Oxygen n°8

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08 — 12.2009 La scienza per tutti

Connect the dots Missione meno emissioni Intervista a Rajendra K. Pachauri The Long and Winding Road: da Kyoto a Copenhagen, e dopo? di Pino Buongiorno

I tre pilastri del nuovo patto sul clima di Sheila Olmstead e Robert Stavins

Italia-Cina: un modello per il dopo Copenhagen

Riscaldamento globale: il momento della responsabilità di Richard A. Muller

Photoreport 100 luoghi da ricordare (prima che scompaiano?)

La rinascita del nucleare

Errori e leggende sul clima che cambia

di Patrick Moore

di Stefano Caserini

Obiettivo zero emissioni

Una regione al sole

di Corrado Clini

La possibilità di un’isola: Samsø, Danimarca di Søren Hermansen Intervista a Fatih Birol

La fine dell’era del petrolio di Pino Buongiorno

di Livio Vido

di Mario Pagliaro


006 Nota dell’editore 007 Editoriale

030-031 Photoreport

Ma che caldo fa

060-064

Obiettivo zero emissioni di Livio Vido

032-038 008 – 011 Connect the dots

Missione meno emissioni

La possibilità di un’isola: Samsø, Danimarca di Søren Hermansen

012-019 Intervista a Rajendra K. Pachauri

039

The Long and Winding Road: da Kyoto a Copenhagen, e dopo?

040-046 Intervista a Fatih Birol

di Pino Buongiorno

I Porti Verdi Enel

di Sheila Olmstead e Robert Stavins

100 luoghi da ricordare (prima che scompaiano?)

Il mappamondo

Errori e leggende sul clima che cambia

091

di Stefano Caserini 082-085

di Pino Buongiorno

Una regione al sole di Mario Pagliaro

di Richard A. Muller

086-087 Oxygen versus CO2

Rotterdam: energie non sprecate

024-029

Italia-Cina: un modello per il dopo Copenhagen

054-058

di Corrado Clini

di Patrick Moore

La rinascita del nucleare

Incredibile Enel, il tour dell’energia 092-093 Traveller

Una terra (più) verde

048-052

Riscaldamento globale: il momento della responsabilità

090 La scienza dal giocattolaio

076-080

La fine dell’era del petrolio

020 – 023

I tre pilastri del nuovo patto sul clima

066-075 Photoreport

088-089 Photoreport

Perché le zebre hanno le strisce?

094-095 I luoghi della scienza

Biosphere 2: tutta la Terra in 10.000 metri quadrati 098 – 127 English version


immagine di copertina

direttore responsabile

Mammatus Clouds III (3), Nebraska, USA, giugno 2008. © Camille Seaman

Gianluca Comin

rivista trimestrale edita da Codice Edizioni

studiofluo

presidente Vittorio Bo

direttore editoriale Vittorio Bo

Oxygen nasce da un’idea di Enel, per promuovere la diffusione del pensiero e del dialogo scientifico.

art direction impaginazione Enrico Martino

comitato scientifico

coordinamento

Enrico Alleva presidente

Giorgio Gianotto

Giulio Ballio Roberto Cingolani Fulvio Conti Derrick De Kerckhove Niles Eldredge Paola Girdinio Piero Gnudi Helga Nowotny Telmo Pievani Francesco Profumo Carlo Rizzuto Robert Stavins Umberto Veronesi

Stefano Milano

stampa

collaboratori

Officine Grafiche Artistiche Grafart, Venaria (Torino)

ricerca iconografica studiofluo

managing editor

Davide Coero Borga Andrea Milano Michelle Nebiolo Eva Romero

traduzioni Susanna Bourlot Laura Culver Gail McDowell Michelle Nebiolo

distribuzione esclusiva per l’Italia Arnoldo Mondadori editore via Bianca di Savoia 12 20122 Milano t +39 02 754 21 f +39 02 754 22 584

sede legale, direzione, pubblicità e amministrazione Oxygen c/o Codice Edizioni via Giuseppe Pomba 17 10123 Torino t +39 011 197 00 579 f +39 011 197 00 582 oxygen@codiceedizioni.it www.oxygenmag.it © Codice Edizioni. Tutti i diritti di riproduzione e traduzione degli articoli pubblicati sono riservati.


Hanno contribuito a questo numero

Fatih Birol

Corrado Clini

Sören Hermansen

Richard A. Muller

Rajendra K. Pachauri

Mario Pagliaro

Robert Stavins

Nato ad Ankara nel 1958, è il capo-economista dell’Agenzia internazionale per l’energia, che ha sede a Parigi. È anche il direttore del “World Economic Outlook”, la pubblicazione più autorevole per l’analisi dei mercati energetici. In precedenza, ha lavorato per sei anni nella segreteria dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) a Vienna.

Direttore generale del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, oltre che vicepresidente dell’Agenzia europea dell’ambiente, presidente dell’organizzazione intergovernativa “Regional Environment Center” di Budapest, presidente della Global BioEnergy Partnership G8+5, vicepresidente della Partnership internazionale per l’economia all’idrogeno, visiting professor alla Tshingua University di Pechino, senior research fellow presso il Center for International Development all’Università di Harvard e presidente del Comitato europeo ambiente e salute.

Direttore dell’Energia Akademiet di Samsø (Danimarca), da anni lavora per rendere l’isola energeticamente indipendente e porta la sua esperienza in giro per il mondo come consulente di enti e istituzioni. È stato nominato “Eroe dell’ambiente” del 2008 dalla prestigiosa rivista “Time”.

Oltre all’attività di docente e alla ricerca accademica presso il Dipartimento di fisica dell’Università della California di Berkeley, Muller è un appassionato divulgatore e un fidatissimo consulente del Dipartimento della difesa del governo americano. Il suo libro Fisica per i presidenti del futuro (Codice Edizioni, 2009) è tratto dal famoso e pluripremiato ciclo di lezioni che ha tenuto proprio alla Berkeley.

Economista e scienziato indiano, dal 2002 è presidente del Panel internazionale sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC). Pachauri è direttore generale del TERI, l’istituto per l’energia e la ricerca di Nuova Delhi che si batte per la promozione dello sviluppo sostenibile. Il 10 dicembre 2007 ha ricevuto, per conto dell’IPCC, il Premio Nobel per la pace insieme all’ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore.

Ricercatore chimico al CNR e docente di management alla Scuola superiore della pubblica amministrazione, coordina a Palermo le attività del Polo fotovoltaico della Sicilia. È co-autore di nove libri e decine di articoli scientifici. Alcune delle scoperte del suo gruppo di ricerca sono commercializzate su scala globale.

Titolare della cattedra “Albert Pratt” di economia e amministrazione pubblica alla Harvard Kennedy School, direttore dell’Harvard Project on International Climate Agreements, membro del think tank Resources for the Future e ricercatore associato al National Bureau of Economic Research. È stato presidente dell’Environmental Economics Advisory Committee dell’Environmental Protection Agency (EPA) degli Stati Uniti e lead author dell’Intergovernmental Panel on Climate Change.

Pino Buongiorno Vicedirettore del settimanale “Panorama”, è stato inviato speciale, corrispondente dagli Stati Uniti e capo della redazione romana. Di recente ha curato la raccolta di saggi Il mondo che verrà. Idee e proposte per il dopo G8 (Università Bocconi Editore), tradotto anche in inglese.

Stefano Caserini Docente al Politecnico di Milano, svolge da anni attività di ricerca nel settore dell’inquinamento dell’aria e dei cambiamenti climatici. È consulente di enti pubblici e privati, ha collaborato alla revisione del Quarto rapporto IPCC – Terzo gruppo di lavoro, ed è autore di decine di pubblicazioni scientifiche e del libro A qualcuno piace caldo. Errori e leggende sul clima che cambia (Edizioni Ambiente).

Co+Life Creata da Stine Norden e Søren Rud, due fotografi che si sono dedicati alle questioni culturali e ambientali, Co+Life è una casa editrice creativa che promuove la fotografia internazionale di alto livello attraverso libri, esposizioni ed eventi, come la mostra fotografica Earth from Above di Yann Arthus-Bertrand, che ha avuto risonanza mondiale.

Patrick Moore Tra i leader del movimento ambientalista internazionale da oltre 30 anni, è stato uno dei membri fondatori di Greenpeace. Più di recente, Moore si è concentrato sulla promozione della sostenibilità e sulla ricerca di punti d’incontro tra interessi contrastanti. Oggi è consulente di governi e industrie, oltre che presidente e alla guida degli scienziati della Greenspirit Strategies Ltd. di Vancouver.

Sheila Olmstead Professore associato di economia ambientale alla Yale School of Forestry & Environmental Studies e ricercatrice presso il think tank Resources for the Future. I suoi interessi di ricerca riguardano il campo dell’economia e delle politiche delle risorse naturali e ambientali, inclusi la gestione delle risorse naturali e il controllo dell’inquinamento.

Camille Seaman Dopo aver studiato fotografia con Jan Groover, ha frequentato master workshop con Steve McCurry, Sebastião Salgado e Paul Fusco. Le sue foto le sono valse molti premi, tra cui il premio National Geographic (2006) e il premio Critical Mass nella categoria Top Monograph (2007). Nel 2008 ha avuto l’onore di presentare una mostra personale, “The Last Iceberg”, alla National Academy of Sciences di Washington DC. Il suo progetto attuale riguarda la bellezza degli ambienti naturali in Siberia.

Livio Vido Direttore della Divisione ingegneria e innovazione del Gruppo Enel dal 2008, è responsabile della gestione di tutte le attività di ingegneria e costruzione di centrali termiche, nucleari e innovative. La divisione comprende anche l’area Ricerca, che gestisce numerosi progetti innovativi, dalla cattura e stoccaggio della CO2 all’iniziativa e-mobility.


Nota dell’editore

Editoriale Un contributo da Copenhagen per un mondo migliore

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A pochi giorni dalla conferenza di Copenhagen, l’attualità del tema ambientale è ormai evidente in tutta la sua importanza e nel pieno della sua complessità. Gli effetti dei cambiamenti climatici si moltiplicano: la fusione dei ghiacci, la desertificazione, l'inasprirsi degli eventi estremi sono segnali che non possiamo più permetterci di non raccogliere. Stiamo realizzando, soprattutto, che gli ecosistemi sono vere e proprie infrastrutture e ne stiamo percependo la necessità per un migliore sviluppo economico e sociale: così come un ponte è un’infrastruttura, anche il fiume sottostante lo è. Entrambi supportano la nostra vita, entrambi richiedono manutenzione, entrambi hanno un costo, entrambi richiedono accordi su vasta scala per evitare problemi. Ragionare in termini di infrastrutture porta a pensare in termini di spesa, durata e responsabilità: e quando abbiamo un problema con le infrastrutture lo risolviamo con l’aiuto della scienza, dell’ingegneria, con la collaborazione e con accordi che spesso coinvolgono sia il settore pubblico sia quello privato, e i finanziamenti. Le stesse modalità devono ora applicarsi alle infrastrutture della natura, perché se è vero che la nostra civiltà ha causato il riscaldamento globale, la stessa civiltà ne è la soluzione. La scienza rappresenta la nostra unica reale via di intervento, suggerendoci cosa, come e quando farlo, in nome di un pragmatismo non filtrato dalle ragioni - diverse - della politica, ma costruito sulla base di dati oggettivi. Nello stesso tempo i legami con la politica non possono che accrescere: gli sforzi per ridurre la bolletta energetica in capo a famiglie e aziende possono portare ad au-

mentare l'occupazione, grazie alla creazione di nuovi posti di lavoro nei settori della nascente green economy, creando una sinergia - tra ambientalismo ed economia - che si potrà basare sulle quelli che sono da sempre i punti di forza di un sistema industriale moderno: ricerca, innovazione, imprenditorialità. Altrettanto importante sarà varare una politica culturale e informativa attenta: il tema del clima dimostra quanto sia importante il connubio fra politica/comunicazione sociale e cultura. Soltanto una politica culturale attenta consentirà, infatti, di operare una vera e propria rivoluzione energetica, un movimento continuo e diffuso che passa attraverso la produzione come attraverso il consumo, attraverso la condivisione come attraverso la scelta individuale. Senza questa spinta educativa, chi non possieda una conoscenza approfondita riguardo l’emergenza ambientale e le migliorie offerte dall’energia alternativa potrebbe infatti non cogliere gli effetti positivi che sarebbero apportati da questa nuova concezione, per loro natura non immediatamente tangibili. Gli interessi dei singoli paesi dovranno in tal senso convergere verso un unico comune obiettivo: diffondere la possibilità di un futuro migliore mediante una nuova cultura dell’energia. Tenendo ben presente un dato che non è una certezza, ma può rappresentare una speranza: tutti noi, singolarmente e nella nostra complessità derivante dal nostro ruolo nell’ecosistema, saremo trasformati dai nostri sforzi per la stabilizzazione del clima più di quanto ci abbiano cambiati le molte innovazioni tecnologiche dell’ultimo secolo. Vittorio Bo, Direttore Editoriale

Le imprese energetiche di tutto il mondo stanno sostenendo investimenti rilevanti, con ritorni molto dilazionati nel tempo, per introdurre tecnologie amiche dell’ambiente e nello stesso tempo produrre in modo sempre più efficiente l’energia di cui abbiamo bisogno. Si tratta di un’opera complessa e faticosa che richiede dimensioni di scala rilevanti e un grande capitale umano, unito alla capacità di muoversi su più fronti. Occorre battere tutte le strade: dall’efficienza energetica alle nuove tecnologie per la generazione da fonti alternative, passando per le fonti rinnovabili, il nucleare di terza generazione avanzata, la generazione distribuita, la cattura e il sequestro dell’anidride carbonica. Per vincere questa sfida le imprese hanno bisogno di un quadro di regole di riferimento che permetta di quantificare e gestire i rischi connessi ai loro investimenti. Si può ben dire che da questo punto di vista la difesa dell’ambiente e la crescita economica sono facce della stessa medaglia. Sarebbe infatti illusorio tentare di combattere il cambiamento climatico dimenticando di creare le condizioni economiche per sostenere la ricerca, l’innovazione e gli investimenti del settore privato. Ad oggi non sappiamo quale esito avrà la conferenza sul clima di Copenhagen. Sappiamo però con certezza che le imprese energetiche devono poter contare su condizioni competitive il più possibile uniformi in tutto il mondo, e che solo la piena realizzazione di questo obiettivo permetterà loro di creare sviluppo, innovazione e occupazione, sostenibile nel lungo periodo. D’altro canto, è innegabile il fatto che la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, per es-

sere efficace, deve essere progettata e raggiunta su scala globale. Soluzioni parziali avrebbero il difetto di introdurre pericolose distorsioni competitive e, soprattutto, renderebbero impossibile ottenere risultati apprezzabili. Il coinvolgimento di tutti i paesi del mondo nella lotta al cambiamento climatico può essere ottenuto solo introducendo obiettivi di contenimento delle emissioni ragionevoli e raggiungibili, nel rispetto del fatto che responsabilità e capacità sono comuni a tutti. In questo contesto, rivestono particolare importanza i meccanismi flessibili (CDM, JI) che consentono di trasferire tecnologie verso paesi in via di sviluppo, laddove il potenziale di riduzione delle emissioni è più elevato a parità di sforzo economico, senza comprometterne la crescita. Abbiamo dunque bisogno di una grande alleanza tra governi e settore privato per disegnare regole nuove che garantiscano la riduzione delle emissioni, assicurando nel contempo un vantaggio economico alle imprese capaci di introdurre innovazioni tecnologiche. Non dobbiamo dimenticare che il settore privato dovrà farsi carico della quasi totalità dello sforzo di riduzione delle emissioni atteso nei prossimi decenni e non possiamo quindi concepire un sistema che non lo coinvolga in modo costruttivo. I governi di tutto il mondo sono chiamati a creare le condizioni per la nascita di un mercato della CO2 moderno, liquido, trasparente, globale, nel quale tutti gli attori possano progettare e realizzare investimenti per dare un contributo concreto alla costruzione di un mondo migliore. Fulvio Conti, Amministratore Delegato e Direttore Generale, Enel

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Connect the dots

Connect the dots

Missione meno emissioni Numeri, statistiche, stime e dati utili a capire il problema delle emissioni di CO2, le loro cause, gli effetti e i costi che producono. E le possibili azioni da intraprendere. Al più presto…

1. Le prime 10 nazioni

emettitrici di CO2 costituiscono i due terzi (il 67,2%) del totale mondiale delle emissioni annue (pari a 28.431.741 migliaia di tonnellate). Cina e Stati Uniti insieme superano il 40% delle emissioni totali, gli stati dell’Unione Europea arrivano al 13,8%. Secondo i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA), le emissioni di gas serra nei paesi UE nel 2008 sono diminuite per il quarto anno consecutivo, specialmente quelle dovute ai combustibili fossili.

2. Secondo il recente Climate Change Risk Report 2009/2010 della società di ricerca inglese Maplecroft, l’Australia è il paese con le più alte emissioni pro capite di anidride carbonica (20,58 tonnellate), seguito da Stati Uniti (19,8) e Canada (18,81). In Cina le emissioni sono di 4,51 tonnellate all’anno per persona. In Australia, quindi, le emissioni pro capite sono quasi cinque volte più alte rispetto alla Cina, ma a livello complessivo quest’ultima ha emissioni circa 20 volte superiori a quelle australiane. I dati dell’International Energy Agency (IEA) – relativi al 2007 – mostrano uno scenario diverso e sono riportati nell’istogramma di pagina 10.

3. Secondo il “Climate Change Performance Index” del German Watch, il rapporto internazionale che valuta gli interventi positivi e strutturali di ogni singola nazione per limitare il riscaldamento globale, tra i 57 paesi a maggiori emissioni di CO2 (che producono oltre il 90% dei gas serra a livello mondiale) i più “virtuosi” sono Svezia, Germania e Francia, che guidano la classifica, seguiti da India e Brasile. L’Italia è solo al 44° posto (ma è il decimo emettitore mondiale), mentre le ultime posizioni sono di Arabia Saudita, Canada e USA.

4. Rispetto agli obiettivi concordati a Kyoto, l’Italia è l’ultima tra i paesi UE a livello di impegno. Secondo uno studio di Ecofys, con un investimento di quattro miliardi di euro all’anno (lo 0,2% del PIL) l’Italia potrebbe ridurre le proprie emissioni di CO2 del 29% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, raggiungendo così l’obiettivo del 30% (in presenza di un accordo globale a Copenhagen), come previsto dall’Unione Europea nel “Pacchetto clima ed energia”.

5. Nel 2007, in Italia le emissioni totali di gas a effetto serra sono ammontate a 553 milioni di tonnellate equivalenti di CO2. Primo responsabile delle emissioni è stato il settore industriale (26%), seguito da quello della fornitura energetica (25%), dai trasporti (23%) e dall’edilizia (16%).

Il planisfero “deformato” in funzione delle emissioni totali di CO2 dei singoli stati. Fonte dati: International Energy Agency (IEA) CO2 Emissions from Fuel Combustion, dati 2007, pubblicati il 6 ottobre 2009. © Copyright 2009 SASI Group (University of Sheffield) & Mark Newman (University of Michigan).


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Connect the dots

5%

Emissioni pro capite di CO2. Fonte: International Energy Agency (IEA), dati 2007 in tonnellate di CO2.

Emissioni totali di CO2. Fonte: Carbon Dioxide Information Analysis Center (CDIAC) – Nazioni Unite, dati 2006.

15 %

010 LUSSEMBURGO STATI UNITI AUSTRALIA CANADA FINLANDIA REPUBBLICA CECA RUSSIA OLANDA IRLANDA COREA DEL SUD

22.4

20 %

19.1 18.8

19.1

17.4 12.2 11.8 11.2 11.1 10.1 10.1 0

6. Secondo il WWF, il settore industriale italiano potrebbe risparmiare il 44% delle emissioni migliorando l’efficienza energetica e la produzione combinata di calore ed elettricità. I trasporti potrebbero risparmiarne il 36%, con mezzi più efficienti e favorendo il trasporto pubblico, e l’edilizia il 35%, con isolamento termico e progettazione degli edifici migliori. Una riduzione del 33% potrebbe venire dall’agricoltura, e un meno 46% nel settore della fornitura energetica, migliorando l’efficienza presso gli utenti finali, aumentando l’uso delle energie rinnovabili, sfruttando metodi di cattura e stoccaggio di CO2 per ogni impianto a combustibile fossile.

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10

15

7. Le stime della FAO, dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) prevedono che i costi economici, sanitari e sociali legati ai cambiamenti climatici e all’inquinamento potrebbero arrivare al 5% del PIL globale entro la fine di questo secolo. A pagare le conseguenze maggiori, secondo la Banca mondiale, saranno i paesi in via di sviluppo: 100 miliardi di dollari all’anno fino al 2050.

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8. Secondo il fisico tedesco Hans Joachim Schellnhuber, per contenere l’aumento della temperatura mondiale sotto i 2°C non si dovranno emettere più di 750 miliardi di tonnellate di CO2 nei prossimi 40 anni, circa 110 tonnellate per ogni abitante del Pianeta (stando all’attuale popolazione mondiale). Se si considerano le previsioni di un aumento del 40% della popolazione mondiale entro il 2050, le tonnellate pro capite scendono a 85. Attualmente ogni abitante dell’Unione Europea emette in media 11 tonnellate di CO2 annue.

9. L’Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite (IPCC) stima che la temperatura superficiale globale del pianeta sia aumentata di 0,74 ± 0,18°C durante gli ultimi 100 anni, fino al 2005. Per il futuro e se non ci saranno drastici interventi di riduzione delle emissioni, le proiezioni dell’IPCC indicano che la temperatura media superficiale del pianeta si dovrebbe innalzare di circa 1,1-6,4°C nel corso del secolo. Si stima che ogni tonnellata di CO2 emessa contribuisca all’innalzamento della temperatura globale di 0,0000000000015°C.

10. Per una simulazione in tempo reale delle emissioni di CO2 di ogni nazione del mondo: www.breathingearth.net Per informazioni generali sulla conferenza di Copenhagen e per verificare con il “Climate Quiz” le vostre conoscenze sul problema del riscaldamento globale: en.cop15.dk. Per calcolare la vostra impronta carbonica: www.carbonfootprint.com Per consigli su come risparmiare energia e ridurre le emissioni: www. energysavingtrust.org.uk

10 %

CINA STATI UNITI RUSSIA INDIA GIAPPONE GERMANIA GRAN BRETAGNA CANADA COREA DEL SUD ITALIA IRAN MESSICO SUD AFRICA FRANCIA ARABIA SAUDITA AUSTRALIA BRASILE SPAGNA INDONESIA UCRAINA

21.5% 20.2% 5.5% 5.3% 4.6% 2.8% 2.0% 1.9% 1.7% 1.7% 1.6% 1.6% 1.5% 1.4% 1.3% 1.3% 1.2% 1.2% 1.2% 1.1%


Intervista a Rajendra K. Pachauri

The Long and Winding Road: da Kyoto a Copenhagen, e dopo?

di Pino Buongiorno

ÂŤIl miglior risultato possibile a Copenhagen? Tagli fra il 25 e il 40% nelle emissioni entro il 2020 e il finanziamento e trasferimento delle tecnologie dai ricchi ai poveriÂť. Conversazione con Rajendra K. Pachauri, presidente del Panel intergovernativo sul cambiamento climatico e Nobel per la pace 2007.


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A fine ottobre si è dichiarato «cautamente ottimista». Parlando in video-conferenza dall’isola indonesiana di Bali ai congressisti del World Business Forum, riuniti a Milano, Rajendra Pachauri, 69 anni, premio Nobel per la pace 2007 condiviso con l’ex vicepresidente americano Al Gore, ha fatto sentire chiaro e forte il suo “messaggio di speranza” in vista della conferenza di Copenhagen sul cambiamento del clima (7-18 dicembre). «Pensare in verde: ecco il colore della strategia economica del XXI secolo», ha spiegato per oltre un’ora. Nemmeno un mese dopo, intervistato nel suo ufficio di Nuova Delhi, zeppo di trofei di cricket, il suo sport preferito, e di foto con i grandi della Terra (la più vistosa è quella con Bill Clinton), il premio Nobel appare deluso. «Oggi sono meno ottimista», esclama. «Temo che

The Long and Winding Road: da Kyoto a Copenhagen, e dopo?

non si faranno adeguati progressi». Cosa è successo nelle ultime settimane da far cambiare idea e umore al presidente del Panel intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC, secondo la sigla inglese), organizzazione di 2500 scienziati fondata nel 1988 sotto l’egida dell’ONU che ha determinato e documentato senza ombra di dubbio il riscaldamento del Pianeta? L’ultimo rapporto, datato novembre 2007, ha messo in guardia i governi di tutto il mondo sul fatto che, senza rapide contromisure, il riscaldamento globale porterà in un futuro non distante allo scioglimento dei ghiacci, alla sommersione delle isole-nazioni, come le Maldive e le Seychelles, all’estinzione di un quarto delle specie del mondo e alla riduzione della metà della produzione agricola dell’Africa per effetto della desertificazione. Il risultato complessivo potrebbe

essere il crollo del 5% del PIL globale, già messo a dura prova dalla crisi finanziaria e dalla recessione in tre quarti del globo. Pachauri dirige il Panel intergovernativo dal 2002 ed è stato rieletto nel settembre 2008. Ha ricevuto due Ph.D., in ingegneria industriale e in economia, dall’università statale del North Carolina. Ha iniziato la sua carriera come ingegnere meccanico prima di dedicarsi interamente all’energia. È direttore generale del Tata Energy Research Institute (TERI), è membro del consiglio direttivo dell’Indian Oil Corporation e dal 2001 è anche consulente economico del governo indiano. Ha lavorato alla Banca mondiale e al Programma di sviluppo delle Nazioni Unite. Oggi è considerato uno degli esperti più autorevoli, continuamente consultato dai governi e dalle organizzazioni internazionali.

«Gandhi ha capito per primo che stiamo distruggendo le risorse del Pianeta alla ricerca di quella che chiamiamo “prosperità”. Ha anche detto che tu devi essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo»


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Perché è davvero così urgente agire? Perché l’impatto del cambiamento del clima andrà peggiorando progressivamente. In questo momento non siamo nemmeno capaci di adattarci a questo impatto. In quale fase della battaglia ambientalista ci troviamo? Abbiamo una finestra di opportunità davvero corta. Se non arriviamo a una sensibile riduzione delle emissioni nei prossimi cinque o sei anni diventerà assai difficile mettere sotto controllo l’aumento della temperatura e i cambiamenti del clima nel prossimo futuro. Eppure a sentire gli scettici la situazione non sembra così allarmante. Come risponde a chi l’accusa di catastrofismo?

In un mondo libero tutti hanno diritto a manifestare le loro opinioni. Nella storia delle scoperte scientifiche è sempre successo che quando appare un nuovo corpo di conoscenze sbucano sempre gli scettici a mettere in dubbio le scoperte anche con prove tanto forti. Vorrei una parola finale. Qual è la causa principale del cambiamento climatico in base alle vostre ricerche? Negli ultimi 50 anni è stata principalmente l’azione dell’uomo a immettere nell’atmosfera i gas serra. I governi di tutto il mondo hanno capito la necessità di rimboccarsi le maniche ora e non domani? La maggior parte sì, anche se in alcuni casi l’azione non è stata così rapida.

Sono più sensibili le opinioni pubbliche o i governi? Ripeto: alcuni governi sono davvero lenti. Ecco perché l’opinione pubblica deve avere una parte più attiva aumentando le pressioni sui propri eletti. Le multinazionali, le aziende medie e piccole sono al passo con i nuovi tempi? Non tutte. Alcune si stanno muovendo, altre no. I grandi gruppi e le società di energia mi sembrano in genere più sensibili su questi temi e stanno cercando di adeguarsi. Speriamo che siano di buon esempio. La questione al centro delle dispute mi sembra abbastanza chiara: alcune nazioni ricche sono riluttanti a ridurre le emissioni di anidride carbonica mentre

quelle più povere richiedono soldi e tecnologie per combattere il riscaldamento globale. Come è possibile convincere i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo a trovare un punto d’incontro? Bisogna che l’opinione pubblica in tutto il mondo sia consapevole della realtà scientifica del cambiamento climatico e che ciascun paese operi al meglio delle proprie possibilità. Ecco perché nel quadro generale della convenzione sul clima abbiamo una norma per una responsabilità comune, ma differenziata. Non tutti i paesi hanno le stesse responsabilità. Ma, alla base di tutto, deve esserci una questione etica che va compresa sia da parte della gente sia da parte dei leader politici. È possibile stabilire il costo del trasferi-

mento delle tecnologie dai paesi ricchi a quelli in via di sviluppo? Non sono costi alti. Soprattutto se si fa riferimento a quello che il mondo ha speso per uscire dalla recessione: una somma vicina a 3000 miliardi di dollari. Io penso a una cifra simile a quella calcolata dal primo ministro inglese Gordon Brown: 100 miliardi di dollari l’anno sono più che sufficienti. Perché oggi è meno ottimista di ieri sulla buona riuscita del summit di Copenhagen? Uno dei principali fattori è l’America. Credo che il presidente Barack Obama voglia davvero imprimere una svolta, ma purtroppo non ha il tempo sufficiente a disposizione e forse ha messo troppe cose nella bilancia delle riforme.

Eppure spetta agli Stati Uniti fare molto di più per arrivare a un buon accordo. Obama non sta mantenendo le promesse fatte in campagna elettorale? Certamente deve fare molto di più. Chi lo sta frenando? Le lobby del petrolio? Non è un segreto che i lobbisti, che hanno a disposizione molti soldi, si stiano organizzando e stiano tentando di bloccare la legislazione nel Congresso. Questa è la verità. Obama deve mettere in gioco il suo peso politico altrimenti non avremo mai un buon accordo. Come giudica la recente svolta verde della Cina? A settembre, alle Nazioni Unite, il presi-


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The Long and Winding Road: da Kyoto a Copenhagen, e dopo?

dente Hu Jintao ha annunciato che entro il 2020 ridurrà l’intensità delle emissioni dei gas serra. Naturalmente ora mi aspetto che proponga anche delle cifre precise. E l’India? Il mio paese ha un piano d’azione nazionale molto ambizioso. La prima missione verde è l’energia solare che dovrebbe portare a sviluppare 20.000 watt nel 2022.

«Tutti devono realizzare che occorre camminare il più possibile oppure andare in bicicletta, usare i trasporti pubblici, tenere il riscaldamento e l’aria condizionata al minimo possibile. Occorre sempre pensare che ogni nostra azione ha un impatto sull’ambiente. Se siamo consci di questo faremo sempre la cosa giusta»

L’Europa continua a essere la prima della classe nelle battaglia contro il cambiamento climatico. Come se lo spiega? Contano la storia, la cultura e i valori degli europei. Le società europee hanno una lunga tradizione, hanno passato periodi difficili, sanno che le risorse sono limitate e dunque fanno molta attenzione nello spendere queste risorse. Qual è il risultato minimo che si aspetta dalla conferenza di Copenhagen? I paesi sviluppati devono prendere impegni precisi sulla necessità di ridurre le emissioni. Devono anche impegnarsi a finanziare il trasferimento delle tecnologie di cui hanno grande necessità i paesi in via di sviluppo. E il miglior risultato possibile? La roadmap identificata alla conferenza di Bali: tagli profondi nelle emissioni entro il 2020, qualcosa fra il 25 e il 40%, e naturalmente il finanziamento e il tra-

sferimento delle tecnologie dai ricchi ai poveri. Perché ripete tanto spesso che il Mahatma Gandhi è il principale ispiratore del suo lavoro? Perché ha capito per primo che stiamo distruggendo le risorse del Pianeta alla ricerca di quella che chiamiamo “prosperità”. Ha chiaramente percepito l’insostenibilità degli attuali margini di crescita economica e di sviluppo. Ma Gandhi è stato importante perché ha anche detto che tu devi essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. Dottor Pachauri, cosa fa lei personalmente per alleggerire le sue emissioni di CO2? Sono diventato un vegetariano. Consumo il meno possibile: anche se esco dal mio ufficio per cinque minuti spengo le luci. In generale tento di condurre una vita che essenzialmente si basa sul soddisfare i miei bisogni più che nel dilapidare beni e servizi. Cosa consiglierebbe al resto dell’umanità? Tutti devono realizzare che occorre camminare il più possibile oppure andare in bicicletta, usare i trasporti pubblici, tenere il riscaldamento e l’aria condizionata al minimo possibile. Occorre sempre pensare che ogni nostra azione ha un impatto sull’ambiente. Se siamo consci di questo faremo sempre la cosa giusta.

