09 — 05.2010 La scienza per tutti
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026 – 031
La questione energetica e il nucleare di Enrico Bellone 032 – 035
Il rilancio del nucleare in Italia di Fulvio Conti 006 – 007 Editoriale di Umberto Veronesi
084 – 085 Intervista a Henri Revol
036 – 039
Francia, nucleare à la carte
Chi vigila sul nucleare? Il caso francese
di Attilio Geroni 008 – 011 Passepartout
di Simone Arcagni 040 – 044
062 – 063
Centrali nucleari: dove sono? Uranio e petrolio: dove e quanto?
Obama, Chu e la svolta nucleare americana
Nucleare: un’energia sempre più sicura
086 – 087 La scienza dal giocattolaio
di Antonio Moccaldi
Il piccolo chimico e la petite Curie
012 – 015
046 – 049 Connect the dots
Io sono un eco-pragmatista
di Pino Buongiorno
Glossario nucleare
070 – 075 Intervista doppia a Marco Ricotti e Vincenzo Balzani
052 – 057
Nucleare sì, nucleare no?
Le tecnologie del nuovo nucleare
076 – 079
050 – 051
Energia nucleare: una “tecnologiaponte” di Stephen Tindale
Everyday life
Nuke
di Stewart Brand 016 – 019
064 – 069 Photoreport
088 – 089 Future Tech
Nucleare e digitale nel medical imaging 090 – 091 Photoreport
Sensibili come gli esseri umani
di Emanuele Perugini
Italiani e nucleare: «Apertura crescente»
092 – 093 Traveller
Perché gli ambientalisti dovrebbero sostenere l’energia nucleare
058 – 061 Intervista a Carlo Bernardini
di Monica Fabris e Albino Claudio Bosio
Una gita atomica
di Chicco Testa
Atomi e neuroni: una miscela virtuosa contro la CO2
080 – 083
Informazione, antidoto alla paura
Habog Building
di Carlo Falciola e Manuela Lehnus
di Ilaria Catastini e Viviana Poletti
096 – 127 English version
020 – 023
024 – 025 Photoreport
Un supereroe atomico
094 – 095 I luoghi della scienza
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immagine di copertina © Nicolas Nova, Flickr
Oxygen nasce da un’idea di Enel, per promuovere la diffusione del pensiero e del dialogo scientifico.
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Oxygen 2007/2010 Zhores Alferov, Enrico Alleva, Colin Anderson, Paola Antonelli, Andrea Bajani, Pablo Balbontin, Philip Ball, Ugo Bardi, Paolo Barelli, Roberto Battiston, Enrico Bellone, Tobias Bernhard, Michael Bevan, Piero Bevilacqua, Andrew Blum, Luigino Bruni, Giuseppe Bruzzaniti, Massimiano Bucchi, Tania Cagnotto, Paola Capatano, Carlo Carraro, Stefano Caserini, Marco Cattaneo, Corrado Clini, Co+Life/Stine Norden & Søre Rud, Ashley Cooper, George Coyne, Paul Crutzen, Partha Dasgupta, Mario De Caro, Giulio De Leo, Freeman Dyson,
Richard Ernst, Paolo Ferri, Tim Flach, Stephen Frink, Antonio Galdo, David Gross, Julia Guther, Søren Hermansen, Thomas P. Hughes, Jeffrey Inaba, Christian Kaiser, Sir David King, Hans Jurgen Köch, Johan Lehrer, François Lenoir, Jean Marc LévyLeblond, Ignazio Licata, Armin Linke, Giuseppe Longo, L. Hunter Lovins, Tommaso Maccararo, Giovanni Malagò, Mark Maslin, John McNeill, Joel Meyerowitz, Marcella Miriello, Patrick Moore, Richard A. Muller, Helga Nowotny, Robert Oerter, Alberto Oliverio, Sheila Olmstead, Rajendra K. Pachauri, Mario Pagliaro, Francesco Paresce, Federica Pellegrini, Telmo Pievani, Michelangelo Pistoletto, Giovanni Previdi, Filippo Preziosi, Jorgen Randers, Sergio Risaliti, Kevin Roberts, Lew Robertson, Kim Stanley Robinson, Alexis Rosenfeld, John Ross, Marina Rossi, Jeffrey D. Sachs, Gerge Saliba, Saskia Sassen, Steven Shapin, Clay Shirky, Antonio Sofi, Robert Stavins, Bruce Sterling, Mario Tozzi, Nick Veasey, Jules Verne, Umberto Veronesi, Gabrielle Walker, Carl Zimmer.
direttore responsabile Gianluca Comin
direttore editoriale Vittorio Bo
art direction e impaginazione
coordinamento editoriale
studiofluo
Giorgio Gianotto
comitato scientifico Enrico Alleva presidente Giulio Ballio Roberto Cingolani Fulvio Conti Derrick De Kerckhove Niles Eldredge Paola Girdinio Piero Gnudi Helga Nowotny Telmo Pievani Francesco Profumo Carlo Rizzuto Robert Stavins Umberto Veronesi
Luca Di Nardo Paolo Iammatteo Dina Zanieri
ricerca iconografica studiofluo
managing editor Stefano Milano
collaboratori Davide Coero Borga Livia Dall’Agata Eva Filoramo Michelle Nebiolo
traduzioni Susanna Bourlot Laura Culver Gail McDowell Michelle Nebiolo
rivista trimestrale edita da Codice Edizioni
stampa Officine Grafiche Artistiche Grafart, Venaria (Torino)
distribuzione esclusiva per l’Italia Arnoldo Mondadori editore via Bianca di Savoia 12 20122 Milano t +39 02 754 21 f +39 02 754 22 584
sede legale, direzione, pubblicità e amministrazione Oxygen c/o Codice Edizioni via Giuseppe Pomba 17 10123 Torino t +39 011 197 00 579 f +39 011 197 00 582 oxygen@codiceedizioni.it www.oxygenmag.it
© Codice Edizioni. Tutti i diritti di riproduzione e traduzione degli articoli pubblicati sono riservati.
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Hanno contribuito a questo numero
Simone Arcagni
Enrico Bellone
Stewart Brand
Fulvio Conti
Direttore responsabile di “Closeup”, si occupa di tecnologia e new media per “Nòva - Il Sole 24 Ore” e “Tutto Digitale”. Curatore della View Conference e ricercatore in Storia del cinema, collabora inoltre con la Facoltà di Architettura presso l’Università di Palermo.
Storico della scienza, è stato il primo docente a essere chiamato nel 1994, per chiara fama, a occupare la “cattedra galileiana” dell’Università di Padova. Nel 2008 ha ricevuto il premio Preti insieme a George Lakoff dell’Università di Berkeley.
Vincenzo Balzani
Fisico di grande fama e professore emerito all’Università La Sapienza di Roma, è stato membro della giunta esecutiva dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, oltre che direttore della rivista “Sapere”. È noto anche per il suo lavoro di divulgatore scientifico (tra le sue opere, Contare e raccontare. Dialogo sulle due culture, scritto a quattro mani con Tullio De Mauro, e Fisica vissuta, Codice Edizioni, 2006).
Tra i fondatori del movimento ambientalista americano, ha vinto l’US National Book Award nel 1972 con il leggendario Whole Earth Catalog (1968 -1985). È presidente e co-fondatore della Long Now Foundation e co-fondatore del Global Business Network. Il suo libro più recente è Una cura per la Terra. Il manifesto di un ecopragmatista (Codice Edizioni, ottobre 2010). Abita su un rimorchiatore nella Baia di San Francisco.
Amministratore delegato e direttore generale di Enel dal maggio 2005, attualmente ricopre anche l’incarico di consigliere di amministrazione di arclays plc e di AON Corporation. È inoltre vicepresidente di Eurelectric e consigliere dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Direttore amministrazione, finanza e controllo della Montecatini dal 1991 al 1993, ha ricoperto quindi il ruolo di direttore finanziario della MontedisonCompart. Direttore generale e chief financial officer delle Ferrovie dello Stato tra il 1996 e il 1998, vicepresidente di Eurofima nel 1997, e direttore generale e CFO di Telecom Italia. Dal 1999 al giugno 2005 ha ricoperto il ruolo di CFO di Enel.
Professore di Chimica generale e inorganica all’Università di Bologna, ha trascorso periodi di studio nelle università di Vancouver, Gerusalemme, Strasburgo, Lovanio e Bordeaux. Per la sua attività scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti, è stato presidente della European Photochemistry Association ed è membro dell’American Association for the Advancement of Science, dell’Accademia Nazionale delle Scienze e dell’Accademia dei Lincei. Ha fatto o fa attualmente parte dell’editorial board di numerose riviste internazionali. È da molti anni tra i 100 chimici più citati del mondo.
Carlo Bernardini
Albino Claudio Bosio È professore ordinario di Psicologia dei consumi e del marketing e direttore scientifico del master universitario in Metodi qualitativi per la ricerca sociale e di marketing presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano. Ricercatore in GfKEurisko dal 1975, è vicepresidente dell’Istituto e direttore del Dipartimento di studi sociali e politici, oltre che direttore del Centro studi e formazione ASSIRM dal 2006.
Pino Buongiorno Vicedirettore del settimanale “Panorama”, è stato inviato speciale, corrispondente dagli Stati Uniti e capo della redazione romana. Di recente ha curato la raccolta di saggi Il mondo che verrà. Idee e proposte per il dopo G8 (Università Bocconi Editore), tradotto anche in inglese.
Ilaria Catastini Presidente di Hill&Knowlton Gaia, è specializzata da oltre vent’anni in comunicazione ambientale e sociale e in ingegneria del consenso. È stata consulente di enti pubblici e aziende, oltre che presidente di Anima, Associazione dell’Unione degli Industriali di Roma per la diffusione della CSR. È membro del comitato scientifico della Fondazione I-CSR.
Monica Fabris Dopo essere stata responsabile dell’area qualitativa e dell’area ricerche e membro del board direttivo, dal 2007 è presidente di GPF, istituto di ricerca e consulenza strategica sul cambiamento sociale, i consumi e la comunicazione, che di recente è entrato a far parte del gruppo Reti. Esperta di psicologia dinamica applicata alla metodologia della ricerca sociale, ha collaborato con la cattedra di Teoria e tecniche della pubblicità allo IULM e tenuto seminari all’Università Statale di Milano sul marketing e l’innovazione.
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Carlo Falciola
Antonio Moccaldi
Viviana Poletti
Chicco Testa
Giornalista freelance, fotografo e autore televisivo, si occupa da vent’anni di divulgazione e comunicazione scientifica. Ha realizzato programmi televisivi e documentari per i canali Mediaset e per La7. Ha collaborato con testate dei gruppi editoriali Mondadori, RCS e L’Espresso. Per dieci anni ha fotografato la natura italiana e africana, collaborando con agenzie fotografiche ed enti di ricerca.
È presidente (dal 2003) e commissario straordinario dell’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL). È inoltre professore a contratto nel corso di laurea in Scienza della sicurezza dell’Università di Roma La Sapienza, Facoltà di Ingegneria, dove insegna “Protezione dalle radiazioni ionizzanti e campi elettromagnetici”. Presidente del Comitato Tecnico-Scientifico ISPESL e membro del Consiglio Superiore di Sanità, tra gli altri incarichi attualmente ricoperti è anche membro del comitato scientifico dell’INRS (istituto nazionale francese per la ricerca sulla sicurezza e tutela delle malattie nei luoghi di lavoro) e dell’Accademia delle Scienze.
È direttore delle Practice Issue e Reputation Management di Hill&Knowlton Italia. Da oltre vent’anni opera nel settore delle relazioni pubbliche e della comunicazione di impresa nell’ambito delle aziende e delle società di consulenza. Dalla fine degli anni Novanta si è specializzata nelle tematiche di gestione della crisi e nei progetti di corporate reputation.
Tra i fondatori di Legambiente, collabora come giornalista con alcuni fra i più importanti quotidiani e settimanali italiani ed è autore del libro Tornare al nucleare? L’Italia, l’energia, l’ambiente (Einaudi, 2008), in cui ripercorre vent’anni di discussione pubblica italiana sulle politiche ambientali ed energetiche. Ha creato il blog www.newclear.it con l’auspicio di contribuire al dibattito sul nucleare in corso nel mondo e in Italia.
Attilio Geroni Nato nel 1960, giornalista professionista dal 1985. Corrispondente de “Il Sole 24 Ore” da Parigi, dopo essere stato corrispondente per lo stesso giornale dalla Germania (2001-2006) e dai Paesi dell'Est, con base a Varsavia, dopo la caduta del Muro di Berlino. Si è sempre occupato di politica ed economia internazionale.
Manuela Lehnus Ha collaborato alla realizzazione di documentari e servizi scientifici per il programma televisivo Sfera, su La7. Nel campo della comunicazione ha lavorato con l’Istituto Hoffman ed è consulente di Paramount Home Entertainment e DreamWorks. Dal 2002 scrive articoli di carattere divulgativo-scientifico per diverse testate periodiche nazionali, tra cui “D - la Repubblica” del gruppo Espresso e magazine editi da Mondadori, Hachette-Rusconi e RCS.
Emanuele Perugini Giornalista professionista esperto di ambiente, sanità, bioetica e politica della ricerca, collabora con numerose testate quotidiane e periodiche e agenzie di stampa (“Il Messaggero”, “Il Mattino”, “la Repubblica”, Agenzia Italia, “Oggi”, “L’Espresso”, “Quark”). È direttore dell’agenzia di giornalismo scientifico 30 Righe News ( www.30righenews.it).
Henri Revol Ingegnere e Senatore onorario della Repubblica francese, membro dell’UMP (Union pour un Mouvement Populaire), è presidente dell’Haut Comité pour la Transparence et l’Information sur la Sécurité Nucléaire (HCTISN) e ricopre diverse cariche pubbliche presso il Senato: è membro della Commissione affari economici e presidente dell’Office Parlementaire d'Évaluation des Choix Scientifiques et Technologiques (OPECST).
Marco Ricotti È professore straordinario di Impianti nucleari al Dipartimento di Energia (di cui è vicedirettore) del Politecnico di Milano ed è membro del consiglio direttivo del Cirten (Consorzio inter-universitario per la ricerca tecnologica nucleare). È stato consulente presso società di ingegneria nel settore impiantistico, dedicandosi a studio e progettazione di un reattore integrale modulare (progetto internazionale IRIS) e di un reattore di IV generazione (progetto internazionale ELSY).
Stephen Tindale Co-fondatore di Climate Answers (www.climateanswers.info), Tindale è un consulente per il clima e l’energia che lavora da vent’anni sul cambiamento climatico. Attualmente collabora con RWE npower renewables e con il Centre for European Reform. È anche visiting fellow al Policy Studies Institute. In anni recenti, Tindale è stato direttore esecutivo di Greenpeace UK, presidente di Greenpeace European Unit e consulente per Michael Meacher, ministro dell’ambiente britannico.
