dicembre e gennaio.
“Viaggiando” nella struttura, i cittadini potranno conoscere tutte le innovazioni di Enel per rendere più vivibili e verdi le città e le nostre abitazioni: i pannelli fotovoltaici, i lampioni a led Archilede, i nuovi impianti minieolici e la Smart elettrica con le sue infrastrutture di ricarica.
E poi i progetti di sviluppo per le rinnovabili, per le future centrali senza camino, il nucleare, una galleria per conoscere meglio Enel, le sue attività produttive, di ricerca e di corporate social responsibility. Per i più giovani, è a disposizione un intero spazio educational con giochi interattivi per costruire e mettere in esercizio una centrale, conoscere la CO2, misurare i consumi casalinghi e apprendere in maniera divertente come risparmiare energia.
La vera sorpresa è però nel centro del villaggio: una grande arena dove assistere a spettacoli, a un musical sull’energia, a laboratori sperimentali e a dibattiti con opinion leader. Tutto per parlare di energia all’insegna della scoperta. incredibile.enel.it
oxygen 08 – 12.2009
Traveller
Traveller di Michelle Nebiolo
Una terra (più) verde
092
L’etimologia del toponimo “Groenlandia” è soggetta a qualche controversia, ma secondo una saga islandese deriverebbe dal Grœnland (“terra verde”) con cui Erik il Rosso battezzò la terra dove si era rifugiato con la sua famiglia – in esilio per omicidio – nella speranza di attirare nuovi abitanti. Al di là delle altre ipotesi plausibili sull’origine del nome di questa isola (forse, si scoprirà, un arcipelago unito solo in superficie da un enorme ghiacciaio), di fatto la regione meridionale della Groenlandia è effettivamente piuttosto verdeggiante, soprattutto d’estate. E la “terra verde”, che nel corso dei secoli è passata dai 500 uomini arrivati su navi vichinghe a una popolazione di oltre 57.000 abitanti, oggi si sta godendo un posto al sole grazie alle nuove opportunità che i cambiamenti climatici hanno aperto per il turismo. L’aurora borealis, gli avvistamenti di balene e sì, anche la vera casa di Babbo Natale: la Groenlandia ha molto da offrire a chi vuole fare una vacanza diversa dal solito. Oggi una delle mete più visitate è Ilulissat, nella baia di Disko, sulla costa occidentale. Da questa cittadina, con case di legno coloratissime che spiccano nel bianco assoluto della neve, è possibile raggiungere il Kangia fjiord a circa 250 chilometri a nord del circolo polare artico. Dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel
2004, è lo sbocco del Sermeq Kujalleq che, spostandosi di 19 metri al giorno e producendo 20 miliardi di tonnellate di ghiaccio l’anno, è uno dei ghiacciai più attivi dell’emisfero settentrionale. Vedere gli iceberg staccarsi dalla banchisa artica dev’essere uno spettacolo straordinario. E, come suggerisce il sito www.greenland.com, considerando l’attenzione generalizzata per lo scioglimento dei ghiacci e l’acceso dibattito sulla questione climatica, «visitare l’affascinante calotta artica dà ancora maggiori spunti di riflessione». Così sono sempre di più i turisti che vogliono vedere la Groenlandia prima che il suo incanto... Si sciolga. La temperatura media qui si sta alzando molto più rapidamente che ad altre latitudini: si dice che un grado in più all’equatore significhi quattro gradi in più al circolo polare. Secondo uno studio finanziato dalla sezione per le scienze criosferiche della Nasa, tra il 1991 e il 2004 la temperatura invernale presso la stazione di monitoraggio Swiss Camp (vicino alla linea di equilibrio occidentale della calotta glaciale) è aumentata di quasi 6°C. Non solo: nel 2005 i ghiacci si sono ritirati abbastanza da svelare una “nuova” isola, battezzata Uunartoq Qeqertog (“Isola che si riscalda”), al largo della costa orientale, 550 chilometri a nord del circolo polare artico. I diari di bordo dei naviganti di epoche
passate sembrano testimoniare che, senza che ci siano grandi sconvolgimenti planetari, la stessa isola è scomparsa sotto i ghi-acci e ricomparsa più volte negli ultimi secoli; ma alcuni scienziati lanciano l’allarme sulla velocità con cui questa volta si stanno sciogliendo i ghiacci groenlandesi. Nel frattempo, l’innalzamento delle temperature sta avendo un forte impatto sul sistema economico: se in alcune zone si può finalmente coltivare qualche ortaggio, in altre la ritirata dei ghiacciai svela miniere dall’enorme potenziale. Sul sito della Angel Mining plc – neonata società mineraria concentrata unicamente sulla Groenlandia – si legge: «La scoperta più spettacolare è stata trovare un enorme affioramento di solfuri, lasciato allo scoperto da un ghiacciaio in fase di regresso. Si sapeva dell’esistenza di minerali in questa zona, ma in precedenza era tutto coperto da 60 metri di ghiaccio». Ma mentre le miniere richiedono tempi lunghissimi, il turismo offre possibilità di sviluppo quasi immediate. Così, considerando che nell’entroterra il permafrost (un misto di terra, ghiaccio, carbonio, muschio, torba e metano che copre le aree polari) sciogliendosi diventa impossibile da percorrere con le slitte, chi può va a vivere sulla costa a sud o a ovest, dove servono nuove strutture ricettive per far fronte ai turisti sempre più numerosi.
093
Ilulissat, Groenlandia © Uriel Sinai/Getty Images www.100places.com
I luogi della scienza
oxygen 08 – 12.2009
I luoghi della scienza di Eva Filoramo
Biosphere 2: tutta la Terra in 10.000 metri quadrati
094
La sfera della vita, o bio-sfera, è la Terra, o ancora meglio quella parte della superficie terrestre che è regolata dal flusso di energia derivante dalla fotosintesi. Biosphere 2 è pertanto il nome scelto per un centro di ricerca molto speciale, nato a metà degli anni Ottanta da un’idea dell’eccentrico miliardario John P. Allen con lo scopo di studiare e sviluppare tecnologie per la colonizzazione dello spazio. Il progetto Biosphere 2 ha comportato la costruzione – a Oracle, in Arizona – di un edificio che in poco più di 10.000 metri quadrati di superficie riproduce fore-
ste tropicali e deserti, fiumi e laghi, terreni incolti e campi coltivati, savana e barriera corallina – con i relativi esseri viventi vegetali e animali. Allen era interessato, in particolare, alla possibilità che fosse eventualmente possibile ricostruire un edificio del genere, completamente autosufficiente rispetto all’esterno, su un pianeta diverso dalla Terra. Dal 2007 la gestione di Biosphere 2 è di competenza dell’Università dell’Arizona, subentrata alla Columbia University, che aveva a sua volta preso il posto della società fondatrice, la Space Biosphere Ventures. È possibile che questi
passaggi di testimone siano legati a una serie di vicende controverse, la più significativa tra le quali, probabilmente, è l’esperimento in cui otto ricercatori vissero all’interno di questa struttura in totale isolamento per quasi due anni, dal 1991 al 1993. Secondo le fonti più attendibili, questa singolare esperienza si concluse principalmente a causa della mancanza di equilibrio tra anidride carbonica e ossigeno; durante il secondo anno, infatti, fu necessario fornire ossigeno dall’esterno per garantire la sopravvivenza dei ricercatori. I meccanismi di autoregolazione e di sussistenza
dell’ecosistema non prevedevano più la sopravvivenza di Homo sapiens. Il vago senso d’inquietudine che può nascere riflettendo su ciò che l’esperimento dei primi anni Novanta può implicare è stato cancellato dall’attuale utilizzo delle strutture di Biosphere 2: si tratta di un vero e proprio dipartimento della facoltà di scienze dell’Università dell’Arizona, che si propone di essere un centro di ricerca e di formazione sulla biosfera-Terra e sui suoi ecosistemi, così come sul ruolo del nostro pianeta nell’Universo (il progetto più noto degli ultimi anni ad opera degli scienziati
dell’UA è la sonda Phoenix Mars Lander). La struttura costruita dalla Space Biosphere Ventures, infatti, è unica nel suo genere, e consente di condurre esperimenti impossibili da portare avanti altrove, in un ambiente controllato e isolato rispetto al mondo esterno – la Biosfera 1. Per visitare quella che il Time Life Book ha recentemente definito come una delle “50 meraviglie del mondo”, sono sufficienti 20 dollari; nel giro di poche decine di metri il deserto lascia il posto a una foresta di mangrovie, e il viaggio si conclude dietro un vetro trasparente che consente di osserva-
re l’ecosistema di un oceano costituito da quasi quattro milioni di litri d’acqua. La struttura, inoltre, consente il controllo delle variabili ambientali in uno spazio circoscritto, e permette la sperimentazione di nuove tecniche e tecnologie che non potrebbero essere utilizzate nei cosiddetti “studi sul campo”. Dal punto di vista della ricerca scientifica, quindi, Biosphere 2 offre oggi un’opportunità assolutamente unica per la comprensione di come gli ecosistemi terrestri rispondono ai cambiamenti, e in particolare, in questi tempi così critici, ai cambiamenti climatici.
095
La divulgazione è fondamentale per la scienza; se rimane isolata la scienza perde i legami con la società e fallisce nel suo obiettivo Umberto Veronesi
La ricostruzione della sinistra a livello mondiale potrebbe avere aspetti simili, su scala planetaria, a quelli che hanno assunto in Europa alla fine dell’Ottocento la nascita delle prime organizzazioni degli operai e dei braccianti: società di mutuo soccorso, cooperative, banche popolari, e successivamente anche sindacati e partiti. Proviamo a discuterne.
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Codice Edizioni s.r.l. via G. Pomba 17 10123 Torino t +39.011.19700579/580 f +39.011.19700582 www.codiceedizioni.it info@codiceedizioni.it
EDIZIONI
Mark Maslin Riscaldamento globale pp. 200, euro 13,00
Contributors
Corrado Clini
Patrick Moore
Director general of the Italian Min-
A leader in the international envi-
Indian economist and scientist, he
istry for the environment, land and
ronmental field for over 30 years,
was elected chairman of the Inter-
Fatih Birol
sea, he is also vice-president of the
he is a founding member of Green-
governmental Panel on Climate
Born in Ankara in 1958, he is chief
European Environment Agency,
peace. In recent years, Moore has
Change (IPCC) in 2002. He is direc-
Non è tempo di farsi prendere dal panico, né di nascondere la testa nella sabbia. È tempo di agire.
economist at the Paris-based Inter-
president of the intergovernmental
focused on the promotion of sus-
tor general of TERI (The Energy and
national Energy Agency (IEA). He is
organization “Regional Environ-
tainability and consensus building
Resources Institute, New Delhi), an
also director of “World Economic
ment Center” in Budapest, presi-
among competing concerns. He is
organization promoting sustain-
Gabrielle Walker e Sir David King
Outlook”, the most authoritative
dent of the G8+5 Global BioEnergy
an advisor to government and
able development. On December
publication about energy markets
Partnership, vice-president of the
industry and chair and chief scien-
10, 2007, he received on behalf of
analysis. In the past, he also
International Partnership for the
tist of Greenspirit Strategies Ltd. in
the IPCC the Nobel Prize for peace
worked for six years in the Organi-
Hydrogen Economy, visiting profes-
Vancouver.
zation of the Petroleum Exporting
sor at Beijing’s Tshingua University,
Countries (OPEC) secretariat in
senior research fellow at Harvard
Richard A. Muller
Vienna.
University’s Center for International
Professor and academic researcher
Mario Pagliaro
Development and president of the
at the Physics department of the
Chemistry researcher at CNR and
Pino Buongiorno
European Environment and Health
University of California, Berkeley,
management professor at the
Deputy director of the weekly
Committee.
Muller is also a passionate popular
Higher School for Public Adminis-
Sergio Bellucci e Marcello Cini
Sergio Bellucci, Marcello Cini Lo spettro del capitale Per una critica dell’economia della conoscenza pp. 128, euro 14,00
Gabrielle Walker, Sir David King Una questione scottante Cosa possiamo fare contro il riscaldamento globale
Paul Roberts La fine del cibo pp. 496, euro 28,00
Prefazione di Luca Mercalli pp. 264, euro 25,00
magazine “Panorama”, he has
pp. 344, euro 26,00
Gabrielle Walker Un oceano d’aria pp. 280, euro 26,00
Per tutti quelli che sono preoccupati per il futuro del cibo, questo è un libro indispensabile, chiaro, completo e avvincente. Paul Roberts è andato ovunque e ha letto di tutto, ed è ritornato con la migliore analisi sull’economia alimentare globale che possiate trovare al giorno d’oggi. Michael Pollan, autore de Il dilemma dell’onnivoro
along with former American vice president Al Gore.
science writer and a trusted advisor
tration, he coordinates the activi-
been special correspondent, corre-
Co+Life
to the Department of defense of
ties of the Sicily’s Photovoltaics
spondent from the United States
Run by Stine Norden and Søren
the American government. His
Research Pole in Palermo. He is co-
and editor in chief of the editorial
Rud, two photographers commit-
book Physics for Future Presidents
author of nine books and tens of
team in Rome. He has recently
ted to cultural and environmental
is based on the noted and award-
scientific papers. Some of his
edited the essay collection Il
issues, Co+Life is a creative pub-
winning lecture series he held at
research group’s discoveries are
mondo che verrà. Idee e proposte
lishing company promoting inter-
Berkeley.
marketed globally.
per il dopo G8 (Università Bocconi
national premium photography
Camille Seaman
Editore), which was also translated
through books, exhibitions and
Sheila Olmstead
into English.
events, like Yann Arthus-Bertrand’s
Associate professor of environmen-
She studied photography with Jan
world-famous photo exhibition
tal economics at the Yale School of
Groover and has since taken mas-
Earth from Above.
Forestry & Environmental Studies
ter workshops with Steve McCurry,
and a visiting scholar at Resources
Sebastiao Salgado, and Paul Fusco. Her photographs have received
Stefano Caserini
Richard Muller Fisica per i presidenti del futuro
Rajendra K. Pachauri
Professor at Milan’s Politecnico, he has been conducting research in
Sören Hermansen
for the Future, her research inter-
the field of air pollution and cli-
Director of Energia Akademiet in
ests are in the area of environmen-
many awards including a National
mate change for years. He is a con-
Samsø, Denmark, he has been
tal and natural resource economics
Geographic Award (2006) and the
sultant for public and private bod-
working for years to make the
and policy, including both natural
Critical Mass Top Monograph
ies, and has collaborated on the
island energy independent, and
resource management and pollu-
Award (2007). In 2008 she was
revision of the Fourth IPCC report –
now takes his experience around
tion control.
honored with a one-person exhibi-
Working group III; he has published
the world as a consultant for vari-
tion, “The Last Iceberg” at the
tens of scientific publications and
ous public organizations. He was
National Academy of Sciences,
the book A qualcuno piace caldo.
nominated “Hero of the environ-
Washington DC. Her current proj-
Errori e leggende sul clima che
ment” in 2008 by the prestigious
ect concerns the beauty of natural
cambia (Edizioni Ambiente).
magazine “Time”.
environments in Siberia.