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I tre pilastri del nuovo patto sul clima

di Sheila Olmstead e Robert Stavins

Perché abbia successo, qualsiasi nuovo accordo internazionale sul clima firmato a Copenhagen dovrà contenere tre elementi imprescindibili. Per trovare un punto d’equilibrio tra politiche ambientali ed economia.

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Alla 15a Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si tiene a dicembre a Copenhagen, le nazioni proseguiranno i negoziati riguardanti l’accordo successivo al Protocollo di Kyoto del 1997, che scadrà nel 2012. Perché abbia successo, qualsiasi accordo fattibile successivo al Protocollo di Kyoto deve contenere tre elementi essenziali: il coinvolgimento significativo di un ampio numero di nazioni chiave industrializzate e in via di sviluppo, l’insistenza su un percorso a lungo termine di obiettivi riguardanti le emissioni e l’inclusione di politiche che operino attraverso il mercato, piuttosto che contro di esso. Cominciamo dalla necessità di un’ampia partecipazione. I paesi industrializzati hanno emesso la maggior parte del biossido di carbonio di origine umana presente nella nostra atmosfera, dunque non dovrebbero cominciare a ridurre le emissioni prima di chiedere ai paesi in via di sviluppo di dare il loro contributo? Anche se questo può sembrare sensato, ecco quattro motivi per cui il nuovo accordo sul clima deve coinvolgere tutti i principali produttori di emissioni – che siano paesi industrializzati o in via di sviluppo. Prima di tutto, le emissioni dei paesi in via di sviluppo sono in rapido aumento. Nel 2006, la Cina ha superato gli Stati Uniti, diventando la maggio1

re produttrice di emissioni di CO2 al mondo, e nell’arco del prossimo decennio i paesi emergenti potrebbero diventare responsabili di più della metà delle emissioni globali. Secondo, i paesi in via di sviluppo offrono le migliori opportunità di una riduzione a basso costo delle emissioni; la loro partecipazione potrebbe comportare una drastica riduzione dei costi totali. Terzo, gli Stati Uniti e molti altri paesi industrializzati potrebbero non impegnarsi a ridurre significativamente le emissioni senza la partecipazione dei paesi in via di sviluppo. Quarto, se si escludono questi ultimi, fino a un terzo delle riduzioni delle emissioni di carbonio dei paesi partecipanti potrebbero essere cedute a economie che non partecipano tramite lo scambio internazionale, riducendo i miglioramenti ambientali e spingendo le nazioni in via di sviluppo su una strada ancora più segnata dalle emissioni carboniche (il cosiddetto fenomeno del carbon leakage, la “fuga di carbonio”). I paesi in via sviluppo come possono partecipare all’iniziativa internazionale di ridurre le emissioni senza incorrere in costi che facciano deragliare il loro sviluppo economico? Potrebbero cominciare col porre degli obiettivi non troppo ambiziosi, e alzare il tiro via via che cresce il benessere del paese. Se questi “obiettivi di crescita” fossero combinati con un programma in-

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ternazionale di scambio di emissioni, i paesi in via di sviluppo potrebbero partecipare appieno senza incorrere in costi proibitivi (o addirittura a costo zero nel breve periodo). (Per un’analisi approfondita di questi obiettivi di crescita, si consiglia la relazione di Jeffrey Frankel, professore alla Harvard University, per l’Harvard Project on International Climate Agreements). 022

Il secondo pilastro di una riuscita politica sul clima dopo il 2012 consiste nel dare la giusta rilevanza al lungo periodo. I gas serra restano nell’atmosfera per decenni, addirittura per secoli, e c’è bisogno di un importante cambiamento tecnologico che abbassi i costi inerenti alla riduzione delle emissioni di CO2. Una soluzione economicamente efficiente implicherà obiettivi a breve termine fermi ma moderati, così da evitare che ampie parti del capitale azionario diventino prematuramente obsolete, e obiettivi a lungo termine flessibili ma più severi.

I tre pilastri del nuovo patto sul clima

Terzo, una politica sul clima globale post-2012 deve operare tramite il mercato invece che contro di esso. Per mantenere bassi i costi nel breve periodo e ridurli ulteriormente nel lungo grazie a un cambiamento delle tecnologie, bisogna accettare che gli strumenti politici basati sul mercato sono i mezzi migliori per ridurre le emissioni. Al momento proprio un approccio basato sul mercato, il cosiddetto “sistema capand-trade”, si sta rivelando l’approccio preferito dai paesi industrializzati. Secondo il sistema cap-and-trade, le fonti che hanno bassi costi di controllo possono assumersi altre riduzioni; in questo modo possono vendere i permessi non utilizzati a fonti con costi di controllo maggiori. L’Emission Trading Scheme dell’Unione Europea (EU-ETS), varato sotto il Protocollo di Kyoto, è il sistema di cap-and-trade più grande del mondo. A giugno, il governo federale degli Stati Uni-

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ti ha compiuto un importante passo avanti verso l’istituzione di una politica nazionale di capand-trade per ridurre le emissioni di CO2, grazie all’approvazione alla Camera dei Rappresentati dell’American Clean Energy and Security Act. Altri paesi industrializzati stanno istituendo o pianificando dei sistemi nazionali di cap-and-trade della CO2, ad esempio l’Australia, il Canada, il Giappone e la Nuova Zelanda. Se questi sistemi verranno collegati tra loro sotto un nuovo trattato internazionale sul clima, ci sarà un risparmio dei costi (grazie alle maggiori dimensioni del mercato), una maggiore liquidità, una riduzione della volatilità dei prezzi, un minore potere del mercato e un ridotto carbon leakage.

emissioni; di fatto è quel sembra stia accadendo ancor prima della stesura del nuovo accordo. Il Meccanismo di sviluppo pulito (Clean Development Mechanism, o CDM) permette alle parti nei paesi ricchi di acquistare dei crediti per la riduzione delle emissioni dai paesi in via di sviluppo, investendo in progetti di riduzione delle emissioni. Questi crediti possono essere usati per rispettare gli impegni all’interno dell’EUETS, e anche altri sistemi sembrano inclini ad accettarli.

I sistemi di cap-and-trade possono essere messi in collegamento diretto, il che esige una loro armonizzazione, o indiretto, legandoli a un sistema comune di crediti per la riduzione delle

I paesi che si riuniranno a Copenhagen a dicembre dovrebbero tener conto di questi tre elementi essenziali quando negozieranno il nuovo accordo sul clima. Un nuovo accordo che sia privo anche solo di uno di questi tre pilastri potrebbe rivelarsi troppo costoso, e dare troppi pochi benefici, per costituire un tentativo sensato di affrontare la minaccia del cambiamento globale del clima.

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1 — 3 Performance tcktcktck: conto alla rovescia sui cambiamenti climatici organizzato dal Global Humanitarian Forum in occasione del Climate Change Talks di Barcelona. 4 Novembre 2009. © tcktcktck 4 — 6 Mato Grosso. Sul margine della foresta Amazzonica © LeoFFreitas

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Italia-Cina: un modello per il dopo Copenhagen

di Corrado Clini

L’Italia, attraverso il programma di cooperazione ambientale con la Cina, ha realizzato un modello di partenariato bilaterale molto efficace per i risultati raggiunti per lo sviluppo sostenibile cinese e per gli effetti indotti sulle imprese italiane.

I 18 paesi più sviluppati del Pianeta, in occasione del G8 dell’Aquila, hanno assunto la decisione di ridurre entro la metà del secolo le emissioni globali di anidride carbonica in modo da limitare l’aumento della temperatura media globale entro due gradi rispetto ai valori precedenti alla Rivoluzione industriale. Questo obiettivo richiede un impegno di tutte le principali economie del mondo per ridurre in modo drastico il contributo dei combustibili fossili (petrolio, gas e carbone) ai consumi globali di energia, attraverso lo sviluppo e la disseminazione delle tecnologie per l’efficienza energetica e la cattura e il sequestro del carbonio, le fonti rinnovabili, i biocombustibili, il nucleare. In altre parole, Copenhagen non deve ripetere l’errore del Protocollo di Kyoto, che impegna solo alcuni paesi a ridurre le proprie emissioni, senza vincolare né l’economia più sviluppata del Pianeta – gli Stati Uniti –, né le economie emer-

genti dell’Asia e del Sud America, dove i consumi energetici e le emissioni crescono e sono destinati a crescere in modo rilevante. La domanda di energia cresce in Asia e Sud America per assicurare alle popolazioni e all’economia la disponibilità di energia, che rappresenta una chiave essenziale per lo sviluppo sostenibile e l’uscita dalla povertà. E nessuno può chiedere a questi paesi di precipitare nel sottosviluppo per salvare il Pianeta. D’altra parte, senza il loro contributo la riduzione delle emissioni globali è un puro miraggio. Questi paesi devono quindi essere la sede privilegiata per la disseminazione e lo sviluppo delle tecnologie a “bassa intensità di carbonio” in grado allo stesso tempo sia di sostenere la crescita economica, sia di ridurre le emissioni, secondo il modello di decoupling tra aumento del PIL e riduzione dei consumi di combustibili fossili. In questa prospettiva, secondo la Banca mondia-

le, si collocano le misure finanziarie adottate nel 2009 dalla Cina, dal Brasile e dalla Corea del Sud per combattere la crisi economica e sostenere la crescita anche attraverso lo sviluppo delle tecnologie innovative a basse emissioni: nel 2009, la Cina con 400 miliardi di dollari investiti è la “locomotiva mondiale” dell’economia verde. Ma, come ha ricordato il presidente cinese Hu Jintao all’assemblea generale delle Nazioni Unite di settembre, la Cina non può sostenere da sola la ripresa economica mondiale e la sfida per la protezione dell’ambiente globale, e ha bisogno di forti partenariati tecnologici. In questa prospettiva, l’Italia, attraverso il programma di cooperazione ambientale del Ministero dell’ambiente, ha realizzato un modello di partenariato molto efficace per i risultati raggiunti e per gli effetti indotti sulle imprese italiane. La nostra collaborazione risale al 1999, quando il Ministero dell’ambiente cinese chiese la

nostra collaborazione per la strategia per lo sviluppo sostenibile della Cina. Alla fine degli anni Novanta, la Cina aveva appena avviato la politica interna per la protezione ambientale, sollecitata da un inquinamento opprimente e pericoloso. Tuttavia, a livello internazionale la credibilità dell’impegno cinese era assai scarsa, e molto pochi erano i paesi disposti a rischiare investimenti nella cooperazione ambientale con la Cina. Decidemmo di raccogliere la richiesta e la sfida cinesi. A partire dal 2000 questo programma di cooperazione ambientale si è sviluppato attraverso accordi bilaterali con i ministeri dell’ambiente, della scienza e della tecnologia, delle risorse idriche, delle foreste, con la Commissione per la riforma e lo sviluppo (NDRC), con l’Accademia delle scienze sociali (CASS), con le municipalità di Pechino, Shanghai, Souzhou, Tienjn, Xian, Lanzhou, Urumuqi,


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Italia-Cina: un modello per il dopo Copenhagen

«La domanda di energia cresce in Asia e Sud America per assicurare alle popolazioni e all’economia la disponibilità che rappresenta una chiave essenziale per lo sviluppo sostenibile e l’uscita dalla povertà. E nessuno può chiedere a questi paesi di precipitare nel sottosviluppo per salvare il Pianeta. Ma senza il loro contributo la riduzione delle emissioni globali è un puro miraggio»

con la regione autonoma del Tibet, con le Università di Tsinghua, Tongji e Jiaotong, con il World Expo 2010. Il lavoro integrato di esperti cinesi e italiani è stato identificato come infrastruttura per la preparazione e la realizzazione dei progetti comuni, e a questo fine è stata istituita fin dal 2000 una task-force permanente italo-cinese, con sedi a Pechino e Shanghai. L’identificazione dei progetti è stata preceduta dalla definizione del “quadro di riferimento paese” per le diverse macroaree: energia-ambiente, cambiamenti climatici, ambiente urbano e qualità dell’aria, gestione integrata delle acque, agricoltura sostenibile, eliminazione e sostituzione delle sostanze chimiche pericolose, lotta alla desertificazione, formazione e riqualificazione. Per la presentazione e discussione dei “materiali di base”, tra il 2001 e il 2004, abbiamo co-organizzato conferenze nazionali tematiche alle quali hanno partecipato rap-

presentanti ed esperti delle agenzie delle Nazioni Unite, della Banca mondiale, delle grandi aree urbane del pianeta, delle autorità di gestione dei grandi fiumi dal Gange al Mississipi. A queste conferenze, che hanno spesso introdotto per la prima volta in Cina le tematiche “chiave” della gestione ambientale, hanno partecipato anche molte imprese italiane. Inoltre, i progetti specifici per Pechino e Shanghai sono stati preceduti dalla nostra partecipazione attiva all’elaborazione delle strategie dei programmi per la gestione sostenibile delle Olimpiadi e del World Expo, e al Ministero dell’ambiente italiano è stato sempre riservato un ruolo di rilievo nelle conferenze e consultazioni internazionali preparatorie organizzate dalle municipalità di Pechino e Shanghai. Nell’ambito del “quadro di riferimento paese” e degli accordi bilaterali sono stati realizzati oltre 200 progetti per la protezione e conservazione delle risorse naturali, per la gestione integrata ed

efficiente delle risorse idriche, per la promozione dell’efficienza energetica nel settore delle costruzioni e in quello industriale, per la diffusione delle fonti rinnovabili nelle aree urbane e nelle zone rurali, per lo sviluppo e l’impiego delle tecnologie e dei sistemi di trasporto a basse emissioni, per la riduzione delle emissioni dei gas serra, per l’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose, per la diffusione di tecnologie e “buone pratiche” per l’agricoltura sostenibile, per la formazione in campo ambientale ed energetico delle classi dirigenti cinesi. Al fine di coinvolgere le imprese italiane e valorizzare le potenzialità delle nostre tecnologie, la partecipazione delle imprese italiane alla realizzazione dei programmi cofinanziati dal Ministero dell’ambiente è prevista come condizione dagli accordi bilaterali, e a questo fine le autorità cinesi hanno selezionato e selezionano – attraverso le procedure previste dalle leggi della Cina – le imprese italiane. Quelle che hanno scelto di condividere il programma e il metodo di lavoro del ministero, rischiando e investendo nella prospettiva dello sviluppo sostenibile della Cina, hanno consolidato negli anni la confidenza con il mercato cinese e la fiducia da parte delle autorità cinesi nella loro competenza e affidabilità. Queste imprese, incluse le società d’ingegneria che hanno accompagnato il programma del ministero nelle difficilissime condizioni dei primi anni di lavoro, rappresentano – anche per il continuo supporto

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dell’Istituto nazionale per il commercio estero (ICE) – un punto di riferimento per le iniziative imprenditoriali italiane nella Cina di oggi. Il valore complessivo dei progetti realizzati o in corso di realizzazione è pari a 338 milioni di euro. Il Ministero dell’ambiente ha co-finanziato i progetti con 176 milioni di euro, attraverso contributi diretti alle istituzioni cinesi e mediante i Trust Funds istituiti presso la Banca mondiale e i Fondi multilaterali. Al co-finanziamento hanno partecipato le istituzioni cinesi, le imprese italiane selezionate dalle autorità cinesi che hanno partecipato alla realizzazione dei progetti, le agenzie delle Nazioni Unite, la Global Environment Facility, la Banca mondiale e il Fondo multilaterale del Protocollo di Montreal per la protezione della fascia di ozono, con almeno 162 milioni di euro. In molti casi, i progetti della cooperazione bilaterale hanno costituito il “volano” per ulteriori progetti affidati dalle autorità cinesi alle impre-

se italiane e senza il cofinanziamento del Ministero dell’ambiente, in settori chiave della crescita sostenibile dell’economia cinese: secondo una stima prudenziale, la dimensione economica di questi progetti supera i 900 milioni di euro. Pertanto, in 10 anni, il cofinanziamento di 176 milioni di euro da parte del ministero ha “mosso” investimenti per oltre 1240 milioni di euro per lo sviluppo e la diffusione in Cina di tecnologie sostenibili e a basse emissioni. Un risultato straordinario, in termini di valori assoluti, ma una “briciola” rispetto alla dimensione degli investimenti necessari per lo sviluppo sostenibile della Cina e rispetto ai programmi che sono già avviati: l’esperienza fatta colloca l’Italia in pole position nella sfida tecnologica e industriale che la Cina ha deciso di accettare. Ma a una condizione: confermare nei prossimi anni l’impegno per il partenariato bilaterale e sostenere le ragioni della Cina per la cooperazione tecnologica e contro il “protezionismo ambientale”.


photoreport

Ma che caldo fa

fotografia di François Lenoir

Il ghiaccio della Groenlandia si sta sciogliendo a un ritmo sempre più veloce. Lo dice un recentissimo studio pubblicato da “Science” e realizzato con due diversi tipi di rilevazioni satellitari. Lo strato di ghiaccio ha perso 1500 gigatoni (miliardi di tonnellate) dal 2000 al 2008, che hanno contribuito all’innalzamento del livello del mare di 0,46 millimetri all’anno (0,75 tra il 2006 e il 2008). Se l’accelerazione continua a questa velocità, il livello del mare è destinato a crescere di 40 centimetri (o di “soli” 18 se lo scioglimento è moderato) entro la fine del secolo, per solo effetto dei ghiacci della Groenlandia (che contengono una quantità d’acqua sufficiente a causare una crescita globale del livello del mare di sette metri).


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La possibilità di un’isola: Samsø, Danimarca

di Søren Hermansen

Al 100% autosufficiente e sostenibile dal punto di vista energetico e a emissioni zero, in soli dieci anni. La storia della rivoluzione verde sull’isola di Samsø raccontata dal suo protagonista. Act locally, think... locally?

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©Cameron Davidson/Corbis


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Nel 1997 Samsø, un’isoletta danese, fu scelta per dimostrare che era possibile convertire una comunità all’energia 100% rinnovabile nell’arco di dieci anni. Il progetto doveva basarsi su una tecnologia esistente e collaudata, su programmi di sovvenzione, su leggi e regolamenti danesi e infine sulla partecipazione diffusa e sulla proprietà condivisa. Negli anni Settanta la Danimarca aveva risentito della crisi del greggio e aveva successivamente deciso di non ricorrere al nucleare. Aveva invece sperimentato e indagato le possibilità di combinare le centrali elettriche a carbone e a gas preesistenti alle energie rinnovabili, ad esempio l’eolica, la solare e le biomasse, e aveva optato per un sistema di impianti produttivi decentralizzati,

La possibilità di un’isola: Samsø, Danimarca

come ad esempio centrali che provvedevano all’energia elettrica e al riscaldamento, o inceneritori a energia eolica che sfruttavano il calore in eccesso per riscaldare le città vicine. La Danimarca incoraggiò la ricerca sulla tecnologia rinnovabile e sostenne i produttori e gli acquirenti di aerogeneratori e di sistemi di energia rinnovabile. Questo portò a un’impressionante innovazione nel campo dello sviluppo, un progresso che andava verificato in un test su scala naturale. La scelta ricadde su Samsø perché è una comunità indipendente di 4200 persone. È una municipalità autonoma ed è isolata dal resto della Danimarca; quindi è facile da monitorare e studiare, almeno per quanto riguarda i risultati della trasformazione energetica.

All’inizio i suoi abitanti erano più o meno all’oscuro della decisione presa. Il livello d’informazione era alquanto basso, perciò gli abitanti non pensavano che la cosa li toccasse da vicino. La creazione di una ONG locale, l’Energy Office, nel 1998, portò a un contatto più diretto con il pubblico. La presenza di quell’ufficio nato con l’unico scopo di informare e coinvolgere la popolazione locale contribuì non poco al progresso del progetto. La gente era sinceramente interessata ma aveva bisogno di qualcuno che organizzasse le diverse alternative. I cambiamenti sono sempre difficili in una comunità piuttosto conservatrice. La gente del luogo sembrava esitare per abitudine: “Intanto stiamo a vedere cosa succede”, oppure

“Non mi va di essere il primo”, pareva essere l’atteggiamento locale. Ma il progetto doveva seguire un ritmo più veloce se si voleva raggiungere l’obiettivo del 100% di energia rinnovabile in soli 10 anni. L’energia eolica era già ben nota in Danimarca e a Samsø. Nel paese c’erano i mulini a vento da più di 300 anni, e le prime turbine eoliche per la produzione di elettricità erano state costruite negli anni Trenta del secolo scorso. Perciò fu facile far capire che i moderni aerogeneratori erano utili al progetto energetico dell’isola. Restava da decidere chi dovesse esserne proprietario e dove installarli. L’Energy Office presentò un piano in base al quale si sarebbe creata una proprietà condivisa locale in cui po-

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tesse investire chiunque fosse interessato. Grazie a questa possibilità, per il pubblico fu molto più facile comprendere la comparsa dell’energia eolica. Possedere una quota di una cooperativa di aerogeneratori è decisivo per accettare quelle pale nel paesaggio. Se ne siete proprietari anche voi, il loro aspetto vi sembrerà molto più gradevole che non se appartengono a qualcuno estraneo alla comunità. Le questioni ambientali, come l’impatto sul paesaggio e sull’avifauna, furono analizzate e discusse con serietà tra i proprietari e non sorse alcun disaccordo. Si pensa che siano barriere create da chi di solito non accetta gli aerogeneratori. Oggi 450 abitanti sono i proprietari degli 11 aerogeneratori della capacità di 11 MW. Pro-

La possibilità di un’isola: Samsø, Danimarca

ducono il 100% dell’elettricità consumata sull’isola. Le biomasse, invece, sono una risorsa che consiste nei prodotti di “scarto” del settore agricolo e forestale. La paglia dei campi di frumento viene usata per il riscaldamento, così come i trucioli che restano dopo il taglio del legname. A Samsø il 60% delle case è oggi riscaldato dai cosiddetti “impianti distrettuali di riscaldamento”, che pompano acqua calda nelle abitazioni da una centrale che usa le biomasse come carburante. Samsø ha ridotto l’uso di carburanti fossili di oltre il 75%. Il restante 40% delle case usa una combinazione di energia termica solare per l’acqua calda e biomasse o pompe di calore per il riscaldamento e la ventilazione, e molte di queste case posseggono delle quote degli aerogeneratori.

I trasporti sono invece più difficili da “strappare” alle tecnologie esistenti. Sappiamo che esistono le automobili elettriche, ma in realtà non sono ancora sul mercato, accessibili al pubblico normale. Nel frattempo abbiamo installato 10 aerogeneratori in mare con una capacità di 23 MW, così da produrre la stessa quantità di energia che usiamo per i trasporti. Tutta questa produzione viene esportata sulla terraferma danese, e quindi contribuisce a ridurre le emissioni carboniche delle centrali elettriche a carbone. Questo significa che Samsø ha compensato più del 100% delle emissioni carboniche. Ogni abitante dell’isola infatti produce –3,7 tonnellate di CO2. La media danese è di +10 tonnellate di CO2 all’anno. Il segreto di questa fiaba sullo sviluppo

dell’energia verde è che la politica danese è stata molto progressista negli ultimi trent’anni. La Danimarca non si considera una nazione produttrice di energia. Noi dipendiamo dai combustibili che importiamo. Questo ha determinato un sistema di tassazione dell’energia che tiene sotto controllo il consumo di combustibili fossili; e il gettito fiscale proveniente dal consumo di combustibile fossile è destinato alla scienza e alla ricerca oltre che alle sovvenzioni per le tecnologie di energia rinnovabile. È questa la differenza con tante altre nazioni, in cui vige la politica di fornire ai consumatori energia molto economica, innalzando di fatto una barriera contro il finanziamento della tecnologia verde. Il progetto di Samsø dimostra che

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I Porti Verdi Enel

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un’alta tassazione dell’energia consente di frenare i consumi e di creare nuovi sistemi energetici che siano realizzabili quanto altre alternative. Quando si tratta di fare la scelta giusta, i costi hanno l’ultima parola nell’economia di una famiglia. Il progetto dimostra anche che una famiglia normale ha bisogno di un posto verso cui rivolgere le sue domande, dove trovare aiuto per i calcoli e i planning, e dove naturalmente ricevere informazioni importanti. Il mercato è inondato di prodotti aggressivamente commercializzati da aziende che vogliono guadagnare quote di mercato più che vendere prodotti verdi. Il progetto prova anche che la

gente è pronta a fare dei cambiamenti, ma che ha bisogno di garanzie politiche per i suoi investimenti, non solo per i quattro anni seguenti alle elezioni, ma per periodi di almeno dieci anni. I 4200 abitanti di Samsø hanno investito circa 60 milioni di euro in un arco di tempo di un decennio scarso! Sono un bel po’ di denaro pro capite, ma è stato finanziato dalle banche e verrà restituito in circa dieci anni! E allora Samsø sarà uno dei luoghi più verdi del Pianeta per quanto riguarda le emissioni di carbonio. Samsø Energia Akademiet: www.energiakademiet.dk

La mobilità incide per il 30% sull’effetto serra ed è una sfida di fondamentale importanza per trovare soluzioni ai cambiamenti climatici. In questo settore l’utilizzo di energia elettrica risulta particolarmente efficiente perché evita sia le emissioni locali di sostanze inquinanti sia quelle globali di CO2. E anche con l’attuale mix italiano di combustibili, che prevede un elevato ricorso a combustibili fossili come gas e petrolio, la mobilità elettrica assicura (oltre all’azzeramento pressoché totale delle emissioni locali di idrocarburi incombusti, NOx e polveri) l’abbattimento di una quota rilevante delle emissioni di CO2, grazie alla migliore efficienza energetica complessiva della filiera di produzione di energia elettrica in centrale rispetto alle altre opzioni disponibili di produzione locale di energia.

Fotografie ©Samsø Energia Akademiet

In ques’ottica, Enel lavora su due progetti: l’auto elettrica e i “Porti Verdi”. Il traffico marittimo – crociere, traghetti e trasporto merci – è sotto l’attenzione delle istituzioni internazionali per l’adozione di politiche di minimizzazione degli impatti ambientali per quanto riguarda le emissioni climalteranti e l’inquinamento (circa il 20% dell’inquinamento delle città portuali è causato dalle emissioni prodotte dalle navi in sosta, alimentate da generatori diesel). Enel, propone una soluzione: l’elettrificazione delle banchine portuali (o cold ironing), cioè l’alimentazione elettrica della nave durante la sosta in porto attraverso la connessione con il sistema da terra e lo spegnimento dei motori ausiliari di bordo. Questa tecnologia, che consente una riduzione del 30% delle emissioni di CO2 e di oltre il 95% di quelle di ossidi di azoto e polveri, ha già visto importanti precedenti nei porti dell’Europa del Nord (ad esempio in Svezia, a Göteborg) e degli Stati Uniti, e sta progressivamente coinvolgendo i più importanti scali portuali del mondo.

In tale ambito, per il porto di Civitavecchia Enel ha predisposto la progettazione esecutiva della prima banchina elettrificata del Mediterraneo, che sarà dedicata al traffico crocieristico e dotata di una potenza pari a 20 MW. Il progetto di Enel è però ancora più articolato e riguarda anche l’interno del porto: mobilità elettrica (sia per le merci che per le persone), installazione di impianti da fonti rinnovabili per la produzione di energia, illuminazione artistica e con led a basso consumo, interventi di efficienza energetica sui consumi del porto e offerta Energia PURA che garantisce la provenienza di energia da fonti rinnovabili. Con il Progetto Porti Verdi Enel ha dunque avviato il proprio percorso verso lo scalo portuale del futuro, un porto a zero emissioni in grado di minimizzare l’impatto ambientale in tutta la filiera logistica, valorizzare al meglio le risorse naturali disponibili e fornire un contributo sempre maggiore agli obiettivi internazionali di contenimento delle emissioni climalteranti e inquinanti.


Intervista a Fatih Birol

La fine dell’era del petrolio

di Pino Buongiorno fotografie di Paul Taylor / Corbis

E l’inizio di quella dell’elettricità. Intervista a Fatih Birol, capo degli economisti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE). «Spero che ci sarà sempre petrolio sotto la terra e che noi però non ne avremo bisogno». 041

Il 2010 sarà un anno rivoluzionario. «Segnerà l’inizio di una nuova era, quella dell’elettricità, che prenderà il posto dell’età del petrolio». Nel suo ufficio parigino, a due passi dalla Tour Eiffel, Fatih Birol, nato 51 anni fa ad Ankara, capo degli economisti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), non sembra avere dubbi. «Soprattutto se dalla conferenza di Copenhagen sul cambiamento climatico arriverà, come spero, un segnale forte», precisa. «È un momento assai favorevole anche a causa della crisi finanziaria e al cambiamento del panorama politico mondiale». Birol non è un guru né un visionario. Parla da illustre economista ed esperto affermato solo in base ai numeri: ecco perché viene consultato da tutti i governi. Lo chiamano “Mister Energia”. Prima di approdare nel 1995 all’AIE, una costola dell’OCSE, l’organizzazione che raggruppa 30 paesi occidentali, ha lavorato per sei anni nella segreteria dell’OPEC, a Vienna. Come dire che conosce assai bene sia il mondo dei fossili sia quello delle nuove tecnologie.

“Rivoluzione” non è una parola fin troppo abusata? Le spiego perché uso questo termine. Per affrontare i due principali problemi che abbiamo oggi di fronte, la sicurezza energetica e il cambiamento del clima, occorre davvero fare una grande rivoluzione sia nel modo in cui produciamo energia sia in quello in cui la usiamo. La crisi finanziaria ed economica ha favorito o rallentato la svolta epocale di cui parla? Ha prodotto due effetti: uno positivo e uno negativo. L’effetto positivo per quanto riguarda il cambiamento climatico è stato che, mentre negli ultimi 15 anni le emissioni di CO2 sono aumentate ogni anno in media del 3%, nel 2009 ci aspettiamo che diminuiscano del 3%. Questa è una grande finestra di opportunità. E il lato negativo? Molti investimenti che erano stati decisi sono stati posposti, come diverse centrali nucleari, che costano in media cin-

que miliardi di euro. Ma, ripeto, se a Copenhagen ci sarà un segnale forte diretto agli investitori, e cioè che se continuano a costruire ancora impianti convenzionali alimentati a carbone saranno puniti a causa delle nuove regole sul clima, allora si può ritenere che torneranno a riconsiderare le loro scelte. Dunque aspettiamo quello che succederà in Danimarca. Lei personalmente cosa prevede? Spero che esca fuori un’intelaiatura politica generale, cioè un accordo di massima di tutti i paesi che sarà poi circostanziato più tardi. In breve, mi attendo che i paesi occidentali fissino un obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2020, e anche oltre, e che i paesi in via di sviluppo, come Cina, India e Brasile, prendano impegni precisi, sulla base delle loro politiche nazionali, sulle emissioni complessive di CO2. Se si coniuga tutto questo come obiettivo generale, allora posso dirmi fin da ora ottimista.


