07 — 09.2009 La scienza per tutti
La modernità di Galilei di Enrico Bellone
Spazio per l’energia di Amedeo Balbi
L’ellisse e la luna: una storia di scienza e pregiudizi di Gennaro De Michele
Le grandi sfide dell’universo di Tommaso Maccacaro
Il gigante si sveglia: interferometria a Paranal di Francesco Paresce
Intervista al premio Nobel David Gross Grandi attese
Una tragica incomprensione reciproca
Sotto il sole di Archimede di Marco Cattaneo
Galileo nell’Inferno di Dante di Jean Marc Lévy-Leblond
Verso le nuove generazioni: l’energia nucleare oggi
di George Coyne
Lo sconosciuto
Astri e particelle, arcobaleni invisibili
di Giovanni Ricco
di Kim Stanley Robinson
di Roberto Battiston
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006 Nota dell’editore 007 Editoriale 008 – 009 Passepartout
050 – 057 030 – 035
Lo sconosciuto
Le grandi sfide dell’universo
di Kim Stanley Robinson
di Tommaso Maccacaro
058 – 059 Photoreport
Guarda in alto 036 – 037 Connect the dots
Una marea di energia
010 – 015
La modernità di Galilei
Stella, stellina
060 – 065
di Enrico Bellone 016 – 019
L’ellisse e la luna: una storia di scienza e pregiudizi
038 – 043 intervista al premio Nobel David Gross
082 – 088
Astri e particelle, arcobaleni invisibili di Roberto Battiston
Il gigante si sveglia: interferometria a Paranal di Francesco Paresce
090 – 091 Traveller
Nonostante gli increduli, i cauti, i costi e gli incidenti
Grandi attese
066 – 067
di Gennaro De Michele
di Jacopo Romoli
Sotto il sole di Archimede
092 – 093 I luoghi della scienza
020 – 021 Photoreport
044 – 045
di Marco Cattaneo
Spazio per l’energia
Smithsonian: i numeri dello spazio
Guarda che luna
di Amedeo Balbi
022 – 029
046 – 049
Verso le nuove generazioni: l’energia nucleare oggi
Una tragica incomprensione reciproca
076 – 081
di Giovanni Ricco
di George Coyne
di Jean-Marc Lévy-Leblond
068 – 074 Abbecedario dell’universo
Galileo nell’Inferno di Dante
094 – 095 Oxygen versus CO2
Spazzatura spaziale 098 – 127 English version
art direction immagine di copertina Roger Ressmeyer, Rushing Past Galaxies Toward the Milky Way © Smithsonian Institution; digitally enhanced by Roger Ressmeyer/Corbis
Oxygen nasce da un’idea di Enel, per promuovere la diffusione del pensiero e del dialogo scientifico.
direttore responsabile Gianluca Comin
direttore editoriale comitato scientifico
Vittorio Bo
studiofluo Annalisa Gatto Gaetano Cassini
impaginazione ricerca iconografica
coordinamento
Giulio Ballio Roberto Cingolani Fulvio Conti Derrick De Kerckhove Niles Eldredge Paola Girdinio Piero Gnudi Helga Nowotny Telmo Pievani Francesco Profumo Carlo Rizzuto Robert Stavins Umberto Veronesi
managing editor
stampa
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Officine Grafiche Artistiche Grafart, Venaria (Torino)
Claudia Gandolfi
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Mia Adelman Enrico Casadei Davide Coero Borga Fabio Falchero Eva Filoramo Enrico Martino Gail McDowell
presidente Vittorio Bo
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Enrico Alleva presidente
collaboratori
rivista trimestrale edita da Codice Edizioni
distribuzione esclusiva per l’Italia Arnoldo Mondadori editore via Bianca di Savoia 12 20122 Milano t +39 02 754 21 f +39 02 754 22 584
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Hanno contribuito a questo numero
Amedeo Balbi
Roberto Battiston
Marco Cattaneo
Gennaro De Michele
Jean-Marc Lévy-Leblond
Francesco Paresce
Giovanni Ricco
Ricercatore del dipartimento di fisica dell’Università di Roma Tor Vergata, è membro del gruppo di cosmologia e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare. Si occupa di cosmologia – la scienza che studia l’origine, la struttura e l’evoluzione dell’universo – interessandosi soprattutto alle sue connessioni con la fisica fondamentale e l’astrobiologia. Ha pubblicato La musica del Big Bang (Springer, 2007), con prefazione di Margherita Hack, ed è autore del blog di divulgazione scientifica Keplero (www.keplero.org).
Ordinario di fisica generale presso la facoltà di ingegneria dell’Università di Perugia, ha lavorato in svariate collaborazioni scientifiche internazionali nel campo della fisica sperimentale delle interazioni fondamentali. Attualmente si occupa di fisica fondamentale nello spazio con un esperimento per la ricerca dell’antimateria nei raggi cosmici che sarà installato nel 2010 sulla Stazione spaziale internazionale. È autore di oltre 400 lavori scientifici. Attivo nel settore della divulgazione scientifica tiene una rubrica mensile su “Le Scienze” sui temi legati alla ricerca spaziale.
Laureato in fisica, è giornalista scientifico e direttore responsabile del periodico “Le Scienze” (edizione italiana di “Scientific American” e “Mente & Cervello”. È autore di Heisenberg e la rivoluzione quantistica (Le Scienze, 2000), ma anche di tre volumi sul patrimonio mondiale dell’Unesco (I tesori dell’arte, 2002; I santuari della natura, 2003; Antiche civiltà, 2004), di Le città del mondo e di I tesori dell’umanità (2005), tutti con Jasmina Trifoni ed editi da White Star.
Ingegnere chimico, è responsabile delle Politiche di ricerca e sviluppo di Enel Ingegneria e Innovazione. È membro dei comitati scientifici del Clean Coal Science Group dell’IEA (International Energy Agency), della IFRF (International Research Flame Foundation) e del MITEI (MIT Energy Initiative). Autore di oltre 200 pubblicazioni e di 10 brevetti, ha ricevuto vari riconoscimenti tra cui il Premio Philip Morris per la ricerca scientifica e tecnologica, il Premio Industria e Ambiente dal Ministero dell’industria e il Premio Io vivo sostenibile, assegnatogli da Lega Ambiente e recentemente il Premio Sapio per la ricerca italiana.
Professore di fisica e filosofia presso l’Università di Nizza, dirige la rivista pluridisciplinare “Alliage”. Da sempre è impegnato a favore di una divulgazione scientifica di largo respiro e al contempo rigorosa e non banale. Dei suoi numerosi saggi, in Italia è stato pubblicato La pietra di paragone (Cuen, 1998).
Astrofisico associato all’Inaf, svolge le sue ricerche presso l’Istituto di astrofisica spaziale e fisica cosmica a Bologna. È anche consulente dell’Esa per il progetto congiunto Esa/Nasa per il Hubble space telescope. Attualmente si occupa in particolare della formazione stellare in ammassi giovani nelle nubi di Magellano, ma in passato ha lavorato per la Nasa su varie missioni, per l’Esa come responsabile scientifico della Faint object camera e per il European southern observatory come responsabile scientifico del Very large telescope interferometer. Oltre a più di 180 articoli scientifici, ha pubblicato il libro Tra razzi e telescopi (Di Renzo Editore, 2005).
Professore di fisica nucleare e subnucleare dell’Università di Genova, è stato vicepresidente dell’Infn dal 2001 al 2006 e responsabile di vari esperimenti di fisica nucleare in Italia e negli Stati Uniti, al Jefferson Lab di Newport in Virginia. È attualmente coordinatore del progetto Infn-Energia.
Enrico Bellone Storico della scienza, è stato il primo docente a essere chiamato nel 1994, per chiara fama, a occupare la “cattedra galileiana” dell’Università di Padova. Nel 2008 ha ricevuto il premio Preti insieme a George Lakoff dell’Università di Berkeley.
George Coyne Astronomo e gesuita, è stato il direttore della Specola Vaticana dal 1978 fino al 2006 – promuovendo molte iniziative educative e di ricerca – ed è tuttora a capo del gruppo di ricercatori dell'osservatorio attivi presso l'Università dell'Arizona a Tucson. È membro della International astronomical union, della American astronomical society, della Astronomical society of the Pacific, della American physical society e della Optical society of America.
David Gross Dopo aver ricevuto la MacArthur Foundation Fellowship nel 1987 e la Medaglia Dirac nel 1988, ha vinto il premio Nobel per la fisica nel 2004 insieme a Frank Wilczek e David Politzer per la scoperta della libertà asintotica. Attualmente è direttore del Kavli Institute for Theoretical Physics dell’Universitù della California, dove è anche titolare della cattedra “Frederick W. Gluck” in fisica teorica.
Tommaso Maccacaro Inizia l’attività di ricerca in Inghilterra e nel 1979 si trasferisce negli Stati Uniti dove conosce e collabora con Riccardo Giacconi. Rientra in Italia nel 1989 e dal 1991 è astronomo ordinario all’Osservatorio astronomico di Brera di cui diventa direttore nel 2005. È presidente dell’Astronomy working group e membro dello Space science advisory committee dell’Esa. Ha pubblicato oltre 250 lavori su riviste internazionali ed è da anni nella lista dei ricercatori più citati per le scienze spaziali. È tra i fondatori del Gruppo 2003, un gruppo multidisciplinare di scienziati che si battono per il rilancio della ricerca scientifica in Italia. Attualmente è presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica.
Kim Stanley Robinson Scrittore di fantascienza californiano, ha visto tradurre i suoi libri (15 romanzi e quattro raccolte di racconti dal 1984 a oggi) in ben 23 lingue. È noto a livello internazionale soprattutto per la sua trilogia di Marte (Red Mars, Green Mars, Blue Mars). Vincitore dei premi Hugo e Nebula per la fantascienza, è stato inviato dalla U.S. National science foundation in Antartide per le ricerche in preparazione del suo romanzo Antarctica.
Nota dell’editore
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A 400 anni dalle sue prime grandi e rivoluzionarie scoperte, la storia umana e scientifica di Galileo Galilei è sicuramente una delle narrazioni portanti della cultura occidentale. Il rapporto fra la forza della ragione dell’uomo e il potere, oltre che l’anelito e la capacità della scienza di giungere alla verità, vi sono fortemente rappresentate. Le radicali idee di Galileo non furono solo mirate alla struttura del reale osservato, ma soprattutto alla sua modalità di indagine, e successivamente, nella vicenda dell’abiura, alla sua sostenibilità da parte dell’uomo. L’intreccio fra individualità, struttura sociale e oggetto di studio vive, nella sua figura, uno straordinario momento di incontro di temi e di visioni. L’infinita traccia che dallo scienziato di Pisa si diparte sino ai nostri giorni, attraverso lo studio che ne hanno fatto diverse aree del sapere, ha prodotto multiformi e variabili interpretazioni che lo hanno reso simbolo unico e paradigma utile proprio per la sua imperfezione. La figura di Galileo Galilei consente una lettura della debolezza e della forza della ricerca scientifica nelle loro declinazioni più varie, e ricorda, nella sua conclusione, quanto di meglio essa contenga propriamente in sé e nelle sue metodologie: la ricchezza della curiosità e dell’immaginazione, l’importanza della presa d’atto dei risultati sperimentali e, sopratutto, il valore dello scambio intellettuale e della discussione. Questo numero di “Oxygen” indaga, attraverso alcune delle voci contemporanee più rappresentative della scienza e della ricerca fisica e astrofisica, la straordinaria eredità di uno dei più grandi scienziati e pensatori di tutti i tempi, nel quale la
Editoriale
ricerca della conoscenza non era disgiunta dalla passione per la bellezza e l’invenzione creativa dell’uomo. In un contesto storico come quello attuale, ricco di possibilità, di tecnologie, di mezzi, ma anche spesso povero di pensiero, di possibilità di scelta e, quasi incredibilmente, di materie prime basilari come l’acqua, di cui abbiamo parlato nello scorso numero di Oxygen, sottolineare il valore centrale dell’uomo e delle sue possibilità ci permette di ricordare, a tutti noi, lo stimolo e l’importanza dei valori fondamentali della nostra vita. La libertà nella ricerca scientifica non è solo un riflesso della libertà più generale: anzi, come proprio la vicenda di Galileo insegna, tocca spesso alla scienza il compito di porre in evidenza criticità e singolarità, di evidenziare punti di svolta e proporre soluzioni. Se riusciremo a mantenere la nostra attenzione, etica, sociale e culturale, allo stesso livello dell’attuale disponibilità di mezzi tecnologici, e se sapremo nutrire tutto ciò con adeguate risorse e discussioni, forse potremo raggiungere qualcosa di più di tanti eccelsi risultati in campo scientifico (che certamente verranno), o singoli successi in ambiti specifici. È in gioco la nostra capacità di indagare e affrontare il reale, nel suo essere dato oggettivo da un lato e nel suo essere partecipe, e soprattutto frutto, delle nostre scelte dall’altro. Se sapremo dialogare su quanto la scienza e la ricerca ci offrono creeremo un ambiente migliore, ma soprattutto un clima umano e politico in cui le scelte ora possibili saranno più libere, perché singolarmente consapevoli e collettivamente riconosciute. Vittorio Bo, direttore editoriale
Si celebra in tutto il mondo l’anno dell’astronomia, e il 1609 vide infatti nascere la nuova immagine dei cieli che si spalancò con il telescopio di Galilei. Ebbene, a distanza di quattro secoli, siamo davvero in grado di scorgere – al di là dei rituali commemorativi – un significato preciso dell’opera galileiana? La domanda è legittima: in fin dei conti oggi nessuno si specializza in un settore della fisica o dell’astronomia studiando i testi galileiani. E, d’altra parte, le risposte alla nostra domanda hanno subito, negli ultimi decenni, notevoli mutamenti. Cominciamo, allora, da una risposta che gode di un certo livello di popolarità. Essa dice che Galilei ci ha lasciato in eredità il cosiddetto metodo sperimentale: formato da un connubio di “sensate esperienze” e “certe dimostrazioni”, questo metodo starebbe alle origini di una scienza moderna e antiaristotelica. La crescita delle conoscenze sulla natura, tuttavia, non è conforme a questa immagine di un Galilei metodologo. Anzi, fu proprio Aristotele a esaltare, rispetto all’astronomia, le virtù del rapporto tra ciò che ci dicono i sensi e ciò che ci è rivelato dalla geometria: e, molti secoli prima di Aristotele, la scienza babilonese – come dimostrano gli scritti di Asger Aaboe, fece leva su accurate osservazioni astronomiche che si collocavano in un assetto teorico di tipo algebrico. Una risposta ben più raffinata al nostro quesito fu offerta, alcuni decenni or sono, da Alexandre Koyré. Egli ammirava l’opera galileiana, ma sostenne che gli esperimenti citati da Galilei non furono mai eseguiti
poiché le tecniche allora disponibili non ne permettevano la realizzazione. Si trattava quindi di esperimenti mentali che trovavano un senso solo in quanto Galilei aderiva a una forma di platonismo. E proprio qui, secondo Koyré, stava la grandezza di Galilei. La tesi di Koyré è stata però in seguito criticata dalle ricerche di studiosi come Thomas Settle e Stillman Drake, grazie alle quali si è capito che gli esperimenti galileiani furono effettivamente eseguiti. La loro realizzazione, comunque, non si reggeva su soli pilastri metodologici, ma su una rete intricata e variabile di correlazioni fra misure e teoremi che già è stata accuratamente esplorata da Winifred Wisan. Il breve spazio di una nota editoriale non consente di meglio addentrarci nella struttura del lascito galileiano, che giustamente si presta a varie interpretazioni. Può essere tuttavia utile, oggi, ricordare due tesi che Galilei espose nel Dialogo del 1632. La prima ha a che fare con l’incompletezza del sapere: “non è effetto alcuno in natura, per minimo che e’ sia, all’intera cognizion del quale possano arrivare i più speculativi ingegni”. La seconda riguarda la scienza come cultura che cresce nelle libere controversie: “La filosofia medesima non può se non ricever benefizio dalle nostre dispute… quanto alla scienza stessa, ella non può se non avanzarsi”. Ecco, un “avanzarsi” che è evoluzione culturale: a posteriori possiamo dire che senza la cinematica e la relatività galileiane non avremmo avuto Newton ed Einstein. E non avremmo quindi l’odierna e sfaccettata cultura sul mondo naturale e su noi stessi. Enrico Bellone
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Passepartout – Guarda in alto
Passepartout
Guarda in alto
a cura di Michelle Nebiolo
Nel 1800 l’Osservatorio Yerkes nel Wisconsin, Stati Uniti, era uno dei principali osservatori al mondo. Ancora oggi detiene il record per il più grande telescopio rifrattore mai costruito (1 metro di diametro) – anche perché i rifrattori furono presto abbandonati a favore di telescopi riflettori, molto più grandi.
Il più grande osservatorio al mondo è il Large Millimiter Telescope, situato sulle montagne più alte di Puebla, in Messico. Per costruirlo ci sono voluti 10 anni e 116 milioni di dollari.
Negli anni novanta la vetta del Cerro Paranal, in Cile, è stata “smussata” per creare un altopiano abbastanza ampio da ospitare il Very Large Telescope dell’Eso: l’altezza della montagna è passata così da 2.660 metri slm a 2.635.
Sebbene alcuni non credano fosse davvero adatto all’osservazione astronomica (e forse fu davvero frequentato più da astrologi che da astronomi), il Cheomseongdae, in Corea del Sud, è considerato il più antico osservatorio conservatosi fino ai giorni nostri in Asia orientale. Costruito nel settimo secolo, con i suoi 27 strati di pietre di granito, tagliate e disposte in cerchio, non arriva ai 10 metri di altezza.
Nel 1894 il giovane anarchico francese Martial Bourdin morì nel tentativo di far esplodere una bomba nell’Osservatorio di Greenwich, nel Regno Unito. Quello che forse fu il primo attacco terroristico internazionale nel paese rimane, tutt’oggi, inspiegato.
L’osservatorio di Marageh, nell’odierno Azerbaigian, è considerato uno degli osservatori più importanti della storia islamica. Entrato in funzione nel 1262, permise al direttore Nasir al-Din al-Tusi di compiere le osservazioni necessarie a formulare un modello di moto lunare... accettato dalla comunità scientifica del tempo fino alla rivoluzione copernicana.
Nel 1820 l’Osservatorio astronomico del Capo di Buona Speranza, in Sudafrica, fu la prima istituzione scientifica fondata in Africa. Gli edifici principali furono completati nel 1829, grazie a un investimento pari a 30.000 sterline.
Il sito denominato Dome C, in Antartide, è un’ottima base di osservazione astronomica perché si trova in una posizione così estrema che le stelle rimangono visibili persino a mezzogiorno e nel mese di dicembre, quando il Sole raggiunge la massima elevazione a un angolo di 38°.
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oxygen 07 – 09.2009
La modernità di Galilei
di Enrico Bellone
I discorsi nostri hanno a essere intorno al mondo sensibile, e non sopra un mondo di carta. (Galileo Galilei, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, giornata seconda)
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In che senso possiamo oggi dire che l’opera galileiana ha i tratti della modernità? Per dirlo sarebbe necessario individuare, al suo interno, qualcosa che è ancora presente e vivo nella cultura del nostro tempo. Una individuazione problematica, questa. Nelle odierne facoltà di scienze, infatti, chi frequenta i corsi di meccanica o di astronomia non studia il Dialogo del 1632 o il Sidereus Nuncius del 1610. Le pagine di Galilei sono semmai ricordate dagli storici. Ma le ricerche in storia della scienza, così come sono usualmente praticate, si basano sul requisito della contestualità. Esso richiede che una data teoria vada interpretata senza uscire dal contesto storico in cui è nata, senza cioè fare uso di conoscenze posteriori a quel contesto. Ebbene, se tale requisito fosse rispettato con la dovuta coerenza, allora si approderebbe a esiti sconcertanti. Un esempio è utile per precisare questo punto. Nel luglio del 1610 Galilei descrive Saturno come formato da tre corpi sferici fra loro immobili, e, nei tre decenni successivi, tale strana conformazione viene rappresentata con alcune
problematiche varianti: solo nel 1675 si capisce che Saturno è circondato da anelli e che le immagini precedenti sono dovute alla struttura delle lenti disponibili a Galilei e ai suoi contemporanei. Ma Galilei muore nel 1642, e, in virtù della coerenza contestuale, lo storico dovrebbe quindi sostenere che, non essendo applicabili alle pagine galileiane le nozioni del 1675, nel luglio del 1610 si scoprì che Saturno è tricorporeo. E va comunque ricordato che risultati analoghi a questo emergono comunque, e con alta frequenza, quando lo storico analizza contestualmente le tesi galileiane sull’inerzia, sul principio di relatività, sul rigetto delle orbite ellittiche dei pianeti o sulle cause non gravitazionali delle maree. La modernità di Galilei, insomma, va cercata per altre vie. Suggerisco qui che sia indispensabile abbandonare i modelli storiografici centrati sul dogma del contesto e far leva, invece, su modelli evoluzionistici secondo i quali la crescita della cultura umana ha una struttura ad albero di darwiniana memoria: una evoluzione ricca di mutazioni imprevedibili e di rami secchi, non
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La modernità di Galilei
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Galilei è moderno in quanto certi aspetti delle sue teorie, tradotti e ritradottti di generazione in generazione, sono ancora oggi presenti nella cultura odierna.
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governata da una logica trascendente e al cui interno troviamo scoperte che violano le aspettative o le previsioni degli scopritori (Bellone 2009). Da questo punto di vista alternativo le pagine lasciateci da Galilei presentano alcuni tratti caratteristici. Ecco il primo: a volte Galilei lavora per confermare, in modo rigoroso, certe conoscenze fisiche sulla cui validità egli non ha dubbi, ma ottiene risultati sconcertanti e comunque estranei alle sue aspettative o alle sue previsioni (Drake 1979 e 1988). Ed ecco il secondo: a volte Galilei esplora certi fenomeni astronomici senza coltivare alcuna aspettativa e senza poter fare previsioni di alcun genere: è mosso semplicemente dalla curiosità, e si trova fra le mani risultati rivoluzionari (Righini 1978, Drake 1983). Poi, il terzo tratto: con il trascorrere degli anni lo sviluppo della scienza galileiana non si realizza come un continuo, ma è segnato da brusche svolte (Bellone 2008). Infine: Galilei non ha mai scritto un trattato sul vero metodo scientifico, e la sua modernità non sta in un presunto metodo sperimentale: nel corso delle sue ricerche, infatti, Galilei sempre oscilla fra l’accettazione di misure non corrobo-
rate da teoremi e l’elogio di teoremi privi di conferma sperimentale (Bellone 2004). Alcuni temi concreti ci possono aiutare per addentrarci nei tratti ora citati. Agli inizi del Seicento, dopo anni di adesione alla tesi plurisecolare secondo cui nei moti naturali la velocità è una costante del moto, Galilei scopre accidentalmente che la velocità di discesa di una sferetta su un piano inclinato non è costante. Egli non può, ovviamente, misurare la velocità. Può stimare solo la lunghezza degli spazi percorsi in intervalli di tempo tra loro eguali: e trova, indipendentemente dalle proprie aspettative, che la sequenza di tali lunghezze corrisponde alla sequenza dei numeri dispari: vi è dunque accelerazione, e crollano di colpo sia la scienza allora esistente sui moti naturali, sia le convinzioni dello stesso Galilei. Nel gennaio del 1610 egli punta il telescopio su Giove e in poche nottate scopre le quattro stelle medicee: ma sappiamo, proprio dai suoi manoscritti, che egli non sta controllando alcuna previsione sul possibile numero dei satelliti di quel pianeta – li vede, e basta. Lo stesso vale per la risoluzione stellare di alcune nebulae o della Via
Lattea: una manciata di settimane, motivate non da previsioni ma dalla sola curiosità, e crolla una plurisecolare immagine dei cieli. Questi due casi, nella loro semplicità, evidenziano come alcuni eventi fondamentali per la nascita della scienza moderna – la messa in crisi della teoria del moto e la rivoluzione telescopica – non siano gli esiti di una logica rigorosa e interna alla crescita delle conoscenze, ma costituiscano delle svolte improvvise e indipendenti da aspettative o intenzioni o previsioni. Si apre così una finestra proprio sulla struttura della crescita dei saperi: la sequenza dei numeri dispari comincia per Galilei a collegarsi alla natura ignota della gravitazione, le sorprendenti immagini offerte dal telescopio demoliscono una astronomia millenaria e unificano il mondo celeste e il mondo sublunare in una sola cornice fisica, e, all’interno di quest’ultima, Galilei dispone un prototipo dell’inerzia (Wisan 1974) e un archetipo del principio di relatività. Ma, così ricostruendo l’opera galileiana, la collochiamo in una vera e propria evoluzione del sapere: troviamo insomma, a posteriori, l’inerzia e la relatività, Newton ed Einstein. Già, a posterio-
ri, e non come esiti governati da una logica trascendente – troviamo in Galilei le informazioni necessarie per rimodulare la storia della scienza come settore di una evoluzione culturale che è tipica della nostra specie (Cavalli Sforza 2004, Bellone 2003 e 2006). Insomma, Galilei è moderno in quanto certi aspetti delle sue teorie, tradotti e ritradotti di generazione in generazione, sono ancora oggi presenti nella cultura odierna. E, a questo punto, si aprono due gruppi di questioni. Il primo riguarda la circostanza per cui quegli aspetti non si sono conservati nelle loro forme originarie, ma vengono oggi esposti dopo lunghe sequenze di variazioni. Sequenze lunghe e spesso inficiate da tesi che, sempre a posteriori, ci appaiono come erronee. In un passo celebre del Dialogo Galilei ci presenta l’impossibilità di distinguere, dal punto di vista della meccanica, tra un sistema di riferimento in quiete e uno in moto rettilineo uniforme. Il problema viene ripreso nel 1873 (Maxwell 1973) da un genio come Maxwell, che elabora matematicamente l’invarianza delle equazioni di campo elettromagnetico per trasformazioni galileiane: una elaborazio-
1 Chicago, Usa 2004 Buildings Reflecting on Cloud Gate (Anish Kapoor) ©Murat Taner/Corbis 2 New York, Usa Trinity Church
Instanbul, Turchia Moschea Blu
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Giza, La Sfinge
La modernità di Galilei
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Consigli di lettura
ne erronea il cui superamento sfocerà nella teoria einsteniana del 1905 sull’elettrodinamica dei corpi in movimento (Einstein 2004). Situazioni di questo genere affollano la storia della scienza, e configurano quest’ultima come un processo ricco di ramificazioni: alcune restano aride e monche, altre invece sopravvivono solo in quanto gemmano altri rami e acquistano nuovi significati. Suggerisco allora che la modernità di certi frammenti teorici coincida con questa modalità di sopravvivenza, che si regge su forme di selezione culturale. Il secondo gruppo di questioni si riferisce al fatto seguente: sin da quando sono comparsi i primi testi scritti – e cioè da circa 12.000 anni – la nostra specie ha sempre fatto uso di elementari strutture aritmetiche e geometriche nei suoi tentativi di adattarsi alla propria nicchia. Non a caso si discute, negli ultimi tempi, di una vera e propria matematica “embodied” che riguarda sia Homo sapiens sia altri corpi viventi (Lakoff e Nùnez 2005, Vallortigara 2005, Oliverio
2008). Tutto ciò appare incomprensibile (o irritante) a chi resta al di fuori di modelli evoluzionistici della cultura: modelli in base ai quali si nega che la cultura sia un mondo spirituale o cartesianamente mentale, e si comincia a parlare delle idee come enti materiali e delle teorie come variabili stati fisico-chimici di reti neurali. Viene in tal modo a profilarsi, per la ricerca storica, una cornice evoluzionistica a tutto campo che investe l’intera cultura umana (Moretti 2005, Bartocci e Odifreddi 2007), che può essere esplorata ricorrendo a temi tipici dell’approccio naturalistico alla conoscenza (Van Orman Quine 1991, Valore, Giorello e Pettoello 2004) e che consente di cogliere la modernità galileiana in uno schema rinascimentale già ben studiato da Paolo Rossi (Rossi 2002). Uno schema in cui la scienza moderna si sviluppa come quel sapere pubblico al quale proprio Galilei fa appello nei Discorsi, là dove la tecnica viene esaltata come modalità alta della cultura e dove l’arsenale di Venezia è visto come luogo del vero filosofare.
Bartocci C. e Odifreddi P. (2007, a cura di), La matematica, Einaudi (in particolare i primi saggi del volume 1)
Drake S. (1979), Galileo’s Notes on Motion, in “Supplemento agli Annali dell’Istituto e Museo di Storia della Scienza”, fasc. 2
Bellone E. (2003), La stella nuova, Einaudi
Drake S. (1983), Telescopes, Tides and Tactics, Chicago University Press
Righini G. (1978), Contributo alla interpretazione scientifica dell’opera astronomica di Galileo, in “Supplemento agli Annali dell’Istituto e Museo di Storia della Scienza”, fasc. 2
Drake S. (1988), Galileo. Una biografia scientifica, il Mulino
Rossi P. (2002), I filosofi e le macchine (1400-1700), Feltrinelli
Einstein A. (2004), in “Opere scelte”, a cura di E. Bellone, Bollati Boringhieri
Vallortigara G. (2005), Cervello di gallina. Visite (guidate) tra etologia e neuroscienze, Bollati Boringhieri
Lakoff G. e Nùnez R. (2005), Da dove viene la matematica. Come la mente embodied dà origine alla matematica, Bollati Boringhieri
Valore P., Giorello G. e Pettoello R. (2004, a cura di), Da un punto di vista logico, Raffaello Cortina Editore
Bellone E. (2004), Caos e armonia. Storia della fisica, Utet Bellone E. (2006), L’origine delle teorie, Codice Edizioni Bellone E. (2008), Molte nature. Saggio sull’evoluzione culturale, Raffaello Cortina Editore Bellone E. (2009), Il contributo italiano alla rivoluzione scientifica e alla nascita della fisica moderna, in “La cultura italiana”, a cura di Luigi Luca Cavalli Sforza, vol. VIII, “Storia della scienza e della tecnologia”, a cura di Telmo Pievani, Utet Cavalli Sforza L.L. (2004), L’evoluzione della cultura, Codice Edizioni
Maxwell J.C. (1973), Trattato di elettricità e magnetismo (1873), Utet, vol.2, capp. VIII e XII Moretti F. (2005), La letteratura vista da lontano, con un saggio finale di Alberto Piazza, Einaudi Oliverio A. (2008), Geografia della mente. Territori cerebrali e comportamenti umani, Raffaello Cortina Editore
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oxygen 07 – 09.2009
L’ellisse e la luna: una storia di scienza e pregiudizi
“Milleseicentodieci, ai dieci di gennaio. Galileo vide che il cielo non c’era”. Così Bertolt Brecht sintetizza nella sua Vita di Galileo le conseguenze delle esplorazioni celesti del grande scienziato pisano con il cannocchiale. Il cielo, il luogo sacro dove sfere di vetro purissime e trasparenti ospitano nientemeno che Dio, non c’è. Non è un’affermazione da poco, e la reazione della chiesa ne è una prova tangibile. Insieme al cielo, Galilei distrugge convinzioni religiose, teorie astronomiche e filosofiche durate migliaia di anni ma anche suggestioni popolari e pregiudizi secolari. Ma pochi sanno che il grande scienziato, pur avendo distrutto i pregiudizi degli altri, non seppe rinunciare ai propri. Per meglio far risaltare questa contraddizione unirò due storie. La prima, quella della luna, farà da sfondo alla seconda, quella dell’ellisse, e insieme ci aiuteranno a capire come la ricerca scientifica proceda tra intuizioni, cadute, suc-
cessi e lotte spesso sotterranee e crudeli. Un’introduzione è d’obbligo. Il fondamento della scienza galileiana vuole essere assolutamente oggettivo. In altre parole, la scienza si pone come concatenazione causale dei fatti perché già l’ordine della natura rivela la costanza e la necessità di un tale tipo di rapporto. La scienza, un nuovo linguaggio per interpretare la realtà, ha per Galilei enormi possibilità di successo perché la natura è di per sé immutabile e ha un ordine oggettivo causalmente strutturato di relazioni governate da leggi matematiche valide per tutti. Ciò vale anche per un altro concetto molto importante per Galilei, quello di quantità. Nel mondo infatti vi è una "immanente geometria" perché i caratteri con cui Dio ha scritto il grande Libro della Natura sono fatti – dice Galilei – di triangoli, cerchi e altre figure geometriche. Eccetto, come vedremo, una. Cominciamo dalla luna. Bianca, liscia, quasi trasparente, la lu-
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Luna, limbo lunare con i crateri Von Karman Leibnitz e Oppenheimer ©Nasa
Il progresso scientifico e culturale è un percorso non lineare e impervio, in cui improvvisi ed epocali passi in avanti si accompagnano spesso a pregiudizi duri da spazzare via. Pregiudizi da cui non fu immune neanche “il grande G”…
di Gennaro De Michele
L’ellisse e la luna: una storia di scienza e pregiudizi
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Luna ©Nasa
Ma “il grande G” aveva egli stesso un terribile pregiudizio da cui non riusciva a liberarsi: odiava le elissi e amava immensamente i cerchi.
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na è divenuta per i credenti un simbolo di purezza assoluta, tanto che nelle rappresentazioni sacre, specialmente in quelle del Seicento, la Vergine Maria quando ascende al cielo posa i suoi piedi su una luna bianchissima. Ma tutti possono vedere a occhio nudo che la luna non è completamente bianca, bensì caratterizzata da macchie scure le cui forme e dimensioni sembrano cambiare nel tempo. È così che la fantasia popolare, dovendo mettere insieme il dettato ecclesiastico e l’evidenza quotidiana, ha trovato una soluzione che oggi ci appare ridicola, ma che per molti è stata plausibile. Quelle macchie non sono altro che la rappresentazione simbolica (o addirittura i segni della presenza fisica) di Caino, che sconta la sua pena sulla luna trasportando pesanti fascine di legna. Altri, ad esempio nelle campagne pisane, dicono ancora oggi che sì, è Caino, ma che non è schiacciato dal peso della legna bensì intento a preparare allegramente frittelle… Insomma un bel problema, un caso di cui si occupa anche Dante nella Commedia, quando nel Canto II del Paradiso chiede aiuto a Beatrice: “Ma dimmi che son li segni bui di questo corpo, che la giuso in terra fan di Caino favoleggiare altrui”. E Beatrice gli spiega, da par suo, che la luna pura è e pura rimane, e che quelle non sono macchie ma solo un naturale effetto ottico dovuto alla densità dell’astro. È stato quindi naturale per i primi astronomi puntare il cannocchiale sul nostro satellite per svelarne i segreti, ma è singolare che uno di que-
sti, il famoso scienziato inglese Thomas Harriot, vi abbia visto nelle sue osservazioni del settembre 1609 nientemeno che Caino e le fascine, e ne abbia divulgato una rappresentazione grafica inequivocabile. Ma la scarsa fantasia di Harriot fu immediatamente smentita dai disegni di Galilei che davano della luna un’immagine inedita, nello stesso tempo fantastica e concreta: le macchie lunari non erano altro che ombre di montagne e crateri, ombre derivanti dall’illuminazione solare che apparivano ancora più visibili sulla linea di demarcazione tra la zona soleggiata e quella buia dell’intero satellite, come appare chiaro dai disegni riportati nel Sidereus Nuncius. E Harriot? Bene, qualche mese dopo la pubblicazione degli studi di Galilei rifece le sue osservazioni e anche lui vide, deo gratias, crateri e montagne. Galilei in questo episodio è veramente grande, e con due innocui disegni distrugge miti secolari. Ma “il grande G”, il distruttore dei cieli, l’uomo che aveva cacciato Caino dalla luna, aveva egli stesso un terribile pregiudizio da cui non riusciva a liberarsi: odiava le ellissi e amava immensamente i cerchi. L’ellisse, una forma che tutti possiamo disegnare con due chiodi e un pezzo di spago, è per Galilei “un cerchio distorto, una forma non degna dei corpi celesti”; pertanto è un obbrobrio e non può trovare posto nell’immanente geometria della natura. E fu così, per questo pregiudizio, che “il grande G”, copernicano convinto, non riconobbe mai la validità delle leggi di Keplero che avevano ridotto a tre semplici formulette le de-
cine di tomi che servivano prima per descrivere il moto di pianeti e satelliti intorno al sole. Questa di Galilei è una storia esemplare di scienza e pregiudizi che si ripete sempre quando avvengono cambiamenti epocali. Si pensi alla battaglia che hanno dovuto combattere Bohr, Planck e Heisenberg per difendere le tesi della meccanica quantistica contro avversari decisi e agguerriti del calibro di Einstein. Battaglie che si ripropongono forse più duramente anche oggi, come suggeriscono le dispute sugli ogm e sull’impiego delle cellule staminali embrionali. Sembra che la situazione non sia cambiata, e invece c’è una differenza non proprio trascurabile. Grazie alla democrazia, alla ge-
neralizzata crescita culturale della gente e ai media, oggi tutti possono esprimere un’opinione e far sentire la propria voce. Un importante filosofo della scienza, Paul Feyerabend, che ha analizzato il percorso scientifico e umano di Galilei nel suo famoso libro Contro il metodo, ha scoperto che la massima creatività scientifica si ottiene quando c’è grande tolleranza e quindi “quando… tutto può andar bene”. Una conclusione a cui è arrivato recentemente anche Richard Florida che ha sintetizzato la sua teoria del successo nelle famose 3T: talento, tecnologia e tolleranza. Una ricetta semplice ma di non facile applicazione, specialmente se si tratta di accettare “scomode ellissi” al posto di più “tranquillizzanti cerchi”.
Rubrica – titolo corrente Stephen Frink/ScienceFaction/Corbis
©
Photoreport
Guarda che luna
fotografia di Stephen Frink
Anche se non ha mai davvero trasformato un uomo in lupo, la Luna ha il controllo di una serie di fenomeni terrestri... e marini, come la riproduzione dei coralli. Questi piccoli polipi di solito rilasciano gameti solo una volta l’anno: si devono quindi sincronizzare, basandosi su temperatura dell’acqua, correnti, e fase lunare. Nei Caraibi, ad esempio, c’è una barriera corallina che inizia la riproduzione sessuata sempre ad agosto, l’ottavo giorno dopo la luna piena.