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Publisher’s note
Robert Stavins 098
10-12-2009
Albert Pratt Professor of business and
government
at
Harvard
Vittorio Bo, Editorial Director
what, how and when to do things,
The interests of every single coun-
nuclear, distributed generation, car-
fight against climate change. This
in the name of a pragmatism that’s
try must converge in this way
bon dioxide capture and storage.
effort must take into account the
not filtered by the reasoning of dif-
towards a single common objec-
To win this challenge, companies
fact that these responsibilities and
Kennedy School and director of the
With the Copenhagen conference
ferent politics, but built upon the
tive: to spread the possibility of a
need a framework of rules of refer-
capabilities are shared by all. To this
Harvard Project on International
just a few days away, the timeliness
basis of objective facts. At the
better future by means of a new
ence that will help them quantify
regard, great importance is given
Climate Agreements, he is universi-
of the environmental issue by now
same time, political ties can only
energy culture. Keeping well in
and manage the risks connected to
to flexible mechanisms (CDM, JI),
ty fellow at Resources for the
is quite evident in all its importance
increase the efforts to reduce the
mind the fact that it’s not a certain-
their investments, increasing their
which permit the transfer of tech-
Future as well as research associate
and full complexity. The effects of
energy bills for families and busi-
ty, but can represent hope: deriving
medium- and long-term visibility. In
nology to developing nations,
at the National Bureau of Econom-
climatic change are multiplying:
nesses in the end. This can and will
from our role in the ecosystem, all
fact, you could say that under this
where the potential for reducing
ic Research. He was chairman of
the melting of glaciers, the deserti-
lead to an increase in employment,
of us, singly and together, will be
respect environmental conscious-
emissions with the same economic
the Environmental Economics Advi-
fication and the further increase of
thanks to the creation of new jobs
more greatly changed by our
ness and economic growth are two
outlay is higher, without compro-
sory Committee of the United
extreme events are all signals that
in the growing sector of the green
efforts to stabilize the climate than
sides of the same coin. Trying to
mising growth. Thus, we need a
States’ Environment Protection
we can no longer allow ourselves
economy, creating a synergy –
by the many technological innova-
fight climate change without creat-
great alliance between govern-
Agency (EPA), and lead author at
to ignore. Above all, we are realiz-
between environmentalism and
tions of the last century.
ing the economic conditions neces-
ments and private industry to
the Intergovernmental Panel on
ing that ecosystems are real infra-
economy – which will be based
sary to support research, innova-
determine new rules that can guar-
structures and we are aware of the
upon what have always been the
tion, and private investments
antee a reduction in emissions
need for better economic and
strengths of the modern industrial
would be a delusion.
while, at the same time, ensuring
Livio Vido
social development: so if the
system: research, innovation and
He joined the Enel Group in 2008
bridge is an infrastructure then so
entrepeneurship
as managing director of the Engi-
is the river below, too. Both sup-
The careful launching of cultural
neering and Innovation Division,
port our lives, both require mainte-
and informative policy will be
which manages all the engineering
nance, both have costs, both
equally important: the climate issue
and construction activities for ther-
require agreements on a large scale
shows just how important the
mal, nuclear and innovative power
so as to avoid problems. Reasoning
plants within the Enel Group. The division also includes the Enel’s
Climate Change.
Editorial A contribution from Copenhagen for a better world
To date, we still don’t know what
an economic advantage to the
outcome Copenhagen’s climate
companies that are able to intro-
conference will have. However, we
duce technical innovations.
know for sure that energy compa-
Let’s not forget that the private
nies have to be able to count on
sector will have to bear almost all
Fulvio Conti, Chief Executive
competitive conditions that are as
of the difficulties in the reduction
union of politics/cultural and social
Officer and General Manager, Enel
homogeneous as possible around
of emissions expected in the next
in terms of infrastructure leads us
communications is. In fact, only a
Energy companies throughout the
the world, and that only when this
decades, and therefore we cannot
to think in terms of expense, dura-
careful cultural policy will allow a
whole world are making significant
goal will be fully achieved will it
conceive a system that does not
Research Area, whose task is to
tion and responsibility: and when
real energy revolution, a continu-
investments, with decidedly long-
become possible for them to create
include private companies in a con-
develop several innovative projects,
we have a problem with the infra-
ous and widespread movement
term returns, in order to introduce
long-term, sustainable develop-
structive way.
from CO2 capture and storage to e-
structures we resolve them with
that passes through the production
environment-friendly technologies
ment, innovation and employment.
The whole world’s governments
mobility.
the help of science and engineer-
as it passes through consumption,
and, at the same time, increase
Furthermore, it is indisputable that
are called upon to create the con-
ing, and with collaborations and
through sharing as through individ-
efficiency when producing the
the reduction of carbon dioxide
ditions required for a modern, liq-
agreements often involving both
ual choice. Without this education-
energy we need.
emissions must be planned and
uid, transparent, global CO2 market
public and private sectors, and for
al effort, those who have no
This is a complex and challenging
achieved on a global scale in order
to be born – a market in which
financing as well.
knowledge regarding the environ-
task, requiring a large-scale struc-
to be effective. Partial solutions
every player can plan and imple-
The same modalities must now be
mental
the
ture and vast human capital, as well
would entail dangerous competi-
ment investments to make a tangi-
applied to the infrastructures of
improvements offered by alterna-
as the ability to act on different
tive distortions and, first and fore-
ble contribution to building a bet-
nature, because if it’s true that our
tive energies would not actually be
fronts at the same time. You have to
most, would make noteworthy
ter world.
civilization has caused global
able to take advantage of the pos-
go down every road: from energy
results impossible to achieve.
warming, that very same civiliza-
itive effects that this new concep-
efficiency to new technologies that
Only by introducing reasonable and
tion can provide the solution. Sci-
tion would bring about, and which
allow us to generate energy from
reachable goals in emission control
ence represents our only real way
due to their very nature, are not
alternative
including
will it be possible to get all of the
of intervening, suggesting to us
immediately tangible.
renewable sources, third-generation
world’s countries involved in the
emergency
and
sources,
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English version
08 – 12.2009
Connect the dots
not be made».
2001. He has worked at the World
Let’s end the debate. What is
What could have happened in the
Bank and at the United Nation’s
the main cause of climate chan-
age of 11 tons of CO2 every year.
The Long and Winding Road: from Kyoto to Copenhagen, and Then?
past few weeks to make the chair-
Development Programme. Today he
ge according to your research?
man of the Intergovernmental
is considered one of the most
In the past 50 years, it has been
public transportation. Moreover,
9. The United Nations’ Intergovern-
by Pino Buongiorno
panel on climate change (IPCC)
authoritative experts in his field,
mainly human action that has emit-
sions are Sweden, Germany and
improving thermal isolation and
mental Panel on Climate Change
«The best achievable result for
change his mind, and mood? The
with governments and internation-
ted greenhouse gasses in the
the problem of CO2 emissions,
France, at the top of the ranking,
building planning and reusing bio-
(IPCC) estimates that the planet’s
Copenhagen? Cutting between
IPCC organization gathers 2,500
al organizations constantly consult-
atmosphere.
its causes and effects and the
followed by India and Brazil. Italy
masses for heating would cut
global
25 and 40% of emissions by
scientists and was founded in 1988
ing him.
costs it generates. And the pos-
comes in only 44th (but is the tenth
another 35%. A 33% decrease
increased by 0,74 ± 0,18 °C in the
2020 and funding and transfer-
under the aegis of the UN, and has
sible actions to undertake. As
in the world, in terms of emissions
could be achieved by agriculture,
100 years preceding 2005. Unless
ring technologies from the rich
identified and documented with no
Why should we really act so ur-
soon as possible...
produced), while Saudi Arabia,
exploiting biogases and improving
drastic action is taken to reduce
to the poor». Conversation
trace of doubt the planet’s warm-
gently?
working on this now, and not
Canada and the United States
bovines’ diet. The energy supply
emissions, the IPCC’s projections
with Rajendra K. Pachauri,
ing. Its latest report, published in
Because the impact of climate
tomorrow?
that evaluates every single nation’s
material) used in making cement.
decrease to 85. Today, each Euro-
positive and structural actions to
Transportation could cut emissions
pean Union citizen emits an aver-
Mission: fewer emissions
limit global warming – the most
by 36% by improving cars’ energy
“virtuous” countries amongst the
efficiency and favoring railways and
Figures, statistics, estimates and
57 producing the most CO2 emis-
data that can help understand
100
1. The first 10 countries in terms of
come in last.
CO2 emissions represent two thirds
surface
temperature
Have the world’s governments understood they need to start
sector could instead cut 46% of
show that the planet’s global sur-
chairman of the Intergovern-
November 2007, warned the whole
change will worsen progressively.
Most of them have, although in
emissions by improving efficiency
face temperature should rise by
mental panel on climate chan-
world’s governments that in the
Right now we are not even able to
some cases action was slower to
ge and 2007 Nobel Peace prize.
near future, in the absence of quick
adapt to this impact.
come.
(67.2%) of the world’s yearly emis-
4. Italy ranks last amongst EU
at the user end, increasing renew-
about 1,1-6,4 °C in the next cen-
sions (28,431,741 thousand tons).
countries as regards commitment
able energy, using CO2 capture and
tury. It is estimated that every
counteraction, global warming will
China and the United States
to the Kyoto protocol goals.
storage techniques in every fossil
ton of CO2 emitted yields a
In the end of October he declared
lead to Arctic ice melting – sub-
In what phase of the environ-
Who is more sensitive to the
together surpass 40% of total
According to an Ecofys inquiry,
fuel plant.
0,0000000000015 °C increase in
he was «cautiously optimistic».
merging islands and entire coun-
mental battle are we?
issue: public opinion or govern-
emissions, while the European
with a four billion euro investment
global temperature.
During a video-conference with the
tries, such as the Maldives and Sey-
We have a very short window of
ments?
Union’s countries total 13.8%.
every year (0.2% of GDP), by 2020
7. The FAO, World Health Organi-
World Business Forum participants
chelles –, to one fourth of the
opportunity. If we don’t reduce
As I said: some governments are
According to data from the Euro-
Italy could reduce its CO2 emissions
zation and European food safety
10. A real-time simulation of every
in Milan, speaking from the Indone-
world’s species becoming extinct
emissions considerably in the next
really slow. That is why public opin-
pean Environment Agency (EEA),
by 29% compared to 1990, thus
authority (EFSA) estimate that the
nation’s CO2 emissions is available
sian island of Bali, 69-year-old
and to Africa’s crops dropping by
five or six years, getting tempera-
ion has to be more active, increas-
greenhouse gas emissions in the
reaching the 30% goal (should a
economic, health and social costs
at: www.breathingearth.net.
Rajendra Pachauri, winner of the
50% because of desertification.
ture increases and climate change
ing pressure on its elected represen-
EU in 2008 decreased for the
global agreement be reached in
related to climate change and pol-
For general information about the
Nobel prize for Peace in 2007 with
The overall outcome could be a 5%
under control will become very dif-
tatives.
fourth year in a row, especially
Copenhagen) set by the European
lution might reach 5% of the glob-
Copenhagen conference, and to
the former American vice president
downfall in global GDP, already put
ficult in the near future.
those due to fossil fuels.
Union in its “Climate and energy
al GDP by the end of this century.
test how well you know the issue
Al Gore, stated loud and clear his
to the test by the financial crisis and
package”.
According to the World Bank,
of climate change with the “Cli-
“message of hope” in view of
recession that has hit three quarters
Nevertheless, skeptics say the si-
developing countries will bear the
mate Quiz”: en.cop15.dk.
Copenhagen’s conference on cli-
of the planet.
tuation is not so alarming.
Not all of them. Some are moving
To calculate your carbon footprint:
mate change (December 7-18).
Pachauri is head of the IPCC since
What is your reply to those
forward, others aren’t. Bigger
2. Australia is the country with the highest per capita carbon dioxide
5. In 2007 greenhouse gas emis-
worst consequences: 100 billion
emissions (20.58 tons), followed by
sions in Italy totaled 553 million
dollars a year until 2050.
the United States (19.8) and Cana-
tons of CO2 equivalent. The indus-
da (18.81). In China yearly per
trial field is the first to blame (26%
capita emissions are 4.51 tons.
of emissions), followed by energy
Thus, per capita emissions in Aus-
suppliers (25%), transportation
tralia are almost five times higher
(23%) and construction (16%).
produces about 20 times the total
6. According to the WWF, the Ital-
emissions in absolute terms.
ian industrial sector could cut emissions by 44% by improving energy
than in China, although the latter
Are multinational, big and small companies ready?
www.carbonfootprint.com.
«Think green: that’s the color of the
2002 and was re-elected in Sep-
who call you a catastrophist?
groups and energy companies in
For advice on how to conserve
XXI century’s economic strategy»,
tember 2008. He has two Ph.D.’s,
In a free world, everyone has the
general seem to be the most sensi-
8. According to German physicist
energy and reduce emissions:
he explained for over an hour.
in industrial engineering and in eco-
right to manifest his or her own
tive and are trying to adapt. Let’s
Hans Joachim Schellnhuber, in
www.energysavingtrust.org.uk.
Less than a month later, inter-
nomics, from North Carolina State
opinions. Every time a new body of
hope they lead by example.
order to keep the global tempera-
viewed in his New Delhi office –
University. He started his career as a
knowledge has emerged in the his-
ture increase under 2 °C the world
which is full of cricket trophies (his
mechanical engineer before focus-
tory of scientific discoveries a few
must release a maximum of 750
favorite sport) and photographs
ing entirely on energy. He was
skeptical people have come up
billion tons of CO2 in the next 40
with the world’s most important
director general of the Tata Energy
doubting the new findings – even
years, i.e. about 110 tons for every
people (the most striking is the one
Research Institute (TERI), is current-
those that were backed up by
person currently on the planet. Tak-
with Bill Clinton) – the Nobel prize
ly a member of the Indian Oil Cor-
strong evidence.
3. According to German Watch’s
efficiency and the combined pro-
ing into account the 40% increase
seems disappointed. «I am not as
poration’s board of directors and
“Climate Change Performance
duction of heat and electricity, and
in world population that is expect-
optimist today», he says. «I’m
has been an economics consultant
Index” – the international report
by reducing the clinker rate (solid
ed by 2050, the per capita tons
afraid the necessary progress will
for the Indian government since
101
oxygen
102
English version
08 – 12.2009
Three Pillars of a New Climate Pact
the new climate agreement must
targets’’ were combined with an
engage all major emitting coun-
international emission trading pro-
tries – both industrialized and
gram, developing countries could
I think the heart of the debate
Why are you not as optimistic
What about India?