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La fine dell’era del petrolio

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Cosa è cambiato nei governi di tutto il mondo negli ultimi anni, anche sotto la pressione dell’opinione pubblica? Essenzialmente due cose hanno mutato radicalmente la psicologia dei governanti: una è stata il prezzo del petrolio a 147 dollari. L’altra l’11 settembre. L’elezione di Barack Obama non è il terzo fattore? La nuova amministrazione americana ha un ruolo davvero speciale dal momento che ha definito la questione del cambiamento climatico come la più importante nell’agenda della nostra epoca. Ora però deve mantenere fede alle promesse fatte in campagna elettorale. Penso che anche molti paesi europei e il Giappone stanno creando il terreno fertile per la rivoluzione. Ma, per essere onesti, non bisogna nemmeno dimenticare la Cina, che si sta ponendo in prima linea nella lotta contro il cambiamento climatico. Secondo le

nostre stime, la Cina taglierà le emissioni nel 2020 di un gigatone [un miliardo di tonnellate] di CO2, vale a dire il 25% di quello che il mondo intero deve ridurre per lanciarsi sul percorso virtuoso della rivoluzione. Perché Pechino ha deciso di fare questo importante passo? È una situazione assai vantaggiosa per i cinesi, che possono contemporaneamente ridurre l’inquinamento e diventare meno dipendenti dal petrolio acquistato all’estero. La Cina sarà dunque l’attore principale del summit di Copenhagen? Per la verità, i protagonisti saranno due: Cina e Stati Uniti. Sono i due principali produttori mondiali di anidride carbonica e insieme totalizzano il 40% delle emissioni globali. Senza di loro non c’è alcuna possibilità di arrivare a un accordo sensato.

Il presidente Barack Obama forse ha bisogno ancora di un po’ di tempo per consentire al Congresso di approvare la nuova legislazione. Lui ha bisogno di tempo, ma noi nel resto del mondo non ne abbiamo troppo a disposizione. Secondo le nostre indagini, se a Copenhagen non avremo un accordo, il costo dei progetti fino al 2050, così come sono stati approvati a luglio nel G8 dell’Aquila, aumenterà di 500 miliardi di dollari ogni anno per ritardo o per non azione. Come giudica il comportamento dell’Unione Europea che, almeno in questo settore, si è posta alla testa degli altri continenti? È certamente in prima linea, il che è una buona cosa, ma penso anche che l’UE dovrebbe essere prudente se non vuol fare la fine di Don Chisciotte. Voglio dire che l’Unione Europea ha bisogno di partner.

«Mi attendo che i paesi occidentali fissino un obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2020, e anche oltre, e che i paesi in via di sviluppo, come Cina, India e Brasile, prendano impegni precisi, sulla base delle loro politiche nazionali, sulle emissioni complessive di CO2»


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La fine dell’era del petrolio

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«Il mio motto è che dobbiamo abbandonare il petrolio prima che il petrolio abbandoni noi»

Ha senso parlare di business verde o è solo una moda? Certo che esiste. Altrimenti perché Stati Uniti e Cina sono lì a spingere il bottone della rivoluzione? Non lo fanno mica per ragioni etiche. Vogliono guadagnarci, vogliono essere i primi nella corsa alle nuove tecnologie. Faccio un esempio: secondo le nostre analisi, un elemento chiave della rivoluzione sarà il trasporto. Oggi solo il 2% delle auto vendute nel mondo sono di tipo avanzato, ibride, ecc. Per arrivare nel 2030 a un aumento della temperatura che non superi i due gradi rispetto ai livelli pre-industriali, il 60% delle auto dovranno essere elettriche. E se guardiamo quello che sta accadendo in Cina ci accorgiamo che lì si stanno investendo un sacco di soldi in questo tipo di vetture.

Obama parla anche dell’opportunità di quattro milioni di nuovi posti di lavoro. Ci crede? Indubbiamente il business verde crea lavoro. Chi sarà il primo in queste tecnologie (solare, eolico, nucleare e via dicendo) avrà non solo know-how per fare la differenza, ma potrà ridurre i costi di produzione. In questo modo avrà il vantaggio competitivo rispetto agli altri paesi. Io sostengo da tempo che anche le aziende che vorranno essere leader dovranno aumentare i loro sforzi e le loro quote di mercato nelle tecnologie pulite. L’era del petrolio è davvero finita? Non è ancora finita, ma finirà presto. Dal momento che oggi tutto è basato sul petrolio dobbiamo prepararci ad affrontare quel giorno e per questo dobbiamo

cominciare a lavorare oggi. La tecnologia automobilistica deve cambiare e, se abbiamo bisogno di auto elettriche, ci devono essere molti impianti elettrici da costruire. Dovremo cambiare le infrastrutture. Anzi, oggi è già tardi. Si stanno ancora esplorando nuovi giacimenti petroliferi? Basta un dato: la nostra agenzia ha registrato nel 2009 un declino degli investimenti nei campi petroliferi pari a più di 90 miliardi di dollari. È una diminuzione ragguardevole. Dov’è avvenuto? Negli Stati Uniti principalmente, ma anche in Russia e in Africa. Se l’economia si riprenderà e di conseguenza la richiesta di petrolio sarà forte soprattutto da parte di paesi come la Cina, questo por-

terà a prezzi di petrolio assai alti. Non è una bella notizia per l’economia mondiale, che è ancora molto fragile. Qual è la sua stima sul prezzo del barile l’anno prossimo? Per statuto, non facciamo previsioni, ma posso dirle che se ci sarà una ripresa sostenuta vedremo prezzi più alti rispetto a quelli attuali. E se la ripresa sarà lenta? 50-60 dollari se ci sarà una nuova ricaduta dell’economia. Ma, detto questo, i 20 dollari al barile di 10-15 anni fa sono storia. L’era del petrolio a basso costo è finita. Il mio motto è che dobbiamo abbandonare il petrolio prima che il petrolio abbandoni noi. Non dovremmo aspettare a usare l’ultima goccia di greggio e poi cambiare.


INIZIAMO A CAMBIARE, IL FUTURO CI SEGUIRÀ.

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Quando succederà? Nel 2030, nel 2040? Dipende da noi. Spero che ci sarà sempre petrolio sotto la terra e che noi però non ne avremo bisogno. Prendiamo l’Italia. Qual è, a suo parere, il giusto mix energetico per un paese industrializzato? Tenterei di aumentare la quota di energie rinnovabili e accelererei i progetti sul nucleare, mentre ridurrei la quota legata ai fossili. L’Italia è oggi troppo dipendente dai prodotti petroliferi e ha bisogno di diversificare il più possibile le fonti di approvvigionamento del gas.

Oltre al cambiamento climatico l’altra grande questione è quella della sicurezza energetica. Sono in molti a paventare nuove guerre. La mia principale preoccupazione è che l’energia e la geopolitica si stanno intersecando sempre di più. L’energia dovrebbe essere un business e basta. Invece se guardiamo al futuro ci accorgiamo che la situazione è destinata addirittura a peggiorare. Ecco perché – ripeto – per tutti i paesi, a cominciare dall’Italia, è importante diversificare le fonti di energia da usare e anche i paesi di provenienza del petrolio e del gas.

IL PIÙ GRANDE PROGETTO MONDIALE DI MOBILITÀ ELETTRICA È GIÀ UNA REALTÀ. Quello che vedete è lo schema della mobilità elettrica. Un grande progetto, che con la diffusione dei punti di ricarica per le auto elettriche, renderà le nostre città sempre più pulite. Un segno tangibile di cambiamento per il futuro dell’ambiente e dell’uomo. Ma non ci fermiamo qui, continuiamo a investire in ricerca, tecnologia e grandi progetti di efficienza energetica. Come le Smart Grids, reti intelligenti che permettono a tutti di scambiarsi energia, aumentando l’efficienza e favorendo la diffusione dell’energia da fonti rinnovabili. Perché innovare è già cambiare. COPENHAGEN 7-18 DICEMBRE 2009 La Street painting è un’arte che deve trovare espressione attraverso l’utilizzo di speciali materiali e sulle superfici dedicate, altrimenti costituisce un atto di vandalismo.

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Riscaldamento globale: il momento della responsabilità

di Richard A. Muller

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Tra scienza e attualità, tra fisica e politica: è il “riepilogo presidenziale” di Richard Muller su come affrontare la sfida del riscaldamento globale. Fisica per i presidenti del futuro, ma anche per i cittadini del XXI secolo.

Una volta che sarete presidenti, potrete trovarvi ad affrontare la guerra, il terrorismo, la scarsità di petrolio e una quantità di altre insidie che minacciano la sicurezza nazionale, ma dal punto di vista fisico la questione più complicata sarà probabilmente il riscaldamento globale. Non avrete purtroppo una sufficiente padronanza della complessa scienza atmosferica, né dei pericoli dell’anidride carbonica e degli oscuri ma potenzialmente pericolosi effetti di retroazione positiva. Quasi nessuno ce l’ha. Io ho potuto appena sfiorare l’argomento, tralasciandone una gran parte. Che cosa deve fare un presidente? Le esagerazioni che provengono da entrambi gli schieramenti non aiutano certo a risolvere il problema. Alcuni sostengono che il riscaldamento sarà un bene, perché migliorerà i raccolti e terrà al riparo dal gelo. Altri prospettano l’immagine di Manhattan e della Florida sommerse dall’acqua e suggeriscono che, se non interveniamo, innumerevoli città faranno la fine di New Orleans. Le iperboli imperversano e certo non vi rendono il compito più facile. Cerchiamo di riassumere ciò che sappiamo e ciò che non sappiamo. Gli esseri umani hanno causato un aumento pari a circa il 36% dell’anidride carbonica presente nell’atmosfera, soprattutto in quest’ultimo secolo. Presto, forse durante la vostra stessa presidenza, l’aumento potrebbe superare il 100%; l’anidride carbonica raddoppierà probabilmente il suo livello storico, mai superato in 20 milioni di anni. Immensi e complessi modelli climatici sono al lavoro per cercare di capire 1


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Riscaldamento globale: il momento della responsabilità

Disgelo della piattaforma di ghiaccio Larsen B © NASA – digital version copyright/Science Faction/Corbis 2 Tra febbraio e marzo 2002 la sezione nord della piattaforma di ghiaccio Larsen B si è completamente separata dal continente. © NASA – digital version copyright/Science Faction/Corbis 1

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le possibili conseguenze di questo fenomeno per la biosfera. Sono programmi ancora rozzi e inadeguati, e come tali facilmente criticabili. Nei prossimi decenni è previsto un rialzo delle temperature di 2-6°C. Un evento del genere potrebbe rivelarsi devastante non solo per il cambiamento della temperatura in sé, ma anche per le altre trasformazioni climatiche associate al fenomeno. Forse aumenteranno gli uragani, forse no. Forse cambieranno gli andamenti delle precipitazioni, forse no. Forse gran parte dei ghiacciai del Polo Nord si scioglierà, forse no. Sembra molto probabile che aumenti l’acidità delle superfici oceaniche; questo cambiamento sarà forse disastroso per la vita dell’oceano, o forse no. Il rischio, esagerando le nostre certezze, è che potremmo effettivamente avere un periodo freddo entro pochi anni. Il 1998 è stato l’anno più caldo, dopodiché il termometro non è più salito nel decennio successivo; anche nei prossimi cinque anni la temperatura potrebbe mantenersi bassa. Il clima ha una grande componente di casualità e variabilità e, se nel breve termine il riscaldamento dovesse rimanere stabile, gli allarmisti potrebbero perdere i loro accoliti. Ma, anche in questo

caso, il pericolo rimane. L’attuale incremento del 36% nel livello di anidride carbonica ha effetti appena percepibili (nonostante l’enfasi degli allarmisti), ma non appena supererà il 100% le conseguenze saranno più evidenti. Il vero pericolo, nel gridare che il cielo sta per cadere, è che se non cade subito l’interesse della gente finisce per scemare. Tutti i presidenti devono muoversi nell’incertezza. È ciò che rende questo mestiere così difficile. Non potete permettervi di essere ottimisti; le controindicazioni potrebbero essere terribili. Ma nemmeno troppo pessimisti; affrontare il problema dell’anidride carbonica può avere costi immensi. Badate: se siamo così preoccupati, non è per le terribili conseguenze prospettate dai complessi modelli matematici di evoluzione climatica. È perché i semplici calcoli fisici dell’effetto serra mostrano che stiamo entrando in un regime d’incertezza climatica senza precedenti, dove le conseguenze delle emissioni provocate dall’uomo possono essere devastanti. Un presidente oserebbe assumersi il rischio d’ignorare queste preoccupazioni?

I passi da fare sono in parte ovvi. Il risparmio energetico può essere confortevole e far davvero risparmiare denaro. Può favorire anche altre sfere d’interesse nazionale, come l’indipendenza energetica. Questo aspetto è stato finora trascurato dal governo, eppure merita un’attenzione centrale. Infine, il vero problema sono le nazioni in via di sviluppo. Congelare le emissioni di anidride carbonica negli Stati Uniti – o addirittura portarle sotto i livelli del 1990 – non farebbe che ritardare i loro effetti di qualche anno. L’economia cinese e quella indiana, in crescente espansione, prenderanno rapidamente il posto di quella statunitense. Se affronterete la questione del riscaldamento globale solo con misure tranquillizzanti (incoraggiando lo sfruttamento dell’energia solare, ad esempio, che è piuttosto dispendiosa) vorrà dire che state evitando il problema ed eludete la vostra responsabilità di presidenti. Che cosa potete fare? Se io fossi presidente (cosa che per fortuna non accadrà), finanzierei dei solidi programmi di efficienza e risparmio energetico. Migliorerei in maniera sostanziale i consu-


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mi delle automobili innalzando i parametri stabiliti a livello governativo dal CAFE (Corporate Average Fuel Economy). Sosterrei le tecnologie volte a ottenere carbone pulito, in particolare i sistemi di cattura e confinamento dell’anidride carbonica. Incoraggerei lo sviluppo dell’energia nucleare, soprattutto delle centrali a fissione (la fusione mi pare ancora troppo lontana nel tempo). Cercherei di convincere l’opinione pubblica che lo stoccaggio delle scorie nucleari è un problema risolto e mi assicurerei che il sito dello Yucca Mountain venga approvato al più presto. Farei in modo che la Cina e l’India ottengano crediti di carbonio sufficienti a costruire nuove centrali a carbone IGCC e nuovi impianti nucleari. Incoraggerei il solare e l’eolico. Cancellerei i sussidi all’etanolo da mais e punterei soprattutto sui biocarburanti derivati da piante erbacee tipo il panico verga, il miscanto e altre colture più efficienti. Incoraggerei lo sviluppo dell’illuminazione efficiente, privilegiando le lampade fluorescenti e i diodi fotoemittenti. L’isolamento termico è la forma di riscaldamen-

to migliore; i tetti freddi (non necessariamente bianchi) permettono di risparmiare l’energia dei condizionatori e sono spesso un’ottima alternativa ai pannelli solari. Baderei a concentrare la mia attenzione su tecnologie che anche le nazioni meno evolute possono permettersi. La buona notizia è che in questo momento stiamo sprecando grandi quantità di energia, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Il risparmio energetico è l’investimento più importante. Dopotutto, il modo meno costoso per rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera è non immetterne più. Stoccare quella che c’è e tenere sottoterra il carbone, il petrolio e il gas. Avete davanti a voi il più difficile dei compiti. La responsabilità è tutta sulle vostre spalle. Avete fatto il primo passo imparando un po’ di fisica. Continuate così. Buona fortuna. Questo articolo è tratto da Fisica per i presidenti del futuro (Codice Edizioni, 2009). © 2008 by Richard A. Muller. Pubblicato per gentile concessione dell’Agenzia letteraria Roberto Santachiara.

Quello che vedete è lo schema di funzionamento delle Smart Grids: reti intelligenti che, come internet per le informazioni, permetteranno a tutti di interagire e di scambiarsi l’energia, aumentando l’efficienza e favorendo la diffusione delle fonti rinnovabili. Un segno tangibile di cambiamento per il futuro dell’ambiente e dell’uomo. Ma non ci fermiamo qui, continuiamo a investire in ricerca, tecnologia e grandi progetti di efficienza energetica. Come il contatore elettronico, che Enel per prima ha introdotto, e che già oggi permette di tenere sotto controllo e gestire in modo intelligente i consumi, rendendo disponibili offerte sempre più innovative per i clienti. Perché innovare è già cambiare. COPENHAGEN 7-18 DICEMBRE 2009 I graffiti possono essere un’opera d’arte se fatti sulle superfici dedicate, altrimenti costituiscono un atto di vandalismo.

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La rinascita del nucleare

di Patrick Moore

«Una combinazione di energia nucleare, geotermica, idroelettrica e da biomasse è un mezzo sicuro ed eco-compatibile per soddisfare il crescente bisogno di energia del pianeta»

All’inizio degli anni Settanta, il desiderio di salvare l’ambiente mi spinse a partecipare al primo viaggio di Greenpeace lungo la spettacolare costa rocciosa del nord-ovest per protestare contro i test sulla bomba a idrogeno nelle Isole Aleutine dell’Alaska. All’epoca, quando contribuii alla fondazione di Greenpeace, pensavo che l’energia nucleare fosse sinonimo di “olocausto nucleare”, idea peraltro condivisa dalla maggioranza dei miei compatrioti. A distanza di quasi quarant’anni, ho cambiato le mie opinioni, e anche il resto del movimento ecologista farebbe bene a rivedere le sue, perché l’energia nucleare è l’unica fonte energetica a non emettere gas serra che possa sostituirsi con efficacia ai combustibili fossili e soddisfare la

crescente richiesta d’energia del pianeta. Analizziamo il più grande produttore di gas serra: il carbone. Sebbene fornisca elettricità a buon mercato, il consumo mondiale di carbone crea circa nove miliardi di tonnellate di CO2 all’anno, per lo più per la produzione di energia. Le centrali a carbone provocano la pioggia acida, lo smog, le malattie respiratorie, la contaminazione al mercurio e sono le maggiori responsabili delle emissioni di gas serra. Di converso, 439 centrali nucleari che operano globalmente impediscono ogni anno il rilascio di circa tre miliardi di tonnellate di emissioni di CO2: l’equivalente del gas di scarico di più di 428 milioni di automobili, oltre la metà delle auto oggi presenti nel mondo.


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La rinascita del nucleare

1 — 2 Centrale nucleare di Cattenom, Lorena, Francia.

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Per ridurre in modo sostanziale la nostra dipendenza dal carbone, dobbiamo cooperare per sviluppare un’infrastruttura nucleare globale. L’energia nucleare è pulita, economicamente conveniente, affidabile e sicura. Non sono il solo tra i teorici e gli attivisti dell’ambiente ormai anzianotti ad aver cambiato idea al riguardo. James Lovelock, il padre della teoria di Gaia e il più insigne scienziato dell’atmosfera, ritiene che l’energia nucleare sia l’unico modo di evitare un pericoloso cambiamento climatico. Per Stewart Brand, fondatore del Whole Earth Catalogue e teorico dell’ecologia olistica, il movimento ambientalista deve accettare l’energia nucleare se si vuole ridurre la dipendenza dai carburanti fossili. Il compianto vescovo Hugh Montefiore, fondatore e direttore della costola britannica di Friends of the Earth, fu costretto a dimettersi quando firmò un articolo a favore del nucleare in una newsletter ai fedeli. Qualche mese fa Stephen Tindale, l’ex direttore esecutivo di Greenpeace UK, si è schierato a favore dell’energia nucleare. Queste opinioni si sono attirate scomuniche degne dell’Inquisizione da parte dei sacerdoti dell’antinucleare. Spesso la Germania viene spacciata dai gruppi antinucleare come un esempio da seguire per la

sua attenzione all’energia rinnovabile – in particolare quella eolica e solare – e, cosa forse più importante, perché la sua precedente amministrazione aveva sostenuto il progressivo abbandono dell’energia nucleare. Tuttavia, secondo uno studio recente del Rheinisch-Westfalisches Institut di Essen, gli investimenti tedeschi nell’energia rinnovabile non hanno dato i risultati sperati. Le energie rinnovabili producono tuttora una piccola percentuale dell’elettricità del paese. Per esempio, nel 2008 l’energia solare è stata responsabile di appena lo 0,6% della produzione elettrica nazionale totale, nonostante l’immane sussidio di 12,4 miliardi di dollari. E con 10,2 tonnellate di CO2 pro capite, le emissioni di carbonio tedesche sono sostanzialmente più alte di altri paesi europei – nonostante i miliardi investiti in rinnovabili. La Francia e la Svezia sono tra i più bassi produttori di emissioni carboniche tra i paesi industrializzati, perché hanno fatto degli importanti investimenti nell’energia nucleare, che in Francia fornisce l’80% dell’elettricità e in Svezia il 50%. In Germania la nuova coalizione al governo si sta allontanando dall’abbandono graduale dell’energia nucleare, e ammette che, senza di essa, il paese dovrebbe

costruire altre centrali alimentate a carbone e a gas, continuando nel frattempo a importare elettricità dalla Francia – elettricità prodotta dall’energia nucleare. Eppure l’energia rinnovabile ha innegabilmente un posto importante tra i diversi tipi di energia. Se quella solare è troppo cara e inefficiente, sono fortemente favorevole all’uso dell’energia idroelettrica, geotermica e da biomasse. Tuttavia è assolutamente irrealistico suggerire, come fanno molti ambientalisti, che le rinnovabili e la conservazione dell’energia possano da sole soddisfare i crescenti bisogni del Pianeta. Dopo aver riconosciuto questa realtà, molti paesi di varie parti del mondo, compresa l’Italia, si stanno spostando a favore del nucleare. Per ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili e dall’energia importata, il governo italiano ha recentemente annunciato che comincerà la costruzione di nuove centrali nucleari; l’obiettivo è che nel 2030 il nucleare possa fornire il 25% del fabbisogno energetico del paese. Questo non significa che non vi siano dei problemi reali – oltre che dei miti – associati all’energia nucleare. Ogni dubbio merita un’attenta analisi.

Dubbio: l’energia nucleare è costosa. Realtà: l’energia nucleare è di fatto una delle fon-

ti energetiche meno care. Uno studio comparativo indipendente pubblicato nel gennaio 2008 dal Brattle Group per lo stato del Connecticut ha stimato che l’energia nucleare (a 4038 dollari per kilowatt) forse ha il costo capitale più alto di tutti, ma produce l’elettricità più economica, fatta eccezione per il ciclo combinato di gas naturale senza controlli sulle emissioni di carbonio. Dubbio: le centrali nucleari non sono sicure. Realtà: l’incidente di Chernobyl è stato l’unico ca-

so di ferite o decessi tra il pubblico a causa di un reattore nucleare a scopo civile. E fu un incidente annunciato. Quel vecchio modello di reattore sovietico non aveva vasche di contenimento: si trattava di un sistema intrinsecamente cattivo e i suoi operatori lo fecero esplodere, letteralmente. Nel 2006, il Chernobyl Forum, la multi-agenzia delle Nazioni Unite, ha riferito che solo 56 decessi possono essere direttamente attribuiti all’incidente, soprattutto a causa delle radiazioni o delle ustioni subite nel tentativo di spegnere l’incendio. Per quanto tragiche, quelle morti sbiadiscono in confronto agli oltre 5000 decessi dovuti agli incidenti nelle miniere di carbone che


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si verificano ogni anno nel mondo, oppure all’1,2 milioni di persone che ogni 12 mesi muoiono in incidenti d’auto. L’energia nucleare è una delle tecnologie più sicure che abbiamo inventato. Dubbio: le scorie nucleari saranno pericolose per

migliaia di anni. Realtà: dopo quarant’anni, il combustibile usato

ha meno di un millesimo della radioattività che possiede quando viene rimosso dal reattore. Ed è sbagliato parlare di scorie, perché il 95% dell’energia potenziale continua a restare nel combustibile usato dopo il primo ciclo. Oggi è possibile usare quell’energia e ridurre enormemente la quantità di scorie che necessitano di esser trattate e smaltite. Di recente il Giappone si è aggiunto alla Francia, alla Gran Bretagna e alla Russia nel business del riciclo del combustibile nucleare. Dubbio: i reattori nucleari sono vulnerabili agli attacchi terroristici. Realtà: la vasca di contenimento, fatta di cemento armato spesso quasi due metri, protegge i contenuti dall’ambiente esterno così come da quello interno. Anche se un aereo di linea si schiantasse contro un reattore e facesse una breccia nella vasca di contenimento, il reattore non esploderebbe. Ci sono vari tipi di strutture che sono assai più vulnerabili, tra cui le centrali di gas naturale, le centrali chimiche e molti target politici.

Piscina di Krafla, Islanda

Dubbio: il combustibile nucleare può essere segretamente usato per produrre armi atomiche. Realtà: il fatto che la tecnologia nucleare possa essere usata per scopi nocivi non è un argomento sufficiente a vietarne l’uso. Inoltre, le armi nucleari non sono più indissolubilmente legate alle centrali nucleari. La tecnologia a centrifuga permette oggi praticamente a qualunque nazione di arricchire l’uranio senza dover costruire una centrale nucleare.

INIZIAMO A CAMBIARE, IL FUTURO CI SEGUIRÀ.

Una combinazione di energia nucleare, geotermica, idroelettrica e da biomasse è un mezzo sicuro ed eco-compatibile per soddisfare il crescente bisogno di energia del pianeta. Grazie allo scambio delle informazioni, un numero sempre maggiore di consumatori, ambientalisti, accademici, organizzazioni del lavoro, gruppi di interesse, leader di comunità e governi ha oggi compreso i benefici dell’energia nucleare. L’energia nucleare è una delle più importanti tecnologie a sostegno dell’energia sicura, pulita, affidabile e baseload, e sarà fondamentale per raggiungere la sicurezza energetica globale. Ora che il summit di Copenhagen è alle porte e il cambiamento del clima è in cima all’agenda internazionale, dobbiamo tutti fare la nostra parte per incoraggiare la rinascita dell’energia nucleare.

Quello che vedete disegnato sulla maglietta è lo schema di una centrale nucleare di ultima generazione. Una fonte di energia fondamentale per raggiungere quel mix di risorse che permette a un Paese di avere energia disponibile, competitiva e pulita. Con il nucleare e le fonti rinnovabili, infatti, produrremo energia senza CO2 in grandi quantità e in modo continuo, per potere utilizzare meglio l’energia senza modificare le nostre abitudini. Inoltre, continuiamo a investire in ricerca, tecnologia e grandi progetti per soddisfare il bisogno crescente di energia ad emissioni zero. Come l’impianto di cattura della CO2 che stiamo costruendo a Brindisi o la prima grande centrale a idrogeno d’Europa. Perché innovare è già cambiare. COPENHAGEN 7-18 DICEMBRE 2009

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Obiettivo zero emissioni

di Livio Vido

Per soddisfare il crescente fabbisogno di energia non possiamo fare a meno delle fonti fossili. E le moderne tecnologie della CCS – Carbon Capture and Storage – stanno lavorando per realizzare centrali termoelettriche senza camini e senza emissioni.

L’International Energy Agency (IEA) stima che la domanda mondiale di energia primaria crescerà del 40% nel periodo 2007-2030. A questo corrisponderà un significativo aumento della domanda di energia elettrica con un tasso di crescita annuo del 2,5%. Lo scenario energetico internazionale nel 2030 sarà caratterizzato da 4800 nuovi Gigawatt di potenza installata (quasi cinque volte l’attuale capacità delle centrali degli interi USA) e, nonostante un importante sviluppo delle rinnovabili, da un peso crescente delle fonti fossili con il carbone che crescerà fino a coprire il 44% del mix totale nel 2030. Se le politiche non cambieranno, tutto questo si tradurrà in un preoccupante aumento delle emissioni di anidride carbonica (CO2), che cresceranno da 28,8 miliardi di tonnellate nel 2007 a 34,5 miliardi nel 2020 (+20%), fino a 40,2 miliardi nel 2030 (+40% rispetto al 2007, +17% rispetto al 2020). La soluzione per evitare che uno scenario simile produca impatti non reversibili sull’ambiente è

investire ingenti risorse per promuovere l’innovazione tecnologica e la diffusione delle tecnologie low-carbon in campo energetico, negli altri settori industriali e nei trasporti. Relativamente alla produzione di energia elettrica, le principali risposte sono rappresentate dalle fonti rinnovabili, dal nucleare e dalle tecnologie in grado di ridurre o azzerare le emissioni di CO2 prodotte dalle centrali, note con il nome di “cattura e sequestro della CO2” (CCS – Carbon Capture and Storage). Secondo l’IEA, la CCS contribuirà a ridurre le emissioni di CO2 delle centrali termoelettriche fino a circa tre miliardi di tonnellate all’anno, ma il limitato grado di maturità di queste tecnologie ne ostacola la diffusione in larga scala. Per questo Enel ha lanciato un programma ambizioso per promuoverne lo sviluppo a livello industriale. I nostri progetti di ricerca coprono tuttele strade possibili per catturare la CO2 dalle ciminiere delle nostre centrali.


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Obiettivo zero emissioni

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Cattura post-combustione. La CO2 è rimossa dai fumi delle centrali attraverso un processo di assorbimento chimico. Questo filone sembra essere il più promettente sia per il grado di maturità tecnologica già raggiunta, sia per la possibilità di applicazione alle centrali esistenti. Stiamo già realizzando un impianto pilota nella centrale a carbone di Brindisi che, dal 2010, consentirà di testare la tecnologia su una scala significativa. L’impianto catturerà circa 15.000 tonnellate di CO2 all’anno e contribuirà allo sviluppo di un progetto in piena scala presso la nuova centrale a carbone che sarà realizzata a Porto Tolle (Rovigo). Questo secondo impianto avrà una capacità di cattura di circa un milione di tonnellate di CO2 all’anno e sarà supportato, con un finanziamento di circa 100 milioni di euro, dall’Unione Europea nell’ambito del programma European Economic Plan for Recovery. Combustione in ossigeno ad alta pressione. Il carbone è bruciato ad alta pressione utilizzando ossigeno al posto dell’aria; i fumi prodotti dalla combustione sono costituiti da CO2 e vapor d’acqua e grazie a un semplice processo di condensazione è possibile catturare la CO2. Il processo garantisce un’elevata efficienza (circa 35%), ma l’esigenza di modificare radicalmente il processo di combustione non lo rende adatto per il retrofit di impianti esistenti. Si tratta dunque di una soluzione di medio-lungo termine.

Cattura pre-combustione. Il carbone è pre-trattato e convertito in una miscela di CO2 e idrogeno (processo di gassificazione del carbone). La CO2 viene rimossa dalla miscela e l’idrogeno viene utilizzato per produrre energia elettrica. Le tecniche di gassificazione del carbone sono già disponibili, anche se necessitano di ulteriori sviluppi per garantirne l’affidabilità. Non è invece ancora disponibile una tecnologia che consenta di usare l’idrogeno come combustibile, limitando le emissioni di ossidi di azoto. Enel, per prima al mondo, collaborando con General Electric è riuscita a sviluppare un bruciatore per turbogas in grado di utilizzare idrogeno puro come combustibile, contenendo notevolmente le emissioni di ossidi di azoto. Il bruciatore è già stato applicato su un impianto in piena scala nella centrale a carbone di Fusina (Venezia). Sequestro. La CO2, una volta catturata, è trasportata attraverso appositi gasdotti fino ai depositi di stoccaggio geologico. Ne esistono tre diversi tipi: le miniere di carbone esaurite (che hanno capacità di stoccaggio limitate, ma consentono di recuperare il metano spiazzato dall’iniezione di CO2), gli acquiferi salini profondi (che hanno notevoli capacità di stoccaggio e al loro interno la CO2 viene trasformata grazie a un processo di mineralizzazione) e i giacimenti esauriti di gas o petrolio (la CO2 può essere usata anche per recuperare le quantità residue di combustibile presenti).

Civitavecchia, centrale termoelettrica Torrevaldaliga Nord. Alfredo D’Amato/ 7 Minutes © Enel S.p.A.

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2 Civitavecchia, centrale termoelettrica Torrevaldaliga Nord. Roberta Krasnig/ 7 Minutes © Enel S.p.A.