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Verso le nuove generazioni: l’energia nucleare oggi
di Giovanni Ricco
La domanda globale di energia è destinata ad aumentare nei prossimi decenni, e la dipendenza dalle fonti fossili rappresenta un enorme problema a livello economico, politico e ambientale. La ricerca in campo nucleare si prepara a fornire una soluzione sostenibile.
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L’energia nucleare può coprire una quota significativa della crescita del fabbisogno energico, riducendo al tempo stesso le preoccupazioni di natura ambientale, politica e sociale associate al consumo di combustibili fossili.
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Nel corso di questo secolo una delle sfide globali sarà mantenere l’equilibrio tra la domanda di crescita di energia per lo sviluppo economico e il conseguente impatto sociopolitico e ambientale. Anche contando su una crescita parallela della capacità di risparmio energetico sia nei paesi industrializzati sia in quelli in via di sviluppo, è prevedibile che la domanda globale di energia cresca nei prossimi decenni fino al doppio di quella attuale. In Italia la situazione energetica non è delle migliori: il massiccio ricorso alle fonti fossili, sopratutto gas e petrolio, ha portato a una notevole dipendenza (circa 84%) dalle importazioni, a un costo della bolletta notevolmente più alto (+45% per le utenze domestiche rispetto alla media europea) e alla violazione del protocollo di Kyoto, che impone entro il 2012 la riduzione delle emissioni di gas serra (CO2) del 6,5% rispetto a quelle del 1990. Già nel 2007 le emissioni risultavano nel nostro paese superiori del 17% rispetto ai valori del 1990, peraltro con una tendenza all’aumento. L’energia nucleare può coprire una quota significativa della crescita del fabbisogno energetico, riducendo al tempo stesso le preoccupazioni di natura ambientale, politica e sociale associate al consumo di combustibili fossili. Tuttavia una parte importante dell’opinione pubblica è ancora convinta che i rischi dell’energia nucleare sia-
no più importanti dei suoi vantaggi. Proviamo quindi a esaminare i problemi che verrebbero sollevati dalla riattivazione in Italia delle centrali nucleari e le risposte che la moderna tecnologia può dare. Dal punto di vista della sicurezza, nel mondo oggi sono regolarmente in funzione circa 440 reattori della cosiddetta seconda generazione, costruiti a partire dagli anni settanta, 36 sono in costruzione e un centinaio già pianificati. Gli unici incidenti estremi avvennero negli Stati Uniti, a Three Mile Island, nel 1979 e in Ucraina, a Chernobyl, nel 1986. Entrambi furono dovuti a una sequenza di malfunzionamenti seguiti da operazioni errate da parte degli addetti, che portarono alla parziale fusione del nocciolo con emissione di gas radioattivi a pressione molto elevata. Solo a Chernobyl però questi gas sono fuoriusciti dal reattore, che non aveva una struttura di contenimento esterna adeguata. Anche in seguito allo studio di quegli incidenti e ai miglioramenti apportati, la sicurezza di tutti gli impianti costruiti nei paesi dell’Ocse è andata sempre migliorando, e ha raggiunto oggi un livello altissimo, tanto che in molti casi l’attività degli impianti è stata prolungata dai 40 anni previsti fino a 60. Le normative di sicurezza sono oggi molto severe, e tra il nocciolo radioattivo e la popolazione sono interposte almeno quattro barriere: la guaina del combustibile, il
contenitore metallico, il sistema di raffreddamento e l’edificio in cemento armato. A questi si aggiungono sistemi di sicurezza sia elettromeccanici sia passivi, governati cioè da principi fisici che si innescano spontaneamente quando necessario. Un altro aspetto cruciale è naturalmente quello dello smaltimento delle scorie radioattive. Il combustibile bruciato contiene materiali a bassa radioattività (soprattutto isotopi di uranio) e residui a radioattività elevata. Tra questi ultimi i frammenti di fissione sono nuclei più leggeri dell’uranio con vite medie dell’ordine del centinaio di anni, mentre gli attinidi minori sono nuclei instabili un po’ più pesanti dell’uranio con vite medie fino a parecchie migliaia di anni (come il plutonio 239Pu che è anche un possibile combustibile nucleare). La maggior parte dei vecchi reattori custodisce il combustibile bruciato così com’è prodotto, e necessita quindi di depositi molto capaci ben isolati dalla biosfera (miniere di sale, depositi geologici profondi). Per i nuovi reattori è iniziata in alcuni paesi (Francia, Giappone) la pratica del ritrattamento, cioè la separazione della mistura di uranio e plutonio, che può essere usata come nuovo combustibile, dagli attinidi minori e dai frammenti, che possono essere vetrificati e conservati nei depositi sotterranei, ma in vo-
lumi ridotti. Un reattore da 1000 MW produce in un anno, dopo il ritrattamento, tra 15 e 35 m3 di rifiuti ad alta attività. Va comunque ribadito che la disponibilità di un deposito geologico per le scorie a lunga durata è oggi una premessa indispensabile sia per l’utilizzo di nuove centrali nucleari sia per lo smantellamento dei vecchi impianti. Il ritrattamento delle scorie incide anche sulla disponibilità del combustibile. In ogni caso, però, anche senza ritrattamenti, le risorse disponibili di 235U sono sufficienti, agli attuali consumi, fino a circa fine secolo. Se si tiene conto delle risorse stimate, anche a costi di estrazione più elevati (il prezzo dell’uranio minerale contribuisce alla bolletta solo per il 5%) e quelle ottenibili dal disarmo nucleare, si possono guadagnare parecchie decine di anni. Per quanto riguarda i costi di produzione, quelli del nucleare sono assolutamente competitivi, ma i costi di costruzione sono molto elevati e i tempi lunghi. Ciò può rendere un investimento di questo tipo poco attraente. Una maggiore durata del periodo di produzione e una diminuzione del tempo di installazione aiuterebbe l’ammortizzamento dei capitali investiti. Persiste infine il rischio dell’uso bellico o delittuoso di scorie radioattive da parte di gruppi terroristici piuttosto che organizzazioni criminali. La linea di difesa si attua attraverso sistemi internazionali di salvaguardia e controllo (trattato di
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non proliferazione), nuove concezioni ingegneristiche di salvaguardia degli impianti e la gestione sempre più internazionalizzata dell’intero ciclo del combustibile, con l’esclusione di processi nel corso dei quali si produca plutonio separato utilizzabile per ordigni bellici.
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La tecnologia dei reattori nucleari è da sempre oggetto di ricerche e innovazioni continue, che hanno prodotto un avanzamento costante delle garanzie di sicurezza degli impianti e di smaltimento delle scorie. I reattori di ultima generazione, la cosiddetta terza generazione avanzata (III+), che entreranno in commercio entro qualche anno, saranno costruiti con procedure di sicurezza notevolmente potenziate, con diminuito impatto ambientale e riduzione dei rischi anche nelle già rarissime eventualità di fusione del nocciolo o impatto con un aereo. Questi miglioramenti, uniti alle più razionali tecnologie costruttive, permetteranno di garantire a 60 anni la durata dei nuovi impianti, ridurne i tempi di costruzione a 4 o 5 anni e portare il periodo di utilizzo a oltre il 90% del tempo, con conseguente contenimento dei costi. Il combustibile della generazione III+ può essere costituito per la metà da una mescolanza di uranio e plutonio, recuperata dal ritrattamento delle scorie, contribuendo così al loro smaltimento e al miglior utilizzo delle risorse. Tra i vari modelli di questa generazione proposti con queste caratteristiche due sono i più rilevanti per il mercato italiano. L’Epr ad acqua pressurizzata è costruito dall’azienda francese Areva e ha una potenza elettrica di 1600 MW. Ha la certificazione della Comunità Europea (Eur) ed è in corso quella statunitense (Nrc). Punta ancora sui sistemi di sicurezza ridondanti. Ciò significa che un sistema di sicurezza, ad esempio il raffreddamento di emergenza, viene quadruplicato con 3
componenti equivalenti di marche diverse posti in parallelo tra loro: una tecnologia complessa, ma ancora tradizionale, concepita per garantire un’altissima affidabilità. A fronte di incidenti severi con fusione del nocciolo, il materiale fuso viene convogliato e contenuto in un’apposita piscina, successivamente raffreddata. Particolarmente rinforzato il contenitore esterno in calcestruzzo armato spesso circa 2 metri a doppia parete con rivestimento in acciaio. È in costruzione in Francia, Finlandia e Cina. L’AP1000 ad acqua pressurizzata è costruito dalla multinazionale Westinghouse (Stati Uniti) e ha una potenza elettrica di 1117 MW. Ha la certificazione statunitense (Nrc), mentre è in corso quella della Comunità Europea (Eur). Punta sulla sicurezza passiva, cioè su dispositivi di sicurezza che non dipendono dall’intervento dell’uomo né da reti di alimentazione o da sistemi elettronici, ma funzionano in modo automatico, sfruttando ad esempio semplici principi fisici (la gravità, la circolazione naturale di gas e fluidi ecc.). In caso di eventi imprevisti si può quindi mantenere in sicurezza l’installazione per ore anche senza un comando attivo: si tratta di una tecnologia di sicurezza fortemente innovativa, che già anticipa i reattori di nuova generazione. In caso di incidente severo con fusione del nocciolo, il vaso di contenimento è progettato in modo da restare integro tramite refrigerazione delle pareti esterne. È in costruzione in Cina. A lungo termine le centrali di quarta generazione, che dovrebbero essere disponibili industrialmente dopo il 2030, offriranno soluzioni più complete e sostenibili alle problematiche sollevate dai vecchi impianti. Il Forum Internazionale Generazione IV, cui l’Italia afferisce non direttamente ma solo tramite l’Unione Europea, ha selezionato per ricerche approfondite sei sistemi, per la maggior parte reattori a neutroni velo-
1 — 4 Slovacchia, centrale Enel di Mochovce. ©Roberto Caccuri, Agenzia Contrasto
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Le nuove centrali nucleari saranno poi concepite in modo da offrire sicurezza passiva e la massima resistenza sia ai rischi della professione sia ai sabotaggi o agli attacchi terroristici.
ci, raffreddati non con acqua (che rallenterebbe i neutroni), ma con metalli liquidi e in grado di fissionare anche combustibili diversi dall’235U, come 238U e talvolta torio. La conversione nei reattori veloci dell’238U non fissile in materia fissile permetterebbe di moltiplicare per 60 l’energia prodotta a partire dall’uranio naturale, portando la disponibilità del combustibile nucleare a migliaia di anni. Il medesimo meccanismo permetterebbe di bruciare le scorie trasformando per fissione gli attinidi minori a vita media lunghissima in frammenti più leggeri a vita media molto più breve, ridimensionando così la necessità di depositi geologici. Le nuove centrali nucleari saranno poi concepite in modo da offrire sicurezza passiva e la massima resistenza sia ai rischi della proliferazione sia ai sabotaggi o agli attacchi terroristici. Tra i sistemi selezionati il primo a essere com-
mercializzato sarà quello raffreddato al sodio, che si avvale della precedente esperienza del reattore veloce francese Superfenix, ed è quindi favorito dalla Francia. L’interesse della ricerca italiana (Enea, Infn, Ansaldo Nucleare) è invece attualmente indirizzato sui sistemi veloci raffreddati a piombo liquido, nei quali la ricerca italiana è leader in Europa. L’installazione di reattori di potenza nel nostro paese va quindi vista contestualmente con la partecipazione a un percorso di ricerca e sviluppo verso un sempre maggiore livello di sostenibilità, che richiederà un impegno congiunto da parte di istituzioni, industria ed enti di ricerca scientifica.
Questo articolo apparirà sul numero 9 di "Asimmetrie", rivista di divulgazione scientifica dell’Infn accessibile anche online (www.asimmetrie.it). Si ringraziano l’autore e il comitato di redazione per averne concesso l’anticipazione.
Enel e la rinascita del nucleare in Italia Dal 2007 Enel partecipa con una quota del 12,5% al primo impianto nucleare di nuova generazione EPR (European Pressurized water Reactor) in costruzione a Flamanville, in Francia. Sessanta ingegneri sono già impegnati nel progetto. L’Area Tecnica Nucleare di Enel conta circa 100 ingegneri e tecnici specializzati e 4.000 persone lavorano nelle centrali di Spagna e Slovacchia, gestendo una capacità di 5.354 MW e una produzione annua di oltre 41 TWh. Il 3 agosto scorso è nata Sviluppo Nucleare Italia Srl una joint venture costituita da Enel ed Edf al 50%, con il compito di realizzare gli studi di fattibilità per la costruzione nel nostro Paese di almeno 4 centrali nucleari con la tecnologia di terza generazione avanzata EPR.
Il ritorno al nucleare è una scelta storica destinata a produrre un nuovo rinascimento industriale e intellettuale per l’intero sistema produttivo e scientifico del nostro Paese: il piano prevede infatti di coinvolgere non solo le filiere industriali dei fornitori ma anche le imprese energivore. A esse, il nucleare garantirà un prezzo dell’energia competitivo e stabile nei decenni a venire grazie a società ad hoc o consorzi che Enel intende costituire con la partecipazione dei grandi consumatori. Gli investimenti previsti per il rilancio del settore riguarderanno comparti, come le forniture meccaniche, nei quali l’Italia è ai primi posti nel mondo, ma c’è già un tessuto industriale al lavoro: ben 34 imprese italiane sono impegnate nella realizzazione dell’unità EPR di Flamanville e altre 15 collaborano alla realizzazione di due nuovi reattori della centrale Enel di Mohovce in Slovacchia.
Link correlati Nuclear Energy Today www.nea.fr Energia in Italia: problemi e prospettive (1990-2020) www.sif.it Appunti sull’energia nucleare www.infn.it
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Le grandi sfide dell’universo
di Tommaso Maccacaro
L’astronomia sa essere seducente: mostra poco, lascia immaginare molto e invoglia a scoprire il resto.
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Le grandi sfide dell’universo
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Il cielo stellato è sempre stato fonte di grandi ispirazioni poetiche, artistiche e filosofiche.
Per millenni abbiamo studiato il cielo, anticamera dell’universo, utilizzando unicamente la debole luce che proviene dagli astri. Quella minuscola parte dello spettro elettromagnetico che noi astronomi chiamiamo “il visibile” e a cui la nostra atmosfera è trasparente e l’occhio umano sensibile. Per millenni, osservando e studiando il cielo a occhio nudo, i nostri avi vedevano il Sole, la Luna, cinque pianeti, poche nebulosità, un paio di “stelle nuove”, molte cadenti, e qualche cometa, oltre a poche migliaia di puntini luminosi. Quanto bastava a scatenare la loro fantasia. Il cielo stellato, oltre che a permettere di orientarsi nel tempo e nello spazio, è sempre stato fonte di grandi ispirazioni poetiche, artistiche e filosofiche.
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Poi, quattrocento anni fa, nel 1609, un salto qualitativo: Galileo alza al cielo il cannocchiale che si è da poco costruito. Quel gesto produrrà una vera rivoluzione culturale e scientifica. Nell’arco di pochi mesi Galileo osserva infatti le irregolarità del terminatore (la linea di demarcazione tra luce e buio) sulla Luna, scopre i quattro maggiori satelliti di Giove e le fasi di Venere. Quanto basta per scombussolare la concezione dell’universo dell’epoca e consacrare a modello fisico il sistema copernicano che riproponeva, ma con migliori condizioni al contorno, il sistema eliocentrico, già avanzato da Aristarco di Samo due secoli prima di Cristo. Cambia il centro dell’universo e quindi il ruolo dell’uomo; l’aristotelica perfezione celeste diventa un concetto astratto e superato, inizia l’astronomia moderna basata sulla mediazione strumentale tra noi e il cosmo, sull’utilizzo di una nuova strumentazione che, permettendo di amplificare i deboli segnali provenienti dalle stelle, ci ha consentito di vedere ciò che prima era invisibile. Dopo questo primo passo impor-
tante ne sono stati fatti altri, ad esempio sostituendo l’occhio umano con ricettori ben più sensibili e versatili che permettessero l’archiviazione e la condivisione del dato e, successivamente, approfittando della conquista dello spazio, impadronendoci rapidamente di tutto lo spettro elettromagnetico per le osservazioni astronomiche. Abbiamo oggi telescopi di dieci metri di diametro (quello di Galileo era di tre centimetri) istallati nei siti più bui e deserti della terra o addirittura in orbita intorno al nostro pianeta. Abbiamo a disposizione sensori sensibili alle onde radio, alla radiazione infrarossa, al visibile, ai raggi X e gamma, per non parlare di attrezzature per la rilevazione di neutrini e dei raggi cosmici, per dare risposte agli interrogativi più profondi e affascinanti sulla natura del mondo. In questi quattrocento anni (soprattutto negli ultimi cento) abbiamo imparato molto. Siamo convinti di aver misurato l’età dell’universo e le caratteristiche fisiche e chimiche delle stelle e delle galassie che lo compongono, e di saper descrivere in dettaglio i primi istanti dopo il Big Bang, secondo dopo secondo, minuto dopo minuto, così come i processi che nel tempo hanno aggregato la materia in stelle, galassie e ammassi di galassie, e quelli che hanno portato alla formazione di tutti gli elementi della tavola periodica. Abbiamo ottenuto immagini dettagliate dei fenomeni più estremi: nascita e morte delle stelle, collisioni tra galassie, pulsar in rapida rotazione. E ancora baby galassie in formazione nelle fasi primordiali dell’universo, nubi di gas che collassano e formano sistemi planetari, esplosioni catastrofiche fotografate nel momento in cui avvengono: miliardi di anni fa! Ciononostante sono ancora tanti i misteri dell’u-
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Le grandi sfide dell’universo
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Cosa vorremmo scoprire nei prossimi anni? Quali sono le grandi sfide che ci attendono?
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niverso. Paradossalmente, più conosciamo e più ci rendiamo conto di quanto poco sappiamo. Per ogni domanda a cui diamo risposta, ne sorgono spontaneamente altre. Come quattrocento anni fa, siamo incredibilmente ignoranti e, forse, solo un po’ più consapevoli di ciò. Infatti, il nostro modello corrente dell’universo, fragile quanto quelli precedenti che ha sostituito, ci dice che dell’universo conosciamo il 5% appena (la materia “normale” o barionica), essendo un buon 20% costituito da materia oscura (che conosciamo solo attraverso i suoi effetti gravitazionali ma di cui non sappiamo ancora la vera natura), per non parlare dell’energia oscura (dove “oscura” significa che non abbiamo la più pallida idea di cosa sia) che costituisce circa il 75% dell’intero universo. L’astronomia sa essere seducente: mostra poco, lascia immaginare molto e invoglia a scoprire il resto. Cosa vorremmo scoprire nei prossimi anni? Quali sono le grandi sfide che ci attendono? Sfide strumentali e tecnologiche quanto cognitive e intellettuali. Me ne vengono in mente tre: — la comprensione della nostra (apparente) solitudine cosmica; — la rivelazione delle onde gravitazionali e il loro utilizzo per una nuova astronomia; — la comprensione della natura della materia oscura, dell’energia oscura e più in generale del-
la “geometria” e della storia dell’espansione dell’universo, nonché della sua unicità. Già Fermi si era posto, nel secolo scorso, la domanda: se è così probabile che esistano altre forme di vita nell’universo, dove sono tutte quante? Perché questo grande silenzio? Il problema è che, sull’orologio cosmico, l’intervallo di tempo che ci vede affacciati all’universo è del tutto insignificante e infinitesimo. E le distanze e i tempi di attraversamento del cosmo sono tali da rendere le esplorazioni lente e i contatti estremamente improbabili. Siamo impazienti, ma non sappiamo ancora quali siano veramente le regole del gioco per quanto riguarda non dico la comunicazione con altre civiltà, ma anche solamente la comprensione delle condizioni adatte allo sviluppo della vita e alla sua successiva evoluzione. Conosciamo ormai diverse centinaia di pianeti extrasolari. Alcuni li abbiamo addirittura “fotografati”. Ma ancora non sappiamo quanto in essi, e in altri ancora sconosciuti, sia comune (o raro) lo sviluppo e l’evoluzione della vita. La posta in gioco è altissima e sempre più missioni spaziali sono dedicate alla scoperta di altri pianeti (Corot e Kepler sono già operativi, Gaia è in avanzato stato di costruzione, Plato e Terrestrial Planet Finder sono progetti attualmente in fase di valutazione, altri ancora sono in studio). Difficilmente nella prossima decade, forse in questo se-
colo, quasi sicuramente entro il millennio, avverrà la scoperta di un’altra forma di vita, esistente o esistita. È l’evento più dirompente che io possa immaginare. Già da diversi anni, da terra, esperimenti come l’americano Ligo e l’europeo Virgo cercano di rivelare onde gravitazionali. L’Esa e la Nasa hanno allo studio una missione spaziale estremamente ambiziosa e promettente: disegnare nello spazio un triangolo equilatero di ben 5 milioni di chilometri di lato ponendo, ai vertici del triangolo, tre rivelatori identici che controllino la loro posizione relativa bersagliandosi reciprocamente con un raggio laser. Un’onda gravitazionale che attraversasse il sistema produrrebbe una minuscola alterazione dello spazio stesso e verrebbe rivelata come una impercettibile variazione della distanza reciproca dei tre rivelatori. L’impresa è al limite delle nostre capacità tecnologiche e il costo è esorbitante. Ma il ritorno scientifico può essere immenso. L’astronomia a onde gravitazionali ci permetterà di “vedere” i noccioli delle ipernove quando collassano a formare buchi neri, i sistemi binari di stelle di neutroni che si schiantano l’una sull’altra e più in generale le catastrofi cosmiche dove è in gioco l’accelerazione di enormi quantità di materia, inclusi possibilmente i primi momenti di formazione dell’universo stesso. Per non parlare di quanto verrebbe scoperto di totalmente inaspet-
tato e oggi imprevedibile, così come è successo ogni volta che si è riusciti ad aprire una nuova “finestra” sul cosmo. Il lato “oscuro” dell’universo si fa sempre più imbarazzante. Da quarant’anni conviviamo con la materia oscura, senza capirne la natura, e da un decennio dobbiamo anche convivere con una quantità ancora più ingombrante di energia oscura. Ma esiste veramente questa energia oscura responsabile dell’apparente accelerazione dell’espansione dell’universo? O è piuttosto il risultato di non voler violare il principio cosmologico, che deriva dalla rivoluzione copernicana di quattrocento anni fa? Una sorta di tabù culturale, ormai. Il satellite Planck, che ha appena iniziato una nuova e più dettagliata mappatura della radiazione cosmica di fondo, il sacro Graal della cosmologia, produrrà la fotografia più affidabile e più nitida mai avuta di come si presentava l’universo neonato, quando non aveva ancora neppure un decimillesimo della sua età attuale. È in quella fotografia e nei suoi dettagli più minuti che gli astronomi contano di scoprire il segreto dell’universo oscuro, la sua geometria, la sua storia e il suo fato. Probabilmente in meno di un paio d’anni. E poi? Poi altre domande, altre sfide, per continuare a spostare i limiti della conoscenza sempre più in là.
1 Nettuno e il suo satellite Tritone ©Nasa/JPL/Michael Benson, Kinetikon Pictures
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Urano e i suoi anelli Nasa/JPL/Calvin Hamilton
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3 Marte, tarda estate sull'emisfero nord © Nasa/JPL/Michael Benson, Kinetikon Pictures
Giove, il pianeta più grande del sistema solare © Nasa/JPL/Michael Benson, Kinetikon Pictures 4
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Connect the dots
Stella, stellina 036
a cura di Davide Coero Borga
Chiamiamo stelle quei corpi celesti che brillano di luce propria. In astronomia e astrofisica il termine designa uno sferoide luminoso di plasma che genera energia nel proprio nucleo attraverso processi di fusione nucleare. Buona parte degli elementi chimici di cui è composto l’intero universo, come idrogeno ed elio, si sono formati e vengono sintetizzati tutt’ora nel nucleo delle stelle attraverso processi di nucleosintesi.
1. Carl Sagan, astronomo statunitense, definisce la specie umana come l’incarnazione locale di un cosmo cresciuto fino all’autocoscienza. “Abbiamo incominciato a comprendere la nostra origine: siamo materia stellare che medita sulle stelle”.
2. L’immagine delle stelle
ricorre nel verso finale di tutte e tre le cantiche della Divina Commedia: “E quindi uscimmo a riveder le stelle”, Inferno XXXIV, 139; “puro e disposto a salire a le stelle”, Purgatorio XXXIII, 145; “l’amor che move il sole e l’altre stelle”, Paradiso XXXIII, 145. Le stelle sono la meta di Dante e per questo motivo ne scandiscono il viaggio ultramondano, pieno di riferimenti astronomici che denunciano l’interesse del poeta per le scienze e l’osservazione del cielo.
3. I nomi delle stelle sono belli, ma son più di cento volte centomila: l’ha scritto anche Gianni Rodari. La costellazione dell’Orsa Maggiore ne è un valido esempio. Il nome mediterraneo più classico per quest'asterismo è quello latino di Septemtrionis, derivante da septem (sette) e triones (buoi da lavoro), dove i "sette buoi" sono le sette stelle del Grande Carro. Meno poetici gli americani, che nella costellazione delle sette stelle vedono un mestolo (big dipper). Nel sud della Francia si usa talvolta il nome casserole (casseruola) mentre in Inghilterra è diffuso il nome plough (aratro). Nei paesi nordici si parla del Carro di Carlo, con riferimento a Carlo Magno.
4. Negli appunti Galileo, e nella contabilità familiare giunta sino a noi, appaiono alcuni pagamenti ricevuti per oroscopi, fatti ad allievi e amici per arrotondare lo stipendio. Presso la biblioteca nazionale di Firenze è conservato un prezioso manoscritto che raccoglie diverse "carte natali" che Galileo volle conservare, tra cui anche un oroscopo del padre del metodo scientifico. ©Nasa
5. La teoria della relatività generale di Einstein prevede che la luce possa incurvarsi in prossimità di corpi celesti di grande massa. La nostra visione del cielo può dunque essere falsata qualora le stelle, rispetto a noi, siano posizionate dietro ad altri astri. Si tratta del fenomeno delle lenti gravitazionali: la luce viene deviata e i corpi a grande massa agiscono come una lente per l’osservazione di stelle ancora più distanti. Fra i fenomeni più spettacolari prodotti dalle lenti gravitazionali c'è il cosiddetto anello di Einstein: un anello luminoso che si forma attorno a un corpo celeste quando si trova in linea con una sorgente luminosa rispetto all'osservatore.
6. Due stelle che ruotano intorno a un centro comune sono dette binarie. Col tempo questi corpi celesti si avvicinano l’uno all’altro, aumentando velocità di rotazione e riducendo la distanza che li separa. Il sistema binario perde costantemente energia e genera onde gravitazionali. A causa della riduzione di energia la coppia di stelle è costretta a ruotare sempre più vicina e in fretta, fino a quando di verifica una fusione stellare. In prossimità del punto di fusione il sistema binario può raggiungere i 500 giri al secondo.
7. Anche il fondo del mare è ricoperto di stelle. Si tratta di echinodermi della classe Asteroidea, comunemente conosciuti con il nome di stelle marine. Un tempo erano considerate una vera e propria piaga dai pescatori di ricci, che le tagliavano a metà e le rigettavano in mare. Ma dal momento che ogni braccio contiene tutte le strutture anatomiche presenti nella stella intera, esse erano in grado di rigenerarsi diventando il doppio di quante non fossero.
8. “Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: ‘Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo’” (Matteo 2, 1-2). La stella di Betlemme è quel fenomeno astronomico che, secondo il racconto del Vangelo, guidò i re Magi a fare visita a Gesù appena nato. L'ipotesi più comune la identifica con una triplice congiunzione di Giove e Saturno verificatasi nel 7 a.C., nella costellazione dei Pesci.
9. Il senese Alessandro
Piccolomini, scrittore, filosofo, astronomo e membro dell'Accademia degli Intronati, è da molti considerato l’autore del primo atlante celeste moderno: il suo De le stelle fisse (1543), infatti, arriva con oltre mezzo secolo d’anticipo sul più noto Uranometria (1603) di Johann Bayer, giurista e astronomo tedesco. Le 47 mappe che costituiscono l'opera raffigurano tutte le costellazioni tolemaiche (manca solamente quella del Puledro) e mostrano le stelle senza le corrispondenti figure mitologiche.
10. Le costellazioni cinesi sono diverse da quelle occidentali a causa dello sviluppo indipendente dell'antica astronomia cinese. Gli antichi cinesi hanno diviso il cielo notturno in modo differente, anche se esistono delle similitudini. Anche qui ritroviamo la cadenza stagionale e lo zodiaco è diviso in quattro regioni cui sono attribuiti altrettanti simboli: il drago azzurro dell’est che rappresenta la primavera, l’uccello rosso del sud che porta l’estate, la tigre bianca dell’ovest per l’autunno e la tartaruga nera del nord che simboleggia l’inverno.
Intervista a David Gross
Grandi attese
di Jacopo Romoli
Il vincitore del premio Nobel per la fisica nel 2004, David Gross, ci spiega perché il Large hadron collider (LHC) è così importante per i ricercatori oggi, quali potrebbero essere i prossimi sviluppi della teoria delle stringhe, e cosa gli piacerebbe scoprire in futuro. Qual è la situazione attuale della fisica della particelle? Si potrebbe dire che ci troviamo in un limbo, in attesa dell’LHC al Cern: anche se continuiamo a imparare moltissimo in linea teorica, di fatto aspettiamo che questa macchina si accenda – speriamo nei prossimi mesi – per scoprire molto di più. Ci sono molte questioni che dipendono da quel che rivelerà l’LHC. Perché è così importante l’LHC? Perché è la macchina che riuscirà a produrre collisioni di particelle elementari a livelli energetici 10 volte superiori a quelli che sono possibili ora. Investigare questo tipo di regime energetico ci condurrà probabilmente a scoperte che non possiamo prevedere, ma ci sono anche risultati che gli scienziati si aspettano, come trovare la particella di Higgs per verificare finalmente l’ultima parte del modello standard. Pensiamo anche che l’LHC sarà in grado di raggiungere livelli di energia tali da produrre materia oscura, consentendoci di studiarla per la prima volta. Gli astronomi ci dicono che l’universo ne è pieno, e sappiamo che fa “piegare” la luce e che le stelle la “sentono”. C’è un’ottima teoria secondo la quale è composta da particelle molto pesanti che interagiscono debolmente, ma non abbiamo mai visto queste particelle, non le abbiamo mai potute misurare o osservare nelle loro proprietà e interazioni. Non da ultimo, io personalmente sono entusiasta soprattutto all’idea che l’LHC potrebbe scoprire la supersimmetria. 1
In poche parole, cos’è la supersimmetria? In realtà si tratta di un’ipotesi, di una bellissima costruzione teorica nata con i primi sviluppi della teoria delle stringhe. Nel secolo scorso, con la teoria di Einstein e il modello standard, abbiamo imparato quanto è importante la simmetria. Ma la supersimmetria è un nuovo tipo di simmetria, che alcuni di noi credono sia una probabile proprietà della natura: secondo la supersimmetria le leggi della fisica sono indipendenti dalla rotazione nel superspazio, in modo analogo a come la normale simmetria rotazionale stabilisce che le leggi della fisica sono indipendenti dalla rotazione nello spazio “normale”. Per esempio, non importa se un laboratorio è orientato verso est o verso ovest: anche ruotandolo si ottiene sempre lo stesso risultato. Ma le rotazioni di cui parliamo in questo caso sono nel superspazio, che sarebbe come lo spazio normale se non fosse che ha delle strane coordinate in più. Strane perché su di esse le lunghezze non si misurano con numeri normali, ma con numeri di Grassmann, che non rispettano la proprietà commutativa della moltiplicazione. Questa bellissima, elegante estensione della normale simmetria gioca un ruolo fondamentale nella teoria delle stringhe e permette di risolvere alcuni problemi teorici: per esempio, applicata a quel che sappiamo nella natura, produce automaticamente un candidato per la materia oscura, tra le altre nuove particelle. Quindi chi ama la supersimmetria spera che l’LHC fornisca qualche
prova della sua esistenza. Sarebbe la scoperta di un nuovo mondo! Nella supersimmetria ogni particella nota avrebbe un nuovo partner che si ottiene per rotazione nel superspazio. Avremmo immediatamente una quantità incredibile di nuovi fenomeni e nuove particelle da misurare ed esplorare, rivoluzionando l’idea che abbiamo dello spazio, e scoprendo un gran numero di quegli indizi che ci sono necessari per risolvere alcuni dei misteri della fisica delle particelle elementari: l’unificazione delle forze, la dinamica della rottura della simmetria della forza debole, l’origine della materia oscura e molte altre domande che rimangono ancora aperte, per le quali al momento abbiamo solo delle ipotesi. Quanto tempo ci vorrà prima che l’LHC fornisca qualche prova a sostegno della supersimmetria? Spero non troppo! Ma di fatto non lo sappiamo. Alcuni dicono che vedremo i primi segni di supersimmetria appena l’LHC sarà acceso, anche a livelli energetici contenuti… ma altri, meno ottimisti, sostengono che queste prove sono nascoste così bene che ci vorranno 5 o 10 anni. E francamente mi sembra una stima più realistica. Basti pensare che per trovare la particella di Higgs, che conosciamo molto meglio, si stima che ci vorranno 5 anni, anche se in questo caso sappiamo esattamente cosa cercare. Si tratta di individuare un evento tra decine di milioni di eventi o anche più: è come cercare un ago in un pagliaio, un’impresa incredibilmente ardua.
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oxygen 07 – 09.2009 1 Simulazione della produzione di un evento Higgs nell’Lhc del Cern, in un rilevatore Atlas © Cern 2 — 3 La fisica delle particelle studia l’incredibilmente piccolo per capire l’incredibilmente grande. L’immagine mostra il risultato delle collisioni tra particelle fondamentali – elettroni e positroni – nei quattro rilevatori di particelle del Lep al Cern, sovrapposto a uno sfondo di stelle ©Patrice Loïez, Cern
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Può dirci qualcosa di più sulla ricerca che le è valsa il premio Nobel? Be’, stavamo ancora costruendo il modello standard quando ho preso il Ph.D.: era la fine degli anni sessanta, ed era ancora tutto estremamente confuso. Personalmente ero interessato soprattutto alla forza nucleare forte, che si è rivelata agire sui quark… ma a quel tempo nessuno credeva nei quark se non come oggetti matematici, perché non si vedono e non si possono “tirare fuori” dal nucleo. Mi ero concentrato sugli esperimenti realizzati a Stanford, che investigando la composizione dei protoni fecero emergere un comportamento inaspettatamente semplice, come se i protoni fossero componenti puntiformi che si muovevano liberamente. In effetti si poteva sostenere che avevano le proprietà dei quark.
Era una cosa piuttosto misteriosa, perché ci si aspettava che le forze nucleari fossero molto potenti. Come facevano le particelle a muoversi così liberamente? Con l’aiuto di Frank Wilczek cercai di trovare una spiegazione per questo fenomeno, e la nostra ricerca alla fine ci portò a teorizzare che l’interazione tra i quark è forte quando sono distanti – così forte, infatti, che non si riescono a tirare fuori dal nucleo – ma diventa molto debole quando sono vicini. Chiamammo questa proprietà “libertà asintotica”, che portò immediatamente alla teoria dell’interazione forte, la cromodinamica quantistica (QCD). Lei ha anche formulato la teoria delle stringhe eterotiche con Harvey, Martinec e Rohm. Quali sono i suoi pensieri sulla teoria delle stringhe al momento?
La teoria delle stringhe vive un momento piuttosto insolito. Ai tempi della cosiddetta “rivoluzione delle superstringhe”, 25 anni fa, avevamo grandi aspettative perché pensavamo che avremmo subito capito moltissimo in poco tempo. Ma la teoria delle stringhe si è rivelata molto più ricca di quanto non sembrasse allora, e molto più complicata. Gli stringhisti stanno cercando di risolvere molti problemi difficili, ma la nostra comprensione della teoria stessa è ancora così limitata che è difficile persino condurre esperimenti per testarla. Nel complesso non si è rivelata all’altezza dell’entusiasmo iniziale, delle speranze di quando pensavamo che le risposte fossero dietro l’angolo. Nel tempo è sicuramente diventato più chiaro come essa faccia parte della stessa strut-
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Secondo me la teoria delle stringhe non è ancora nemmeno una vera teoria, ma piuttosto una struttura, un framework...
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Mi piacerebbe anche sapere qual è la vera natura dello spazio e del tempo... mi piacerebbe molto capire come anche il tempo potrebbe rivelarsi un concetto emergente.