You often say Mahatma Gandhi
is quite clear: a few rich coun-
as you used to be about the
My country has a very ambitious
is the main inspiration for your
tries are reluctant to reduce
summit in Copenhagen?
national plan of action. The first
work. Why?
carbon dioxide emissions, while
The United States is the one of the
green mission is solar power, which
Because he was the first to under-
by Sheila Olmstead
the poorest ones ask for money
main reasons. I believe president
should develop 20,000 watt by
stand that we are destroying the
and Robert Stavins
2022.
planet’s resources in search of what
In order to be successful, any
First, emissions from developing
we call “prosperity”. He clearly per-
new international climate
countries are significant and grow-
insightful analysis of such growth
Europe continues to lead the
ceived that the current economic
agreement that will be signed
ing rapidly. China surpassed the
targets, please see Harvard Profes-
and technology to combat glo-
Barack Obama truly wants to make
bal warming. How can we con-
a change, but unfortunately he
vince the developed and deve-
does not have enough time and
developing.
fully participate without incurring prohibitive costs (or even any costs in the short term). (For a very
loping countries to find an
perhaps he has too many reforms at
battle against climate change.
growth and development rates are
in Copenhagen will have to
United States as the world’s largest
sor Jeffrey Frankel’s discussion
agreement?
stake. But the United States has the
How do you explain this?
not sustainable. But Gandhi was
contain three essential ele-
CO2 emitter in 2006, and develop-
paper for the Harvard Project on
The whole world’s public opinion
responsibility to do a lot more for a
European history, culture and values
important also because he said you
ments. In search of an equili-
ing countries may account for
International Climate Agreements.)
has to be aware of the scientific
better treaty.
come into the equation. European
have to be the change you want to
brium point between environ-
more than half of global emissions
societies have a long tradition, have
see in the world.
mental policy and the eco-
within the next decade. Second,
The second pillar of a successful
nomy.
developing countries provide the
post-2012 climate policy is an
best opportunities for low-cost
emphasis on the long run. Greenhouse gases remain in the atmos-
reality of climate change, and every country must do its best. That’s why
Is Obama not keeping the pro-
overcome difficult times, and know
in the climate change convention’s
mises he made during the cam-
resources are limited – so they are
Doctor Pachauri, what do you
general framework we hold a prin-
paign?
very careful about spending them.
do personally to decrease your
At the 15th Conference of the Par-
emissions reduction; their partici-
ciple of common but differentiated
He certainly needs to do a lot more.
CO2 emissions?
ties to the UN Framework Conven-
pation could dramatically reduce
phere for decades to centuries, and
What is the least you expect
I’ve become vegetarian. I consume
tion on Climate Change in Copen-
total costs. Third, the United States
major technological change is needed to bring down the costs of
responsibilities. Not all countries have the same responsibilities. But,
Who is stopping him? The oil
from the conference in
as little as possible: I turn off the
hagen, nations will continue nego-
and several other industrialized
first of all, there is an ethical issue
lobbies?
Copenhagen?
lights in my office even if I’m gone
tiations on a successor to the 1997
countries may not commit to sig-
reducing CO2 emissions. The eco-
that must be understood by both
It is no secret that lobbyists, who
Developed countries must make
only five minutes. And, in general, I
Kyoto Protocol, which expires in
nificant emissions reductions with-
nomically efficient solution will
the people and the political leaders
have a lot of money at their dispos-
specific commitments regarding the
try to lead a life that essentially sat-
2012. To be successful, any feasible
out developing country participa-
involve firm but moderate short-
of every country.
al, are getting organized and trying
need to reduce emissions. They also
isfies my needs instead of dissipat-
successor agreement to the Kyoto
tion. Fourth, if developing coun-
term targets to avoid rendering
to block the legislation in Congress.
have to commit to funding the
ing goods and services.
Protocol must contain three essen-
tries are excluded, up to one-third
large parts of the capital stock pre-
tial elements: meaningful involve-
of carbon emissions reductions by
maturely obsolete, and flexible but
What is your advice to huma-
ment by a broad set of key indus-
participating countries may migrate
more stringent long-term targets.
nity?
trialized and developing nations;
to non-participating economies
And what would be the best
Everyone must realize we need to
an emphasis on an extended time
through international trade, reduc-
Third, a post-2012 global climate
possible outcome?
walk as much as possible or go by
path of emissions targets; and
ing environmental gains and push-
policy must work through the mar-
Could we determine the cost of
This is absolutely true. Obama has
technology transfer that developing
transferring technologies from
to make good use of his political
countries badly need.
rich countries to developing
status, or we will never reach a
ones?
good treaty.
They are not that high. Especially if you compare them to what the
What do you think about Chi-
The roadmap defined at the Bali
bike, use public transportation,
inclusion of policy approaches that
ing developing nations onto more
ket rather than against it. To keep
world has spent to come out of the
na’s recent green turn?
conference: a strong decrease in
keep heating and air conditioning
work through the market, rather
carbon-intensive growth paths (so-
costs down in the short term and
recession: something around 3,000
In September, president Hu Jintao
emissions by 2020, somewhere
to a minimum. We have to think
than against it.
called “carbon leakage’’).
bring them down even lower in the
billion dollars. I think the costs
announced at the United Nations
between 25 and 40%, as well as
that every action of ours has an
would be close to what the British
that he would reduce greenhouse
funding for technology transfer
impact on the environment. If we
Consider the need for broad partic-
How can developing countries par-
change,
prime minister, Gordon Brown esti-
gas emissions by 2020. Of course I
from the rich to the poor.
are aware of this, we will always do
ipation. Industrialized countries
ticipate in an international effort to
instruments must be embraced as
mated: 100 billion dollars a year
expect he will propose specific fig-
the right thing.
have emitted most of the stock of
reduce emissions without incurring
the chief means of reducing emis-
would be more than enough.
ures now.
man-made carbon dioxide in our
costs that derail their economic
sions. One market-based approach,
atmosphere, so shouldn’t they
development? Their emissions tar-
known as cap-and-trade, is emerg-
reduce emissions before develop-
gets could start at business-as-
ing as the preferred approach for
ing countries are asked to con-
usual levels, becoming more strin-
reducing carbon emissions among
tribute? While this seems to make
gent over time
sense, here are four reasons why
become wealthier. If such “growth
long term through technological
as countries
market-based
policy
industrialized countries. Under cap-and-trade, sources with
103
oxygen
104
08 – 12.2009
low control costs may take on
commitments within the EU-ETS,
added reductions, allowing them
and other systems are likely to
to sell excess permits to sources
accept them as well.
with high control costs. The European Union’s Emission Trading
Countries meeting in Copenhagen
Scheme
established
in December should consider these
under the Kyoto Protocol, is the
three essential elements as they
world’s largest cap-and-trade sys-
negotiate a new climate agree-
(EU-ETS),
tem. In June, the US federal gov-
ment. A new international climate
ernment took a significant step
agreement missing any of these
toward establishing a national cap-
three pillars may be too costly, and
and-trade policy to reduce CO2
provide too little benefit, to repre-
emissions, with the passage in the
sent a meaningful attempt to
House of Representatives of the
address the threat of global climate
American Clean Energy and Securi-
change.
ty Act. Other industrialized countries are instituting or planning national CO2 cap-and-trade systems, including Australia, Canada, Japan, and New Zealand. Linking such cap-and-trade systems under a new international climate treaty would bring cost savings from increasing the market’s scope, greater liquidity, reduced price volatility, lessened market power, and reduced carbon leakage. Cap-and-trade systems can be linked directly, which requires har-
LET’S EMBRACE CHANGE. THE FUTURE WILL FOLLOW.
monization, or indirectly by linking with a common emissions-reduction credit system; indeed, this is what appears to be emerging even
TOMORROW’S ENERGY IS A SMART SYSTEM WHERE YOU ARE KEY.
before a new agreement is forged.
Pictured here is your position in the world of energy we are working towards: you are key. Every time you’re turning on a switch or plugging into a socket, you’ll be triggering a system where you play an active role. With the help of smart grids, we are building an internet for energy: everything will be connected. The big power plants that, thanks to clean coal, nuclear and hydrogen production, will be generating ever cleaner and available energy. Renewable sources, made more competitive by new technologies. And you will soon be able to exchange and generate the energy you need in new ways, such as with electric cars. By doing this we will be making better use of energy whilst keeping our lifestyle. A tangible sign of change for the future of the environment and people.
Kyoto’s Clean Development Mechanism allows parties in wealthy countries to purchase emissionsreduction credits in developing countries by investing in emissionsreduction projects. These credits can be used to meet emissions
COPENHAGEN 7TH – 18TH DECEMBER 2009
www.enel.com
oxygen
106
English version
08 – 12.2009
Italy-China: a model for after Copenhagen
energy consumption and emissions
logical partnerships.
and Italian experts has been identi-
ment has always played an impor-
and trustworthiness over the years.
lion euros. Therefore in 10 years,
are growing and are expected to
In this regard, through the Ministry
fied as the infrastructure for the
tant role in the conferences and
These businesses, including the
the co-financing of 176 million
increase significantly. The growing
of the Environment’s program of
preparation and accomplishment
the preparatory international con-
engineering
that
euros by the ministry has “moved” investments for more than 1,240
companies
by Corrado Clini
demand for energy in Asia and
environmental cooperation, Italy
of common projects and to this
sultations organized by the cities of
accompanied the ministry’s pro-
Italy has created a very effi-
South America to ensure the avail-
has achieved a very efficient part-
end, a permanent Italian-Chinese
Beijing and Shanghai.
gram in the extremely difficult con-
million euros for the development
cient bilateral partnership
ability of energy for their popula-
nership program model for achiev-
task force has been established
Within the “framework for the
ditions of the very first years of
and diffusion of sustainable low-
model for achieving results for
tions and economies represents an
ing results for sustainable develop-
since 2000, with headquarters in
country” and the bilateral agree-
work, represent a point of refer-
emission technologies in China.
sustainable development in
essential key for sustainable devel-
ment in China and for the effects
Beijing and Shanghai. The identifi-
ments more than 200 projects have
ence for the Italian entrepreneurial
This is an extraordinary achieve-
China and for the effects indu-
opment and an exit from poverty.
induced in the Italian firms. Our
cation of the projects was preced-
been created for the protection
initiatives in China today, also due
ment in terms of absolute value,
ced in the Italian firms through
And nobody can ask these coun-
collaboration dates from 1999,
ed by the definition of “framework
and
natural
to the continuous support from the
but just a “crumb” with respect to
a program of environmental
tries to fall into underdevelopment
when the Chinese Ministry of the
for the country “ for different
resources, the efficient integrated
National Institute for Foreign Trade.
the dimension of the investments
cooperation with China
to save the planet. On the other
Environment asked for our collabo-
macro-areas: energy-environment,
management of water resources,
The total value of the projects
necessary for the sustainable devel-
hand, without the contribution of
ration on China’s strategy for sus-
climatic change, urban environ-
the promotion of energy efficiency
accomplished or underway equals
opment of China and with respect
conservation
of
At the G8 in Aquila, the 18 most-
these countries, the reduction of
tainable development.
ment and air quality, integrated
in the construction and industry
338 million euros: the Ministry of
to the programs already underway:
developed nations on the planet
global emissions is purely a mirage.
At the end of the 90s, China had
management of water resources,
sectors, the diffusion of renewable
the Environment has co-financed
experience places Italy in pole posi-
agreed to reduce the global emis-
That is, these countries must be the
just started internal policy for envi-
sustainable agriculture, elimination
sources in urban and rural areas,
projects for 176 million euros
tion in the technological and indus-
sions of carbon dioxide by the mid-
ideal forum for the dissemination
ronmental protection, raised by
and substitution of dangerous
the development and use of the
through direct contributions by the
trial challenge that China has
century so as to limit the average
and development of “low carbon”
oppressive and dangerous pollu-
chemical substances, the fight
technologies and
“good meth-
Chinese institutions and through
decided to accept. But on one con-
increase of the global temperature
technologies capable of both sus-
tion. However, internationally the
against desertification and training
ods” for a “sustainable” agricul-
Trust Funds set up by the World
dition: to confirm the commitment
to two degrees with respect to the
taining economic growth and
credibility of the Chinese commit-
and re-qualification. Between 2001
ture as well as Chinese leadership
Bank and multilateral funds. The
in the coming years for bilateral
previous values of the industrial
reducing emissions, according to
ment was poor, and very few were
and 2004, for the presentation and
training in the fields of environ-
following entities have participated
partnership and to sustain China’s
revolution. This objective requires
the model of de-coupling between
inclined to risk investments in envi-
discussion of
ment and energy.
in the co-financing: Chinese insti-
reasons for technological coopera-
commitment from all the main
the GDP and the reduction of fossil
ronmental cooperation with China.
we co-organized national confer-
To involve and enhance the poten-
tutions, Italian firms selected by the
tion and against “environmental”
world economies to drastically
fuel consumption.
We decided to respond to China’s
ences on relevant topics which
tials of our technologies, the par-
Chinese authorities that are partic-
protectionism.
reduce fossil fuel contributions
In this perspective, according to the
request and challenge.
were attended by representatives
ticipation of Italian firms in the
ipating in the achievement of the
“basic materials”,
(petroleum/oil, gas and carbon) of
World Bank, lie the financial meas-
Since 2000, this environmental
and experts from agencies of the
achievement of programs co-
projects, U.N. agencies, the Global
worldwide energy consumption
ures adopted in 2009 by China,
cooperation program has been
U.N, the World Bank, the world’s
financed by the Ministry of the
Environment Facility, the World
through the development and dif-
Brazil and South Korea for combat-
developing through bilateral agree-
great urban areas and authorities
Environment is expected as a con-
Bank and multilateral funds from
fusion of technologies for energy
ing the economic crisis and also
ments with the ministries of envi-
of the management of large rivers
dition of the bilateral agreements,
the Protocol of Montreal for the
efficiency and for the capture and
sustaining growth through the
ronment, science and technology,
from the Ganges to the Mississippi.
and to this end, the Chinese
protection of the ozone layer, with
sequestration
for
development of innovative low-
water resources and forests, with
Many Italian firms participated in
authorities have chosen and will be
at least 162 million euros.
bio-com-
emission technologies: with its
the Commission for Reform and
these conferences, which often
choosing the Italian firms by means
In many cases, the bilateral cooper-
bustibles and nuclear energy.
investment of 400 billion dollars in
Development (NDRC), with the
introduced China for the first time
of the procedures provided by the
ation projects constitute the “fly-
In other words, Copenhagen must
2009, China is the “world locomo-
Academy of Social Sciences (CASS),
to such “key” topics as environ-
laws of China. Those who have
wheel” for further projects entrust-
not repeat the error made at the
tive” of the green economy. But,
with the municipalities of Beijing,
mental management. Furthermore,
chosen to share in the ministry’s
ed to Italian firms by the Chinese authorities and without financing
renewable
of
carbon,
sources,
Protocol of Kyoto, which commit-
as the Chinese President Hu Jintao
Shanghai, Souzhou, Tienjn, Xian,
the specific projects for Beijing and
program and work method, risking
ted only some nations to reduce
reminded the U.N. General Assem-
Lanzhou and Urumuqi, with the
Shanghai were preceded by our
and investing in the prospect of
from the Ministry of the Environ-
their emissions, binding neither the
bly in September, China alone can-
autono-mous region of Tibet, with
active participation in the elabora-
sustainable development in China
ment in the key sector of sustain-
most developed economy in the
not sustain the global economic
the Universities of Tsinghua, Tongji
tion of program strategies for the
have consolidated confidence with
able growth of the Chinese econo-
world – the United States – nor
recovery and the challenge for the
and Jiaotong and with the 2010
sustainable management of the
the Chinese market and the trust
my: according to a conservative
that of the emergent economies of
protection of the global environ-
World Expo.