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Enel, in collaborazione con Eni, sta sviluppando il primo progetto integrato italiano di cattura e sequestro della CO2. L’anidride carbonica prodotta con l’impianto pilota di Brindisi verrà iniettata in uno dei pozzi di stoccaggio gas di Eni. Enel realizzerà inoltre una pipeline pilota che sarà utilizzata per testare le modalità di trasporto della CO2 e sviluppare competenze in vista dell’impianto in piena scala di Porto Tolle. Le tecnologie CCS sono tuttavia ancora caratterizzate da costi molto elevati che derivano dal fatto che gli impianti di questo genere penalizzano l’efficienza delle centrali elettriche nelle quali vengono installati. Al fine di promuovere la diffusione di questa tecnologia, è quindi necessario prevedere un forte impegno tecnologico per ridurne i costi. Uno sforzo che dovrà essere associato a un significativo supporto pubblico per evitare che la mancanza di profittabilità prospettica degli investimenti induca le società elettriche private ad abbandonare i programmi di sviluppo. Sarà inoltre necessario favorire lo scambio di

esperienza e di know-how tra paesi sviluppati ed emergenti. Cina e India sono infatti responsabili del 28% circa delle emissioni mondiali di CO2 legate alla produzione di energia elettrica e, in base alle stime dell’IEA, vedranno raddoppiare le proprie emissioni di CO2 da qui al 2030. La crescita economica determinerà inoltre un incremento considerevole di domanda di elettricità alla quale stanno già rispondendo con la costruzione di nuove centrali a combustibili fossili. Enel si sta muovendo in questa direzione: lo scorso 14 settembre, Enel, il Ministero dell’ambiente italiano e il Ministero cinese per la scienza e la tecnologia hanno sottoscritto un accordo per lo sviluppo di uno studio di fattibilità per la realizzazione di un sistema di cattura della CO2 presso una centrale a carbone cinese. Per realizzare questa rivoluzione tecnologica è quindi necessario uno stretto coordinamento tra aziende e istituzioni, che dovranno lavorare insiemepercrearelecondizioninecessarieperfaruscire queste tecnologie promettenti dai laboratori e consentirne la diffusione a livello mondiale.

INIZIAMO A CAMBIARE, IL FUTURO CI SEGUIRÀ. Quello che vedete è lo schema di cattura e sequestro geologico della CO 2 . Una tecnologia innovativa che stiamo sperimentando a Brindisi per eliminare il camino dalle centrali elettriche. Un segno tangibile di cambiamento per il futuro dell’ambiente e dell’uomo. Ma non ci fermiamo qui, continuiamo a investire in ricerca, innovazione e tecnologia. Ci impegniamo, infatti, per soddisfare il bisogno crescente di energia ad emissioni zero grazie alla mobilità elettrica, alle reti di distribuzione intelligenti, alla centrale a idrogeno, agli impianti nucleari di ultima generazione e alle energie rinnovabili sempre più disponibili e competitive. Perché innovare è già cambiare. COPENHAGEN 7-18 DICEMBRE 2009

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100 luoghi da ricordare (prima che scompaiano?)

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“100 Places to Remember Before They Disappear” è una mostra che viene presentata a Copenhagen in occasione del COP15: 100 scatti di alcuni dei migliori fotografi del mondo a 100 luoghi del pianeta che, secondo i report dell’IPCC, rischiano di scomparire o sono seriamente minacciati dagli effetti del riscaldamento globale. Questo progetto – in anteprima per Oxygen – è opera del gruppo Co+Life di Stine Norden e Søren Rud, già ideatori della famosissima mostra “Earth from Above”.

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Photoreport – 100 luoghi da ricordare (prima che scompaiano?)

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4 1 Chicago, Illinois, USA. Chicago è la terza città più popolosa degli Stati Uniti, oltre a essere una delle più interessanti dal punto di vista artistico. Negli ultimi 30 anni la temperatura media è cresciuta di 1,5°C ed è destinata a salire ancora. © Jim Richardson/ Getty Images

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2 Gujarat, India Gujarat è la terra natale di Gandhi e la regione che permette all’India di essere il terzo produttore al mondo di cotone. Il riscaldamento globale ha intensificato le pioggie monsoniche, mettendo in pericolo non solo la vita delle persone ma l’economia della regione. © John Henry Claude Wilson/ Getty Image

3 Timbuktu, Mali Città esotica dal passato prosperoso, oggi subisce gli effetti della riduzione delle precipitazioni e delle tempeste di sabbia, che minacciano anche le sue tre moschee dichiarate Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. © James P. Blair/ Getty Images

4 Isole Maldive, Oceano Indiano. Un paradiso che potrebbe essere sommerso a causa dall’innalzamento del livello del mare (4,5 cm negli ultimi 15 anni, ma stimato in 60 cm entro la fine del secolo) e dalle sempre più intense tempeste tropicali. La Repubblica delle Maldive è stata il primo stato a firmare il Protocollo di Kyoto. © Sakis Papadopoulos/ Getty Image

Lake Balaton, Ungheria. È il più grande lago dell’Europa centrale, con una profondità media di tre metri e un’estensione di 77 chilometri. Il decremento delle precipitazioni e l’aumento di temperatura potrebbero asciugare il 50% del lago entro la fine del secolo. © Mike Goldwater/ Getty Images

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Bayan Ölgii, Mongolia Metà della popolazione della Mongolia è dedita al nomadismo nelle grandi pianure dell’Asia centrale. Ma i cambiamenti climatici e l’avanzata verso nord del deserto del Gobi stanno rendendo sempre più difficile la sussistenza del popolo nomade. © Bruno Morandi/ Getty Images

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Photoreport – 100 luoghi da ricordare (prima che scompaiano?)

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7 Kauai, Hawaii Il ricco ecosistema hawaiano è un habitat molto vulnerabile e uno dei più a rischio per effetto dei cambiamenti climatici. Molte specie, e in particolare i variopinti Honeycreepers, sono in pericolo di estinzione. © Ira Block/ Getty Images 7


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8 Penisola Antartica, Antartide. L’Antartide è uno dei luoghi in cui l’innalzamento di temperatura si sta verificando con maggior velocità, riducendo la disponibilità di cibo per i milioni di pinguini che vi abitano. © Doug Allan/ Getty Images

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9 Mar dei Caraibi. Le tartarughe marine non hanno cromosomi sessuali, ma a determinarne il sesso è la temperatura della sabbia in cui vengono deposte le uova. Il riscaldamento globale e una sabbia più calda stanno drasticamente riducendo il numero di tartarughe di sesso maschile, mettendo a rischio la sopravvivenza di una delle più antiche specie animali viventi. © Raul Touzon/ Getty Images


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Photoreport – 100 luoghi da ricordare (prima che scompaiano?)

Piattaforma di Ross, Antartide. La piattaforma di ghiaccio di Ross, in Antartide, è la più estesa del mondo: 487.000 chilometri quadrati (è grande quanto la Francia), ma solo il 10% è visibile sopra il livello del mare. Negli ultimi 50 anni, la temperatura si è alzata di 3°C, ma è destinata a crescere ancora. Se la piattaforma di Ross si frantumasse, causerebbe un drammatico innalzamento del livello del mare in tutto il Pianeta. © Jack Fletcher/ Getty Images 11

10 Bay of Plenty, Nuova Zelanda. La Bay of Plenty è un patrimonio naturalistico di grande bellezza e abbondanza. Abitato dai Maori e raggiunto 500 anni dopo, nel 1769, dal capitano James Cook, oggi è al centro di un boom turistico e abitativo (si stima che la popolazione raddoppierà, o addirittura triplicherà, entro il 2050). L’innalzamento del livello del mare e la crescente siccità mettono però a rischio questo paradiso. © Anders Blomqvist/ Getty Images

Deserto Rub Al-Khali, Arabia Saudita. Un mare di sabbia ininterrotto di 650.000 chilometri quadrati, abitato solo dalle popolazioni nomadi di beduini, gli unici capaci di sopravvivere ai 50°C di uno dei più ostili ambienti naturali del mondo. Nonostante le condizioni estreme, cresce una vegetazione capace di sfamare le popolazioni nomadi, ma l’aumento ulteriore di temperatura (stimato in 4-5°C entro la fine del secolo) potrebbe farla scomparire. © Thomas J. Abercrombie/ Getty Images 12

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Delta del Nilo. Il Nilo – il più lungo sistema fluviale del mondo, che scorre per 6500 chilometri – è di vitale importanza per le regioni che attraversa e in particolare per l’Egitto, dove le acque del Delta permettono a milioni di persone di vivere e coltivare la terra. I vari effetti combinati del riscaldamento globale rischiano di mettere in ginocchio un sistema di sussistenza che esiste da 5000 anni. © Frank Schreider/ Getty Images 13

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Errori e leggende sul clima che cambia

Errori e leggende sul clima che cambia

Cicli naturali e perturbazioni esterne

di Stefano Caserini

Un argomento negazionista seducente sul tema delle emissioni sostiene la pochezza dei flussi di origine antropogenica rispetto ai flussi naturali. È del resto vero che le emissioni di CO2 dalla combustione dei combustibili fossili non sono la sorgente principale di CO2 per l’atmosfera. Altri flussi, derivanti dalla fotosintesi e dalla respirazione degli organismi viventi terrestri e oceanici, sono nettamente più grandi. Il punto è che gli altri flussi sono in equilibrio, un equilibrio che dipende dalle

«Tutti sbagliati i numeri sui gas serra». «I ghiacci stanno aumentando». «Il bluff del riscaldamento globale». «Contrordine, fa più freddo». «Negli ultimi dieci anni la Terra si è raffreddata». Titoli di giornali veri, ma argomentazioni false. Ecco come il negazionismo climatico si fa strada nell’immaginario collettivo…

Le ragioni delle preoccupazioni per i cambiamenti climatici sono ormai chiare, e le più grandi nazioni di tutto il mondo stanno faticosamente accordandosi per avviare le necessarie politiche di riduzione delle emissioni dei gas serra. Nonostante questo, ancora oggi trovano spazio delle tesi che mettono radicalmente in discussione l’esistenza stessa del problema. Quotidiani, radio e televisioni spesso ospitano opinioni radicalmente discordanti dalle evidenze disponibili nella letteratura scientifica ed efficacemente riassunte dai rapporti di valutazione effettuati dall’IPCC, il panel scientifico ONU sui cambiamenti climatici. Ancora nel 2009 sui giornali italiani si sono potuti leggere titoli come «Tutti sbagliati i numeri sui gas serra», «I ghiacci stanno aumentando», «Il bluff del riscaldamento globale». Nei telegiornali di prima serata il riscaldamento globale è stato definito una «pseudo teoria» e «fantascienza», e si è sprecata l’ironia

per le nevicate invernali. Le contestazioni non sono state su alcuni dettagli metodologici o su alcune lacune ancora esistenti nella scienza del clima, ma su elementi fondanti, sulla realtà del riscaldamento globale e sulle prevalenti responsabilità umane. Per questo tipo di tesi è stato utilizzato il termine “negazionismo climatico”, a indicare il testardo e irragionevole rifiuto delle evidenze più robuste su cui la comunità scientifica ha raggiunto un consenso. Tipico del negazionismo climatico è il ricorso ad argomentazioni errate, superate, e a miti e leggende metropolitane, anche dopo parecchi anni in cui la comunità scientifica, tramite un approfondito dibattito sulle riviste di settore, ha mostrato la loro inconsistenza. Ecco alcuni esempi di queste argomentazioni, veri e propri slogan ripetuti in modo spesso ossessivo e incurante delle argomentazioni contrarie.

Il ruolo dei vulcani Fra le cause naturali a volte si cita il ruolo dei vulcani. È comprensibile: le eruzioni dei vulcani sono spettacolari e si rimane sempre stupiti dalla loro grandiosità. Nel corso delle ere geologiche, le eruzioni vulcaniche hanno effettivamente influenzato la presenza di CO2 nell’atmosfera terrestre. Su scale temporali più piccole, ossia decine, centinaia o migliaia di anni, la CO2 emessa dai vulcani ha scarsa influenza sulla variazione di quella presente nell’atmosfera. Le eruzioni vulcaniche esplosive

possono portare nell’atmosfera quantità gigantesche di polveri e solfati. Ma sono emissioni episodiche, discontinue. Perturbano l’atmosfera per qualche settimana, mese o anno, a seconda della potenza dell’eruzione. Poi si ritorna alle condizioni iniziali. Ma, per quanto riguarda la CO2, se si fanno i conti si vede che il contributo dei vulcani non è così grande. Secondo gli studi più completi e accurati, le emissioni di CO2 dall’attività vulcanica sia eruttiva che passiva (dai vulcani a riposo) ammontano negli ultimi decenni mediamente a circa 300 milioni di tonnellate l’anno, pari circa all’1%

condizioni dell’atmosfera, ma che si è mantenuto piuttosto costante negli ultimi 10.000 anni. Un piccolo contributo può alterare un equilibrio in cui giocano forze molto più grandi. Spesso si usa la metafora di un acquario, in cui l’acqua viene ricircolata, viene filtrata, ossigenata, “bevuta” da pesci, ma è sempre la stessa; un piccolo e continuo contributo esterno, magari uno zampillio, poche gocce se paragonate alla portata di ricambio dell’acquario, può far salire il livello. Dopo un certo tempo, la cui lunghezza dipende dalla forza del rigagnolo aggiuntivo, il livello sale e l’acqua può traboccare.

delle emissioni antropiche. Sicuramente nelle passate ere geologiche l’influenza dei vulcani è stata maggiore, ma questo ha poco a che fare con gli attuali livelli di gas serra nell’atmosfera.

Non sono quindi determinanti i valori assoluti delle emissioni e degli assorbimenti di CO2 durante i cicli naturali, ma le perturbazioni antropogeniche di questi equilibri.

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L’aumento di CO2

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Una contestazione al consenso raggiunto dalla comunità scientifica sull’aumento dell’anidride carbonica in atmosfera si basa sulla citazione di una ricostruzione dell’andamento delle concentrazioni di CO2 realizzata da Ernst-Georg Beck, insegnante tedesco di fisica in una scuola secondaria. Questi dati, che fanno riferimento a più di 90.000 misure effettuate in 150 anni in

Le isole di calore I dati di temperatura registrati dai termometri in alcune aree urbane possono essere viziati dall’effetto “isola di calore”, in quanto in ambiente urbano la temperatura è andata crescendo a causa della presenza di fonti di calore e umidità, quali il riscaldamento domestico, il traffico, le industrie. In generale, una variazione dell’uso del suolo influenza il microclima e quindi anche la temperatura locale. Chi abita in grandi città, o chi abita poco fuori dalla città e vi si reca quotidianamente, lo sa bene. Si tratta di un effetto reale, verificato in diverse stazioni, ma che influisce poco sulle temperature medie del pianeta o dell’emisfero (medie calcolate con i dati di centinaia di stazioni). Le stazioni di misura delle temperature

Errori e leggende sul clima che cambia

53 diversi luoghi, sono stati pubblicati sulla rivista “Energy and Environment”, nota per non sottoporre ad adeguata verifica le tesi pubblicate. Si tratta in realtà di dati elaborati in modo confuso e approssimativo. Gli andamenti proposti, inconciliabili con le misure nei ghiacciai artici e antartici, con i più elementari bilanci dell’anidride carbonica emessa e con l’andamento delle temperature, di-

pendono a volte da errori di misura (per i dati più vecchi) e per altri semplicemente dalla vicinanza a punti di emissione di anidride carbonica. In un incrocio trafficato si possono misurare già oggi i livelli di CO2 che ci saranno fra decenni, ma non è un’informazione così interessante.

sono tante e ben distribuite sul Pianeta. Riguardano zone urbane, ma anche rurali, remote, poco densamente popolate, che non risentono di alcuna influenza di aree urbane. Poi ci sono le misure sugli oceani, su boe, piattaforme galleggianti o sulle navi. La densità delle stazioni non è così importante, perché l’importante è avere una misura per ogni maglia della rete. Dove ci sono tante stazioni si fa una media, e il valore di temperatura di ogni maglia concorre a fornire la media della temperatura del Pianeta. Le misure urbane disturbate dal microclima non sono considerate o sono corrette, per eliminare l’effetto di distorsione delle aree antropizzate. Sarebbe un errore banale non farlo. Le metodologie statistiche con cui i dati nelle aree urbane sono ela-

borati per valutare ed eliminare le possibili distorsioni locali sono note da anni. L’effetto “isola di calore” ha un carattere locale e non è rappresentativo di aree più vaste. Già i test effettuati negli anni Ottanta mostrarono che l’effetto sulle temperature medie globali dei dati relativi alle isole di calore è di circa 0,050,06°C, un ordine di grandezza inferiore al riscaldamento osservato. Le medie effettuate a livello globale o per gli emisferi nord e sud non risentono quindi in modo apprezzabile dell’influenza delle “isole di calore”. Il grande incremento dei punti di misura sulle terre emerse e sugli oceani ha ulteriormente ridotto i dubbi sulla rappresentatività della misura di temperatura. I lavori più dettagliati, che hanno analizzato da vicino le possibili fonti di errore nelle misure e

Il raffreddamento del dopoguerra Una presunta prova del fatto che il riscaldamento sarebbe occorso «nei momenti e nei posti sbagliati» sarebbe la diminuzione delle temperature avvenuta dal 1940 al 1975. La comunità scientifica ha dato da anni risposte anche su questo punto. Il raffreddamento del primo dopoguerra è ben simulato dai modelli climatici che includono fra le forzanti gli aerosol e i solnelle elaborazioni statistiche, affermano in modo perentorio che le eventuali incertezze sono largamente inferiori all’aumento di temperatura registrato.

fati. Sono infatti le emissioni di solfati e aerosol dovuti all’industrializzazione del primo dopoguerra ad aver portato questa diminuzione delle temperature di circa 0,2°C, riduzione non omogenea sul Pianeta, maggiore nell’emisfero nord. La riduzione delle emissioni di solfati e di particolato, e l’aumento progressivo della CO2, hanno ribaltato i rapporti di forza. Ancora oggi, seppure in modo minore, i solfati e gli aerosol mascherano parzialmente l’aumento di

temperatura dato dalla forzante CO2. L’innovazione tecnologica e la richiesta di un’aria più pulita nelle città hanno portato alla diminuzione di una forzante raffreddante per il Pianeta. Una storia simile a quella che sta avvenendo nelle città dell’est asiatico, oggi con concentrazioni di polveri e SO2 (anidride solforosa) che ricordano l’Italia e l’Europa degli anni Sessanta.

La temperatura non cresce più

pio dal 1977 al 1985 o dal 1981 al 1989, in cui le temperature non sembrano aumentare. Anche se il pianeta si sta scaldando, non è detto che ogni anno debba essere più caldo del precedente; i dati delle temperature non devono essere presi in modo isolato, ma analizzati come serie storiche; in questo caso il messaggio è chiaro: le temperature stanno aumentando, gli ultimi anni sono stati quasi sempre fra i più caldi da quando esistono misure strumentali. È la variabilità naturale, legata anche a fattori casuali, a far sì che in un singolo anno possa esserci un record. Alcuni ricercatori hanno stimato in 18 anni il periodo che si deve mediamente attendere, da un punto di vista

Uno degli argomenti più incredibili usati per negare il riscaldamento globale del Pianeta si basa sul fatto che negli ultimi anni non ci sono stati nuovi massimi di temperatura. È un argomento di forte presa, rilanciato da titoli di quotidiani nazionali come «Contrordine, fa più freddo» e «Negli ultimi dieci anni la Terra si è raffreddata». Le temperature medie annue globali negli ultimi 10 anni sembrano, a prima vista, stabili. Ma se si guarda l’andamento negli ultimi 30 anni, la tendenza all’aumento delle temperature è chiarissima; si possono anche trovare altri periodi, per esem-

1940 1975

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statistico, per osservare nel 95% dei casi un nuovo record di temperature. L’importante è quindi l’andamento di lungo periodo. Non è detto che un’estate rovente indichi un mutamento del clima o che un inverno statisticamente normale o più freddo del solito rappresenti la fine dei mutamenti del clima. Per questo la classifica degli anni più caldi, così amata dai media, in climatologia non è importante.


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L’influenza della politica nei rapporti IPCC

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Una critica frequente rivolta ai rapporti dell’IPCC è che verrebbero sottoposti al parere dei governi, che ne cambierebbero i contenuti. Un’accusa piuttosto pesante, che se fosse vera minerebbe fortemente la serietà della comunità scientifica e dell’intero organismo ONU. Presupporrebbe inoltre che centinaia di scienziati abbiano molto tempo da perdere e scarsa considerazione per il loro lavoro. È

una critica che deriva dalla non conoscenza del metodo di costruzione dei rapporti di valutazione dell’IPCC. In realtà ai governi viene chiesto se il rapporto è chiaro, comprensibile, o se invece si presta a fraintendimenti; un aiuto a rendere più utile il rapporto stesso, non una cessione del controllo sulle affermazioni che vi sono contenute. La tesi secondo cui i governi decidono fra di loro cosa scrivere in questi rapporti non ha fondamento, anche perché sarebbe da capire dove e come i governi negoziano, chi sono i negozia-

Non tocca solo ai paesi occidentali ridurre le emissioni Chi sostiene che i paesi occidentali non devono da soli ridurre le emissioni se non le riducono anche gli altri paesi, ad esempio Cina, India e Brasile, si basa sui dati secondo cui la Cina è il primo emettitore di CO2 al mondo, l’India è al quinto posto e il Brasile all’ottavo. Sembra un argomento ragionevole, eppure questi paesi non sono d’accordo nell’assumersi obblighi di riduzione delle emissioni; alcuni di questi si rifiutano anche solo di discuterne. Per capire il perché, bisogna tener

tori, quali dati o affermazioni sono stati aggiunti. La cosa sembra inverosimile visto che, al di là dell’indubbia complessità di questi rapporti, le diverse affermazioni sono ancorate in modo preciso, a volte pedante, alla letteratura scientifica.

conto di quanto diverse sono le emissioni di gas serra di questi stessi paesi se calcolate non come valore assoluto, ma come pro capite, ossia tenendo conto del numero di persone responsabili delle emissioni stesse. Ogni cinese e ogni brasiliano emettono circa 5 tonnellate di CO2 all’anno, ogni indiano 2,5. Ma le tonnellate di CO2 emesse ogni anno da uno statunitense medio sono 24, e 10 quelle di un europeo. Non ha quindi molto senso che uno statunitense o un europeo chiedano a un indiano di ridurre le emissioni. D’altra parte, è vero che bisogna trovare il modo di stabilizzare le emissioni dell’intero Pianeta, quindi tutti i grandi emettitori

INIZIAMO A CAMBIARE, IL FUTURO CI SEGUIRÀ.

sono importanti. Il coinvolgimento dei maggiori paesi in via di sviluppo nelle politiche climatiche deve considerare uno dei principi base della convenzione sul clima, gli ”Impegni comuni ma differenziati“. Questo è uno dei temi centrali delle negoziazioni sul clima, di cui la conferenza di Copenhagen rappresenta un passaggio di grande importanza.

Quello che vedete è lo schema del progetto Archimede, un impianto solare termodinamico che stiamo realizzando in Sicilia. È così innovativo che produce energia anche di notte o quando il sole non c’è. Un segno tangibile di cambiamento per il futuro dell’ambiente e dell’uomo. Ma non ci fermiamo qui, continuiamo a investire in ricerca, tecnologia e progetti concreti per rendere le energie rinnovabili, come l’eolico, il geotermico e l’idroelettrico, sempre più disponibili ed economicamente competitive. Perché innovare è già cambiare. COPENHAGEN 7-18 DICEMBRE 2009

www.enel.com


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Una regione al sole

Una regione al sole

di Mario Pagliaro

Il Polo fotovoltaico di Palermo: l’energia solare e una ricerca nuova per il futuro della Sicilia.

Si potrà esserne sorpresi, ma alla prima edizione del Solar Master del Polo fotovoltaico della Sicilia nella primavera del 2009 il primo corsista iscritto – nome tedesco e cittadinanza italiana – proveniva dal Trentino Alto Adige. Ecco come, fra l’altro, la Sicilia diventa polo di attrazione di cervelli, risorse e talenti provenienti dalle altre regioni d’Italia e dal resto del mondo. Nato dall’integrazione dei laboratori dei chimici Mario Pagliaro al CNR e Leonardo Palmisano all’Università di Palermo e del fisico teorico Ignazio Licata all’ISEM, il polo opera attività di ricerca, formazione e informazione finalizzate a far cogliere a imprese, famiglie e pubbliche amministrazioni le straordinarie opportunità di sviluppo economico e risanamento ambientale offerte dall'energia solare. Per cogliere queste opportunità è però necessario che le imprese e i giovani conoscano meglio e da vicino le tecnologie dell’energia solare – il fotovoltaico, il solare termico, le tecnologie a concentrazione e il solar cooling – e i relativi aspetti pratici e commerciali. Ecco dunque il Solar Master: un corso sintetico ed efficace per la formazione degli “evangelisti del solare”, persone qualificate dotate di competenze operative e aggiornate che agiscono sul territorio per la diffusione dell’energia solare. Con una connotazione: contestualizzando tutte le attività del polo nella cultura e nel sistema eco1

nomico italiano e internazionale. Ecco allora la partnership con i giovani di Confindustria. Il carattere interdisciplinare della scienza e della tecnologia e la crisi ambientale ed economica sono aspetti strettamente collegati fra loro, e impongono la necessità di ripensare i criteri di formazione culturale tanto dei ricercatori che dei manager e degli imprenditori. Gli stessi rapporti fra scienza, tecnologia e società – cioè fra ricerca, imprese e cittadini – richiedono che si parli anche di chi e come saranno gestite le soluzioni scientifiche, fatto che richiede un quality management nell’impresa scientifica fondato sulla visione dialogica delle competenze e delle responsabilità e su un’articolata visione sistemica. E questo richiede la creazione di una documentazione didattica nuova: per questo motivo, i ricercatori del polo sono autori di tre volumi tecnici di successo, in Italia e a livello internazionale, sulle nuove tecnologie dell’energia solare e sulla loro integrazione. L’energia solare è diluita, per cui l’energia elettrica fotovoltaica prodotta integrando i moduli sui tetti di case e aziende è eccellente per le esigenze elettriche domestiche e quelle aziendali. Ma per creare le quantità di elettricità necessarie a grandi centri abitati o ad aziende energivore, occorre concentrare la radiazione solare. La tecnologia si chiama CSP ed è pronta; e l’idrogeno creato con


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l’elettricità solare è un formidabile combustibile tanto per le auto quanto per le barche. Ecco che le attività di ricerca del polo riguardano le nuove tecnologie fotovoltaiche, e in particolare le celle solari a colorante (in collaborazione con il Polo solare organico del Lazio). Ovvero la produzione locale di idrogeno tramite la concentrazione della radiazione solare. La Sicilia è la Mecca europea del solare: con oltre 3000 ore di sole l’anno, in media ogni kW di potenza installata genera in Sicilia oltre 1500 kWh in un anno, contro i circa 900 di Verona e i 1200 di Roma. E nel corso del 2009 è stata la prima regione europea dove è stata raggiunta la grid-parity, cioè la parità fra il costo dell’elettricità solare e di quella prodotta bruciando petrolio o metano. L’energia solare ha tutte le caratteristiche per dar vita in Sicilia a uno progresso nuovo in cui lo sviluppo economico e la crescita dell’occupazione si accompagnino al risanamento ambientale. Adottando l’elettricità solare, aziende, enti locali e cittadini siciliani possono smettere di pagare le astronomiche tariffe dell’elettricità prodotta nell’isola; come ha fatto ad esempio l’azienda vinicola Donnafugata. I comuni della Sicilia sono quasi tutti prossimi al default finanziario e non riescono più a pagare né le bollette elettriche né la raccolta dell’immondizia. Ecco allora cosa fare. Il comune decide di costruire una centrale elettrica fotovoltaica in Conto Energia, diciamo da 1 MW, utilizzando moduli di nuova generazione proprio come ha fatto il Comune di Verona per il suo stadio di calcio, dove, spendendo 2,1 euro a watt, l’ente pubblico questa volta riceve per 20 anni un bonifico mensile pagato dallo Stato per tutta l’energia

Una regione al sole

prodotta nel mese precedente, oltre a un ulteriore introito legato alla vendita dell’elettricità alla rete elettrica nazionale. E quando l’investimento si sarà ripagato ecco che il comune continuerà a usare gratuitamente l'energia del Sole, per garantire i pubblici servizi. In breve: il costo di un impianto fotovoltaico “chiavi in mano” è passato da 7 a 2,5 euro per watt in meno di 18 mesi, aprendo così le porte dell’energia solare a tutti, e specialmente ai meno abbienti. L’ambientalista “scettico” Bjørn Lomborg si è sbagliato. Gli incentivi statali alla produzione di elettricità solare, l’unica veramente pulita, varati prima in Germania e in Spagna e poi in Italia, Francia, Grecia, Turchia, Israele e in molti altri paesi, non sono un modo con cui i poveri (con il sovrappiù pagato nella bolletta elettrica) finanziano i ricchi (che in banca si fanno anticipare i soldi per l’acquisto dell’impianto). Al contrario, si tratta di un formidabile strumento di politica industriale che ha causato l’esplosione della domanda e quindi il moltiplicarsi dell’offerta. E con esse la ripresa di attività di ricerca e sviluppo che erano state abbandonate per 30 anni. Rapidamente sono arrivate sul mercato tecnologie nuove (a “film sottile”) molto più economiche, cui i produttori dei pannelli solari tradizionali al silicio hanno risposto aumentando drasticamente la produzione. La crisi finanziaria globale, infine, ha determinato una riduzione repentina del prezzo di tutte le materie prime, incluso il silicio utilizzato per la produzione del 90% dei moduli ancora oggi installati e integrati in tutto il mondo. Nel management, come in politica, mai fidarsi degli scettici! Maggiori informazioni: www.i-sem.net

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Ascension Island, Oceano Atlantico meridionale. I pannelli solari sono la sola fonte di energia per le luci di pista dell'aeroporto ausiliario. © U.S. Air Force photo/Lance Cheung 1

Power tower nel deserto del Negev, Israele. La BrightSource Energy ha installato un eliostato o specchi orientabili per concentrare la luce su una torre per produrre vapore. © Steve Jurvetson 2


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Oxygen versus CO2

Oxygen versus CO2 di Andrea Milano

electriciteit van PV om warmte van kassen te verhogen van 30 ° C tot 85 ° C

Rotterdam: energie non sprecate

B IOMASS A B IOGAS

087 verwarming door middel van beton kern activering

stadslandbouw

organisch afval opvang zwartwater

opvang grijswater

hemelwateropvang

helofytenfilter

stadslandbouw trapdijk

CO2

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AB SORB TIE CHILLER

B UFFER

10 m

50 m

UITWIS SELING 85° C

40 ° C

85 ° C

WKO hoge temperatuur warmte opslag

PRODUCTIE

40° C

70° C

5 °C

Una parte dell’energia alternativa e rinnovabile, che mai come in questi tempi ricerchiamo assiduamente sotto varie forme, in realtà l’abbiamo sotto gli occhi. O meglio: nei nostri edifici, impianti, reti di distribuzione cittadine. Il problema è che la buttiamo via, per di più in periodi di crisi economica ed energetica. È questo ciò che ci dicono da Rotterdam, in Olanda. All’interno di un programma ambizioso della città, che vuole dimezzare le emissioni di CO2 entro il 2025, è nato un team interdisciplinare di lavoro costituito da soggetti pubblici, project manager e architetti che sta sperimentando una metodologia strutturata e riproponibile di riduzione dei consumi energetici – il REAP (Rotterdam Energy Approach and Planning).