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tura concettuale che include il modello standard. All’inizio pensavamo che sarebbe stata diversa e rivoluzionaria, ma ora ci rendiamo conto che le parti della teoria delle stringhe che comprendiamo meglio sono in effetti quelle che sono equivalenti, a livello matematico, a quelle che usiamo per descrivere il modello standard. Secondo me la teoria delle stringhe non è ancora nemmeno una vera teoria, ma piuttosto una struttura, un framework con molte soluzioni costruite ma nessun principio generale organizzativo. Ci fornisce un set di strumenti incredibilmente ricco, ma avremo bisogno di maggiori input da parte della sperimentazione e delle scoperte teoriche, scoperte che al momento potrebbero arrivare da molti ambiti diver-
si ma che ruotano intorno a questioni molto difficili. E in futuro? A quali ricerche le piacerebbe partecipare? Mi piacerebbe veder sviluppata una comprensione davvero completa, quindi in grado di fornire previsioni, della QDC a tutte le scale. Ci sono stati progressi notevoli in questa direzione negli ultimi anni, per lo più connessi agli sviluppi della teoria delle stringhe, ma sarei felice di lavorare di più in questo ambito. Invece di concentrarsi sulle questioni affrontate dalla teoria delle stringhe negli ultimi decenni, quali la gravità quantistica e l’unificazione, la QCD torna alle origini della teoria stessa.Oltre a questo sto an-
cora pensando molto a quel che ancora manca nella teoria delle stringhe: dove potremmo trovare gli ingredienti mancanti? Penso che sia necessario spingere la teoria delle stringhe verso i paradossi che ancora esistono nella gravità quantistica, come la singolarità cosmologica dell’universo, quelle nei buchi neri e così via. La teoria delle stringhe potrebbe aiutarci dove hanno fallito gli approcci tradizionali, ma potrebbe anche trovarsi di fronte a qualcosa che ci permetterebbe di scoprire quali sono i principi che mancano per completarla. Mi piacerebbe anche sapere qual è la vera natura dello spazio e del tempo. Ho il presentimento che il nostro modo di pensare a essi non sia davvero fondamentale. Più proseguiamo nella com-
prensione della teoria delle stringhe e più troviamo prove a conferma di questo. Ci sono piccoli esempi di come si potrebbero pensare formulazioni fondamentali della teoria in cui lo spazio è un concetto emergente; e mi piacerebbe molto capire come anche il tempo potrebbe rivelarsi un concetto emergente. Se potesse tornare indietro e scegliere un Ph.D. diverso, cosa sceglierebbe? Immagino che se non potessi affrontare quesiti interessanti attraverso la fisica mi piacerebbe moltissimo la neuroscienza. Ho avuto la possibilità di avvicinarmi un po’ a questa straordinaria e giovane scienza grazie al fatto che, come direttore del Kavli Institute for Theoretical Physics, ho il privilegio di contribui-
re all’organizzazione dei corsi. Adottiamo un approccio alla fisica talmente ampio che insieme alle materie tradizionali inseriamo nei programmi anche molta biologia e neuroscienze. C’è ancora molto che ancora non sappiamo su come funziona il cervello, ma oggi è possibile osservare e misurare un gran numero di nuovi fenomeni. Questo fa sembrare che sia a portata di mano la comprensione di problemi concettuali sul funzionamento del cervello e sull’origine della coscienza. Sono questioni meravigliose, molto difficili e molto interessanti, sulle quali vorrei lavorare.
4 Simulazione di una collisione di ioni di piombo in Alice ©Cern
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Spazio per l’energia
di Amedeo Balbi
Il programma per il volo umano aerospaziale, in seguito alla missione Apollo, si sta concentrando sul progetto di una stazione orbitante intorno alla Terra con un equipaggio di 100 uomini, in grado di svolgere una molteplicità di compiti in campi che vanno dallo sviluppo delle risorse terrestri all’astronomia... La tabella di marcia ipotizzata contempla il lancio di un primo modulo della grande stazione spaziale, con fino a 12 uomini, entro il 1975. I ricercatori Nasa che stanno progettando queste missioni umane avanzate prevedono che, sfruttando il concetto di modularità, si potrà sviluppare in modo progressivo la stazione iniziale fino a costruire una base in grado di ospitare 100 uomini entro il 1980. (“Aviation Week & Space Technology”, 24 febbraio 1969)
Verso la fine degli anni sessanta del secolo scorso, qualsiasi futurologo in vena di previsioni facili avrebbe scommesso su due cavalli sicuri: entro i primi anni del ventunesimo secolo l’uomo avrebbe colonizzato stabilmente la Luna; e la maggior parte dell’energia necessaria all’umanità sarebbe stata prodotta in modo pulito e abbondante attraverso il controllo delle reazioni di fusione nucleare, le stesse che tengono acceso il nostro Sole. Come chiunque è in grado di constatare, nessuna delle due profezie si è avverata. L’ultima impronta di piede umano sulla Luna risale al 14 dicembre 1972, e la caccia a una forma di energia pulita e in grado di soddisfare i bisogni sempre crescenti del mondo moderno è ancora aperta. Ma in una di quelle strane e imprevedibili convergenze di percorsi tecnologici che farebbero la felicità di uno scrittore di fantascienza, negli ultimi anni la ricerca sulla fusione ha stimolato, almeno in parte, il riaccendersi dell’interesse verso l’esplorazione e la colonizzazione del nostro satellite. La motivazione sarebbe un elemento rarissimo sulla Terra ma, sembrerebbe, molto abbondante nel suolo lunare: l’elio-3. Cos’è che rende l’elio-3 così appetibile da spingere a cercarlo addirittura nel suolo lunare? Secondo alcuni studiosi, i nuclei di elio-3 (composti da due protoni e un neutrone) potrebbero es-
sere un combustibile appetibile per i reattori a fusione del futuro: quelli sperimentati finora (comunque ancora ben lontani dall’obiettivo della produzione di energia su larga scala) usano come combustibile nuclei di trizio (due neutroni e un protone) e deuterio (un neutrone e un protone). Sostituire l’elio-3 al trizio potrebbe avere alcuni vantaggi. Le reazioni basate sull’elio-3 avrebbero come sottoprodotto protoni invece che neutroni: e i protoni, dotati di carica elettrica, sarebbero più facili da schermare usando campi elettromagnetici (e in questo modo la loro energia potrebbe essere imbrigliata e riutilizzata). Inoltre l’elio-3, al contrario del trizio, non è radioattivo. I sostenitori dell’elio-3 come combustibile per le reazioni di fusione lo presentano entusiasticamente come una panacea, ma va detto che al momento il suo impiego è non solo del tutto speculativo, ma anche controverso dal punto di vista teorico. In ogni caso, servirebbero quantità enormi di elio-3 per produrre l’energia richiesta: circa 40 tonnellate per un anno di fabbisogno energetico degli Stati Uniti (assumendo ottimisticamente una conversione di energia al massimo dell’efficienza teorica). Una quantità ben superiore all’intera riserva mondiale. Sulla Luna, però, l’elio-3 potrebbe essere molto abbondante. Gli indizi in questo senso sono ba-
sati sulle analisi delle rocce riportate a Terra dalle missioni Apollo, che mostrano una concentrazione di elio-3 di molto superiore a quella trovata nelle rocce terrestri. Se queste stime fossero confermate, la Luna sarebbe un deposito relativamente vicino di un elemento che potrebbe in futuro rivelarsi inestimabile. Nonostante la possibilità di usare l’elio-3 come combustibile nucleare sia ancora tutta da dimostrare, il miraggio di accaparrarsi il diritto all’uso di un elemento che potrebbe essere essenziale per la produzione energetica futura deve aver fatto breccia nelle agenzie spaziali mondiali. Se negli anni sessanta le motivazioni per la gara alla conquista della Luna furono essenzialmente di ordine strategico e militare, oggi sembra che il piatto della bilancia si sia spostato soprattutto verso l’aspetto economico dell’impresa, con lo sfruttamento delle risorse del satellite come motore principale. Ed ecco allora che la ricerca dell’elio-3 compare sempre più spesso nella lista delle motivazioni che spingono nazioni finora rimaste fuori dall’esplorazione del nostro satellite a investire in costose missioni spaziali. Gli Stati Uniti e la Russia hanno finora mantenuto un profilo piuttosto basso in merito alla ricerca di elio-3 sul suolo lunare, ma le nazioni emergenti, che sgomitano per entrare nel club spaziale, sono state meno vaghe. È il caso, in
particolare, dei due giganti asiatici: la Cina, che ha affermato ufficialmente di essere interessata alla possibilità di installare basi minerarie per l’estrazione di elio-3 sulla Luna, e l’ultima arrivata, l’India, che nell’ottobre dello scorso anno ha lanciato la sonda Chandrayaan-1, con l’obiettivo esplicito di valutare la composizione mineraria e chimica del satellite (e quindi, implicitamente, il suo contenuto di elio-3). Con questa missione, non solo l’India è entrata ufficialmente a far parte del piccolo numero di nazioni che possono dire di avere mandato un loro satellite in orbita intorno alla Luna, ma è addirittura la quarta potenza, dopo Stati Uniti, Russia e Unione Europea, ad aver fatto allunare una sua sonda, la Moon Impact Probe, che ha toccato il suolo lunare il 14 novembre 2008. L’investimento indiano nella corsa alla Luna può sembrare spropositato, per una nazione in via di sviluppo in cui larghe fasce di popolazione vivono in condizioni di estrema povertà. Ma l’India ha da tempo, e previdentemente, investito in formazione (gli studenti indiani sono ormai tra i più ambiti nelle università americane), ricerca e sviluppo tecnologico, come le basi su cui costruire la crescita futura della nazione. Evidentemente, i governanti indiani sono convinti che, in prospettiva, avere un piede sulla Luna potrebbe fare una grande differenza. Elio-3 o non elio-3.
20 novembre 1969. L’astronauta Alan Bean, pilota della Apollo 12, tiene in mano un campione di suolo lunare raccolto durante la missione. Riflesso nel suo visore si vede il comandante Charles Conrad mentre scatta la foto.
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Una tragica incomprensione reciproca
di George Coyne
La Commissione Galileo fu costituita da Giovanni Paolo II con una lettera del Cardinale Segretario di Stato, il 3 luglio 1981, ai membri della Commissione. Il 31 ottobre 1992, con una solenne udienza alla Pontificia Accademia delle Scienze, Giovanni Paolo II concluse il lavoro della Commissione. L’allocuzione del Papa fu preceduta da quella del Cardinale Paul Poupard che, con una lettera del 4 maggio 1990, era stato invitato dal Cardinale Segretario di Stato a coordinare le fasi finali del lavoro della Commissione. Un’analisi di queste due allocuzioni rivela alcune inadeguatezze.
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Una tragica incomprensione reciproca
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Nel discorso preparato per il Papa, l’affaire Galileo è descritto come “una tragica incomprensione reciproca”, che si può articolare nelle quattro conclusioni principali dei due discorsi: 1 si dice che Galileo non avesse compreso che, in quel tempo, il Copernicanesimo era solo “ipotetico” e che non ne possedeva le prove scientifiche; avrebbe quindi tradito proprio i metodi della scienza moderna della quale è considerato il fondatore; 2 si ritiene inoltre che, in quel tempo, i “teologi” non potessero comprendere correttamente le Scritture; 3 si sostiene che il Cardinale Roberto Bellarmino avesse compreso quanto era alta “la posta in gioco”; 4 quando si venne a conoscenza delle prove scientifiche del Copernicanesimo, la Chiesa si affrettò ad accettarlo e ad ammettere implicitamente che aveva sbagliato a condannarlo. Non sarà possibile discutere in questa sede tutte e quattro le conclusioni, ma vorrei commentare almeno il primo e il terzo punto. Si dice che Galileo non avesse capito la differenza tra scienza e filosofia. Che non accettasse il Copernicanesimo come “ipotetico” e, quindi, che non capisse la scienza anche se è stato uno dei suoi fondatori. Si potrebbe discutere molto della caratterizzazione del metodo scientifico e dell’uso che Galileo ne fece. Mi limiterò qui a discutere l’ambiguità insita nel termine “ipotesi” stesso. In questo contesto, esso può essere usato in due modi distintamente diversi: come espediente puramente matematico, utile a prevedere gli eventi celesti, o come tentativo di capire la vera natura dei cieli. Questa fondamentale differenza di significato va vista in relazione all’uso che si fece del termine nell’antichità e fino al medioevo cristiano e dai tempi di Copernico fino a Galileo. Il miglior esempio, natural-
mente, è il caso di Osiander. Nel suo tentativo di salvare Copernico, Osiander, a insaputa dell’autore e andando contro i suoi intenti, scrisse una prefazione al De Revolutionibus per spiegare al lettore che il sistema presentato era da intendersi, come da tradizione nell’astronomia medievale, solo come espediente matematico. Non c’è dubbio che Galileo vedesse invece i propri studi come tentativo di capire la vera natura delle cose. È noto che preferiva essere considerato un filosofo della natura piuttosto che un matematico. Si può discutere del fatto che Galileo fosse convinto di avere prove inconfutabili del Copernicanesimo (dedicando parte del dibattito al significato stesso del termine “prova”, per lui e per noi) ma non si può negare che abbia cercato indizi per dimostrare che corrispondeva alla realtà e non solo a un espediente matematico. Galileo rifiutò che il Copernicanesimo fosse un’ipotesi in questo senso, e cercò di verificarlo in modo sperimentale. Quindi non si può certo accusare di aver tradito proprio il metodo di cui è stato il fondatore. Secondo il rapporto della Commissione, a differenza della “maggior parte” dei teologi, Bellarmino si era reso conto di quanto fosse alta la posta in gioco: pensava infatti che, di fronte alla possibile prova scientifica che è la Terra a girare intorno al Sole, si sarebbe dovuto “andar con molta consideratione in esplicare” ogni passaggio biblico che sembrasse affermare l’immobilità del nostro pianeta e “più tosto dire che non l’intendiamo, che dire che sia falso quello che si dimostra”. Le citazioni sono tratte dalla sua Lettera a Foscarini, da cui la Commissione trae due conclusioni che fanno sembrare Bellarmino uno dei teologi più rispettosi della scienza e di maggior apertura mentale. Sembra che Bellarmino sostenga che occorre essere cauti nella lettura dei riferimenti ai fenomeni naturali contenuti
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nelle sacre scritture, perché potrebbero emergere prove scientifiche contrarie. Se ciò avviene, occorre reinterpretare le Scritture. Si noti che il primato epistemico è dato alle Scritture. Poiché Galileo non aveva prove inconfutabili del Copernicanesimo, l’interpretazione delle Scritture da parte dei teologi doveva rimanere in piedi, ma poteva sempre essere rivista. Ma questa è una presentazione corretta della posizione di Bellarmino? Il teologo intendeva veramente dire che finché non ci fossero state prove del movimento della Terra intorno al Sole occorreva essere cauti nell’interpretare le Scritture? No, quel che dice davvero è che se un giorno tali prove fossero emerse, allora i teologi avrebbero dovuto adottare una certa cautela nell’interpretare le Scritture. Se avesse davvero creduto nella possibilità di una dimostrazione del Copernicanesimo, perché non avrebbe suggerito di non prendere posizione, come avevano fatto i Cardinali Barberini e Caetani? E perché ha votato a favore dell’ingiunzione di Galileo nel 1616, che gli vietava di continuare la ricerca sul Copernicanesimo? A Galileo fu vietato proprio di cercare le dimostrazioni scientifiche che, secondo Bellarmino, avrebbero costretto i teologi a reinterpretare le Scritture.
Conclusioni Alla fondazione e durante i lavori della commissione, il caso di Galileo fu spesso descritto come “una sorta di mito” nato in seguito a “una tragica incomprensione reciproca”. Ho argomentato alcune delle incomprensioni che continuano a esistere. Il “mito” continua? I miti si basano sempre su avvenimenti reali. Nel caso Galileo i fatti storici sono che l’ulteriore ricerca sul sistema copernicano fu proibita dal Decreto del 1616 e poi condannata nel 1633 dagli organi ufficiali della Chiesa con l’approvazione dei Pontefici regnanti. Questa, e non “una tragica incomprensione”, diede vita al “mito”. Galileo era un rinomato scienziato mondiale: con la pubblicazione del Sidereus Nuncius fu riconosciuto come pioniere della scienza moderna. Aveva istigato ancora le controversie tra tolemaici e copernicani. L’evidenza dell’osservazione sfidava sempre di più la filosofia naturale aristotelica, che era il fondamento del geocentrismo. Anche qualora il Copernicanesimo venisse alla fine smentito, l’evidenza scientifica doveva essere comunque perseguita. A uno scienziato famoso come Galileo in quelle circostanze doveva essere permesso di continuare la sua ricerca, ma invece gli fu proibito ufficialmente dalla Chiesa. Sta proprio qui la tragedia.
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Tim McGuire/Corbis Fridmar Damm/Corbis
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Lo sconosciuto
di Kim Stanley Robinson
Uno sguardo sulla vita e nei pensieri del primo scienziato della storia, Galileo Galilei, prima che diventasse l’iconico genio che tutti conosciamo.
All’improvviso Galileo sentì che aveva già vissuto questo momento, che era già stato lì. In piedi al mercato degli artigiani del venerdì, davanti all’Arsenale di Venezia, aveva già sentito uno sguardo su di lui e aveva guardato in alto, vedendo un uomo che lo fissava, uno sconosciuto alto, dal volto stretto e appuntito. Come l’altra volta (ma quale altra volta?) lo sconosciuto rispose allo sguardo di Galileo sollevando per un attimo il mento, poi gli venne incontro attraverso il mercato, passando cautamente tra i teli, i banchetti e le bancarelle affollate che erano sparse per tutto il Campiello del Malvasia. Il senso di dejà vu era così forte da dare a Galileo il capogiro, ma una parte della sua mente rimaneva abbastanza distaccata da chiedersi come poteva essere possibile percepire lo sguardo di qualcuno su di sé. Lo sconosciuto raggiunse Galileo, si fermò e fece un rigido inchino, porgendogli la mano destra. Galileo rispose all’inchino, prese la mano offerta e la strinse. Era stretta e lunga, come il viso dell’uomo. In un latino gutturale dall’accento stranissimo, lo sconosciuto gracchiò: “Siete voi Domino Si1
gnor Galileo Galilei, professore di matematica all’Università di Padova?” “Sono io. Voi chi siete?” L’uomo lasciò andare la mano. “Sono un collega di Giovanni Keplero. Lui e io abbiamo esaminato di recente uno dei vostri molto utili compassi militari.” “Sono lieto di sentirlo”, disse Galileo, sorpreso. “Io e il Signor Keplero ci scambiamo lettere, come probabilmente vi ha già detto, ma non mi ha scritto nulla in merito. Quando e dove vi siete incontrati?” “L’anno scorso, a Praga.” Galileo annuì. Nel corso degli anni la residenza di Keplero era variata in modi che non aveva nemmeno tentato di seguire. In effetti Galileo non aveva nemmeno risposto all’ultima lettera di Keplero, non essendo riuscito a finire il libro che l’accompagnava. “E da dove venite?” “Dall’Europa del Nord.” Alta Europa. Il latino dell’uomo era davvero curioso, diverso dalle parlate transalpine che Galileo aveva sentito. Esaminò l’uomo più attentamente, notando la sua notevole altezza e magrezza, il suo chinarsi, i suoi occhi vicini e
Lo sconosciuto
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“Tali calcoli sarebbero più semplici se si potessero vedere oggetti più lontani.” “Molte cose sarebbero più semplici.” “Sì. E ora è possibile.”
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decisi. Avrebbe avuto una barba fitta, ma la sua rasatura era perfetta. Indossava una giacca e un mantello scuri e costosi, così puliti che sembravano nuovi. La voce ruvida, il naso affilato, il viso stretto e i capelli neri lo facevano sembrare un corvo trasformato in uomo. Galileo percepì di nuovo l’inquietante sensazione che questo incontro fosse già avvenuto. Un corvo che parla a un orso... “Quale città, quale paese?” Galileo insisté. “Echion Linea. Vicino a Morvran.” “Non conosco queste cittadine.” “Viaggio molto.” Lo sguardo dell’uomo era fisso su Galileo come sul primo pasto dopo una settimana. “Di recente sono stato nei Paesi Bassi, ed è lì che ho visto uno strumento che mi ha fatto pensare a voi, per via del vostro compasso che, come ho detto, Keplero mi ha mostrato. Questo congegno olandese è una sorta di... vetro per vedere.” “Uno specchio?” “No. Un vetro attraverso il quale guardare. O meglio un tubo attraverso cui si guarda, con una lente di vetro a ogni capo. Fa sembrare le cose più grandi.” “Come una lente da gioielliere?” “Sì.” “Ma funziona solo per oggetti vicini.” “Questa funziona con oggetti molto lontani.” “Come è possibile?” L’uomo alzò le spalle. Che cosa interessante. “Forse è perché ci sono due lenti”, disse Galileo. “Erano concave o convesse?” L’uomo fece per parlare, esitò, poi alzò ancora le spalle. Il suo sguardo si fece così fisso che gli occhi quasi si incrociavano. Avevano l’iride marrone con qualche chiazza verde e gialla, come il canale di Venezia al tramonto. Infine disse “Non lo so.” Galileo non ne fu colpito. “Avete uno di questi
tubi con voi?” “Non con me.” “Ma ne avete uno?” “Non di quel tipo, ma sì. Ma non con me.” “E così avete pensato di parlarmene.” “Sì. Per via del vostro compasso. Abbiamo visto che, tra le sue varie applicazioni, si può usare per calcolare le distanze.” “Certo.” Una delle funzioni principali del compasso era valutare la gittata dei cannoni. Nonostante questo erano stati molto pochi i servizi di artiglieria e gli ufficiali che ne avevano acquistato uno. Trecentosette, per la precisione, nell’arco di dodici anni. Lo sconosciuto continuò: “Tali calcoli sarebbero più semplici se si potessero vedere oggetti più lontani.” “Molte cose sarebbero più semplici.” “Sì. E ora è possibile.” “Interessante”, disse Galileo. “Potete ripetermi il vostro nome, signor…?” L’uomo si guardò intorno, a disagio. “Vedo che gli artigiani si stanno preparando ad andar via. Vi sto trattenendo, e devo incontrare un uomo di Ragusa. Ci vedremo ancora.” Con un rapido inchino si girò, e costeggiando l’alto muro di mattoni del campiello si affrettò verso l’Arsenale, così che Galileo lo vide passare sotto l’emblema del leone alato di San Marco, che si allungava in bassorilievo sull’architrave dell’entrata della grande fortezza. Per un secondo sembrò che una bestia-uccello volasse sopra l’altra. Poi l’uomo girò l’angolo e scomparve. Galileo tornò a rivolgersi al mercato degli artigiani. Alcuni di loro se ne stavano effettivamente andando: piegavano i teli e mettevano via le loro merci in scatole e ceste tra le ombre del pomeriggio. Nei suoi quindici o vent’anni di consulenza per vari gruppi dell’Arsenale, aveva spesso fatto un salto al mercato del venerdì per vedere
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Lo sconosciuto
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cosa c’era in mostra tra i nuovi strumenti e congegni, parti meccaniche e così via. Ora si aggirava tra volti familiari, muovendosi per abitudine. Ma era distratto. Sarebbe stata un’ottima cosa riuscire a vedere oggetti distanti come se fossero vicini. Gli vennero in mente subito molti utilizzi. Ovvi vantaggi militari, in effetti. Si fece strada verso il banco di uno dei produttori di lenti, canticchiando un motivo di suo padre che gli tornava in mente ogni volta che era a caccia di qualcosa. A Murano e Firenze ci sarebbero state lenti migliori: qui non trovò nient’altro che le solite lenti d’ingrandimento. Ne prese due, sollevandole fino a davanti l’occhio destro. Il leone di San Marco divenne una macchia avorio sfocata. Era un bassorilievo di scarsa qualità, vide con l’altro occhio, molto rudimentale rispetto alle consumate statue romane che stavano sotto di lui, a entrambi i lati del cancello. Galileo mise a posto le lenti sul tavolo e s’incamminò lungo la Riva San Biagio, dove attraccava uno dei traghetti per Padova. Lo splendore della Serenissima riluceva nell’ultima parte della giornata. Si sedette al suo solito posto lungo la riva, per riflettere. La maggior parte della gente ormai sapeva che doveva lasciarlo in pace quando era assorto nei suoi pensieri: s’infuriava, se veniva disturbato. La gente ancora gli ricordava la volta che aveva spinto nel canale un marinaio
reo di aver interrotto la sua solitudine. Una lente d’ingrandimento è convessa su entrambi i lati. Fa sembrare gli oggetti più grandi, ma solo fino a quando sono vicini, e Galileo ne sapeva qualcosa. I suoi occhi, spesso doloranti, negli ultimi anni avevano perso acume per le cose vicine. Stava invecchiando: era un vecchio rotondo e barbuto, senza più la vista di una volta. Una lente, soprattutto se ben molata, gli tornava sempre utile. Era facile immaginare un molatore che, intento nel suo lavoro, sollevasse due lenti mettendole l’una di fronte all’altra per vedere cosa succedeva. Si stupì di non averlo fatto prima lui stesso. Ma, come aveva appena scoperto, non succedeva poi molto. Non riuscì a capire subito perché, ma poteva studiare il fenomeno come suo solito. Per cominciare, poteva almeno guardare attraverso diversi tipi di lenti in combinazioni diverse, e vedere semplicemente cosa succedeva. Non c’era vento. L’equipaggio del traghetto remava lentamente lungo il Canale della Giudecca verso la laguna aperta. Gli insulti di rito del capitano contro i rematori tagliavano le urla dei gabbiani, come versi di Ruzante: femminucce, bambole di stracci, mia madre rema meglio di voi! “La mia di sicuro”, aggiunse Galileo sovrappensiero, come faceva sempre. Quella vecchia cagna aveva ancora due braccia da scaricatore di porto. Finché non era interve-
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nuto lui, la volta che avevano litigato, le stava suonando di santa ragione a Marina; e Galileo sapeva molto bene che Marina non si tirava certo indietro quando c’era da fare a botte. Le aveva separate, con tutti che urlavano... Guardava il tramonto dal suo posto sulla prua del traghetto. C’erano stati anni in cui avrebbe passato la notte in città, solitamente al palazzo rosa di Sagredo, “l’Arca”, con la sua collezione di creature selvagge e le sue feste sguaiate. Ma ora Sagredo era ad Aleppo in missione diplomatica, e Paolo Sarpi viveva tra i muri di pietra di una cella da monaco, nonostante il suo incarico prestigioso, e tutti gli altri compagni di ventura di Galileo avevano cambiato città o abitudini notturne. No, quegli anni ormai erano passati. Erano stati anni buoni, anche se era spiantato (come lo era ancora, del resto). Lavorava tutto il giorno a Padova, e si divertiva tutta la notte a Venezia. Così per tornare a casa di solito prendeva la barca all’alba, e restava in piedi sulla prua con tra le orecchie il ronzio del vino e del sesso, le risate e il sonno. Quelle mattine il sole balzava sopra il Lido, dietro di loro, e si riversava sulle loro spalle illuminando il cielo e lo specchio della laguna, uno spazio semplice e chiaro come una buona dimostrazione: tutto era pulito, ben definito davanti agli occhi, splendente di promesse per un giorno che avrebbe potuto por-
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tare qualsiasi cosa. Tornare a casa sull’ultima barca della giornata come ora, invece, era sempre come tornare al cuore dei problemi infinitamente ingarbugliati della sua vita. Più il cielo occidentale gli si infiammava davanti, più era probabile che il suo umore precipitasse. Di temperamento volatile, cambiava umore velocemente, e ogni istrionico tramonto rischiava di farlo schiantare come un pellicano che si tuffa nella laguna. Questa sera, tuttavia, l’aria era limpida e Venere in alto nel crepuscolo lapislazzulo, lucente come una specie di emblema. Galileo stava ancora pensando allo sconosciuto e alle strane notizie che aveva portato. Poteva essere vero? E se sì, perché nessuno se n’era accorto prima? Sbarcò sul molo lungo l’estuario e si avvicinò alla fila di carretti in partenza per la notte. Saltò sul retro di uno di quelli che andava a Padova, salutando il conducente e sdraiandosi sulla schiena per guardare le stelle saltellare sopra di lui. Quando il carretto superò via Vignali, vicino al centro di Padova, era ormai la quarta ora della notte, e le stelle erano oscurate dalle nuvole. Con un sospiro aprì il cancello che conduceva nel suo giardino, un grande spazio racchiuso dalla L formata dall’ampia e vecchia casa. Ortaggi, pergole per le viti, alberi da frutto: fece un respiro profondo per assorbire i profumi di questa parte della casa, la sua preferita, poi si fece forza e scivolò nel pande-
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Arsenale, Venezia
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... e finì per ripassare con loro le equazioni fondamentali... senza mai smettere di far saltellare Virginia sulle ginocchia...
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monio che c’era sempre all’interno. La Piera non era ancora entrata a far parte della sua vita, e nessuno prima di lei era mai riuscito a mantenere l’ordine.
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“Maestro!” gridò uno degli artigiani più piccoli quando Galileo entrò nella grande cucina. “Mazzoleni mi ha picchiato!” Galileo gli diede uno schiaffo sulla testa, come per conficcare nel terreno una canna per i pomodori. “Sono sicuro che te lo sei meritato”, disse. “Niente affatto, maestro!” Il ragazzo si rimise in piedi senza timore e riprese a lamentarsi, ma non riuscì a concludere molto prima che uno stormo di studenti circondasse Galileo, implorandolo di aiutarli con un problema sul quale sarebbero stati interrogati il giorno dopo per il corso di fortificazioni all’università. Galileo si aprì la strada tra di loro verso la cucina. Non capiamo, gemevano a turno, anche se sembrava un problema semplice. “Pesi diseguali pendenti da distanze diseguali peseranno egualmente, ogni volta che dette distanze abbiano contraria proporzione di quella che hanno i pesi”, recitò, come aveva cercato di insegnar loro solo la settimana prima. Ma prima che potesse sedersi per decifrare le annotazioni del loro professor Mazzoni, Virginia si gettò tra le sue braccia per raccontargli con grande dettaglio come si era comportata male sua sorella minore Livia quel giorno. “Datemi mezz’ora”, disse agli studenti, prendendo in braccio Virginia e portandola con sé fino al lungo tavolo. “Sono molto affamato, e Virginia ha fame di
me.”Ma avevano più paura di Mazzoni che di lui, e finì per ripassare con loro le equazioni fondamentali, insistendo che trovassero la soluzione da soli, mentre mangiava gli avanzi della loro cena, senza mai smettere di far saltellare Virginia sulle ginocchia. Era leggera come un passerotto. Aveva cacciato di casa Marina cinque anni prima: per molti versi era stato un sollievo, ma ora stava solo a lui e alla servitù crescere le bambine e trovare loro un posto nel mondo. Le domande di ammissione prima del noviziato nei conventi vicini non erano state accettate, quindi dovevano ancora passare un po’ di anni. Altre due bocche, perse tra tutte le altre. Trentadue, per essere precisi. Era come un ostello boccaccesco, tre piani di camere tutte troppo piene, dove tutti dipendevano da Galileo e dal suo salario di cinquecentoventi fiorini l’anno. Certo, i diciannove studenti che ospitava pagavano una retta e una somma per vitto e alloggio, ma erano così voraci che per sfamarli andava quasi sempre in perdita. Ancora peggio: gli costavano tempo, e lui aveva fissato il prezzo dei compassi militari a cinque scudi l’uno, più venti per ricevere le istruzioni d’uso nell’arco di un periodo di due mesi presso la casa di via Vignali. Ma considerando quanto tempo gli costava, era ormai evidente che andava in perdita con ogni vendita. Il compasso non aveva davvero dato i risultati che aveva sperato. © Kim Stanley Robinson 2009, estratto da Galileo's Dream pubblicato con il permesso di HarperCollins Publishers UK.
Photoreport
Una marea di energia
fotografia di Alexis Rosenfeld
Le maree, che hanno ispirato innumerevoli miti e leggende, sono anche una fonte di energia alternativa promettente. Al momento però uno degli impianti maggiori al mondo, la centrale mareomotrice di Saint-Malo costruita negli anni sessanta, copre appena il 3% del fabbisogno energetico della Bretagna. Uno dei problemi che i ricercatori devono ancora superare è lo sfasamento temporale, nell’arco della giornata, tra i picchi di domanda e la frequenza delle maree, prevedibile in base alle fasi lunari e solari.
Il gigante si sveglia: interferometria a Paranal
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Il gigante si sveglia: interferometria a Paranal
di Francesco Paresce
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La rete interferometrica dell’ESO situato sulla cima del Cerro Paranal in Cile ha visto la sua “prima luce” quando, usando due telescopi puntati sulla stella gigante α Hydrae, i due fasci sono stati convogliati verso la camera di collaudo VINCI dalla linea di ritardo per misurarne il diametro angolare con alta precisione. Questo evento ha segnato la nascita di una nuova facility astronomica che permette di osservare il cosmo nel visibile e infrarosso con una risoluzione angolare e una sensibilità mai raggiunte finora, aprendo un nuovo capitolo nell’esplorazione del nostro universo.
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La cima del Cerro Paranal nel deserto dell’Atacama in Cile ospita i giganti dell’astronomia moderna: i quattro telescopi di 8 metri di diametro che formano il complesso del Very Large Telescope dell’ESO. Ma guardando bene la superficie della montagna dall’alto, si notano altre strutture che, a prima vista, non sembrano aver niente a che fare con i quattro telescopi del VLT. Queste sono, prima di tutto, il lungo tunnel di più di 120 metri di lunghezza che attraversa tutta la cima dal primo al quarto telescopio, poi le trenta basi circolari, disposte in file parallele ortogonali al tunnel centrale, ed infine un grande edificio centrale situato proprio al centro del complesso. Inoltre sembrerebbe quanto meno strana la disposizione del VLT lungo un arco ai bordi della cima, invece che tutti in linea più al centro. E poi, in fondo, perché quattro? Non ne bastavano uno o due? Viene quindi spontaneo domandarsi: tutto questo a cosa serve? La risposta è semplice: stiamo vedendo na-
scere la più grande rete interferometrica del mondo che, quando sarà terminata nei prossimi anni, ci darà la possibilità di vedere oggetti con una risoluzione angolare dell’ordine di 1 millisecondo d’arco. Per contestualizzare questa cifra, possiamo pensare che, negli ultimi secoli, siamo passati dalla risoluzione angolare dell’occhio nudo (1 minuto d’arco circa) a quella del primo telescopio di Galileo nel Seicento (5 secondi d’arco) a quella del Hubble Space Telescope lanciato nello spazio nel 1990 (0,04 secondi d’arco): un bel fattore 2.000, in meno di 400 anni. Eccezione fatta per il HST, che osserva sopra l’atmosfera, tutti i telescopi a terra soffrono però una perdita significativa di risoluzione angolare rispetto a quella teorica limite dovuta alla diffrazione del telescopio: tale perdita è dovuta alla turbolenza atmosferica che dà luogo al famoso “seeing”. Oggi questa perdita può essere ridotta notevolmente con l’uso della tecnica dell’ottica adattiva (AO), sebbene solo per campi visivi piut-
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tosto ristretti (dell’ordine del minuto d’arco al massimo nel visibile) e, comunque, solo per seeing già in partenza molto favorevoli. Per tutti questi anni, dunque, gli astronomi hanno perseguito la doppia strategia di aumentare sempre di più sia la risoluzione sia la sensibilità dei loro strumenti per vedere sempre più lontano nello spazio (e quindi indietro nel tempo) con la massima nitidezza. Dato che l’efficienza di raccolta della luce proveniente da una sorgente astronomica aumenta con il quadrato del diametro D del telescopio e la risoluzione angolare diminuisce come 1/D, la soluzione più semplice del problema è sempre stata quella di aumentare sempre più il diametro dei telescopi. Benché questa soluzione fosse l’ideale in termini di sensibilità non lo era tanto per la risoluzione che era, fino a poco tempo fa, sempre limitata dall’atmosfera. Quindi, a terra almeno, il progresso in questo parametro risiedeva e risiede tuttora soprattutto nel controllo rigoroso del seeing mediante vari accorgimenti tecnici e sopratutto nel porre il telescopio in un buon sito (California, Hawaii,
Cile ecc.). A parte la possibilità, almeno in linea di principio, di costruire un telescopio di 100 o 200 metri di diametro, sono solo due in modi in cui si può superare il corrente tetto della risoluzione angolare nell’ottico/infrarosso corrispondente a un telescopio di circa 10 metri a terra (tra 0,05 e 0,1 secondi d’arco con un buon sistema AO), mantenendo il vantaggio di una grande apertura: collocare il telescopio nello spazio (come con il HST e il nuovo NGST, che tuttavia con i suoi 6 metri di diametro non potrà superare 0,02 secondi d’arco di risoluzione), oppure ricorrere all’interferometria a sintesi d’apertura, come con il VLTI e l’interferometro del Keck. Queste tre reti (in inglese arrays) raggiungeranno e oltrepasseranno nel visibile la mitica soglia di 0,001 secondi d’arco (il millisecondo d’arco o mas) e, punto cruciale, permetteranno di raggiungere sorgenti molto deboli grazie all’uso dei grandi telescopi di 10 metri del Keck per il KIIA, dei quattro 8 metri VLT per il VLTI e dei due 8,4 metri del LBT. Una volta raggiunta questa soglia, i tre interferometri si troveranno veramente sulla “cima” della montagna e potranno essere superati solo da possibili super-array fu-
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turi di telescopi posti a chilometri di distanza l’uno dall’altro. Ma come si ottiene in pratica questo quasi incredibile livello di rendimento in barba, sembrerebbe a prima vista, alle leggi più elementari dell’ottica? Non avendo la possibilità, per adesso almeno, di coprire tutta la superficie del Cerro Paranal con un unico specchio di quasi 200 metri di diametro che ci darebbe immediatamente la risoluzione desiderata, almeno in teoria (sopratutto se sapessimo come correggere l’effetto perturbativo atmosferico su una superficie così vasta), siamo costretti a rivolgerci a un noto “trucco” dell’ottica già proposto nell’Ottocento, pare, da Fizeau per primo. Per quanto riguarda almeno la risoluzione angolare, non ci sarebbe veramente bisogno di raccogliere ogni singolo fotone che cade all’in-
terno di tale apertura di 200 metri. Basta infatti catturarne un gruppetto rappresentativo, e cioè un campione che permetta di ricostruire a poco a poco la struttura spaziale essenziale dell’oggetto osservato dalla scala angolare più piccola data principalmente dai punti più lontani, situati ai bordi della montagna a circa 200 metri di distanza, a quella più grande data dai punti più centrali. Questa dunque è la sintesi dell’apertura. In effetti, un telescopio monolitico fa la stessa cosa ma con una copertura continua e simultanea su tutta l’apertura. C’è solo una differenza, purtroppo assai significativa, che rende il “trucco”, come molti trucchi d’altronde, impegnativo da mettere in pratica correttamente. Questa differenza nasce dal fatto che i fasci devono arrivare tutti in fase al fuoco del telescopio perché le cose funzionino come devono (e cioè possano interferire tra loro per
dare luogo alla famosa funzione di Airy). Nel caso del telescopio monolitico, questa condizione è assicurata dalla figura dello specchio, che è tale da far arrivare ogni fotone dalla stessa sorgente al fuoco attraversando quasi esattamente lo stesso percorso ottico. Nel caso dell’array che non riempia completamente l’apertura, i fotoni che arrivano da ciascun telescopio non possono fisicamente compiere esattamente lo stesso percorso per arrivare a un fuoco, a meno che la stella non si trovi esattamente allo zenit.
tico dei due fasci sia il più identico possibile nei due “bracci” dell’interferometro, e l’altro per poter controllare indipendentemente la posizione della pupilla al centro del tunnel. Il risultato di tutto questo andirivieni, non appena la condizione di ZOPD sia soddisfatta, è la comparsa, nel laboratorio di combinazione al centro della rete, di frange d’interferenza ossia di un alternarsi di regioni scure e illuminate.