Olympics and the World Expo, and
on their behalf by the Chinese
estimate, the economic dimension
Asia and South America, where
ment, and it needs strong techno-
The integrated work of Chinese
the Italian Ministry of the Environ-
authorities as to their competence
of these projects exceeds 900 mil-
107
oxygen
English version
08 – 12.2009
Photoreport 108
An Island’s Possibility: Samsø, Denmark
Hot Greenland
tions in the field of development
over 300 years, with the first elec-
now heated by district heating
marks the difference between Den-
itself, but finally a full-scale test site
tricity-producing windmills erected
plants, which pump hot water to
mark and the number of countries
was required in order to make fur-
in the 1930s. Therefore, it was easy
each house from a central heating
that choose to provide consumers
Greenland’s ice sheet is melting
by Søren Hermansen
ther progress. Samsø was chosen
to present modern windmills as
unit that uses biomass as fuel.
with fossil fuel derived energy at a
at an accelerating pace, accor-
A zero-emissions island, 100%
because it is an independent
something useful for the project.
Samsø has thus reduced the use of
low rate, effectively creating a
ding to the most detailed
energetically sustainable and
municipality of 4,200 people, iso-
The problem was deciding who
fossil fuel by more than 75%.
financial barrier for green technolo-
observations to date. Using
independent. Converted in just
lated from the rest of Denmark and
should own them and where to
The remaining 40% of houses uses
gies.
two independent measurement
ten years. This is the story of
therefore easy to monitor and
install them.
a combination of solar thermal
The Samsø project proves how high
techniques, the latest study
the Green Revolution in Samsø,
investigate.
(published in the journal
as told by its leader. Act locally,
“Science”) reveals that the mel-
think... locally?
ting accelerated rapidly over
The Energy Office suggested a plan
power for hot water and biomass
energy taxes can control consump-
or heat pumps for heating and ven-
tion and make new energy systems
The people in Samsø were not gen-
to ensure broad local ownership,
tilation; on top of this, many fami-
as feasible as traditional ones: fam-
erally aware of the plans that were
allowing anybody who wanted to
lies own windmill shares.
ilies will make the right decision for
the period 2000-2008. If the
In 1997, the small Danish island of
being made for their town at first –
invest in wind power to do so. This
Covering transportation with exist-
the environment if the bottom line
acceleration of melting conti-
Samsø was chosen to prove that it
the level of public information was
opportunity made it much easier
ing renewable energy technology is
is levelled out.
nues at the same rate, the sea
was possible to convert a commu-
quite low, so citizens did not think
for the public to understand why
more difficult. Electric cars are not
The project also proves that private
level from Greeland’s ice alone
nity to 100% renewable energy
these plans really related to them
wind power was central to the proj-
really ready for mass market, but in
citizens need a place to ask ques-
would rise by 40cm by the end
within a decade.
personally.
ect, and to accept windmills as part
the meantime Samsø has erected
tions, get help for calculations and
of the century. If the melting
The project was meant to be based
The establishment of local NGO,
of the landscape: a cooperative-
10 offshore 23 MW windmills,
planning, and find relevant infor-
continues at a steady pace
on existing and proven technology,
Energy Office in 1998, led to a
owned windmill will always look
which can produce the same
mation in general. The market is
Greenland ice will contribute
subsidy programs, Danish laws and
more direct contact with the pub-
better to its owners than one
amount of energy the island needs
flooded by products promoted by
an 18cm rise in sea level. The
regulations and, finally, on wide-
lic: having a campaign office with
belonging to somebody from out-
for transportation. For now, this
companies that want to gain new
ice sheet lost about 1500 giga-
spread public participation and
the sole purpose of informing and
side the community (very often an
surplus is exported to mainland
clients more than they want to pro-
tons (thousand million tonnes),
ownership.
engaging the local population
energy company). In Samsø, own-
Denmark and serves to reduce coal
mote a green culture, so consumers
from 2000 to 2008, which
In the 1970s, Denmark suffered
made a strong contribution to the
ers were serious about analyzing
power plants’ carbon emissions.
need an objective party to help
represents a rate of sea level
from the oil crisis but opted out of
project’s progress.
and discussing environmental issues
Samsø in fact now offsets more
them decide.
rise of about 0.46mm per year
the nuclear way, deciding instead
People in fact were really interested
such as the new infrastructures’
than 100% of its carbon emissions:
Finally, the project proves that peo-
from 2000-2008. The annual
to test and research the potential
in the initiative, but needed some-
impact on landscape and birdlife,
each of the island’s citizens pro-
ple are ready to make changes, but they need political guaranties that
rate for the period 2006-2008
of existing coal and gas power
body to organize and motivate
but they all agreed to go ahead
duces -3.7 tons of CO2 a year (ver-
was much higher, about
plants in combination with renew-
their efforts. Bringing change to a
with the project. Thus the “eyesore
sus the average Danish emission of
go beyond four-year election terms,
0.75mm. The Greenland ice
able sources of energy – such as
rather conservative community can
argument” appears to remain a
+10 tons!).
spanning at least their investment’s
sheet contains enough water
wind, solar and biomass power –,
be difficult: locals seem to be in the
problem only for people who gen-
The happy ending of this Danish,
10-year payback period. In Samsø
to cause a global sea level rise
and creating a system of decen-
habit of hesitating – “let’s just wait
erally do not accept windmills.
green energy fairytale is due to the
4,200 people have invested approx-
of seven metres.
tralised production units (e.g. com-
and see what happens, I do not
Today, 450 Samsø citizens own 11
progressive policy that Denmark
imately 60 million euro in less than
bined heat and power units, wind-
want to make the first move”
windmills with 11 MW capacity.
has upheld in the past 30 years.
a decade: that’s a lot of money per
powered waste incinerators that
seemed to be the general attitude.
They cover 100% of the island’s
Denmark is aware it depends on
capita, but it was financed by banks
use excess heat to provide heating
But the project needed to gain
demand for electricity.
imported fuel, and therefore has
and can be paid back in around ten
in nearby cities).
speed in order to achieve its goal of
Heating can be provided by bio-
created a tax system that controls
years. And in the meantime, in
Denmark boosted renewable tech-
going “100% renewable energy”
mass – i.e. farming and forest
the population’s consumption of
terms of carbon emissions Samsø
nology research and supported
in just 10 years.
industry “waste”, such as straw
fossil fuels, redirecting this tax rev-
has already become one of the
manufacturers and buyers of wind-
Wind power was well known in
from wheat fields and woodchips
enue towards scientific research
greenest places on Earth.
mills and renewable energy sys-
Denmark and in Samsø. Windmills
left over from trees cut in the
and subsidies in the field of renew-
www.energiakademiet.dk)
tems. This led to impressive innova-
have been built in Denmark for
forests. In Samsø, 60% of houses is
able energy technologies. This
109
oxygen
English version
08 – 12.2009
Enel’s Green Harbors 110
Mobility accounts for 30% of the
sel that’s stationary in the harbor
the natural resources available and
by means of connecting it to the
furnishing an ever greater contri-
ground system and turning off the
bution to the international objec-
The end of the oil age
Isn’t the term “revolution”
Personally, what do you expect?
Isn’t Barak Obama’s election the
President Barak Obama might
hackneyed?
I hope a general political framework
third factor?
still need some time to allow
by Pino Buongiorno
Let me explain why I use this term.
will emerge, a rough agreement
The new American administration
the congress to approve the
greenhouse effect and it is a vitally
auxiliary engines onboard. This
tives of controlling climate-altering
And the beginning of the age
In order to confront the two main
amongst all countries that will be
really has a special role, as it has
new legislation.
important challenge for us to find
technology, which allows for a
and polluting emissions.
of electricity. Interview with
issues we are facing today – energy
better specified later. In a nutshell, I
defined the issue of climate change
He needs time, but the rest of the
solutions for the climatic changes.
30% reduction of CO2 emissions
Fatih Birol, chief economist at
security and climate change – we
expect Western countries to set the
as the top priority in our times’
world doesn’t have much left.
In this sector, the use of electric
and more than 95% of that of
the International Energy
really need to make a great revolu-
goal of reducing emissions by 2020,
agenda. But it now has to keep the
According to our surveys, if an
energy is particularly efficient
nitrogen oxide and dust, has
Agency (IEA).
tion both in the way we produce
and even beyond that, and that
promises made during the cam-
agreement is not reached in Copen-
because both the local emissions of
already achieved important prece-
energy and in the way we use it.
developing countries such as China,
paign. I think many European coun-
hagen, the cost of the plans that
polluting substances and the glob-
dents in Northern Europe (for
2010 will be a revolutionary year.
India and Brazil will make a specific
tries and Japan are also creating a
were approved during July’s G8 in
al CO2 emissions are avoided. And
example, at Göteborg in Sweden)
“It will mark the beginning of a
Has the financial and economic
commitment about total CO2 emis-
fertile ground for the revolution.
L’Aquila will increase by 500 billion dollars every year.
also with the present Italian mix-
and in the United States, and is
new era, the era of electricity, tak-
crisis promoted or slowed down
sions, based on their national poli-
But, to be honest, we must not for-
ture of fuels, which has a high level
progressively involving the most
ing the place of oil.” In his Paris
this epochal turning point?
cies. If this will be the general goal,
get that China is on the frontline in
I can consider myself an optimist.
the fight against climate change.
What is your assessment of the
According to our estimates, China
European Union’s behavior? At
of fossil fuels such as gas and oil,
important harbors all over the
office, only a few steps from the
It has created two effects, a posi-
the mobility of electricity ensures
world.
Eiffel Tower, Fatih Birol – born in
tive and a negative one. The posi-
the elimination of a significant pro-
In this regard, for the harbor of
Ankara 51 years ago, and now
tive effect regards climate change
What has changed in the
will cut CO2 emissions by a gigaton
least in this field, it has taken a
portion of CO2 emissions (as well as
Civitavecchia, Enel has prepared
chief economist at the Internation-
because, while in the past 15 years
world’s governments in the past
[i.e. a billion tons] by 2020, which
leading role.
almost totally zeroing local emis-
the executive planning for the first
al Energy Agency (IEA) – doesn’t
CO2 emissions have increased
few years, also under pressure
equals 25% of the reduction we
The EU is certainly on the vanguard,
sions of unburned hydrocarbons,
electrified quayside in the Mediter-
seem to have any doubts at all.
every year by 3% on average, we
by public opinion?
need globally in order to start the
which is a good thing – but I think
NOx and dust) by improving the
ranean, which will be dedicated to
“Especially if the Copenhagen cli-
expect them to decrease by 3% in
Basically,
revolution’s virtuous journey.
it should be careful not to end up
overall energy efficiency of the
cruise-ship traffic and endowed
mate change conference will give a
2009. This is a huge window of
changed world leaders’ psychology:
chain of production of electricity in
with power equal to 20 MW. Enel’s
strong message, as I hope,” he
opportunity.
one was the price of oil reaching
Why has Beijing decided to take
comparison to the other options
project is even more detailed and
adds. “This is a very favorable
147 dollars. The other was 9/11.
this important step?
that are available of local energy
also regards the inside of the har-
moment, also because of the
What about the negative effect?
It’s a very favorable situation for
Does green business make sen-
production.
bor: electric mobility (for both mer-
financial crisis and of the changes
A lot of investments that had been
Chinese people, who can reduce
se, or is it just a fad?
two
things
radically
like Don Quixote. What I mean is the European Union needs partners.
For this reason, Enel is working on
chandise and people), the installa-
happening in the world’s political
planned have been postponed, e.g.
pollution and their dependence on
Of course it makes sense. Why else
two projects: the electric car and
tion of a system for the production
scenario.”
various nuclear plants, each one
imported oil at the same time.
would the United States and China
the “Green Harbors”.
of energy based on renewable
Birol is neither a guru nor a vision-
costing an average of 5 billion
Traffic at sea – cruise-ships, ferries
sources, artistic lighting with low-
ary. His speaks as the renowned
euros. But as I said, if Copenhagen
So will China play the leading
ton? It’s certainly not out of moral
and freight vessels – is under the
consumption leds, energy efficien-
economist and established expert
will send a strong, direct message to
role at Copenhagen’s summit?
reasons. They want to profit from it,
care of international institutions as
cy interventions about consump-
he is, basing his words on figures
investors – i.e. that if they continue
Actually, there will be two protago-
they want to arrive first in the race
regards the adoption of policies for
tion in the harbor and the offer of
alone: that’s why all governments
to build traditional coal plants they
nists: China and the United States.
towards new technologies. Here’s
minimizing the impact upon the
PURE Energy guaranteeing that the
consult him. They call him “Mister
will be punished by new climate
They are the two major producers
an example: according to our analy-
be ready to push the revolution but-
environment from climate-altering
energy originates from renewable
Energy”. Before joining the IEA –
regulations – we can expect
of carbon dioxide in the world and
ses, transportation will be a key ele-
and polluting emissions (about
sources.
the organization born from a rib of
investors to come back and recon-
total 40% of global emissions
ment in the revolution. Only 2% of
20% of the pollution in harbor
With the “Green Harbors” project,
the OECD, which brings together
sider their choices. Thus, let’s wait
together. Without them, there is no
the cars sold in the world today are
cities is caused by the emissions
Enel has therefore undertaken a
30 Western countries – in 1995, he
and see what happens in Denmark.
chance of arriving to a sensible
advanced, hybrid, etc. In order to
produced by stationary vessels,
path toward the harbor of the
worked at OPEC in Vienna for six
agreement.
have a temperature that is no more
fueled by diesel motor-generators).
future, a “zero emissions” harbor
years. That is to say he knows both
than two degrees higher than pre-
Enel, proposes a solution: quayside
capable of minimizing the environ-
the world of fossils fuels and that
industrial levels by 2030, 60% of
electrification (or cold ironing), that
mental impact throughout the
of new technologies very well.
cars will have to be electric. And
is to say, electrically fueling the ves-
logistics chain, making the best of
looking at what is happening in
111
English version
112
China, we see they are investing a
Where did it take place?
Let’s take Italy for example.
lot in that kind of vehicle.