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Editoriale
Umberto Veronesi
Il problema dell’energia ha due volti: produrne quanta è necessaria allo sviluppo del Pianeta, tenendo presente che secondo le ultime stime il fabbisogno mondiale aumenterà di oltre il 50% entro il 2030; e farlo proteggendo l’uomo e l’ambiente. Io penso che l’energia nucleare appaia oggi come la fonte migliore per soddisfare entrambi i requisiti. Se infatti mettiamo da parte le posizioni preconcette, ideologiche o emotive, e consideriamo la realtà, ci appaiono tre scenari. Il primo è continuare a utilizzare l’energia che proviene da combustibile fossile, che sappiamo che è relativamente sostenibile, ha ancora una produzione ricca, un’organizzazione distributiva collaudata, ma è fortemente inquinante, dannoso per la salute e pericoloso dal punto di vista geopolitico. Le sue sorgenti sono infatti concentrate in un piccolo numero di Paesi che possono fare dell’energia uno strumento di ricatto economico e politico. Inoltre, tra qualche centinaio d’anni, petrolio e carbone sono destinati a esaurirsi. Il secondo scenario è l’utilizzo delle fonti rinnovabili, come quella solare, che ha grandi potenzialità nei Paesi esposti al sole, come il nostro, e va sfruttata in modo più deciso perché è pulita, inesauribile e abbondante. Tuttavia, ancora non abbiamo le tecnologie che ne rendano accessibili i costi di trasformazione, e resta ancora molto da investire in ricerca tecnologica per il pieno sfruttamento. Il terzo è utilizzare altre fonti non inquinanti, come l’eolica, la geotermica, le biomasse, l’i-
droelettrica e il nucleare, che non comportano pericoli per la salute ma hanno altre criticità. L’energia idroelettrica purtroppo è già sfruttata quasi al massimo del potenziale, mentre l’energia eolica è una soluzione parziale e ottenibile solo nei paesi molto esposti ai venti, come quelli del Nord Europa. L’energia geotermica, che è inesauribile, ha processi d’estrazione troppo lunghi e costosi. Le biomasse, cioè la coltivazione delle piante per produrre energia, sono interessanti e promettenti. Tuttavia vanno utilizzate con raziocinio, perché dobbiamo fare i conti con le estensioni di terreno che sottraiamo all’agricoltura e di conseguenza all’alimentazione. Infine, per il nucleare, il grande ostacolo è il rischio di incidenti alle centrali, che, va detto subito, è oggi ridotto al minimo. Il grande movimento antinucleare, nato vent’anni fa essenzialmente sulla scorta della paura dei disastri delle centrali nucleari, oggi non avrebbe più ragione di esistere, perché il rischio di incidente per le nuove centrali si è molto abbassato, grazie alle nuove tecnologie. Non dobbiamo stancarci di ripetere che Chernobyl fu dovuto a un errore umano, che oggi non potrebbe più occorrere perché i processi sono altamente automatizzati. Attualmente nel mondo esistono 437 centrali nucleari in 29 paesi. Negli Stati Uniti ci sono 104 reattori nucleari e, in Europa, l’Italia è l’unico paese avanzato a non averne nessuno. Possiamo davvero pensare che tutti gli altri governi mettano severamente a rischio i loro cittadini? Vicino a noi, nella piccola Svizzera, icona della sicurez-
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za e della qualità della vita, ci sono 5 reattori nucleari, in Spagna 8, in Germania 17 e in Francia 58! E se anche guardiamo più lontano, verso i nuovi paesi emergenti, scopriamo che anche l’India recentemente si è orientata al nucleare. Inoltre la ricerca sulla “fissione” nucleare di oggi apre la strada alla “fusione” nucleare che sarà verosimilmente la soluzione energetica per l’umanità del futuro. Legati al nucleare rimangono piuttosto due problemi: lo smaltimento delle scorie radioattive e lo smantellamento delle centrali quando diventano obsolete. Sono però punti sui quali la ricerca scientifica può essere di grande aiuto. Già oggi disponiamo di molte soluzioni, e a costi accettabili. Le scorie vengono trattate per renderle inerti e quanto rimane viene sotterrato. In Francia, a Le Hague, c’è un deposito di scorie su cui la gente passeggia: sono ben custodite e le radiazioni non ci raggiungeranno mai. Certo, la fonte ottimale (in termini di produzione, efficienza, sostenibilità per l’ambiente e per l’uomo) ancora non l’abbiamo trovata, ma, aspettando i risultati della ricerca, sembra comunque che l’opzione nucleare sia quella da considerare concretamente e subito perché attualmente il nucleare si presenta come una fonte di energia potente, per la quale le tecnologie di sfruttamento sono già note e condivise a livello mondiale. E come una fonte di energia “pulita”: basta pensare che è quella maggiormente utilizzata dalla natura stessa. Il sole è un’immensa centrale nucleare.
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Passepartout
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Centrali nucleari: dove sono?
18 Canada
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Stati Uniti
2
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Messico
2
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Brasile
2|1 Argentina
437 Reattori nucleari in attività 55 Reattori nucleari in costruzione Fonte dati: IAEA – International Atomic Energy Agency / Power Reactor Information System – PRIS, 2010 * inclusa Taiwan
2|2
8 Bulgaria
Spagna
1
Armenia
1
Iran
2
Sud Africa
17 | 23
2|1
Pakistan Cina *
18 | 5
India
32 | 8
Russia
20 | 6
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Ungheria Slovenia
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1 4
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Svizzera
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Repubblica 4|2 Ceca Slovacchia
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Germania
6
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Belgio
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Olanda
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Francia
5
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Gran Bretagna
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Passepartout
4|1
Finlandia
10
Svezia
15 | 2
Ucraina
2
Romania
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54 | 1
Giappone Corea del sud
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Uranio e petrolio: dove e quanto?
8% Canada
6% Stati Uniti
8% Venezuela
5% Brasile
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Passepartout
Riserve accertate di uranio (in %): i primi 10 stati Fonte dati: IAEA – International Atomic Energy Agency / Power Reactor Information System – PRIS, 2009.
Riserve stimate di petrolio (in %): i primi 10 stati Fonte dati: BP Statistical Review of World Energy, giugno 2009.
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10% 6% Russia 15%
4% Ucraina
3% Kazakistan
9% Iraq
11% Iran
8% Kuwait
3% Libia
8% Emirati Arabi Uniti 21% Arabia Saudita 3% Nigeria 5%
5% Namibia 8% Sudafrica
23% Australia
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oxygen 09 – 05.2010
Come abbiamo iniziato a preoccuparci per il clima? Nel 1948, un ambientalista di nome Fairfield Osborn scrisse un libro intitolato Il pianeta saccheggiato (la prima geremiade di questo genere) e, insieme a Laurence Rockefeller, fondò la Conservation Foundation di New York. Nel 1958, Charles Keeling diede il via all’epico progetto volto a misurare la concentrazione atmosferica di CO2. Quando la preoccupante tendenza all’aumento emerse in tutta la sua evidenza, la Conservation Foundation organizzò la prima conferenza sul cambiamento climatico, cui seguì la pubblicazione di un articolo scientifico intitolato Implications of Rising Carbon Dioxide Content of the Atmosphere (“Implicazioni dell’aumento della concentrazione atmosferica di biossido di carbonio”). Era il 1963. Come riporta Febbre planetaria di Spencer Weart, pubblicato nel 2004, «alla fine redassero un rapporto in cui si suggeriva che il raddoppio della CO2 programmato nel secolo successivo avrebbe potuto far aumentare la tem-
peratura globale di 4°C. Segnalarono, inoltre, con preoccupazione che tale incremento avrebbe costituito un pericolo: per esempio, avrebbe potuto far fondere i ghiacciai e far aumentare il livello del mare, inondando così le aree costiere». La Conservation Foundation sollecitò nuovi finanziamenti per il progetto di Keeling sul biossido di carbonio e spinse la National Academy of Sciences a interessarsi dell’argomento. Da allora la consapevolezza sul cambiamento climatico seguì il medesimo andamento ascendente della curva di Keeling. Nel 1971, il best-seller ambientalista di Barry Commoner, Il cerchio da chiudere, lanciò un primo avvertimento sui gas serra, e nel 1978 un giovane Albert Gore, membro del Congresso per il Tennessee, organizzò alcuni convegni sul riscaldamento globale a cui prese parte anche Roger Revelle, suo docente di Harvard che aveva promosso lo studio di Keeling sulla CO2. L’embargo petrolifero imposto dall’OPEC nel 1973 attirò l’attenzione del mondo sull’energia,
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Io sono un eco-pragmatista
di Stewart Brand
In anteprima per Oxygen, un estratto da Una cura per la Terra. Il manifesto di un ecopragmatista in cui Stewart Brand – fondatore della Long Now Foundation e uno dei grandi pensatori “elettronici” dei nostri tempi – propone “quattro eresie” per il movimento ambientalista.
e da quel momento efficienza e rinnovabilità diventarono le dottrine fondamentali degli ambientalisti. Il solare divenne di moda e l’eolico iniziò uno sviluppo che avrebbe portato alla megainfrastruttura che conosciamo oggi. Furono inoltre inventate e perfezionate le finestre isolanti. Tra le altre cose, tutta quell’innovazione, in particolare la spinta verso l’efficienza, evitò l’immissione nell’atmosfera di diversi gigatoni di biossido di carbonio. Io presi parte a tutto questo, e ne sono lieto. Sfortunatamente per l’atmosfera, però, negli anni Settanta e Ottanta negli Stati Uniti e in Europa gli ambientalisti contribuirono all’arresto improvviso dell’industria nucleare (lo stallo risparmiò la Francia, che fortunatamente rispose alla crisi petrolifera costruendo un sistema elettrico che si appoggiava al nucleare per un buon 80%). Il risultato fu l’ingresso nell’atmosfera di gigatoni di biossido di carbonio derivante dalla combustione di gas e carbone, che continuò al posto
del nucleare. Io fui parte anche di questo, e me ne scuso. […] A mio giudizio, perché si possa intraprendere un percorso ecologista è necessario che gli ambientalisti si rendano conto che il settore dell’energia nucleare si svilupperà a prescindere da ciò che facciamo. La solita opposizione ne ostacolerebbe la crescita, rallentandola e rendendola più costosa, non sistemica e, in generale, pericolosamente scoordinata. Se invece la incoraggiamo nel modo giusto, disporremo di un’energia in grado di minimizzare le concentrazioni di carbonio nell’atmosfera, interagire bene con altre forme di energia pulita o super-efficiente, generare altri servizi verdi come la desalinizzazione o la produzione di idrogeno, utilizzare torio e uranio con conseguenze minime per l’ambiente, contribuire all’eliminazione delle armi nucleari, fornire energia sicura alle città riducendo la povertà nel mondo e, infine, uscire elegantemente di
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oxygen 09 – 05.2010
Cinque persone su sei vivono nei paesi in via sviluppo: nel 2010 risulteranno essere circa 5,7 miliardi. In un modo o nell’altro i poveri del mondo riusciranno ad avere accesso a una rete elettrica, e la fonte di quell’elettricità determinerà il futuro del clima.
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Io sono un eco-pragmatista
© Alberto Carmagnani
scena in caso si presenti un’alternativa migliore. I verdi più convinti potrebbero promuovere con particolare entusiasmo i sofisticati microreattori affinché trovino acquirenti. Potremmo fare pressioni perché nella prossima versione del Protocollo di Kyoto non si ripeta il vergognoso errore di negare i crediti di emissione per l’energia nucleare, e perché i progetti dei vari reattori diventino di dominio pubblico, per permettere la correzione di eventuali errori e conquistare la fiducia dell’opinione pubblica. Potremmo incoraggiare l’investimento nella propulsione nucleare delle navi commerciali, da cui attualmente deriva il 4% delle emissioni di gas serra, il doppio di quelle generate dal traffico aereo. E, nel promuovere lo sviluppo delle automobili plugin, dovremmo ricordare che riducono le emissioni di carbonio soltanto se l’elettricità che consumano proviene da fonti verdi, come il nucleare, l’eolico, l’idroelettrico e il solare. Se l’idrogeno diventasse un combustibile pratico, potrebbe influenzare lo sviluppo di reattori di quarta generazione ad alta temperatura specializzati nella produzione di questo elemento. Le stesse macchine potrebbero inoltre farsi carico della desalinizzazione, che costituisce la fonte di acqua a più elevato consumo energetico e il modo meno dannoso a livello ambientale di fornire acqua alle coste sempre più popolate. Poiché oggi il carbone viene considerato l’orrore sistemico a lungo termine che una volta era rappresentato dal nucleare, dovremmo monitorare attentamente l’effettiva efficacia dei disincentivi all’uso di questo combustibile e assicurarci che funzionino. Infine, per incoraggiare la fiducia dell’opinione pubblica e la familiarità con il nucleare, potremmo seguire gli esempi di Francia e Svezia e aprire tutti i reattori a visite pubbliche (un terzo degli svedesi hanno visitato una centrale nucleare, il che aiuta a spiegare perché l’80% della popolazione sostenga il loro utilizzo). A beneficio dei nostri amici ambientalisti ancora scettici potremmo citare Roger Revelle, il mentore di Al Gore e finanziatore degli studi sul biossido di carbonio atmosferico che per primi rivelarono la “scomoda verità” sui cambiamenti climatici. Revelle considerava il nucleare come «molto più innocuo» di altre fonti energetiche e dichiarò: «Quel che dovremmo fare è imitare i
francesi e i giapponesi, che non hanno alcuna fobia del nucleare». Possiamo persino invocare il Sierra Club, che sostenne questa tecnologia tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta come fonte di energia preferibile alle dighe idroelettriche. Avevano ragione. L’atmosfera risponde all’insieme di tutte le attività umane. Le decisioni degli Stati Uniti sul nucleare non rappresentano l’evento principale. Il movimento dei baraccati Abahlali baseMjondolo in Sudafrica ha dichiarato: «L’elettricità non è un lusso. È un diritto fondamentale. È necessaria perché i bambini possano fare i compiti, per cucinare e riscaldare la casa in sicurezza, per poter ricaricare il telefono e partecipare ai dibattiti nazionali attraverso le comunicazioni elettroniche (talk-show di attualità, e-mail, ecc.), per illuminare le strade e le case in modo da garantire alle donne una maggiore sicurezza e, soprattutto, per porre fine agli incendi che ci terrorizzano». Circa metà dell’India non è collegata alla rete elettrica e la poca elettricità che c’è proviene da generatori locali alimentati a gasolio. Un articolo del “The New York Times” ha raccontato così il destino di un villaggio: «Per un periodo Chakai Haat ha avuto elettricità almeno per alcune ore al giorno, e questo evento ha portato grandi cambiamenti. Il numero dei piccoli furti è diminuito, perché il villaggio era illuminato. Il governo ha fatto costruire pozzi per irrigare i campi e sono state aperte delle riserie che hanno creato nuovi posti di lavoro. Ma la benedizione non è durata a lungo. Forti piogge hanno danneggiato le linee elettriche, le riserie hanno chiuso, e l’oscurità ha avvolto nuovamente il villaggio». Cinque persone su sei vivono nei paesi in via sviluppo: nel 2010 risulteranno essere circa 5,7 miliardi. In un modo o nell’altro i poveri del mondo riusciranno ad avere accesso a una rete elettrica, e la fonte di quell’elettricità determinerà il futuro del clima.
Questo articolo è un’anticipazione di Una cura per la Terra. Il manifesto di un ecopragmatista (Codice Edizioni, ottobre 2010). Estratto pubblicato per gentile concessione di Brockman Inc. Stewart Brand sarà ospite del Festival della Scienza di Genova (29 ottobre – 7 novembre 2010)
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Energia nucleare: una “tecnologia-ponte”
di Stephen Tindale
Il suo ripensamento ha fatto molto scalpore: l’ex direttore esecutivo di Greenpeace UK, dopo essersi opposto per vent’anni, è oggi favorevole alle centrali nucleari, «finché non saremo in grado di ricorrere unicamente a fonti rinnovabili per l’elettricità, il riscaldamento e il carburante».