La cosiddetta OPD (Optical Path Difference) tra i due fasci è dovuta all’inclinazione dell’onda in arrivo rispetto alla linea base (baseline) che collega i due telescopi. Per ottenere quindi la condizione necessaria per l’interferenza costruttiva dei due fasci – la cosiddetta Zero OPD (ZOPD) – bisogna introdurre in qualche modo un ritardo nel fascio proveniente dal telescopio più lontano per “aspettare” quello più veloce, in modo che, nel laboratorio centrale dove si combinano finalmente i fasci, la OPD sia azzerata.
Il punto fondamentale di questa tecnica risiede nel fatto che la precisa posizione, ampiezza e contrasto di queste frange portano in sé informazioni vitali sulla struttura angolare della sorgente osservata. Informazioni tali da rivelare la struttura spaziale della sorgente nella direzione della linea di base a una risoluzione angolare non più dettata dalle caratteristiche dei singoli telescopi nella rete, ma semplicemente dalla distanza tra i telescopi. In linea di principio questa distanza è limitata solo dallo spazio fisico a disposizione dei telescopi, che nel caso di Paranal corrisponde appunto a 200 metri circa.
Questa funzione cruciale si può effettuare con un telescopio mobile retro-riflettore la cui posizione è comandabile continuamente in modo da ottenere per qualunque posizione dell’oggetto in cielo la condizione di ZOPD. Ovviamente, dato che l’oggetto cambia posizione continuamente durante il tempo di osservazione, questo sistema, detto “linea di ritardo” (Delay Line), deve spostarsi costantemente secondo una traiettoria ben precisa. In pratica, si preferisce generalmente usare due linee di ritardo invece di una per due motivi: il primo per ragioni di simmetria, e cioè per assicurarsi che il percorso ot-
Quindi, in pratica, per quanto riguarda la risoluzione angolare è come se avessimo costruito un telescopio di 200 metri di diametro con molti telescopi relativamente piccoli sparsi qua e là sulla cima della montagna. Il grosso vantaggio è ovviamente che questo congegno, che sfrutta appieno la presenza dei quattro telescopi giganti di 8 metri già esistenti e funzionanti (e di almeno altri tre telescopi mobili più piccoli, del diametro di 1,8 metri), costa assai meno di quanto costerebbe costruire un telescopio monolitico gigante di 200 metri di diametro (ammesso che lo sapessimo costruire, cosa non affatto trascurabile!).
Cerro Paranal, Cile, Il cielo stellato sopra all’osservatorio Las Campanas © Roger Ressmeyer/Corbis 1—2
Rushing Past Galaxies Toward the Milky Way © Smithsonian Institution; digitally enhanced by Roger Ressmeyer/Corbis 3
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Sotto il sole di Archimede
di Marco Cattaneo
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Cinquantaquattro specchi lunghi 100 metri ciascuno; 31.000 metri quadrati di superficie attiva; 5 Megawatt di potenza equivalente per generare quasi 10 gigawattora all’anno; 6200 tonnellate all’anno di anidride carbonica non immesse in atmosfera; 2000 tonnellate equivalenti di petrolio all’anno risparmiate. Sono le nude cifre del progetto Archimede, il primo impianto solare termico a concentrazione che nella seconda metà del 2010 entrerà in funzione presso la centrale a gas a ciclo combinato Enel di Priolo Gargallo. Frutto di una collaborazione tra Enel ed Enea – l’Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente – e sviluppato da una rete di piccole e medie aziende italiane con una spiccata propensione all’innovazione, Archimede è il più avanzato progetto del mondo nel promettente settore dell’energia solare a concentrazione termica. Talmente promettente che un consorzio di aziende tedesche sta già pensando a un megaprogetto da 400 miliardi di euro per coprire di impianti solari ampie superfici desertiche nel Nord Africa.
D’altra parte quella del solare termico a concentrazione è storia che arriva da lontano. I primi impianti sperimentali furono costruiti in California e nel Nevada negli anni ottanta, e sono ancora in funzione. Dimenticata per un paio di decenni, questa tecnologia è tornata di interesse in anni recenti, quando la Spagna ha cominciato a finanziare la costruzione di grandi impianti alla periferia di Siviglia e di Granada. Il progetto Archimede ha però caratteristiche che lo rendono molto competitivo rispetto alle centrali già in funzione. Un impianto solare termico a concentrazione è costituito da una serie di specchi che concentrano appunto la luce solare su un volume dove scorre un fluido che, scaldandosi a temperature di diverse centinaia di gradi, aziona la turbina di una centrale convenzionale, producendo elettricità. Doveroso omaggio allo scienziato sicracusano che per primo sfruttò la capacità degli specchi di concentrare la luce solare, Archimede è costituito da specchi
parabolici che concentrano la radiazione su un tubo al cui interno scorre un fluido di sali fusi che può essere portato fino a 550-600 gradi Celsius, per poi restituire il calore alla turbina con un rendimento del 16-17 per cento. I vantaggi? Presto detto: grazie alla particolare scelta dei sali la temperatura operativa è più alta e il rendimento nominale maggiore di quello degli impianti già esistenti. E poi quegli stessi sali saranno usati per accumulare il calore anche per 10 ore (contro le 7, per esempio, dell’impianto di Granada), continuando a produrre elettricità anche di notte e in condizioni di scarsa insolazione. I lavori di allestimento dell’impianto sono ormai in fase avanzata, e tra pochi mesi potremo assistere all’avvio di un gioiello dell’innovazione italiana, che per una volta ci metterà in prima linea in un settore di grande attualità, offrendo alle aziende che partecipano all’impresa una tecnologia potenzialmente esportabile su larga scala. Non ci resta che aspettare, dunque, di veder splendere il sole di Archimede.
Illustrazione 3D di Giuseppe Di Dio e Giuseppe Gullotta
Abbecedario dell’universo
E=mc2
Aa
Bb
Cc
Dd
Ee
Acceleratori di particelle
Astri
Big Bang
Cosmo
Dimensioni
Elettrone
Strumenti che riescono a fornire a nuclei e particelle elementari energie elevate, portandoli a velocità vicinissime a quella della luce... come avviene nel cosmo, in vicinanza di grandi onde d’urto magnetiche prodotte da fenomeni catastrofici come le esplosioni delle stelle. Il più grande acceleratore è attualmente in funzione al Cern di Ginevra.
Oggi sappiamo che quei puntini luminosi che vediamo nel cielo possono essere singole stelle oppure intere galassie...
L’inizio di tutto, la nascita dell’universo... i dati osservativi ci dicono che in passato l’universo era più caldo e più denso di ora: ipotizzando di tornare indietro nel tempo si arriva a un momento, circa 14 miliardi di anni fa secondo le stime più recenti, in cui temperatura e densità erano così alte da non essere descrivibili dalla fisica che conosciamo.
L’insieme di tutti i corpi celesti, spesso considerato sinonimo di universo.
Il nostro spazio ne ha tre: sono le coordinate che ci permettono di definire la nostra posizione nell’universo, il “dove”. Ma per descrivere cosa accade abbiamo bisogno anche di un “quando”, il tempo. Einstein ha mostrato che il “dove” e il “quando” non sono completamente indipendenti: il fatto che la luce abbia una velocità finita e insuperabile lega in modo profondo spazio e tempo. Ecco perché parliamo di quattro dimensioni, lo spazio-tempo.
Particella elementare, fra le prime a essere scoperte, dotata di carica elettrica negativa.
Antimateria
Versione speculare della materia di cui siamo formati, tipicamente composta da particelle dotate della stessa massa ma di carica opposta a quella “normale” (ad esempio l’antielettrone, o positrone, ha carica elettrica positiva, mentre l’elettrone ce l’ha negativa).
Atomo
Componente fondamentale della natura, formato da un nocciolo carico positivo formato da protoni e neutroni (il nucleo), circondato da un numero di elettroni tale da renderlo neutro. Neutroni, protoni ed elettroni appartengono alla vasta famiglia delle particelle elementari. La maggior parte della materia dell’universo è formata da atomi a cui sono stati “strappati”, in tutto o in parte, gli elettroni (il risultato sono i “nuclei ionizzati”).
Buco nero
Qualunque oggetto dotato di massa è sottoposto alla forza di gravità, che tende ad attrarre le sue parti verso il centro, comprimendolo. Quando la massa è molto grande, l’attrazione gravitazionale prevale e non c’è nulla che freni la materia, che precipita all’interno della buca gravitazionale che essa stessa ha creato.
Raggi cosmici
Forma di radiazione costituita da particelle elementari, per lo più dotate di carica elettrica. La maggior parte proviene dalla nostra galassia, ma quelli di energia più elevata probabilmente sono prodotti da eventi catastrofici in galassie lontane. Gli acceleratori costruiti dall’uomo probabilmente non raggiungeranno mai lo stesso livello di energia di queste particelle.
Energia
Capacità dei corpi (macroscopici o microscopici) di produrre lavoro. Può assumere molte forme (calore, cinetica, magnetica, elettrica, gravitazionale, ecc.), ma la cosa importante è che si conserva. La relatività ci dice che anche i corpi fermi possiedono energia per il semplice fatto che hanno una massa, (la famosa relazione E=mc2, dove c è la velocità della luce). Con una certa estensione di linguaggio si parla anche di “energia del vuoto”, concetto introdotto dalla meccanica quantistica per spiegare alcune proprietà dello spaziotempo in cui viviamo.
300 000 Km/s
Ff
Gg
Ii
Ll
Frequenza
Galassie
Inflazione
Lampi gamma
Velocità dalle luce
Massa inerziale
Nebulosa
Neutrino
Numero di ripetizioni di un fenomeno periodico in un’unità di tempo. Per un’oscillazione o un’onda, l’inverso della frequenza corrisponde alla lunghezza d’onda. Per la luce visibile, la frequenza è legata al colore. La meccanica quantistica associa una lunghezza d’onda anche alle particelle di materia, secondo una precisa relazione fra energia e frequenza.
Mattoni fondamentali dell’universo, sono costituite da stelle (fino a centinaia di miliardi!) e tenute insieme dalla gravitazione. Probabilmente sono immerse nella materia oscura, che ne determina l’evoluzione gravitazionale.
Questo termine “inflazionato” (in realtà una brutta traduzione dall’inglese) sta per “gonfiamento” o rapidissima espansione dell’universo appena nato, a velocità addirittura superiore a quella della luce, pur senza violare le leggi della relatività! Senza l’inflazione la teoria del Big Bang presenterebbe terribili problemi. L’inflazione dura un tempo estremamente breve ma alla sua fine lascia un universo molto simile a quello che vediamo ora.
Detti anche “gamma ray burst”, sono i fenomeni più energetici del nostro universo. Scoperti negli anni settanta da satelliti militari, la loro natura comincia a essere compresa solo ora: probabilmente sono esplosioni di stelle supermassicce (ipernovae), o il risultato dello scontro di stelle di neutroni o buchi neri.
Solitamente indicata con la lettera c, è la massima velocità raggiungibile dagli oggetti nel nostro universo (particelle comprese). Un raggio luminoso impiega un certo tempo a percorrere una certa distanza (ad esempio impiega 8 minuti per arrivare dal Sole alla Terra), quindi osservando oggi corpi astronomici molto lontani, di fatto, viaggiamo indietro nel tempo.
Proprietà di un corpo che ne determina il moto quando sottoposto a forze.
Ammasso di gas, generalmente illuminato da una o più stelle. Fino agli inizi del Novecento il termine era però usato per descrivere qualunque oggetto celeste che apparisse “nebuloso”: ad esempio la nebulosa di Andromeda, la galassia a noi più vicina e l’oggetto più distante visibile a occhio nudo, lontano 3 milioni di anni luce, composto da miriadi di stelle.
Particella elementare con la massa più piccola, priva di carica elettrica ed estremamente penetrante. Ne esistono tre tipi che possono tramutarsi l’uno nell’altro tramite il fenomeno delle oscillazioni. Costituisce una delle componenti fondamentali dell’universo e rappresenta una (piccola) parte della materia oscura. Le stelle ne producono in abbondanza, e anche il nostro Sole è già stato “neutrinografato”.
Fotoni
Particelle, anche dette “quanti” di luce, con massa pari a zero. Come tutte le particelle elementari possono essere descritti in maniera complementare sia come onda sia come particelle. Le proprietà particellari della luce sono più evidenti a energie più elevate (lunghezze d’onda ridotte).
Gravità
La famosa mela di Newton ne descrive bene gli effetti fondamentali: agisce su tutto quanto è contenuto nell’universo ed è sempre attrattiva, costringendo i corpi a muoversi l’uno verso l’altro. È la forza fondamentale che plasma la forma delle galassie, ma oggi sappiamo che a grandissime distanze compete con l’effetto repulsivo dovuto all’energia oscura...
Mm Nn
Anno luce
Unità di misura pari alla distanza percorsa dalla luce in un anno, nel vuoto. Ad esempio, il Sole dista 8 minuti luce dalla Terra, mentre il raggio dell’universo visibile è di circa 14 miliardi di anni luce. Nell’uso più recente l’anno luce è stato sostituito dal “parsec”, pari a 3,26 anni luce.
Massa gravitazionale
Proprietà di un corpo che determina l’intensità con cui agisce la forza gravitazionale.
Neutrone
Particella elementare priva di carica elettrica.
u
u d
Oo Stella di neutroni
Nuclei galattici
Uno dei possibili risultati che si ottengono dopo la morte esplosiva (supernova) di una stella con una massa pari ad almeno dieci volte il nostro Sole (l’altro è un buco nero, a seconda del livello di compressione del nucleo stellare durante l’esplosione). La densità e l’attrazione gravitazionale di una stella di neutroni sono talmente elevate che un oggetto cadendo da una quota di un metro sulla sua superficie arriverebbe quasi alla velocità della luce prima di schiantarsi.
Zona centrale delle galassie. Oggi si sa che moltissime galassie, compresa la nostra, contengono giganteschi buchi neri al loro centro. In alcune galassie sono particolarmente attivi e divorano intere stelle a ritmo elevato: in questo caso vengono chiamati nuclei galattici attivi e sono sede di fenomeni di produzione di elevatissime quantità di energia.
Pp
Rr
Onde gravitazionali
Materia oscura
Energia oscura
Particelle elementari
Quark
Relatività speciale e generale
Gli oggetti di grande massa (come stelle o buchi neri) deformano lo spazio-tempo e, in particolari situazioni (ad esempio quando due buchi neri si scontrano), le deformazioni prodotte assumono la forma di vere e proprie onde, come quelle nell’acqua prodotte da un sasso. Si tratta di onde estremamente deboli e difficilissime da rivelare, ma che fanno cambiare i metri e gli orologi stessi che usiamo per misurare!
Anche se ne sappiamo ancora molto poco, sappiamo che contribuisce all’energia dell’universo almeno cinque volte più della materia normale. Se è composta di particelle elementari, necessariamente più elusive dei neutrini, queste potrebbero essere rivelate nello studio delle componenti rare dei raggi cosmici, grazie all’acceleratore Lhc del Cern di Ginevra o ai laboratori sotterranei come quello del Gran Sasso.
Difficile da definire, sapendone così poco! Quel che si sa per ora è che costituisce il 73% della materia e dell’energia dell’universo (il 27% rimanente pare essere composto di materia, normale e oscura) e che, al contrario della forza di gravità, è repulsiva. Einstein dichiarò di aver commesso il più grande errore della sua vita quando ci si “avvicinò” inventando la costante cosmologica...
Scoperte nella radiazione naturale e nei raggi cosmici all’inizio del Novecento, costituiscono i mattoni fondamentali della materia. Le più comuni sono gli elettroni e i quark, di cui sono formati protoni e neutroni, ma oggi sappiamo che ne esistono tre famiglie, ciascuna formata da due tipi di quark, un tipo di elettrone e un tipo di neutrino.
Parte costitutiva fondamentale della materia, impossibili da osservare individualmente. Non si può escludere che siano a loro volta composti da particelle ancora più elementari, ma non sembra probabile.
Teorie formulate da Einstein nel 1905 e nel 1923, che hanno radicalmente modificato la nostra idea del mondo fisico. La teoria della relatività speciale prevede, tra l’altro, che spazio e tempo siano correlati (oggi si parla infatti di “spaziotempo”) e relativi al moto di chi li misura. La teoria della relatività generale descrive la struttura dello spaziotempo come plasmata dalla materia che vi abita, attraverso la gravità.
Protone
Particella elementare dotata di carica elettrica positiva, costituente fondamentale del nucleo atomico e responsabile, insieme al neutrone, di quasi tutta la massa degli atomi.
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Ss
Tt
Uu
Spazio
Supernova
Tempo
Universo
Fino a un secolo fa, era considerato il teatro immutabile in cui avvengono (nel tempo) i fenomeni. Ma la teoria della relatività (speciale e generale) ha cambiato tutto questo, e il modello del Big Bang prevede che spazio e tempo siano nati insieme a tutto il resto...
Esplosione di una stella, che avviene quando la forza gravitazionale prende il sopravvento sulla pressione della radiazione emessa con le sue reazioni termonucleari. A volte rende la stella più luminosa di tutta la galassia che la contiene e fa disperdere nell’universo una gran quantità degli stessi elementi di cui siamo composti. Allo stesso tempo viene emessa una enorme quantità di neutrini (nel 1987 i neutrini emessi nell’esplosione di una supernova in una galassia satellite della nostra sono stati rivelati dagli osservatori neutrinici allora in funzione).
Dimensione nella quale si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi, è unito allo spazio nel concetto di spazio-tempo nella teoria della relatività.
Letteralmente, tutto quello che esiste. La sua definizione è cambiata profondamente nel corso dell’ultimo secolo e oggi fa riferimento a un oggetto in evoluzione, descritto dalle leggi della relatività generale. Negli ultimi decenni ci sono state molte speculazioni sul fatto che l’universo che conosciamo non sia unico, ma faccia parte di un insieme di universi chiamato “multiverso”.
Stelle
Popolano le galassie e, quelle della Via Lattea, illuminano la nostra volta celeste. Sono sfere di gas, principalmente idrogeno, che la gravità tende a comprimere. L’energia sviluppata da processi nucleari (fusione) le sostiene per milioni o miliardi di anni, evitando che diventino buchi neri, e fornisce energia all’ambiente circostante. È la stella a noi più vicina, il Sole, a permettere la vita sulla Terra.
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Galileo nell’Inferno di Dante
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Galileo nell’Inferno di Dante
Nel 1587 un giovane erudito di belle speranze, di nome Galileo Galilei, teneva Due lezioni all’Accademia fiorentina circa la figura, sito e grandezza dell’Inferno di Dante1. Questo serissimo lavoro è in realtà un saggio di esegesi letteraria commissionato a Galileo in virtù della sua incipiente notorietà. Il giovane colse l’occasione per vedere riconosciute le proprie competenze matematiche: eccellente operazione promozionale per un ambizioso di ventiquattro anni che avrebbe presto ottenuto la cattedra di matematica presso l’Università di Pisa. Dopo avere pubblicato le prime opere scientifiche (De Motu e La bilancetta), Galileo vuole mostrare che la fisica matematica non consiste soltanto di calcoli efficaci dal punto di vista tecnico, ma può dare un contributo ai dibattiti culturali più nobili, acquisendo così uno statuto intellettuale paragonabile a quello delle materie umanistiche classiche2. Infatti gli accademici fiorentini chiedono a Galileo di risolvere una controversia letteraria riguardo l’interpretazione dell’Inferno di Dante. Nel 1506 era stata pubblicata una descrizione, firmata dal fiorentino Antonio Manetti, della geografia e della geometria dell’Inferno così come erano state descritte da Dante (in modo spesso oscuro).
di Jean-Marc Lévy-Leblond
Chiamato a risolvere le controversie sulla reale geografia dell’Inferno di Dante, Galileo usa la scienza per dirimere una questione letteraria molto discussa al suo tempo. Sbaglia, in realtà, ma forse anche da questo errore trae ispirazione per i Discorsi, considerati il suo testamento scientifico...
Si trattava in particolare di valutare l’attendibilità delle rappresentazioni figurative proposte da Botticelli negli anni novanta del Quattrocento in una sontuosa edizione illustrata che seguiva i primi schizzi di Giuliano da Sangallo. Le illustrazioni si basavano su dimensioni in cifre esplicite tratte dal testo di Dante attraverso calcoli complessi e che, per i circoli intellettuali di un’epoca per la quale La Divina Commedia costituiva un 1
punto di riferimento fondamentale, dovevano essere accuratamente stabilite. Ma nel 1544 Alessandro Velutello, di Lucca, città rivale di Firenze, pubblicò una critica severa all’opera di Manetti e propose una descrizione molto diversa dell’Inferno. Galileo fu chiamato a dirimere la questione dibattuta; lo fece, in modo alquanto prevedibile, in favore del fiorentino Manetti. Ovviamente né all’inizio del quindicesimo secolo per Manetti e Velutello e i loro lettori, né alla fine dello stesso secolo per Galileo e i suoi ascoltatori, si trattava in alcun modo di prendere sul serio la descrizione di Dante dal punto di vista teologico. L’importanza della Divina Commedia nell’ambito della cultura toscana rendeva evidente la necessità di commentarla e di comprenderla in tutti i suoi aspetti – compresi quelli topografici – in modo da renderne più agevole la complessa lettura3. Galileo sceglie con cura e commenta i versi di Dante chiamati in causa, cominciando con il confermare la descrizione di Manetti: l’Inferno è una cavità conica il cui vertice si trova al centro della Terra, e il cui asse, a livello della superficie, è posto in corrispondenza di Gerusalemme (ovviamente…); il cerchio che ne è alla base ha un diametro uguale al raggio della Terra4, e ciò equivale a dire che, in una sezione centrale della Terra che passa per l’asse del cono, il settore infernale occupa un sesto dell’area del disco. Qualcuno, non ferrato in geometria tridimensionale, potrebbe dunque pensare che la medesima proporzione valga per i volumi. A questo punto Galileo chiama in causa le proprie conoscenze: Ma volendo sapere la sua grandezza rispetto a tutto l’aggregato dell’acqua e della terra, non dovia-
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mo già seguitare la opinione di alcuno che dell’Inferno abbia scritto, stimandolo occupare la sesta parte dello aggregato; però che, facendone il conto secondo le cose dimostrate da Archimede ne i libri Della sfera e del cilindro, troveremo che il vano dell’Inferno occupa qualcosa meno di una delle 14 parti di tutto l’aggregato: dico quando bene tal vano si estendessi sino alla superficie della terra, il che non fa; anzi rimane la sboccatura coperta da una grandissima volta della terra, nel cui colmo è Jerusalem, ed è grossa quanto è l’ottava parte del semidiametro. I trattati di Archimede erano molto poco noti, allora, e facevano parte dei testi matematici eruditi che i commentatori precedenti di Dante, letterati puri, non potevano conoscere. È interessante verificare rapidamente le stime di Galileo con l’aiuto delle espressioni algebriche che oggi abbiamo a disposizione (che però continuano a essere di livello universitario5). Galileo, nel commento proposto, non si presenta solo come matematico e chiama in causa anche le proprie conoscenze fisiche. A questo titolo pronuncerà una critica volta a stroncare i commenti di Velutello. Quest’ultimo, in effetti, concepiva i gradini successivi dell’Inferno come porzioni di un cilindro con le pareti parallele all’asse comune. Galileo fa giustamente notare che tali pareti non sono affatto verticali, poiché, per essere tali, do-
vrebbero essere generate da un raggio che passa al centro della Terra: in due punti distanti, le direzioni delle verticali locali non sono parallele ma convergenti. Così, le falesie che delimitano tali gradini cilindrici sono di fatto oblique rispetto alla verticale e con uno strapiombo pronunciato, dunque assolutamente instabili. Ponendo [Velutello] che il burrato si alzi su con le sponde equidistanti tra di loro, si troveranno le parti superiori prive di sostegno che le regga, il che essendo, indubitatamente rovineranno: perciò che essendo che le cose gravi, cadendo, vanno per una linea che dirittamente al centro le conduce, se in essa linea non trovano chi le impedisca e sostenga, rovinano e caggiono. Sicché Galileo aveva già in mente il problema della caduta dei corpi anche quando leggeva Dante! In realtà, ironicamente, la critica di Galileo è invalidata dagli sviluppi successivi della fisica. In effetti, la teoria della gravitazione di Newton dimostra che l’accelerazione di gravità è diretta verso il centro della Terra soltanto nel caso in cui quest’ultima sia una sfera piena (o, comunque, presenti una simmetria sferica). L’esistenza di una cavità eccentrica di proporzioni notevoli, come l’Inferno dantesco, modifica considerevolmente il campo di gravitazione interna. Il calcolo che Galileo, come è ovvio, non poteva effettuare, mostra quindi che l’ipotesi in-
genua di Velutello è più vicina alla realtà di quanto non lo sia la teoria di Galileo…6 Infine, Galileo chiama in causa la resistenza dei materiali, come sperimentatore, per rispondere alle obiezioni sollevate contro l’esistenza della volta che copre l’Inferno: Sì come alcuni hanno sospettato, non par possibile che la volta che l’Inferno ricuopre, rimanendo sì sottile quant’è di necessità se l’Inferno tanto si alza, si possa reggere, e non precipiti […], oltre al rimanere non più grossa dell’ottava parte del semidiametro […]. Al che facilmente si risponde, che tal grossezza è suffizientissima: perciò che, presa una volta piccola, fabricata con quella ragione, se arà di arco 30 braccia, gli rimarranno per la grossezza braccia 4 in circa, la quale non solo è bastante, ma quando a 30 braccia di arco se gli desse un sol braccio, e forse 1/2, non che 4, basteria a sostenersi. Il paragone tra la calotta dell’Inferno e una volta in muratura utilizzato da Galileo rimanda senza alcun dubbio ai rapporti tra la struttura dell’Inferno di Dante e l’architettura della celebre cupola del Duomo di Firenze progettata da Brunelleschi, che ebbe un ruolo emblematico nel Rinascimento7. Ma se questa analogia ha un senso culturale profondo, il suo valore scientifico è nullo: una volta gigantesca come quella dell’Inferno, se avesse le medesime proporzioni geometriche di una piccola volta in muratura,
non sarebbe di certo altrettanto solida. Alla luce delle concezioni moderne sull’accelerazione di gravità e la resistenza dei materiali, la copertura dell’Inferno sarebbe ineluttabilmente destinata a crollare. Infatti, la resistenza di una volta aumenta come l’area della sua sezione mentre il suo peso varia in rapporto al suo volume. Se tutte le dimensioni sono moltiplicate per un medesimo fattore di scala, per esempio 10, il peso sarà moltiplicato per 1000, ma la resistenza al crollo soltanto per 100; sarebbe, in proporzione, 10 volte più fragile. Dunque esiste necessariamente un limite alla solidità di una struttura ottenuta attraverso il semplice cambiamento di scala a partire da una struttura solida più piccola8. E nel caso della volta dell’Inferno paragonata alla piccola volta in muratura presa in considerazione da Galileo, in cui il fattore di scala è di svariate centinaia di migliaia, il limite è ovviamente superato, e di molto. Ma questo tipo di argomentazione è stato dimostrato e sviluppato… da Galileo stesso, nei Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze9. Qui arriviamo a un nodo cruciale per quanto riguarda le Lezioni e il loro ruolo nello sviluppo del pensiero di Galileo. In effetti è decisamente verosimile che lo scienziato abbia presto compreso il proprio errore di ragionamento, derivato da una concezione pura-
1–3 Duomo di Santa Maria del Fiore, Firenze
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Si può anche avanzare la congettura che Galileo, nel comprendere il proprio errore, abbia subito un vero e proprio choc psicologico.
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mente geometrica, che non tiene conto delle leggi di scala riguardanti le proprietà fisiche della materia. E la presa di coscienza di questo errore sarebbe stata all’origine dei suoi lavori sulla resistenza dei materiali, esposti nei Discorsi. Questa tesi, proposta da Mark Paterson10, si basa su argomentazioni serie. Il fatto che Galileo abbia inteso molto presto il carattere fallace dei cambiamenti di scala considerati nelle Lezioni sull’Inferno spiegherebbe in particolare la discrezione, per non dire la reticenza, dimostrata quasi immediatamente riguardo a tale lavoro. Lo scienziato ha sicuramente riservato a tali questioni riflessioni intense tra il 1590 e il 1600. Si può anche avanzare la congettura che Galileo, nel comprendere il proprio errore, abbia subito un vero e proprio choc psicologico, di cui si trova eco nei Discorsi: Sagredo: Io già mi sento rivolgere il cervello, e, quasi nugola dal baleno repentinamente aperta, ingombrarmisi la mente da momentanea ed insolita luce, che da lontano mi accenna e subito confonde
ed asconde imaginazioni straniere ed indigeste. E da quanto ella ha detto parmi che dovrebbe seguire che fusse impossibil cosa costruire due fabbriche dell'istessa materia simili e diseguali, e tra di loro con egual proporzione resistenti. Queste righe costituiscono una confutazione esplicita dell’argomento presente nelle Lezioni, in cui si assimila la cupola dell’Inferno a una piccola volta in muratura. Lo stesso argomento invalida il pittoresco passaggio delle Lezioni in cui Galileo tenta di stimare per omotetia l’altezza di Lucifero (il risultato è 2.000 braccia). Si ha quindi ragione di credere che Galileo abbia compreso rapidamente il proprio errore. Di fatto, se i Discorsi sono stati pubblicati soltanto nel 1638, i materiali che l’opera raccoglie erano pronti prima del 1610, momento in cui Galileo si dedica alle osservazioni astronomiche e pubblica la prima opera importante, il Sidereus Nuncius. È dunque lecito considerare le Lezioni sull’Inferno come il crogiolo da cui prende il via il lavoro fondamentale di Galileo sviluppato nei Discorsi.
G. Galilei, Due lezioni all’Accademia Fiorentina circa la figura, sito e grandezza dell’Inferno di Dante, in Le opere di Galileo Galilei, a cura di A. Favaro, vol. IX, 29-57, Barbera, Firenze 1968. L’opera è stata recentemente tradotta in francese: Galilée, Leçons sur l’Enfer de Dante, Fayard, Parigi 2008, traduzione e prefazione di Lucette Degryse, postfazione di JeanMarc Lévy-Leblond. 1
2 Per inquadrare il contesto del lavoro di Galileo si veda l’introduzione di Lucette Degryse alla traduzione francese dell’opera, op. cit. Si vedano anche Th.B. Settle, Experimental Sense in Galileo’s Early Work and its Likely Sources, in Largo campo di filosofare, Proceedings Euro-
symposium Galileo 2001, Fundación Canaria Orotava de Historia de la Ciencia, La Orotava, Tenerife 2002; Th.B. Settle, Dante, the Inferno and Galileo, di prossima pubblicazione. Le mappe e le misure dell’Inferno e la loro iconografia costituiscono un argomento dell’esegesi letteraria dell’opera dantesca; si vedano G. Agnelli, Topo-cronografia del Viaggio dantesco, Hoepli, Milano 1891; S. Orlando, Geografia dell’Oltretomba dantesco, in Guida alla Commedia, Bompiani, Milano 1993. 3
Questa disposizione fa sì che gli accessi più comodi agli inferi siano situati su questo cerchio (nel punto in cui lo spessore
della volta si riduce a zero). Si vede che (imbrogliando un po’ sul valore del raggio terrestre), questo cerchio passa non lontano dagli ingressi all’Inferno ben noti in epoca antica (in Grecia, in Sicilia e in Campania). Si veda A. Nadaud, Aux portes des Enfers, Actes Sud, Arles 2004. Si veda J.-M. Lévy-Leblond, Appendice I alla postfazione dell’ed. francese, op. cit., pp. 167168. 5
6 Si veda J.-M. Lévy-Leblond, Appendice I alla postfazione dell’ed. francese, op. cit., pp. 170173.
4
dici Caetani di Dante”, L’Erma di Bretschneider, Roma 1997. Qui si può notare come Manetti, che Galileo difende nelle Lezioni, sia stato anche il biografo di Brunelleschi. Si veda J.-M. Lévy-Leblond, Appendice III alla postfazione dell’ed. francese, op. cit., pp. 174-175. 8
9 G. Galilei, Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze, in Le opere di Galileo Galilei, a cura di A. Favaro, vol. VIII, Barbera, Firenze 1968.
M.A. Peterson, Galileo’s Discovery of Scaling Laws, in “American Journal of Physics”, 70, 575, 2002.
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Si veda S. Toussaint, De l’Enfer à la Coupole. Dante, Brunelleschi et Ficin A propos des “Co7
Astri e particelle, arcobaleni invisibili
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Astri e particelle, arcobaleni invisibili
di Roberto Battiston
Il 2009 è Anno internazionale dell’astronomia e Anno galileiano. Per celebrare questo evento e raccontare le attività di ricerca della comunità scientifica impegnata nelle ricerche che riguardano l’universo, la sua origine e il suo divenire, l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e l’Agenzia spaziale italiana (Asi), in collaborazione con il Palazzo delle Esposizioni di Roma e sotto la direzione scientifica di Roberto Battiston, hanno realizzato la mostra “Astri e particelle. Le parole dell’universo”, aperta dal 27 ottobre 2009 al 14 febbraio 2010.
Feynman affermava che esistono arcobaleni che gli occhi non possono vedere ma che non per questo sono meno affascinanti. Occupandomi di particelle elementari, di forze fondamentali, di meccanica quantistica – vale a dire di cose infinitamente piccole ma, proprio per questo, alla base di tutto il resto – ho sempre avuto ben presente l’osservazione di Feynman. Quando cercavo di spiegare, a me prima ancora che agli altri, quali fossero gli oggetti che studiavo, quasi sempre con strumenti inversamente proporzionali, nelle loro dimensioni e complessità, alle dimensioni e all’elementarità dei fenomeni che volevo osservare, mi rendevo conto di quanto sia impegnativo raccontare l’invisibile. Il nostro pensiero è intriso di immagini, anche quando affronta le questioni più astratte. Buona parte delle scienze della natura, come la biologia e la geologia, solo per citarne un paio, sono in grado di attingere a immagini di una bellezza ed efficacia straordinaria e non hanno problemi a essere comunicate. L’astronomia è entrata a far parte di questo club scientifico da un paio di decenni: prima di Hubble e dei super telescopi moderni le cose non stavano certamente così, e certamente la grandissima parte di informazioni che ci provengono oggi dal cosmo sono ottenute con strumenti raffinati che estendono enormemente la nostra capacità di vedere.
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Gli astri sono irraggiungibili ma ci mandano una grande quantità di messaggi sotto forma di radiazione; opportunamente rivelati e decodificati, essi ci permettono di capire di cosa siano fatti i corpi celesti, come si sviluppino, quale sia il loro ruolo nell’universo. Gran parte di questa radiazione è luce, una piccola parte è materia. Della parte luminosa solo una piccola frazione è visibile ai nostri occhi attraverso le lenti dei telescopi. Quasi tutti i messaggi che arrivano sul nostro pianeta sono inve-
ce invisibili. Nel corso del secolo scorso la comprensione dell’universo è progredita in modo straordinario proprio perché siamo riusciti a sviluppare strumenti sempre più sofisticati che ci permettono di vedere i vari tipi di arcobaleni, di luce e di materia, nascosti ai nostri sensi e di godere dell’estetica dell’invisibile. Questa mostra parte dal presupposto che, una volta viste, anche le particelle elementari diventano incredibilmente familiari e quotidiane. Che se riusciamo a manipolare con le nostre mani il tessuto dello spazio-tempo non ce ne dimenticheremo facilmente. Che se l’espansione dell’universo ci avvolge in tre dimensioni mentre la guardiamo potremo raccontarla ai nostri amici o ai nostri figli. E se capiamo come l’eco del Big Bang sia davvero presente nelle antenne delle nostre televisioni, la prossima volta che guardiamo il Grande Fratello ci potrà venire voglia di cambiare canale... e sintonizzarci sull’universo. La mostra si apre con una “doccia cosmica”: niente paura, non si tratta di una secchiata d’acqua ma semplicemente della visualizzazione dei raggi cosmici. Si tratta in particolare di muoni che, impalpabili e numerosissimi, attraversano il nostro corpo in ogni singolo istante della nostra vita. Ogni secondo siamo trapassati da centinaia di queste particelle, fratelli pesanti degli elettroni, che sono prodotte nell’atmosfera e finiscono la loro corsa a decine o centinaia di metri di profondità nel terreno. Nella doccia cosmica sarà possibile farsi una fotografia insieme a questi effimeri ma penetranti messaggeri dell’universo e mandarla via e-mail agli amici. Poco più in là sarà invece possibile vedere nei dettagli le particelle della radioattività naturale, in parte dovuta ai raggi cosmici: piccole tracce che appaiono dal nulla nella forma di sbuffetti di condensazione all’interno di una camera a
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Astri e particelle, arcobaleni invisibili
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Cose che accadranno durante la tua visita alla mostra (o in mezz’ora della tua vita) ma di cui non ti accorgerai
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nebbia. È a partire da queste tecniche che gli scienziati hanno sviluppato esperimenti sempre più grandi e complessi, come quelli che permettono negli altopiani dell’Argentina di studiare raggi cosmici di energia equivalente a una palla da tennis battuta da un campione. O come gli esperimenti che nello spazio ricercano la materia oscura e l’antimateria. O quelli svolti sotto il Gran Sasso, in grado di fotografare tutti i dettagli dell’interazione di un muone energetico che attraversa ben 17 metri di materia prima di fermarsi. E poi ci sono i neutrini. Siamo immersi in un mare di queste particelle, emesse dalle stelle, incluso il nostro Sole, dalle supernovae, dal Big Bang. Dieci milioni di miliardi di neutrini solari, provenienti direttamente dalla fornace della nostra stella, attraverseranno il vostro corpo mentre visitate la mostra. Per rivelare i neutrini solari occorrono strumenti molto grandi, come quelli
nelle viscere del Gran Sasso, in grado di rivelarne uno ogni tanto e di vedere il Sole da sotto la montagna. Analogamente, per rivelare i neutrini che vengono dalla nostra galassia gli scienziati usano il nostro pianeta come filtro: con giganteschi esperimenti piantati nei ghiacci del Polo Sud guardano i neutrini che vengono dall’emisfero nord, nelle profondità del Mediterraneo guardano i neutrini che vengono dall’emisfero sud. Un curioso modo di usare il nostro pianeta, no? Qualche cosa di simile lo facciamo con il fascio di neutrini che corre sottoterra dal Cern di Ginevra al Gran Sasso, dove sono posti gli strumenti per la rivelazione di queste particelle. La mostra continua con la luce, il messaggero principe con cui l’universo comunica con noi. La luce visibile, sì, ma soprattutto quella invisibile, dalle onde radio ai raggi gamma. Quella che negli ultimi 50 anni ci ha permesso di vedere tutti i colori dell’universo, e di apprezzare il
1. 100.000 supernove esploderanno nell’universo osservabile (50 al secondo!). Le supernove sono stelle che esplodono ponendo termine alla loro evoluzione. Esplodendo rilasciano in pochi secondi tantissima energia (fino a mille miliardi di volte l’energia prodotta dal Sole in un anno, oppure un miliardo di miliardi di miliardi di volte il consumo annuo di energia dell’umanità) e diventano molto brillanti, tanto quanto tutte le stelle della galassia che le ospita. Le stelle massicce esplodono quando il peso del loro nucleo non è più sostenuto dalla pressione interna e collassano, formando un piccolo nocciolo duro (una neonata stella di neutroni) su cui rimbalza quasi tutto il materiale più esterno. Le stelle più piccole, invece, possono esplodere se evolvono in una nana bianca (una stella molto compatta) di massa poco più grande della massa del Sole. Se si supera una certa massa critica, infatti, si ha un innesco violento di reazioni nucleari che in pochi istanti inceneriscono tutto.