Mainly in the United States, but also
What do you think is the best
in Russia and Africa. If the economy
energy mix for an industrialized
Global warming: Presidential summary – The buck stops here
Let me try to summarize what we
years might also remain low. Cli-
has been neglected in the past by
know and don’t know. Humans are
mate has a variable and random
the
responsible for a 36% increase in
component, and the alarmists
deserves central attention. Ultimately, the real issue is the
federal
government,
and
Obama also talks about the op-
will recover and the demand for oil
country?
atmospheric carbon dioxide, most
might lose their acolytes if addi-
portunity to create four million
will become stronger in conse-
I would increase the share of
by Richard A. Muller
of it in the last century. Soon, pos-
tional warming doesn’t continue in
developing world. Freezing carbon
new jobs. Do you believe that?
quence, especially in countries like
renewable energies and speed up
Part science and part current
sibly within your presidency, the
the near term. But even if that hap-
dioxide emissions in the United
Green business indubitably creates
China, the price of oil will increase a
plans for nuclear plants, while
affairs; part physics and part
increase will probably surpass
pens, real dangers persist. Our cur-
States – even cutting back below
jobs. Whichever country will be first
lot. That’s not good news for the
decreasing the share represented by
politics: this is Richard Muller’s
100%; that is, the carbon dioxide
rent 36% increase in carbon diox-
1990 levels – delays the effects of
in these technologies (solar, air,
still very fragile global economy.
fossil fuels. Italy depends on oil
“presidential summary” on
in the atmosphere will be double
ide is barely having discernible
carbon dioxide by only a few years.
products too much today, and
how to face the challenges
its historic level – a level it has not
effects (despite the exaggerations
The booming economies of China
nuclear power etc.) will not only have the know-how to make a dif-
What is your estimate of the
needs to diversify its gas supply
of global warming. Physics for
exceeded for 20 million years.
of the most vocal alarmists), but
and India will quickly fill in for the
ference, but will also be able to
price per barrel next year?
sources as much as possible.
Future Presidents, but also for
Huge and complex computer mod-
when the increase reaches 100%
United States. If you address global
the citizens of the 21st century.
els are working to figure out what
and beyond, the effects should be
warming only with feel-good
such a level will do to the bios-
more obvious. The real danger in
measures (such as encouraging the
reduce production costs. Therefore
By choice, we never make esti-
it will have a competitive advantage
mates. But I can tell you there will
Energy security is the other big
over the other countries. I have been
be a strong upward trend and
issue alongside climate change.
As president, you may be confront-
phere. These programs are hope-
shouting that the sky is falling is
use of expensive solar power in the
saying for some time that compa-
prices will be higher than today.
There’s a widespread fear of
ed with war, terrorism, oil short-
lessly
that it might not fall right away
United States), then you are avoid-
new wars.
ages, and many other threats to US
attacked as such. They predict that
and people will lose interest.
ing the real issue and not fulfilling
have to increase their efforts and
What would happen should the
My number one worry is that ener-
national security, but the most
temperatures will rise between 3°F
All presidents have to cope with
your responsibility as president.
market shares in clean technology.
recovery be slower?
gy and geopolitics are growing
complex physics issue you will face
and 10°F in the coming decades.
uncertainty. That’s what makes the
What can you do? If I were presi-
Should there be a new decline, 50-
increasingly intertwined. Energy
may well be global warming.
Such an increase could be extreme-
job so tough. You can’t afford to
dent (fortunately there is no
Is the oil age really over?
60 dollars. But, that said, the 20
should just be a business. But if we
Unfortunately, you will not be able
ly disruptive to world affairs, not
be optimistic; the downside is too
chance of that happening), I would
Not yet, but it will be soon. Today
dollars per barrel of 10-15 years ago
look at the future, we realize the sit-
to master the complex science of
only because of the temperature
awful. Yet there are real dangers in
fund strong programs in energy
nies that want to be leaders will
inadequate
and
easily
everything is based on oil, so we
are history. The age of low-cost oil is
uation is actually bound to worsen.
the atmosphere, the dangers of
change itself, but also because of
being overly pessimistic; the
efficiency and conservation. I
have to prepare to face that
over. My motto is we have to aban-
That’s why, as I said, it is important
carbon dioxide, and the unknown
associated changes in climate pat-
expense of coping with the carbon
would raise the miles-per-gallon of
moment and we have to start
don oil before it abandons us. We
for all countries, starting from Italy,
but potentially dangerous positive
terns.
will
dioxide increases can be huge.
autos substantially by increasing
working on that now. Automotive
should not wait to use the last drop
to diversify both energy sources and
feedback effects.
increase;
won’t.
Remember this: the real reason we
the government CAFE (Corporate
technology has to change and, if
before changing.
countries from which oil and gas
Almost nobody has. In this book I
Maybe
are worried is not that complex
Average Fuel Economy) require-
are imported.
Maybe
hurricanes
maybe rainfall
they
patterns
will
have just touched on the subject,
change; maybe they won’t. Maybe
computer models predict dire con-
ments. I would support efforts at
to build a lot of electric plants. We
When will that happen? In
and I had to leave a great deal out.
the region of the North Pole will
sequences. The reason is that sim-
clean coal, particularly efforts at
will have to change infrastructures.
2030, in 2040?
What is a president to do? The sub-
lose most of its ice; maybe it won’t.
ple physics calculations of the
sequestering carbon dioxide. I
In fact, today is already late.
It depends on us. I hope there will
ject is not made easier by the abun-
It seems likely that the ocean sur-
greenhouse effect show that we
would encourage the development
always be oil underground, but that
dant exaggerations on both sides.
face waters will become signifi-
are entering an unprecedented
of nuclear power, particularly fis-
we won’t need it.
we need electric cars, we will have
Some say that warming will be
cantly more acidic. That change
regime of climate uncertainty in
sion plants (because I think fusion
explored?
good because it will enhance crop
may be disastrous for ocean life, or
which human emissions could
is too far in the future to really help).
Here’s one figure: in 2009 our
production and take the chill out of
maybe not. The danger in exagger-
soon cause disruptive changes.
I would work to convince the public
agency has recorded a decline in oil-
the air. Others show images of
ating our certainty is that we could
Does a president dare take the risk
that nuclear waste storage is a
related investments of over 90 bil-
Florida and Manhattan under
actually have a period of cool
of not addressing these concerns?
solved problem, and make sure that
lion dollars. That’s a significant
water and suggest that, unless we
weather in the next few years. The
Certain steps are pretty obvious.
Yucca Mountain is readily approved.
reduction.
act, we should expect countless
hottest year on record was 1998;
Conservation can be comfortable
I would see that China and India are
cities to be destroyed like New
we have not exceeded that tem-
and can actually save money. It has
given substantial carbon credits for
Orleans. Hyperbole is rampant, and
perature in a decade, and the aver-
value for other national issues,
building IGCC coal power stations
it doesn’t make your job any easier.
age temperature over the next 5
such as energy independence. It
and nuclear plants. I would encour-
Are new oil reserves still being
113
oxygen
English version
08 – 12.2009
age technical developments in solar 114
Nuclear Renaissance
and wind technologies. I would can-
On the other hand, 439 nuclear
follow because of its focus on
Still, renewable energy does have
Concern: Nuclear plants are not
Concern: Nuclear reactors are vul-
energy, and will play a key role in
plants operating globally avoid the
renewable energy -- particularly
an important place in the world’s
safe. Fact: The Chernobyl incident
nerable to terrorist attack.
achieving global energy security.
release of nearly three billion
wind and solar power – and, per-
energy mix. While solar is too
was the only case of injury and
Fact: The six-feet-thick reinforced
With the Copenhagen Summit
cel subsidies on corn ethanol and
by Patrick Moore
put all the biofuel emphasis on
«A combination of nuclear
tonnes of CO2 emissions annually –
haps more importantly, because
expensive and inefficient, I strongly
death to the public from a civilian
concrete containment vessel pro-
approaching and climate change at
switchgrass, miscanthus, and other
energy, geothermal, biomass
the equivalent of the exhaust from
the previous German administra-
support the use of hydroelectric,
nuclear reactor. And it was an acci-
tects the contents from the out-
the top of the international agenda, we must all do our part to
more efficient crops. I would
and hydroelectric is a safe and
more than 428 million cars, more
tion supported the phase-out of
biomass, and geothermal energy.
dent waiting to happen. This early
side as well as the inside. And even
encourage developments in effi-
environmentally-friendly means
than half the cars in the world
nuclear power.
Yet it is totally unrealistic to sug-
model of Soviet reactor had no
if a jumbo jet did crash into a reac-
encourage a nuclear energy renais-
cient lighting, particularly fluores-
of meeting the world’s increa-
today.
Yet a recent study from the
gest, as many environmentalists
containment vessel, was an inher-
tor and breach the containment,
sance.
cent
sing energy needs».
To
our
Rheinisch-Westfalisches Institut in
do, that renewable energy and
ently bad design and its operators
the reactor would not explode.
Further information:
diodes. Insulation is better than
dependence on coal, we must
Essen reports that the country’s
conservation alone can meet the
literally blew it up.
There are many types of facilities
www.GreenspiritStrategies.com
heating; cool roofs (not necessarily
work together to develop a global
investments in renewable energy
world’s growing energy needs.
The multi-agency UN Chernobyl
that are far more vulnerable,
lights
and
light-emitting
substantially
reduce
white) save more energy than air
In the early 1970s, my conviction to
nuclear
infrastructure.
have not worked out as planned.
Forum reported in 2006 that only
including liquid natural gas plants,
conditioners and are often a better
save the environment inspired me
Nuclear energy is clean, cost-effec-
Renewables still produce a small
Recognizing this fact, many coun-
56 deaths could be directly attrib-
chemical plants and numerous
alternative to rooftop solar cells. I
to join Greenpeace's first voyage up
tive, reliable and safe.
portion of the country’s electricity.
tries around the world, including
uted to the accident, most from
political targets.
would keep in mind that my
the spectacular rocky northwest
I am not alone among seasoned
For example, in 2008 solar energy
Italy, are moving to support nuclear
radiation or burns suffered while
emphasis must be on technologies
coast to protest U.S. hydrogen
environmental
and
produced only 0.6 percent of the
power. To reduce its dependence
fighting the fire.
Concern: Nuclear fuel can be
that the developing world can
bomb tests in Alaska's Aleutian
thinkers in changing my mind on
country’s total electricity produc-
on fossil fuels and imported power,
Tragic as those deaths were, they
diverted to make nuclear weapons.
afford.
Islands. At the time when I helped
the subject. James Lovelock, father
tion, despite a massive subsidy of
the Italian government recently
pale in comparison to the more
Fact: The fact that nuclear technol-
found Greenpeace, I believed that
of the Gaia theory and leading
$12.4 billion.
announced it will begin building
than 5,000 deaths in coal mine
ogy can be put to evil purposes is
energy
activists
The really good news is that we are
nuclear energy was synonymous
atmospheric scientist believes that
And at 10.2 tonnes of CO2 per
new nuclear power plants, with
accidents worldwide every year.
not a justifiable argument to ban
currently wasting vast amounts of
with nuclear holocaust, as did most
nuclear energy is the only way to
capita, Germany’s carbon emis-
the aim of having 25 percent of the
Or the 1.2 million people who die
its use. Moreover, nuclear weapons
energy. That is even truer in the
of my compatriots.
avoid dangerous climate change.
sions are substantially higher than
country’s
in automobile accidents annually.
are no longer inextricably linked to
developing world. Conservation is
Almost forty years later, my views
Stewart Brand, founder of the
other countries in Europe – despite
nuclear by 2030.
Nuclear energy is one of the safest
nuclear power plants. Centrifuge
the greatest investment. After all,
have changed, and the rest of the
Whole Earth Catalogue and holistic
the billions invested in renewables.
That's not to say that there aren't
technologies we have invented.
technology now allows nearly any
the cheapest way to remove carbon
environmental movement needs to
ecology thinker says the environ-
France and Sweden are among the
real challenges – as well as various
from the atmosphere is never to put
update its views too, because
mental movement must embrace
lowest carbon emitters in the
myths – associated with nuclear
Concern: Nuclear waste will be
the need for constructing a nuclear
it there. Sequester it in its current
nuclear energy is the only non-
nuclear energy to reduce its
industrialized countries because
energy. Each concern deserves
dangerous for thousands of years.
reactor.
careful consideration.
Fact: Within 40 years, used fuel
energy
supplied
by
nation to enrich uranium without
form; keep coal, oil, and gas under-
greenhouse-gas-emitting power
dependence on fossil fuels. The
they have made significant invest-
ground. You have the toughest pos-
source that can effectively replace
late Bishop Hugh Montefiore,
ments in nuclear power, with
has less than one-thousandth of
A combination of nuclear energy,
sible job ahead of you. The buck will
fossil fuels while satisfying the
founder and director of Friends of
nuclear supplying 80 percent of
Concern: Nuclear energy is expen-
the radioactivity it had when it was
geothermal, biomass and hydroelec-
stop with you. You’ve taken the first
world’s increasing demand for
the Earth UK, was forced to resign
France’s electricity and nearly 50
sive. Fact: Nuclear energy is actual-
removed from the reactor. And it is
tric is a safe and environmentally-
step in learning some physics.
energy. Let’s examine the largest
when he penned a pro-nuclear
percent of Sweden’s.
ly one of the least expensive ener-
incorrect to call it waste, because
friendly means of meeting the
Keep it up. Learn more. Best of luck.
global greenhouse gas emitter:
article in a church newsletter. Earli-
The new coalition government in
gy sources. An independent com-
95 percent of the potential energy
world’s increasing energy needs.
coal. Although it provides cheap
er this year Stephen Tindale, for-
Germany is moving away from the
parative study published in January
is still contained in the used fuel
By sharing information, a growing
From Physics for Future Presidents,
electricity, worldwide coal burning
mer executive director of Green-
planned phase-out of nuclear ener-
2008 by the Brattle Group for the
after the first cycle. It is now possi-
network of consumers, environmen-
published in Italy by Codice Edi-
creates approximately nine billion
peace UK, has come across to sup-
gy,
without
US state of Connecticut estimated
ble to use that energy and to
talists, academics, labor organiza-
recognizing
that
zioni (in 2009) under the title Fisica
tons of CO2 each year, mostly from
port nuclear energy. Such opinions
nuclear power, Germany would
that nuclear energy (at $4,038 per
greatly reduce the amount of
tions, business groups, community
per i presidenti del futuro.
power
Coal-fired
have been met with inquisition-like
have to continue building more
kilowatt) may have the highest
waste that needs treatment and
leaders and governments now real-
© 2008 by Richard A. Muller. Publi-
plants cause acid rain, smog, respi-
excommunication from the anti-
coal and gas-fired power plants
capital cost, but still produces the
disposal.
ize the benefits of nuclear energy.
shed by arrangement with Roberto
ratory illness, mercury contamina-
nuclear priesthood.
while continuing to import electric-
least expensive electricity, except
Recently, Japan joined France,
Nuclear energy is one of the most
Santachiara literary agency.
tion, and are major contributors to
Germany is often touted by anti-
ity from France – electricity that is
for combined cycle natural gas
Britain and Russia in the nuclear-
important technologies in support
greenhouse gas emissions.
nuclear groups as an example to
produced by nuclear energy.
with no carbon controls.
fuel-recycling business.
of safe, clean, reliable baseload
generation.