Dovremmo essere tutti a favore della costruzione di nuovi centrali nucleari, come “tecnologiaponte” finché non saremo in grado di ricorrere unicamente a fonti rinnovabili per l’elettricità, il riscaldamento e il carburante. Le fonti rinnovabili sono la forma energetica più desiderabile, perché sono sicure, hanno una buona diffusione geografica e il combustibile è gratis. L’obiettivo dell’Unione Europea per le rinnovabili è di raggiungere il 20% entro il 2020. È un buon obiettivo, e va realizzato. Ma l’80% resta ancorato ad altre fonti energetiche. Ci vorranno diversi decenni prima che l’Unione Europea possa dirsi rinnovabile al 100%. Ho passato 18 anni, dal 1989 al 2007, a disquisire e a battermi contro l’energia nucleare, nel mio lavoro per ONG, think tank e per il governo britannico. Nel 2006 ho letto dei rapporti sul permafrost che si sta sciogliendo in Siberia; nel processo vengono rilasciate quantità enormi di gas metano, che contribuisce in modo potente all’effetto serra, e questo mi ha indotto a riflettere con grande serietà sulla mia posizione. La crisi climatica oggi è talmente grave che dobbiamo fare tutto il possibile per tenerla sotto controllo. L’energia nucleare non è a emissioni zero di carbonio. Ma è a bassa emissione e, per questo motivo, è venuto il momento di accettarne l’uso come tecnologia-ponte. L’IPCC (il Panel intergovernativo sui cambia-
menti climatici), creato alla fine degli anni Ottanta per valutare le questioni scientifiche e per offrire consulenza ai governi, ha concluso nel 2007 che il cambiamento climatico è ormai «inequivocabile» e che «probabilmente» (cioè con una probabilità superiore al 90%) è provocato dalle attività umane. Naturalmente c’è chi sostiene il contrario: l’aumento osservato e registrato della temperatura globale degli ultimi anni rientrerebbe in un ciclo naturale. Del resto c’è ancora qualcuno che contesta l’evoluzione, 150 anni dopo Darwin e la sua teoria. Non possiamo permetterci di sprecare neppure i prossimi 150 mesi a dibattere se sia l’uomo a provocare il cambiamento climatico, se vogliamo che la civiltà umana sopravviva. Automobili, camion e treni possono e dovrebbero usare l’elettricità, non il petrolio. Già nei veicoli ibridi-elettrici di oggi le emissioni di carbonio per chilometro percorso sono inferiori rispetto ai motori a benzina o a gasolio e, via via che questi ibridi diventano sempre meno inquinanti, le emissioni si abbassano ulteriormente. La qualità dell’aria migliorerà ulteriormente con i veicoli elettrici: un loro uso più diffuso significa che, a prescindere dai progressi nell’efficienza energetica, ci sarà un aumento significativo dell’uso dell’elettricità in tutto il mondo e nell’Unione Europea. E ci sono altre ragioni per cui l’uso dell’elettricità aumenterà. Un sistema sensa-
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to per ridurre le emissioni dovute alla generazione di calore è il Ground Source Heat Pump (GSHP, pompa di calore geotermico). Questo sistema pompa il liquido sottoterra, dove viene riscaldato dall’energia assorbita dal sole, e poi lo riporta in superficie, nell’edificio da riscaldare. Quest’energia è a emissioni zero e le GSHP dovrebbero essere obbligatorie per le nuove costruzioni: ma la pompa funziona a elettricità. Ci sarà anche una domanda crescente di climatizzatori, perché le estati saranno sempre più calde. Non sempre questa refrigerazione è necessaria, o addirittura desiderabile: in molti uffici l’aria è talmente “ben” condizionata che per riuscire a lavorare bisogna indossare un golf o una giacca. Nel 2003 però vi furono molte vittime per l’ondata di calore che investì l’Europa e, in tutto il mondo, le ondate di calore uccidono ogni anno decine di migliaia di persone. La situazione peggiorerà con l’aumentare delle temperature, quindi la tesi che il condizionamento dell’aria sia sempre superfluo o indesiderabile non è difendibile. Nessuna forma di produzione di elettricità è totalmente priva di emissioni di carbonio. Ma le emissioni prodotte dall’intero ciclo nucleare (compresi il decommissioning e la gestione delle scorie) sono un decimo circa di quelle generate da una normale centrale elettrica a carbone,
un quarto di quelle di una centrale a gas, all’incirca uguali alle emissioni prodotte dall’energia solare e circa il quintuplo di quelle dell’energia eolica: un’altra ragione per cui questa fonte energetica va diffusa il più rapidamente possibile. È chiaro che ci sono dei rischi associati all’energia nucleare, tra cui le scorie radioattive, l’inquinamento e il costo. Sono rischi seri, e di sicuro non vanno ignorati. Tuttavia sono meno seri del rischio di un aumento di 6° gradi nelle temperature globali. Le scorie radioattive andrebbero sotterrate, a una profondità che le metta al riparo da eventuali attacchi o bombardamenti, ma che ne permetta anche il monitoraggio. Chi si oppone al nucleare obietta che è immorale lasciare le scorie in eredità alle generazioni future, che dovranno farsene carico. Ma anche i combustibili fossili producono delle “scorie”, in questo caso sotto forma di emissioni di gas serra. È più sensato, e più morale, mettere le scorie dove l’uomo perlomeno può gestirle, piuttosto che “buttarle” nell’atmosfera. L’inquinamento radioattivo causato dalle centrali nucleari è basso in confronto ai livelli di radioattività naturale presenti in molte parti del mondo. L’energia nucleare non è completamente sicura ed esente da rischi di incidente. Ma sono rischi relativamente ridotti in confronto, per esempio, a quelli dell’estrazione carbonifera o persino
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Energia nucleare: una “tecnologia-ponte”
Ho passato 18 anni a battermi contro l’energia nucleare. Nel 2006 ho letto dei rapporti sul permafrost che si sta sciogliendo in Siberia e questo mi ha indotto a riflettere con grande serietà sulla mia posizione. La crisi climatica oggi è talmente grave che dobbiamo fare tutto il possibile per tenerla sotto controllo. L’energia nucleare è a bassa emissione di carbonio ed è venuto il momento di accettarne l’uso come “tecnologia-ponte”.
delle grandi dighe idroelettriche. In ogni caso, l’energia nucleare dovrebbe operare soltanto all’interno di un rigido sistema normativo. L’incidente di Chernobyl fu gravissimo, tragico ed ebbe molte cause, ma ad esso contribuì certamente l’assenza di un’adeguata normativa, dato il sistema politico dell’epoca. L’energia nucleare non è a buon mercato, e non lo sarà mai. La famigerata pretesa che produca elettricità «talmente economica che non vale la pena misurarla» [come disse negli anni Cinquanta Lewis Strauss, presidente della Commissione per l’Energia Atomica degli Stati Uniti, N.d.T.] spesso viene usata dai suoi detrattori per sostenere che non ci si deve mai fidare dell’industria nucleare. In effetti, la reazione di molti amici ambientalisti di fronte alla mia nuova posizione pro-nucleare ha preso di mira più quell’industria che la tecnologia in sé. L’industria nucleare non è sempre stata sincera e trasparente sui costi: se intende guadagnarsi il sostegno popolare, dovrà essere più onesta. A mio parere, il rischio principale della produzione di energia nucleare è da sempre la proliferazione delle armi atomiche. Tutti gli stati che hanno testate atomiche le hanno ottenute sviluppando prima l’energia nucleare – tranne Israele, che comprò i suoi armamenti. È quantomeno provocatorio dire che il nucleare vada be-
ne per paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o l’Italia, ma non per l’Iran. Si devono fare tre cose per assicurare che un’espansione temporanea dell’energia nucleare non porti a una maggiore proliferazione di armi. Primo, dovrebbe esserci un termine al “riprocessamento” nucleare, in cui il combustibile esausto viene ritrattato per estrarne plutonio, che può essere usato sia nei reattori che per la produzione di armi. Il mondo ha abbastanza uranio da coprire i 40-50 anni necessari a traghettarci al 100% di energie rinnovabili. Il riprocessamento è anche estremamente inquinante ed estremamente costoso. Secondo, il ciclo di produzione del combustibile nucleare dovrebbe essere controllato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. L’idea ha ricevuto l’approvazione, in linea di massima, dell’amministrazione Obama, ma dev’essere messa in atto senza ulteriori indugi. Terzo, i paesi che possiedono armamenti nucleari devono finalmente adeguarsi al Trattato di non-proliferazione nucleare, in base al quale le potenze nucleari devono ridurre le loro testate atomiche, in “cambio” del fatto che i paesi firmatari non nucleari si sono impegnati a non procurarsi tale genere di armi. Questo trattato verrà riesaminato a maggio a New York, dunque nei prossimi mesi il rischio della proliferazione sarà un tema all’ordine del giorno nelle discussioni sul nucleare.
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Perché gli ambientalisti dovrebbero sostenere l’energia nucleare È stato tra i fondatori di Legambiente e nel 1987 tra i promotori del referendum che ha chiuso le porte al nucleare in Italia. Ma adesso ha cambiato idea: «La mia opinione oggi è diversa, ma la motivazione del mio ripensamento è identica a quella di oltre 20 anni fa: è il fattore ambientale».
di Chicco Testa
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Il mondo dipende sempre di più dai combustibili fossili – carbone e gas in primo luogo – per la produzione di energia elettrica. Se si guardano i dati degli ultimi 10, 20 o 30 anni, il fenomeno è evidente. Negli ultimi 10 anni l’energia nucleare conserva grossomodo la sua produzione. L’idroelettrico aumenta un po’. Le nuove rinnovabili crescono molto, ma si tratta sempre di poca cosa. In compenso, carbone e gas crescono a tal punto da oscurare le altre fonti e aumentare invece il loro contributo percentuale. Dal 54% del 1997 al 62% del 2007. Altro che boom delle rinnovabili. L’unico reale boom è quello di sempre, il successo dei combustibili fossili: 6 kilowattora su 10 si fanno con il carbone e con il gas. È straordinario come le maggiori organizzazioni ambientaliste continuino a chiudere gli occhi di fronte ai numeri e si cullino con slogan mantrici (sole, vento…) che hanno fra l’altro il demerito di sollevare aspettative inesaudibili verso tec-
nologie – le fonti rinnovabili – che meriterebbero un maggiore e più realistico rispetto. Questo è un punto che invece è stato colto molto bene dal presidente americano. Cito da una conferenza di Obama: «Credo che la creazione di lavori verdi sarà il traino della nostra economia per un lungo periodo. Per questo abbiamo destinato un grande ammontare di denaro per l’energia solare, quella eolica, il biodiesel e tutte le altre fonti di energia pulita. Nello stesso tempo, sfortunatamente, avremo un enorme fabbisogno di energia, che non potrà essere soddisfatto da queste fonti, per quanto velocemente esse crescano. E la domanda è: da dove verrà quest’energia? L’energia nucleare ha il vantaggio di non emettere gas serra e dobbiamo avere il coraggio di riconoscere che la Francia, il Giappone e altri paesi sono stati molto più aggressivi nel ricorrere all’energia nucleare e con molto più successo, senza alcun incidente». Ancora Obama, in modo estremamente efficace, afferma: «Il nucleare ri-
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Le maggiori organizzazioni ambientaliste continuano a cullarsi con slogan mantrici (sole, vento…) che hanno fra l’altro il demerito di sollevare aspettative inesaudibili verso tecnologie – le fonti rinnovabili – che meriterebbero un maggiore e più realistico rispetto. 022
mane la maggior fonte di energia che non produce emissioni inquinanti. Una centrale atomica, a parità di energia prodotta in un anno, è capace di ridurre l’inquinamento di 16 milioni di tonnellate di carbone. Praticamente è come togliere dalla strada 3,5 milioni di automobili». Il fatto è che gli impianti di produzione dell’energia nucleare, completamente privi di emissioni inquinanti, sono i soli per dimensioni, capacità produttiva e continuità in grado di competere con gli impianti della medesima taglia a gas o carbone. Di questa semplice verità hanno preso atto, anche nel mondo ambientalista, alcuni illustri personaggi che questo movimento hanno contribuito a creare: Patrick Moore (socio fondatore di Greenpeace), James Loveock (il mitico autore di Gaia), Stewart Brand (quasi un eroe della controcultura americana, autore di The Whole Earth Catalog), Hugh Montefiore (fondatore di Friends of the Earth), Stephen Tindale (ex direttore di Greenpeace UK) e tanti altri.
Siccome questi argomenti sono inattaccabili, come al solito l’opposizione al nucleare cerca di fare leva sulle paure e sulle preoccupazioni della popolazione italiana. Si cita la sismicità del nostro paese, densamente popolato. E ci si dimentica che il Giappone è un concentrato di vulcani, terremoti, popolazione e centrali nucleari. Oppure si citano le scorie, trascurando che i criteri di sicurezza dell’industria nucleare sono tali da fornire garanzie che nessun altro ramo industriale può vantare. Per esempio e per fare un paragone, che è l’unico modo corretto di valutare la sicurezza, si potrebbe parlare del rischio connesso alle ceneri da carbone. Lascio la parola a Lester Brown, peraltro fiero avversario del nucleare: «Uno degli oneri irrisolti che infestano il settore del carbone, oltre alle emissioni di CO2, è il “che fare” con le ceneri, […] in quanto contengono arsenico, piombo, mercurio e molti altri materiali tossici. Questo sporco segreto è diventato di pubblico dominio quando il muro di conteni-
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Perché gli ambientalisti dovrebbero sostenere l’energia nucleare
mento delle ceneri di carbone nel Tennessee orientale è crollato, rilasciando un miliardo di litri di materiali tossici. Purtroppo l’industria non ha un piano per lo smaltimento in sicurezza dei 130 milioni di tonnellate di ceneri prodotte ogni anno, abbastanza per riempire un milione di vagoni ferroviari. I pericoli sono tali che il Department of Homeland Security ha cercato di mettere 44 delle strutture più vulnerabili di stoccaggio in un elenco classificato per non cadere nelle mani dei terroristi». Rispetto alle modeste quantità di scorie dell’industria nucleare… E poi c’è l’argomento più usato: “Il nucleare costa troppo”. È vero? Forse. Certo, se petrolio, carbone e gas costano poco sono più competitivi del nucleare. Per non parlare delle finora piuttosto costose fonti rinnovabili. Ma qui c’è il vero problema: vogliamo continuare a dipendere dalle fonti fossili, di cui peraltro l’Italia è quasi completamente priva, per i prossimi 100 anni, o forse è il caso di fare qualcosa?
E infine: ma è proprio vero che l’Italia ha rinunciato all’energia nucleare? Anche questo è un luogo comune. Importiamo energia elettrica da fonte nucleare in quantità considerevoli: fra il10 e il 15% del nostro fabbisogno totale. Ne consumiamo di più di quanta ne consumassimo prima del referendum del 1987, che ha decretato la fine del nucleare in Italia, quando la produzione nucleare italiana era del 4,5%! Forse basterebbe un po’ di buon senso: guardarsi in giro, osservare cosa fanno gli altri e imparare, anziché pretendere, con scarsi risultati, di essere sempre i primi della classe. L’Italia è l’unico paese del G8 (USA, Giappone, Canada, Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Russia) a non produrre energia nucleare. Fra i detentori di tecnologie nucleari, fuori dal G8 troviamo anche Cina, India e Brasile, i tre nuovi protagonisti dell’economia mondiale. Qualcuno mi sa spiegare per quale imperscrutabile ragione saremmo gli unici ad avere fatto la scelta giusta?
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Un supereroe atomico Capitan Atom è un personaggio dei fumetti – creato dall’autore Joe Gill e dal disegnatore Steve Ditko – apparso per la prima volta nel 1960 in Space Adventures n. 33. La sua storia è quella del capitano della U.S. Air Force Nathaiel Christoper Adam, che fu condannato dalla corte marziale per un crimine che non aveva commesso. Gli furono date due possibilità: la prigione a vita oppure offrirsi come volontario per un esperimento scientifico. Adam accettò e divenne un supereroe al servizio del governo: nome in codice “Capitan Atom”, dotato di forza sovrumana e della capacità di volare e proiettare fasci d’energia.
fotografia di Dave Mathis
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La questione energetica e il nucleare
di Enrico Bellone
In uno scenario mondiale in rapido movimento, nella cornice dei paesi avanzati l’Italia è l’unica nazione priva di centrali nucleari. «Sono da riesaminare alcune delle ragioni messe in campo da chi ancora oggi non ritiene razionale o sicura la scelta del nucleare nel nostro paese», scrive Bellone, perché «è giunto il momento di programmare seriamente il nostro futuro».
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Sul finire del settembre del 2007 si concludeva a Venezia una conferenza mondiale intitolata “The Energy Challenge”. Era stata avviata grazie alla Fondazione Umberto Veronesi per il progresso delle scienze e si era chiusa con la stesura di un documento battezzato come “Carta di Venezia”. La “Carta” si fondava su due premesse. La prima ricordava che nel volgere di due o tre decenni la domanda globale di energia sarebbe cresciuta del 50%, mentre la seconda sottolineava che «il sole e l’atomo sono fonti di energia potenzialmente inesauribili». Date le premesse si approdava a due gruppi di raccomandazioni. Il primo era di natura strategica: da un lato, riduzione drastica dell’uso di combustibili fossili e, dall’altro, potenziamento delle fonti rinnovabili e del nucleare. Il secondo gruppo di raccomandazioni era di natura politica: si trattava infatti di porre l’energia e la ricerca scientifica come «priorità» per i governi, di conferire maggiori poteri decisionali alle agenzie scientifiche internazionali, di programmare interventi aventi lo scopo duplice di migliorare l’efficienza energetica e di contenere i consumi. Ed è buona cosa che tra i primi firmatari della “Carta” figurasse anche Carlo Rubbia.
Poche settimane dopo, il Parlamento europeo approvava a larga maggioranza un altro documento, nel quale si sanciva che «l’energia nucleare è indispensabile per garantire a medio termine il fabbisogno energetico dell’Unione Europea». Sono passati un paio d’anni e finalmente ci troviamo di fronte a uno scenario mondiale in rapido movimento. Negli Stati Uniti, il presidente Obama ha assegnato il ministero per l’energia a Steven Chu, premio Nobel per la fisica: un ministro competente, insomma. Ed ha inserito a bilancio più di 54 miliardi dollari su un progetto che prevede, oltre alla realizzazione già finanziata in Georgia di due nuovi reattori, un vero e proprio “rinascimento nucleare” da avviarsi al più presto con la costruzione di altre tre centrali rispettivamente nella Carolina del Sud, nel Maryland e nel Texas. Questi impianti s’aggiungeranno al centinaio di centrali già esistenti in USA e in grado di soddisfare il 20% del fabbisogno nazionale. Accanto alla nuclear renaissance, il governo statunitense colloca, in posizione forte, la fonte solare, nella cornice razionale di una green economy il cui scopo esplicito è duplice: azzerare l’attuale dipendenza dalle fonti fossili e contribuire alla salute dell’ambiente. E che accade nel resto del mondo? Il Giappone sta realizzando una nuova centrale da af-
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La centrale elettronucleare Enrico Fermi di Trino Vercellese (rimasta in funzione dal 1964 al 1987) è il frutto della prima iniziativa industriale avviata in Italia in campo nucleare. 1
fiancare alle 54 oggi operative. La Cina possiede solo 17 centrali, alle quali, però, se ne aggiungeranno altre 23. L’India, intanto, sta passando da 18 a 23, e la Russia da 32 a 40. Su scala globale, i reattori in funzione sono 437, mentre 55 sono i reattori oggi in costruzione e più di 130 quelli che già sono in fase di progetto. Restando nella cornice dei paesi avanzati, è ben noto che l’Italia è l’unica nazione priva di centrali. Una situazione, questa, che ha radici storiche abbastanza precise e diramatesi negli ultimi cinque decenni: radici che portano a interessi economici di vasta portata e che, di conseguenza, sono connesse a vicende politiche ancora difficili da valutare sino in fondo. Non è possibile, in questa sede, entrare in un brulichio di problemi che ci obbligherebbe a risalire agli anni del boom economico e ai drammi di Enrico Mattei e Felice Ippolito. Mi limito quindi a ricordare brevemente una questione che è più vicina nel tempo, che ancora incide nelle opinioni sul nucleare circolanti nei grandi mezzi di comunicazione e che è sorta con il gravissimo incidente verificatosi nella centrale di Chernobyl. Quel fatto creò – giustamente – un’onda emotiva che lasciò segni nella cultura diffusa nella società civile. Giustamente: alla radice di quell’incidente era infatti collo-
Illustrazioni tecniche di reattori nucleari pubblicate da “Nuclear Engineering International” e oggi raccolte nella collezione digitale della Science & Engineering Library dell’University of New Mexico (© NEI Magazine. Più di 100 wall charts di reattori sono disponibili su www.neimagazine.com/ wallcharts).