2. Si produrranno 10 milioni di miliardi di miliardi di miliardi di chili di ferro nel cuore delle stelle nell’universo visibile. Il ferro è prodotto nelle stelle e disperso nel cosmo durante le esplosioni delle supernove. Senza le stelle e le loro esplosioni non ci sarebbe un singolo atomo di ferro in tutto l’universo, come quello contenuto nell’emoglobina del tuo sangue. È proprio vero che siamo figli delle stelle! 3. Attraverseranno il tuo corpo un milione di raggi cosmici aventi energia equivalente alla massa del protone. Come potrai vedere nella doccia cosmica e nella camera a nebbia il nostro corpo è continuamente attraversato da centinaia di particelle penetranti che provengono dal cosmo. Sulla Terra esse sono principalmente muoni, prodotti nell’atmosfera dai raggi cosmici: particelle cariche molto energetiche, accelerate dai processi violenti che avvengono nelle vicinanze delle supernove e dei buchi neri. I muoni sono molto penetranti e attraversano tutto. Tutti gli esseri viventi sulla Terra convivono da sempre con questa forma di radiazione nucleare che viene dal cosmo, la stessa che è prodotta nel nocciolo delle centrali.
4. Attraverseranno il tuo corpo 10 milioni di miliardi di neutrini prodotti dal Sole. Le reazioni nucleari che avvengono all’interno del Sole generano energia sotto forma di radiazione elettromagnetica (la luce che vediamo), ma anche di neutrini, particelle con massa molto piccola e privi di carica elettrica (cioè elettricamente neutri). I neutrini non sono da confondere con i neutroni, particelle pesanti che, insieme ai protoni, compongono il nucleo dell’atomo. L’interazione dei neutrini con la materia è molto debole. Essi scappano via dal Sole e, dopo 8 minuti circa, arrivano sulla Terra attraversandola come i raggi di luce attraversano il vetro delle finestre. Data la difficoltà con cui vengono osservati loro natura è ancora in parte misteriosa e sono studiati attivamente dagli scienziati di tutto il mondo. a cura del professor Oscar Straniero, direttore dell’Osservatorio astronomico di Teramo
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Quello che c’e’ nella mostra ma che non potrai vedere (!) 1. Mille miliardi di fotoni fossili. La radiazione di fondo (anche detta fossile), è la luce prodotta durante il Big Bang. Per i primi 300.000 anni l’universo era opaco a questa radiazione, ma poi, raffreddandosi, se l’è lasciata scappare. È una specie di fotografia dell’universo primordiale, che era molto più omogeneo (e caldo) di quanto non sia oggi, dopo quasi 14 miliardi di anni. Questa luce oggi è “fredda” e ha la frequenza delle onde radio. Quando l’antenna del televisore capta rumore, una parte è dovuta alla radiazione fossile. L’universo continua a mandarci i suoi messaggi anche durante una trasmissione televisiva!
2. 150 miliardi di neutrini fossili. Oltre alla radiazione fossile, dal Big Bang sono emerse molte particelle: alcune hanno formato pianeti, stelle e galassie, altre vagano ancora, e formano un fondo impalpabile che permea tutto lo spazio. Tra queste ci sono molti neutrini. Nessuno scienziato è ancora riuscito a rivelarli, talmente debole è la loro interazione con la materia! Questa è una delle sfide affascinanti della ricerca di oggi. 3. Qualche centinaio di miliardi di microscopici e sfuggenti componenti della materia oscura. Il rapporto tra materia ed energia nell’universo è di 1 a 3, in favore dell’energia. L’80% della materia nell’universo a sua volta è oscura, invisibile. Composta da particelle massicce ancora
non identificate, la materia oscura genera gran parte della gravità che muove l’universo. Nei primi 7 miliardi di anni è stata la regina incontrastata, che ha permesso alle galassie di formarsi ed evolversi, rallentando l’espansione provocata dal Big Bang. Oggi l’effetto attrattivo dovuto alla materia oscura è contrastato dall’energia oscura, che rappresenta il 73% del bilancio materia-energia dell’universo e che genera una pressione negativa capace di sovrastare l’attrazione gravitazionale, provocando un’accelerazione dell’espansione dell’universo. a cura del professor Oscar Straniero, direttore dell’Osservatorio astronomico di Teramo
suo splendore, la sua violenza, la sua immensità. Un arcobaleno di astronomie, che parlano tutte degli stessi oggetti ma osservandoli da punti di vista diversi: ogni colore dello spettro esteso corrisponde a ben precisi processi fisici e stati della materia, gas, polvere, stelle, esplosioni, jet di materia e radiazione. Grazie alla luce emessa nelle bande radio, il pubblico potrà ascoltare il fischio delle pulsar, oggetti compattissimi che, girando su se stessi centinaia di volte al secondo, emettono un’onda radio modulata nelle frequenze sonore. La luce è in grado di attraversare l’universo e di raggiungerci dopo un viaggio che potrebbe essere iniziato poco dopo il Big Bang, quasi 14 miliardi di anni fa. In questo lungo viaggio, la maggior parte dei fotoni non incontra praticamente nessuna particella, procede alla cieca nella sua frenetica oscillazione elettromagnetica, fino a quando non si scontra violentemente contro un atomo, magari nel piano focale di un nostro telescopio o della retina dei nostri occhi. Ma in tutto questo tempo non si annoia troppo, perché è
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in continua interazione con la struttura dello spazio tempo, la geometria dell’universo deformata dalla gravità prodotta dalle masse dei corpi celesti. La luce percorre sempre la strada più breve tra due punti, e nello spazio piegato dalla gravità questo percorso non è necessariamente una linea retta. Per spiegare questo concetto è stata realizzata un’installazione in cui la presenza del visitatore modifica in modo dinamico la geometria dello spazio, come se egli fosse una stella o un buco nero. Nella parte finale della mostra potremo dare fondo alle nostre più sfrenate e nascoste ambizioni, vivendo cinque minuti da Dio e creando universi caratterizzati da diverse composizioni di materia ed energia. In tempo reale vedremo se siamo capaci di fare qualcosa che funzioni e scopriremo che fare il creatore non è un mestiere facile: quasi tutti gli universi creati fanno rapidamente flop. Nel centro della mostra è posta una grande semisfera, che prende nel tempo le sembianze della Terra, di una stella, di una galassia: dentro la sfera il pubblico può incontrare gli
CHIAMA IL NUMERO VERDE 800.90.15.15
oxygen 07 – 09.2009
ENERGIA SOLARE? LASCIA FARE A CHI SA FARE.
5
scienziati italiani, intervistarli in modo virtuale, farsi raccontare quello che fanno, come lo fanno e perché hanno scelto di farlo. Premi Nobel e giovani borsisti, una vasta comunità che di generazione in generazione si passa il testimone e si confronta in un contesto internazionale, a partire da Galileo, passando per Fermi e la sua scuola fino ai contemporanei come Rubbia e Giacconi. Una secolare ricchezza culturale rappresentata oggi dagli enti che organizzano la mostra, eredità di cui l’Italia deve andare fiera e che deve essere sostenuta per non andare dispersa. Nel corso della visita – come di qualsiasi mezz’ora della vostra vita – accadranno davvero cose straordinarie: scoppieranno 100.000 supernove nell’universo visibile, disperdendo nel cosmo 10 milioni di miliardi di miliardi di chili
di ferro, e sarete attraversati da un milione di raggi cosmici oltre che dai suddetti neutrini solari. Abbiamo fatto le cose in grande: vi faranno compagnia nelle sale della mostra mille miliardi di fotoni del Big Bang e 150 miliardi di neutrini, anch’essi provenienti dai primi istanti dell’universo. E le centinaia di miliardi di particelle di materia oscura? Come degno finale di una mostra dedicata agli arcobaleni invisibili, scoprirete che nonostante tutto quello che siamo riusciti a scoprire, l’universo ci nasconde ancora oggi il 95% di quello che lo compone... un messaggio per le nuove generazioni di scienziati: il bello deve ancora venire.
Questo articolo sarà pubblicato anche su “Le Scienze” n.494, a ottobre 2009. Si ringrazia la redazione per averne concesso l’anticipazione.
1, 5
Si ringrazia l'Inaf
2, 3, 4
Si ringrazia l’Asi
ENEL.SI. SOLUZIONI PER TUTTI, CHIAVI IN MANO.
Se usare l’energia solare ti sembra interessante ma non sai da che parte cominciare, rivolgiti ad Enel.si. Troverai una consulenza unica e davvero affidabile: i nostri specialisti sono in grado di seguirti dalla fase di preventivi e progettazione fino all’installazione, consigliandoti anche sulle forme di finanziamento e sulla procedura per ottenere gli incentivi in Conto Energia. Grazie al continuo aggiornamento sulle innovazioni tecnologiche e alla capacità dei propri installatori, i professionisti Enel.si potranno suggerirti la soluzione migliore, realizzare ogni tipo di installazione e seguirti anche nella manutenzione dell’impianto. Lascia fare a chi sa fare. www.enelsi.it
oxygen 07 – 09.2009
Traveller
Traveller di Michelle Nebiolo
Nonostante gli increduli, i cauti, i costi e gli incidenti
Nel divertente film del 2003 Dillo con parole mie, un ragazzo e una ragazzina si trovano di notte su uno scoglio in Grecia, a guardare il cielo stellato. Lui (Andrea), esclama: “Certo che siamo proprio insignificanti davanti all'universo.” Lei (Maggie) replica, vagamente offesa: “Parla per te, scusa.” In effetti, per quanto l’umanità possa lasciarsi affascinare dalla luna e dalle stelle cadenti, o dalle meravigliose foto che arrivano dai grandi telescopi, ci sarà sempre qualche individuo disincantato, irriverente, che pensa che tutto quello spazio basta allungare una mano per prenderselo. Del resto è la visione di persone coraggiose e sfrontate
ad aver reso possibili imprese epiche come il primo allunaggio 40 anni fa: se ancora oggi alcuni sostengono che si è trattato di una farsa – perché ci sarebbero limiti e leggi fisiche e ostacoli tecnici insormontabili – possiamo solo immaginare quanto può essere stato difficile convincere investitori e contribuenti a puntare sui primi progetti di esplorazione nello spazio. Un altro film, Challenger, prodotto per la tv nel 1990, racconta la storia dell’omonimo space shuttle: i dubbi di alcuni ingegneri che però non riuscirono a fermare la missione, l’entusiasmo dell’insegnate Christa McAuliffe per quella che doveva essere la prima lezione di scienza del programma Nasa Teacher
in Space, e che invece si trasformò in tragedia, il 28 gennaio 1986, quando la navicella si disintegrò appena 73 secondi dopo il lancio. I titoli di coda iniziano a scorrere pochi istanti prima del disastro, lasciando la storia in sospeso, ma nella realtà fu il programma spaziale americano a rimanere in qualche modo sospeso, per 32 mesi. Anche quando il Columbia si disintegrò al rientro nell’atmosfera terrestre, nel 2003, gli americani rimandarono ogni nuovo viaggio dello shuttle per più di due anni. Eppure, nonostante gli increduli, i cauti, i costi e gli incidenti, niente riesce a fermare davvero la sete di sapere e lo spirito d’avventura dell’essere umano. Così, anche se non viviamo ancora in bolle
pressurizzate, circondati da androidi e gadget futuristici, iniziamo a vedere i primi tentativi di turismo spaziale. Dal 2001 a oggi sei privati cittadini hanno raggiunto a spese proprie la Stazione spaziale internazionale. Il primo fu Dennis Tito, ex scienziato Nasa, che per una settimana di soggiorno pagò ben 20 milioni di dollari alla Space Adventures. Proprio la Space Adventures (www.spaceadventures.com) oggi propone una gamma di “esperienze spaziali” che vanno dal giro intorno alla Luna (il servizio deve ancora essere attivato, ma il prezzo è già fissato a 100 milioni di dollari) al simulatore Soyuz (15.950 dollari), passando per i
voli suborbitali (102.000 dollari). “Oxygen” sarà stampato prima, ma il settimo cosmo-turista si prepara per il lancio a settembre 2009: Guy Laliberté, fondatore del Cirque de Soleil, raggiungerà la Stazione spaziale internazionale per una “missione sociale poetica” legata alla Fondazione One Drop (www.onedrop.org, da dove si accede anche al blog sull’addestramento e la preparazione a cui si sta sottoponendo Laliberté). Il volo spaziale è indubbiamente un’opportunità, un business che attira e fa nascere società come la Space Adventures, la Virgin Galactic, la Armadillo Aerospace, la Blue Origin e molte altre. Sembra fantascienza, ma non siamo lontani dal fermento creato dai pri-
mi voli aerei. Nonostante gli increduli, i cauti, i costi e gli incidenti, nel 1927 Charles Lindbergh vinse i 25.000 dollari del premio Orteig per il primo volo New York-Parigi. Nel 2004 la Tier One ha vinto i 10 milioni di dollari messi in palio dalla Fondazione X Prize per la prima società privata che avesse lanciato nello spazio una navicella riutilizzabile due volte nell’arco di due settimane. Forse entro il 2012 qualcuno vincerà anche il Google Lunar X Prize. E forse i nostri nipoti andranno nello spazio con voli low-cost. La capsula spaziale di un Soyuz TMA-13 atterra della steppa vicino a Dzhezkazgan, l’8 aprile 2009 ©Sergei Remezov/Pool/epa/Corbis
091
I luoghi della scienza
oxygen 07 – 09.2009
I luoghi della scienza di Davide Coero Borga
Smithsonian: i numeri dello spazio
092
400 anni. Sono quelli trascorsi dal giorno in cui Galileo puntò per la prima volta il suo cannocchiale verso i cieli, tracciando un invisibile ponte tra la Terra e gli altri corpi celesti. 40 anni. Da quando Neil Armstrong ha posato piede sulle pianure lunari, le stesse che Galileo intuì fatte di polvere simile a quella che calpestava per le strade sterrate di Padova, Pisa e Firenze. E proprio la luna, quella di Galileo e quella di Armstrong, la luna da osservare e da raggiungere, la luna lontana e desiderata, è il tema della mostra allestita allo Smithsonian National Air and Space Museum di Washington, DC. Protagonista Alan Bean, il primo artista tornato da un altro mondo.
Quarto uomo a camminare sul satellite terrestre e membro dell’equipaggio dell’Apollo 12, Alan Bean ha rassegnato le dimissioni dalla Nasa una decina d’anni fa per dedicarsi completamente all’arte. Dal 1981 dedica la sua vita alla pittura e le sue opere sono interamente ispirate alle missioni Apollo. Con pennellate simili a quelle di un maestro dell’impressionismo, Bean ripropone gli scorci e le prospettive di un mondo su cui possono dire di aver camminato solo undici uomini: paesaggi lunari, ritratti degli astronauti e panoramiche visioni della Terra dallo spazio. Il regalo più bello per il pubblico del museo più visto al mondo.
Una collezione sterminata di oggetti, tanto che la storica sede del National Mall non era più sufficiente a contenerla tutta. Così, nel 2003 lo Smithsonian ha aperto una sorta di filiale presso lo Steven F. Udvar-Hazt Center, vicino all’aeroporto internazionale di Washington Dulles. La storia dello spazio si srotola di fronte agli occhi dei visitatori. Cuore dell’esposizione è l’Enterprise, il primo space shuttle lanciato dalla Nasa e così ribattezzato dall’agenzia statunitense in seguito a una campagna di firme raccolte dai fan della serie televisiva Star Trek, dal nome della famosa nave spaziale USS Enterprise, protagonista di tanti film e telefilm.
Lo Smithsonian National Air and Space Museum è stato inaugurato il 1° luglio del 1976. Un milione di visitatori il primo mese dall’apertura, 200 milioni nel 1998. Oggi viaggia verso quota 300 e, di fatto, è il museo più visitato negli Stati Uniti e nel mondo. Lo Smithsonian ha un budget annuale di 28 milioni di dollari. Una macchina organizzativa impressionante che conta 260 impiegati e quasi 600 volontari. Niente di straordinario se si pensa che il museo raccoglie una collezione di velivoli storici per un totale di 50.000 pezzi. Si parte dall’aliante dei fratelli Wright e, passando per lo Spirit of St. Louis con cui Charles Lindberg completò la traversata dell’Atlantico nel 1927, si arriva al modulo di comando della missione Apollo 11.
Nel Settecento Eusebio Sguario, nell’introdurre il suo romanzo scientifico Dell’elettricismo: o sia delle forze elettriche de’ corpi svelate dalla fisica sperimentale, scriveva: “Certe scienze di loro natura rigide e austere, non ista bene che siano trattate sempre con uno stesso metodo scientifico e dottrinale; non v’è che la forma del Dialogo [...] che le sappia trar fuori dall’oscuro nembo, che le rende schifose alla gente del Mondo, e solo per questo mezzo sperar possono di passare dai deserti e dalle cupe caverne, nelle mani di gente di spirito, e nelle amene conversazioni del secolo”.
È passato molto tempo da allora, e qualcuno ha deciso che le idee della nuova scienza dovessero uscire dai salotti della nobiltà e delle nuove classi agiate, verso il popolo degli artigiani, degli agricoltori e degli operai. Oggi, questo pubblico di gente comune, famiglie e ragazzi, riempie di voci e storie le sale dello Smithsonian. E il bambino che andrà su Marte, forse, passeggia per questi corridoi.
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Autoritratto di Alan Bean, mentre corre vicino a un cratere lunare sentendosi come se potesse correre per sempre senza stancarsi © Alan Bean
Oxygen versus CO2
oxygen 07 – 09.2009
Oxygen versus CO2 di Claudia Gandolfi
Spazzatura spaziale
Il progetto permetterà di raccogliere una quantità di informazioni sulle condizioni ambientali europee senza precedenti: sul territorio di 29 stati si potrà ottenere una fedele mappatura della qualità dell’aria, con un aggiornamento ogni 72 ore e una risoluzione dell’ordine dei 50 chilometri. Ma proprio i satelliti che ci permettono di eseguire queste e altre fondamentali misurazioni sono
al centro di un recente dibattito che riguarda il loro invecchiamento. Dal lancio dello Sputnik, il 4 ottobre 1957, sono stati lanciati in orbita circa 6.000 satelliti. Di questi, si stima che oggi ne siano operativi solo un migliaio. Oltre ai satelliti veri e propri, funzionanti o meno, orbitano intorno alla Terra circa 12.000 detriti che superano i 10 centimetri di diametro, costantemente monitorati da radar, telescopi e satelliti. La maggior parte dei satelliti militari, commerciali e scientifici, si trova nella low earth orbit, ovvero l’orbita terrestre bassa, dove possono rimanere anche per decenni prima di disintegrarsi a contatto con l’atmosfera. Nell’arco del prossimo secolo, quindi, si potrebbe creare intorno alla Terra un vero e proprio anello di ferraglia in disuso, simile a quelli, famosi, di Saturno. Nel febbraio di quest’anno la collisione fra un satellite commerciale americano e un relitto militare russo, avvenuta a 790 chilometri di distanza dalla superfi-
cie terrestre, sopra la Siberia, ha proiettato nell’orbita terrestre un migliaio di nuovi frammenti metallici, ricordandoci che, per quanto lo spazio intorno a noi sia potenzialmente infinito, incidenti di questo genere, benché improbabili, non sono impossibili. Dopo l’impatto, come avviene di solito, i detriti si sono sparsi in tutte le direzioni: alcuni hanno mantenuto la stessa orbita, altri sono stati scagliati verso il basso, in direzione della Terra, minacciando teoricamente anche la Stazione spaziale internazionale, che si trova a un’altezza di 350 chilometri. In passato, frammenti di razzi o navi spaziali sono stati ritrovati un po’ ovunque: in Sudafrica, a Cuba, nel deserto dell’Arabia Saudita o in Costa D’Avorio, sulle spiagge delle Bahamas o nelle acque del Brasile. Nel 1969 una pioggia di pezzi di metallo accartocciato è caduta addirittura sul ponte di una nave giapponese. Del resto, le tecniche di smal-
timento degli oggetti spaziali sono tutte da inventare. Attualmente la prassi è di spedire le vecchie glorie dello spazio a riposare negli abissi degli oceani terrestri. Nel 2001, dopo 15 anni di attività, la stazione orbitante Mir venne dismessa e le sue 135 tonnellate sorvolarono spettacolarmente il Giappone prima di sprofondare al largo delle coste dell’Australia. Oggi lo scontro fra due oggetti spaziali, uno russo e uno americano, degno di un film sulla guerra fredda, ci riporta prepotentemente al problema di una spazzatura spaziale difficile da smaltire e al nostro contributo all’inquinamento del cielo, oltre che della Terra. I satelliti spia, che avevano il compito di scrutare il pianeta con radar potenti e ad alta risoluzione, potevano addirittura avere a bordo reattori nucleari. Molti di essi si trovano ancora lì, a testimonianza di come il cielo sia talvolta considerato una discarica infinita.
SPL/Grazia Neri
Negli ultimi anni l’Unione Europea sta intraprendendo una serie di azioni mirate per rispettare gli impegni presi nell’ambito del protocollo di Kyoto. Tra le tante iniziative in fase di attuazione, c’è l’accordo siglato tra l’Agenzia europea dell’ambiente e un consorzio guidato dall’Agenzia spaziale europea (Integrated air quality platform for Europe), che prevede l’integrazione delle misurazioni satellitari con quelle a terra, per realizzare un controllo giornaliero sempre più serrato sulle emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera.
©
094
095
English version
Armato dei suoi cinque sensi l’uomo esplora l’universo intorno a sé, e chiama quest’avventura scienza. Edwin Powell Hubble
Codice Edizioni s.r.l. via G. Pomba 17 10123 Torino t +39.011.19700579/580 f +39.011.19700582 www.codiceedizioni.it info@codiceedizioni.it
EDIZIONI
Contributors
Enrico Bellone Galilei e l’abisso Un racconto pp.104, euro 12,00 In libreria dal 29 settembre 2009
L’abisso, insomma, ci salva, se riusciamo ad essere liberi di esercitare la nostra curiosità sulla natura e di fabbricare ponti e sentieri che sempre meglio colleghino ciò che percepiamo grazie ai sensi a ciò che evolve nelle nostre teorie sul mondo. Enrico Bellone
John Gribbin Galassie
George Johnson Le stelle di Miss Leavitt La storia mai raccontata della donna che scoprì come misurare l’universo
pp.152, euro 11,00
pp.172, euro 16,00
Marco Cattaneo
Gennaro De Michele
Tommaso Maccacaro
A physics graduate, he is a scientif-
Chemical engineer, he is responsi-
After doing research in England, in
ic journalist and the editor in chief
ble of Reseach and development
1979 he moved to the United
Amedeo Balbi
of the monthly magazines “Le
policies for Enel Ingegneria e
States, where he met and worked
Researcher at the physics depart-
Scienze”
ment in Rome’s University Tor
“Scientific American”) and “Mente
scientific
Vergata, he is a member of the cos-
& Cervello”. He is also the author
International
mology group and of the Nuclear
of Heisenberg e la rivoluzione
Clean Coal Science Group, the IFRF
and was appointed its director in
physics national institute. His main
quantistica (Le Scienze, 2000), as
(International
2005. He is president of the
research interest is cosmology – the
well as the co-author, with Jasmina
Foundation) and the MITEI (MIT
Astronomy working group and
science that studies the origin,
Trifoni, of three volumes about
Energy Initiative). He is the author
member of Space science advisory
structure and evolution of the uni-
Unesco’s world heritage sites (I
of over 200 publications and 10
committee at the Esa. He has pub-
verse –, with a special focus on its
tesori dell’arte, 2002; I santuari
patents, and has received a num-
lished over 250 articles on interna-
connections
fundamental
della natura, 2003; Antiche civiltà,
ber of prizes such as the Philip
tional journals and for years has
physics and astrobiology. He is the
2004), and of Le città del mondo
Morris prize for scientific and tech-
been amongst the most referenced
author of La musica del Big Bang
and I tesori dell’umanità (2005), all
nological research, the Industry
researchers for space sciences. He
(Springer, 2007), prefaced by
published by White Star.
and environment award from the
is also co-founder of Gruppo 2003,
Italian industry ministry, the Io vivo
a multidisciplinary group of scien-
to
(Italian
edition
of
Margherita Hack, and of the popular
science
blog
Keplero
(www.keplero.org).
Innovazione. He is a member of the
with Riccardo Giacconi. Back in
boards
the
Italy in 1989, in 1991 he became
Agency’s
astronomer of Brera’s Observatory,
of
Energy
Research
Flame
George Coyne
sostenibile
Lega
tists who work to re-launch scien-
Astronomer and Jesuit priest, he
Ambiente and, recently, the Sapio
tific research in Italy. He is currently
was the director of the Vatican
prize for Italian research.
president of the National astro-
prize
from
physics institute.
Observatory from 1978 to 2006 –
Michio Kaku Il cosmo di Einstein Come la visione di Einstein ha trasformato la nostra comprensione dello spazio e del tempo
Chi avrebbe mai detto che cercando di decifrare i misteri dell’universo avremmo trovato la chiave per guardare dentro di noi? Se ci imbarchiamo in questo viaggio non è per un semplice desiderio, ma per il mandato, conferitoci dalla nostra specie, di ricercare il nostro posto nel cosmo.
pp.200, euro 21,00
Neil DeGrasse Tyson, Donald Goldsmith
Roberto Battiston
promoting several new educational
Professor of physics at Università di
and research initiatives – and is cur-
David Gross
Francesco Paresce
Padova’s engineering faculty, he
rently head of the observatory’s
After receiving the MacArthur
Astrophysicist associated with Inaf,
has worked in many international
research group based at the
Foundation Fellowship in 1987 and
he conducts his research in
scientific projects in the field of
University of Arizona in Tucson. He
the Dirac Medal in 1988, in 2004
Bologna’s Institute for space astro-
experimental physics of fundamen-
is an active member of the
he was awarded the Nobel prize in
physics and cosmic physics. He
tal interactions. His main current
International astronomical union,
physics for his discovery of asymp-
also a consultant for Esa the
research interest is fundamental
the American astronomical society,
totic freedom along with Frank
Esa/Nasa joint project for the
physics in space, with an experi-
the Astronomical society of the
Wilczek and David Politzer. He cur-
Hubble space telescope. His cur-
ment for the search of antimatter
Pacific, the American physical soci-
rently is the director and holder of
rent research interest is star forma-
in cosmic rays that will be installed
ety and the Optical society of
the Frederick W. Gluck Chair in
tion in Magellanic clouds, but in
on the International space station
America.
theoretical physics at the Kavli
the past he has worked for Nasa
in 2010. He is the author of over
Institute for Theoretical Physics of
on various missions, for Esa as sci-
400
the University of California.
entific director of the Faint object
scientific
works,
and
is
involved in popular science, writing
Neil DeGrasse Tyson e Donald Goldsmith Origini Quattordici miliardi di anni di evoluzione cosmica
Arthur Miller L’impero delle stelle Amicizia, ossessione e tradimento alla ricerca dei buchi neri pp.440, euro 30,00
pp.296, euro 29,00
Brian Greene Icaro ai confini del tempo pp.32, euro 35,00
camera and for the European
a monthly column in the “Le
Jean-Marc Lévy-Leblond
southern observatory as scientific
Scienze” about space research.
Physics and philosophy professor at
director of the Very large telescope
Nice’s University, he is director of
interferometer. On top of over 180
Enrico Bellone
the
scientific articles, he has published
Science historian, he was the first
“Alliage”. He has always been
the book Tra razzi e telescopi (Di
to be asked to hold, in 1994, the
involved in rigorous, not petty,
Renzo Editore, 2005).
Galileo
popular science and its promotion.
Galilei
Chair
at
the
multidisciplinary
journal
Università di Padova. In 2008 he
Amongst his many works, La pierre
received the Preti prize with
de touche (Gallimard, 1996).
George University.
Lakoff
of
Berkeley
097
oxygen
English version
07 – 09.2009
Giovanni Ricco
Publisher’s note
Professor of nuclear and sub
his imperfections. The figure of
ples of our lives. Freedom in scien-
Galileo Galilei allows for a view
tific research is not only a reflexion
Editorial
actually carried out because the
Enrico Bellone
were insufficient. Thus, they were
techniques available at the time
nuclear physics at Università di
Vittorio Bo,
into the strengths and weaknesses
of a more general state of liberty
Genova, he was vice president of
editorial director
of scientific research in its most var-
but, as the story of Galileo teaches
Infn from 2001 to 2006 and head
400 years after his first great, and
ied forms, and reminds us, in con-
us, science is often called upon to
This year is being celebrated as the
only make sense because Galileo
of various nuclear physics experi-
revolutionary, discoveries, Galileo
clusion, that it holds even better
highlight criticisms and aberra-
international year of astronomy; in
was an adherent of Platonic form.
ments in Italy and in the United
Galilei’s personal and scientific
possibilities within itself and its
tions, as well as to highlight turn-
1609 a new vision of the heavens
According to Koyré, this is proof of
States, at the Jefferson Lab in New-
story is surely one of the most fas-
methods: the richness of its curios-
ing points and solutions.
was revealed by Galileo’s tele-
Galileo’s greatness. But Koyré’s
port, VA. He is currently the coordi-
cinating narratives in Western civi-
ity and imagination, the impor-
If we are able to keep our attention
scope. But today, four centuries
thesis was later criticized by schol-
nator of the Infn-Energia project.
lization. The tense relationship
tance of the actions taken based
– ethical, social and cultural –
later, above and beyond the com-
ars such as Thomas Settle and Still-
between man’s reasoning and the
on experimental results and, most
focussed at the same level of
memorative rituals, are we truly
man Drake, whose research indi-
powers that be, not to mention the
of all, the value of intellectual
today’s technology and if we are
able to discern a precise signifi-
cated that Galileo’s experiments
098
mental experiments which could
Kim Stanley Robinson
deep-seated longing and capacity
exchange, of discussion.
able to nurture all this with ade-
cance of Galileo’s achievements?
were, in fact, carried out. Howev-
Science fiction writer from Califor-
of science to unearth the truth, are
This issue of “Oxygen” investi-
quate resources and dialogue, per-
This is a legitimate question: after
er, their conclusion was not only
nia, his work (15 novels and four
all clearly represented. Galileo’s
gates, through some of the most
haps we can gain even greater
all, today nobody specializes in a
based on a methodological foun-
story collections since 1984) has
radical ideas were not only aimed
well known voices of modern sci-
heights in scientific excellence
branch of physics or astronomy by
dation but on an intricate and vari-
been translated into 23 languages.
at the structure of reality as it was
ence, physics and astrophysics, the
(which will certainly come to pass),
studying Galileo’s writings. And in
able
His Mars trilogy, (Red Mars, Green
then accepted, but, more impor-
extraordinary patrimony of one of
or in single successes in specific
fact, the answers to our question
between measurements and theo-
network
of
correlations
Mars, Blue Mars), was an interna-
tantly, at the methods of its investi-
the greatest scientists and thinkers
fields. Our capacity to explore and
have undergone major changes
ries which had already been care-
tional best-seller. Winner of sci-
gation and, successively, in his
of all time, for whom research of
to face reality is at stake, in both
over the past few decades. There-
fully explored by Winifred Wisan.
ence fiction’s Hugo and Nebula
abjuration, at its sustainability by
the unknown was not removed
the sense of objective observation
fore, let us start with an answer
The short space afforded by an
Awards, he was sent to the
man. In him, an intertwining of
from passion for beauty and man’s
and participation in, and foremost
that enjoys a certain measure of
editorial does not permit us to fur-
Antarctic by the U.S. National sci-
individuality, social structures and
potential for creative invention.
result of, our decisions. If we
popularity,
ther study the structure of Galileo’s
ence foundation to do research for
study subjects lived an extraordi-
In a historic context such as our
understand how to create a dialog
Galileo’s legacy to us is the so-
legacy, which so rightly lends itself
his novel Antarctica.
nary moment in which visions and
current times, so rich in possibili-
regarding how very much research
called
to
fears were brought face to face.
ties, in technology and means, but
and science have to offer, we will
Based
of
Nonetheless, it could be useful, today, to consider two theses that
which
states
experimental on
a
that
method.
combination
various
interpretations.
The never ending journey that
also often poor in conscious
create a better environment and,
“sensed experiences” and “certain
began with a scientist from Pisa ran
thought, in the possibility of
more importantly, a political and
proofs,” this method is held to be
Galileo expounded in his 1632
through years of study in diverse
choice and, almost unbelievably, in
social climate in which there will be
the foundation of modern, anti-
Dialogue. The first deals with the
areas of knowledge, and has
basic resources such as water, a
even more freedom of choice, as
Aristotelian science.
incompleteness of knowledge:
brought that knowledge forward
subject we spoke about in the last
options will be individually aware
However, our increased knowl-
“There is not a single effect in
to today, has also produced multi-
issue of Oxygen, man’s core values
and collectively accepted.
edge of the natural world does not
nature, even the least that exists,
form and various interpretations,
and possibilities are underscored
Translation by Mia Adelman
conform to this methodological
such that the most ingenious the-
making him a unique symbol, an
and we are all reminded of the
image of Galileo. On the contrary,
orists can arrive at a complete
archetype, even more valuable for
stimulus and fundamental princi-
it was Aristotle who, with regard
understanding of it.” The second
to astronomy, praised the virtues
regards science as a culture whose
of the relationship between what
development is encouraged by
our senses tell us and what is
unfettered differences of opinion:
revealed to us by geometry. And
“Philosophy itself cannot but ben-
many centuries before Aristotle,
efit from our disputes... As to sci-
Babylonian science – as is proven
ence itself, it can only improve.”
by the writings of Asger Aaboe –
There it is, “improvement” viewed
relied on accurate astronomical
as cultural evolution: a posteriori,
observations that were part of an
we could say that without kine-
algebraic, theoretical order.
matics and Galileo’s relativity we
A much more refined answer to
would never have had Newton or
our query was offered several
Einstein. And thus, we would
decades ago by Alexandre Koyré.
never have today’s multi-faceted
Although he admired Galileo’s
culture regarding the natural
work, he believed that the experi-
world and ourselves.
ments noted by Galileo were never
Translation by Gail McDowell
099
oxygen
English version
07 – 09.2009
Passepartout
19th century and still holds the
The modernity of Galileo
record for the largest refractor tele-
100
why the process is represented as a
be of help in illustrating this point.
lutionistic models, according to
as a constant in natural motion,
celestial world and the sub-lunar
In July 1610, Galileo described Sat-
which the growth of human cul-
Galileo accidentally discovered that
world into one physical frame-
tree with many ramifications. Some
work, within which he came upon
branches remain arid stumps, others survive only because they pro-
Looking up
scope (1 meter in diameter): refrac-
by Enrico Bellone
urn as formed by three spherical
ture has a tree structure of Darwin-
the speed of descent of a small
tors were superseded early-on by
Our discourses must relate to
bodies that are motionless with
ian memory. It is an evolution with
sphere on an inclined plane is not
a prototype of inertia (Wisan 1974)
— The Marageh Observatory, in
much larger, reflecting telescopes.
the sensible world and not to
respect to each other. During the
many unexpected mutations and
constant. Obviously, he could not
and an archetype of the principle
duce new branches and acquire
present-day Azerbaijan, is consid-
— The first scientific institution in
one on paper.
three decades that followed, this
dead branches; it is not governed
measure this speed. He could only
of relativity. But, if we reconstruct
new meaning. I therefore suggest
ered one of the most important
Africa, founded in 1820, was the
(Galileo Galilei, Dialogue con-
strange conformation was repre-
by a transcendent logic and it
estimate the length of the space
Galileo’s legacy in these terms, we
that the modernity of certain theo-
observatories in Islamic history. It
Royal Observatory at the Cape of
cerning the two chief world
sented by numerous, problematical
reveals discoveries that belie their
covered at equal intervals of time
place it within a true evolution of
retical fragments coincides with
became operational in 1262,
Good Hope, South Africa. The
systems, second day)
variations. Only in 1675 was it
discoverers’ expectations or predic-
and discovered, in contrast to his
knowledge. In short, we find, a
this survival mode and that it is
allowing its director Nasir al-Din al-
main buildings were completed in
established that Saturn is sur-
tions (Bellone 2009).
expectations, that the sequence of
posteriori, inertia and relativity.
based on forms of cultural selec-
Tusi to make the observations he
1829 at a cost of £30,000.