115
oxygen
116
English version
08 – 12.2009
Clear Objective: Zero Emissions
Photoreport
nario like this is the production and
tribute to the development of a
iting the nitrogen oxides. In collab-
However, the CCS technologies are
a Chinese carbon power plant.
spreading of technology and low-
full-scale project at the new carbon
oration with General Electric, Enel
still characterized by high costs
Therefore, in order to create a real
carbon technologies in the field of
power plant at Porto Tolle (Rovigo).
is the very first in the world to suc-
deriving from the fact that this kind
technological revolution, a new
100 places to remember (before they disappear?)
by Livio Vido
energy in the industrial and trans-
This second power plant will have a
ceed in developing an incinerator
of power plant penalizes the effi-
agreement between companies
To satisfy the growing need for
portation sectors.
capacity for capturing about a mil-
for turbo-gas capable of utilizing
ciency of the electric power plants
and institutions is needed where
117
energy, we cannot do without
Regarding the production of elec-
lion tons of CO2 a year and will be
pure hydrogen as a combustible,
where they are installed.
they will work together to create
“100 Places to Remember
fossil fuels. And the modern
tric energy, the main answers can
backed with financing of approxi-
thus considerably limiting the emis-
To promote the diffusion of this
the necessary conditions to achieve
Before They Disappear”
technologies of CCS – Carbon
be found in renewable sources,
mately 100 million euros from the
sions of nitrogen oxide. The incin-
technology, it is therefore neces-
these technologies and allow for
(www.100places.com) is an
Capture and Storage – are
nuclear power and technologies
European Union under the aus-
erator has already been applied on
sary to provide a strong technolog-
their diffusion on a worldwide
exhibit that will be presented
working toward creating ther-
capable of reducing or annulling
pices of the European Economic
a full-scale within the carbon
ical commitment to reduce costs.
scale.
in Copenhagen during COP15:
moelectric power plants
the CO2 emissions produced by
Plan for Recovery program.
power plant at Fusina (Venice).
This effort must be associated with
100 snapshots by some of the
without smokestacks and
power plants, known as CCS –
significant public support in order
world’s best photographers,
without emissions.
Carbon Capture and Storage.
High-pressure oxygen combustion.
Sequestering. Once the CO2 has
to avoid that the lack of perspec-
taken in 100 places all over the
According to the IEA, CCS will
Carbon is burned at a high pres-
been captured, it is transported by
tive profits from the investments
world which, according to IPCC
The International Energy Agency
reduce power plant CO2 emissions
sure by utilizing oxygen in place of
means of specific pipelines to the
induces private electric companies
reports, risk disappearing or
(IEA) estimates that the worldwide
up to approximately three billion
air; the fumes produced by the
geological storage depots. There
to abandon the development
could be seriously threatened
demand for primary energy will
tons per year, but the limited level
combustion are made up of CO2
are three different kinds: depleted
plans.
by the effects of global war-
grow by 40% in the time period of
of maturity of these technologies
and water vapor, and it is possible
carbon mines (which have limited
Furthermore, it will be necessary to
ming. Oxygen offers a preview
2007-2030. Corresponding to this
impedes diffusion on a large scale.
to capture the CO2 thanks to a sim-
storage capacity, but allow for the
encourage the sharing of the
of this project, which was crea-
will be a significant increase in the
For this reason, Enel has launched
ple process of condensation. The
recovery of the methane gas disori-
developed countries’ experience
ted by Co+Life, founded by Sti-
demand for electric energy with an
an ambitious program to promote
process guarantees an elevated
ented by the injection of CO2),
and know-how with the emergent
ne Norden and Søren Rud, who
annual growth of 2.5%.
the development on an industrial
efficiency (~35%), but the need to
deep-water saltworks (which have
and developing countries. China
are also behind the famous
By the year 2030, the international
level. Our projects cover all possible
radically modify the combustion
considerable storage capacity and
and India are in fact responsible for
exhibit “Earth from Above.”
energy scenario will be character-
means of capturing the CO2 from
process does not make it suitable
wherein the CO2 is transformed by
about 28% of the CO2 emissions
ized by the 4,800 new Gigawatts of
the smokestacks of our power
for the retrofit of existent power
a process of mineralization) and
worldwide that are tied to the pro-
1. Chicago, Illinois, USA.
installed power (almost five times
plants.
plants. So it it’s a matter of a medi-
depleted gas and oil deposits (the
duction of electric energy and
Chicago is the third most densely populated city in the United
CO2 can also be used to recover the
based, on the IEA’s estimates, CO2
residual quantities of combustibles
emission will double between now
States, as well as one of the most
present).
and 2030. Economic growth will
interesting from an artistic point
bon is pre-treated and converted
Enel, in collaboration with Eni, is
further determine a considerable
of view. Over the past 30 years,
into a mixture of CO2 and hydro-
developing the first Italian integrat-
increase in the demand for electric-
the average temperature has risen
um-long-term solution.
the present capacity of all the power plants in the U.S.A.) notwith-
Post-combustion capture. The CO2
standing an important development
is removed from the power plant’s
Pre-combustion capture. The car-
of renewable sources, and by the
fumes by a process of chemical
growing weight of fossil fuels, with
absorption. This procedure seems
the use of carbon growing to cover
to be the most promising, both for
gen (gasifying process of the car-
ed project for the capture and
ity, which is already being met with
by 1.5°C and is destined to rise
44% of the total mix.
the technological maturity it as
bon). The CO2 is removed from the
sequester of CO2. The carbon diox-
the construction of new fossil fuel
even further. © Jim Richardson/Getty Images
If policies don’t change, all this
achieved as well as for the possibil-
mixture and the hydrogen is uti-
ide produced by the pilot power
power plants.
translates into an alarming increase
ities of its application to the exis-
lized to produce energy. The tech-
plant in Brindisi will be injected into
Enel is already moving in this direc-
of carbon dioxide (CO2) emissions
tent power plants. We are already
niques of gasifying the carbon are
one of the Eni’s gas storage wells.
tion: last Sept. 14th, Enel, the Ital-
2. Gujarat, India.
that will grow from 28,8 billion
creating a pilot project at the car-
already available, although further
Moreover, Enel will construct a
ian Ministry of the Environment
Gujarat is the birthplace of Gandhi
tons in 2007 to 34,5 billion in 2020
bon power plant in Brindisi, which
developments are needed so as to
pilot pipeline that will be used to
and the Chinese Ministry of Sci-
and the region that has made
(+20%), up to 40,2 billion in 2030
will allow us to test the technology
guarantee their infallibility. Instead,
test the means for transporting the
ence and Technology signed an
India the third largest cotton pro-
(+40% with respect to 2007,
on a significant scale in 2010. The
there’s not a kind of technology
CO2 and develop the competencies
agreement for the development of
ducer in the world. Global warm-
+17% with respect to 2020).
plant will capture about 15,000
available yet that allows for the use
necessary for the full-scale power
a study upon the feasibility of cre-
ing has intensified monsoon rains,
The solution for avoiding a sce-
tons of CO2 a year and will con-
of hydrogen as a combustible, lim-
plant at Porto Tolle.
ating a system for capturing CO2 at
endangering not just the lives of
oxygen
118
English version
08 – 12.2009
Errors and legends about the changing climate
theory” and “science fiction” and
which depends on atmospheric
Explosive volcanic eruptions can
waxed ironic over the record winter
conditions but has remained fairly
shoot huge quantities of dust and
snowfalls. The dispute wasn’t over
constant over the last 10,000
sulphates into the atmosphere. But
the inhabitants but the region’s
life for the nomads increasingly
(it is estimated that the population
important to the regions it crosses
economy. © John Henry, Claude
difficult. © Bruno Morandi/Getty
there will double, or even triple,
and in particular to Egypt, where
Wilson/Getty Image
Images
by the year 2050) but rising sea
the waters of the Delta make it
levels and escalating drought are
possible for millions of people to
by Stefano Caserini
a few methodological details or
years. A small contribution can
these emissions are episodic and
3. Timbuktu, Mali.
7. Kauai, Hawaii. Hawaii’s rich
threatening this paradise.
live and farm the land. The various
“The greenhouse gas numbers
deficiencies that still exist in climate
alter an equilibrium in which much
discontinuous. They disturb the
An exotic city with a prosperous
ecosystem is an extremely vulnera-
© Anders Blomqvist/Getty Images
combined effects of global warm-
are all wrong.” “The ice is
science. The dispute was over basic
greater forces are at play. One oft-
atmosphere for a few weeks,
past, today it is suffering from the
ble habitat, one of the most
ing risk crippling a subsistence sys-
increasing.” “The global war-
elements, the reality of global
quoted metaphor is that of an
months or years, depending on the
effects of decreasing rainfall and
threatened by the effects of cli-
11. Ross Ice Shelf, Antarctica.
tem that has existed for 5,000
ming bluff.” “Counter order,
warming and mankind’s predomi-
aquarium, whose water is recycled,
magnitude of the eruption, but
from sandstorms that are also
mate change. Many species, in
The Ross Ice Shelf in Antarctica is
years. © Frank Schreider/Getty
it’s getting colder.” “The Earth
nant responsibility for it.
filtered, oxygenated and “drunk”
conditions always return to nor-
Images
threatening its three mosques,
particular the brightly-colored
the largest in the world: 487,000
has gotten cooler over the past
This type of thesis has been
by the fish but is always the same
mal.
which UNESCO has declared a
honeycreepers, are in danger of
square kilometers (as large as
ten years.” The newspaper
dubbed “climate change revision-
water. A small yet constant exter-
But as far as CO2 is concerned, a
Patrimony of Humanity.
extinction. © Ira Block/Getty
France), but only 10% of it is visi-
headlines are real, but their
ism” and it refers to the stubborn
nal inflow, perhaps just a squirt,
closer look makes it clear that vol-
© James P. Blair/Getty Images
Images
ble above the surface of the water.
premises are false. Here is how
and unreasonable denial of the
just a few drops in comparison to
canoes don’t play a very important
Over the past 50 years, the tem-
climatic revisionism is making
robust scientific evidence on which
the exchange rate of the aquarium,
role. According to the most complete and accurate studies, the
4. Maldives, Indian Ocean.
8. Antarctic Peninsula, Antarctica.
perature has risen 3°C but it is
headway into the collective
the scientific community agrees.
can cause the level of the water to
A paradise which might become
Antarctica is one of the areas in
destined to rise even further. If the
imaginary…
One typical method of climate
rise. After a certain amount of
amount of CO2 that has been emit-
submerged by rising sea levels (4.5
which temperatures are rising
Ross Ice Shelf were to disintegrate,
change revisionism is the use of
time, which depends on the force
ted by both eruptive and passive
cm over the past 15 years, but a
fastest, reducing the availability of
it would cause a dramatic rise in
The reasons for worrying about
incorrect or outdated arguments
of the added inflow, the level of
(dormant) volcanoes over the past
60-cm rise is forecast by the end
food for the millions of penguins
sea levels all over the planet.
changes in the climate are by now
and of metropolitan legends, even
the water rises and the aquarium
few decades amounts to an aver-
of the century) and increasingly
that live there. © Doug
© Jack Fletcher/Getty Images
quite clear and the world’s leading
years after the scientific communi-
could overflow.
age of 300 million tons per year,
violent tropical storms. The Repub-
Allan/Getty Images
countries are making great efforts
ty has proven their inconsistency
Thus, it is not the absolute values
which equals 1% of anthropic
12. Rub Al-Khali Desert, Saudi
to find agreements that will lead to
through in-depth debate in sector
of CO2 emissions and absorption
emissions. Without a doubt, volca-
during the natural cycles that are
noes have had a great influence
lic of Maldives was the first country to sign the Kyoto Protocol.
9. Caribbean Sea. Sea turtles have
Arabia. An uninterrupted sea of
the policies needed to reduce the
journals. Here are a few of these
© Sakis Papadopoulos/Getty
no sexual chromosomes; their sex
sand spreading over 650,000
emission of greenhouse gas.
arguments, true slogans that are
decisive, but rather the anthro-
during past geological eras but this
Images
is determined by the temperature
square kilometers, it is inhabited
And yet, still today theses are being
often obsessively repeated, despite
pogenic perturbation of these
does not have much to do with the
of the sand in which the eggs are
only by nomadic Bedouin tribes.
proposed that question the very
proof to the contrary.
equilibriums.
5. Lake Balaton, Hungary.
laid. Global warming and warmer
These are the only people who are
existence of the problem. Newspa-
It is the largest lake in central
sand are drastically reducing the
able to survive the 50°C tempera-
pers, radio and television often
Natural cycles and external per-
The role played by volcanoes
Europe, with an average depth
number of male turtles, thus
tures of one of the most hostile
make room for opinions that radi-
turbations
One of the natural causes that is
The increase in CO2
of 3 meters and a maximum
endangering the survival of one
natural environments in the world.
cally differ from the scientific evi-
One tempting revisionist argument
sometimes mentioned is the role
One of the arguments against the
length of 77 kilometers. Decreas-
of the most ancient animal species
Despite the extreme conditions,
dence that is offered by scientific
regarding emissions defends the
played by volcanoes. This is com-
consensus reached by the scientific
ing rainfall and rising tempera-
that still exists today.
enough vegetation grows to feed
literature. This evidence is effec-
scarceness of anthropogenic caus-
prehensible: volcanic eruptions are
community regarding the increase
tures might dry 50% of the lake
© Raul Touzon/Getty Images
the nomad populations, but a fur-
tively outlined by the evaluation
es with respect to natural causes. It
spectacular and their power is truly
of carbon dioxide in the atmos-
ther rise in the temperature (esti-
reports prepared by the IPCC, the
is true that CO2 emissions from the
amazing. During the course of the
phere is based on a reconstruction
mated at 4-5°C by the end of the
UN scientific panel on climate
combustion of fossil fuels are not
geological eras, volcanic eruptions
of the pattern of CO2 concentrations that was made by Ernst-
by the end of the century. © Mike Goldwater/Getty Images
10. Bay of Plenty, New Zealand.
present level of greenhouse gas in the atmosphere.