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cata una sequenza di scelte politiche e tecniche di sconcertante iniquità, che sfociarono naturalmente nella costruzione di un impianto intrinsecamente instabile e pericoloso. L’onda emotiva fu particolarmente intensa nel nostro paese e portò a un referendum che la maggior parte dei cittadini erroneamente interpretò come un referendum sulle scelte energetiche nazionali relative al nucleare. Un’interpretazione, questa, che trovò un forte supporto nell’atteggiamento dei grandi partiti politici, i quali si schierarono nettamente contro il nucleare e ottennero il consenso popolare: solo che il referendum non metteva in discussione le scelte nazionali sull’energia, ma si limitava a chiedere, per esempio, se i cittadini italiani erano favorevoli o contrari alla possibilità che lo Stato fornisse aiuti di vario genere alle zone che avrebbero ospitato un reattore. E l’esito del referendum, infatti, creò notevole imbarazzo in sede parlamentare. Un imbarazzo che poi finì per sciogliersi con la decisione di uscire del tutto dal nucleare e di rottamare i reattori esistenti: ancora oggi la rottamazione è in corso, con costi pubblici talmente grandiosi che dovrebbero indurre tutti a una serena riflessione. Va comunque sottolineato come le informazioni che furono
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allora diffuse in Italia sui danni materiali e umani causati dal disastro di Chernobyl rafforzarono ovviamente il consenso referendario, trasformandolo di fatto in un “no al nucleare”. Un consenso che tuttavia non si generalizzò nello stesso senso in Francia e in altre nazioni europee. Solo pochi anni fa l’analisi dei danni reali assunse un aspetto meno preoccupante, grazie al rapporto noto come Chernobyl Forum e steso da otto agenzie delle Nazioni Unite sotto l’egida della World Health Organization. Il rapporto si basava sui dati raccolti da molti scienziati a proposito di una serie ampia di problemi: dall’impatto ambientale alla contaminazione di aree agricole, dall’inquinamento delle acque agli effetti sugli esseri umani e sugli animali. Nella versione del rapporto che fu pubblicata dalla World Health Organization nel 2008 si leggevano valutazioni espresse in cifre che delineavano una realtà meno drammatica di quella che era stata percepita negli anni precedenti. Le analisi eseguite sino alla metà del 2005 indicavano in circa 50 i casi di morte attribuibili «con certezza» alle radiazioni del reattore disastrato. E si trattava di persone che subito dopo l’incidente erano state costrette a intervenire per
salvare il salvabile: un intervento disperato che non lasciava margini di salvezza. Sino al 2005 erano stati registrati circa 4000 casi di tumore alla tiroide che avevano colpito prevalentemente bambini e adolescenti: i decessi, tuttavia, erano stati solo nove, data l’efficacia delle terapie che erano state tempestivamente applicate. Il ridimensionamento dei danni dovuto al Chernobyl Forum non fu comunque accettato in modo unanime, e non pochi canali di informazione hanno, ancora recentemente, diffuso notizie secondo le quali l’incidente di Chernobyl provocò mezzo milioni di morti. Difficile, insomma, trovare posizioni consensuali quando i numeri oscillano tra 59 e 500.000: quando si profilano tensioni catastrofiste, cresce il rigetto verso il nucleare. A questo punto, e senza alcuna intenzione polemica, sono da riesaminare alcune delle ragioni messe in campo da chi ancora oggi non ritiene razionale o sicura la scelta del nucleare nel nostro paese. Una prima ragione si basa sulla circostanza per cui l’Italia è ricca di zone sismiche ed è densamente popolata. Che dire allora del Giappone? Il Giappone è a rischio sismico più elevato dell’Italia e ha una densità di popolazione maggiore della nostra: eppure ha in funzione 54 centrali e una in costruzione.
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La questione energetica e il nucleare
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Una seconda ragione fa riferimento principalmente a Chernobyl e all’incidente che si verificò nel 1979 a Three Mile Island. A proposito di quest’ultimo, mi rendo conto che milioni di persone si sono commosse durante la proiezione di un famoso film su Three Mile Island, e che quella commozione ha lasciato tracce nelle opinioni di molti individui. Ma ha ragione Carlo Bernardini quando, in una dichiarazione apparsa da poco su “la Repubblica”, pone in rilievo il fatto che la centrale di Three Mile Island sarà operativa per altri 20 anni: il governo statunitense ha fatto una scelta basata sui fatti, non sulle emozioni. Per quanto riguarda Chernobyl e, più in generale, il problema degli incidenti possibili, nessuno può trascurare il dato accertato sulle vittime provocate da guasti in reattori: il dato dice che le centrali nucleari sono in funzione da mezzo secolo e che in mezzo secolo le vittime causate da disfunzioni tecniche sono, in tutto, un centinaio. Il che significa che il livello di sicurezza è altissimo. Una terza ragione spesso invocata contro il nucleare fa leva sulla pericolosità delle scorie. Certo, le scorie vanno trattate con cautela. E la cautela è appunto il criterio di base che agisce nelle nazioni che sfruttano il nucleare: basti pensare alla Francia con le sue 58 centrali, alla piccola Svizzera, che di
centrali ne ha già 5, o al Belgio, dove sono in funzione 7 impianti. Come ha ricordato Umberto Veronesi, «in Francia, a Le Hague, c’è un deposito di scorie su cui la gente passeggia: sono ben custodite e le radiazioni non ci raggiungeranno mai». Ed è stato uno dei padri dell’ambientalismo, James Lovelock, a misurare le radiazioni in un sito inglese per le scorie, giungendo alla conclusione che il fondo naturale di radiazione del suo giardino era più intenso di quello del deposito delle scorie. In conclusione, invito i lettori – quali che siano le loro propensioni – a consultare una recentissima pubblicazione, Il nucleare in Italia, che l’Enel ha realizzato basandosi sul proprio archivio storico. Il Presidente di Enel, Piero Gnudi, saggiamente scrive che «la conoscenza dell’esperienza passata sarà utile a orientare le scelte future», e nella chiusura del libro Livio Vido ci invita a riflettere sulla realtà dei costi energetici: «Una media impresa in Italia arriva a pagare, al netto delle tasse, quasi due volte il prezzo pagato da una media impresa in Francia, dove il 77% dell’elettricità viene dal nucleare». È giunto insomma il momento di programmare seriamente il nostro futuro.
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Il rilancio del nucleare in Italia Il ruolo del nucleare nel mix energetico globale, il suo rilancio in Italia e i requisiti per la sua sostenibilità economica, il know-how Enel a livello mondiale e la partnership con EDF: la “vision” di Fulvio Conti, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel.
di Fulvio Conti
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Lo scenario energetico mondiale presenta importanti sfide per il futuro: nei prossimi due decenni la domanda di energia primaria è destinata ad aumentare di ben il 40% e i combustibili fossili rimarranno la fonte energetica principale coprendo circa l’80% della domanda globale di energia. In questo contesto si aggiunge la sfida della sostenibilità ambientale e della lotta al cambiamento climatico. Il compito dei governi e dell’industria è pertanto quello di garantire a tutti l’accesso all’energia in modo sicuro, economico e ambientalmente sostenibile. Questa è quella che io chiamo l’“equazione energetica”. Nessuna tecnologia, nessuna singola iniziativa può oggi da sola risolvere questa equazione. Tra le tante forme di energia, quella elettrica troverà sempre più diffusione ed è il vettore più efficiente, pulito, sicuro e disponibile con cui potremo soddisfare i nostri fabbisogni energetici e lottare contro il cambiamento climatico. La soluzione sarà possibile solo ricorrendo a tutte le migliori tecnologie oggi disponibili, bilanciando il mix di generazione, diversificando gli approvvigionamenti e potenziando le relative infrastrutture, promuovendo il risparmio energetico e l’efficienza sia sul fronte della generazione che dei consumi finali, investendo in concreti progetti di ricerca e innovazione. In questo complesso scenario, il ritorno alla tecnologia nucleare non è da solo la soluzione, ma senza il nucleare non c’è soluzione per costruire un sistema energetico sicuro ed efficiente in Italia. La scelta del 1987 di abbandonare la tecnologia dell’atomo è stata a mio giudizio errata, anche perché da quel momento abbiamo continuato a importare energia elettrica dalle centrali nucleari di Francia, Svizzera e Slovenia. Importazioni che oggi sono pari a circa il 14% del nostro fabbisogno. Di fatto siamo diventati un paese nucleare senza averne i vantaggi economici e tecnologici. Non dimentichiamo inoltre
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che oggi, in un raggio di 200 chilometri dai nostri confini, sono in esercizio ben 26 reattori nucleari per una potenza complessiva di circa 24.000 MW. Enel nel corso degli ultimi anni ha recuperato per sé questa importante tecnologia e oggi gestisce circa 5300 MW di capacità nucleare con oltre 1000 MW in sviluppo, ed è uno dei pochi player mondiali che padroneggia tutte le principali filiere tecnologiche: a Flamanville, in Francia, partecipa alla costruzione del primo reattore di terza generazione avanzata di tecnologia francese; in Spagna gestisce centrali nucleari di tecnologia americana; in Slovacchia gestisce e sviluppa reattori di tecnologia russa; in Romania partecipa al consorzio per il raddoppio della centrale nucleare di Cernovoda che utilizzerà la tecnologia canadese. Oggi circa 4000 persone lavorano con Enel in questo campo, e l’inserimento di decine di giovani risorse prosegue sia in Italia sia all’estero. I vantaggi della generazione nucleare sono molteplici. Innanzitutto il nucleare è in grado di offrire un contributo decisivo alla lotta contro il cambiamento climatico. Considerando infatti le emissioni dei gas serra lungo tutta la filiera produttiva, questa tecnologia presenta la più bassa emissione equivalente di CO2 per megawattora prodotto. L’energia nucleare svolge un ruolo fondamentale nel mix energetico globale: 437 reattori nucleari apportano una capacità totale di 371.000 MW e coprono circa il 15% dell’energia elettrica prodotta nel mondo. Proprio per la lotta al cambiamento climatico a livello mondiale, si sta assistendo a un rinnovato interesse per la tecnologia nucleare. Dagli Stati Uniti al Regno Unito, dalla Finlandia alla Slovacchia e alla Francia, passando da Cina, Russia e India, indipendentemente dall’orientamento politico, i governi hanno autorizzato la costruzione di nuove centrali nucleari: ben 55 in 14 pae-
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Il rilancio del nucleare in Italia
Il sito in cui è in costruzione l’European Pressurized Reactor (EPR) di Flamanville, nel nordovest della Francia. ©Enel
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4 La centrale nucleare di Mochovce, in Slovacchia. ©Roberta Krasnig/Agenzia 7 Seconds per Enel
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si diversi. Questi nuovi impianti aggiungeranno 50.900 MW al parco centrali già esistente, e altri progetti sono pianificati. Inoltre paesi come Spagna, Belgio e Olanda hanno deciso di prolungare la vita utile di quelle esistenti. Dal punta di vista economico, l’incidenza dei costi variabili, ovvero del combustibile nucleare, sul costo totale di produzione è marginale; questi, seppure uniti all’elevato costo di costruzione di una unità nucleare, consente comunque di produrre grandi quantità di energia a costi competitivi e poco volatili. Infatti il costo di generazione è minimamente influenzato dalle fluttuazioni del prezzo del combustibile ed è in media inferiore del 20% rispetto al costo di produzione di un impianto a gas a ciclo combinato di ultima generazione. Infine la distribuzione geografica delle riserve di uranio ci dà la possibilità di approvvigionare il combustibile nucleare dal Canada e dall’Australia, paesi diversi dagli esportatori di combustibili fossili, mitigando così il rischio legato alle importazioni di materie prime. Gli attuali obiettivi del governo italiano prevedono il ricorso al nucleare per soddisfare il 25% della domanda nazionale di energia elettrica, prendendo il 2020 come riferimento. Nell’ipotesi che la domanda si attesti attorno ai 400 TWh/anno al 2020, sarà necessario realizzare nuova capacità nucleare per circa 13.000 MW, pari a circa otto unità nucleari da 1600 MW. Per questo Enel ha costituito una joint venture con EDF, il principale operatore nucleare europeo, col compito di realizzare la costruzione in Italia di almeno quattro centrali nucleari con la tecnologia di terza generazione avanzata EPR. Saremo quindi in grado di soddisfare circa la metà della capacità richiesta nei programmi del governo. Non va poi dimenticata la ricaduta positiva che lo sviluppo della filiera del nucleare avrebbe sul “sistema Paese”: un’occasione unica di
rilancio dell’industria, dell’economia, della formazione e dell’occupazione. Una rinascita che non coinvolgerà solo le filiere industriali dei fornitori. Noi crediamo infatti che il piano nucleare italiano debba vedere un ampio coinvolgimento dell’industria elettrica e delle grandi imprese energivore italiane, che potranno così beneficiare di elettricità a prezzi vantaggiosi per tutta la durata in esercizio della centrale, in proporzione alla loro partecipazione. La rinascita dell’industria nucleare in Italia non sarà tuttavia possibile senza focalizzare l’attenzione sul tema quanto mai importante della gestione del consenso. Il piano nucleare italiano è destinato a impegnare il Paese per almeno un decennio in fase di realizzazione e per circa un secolo in fase di esercizio. Occorre quindi che sia ampiamente condiviso: c’è bisogno di ristabilire una verità scientifica attraverso la costruzione di un patto informativo corretto, capace di dare risposte alle “paure irrazionali” indicate dalla popolazione come vere e proprie barriere emotive al nucleare, come ad esempio i problemi dello smaltimento delle scorie radioattive, della sicurezza degli impianti, della tutela della salute e della protezione delle popolazioni interessate. Occorre riguadagnare il controllo sulle argomentazioni attraverso una campagna di comunicazione trasparente, razionale e competente, creando le condizioni per un dibattito partecipativo e prendendo spunto, ad esempio, dall’esperienza del dibattito pubblico francese. C’è inoltre bisogno di ricostruire una cultura nucleare su base scientifica capace di trasmettere i concetti chiave: il nucleare è sicuro, è un’alternativa reale alle fonti fossili, è in difesa dell’ambiente. Come Enel siamo convinti che è necessario cogliere l’opportunità del ritorno all’atomo, per consentire al sistema Paese di recuperare competitività ed efficienza energetica che ci allinei a tutti i principali paesi industrializzati.
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Francia, nucleare à la carte
di Attilio Geroni
L’industria nucleare francese vanta una leadership internazionale: a livello mondiale, Électricité de France (EDF) è il più grande produttore ed esportatore netto di energia elettrica generata dal nucleare, mentre Areva è il primo costruttore di centrali. E il futuro pone nuove sfide: una «nuova partita del nucleare francese, dentro casa e fuori, Italia compresa».