L’attuale approccio sostenibile verso le aree urbane è fatto di tre passaggi: la riduzione dei consumi attraverso una progettazione bioclimatica intelligente degli edifici, lo sfruttamento delle energie rinnovabili e l’integrazione della domanda residua attraverso impianti efficienti ma tradizionali. Questo però oggi non sembra sufficiente. La nuova strategia che propone il REAP si basa sull’individuazione di un passo intermedio tra la riduzione dei consumi e lo sviluppo delle rinnovabili: il riutilizzo dei flussi energetici di scarto. E, possibilmente, sulla progressiva eliminazione della terza fase, che utilizza combustibili fossili. Sostanzialmente sono due i processi in cui “vanno perse” code di energia. Il primo riguarda il calore disperso: oggi vie-

ne utilizzata la stessa fonte primaria a 80-90°C per destinazioni finali a temperature ben più basse. Ciò che non serve, caso per caso, lo si butta via. Se invece venisse collegata la potenza massima di un impianto all’industria pesante, per esempio, e poi a “cascata” venisse sfruttato il residuo d’energia per altre lavorazioni artigianali, la ristorazione, gli hotel, gli uffici, le abitazioni e infine l’agricoltura, lo spreco sarebbe quasi annullato. Il secondo campo di applicazione del REAP è ancora più emblematico, perché cambia di scala e guarda alla città nel suo complesso. Ogni tipologia di edificio e di funzione necessita energia in forme, temperature e momenti specifici. L’idea “apparentemente” semplice è quella di scambiare i flussi caldi-

freddi in entrata e in uscita tra gli edifici, che diventano dinamici, quasi viventi, come i loro abitanti. Gli scenari di potenziale scambio sono molteplici. Nelle mezze stagioni, nei luoghi di lavoro s’inizia ad aver bisogno di raffrescamento e c’è quindi un surplus di calore che può invece servire alle abitazioni, ancora da scaldare in quei periodi dell’anno. Un altro caso è quello di un supermercato, che ha sempre bisogno di potenza frigorifera e può cedere il suo calore in eccesso alle case circostanti. O infine un complesso sportivo polifunzionale può essere progettato a bilancio energetico pari a zero, se si pensa al riscaldamento costante in una piscina rispetto alla domanda opposta di una pista di pattinaggio sul ghiaccio. Ecco dunque che il passaggio di scala è

fondamentale al perfezionamento del sistema: un numero maggiore di edifici-funzioni-necessità specifiche avvicina sempre di più il bilancio complessivo alla neutralità. Il metodo si applica via via a interi isolati, quartieri, fino a pensare alla città intera. In via sperimentale il REAP è partito nell’area Hart Von Zuid di Rotterdam, dove è in atto la rimodellazione di quattro complessi. La riduzione delle emissioni di CO2 qui sta diventando uno strumento di progettazione urbana. E così, per esempio, se per ogni metro quadro di supermercato se ne realizzano sette di appartamenti, l’impianto di climatizzazione è totalmente autonomo. Progetti come questo nascono in realtà particolarmente sensibili, grazie a incentivi economici e politiche ben defi-

nite. Il neonato Piano Casa italiano prevede però programmi di rigenerazione urbana e architettonica attraverso la ricollocazione di edifici e complessi produttivi-artigianali in zone reputate più congrue, e potrebbe costituire una buona occasione. Ciò che però può trasformare il rapporto tra l’uomo e la Terra è la mentalità delle persone. Il REAP sorge in un contesto dove la sostenibilità è uno stile di vita. Qui si pensa davvero che eliminando gli sprechi d’energia si inizia a guadagnare, si stabilizza il costo della vita, i quartieri delle città diventano autosufficienti grazie alla maggiore partecipazione degli abitanti e all’accresciuto senso di comunità. Altro che le nostre riunioni di condominio. www.dsarotterdam.com


photoreport

Perché le zebre hanno le strisce?

fotografia di Tim Flach

Il naturalista Alfred Russel Wallace sosteneva che le strisce delle zebre avessero una funzione mimetica per proteggersi dai predatori. Ma Darwin – suo contemporaneo – non era d’accordo con quest’ipotesi e la sconfessò. Secondo altre teorie, invece, le striscie sarebbero un mezzo per disorientare il predatore o per evitare le mosche tse-tse. Nonostante le tante e talvolta bizzarre ipotesi, ancora oggi non c’è una risposta che chiarisca definitivamente il mistero della colorazione del manto delle zebre. «Sappiamo ancora troppo poco per poterlo spiegare» è infatti la conclusione a cui è giunto anche un recente studio del professor Tim Caro dell’Università della California.


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La scienza dal giocattolaio di Davide Coero Borga

Incredibile Enel, il tour dell’energia: vietato non toccare

Il mappamondo

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Ricordate ancora quando il vostro zio preferito se n’è arrivato, in un giorno di festa, con un affascinante mappamondo tutto per voi? Finalmente – avrete pensato – un regalo decente fra cataste di penne stilografiche, dizionari e cornici d’argento moltiplicatisi a casa vostra per intercessione di tutto il parentado. E che invidia, però, per quella compagna di classe che aveva un globo terrestre in versione abat-jour da tenere sul comodino. E oggi? I bambini hanno a disposizione mappamondi-puzzle tridimensionali, da ricostruire assemblando oltre 500 pezzi. Ma anche mappamondi da dipingere o colorare, mappe geografiche di giorno e globi celesti la notte, illuminati e fluorescenti, sospesi in aria da dispositivi elettromagnetici o interattivi con domande e approfondimenti, sempre e comunque aggiornabili tramite internet. Gulp. Pensare che il globo, detto anche (ma impropriamente) “mappamondo”, è nato come una semplice riproduzione in scala del pianeta Terra. Un oggetto della scienza e della tecnica il cui primo prototipo è stato costruito tra il 1490 e il 1492 dallo studioso tedesco Martin Behaim. Conosciuto come “Globo terrestre di Norimberga” è una sintesi della vaga e superstiziosa geografia del tempo, la stessa che ha portato Colombo a partire in cerca delle Indie.

Ma torniamo a noi. Nonostante la forma della Terra corrisponda a un ellisse, il globo resta una delle rappresentazioni più realistiche del pianeta su cui viviamo, e per la correttezza dello studio geografico, e per l’inclinazione dell’asse realizzata sulla base di appoggio. Il fatto che sia diventato un giocattolo per ragazzi, uno dei più venduti di tutto il Novecento, dice molto di una tendenza a trasformare alcuni oggetti d’uso comune in edutoys. Un’attitudine che condividiamo con molti altri animali, perlopiù mammiferi, per i quali il giocattolo ha un ruolo importante nell’apprendimento dei saperi fondamentali per la sopravvivenza. Per esempio, i cuccioli di cane utilizzano palline di gomma come giocattolo sviluppando abilità che, per lo meno nella vita selvatica, sono utili alla caccia. Se teniamo in considerazione questo istinto a giocare con gli oggetti, non stupisce che l’uomo sia arrivato a progettare e produrre a livello industriale giocattoli pensati a questo scopo. Alcune categorie ludiche probabilmente fanno parte di un bagaglio culturale comune a diversi popoli. Altri sono diventati indispensabili nella formazione di un uomo moderno, e il mappamondo è chiaramente uno di questi. Un giocattolo scientifico. Rappresentazione vivida, ma soprattutto immediata, dei cambiamenti che il pianeta affronta ogni giorno è come un’impronta ecologica tridimensionale.

Recuperate in soffitta il vecchio mappamondo dello zio e mettetelo a confronto con uno moderno: oltre a vedere confini completamente ridisegnati dalla politica internazionale, troverete valichi alpini, canali, dighe, grandi opere; il corso di alcuni fiumi risulterà spostato; e soprattutto troverete molti meno ghiacci ai poli. Tanto per capirci: negli ultimi cinquant’anni il mappamondo ha registrato una diminuzione della copertura glaciale pari al 4,6% e un calo delle pendenze dei ghiacci dal 27 al 23%. Di certo conoscerete quelle tazze o bicchieri sui quali ragazze formose si spogliano quando viene versata una bevanda calda. In tempi di riscaldamento globale come i nostri, impazza su internet una tazza con sopra disegnato un planisfero che mostra come sarà il mondo quando si scioglieranno i ghiacci. Speriamo che il mappamondo dello zio non subisca la stessa sorte.

091

Giochi, eventi, conferenze, dibattiti, esperimenti scientifici ed exhibit interattivi in una struttura colorata di 800 metri quadrati. È il tour dell’energia “Incredibile Enel”, un’iniziativa per raccontare l’energia in modo innovativo e coinvolgente che, dopo aver toccato cinque città italiane, arriva a Roma, Firenze e Napoli fra dicembre e gennaio.

“Viaggiando” nella struttura, i cittadini potranno conoscere tutte le innovazioni di Enel per rendere più vivibili e verdi le città e le nostre abitazioni: i pannelli fotovoltaici, i lampioni a led Archilede, i nuovi impianti minieolici e la Smart elettrica con le sue infrastrutture di ricarica.

E poi i progetti di sviluppo per le rinnovabili, per le future centrali senza camino, il nucleare, una galleria per conoscere meglio Enel, le sue attività produttive, di ricerca e di corporate social responsibility. Per i più giovani, è a disposizione un intero spazio educational con giochi interattivi per costruire e mettere in esercizio una centrale, conoscere la CO2, misurare i consumi casalinghi e apprendere in maniera divertente come risparmiare energia.

La vera sorpresa è però nel centro del villaggio: una grande arena dove assistere a spettacoli, a un musical sull’energia, a laboratori sperimentali e a dibattiti con opinion leader. Tutto per parlare di energia all’insegna della scoperta. incredibile.enel.it


oxygen 08 – 12.2009

Traveller

Traveller di Michelle Nebiolo

Una terra (più) verde

092

L’etimologia del toponimo “Groenlandia” è soggetta a qualche controversia, ma secondo una saga islandese deriverebbe dal Grœnland (“terra verde”) con cui Erik il Rosso battezzò la terra dove si era rifugiato con la sua famiglia – in esilio per omicidio – nella speranza di attirare nuovi abitanti. Al di là delle altre ipotesi plausibili sull’origine del nome di questa isola (forse, si scoprirà, un arcipelago unito solo in superficie da un enorme ghiacciaio), di fatto la regione meridionale della Groenlandia è effettivamente piuttosto verdeggiante, soprattutto d’estate. E la “terra verde”, che nel corso dei secoli è passata dai 500 uomini arrivati su navi vichinghe a una popolazione di oltre 57.000 abitanti, oggi si sta godendo un posto al sole grazie alle nuove opportunità che i cambiamenti climatici hanno aperto per il turismo. L’aurora borealis, gli avvistamenti di balene e sì, anche la vera casa di Babbo Natale: la Groenlandia ha molto da offrire a chi vuole fare una vacanza diversa dal solito. Oggi una delle mete più visitate è Ilulissat, nella baia di Disko, sulla costa occidentale. Da questa cittadina, con case di legno coloratissime che spiccano nel bianco assoluto della neve, è possibile raggiungere il Kangia fjiord a circa 250 chilometri a nord del circolo polare artico. Dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel

2004, è lo sbocco del Sermeq Kujalleq che, spostandosi di 19 metri al giorno e producendo 20 miliardi di tonnellate di ghiaccio l’anno, è uno dei ghiacciai più attivi dell’emisfero settentrionale. Vedere gli iceberg staccarsi dalla banchisa artica dev’essere uno spettacolo straordinario. E, come suggerisce il sito www.greenland.com, considerando l’attenzione generalizzata per lo scioglimento dei ghiacci e l’acceso dibattito sulla questione climatica, «visitare l’affascinante calotta artica dà ancora maggiori spunti di riflessione». Così sono sempre di più i turisti che vogliono vedere la Groenlandia prima che il suo incanto... Si sciolga. La temperatura media qui si sta alzando molto più rapidamente che ad altre latitudini: si dice che un grado in più all’equatore significhi quattro gradi in più al circolo polare. Secondo uno studio finanziato dalla sezione per le scienze criosferiche della Nasa, tra il 1991 e il 2004 la temperatura invernale presso la stazione di monitoraggio Swiss Camp (vicino alla linea di equilibrio occidentale della calotta glaciale) è aumentata di quasi 6°C. Non solo: nel 2005 i ghiacci si sono ritirati abbastanza da svelare una “nuova” isola, battezzata Uunartoq Qeqertog (“Isola che si riscalda”), al largo della costa orientale, 550 chilometri a nord del circolo polare artico. I diari di bordo dei naviganti di epoche

passate sembrano testimoniare che, senza che ci siano grandi sconvolgimenti planetari, la stessa isola è scomparsa sotto i ghi-acci e ricomparsa più volte negli ultimi secoli; ma alcuni scienziati lanciano l’allarme sulla velocità con cui questa volta si stanno sciogliendo i ghiacci groenlandesi. Nel frattempo, l’innalzamento delle temperature sta avendo un forte impatto sul sistema economico: se in alcune zone si può finalmente coltivare qualche ortaggio, in altre la ritirata dei ghiacciai svela miniere dall’enorme potenziale. Sul sito della Angel Mining plc – neonata società mineraria concentrata unicamente sulla Groenlandia – si legge: «La scoperta più spettacolare è stata trovare un enorme affioramento di solfuri, lasciato allo scoperto da un ghiacciaio in fase di regresso. Si sapeva dell’esistenza di minerali in questa zona, ma in precedenza era tutto coperto da 60 metri di ghiaccio». Ma mentre le miniere richiedono tempi lunghissimi, il turismo offre possibilità di sviluppo quasi immediate. Così, considerando che nell’entroterra il permafrost (un misto di terra, ghiaccio, carbonio, muschio, torba e metano che copre le aree polari) sciogliendosi diventa impossibile da percorrere con le slitte, chi può va a vivere sulla costa a sud o a ovest, dove servono nuove strutture ricettive per far fronte ai turisti sempre più numerosi.

093

Ilulissat, Groenlandia © Uriel Sinai/Getty Images www.100places.com


I luogi della scienza

oxygen 08 – 12.2009

I luoghi della scienza di Eva Filoramo

Biosphere 2: tutta la Terra in 10.000 metri quadrati

094

La sfera della vita, o bio-sfera, è la Terra, o ancora meglio quella parte della superficie terrestre che è regolata dal flusso di energia derivante dalla fotosintesi. Biosphere 2 è pertanto il nome scelto per un centro di ricerca molto speciale, nato a metà degli anni Ottanta da un’idea dell’eccentrico miliardario John P. Allen con lo scopo di studiare e sviluppare tecnologie per la colonizzazione dello spazio. Il progetto Biosphere 2 ha comportato la costruzione – a Oracle, in Arizona – di un edificio che in poco più di 10.000 metri quadrati di superficie riproduce fore-

ste tropicali e deserti, fiumi e laghi, terreni incolti e campi coltivati, savana e barriera corallina – con i relativi esseri viventi vegetali e animali. Allen era interessato, in particolare, alla possibilità che fosse eventualmente possibile ricostruire un edificio del genere, completamente autosufficiente rispetto all’esterno, su un pianeta diverso dalla Terra. Dal 2007 la gestione di Biosphere 2 è di competenza dell’Università dell’Arizona, subentrata alla Columbia University, che aveva a sua volta preso il posto della società fondatrice, la Space Biosphere Ventures. È possibile che questi

passaggi di testimone siano legati a una serie di vicende controverse, la più significativa tra le quali, probabilmente, è l’esperimento in cui otto ricercatori vissero all’interno di questa struttura in totale isolamento per quasi due anni, dal 1991 al 1993. Secondo le fonti più attendibili, questa singolare esperienza si concluse principalmente a causa della mancanza di equilibrio tra anidride carbonica e ossigeno; durante il secondo anno, infatti, fu necessario fornire ossigeno dall’esterno per garantire la sopravvivenza dei ricercatori. I meccanismi di autoregolazione e di sussistenza

dell’ecosistema non prevedevano più la sopravvivenza di Homo sapiens. Il vago senso d’inquietudine che può nascere riflettendo su ciò che l’esperimento dei primi anni Novanta può implicare è stato cancellato dall’attuale utilizzo delle strutture di Biosphere 2: si tratta di un vero e proprio dipartimento della facoltà di scienze dell’Università dell’Arizona, che si propone di essere un centro di ricerca e di formazione sulla biosfera-Terra e sui suoi ecosistemi, così come sul ruolo del nostro pianeta nell’Universo (il progetto più noto degli ultimi anni ad opera degli scienziati

dell’UA è la sonda Phoenix Mars Lander). La struttura costruita dalla Space Biosphere Ventures, infatti, è unica nel suo genere, e consente di condurre esperimenti impossibili da portare avanti altrove, in un ambiente controllato e isolato rispetto al mondo esterno – la Biosfera 1. Per visitare quella che il Time Life Book ha recentemente definito come una delle “50 meraviglie del mondo”, sono sufficienti 20 dollari; nel giro di poche decine di metri il deserto lascia il posto a una foresta di mangrovie, e il viaggio si conclude dietro un vetro trasparente che consente di osserva-

re l’ecosistema di un oceano costituito da quasi quattro milioni di litri d’acqua. La struttura, inoltre, consente il controllo delle variabili ambientali in uno spazio circoscritto, e permette la sperimentazione di nuove tecniche e tecnologie che non potrebbero essere utilizzate nei cosiddetti “studi sul campo”. Dal punto di vista della ricerca scientifica, quindi, Biosphere 2 offre oggi un’opportunità assolutamente unica per la comprensione di come gli ecosistemi terrestri rispondono ai cambiamenti, e in particolare, in questi tempi così critici, ai cambiamenti climatici.

095


La divulgazione è fondamentale per la scienza; se rimane isolata la scienza perde i legami con la società e fallisce nel suo obiettivo Umberto Veronesi

La ricostruzione della sinistra a livello mondiale potrebbe avere aspetti simili, su scala planetaria, a quelli che hanno assunto in Europa alla fine dell’Ottocento la nascita delle prime organizzazioni degli operai e dei braccianti: società di mutuo soccorso, cooperative, banche popolari, e successivamente anche sindacati e partiti. Proviamo a discuterne.

English version

Codice Edizioni s.r.l. via G. Pomba 17 10123 Torino t +39.011.19700579/580 f +39.011.19700582 www.codiceedizioni.it info@codiceedizioni.it

EDIZIONI

Mark Maslin Riscaldamento globale pp. 200, euro 13,00

Contributors

Corrado Clini

Patrick Moore

Director general of the Italian Min-

A leader in the international envi-

Indian economist and scientist, he

istry for the environment, land and

ronmental field for over 30 years,

was elected chairman of the Inter-

Fatih Birol

sea, he is also vice-president of the

he is a founding member of Green-

governmental Panel on Climate

Born in Ankara in 1958, he is chief

European Environment Agency,

peace. In recent years, Moore has

Change (IPCC) in 2002. He is direc-

Non è tempo di farsi prendere dal panico, né di nascondere la testa nella sabbia. È tempo di agire.

economist at the Paris-based Inter-

president of the intergovernmental

focused on the promotion of sus-

tor general of TERI (The Energy and

national Energy Agency (IEA). He is

organization “Regional Environ-

tainability and consensus building

Resources Institute, New Delhi), an

also director of “World Economic

ment Center” in Budapest, presi-

among competing concerns. He is

organization promoting sustain-

Gabrielle Walker e Sir David King

Outlook”, the most authoritative

dent of the G8+5 Global BioEnergy

an advisor to government and

able development. On December

publication about energy markets

Partnership, vice-president of the

industry and chair and chief scien-

10, 2007, he received on behalf of

analysis. In the past, he also

International Partnership for the

tist of Greenspirit Strategies Ltd. in

the IPCC the Nobel Prize for peace

worked for six years in the Organi-

Hydrogen Economy, visiting profes-

Vancouver.

zation of the Petroleum Exporting

sor at Beijing’s Tshingua University,

Countries (OPEC) secretariat in

senior research fellow at Harvard

Richard A. Muller

Vienna.

University’s Center for International

Professor and academic researcher

Mario Pagliaro

Development and president of the

at the Physics department of the

Chemistry researcher at CNR and

Pino Buongiorno

European Environment and Health

University of California, Berkeley,

management professor at the

Deputy director of the weekly

Committee.

Muller is also a passionate popular

Higher School for Public Adminis-

Sergio Bellucci e Marcello Cini

Sergio Bellucci, Marcello Cini Lo spettro del capitale Per una critica dell’economia della conoscenza pp. 128, euro 14,00

Gabrielle Walker, Sir David King Una questione scottante Cosa possiamo fare contro il riscaldamento globale

Paul Roberts La fine del cibo pp. 496, euro 28,00

Prefazione di Luca Mercalli pp. 264, euro 25,00

magazine “Panorama”, he has

pp. 344, euro 26,00

Gabrielle Walker Un oceano d’aria pp. 280, euro 26,00

Per tutti quelli che sono preoccupati per il futuro del cibo, questo è un libro indispensabile, chiaro, completo e avvincente. Paul Roberts è andato ovunque e ha letto di tutto, ed è ritornato con la migliore analisi sull’economia alimentare globale che possiate trovare al giorno d’oggi. Michael Pollan, autore de Il dilemma dell’onnivoro

along with former American vice president Al Gore.

science writer and a trusted advisor

tration, he coordinates the activi-

been special correspondent, corre-

Co+Life

to the Department of defense of

ties of the Sicily’s Photovoltaics

spondent from the United States

Run by Stine Norden and Søren

the American government. His

Research Pole in Palermo. He is co-

and editor in chief of the editorial

Rud, two photographers commit-

book Physics for Future Presidents

author of nine books and tens of

team in Rome. He has recently

ted to cultural and environmental

is based on the noted and award-

scientific papers. Some of his

edited the essay collection Il

issues, Co+Life is a creative pub-

winning lecture series he held at

research group’s discoveries are

mondo che verrà. Idee e proposte

lishing company promoting inter-

Berkeley.

marketed globally.

per il dopo G8 (Università Bocconi

national premium photography

Camille Seaman

Editore), which was also translated

through books, exhibitions and

Sheila Olmstead

into English.

events, like Yann Arthus-Bertrand’s

Associate professor of environmen-

She studied photography with Jan

world-famous photo exhibition

tal economics at the Yale School of

Groover and has since taken mas-

Earth from Above.

Forestry & Environmental Studies

ter workshops with Steve McCurry,

and a visiting scholar at Resources

Sebastiao Salgado, and Paul Fusco. Her photographs have received

Stefano Caserini

Richard Muller Fisica per i presidenti del futuro

Rajendra K. Pachauri

Professor at Milan’s Politecnico, he has been conducting research in

Sören Hermansen

for the Future, her research inter-

the field of air pollution and cli-

Director of Energia Akademiet in

ests are in the area of environmen-

many awards including a National

mate change for years. He is a con-

Samsø, Denmark, he has been

tal and natural resource economics

Geographic Award (2006) and the

sultant for public and private bod-

working for years to make the

and policy, including both natural

Critical Mass Top Monograph

ies, and has collaborated on the

island energy independent, and

resource management and pollu-

Award (2007). In 2008 she was

revision of the Fourth IPCC report –

now takes his experience around

tion control.

honored with a one-person exhibi-

Working group III; he has published

the world as a consultant for vari-

tion, “The Last Iceberg” at the

tens of scientific publications and

ous public organizations. He was

National Academy of Sciences,

the book A qualcuno piace caldo.

nominated “Hero of the environ-

Washington DC. Her current proj-

Errori e leggende sul clima che

ment” in 2008 by the prestigious

ect concerns the beauty of natural

cambia (Edizioni Ambiente).

magazine “Time”.

environments in Siberia.

097


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oxygen

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Pagina 098

English version

08 – 12.2009

Publisher’s note

Robert Stavins 098

10-12-2009

Albert Pratt Professor of business and

government

at

Harvard

Vittorio Bo, Editorial Director

what, how and when to do things,

The interests of every single coun-

nuclear, distributed generation, car-

fight against climate change. This

in the name of a pragmatism that’s

try must converge in this way

bon dioxide capture and storage.

effort must take into account the

not filtered by the reasoning of dif-

towards a single common objec-

To win this challenge, companies

fact that these responsibilities and

Kennedy School and director of the

With the Copenhagen conference

ferent politics, but built upon the

tive: to spread the possibility of a

need a framework of rules of refer-

capabilities are shared by all. To this

Harvard Project on International

just a few days away, the timeliness

basis of objective facts. At the

better future by means of a new

ence that will help them quantify

regard, great importance is given

Climate Agreements, he is universi-

of the environmental issue by now

same time, political ties can only

energy culture. Keeping well in

and manage the risks connected to

to flexible mechanisms (CDM, JI),

ty fellow at Resources for the

is quite evident in all its importance

increase the efforts to reduce the

mind the fact that it’s not a certain-

their investments, increasing their

which permit the transfer of tech-

Future as well as research associate

and full complexity. The effects of

energy bills for families and busi-

ty, but can represent hope: deriving

medium- and long-term visibility. In

nology to developing nations,

at the National Bureau of Econom-

climatic change are multiplying:

nesses in the end. This can and will

from our role in the ecosystem, all

fact, you could say that under this

where the potential for reducing

ic Research. He was chairman of

the melting of glaciers, the deserti-

lead to an increase in employment,

of us, singly and together, will be

respect environmental conscious-

emissions with the same economic

the Environmental Economics Advi-

fication and the further increase of

thanks to the creation of new jobs

more greatly changed by our

ness and economic growth are two

outlay is higher, without compro-

sory Committee of the United

extreme events are all signals that

in the growing sector of the green

efforts to stabilize the climate than

sides of the same coin. Trying to

mising growth. Thus, we need a

States’ Environment Protection

we can no longer allow ourselves

economy, creating a synergy –

by the many technological innova-

fight climate change without creat-

great alliance between govern-

Agency (EPA), and lead author at

to ignore. Above all, we are realiz-

between environmentalism and

tions of the last century.

ing the economic conditions neces-

ments and private industry to

the Intergovernmental Panel on

ing that ecosystems are real infra-

economy – which will be based

sary to support research, innova-

determine new rules that can guar-

structures and we are aware of the

upon what have always been the

tion, and private investments

antee a reduction in emissions

need for better economic and

strengths of the modern industrial

would be a delusion.

while, at the same time, ensuring

Livio Vido

social development: so if the

system: research, innovation and

He joined the Enel Group in 2008

bridge is an infrastructure then so

entrepeneurship

as managing director of the Engi-

is the river below, too. Both sup-

The careful launching of cultural

neering and Innovation Division,

port our lives, both require mainte-

and informative policy will be

which manages all the engineering

nance, both have costs, both

equally important: the climate issue

and construction activities for ther-

require agreements on a large scale

shows just how important the

mal, nuclear and innovative power

so as to avoid problems. Reasoning

plants within the Enel Group. The division also includes the Enel’s

Climate Change.

Editorial A contribution from Copenhagen for a better world

To date, we still don’t know what

an economic advantage to the

outcome Copenhagen’s climate

companies that are able to intro-

conference will have. However, we

duce technical innovations.

know for sure that energy compa-

Let’s not forget that the private

nies have to be able to count on

sector will have to bear almost all

Fulvio Conti, Chief Executive

competitive conditions that are as

of the difficulties in the reduction

union of politics/cultural and social

Officer and General Manager, Enel

homogeneous as possible around

of emissions expected in the next

in terms of infrastructure leads us

communications is. In fact, only a

Energy companies throughout the

the world, and that only when this

decades, and therefore we cannot

to think in terms of expense, dura-

careful cultural policy will allow a

whole world are making significant

goal will be fully achieved will it

conceive a system that does not

Research Area, whose task is to

tion and responsibility: and when

real energy revolution, a continu-

investments, with decidedly long-

become possible for them to create

include private companies in a con-

develop several innovative projects,

we have a problem with the infra-

ous and widespread movement

term returns, in order to introduce

long-term, sustainable develop-

structive way.

from CO2 capture and storage to e-

structures we resolve them with

that passes through the production

environment-friendly technologies

ment, innovation and employment.

The whole world’s governments

mobility.

the help of science and engineer-

as it passes through consumption,

and, at the same time, increase

Furthermore, it is indisputable that

are called upon to create the con-

ing, and with collaborations and

through sharing as through individ-

efficiency when producing the

the reduction of carbon dioxide

ditions required for a modern, liq-

agreements often involving both

ual choice. Without this education-

energy we need.

emissions must be planned and

uid, transparent, global CO2 market

public and private sectors, and for

al effort, those who have no

This is a complex and challenging

achieved on a global scale in order

to be born – a market in which

financing as well.

knowledge regarding the environ-

task, requiring a large-scale struc-

to be effective. Partial solutions

every player can plan and imple-

The same modalities must now be

mental

the

ture and vast human capital, as well

would entail dangerous competi-

ment investments to make a tangi-

applied to the infrastructures of

improvements offered by alterna-

as the ability to act on different

tive distortions and, first and fore-

ble contribution to building a bet-

nature, because if it’s true that our

tive energies would not actually be

fronts at the same time. You have to

most, would make noteworthy

ter world.

civilization has caused global

able to take advantage of the pos-

go down every road: from energy

results impossible to achieve.

warming, that very same civiliza-

itive effects that this new concep-

efficiency to new technologies that

Only by introducing reasonable and

tion can provide the solution. Sci-

tion would bring about, and which

allow us to generate energy from

reachable goals in emission control

ence represents our only real way

due to their very nature, are not

alternative

including

will it be possible to get all of the

of intervening, suggesting to us

immediately tangible.

renewable sources, third-generation

world’s countries involved in the

emergency

and

sources,

099


oxygen

English version

08 – 12.2009

Connect the dots

not be made».

2001. He has worked at the World

Let’s end the debate. What is

What could have happened in the

Bank and at the United Nation’s

the main cause of climate chan-

age of 11 tons of CO2 every year.

The Long and Winding Road: from Kyoto to Copenhagen, and Then?

past few weeks to make the chair-

Development Programme. Today he

ge according to your research?

man of the Intergovernmental

is considered one of the most

In the past 50 years, it has been

public transportation. Moreover,

9. The United Nations’ Intergovern-

by Pino Buongiorno

panel on climate change (IPCC)

authoritative experts in his field,

mainly human action that has emit-

sions are Sweden, Germany and

improving thermal isolation and

mental Panel on Climate Change

«The best achievable result for

change his mind, and mood? The

with governments and internation-

ted greenhouse gasses in the

the problem of CO2 emissions,

France, at the top of the ranking,

building planning and reusing bio-

(IPCC) estimates that the planet’s

Copenhagen? Cutting between

IPCC organization gathers 2,500

al organizations constantly consult-

atmosphere.

its causes and effects and the

followed by India and Brazil. Italy

masses for heating would cut

global

25 and 40% of emissions by

scientists and was founded in 1988

ing him.

costs it generates. And the pos-

comes in only 44th (but is the tenth

another 35%. A 33% decrease

increased by 0,74 ± 0,18 °C in the

2020 and funding and transfer-

under the aegis of the UN, and has

sible actions to undertake. As

in the world, in terms of emissions

could be achieved by agriculture,

100 years preceding 2005. Unless

ring technologies from the rich

identified and documented with no

Why should we really act so ur-

soon as possible...

produced), while Saudi Arabia,

exploiting biogases and improving

drastic action is taken to reduce

to the poor». Conversation

trace of doubt the planet’s warm-

gently?

working on this now, and not

Canada and the United States

bovines’ diet. The energy supply

emissions, the IPCC’s projections

with Rajendra K. Pachauri,

ing. Its latest report, published in

Because the impact of climate

tomorrow?

that evaluates every single nation’s

material) used in making cement.

decrease to 85. Today, each Euro-

positive and structural actions to

Transportation could cut emissions

pean Union citizen emits an aver-

Mission: fewer emissions

limit global warming – the most

by 36% by improving cars’ energy

“virtuous” countries amongst the

efficiency and favoring railways and

Figures, statistics, estimates and

57 producing the most CO2 emis-

data that can help understand

100

1. The first 10 countries in terms of

come in last.

CO2 emissions represent two thirds

surface

temperature

Have the world’s governments understood they need to start

sector could instead cut 46% of

show that the planet’s global sur-

chairman of the Intergovern-

November 2007, warned the whole

change will worsen progressively.