The Bay of Plenty is a natural
century) could end this way of life.
change. In 2009, Italian newspa-
the major source of CO2 in the
have, in fact, influenced the
6. Bayan Ölgii, Mongolia.
wonder of enormous beauty and
© Thomas J. Abercrombie/Getty
pers were still printing headlines
atmosphere. Other sources, that
amount of CO2 in the Earth’s
Georg Beck, a German secondary
Half of Mongolia’s population are
abundance. It was first inhabited
Images
like “The greenhouse gas numbers
derive from photosynthesis and the
atmosphere. On smaller timescales,
school physics teacher. This data,
are all wrong,” “The ice is increas-
respiration of living land and sea
of dozens, hundreds or thousands
which refers to over 90,000 meas-
13. The Nile Delta. The Nile – the
ing,” and “The global warming
organisms, are much greater. But
of years, the CO2 emitted by volca-
urements that were made in 53
nomads living in the broad plains
by the Maori; 500 years later, in
of central Asia. But changes in the
1769, Capt. James Cook reached
climate and the Gobi desert’s
the bay. Today, it is the fulcrum
world’s longest river, stretching
bluff.” Prime time news programs
the point is that the other sources
noes has had little influence on the
different locations over the course
expansion northward are making
of a tourist and real estate boom
over 6,600 kilometers – is vitally
called global warming a “pseudo-
are in equilibrium, an equilibrium
variation of CO2 in the atmosphere.
of 150 years, was published in the
119
oxygen
English version
08 – 12.2009
1940 1975
–0,2°C
120
journal “Energy and Environ-
of the planet or the hemisphere
al level or for the northern and
Still today, albeit to a lesser degree,
temperatures must not be consid-
derives from unfamiliarity with the
cuss this possibility. To understand
ment,” which has a reputation for
(averages which are calculated
southern hemispheres, thus, are
sulphates and aerosols partially
ered in an isolated way; it must be
way the IPCC evaluation reports
why, one must consider how differ-
not thoroughly verifying the theses
using data from hundreds of sta-
not affected to a notable degree by
mask the increase in temperature
analyzed as historical series. When
are prepared. In fact, the govern-
ent the greenhouse gas emissions
it publishes. In fact, this data was
tions). There are many measuring
the influences from “urban heat
caused by CO2 forcing. Technologi-
studied in this way, the message is
ments are asked if the report is
are in these countries. Rather than
elaborated in a confused and
stations distributed throughout the
islands.” The large increase in the
cal innovation and calls for cleaner
clear: temperatures are rising and
clear, comprehensible or if, instead,
calculating them as an absolute
sketchy way. The patterns pro-
planet. They are located in urban
measuring points on land and at
air in the cities have led to a
the past few years have almost
it could be misunderstood. This
value, they should be calculated
posed, which are incompatible
areas, as well as in remote rural
sea has further reduced doubts
decrease in cooling forcing for the
always been among the warmest
helps make the report more useful;
pro capita, bearing in mind the
with the measurements of Arctic
areas that are sparsely populated
regarding how representational the
planet. A similar scenario is unfold-
since these measurements started
it does not mean that control over
number of people who are respon-
and Antarctic ice masses, with the
and which do not feel the effects
temperature measurements are.
ing in eastern Asian cities, which
being taken.
the affirmations contained in the
sible for these emissions. Each per-
most elementary averages of the
of any urban area. Measurements
Detailed studies, which analyzed
today have concentrations of parti-
Natural variability, along with casual
reports is ceded.
son in China or Brazil emits rough-
amount of carbon dioxide emitted
are also conducted on the oceans
the possible sources of error in the
cles and SO2 that are similar to
factors, can make one particular
The theory that the governments
ly 5 tons of CO2 per year; each Indi-
and with temperature patterns,
from buoys, floating platforms or
measurements and statistical elab-
what Italy and Europe experienced
year a record year. Some researchers
get together and decide what
an 2.5 tons. But every year, the
in the 1960s.
have estimated that from a statisti-
should be written in these reports is
average American emits 24 tons of
cal point of view, 95% of the
groundless, in part because one
CO2 and the average European
The temperature
time,18 years must pass for new
would have to know where and
emits 10 tons. Therefore, it doesn’t
temperature that has been regis-
is no longer rising
temperature records to be observed.
how the governments negotiate,
make much sense for an American
tered.
One of the most incredible argu-
Thus, it is the long-term trend that
who the negotiators are, what data
or a European to ask an Indian to
ments used to deny the global
matters. A scorching hot summer
or affirmations have been added.
reduce his emissions. On the other
Post-World War II cooling
warming of the planet is based on
does not necessarily indicate cli-
The idea seems implausible since,
hand, it is true that we must find a
One presumed proof of the fact
the fact that in recent years no new
mate change; a winter that is statis-
above and beyond the complexity
way to stabilize the emissions
sometimes depend on errors in
ships. The density of the stations is
orations, confirm without a doubt
measurement (for the older data)
not very important; what is impor-
that the eventual uncertainties are
and other times simply on a vicini-
tant is to have a measurement for
greatly inferior to the increase in
ty to structures emitting carbon
every mesh in the net. An average
dioxide. Already today, at busy
is made when there are many sta-
intersections, levels of CO2 can be
tions and the value of the temper-
measured that reflect the levels
ature of each mesh helps supply
that will be reached decades from
the average of the planet’s temper-
now but this is not particularly
ature. Urban measurements that
that the warming occurred “in the
temperature peaks have been reg-
tically normal or colder than usual
of these reports, the various affir-
throughout the entire planet and,
interesting information.
are disturbed by microclimates are
wrong moments and places” is the
istered. This very appealing argu-
does not represent the end of cli-
mations contained in them are firm-
thus, all the major emitters are
not taken into consideration or else
decrease in temperature that
ment is broadcast by headlines in
mate change. This is why the classi-
ly rooted in scientific literature in a
important. Involving the major
Urban heat islands
they are corrected to eliminate the
occurred between 1940 and 1975.
Italian
as
fication of the hottest years ever,
precise and, at times, pedantic way.
developing countries in climate
Temperature data that is registered
effect
The scientific community provided
“Counter order, it’s getting colder”
which are so beloved by the media,
by thermometers in some urban
anthropized areas. It would be a
an answer to this point years ago.
and “The Earth has cooled over the
have no importance in climatology.
areas can by thrown off by the
prosaic error not to do so. The sta-
The cooling in the immediate post-
past ten years.”
“heat island” effect, since in urban
tistical methodology with which
World War II period has been well
At first glance, the average annual
areas temperatures have been ris-
the data in the urban areas is elab-
simulated by climactic models that
ing due to the presence of sources
orated to evaluate and eliminate
of heat and humidity such as
of
distortions
in
the
newspapers
such
policy must be considered one of Western countries are not
the basic principles of the Conven-
the only ones who must
tion on Climate Change, the
The influence of politics
reduce their emissions
“shared but differentiated respon-
temperature of the planet over the
in IPCC reports
The argument that western coun-
sibilities.”
included aerosols and sulphates as
past 10 years seems to have
One criticism which is often aimed
tries should not have to reduce
This is one of the central topics of
possible local distortions has been
causing factors. The emission of
remained stable. But if one looks at
at IPCC reports is that they are sup-
their emissions unless other coun-
climate
domestic heating, traffic and
common knowledge for years.
sulphates and aerosols as a result
the trend over the past 30 years,
posedly submitted to the judgment
tries, for example China, India and
Copenhagen Conference is a truly important step in this process.
industry. In general, a variation in
The “urban heat island” effect is a
of immediate postwar industrializa-
there is a clear tendency toward a
of the governments, which sup-
Brazil, do so as well is based on
the way the soil is used influences
local factor; it is not representative
tion led to a decrease in tempera-
rise in temperature. But there are
posedly change the contents. This
data which indicates that China is
the microclimate and, thus, the
of vaster areas. Tests conducted
ture of approximately 0.2°C; this
also periods, for example between
is a grave accusation and if it were
the world’s greatest source of CO2,
local temperature as well. People
back in the 1980s showed that the
reduction was not evenly distrib-
1977 and 1985, or from 1981 to
true it would strongly undermine
with India in fifth place and Brazil
who live in big cities, or who live on
effect on average global tempera-
uted throughout the planet but,
1989, when the temperature did
the seriousness of the scientific
in eighth place.
the outskirts of cities and commute
tures of data from heat islands
rather, was greater in the northern
not seem to increase.
community and the entire UN. It
This would seem to be a reason-
on a daily basis, know this well.
equals approximately 0.05-0.06°C,
hemisphere. The decrease in the
Even if the planet is getting
would also presuppose that hun-
able argument and yet these coun-
This effect has been verified in var-
an amount that is inferior to the
emission of sulphates and particu-
warmer, each year does not neces-
dreds of scientists have lots of time
tries are not willing to assume obli-
ious stations but it has little influ-
rise in temperature that was
lates, and the progressive increase
sarily have to be warmer than the
to waste and very little considera-
gations to reduce their emissions;
ence on the average temperature
observed. The averages on a glob-
in CO2, have overturned the ratio.
year before. The data regarding
tion of their work. This criticism
some of them refuse to even dis-
negotiations
and
the
121
English version
electriciteit van PV om warmte van kassen te verhogen van 30 ° C tot 85 ° C
08 – 12.2009
stadslandbouw
organisch afval opvang zwartwater
opvang grijswater
helofytenfilter
hemelwateropvang
CO2
oxygen
B IOMASS A B IOGAS
AB SORB TIE CHILLER
B UFFER
WKO hoge temperatuur warmte opslag
PRODUCTIE
UITWIS SELING 85° C
40 ° C
85 ° C
5 °C
A region under the sun 122
by Mario Pagliaro
Oxygen versus CO2
and solar cooling – and the relative
solar energy technologies and their
progress in Sicily, where the eco-
The “skeptical” environmentalist
practical and commercial aspects.
integration, which have met with
nomic development and increase
Bjorn Lomborg was wrong. The
That is exactly what Solar Master is:
success in Italy and abroad.
of employment go hand in hand
state incentives for the production
Rotterdam:
and the development of renewable sources; the re-utilization of energy flux waste.
Palermo’s Photovoltaics Pole:
a concise and effective course for
Solar energy is diluted so that the
with environmental rehabilitation.
of solar energy, the only kind that’s
where energy is not wasted
Substantially
solar energy and new research
the formation of “solar Evangel-
photovoltaic electric energy pro-
By using solar energy, companies,
truly clean, first launched in Ger-
by Andrea Milano
processes in which we “lose” ener-
for Sicily’s future It may come as a surprise, but in
there
are
two
ists”, qualified people with updat-
duced by integrating modules on
local entities and Sicilian citizens
many and Spain and then Italy,
ed operational skills acting within
the roofs of houses and companies
can stop paying astronomical fees
France, Greece, Turkey, Israel and
Some of the alternative renewable
sion; today we utilize the same pri-
the territory for the diffusion of
is excellent for both domestic and
for the electricity produced in Sici-
many other countries, are not a
energy that we are diligently
mary source of 80-90°C for final
gy. The first regards heat disper-
the spring of 2009 at the first edi-
solar energy.
company electrical needs. But to
ly: for example, just like what has
way in which the poor (with the
searching for more than ever these
destinations of much lower tem-
tion of the Solar Master of the Pho-
With one connotation: contextual-
create the quantity of electricity
been done at the Donnafugata
surplus paid in electricity bills) are
days is actually right under our
peratures. Case by case, what is
tovoltaic Pole in Sicily, the first
izing all of the Pole’s activities with-
necessary for large cities or energy-
Winery.
financing the rich (who have the
noses. Or better yet: in our build-
not useful is thrown away. Instead,
course member who enrolled – a
in the Italian and international cul-
intensive companies, solar radia-
Almost all the municipalities of Sici-
banks advance them money for the
ings, plants and urban distribution
for example, if we were to connect
German name and Italian citizen-
ture and economic system. There-
tion needs to be concentrated. The
ly are near financial default and
purchase of the plant).
networks. The problem is that we
the maximum power of a plant to
ship – came from the Trentino Alto
fore, that explains the partnership
technology is called CSP and is
can no longer pay the electrical
On the contrary, it’s a matter of a
throw it away, moreover in a period
heavy industry, and then we were
Adige region. This is just one of the
of the Confindustria (General Con-
ready: and the hydrogen created
bills or the garbage collection.
formidable implement of industrial
of economic and energetic crises.
to have a ‘cascading’ of the
ways in which Sicily is becoming
federation of Italian Industry) with
with solar electricity is a formidable
Therefore, this is what should be
politics that has caused an explo-
That is what they’re telling us from
exploitation of the remaining ener-
the pole of attraction for great
young people. The inter-discipli-
fuel for both cars and boats.
done. The municipality decides to
sion of the demand and therefore,
Rotterdam, in Holland.
gy for other traditional processes, such as the restaurant industry,
minds, resources and talents from
nary nature of science and technol-
Thus, the Pole’s research activities
build a photovoltaic electric plant
a multiplication of the supply. And
As part of the city’s ambitious pro-
all the other regions in Italy and the
ogy and the environmental and
regard the new photovoltaic tech-
in Conto Energia (Energy account)
along with it, the resumption of
gram aimed at halving the emission
hotels, offices, homes and finally,
rest of the world. The Pole has
economic crises are closely inter-
nologies, and in particular, dye
let’s say of 1 MW, utilizing new
research and development activity
of CO2 by the year 2025, an inter-
agriculture, the waste would be
been created by integrating the
connected aspects and impose the
solar cells (in collaboration with the
generation modules just like those
that had been abandoned for 30
disciplinary work team - REAP (Rot-
almost canceled.
laboratories of the chemists Mario
need to reconsider the criteria for
Organic Solar Pole of Lazio). That is
used by the city of Verona for it’s
years. Much cheaper new tech-
terdam Energy Approach and Plan-
The second field of REAP applica-
Pagliaro of the CNR and Leonardo
cultural training of the researchers
to say, the local production of
soccer stadium, where with an
nologies have swiftly come on to
ning) – has been created and is
tion is even more emblematic
Palmisano of the University of
as well as the managers and busi-
hydrogen by means of concentrat-
expenditure of 2.1 euros per watt,
the market (a “subtle film”), where
composed of public figures, project
because the scale changes and
Palermo with that of the theoreti-
nessmen.
ing solar radiation.
for 20 years the public entity
the producers of the traditional sil-
managers and architects who are
regards the city as a whole. Every
cal physicist, Ignazio Licata of the
The relationships between science,
Sicily is the European Mecca of
receives a monthly credit transfer
icon solar panels have responded
experimenting a viable structured
type of building and function
ISEM, and its activities operate in
technology and society – that is to
solar energy: with more than 3,000
from the State (national govern-
by drastically increasing their pro-
methodology for the reduction of
needs energy in specific forms,
the areas of research, training and
say between research, businesses
hours of sunlight a year, and on the
ment) for all the energy produced
duction.
energy consumption.
temperatures
information with the aim of help-
and citizens – require that we also
average, every kilowatt of power
in the previous month, as well as
And finally, the global financial cri-
The current “sustainable” approach
moments The ‘apparently’ simple idea is that of exchanging the
and
at
certain
ing businesses, families and public
talk specifically about by whom
installed in Sicily generates more
further remuneration tied to the
sis has established a sudden reduc-
toward urban areas consists of
administrations take advantage of
and how the scientific solutions
than 1, 500 kilowatts in a year,
sale of electricity to the national
tion in the price of all raw materi-
three steps: the reduction of con-
flows from hot to cold in and out
the extraordinary opportunities of
will be managed, and the fact that
against the approximately 900 kilo-
electrical system. And when the
als, including the silicon utilized in
sumption through intelligent bio-
among
economic development and envi-
quality management is required for
watts produced in Verona and the
investment has been repaid, then
90% of the production of modules
climatic design of buildings, the
become dynamic, almost living,
ronmental reclamation that solar
this scientific undertaking, based
1,200 kilowatts produced in Rome.
the municipality will continue to
still used today, installed and inte-
exploitation of renewable energies
like their inhabitants.
energy offers.
upon a vision of dialogue regarding
During 2009, it became the first
use solar energy free of cost for
grated around the world. In man-
and the integration of the residual
The
However, in order to seize these
competencies and responsibilities
European region where grid-parity
guaranteeing public services.
agement, as in politics, be wary of
demand through efficient systems
exchange are many. In mid-seasons
opportunities, it’s necessary that
and a comprehensive systems view.
was achieved: that is to say, the
In short: the “keys in hand” cost of
skeptics!
of production from fossil fuels.