Sul carovita di Parigi circola una battuta tra gli espatriati italiani: «Qui solo due cose costano meno: i taxi, quando ci sono, e la bolletta dell’elettricità». Il primo vantaggio competitivo emerge dal semplice raffronto con tariffe che in patria sono sfrontate. Il secondo, pur avendo radici più complesse e articolate, è riconducibile al fatto che in Francia quasi l’80% dell’energia elettrica è prodotta dalle centrali nucleari. Il minor costo per i consumatori – privati, aziende, enti pubblici e amministrazioni – è un dato incontrovertibile al quale negli anni si è aggiunta la fondamentale componente ecologica: bassissime emissioni di CO2 ed elevato tasso di riciclaggio del combustibile utilizzato per il funzionamento dei reattori. Un doppio argomento, quest’ultimo, che l’industria francese del settore ha utilizzato e sta utilizzando per promuovere il nucleare al di fuori dei patri confini. Il paese è abituato da decenni a convivere con le centrali, frutto di scelte politiche, pianificazione territoriale e competenze tecnologiche nell’ingegneria pesante che risalgono ai tempi del generale de Gaulle e del Commissariat à l’Energie Atomique (CEA). E che dopo lo shock petrolifero del 1973 hanno subito un impressionante colpo d’acceleratore. A corto di materie prime energetiche e in esubero di know-how, la classe dirigente francese si è lanciata in un programma di costruzione di centrali con pochi precedenti nel
mondo occidentale. Oggi vi sono sul territorio 58 reattori e oltre un migliaio di siti nei quali sono depositate, a vario titolo, le scorie. Nonostante la maggioranza dell’opinione pubblica francese resti favorevole al nucleare (52% secondo l’Eurobarometro del 2008) e nonostante a livello politico vi sia una condivisione bipartisan, nella scelta energetica, tra destra gollista e socialisti, non sempre la coabitazione col territorio è stata facile. Negli anni è cresciuto il peso delle organizzazioni ambientaliste, da Greenpeace a Sortir du nucléaire, e non sono mancate prese di posizione governative che andavano contro una tradizione consolidata. Il primo ministro socialista Lionel Jospin nel 1997 cedette alle pressioni dei Verdi, che allora facevano parte della maggioranza parlamentare, e impose la chiusura del reattore veloce Superphénix perché ritenuto costoso e poco efficiente. Fu l’episodio più clamoroso della protesta nucleare in Francia, ma ciò non impedì lo sviluppo di un’industria, anzi di una vera e propria filiera, che oggi vanta una leadership internazionale. Électricité de France (EDF) è il più grande produttore ed esportatore netto al mondo di energia elettrica generata dal nucleare, mentre Areva, nata a sua volta dalla fusione di vari gruppi, è il primo costruttore di centrali, sempre a livello mondiale. In realtà il grande partito nucleare di Francia è lo Stato, essendo a controllo publico entrambi i co-
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lossi del settore. Questo aspetto ha prodotto e produce reazioni ambivalenti nell’opinione pubblica. Da un lato, secondo i sondaggi, il ruolo dello Stato in un settore talmente delicato e strategico, dove il valore primario è la sicurezza degli impianti e del trattamento delle scorie, è un fattore rassicurante, un antidoto al prevalere di possibili interessi privati di aziende votate unicamente alla redditività. Dall’altro, però, soprattutto in passato, si è avuta l’impressione che la presenza del pubblico non sempre coincidesse con un’adeguata trasparenza, in nome di una superiore ragion di Stato. A tale proposito è ancora viva la memoria di come, ai tempi della catastrofe di Chernobyl, le autorità nazionali avessero voluto far passare il surreale messaggio di una nube tossica che si era arrestata ai confini del paese o l’aveva addirittura bypassato! Oggi, probabilmente, una simile comunicazione sarebbe impensabile. L’industria del settore, non solo in Francia, sembra aver tratto insegnamento dai propri errori e promette la trasparenza che i cittadini giustamente reclamano. La sicurezza delle centrali è sempre più integrata nel pensiero comune, decisamente meno quella relativa al trattamento delle scorie e al loro stoccaggio, che resta la prima fonte d’inquietudine dei francesi in rapporto all’energia nucleare. Un’inchiesta condotta dall’istituto de-
moscopico TNS Sofres tra manager e opinion leader di sette paesi (sei europei più gli Stati Uniti) mostra che la maggior parte degli intervistati in Francia (82%) pensa che l’industria nucleare «sia una delle più sorvegliate e inquadrate». Una maggioranza ancora più consistente (90%) ritiene invece «un problema» che il combustibile nucleare utilizzato per la produzione resti radioattivo, e dunque potenzialmente pericoloso, per lungo tempo. Il grande specialista della gestione delle scorie è Areva, secondo cui il 96% del combustibile è riutilizzabile, previo trattamento, contribuendo così alla creazione di un ciclo quasi completo tra produzione e residui. Gruppi anti-nucleari e un’inchiesta condotta l’anno scorso da Libération e dal canale tv Arte con la consulenza scientifica della CRIIRAD, organismo indipendente di ricerca sulla radioattività, contestano questa percentuale. Si tratta però di un dato la cui verifica è difficile a causa dell’estrema complessità del processo industriale, che Areva svolge nell’impianto di Le Hague, sulla Manica, il più grande al mondo. Il gruppo sta compiendo notevoli sforzi di comunicazione e di recente ha ripensato il proprio sito istituzionale trasformandolo in un vero e proprio centro d’informazione on-line sull’energia nucleare e le fasi industriali che le competono, dall’arricchimento dell’uranio, alla costruzione dei reattori fino, appunto, al riciclaggio dei rifiu-
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ti. Fondo bianco e con l’arancione come colore dominante nelle fasce informative, si vuole pedagogico e accattivante negli slogan, che giocano sulle parole: «Mai un sito nucleare è stato così accessibile». Oppure: «Se pensate che l’uranio arricchito sia bling bling, andate sul sito». Si potrà obiettare che questo è marketing, più che trasparenza, ma da qualche parte l’industria dovrà pur cominciare a dare una diversa immagine di se stessa e comunque prepararsi ad accrescere l’export di una tecnologia per la quale la domanda estera è nuovamente in forte crescita. La fiammata dei prezzi energetici nel 20062007, la crisi e le polemiche con la Russia sulla continuità del flusso di approvvigionamenti in Europa e la necessità di ridurre le emissioni di gas a effetto serra per combattere i cambiamenti climatici. Sono questi gli ingredienti base che compongono l’attuale revival del nucleare su scala più o meno planetaria. L’industria francese ha le economie di scala adeguate e le competenze necessarie per giocare un ruolo da protagonista, e anche gli altri due colossi energetici, GDF Suez e Total, non fanno mistero delle loro ambizioni nucleari. Il problema, forse, è il sovraffollamento. Detentrice di una delle tecnologie di punta, l’EPR, reattore di terza generazione ad acqua pressurizzata sviluppato assieme ai tedeschi di Siemens, la Francia è stata tuttavia sconfitta dai coreani nel-
la gara per fornire quattro reattori ad Abu Dhabi. Un rovescio da 40 miliardi di dollari che nessuno si aspettava dal ‘’dream team’’ d’Oltralpe, composto appunto da EDF, Areva, GDF Suez e Total, e che è stato attribuito allo scarso coordinamento e alla rivalità di fondo tra Henri Proglio (nuovo patron di EDF) e Anne Lauvergeon (storico presidente di Areva), più volte venuto in superficie negli ultimi mesi. Anche per “mettere ordine” in questo affollamento creativo e pieno di promesse, Nicolas Sarkozy ha incaricato nei mesi scorsi François Roussely, ex presidente di EDF, di preparargli un rapporto entro la fine di aprile sulla riorganizzazione della filiera nucleare. Proglio vorrebbe ovviamente avere il ruolo di regista o, per usare la metafora calcistica a lui cara, quello di “capitano della squadra in campo”, soprattutto quando si gioca fuori casa. Si è più volte scontrato con Anne Lauvergeon, che difende con le unghie e con i denti la struttura a ciclo completo di Areva dalle critiche del collega-avversario e ha fissato l’obiettivo ambizioso di aggiudicarsi un terzo delle nuove centrali che si costruiranno nel mondo nei prossimi dieci anni. Arbitro, come sempre, sarà l’Eliseo. Nei prossimi giorni Sarkozy fischierà la fine delle ostilità tra i campioni nazionali dando inizio alla nuova partita del nucleare francese, dentro casa e fuori, Italia compresa.
1— 3 La centrale nucleare di Cruas, nella regione dell’Ardèche in Francia, è situata sulle rive del Rodano. Nel 2005 è stata inaugurata l’opera murale Aquarius di JeanMarie Pierret, dedicata al tema dell’ecologia e realizzata su una delle torri di raffreddamento della centrale.
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Obama, Chu e la svolta nucleare americana
di Pino Buongiorno
Il presidente Obama e il segretario per l’energia e premio Nobel Steven Chu hanno avviato il “rinascimento nucleare” in America dopo 30 anni di stop all’industria dell’atomo. Una svolta che ha molti obiettivi: combattere il cambiamento del clima e ridurre le emissioni di gas serra, creare nuovi posti di lavoro e assicurare agli Stati Uniti la leadership nell’industria nucleare contro la concorrenza straniera e la sicurezza energetica contro i ricatti dei produttori di petrolio.
Il presidente, il premio Nobel e il revival del nucleare. Il primo è Barack Obama, 48 anni, il più “verde” dei 44 presidenti della storia americana, convinto da sempre che «la dipendenza dal petrolio è una minaccia alla nostra sicurezza nazionale, al nostro pianeta e alla nostra economia». Il secondo si chiama Steven Chu, 61 anni, il 12° segretario dell’energia, il primo premio Nobel a essere nominato ai vertici dell’amministrazione americana (lo vinse per la fisica nel 1997), il secondo cinese-americano a entrare in un governo degli Stati Uniti. La coppia Obama & Chu ha avviato il “rinascimento nucleare” in America dopo 30 anni di stop all’industria dell’atomo. Lo ha fatto sia per combattere il cambiamento del clima e ridurre le emissioni di gas serra, sia per creare nuovi posti di lavoro. Ma, al tempo stesso, anche per assicurare agli Stati Uniti la leadership nell’industria nucleare contro la concorrenza straniera e la sicurezza energetica contro i ricatti dei produttori di petrolio più infidi. A dare il via al nuovo corso è stato il presidente Obama nel discorso sullo stato dell’Unione, il 27 gennaio scorso.
Riscuotendo quella notte uno dei rari applausi bipartisan del Campidoglio di Washington, Obama ha messo per la prima volta il nucleare fra le priorità della sua agenda economica ed energetica, sollecitando la costruzione di «una nuova generazione di impianti nucleari sicuri e puliti», che andrebbero ad aggiungersi ai 104 già operativi in 31 stati. Poi, il 16 febbraio, il presidente è andato a Lanham, nel Maryland, a visitare un centro di formazione per ingegneri elettrici gestito dai sindacati. Qui ha annunciato una garanzia di credito federale, pari a otto miliardi di dollari, per la compagnia elettrica Southern, che deve costruire due nuovi reattori Vogtl3 e Vogtl4 a Burke, in Georgia. È solo il primo prestito, ha spiegato, di un piano complessivo di 36 miliardi di dollari previsto nel budget federale del 2011 che vanno ad aggiungersi ad altri 18,5 miliardi di dollari già messi in bilancio nel 2005, ma mai spesi. In totale fanno 54,5 miliardi di dollari, sufficienti per costruire dai sei ai sette nuovi impianti nucleari, che possono costare da un minimo di otto a un massimo di dieci miliardi ciascu-
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Š Alex Wong/Getty Images
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Centrale nucleare di Byron, Ogle County, Illinois, USA.
no. I due nuovi reattori in Georgia genereranno elettricità per 1.400.000 persone e daranno lavoro a tempo indeterminato a 850 tecnici e ingegneri, oltre ai 3000 lavoratori che saranno assunti temporaneamente per la costruzione degli impianti. Le garanzie federali sono condizionate alla licenza che dovrà essere emessa dalla severa Nuclear Regulatory Commission, che ha varato un nuovo modello procedurale più snello e meno costoso: Southern stima di poterla avere già all’inizio del 2011. «Dobbiamo rimanere competitivi», ha dichiarato Obama. «Cina, Francia, Giappone e altri paesi stanno costruendo un totale di 55 nuovi reattori nucleari. Non fatevi trarre in inganno. Che sia energia nucleare, solare o eolica, se noi non investiamo ora in queste tecnologie le importeremo domani». Poi, anticipando le obiezioni degli anti-nuclearisti, ha ammonito: «Sui temi che riguardano la nostra economia, la nostra sicurezza e il futuro del Pianeta non possiamo continuare a essere impantanati negli stessi, vecchi dibattiti fra sinistra e destra, fra ambientalisti e imprenditori. Il fatto è che, cambiando il modo in cui produciamo e usiamo l’energia, si richiede a tutti noi di pensare in modo innovativo e di agire di conseguenza. E questo comporta la disponibilità a tendere la mano oltre le vecchie divisioni, ad agire in buona fede, a superare la politica
avariata del passato». Parole fortissime, come non se ne sentivano da tempo, fin da quando il senatore repubblicano del New Mexico Pete Domenici, di origini italiane, combatteva come un leone nell’arena parlamentare di Washington a sostegno del nucleare civile. Ritiratosi in pensione l’anno scorso, Domenici ha trovato in Obama il suo successore. A sorpresa. Perché – è bene ricordarlo – per tutta la corsa alla Casa Bianca il candidato democratico si era mostrato assai tiepido sul nucleare. Giocavano probabilmente ragioni elettorali, nel senso che non voleva alienarsi gli ambientalisti, tutti schierati a suo favore contro l’“atomico” sfidante repubblicano John McCain. In quella vivace campagna elettorale era uscito allo scoperto solo il senatore democratico del Massachusetts, John Kerry, che in un articolo sul “The New York Times”, scritto assieme al repubblicano Lindsey Graham, aveva sostenuto: «Mentre investiamo in fonti di energia rinnovabile, come il vento e il sole, dobbiamo anche approfittare dell’energia nucleare, il nostro singolo, maggiore contributore di energia a emissioni zero». I reattori nucleari producono oggi il 72% dell’elettricità americana non fossile. L’Agenzia per la protezione dell’ambiente ha previsto che, per ridurre la CO2 secondo i parametri della legge sul cambiamento climatico, già approvata dalla Camera dei rappresentanti, saran-
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Sui temi che riguardano la nostra economia, la nostra sicurezza e il futuro del Pianeta non possiamo continuare a essere impantanati negli stessi, vecchi dibattiti fra sinistra e destra, fra ambientalisti e imprenditori. Il fatto è che, cambiando il modo in cui produciamo e usiamo l’energia, si richiede a tutti noi di pensare in modo innovativo e di agire di conseguenza. Barack Obama
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no necessarie 187 nuove centrali nucleari entro il 2050. E di queste, secondo l’US Energy Information Administration, ce ne vorranno già 69 entro il 2030. Se non verranno costruite, i costi dell’elettricità, il gas naturale e le emissioni di biossido di carbonio aumenteranno in maniera esponenziale. Insediatosi alla Casa Bianca, Obama ha rotto gli indugi anche sulla spinta vigorosa del fisico nucleare Chu, prestato temporaneamente alla politica, oltre che di Carol Browner, l’assistente del presidente americano per quanto riguarda l’energia e il cambiamento climatico. Convinto, dopo averle studiate, che le più recenti tecnologie per il nucleare di ultima generazione, come il Westinghouse Ap1000, citato spesso, sono più sicure di quelle che provocarono l’incidente nel 1979 della centrale di Three Mile Island, vicino a Harrisburg, in Pennsylvania, il segretario Chu ritiene che l’energia atomica sia destinata a giocare sempre un ruolo indispensabile. Con una singolare iniziativa, il premio Nobel per la fisica si è affidato al network sociale Facebook per illustrare le sue tesi e rispondere alle confutazioni degli scettici. «So che alcuni di voi che mi seguono nel mio blog esprimono una preferenza per il sole e il vento rispetto al nucleare. Io condivido il vostro entusiasmo per queste fonti di energia rinnovabile e noi siamo in procinto di raddoppiare la ca-
pacità delle rinnovabili entro il 2012. Ma – mette in guardia Steven Chu – nessuna singola tecnologia fornirà tutte le risposte. Il vento e il sole ora ci forniscono il 3% della nostra elettricità, contro il 20% del nucleare. Mentre lavoriamo duro per promuovere l’efficienza energetica in ogni settore è probabile che la nostra domanda di energia continuerà a crescere. Infatti l’Energy Information Administration prevede un 20% di crescita nella domanda complessiva di energia e più del 30% di aumento nella domanda di elettricità nei prossimi 25 anni. Se vogliamo davvero abbattere le emissioni di biossido di carbonio – senza dimenticare l’aria più pulita e l’acqua più chiara – allora l’energia nucleare dev’essere in agenda». Il seguito del blog è ancora più esplicito. «Ricordate anche che il vento e il sole sono fonti di energia intermittenti. Il sole non sempre splende e il vento non sempre soffia. Senza scoperte tecnologiche nello stoccaggio efficiente e su larga scala, sarà difficile fare affidamento su rinnovabili intermittenti per più del 20-30% della nostra elettricità. L’energia nucleare può fornire un largo ammontare di energia a emissioni zero e, per di più, sempre a disposizione». Se queste sono le considerazioni ufficiali a favore del nucleare, ce ne sono anche altre, più pragmatiche, che l’amministrazione Obama tiene bene in mente. La prima
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Se vogliamo davvero abbattere le emissioni di biossido di carbonio – senza dimenticare l’aria più pulita e l’acqua più chiara – allora l’energia nucleare dev’essere in agenda. Steven Chu
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è il volano di nuovi posti di lavoro che viene a svilupparsi, con la possibilità di assumere migliaia di tecnici e scienziati nelle nuove centrali. Questo è tanto più importante perché la crescita occupazionale avverrebbe nell’area depressa del Mid-West. La seconda è la ripartenza della ricerca e dello sviluppo di nuove tecnologie in un settore che per tre decenni ha languito a causa delle paure suscitate dall’incidente di Three Mile Island e successivamente di Chernobyl, in Ucraina. La terza è il risveglio dell’industria nucleare più in generale, che appariva moribonda. A differenza che in Italia, la difficoltà dell’atomo civile negli Stati Uniti è più finanziaria che ambientalista. L’obiezione sollevata con maggiore enfasi è sempre quella del costo e solo successivamente quella della localizzazione. La ragione principale è che le società elettriche negli Stati Uniti sono tante e straordinariamente piccole rispetto, per esempio, ai giganti europei. Basti pensare che la Southern sviluppa 42 gigawatt di potenza installata e la Duke 36, contro gli 83 gigawatt dell’Enel e i 120 dell’EDF francese. Da queste dimensioni piccole o medie deriva la riluttanza delle imprese a farsi carico dei rischi collegati a progetti lunghi e ambiziosi. Lo strumento decisivo diventa perciò la garanzia di credito da parte delle autorità federali. Ed è quello che Obama ha intenzione di fare anche nei prossimi due anni, in modo da recuperare la “filiera industriale” al costo di imporre misure protezionistiche. «È vero che questa amministrazione all’inizio non si riteneva che fosse pro-nucleare, ma negli ultimi tre mesi ha fatto così tanto per questa industria, a causa del cambiamento del clima e della disoccupazione», riconosce Lisa Steward, che dirige uno dei programmi dell’I-
stituto dell’energia nucleare, un’organizzazione lobbistica che opera a Washington. Ovviamente di tutt’altro avviso sono le associazioni ambientaliste, che hanno gridato al tradimento politico. «Eravamo pieni di speranza l’anno scorso», ha dichiarato Erich Pica, presidente di Friends of the Earth. «Obama diceva tutte le cose giuste. Ma ora è diventato un fan acceso del nucleare, un cambiamento sorprendente in così pochi mesi». Altri critici hanno messo alla berlina il loro ex pupillo perché, abbracciando la causa dell’atomo, tenterebbe di carpire i voti dei repubblicani e dei democratici centristi per la nuova legge sul cambiamento del clima e sull’energia, che si è arenata al Senato. Di più: hanno messo il dito nella piaga di tutta l’architettura strategica dell’amministrazione americana, cioè quella delle scorie nucleari. Obama si è sempre dichiarato contrario a utilizzare il sito di Yucca Mountain, nel deserto del Nevada, scelto dal Congresso 20 anni fa, dopo che erano stati spesi nove miliardi di dollari in studi e sondaggi. Lo considera pericoloso perché è situato all’interno di una base militare e contiene già 400.000 metri cubi di rifiuti radioattivi di origine bellica. Inoltre, è adiacente al poligono dove le forze armate hanno fatto esplodere più di 900 ordigni atomici in test durati una cinquantina d’anni. Anche per risolvere questa disputa è sceso in campo il solito Chu, che ha incaricato una commissione bipartisan, guidata dall’ex parlamentare democratico Lee Hamilton e dall’ex consigliere per la sicurezza nazionale, il generale di fede repubblicana Brent Scowcroft, di individuare nuove soluzioni per lo stoccaggio delle scorie radioattive e assicurare, nelle parole di Chu, «un futuro dell’energia nucleare sicuro e sostenibile».