Most of them have, although in

emissions by improving efficiency

face temperature should rise by

mental panel on climate chan-

world’s governments that in the

Right now we are not even able to

some cases action was slower to

ge and 2007 Nobel Peace prize.

near future, in the absence of quick

adapt to this impact.

come.

(67.2%) of the world’s yearly emis-

4. Italy ranks last amongst EU

at the user end, increasing renew-

about 1,1-6,4 °C in the next cen-

sions (28,431,741 thousand tons).

countries as regards commitment

able energy, using CO2 capture and

tury. It is estimated that every

counteraction, global warming will

China and the United States

to the Kyoto protocol goals.

storage techniques in every fossil

ton of CO2 emitted yields a

In the end of October he declared

lead to Arctic ice melting – sub-

In what phase of the environ-

Who is more sensitive to the

together surpass 40% of total

According to an Ecofys inquiry,

fuel plant.

0,0000000000015 °C increase in

he was «cautiously optimistic».

merging islands and entire coun-

mental battle are we?

issue: public opinion or govern-

emissions, while the European

with a four billion euro investment

global temperature.

During a video-conference with the

tries, such as the Maldives and Sey-

We have a very short window of

ments?

Union’s countries total 13.8%.

every year (0.2% of GDP), by 2020

7. The FAO, World Health Organi-

World Business Forum participants

chelles –, to one fourth of the

opportunity. If we don’t reduce

As I said: some governments are

According to data from the Euro-

Italy could reduce its CO2 emissions

zation and European food safety

10. A real-time simulation of every

in Milan, speaking from the Indone-

world’s species becoming extinct

emissions considerably in the next

really slow. That is why public opin-

pean Environment Agency (EEA),

by 29% compared to 1990, thus

authority (EFSA) estimate that the

nation’s CO2 emissions is available

sian island of Bali, 69-year-old

and to Africa’s crops dropping by

five or six years, getting tempera-

ion has to be more active, increas-

greenhouse gas emissions in the

reaching the 30% goal (should a

economic, health and social costs

at: www.breathingearth.net.

Rajendra Pachauri, winner of the

50% because of desertification.

ture increases and climate change

ing pressure on its elected represen-

EU in 2008 decreased for the

global agreement be reached in

related to climate change and pol-

For general information about the

Nobel prize for Peace in 2007 with

The overall outcome could be a 5%

under control will become very dif-

tatives.

fourth year in a row, especially

Copenhagen) set by the European

lution might reach 5% of the glob-

Copenhagen conference, and to

the former American vice president

downfall in global GDP, already put

ficult in the near future.

those due to fossil fuels.

Union in its “Climate and energy

al GDP by the end of this century.

test how well you know the issue

Al Gore, stated loud and clear his

to the test by the financial crisis and

package”.

According to the World Bank,

of climate change with the “Cli-

“message of hope” in view of

recession that has hit three quarters

Nevertheless, skeptics say the si-

developing countries will bear the

mate Quiz”: en.cop15.dk.

Copenhagen’s conference on cli-

of the planet.

tuation is not so alarming.

Not all of them. Some are moving

To calculate your carbon footprint:

mate change (December 7-18).

Pachauri is head of the IPCC since

What is your reply to those

forward, others aren’t. Bigger

2. Australia is the country with the highest per capita carbon dioxide

5. In 2007 greenhouse gas emis-

worst consequences: 100 billion

emissions (20.58 tons), followed by

sions in Italy totaled 553 million

dollars a year until 2050.

the United States (19.8) and Cana-

tons of CO2 equivalent. The indus-

da (18.81). In China yearly per

trial field is the first to blame (26%

capita emissions are 4.51 tons.

of emissions), followed by energy

Thus, per capita emissions in Aus-

suppliers (25%), transportation

tralia are almost five times higher

(23%) and construction (16%).

produces about 20 times the total

6. According to the WWF, the Ital-

emissions in absolute terms.

ian industrial sector could cut emissions by 44% by improving energy

than in China, although the latter

Are multinational, big and small companies ready?

www.carbonfootprint.com.

«Think green: that’s the color of the

2002 and was re-elected in Sep-

who call you a catastrophist?

groups and energy companies in

For advice on how to conserve

XXI century’s economic strategy»,

tember 2008. He has two Ph.D.’s,

In a free world, everyone has the

general seem to be the most sensi-

8. According to German physicist

energy and reduce emissions:

he explained for over an hour.

in industrial engineering and in eco-

right to manifest his or her own

tive and are trying to adapt. Let’s

Hans Joachim Schellnhuber, in

www.energysavingtrust.org.uk.

Less than a month later, inter-

nomics, from North Carolina State

opinions. Every time a new body of

hope they lead by example.

order to keep the global tempera-

viewed in his New Delhi office –

University. He started his career as a

knowledge has emerged in the his-

ture increase under 2 °C the world

which is full of cricket trophies (his

mechanical engineer before focus-

tory of scientific discoveries a few

must release a maximum of 750

favorite sport) and photographs

ing entirely on energy. He was

skeptical people have come up

billion tons of CO2 in the next 40

with the world’s most important

director general of the Tata Energy

doubting the new findings – even

years, i.e. about 110 tons for every

people (the most striking is the one

Research Institute (TERI), is current-

those that were backed up by

person currently on the planet. Tak-

with Bill Clinton) – the Nobel prize

ly a member of the Indian Oil Cor-

strong evidence.

3. According to German Watch’s

efficiency and the combined pro-

ing into account the 40% increase

seems disappointed. «I am not as

poration’s board of directors and

“Climate Change Performance

duction of heat and electricity, and

in world population that is expect-

optimist today», he says. «I’m

has been an economics consultant

Index” – the international report

by reducing the clinker rate (solid

ed by 2050, the per capita tons

afraid the necessary progress will

for the Indian government since

101


oxygen

102

English version

08 – 12.2009

Three Pillars of a New Climate Pact

the new climate agreement must

targets’’ were combined with an

engage all major emitting coun-

international emission trading pro-

tries – both industrialized and

gram, developing countries could

I think the heart of the debate

Why are you not as optimistic

What about India?

You often say Mahatma Gandhi

is quite clear: a few rich coun-

as you used to be about the

My country has a very ambitious

is the main inspiration for your

tries are reluctant to reduce

summit in Copenhagen?

national plan of action. The first

work. Why?

carbon dioxide emissions, while

The United States is the one of the

green mission is solar power, which

Because he was the first to under-

by Sheila Olmstead

the poorest ones ask for money

main reasons. I believe president

should develop 20,000 watt by

stand that we are destroying the

and Robert Stavins

2022.

planet’s resources in search of what

In order to be successful, any

First, emissions from developing

we call “prosperity”. He clearly per-

new international climate

countries are significant and grow-

insightful analysis of such growth

Europe continues to lead the

ceived that the current economic

agreement that will be signed

ing rapidly. China surpassed the

targets, please see Harvard Profes-

and technology to combat glo-

Barack Obama truly wants to make

bal warming. How can we con-

a change, but unfortunately he

vince the developed and deve-

does not have enough time and

developing.

fully participate without incurring prohibitive costs (or even any costs in the short term). (For a very

loping countries to find an

perhaps he has too many reforms at

battle against climate change.

growth and development rates are

in Copenhagen will have to

United States as the world’s largest

sor Jeffrey Frankel’s discussion

agreement?

stake. But the United States has the

How do you explain this?

not sustainable. But Gandhi was

contain three essential ele-

CO2 emitter in 2006, and develop-

paper for the Harvard Project on

The whole world’s public opinion

responsibility to do a lot more for a

European history, culture and values

important also because he said you

ments. In search of an equili-

ing countries may account for

International Climate Agreements.)

has to be aware of the scientific

better treaty.

come into the equation. European

have to be the change you want to

brium point between environ-

more than half of global emissions

societies have a long tradition, have

see in the world.

mental policy and the eco-

within the next decade. Second,

The second pillar of a successful

nomy.

developing countries provide the

post-2012 climate policy is an

best opportunities for low-cost

emphasis on the long run. Greenhouse gases remain in the atmos-

reality of climate change, and every country must do its best. That’s why

Is Obama not keeping the pro-

overcome difficult times, and know

in the climate change convention’s

mises he made during the cam-

resources are limited – so they are

Doctor Pachauri, what do you

general framework we hold a prin-

paign?

very careful about spending them.

do personally to decrease your

At the 15th Conference of the Par-

emissions reduction; their partici-

ciple of common but differentiated

He certainly needs to do a lot more.

CO2 emissions?

ties to the UN Framework Conven-

pation could dramatically reduce

phere for decades to centuries, and

What is the least you expect

I’ve become vegetarian. I consume

tion on Climate Change in Copen-

total costs. Third, the United States

major technological change is needed to bring down the costs of

responsibilities. Not all countries have the same responsibilities. But,

Who is stopping him? The oil

from the conference in

as little as possible: I turn off the

hagen, nations will continue nego-

and several other industrialized

first of all, there is an ethical issue

lobbies?

Copenhagen?

lights in my office even if I’m gone

tiations on a successor to the 1997

countries may not commit to sig-

reducing CO2 emissions. The eco-

that must be understood by both

It is no secret that lobbyists, who

Developed countries must make

only five minutes. And, in general, I

Kyoto Protocol, which expires in

nificant emissions reductions with-

nomically efficient solution will

the people and the political leaders

have a lot of money at their dispos-

specific commitments regarding the

try to lead a life that essentially sat-

2012. To be successful, any feasible

out developing country participa-

involve firm but moderate short-

of every country.

al, are getting organized and trying

need to reduce emissions. They also

isfies my needs instead of dissipat-

successor agreement to the Kyoto

tion. Fourth, if developing coun-

term targets to avoid rendering

to block the legislation in Congress.

have to commit to funding the

ing goods and services.

Protocol must contain three essen-

tries are excluded, up to one-third

large parts of the capital stock pre-

tial elements: meaningful involve-

of carbon emissions reductions by

maturely obsolete, and flexible but

What is your advice to huma-

ment by a broad set of key indus-

participating countries may migrate

more stringent long-term targets.

nity?

trialized and developing nations;

to non-participating economies

And what would be the best

Everyone must realize we need to

an emphasis on an extended time

through international trade, reduc-

Third, a post-2012 global climate

possible outcome?

walk as much as possible or go by

path of emissions targets; and

ing environmental gains and push-

policy must work through the mar-

Could we determine the cost of

This is absolutely true. Obama has

technology transfer that developing

transferring technologies from

to make good use of his political

countries badly need.

rich countries to developing

status, or we will never reach a

ones?

good treaty.

They are not that high. Especially if you compare them to what the

What do you think about Chi-

The roadmap defined at the Bali

bike, use public transportation,

inclusion of policy approaches that

ing developing nations onto more

ket rather than against it. To keep

world has spent to come out of the

na’s recent green turn?

conference: a strong decrease in

keep heating and air conditioning

work through the market, rather

carbon-intensive growth paths (so-

costs down in the short term and

recession: something around 3,000

In September, president Hu Jintao

emissions by 2020, somewhere

to a minimum. We have to think

than against it.

called “carbon leakage’’).

bring them down even lower in the

billion dollars. I think the costs

announced at the United Nations

between 25 and 40%, as well as

that every action of ours has an

would be close to what the British

that he would reduce greenhouse

funding for technology transfer

impact on the environment. If we

Consider the need for broad partic-

How can developing countries par-

change,

prime minister, Gordon Brown esti-

gas emissions by 2020. Of course I

from the rich to the poor.

are aware of this, we will always do

ipation. Industrialized countries

ticipate in an international effort to

instruments must be embraced as

mated: 100 billion dollars a year

expect he will propose specific fig-

the right thing.

have emitted most of the stock of

reduce emissions without incurring

the chief means of reducing emis-

would be more than enough.

ures now.

man-made carbon dioxide in our

costs that derail their economic

sions. One market-based approach,

atmosphere, so shouldn’t they

development? Their emissions tar-

known as cap-and-trade, is emerg-

reduce emissions before develop-

gets could start at business-as-

ing as the preferred approach for

ing countries are asked to con-

usual levels, becoming more strin-

reducing carbon emissions among

tribute? While this seems to make

gent over time

sense, here are four reasons why

become wealthier. If such “growth

long term through technological

as countries

market-based

policy

industrialized countries. Under cap-and-trade, sources with

103


oxygen

104

08 – 12.2009

low control costs may take on

commitments within the EU-ETS,

added reductions, allowing them

and other systems are likely to

to sell excess permits to sources

accept them as well.

with high control costs. The European Union’s Emission Trading

Countries meeting in Copenhagen

Scheme

established

in December should consider these

under the Kyoto Protocol, is the

three essential elements as they

world’s largest cap-and-trade sys-

negotiate a new climate agree-

(EU-ETS),

tem. In June, the US federal gov-

ment. A new international climate

ernment took a significant step

agreement missing any of these

toward establishing a national cap-

three pillars may be too costly, and

and-trade policy to reduce CO2

provide too little benefit, to repre-

emissions, with the passage in the

sent a meaningful attempt to

House of Representatives of the

address the threat of global climate

American Clean Energy and Securi-

change.

ty Act. Other industrialized countries are instituting or planning national CO2 cap-and-trade systems, including Australia, Canada, Japan, and New Zealand. Linking such cap-and-trade systems under a new international climate treaty would bring cost savings from increasing the market’s scope, greater liquidity, reduced price volatility, lessened market power, and reduced carbon leakage. Cap-and-trade systems can be linked directly, which requires har-

LET’S EMBRACE CHANGE. THE FUTURE WILL FOLLOW.

monization, or indirectly by linking with a common emissions-reduction credit system; indeed, this is what appears to be emerging even

TOMORROW’S ENERGY IS A SMART SYSTEM WHERE YOU ARE KEY.

before a new agreement is forged.

Pictured here is your position in the world of energy we are working towards: you are key. Every time you’re turning on a switch or plugging into a socket, you’ll be triggering a system where you play an active role. With the help of smart grids, we are building an internet for energy: everything will be connected. The big power plants that, thanks to clean coal, nuclear and hydrogen production, will be generating ever cleaner and available energy. Renewable sources, made more competitive by new technologies. And you will soon be able to exchange and generate the energy you need in new ways, such as with electric cars. By doing this we will be making better use of energy whilst keeping our lifestyle. A tangible sign of change for the future of the environment and people.

Kyoto’s Clean Development Mechanism allows parties in wealthy countries to purchase emissionsreduction credits in developing countries by investing in emissionsreduction projects. These credits can be used to meet emissions

COPENHAGEN 7TH – 18TH DECEMBER 2009

www.enel.com


oxygen

106

English version

08 – 12.2009

Italy-China: a model for after Copenhagen

energy consumption and emissions

logical partnerships.

and Italian experts has been identi-

ment has always played an impor-

and trustworthiness over the years.

lion euros. Therefore in 10 years,

are growing and are expected to

In this regard, through the Ministry

fied as the infrastructure for the

tant role in the conferences and

These businesses, including the

the co-financing of 176 million

increase significantly. The growing

of the Environment’s program of

preparation and accomplishment

the preparatory international con-

engineering

that

euros by the ministry has “moved” investments for more than 1,240

companies

by Corrado Clini

demand for energy in Asia and

environmental cooperation, Italy

of common projects and to this

sultations organized by the cities of

accompanied the ministry’s pro-

Italy has created a very effi-

South America to ensure the avail-

has achieved a very efficient part-

end, a permanent Italian-Chinese

Beijing and Shanghai.

gram in the extremely difficult con-

million euros for the development

cient bilateral partnership

ability of energy for their popula-

nership program model for achiev-

task force has been established

Within the “framework for the

ditions of the very first years of

and diffusion of sustainable low-

model for achieving results for

tions and economies represents an

ing results for sustainable develop-

since 2000, with headquarters in

country” and the bilateral agree-

work, represent a point of refer-

emission technologies in China.

sustainable development in

essential key for sustainable devel-

ment in China and for the effects

Beijing and Shanghai. The identifi-

ments more than 200 projects have

ence for the Italian entrepreneurial

This is an extraordinary achieve-

China and for the effects indu-

opment and an exit from poverty.

induced in the Italian firms. Our

cation of the projects was preced-

been created for the protection

initiatives in China today, also due

ment in terms of absolute value,

ced in the Italian firms through

And nobody can ask these coun-

collaboration dates from 1999,

ed by the definition of “framework

and

natural

to the continuous support from the

but just a “crumb” with respect to

a program of environmental

tries to fall into underdevelopment

when the Chinese Ministry of the

for the country “ for different

resources, the efficient integrated

National Institute for Foreign Trade.

the dimension of the investments

cooperation with China

to save the planet. On the other

Environment asked for our collabo-

macro-areas: energy-environment,

management of water resources,

The total value of the projects

necessary for the sustainable devel-

hand, without the contribution of

ration on China’s strategy for sus-

climatic change, urban environ-

the promotion of energy efficiency

accomplished or underway equals

opment of China and with respect

conservation

of

At the G8 in Aquila, the 18 most-

these countries, the reduction of

tainable development.

ment and air quality, integrated

in the construction and industry

338 million euros: the Ministry of

to the programs already underway:

developed nations on the planet

global emissions is purely a mirage.

At the end of the 90s, China had

management of water resources,

sectors, the diffusion of renewable

the Environment has co-financed

experience places Italy in pole posi-

agreed to reduce the global emis-

That is, these countries must be the

just started internal policy for envi-

sustainable agriculture, elimination

sources in urban and rural areas,

projects for 176 million euros

tion in the technological and indus-

sions of carbon dioxide by the mid-

ideal forum for the dissemination

ronmental protection, raised by

and substitution of dangerous

the development and use of the

through direct contributions by the

trial challenge that China has

century so as to limit the average

and development of “low carbon”

oppressive and dangerous pollu-

chemical substances, the fight

technologies and

“good meth-

Chinese institutions and through

decided to accept. But on one con-

increase of the global temperature

technologies capable of both sus-

tion. However, internationally the

against desertification and training

ods” for a “sustainable” agricul-

Trust Funds set up by the World

dition: to confirm the commitment

to two degrees with respect to the

taining economic growth and

credibility of the Chinese commit-

and re-qualification. Between 2001

ture as well as Chinese leadership

Bank and multilateral funds. The

in the coming years for bilateral

previous values of the industrial

reducing emissions, according to

ment was poor, and very few were

and 2004, for the presentation and

training in the fields of environ-

following entities have participated

partnership and to sustain China’s

revolution. This objective requires

the model of de-coupling between

inclined to risk investments in envi-

discussion of

ment and energy.

in the co-financing: Chinese insti-

reasons for technological coopera-

commitment from all the main

the GDP and the reduction of fossil

ronmental cooperation with China.

we co-organized national confer-

To involve and enhance the poten-

tutions, Italian firms selected by the

tion and against “environmental”

world economies to drastically

fuel consumption.

We decided to respond to China’s

ences on relevant topics which

tials of our technologies, the par-

Chinese authorities that are partic-

protectionism.

reduce fossil fuel contributions

In this perspective, according to the

request and challenge.

were attended by representatives

ticipation of Italian firms in the

ipating in the achievement of the

“basic materials”,

(petroleum/oil, gas and carbon) of

World Bank, lie the financial meas-

Since 2000, this environmental

and experts from agencies of the

achievement of programs co-

projects, U.N. agencies, the Global

worldwide energy consumption

ures adopted in 2009 by China,

cooperation program has been

U.N, the World Bank, the world’s

financed by the Ministry of the

Environment Facility, the World

through the development and dif-

Brazil and South Korea for combat-

developing through bilateral agree-

great urban areas and authorities

Environment is expected as a con-

Bank and multilateral funds from

fusion of technologies for energy

ing the economic crisis and also

ments with the ministries of envi-

of the management of large rivers

dition of the bilateral agreements,

the Protocol of Montreal for the

efficiency and for the capture and

sustaining growth through the

ronment, science and technology,

from the Ganges to the Mississippi.

and to this end, the Chinese

protection of the ozone layer, with

sequestration

for

development of innovative low-

water resources and forests, with

Many Italian firms participated in

authorities have chosen and will be

at least 162 million euros.

bio-com-

emission technologies: with its

the Commission for Reform and

these conferences, which often

choosing the Italian firms by means

In many cases, the bilateral cooper-

bustibles and nuclear energy.

investment of 400 billion dollars in

Development (NDRC), with the

introduced China for the first time

of the procedures provided by the

ation projects constitute the “fly-

In other words, Copenhagen must

2009, China is the “world locomo-

Academy of Social Sciences (CASS),

to such “key” topics as environ-

laws of China. Those who have

wheel” for further projects entrust-

not repeat the error made at the

tive” of the green economy. But,

with the municipalities of Beijing,

mental management. Furthermore,

chosen to share in the ministry’s

ed to Italian firms by the Chinese authorities and without financing

renewable

of

carbon,

sources,

Protocol of Kyoto, which commit-

as the Chinese President Hu Jintao

Shanghai, Souzhou, Tienjn, Xian,

the specific projects for Beijing and

program and work method, risking

ted only some nations to reduce

reminded the U.N. General Assem-

Lanzhou and Urumuqi, with the

Shanghai were preceded by our

and investing in the prospect of

from the Ministry of the Environ-

their emissions, binding neither the

bly in September, China alone can-

autono-mous region of Tibet, with

active participation in the elabora-

sustainable development in China

ment in the key sector of sustain-

most developed economy in the

not sustain the global economic

the Universities of Tsinghua, Tongji

tion of program strategies for the

have consolidated confidence with

able growth of the Chinese econo-

world – the United States – nor

recovery and the challenge for the

and Jiaotong and with the 2010

sustainable management of the

the Chinese market and the trust

my: according to a conservative

that of the emergent economies of

protection of the global environ-

World Expo.

Olympics and the World Expo, and

on their behalf by the Chinese

estimate, the economic dimension

Asia and South America, where

ment, and it needs strong techno-

The integrated work of Chinese

the Italian Ministry of the Environ-

authorities as to their competence

of these projects exceeds 900 mil-

107


oxygen

English version

08 – 12.2009

Photoreport 108

An Island’s Possibility: Samsø, Denmark

Hot Greenland

tions in the field of development

over 300 years, with the first elec-

now heated by district heating

marks the difference between Den-

itself, but finally a full-scale test site

tricity-producing windmills erected

plants, which pump hot water to

mark and the number of countries

was required in order to make fur-

in the 1930s. Therefore, it was easy

each house from a central heating

that choose to provide consumers

Greenland’s ice sheet is melting

by Søren Hermansen

ther progress. Samsø was chosen

to present modern windmills as

unit that uses biomass as fuel.

with fossil fuel derived energy at a

at an accelerating pace, accor-

A zero-emissions island, 100%

because it is an independent

something useful for the project.

Samsø has thus reduced the use of

low rate, effectively creating a

ding to the most detailed

energetically sustainable and

municipality of 4,200 people, iso-

The problem was deciding who

fossil fuel by more than 75%.

financial barrier for green technolo-

observations to date. Using

independent. Converted in just

lated from the rest of Denmark and

should own them and where to

The remaining 40% of houses uses

gies.

two independent measurement

ten years. This is the story of

therefore easy to monitor and

install them.

a combination of solar thermal

The Samsø project proves how high

techniques, the latest study

the Green Revolution in Samsø,

investigate.

(published in the journal

as told by its leader. Act locally,

“Science”) reveals that the mel-

think... locally?

ting accelerated rapidly over

The Energy Office suggested a plan

power for hot water and biomass

energy taxes can control consump-

or heat pumps for heating and ven-

tion and make new energy systems

The people in Samsø were not gen-

to ensure broad local ownership,

tilation; on top of this, many fami-

as feasible as traditional ones: fam-

erally aware of the plans that were

allowing anybody who wanted to

lies own windmill shares.

ilies will make the right decision for

the period 2000-2008. If the

In 1997, the small Danish island of

being made for their town at first –

invest in wind power to do so. This

Covering transportation with exist-

the environment if the bottom line

acceleration of melting conti-

Samsø was chosen to prove that it

the level of public information was

opportunity made it much easier

ing renewable energy technology is

is levelled out.

nues at the same rate, the sea

was possible to convert a commu-

quite low, so citizens did not think

for the public to understand why

more difficult. Electric cars are not

The project also proves that private

level from Greeland’s ice alone

nity to 100% renewable energy

these plans really related to them

wind power was central to the proj-

really ready for mass market, but in

citizens need a place to ask ques-

would rise by 40cm by the end

within a decade.

personally.

ect, and to accept windmills as part

the meantime Samsø has erected

tions, get help for calculations and

of the century. If the melting

The project was meant to be based

The establishment of local NGO,

of the landscape: a cooperative-

10 offshore 23 MW windmills,

planning, and find relevant infor-

continues at a steady pace

on existing and proven technology,

Energy Office in 1998, led to a

owned windmill will always look

which can produce the same

mation in general. The market is

Greenland ice will contribute

subsidy programs, Danish laws and

more direct contact with the pub-

better to its owners than one

amount of energy the island needs

flooded by products promoted by

an 18cm rise in sea level. The

regulations and, finally, on wide-

lic: having a campaign office with

belonging to somebody from out-

for transportation. For now, this

companies that want to gain new

ice sheet lost about 1500 giga-

spread public participation and

the sole purpose of informing and

side the community (very often an

surplus is exported to mainland

clients more than they want to pro-

tons (thousand million tonnes),

ownership.

engaging the local population

energy company). In Samsø, own-

Denmark and serves to reduce coal

mote a green culture, so consumers

from 2000 to 2008, which

In the 1970s, Denmark suffered

made a strong contribution to the

ers were serious about analyzing

power plants’ carbon emissions.

need an objective party to help

represents a rate of sea level

from the oil crisis but opted out of

project’s progress.

and discussing environmental issues

Samsø in fact now offsets more

them decide.

rise of about 0.46mm per year

the nuclear way, deciding instead

People in fact were really interested

such as the new infrastructures’

than 100% of its carbon emissions:

Finally, the project proves that peo-

from 2000-2008. The annual

to test and research the potential

in the initiative, but needed some-

impact on landscape and birdlife,

each of the island’s citizens pro-

ple are ready to make changes, but they need political guaranties that

rate for the period 2006-2008

of existing coal and gas power

body to organize and motivate

but they all agreed to go ahead

duces -3.7 tons of CO2 a year (ver-

was much higher, about

plants in combination with renew-

their efforts. Bringing change to a

with the project. Thus the “eyesore

sus the average Danish emission of

go beyond four-year election terms,

0.75mm. The Greenland ice

able sources of energy – such as

rather conservative community can

argument” appears to remain a

+10 tons!).

spanning at least their investment’s

sheet contains enough water

wind, solar and biomass power –,

be difficult: locals seem to be in the

problem only for people who gen-

The happy ending of this Danish,

10-year payback period. In Samsø

to cause a global sea level rise

and creating a system of decen-

habit of hesitating – “let’s just wait

erally do not accept windmills.

green energy fairytale is due to the

4,200 people have invested approx-

of seven metres.

tralised production units (e.g. com-

and see what happens, I do not

Today, 450 Samsø citizens own 11

progressive policy that Denmark

imately 60 million euro in less than

bined heat and power units, wind-

want to make the first move”

windmills with 11 MW capacity.

has upheld in the past 30 years.

a decade: that’s a lot of money per

powered waste incinerators that

seemed to be the general attitude.

They cover 100% of the island’s

Denmark is aware it depends on

capita, but it was financed by banks

use excess heat to provide heating

But the project needed to gain

demand for electricity.

imported fuel, and therefore has

and can be paid back in around ten

in nearby cities).

speed in order to achieve its goal of

Heating can be provided by bio-

created a tax system that controls

years. And in the meantime, in

Denmark boosted renewable tech-

going “100% renewable energy”

mass – i.e. farming and forest

the population’s consumption of

terms of carbon emissions Samsø

nology research and supported

in just 10 years.

industry “waste”, such as straw

fossil fuels, redirecting this tax rev-

has already become one of the

manufacturers and buyers of wind-

Wind power was well known in

from wheat fields and woodchips

enue towards scientific research

greenest places on Earth.

mills and renewable energy sys-

Denmark and in Samsø. Windmills

left over from trees cut in the

and subsidies in the field of renew-

www.energiakademiet.dk)

tems. This led to impressive innova-

have been built in Denmark for

forests. In Samsø, 60% of houses is

able energy technologies. This

109


oxygen

English version

08 – 12.2009

Enel’s Green Harbors 110

Mobility accounts for 30% of the

sel that’s stationary in the harbor

the natural resources available and

by means of connecting it to the

furnishing an ever greater contri-

ground system and turning off the

bution to the international objec-

The end of the oil age

Isn’t the term “revolution”

Personally, what do you expect?

Isn’t Barak Obama’s election the

President Barak Obama might

hackneyed?

I hope a general political framework

third factor?

still need some time to allow

by Pino Buongiorno

Let me explain why I use this term.

will emerge, a rough agreement

The new American administration

the congress to approve the

greenhouse effect and it is a vitally

auxiliary engines onboard. This

tives of controlling climate-altering

And the beginning of the age

In order to confront the two main

amongst all countries that will be

really has a special role, as it has

new legislation.

important challenge for us to find

technology, which allows for a

and polluting emissions.

of electricity. Interview with

issues we are facing today – energy

better specified later. In a nutshell, I

defined the issue of climate change

He needs time, but the rest of the

solutions for the climatic changes.

30% reduction of CO2 emissions

Fatih Birol, chief economist at

security and climate change – we

expect Western countries to set the

as the top priority in our times’

world doesn’t have much left.

In this sector, the use of electric

and more than 95% of that of

the International Energy

really need to make a great revolu-

goal of reducing emissions by 2020,

agenda. But it now has to keep the

According to our surveys, if an

energy is particularly efficient

nitrogen oxide and dust, has

Agency (IEA).

tion both in the way we produce

and even beyond that, and that

promises made during the cam-

agreement is not reached in Copen-

because both the local emissions of

already achieved important prece-

energy and in the way we use it.

developing countries such as China,

paign. I think many European coun-

hagen, the cost of the plans that

polluting substances and the glob-

dents in Northern Europe (for

2010 will be a revolutionary year.

India and Brazil will make a specific

tries and Japan are also creating a

were approved during July’s G8 in

al CO2 emissions are avoided. And

example, at Göteborg in Sweden)

“It will mark the beginning of a

Has the financial and economic

commitment about total CO2 emis-

fertile ground for the revolution.

L’Aquila will increase by 500 billion dollars every year.

also with the present Italian mix-

and in the United States, and is

new era, the era of electricity, tak-

crisis promoted or slowed down

sions, based on their national poli-

But, to be honest, we must not for-

ture of fuels, which has a high level

progressively involving the most

ing the place of oil.” In his Paris

this epochal turning point?

cies. If this will be the general goal,

get that China is on the frontline in

I can consider myself an optimist.

the fight against climate change.

What is your assessment of the

According to our estimates, China

European Union’s behavior? At

of fossil fuels such as gas and oil,

important harbors all over the

office, only a few steps from the

It has created two effects, a posi-

the mobility of electricity ensures

world.

Eiffel Tower, Fatih Birol – born in

tive and a negative one. The posi-

the elimination of a significant pro-

In this regard, for the harbor of

Ankara 51 years ago, and now

tive effect regards climate change

What has changed in the

will cut CO2 emissions by a gigaton

least in this field, it has taken a

portion of CO2 emissions (as well as

Civitavecchia, Enel has prepared

chief economist at the Internation-

because, while in the past 15 years

world’s governments in the past

[i.e. a billion tons] by 2020, which

leading role.

almost totally zeroing local emis-

the executive planning for the first

al Energy Agency (IEA) – doesn’t

CO2 emissions have increased

few years, also under pressure

equals 25% of the reduction we

The EU is certainly on the vanguard,

sions of unburned hydrocarbons,

electrified quayside in the Mediter-

seem to have any doubts at all.

every year by 3% on average, we

by public opinion?

need globally in order to start the

which is a good thing – but I think

NOx and dust) by improving the

ranean, which will be dedicated to

“Especially if the Copenhagen cli-

expect them to decrease by 3% in

Basically,

revolution’s virtuous journey.

it should be careful not to end up

overall energy efficiency of the

cruise-ship traffic and endowed

mate change conference will give a

2009. This is a huge window of

changed world leaders’ psychology:

chain of production of electricity in

with power equal to 20 MW. Enel’s

strong message, as I hope,” he

opportunity.

one was the price of oil reaching

Why has Beijing decided to take

comparison to the other options

project is even more detailed and

adds. “This is a very favorable

147 dollars. The other was 9/11.

this important step?

that are available of local energy

also regards the inside of the har-

moment, also because of the

What about the negative effect?