(12°C), workplaces begin to need
businesses and young people have
And this calls for the creation of a
parity between the cost of solar
a photovoltaic plant has gone from
Further information:
However, today this no longer
cooling and therefore there’s a sur-
www.i-sem.net
the
buildings,
scenarios
of
which
potential
better close-hand knowledge of
new didactic documentation: for
electricity and of that produced by
7 to 2.5 euros per watt in less than
seems sufficient. REAP proposes a
plus of heat that can be used
solar energy technologies – photo-
this reason, the Pole’s researchers
burning petroleum or methane gas.
18 months, thus opening the doors
new strategy based on the individ-
instead for homes that still need
voltaics, thermal solar radiation,
are also the authors of the three
Solar energy has all the characteris-
to solar energy for everyone, espe-
uation of an intermediate step
heating
solar concentrating technologies
technical books about the new
tics for bringing to life new
cially the poor.
between consumption reduction
Another case is that of the super-
at
that
temperature.
123
oxygen
124
English version
08 – 12.2009
market, which needs cooling
architectural regeneration through
capacity and could transfer its heat
the relocation of buildings and pro-
to the surrounding houses. And
duction-handicraft complexes to
Photoreport Why do zebras have stripes?
The science of toys The globe
ally an ellipse, the globe remains
canals, dams and major construc-
one of the most realistic represen-
tion works. The course of some
tations of the planet we live on,
rivers has been moved; above all,
Incredibile Enel, the energy tour: do not not touch
thanks to its geographic accuracy
you will find a lot less ice at the
Games, events, conferences,
and the inclination of its axis on its
poles. To be more precise: over the
debates, scientific experiments
Do you still remember that special
base.
past fifty years, the planet has reg-
and interactive exhibitions spread
function to protect them from
day your favorite uncle arrived with
The fact that it became a children’s
istered a 4.6% loss of its icepack
on 800 square meters of colorful
finally, a multipurpose sports com-
zones that are judged to be better
plex can be designed for zero ener-
suited, and this may prove to be a
For Alfred Russel Wallace,
gy balance if we look at constant
good opportunity.
zebras’ stripes have a mimetic
heating in a swimming pool in rela-
It should be kept in mind that for
by Davide Coero Borga
tion to the opposite demand of an
ambitious proposals like this, a key
predators. But Darwin didn’t
a marvelous globe, just for you?
toy, one of the best-selling toys of
and a decrease between 27% and
floor space. It’s the energy tour of
ice rink.
role is played by the availability of
agree with this hypothesis and
Finally – you thought – a decent
the 20th century, says a lot about
23% in the incline of its ice sheets.
“Incredibile Enel”, an initiative that tells the story of energy in an
Here then is why the shift of scale
money and potential funding.
disavowed it. According to
present, not like those piles of
our propensity to transform various
You are all certainly acquainted
is crucial to the improvement of
These incentives are not lacking
other theories, the stripes
fountain pens, dictionaries and sil-
objects of everyday use into edu-
with those cups or glasses featur-
innovative and captivating way,
the system: a greater number of
today in Italy, and are also geared
would be a way of disorienting
ver picture frames that had accu-
toys. This is a behavior pattern we
ing buxom women; when a hot liq-
which after stopping in other five
buildings-functions-specific needs
to be able to certify one’s home in
the predator or for avoiding
mulated at home through the
share with many other animals, pri-
uid is poured into the cup, the heat
Italian cities will arrive in Rome,
brings the overall budget closer
a higher class. That which can
tsetse flies.
intercession of all your other rela-
marily mammals, for whom toys
melts away the clothing the
Florence and Naples between
and closer to neutrality - little by lit-
transform the relationship between
tle, the method is applied to entire
man and the Earth is peoples’ men-
tives. But how you envied that
play an important role in acquiring
women are wearing. In these times
December and January.
Notwithstanding the many and
classmate of yours who had a
the knowledge that is vital for their
of global warming, a popular site
“Traveling” inside its structure,
blocks, then neighborhoods and
tality. REAP arises from this context
often strange hypotheses, even
lampshade in the form of a globe
survival. For example, puppies play
on Internet features a cup with a
people can discover all of Enel’s
up to the whole city.
where sustainability is a lifestyle:
today there’s no clear answer
on his nightstand.
with rubber balls, thus developing
planisphere drawn on it. It shows
innovations aimed at making our
REAP started experimentally in the
you truly believe that by eliminat-
for resolving the mystery of the
And today? Today’s children have
the skills they need for hunting, at
what the world will look like when
cities and our homes more livable
of Hart Von Zuid, where the
ing the wasting of energy, you
coloring of the zebra’s coat.
500-piece, 3-D globe puzzles. They
least in the wild.
the icepack melts. We hope your
and “green”: photovoltaic panels,
remodeling of four complexes is
begin to earn, that the cost of liv-
“We still know too little to be
have globes to paint or color, geo-
In view of this instinct for playing
uncle’s globe won’t have to endure
Archilede led lampposts, new mini
the same fate.
taking place. Here, the reduction of
ing stabilizes and city neighbor-
able to give an explanation”
graphical globes by day and celestial
with objects, it is not surprising that
CO2 emissions is becoming a tool
hoods
was actually the conclusion rea-
globes by night, globes which are
humans have learned to design and
become
self-sufficient
wind farms and an electric Smart car with the infrastructure it needs
of urban planning. And thus, for
thanks to greater participation of
ched by the University of
illuminated, fluorescent, suspended
mass produce toys that serve this
to recharge. On top of all this, you
example, if for every square meter
their inhabitants and an increased
California professor Tim Caro,
in
purpose. Some toy categories are
will find plans for the develop-
of a supermarket seven apartments
sense of community. Not at all like
after a recent study.
devices and interactive globes with
probably part of the cultural bag-
ment of renewables, future chim-
were to be built, the air condition-
our condominium meetings.
questions and in-depth answers,
gage that is shared by various pop-
ney-less plants, nuclear energy,
ing system would be totally
For further information:
updatable via Internet. Gulp.
ulations. Others have become
and a gallery introducing in detail
autonomous.
www.dsarotterdam.com
And to think that the globe began
indispensable in the education of
Enel and its activities – in energy
Of course, projects like this only
as a simple scale reproduction of
modern mankind; globes clearly
production, research and corpo-
come about in particularly sensitive
the planet Earth. A scientific and
belong to this second category.
rate social responsibility.
mid-air
by
electromagnetic
environments (and where there
technical object which was first
It is a scientific toy. A vivid and,
also happens to be the largest har-
constructed between 1490 and
above all, an immediate representa-
bor in Europe) and thanks to well-
1492 by the German scholar Mar-
tion of the changes that the planet
defined policy guidelines. Further-
tin Behaim. Known as the Nurem-
faces every day, it is like a three-
more, the possibilities of reorganiz-
berg Terrestrial Globe, it is a syn-
dimensional ecological footprint.
ing Rotterdam’s urban morphology
thesis of the vague and supersti-
Go fetch your uncle’s old globe
are clearly different from those of
tious geography of the time, the
down from the attic and compare
our historic centers; nevertheless,
same geography that sent Colum-
it with a modern globe: besides the
one of the aspects of the newly-
bus off in search of the Indies.
borders that have been completely
created Italian Housing Plan pro-
But back to us. Despite the fact
redrawn by international politics,
vides programs for urban and
that the shape of the Earth is actu-
you will find new Alpine passes,
125
oxygen
There’s an entire educational area 126
English version
08 – 12.2009
Traveller
for children, with interactive
Heritage site by Unesco in 2004, it
Meanwhile, higher temperatures
is the outlet of Semeq Kujalleq,
are having a huge impact on the
Science’s sites
almost two years, from 1991 to
you can observe the ecosystem of
1993. According to the most reli-
an ocean of almost four million
games allowing them to build and
A green(er) land
which is considered one of the
economic system: in some areas it
Biosphere 2: the whole Earth in
able sources, this peculiar experi-
liters of water. Moreover, inside this
start-up a plant, understand CO2,
by Michelle Nebiolo
most active glaciers in the northern
is now possible to grow a few veg-
10,000 square meters
ence ended mainly because of the
structure it is possible to monitor
hemisphere as it moves forward 19
etables, while elsewhere receding
by Eva Filoramo
imbalance between carbon dioxide
environmental variables in a limited
and oxygen; during the second
space, allowing for experimenta-
measure domestic energy consumption and learn in a fun way
The etymology of the toponym
meters a day and produces over 20
glaciers are revealing mines with
how to save energy. But the real
“Greenland” is still slightly contro-
tons of ice a year. Seeing icebergs
huge potential. Angel Mining plc
The sphere or life, or bio-sphere, is
year, in fact, oxygen from the out-
tion of new techniques and tech-
surprise is in the center of the vil-
versial, but according to an Ice-
break off from ice shelves must be
– a newborn mining operation
the Earth or, better yet, that part of
side environment had to be added
nologies that would not be used in
lage: a large arena where shows,
landic saga it comes from the
spectacular. And, as suggested on
focused entirely on Greenland
the Earth’s surface that is ruled by
to keep the researchers alive. In
so-called “field studies”. Therefore,
a musical about energy, experi-
name Grœnland (“green land”)
www.greenland.com, “at a time
– states on its website: “The most
the energy flow coming from pho-
other words, the ecosystem’s self-
for scientific research, Biosphere 2 offers a unique chance to under-
mental workshops and debates
that Erik the Red gave the land
characterised by heated debate on
spectacular
the
tosynthesis. Thus, Biosphere 2 is
regulating and sustenance mecha-
with key opinion leaders take
where he took refuge with his fam-
global warming, a visit to the fasci-
ground was finding an outcrop of
the name of a very special research
nisms did not allow for the survival
stand how the Earth’s ecosystems
place. All of this with one goal in
ily – when exiled for murder – in
nating ice sheet gives even more
massive sulphide uncovered by a
center, born in the mid-Eighties
of Homo sapiens.
respond to change and in particu-
mind: to talk about energy, under
hopes of attracting new settlers.
food for thought.” Thus, a grow-
retreating glacier. The existence of
from one of the eccentric billion-
The vague uneasiness that may
lar, in these critical times, to climate
the sign of discovery.
Setting aside other plausible expla-
ing number of tourists want to see
mineralisation at this location was
aire, John P. Allen’s ideas, to study
come from pondering about the
change.
www.incredibile.enel.it
discovery
on
nations of the name of this island
Greenland before its magic... melts
known, but previously it was cov-
and develop space colonization
possible meaning of the experi-
(perhaps, we might discover, an
away.
ered by 60 meters of ice.”
technologies.
ment’s results is erased by the cur-
archipelago united by a huge gla-
The average temperature rises
But while mines require many
The Biosphere 2 project has
rent use of Biosphere 2’s infrastruc-
cier only on the surface), we note
much faster here than at other lat-
years’ preparation before they can
entailed – in Oracle, Arizona – a
ture: it is now an actual depart-
that the southern region of Green-
itudes: some say a one degree
be exploited, tourism offers almost
building that in a little over 10,000
ment of the University of Arizona’s
land is actually quite green, espe-
increase at the equator means four
instant opportunities for develop-
square meters reproduces tropical
science faculty, a research and edu-
cially during the summer. And
degrees more at the Arctic Circle.
ment. Thus, also considering how
forests and deserts, rivers and
cation center for biosphere-Earth
today the “green land”, which has
According to research supported
permafrost (a mix of earth, ice, car-
lakes, uncultivated lands and culti-
and its ecosystems, and for our
gone from the 500 men that
by Nasa’s Cryospheric Sciences sec-
bon, moss, peat and methane that
vated fields, savannah and coral
planet’s role in the Universe (the
arrived on Viking longboats to the
tion, between 1991 and 2004 the
covers the poles) has been melting
reef – each with its flora and fauna.
most famous project of the last
current population of over 57,000
average winter temperature has
in the hinterland, making the use
Allen was particularly interested in
few years by UA’s scientists is the
people, enjoys a place in the sun
risen almost 6 °C near Swiss Camp
of sleighs impossible, people are
the possibility that a similar, com-
Mars Phoenix Lander probe). The
thanks to the new tourism oppor-
station (near the ice cap’s equilibri-
moving whenever possible to the
pletely self-sufficient building could
structure built by Space Biosphere
tunities created by climate change.
um line). And that’s not all: in
southern or west coast, where new
be built on a different planet.
Ventures, in fact, is unique and
The aurora borealis, whale watch-
2005, a shrinking glacier revealed a
accommodation facilities and serv-
Since 2007, Biosphere 2 has been
allows for experiments that would
ing and yes, even Santa Clause’s
“new” island, named Uunartoq
ices are needed for the growing
managed by the University of Ari-
be impossible to conduct else-
real home: Greenland has a lot to
Qeqertog (“Warming island”), off
number of tourists.
zona, which took over from
where: it creates a controlled envi-
offer to those looking for an
the east coast about 550 kilome-
Columbia University, which had
ronment that is isolated from the
unusual holiday. One of the most
ters above the Arctic Circle. Travel
taken over from the founding com-
outside world... i.e. Biosphere 1.
popular destinations is currently
logs from past times’ seamen seem
pany, Space Biosphere Ventures. It
To visit what Time Life Book has
Ilulissat, on the Disko bay, on the
to prove that, without any great
is possible that these subsequent
recently defined as one of the new
western coast. From this small
planetary disaster, the same island
takeovers have to do with a series
50 wonders of the world, all you
town, with colored houses that
disappeared under ice and reap-
of controversial incidents – the
need are 20 dollars; just a few tens
pop up amid the stark white snow,
peared more than once in the past
most noteworthy of them probably
of meters and the desert will lead
you can reach the Kangia fjord
few centuries; but this time scien-
being the experiment during which
you right to a mangrove forest,
about 250 kilometers above the
tists are alarmed by the speed at
eight researchers lived inside the
with the journey ending in front of
Arctic Circle. Nominated World
which Greenlander ice is melting.
structure in total isolation for
a transparent glass through which
127
Oxygen è stampata su carta UPM Fine 120 gsm, certificarta EU Flower.
Il marchio EU Flower garantisce che l’intero ciclo di vita del prodotto ha un impatto ambientale limitato, a partire dalla scelta delle materie prime fino alla lavorazione, e dal dispendio energetico allo smaltimento dei rifiuti.
Per le riproduzioni grafiche e fotografiche appartenenti alla proprietà di terzi inserite in quest’opera, l’Editore è a disposizione degli aventi diritto, nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti bibliografici.
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