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INIZIAMO A CAMBIARE, IL FUTURO CI SEGUIRÀ.
Quello che vedete disegnato sulla maglietta è lo schema di una centrale nucleare di ultima generazione. Una fonte di energia fondamentale per raggiungere quel mix di risorse che permette a un Paese di avere energia disponibile, competitiva e pulita. Con il nucleare e le fonti rinnovabili, infatti, produrremo energia senza CO2 in grandi quantità e in modo continuo, per potere utilizzare meglio l’energia senza modificare le nostre abitudini. Inoltre, continuiamo a investire in ricerca, tecnologia e grandi progetti per soddisfare il bisogno crescente di energia ad emissioni zero. Come l’impianto di cattura della CO2 che stiamo costruendo a Brindisi o la prima grande centrale a idrogeno d’Europa. Perché innovare è già cambiare.
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Nuke
1. Le riserve di uranio
e di fonti fossili Per quanto riguarda le fonti fossili, secondo il rapporto dell’International Energy Agency (World Energy Outlook 2009) – tra riserve accertate e recuperabili, e ipotizzando livelli di produzione futuri costanti – lo scenario prevede riserve di petrolio per circa 40 anni (~1258 miliardi di barili), di gas per circa 60 anni (~185.000 miliardi di m3)
a cura di Livia Dall’Agata
e di carbone per circa 100 anni (~826 miliardi di tonnellate). Per l’uranio, invece, considerando le sole riserve già identificate, sono ancora disponibili scorte per circa 5,5 milioni di tonnellate equivalenti a 100 anni di produzione elettrica ai tassi attuali. Se invece si considerano i consumi e la resa offerta dai reattori di IV generazione (che saranno in grado di utilizzare come combustibile anche i rifiuti prodotti dalle attuali centrali), secondo le stime le prospettive di moltiplicano per almeno 50-60: ci sarà combustibile per circa 3035 mila anni.
2. La sicurezza
delle centrali La sicurezza degli impianti si basa sui sistemi ingegneristici per la protezione del reattore e per il confinamento dei prodotti radioattivi all’interno dell’impianto in ogni possibile condizione operativa. Il primo meccanismo di sicurezza è rappresentato dalle barre di controllo, realizzate con materiali
particolarmente capaci di assorbire i neutroni liberati durante una reazione a catena. In situazioni di emergenza, esse si abbassano automaticamente per fermare la reazione e arrestare l’attività del nocciolo. Inoltre, tutti i circuiti dell’acqua sono isolati: l’acqua del reattore non entra mai in contatto con quella che produce il vapore che va nella turbina.
Il terzo livello di sicurezza è rappresentato da tutti gli edifici che racchiudono l’impianto e le sue componenti: dal recipiente a pressione che contiene il nocciolo del reattore e il refrigerante primario al contenitore primario, fino al contenitore secondario, un edificio esterno costituito da una struttura speciale, molto resistente e di spessore notevole.
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3. I rifiuti radioattivi
Uno degli aspetti più importanti delle centrali nucleari è la gestione dei rifiuti radioattivi, ovvero qualsiasi materia radioattiva, libera o contenuta in apparecchiature o dispositivi, che non ha più altri
utilizzi. Questi rifiuti sono classificati in tre categorie: a bassa attività (con tempi di decadimento fino a 30 anni, dopo i quali possono essere gestiti come normali rifiuti non radioattivi), a media attività (con tempi di decadimento fino a
300 anni, dopo i quali possono essere gestiti come normali rifiuti non radioattivi) e ad alta attività (con tempi di decadimento dell’ordine delle migliaia di anni). I materiali a bassa e media attività (il 95% di quelli
prodotti dagli impianti nucleari) sono in genere trattati e custoditi all’interno della centrale stessa, in magazzini progettati per isolarli per circa 300 anni, o presso discariche normalmente centralizzate a livello nazionale.
4. Che fine fanno
rito al deposito finale di tipo geologico, o avviato agli impianti di riprocessamento, che hanno il compito di separare gli elementi ancora riutilizzabili come combustibile dai rifiuti finali. A causa del lungo tempo di decadimento (migliaia di anni), questi rifiuti non possono essere affidati a depositi ingegneristici controllati dall’uomo, ma a depositi in grado di garantire, in modo naturale, l’isolamento dei rifiuti dalla biosfera per alcune migliaia di anni. Si tratta dei cosiddetti “depositi geologici”, ovvero depositi in profondità nel sottosuolo (500-700 m) costituiti da rocce o argille o formazioni saline.
i rifiuti ad alta attività? I materiali ad alta attività (5% dei materiali prodotti) vengono normalmente stoccati nelle piscine della centrale per 5-10 anni, dopodiché ci sono due alternative: il combustibile viene immagazzinato in depositi a secco, di solito presso la stessa centrale, in attesa di essere trasfe-
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5. Un po’ di storia…
7. Il nucleare in Europa
A cavallo tra ’800 e ’900 viene scoperta la radioattività, e da allora molti scienziati si sono dedicati allo studio delle trasformazioni nucleari che liberano energia. Nel 1919 Rutherford scopre la radioattività artificiale e nel 1933 Enrico Fermi inizia le sue indagini per ottenere la liberazione controllata di energia nucleare da materiale radioattivo. Raggiunge l’obiettivo nel 1942, quando la prima reazione nucleare a catena controllata produce energia e inizia così l’era atomica. L’obiettivo dell’utilizzo civile del nucleare diventa produrre energia elettrica grazie a quella che scaturisce dalla fissione dell’atomo: la prima centrale nucleare del mondo entra in funzione nel 1954 a Obninsk, vicino a Mosca. Il primo reattore italiano, realizzato per scopi di ricerca, viene acceso nel 1959 a Ispra, in provincia di Varese.
Dei 27 Paesi che compongono l’Unione Europea, ben 14 utilizzano reattori nucleari per la generazione di energia elettrica per una potenza installata complessiva superiore a 130.000 MWe, capace di
Immagini dei reattori a fissione tratte da ”La tecnologia nucleare“ (Enel)
fornire circa il 30% dell’elettricità necessaria ogni anno. Francia, Germania e Regno Unito rappresentano il 70% circa della potenza complessiva installata nei paesi dell’UE. In Francia più del 70% dell’energia elettrica è ge-
nerata dai reattori nucleari e 16 di questi sono ubicati a meno di 200 chilometri dai confini italiani. Complessivamente, ci sono 26 unità nucleari vicine ai nostri confini, per un totale di circa 24.000 MW.
8. Fabbisogno
zano il mercato mondiale dell’energia. Il 12% dell’elettricità che viene consumata in Italia è importata e in buona parte di origine nucleare: proviene infatti da Francia, Svizzera e Slovenia.
6. Quanto costa
l’energia prodotta dall’atomo? Basandosi sui dati forniti dal World Energy Council e sui costi medi delle materie prime nel 2008, l’ENEA ha calcolato comparativamente il costo medio in euro di un MWh ottenuto tramite diverse fonti energetiche: gas (tra 82 e 151 €/MWh), carbone (tra 65 e 130 €/MWh), nucleare (tra 44 e 67 €/MWh), idroelettrico (tra 22 e 104 €/MWh), eolico (tra 61 e 106 €/MWh) e solare fotovoltaico (tra 326 e 707 €/MWh). Per il nucleare, i calcoli sono stati svolti prendendo come riferimento le tecnologie attuali, ma i nuovi reattori EPR attualmente in costruzione porteranno a un costo medio dell’elettricità di circa 55 €/MWh.
energetico italiano La domanda di energia elettrica italiana cresce al ritmo del 2-3% l’anno, ma il mix energetico è sbilanciato verso le fonti più costose: più del 65% dell’elettricità è prodotto con gas e petrolio, più del doppio della media dell’Unione Europea (27%). Questo comporta un costo della bolletta energetica mediamente più elevato rispetto agli altri paesi europei e la dipendenza dal petrolio e negli approvvigionamenti da altri paesi espone l’Italia alle incertezze che caratteriz-
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10. Eurobarometro
In Europa i sì all’energia nucleare crescono e, secondo un sondaggio di Eurobarometro, i cittadini favorevoli sono passati dal 37% del 2005 al 44% del 2008. Il sostegno all’energia nucleare è più forte nei paesi che già la utilizzano. In Italia la percentuale dei cittadini favorevoli al nucleare è salita dal 30% del 2005 al 43% del 2008: si tratta del maggiore incremento europeo. L’indagine, promossa dalla Commissione Europea – Direzione Generale Energia e Trasporti, è stata condotta nel 2008 in tutti i 27 stati dell’UE, coinvolgendo 26.746 cittadini.
9. La fusione nucleare
Scienziati e ricercatori di tutto il mondo stanno cercando di realizzare la fusione nucleare, un fenomeno naturale che avviene nel Sole e nelle altre stelle: consiste nell’unione dei nuclei di due atomi leggeri, il deuterio e il trizio (che sono isotopi dell’idrogeno) in un unico
atomo più pesante, l’elio. La reazione generata libera una grande quantità di energia e porta con sé notevoli vantaggi: la fusione nucleare utilizza l’idrogeno, che è presente ovunque e inesauribile, oltre che trattarsi di un processo molto sicuro e “pulito”.
I progetti principali di questo tipo sono ITER – International Thermonuclear Experimental Reactor (un reattore sperimentale a fusione nucleare magnetica) sviluppato a Cadarache in Francia e quello portato avanti negli USA dal NIF – National Ignition Facility, dove 192 giganteschi laser concen-
trano contemporaneamente tutta la loro energia su una camera blindata che contiene una capsula-bersaglio con i due isotopi di idrogeno necessari per realizzare la fusione nucleare ed emanare un’enorme vampata di energia.
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Glossario nucleare AEN L’Agenzia per l’Energia Nucleare dell’OCSE assiste i suoi 28 paesi membri a sostenere e sviluppare ulteriormente aspetti tecnologici, scientifici e regolatori in materia di energia nucleare. L’Italia è membro di quest’organizzazione. Arricchimento dell'uranio In natura esistono due tipi di uranio: l'isotopo 238 e il 235. Il primo è più abbondante, mentre il secondo è molto raro. Soltanto quest’ultimo può essere utilizzato nei reattori nucleari a fissione. Il processo di arricchimento dell'uranio consente di ottenere una maggiore quantità di materiale utilizzabile per le centrali da un miscuglio di uranio 235 e 238. Atomo L’atomo è composto da altre particelle – elettroni, neutroni e protoni – con cariche elettriche diverse tra loro e tenute insieme da energie molto elevate. È proprio la liberazione di questa energia, attraverso la rottura del nucleo atomico, che è alla base del funzionamento dei reattori nucleari.
Barre di controllo Servono a diminuire e a fermare il flusso di neutroni prodotti dalle fissioni. Sono delle vere e proprie barre che quando vengono inserite nel nocciolo del reattore assorbono i neutroni e quindi le reazioni nucleari diminuiscono o cessano del tutto.
CO2 Biossido di carbonio, gas incolore e inodore derivante dalla combustione di combustibili fossili e di materie organiche. È ritenuto responsabile dell’effetto serra perché limita la dispersione termica dell’atmosfera verso lo spazio, causando l’aumento della temperatura media del pianeta.
BWR È una tipologia di reattore ad acqua leggera, in cui l’acqua di raffreddamento bolle nel reattore e genera, tramite ciclo diretto, vapore, inviato in turbina per la produzione di energia elettrica.
Difesa in profondità La difesa in profondità è un approccio alla sicurezza dell’impianto che implementa diversi e indipendenti livelli di protezione contro il rilascio di materiali pericolosi.
CANDU Il CANadian Deuterium Uranium appartiene a una filiera di reattori nucleari ad acqua pesante pressurizzata (PWR) e uranio naturale. Tutti i reattori nucleari operativi attualmente in Canada (commercializzati anche all’estero) sono della tipologia CANDU.
EPR Il reattore nucleare europeo ad acqua pressurizzata (European Pressurized Reactor) è un reattore di terza generazione avanzata (rispetto ai PWR) nel quale la refrigerazione del nocciolo e la moderazione dei neutroni vengono ottenuti grazie alla presenza di acqua naturale.
Fissione nucleare Fenomeno fisico che avviene nel reattore. Con questa reazione, un nucleo di uranio (U-235) assorbe un neutrone e si divide in due frammenti più leggeri, detti appunto “prodotti di fissione”, ed emette diversi neutroni, liberando energia che si trasforma in calore. In un reattore è costantemente controllata e i neutroni creati dal processo di fissione servono a loro volta a generare ulteriori fissioni, in una cosiddetta “reazione a catena”. Fusione nucleare La fusione è il processo nucleare che alimenta il Sole e le altre stelle. Una delle reazioni più importanti sotto tale aspetto consiste nell'unione dei nuclei di due atomi leggeri, isotopi dell'idrogeno, deuterio (2H) e trizio (3H), in uno più pesante. Nei processi terrestri, l'energia da fusione è l'estrazione di energia in forma utilizzabile (usualmente come energia elettrica) da una reazione di fusione nucleare ottenuta artificialmente in maniera controllata. Attualmente sono in corso molti esperimenti sulla fusione nucleare, ma non è ancora stato realizzato nessun sistema in grado di generare e sfruttare l'energia di fusione in modo vantaggioso e sicuro.
Generazioni di reattori nucleari I reattori nucleari sono classificati in base alla generazione cui appartengono. La prima generazione include prototipi e reattori, progettati e costruiti prima degli anni ’70. La seconda generazione comprende principalmente reattori ad acqua leggera, utilizzati a partire dagli anni ’70 e ’80 e ancora operativi. La terza generazione sviluppata dagli anni ’90 per prima vede progetti standardizzati, con un incremento della sicurezza. La terza generazione avanzata si riferisce a quei reattori (come l’EPR) derivanti dall’ottimizzazione, in termini di sicurezza ed economia, degli attuali reattori ad acqua leggera. La quarta generazione comprenderà sistemi nucleari innovativi che probabilmente raggiungeranno maturità tecnica a partire dal 2030, disponibili per applicazioni commerciali solo a partire dal 2050.