It’s a very favorable situation for

Does green business make sen-

production.

bor: electric mobility (for both mer-

financial crisis and of the changes

A lot of investments that had been

Chinese people, who can reduce

se, or is it just a fad?

two

things

radically

like Don Quixote. What I mean is the European Union needs partners.

For this reason, Enel is working on

chandise and people), the installa-

happening in the world’s political

planned have been postponed, e.g.

pollution and their dependence on

Of course it makes sense. Why else

two projects: the electric car and

tion of a system for the production

scenario.”

various nuclear plants, each one

imported oil at the same time.

would the United States and China

the “Green Harbors”.

of energy based on renewable

Birol is neither a guru nor a vision-

costing an average of 5 billion

Traffic at sea – cruise-ships, ferries

sources, artistic lighting with low-

ary. His speaks as the renowned

euros. But as I said, if Copenhagen

So will China play the leading

ton? It’s certainly not out of moral

and freight vessels – is under the

consumption leds, energy efficien-

economist and established expert

will send a strong, direct message to

role at Copenhagen’s summit?

reasons. They want to profit from it,

care of international institutions as

cy interventions about consump-

he is, basing his words on figures

investors – i.e. that if they continue

Actually, there will be two protago-

they want to arrive first in the race

regards the adoption of policies for

tion in the harbor and the offer of

alone: that’s why all governments

to build traditional coal plants they

nists: China and the United States.

towards new technologies. Here’s

minimizing the impact upon the

PURE Energy guaranteeing that the

consult him. They call him “Mister

will be punished by new climate

They are the two major producers

an example: according to our analy-

be ready to push the revolution but-

environment from climate-altering

energy originates from renewable

Energy”. Before joining the IEA –

regulations – we can expect

of carbon dioxide in the world and

ses, transportation will be a key ele-

and polluting emissions (about

sources.

the organization born from a rib of

investors to come back and recon-

total 40% of global emissions

ment in the revolution. Only 2% of

20% of the pollution in harbor

With the “Green Harbors” project,

the OECD, which brings together

sider their choices. Thus, let’s wait

together. Without them, there is no

the cars sold in the world today are

cities is caused by the emissions

Enel has therefore undertaken a

30 Western countries – in 1995, he

and see what happens in Denmark.

chance of arriving to a sensible

advanced, hybrid, etc. In order to

produced by stationary vessels,

path toward the harbor of the

worked at OPEC in Vienna for six

agreement.

have a temperature that is no more

fueled by diesel motor-generators).

future, a “zero emissions” harbor

years. That is to say he knows both

than two degrees higher than pre-

Enel, proposes a solution: quayside

capable of minimizing the environ-

the world of fossils fuels and that

industrial levels by 2030, 60% of

electrification (or cold ironing), that

mental impact throughout the

of new technologies very well.

cars will have to be electric. And

is to say, electrically fueling the ves-

logistics chain, making the best of

looking at what is happening in

111


English version

112

China, we see they are investing a

Where did it take place?

Let’s take Italy for example.

lot in that kind of vehicle.

Mainly in the United States, but also

What do you think is the best

in Russia and Africa. If the economy

energy mix for an industrialized

Global warming: Presidential summary – The buck stops here

Let me try to summarize what we

years might also remain low. Cli-

has been neglected in the past by

know and don’t know. Humans are

mate has a variable and random

the

responsible for a 36% increase in

component, and the alarmists

deserves central attention. Ultimately, the real issue is the

federal

government,

and

Obama also talks about the op-

will recover and the demand for oil

country?

atmospheric carbon dioxide, most

might lose their acolytes if addi-

portunity to create four million

will become stronger in conse-

I would increase the share of

by Richard A. Muller

of it in the last century. Soon, pos-

tional warming doesn’t continue in

developing world. Freezing carbon

new jobs. Do you believe that?

quence, especially in countries like

renewable energies and speed up

Part science and part current

sibly within your presidency, the

the near term. But even if that hap-

dioxide emissions in the United

Green business indubitably creates

China, the price of oil will increase a

plans for nuclear plants, while

affairs; part physics and part

increase will probably surpass

pens, real dangers persist. Our cur-

States – even cutting back below

jobs. Whichever country will be first

lot. That’s not good news for the

decreasing the share represented by

politics: this is Richard Muller’s

100%; that is, the carbon dioxide

rent 36% increase in carbon diox-

1990 levels – delays the effects of

in these technologies (solar, air,

still very fragile global economy.

fossil fuels. Italy depends on oil

“presidential summary” on

in the atmosphere will be double

ide is barely having discernible

carbon dioxide by only a few years.

products too much today, and

how to face the challenges

its historic level – a level it has not

effects (despite the exaggerations

The booming economies of China

nuclear power etc.) will not only have the know-how to make a dif-

What is your estimate of the

needs to diversify its gas supply

of global warming. Physics for

exceeded for 20 million years.

of the most vocal alarmists), but

and India will quickly fill in for the

ference, but will also be able to

price per barrel next year?

sources as much as possible.

Future Presidents, but also for

Huge and complex computer mod-

when the increase reaches 100%

United States. If you address global

the citizens of the 21st century.

els are working to figure out what

and beyond, the effects should be

warming only with feel-good

such a level will do to the bios-

more obvious. The real danger in

measures (such as encouraging the

reduce production costs. Therefore

By choice, we never make esti-

it will have a competitive advantage

mates. But I can tell you there will

Energy security is the other big

over the other countries. I have been

be a strong upward trend and

issue alongside climate change.

As president, you may be confront-

phere. These programs are hope-

shouting that the sky is falling is

use of expensive solar power in the

saying for some time that compa-

prices will be higher than today.

There’s a widespread fear of

ed with war, terrorism, oil short-

lessly

that it might not fall right away

United States), then you are avoid-

new wars.

ages, and many other threats to US

attacked as such. They predict that

and people will lose interest.

ing the real issue and not fulfilling

have to increase their efforts and

What would happen should the

My number one worry is that ener-

national security, but the most

temperatures will rise between 3°F

All presidents have to cope with

your responsibility as president.

market shares in clean technology.

recovery be slower?

gy and geopolitics are growing

complex physics issue you will face

and 10°F in the coming decades.

uncertainty. That’s what makes the

What can you do? If I were presi-

Should there be a new decline, 50-

increasingly intertwined. Energy

may well be global warming.

Such an increase could be extreme-

job so tough. You can’t afford to

dent (fortunately there is no

Is the oil age really over?

60 dollars. But, that said, the 20

should just be a business. But if we

Unfortunately, you will not be able

ly disruptive to world affairs, not

be optimistic; the downside is too

chance of that happening), I would

Not yet, but it will be soon. Today

dollars per barrel of 10-15 years ago

look at the future, we realize the sit-

to master the complex science of

only because of the temperature

awful. Yet there are real dangers in

fund strong programs in energy

nies that want to be leaders will

inadequate

and

easily

everything is based on oil, so we

are history. The age of low-cost oil is

uation is actually bound to worsen.

the atmosphere, the dangers of

change itself, but also because of

being overly pessimistic; the

efficiency and conservation. I

have to prepare to face that

over. My motto is we have to aban-

That’s why, as I said, it is important

carbon dioxide, and the unknown

associated changes in climate pat-

expense of coping with the carbon

would raise the miles-per-gallon of

moment and we have to start

don oil before it abandons us. We

for all countries, starting from Italy,

but potentially dangerous positive

terns.

will

dioxide increases can be huge.

autos substantially by increasing

working on that now. Automotive

should not wait to use the last drop

to diversify both energy sources and

feedback effects.

increase;

won’t.

Remember this: the real reason we

the government CAFE (Corporate

technology has to change and, if

before changing.

countries from which oil and gas

Almost nobody has. In this book I

Maybe

are worried is not that complex

Average Fuel Economy) require-

are imported.

Maybe

hurricanes

maybe rainfall

they

patterns

will

have just touched on the subject,

change; maybe they won’t. Maybe

computer models predict dire con-

ments. I would support efforts at

to build a lot of electric plants. We

When will that happen? In

and I had to leave a great deal out.

the region of the North Pole will

sequences. The reason is that sim-

clean coal, particularly efforts at

will have to change infrastructures.

2030, in 2040?

What is a president to do? The sub-

lose most of its ice; maybe it won’t.

ple physics calculations of the

sequestering carbon dioxide. I

In fact, today is already late.

It depends on us. I hope there will

ject is not made easier by the abun-

It seems likely that the ocean sur-

greenhouse effect show that we

would encourage the development

always be oil underground, but that

dant exaggerations on both sides.

face waters will become signifi-

are entering an unprecedented

of nuclear power, particularly fis-

we won’t need it.

we need electric cars, we will have

Some say that warming will be

cantly more acidic. That change

regime of climate uncertainty in

sion plants (because I think fusion

explored?

good because it will enhance crop

may be disastrous for ocean life, or

which human emissions could

is too far in the future to really help).

Here’s one figure: in 2009 our

production and take the chill out of

maybe not. The danger in exagger-

soon cause disruptive changes.

I would work to convince the public

agency has recorded a decline in oil-

the air. Others show images of

ating our certainty is that we could

Does a president dare take the risk

that nuclear waste storage is a

related investments of over 90 bil-

Florida and Manhattan under

actually have a period of cool

of not addressing these concerns?

solved problem, and make sure that

lion dollars. That’s a significant

water and suggest that, unless we

weather in the next few years. The

Certain steps are pretty obvious.

Yucca Mountain is readily approved.

reduction.

act, we should expect countless

hottest year on record was 1998;

Conservation can be comfortable

I would see that China and India are

cities to be destroyed like New

we have not exceeded that tem-

and can actually save money. It has

given substantial carbon credits for

Orleans. Hyperbole is rampant, and

perature in a decade, and the aver-

value for other national issues,

building IGCC coal power stations

it doesn’t make your job any easier.

age temperature over the next 5

such as energy independence. It

and nuclear plants. I would encour-

Are new oil reserves still being

113


oxygen

English version

08 – 12.2009

age technical developments in solar 114

Nuclear Renaissance

and wind technologies. I would can-

On the other hand, 439 nuclear

follow because of its focus on

Still, renewable energy does have

Concern: Nuclear plants are not

Concern: Nuclear reactors are vul-

energy, and will play a key role in

plants operating globally avoid the

renewable energy -- particularly

an important place in the world’s

safe. Fact: The Chernobyl incident

nerable to terrorist attack.

achieving global energy security.

release of nearly three billion

wind and solar power – and, per-

energy mix. While solar is too

was the only case of injury and

Fact: The six-feet-thick reinforced

With the Copenhagen Summit

cel subsidies on corn ethanol and

by Patrick Moore

put all the biofuel emphasis on

«A combination of nuclear

tonnes of CO2 emissions annually –

haps more importantly, because

expensive and inefficient, I strongly

death to the public from a civilian

concrete containment vessel pro-

approaching and climate change at

switchgrass, miscanthus, and other

energy, geothermal, biomass

the equivalent of the exhaust from

the previous German administra-

support the use of hydroelectric,

nuclear reactor. And it was an acci-

tects the contents from the out-

the top of the international agenda, we must all do our part to

more efficient crops. I would

and hydroelectric is a safe and

more than 428 million cars, more

tion supported the phase-out of

biomass, and geothermal energy.

dent waiting to happen. This early

side as well as the inside. And even

encourage developments in effi-

environmentally-friendly means

than half the cars in the world

nuclear power.

Yet it is totally unrealistic to sug-

model of Soviet reactor had no

if a jumbo jet did crash into a reac-

encourage a nuclear energy renais-

cient lighting, particularly fluores-

of meeting the world’s increa-

today.

Yet a recent study from the

gest, as many environmentalists

containment vessel, was an inher-

tor and breach the containment,

sance.

cent

sing energy needs».

To

our

Rheinisch-Westfalisches Institut in

do, that renewable energy and

ently bad design and its operators

the reactor would not explode.

Further information:

diodes. Insulation is better than

dependence on coal, we must

Essen reports that the country’s

conservation alone can meet the

literally blew it up.

There are many types of facilities

www.GreenspiritStrategies.com

heating; cool roofs (not necessarily

work together to develop a global

investments in renewable energy

world’s growing energy needs.

The multi-agency UN Chernobyl

that are far more vulnerable,

lights

and

light-emitting

substantially

reduce

white) save more energy than air

In the early 1970s, my conviction to

nuclear

infrastructure.

have not worked out as planned.

Forum reported in 2006 that only

including liquid natural gas plants,

conditioners and are often a better

save the environment inspired me

Nuclear energy is clean, cost-effec-

Renewables still produce a small

Recognizing this fact, many coun-

56 deaths could be directly attrib-

chemical plants and numerous

alternative to rooftop solar cells. I

to join Greenpeace's first voyage up

tive, reliable and safe.

portion of the country’s electricity.

tries around the world, including

uted to the accident, most from

political targets.

would keep in mind that my

the spectacular rocky northwest

I am not alone among seasoned

For example, in 2008 solar energy

Italy, are moving to support nuclear

radiation or burns suffered while

emphasis must be on technologies

coast to protest U.S. hydrogen

environmental

and

produced only 0.6 percent of the

power. To reduce its dependence

fighting the fire.

Concern: Nuclear fuel can be

that the developing world can

bomb tests in Alaska's Aleutian

thinkers in changing my mind on

country’s total electricity produc-

on fossil fuels and imported power,

Tragic as those deaths were, they

diverted to make nuclear weapons.

afford.

Islands. At the time when I helped

the subject. James Lovelock, father

tion, despite a massive subsidy of

the Italian government recently

pale in comparison to the more

Fact: The fact that nuclear technol-

found Greenpeace, I believed that

of the Gaia theory and leading

$12.4 billion.

announced it will begin building

than 5,000 deaths in coal mine

ogy can be put to evil purposes is

energy

activists

The really good news is that we are

nuclear energy was synonymous

atmospheric scientist believes that

And at 10.2 tonnes of CO2 per

new nuclear power plants, with

accidents worldwide every year.

not a justifiable argument to ban

currently wasting vast amounts of

with nuclear holocaust, as did most

nuclear energy is the only way to

capita, Germany’s carbon emis-

the aim of having 25 percent of the

Or the 1.2 million people who die

its use. Moreover, nuclear weapons

energy. That is even truer in the

of my compatriots.

avoid dangerous climate change.

sions are substantially higher than

country’s

in automobile accidents annually.

are no longer inextricably linked to

developing world. Conservation is

Almost forty years later, my views

Stewart Brand, founder of the

other countries in Europe – despite

nuclear by 2030.

Nuclear energy is one of the safest

nuclear power plants. Centrifuge

the greatest investment. After all,

have changed, and the rest of the

Whole Earth Catalogue and holistic

the billions invested in renewables.

That's not to say that there aren't

technologies we have invented.

technology now allows nearly any

the cheapest way to remove carbon

environmental movement needs to

ecology thinker says the environ-

France and Sweden are among the

real challenges – as well as various

from the atmosphere is never to put

update its views too, because

mental movement must embrace

lowest carbon emitters in the

myths – associated with nuclear

Concern: Nuclear waste will be

the need for constructing a nuclear

it there. Sequester it in its current

nuclear energy is the only non-

nuclear energy to reduce its

industrialized countries because

energy. Each concern deserves

dangerous for thousands of years.

reactor.

careful consideration.

Fact: Within 40 years, used fuel

energy

supplied

by

nation to enrich uranium without

form; keep coal, oil, and gas under-

greenhouse-gas-emitting power

dependence on fossil fuels. The

they have made significant invest-

ground. You have the toughest pos-

source that can effectively replace

late Bishop Hugh Montefiore,

ments in nuclear power, with

has less than one-thousandth of

A combination of nuclear energy,

sible job ahead of you. The buck will

fossil fuels while satisfying the

founder and director of Friends of

nuclear supplying 80 percent of

Concern: Nuclear energy is expen-

the radioactivity it had when it was

geothermal, biomass and hydroelec-

stop with you. You’ve taken the first

world’s increasing demand for

the Earth UK, was forced to resign

France’s electricity and nearly 50

sive. Fact: Nuclear energy is actual-

removed from the reactor. And it is

tric is a safe and environmentally-

step in learning some physics.

energy. Let’s examine the largest

when he penned a pro-nuclear

percent of Sweden’s.

ly one of the least expensive ener-

incorrect to call it waste, because

friendly means of meeting the

Keep it up. Learn more. Best of luck.

global greenhouse gas emitter:

article in a church newsletter. Earli-

The new coalition government in

gy sources. An independent com-

95 percent of the potential energy

world’s increasing energy needs.

coal. Although it provides cheap

er this year Stephen Tindale, for-

Germany is moving away from the

parative study published in January

is still contained in the used fuel

By sharing information, a growing

From Physics for Future Presidents,

electricity, worldwide coal burning

mer executive director of Green-

planned phase-out of nuclear ener-

2008 by the Brattle Group for the

after the first cycle. It is now possi-

network of consumers, environmen-

published in Italy by Codice Edi-

creates approximately nine billion

peace UK, has come across to sup-

gy,

without

US state of Connecticut estimated

ble to use that energy and to

talists, academics, labor organiza-

recognizing

that

zioni (in 2009) under the title Fisica

tons of CO2 each year, mostly from

port nuclear energy. Such opinions

nuclear power, Germany would

that nuclear energy (at $4,038 per

greatly reduce the amount of

tions, business groups, community

per i presidenti del futuro.

power

Coal-fired

have been met with inquisition-like

have to continue building more

kilowatt) may have the highest

waste that needs treatment and

leaders and governments now real-

© 2008 by Richard A. Muller. Publi-

plants cause acid rain, smog, respi-

excommunication from the anti-

coal and gas-fired power plants

capital cost, but still produces the

disposal.

ize the benefits of nuclear energy.

shed by arrangement with Roberto

ratory illness, mercury contamina-

nuclear priesthood.

while continuing to import electric-

least expensive electricity, except

Recently, Japan joined France,

Nuclear energy is one of the most

Santachiara literary agency.

tion, and are major contributors to

Germany is often touted by anti-

ity from France – electricity that is

for combined cycle natural gas

Britain and Russia in the nuclear-

important technologies in support

greenhouse gas emissions.

nuclear groups as an example to

produced by nuclear energy.

with no carbon controls.

fuel-recycling business.

of safe, clean, reliable baseload

generation.

115


oxygen

116

English version

08 – 12.2009

Clear Objective: Zero Emissions

Photoreport

nario like this is the production and

tribute to the development of a

iting the nitrogen oxides. In collab-

However, the CCS technologies are

a Chinese carbon power plant.

spreading of technology and low-

full-scale project at the new carbon

oration with General Electric, Enel

still characterized by high costs

Therefore, in order to create a real

carbon technologies in the field of

power plant at Porto Tolle (Rovigo).

is the very first in the world to suc-

deriving from the fact that this kind

technological revolution, a new

100 places to remember (before they disappear?)

by Livio Vido

energy in the industrial and trans-

This second power plant will have a

ceed in developing an incinerator

of power plant penalizes the effi-

agreement between companies

To satisfy the growing need for

portation sectors.

capacity for capturing about a mil-

for turbo-gas capable of utilizing

ciency of the electric power plants

and institutions is needed where

117

energy, we cannot do without

Regarding the production of elec-

lion tons of CO2 a year and will be

pure hydrogen as a combustible,

where they are installed.

they will work together to create

“100 Places to Remember

fossil fuels. And the modern

tric energy, the main answers can

backed with financing of approxi-

thus considerably limiting the emis-

To promote the diffusion of this

the necessary conditions to achieve

Before They Disappear”

technologies of CCS – Carbon

be found in renewable sources,

mately 100 million euros from the

sions of nitrogen oxide. The incin-

technology, it is therefore neces-

these technologies and allow for

(www.100places.com) is an

Capture and Storage – are

nuclear power and technologies

European Union under the aus-

erator has already been applied on

sary to provide a strong technolog-

their diffusion on a worldwide

exhibit that will be presented

working toward creating ther-

capable of reducing or annulling

pices of the European Economic

a full-scale within the carbon

ical commitment to reduce costs.

scale.

in Copenhagen during COP15:

moelectric power plants

the CO2 emissions produced by

Plan for Recovery program.

power plant at Fusina (Venice).

This effort must be associated with

100 snapshots by some of the

without smokestacks and

power plants, known as CCS –

significant public support in order

world’s best photographers,

without emissions.

Carbon Capture and Storage.

High-pressure oxygen combustion.

Sequestering. Once the CO2 has

to avoid that the lack of perspec-

taken in 100 places all over the

According to the IEA, CCS will

Carbon is burned at a high pres-

been captured, it is transported by

tive profits from the investments

world which, according to IPCC

The International Energy Agency

reduce power plant CO2 emissions

sure by utilizing oxygen in place of

means of specific pipelines to the

induces private electric companies

reports, risk disappearing or

(IEA) estimates that the worldwide

up to approximately three billion

air; the fumes produced by the

geological storage depots. There

to abandon the development

could be seriously threatened

demand for primary energy will

tons per year, but the limited level

combustion are made up of CO2

are three different kinds: depleted

plans.

by the effects of global war-

grow by 40% in the time period of

of maturity of these technologies

and water vapor, and it is possible

carbon mines (which have limited

Furthermore, it will be necessary to

ming. Oxygen offers a preview

2007-2030. Corresponding to this

impedes diffusion on a large scale.

to capture the CO2 thanks to a sim-

storage capacity, but allow for the

encourage the sharing of the

of this project, which was crea-

will be a significant increase in the

For this reason, Enel has launched

ple process of condensation. The

recovery of the methane gas disori-

developed countries’ experience

ted by Co+Life, founded by Sti-

demand for electric energy with an

an ambitious program to promote

process guarantees an elevated

ented by the injection of CO2),

and know-how with the emergent

ne Norden and Søren Rud, who

annual growth of 2.5%.

the development on an industrial

efficiency (~35%), but the need to

deep-water saltworks (which have

and developing countries. China

are also behind the famous

By the year 2030, the international

level. Our projects cover all possible

radically modify the combustion

considerable storage capacity and

and India are in fact responsible for

exhibit “Earth from Above.”

energy scenario will be character-

means of capturing the CO2 from

process does not make it suitable

wherein the CO2 is transformed by

about 28% of the CO2 emissions

ized by the 4,800 new Gigawatts of

the smokestacks of our power

for the retrofit of existent power

a process of mineralization) and

worldwide that are tied to the pro-

1. Chicago, Illinois, USA.

installed power (almost five times

plants.

plants. So it it’s a matter of a medi-

depleted gas and oil deposits (the

duction of electric energy and

Chicago is the third most densely populated city in the United

CO2 can also be used to recover the

based, on the IEA’s estimates, CO2

residual quantities of combustibles

emission will double between now

States, as well as one of the most

present).

and 2030. Economic growth will

interesting from an artistic point

bon is pre-treated and converted

Enel, in collaboration with Eni, is

further determine a considerable

of view. Over the past 30 years,

into a mixture of CO2 and hydro-

developing the first Italian integrat-

increase in the demand for electric-

the average temperature has risen

um-long-term solution.

the present capacity of all the power plants in the U.S.A.) notwith-

Post-combustion capture. The CO2

standing an important development

is removed from the power plant’s

Pre-combustion capture. The car-

of renewable sources, and by the

fumes by a process of chemical

growing weight of fossil fuels, with

absorption. This procedure seems

the use of carbon growing to cover

to be the most promising, both for

gen (gasifying process of the car-

ed project for the capture and

ity, which is already being met with

by 1.5°C and is destined to rise

44% of the total mix.

the technological maturity it as

bon). The CO2 is removed from the

sequester of CO2. The carbon diox-

the construction of new fossil fuel

even further. © Jim Richardson/Getty Images

If policies don’t change, all this

achieved as well as for the possibil-

mixture and the hydrogen is uti-

ide produced by the pilot power

power plants.

translates into an alarming increase

ities of its application to the exis-

lized to produce energy. The tech-

plant in Brindisi will be injected into

Enel is already moving in this direc-

of carbon dioxide (CO2) emissions

tent power plants. We are already

niques of gasifying the carbon are

one of the Eni’s gas storage wells.

tion: last Sept. 14th, Enel, the Ital-

2. Gujarat, India.

that will grow from 28,8 billion

creating a pilot project at the car-

already available, although further

Moreover, Enel will construct a

ian Ministry of the Environment

Gujarat is the birthplace of Gandhi

tons in 2007 to 34,5 billion in 2020

bon power plant in Brindisi, which

developments are needed so as to

pilot pipeline that will be used to

and the Chinese Ministry of Sci-

and the region that has made

(+20%), up to 40,2 billion in 2030

will allow us to test the technology

guarantee their infallibility. Instead,

test the means for transporting the

ence and Technology signed an

India the third largest cotton pro-

(+40% with respect to 2007,

on a significant scale in 2010. The

there’s not a kind of technology

CO2 and develop the competencies

agreement for the development of

ducer in the world. Global warm-

+17% with respect to 2020).

plant will capture about 15,000

available yet that allows for the use

necessary for the full-scale power

a study upon the feasibility of cre-

ing has intensified monsoon rains,

The solution for avoiding a sce-

tons of CO2 a year and will con-

of hydrogen as a combustible, lim-

plant at Porto Tolle.

ating a system for capturing CO2 at

endangering not just the lives of


oxygen

118

English version

08 – 12.2009

Errors and legends about the changing climate

theory” and “science fiction” and

which depends on atmospheric

Explosive volcanic eruptions can

waxed ironic over the record winter

conditions but has remained fairly

shoot huge quantities of dust and

snowfalls. The dispute wasn’t over

constant over the last 10,000

sulphates into the atmosphere. But

the inhabitants but the region’s

life for the nomads increasingly

(it is estimated that the population

important to the regions it crosses

economy. © John Henry, Claude

difficult. © Bruno Morandi/Getty

there will double, or even triple,

and in particular to Egypt, where

Wilson/Getty Image

Images

by the year 2050) but rising sea

the waters of the Delta make it

levels and escalating drought are

possible for millions of people to

by Stefano Caserini

a few methodological details or

years. A small contribution can

these emissions are episodic and

3. Timbuktu, Mali.

7. Kauai, Hawaii. Hawaii’s rich

threatening this paradise.

live and farm the land. The various

“The greenhouse gas numbers

deficiencies that still exist in climate

alter an equilibrium in which much

discontinuous. They disturb the

An exotic city with a prosperous

ecosystem is an extremely vulnera-

© Anders Blomqvist/Getty Images

combined effects of global warm-

are all wrong.” “The ice is

science. The dispute was over basic

greater forces are at play. One oft-

atmosphere for a few weeks,

past, today it is suffering from the

ble habitat, one of the most

ing risk crippling a subsistence sys-

increasing.” “The global war-

elements, the reality of global

quoted metaphor is that of an

months or years, depending on the

effects of decreasing rainfall and

threatened by the effects of cli-

11. Ross Ice Shelf, Antarctica.

tem that has existed for 5,000

ming bluff.” “Counter order,

warming and mankind’s predomi-

aquarium, whose water is recycled,

magnitude of the eruption, but

from sandstorms that are also

mate change. Many species, in

The Ross Ice Shelf in Antarctica is

years. © Frank Schreider/Getty

it’s getting colder.” “The Earth

nant responsibility for it.

filtered, oxygenated and “drunk”

conditions always return to nor-

Images

threatening its three mosques,

particular the brightly-colored

the largest in the world: 487,000

has gotten cooler over the past

This type of thesis has been

by the fish but is always the same

mal.

which UNESCO has declared a

honeycreepers, are in danger of

square kilometers (as large as

ten years.” The newspaper

dubbed “climate change revision-

water. A small yet constant exter-

But as far as CO2 is concerned, a

Patrimony of Humanity.

extinction. © Ira Block/Getty

France), but only 10% of it is visi-

headlines are real, but their

ism” and it refers to the stubborn

nal inflow, perhaps just a squirt,

closer look makes it clear that vol-

© James P. Blair/Getty Images

Images

ble above the surface of the water.

premises are false. Here is how

and unreasonable denial of the

just a few drops in comparison to

canoes don’t play a very important

Over the past 50 years, the tem-

climatic revisionism is making

robust scientific evidence on which

the exchange rate of the aquarium,

role. According to the most complete and accurate studies, the

4. Maldives, Indian Ocean.

8. Antarctic Peninsula, Antarctica.

perature has risen 3°C but it is

headway into the collective

the scientific community agrees.

can cause the level of the water to

A paradise which might become

Antarctica is one of the areas in

destined to rise even further. If the

imaginary…

One typical method of climate

rise. After a certain amount of

amount of CO2 that has been emit-

submerged by rising sea levels (4.5

which temperatures are rising

Ross Ice Shelf were to disintegrate,

change revisionism is the use of

time, which depends on the force

ted by both eruptive and passive

cm over the past 15 years, but a

fastest, reducing the availability of

it would cause a dramatic rise in

The reasons for worrying about

incorrect or outdated arguments

of the added inflow, the level of

(dormant) volcanoes over the past

60-cm rise is forecast by the end

food for the millions of penguins

sea levels all over the planet.

changes in the climate are by now

and of metropolitan legends, even

the water rises and the aquarium

few decades amounts to an aver-

of the century) and increasingly

that live there. © Doug

© Jack Fletcher/Getty Images

quite clear and the world’s leading

years after the scientific communi-

could overflow.

age of 300 million tons per year,

violent tropical storms. The Repub-

Allan/Getty Images

countries are making great efforts

ty has proven their inconsistency

Thus, it is not the absolute values

which equals 1% of anthropic

12. Rub Al-Khali Desert, Saudi

to find agreements that will lead to

through in-depth debate in sector

of CO2 emissions and absorption

emissions. Without a doubt, volca-

during the natural cycles that are

noes have had a great influence

lic of Maldives was the first country to sign the Kyoto Protocol.

9. Caribbean Sea. Sea turtles have

Arabia. An uninterrupted sea of

the policies needed to reduce the

journals. Here are a few of these

© Sakis Papadopoulos/Getty

no sexual chromosomes; their sex

sand spreading over 650,000

emission of greenhouse gas.

arguments, true slogans that are

decisive, but rather the anthro-

during past geological eras but this

Images

is determined by the temperature

square kilometers, it is inhabited

And yet, still today theses are being

often obsessively repeated, despite

pogenic perturbation of these

does not have much to do with the

of the sand in which the eggs are

only by nomadic Bedouin tribes.

proposed that question the very

proof to the contrary.

equilibriums.

5. Lake Balaton, Hungary.

laid. Global warming and warmer

These are the only people who are

existence of the problem. Newspa-

It is the largest lake in central

sand are drastically reducing the

able to survive the 50°C tempera-

pers, radio and television often

Natural cycles and external per-

The role played by volcanoes

Europe, with an average depth

number of male turtles, thus

tures of one of the most hostile

make room for opinions that radi-

turbations

One of the natural causes that is

The increase in CO2

of 3 meters and a maximum

endangering the survival of one

natural environments in the world.

cally differ from the scientific evi-

One tempting revisionist argument

sometimes mentioned is the role

One of the arguments against the

length of 77 kilometers. Decreas-

of the most ancient animal species

Despite the extreme conditions,

dence that is offered by scientific

regarding emissions defends the

played by volcanoes. This is com-

consensus reached by the scientific

ing rainfall and rising tempera-

that still exists today.

enough vegetation grows to feed

literature. This evidence is effec-

scarceness of anthropogenic caus-

prehensible: volcanic eruptions are

community regarding the increase

tures might dry 50% of the lake

© Raul Touzon/Getty Images

the nomad populations, but a fur-

tively outlined by the evaluation

es with respect to natural causes. It

spectacular and their power is truly

of carbon dioxide in the atmos-

ther rise in the temperature (esti-

reports prepared by the IPCC, the

is true that CO2 emissions from the

amazing. During the course of the

phere is based on a reconstruction

mated at 4-5°C by the end of the

UN scientific panel on climate

combustion of fossil fuels are not

geological eras, volcanic eruptions

of the pattern of CO2 concentrations that was made by Ernst-

by the end of the century. © Mike Goldwater/Getty Images

10. Bay of Plenty, New Zealand.

present level of greenhouse gas in the atmosphere.