In this day and age, is it possible to
rounded by rings and that the pre-
From this alternative point of view,
these distances corresponds to the
Newton and Einstein. A posteriori,
tion. The second set of questions
needed to devise a new model of
— Today, the largest existing obser-
say that Galileo’s works reflect
ceding images had been caused by
the pages written by Galileo pres-
sequence of odd numbers. Thus,
and not as results that were gov-
refers to the following fact: ever
lunar motion, which remained
vatory is the Large Millimeter Tele-
modernity? To do so we would
the structure of the lenses that
ent a number of characteristic
acceleration exists and suddenly
erned by a transcendent logic; we
since
unchallenged until the Copernican
scope, in the high mountains of
have to pinpoint a facet that is still
were available to Galileo and his
traits. The first: sometimes Galileo
both the pre-existing science of
find in Galileo the information
appeared – roughly 12,000 years
the
first
written
texts
revolution.
Puebla, Mexico. It took 10 years
present and vivid in today’s culture.
fellow scholars at the time. But
strove to confirm, in a rigorous
natural motion and Galileo’s own
which is needed to reshape the his-
ago – our species has always made
— In 1894 the young French anar-
and 116 million dollars to build it.
A difficult task. In fact, in modern-
since Galileo died in 1642, in virtue
manner, various points of physical
convictions crumbled.
tory of science as a sector of a cul-
use of elementary arithmetical and
chist Martial Bourdin died when
— The top of Cerro Paranal, in
day science faculties, students fol-
of contextual coherence, a histori-
knowledge whose veracity he did
In January 1610, he aimed his tele-
tural evolution that is typical of our
geometric structures in its attempts
the bomb he was carrying to the
Chile, was flattened during the
lowing courses in mechanics or
an should sustain that because the
not doubt yet he obtained discon-
scope at Jupiter and, over the
species (Cavalli Sforza 2004, Bel-
to adapt itself to its niche. Not by
Royal Observatory in Greenwich
1990s in order to create a large
astronomy study neither the 1632
notions of 1675 were not applica-
certing results that were extrane-
course of just a few nights, he dis-
lone 2003 and 2006).
chance, in recent years discussions
Park, United Kingdom, premature-
enough plateau for Eso’s Very
Dialogue nor Sidereus Nuncius,
ble to Galileo’s writings, in July
ous to his expectations or his pre-
covered the four Medicean stars.
In short, Galileo is modern because
have involved true “embodied”
ly detonated. This was possibly the
Large Telescope to be built: its
which was published in 1610. If
1610 it was discovered that Saturn
dictions (Drake 1979 and 1988).
But we know from his manuscripts
certain aspects of his theories,
mathematics with regard to both
country’s first international terrorist
height went from 2,660 amsl to
anything, Galileo’s writings are
is a three-bodied celestial forma-
The second: sometimes Galileo
that he was not controlling any
interpreted and reinterpreted from
Homo sapiens and other living
attack, and remains unexplained to
2,635.
remembered by historians.
tion. Similar results emerge, with
explored certain astronomical phe-
prediction regarding the possible
generation to generation, are still
bodies (Lakoff and Nùnez 2005,
this day.
— Although some claim that it was
But research into the history of sci-
great frequency, when historians
nomena without cultivating any
number of satellites of this planet –
present in today’s culture. And at
Vallortigara 2005, Oliverio 2008).
— Dome C, in Antarctica, is an
not really suitable for astronomical
ence, as it is usually conducted, is
contextually analyze Galileo’s theo-
expectations at all and without try-
all he did was see them. The same
this point, two sets of questions
astronomical
observation, and perhaps it was
based on the requisite of contextu-
ries of inertia, principles of relativi-
ing to make any predictions. He
holds true for the stellar resolution
arise. The first regards the fact that
All this appears incomprehensible
observation site because it is in
used more for astrology than
ality, according to which a given
ty, rejection of the elliptical orbit of
was simply driven by curiosity and
of various nebulae or of the Milky
these aspects have not been con-
(or irritating) to those who do not subscribe to evolutionistic models
extremely
good
such an extreme location that stars
astronomy, the Cheomseongdae,
theory must be interpreted without
the planets or non-gravitational
came upon revolutionary results
Way: a few weeks of study that
served in their original form but
in the sky are visible even at mid-
in South Korea, is considered the
digressing from the historical con-
causes for tides.
(Righini 1978, Drake 1983). The
was not motivated by predictions
rather are present today after long
of culture, on the basis of which
day in December, when the Sun
oldest surviving observatory in East
text in which it was formulated.
In short, other paths must be fol-
third trait: as time passed, the
but simply by curiosity, and a cen-
sequences of variations. Long
culture is not regarded as a spiritu-
reaches the maximum elevation
Asia. Built in the 7th century, its 27
This precludes any knowledge
lowed in the search for Galileo’s
development of Galilean science
turies-old image of the heavens fell
sequences which are often invali-
al or Descartian mental world and
angle of 38°.
circular layers of cut granite make it
which post-dates that particular
modernity. I suggest the imperative
did not take place as a continuum
by
two
dated by theses that, always a pos-
ideas begin to be defined as mate-
— Yerkes Observatory in Wiscon-
less than 10 meters tall.
context. If this requisite were strict-
need to abandon the historio-
but rather it was marked by abrupt
episodes, in their simplicity, high-
teriori, appear to be erroneous. In a
rial bodies and theories as physical-
sin, United States, used to be one
ly respected, disconcerting results
graphical models centered on the
twists (Bellone 2008). And finally:
light how a few events that are
famous passage of Galileo’s Dia-
chemical variable states of neural
of the premier observatories of the
would ensue. An example might
dogma of context in favor of evo-
Galileo never wrote a treatise on
fundamental to the birth of mod-
logue, he presents us with the
networks. In this way, an all-
true scientific method and his
ern science – the revolution of the
impossibility
around evolutionistic framework
modernity does not lie in a pre-
telescope and overturning the the-
from a mechanical point of view,
proliferates regarding historical
sumed experimental method. In
ory of motion – are not the results
between a system of reference at
research, investing all of human
fact, as he conducted his research,
of rigorous logic within the growth
rest and one in constant rectilinear
culture (Moretti 2005, Bartocci and
Galileo
oscillated
of knowledge; rather, they repre-
motion. The problem is represent-
Odifreddi 2007).
between acceptance of measure-
sent unexpected twists that were
ed in 1873 (Maxwell 1973) by no
This research can be explored
ments that were not corroborated
independent
less a genius than Maxwell, who
through typical themes of the nat-
by theorems and praise of theo-
intentions or predictions.
mathematically
the
uralistic approach to knowledge
rems lacking experimental confir-
Thus, a window is opened onto the
invariance of equations in the elec-
(Van Orman Quine 1991, Valore,
mation (Bellone 2004).
structure of the growth of knowl-
tromagnetic field by Galilean trans-
Giorello and Pettoello 2004), which
edge: to Galileo, the sequence of
formations: an erroneous compu-
lets us place Galileo’s modernity
consistently
the
wayside.
of
These
expectations,
of
distinguishing,
computed
A few concrete themes could help
odd numbers began to connect to
tation whose correction led to Ein-
within a Renaissance framework
us reflect on the above-mentioned
the unknown nature of gravity and
stein’s 1905 theory of the electro-
that has already been well studied
traits. At the beginning of the 17th
the surprising images offered by his
dynamics of bodies in motion (Ein-
by Paolo Rossi (Rossi 2002). In this
century, after years of adherence to
telescope demolished a millenary
stein 2004). The history of science
system, modern science develops
the centuries-old thesis of velocity
astronomical tradition, unifying the
is full of similar situations, which is
as the public knowledge Galileo
101
oxygen
English version
07 – 09.2009
calls on in his Discourses, in which
fling affirmation and the Church’s
and has an objective order that is
They believed that those spots
that one of them, a famous English
had condensed into three simple
technique is praised as a high
reaction is tangible proof. Along
causally structured by relationships
were the symbolic representation,
scientist named Thomas Harriot,
formulas the dozens of volumes
Towards new generations: today’s nuclear energy
the environmental, political and
gy needs, simultaneously reducing
method of culture and the Arsenal
with the sky, Galileo also demol-
that are governed by universal
or even signs of the physical pres-
actually saw Cain and his bundles
which had previously been needed
of Venice is viewed as a place of
ished religious convictions, astro-
mathematical laws. This also holds
ence, of Cain serving out his sen-
of twigs during his observations in
to describe the motion of the plan-
by Giovanni Ricco
combustible fossil fuels. But public opinion is still largely contrary,
social concerns associated with
true philosophizing.
nomical theories and philosophies
true for another concept that was
tence on the Moon by hauling
September 1609 and divulged an
ets and satellites around the Sun.
The global demand for energy
(Please refer to Italian version for
that had endured for thousands of
very important to Galileo, the con-
heavy bundles of twigs back and
unequivocal depiction of them. But
This is an exemplary story of sci-
is destined to increase in
fueled by the fear that the risks of
recommended reading)
years, as well as popular maxims
cept of quantity. In fact, there is an
forth. There is still an adage in
Harriot’s limited imagination was
ence and prejudice that continually
the upcoming decades, and
nuclear energy outweigh its benefits. Let us take a look then at the
Translation by Gail McDowell
102
The Ellipse and the Moon: a story of science and prejudice by Gennaro De Michele
and centuries-old prejudices. But
“immanent geometry” in the
parts of Italy, for example in the
immediately refuted by Galileo’s
repeats itself, in particular during
dependence on fossil fuels
few people know that the great
world
to
countryside around Pisa, according
drawings, which gave the Moon a
periods of epoch-shaking change.
represents an enormous
problems that would be raised by
scientist,
had
Galileo, the characters with which
to which Cain is on the Moon but
new image that was both fantastic
Consider the battles that Bohr,
economical, political and envi-
the reactivation of nuclear power
destroyed the prejudices of others,
God wrote the great Book of
rather than being crushed under
and concrete. The lunar spots were
Planck and Heisenberg had to fight
ronmental problem. Resear-
plants in Italy and the answers that
was unable to conquer his own. To
Nature are made of triangles, cir-
the weight of branches he is mer-
none other than the shadows of
to defend their theses of quantum
chers in the field of nuclear
modern technology can provide.
although
he
because,
according
illustrate this contradiction, I will
cles and other geometric figures.
rily preparing flapjacks... In short,
mountains and craters; these shad-
mechanics from attacks by deter-
energy are working to provide
From a safety point of view, there
combine two stories. The first, a
Except one, as we will see.
it was quite a problem and even
ows were created by the Sun’s illu-
mined and fierce adversaries of the
a sustainable solution.
are 440 second generation reactors
story about the Moon, will serve as
Let us begin with the Moon.
Dante dealt with it in the Divine
mination and appeared even more
caliber of Einstein. Battles which
a backdrop to the second, which is
White, smooth and almost trans-
Comedy, in the second Canto of
visible along the demarcation line
are perhaps being fought even
One of this century’s greatest glob-
world today, the oldest of which built in the Seventies, 36 more are
regularly in use throughout the
Scientific and cultural progress
about ellipses; together, these two
parent, to the devout the Moon
Paradise, when he asks Beatrice
between the light and the dark
more bitterly today, if one consid-
al challenges will be that of main-
is no smooth sailing, as sudden
stories will help us understand how
had become a symbol of absolute
for help:
areas of the entire satellite, as he
ers the disputes over GMOs and
taining the balance between the
under construction at the moment
and epochal leaps forward
scientific research proceeds by
purity, to the point that in religious
But tell, I pray thee, whence the
clearly illustrated in his Sidereus
the use of embryonic stem cells.
growing demand for the energy
and about one hundred more are
often face hard-to-shake preju-
means of intuitions, setbacks, suc-
representations, in particular dur-
gloomy spots
Nuncius.
The situation does not seem to
needed for economic development
already in the planning stages.
dices. Prejudices even the great
cesses and battles that are often
ing the 17th century, the Virgin
Upon this body, which below on
And Harriot? Well, a few months
have changed much, and yet there
and the resulting socio-political
Only two serious accidents have
Galileo was not immune to...
subterranean and cruel.
Mary is standing on a pure white
earth
after Galileo published his studies,
is one not unimportant difference.
and environmental impact.
ever occurred; in the United States,
An introduction is essential. The
moon as she ascends into Heaven.
Give rise to talk of Cain in fabling
the British scientist repeated his
Thanks to democracy, to the gener-
Even if we can count on the paral-
at Three Mile Island in 1979, and in
“January ten, sixteen ten: Galileo
basis of Galilean science entails
But it is obvious to the naked eye
quaint?"
observation of the Moon and this
al improvement in people’s culture
lel growth of energy saving tech-
Ukraine, at Chernobyl in 1986.
Galilei abolishes heaven.”
absolute objectivity. In other words,
that the Moon is not completely
And Beatrice answers him that, in
time, deo gratias, he, too, saw
and to the media, today all of us
nologies in both industrialized and
Both were due to a series of mal-
This is how Bertolt Brecht synthe-
science proposes itself as a causal
white; it has dark spots which
her opinion, the moon is pure and
craters and mountains. In this
can express an opinion and make
developing countries, it is foresee-
functions followed by errors com-
sizes in his play Life of Galileo the
concatenation of facts because the
seem to change in shape and size
will remain pure and those are not
episode Galileo is truly great, for
our voice heard.
able that the global demand for
mitted by plant workers, which led
consequences of the celestial
very order of Nature reveals the
over time. Popular fantasy, faced
spots but only a natural optical
with just two innocuous drawings
An important philosopher of sci-
energy will grow to double its cur-
to a partial core meltdown, the
exploration that the great scientist
constancy and necessity of this
with the necessity of conciliating
effect created by the density of the
he
centuries-old
ence, Paul Feyerabend, who ana-
rent level in the approaching
emission of radioactive gas and
from Pisa was conducting with his
type of relationship. To Galileo, sci-
ecclesiastical dogma and everyday
star.
myths. But the magnificent Galileo,
lyzed Galileo’s scientific and human
decades. The energy situation in
extreme pressure levels.
telescope. The sky, that sacred
ence, a new language for inter-
evidence, found a solution which
Thus, it is natural that the earliest
the abolisher of the heavens, the
progress and wrote the famous
Italy is not the best: the massive
This toxic gas only escaped one
place in which spheres of purest,
preting reality, had enormous
appears ridiculous to us today but
astronomers pointed their tele-
man who chased Cain from the
book Against Method, discovered
use of fossil fuels, mostly gas and
reactor however, that in Chernobyl
transparent glass host God himself,
potential for success because
which was plausible to many peo-
scopes at our satellite to try to dis-
Moon – he, too suffered from a
that maximum scientific creativity is
petroleum, has brought with it a
which did not have an adequate
does not exist. This was not a tri-
Nature is in itself unchangeable
ple back then.
cover its secrets; but it is unusual
terrible prejudice he could not
obtained when there is great toler-
notable dependence on importa-
outer
overcome: he hated ellipses and
ance and, thus, “anything goes.”
tion (around 84%), higher energy
What’s more, following the studies
adored circles.
Recently, Richard Florida also
bills (+45% for domestic utilities
done on these incidents and the
The ellipse, a form that is easily
arrived at the same conclusion
compared to the European aver-
improvements that those studies
drawn using two nails and a piece
when he condensed his theory of
age) and the violation of the Kyoto
brought about, today safety stan-
of string, was to Galileo “a distort-
success into the famous 3 Ts: tal-
Protocol, which calls for a 6.5%
dards have reached extremely high
ed circle, a form that is not worthy
ent, technology and tolerance. A
reduction of greenhouse gas (CO2),
levels, so much so that in many
of celestial bodies;” it was, thus, a
simple prescription that is not easy
as compared to 1990 levels, by
cases the lifespan of the plants
disgrace and had no place in the
to follow, especially if it means
2012. As of 2007 Italian emissions
have been extended from 40 to 60
immanent geometry of Nature.
accepting “bothersome ellipses”
levels had increased by 17% com-
years. Today’s security norms are
And this prejudice prevented the
instead of more “soothing circles.”
pared to 1990, and, what’s more,
very severe, and lying between the
great Galileo, a convinced Coperni-
Translation by Gail McDowell
these numbers continue to climb.
plant’s radioactive core and the
can, from ever recognizing the
Nuclear energy can cover a signifi-
public are no less than four barri-
validity of the laws of Kepler, who
cant amount of the growing ener-
ers: a sheath around the com-
demolished
containment
structure.
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oxygen
104
English version
07 – 09.2009
bustible matter, a metallic contain-
they are produced, thus needing
influences the availability of com-
risk in the already very rare possibil-
MW of electricity. It has North
years. The same mechanism would
er, a cooling system – all housed in
very large storage areas that are
bustibles. But, in any case, even
ities of core meltdowns or of being
American certification (NRC) and is
allow for the burning of waste, transforming the very long lived
Enel and the rebirth of nuclear energy in Italy
a building of reinforced concrete.
well isolated from the biosphere
without reprocessing, the available
hit by an airplane. These improve-
in the process of being certified by
Added to this are security systems,
(salt mines, deep caverns etc.).
235U is sufficient, at the current
ments, together with the most
the European Union (EUR). It banks
minor actinides, by fission, into
Since 2007 Enel has participated,
both electromechanical as well as
But the newer reactors in some
rate of consumption, to last until
rational technology in construc-
on passive security systems which
lighter fragments with a much
with a 12.5% share, in the first
passive, which are governed by
countries (France and Japan) have
around the end of the century. If
tion, will allow for a 60 year guar-
do not depend on human interven-
shorter lifespan, thus reducing the
new generation EPR (European
physical principles that are sponta-
begun the practice of reprocessing
one
estimated
anteed lifespan for new plants,
tion or a power supply, but rather
need for geologic storage space.
Pressurized water Reactor) nuclear
neously tripped when necessary.
the waste, separating the uranium
resources, even at an elevated cost
reduce the time of construction to
work automatically, using simple
The new plants would be con-
plant that is under construction in
Another crucial aspect is, of
and plutonium, which can then be
of extraction (the price of mineral
4 or 5 years and bring the actual
physical principles (for example
ceived so as to offer passive safety
Flamanville, France. 60 engineers
course, the disposal of toxic waste.
reused as a combustible, from the
uranium contributes only 5% to
use-time to over 90%, with a con-
gravity, the natural circulation of
systems and maximum resistance
are already at work on the project.
The burned combustibles contain
minor actinides and other frag-
the total cost) and of those obtain-
sequent containment of costs.
gas and fluids etc.). Thus, in case of
to the rise both of sabotage as well
Enel’s Nuclear Technical Area has
low level radioactive material
ments, which can then be vitrified
able by nuclear disarmament,
Half the fuel for generation III+
emergencies, the secure state of
as terrorist attacks.
about 100 engineers and special-
(mostly uranium isotopes) and
and deposited underground, but in
many more decades could be
reactors can consist of a mix of ura-
the facility can be maintained for
Amongst the systems chosen, the
ized technicians, and 4,000 people
highly toxic radioactive residue.
reduced quantities. A reactor of
gained. Concerning the costs of
nium and plutonium, recovered
hours, even without anyone active-
first to be commercialized will be a
work in the plants in Spain and Slo-
Amongst these are the fragments
1,000 MW produces between 15
production, those of nuclear ener-
from waste reprocessing, thus con-
ly in control: this technology makes
sodium-cooled model, which uses
vakia, managing a 5,354 MW
leftover from fission, such as lighter
and 35m3 of highly active waste
gy are absolutely competitive, but
tributing to their disposal and to a
for an extremely innovative security
the experience gained by the
capacity and a yearly production of
uranium nuclides with a lifespan of
per year after reprocessing.
the costs of construction are quite
more efficient use of resources.
system, which is already anticipat-
French fast reactor Superfenix and,
over 41 TWh.
around one hundred years, while
It must be said, however, that the
high and timeframes are long.
Amongst the models of this gener-
ing the newest generation of reac-
accordingly, is the French favorite.
On August 3rd 2009 Sviluppo
minor
instable
availability of long term under-
Enough to make this a rather unat-
ation with these characteristics,
tors. In the case of a serious inci-
Italian researchers (Enea, Infn and
Nucleare Italia Srl, an Enel and
nuclides that are a bit heavier than
ground storage areas for the
tractive investment. A longer pro-
two are the most relevant for the
dent with core meltdown, the con-
Ansaldo Nucleare) are currently
Edf 50-50% joint-venture, was
uranium and can ‘live’ for many
radioactive waste is an indispensa-
duction life and shorter installation
Italian market. The water pressure
tainment tank is planned in such a
more interested in liquid lead-
founded to conduct the feasibility
thousands of years (like plutonium
ble premise both for the viability of
time would help offset the initial
driven Epr is built by the French
way as to remain intact by refriger-
cooled fast systems, an area in
studies for the construction of at
239Pu which can also be used as a
new nuclear plants and for the dis-
investment costs. Finally, the risk of
company Areva and has an electric-
ating the outer walls. It is being
which
nuclear combustible). Most old
mantling of the old facilities.
terrorists and organized criminals
ity potential of 1,600 MW. It has
built in China. In the long run the
research. As we can see, the instal-
using the waste for warfare or
European Union certification (EUR)
fourth generation facilities, which
lation of high level, power-produc-
criminal means remains a concern.
and is in the process of obtaining
should be industrially available
ing reactors in Italy must be viewed
The defense strategy lies with
certification from the United States
after 2030, will offer more com-
contextually with the participation
historic choice that will start a new
international security and control
(NRC) as well. It also banks on
plete and sustainable solutions to
in a research and development
industrial and intellectual renais-
systems
redundant safety systems.
the problems raised by the old
journey towards an ever increasing
sance for the entire productive and
plants.
level of sustainability, which will
scientific system in Italy: the plan,
actinides
are
reactors store their burnt combustibles in the same form in which
The reprocessing of the waste also
considers
(the
the
anti-proliferation
treaty), new engineering concepts
Italians
lead
European
least 4 EPR third generation nuclear plants in our country. Going back to nuclear energy is a
for plant safety and security as well
This means that a given security
The International Generation IV
call for the joint commitment of
in fact, will impact positively on the
as an ever more international man-
system, the emergency cooling sys-
Forum, which Italy does not partic-
institutions, industry and scientific
companies that are involved direct-
agement of the combustibles
tem for example, is quadrupled,
ipate in directly but only through
research organizations.
ly as well as all those that need
entire life cycle, with the exclusion
with equivalent components from
the European Union, has chosen
This article will be published on
energy. Nuclear energy will provide
of processes which produce sepa-
different manufacturers placed side
six systems for closer study, mostly
the 9th issue of “Asimmetrie”,
them with power at a competitive
rated plutonium, potentially usable
by side: a complex, yet still tradi-
fast neutron reactors, cooled not
Infn’s popular science magazine,
and stable price for decades,
for aggressive purposes.
tional, technology, conceived to
with water (which would slow the
available also online (www.asim-
thanks to new companies and con-
The evolving technology of nuclear
assure the highest level of reliabili-
neutrons), but with liquid metals
metrie.it). We would like to thank
sortia that Enel will create with the
reactors is always the object of
ty. In the face of a serious incident
and which are also able to fission
the author and the editorial board
participation of large consumers.
continuous research and innova-
involving core meltdown, the melt-
with combustibles other than
for allowing prepublication. Translation by Mia Adelman
tions, which have produced regular
ed material is channeled into a spe-
235U, such as 238U and some-
improvements in the areas of plant
cial pool and cooled. What’s more,
times thorium.
investments to fields such as that
safety guarantees and waste man-
the outer shell of the building is in
agement. Reactors of the latest
highly reinforced concrete 2 meters
The fast reactor’s capacity to con-
Italy is a leader already, but there is
The re-launch of nuclear will bring of mechanical suppliers, in which
generation, the so-called advanced
thick with double sided steel faced
vert non fissionable 238U into fis-
also an industrial network at work:
third generation (III+), which will
walls. It is under construction in
sionable material would multiply
34 Italian companies are involved
enter onto the market within a few
France, Finland and China.
the amount of energy produced
in making the ERP units in Fla-
years, will be built with notably
The water pressure-run AP1000 is
from the starting point of natural
manville and another 15 are collab-
increased and powerful security
built by the multinational company
uranium by 60, and this would
orating to build two new reactors
procedures, with lowered environ-
Westinghouse (United States) and
increase the availability of nuclear
for the Enel plant in Mohovce, Slo-
mental impact and a reduction of
has the capacity to produce 1,117
combustibles by thousands of
vakia.
105
oxygen
English version
07 – 09.2009
Great challenges in the universe
before Christ, but now with more
matter together to create stars,
(apparent) cosmic solitude;
substantiation surrounding it. The
galaxies and groups of galaxies, as
— the discovery of gravitational
center of the universe, and thus
well as those that formed all the
waves and their role in a new
by Tommaso Maccacaro
man’s role in it, changed; Aristotle’s
elements of the periodic table. We
astronomy;
Astronomy knows how to sedu-
celestial perfection became an
now have detailed images of the
oxes” are the seven stars of what appears to be a “Great Cart”.
Twinkle, twinkle little star
Americans are definitely less peot-
— the understanding of dark mat-
by Davide Coero Borga
stellation – but they are in good
ic, seeing a big dipper in the con-
ce: it shows a little, leaves
abstract and dated concept and
universe’s most extreme phenome-
ter, dark energy and, more general-
We call ‘stars’ the celestial bodies
company, as the French sometimes
much to the imagination and
modern astronomy, using scientific
na: the birth and death of stars,
ly, of the universe’s ‘geometry’ and
that shine their own light. In
call it casserole and the English
invites us to discover the rest. We’ve been studying the heavens, 106
Connect the dots
instruments as mediators between
collusions between galaxies, the
the history of its expansion, as well
astronomy and astrophysics, the
plough. In Nordic countries, some-
us and the cosmos as well as new
pulsars in rapid rotation and the
as its uniqueness.
term is used to describe a luminous
times
tools that permit us to amplify
formation of baby galaxies in the
sphere that generates energy
Karlavagnen, i.e. “the chariot of Karl”, in honor of Charlemagne.
Ursa
Major
is
called
entryway to the universe, for thou-
weak signals coming from the
primordial phases of the universe,
A century ago Fermi had already
another life form. It is the most
ing its nature, and for about the
through nuclear fusion processes in
sands of years using only the weak
stars, has allowed us also to see
gas clouds that collapse and form
asked the question: if it is possible
explosive event that I can imagine.
last ten we have also had to live
its core. To this day, a fair share of
light coming from the stars. That
what was once invisible.
planetary systems, catastrophic
that other life forms exist in the
Experiments such as the American
with an even larger quantity of
the elements that compose the
miniscule part of the electromag-
After this important first step there
explosions photographed in the
universe, where are they? Why this
Ligo and the European Virgo have
dark energy. But does this dark
universe, such as hydrogen and
as famous as his theories. Some
netic
we
were many others, such as substi-
moment in which they happened:
silence? The problem is that, on
been searching, from Earth, for
energy, seemingly responsible for
helium, are created inside stars
payments he received for personal
millions of years ago!
the cosmic clock, the length of
gravitational waves. Esa and Nasa
the acceleration of the universe’s
thanks to nucleosynthesis.
horoscopes he drew up for friends
time we have looked out onto the
are working on an extremely ambi-
expansion, really exist? Or is it the
spectrum
that
4 Galileo’s cash flow problems are
astronomers call ‘the visible’ and to
tuting the human eye with much
which our atmosphere is transpar-
more
ent and the human eye is sensitive.
receivers that also permitted for
Despite all this there are still plenty
universe is completely insignificant
tions and promising space mission:
result of not wanting to violate the
1 The American astronomer, Carl
and in his family accounting, for us
For millenniums, observing and
the sharing and storing of data
of mysteries in the universe. Para-
and infinitesimal. And the dis-
to design an equilateral triangle in
cosmic principle derived from the
Sagan, has defined the human
to see after centuries. A precious
sensitive
and
versatile
and students appear in his notes
studying the night sky with the
and, successively, making the most
doxically, the more we know the
tances and time needed to cross
space, each side 5 million kilome-
Copernican revolution of four hun-
species as the “local eyes and ears
manuscript that is kept in Flo-
naked eye, our ancestors saw the
of our forays into space, quickly
more we realize how little we
the universe are such as to make its
tres long, with three identical
dred years ago? A sort of cultural
and thoughts and feelings of the
rence’s National library collects var-
Sun, the Moon, five planets, a few
learning how to efficiently use the
know. For every question that we
exploration slow and contact
transmitter spacecrafts marking
taboo, at this stage.
cosmos.” He says “we have begun
ious “natal charts” that Galileo
nebulae, a couple of ‘new stars’,
electromagnetic
for
are able to answer others sponta-
extremely improbable. We are
the angles and which continuously
The Planck satellite, which has just
at least to wonder about our ori-
wanted to keep, including his own
many shooting stars and a few
astronomic observation. Today we
neously emerge. We are incredibly
impatient, but we don’t yet know
maintain their relative positions
begun a new and more detailed
gins – star stuff contemplating the
private horoscope.
stars.”
spectrum
comets, apart from thousands and
have telescopes ten meters across
ignorant, just as we were four hun-
the true rules to the game as far as,
while shooting lasers at each
mapping of background cosmic
thousands of shimmering points of
(Galileo’s had a diameter of three
dred years ago and perhaps only
I’m not even going to say commu-
other. This project is at the outer
radiation, the Holy Grail of cosmol-
light. Just what was needed to
centimetres) installed in the darkest
just a bit more aware of it. In fact,
nication with other civilizations
limits of our present technological
ogy, will produce the clearest and
2 Stars appear in the final verses of
theory of relativity, light can
arouse their fantasy.
and most deserted parts of Earth,
our current model of the universe,
goes, but also just the comprehen-
possibilities and the cost is exorbi-
most trustworthy photography
each of the three parts in which
“bend” when it comes close to
or even in orbit around our planet.
as fragile as the one that preceded
sion of the conditions needed for
tant, but the scientific rewards
thus far of the newborn universe’s
The Divine Comedy is divided:
celestial bodies that have a huge
The starry sky, besides allowing us
We have sensors that are sensitive
it, tells us that we barely know 5%
the development of life and its suc-
could be just as immense.
appearance, when it didn’t have
“Thence we came forth to rebe-
mass. Our vision of the sky can
to orient ourselves in time and
to radio waves, infrared radiation,
of what is out there (‘normal’ or
cessive evolution.
even a ten-thousandth of its pres-
hold the stars”, Inferno XXXIV,
therefore be imprecise when stars
space, has always been a font of
the visible, X and gamma rays, not
baryonic matter), dark matter
We already know of hundreds of
Gravitational
ent age. And it is in the tiniest
139; “Pure and disposed to mount
are behind other astronomical
wave
astronomy
of
that
photo
5 According to Eintein’s general
great inspiration; poetic, artistic
to mention instruments that reveal
being a good 20% (which we only
planets outside our solar system.
would allow us to ‘see’ into the
details
that
unto the stars”, Purgatorio XXXIII,
objects. The process is known as
and philosophic. Then, four hun-
neutrons and cosmic rays, at our
know through its gravitational
We have even ‘photographed’
heart of hypernovas when they col-
astronomers expect to find the
145; “The Love which moves the
gravitational lensing: light is devi-
dred years ago, in 1609, a leap
disposal to provide answers to our
effect, but the true nature of which
some. But we still don’t know how
lapse and form black holes, the
secrets of the dark universe, its
sun and the other stars”, Paradiso
ated and massive objects act as
ahead: Galileo lifts his newly fin-
deepest and most intriguing ques-
we do not yet understand), not to
common (or rare) the develop-
binary systems of neutron stars
geometry, its history and its fate.
XXXIII, 145. The stars are Dante’s
lenses for the observation of even
ished telescope towards the heav-
tions about the nature of our
mention dark energy (‘dark’ mean-
ment of life is on them or on oth-
that collide and generally all the
Probably in less than a couple of
goal, and thus they are a constant
further stars. One of the most
ens. That gesture results in a true
world. We’ve learned a lot in these
ing that we don’t have the slightest
ers yet undiscovered. The stakes
cosmic catastrophes where there is
years. And then? Other questions,
reference in his otherworldly jour-
spectacular phenomena produced
cultural and scientific revolution. In
four hundred years (mostly in the
idea what it is) which makes up
are sky-high and an ever-increas-
an enormous amount of matter in
other challenges, pushing the limits
ney, full of astronomic details that
by gravitational lensing is the so-
just a few months in fact, Galileo
last one hundred).
about 75% of the entire universe.
ing number of space missions are
acceleration, possibly including the
of our knowledge ever further into
prove the poet’s interest in science
called Einstein ring: a luminous
dedicated to the discovery of other
first moments of the universe’s for-
space.
and the observation of the sky.
Astronomy knows how to seduce:
planets (Corot and Kepler are
mation itself. Not to mention how
Translation by Mia Adelman
observed the irregularity of the terminator (the line dividing light and
We are certain that we have meas-
ring appears around a celestial body when it is placed in a straight
dark) on the Moon, discovered the
ured the age of the universe and
it shows a little, leaves much to the
operative, Gaia is nearing comple-
many completely unexpected and
3 The names we give to stars are
line between a light source and
Jupiter’s four major satellites and
the physical and chemical charac-
imagination and invites us to dis-
tion, Plato and Terrestrial Planet
astonishing new discoveries would
interesting, and very abundant.
the observer.
Venus’s phases. Just enough to
teristics of the stars and the galax-
cover the rest. What do we want to
Finder are in the evaluation stage
be made, as has happened each
The Ursa Major constellation is a
throw the conception of the uni-
ies of which it is made, and that we
discover in the coming years?
and others are being studied).
time we have been able to open a
good example: in Mediterranean
verse of that time into a tailspin
can describe in detail the first
What are the challenges awaiting
Probably not in the next few
new ‘window’ onto the cosmos.
countries, it is usually called
sisting of two stars orbiting around
and consecrate Copernicanism
moments after the Big Bang, sec-
us? Instrumental and technological
decades, perhaps in this century
The ‘dark’ side of the universe is an
Septemtrionis, from the Latin
their common center of mass.
6 A binary star is a star system con-
which once again proposed helio-
ond after second, minute after
as well as cognitive and intellectu-
and almost surely before the new
ever greater embarrassment. We
septem
triones
These two stars come closer to
centrism, already proffered by
minute, as we can the processes
al. Three come to mind:
millennium we will discover the
have been living with dark matter
(plough-oxes), and the “seven
each other in time, orbiting faster
Aristarco da Samo two centuries
that, in time, pulled this floating
— the comprehension of our
existence or past existence of
for forty years without understand-
(seven)
and
107
oxygen
108
English version
07 – 09.2009
and faster. A binary system con-
man jurist and astronomer Johann
tually will produce collisions of ele-
stantly loses energy and generates
Bayer. The 47 maps that compose
mentary particles at 10 times the
space except that you have extra,
gravitational waves. Since energy
his work represent all the Ptolema-
energy than what is possible now.
unusual, coordinates. In these
decreases, the stars are forced to
ic constellations (with the sole
Probing this kind of energy regime
coordinates you don’t measure
orbit closer and faster, until stellar
exception of Equuleus) and show
will probably lead to discoveries
lengths with ordinary numbers,
fusion occurs. The binary system
the stars without the correspon-
that we cannot anticipate, but
but with Grassmannian numbers
can reach even 500 rounds per sec-
ding mythological figures.
there are also some results that we
whose multiplication law is not
ond before this happens.
10 Chinese constellations differ
are expecting, like finding the
commutative.
from
because
Higgs particle so we can finally
This beautiful, elegant extension
7 The bottom of the sea is covered
ancient Chinese astronomy devel-
verify the last bit of the standard
of ordinary symmetry plays a fun-
in stars. We mean echinoderms
oped independently. Ancient Chi-
model. We also think the LHC will
damental role in string theory and
belonging to the class Asteroidea,
nese divided the sky in a different
be able to produce dark matter
solves certain theoretical prob-
commonly called starfish. They
way, but there are a few similari-
out of energy, allowing us to study
lems: e.g. applied to what we
used to plague sea urchin fisher-
ties. There are seasons, for exam-
it for the first time.
know about nature, it automati-
men, who cut them in half and
ple, and the zodiac is subdivided
There’s a good theory that it’s
cally produces a dark matter candi-
about the Higgs particle, but even
ticles be moving around freely?
around the corner, but one thing
It doesn’t address the issues that
threw them back in the sea. How-
into four regions, each with its
made of very heavy particles that
date, amongst other new particles.
if we know exactly what to look
With the help of Frank Wilczek, I
that has definitely become clearer
string theory has been focused on
ever, since each “arm” contains all
own symbol: the blue dragon of
weakly interact, but – although
So those of us who like supersym-
for in this case, the estimate is that
tried to find a theory that would
is that it is part of the same con-
in the past few decades – namely
the anatomical structures compos-
the East for spring, the red bird of
astronomers tell us the universe is
metry hope the LHC will see signs
it will take 5 years to find it. You
explain this, and our research
ceptual structure that includes the
quantum gravity, and unification –
ing the whole star, starfish were
the South for summer, the white
full of it, and we know stars feel it
of it: it would be like finding a
see, we’re picking out one event
pointed to the idea that interac-
standard model.
but it goes back to the origin of
able to regenerate, becoming
tiger of the West for fall and the
and light is bent by it – we have
whole new world!
out of tens of millions or more, so
tion amongst quarks is strong
Originally it was thought to be dif-
the theory.
twice as many as they were.
black turtle of the North for winter.
never seen these particles or meas-
In supersymmetry, every particle
it’s like a needle in a haystack – an
when they are far apart – in fact so
ferent and revolutionary but now
incredible effort.
strong you cannot pull them out of
we realize that the best-under-
Beyond that, I am still thinking a
the nucleon – but becomes very
stood parts of string theory are
lot about what is still missing in
Western
ones
8 “After Jesus was born in Bethlehem in Judea, during the time of King Herod, Magi from the east came to Jerusalem and asked,
Interview with David Gross High expectations
superspace, which is like regular
109
ured their properties and interac-
we know would have a new part-
tions. Finally, the thing I am most
ner that you obtain by rotating in
excited about is the likelihood that
superspace. We would immediate-
Can you tell us more about the
weak when they are close togeth-
actually those that are mathemati-
string theory: where could we find
the LHC is going to discover super-
ly have an incredible amount of
research for which you were
er. We called this asymptotic free-
cally equivalent to those we use to
the missing ingredients?
symmetry.
new phenomena and new parti-
awarded the Nobel prize?
dom, which immediately led to the
describe the standard model. In my
I think we must push string theory
cles to measure and explore, revo-
Well, shortly after I got my Ph.D.,
theory of the strong force – quan-
opinion, it’s not even a theory yet,
to address some of the paradoxes
tum chromodynamics (QCD).
as much as a framework of sorts,
that exist in quantum gravity, such
with many constructed solutions
as singularities, the cosmological
‘Where is the one who has been born king of the Jews?
by Jacopo Romoli
Can you tell us what supersym-
lutionizing our idea of what space
we were still constructing the stan-
We saw his star in the east and
The winner of the 2004 Nobel
metry is, in a nutshell?
is, and giving us a lot of the clues
dard model: it was the late 1960s,
have come to worship him.’”
prize for physics, David Gross,
It’s actually a theoretical guess, a
we need to solve some of the
and things were still extremely
You also formulated the hete-
but no idea of what the general
singularities that occur in the uni-
(Matthew 2:1-2). The star of Beth-
tells us why the LHC is so
beautiful theoretical construction
unsolved mysteries in elementary
confusing. I was mostly interested
rotic string theory with Harvey,
organizing principle is.
verse, of those inside black holes
lehem is an astronomical phenom-
important for physics resear-
that originated in the early devel-
particle physics: the unification of
in strong nuclear force, which
Martinec and Rohm. What are
It provides us with an incredibly
and so on. String theory might
enon that, according to the New
chers today, how super string
opments of string theory. In the
the forces, the dynamics of weak
turned out to act on quarks – but
your thoughts about string
rich set of tools, but we’ll need
help us understand these whereas
Testament, guided the Magi to
theory could advance, and
past century, with Einstein’s theory
force symmetry breaking, the ori-
nobody believed in quarks at that
theory right now?
more input from experiment and
traditional approaches have failed,
visit Jesus when he was born. It is
what he would like to discover
and the standard model, were
gin of dark matter and many other
time except as mathematical
String theory is at a rather unusual
from theoretical breakthroughs –
but the theory might be chal-
common belief that the star of
in the future.
learned how important symmetry
outstanding questions that we
objects because you can’t see
stage at the moment. When the
which at the moment might occur
lenged to the point that we dis-
was. But supersymmetry is a new
only have speculations about.
them, and you can’t pull them out
so-called “super string revolution”
in many places, but revolve around
cover what principles we are miss-
of the nucleon. I focused on exper-
happened, 25 years ago, we had
very hard issues.
ing. Also I would like to know
Bethlehem was actually the triple conjunction of Jupiter and Saturn
What is the current status of
kind of symmetry that some of us
that occurred in 7 BC, in the Pisces
particle physics?
believe is a likely property of
How long will it take to find
iments that were being carried out
high hopes that we would soon
constellation.