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Glossario nucleare
IAEA L’International Atomic Energy Agency, è un’organizzazione internazionale indipendente, connessa alle Nazioni Unite. La sua missione è suddivisa in tre aree: sicurezza, scienza e tecnologia, salvaguardie e controlli. IEA L’International Energy Agency è un’organizzazione intergovernativa che opera come consulente sulla politica energetica. Isotopo Lo stesso elemento chimico ma con un numero diverso di neutroni. Neutrone Particella priva di carica elettrica costituente il nucleo degli atomi, insieme con i protoni. Nella fissione nucleare svolgono un ruolo fondamentale, sono infatti i proiettili che inducono la reazione. Plutonio Elemento chimico non presente in natura, prodotto all’interno di un reattore nucleare.
PWR La filiera dei reattori nucleari ad acqua pressurizzata (Pressurized Water Reactor) è la più diffusa al mondo. Nel PWR l’acqua è mantenuta a una pressione tale da evitare l’ebollizione e ha sia la funzione di refrigerante che quella di moderatore. Il fluido circola in un “circuito primario”, rimuove il calore generato nel nocciolo e lo cede all’acqua di un “circuito secondario” che, attraverso uno scambiatore di vapore, si trasforma in vapore. La separazione tra i due circuiti, tipica dei PWR, ha il vantaggio di assicurare che il vapore che arriva in turbina non sia mai stato a contatto con il combustibile nucleare.
Radioattività Capacità di un nucleo instabile (con un eccesso di protoni o neutroni nel nucleo) di emettere particelle decadendo. Per ogni decadimento il nucleo si disintegra e si trasforma in un elemento chimico diverso, più stabile.
Prodotti di fissione Atomi derivanti dai due frammenti del nucleo che ha subito fissione. Tipicamente sono altamente radioattivi e instabili.
Riprocessamento del combustibile Lo scopo del riprocessamento è di separare gli elementi ancora riutilizzabili come combustibile, dai prodotti della fissione e dagli attinidi (elementi radioattivi a lungo tempo di decadimento che vengono condizionati e stoccati). Riprocessare il combustibile permette di ridurre il volume di scorie radioattive.
Reazione a catena In fisica e in chimica, con il termine “reazione a catena” o “effetto valanga” si indicano quei fenomeni in cui una reazione o un evento produce alcuni prodotti uguali a quelli che hanno dato origine alla reazione e sono in grado di iniziarne una nuova, come nel caso delle reazioni a catena controllate in un reattore nucleare.
Uranio L’uranio è un elemento chimico. Il suo simbolo è U e il numero atomico è 92. In natura tracce di uranio sono presenti ovunque piuttosto uniformemente nel pianeta: nelle rocce, nel suolo, nelle acque, negli organismi viventi. Le riserve accertate di uranio assicurano disponibilità sufficienti a coprire più di un secolo di produzione di energia elettrica mondiale con le tecnologie e i tassi attuali (fonte: British Petroleum Statistical Review 2008). Ad oggi, le riserve identificate ammontano a 5,5 milioni di tonnellate. VVER Il VVER è un reattore di progettazione russa, che si basa sulla tecnologia dei reattori ad acqua pressurizzata (PWR). Vessel Il vessel è il contenitore in pressione (155 bar di pressione di esercizio per l’EPR). Costituito in acciaio spesso fino a 25 cm, ha un coperchio amovibile per poter accedere al nocciolo per il ricambio del combustibile.
WANO La World Association of Nuclear Operators è un’associazione cui aderiscono tutti gli operatori di impianti nucleari del mondo, che hanno il compito di monitorare i livelli di sicurezza operativi degli impianti e assistere i singoli operatori ad attuare i propri piani di miglioramento attraverso il supporto delle migliori prassi esistenti a livello internazionale. WENRA La Western European Nuclear Regulators’ Association è un’associazione europea con l’obiettivo di sviluppare un punto di vista comune sulla sicurezza nucleare, di fornire una capacità indipendente di esame della sicurezza nucleare nei vari paesi, e di essere una rete di principali regolatori di sicurezza nucleare in Europa.
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Le tecnologie del nuovo nucleare Nell’ultimo decennio, il “rinascimento nucleare” ha portato in tutto il mondo a enormi passi avanti sulla strada della ricerca, della sicurezza e delle tecnologie delle centrali di nuova generazione. E ha posto le basi per arrivare a realizzare uno dei sogni più proibiti dell’uomo: mettere sotto controllo l’energia delle stelle con la fusione nucleare.
Non è solo uno slogan inventato per rilanciare un prodotto che è difficile far digerire al pubblico: “rinascimento nucleare” è molto più. Dietro a queste parole, coniate per la prima volta da Anne Lauvergeon, presidente di AREVA, una delle principali industrie nucleari del mondo, c’è infatti un vero e proprio movimento che, negli ultimi dieci anni, ha travolto l’intero sistema nucleare mondiale, dal settore della ricerca fino a quello industriale, e che alla fine ha investito anche l’Italia. Si è trattato di un decennio in cui non solo sono state sviluppate nuove tecnologie, ma addirittura sono state poste le basi per arrivare a realizzare uno dei sogni più proibiti dell’uomo: quello cioè di mettere sotto controllo l’energia delle stelle, la fusione nucleare. Perché in tutto questo fermento che ha coinvolto centinaia di centri di ricerca e decine di aziende, sono stati anche avviati dei progetti sperimentali che hanno come obiettivo quello di rendere sfruttabile, sotto il profilo industriale, l’energia prodotta dalla fusione nucleare, quella appunto che alimenta le stelle e anche il nostro Sole. Non si tratta di progetti astratti, ma di istallazioni concrete, che già sono state realizzate o che sono in fase avanzata di realizzazione. Senza dubbio, per quel che riguarda questo particolare settore di ricerca, a un’ottantina di chilometri da San Francisco è stato attivato proprio la scorsa estate il più importante centro di ricerca.
Si tratta della National Ignition Facility, una struttura creata nei laboratori di Livermore che ha come obiettivo principale quello di arrivare a creare un impianto che sia in grado di produrre in maniera continuativa e auto-sostenuta una reazione di fusione nucleare. Per arrivare a raggiungere le condizioni critiche (temperature di quasi un milione di gradi e pressioni molto elevate) necessarie a fare in modo che i nuclei di due atomi di idrogeno si fondano tra loro, i ricercatori americani hanno messo insieme 192 raggi laser che sono in grado di colpire simultaneamente un punto grande come una pillola: una piccola capsula dorata al cui interno è racchiuso un po’ d’idrogeno congelato. L’energia dei laser colpisce la capsula e fa fondere gli atomi di idrogeno. Per ora si è riusciti solo ad accendere la reazione, ma è già un importante passo in avanti: perché, fatti due calcoli, i ricercatori del Livermore hanno capito come riuscire a bilanciare la macchina e a fare in modo che la reazione nucleare possa autoalimentarsi e possa poi cominciare a produrre più energia di quella che consuma. Se negli Stati Uniti la macchina è già accesa, l’Europa è più indietro. ITER, il grande reattore a fusione nucleare che dovrebbe essere realizzato in Francia a Cadarache, è ancora in fase di allestimento. Anzi, al momento sono stati solo effettuati gli sbancamenti di terreno necessari per la realizzazione delle fondamenta della grande centrale, mentre i costi, ini-
di Emanuele Perugini
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zialmente fissati a circa 10 miliardi di euro, sono aumentati del 30% negli ultimi mesi a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime. Un aumento che ha messo in grande imbarazzo i governi europei che insieme agli Stati Uniti, alla Corea del Sud, alla Cina, alla Russia e al Giappone partecipano al progetto. Se i progetti di ricerca legati alla fusione nucleare sono la punta di diamante del “rinascimento nucleare”, a dare sostanza a questa ventata di novità sono però i nuovi reattori nucleari. Quelli cioè che sfruttano l’altro tipo di reazione nucleare conosciuta: la fissione degli atomi di uranio. Si tratta dei reattori tradizionali, dello stesso tipo di quello costruito nel 1942 a Chicago da Enrico Fermi e che proprio nell’ultimo decennio hanno conosciuto un formidabile sviluppo tecnologico, al punto che ormai si parla apertamente di “reattori di terza generazione”. Non si tratta di evoluzioni di pura facciata, ma di cambiamenti sostanziali che riguardano non solo la sicurezza degli impianti, ma anche la loro efficienza e la loro taglia. A segnare profondamente l’evoluzione tecnologica dell’industria nucleare sono stati infatti i due incidenti di Three Mile Island (nel 1979 negli Stati Uniti) e di Chernobyl del 1986. Due
eventi che hanno bloccato la realizzazione di nuovi impianti nucleari prima negli Stati Uniti e poi in Europa. Soprattutto dopo Chernobyl, l’energia nucleare è stata vista da molti cittadini del vecchio continente come potenzialmente molto pericolosa, al punto che, per esempio in Italia, si è deciso di fermare tutti gli impianti già esistenti. Ora però a spingere più di tutto sul rilancio dell’energia atomica sono, paradossalmente, considerazioni di carattere ambientale, ma anche tecnologiche e in gran parte economiche e strategiche. L’energia atomica è infatti considerata un’importante fonte energetica a zero emissioni e come tale il suo impiego è, per molti, indispensabile se si vogliono limitare le emissioni di gas serra e allo stesso tempo garantire il fabbisogno crescente di energia. Lo sanno gli analisti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, gli scienziati che fanno riferimento all’IPCC – l’organismo delle Nazioni Unite che studia il riscaldamento globale – e i deputati europei, che a larga maggioranza hanno approvato nei mesi scorsi una risoluzione a favore del nucleare per la lotta ai cambiamenti climatici. Secondo i dati presentati nel World Energy Outlook 2008, il rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, nel 2030 il fabbiso-
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Le tecnologie del nuovo nucleare
gno energetico potrebbe aumentare del 50% rispetto ai livelli attuali e i combustibili fossili potrebbero ricoprire ancora una posizione dominante. A guidare la spinta all’insù dei consumi sono i paesi asiatici, in particolare Cina e India. Le conseguenze per il clima potrebbero essere drammatiche: le emissioni di CO2 potrebbero aumentare del 57%, da 27 gigatonnellate nel 2005 a 42 nel 2030. Di fronte a questi scenari, gli obiettivi del Protocollo di Kyoto, che scade nel 2012, e del dopo-Kyoto sembrano davvero poco realistici. Almeno se non si tiene conto del contributo potenziale derivante dall’energia nucleare. Non a caso, la maggior parte dei 55 nuovi impianti nucleari è in corso di realizzazione in Cina (23) e in India (5). In Europa e negli Stati Uniti però la scelta di tornare al nucleare è legata anche a considerazioni di carattere tecnologico ed economico, oltre che ambientale. Anche perché in Europa il parco centrali – non solo nucleari, ma anche quelle alimentate a combustibili fossili – sta invecchiando, con una percentuale di impianti con più di 20 anni di esercizio superiore all’80% che devono quindi essere sostituiti entro i prossimi 10 anni. Sono stati questi fattori a definire l’identikit dei reattori di terza generazione: macchine più gran-
di e quindi più efficienti in grado di minimizzare l’impatto ambientale (un solo grande reattore di più di 1000 Megawatt di potenza invece di due o tre delle dimensioni di quelli tradizionali da 500-600 Megawatt) e soprattutto più sicure con più di quattro sistemi di sicurezza indipendenti e con una forte attenzione al rafforzamento delle barriere di contenimento intorno al reattore per impedire eventuali fughe di materiale radioattivo verso l’esterno. Ad essere arrivati per primi alla realizzazione di questa nuova generazione di reattori nucleari sono stati i francesi di AREVA con il loro EPR (European Pressurized Reactor) e i nippo-americani di Westinghouse-Toshiba con il reattore Ap1000, la statunitense General Electric con il reattore ABWR (Advanced Boiling Water Reactor) e con la sua versione più evoluta (l’EBWR, Experimental Boiling Water Reactor) e i canadesi con la nuova versione del reattore CANDU (Canadian Deuterium Uranium). La principale differenza tra i reattori europei e quelli americani è nel sistema di sicurezza. Gli EPR francesi (gli stessi che saranno istallati nelle nuove centrali nucleari italiane) puntano sulla ridondanza dei sistemi e sul contenimento. Nei reattori americani invece si punta su sistemi di sicurezza passivi, che entrano cioè in azione an-
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che senza l’intervento diretto degli operatori. Completamente diverso è invece il rettore canadese CANDU che oltre a essere raffreddato con acqua pesante, è anche in grado di usare combustibili diversi dall’uranio, come per esempio il torio. Si tratta di un combustibile molto più diffuso in natura dell’uranio, su cui non solo il Canada, ma anche l’India e ora forse anche gli Stati Uniti, vorrebbero puntare per alimentare i nuovi reattori. Attualmente, tra tutti i reattori di terza generazione, solo l’ABWR di General Electric è stato ultimato ed è operativo in una centrale giapponese da ormai più di cinque anni. Gli EPR sono ancora in costruzione a Flamanville in Francia – dove è presente anche Enel – e a Olkiluoto in Finlandia. I primi rettori Ap1000 sono invece in fase di costruzione in Cina. Se la terza generazione è arrivata ora sul mercato e le prime centrali cominciano a essere costruite, nei laboratori e nei centri di ricerca si è già al
lavoro su sistemi ancora più avanzati come, per esempio, il reattore PBMR (Pebble Bed Modular Reactor) che sarà costruito in Sudafrica, mentre altri programmi di reattori di questa classe, come il reattore IRIS (International Reactor Innovative and Secure) dovrebbero vedere la luce entro il 2015. Sullo sfondo poi ci sono i reattori di quarta generazione. «Sono sei tipologie di reattori (a gas ad alta temperatura, a sodio, a piombo, a sali fusi, ad acqua supercritica e a gas veloce) che dovrebbero dare risposte decisive in termini di sicurezza, economicità, non proliferazione (dovrebbero rendere molto difficoltosa l'estrazione del plutonio) e combustibile: sono soprattutto reattori a neutroni veloci, che produrranno più combustibile rispetto a quello che bruciano e che potranno anche bruciare i rifiuti nucleari, riducendo molto la vita degli stessi e la loro pericolosità; alcuni di questi potranno anche essere utilizzati per produrre idrogeno», spiega Marco Ricotti, ingegnere del Politecnico di Milano.
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Le tecnologie del nuovo nucleare
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È proprio in questo specifico settore, e cioè nello sviluppo tecnologico e industriale, che si apre una finestra di opportunità per la ricerca e l’industria del nostro paese. E non siamo messi male, anzi: i nostri ricercatori – quelli che lavorano nelle università, ma anche quelli che operano nelle aziende – sono infatti riusciti a partecipare ad almeno due progetti in fase di sviluppo: IRIS ed ELSY (European Lead-cooled System). Nei pochi atenei dove ancora sono attivi corsi di ingegneria nucleare (politecnici di Milano e Torino e le università di Pisa, Roma e Palermo), la ricerca infatti non si è fermata. «Fa davvero un certo effetto sentir dire che in Italia abbiamo perso le competenze nel settore nucleare. Noi lavoriamo su tutti i principali programmi di ricerca nucleare in Europa e nel mondo», dice Giuseppe Forasassi, dell’Università di Pisa, presidente del CIRTEN, il consorzio interuniversitario per la ricerca e la tecnologia sull’energia nucleare. Lo sanno bene le aziende del nostro paese, che sono tornate ad assumere ricercatori italiani, so-
prattutto neo-ingegneri freschi di laurea. In pratica, dietro ciascuno dei nuovi reattori nucleari in fase avanzata di progettazione c’è lo zampino dei ricercatori italiani. Nel caso di IRIS, l’Italia si appresta a realizzare le prove di sicurezza per il reattore presso i laboratori sperimentali della SIET di Piacenza (prove indispensabili per ottenere la licenza alla costruzione) e fornisce un contributo fondamentale allo sviluppo del progetto (partners italiani: ENEA, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Università di Pisa, Ansaldo Nucleare, Ansaldo Camozzi). Infine c’è ELSY, che è un programma di ricerca internazionale finanziato dall’Unione Europea per la realizzazione di un reattore veloce raffreddato a piombo. In questo caso il nostro paese è capofila del progetto con una cordata composta da Ansaldo Nucleare, CIRTEN (il consorzio di cui fanno parte i politecnici di Milano e Torino, e le università di Roma, Pisa e Palermo), DelFungo Giera Energia ed ENEA.
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Intervista a Carlo Bernardini
Atomi e neuroni: una miscela virtuosa contro la CO2
di Carlo Falciola e Manuela Lehnus
Le riflessioni di Carlo Bernardini, uno dei più noti fisici italiani, sulla realtà energetica del nostro paese e sulle prospettive del ritorno al nucleare.