The Bay of Plenty is a natural

century) could end this way of life.

change. In 2009, Italian newspa-

the major source of CO2 in the

have, in fact, influenced the

6. Bayan Ölgii, Mongolia.

wonder of enormous beauty and

© Thomas J. Abercrombie/Getty

pers were still printing headlines

atmosphere. Other sources, that

amount of CO2 in the Earth’s

Georg Beck, a German secondary

Half of Mongolia’s population are

abundance. It was first inhabited

Images

like “The greenhouse gas numbers

derive from photosynthesis and the

atmosphere. On smaller timescales,

school physics teacher. This data,

are all wrong,” “The ice is increas-

respiration of living land and sea

of dozens, hundreds or thousands

which refers to over 90,000 meas-

13. The Nile Delta. The Nile – the

ing,” and “The global warming

organisms, are much greater. But

of years, the CO2 emitted by volca-

urements that were made in 53

nomads living in the broad plains

by the Maori; 500 years later, in

of central Asia. But changes in the

1769, Capt. James Cook reached

climate and the Gobi desert’s

the bay. Today, it is the fulcrum

world’s longest river, stretching

bluff.” Prime time news programs

the point is that the other sources

noes has had little influence on the

different locations over the course

expansion northward are making

of a tourist and real estate boom

over 6,600 kilometers – is vitally

called global warming a “pseudo-

are in equilibrium, an equilibrium

variation of CO2 in the atmosphere.

of 150 years, was published in the

119


oxygen

English version

08 – 12.2009

1940 1975

–0,2°C

120

journal “Energy and Environ-

of the planet or the hemisphere

al level or for the northern and

Still today, albeit to a lesser degree,

temperatures must not be consid-

derives from unfamiliarity with the

cuss this possibility. To understand

ment,” which has a reputation for

(averages which are calculated

southern hemispheres, thus, are

sulphates and aerosols partially

ered in an isolated way; it must be

way the IPCC evaluation reports

why, one must consider how differ-

not thoroughly verifying the theses

using data from hundreds of sta-

not affected to a notable degree by

mask the increase in temperature

analyzed as historical series. When

are prepared. In fact, the govern-

ent the greenhouse gas emissions

it publishes. In fact, this data was

tions). There are many measuring

the influences from “urban heat

caused by CO2 forcing. Technologi-

studied in this way, the message is

ments are asked if the report is

are in these countries. Rather than

elaborated in a confused and

stations distributed throughout the

islands.” The large increase in the

cal innovation and calls for cleaner

clear: temperatures are rising and

clear, comprehensible or if, instead,

calculating them as an absolute

sketchy way. The patterns pro-

planet. They are located in urban

measuring points on land and at

air in the cities have led to a

the past few years have almost

it could be misunderstood. This

value, they should be calculated

posed, which are incompatible

areas, as well as in remote rural

sea has further reduced doubts

decrease in cooling forcing for the

always been among the warmest

helps make the report more useful;

pro capita, bearing in mind the

with the measurements of Arctic

areas that are sparsely populated

regarding how representational the

planet. A similar scenario is unfold-

since these measurements started

it does not mean that control over

number of people who are respon-

and Antarctic ice masses, with the

and which do not feel the effects

temperature measurements are.

ing in eastern Asian cities, which

being taken.

the affirmations contained in the

sible for these emissions. Each per-

most elementary averages of the

of any urban area. Measurements

Detailed studies, which analyzed

today have concentrations of parti-

Natural variability, along with casual

reports is ceded.

son in China or Brazil emits rough-

amount of carbon dioxide emitted

are also conducted on the oceans

the possible sources of error in the

cles and SO2 that are similar to

factors, can make one particular

The theory that the governments

ly 5 tons of CO2 per year; each Indi-

and with temperature patterns,

from buoys, floating platforms or

measurements and statistical elab-

what Italy and Europe experienced

year a record year. Some researchers

get together and decide what

an 2.5 tons. But every year, the

in the 1960s.

have estimated that from a statisti-

should be written in these reports is

average American emits 24 tons of

cal point of view, 95% of the

groundless, in part because one

CO2 and the average European

The temperature

time,18 years must pass for new

would have to know where and

emits 10 tons. Therefore, it doesn’t

temperature that has been regis-

is no longer rising

temperature records to be observed.

how the governments negotiate,

make much sense for an American

tered.

One of the most incredible argu-

Thus, it is the long-term trend that

who the negotiators are, what data

or a European to ask an Indian to

ments used to deny the global

matters. A scorching hot summer

or affirmations have been added.

reduce his emissions. On the other

Post-World War II cooling

warming of the planet is based on

does not necessarily indicate cli-

The idea seems implausible since,

hand, it is true that we must find a

One presumed proof of the fact

the fact that in recent years no new

mate change; a winter that is statis-

above and beyond the complexity

way to stabilize the emissions

sometimes depend on errors in

ships. The density of the stations is

orations, confirm without a doubt

measurement (for the older data)

not very important; what is impor-

that the eventual uncertainties are

and other times simply on a vicini-

tant is to have a measurement for

greatly inferior to the increase in

ty to structures emitting carbon

every mesh in the net. An average

dioxide. Already today, at busy

is made when there are many sta-

intersections, levels of CO2 can be

tions and the value of the temper-

measured that reflect the levels

ature of each mesh helps supply

that will be reached decades from

the average of the planet’s temper-

now but this is not particularly

ature. Urban measurements that

that the warming occurred “in the

temperature peaks have been reg-

tically normal or colder than usual

of these reports, the various affir-

throughout the entire planet and,

interesting information.

are disturbed by microclimates are

wrong moments and places” is the

istered. This very appealing argu-

does not represent the end of cli-

mations contained in them are firm-

thus, all the major emitters are

not taken into consideration or else

decrease in temperature that

ment is broadcast by headlines in

mate change. This is why the classi-

ly rooted in scientific literature in a

important. Involving the major

Urban heat islands

they are corrected to eliminate the

occurred between 1940 and 1975.

Italian

as

fication of the hottest years ever,

precise and, at times, pedantic way.

developing countries in climate

Temperature data that is registered

effect

The scientific community provided

“Counter order, it’s getting colder”

which are so beloved by the media,

by thermometers in some urban

anthropized areas. It would be a

an answer to this point years ago.

and “The Earth has cooled over the

have no importance in climatology.

areas can by thrown off by the

prosaic error not to do so. The sta-

The cooling in the immediate post-

past ten years.”

“heat island” effect, since in urban

tistical methodology with which

World War II period has been well

At first glance, the average annual

areas temperatures have been ris-

the data in the urban areas is elab-

simulated by climactic models that

ing due to the presence of sources

orated to evaluate and eliminate

of heat and humidity such as

of

distortions

in

the

newspapers

such

policy must be considered one of Western countries are not

the basic principles of the Conven-

the only ones who must

tion on Climate Change, the

The influence of politics

reduce their emissions

“shared but differentiated respon-

temperature of the planet over the

in IPCC reports

The argument that western coun-

sibilities.”

included aerosols and sulphates as

past 10 years seems to have

One criticism which is often aimed

tries should not have to reduce

This is one of the central topics of

possible local distortions has been

causing factors. The emission of

remained stable. But if one looks at

at IPCC reports is that they are sup-

their emissions unless other coun-

climate

domestic heating, traffic and

common knowledge for years.

sulphates and aerosols as a result

the trend over the past 30 years,

posedly submitted to the judgment

tries, for example China, India and

Copenhagen Conference is a truly important step in this process.

industry. In general, a variation in

The “urban heat island” effect is a

of immediate postwar industrializa-

there is a clear tendency toward a

of the governments, which sup-

Brazil, do so as well is based on

the way the soil is used influences

local factor; it is not representative

tion led to a decrease in tempera-

rise in temperature. But there are

posedly change the contents. This

data which indicates that China is

the microclimate and, thus, the

of vaster areas. Tests conducted

ture of approximately 0.2°C; this

also periods, for example between

is a grave accusation and if it were

the world’s greatest source of CO2,

local temperature as well. People

back in the 1980s showed that the

reduction was not evenly distrib-

1977 and 1985, or from 1981 to

true it would strongly undermine

with India in fifth place and Brazil

who live in big cities, or who live on

effect on average global tempera-

uted throughout the planet but,

1989, when the temperature did

the seriousness of the scientific

in eighth place.

the outskirts of cities and commute

tures of data from heat islands

rather, was greater in the northern

not seem to increase.

community and the entire UN. It

This would seem to be a reason-

on a daily basis, know this well.

equals approximately 0.05-0.06°C,

hemisphere. The decrease in the

Even if the planet is getting

would also presuppose that hun-

able argument and yet these coun-

This effect has been verified in var-

an amount that is inferior to the

emission of sulphates and particu-

warmer, each year does not neces-

dreds of scientists have lots of time

tries are not willing to assume obli-

ious stations but it has little influ-

rise in temperature that was

lates, and the progressive increase

sarily have to be warmer than the

to waste and very little considera-

gations to reduce their emissions;

ence on the average temperature

observed. The averages on a glob-

in CO2, have overturned the ratio.

year before. The data regarding

tion of their work. This criticism

some of them refuse to even dis-

negotiations

and

the

121


English version

electriciteit van PV om warmte van kassen te verhogen van 30 ° C tot 85 ° C

08 – 12.2009

stadslandbouw

organisch afval opvang zwartwater

opvang grijswater

helofytenfilter

hemelwateropvang

CO2

oxygen

B IOMASS A B IOGAS

AB SORB TIE CHILLER

B UFFER

WKO hoge temperatuur warmte opslag

PRODUCTIE

UITWIS SELING 85° C

40 ° C

85 ° C

5 °C

A region under the sun 122

by Mario Pagliaro

Oxygen versus CO2

and solar cooling – and the relative

solar energy technologies and their

progress in Sicily, where the eco-

The “skeptical” environmentalist

practical and commercial aspects.

integration, which have met with

nomic development and increase

Bjorn Lomborg was wrong. The

That is exactly what Solar Master is:

success in Italy and abroad.

of employment go hand in hand

state incentives for the production

Rotterdam:

and the development of renewable sources; the re-utilization of energy flux waste.

Palermo’s Photovoltaics Pole:

a concise and effective course for

Solar energy is diluted so that the

with environmental rehabilitation.

of solar energy, the only kind that’s

where energy is not wasted

Substantially

solar energy and new research

the formation of “solar Evangel-

photovoltaic electric energy pro-

By using solar energy, companies,

truly clean, first launched in Ger-

by Andrea Milano

processes in which we “lose” ener-

for Sicily’s future It may come as a surprise, but in

there

are

two

ists”, qualified people with updat-

duced by integrating modules on

local entities and Sicilian citizens

many and Spain and then Italy,

ed operational skills acting within

the roofs of houses and companies

can stop paying astronomical fees

France, Greece, Turkey, Israel and

Some of the alternative renewable

sion; today we utilize the same pri-

the territory for the diffusion of

is excellent for both domestic and

for the electricity produced in Sici-

many other countries, are not a

energy that we are diligently

mary source of 80-90°C for final

gy. The first regards heat disper-

the spring of 2009 at the first edi-

solar energy.

company electrical needs. But to

ly: for example, just like what has

way in which the poor (with the

searching for more than ever these

destinations of much lower tem-

tion of the Solar Master of the Pho-

With one connotation: contextual-

create the quantity of electricity

been done at the Donnafugata

surplus paid in electricity bills) are

days is actually right under our

peratures. Case by case, what is

tovoltaic Pole in Sicily, the first

izing all of the Pole’s activities with-

necessary for large cities or energy-

Winery.

financing the rich (who have the

noses. Or better yet: in our build-

not useful is thrown away. Instead,

course member who enrolled – a

in the Italian and international cul-

intensive companies, solar radia-

Almost all the municipalities of Sici-

banks advance them money for the

ings, plants and urban distribution

for example, if we were to connect

German name and Italian citizen-

ture and economic system. There-

tion needs to be concentrated. The

ly are near financial default and

purchase of the plant).

networks. The problem is that we

the maximum power of a plant to

ship – came from the Trentino Alto

fore, that explains the partnership

technology is called CSP and is

can no longer pay the electrical

On the contrary, it’s a matter of a

throw it away, moreover in a period

heavy industry, and then we were

Adige region. This is just one of the

of the Confindustria (General Con-

ready: and the hydrogen created

bills or the garbage collection.

formidable implement of industrial

of economic and energetic crises.

to have a ‘cascading’ of the

ways in which Sicily is becoming

federation of Italian Industry) with

with solar electricity is a formidable

Therefore, this is what should be

politics that has caused an explo-

That is what they’re telling us from

exploitation of the remaining ener-

the pole of attraction for great

young people. The inter-discipli-

fuel for both cars and boats.

done. The municipality decides to

sion of the demand and therefore,

Rotterdam, in Holland.

gy for other traditional processes, such as the restaurant industry,

minds, resources and talents from

nary nature of science and technol-

Thus, the Pole’s research activities

build a photovoltaic electric plant

a multiplication of the supply. And

As part of the city’s ambitious pro-

all the other regions in Italy and the

ogy and the environmental and

regard the new photovoltaic tech-

in Conto Energia (Energy account)

along with it, the resumption of

gram aimed at halving the emission

hotels, offices, homes and finally,

rest of the world. The Pole has

economic crises are closely inter-

nologies, and in particular, dye

let’s say of 1 MW, utilizing new

research and development activity

of CO2 by the year 2025, an inter-

agriculture, the waste would be

been created by integrating the

connected aspects and impose the

solar cells (in collaboration with the

generation modules just like those

that had been abandoned for 30

disciplinary work team - REAP (Rot-

almost canceled.

laboratories of the chemists Mario

need to reconsider the criteria for

Organic Solar Pole of Lazio). That is

used by the city of Verona for it’s

years. Much cheaper new tech-

terdam Energy Approach and Plan-

The second field of REAP applica-

Pagliaro of the CNR and Leonardo

cultural training of the researchers

to say, the local production of

soccer stadium, where with an

nologies have swiftly come on to

ning) – has been created and is

tion is even more emblematic

Palmisano of the University of

as well as the managers and busi-

hydrogen by means of concentrat-

expenditure of 2.1 euros per watt,

the market (a “subtle film”), where

composed of public figures, project

because the scale changes and

Palermo with that of the theoreti-

nessmen.

ing solar radiation.

for 20 years the public entity

the producers of the traditional sil-

managers and architects who are

regards the city as a whole. Every

cal physicist, Ignazio Licata of the

The relationships between science,

Sicily is the European Mecca of

receives a monthly credit transfer

icon solar panels have responded

experimenting a viable structured

type of building and function

ISEM, and its activities operate in

technology and society – that is to

solar energy: with more than 3,000

from the State (national govern-

by drastically increasing their pro-

methodology for the reduction of

needs energy in specific forms,

the areas of research, training and

say between research, businesses

hours of sunlight a year, and on the

ment) for all the energy produced

duction.

energy consumption.

temperatures

information with the aim of help-

and citizens – require that we also

average, every kilowatt of power

in the previous month, as well as

And finally, the global financial cri-

The current “sustainable” approach

moments The ‘apparently’ simple idea is that of exchanging the

and

at

certain

ing businesses, families and public

talk specifically about by whom

installed in Sicily generates more

further remuneration tied to the

sis has established a sudden reduc-

toward urban areas consists of

administrations take advantage of

and how the scientific solutions

than 1, 500 kilowatts in a year,

sale of electricity to the national

tion in the price of all raw materi-

three steps: the reduction of con-

flows from hot to cold in and out

the extraordinary opportunities of

will be managed, and the fact that

against the approximately 900 kilo-

electrical system. And when the

als, including the silicon utilized in

sumption through intelligent bio-

among

economic development and envi-

quality management is required for

watts produced in Verona and the

investment has been repaid, then

90% of the production of modules

climatic design of buildings, the

become dynamic, almost living,

ronmental reclamation that solar

this scientific undertaking, based

1,200 kilowatts produced in Rome.

the municipality will continue to

still used today, installed and inte-

exploitation of renewable energies

like their inhabitants.

energy offers.

upon a vision of dialogue regarding

During 2009, it became the first

use solar energy free of cost for

grated around the world. In man-

and the integration of the residual

The

However, in order to seize these

competencies and responsibilities

European region where grid-parity

guaranteeing public services.

agement, as in politics, be wary of

demand through efficient systems

exchange are many. In mid-seasons

opportunities, it’s necessary that

and a comprehensive systems view.

was achieved: that is to say, the

In short: the “keys in hand” cost of

skeptics!

of production from fossil fuels.

(12°C), workplaces begin to need

businesses and young people have

And this calls for the creation of a

parity between the cost of solar

a photovoltaic plant has gone from

Further information:

However, today this no longer

cooling and therefore there’s a sur-

www.i-sem.net

the

buildings,

scenarios

of

which

potential

better close-hand knowledge of

new didactic documentation: for

electricity and of that produced by

7 to 2.5 euros per watt in less than

seems sufficient. REAP proposes a

plus of heat that can be used

solar energy technologies – photo-

this reason, the Pole’s researchers

burning petroleum or methane gas.

18 months, thus opening the doors

new strategy based on the individ-

instead for homes that still need

voltaics, thermal solar radiation,

are also the authors of the three

Solar energy has all the characteris-

to solar energy for everyone, espe-

uation of an intermediate step

heating

solar concentrating technologies

technical books about the new

tics for bringing to life new

cially the poor.

between consumption reduction

Another case is that of the super-

at

that

temperature.

123


oxygen

124

English version

08 – 12.2009

market, which needs cooling

architectural regeneration through

capacity and could transfer its heat

the relocation of buildings and pro-

to the surrounding houses. And

duction-handicraft complexes to

Photoreport Why do zebras have stripes?

The science of toys The globe

ally an ellipse, the globe remains

canals, dams and major construc-

one of the most realistic represen-

tion works. The course of some

tations of the planet we live on,

rivers has been moved; above all,

Incredibile Enel, the energy tour: do not not touch

thanks to its geographic accuracy

you will find a lot less ice at the

Games, events, conferences,

and the inclination of its axis on its

poles. To be more precise: over the

debates, scientific experiments

Do you still remember that special

base.

past fifty years, the planet has reg-

and interactive exhibitions spread

function to protect them from

day your favorite uncle arrived with

The fact that it became a children’s

istered a 4.6% loss of its icepack

on 800 square meters of colorful

finally, a multipurpose sports com-

zones that are judged to be better

plex can be designed for zero ener-

suited, and this may prove to be a

For Alfred Russel Wallace,

gy balance if we look at constant

good opportunity.

zebras’ stripes have a mimetic

heating in a swimming pool in rela-

It should be kept in mind that for

by Davide Coero Borga

tion to the opposite demand of an

ambitious proposals like this, a key

predators. But Darwin didn’t

a marvelous globe, just for you?

toy, one of the best-selling toys of

and a decrease between 27% and

floor space. It’s the energy tour of

ice rink.

role is played by the availability of

agree with this hypothesis and

Finally – you thought – a decent

the 20th century, says a lot about

23% in the incline of its ice sheets.

“Incredibile Enel”, an initiative that tells the story of energy in an

Here then is why the shift of scale

money and potential funding.

disavowed it. According to

present, not like those piles of

our propensity to transform various

You are all certainly acquainted

is crucial to the improvement of

These incentives are not lacking

other theories, the stripes

fountain pens, dictionaries and sil-

objects of everyday use into edu-

with those cups or glasses featur-

innovative and captivating way,

the system: a greater number of

today in Italy, and are also geared

would be a way of disorienting

ver picture frames that had accu-

toys. This is a behavior pattern we

ing buxom women; when a hot liq-

which after stopping in other five

buildings-functions-specific needs

to be able to certify one’s home in

the predator or for avoiding

mulated at home through the

share with many other animals, pri-

uid is poured into the cup, the heat

Italian cities will arrive in Rome,

brings the overall budget closer

a higher class. That which can

tsetse flies.

intercession of all your other rela-

marily mammals, for whom toys

melts away the clothing the

Florence and Naples between

and closer to neutrality - little by lit-

transform the relationship between

tle, the method is applied to entire

man and the Earth is peoples’ men-

tives. But how you envied that

play an important role in acquiring

women are wearing. In these times

December and January.

Notwithstanding the many and

classmate of yours who had a

the knowledge that is vital for their

of global warming, a popular site

“Traveling” inside its structure,

blocks, then neighborhoods and

tality. REAP arises from this context

often strange hypotheses, even

lampshade in the form of a globe

survival. For example, puppies play

on Internet features a cup with a

people can discover all of Enel’s

up to the whole city.

where sustainability is a lifestyle:

today there’s no clear answer

on his nightstand.

with rubber balls, thus developing

planisphere drawn on it. It shows

innovations aimed at making our

REAP started experimentally in the

you truly believe that by eliminat-

for resolving the mystery of the

And today? Today’s children have

the skills they need for hunting, at

what the world will look like when

cities and our homes more livable

of Hart Von Zuid, where the

ing the wasting of energy, you

coloring of the zebra’s coat.

500-piece, 3-D globe puzzles. They

least in the wild.

the icepack melts. We hope your

and “green”: photovoltaic panels,

remodeling of four complexes is

begin to earn, that the cost of liv-

“We still know too little to be

have globes to paint or color, geo-

In view of this instinct for playing

uncle’s globe won’t have to endure

Archilede led lampposts, new mini

the same fate.

taking place. Here, the reduction of

ing stabilizes and city neighbor-

able to give an explanation”

graphical globes by day and celestial

with objects, it is not surprising that

CO2 emissions is becoming a tool

hoods

was actually the conclusion rea-

globes by night, globes which are

humans have learned to design and

become

self-sufficient

wind farms and an electric Smart car with the infrastructure it needs

of urban planning. And thus, for

thanks to greater participation of

ched by the University of

illuminated, fluorescent, suspended

mass produce toys that serve this

to recharge. On top of all this, you

example, if for every square meter

their inhabitants and an increased

California professor Tim Caro,

in

purpose. Some toy categories are

will find plans for the develop-

of a supermarket seven apartments

sense of community. Not at all like

after a recent study.

devices and interactive globes with

probably part of the cultural bag-

ment of renewables, future chim-

were to be built, the air condition-

our condominium meetings.

questions and in-depth answers,

gage that is shared by various pop-

ney-less plants, nuclear energy,

ing system would be totally

For further information:

updatable via Internet. Gulp.

ulations. Others have become

and a gallery introducing in detail

autonomous.

www.dsarotterdam.com

And to think that the globe began

indispensable in the education of

Enel and its activities – in energy

Of course, projects like this only

as a simple scale reproduction of

modern mankind; globes clearly

production, research and corpo-

come about in particularly sensitive

the planet Earth. A scientific and

belong to this second category.

rate social responsibility.

mid-air

by

electromagnetic

environments (and where there

technical object which was first

It is a scientific toy. A vivid and,

also happens to be the largest har-

constructed between 1490 and

above all, an immediate representa-

bor in Europe) and thanks to well-

1492 by the German scholar Mar-

tion of the changes that the planet

defined policy guidelines. Further-

tin Behaim. Known as the Nurem-

faces every day, it is like a three-

more, the possibilities of reorganiz-

berg Terrestrial Globe, it is a syn-

dimensional ecological footprint.

ing Rotterdam’s urban morphology

thesis of the vague and supersti-

Go fetch your uncle’s old globe

are clearly different from those of

tious geography of the time, the

down from the attic and compare

our historic centers; nevertheless,

same geography that sent Colum-

it with a modern globe: besides the

one of the aspects of the newly-

bus off in search of the Indies.

borders that have been completely

created Italian Housing Plan pro-

But back to us. Despite the fact

redrawn by international politics,

vides programs for urban and

that the shape of the Earth is actu-

you will find new Alpine passes,

125


oxygen

There’s an entire educational area 126

English version

08 – 12.2009

Traveller

for children, with interactive

Heritage site by Unesco in 2004, it

Meanwhile, higher temperatures

is the outlet of Semeq Kujalleq,

are having a huge impact on the

Science’s sites

almost two years, from 1991 to

you can observe the ecosystem of

1993. According to the most reli-

an ocean of almost four million

games allowing them to build and

A green(er) land

which is considered one of the

economic system: in some areas it

Biosphere 2: the whole Earth in

able sources, this peculiar experi-

liters of water. Moreover, inside this

start-up a plant, understand CO2,

by Michelle Nebiolo

most active glaciers in the northern

is now possible to grow a few veg-

10,000 square meters

ence ended mainly because of the

structure it is possible to monitor

hemisphere as it moves forward 19

etables, while elsewhere receding

by Eva Filoramo

imbalance between carbon dioxide

environmental variables in a limited

and oxygen; during the second

space, allowing for experimenta-

measure domestic energy consumption and learn in a fun way

The etymology of the toponym

meters a day and produces over 20

glaciers are revealing mines with

how to save energy. But the real

“Greenland” is still slightly contro-

tons of ice a year. Seeing icebergs

huge potential. Angel Mining plc

The sphere or life, or bio-sphere, is

year, in fact, oxygen from the out-

tion of new techniques and tech-

surprise is in the center of the vil-

versial, but according to an Ice-

break off from ice shelves must be

– a newborn mining operation

the Earth or, better yet, that part of

side environment had to be added

nologies that would not be used in

lage: a large arena where shows,

landic saga it comes from the

spectacular. And, as suggested on

focused entirely on Greenland

the Earth’s surface that is ruled by

to keep the researchers alive. In

so-called “field studies”. Therefore,

a musical about energy, experi-

name Grœnland (“green land”)

www.greenland.com, “at a time

– states on its website: “The most

the energy flow coming from pho-

other words, the ecosystem’s self-

for scientific research, Biosphere 2 offers a unique chance to under-

mental workshops and debates

that Erik the Red gave the land

characterised by heated debate on

spectacular

the

tosynthesis. Thus, Biosphere 2 is

regulating and sustenance mecha-

with key opinion leaders take

where he took refuge with his fam-

global warming, a visit to the fasci-

ground was finding an outcrop of

the name of a very special research

nisms did not allow for the survival

stand how the Earth’s ecosystems

place. All of this with one goal in

ily – when exiled for murder – in

nating ice sheet gives even more

massive sulphide uncovered by a

center, born in the mid-Eighties

of Homo sapiens.

respond to change and in particu-

mind: to talk about energy, under

hopes of attracting new settlers.

food for thought.” Thus, a grow-

retreating glacier. The existence of

from one of the eccentric billion-

The vague uneasiness that may

lar, in these critical times, to climate

the sign of discovery.

Setting aside other plausible expla-

ing number of tourists want to see

mineralisation at this location was

aire, John P. Allen’s ideas, to study

come from pondering about the

change.

www.incredibile.enel.it

discovery

on

nations of the name of this island

Greenland before its magic... melts

known, but previously it was cov-

and develop space colonization

possible meaning of the experi-

(perhaps, we might discover, an

away.

ered by 60 meters of ice.”

technologies.

ment’s results is erased by the cur-

archipelago united by a huge gla-

The average temperature rises

But while mines require many

The Biosphere 2 project has

rent use of Biosphere 2’s infrastruc-

cier only on the surface), we note

much faster here than at other lat-

years’ preparation before they can

entailed – in Oracle, Arizona – a

ture: it is now an actual depart-

that the southern region of Green-

itudes: some say a one degree

be exploited, tourism offers almost

building that in a little over 10,000

ment of the University of Arizona’s

land is actually quite green, espe-

increase at the equator means four

instant opportunities for develop-

square meters reproduces tropical

science faculty, a research and edu-

cially during the summer. And

degrees more at the Arctic Circle.

ment. Thus, also considering how

forests and deserts, rivers and

cation center for biosphere-Earth

today the “green land”, which has

According to research supported

permafrost (a mix of earth, ice, car-

lakes, uncultivated lands and culti-

and its ecosystems, and for our

gone from the 500 men that

by Nasa’s Cryospheric Sciences sec-

bon, moss, peat and methane that

vated fields, savannah and coral

planet’s role in the Universe (the

arrived on Viking longboats to the

tion, between 1991 and 2004 the

covers the poles) has been melting

reef – each with its flora and fauna.

most famous project of the last

current population of over 57,000

average winter temperature has

in the hinterland, making the use

Allen was particularly interested in

few years by UA’s scientists is the

people, enjoys a place in the sun

risen almost 6 °C near Swiss Camp

of sleighs impossible, people are

the possibility that a similar, com-

Mars Phoenix Lander probe). The

thanks to the new tourism oppor-

station (near the ice cap’s equilibri-

moving whenever possible to the

pletely self-sufficient building could

structure built by Space Biosphere

tunities created by climate change.

um line). And that’s not all: in

southern or west coast, where new

be built on a different planet.

Ventures, in fact, is unique and

The aurora borealis, whale watch-

2005, a shrinking glacier revealed a

accommodation facilities and serv-

Since 2007, Biosphere 2 has been

allows for experiments that would

ing and yes, even Santa Clause’s

“new” island, named Uunartoq

ices are needed for the growing

managed by the University of Ari-

be impossible to conduct else-

real home: Greenland has a lot to

Qeqertog (“Warming island”), off

number of tourists.

zona, which took over from

where: it creates a controlled envi-

offer to those looking for an

the east coast about 550 kilome-

Columbia University, which had

ronment that is isolated from the

unusual holiday. One of the most

ters above the Arctic Circle. Travel

taken over from the founding com-

outside world... i.e. Biosphere 1.

popular destinations is currently

logs from past times’ seamen seem

pany, Space Biosphere Ventures. It

To visit what Time Life Book has

Ilulissat, on the Disko bay, on the

to prove that, without any great

is possible that these subsequent

recently defined as one of the new

western coast. From this small

planetary disaster, the same island

takeovers have to do with a series

50 wonders of the world, all you

town, with colored houses that

disappeared under ice and reap-

of controversial incidents – the

need are 20 dollars; just a few tens

pop up amid the stark white snow,

peared more than once in the past

most noteworthy of them probably

of meters and the desert will lead

you can reach the Kangia fjord

few centuries; but this time scien-

being the experiment during which

you right to a mangrove forest,

about 250 kilometers above the

tists are alarmed by the speed at

eight researchers lived inside the

with the journey ending in front of

Arctic Circle. Nominated World

which Greenlander ice is melting.

structure in total isolation for

a transparent glass through which

127


Oxygen è stampata su carta UPM Fine 120 gsm, certificarta EU Flower.

Il marchio EU Flower garantisce che l’intero ciclo di vita del prodotto ha un impatto ambientale limitato, a partire dalla scelta delle materie prime fino alla lavorazione, e dal dispendio energetico allo smaltimento dei rifiuti.

Per le riproduzioni grafiche e fotografiche appartenenti alla proprietà di terzi inserite in quest’opera, l’Editore è a disposizione degli aventi diritto, nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti bibliografici.

I testi sono composti in Arnhem © OurType, 2002. Tutti i diritti sono riservati. Frutiger ©1988 Adobe Systems Incorporated. Tutti i diritti sono riservati. Frutiger è un marchio registrato di Linotype AG e/o delle sue sussidiarie.


Oxygen nasce da un’idea di Enel, per promuovere la diffusione del pensiero e del dialogo scientifico.

Testata registrata presso il Tribunale di Torino autorizzazione n. 76 del 16 luglio 2007 Iscrizione al Roc n. 16116


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