You might say that we are in
nature: it states that the laws of
some evidence of supersymme-
in Stanford, which essentially
understand very much in little
What about the future? What
and time. I have an inkling that the
limbo, waiting for the LHC at
physics are independent of rota-
try with the LHC?
probed what made up protons
time. But string theory is much
research would you like to be
way we think about them is not
9 The Siena-born writer, philoso-
Cern: although we have been
tions in superspace, much like
I hope not too long! But we really
inside nucleons. Experiments indi-
richer than it seemed at first, and
involved in?
truly fundamental.
pher, astronomer and member of
learning many new things theoret-
ordinary rotational symmetry of
don’t know. Some say that as soon
cated an unexpectedly simple
much more complicated.
I would love to see a truly control-
The more we learn about string
the Accademia degli Intronati,
ically, we are really waiting for this
physics states that the laws of
as the LHC is turned on, even at
behavior, as if protons were point-
People working with string theory
lable and quantitatively under-
theory the more evidence there is
Alessandro Piccolomini, is often
machine to turn on – hopefully in
physics are independent of rota-
low energy levels, we will see signs
like
are trying to do solve many difficult
standing of QCD developed on all
that this is the case. We see little
considered the author or the first
the next few months – to find out
tions in ordinary space.
of supersymmetry... but there are
around freely.
problems, but our understanding
scales. There has been remarkable
examples of how you might think
modern celestial atlas: in fact, he
a lot from it. Much depends on
For example, it doesn’t matter if
less optimistic people who say this
In fact, you could argue that they
of the theory itself is still so limited
progress in that direction in the
of fundamental formulations of the
completed his De le stelle fisse
what it will reveal.
your laboratory is facing east or
evidence is hidden so well it will
had the properties of quarks. This
that it’s difficult to conduct experi-
past few years, mostly connected
theory in which space is an emer-
west: you can rotate it and still get
take 5 or 10 years, and that seems
was quite a mystery because
ments. All in all, it hasn’t lived up
to developments in string theory,
gent concept, and I would really
(1543) over half a century before
constituents
that
moved
what is the true nature of space
the more famous Uranometria
Why is the LHC so important?
the same answers. But the rota-
more realistic.
nuclear forces were supposed to
to the initial excitement of when
but it would be wonderful for me
like to understand how time can be
(1603) was published by the Ger-
Because it is a machine that even-
tions we are talking about are in
Just think: we know a lot more
be very strong, so how could par-
we thought the answers were just
to work more on that.
an emergent concept as well.
oxygen
110
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07 – 09.2009
If you could go back and do a
Space for energy
different Ph.D., what would
print on the moon was the 14th
nessed and reused). Helium-3 is
vations for the “space race” were
The Indian investment in the moon
December 1972 and the chase for
also, contrary to tritium, not
essentially strategic and military,
race may seem exaggerated for a
A tragic mutual incomprehension
gians” were not able, at that time, to correctly understand Scripture;
you chose?
by Amedeo Balbi
a clean form of energy capable of
radioactive. The supporters of heli-
today they seem to be economic
developing nation in which large
I suppose if I couldn’t approach
The Post-Apollo manned space
satisfying the growing needs of the
um-3 as a fuel for fusion reactions
and company based, with the
parts of the population live in
by George Coyne
to have understood what was
interesting
flight program is focusing on a
modern world is still in full flight.
present it enthusiastically as a
exploitation
satellite’s
extreme poverty, but India has, for
The Galileo Commission was
“really at stake”;
questions
through
of
the
3 Cardinal Robert Bellarmine is said
physics, I would be enormously
100-man Earth-orbiting station
But in one of those strange and
panacea, but it must be stated that
resources as the principal motor.
some time and with much fore-
constituted on behalf of John
4 when scientific proofs for Coper-
interested in the neurosciences.
with a multiplicity of capabili-
unpredictable convergences of
at the moment its use in not only
And so the search for helium-3
thought, invested in formation
Paul II by a letter of the Cardi-
nicanism became known, the
I’ve had a chance to get a glimpse
ties varying from development
technological courses which would
completely speculative, but also
appears more and more in the list
(Indian students are the most
nal Secretary of State of 3 July
Church hastened to accept Coper-
of this extraordinary young sci-
of earth resources to astro-
make a science fiction writer
controversial from a theoretic point
of motivations which push nations
looked for in American universi-
1981 to the members of the
nicanism and to implicitly admit it
ence, since one of the great pleas-
nomy.... The schedule under
happy, in the last few years the
of view. In any case, an enormous
that until now have not explored
ties), technological research and
Commission. On 31 October
erred in condemning it.
ures of being director of the Kavli
consideration contemplates a
research on fusion has stimulated,
amount of helium-3 would be
our satellite to invest in costly
development as the foundations
1992, John Paul II in a solemn
Institute for Theoretical Physics is
launch of the first module of
at least in part, the interest in the
needed to produce the required
space missions.
for the nation’s future growth. Evi-
audience before the Pontifical
It will not be possible to discuss all
that I help organize programs
the large space station, with
exploration and colonisation of our
energy: around 40 tons a year for
The United States and Russia have
dently, the Indian governors are
Academy of Sciences brought
four conclusions, but I would like to
across the board, and we regard
perhaps as many as 12 men, by
satellite. The reason is an extreme-
the energy needs of the United
until now kept a rather low profile
convinced that in the future having
to a closure the work of the
make some selective comments
“Physics” so broadly that we have
1975. Using the concept of
ly rare element on our planet
States (optimistically assuming an
in the search for helium-3 on the
a foothold on the moon could
Commission. The Pope’s
about numbers 1 and 3.
a lot of biology and neuroscience
modularity, Nasa’s advanced
which seems to be extremely abun-
energy conversion at the maximum
lunar soil but the emerging
make a great difference, helium-3
address was preceded by that
programs as well as traditional
manned mission planners for
dant on the lunar surface: helium-3.
physics. There is so much we don’t
see the gradual, incremental
know about how the brain works,
buildup of the initial station to
What makes helum-3 so attractive
but so many phenomena are now
a large base accommodating
that we look for it on lunar soil?
becoming available to observation
100 men by 1980.
According to certain researchers,
and measurement that the solu-
(“Aviation Week & Space Tech-
tion to the conceptual problems of
nology”, 24 February 1969)
understanding how the brain
of theoretic efficiency). A quantity
nations, who are fighting to enter
notwithstanding.
of Cardinal Paul Poupard who
It is said that Galileo did not under-
which is well above the entire
the space club, have been a lot less
Translation by Mattia Garofalo
had been invited by the Cardi-
stand the difference between sci-
worldwide reserve.
vague. In particular the two Asian
nal Secretary of State by letter
ence and philosophy. He would not
giants: China, which has recently
of 4 May 1990 to coordinate
accept Copernicanism as “hypo-
On the moon though, helium-3
officially stated that it is interested
the final stages of the work of
thetical” and, thus, did not under-
the nuclei of helium-3 (made up of
could be very abundant. The clues
in installing mineral bases for the
the Commission. An analysis of
stand science, even though he was
two protons and a neutron) could
in this direction are based on the
extraction of helium-3 on the
these two addresses reveals
one of the founders of it. Much
be a fuel for the fusion reactors of
analysis of rocks brought back to
moon and India which in the Octo-
some inadequacies.
could be said about this characteri-
works and what is the origin of
Towards the end of the 1960s, any
the future: those tried out until
earth by the Apollo missions,
ber of last year launched its Chan-
consciousness may be within
futurologist that wished to make
now (which are anyway still far
which show a concentration of
drayaan-1 probe, with the explicit
In the discourse prepared for the
Galileo’s use of it. I limit myself to
reach. These are wonderful, very
some easy predictions would have
from the objective of producing
helium-3 well above that found in
objective of evaluating the mineral
Pope, the Galileo affair is described
discussing the ambiguity involved in
difficult, and very interesting ques-
said two sure-fire things: that by
energy on a large scale) use tritium
Earth’s rocks. If these estimates
and chemical composition of our
as a “tragic mutual incomprehen-
the use of the word “hypothesis.”
tions I would love to work on.
the first few years of the 21st cen-
nuclei (two neutrons and a proton)
were confirmed, the moon would
satellite (and therefore, implicitly,
sion” and the incomprehension is
There are two distinctly different
tury, humankind would have stably
as fuel and deuterium (one neu-
become a relatively close deposit of
how much helium-3 is available).
specified by what can be identified
uses of the word in this context: a
colonised the moon and the major
tron and one proton). Substituting
an element which in the future
With this mission not only has India
as the following four principal con-
purely mathematical expedient to
part of the energy necessary for
the tritium with helium-3 could
could reveal itself to be priceless.
entered the small number of
clusions of the two discourses:
predict celestial events or an
humans would have been pro-
offer some advantages. The reac-
Despite the possibility of using heli-
nations that can say they have sent
1 Galileo is said not to have under-
attempt to understand the true
duced cleanly and in abundance
tions using helium-3 would have
um-3 as a nuclear fuel is still to be
a satellite in orbit around the moon
stood that, at that time, Coperni-
nature of the heavens. This impor-
through the control of nuclear
protons instead of neutrons as a
proven, the mirage of gaining the
but also that it is the fourth power,
canism was only “hypothetical”
tant difference in meaning must be
fusion reactions, the same ones
sub-product: the protons, which
right to use such an element could
after the United States, Russia and
and that he did not have scientific
seen against the history of the
that keep our Sun lit. Everybody is
would have an electric charge
become essential for the future
the European Union to have land-
proofs for it; thus he betrayed the
word’s use from antiquity through
able to see that neither of the two
would be easier to screen using
energy production must have been
ed one of its probes, the Moon
very methods of modern science of
medieval Christianity to the time of
prophecies has come true. The last
electromagnetic fields (and in this
noted by the international space
impact probe, which landed on the
which he was a founder;
Copernicus through to Galileo. The
time that there was a human foot-
way their energy could be har-
agencies. If in the 1960s the moti-
moon on the 14th November 2008.
2 it is further claimed that “theolo-
best historical example of this is, of
zation of the scientific method and
111
112
The stranger
the University of Padua?’
‘Echion Linea. Near Morvran.’
with me.’
‘I am. Who are you?’
‘I don’t know those towns.’
‘And so you thought to tell me
by Kim Stanley Robinson
The man let go of his hand. ‘I am a
‘I travel extensively.’ The man’s
about it.’
A look into the life and thou-
colleague of Johannes Kepler. He
gaze was fixed on Galileo as if on
‘Yes. Because of your compass. We
“tragic mutual incomprehension.”
ghts of the first scientist, Gali-
and I recently examined one of your
his first meal in a week. ‘Most
saw that among its other applica-
then on that day in the future the-
Galileo was a renowned world sci-
leo Galilei – before he became
very useful military compasses.’
recently I was in the Netherlands,
tions, you could use it to calculate
ologians would have to be cautious
entist. The publication of his
the iconic genius we all know
‘I am glad to hear it,’ Galileo said,
and there I saw an instrument that
certain distances.’
in interpreting Scripture.” If he truly
Sidereus Nuncius established his
today.
surprised. ‘I have corresponded
made me think of you, because of
‘Of course.’ One of the compass’s
believed that there might be a
role as a pioneer of modern sci-
with Signor Kepler, as he probably
your compass, which, as I said,
main functions was to range can-
Foscarini and the Commission
demonstration of Copernicanism,
ence. He had provoked anew the
All of a sudden Galileo felt that this
told you, but he did not write to
Kepler showed me. This Dutch
non shots. Despite which very few
draws two conclusions from the
would he not have recommended
Copernican-Ptolemaic controversy.
moment had happened before –
me about this. When and where
device was a kind of looking glass.’
artillery services or officers had ever
Letter, which appear to make Bel-
waiting and not taking a stand, a
Observational
‘A mirror?’
purchased one. Three hundred and seven of them, to be precise, over
course, the case of Osiander. In his
that the Earth orbited around the
did not say: “Theologians should be
official organs of the Church with
attempt to save Copernicus, Osian-
Sun, one should “interpret with
cautious now in interpreting Scrip-
the approbation of the reigning
der, unbeknownst to the author
great circumspection” every biblical
ture in expectation that proofs for
Pontiffs. This is what is at the source
and contrary to the latter’s intent,
passage which seems to affirm that
Copernicanism might appear” but
of the “myth” of Galileo and not a
wrote his famous preface to advise
the Earth is immobile and “say that
rather: “If a proof were to appear,
the reader that the De Revolution-
we do not understand rather than
ibus was intended, in the tradition
affirm that what has been demon-
of medieval astronomy, only in the
strated is false.” This view of Bel-
former sense, as a mathematical
larmine comes from his Letter to
expedient. There is no doubt that Galileo understood his own investigations to be an attempt to under-
evidence
was
that he had been standing in the
did you meet him?’
overturning
stand the true nature of things. It is
larmine both the most open-mind-
position embraced at that time, it
increasingly
Aris-
artisans’ Friday market outside
‘Last year, in Prague.’
‘No. A glass to look through. Or
well known that he preferred to be
ed of theologians and respectful of
appears, by Cardinals Barberini and
totelian natural philosophy, which
Venice’s Arsenale and felt some-
Galileo nodded. Kepler’s place of
rather, a tube you look through,
a period of twelve years.
known as a philosopher of nature
science. One must, according to
Caetani? And why did he agree to
was the foundation of geocentrism.
one’s gaze on him, and looked up
residence had shifted through the
with a glass lens at each end. It
The stranger said, ‘Such calcula-
rather than as a mathematician. It
this interpretation of Bellarmine, be
deliver the injunction to Galileo in
Even if Copernicanism in the end
to see a man staring at him, a tall
years in ways Galileo had not tried
makes things look bigger.’
tions would be easier if you could
can be debated as to whether
circumspect in interpreting Scriptur-
1616? This injunction prohibited
proved to be wrong, the scientific
stranger with a beaky narrow face.
to keep track of. In fact he had not
‘Like a jeweller’s lens?’
see things further away.’
Galileo himself was ever convinced
al statements about natural phe-
Galileo from pursuing his research
evidence had to be pursued. A
As before (but what before?) the
answered Kepler’s last letter, hav-
‘Yes.’
‘Many things would be easier.’
that he had irrefutable proofs for
nomena in the face of possible sci-
as regards Copernicanism. Galileo
renowned scientist, such as Galileo,
stranger acknowledged Galileo’s
ing failed to get through the book
‘Those only work for things that
‘Yes. And now it can be done.’ ‘Interesting,’ Galileo said. ‘What is
Copernicanism (involved in that
entific proofs contrary to the inter-
was forbidden to seek precisely
in those circumstances should have
gaze with a lift of the chin, then
that had accompanied it. ‘And
are close.’
debate would be the very meaning
pretation. If such proofs are forth-
those scientific demonstrations,
been allowed to continue his
walked toward him through the
where are you from?’
‘This one worked for things that
your name again, signor?’
of “proof” for him and for us) but
coming, one must reinterpret Scrip-
which, according to Bellarmine,
research. He was forbidden to do
market, threading through the
‘Northern Europe.’
were far away.’
The man looked away uneasily. ‘I
it cannot be denied that he sought
ture. Note that the epistemic prima-
would have driven theologians
so by official declarations of the
crowded blankets and tables and
Alta Europa. The man’s Latin was
‘How could that be?’
see the artisans are packing to
evidence to show that Copernican-
cy here is given to Scripture. Since
back to reinterpret Scripture.
Church. There lies the tragedy. Until
stalls spread all over the Campiello
really
The man shrugged.
depart. I am keeping you from them, and I must meet a man from
strange,
unlike
other
ism was really true and not just a
Galileo had no irrefutable proofs of
that tragedy is faced with the rigor
del Malvasia. The sense of repeti-
transalpine versions Galileo had
This was interesting. ‘Perhaps it
mathematical expedient. Galileo
Copernicanism, the current inter-
Final remarks
of
the
tion was strong enough to make
heard. He examined the man more
was because there were two lens-
Ragusa. We will see each other
rejected the claim that Copernican-
pretation of Scripture by theolo-
At the founding of the Galileo
“myth” is almost certain to remain.
Galileo a little dizzy, although a
closely, noted his extreme height
es,’ Galileo said. ‘Were they convex
again.’
historical
scholarship,
ism was a hypothesis in the former
gians, including Bellarmine, should
Commission and throughout its
part of his mind was also detached
and thinness, his stoop, his intent
or concave?’
With a quick bow he turned and
sense. He sought to find experi-
remain, but always subject to rein-
proceedings the case of Galileo is
enough to wonder how it might be
close-set eyes. He would have had
The man almost spoke, hesitated,
walked along the tall brick side
mental verification of it in the latter
terpretation. Is this a correct pres-
often referred to as a “myth”
that you could sense someone’s
a heavy beard, but he was very
then shrugged again. His stare
wall of the campiello, hurrying in
sense. He can certainly not be
entation of Bellarmine’s position?
which arose from “a tragic mutual
gaze resting on you.
finely shaven. His expensive dark
went almost cross-eyed. His brown
the direction of the Arsenale, so
incomprehension.” I have discussed
The stranger came up to Galileo,
jacket and cloak were so clean they
eyes were flecked with green and
that Galileo saw him under the
method “of which be was the
Bellarmine is interpreted as saying:
a few of the continuing incompre-
stopped and bowed stiffly, held out
looked new. The hoarse voice,
yellow splashes, like Venice’s canals
emblem of the winged lion of St
inspired founder.”
“As long as there are no proofs for
hension on the part of the Church.
his right hand. Galileo bowed in
beaky nose, narrow face, and black
near sunset. Finally he said, ‘I don’t
Mark which stretched in bas relief
the movement of the Earth about
Does the “myth” continue? Myths
return, took the offered hand and
hair made the man seem like a
know.’
over the lintel of the great fortress’s
The Commission’s report claims
the Sun, it is necessary to be cau-
are founded in concrete happen-
squeezed; it was narrow and long,
crow turned into a man. Again
Galileo found this unimpressive.
entryway. For a second it looked as
that, in contrast to “most” theolo-
tious in interpreting Scripture.”
ings. In the Galileo case the histori-
like the man’s face.
Galileo felt the uncanny sensation
‘Do you have one of these tubes
if one bird-beast were flying over
gians, Bellarmine had seen what
What Bellarmine actually says is:
cal facts are that further research
In guttural Latin, very strangely
that this meeting had happened
with you?’
another. Then the man turned the corner and disappeared.
accused of betraying the very
was truly at stake in the debate,
“Should proofs be had, then we
into the Copernican system was
accented, the stranger croaked,
before. A crow talking to a bear –
‘Not with me.’
since he personally felt that, in the
must go back and reinterpret Scrip-
forbidden by the decrees of 1616
‘Are you Domino Signor Galileo
‘What city, what country?’ Galileo
‘But you have one?’
face of possible scientific proofs
ture.” The difference is: Bellarmine
and then condemned in 1633 by
Galilei, professor of mathematics at
persisted.
‘Not of that type. But yes. But not
Galileo turned his attention back to
113
oxygen
114
English version
07 – 09.2009
the artisans’ market. Some of them
under it on either side of the gate.
say why. But he could investigate
Paolo Sarpi lived in a stone monk’s
can into the lagoon.
sans shrieked as Galileo entered
her to the long table. ‘I’m starving
cost time and he had priced his mil-
were indeed leaving, in the after-
Galileo put the lenses back on their
the phenomena in his usual man-
cell, despite his exalted office, and
On this evening, however, the air
the big kitchen, ‘Mazzoleni beat
for supper, and Virginia is starving
itary compasses for five scudi each, with twenty more charged for a
noon shadows folding up their
table and walked down to the Riva
ner. At the very least, for a start, he
all the rest of Galileo’s partners in
was clear, and Venus hung high in
me!’
for me.’
blankets and putting their wares
San Biagio, where one of the
could look through different kinds
mischief had moved away or
a lapis lazuli dusk, gleaming like
Galileo smacked him on the head
But they were more afraid of Maz-
two-month instructional period in
into boxes and baskets. During the
Padua ferries docked. The splendor
of lenses in various combinations,
changed their night habits. No,
some kind of emblem. And he was
as if driving a tomato stake into the
zoni than they were of him, and he
house on the Via Vagnali, but con-
fifteen or twenty years he had
of the Serenissima gleamed in the
and simply see what he saw.
those years were gone. They had
still thinking about the stranger
ground. ‘You deserved it, I’m sure,’
ended up reviewing the relevant
sidering the time it took from him,
been advising various groups in the
last part of the day. On the riva he
There was no wind today. The
been good years, even though he
and his strange news. Could it be
he said.
equations for them, and insisting
it had become clear that he made
Arsenale, he had often dropped by
sat on his usual post, thinking it
ferry’s crew rowed slowly along the
had been broke (as he still was).
true? If so, why had no one noticed
‘Not at all, maestro!’ The unde-
they work out the solution for
each sale at a loss. Really the com-
the Friday market to see what
over. Most of the people there
Canale della Giudecca and onto
Work all day in Padua, party all
before?
terred boy got back to his feet and
themselves, while eating the left-
passes had not turned out as he
might be on display in the way of
knew to leave him alone when he
the open lagoon. The captain’s rit-
night in Venice. Thus his rides
On the long dock up the estuary he
launched into his complaint, but
overs from their dinner, all the
had hoped.
new tools or devices, machine
was in thought; he could get furi-
ual cursing of the oarsmen cut
home had usually been on a dawn
debarked, and walked over to the
did not get far before a gaggle of
while bouncing Virginia on his
©
parts and so on. Now he wandered
ous if disturbed. People still
through the cries of the trailing
barge,
bow
line of carts starting out on their
Galileo’s students had surrounded
knee. She was light as a bird. He
excerpt from Galileo’s Dream
around through the familiar faces,
reminded him of the time he had
seagulls, sounding like lines from
buzzing with the afterglow of wine
night journeys. He hopped on the
him, begging help with a problem
had banned Marina from the
reproduced with the permission
moving by habit. But he was dis-
shoved a bargeman into the canal
Ruzante: you girls, you rag dolls,
an sex, laughter and sleeplessness.
back of one of the regulars that
they were to be tested on next day
house five years before, a relief in
of HarperCollins Publishers UK.
tracted. It would be a good thing
for interrupting his solitude.
my mother rows better than you
On those mornings the sun would
went to Padua, greeting the driver
in the fortifications course at the
many ways, but now it was up to
to be able to see distant objects as
A magnifying glass was convex on
do – ‘Mine definitely does,’ Galileo
pop over the Lido behind them and
and lying on his back to watch the
university. Galileo waded through
him and the servants to raise the
if they were close by. Several obvi-
both sides. It made things look
pitched in absently, as he always
pour over his shoulders, illuminat-
stars bounce overhead. By the time
them to the kitchen. We don’t
girls and find them a way in the
standing
in
the
Kim Stanley Robinson 2009,
The giant awakens: interferometrics at Paranal
ous uses sprang to mind immedi-
larger, but only when they were a
did. The old bitch still had arms like
ing the sky and the mirror surface
the cart rolled past Via Vignali,
understand, they wailed contra-
world. Inquiries at the nearby con-
ately. Obvious military advantages,
few fingers from the glass, as
stevedore. She had been beating
of the lagoon, a space as simple
near the centre of Padua, it was
puntally, though it appeared to be
vents, asking for pre-novitiate
in fact.
Galileo knew very well. His eyes,
the shit our of Marina until he had
and clear as a good proof: every-
the fourth hour of the night, and
a
‘Unequal
admissions, had not been well-
He made his way to one of the
often painful to him, had in recent
intervened, that time the two had
thing washed clean, etched on the
the stars were obscured by cloud.
weights weight equally when sus-
received. So there were some years
by Francesco Paresce
lensmakers’ tables, humming a lit-
years been losing their sharpness
fought; and Galileo knew full well
eye, glowing with the promise of a
With a sigh he opened the gate
pended from unequal distances
yet to go. Two more mouths, lost
ESO’s interferometric system
tle tune of his father’s that came to
for nearby things. He was getting
that Marina was no slouch when it
day that could bring anything.
that led into his garden, a large
having inversely the same ratio as
among all the rest. Among thirty-
on Cerro Paranal’s peak in Chile
him whenever he was on the hunt.
old: a hairy round old man, with
came to landing a punch. Holding
Whereas coming home on the
space inside the L the big old house
the weights,’ he intoned, some-
two mouths, to be exact. It was like
‘saw the light’ for the first time
There would be better lenses in
failing eyesight. A lens was a help,
them apart, everyone screaming...
day’s last barge, as now, was
made. Vegetables, vine trellises,
thing he had tried to teach them
a hostel in Boccaccio, three storeys
Murano or Florence; here he found
especially if ground well.
From his spot in the ferry’s bow he
always a return to the home fire of
fruit trees: he took a deep breath
just the previous week. But before
of rooms all over-occupied, and
pointed at the giant star α
simple
problem.
when, using due telescopes
nothing but the usual magnifying
It was easy to imagine a lens
faced the setting sun. There had
his life’s endlessly tangled prob-
to absorb the smells of the part of
he could sit down and decipher
every person there dependent on
Hydrae, the two views were
glasses. He picked up two, held
grinder in the course of his work
been many years when he would
lems. The more the western sky
the house he liked best, then
their professor Mazzoni’s odd nota-
Galileo and his salary of five hun-
conveyed from the delay line
them in the air before his right eye.
holding up two lenses, one in front
have spent the night in town, usu-
blazed in his face, the more likely
steeled himself and slipped into the
tion, Virginia threw herself in his
dred and twenty florins a year. Of
towards the VINCI test site so
St Mark’s lion couchant became a
of the other, to see what would
ally at Sagredo’s pink palazzo, ‘The
his mood was to plummet. His
pandemonium that always existed
arms to recount in officious detail
course the nineteen students
as to get a high precision mea-
flying ivory blur. It was a poorly
happen. He was surprised he had-
Ark’, with its menagerie of wild
temperament was volatile, shifting
inside. La Piera had not yet entered
how her younger sister Livia had
boarding in house paid a tuition
surement of the angular dia-
done bas relief, he saw again with
n’t done it himself. Although, as he
creatures and its riotous parties;
rapidly among the humors, and
his life, and no one before her
misbehaved that day. ‘Give me half
fee plus room and board, but they
meter. This event signaled the
his other eye, very primitive com-
had just discovered, it didn’t do
but now Sagredo was in Aleppo on
every histrionic sunset threatened
could ever keep order.
an hour,’ he told the students,
were so ravenous he almost always
birth of a new astronomic faci-
pared to the worn Roman statues
much. He could not immediately
a diplomatic assignment, and
to make it crash like a diving peli-
‘Maestro!’ one of the littlest arti-
picking up Virginia and carrying
fed them at a loss. Worse, they
lity that allows for the observa-
115
oxygen
mation about the angular struc-
tion of both the visible and
metric system on the planet which,
of improving both the resolution
meters in diameter on the ground
the possibility, at least for now, to
quite an important one, which
when the beams finally meet in the
infrared cosmos with an angu-
when it is finished within the next
and the sensitivity of their instru-
(between 0.05 and 0.1 arcseconds
cover the entire surface of Cerro
makes this ‘trick’, as with so many
central laboratory, the OPD is reset.
ture of the observed source. Infor-
lar resolution and sensitivity
few years will allow us to view
ments so as to see ever further into
with a good AO system), keeping
Paranal with a single mirror of
tricks, difficult to put correctly into
This crucial function can be done
mation that reveals the spatial
never before attained, opening
objects with an effective angular
space (and therefore ever further
the advantages of a large aperture:
almost 200 meters in diameter
practise. The difference comes
with mobile telescope transmitters
structure of the source in the
a new chapter in the explora-
resolution of 0.002 arcseconds,
back in time) with the maximum
place the telescope in space (like
which would immediately give us
from the fact that, for everything
when their position is continuously
direction of the baseline, with an
take shape. To put this number in
clarity. Given that the light gath-
the HST and the new NGST,
the desired resolution, at least in
to function as it should, the beams’
controlled so as to obtain a ZOPD
angular resolution no longer dic-
context, we just need to think that
ered from astronomical sources
although with its 6 meters of diam-
theory (especially if we knew how
waves must all simultaneously
condition for any given object in
tated by the characteristics of a
The apex of Cerro Paranel in Chile’s
in the last few centuries we have
increases with the increase of the
eter it cannot do better than 0.02
to correct the disturbing atmos-
arrive in phase from the telescope
the sky. Obviously, given that the
single telescope within the array,
Atacama Desert hosts the giants of
gone from the angular resolution
telescope’s D diameter and the
arcseconds of resolution), or,
pheric effects over such a vast sur-
(meaning that they can all interfer-
object changes position continu-
but by the distance between the
modern astronomy: the four tele-
of the naked eye (1 arcminute) to
angular resolution diminishes by
instead, turn to the interferometric
face), we are forced to turn to one
er to create the famous Airy func-
ously during the time of observa-
telescopes. In theory this distance
scopes, each 8 meters in diameter,
that of Galileo’s first telescope in
1/D, the easiest solution to the
system’s aperture synthesis, as with
of our noted optical ‘tricks’, already
tion). In the case of a monolithic
tion, this system, also called Delay
is limited only by the physical
that form ESO’s Very Large Tele-
the 1600s (5 arcseconds) to that of
problem has always been to con-
the VLTI and Keck’s interferometer.
proposed in the nineteenth centu-
telescope this condition is assured
Line (DL) must move continuously,
space available between tele-
tion of our universe.
116
English version
07 – 09.2009
scope. But, looking closer at the
the
Telescope
tinue to increase the diameter of
These three ‘arrays’ reach and sur-
ry, we believe, first by Fizeau. At
by the mirror, which is set so as to
following a precise path.
scopes, in the case of Paranal this
mountainside from above, other
launched into space in 1990 (0.04
the telescopes. Although this was
pass the legendary goal of 0.001
least for what concerns angular
make each photon from the same
In reality, it is generally preferred to
is about 200 meters. Therefore, in
structures that do not seem to
arcseconds): not bad, improving
the ideal solution in terms of sensi-
arcseconds (a millisecond or less of
resolution, there wouldn’t really be
focal point follow almost exactly
use two Delay Lines instead of just
practise, for what concerns the
have any connection to the VLT tel-
by a factor of 2,000 in less than
tivity, it wasn’t in terms of resolu-
an arcsecond) in the visible and, a
the need to gather every single
the same optic passage. In the case
one for two reasons: first for
angular resolution it is as though we had built a 200 meter long tel-
Hubble
Space
escopes can be seen. These are,
400 years. Except for the HST,
tion which was, up until a short
crucial point, permit the light from
photon that falls within an aper-
of array, which doesn’t completely
motives of symmetry, to assure
first and foremost, the over 120
which watches space from above
time ago, limited by atmospheric
very weak sources to be reached
ture of 200 meters.
fill the aperture, the photons that
that the optic path followed by the
escope with many other, relatively
meter long tunnel that cuts
our atmosphere, all earthbound
conditions. Thus, at least on Earth,
thanks to the use of telescopes
In fact, it would be enough to cap-
arrive from each telescope cannot
two beams are as identical as pos-
smaller, telescopes sprinkled about
through the entire peak to link the
telescopes significantly lose resolu-
progress
department
with diameters of 10 meters such
ture a representative group, a sam-
physically follow the same pathway
sible within the two ‘wings’ of the
the mountain’s peak. The biggest
first and fourth telescopes, then
tion compared to the scope’s theo-
resided, and resides still, mostly in
as the Keck for KIIA, the four 8-
ple that allows us to reconstruct,
to arrive in focus, at least not
interferometer, and secondly to be
advantage is obviously that this
the thirty circular bases, set in par-
retic limit set by normal diffraction:
the constant monitoring of the
meter VLT for VLTI and the two 8.4-
bit by bit, the essential spatial
unless the star isn’t found at the
able to independently control the
device, which takes full advantage
allel rows perpendicular to the cen-
this loss is owed to atmospheric
‘seeing’ through various tech-
meter LBT. Once this level is
structure of the object seen from
exact zenith.
‘pupil’ at the center of the tunnel.
of the four gigantic 8 meter wide
tral tunnel, and finally a large cen-
turbulence which gives life to
niques and, overall, by placing the
reached the three interferometers
the smallest angular scale, princi-
The OPD (Optical Path Difference)
The upshot of all this hustle and
telescopes already in place and
tral building set in the dead center
astronomic ‘seeing’.
telescopes in strategic positions
will truly be found at the ‘top’ of
pally given by the furthest points at
between the two beams is due to
bustle, once the ZOPD conditions
functioning (and of at least three
of the complex. What’s more the
Today this loss can be notably
(California, Hawaii, Chile etc.)
the mountain and could only be
the edges of the mountain and set
the inclination of the arriving wave
are satisfactory, is that in the mix-
other smaller mobile telescopes
position of the VLT, in an arc at the
reduced with the use of Adaptive
surpassed by possible future super-
at a distance of around 200 meters
compared to the baseline that con-
ing laboratory at the center of the
with diameters of 1.8 meters),
in
this
edge of the peak rather than in a
optics (AO) techniques, though
Aside from the possibility, at least
arrays of telescopes set many kilo-
one from the other, to the larger
nects the two telescopes. There-
array, a fringe of interference, or
costs much less that what it would
line at the center, initially seems
only for limited visible fields
in theory, of constructing a tele-
metres apart from each other.
given by the more central points.
fore, to obtain the conditions nec-
rather, an alternation of dark and
cost to build a gigantic monolithic
quite odd. And then again, why
(around one arcminute of the visi-
scope of 100 or 200 meters in
So, that is the aperture synthesis.
essary for the constructive interfer-
light areas, appears.
four? Wasn’t one or two enough?
ble at the most) and, in any case,
diameter, there are only two ways
But how to put into practise this
Actually a monolithic telescope
ence of the two beams – the Zero
telescope of 200 meters in diameter (even if we knew how to build one, not a secondary considera-
The question arises spontaneously:
are effective only when the ‘seeing’
in which we can surpass our cur-
almost unbelievable level of ren-
does the same thing, but with con-
OPD (ZOPD) – a delay must be
The fundamental point of this
what is all this for?
conditions are already favorable.
rent maximum angular resolution
dering in the face of, or so it would
tinuous and simultaneous cover-
introduced into the beam coming
technique lies in the fact that the
tion by any means!).
The response is quite simple: we
So, for all these years astronomers
of an infrared optic corresponding
seem at first glance, the most ele-
age over the entire aperture.
from the furthest telescope so as to
precise position, size and contrast
Translation by Mia Adelman
are watching the largest interfero-
have followed the double strategy
to a telescope approximately 10
mentary optic laws? Not having
There is only one difference, albeit
‘wait for’ the quicker one so that,
within this fringe carries vital infor-
117
oxygen
English version
07 – 09.2009
Under Archimede’s Sun
118
nia and Nevada during the 1980s,
the night and on overcast days.
and are still working. “Forgotten”
The plant is now almost complet-
by Marco Cattaneo
for a couple of decades, this tech-
ed, and in a few months we will
Galileo in Dante’s Inferno
physics need not consist of only
rival city, published a severe critique
technically efficient calculations,
of Manetti’s work and proposed a
say that in a central section of the
by Jean-Marc Lévy-Leblond
but can also contribute to upper
very different description of Infer-
Earth which passes through the
the arc of the Earth4, which is to
Fifty-four mirrors, each 100 meters
nology has made a comeback in
finally see this gem of Italian inno-
Called on to resolve the contro-
level cultural debates and discus-
no. Galileo was called on the
cone’s base, the infernal section
long; 31,000 square meters of
recent years, when Spain started
vation in action, bringing our coun-
versy about the true geography
sions, thus acquiring an intellectual
resolve the debated question
occupies one sixth of the disc’s
active surface; 5 MW of equivalent
financing great plants in the out-
try to the forefront of this extreme-
of Dante’s Inferno, Galileo used
status comparable to classical and
which he did, predictably, in favor
total area. Those not well versed in
power, generating almost 10 GWh;
skirts of Seville and Granada.
ly interesting field, and offering
science to settle a highly discus-
artistic studies2. In fact, the Floren-
of the Florentine, Manetti. Obvi-
three-dimensional geometry could
6,200 tons of carbon dioxide a year
The Archimede project, however,
participating companies a technol-
sed literary question of the day.
tine academicians asked Galileo to
ously, neither at the beginning of
thus think that the same propor-
that is not released in the atmos-
has a competitive edge over past
ogy that could very well be export-
He was actually wrong, but it
resolve
controversy
the 15th century for Manetti and
tions apply to the volumes. At this
phere; the equivalent of 2,000 tons
plants. A solar thermal concentra-
ed on a large scale. We’re eager to
may well have been this error
regarding the interpretation of
Velutello and their readers, nor at
point Galileo brought his personal
see Archimede’s sun shine.
knowledge into play:
a
literary
of oil a year saved. These are the
tion plant is composed of a series
that provided inspiration for
Dante’s Inferno. In 1506 the Flo-
the end of that same century for
rough figures for the Archimede
of mirrors, which concentrate sun-
Dialogue, considered to be his
rentine Antonio Manetti had pub-
Galileo and his listeners, was
scientific masterpiece...
119
lished a description of the geogra-
Dante’s description to be taken
But wanting to know its size in
phy and geometry of the Inferno
seriously from a theological point
respect to the whole volume of
In 1587, a promising young schol-
just as it had been described by
of view. But the importance of The
earth and water, we should not just
ar by the name of Galileo Galilei
Dante (often quite obscurely). To
Divine Comedy in Tuscan culture
follow the opinion of some who
tricity. In due homage to the Syra-
held Two lectures to the Florentine
be given particular attention was
made evident the necessity of com-
have written about the Inferno,
Archimede is an Enel and Enea
cusan scientist who first used mir-
Academy on the Shape, Location
the evaluation of the reliability of
menting on it and of completely
who believe it to occupy the sixth
joint project, and was developed by
rors
sunlight,
and Size of Dante’s Inferno1. This
the figurative representations given
understanding its every aspect –
part of the volume, because mak-
project, the first solar thermal con-
light onto a volume where a fluid
centration plant that will become
heats up (up to hundreds of
active in the second half of 2010 in
degrees) and starts the turbine of a
the Enel combined cycle power
traditional plant, producing elec-
plant in Priolo Gargallo.
to
concentrate
a network of small and medium-
Archimede features parabolic mir-
very serious work is actually a liter-
by Botticelli in the Nineties of the
including the topography – so as to
ing the computation according to
sized Italian companies strongly
rors that concentrate radiations
ary essay of explanation, commis-
Fifteenth century in a luxurious
make this complex literature easier
the
focused on innovation. It is the
towards a tube in which a fluid of
sioned of Galileo in light of his
illustrated edition which followed
to read and comprehend3.
Archimedes in his book On the
methods
proved
by
most advanced project in the world
melted salts can reach 550-600 °C,
growing notoriety. The young man
the first sketches of Giuliano da
in the promising field of solar ther-
returning heat to the turbine with
leapt at the chance to have his
Sangallo. The illustrations were
Galileo carefully chose and com-
find that the space of the Inferno
mal concentration energy. A field
a 16-17% performance. What are
mathematical abilities recognized:
drawn based on measurements
mented on the verses of Dante that
occupies a little less than 1/14 part
so promising that a consortium of
the pros? Quite simply, thanks to a
an excellent promotional opportu-
established through complicated
were called into dispute, beginning
of the whole volume; I say this if
German companies has already
careful selection of salts, operative
nity for an ambitious twenty four
calculations taken from references
with the confirmation of Manetti’s
that space should extend all the
started thinking about investing
temperature is higher and nominal
year old who would soon be
in Dante’s text and which, for the
description: the Inferno is a con-
way to the surface of the earth,
400 billion euros to cover wide
performance is better than in exist-
appointed to the chair of mathe-
intellectual circles of an era for
cave cavity of which the vertex is
which it doesn't: on the contrary,
desert areas in Northern Africa
ing plants. And the same salts are
matics at the University of Pisa.
which The Divine Comedy was a
found at the center of the Earth,
the mouth remains covered by a
with solar plants.
used to store heat for up to 10
After having published his first sci-
fundamental
point,
and the base, which sits at the level
great vault of earth, whose summit
Solar thermal concentration energy
hours (against the 7 that, for exam-
entific works (De Motu and La
needed to be accurately estab-
of the Earth’s surface, is placed at
is Jerusalem and whose thickness is
has traveled far. The first experi-
ple, the Granada plant can reach),
bilancetta), Galileo wished to
lished. But in 1544 Alessandro
Jerusalem (obviously...); the circle
the eighth part of the radius.
mental plants were built in Califor-
producing electricity even during
demonstrate that mathematical
Velutello from Lucca, Florence’s
at the base has a diameter equal to
reference
Sphere and the Cylinder, we will
oxygen
120
English version
07 – 09.2009
Archimedes’ treatises were still lit-
In reality Galileo’s criticisms were
of the Inferno’s structure and the
tist quickly understood his mistak-
by homothetic transformation (the
1 G. Galilei, Due lezioni all’Accademia
cia, La Orotava, Tenerife 2002; Th.B.
tle known at the time, and were
ironically invalidated by successive
architecture of the celebrated
en reasoning, which was derived
result being 2,000 braccia). There
Fiorentina circa la figura, sito e gran-
Settle, Dante, the Inferno and Galileo,
I in the afterward to the French edi-
included in scholastic mathematics
developments in physics. Newton’s
cupola of Florence’s famed Cathe-
from a strictly geometrical point of
is therefore ample reason to
dezza dell’Inferno di Dante, in Le ope-
soon to be published.
tion, op. cit., pp. 170-173.
papers that previous commenta-
theory of gravity demonstrated,
dral, designed by Brunelleschi,
view and did non take into
believe
quickly
re di Galileo Galilei, A. Favaro, vol. IX,
3 The maps and measurements of In-
7 See S. Toussaint, De l’Enfer à la Cou-
tors of Dante, themselves literati,
effectively, that the acceleration of
which had an emblematic role in
account the laws of scale for the
grasped his error. In fact, though
29-57, Barbera, Florence 1968. This
ferno and their iconography constitu-
pole. Dante, Brunelleschi et Ficin A
could not have been familiar with.
gravity is directed towards the cen-
the Renascence7. But although this
physical properties of the materi-
Dialogue was only published in
work was recently translated into
te an argument in the literary exege-
propos des “Codici Caetani di Dante”,
that
Galileo
6 See J.-M. Lévy-Leblond, Appendice
It is interesting to quickly verify
ter of the Earth only in the case
analogy has profound cultural
als. It seems reasonable to suppose
1638, the material that makes up
French: Galilée, Leçons sur l’Enfer de
sis of Dante’s work and can be found
L’Erma di Bretschneider, Rome 1997.
Galileo’s estimations with the help
that it be a solid sphere (or, in any
meaning, its scientific value is zero:
that the awareness of this error is
the work was ready before 1610,
Dante, Fayard, Paris 2008, translation
in: G. Agnelli, Topo-cronografia del
Here can be seen how Manetti, whom
of the algebraic equations now
case, that it presents spherical
a gigantic domed vault such as the
what brought about his work on
the time in which Galileo dedicat-
and preface by Lucette Degryse, af-
viaggio dantesco, Hoepli, Milano
Galileo defended in Lectures, was al-
available (though these remain uni-
symmetry). The existence of an
Inferno’s, if it had the same geo-
the resistance of materials, found
ed himself to astronomy and pub-
terward by Jean-Marc Lévy-Leblond.
1891; S. Orlando, Geografia dell’Ol-
so the biographer of Brunelleschi.
versity level calculations5).
outlandish pit of such notable
metric proportions of a small
in Dialogue. This theory, proffered
lished his first important work,
An English translation, Two Lectures
tretomba dantesco, in Guida alla
8 See J.-M. Lévy-Leblond, Appendice
dimensions as Dante’s Inferno
stonework vault, would certainly
by Mark Paterson10, is based on
Sidereus Nuncius. It is then legiti-
to the Florentine Academy On the
Commedia, Bompiani, Milan 1993.
III in the afterward to the French edi-
In his comments, Galileo did not
would modify the gravitational
not be as solid. In light of modern
serious arguments. The fact that
mate to consider Lectures on Infer-
Shape, Location and Size of Dante's
4 This position assures that the best
tion, op. cit., pp. 174-175.
present himself as only a mathe-
field surrounding it considerably.
concessions to gravitational accel-
Galileo understood soon after the
no as a crucible for the path taken
Inferno, translation by Mark A. Peter-
access points to inferno are found on
9 G. Galilei, Discorsi e dimostrazioni
matician, but also called his knowl-
Galileo’s calculations, obviously,
eration and the strength of materi-
faulty character of his ideas on the
by Galileo in his essential works,
son, Mount Holyoke College, is avai-
this circle (at the point in which the
matematiche intorno a due nuove
edge of physics into play. In this
could not be carried out, so show-
als, the cover of the Inferno would
change of scale presented in Lec-
developed in Dialogue.
lable at www.mtholyoke.edu/cour-
width of the dome is reduced to
scienze, in Le opere di Galileo Galilei,
role he offered a crippling critique
ing us that Velutello’s naïve
undoubtedly be destined to col-
tures on Inferno would first of all
ses/mpeterso/galileo/inferno.html
nothing). We can see (cheating a lit-
by A. Favaro, vol. VIII, Barbera, Floren-
of Velutello’s comments in which
hypothesis was closer to reality
lapse. In fact, the strength of a
explain the discretion, not to say
2 The context of Galileo’s work is ou-
tle on the numbers of Earth’s radius),
ce 1968. In English, G. Galilei, Dialo-
the different levels of Inferno were
then Galileo’s theory was...6.
conceived as portions of a cylinder,
dome increases by the area of its
the reticence, he showed almost
tlined in Lucette Degryse’s introduc-
that this circle passes close to the en-
gue Concerning Two New Sciences,
sections, while its weight varies
immediately afterwards regarding
tion to the French translation of op.
trances to hell already well known in
translated by Henry Crew and Alfon-
the walls of which were parallel to
In closing, Galileo takes issue with
according to its volume. If all the
the work. The scientist surely ded-
cit. As well as in: Th.B. Settle, Experi-
ancient times (in Greece, Sicily and
so de Salvio, MacMillan, 1914.
a common axis. Galileo rightly
the resistance of the materials,
dimensions are multiplied by the
icated much intense reflection to
mental Sense in Galileo’s Early Work
Campania). See A. Nadaud, Aux por-
10 M.A. Peterson, Galileo’s Discovery
brought attention to the fact that
as an experimenter, to respond
same factor, by 10 for example, the
the question between 1590 and
and its Likely Sources, in Largo cam-
tes des Enfers, Actes Sud, Arles 2004.
of Scaling Laws, in “American Journal
these walls are not at all vertical,
to objections raised against the
weight would be multiplied by
1600. One could even surmise that
po di filosofare, Proceedings Eurosym-
5 See J.-M. Lévy-Leblond, Appendice
of Physics”, 70, 575, 2002.
because to be so they must be gen-
existence of the vaulted cover
1,000, but the resistance against
Galileo, in understanding his error,
posium Galileo 2001, Fundación Ca-
I in the afterward to the French edi-
erated by an arc that passes
of Inferno:
collapse only by 100; it would thus
suffered a very real psychological
naria Orotava de Historia de la Cien-
tion, op. cit., pp. 167-168.
be, proportionately, 10 times more
shock, echoes of which are heard in Dialogue:
through the Earth’s center: in two distant points, the directions of the
Here one might oppose that the
fragile. Therefore we can see that
vertical locales are not parallel, but
Inferno cannot be so large as
there is a limit to the stability of a
convergent. Thus the cliffs that
Manetti makes it, since, as some
structure
simply
Sagredo: My brain already reels.
bordered the cylindrical levels must,
have suspected, it doesn't seem
changing its scale, going from a
My mind, like a cloud momentarily
by definition, be oblique to vertical
possible that the vault that covers
smaller structure to a larger8. And
illuminated by a lightning-flash, is
and with a pronouncedly sheer
the Inferno could support itself and
in the case if Inferno’s vaulted ceil-
for an instant filled with an unusu-
face, as a result absolutely instable.
not fall into the hole [...], beyond
ing, when compared to the small,
al light, which now beckons to me
For if we assume [like Velutello]
being no thicker than the eighth
domed, stone ceiling considered by
and which now suddenly mingles
that the defile rises up with its sides
part of the radius of the earth [...].
Galileo, where the scale factor is
and obscures strange, crude ideas.
equidistant from each other, the
To this one answers easily that such
increased by more than hundreds
From what you have said it appears
upper parts will find themselves
a thickness is more than sufficient;
of thousands, the limit is obviously
to me impossible to build two sim-
without support to hold them up,
for taking a little vault which will
surpassed by quite a lot. But this
ilar structures of the same material,
and that being the case, they will
have an arch of 30 braccias, it will
argument has been demonstrated
but of different sizes and have
undoubtedly collapse. For heavy
need a thickness of about 4 brac-
and developed... by Galileo him-
them proportionately strong.
objects, in falling, go along a line
cias, which not only is enough, but
self, in Discorsi e dimostrazioni
obtained
by
which conducts them straight to
even if you used just 1 braccia to
matematiche intorno a due nuove
These lines constitute an explicit
the center, if in this line they do not
make an arch of 30 braccias, and
scienze (Dialogue Concerning Two
confutation to the preceding argu-
find anything that impedes and
perhaps just 1/2, and not 4, it
New Sciences)9.
ment presented in Lectures in
supports them.
would be enough to support itself.
This means that Galileo was
This comparison between the
which he compares the cupola of Here we come to a crucial point
Inferno to a small stonemason’s
regarding the Lectures and their
vault. The same argument invali-
already thinking about the prob-
infernal cap and a stonemason’s
role
of
dates the picturesque passage in
lem of falling bodies while he was
vault offered by Galileo erases any
Galileo’s ponderings. In point of
Lectures in which Galileo attempts
reading Dante!
doubts regarding the relationship
fact, it would seem that the scien-
to estimate the height of Lucifer
in
the
development
Translation by Mia Adelman
121
oxygen
English version
07 – 09.2009
Stars and particles, invisible rainbows
122
described. Astronomy became a
ent in the antennas of our televi-
member of this scientific club a few
sions, the next time we watch Big
decades ago: before Hubble and
Brother we might feel like chang-
by Roberto Battiston
super-modern telescopes this cer-
ing the channel… and tuning in on
2009 is the International Year
tainly was not the case and with-
the universe.
of Astronomy and the Year
out a doubt the majority of the
The exhibit begins with a “cosmic
of Galileo. To celebrate these
information we receive today from
shower”: but fear not, this is not a
events and to illustrate the
the cosmos is obtained using high-
bucketful of water but rather the
research conducted by the
ly sophisticated instruments that
visualization of cosmic rays. In par-
scientific community as it stu-
have enormously extended out
ticular, of muons, which are impal-
dies the universe, its origin
ability to see.
pable and plentiful and cross
and its future, the National
We cannot reach the stars but they
through our body every single
institute of nuclear physics
send us a great quantity of mes-
instant of our life. Each second we
(Infn), the National institute
sages in the form of radiation
are penetrated by hundreds of
123
of astrophysics (Inaf) and the
which, when properly detected
these particles, which are a heavier
Italian space agency (Asi), in
and decoded, lets us understand
version of the electron; they are
collaboration with Palazzo
what celestial bodies are made of,
produced in the atmosphere and
delle Esposizioni in Rome and
how they develop and what their
finish their existence dozens or
by stars (including our Sun), super-
us. Visible light, but above all invis-
this time the photons have been
who conduct a virtual interview as
under the scientific direction of
role is in the universe.
hundreds of meters below the sur-
novas and the Big Bang. Ten million
ible light, from radio waves to
busily occupied in continuous
they explain what they do, how
Roberto Battiston, have organi-
A great portion of this radiation is
face of the earth. Inside this cosmic
billion solar neutrinos, coming
gamma rays. Which, over the past
interaction with the structure of
they do it and why they have cho-
zed the exhibit “Stars and Par-
light, a small part of it is matter.
shower, visitors can have their pho-
directly from the furnace of our
50 years, have permitted us to see
space-time, the geometry of the
sen to do it. Nobel prize winners
ticles. The Voice of the Univer-
Only a small fraction of the lumi-
tograph
these
star, will cross through our body as
all the colors of the universe and to
universe deformed by the gravity
and young recipients of research
se,” which will be open to the
nous portion is visible to our eyes
ephemeral yet penetrating mes-
we visit the exhibit. Very large
appreciate its splendor, its violence,
produced by the mass of the celes-
grants, a vast community which,
public from October 27, 2009
through the lens of a telescope.
sengers of the universe and e-mail
instruments are needed to reveal
its immensity. A rainbow of
tial bodies. Light always follows the
from generation to generation,
to February 14, 2010.
Almost all the messages that reach
it to friends.
the solar neutrinos, like the ones
branches of astronomy all describe
shortest route between two points
has passed the baton and met the
taken
with
our planet are, instead, invisible.
Nearby, it is possible to see the
that are installed deep beneath the
the same objects but observe them
and in space that has been bent by
challenge in an international con-
Feynman stated that there are rain-
During the past century, our
details of particles of natural
Gran Sasso and which are able to
from different points of view. Each
gravity this path is not necessarily a
text, starting with Galileo and
bows which the eye cannot see but
understanding of the universe pro-
radioactivity, which is in part
detect a neutrino every now and
color of the extended spectrum
straight line. To explain this con-
moving on to Fermi and his school,
which are nevertheless no less fas-
gressed in an extraordinary man-
caused by cosmic rays: small traces
then and to see the Sun from
corresponds to highly precise phys-
cept, an installation was created in
all the way to contemporary scien-
cinating. Since I deal with elemen-
ner because we were able to
that appear out of nowhere in the
beneath the mountain. In the same
ical processes and states of matter,
which the presence of a visitor
tists like Rubbia and Giacconi.
tary particles, fundamental forces
develop increasingly sophisticated
form of small puffs of condensa-
way, in order to pick up the neutri-
gas, dust, stars, explosions, jets of
dynamically modifies the geometry
Centuries of cultural heritage,
and quantum mechanics – in other
instruments that permitted us to
tion inside a cloud chamber. Scien-
nos which come from our galaxy,
matter and radiation. Thanks to
of the space, as though he or she
which today is represented by the
words, with things that are infini-
see the various types of rainbows –
tists use this technique to develop
scientists use our planet like a filter:
the light emitted by radio wave-
were a star or a black hole.
organizing bodies of the exhibit; a
tesimally small but, for this very
of light and matter – that are hid-
increasingly large and complex
gigantic experiments constructed
lengths, visitors can listen to the
In the final portion of the exhibit,
heritage Italy should take pride in
reason, are the basis for all the rest
den to our senses, and thereby
experiments, like those that take
in the glaciers of the South Pole
sound of pulsars, highly compact
we can give free rein to our wildest
and which must be supported so
– I have always kept Feynman’s
permitted us to enjoy the aesthet-
place on the plateaus of Argentina
observe the neutrinos that come
objects which spin on their axis
and most hidden ambitions and
that it will not be lost.
observation in mind. Whenever I
ics of the invisible.
to study cosmic rays that have the
from the Northern Hemisphere,
hundreds of times per second and
play God for 5 minutes as we cre-
have attempted to explain, to
This exhibit starts with a few prem-
same energy as a tennis ball hit by
while in the depths of the Mediter-
emit a radio wave that is modulat-
ate universes with different com-
During the visit – like during any
myself before doing so to others,
ises. Once elementary particles
a tennis champion. Or like the
ranean Sea, other experiments
ed in sound frequencies.
positions of matter and energy.
half-hour of our life – various
what these objects are that I study,
have been seen, even they will
experiments conducted in outer
observe the neutrinos that come
Light is able to cross the universe
We can see in real time if we are
extraordinary things will take place:
almost always using instruments
become incredibly familiar and
space which study dark matter and
from the Southern Hemisphere. An
and to reach us after a trip that
able to make something that
100,000 supernovas will explode in
that are inversely proportionate in
ordinary. If we are given the oppor-
antimatter. Or those that take
odd way to use our planet, isn’t it?
could have begun shortly after the
works and discover that being a
the visible universe, dispersing 10
size and complexity to the dimen-
tunity to manipulate the fabric of
place underneath the Gran Sasso
We do something similar using the
Big Bang, almost 14 billion years
creator is not an easy job: almost
million billion billion kilos of iron
sions and elementary nature of the
space-time with our hands, we will
mountain, which are able to pho-
swath of neutrinos that run under-
ago. During this long voyage, most
all the universes that are created
into the cosmos; one million cos-
phenomena I want to observe, I
not easily forget the experience. If
tograph all the details of the inter-
ground from Cern in Geneva to the
of the photons encounter almost
rapidly prove to be a flop.
mic rays and the above-mentioned solar neutrinos will pass through
realize how difficult it is to describe
the expansion of the universe
action of an energetic muon that
Gran Sasso, where instruments are
no particles and proceed blindly in
the invisible. Many nature sciences,
envelops us in three dimensions as
penetrates 17 meters of matter
located that detect these particles.
their frenetic electromagnetic oscil-
A large hemisphere at the center
our body. Things have been organ-
like biology or geology, to name
we watch, we will be able to tell
before coming to a stop.
lation until they violently collide
of the exhibit takes on the appear-
ized on a grand scale: visitors to
two, are able to make use of
our friends and our children about
And then there are the neutrinos.
The exhibit continues with light,
with an atom, perhaps in front of
ance of the Earth, of a star or a
the exhibit will be in the company
extraordinarily beautiful images
it. And if we understand how the
We are submerged in a sea of
the main messenger which the uni-
the focal plane of our telescope or
galaxy. Inside the sphere, visitors
of one thousand billion photons
and thus have no problem being
echo of the Big Bang really is pres-
these particles, which are emitted
verse uses to communicate with
the retina of our eye. But during
can encounter Italian scientists
from the Big Bang and 150 billion
oxygen
124
English version
07 – 09.2009
Traveller
been to convince investors and
neutrinos, which also were gener-
lion billion billion times the amount
3 One million cosmic rays who-
electrically
Neutrinos
cooled down, it permitted the radi-
in turn, dark or invisible. Dark mat-
ated in the first instants of the uni-
of energy consumed in one year by
se energy is equal to the mass
should not be confused with neu-
ation to escape. It is a sort of pho-
ter is composed of massive, still
verse. And the hundreds of billions
humans) and become very bright,
of a proton will cross through
trons, heavy particles like protons
tograph of the primordial universe,
unidentified particles and gener-
Despite the incredulous, the
the first projects dealing with
of particles of dark matter? As a fit-
as bright as all the stars of the
your body
which are fundamental compo-
which was much more homoge-
ates a large portion of the gravity
cautious, the costs and the acci-
space exploration.
ting finale of an exhibit dedicated
galaxy in which they are located.
As you can see in the cosmic show-
nents of the nucleus of atoms. The
neous (and hot) than it is today,
that moves the universe. During
dents
Another film, Challenger, which
to invisible rainbows, you will dis-
The massive stars explode when
er and the cloud chamber, the
interaction of neutrinos with mat-
almost 14 billion years later. Today,
the first 7 billion years, dark matter
by Michelle Nebiolo
cover that despite everything we
the weight of their nucleus is no
human body is continuously tra-
ter is very weak. They escape from
this light is “cold” and has radio
was the undisputed king and this
neutral).
taxpayers to risk their money on
was produced for TV in 1990, tells the story of the homonymous
have been able to discover so far,
longer supported by their internal
versed by hundreds of penetrating
the Sun and, approximately 8 min-
wave
the
allowed the galaxies to form them-
In the 2003 comedy film Ginger
space shuttle, the doubts of
the universe is still hiding 95% of
pressure and they collapse, form-
particles that come from outer
utes later, they reach Earth and
antenna of a television detects
selves and evolve by slowing down
and Cinnamon, a boy and a girl
numerous engineers who were
what composes it… a message to
ing a small, hard core (a newborn
space. On Earth, these particles are
cross it the same way rays of light
sound, part of it is due to fossil
the expansion of the Big Bang.
find themselves stargazing on a
nonetheless unable to stop the
new generations of scientists: the
neutron star) on which almost all
primarily muons and are produced
cross through the glass of win-
radiation. The universe continues
Today, the attractive effect of dark
rocky beach in Greece one night.
mission, and the enthusiasm of the
best is yet to come.
the
material
in the atmosphere by cosmic rays:
dows. Since it is so difficult to
to send us its messages even dur-
matter is contrasted by dark ener-
He (Andrea) exclaims, “We are so
school teacher, Christa McAuliffe,
ing a TV show!
gy, which represents 73% of the
insignificant compared to the uni-
regarding what was supposed to
universe’s matter-energy ratio and
verse.” Slightly offended, she
be the first science lesson of the
generates a negative pressure that
(Maggie) replies, “Speak for your-
Nasa program Teacher in Space and which instead was trans-
Translation by Gail McDowell
more
external
frequencies.
When
bounces. The smaller stars, on the
these particles have a very high
observe neutrinos, their nature is
other hand, can explode if they
energetic charge, which is acceler-
still a partial mystery to us and they
evolve into a white dwarf (a very
ated by the violent processes that
are carefully studied by scientists
2 150 billion fossil neutrinos
compact star) whose mass is just a
occur near supernovas and black
throughout the world.
Besides fossil radiation, the Big
is able to overpower the pull of
self, please.” And in fact, no mat-
bit larger than the mass of the Sun.
holes. Muons are highly penetrat-
Translation by Gail McDowell
Bang also produced many particles:
gravity,
ter how much humans let them-
formed into tragedy on January 28,
Things that will happen during
If it surpasses a particular critical
ing and can go through everything.
some of them formed the planets,
expansion of the universe.
selves be fascinated by the moon
1986 when the space shuttle disin-
your visit to the exhibit (or du-
mass, in fact, a violent nuclear
Every living organism on the Earth
stars and galaxies while others are
Translation by Gail McDowell
and falling stars, or by the mar-
tegrated just 73 seconds after it
ring a half hour of your life) but
reaction is sparked which inciner-
has always cohabitated with this
still wandering about, forming an
velous photographs sent to us by
was launched. The closing credits
which you will not notice
ates everything in a few instants.
start to roll a few instants after the
(edited
by
Professor
nomical Observatory of Teramo)
accelerating
the
impalpable background that per-
the big telescopes, there will
comes from the cosmos, the same
Things in the exhibit that you
meates space in its entirety. Many
always be cynical, irreverent people
disaster, leaving the story suspend-
2 10 million billion billion bil-
radiation which is produced in the
won’t be able to see (!)
of these particles are neutrinos. No
who think that all we have to do is
ed. But in fact it was the American
lion kilos of iron will be produ-
cores of nuclear reactors.
(edited
Oscar
Straniero, director of the Astro-
thus
form of nuclear radiation which
ced in the core of the stars in
Oscar
scientist has yet been able to
reach out a hand to grab hold of all
space program that was suspend-
Straniero, director of the Astro-
detect them because their interac-
that space. After all, it is the vision
ed, for 32 months.
nomical Observatory of Teramo)
tion with matter is so weak! This is
of courageous and bold people
And when the space shuttle
one of the fascinating challenges
who have made ambitious under-
Columbia disintegrated as it reen-
of ongoing research.
takings like the first Moon landing
tered Earth’s atmosphere in 2003,
40 years ago possible.
the United States cancelled all new
by
Professor
1 100,000 supernovas will ex-
the visible universe
4 10 million billion neutrinos
plode in the observable univer-
Iron is produced in the stars and
produced by the Sun will cross
se (50 per second!)
dispersed into the cosmos when
through your body
1 One thousand billion fossil
Supernovas are stars that conclude
supernovas explode. Without the
The nuclear reactions that take
photons
their evolution with an explosion.
stars and their explosions there
place inside the Sun generate ener-
Background radiation (also known
3 A few hundred billion micro-
And if still today some people
shuttle missions for over two years.
As they explode they release an
would not be a single atom of iron
gy in the form of electromagnetic
as fossil radiation) is the light that
scopic and elusive components
believe that it was a farce –
But despite the incredulous, the
enormous amount of energy in just
in the entire universe, or in the
radiation (the light we see), but
was produced during the Big Bang.
of dark matter
because of limits and laws of
cautious, the costs and the acci-
a few seconds (up to one thousand
hemoglobin in your blood. It really
also neutrinos, particles with a very
For the first 300,000 years of its
The ratio of matter to energy in the
physics and insurmountable tech-
dents, nothing can truly stop
billion times the energy produced
is true that we are children of the
small mass and without any electri-
existence, the universe was opaque
universe is 1 to 3, in favor of ener-
nical obstacles – we can only
human beings’ thirst for knowl-
by the Sun in one year, or one bil-
stars!
cal charge (which means they are
to this radiation but later, as it
gy. 80% of the universe’s matter is,
imagine how difficult it must have
edge and their spirit of adventure.
125
oxygen
126
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07 – 09.2009
Thus, even if we are not yet living
trans-Atlantic flight from New York
years ago to completely dedicate
in pressurized bubbles, surrounded
to Paris. In 2004, Tier One won the
himself to art. He has focused on
in 2003. The history of space
by androids and futuristic gadgets,
ten million dollars that had been
painting since 1981 with the
unrolls before the eyes of visitors: at the heart of the exhibition is the
ington Dulles International Airport,
we are starting to see the first
offered by the X Prize Foundation
entirety of his works inspired by the
attempts at space tourism.
to the first private company to
Apollo missions. With brushstrokes
Enterprise, the first space shuttle
Since 2001, six private citizens
launch a reusable space ship twice
reminiscent of a master impres-
launched by Nasa and renamed by
have paid their own way to reach
in two weeks. Maybe by 2012
sionist, Bean offers glimpses and
the agency after a petition signing
the International Space Station.
someone will have won the Google
perspectives of a world on which
campaign instigated by fans of the
The first was Dennis Tito, a former
Lunar X Prize. And maybe our
only eleven men can say they have
Star Trek television series, so taking
Nasa scientist who paid the sum of
grandchildren will take low-cost
walked: lunar landscapes, portraits
its name from the USS Enterprise,
20 million dollars to Space Adven-
flights into outer space.
of astronauts and panoramic
the protagonist of many films and
tures for a one-week stay. Today,
Translation by Gail McDowell
visions of the Earth from space.
TV series. In the Eighteenth Centu-
A beautiful gift for the public at the
ry Eusebio Sguario, in the introduc-
world’s most visited museum.
tion to his scientific novel Dell’elet-
Space Adventures (www.spaceadventures.com) offers a variety of “space experiences” that range
Science’s sites
from a trip around the Moon (the
tricismo: o sia delle forze elettriche The Smithsonian National Air and
de’corpi svelate dalla fisica speri-
Space Museum was inaugurated
mentale, wrote: “Certain sciences
service has yet to be activated but
Smithsonian: the numbers of
the price has already been set at
space
on the 1st of July, 1976. There
with their austere and rigid
100 million dollars) to suborbital
by Davide Coero Borga
were one million visitors in the first
natures, should not be treated
flights ($102,000), to the Soyuz
127
Oxygen versus CO2
obtained for the land areas of
In February of this year a collusion
What’s more, techniques to dis-
European 29 States. But the satel-
between an American commercial
pose of space objects are yet to be invented. Currently the standard
month after the doors opened and
always with the same scientific
Space trash
lites that allow us to carry out these
satellite and the remains of a Russ-
simulator ($15,950).
400 years. That’s how many have
200 million in 1998. It is now near-
methods and doctrines; there is not
by Claudia Gandolfi
and other important measure-
ian military craft, which happened
procedure is to send the old space
“Oxygen” will already have gone
passed since the night Galileo first
ing 300 and, actually, is the most
but the form of Dialog (…) to pull
ments are themselves at the center
over Siberia at 790 kilometers
explorers to rest on the bottom of
to print but the seventh cosmic
pointed his telescope towards the
visited museum in the United
them from an obscure nimbus,
In the last few years the European
of a recent debate regarding their
above Earth’s surface, propelled
the ocean. In 2001, after 15 years
tourist is preparing for his launch in
heavens, creating an invisible
States and the world.
which renders them unpalatable to
Union has undertaken a series of
age. From the launch of Sputnik,
thousands of new metallic frag-
of activity, the orbiting Mir space
September 2009: Guy Laliberté,
bridge between Earth and the
The Smithsonian has an annual
persons of this world, and only in
initiatives aimed at reaching the
on October 4th 1957, around
ments into Earth’s orbit, reminding
station was decommissioned and
the founder of Cirque du Soleil,
other celestial bodies.
budget of 28 million dollars, an
this way may they hope to pass
goals of the Kyoto protocol.
6,000 more satellites have been
us that although the space around
its 135 tons of bulk passed spec-
will travel to the International
40 years. Since Neil Armstrong
impressive organization that boasts
from the deserts and dark caverns,
Amongst the many projects being
launched into orbit. Of these it is
us is potentially infinite, accidents
tacularly over Japan before sinking
Space Station for a “poetic social
stepped onto lunar plains, the
260 employees and almost 600
into the hands of spirited peoples
implemented is the agreement
estimated that only about one
of this type, though unlikely, are
off the coast of Australia. Now the
mission” tied to the One Drop
same ones that Galileo perceived
volunteers, not at all out of the
and into the pleasant conversa-
between the European environ-
thousand are still operative. Other
not impossible. After the impact,
collusion between two space
Foundation
(www.onedrop.org,
to be made of dust similar to that
ordinary if one considers that the
tions of this century”.
mental agency and a group led by
than the actual satellites, working
as usually happens, the debris was
objects, one Russian and one
which also features a link to Lalib-
which he walked through in the
museum holds a collection of his-
Time has passed since then and
the European space agency (Inte-
or not, there are around 12,000
spread in all directions: some of it
American, an event worthy of a
erté’s blog about his training and
unpaved streets of Padua, Pisa and
toric aircrafts that numbers 50,000
someone has decided that sci-
grated air quality platform for
pieces of debris with a diameter of
maintained the same orbit, while
film on the cold war, forces us to
preparation for the mission).
Florence. And it’s the Moon, that
pieces: starting with the Wright
ence’s newest ideas should escape
Europe), which calls for the inte-
over 10 centimeters now orbiting
some was thrown downwards
put our attention on the problem
Space flight is without a doubt an
of Galileo and of Armstrong, the
brothers’ glider, moving on to the
the parlours of nobles and the
gration air quality measurements
around the Earth and being con-
towards Earth, theoretically even
of hard to dispose of space trash
opportunity,
that
oft observed and sought after
Spirit of St. Louis with which
modern upper class and move
taken by both satellite and from
stantly monitored by radar, tele-
threatening the International Space
and on our contribution towards
attracts and creates companies like
moon, the far off and highly
Charles Lindberg completed his
towards the vaster population of
Earth’s surface, resulting in an
scopes and satellites.
Station, found at a height of 350
the pollution of outer space, in
Space Adventures, Virgin Galactic,
desired moon, that is the theme of
flight across the Atlantic in 1927,
craftsmen, farmers and factory
increasingly precise daily assess-
Most military, commercial and sci-
kilometers.
addition to that of Earth. Spy satel-
Armadillo Aerospace, Blue Origin
the exhibit in progress at the
and arriving finally at the Apollo 11
workers. Today, this public of
ment of emissions and pollution in
entific satellites are found in low
Over the years, pieces of missiles or
lites, whose job it is to scrutinize
and many others. It might seem
Smithsonian National Air and
command module.
everyday people, families and
the atmosphere. The project would
earth orbit, where they can remain
spaceships
found
the planet with potent, high reso-
a
business
have
been
like science fiction but it has not
Space Museum in Washington,
A collection bursting with entries,
young people, fill the halls of the
allow for the gathering of an
for decades before disintegrating
around the world: in South Africa,
lution radar, could even have
been that long since the first air-
DC. Alan Bean, the first artist to
so much so that the historic center
Smithsonian with their exclama-
unprecedented amount of infor-
from atmospheric contact. This
Cuba, in the desert of Saudi Ara-
nuclear reactors on board. Many of
plane flights created such ferment.
return from another world, is the
at the National Mall was no longer
tions and observations. And the
mation
of
means that within the next century
bia, along the Ivory Coast, on
them can still be found out there, a
Despite the incredulous, the cau-
protagonist.
able to contain them all and the
child who will someday set foot on
Europe’s environment: a reliable
an actual ring, just like those
Bahaman beaches and Brazilian
testimony to how the heavens are
tious, the costs and the accidents,
The fourth man to walk on Earth’s
Smithsonian found it necessary to
Mars, perhaps, walks among them
mapping of the air quality, with
famous ones encircling Saturn but
waters. In 1969 pieces of crunched
sometimes considered to be an
in 1927 Charles Lindbergh won the
satellite and a member of Apollo
open a sort of branch in the Steven
through those halls.
updates every 72 hours and a reso-
of broken, useless metals, could be
up metal rained down onto the
infinite dumping ground.
$25,000 Orteig prize for the first
12’s crew, Alan Bean left Nasa ten
F. Udvar-Hazt Center, near Wash-
Translation by Mia Adelman
lution of 50 kilometers, could be
created around the Earth.
deck of a Japanese ship.
Translation by Mia Adelman
on
the
condition
Oxygen è stampata su carta UPM Fine 120 gsm, certificarta EU Flower.
Il marchio EU Flower garantisce che l’intero ciclo di vita del prodotto ha un impatto ambientale limitato, a partire dalla scelta delle materie prime fino alla lavorazione, e dal dispendio energetico allo smaltimento dei rifiuti.
Per le riproduzioni grafiche e fotografiche appartenenti alla proprietà di terzi inserite in quest’opera, l’Editore è a disposizione degli aventi diritto, nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti bibliografici.
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