L’energia che arriva nelle case degli europei proviene da un mix di risorse che, mediamente, è costituito dal carbone per il 28%, dal gas per il 22%, dal nucleare per il 16%, dalle energie rinnovabili per il 27% (di cui il 15% deriva dall’energia idroelettrica) e dall’olio combustibile soltanto per il 7%. In realtà questo scenario è profondamente diverso da un paese all’altro, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra l’utilizzo dei combustibili fossili e l’impiego dell’energia atomica. Ci sono nazioni come il Belgio, in cui la componente nucleare tocca quasi il 54%, o come la Francia, dove supera addirittura il 76%.
La situazione globale ci indica che questa risorsa energetica è in fase di espansione: le centrali attualmente installate sono 437, ma quelle in costruzione sono addirittura 55. «Gli Stati Uniti contano oltre 100 impianti, ma ci sono paesi molto più piccoli, come la Francia o il Giappone, dove sono operative rispettivamente 58 e 54 centrali», precisa Carlo Bernardini, tra i più noti fisici italiani e Professore Emerito all’Università La Sapienza di Roma. «Inoltre, basta guardare a Oriente per comprendere quanto questa risorsa energetica stia diventando un elemento chiave dello sviluppo di molte
nazioni. Tra gli impianti che stanno per essere realizzati ce ne sono, infatti, cinque in India, sei in Corea del Sud, otto nella Federazione Russa e ben 23 in Cina. Oggi sappiamo che il nucleare è attualmente l’unica soluzione in grado di offrire un’elevata disponibilità di energia elettrica a zero emissioni di CO2, quindi il suo utilizzo non andrebbe ampliato solo nei paesi in piena espansione industriale, ma in tutti quelli che ancora la impiegano in maniera marginale. Così si potrebbe dare un importante contributo alla riduzione globale delle emissioni». Un altro fattore rilevante è quello economico. Se da un lato è vero
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che il costo di realizzazione di un impianto nucleare può arrivare al doppio di uno tradizionale, anche la sua vita operativa può essere di due volte superiore, e raggiungere anche i 50 anni. Per quanto riguarda poi il prezzo dell’elettricità destinata all’industria, i dati sono eclatanti: in Francia costa praticamente la metà rispetto al nostro paese (mentre il livello di emissioni, rapportato alla popolazione, supera quello francese del 30%). E non è un caso. In Italia l’energia è fornita per il 73% da centrali che bruciano combustibili fossili (di cui il 66,3% gas naturale, il 16,5% carbone, il 7,4% prodotti petroliferi e il 7,6% altri combustibili), per il 16% da fonti rinnovabili (di cui il 13% proviene da centrali idroelettriche) e per l’11% viene importata, principalmente dalla Francia e dalla Svizzera. In sostanza, sommando l’energia e le fonti primarie di provenienza straniera, dipendiamo dall’estero per oltre l’80% dei consumi elettrici. Da questo scenario, il nucleare è completamente
assente. Si tratta di un paradosso se pensiamo che la maggior parte dell’energia francese che consumiamo (85%) è prodotta da impianti atomici, che la prima centrale nucleare italiana (quella di Latina) è diventata operativa nel 1963 e che soltanto tre anni dopo il nostro paese era diventato il terzo produttore al mondo di energia nucleare, dopo Stati Uniti e Gran Bretagna. «Il referendum del 1987, profondamente segnato dall’incidente avvenuto a Chernobyl nel 1986, ha di fatto bloccato lo sviluppo di questa fonte energetica in Italia», commenta Carlo Bernardini. «Questo gravissimo episodio in realtà è accaduto in un impianto che impiegava una tecnologia sovietica considerata già all’epoca superata, molto meno sicura e il cui impiego non era nemmeno permesso in Occidente. Inoltre, nello scatenarsi degli eventi, ebbe un ruolo fondamentale l’imperizia e la sconsideratezza di alcuni dei tecnici e dei supervisori. A eccezione di alcuni modelli obsoleti ancora in funzione nell’Ex Unione Sovietica e desti-
nati allo smantellamento, le tecnologie impiegate negli impianti in funzione non contemplano la possibilità che si verifichi un simile incidente». Attualmente le centrali nucleari più avanzate, tra quelle in fase di realizzazione, appartengono a quella che viene definita la “terza generazione”, che offre il meglio dal punto di vista dell’ottimizzazione del calore prodotto dal reattore e delle strategie per la sicurezza. In Francia e in Finlandia saranno costruiti due impianti di questo genere, basati sulla tecnologia francese EPR (European Pressurized Reactor), che sviluppa una potenza di 1600 megawatt. «In una prospettiva di ritorno del nucleare in Italia», precisa Carlo Bernardini, «la realtà francese per noi potrebbe essere uno dei riferimenti migliori, sia dal punto di vista della qualità delle tecnologie utilizzate, sia dell’ampia esperienza maturata in questo settore. Inoltre, ci sono ottimi rapporti consolidati nel tempo». Non a caso, nella realizzazione della centrale di Flamanville, in Normandia,
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Atomi e neuroni: una miscela virtuosa contro la CO2
Negli Stati Uniti, l’Argonne National Laboratory e l’Idaho National Laboratory stanno collaborando a un innovativo progetto di ricerca per il riciclo e il riprocessamento del combustibile nucleare esaurito.
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è coinvolta anche l’Italia, con la partecipazione dell’Enel al progetto, nel contesto di una più ampia intesa di cooperazione energetica con il gruppo EDF Électricité de France, il maggiore produttore di energia francese. Un recente accordo italo-francese prevede, tra l’altro, l’impegno a sviluppare quattro unità EPR in Italia, una volta che il rientro del nucleare nel nostro paese sarà una realtà e che verranno completati tutti gli adempimenti legislativi necessari. «La realizzazione di quattro centrali ci permetterebbe di riequilibrare il nostro scenario energetico rispetto alla media europea, di ridurre le emissioni di CO2 e, al contempo, di diminuire il costo dell’energia». Per il futuro, molte speranze vengono riposte nella tecnologia della fusione nucleare, che unisce il vantaggio di un’altissima efficienza energetica con l’assenza di scorie pericolose. Questa soluzione, però, non sarà disponibile prima del 2050. «Quella della fusione è davvero una grande sfida. Occorre rag-
giungere temperature vicine a quelle solari e, quindi, costruire dei sistemi di contenimento e di raffreddamento estremamente complessi, che siano in grado di controllare le enormi quantità di radiazioni elettromagnetiche emesse. Mi sembra che il 2050 sia una data perfino ottimistica». Come per i combustibili fossili, uno dei temi centrali per lo sviluppo dell’energia nucleare è l’effettiva disponibilità delle riserve di “carburante”, ovvero di uranio. «Le stime più ragionevoli prevedono che, sulla base delle riserve identificate e con la tecnologia attuale, avremo a disposizione uranio per circa 200 anni», racconta ancora Bernardini. «La ricerca ci sta però aprendo scenari molto promettenti. Ad esempio, in Giappone è stato messo a punto un sistema per estrarre l’uranio naturalmente presente nell’acqua di mare in minuscole percentuali. Si tratta di un procedimento lentissimo, basato sulle capacità di assorbimento di alcune plastiche speciali, e che consente di ricavare tre milligrammi per ogni tonnellata d’acqua,
senza arrecare danni all’ambiente. L’impianto attualmente in funzione è già in grado di produrre, in un anno, l’uranio necessario ad alimentare una centrale da 1000 megawatt». Come in tutti i settori dell’energia, anche per il nucleare – secondo Bernardini – la ricerca ha un ruolo chiave. «In questo campo il nostro paese ha una tradizione di primissimo piano, che nonostante l’abbandono dell’applicazione di queste tecnologie sul nostro territorio si è mantenuta viva a livello accademico. Oggi però per un effettivo rilancio ha bisogno di nuove energie economiche e intellettuali. Le nostre speranze e risorse andrebbero investite sui ricercatori e tecnici italiani, che spesso si trovano costretti a maturare la loro esperienza nella realizzazione di impianti all’estero. È proprio l’entusiasmo e la competenza di questi giovani che andrebbe valorizzata al massimo per il futuro del nostro paese e impiegata nella messa a punto di sistemi di produzione dell’energia sempre più efficienti e sicuri per l’uomo e l’ambiente».
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Nucleare: un’energia sempre più sicura
di Antonio Moccaldi
Le attuali tecnologie per la sicurezza degli impianti nucleari e la gestione delle scorie radioattive, e le ricerche che porteranno ulteriori miglioramenti nei prossimi decenni, con i reattori di quarta generazione.
Perché oggi c’è un significativo ritorno al nucleare nel mondo? Basta una semplice riflessione: per produrre un megawatt di potenza elettrica occorre “bruciare” in un giorno circa un grammo di U235, oppure 2,9 tonnellate di carbone, ovvero due tonnellate di petrolio. In un mondo, pertanto, con una richiesta sempre più crescente di energia, soprattutto nei paesi in forte sviluppo, questa semplice riflessione giustifica di per sé il ritorno al nucleare sia in termini economici che geopolitici, nonché per l’accresciuta sensibilità verso i problemi di tutela dell’ambiente e della salute dell’uomo, creati dall’attuale sistema di produzione energetica. Ma, a distanza di circa 25 anni dall’incidente di Chernobyl, cosa è cambiato in quello che è stato sempre considerato dall’opinione pubblica il “tallone d’Achille” del nucleare, ai fini di una serena e consapevole accettazione di questa forma di produzione di energia? E cioè a che punto è il problema della sicurezza degli impianti nucleari e, soprattutto, il problema della gestione delle scorie radioattive? I reattori che i paesi più evoluti si accingono a realizzare, chiamati di “terza generazione avanzata”, sono progettati per una vita utile di circa 60 anni, con elevatissimi livelli di sicurezza, grazie a una serie di sistemi sia attivi che passivi ridondanti, con strutture di contenimento di mas-
sima resistenza e sistemi (quattro, in serie) che assicurano il “raffreddamento” in qualsiasi situazione (terremoti, caduta di aerei, ecc.). Questo elevatissimo livello di sicurezza raggiunto oggi, e che sarà ancora più raffinato nei reattori di cosiddetta “quarta generazione”, è stato ottenuto anche grazie all’esperienza di esercizio dei reattori finora installati nel mondo (oggi ne sono in funzione 437, che assicurano il 15% del totale dell’elettricità prodotta). In particolare, aver sviluppato soluzioni impiantistiche sempre più sicure è dovuto anche al fatto di aver concentrato lo sforzo su un numero limitato di tipologie. Tutto ciò ha consentito a un famoso scienziato medico di livello internazionale di asserire che «non avrebbe nessuna remora ad abitare a fianco di un impianto nucleare». Certamente oggi, in generale, si va lentamente affermando nella pubblica opinione il concetto che l’energia nucleare è, tutto sommato, un sistema di produzione di energia non solo sicura, ma anche non inquinante, e che, nei riguardi dell’effetto serra, essa può ridurre il fenomeno del riscaldamento globale, nonché dei cambiamenti climatici. Il nucleare, in sostanza, anche agli occhi dei più intransigenti ambientalisti (Moore, Brand, Tindale, Smith) appare come una delle possibili e necessarie fonti di energia (anche se ovviamente non l’unica), complessiva-
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mente meno pericolosa e dannosa rispetto alle fonti di energia derivanti dal combustibile fossile. Ciò discende non solo, come già detto, dall’accresciuta e raffinata ridondanza di sicurezza nella costruzione e gestione degli impianti nucleari, ma anche da un diverso approccio, dovuto alle conoscenze sviluppatesi in questi ultimi 25 anni, relativamente alla gestione dei rifiuti radioattivi che si producono nelle centrali. Oggi le scorie e il loro ciclo sono sostanzialmente gestibili in perfetta sicurezza, sia perché la loro quantità in termini di volume è ridotta notevolmente (ad esempio, in 60 anni di funzionamento di centrali nucleari, secondo il nuovo piano nucleare italiano, pari a 13.000 MWe, si produrrebbero rifiuti ad alta attività in quantità pari a un cubo di 20 metri di lato), ma soprattutto perché la gestione del combustibile esaurito è migliorata notevolmente in termini di processo. Ad esempio, lo stoccaggio del combustibile nell’impianto stesso, per un certo periodo di tempo, sarà superiore agli attuali 10 anni e consentirà, oltre che eliminare pressoché completamente i rifiuti a bassa attività, di allungare i tempi per il trasferimento successivo (con sistemi di condizionamento già disponibili quali la vetrificazione) nei depositi finali, di tipo geologico (ad esempio quello in costruzione in Fin-
landia), quali miniere di salgemma profonde, ad altissima stabilità sismica e bassissima umidità atmosferica, necessarie per il mantenimento nel tempo dell’integrità dei contenitori di rifiuti. Ma la vera novità dei prossimi anni sarà la possibilità di “bruciare” direttamente i rifiuti ad alta attività (attinidi) nei reattori di quarta generazione, che si andranno a realizzare nei prossimi decenni (a partire dal 2040), consentendo in tal modo la soluzione pressoché definitiva del problema delle scorie radioattive, trasformando cioè un possibile rischio in una concreta opportunità di avere a disposizione ulteriore combustibile per produrre energia. Ciò è dovuto alla separazione dei radionuclidi, con tempi di dimezzamento dell’ordine di centinaia di migliaia di anni, dagli altri a vita media molto più bassa, e al riciclo degli stessi come combustibili nei nuovi reattori, trasmutandoli, di fatto, in radionuclidi con tempo di decadimento molto più breve, e riducendo così pressoché totalmente il problema di avere la presenza nel tempo di radioattività a vita media molto lunga seppure ben confinata in depositi altamente sicuri. E ciò in attesa che la fusione nucleare o il ciclo dell’idrogeno ci aprano in futuro strade alternative a tutte le attuali forme di produzione di energia, con sempre minori impatti per l’ambiente e per l’uomo.
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Everyday life La vita quotidiana nei dintorni delle centrali nucleari in Gran Bretagna. Nel 2008, l’energia nucleare nel Regno Unito ha generato il 13,45% dell'energia elettrica prodotta in totale. Sono presenti nove centrali elettronucleari in funzione, che dispongono complessivamente di 19 reattori: una buona parte sta raggiungendo la fine del suo ciclo di vita ed è prevista, entro il 2025, la costruzione di 22 nuovi reattori nucleari di diversa capacità in grado di rendere il Regno Unito autosufficiente dal punto di vista energetico, oltre che contribuire a rispettare gli obiettivi di riduzione di emissioni di anidride carbonica
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1,2,4 Centrale nucleare presso la cittĂ di Sizewell, nella contea di Suffolk, in Inghilterra
Centrale nucleare di Hunterston, nel North Ayrshire, in Scozia
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Sito nucleare di Sellafield, nella contea di Cumbria in Inghilterra
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Intervista a Vincenzo Balzani e Marco Ricotti
Nucleare sì, nucleare no? Favorevole o contrario al nucleare in Italia? Oxygen ha aperto le sue pagine al dibattito scientifico e ha posto la domanda, con la formula dell’“intervista doppia”, a Marco Ricotti (ordinario di Impianti nucleari al Politecnico di Milano) e Vincenzo Balzani (ordinario di Chimica all’Università di Bologna).
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Sei favorevole o contrario al nucleare?
Marco Ricotti: Non sono né
Vincenzo Balzani: Contrario.
favorevole, né contrario. Valuto pregi e difetti di ogni opzione. Sono portato a valorizzare i pregi e a lavorare per ridurre i difetti. Ciascuno deve informarsi e conoscere (correttamente) per poi prendere posizione. Nucleare? Anche.
La possibilità di convertire piccolissime quantità di massa in enormi quantità di energia è una delle più grandi scoperte scientifiche fatte dall’umanità. Nella pratica però questa tecnologia crea problemi molto più gravi di quelli che vorrebbe risolvere, sia a livello nazionale che globale.
Quanto costa una centrale nucleare?
Marco Ricotti: Troppo, se i
Vincenzo Balzani: Intanto
combustibili fossili costano molto poco e se costa molto farsi prestare il denaro per la costruzione. E anche se le regole per le autorizzazioni non sono chiare e i tempi burocratici lenti o incerti. Altrimenti, è certamente competitiva.
bisogna intendersi sul costo di “che cosa”. Per la costruzione di reattori nucleari in Canada, nel luglio scorso, il costo era di 10,8 miliardi di dollari per 1000 MW. Il costo per i depositi permanenti delle scorie è incalcolabile, perché questi depositi non si è riusciti a costruirli per ora in nessuna nazione. Anche il costo per lo smantellamento delle centrali che vengono chiuse è difficile da definire: questa operazione in Inghilterra viene rimandata di 100 anni.
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Il nucleare è più conveniente delle altre fonti energetiche?
Marco Ricotti: Dal punto
Vincenzo Balzani: No.
di vista economico, vale quanto detto prima: dipende. Se ad oggi diversi paesi e molti elettroproduttori stanno investendo sul nucleare, avranno fatto i loro conti. Dal punto di vista ambientale conviene almeno quanto le rinnovabili, perché non emette CO2. Dal punto di vista dello sviluppo industriale conviene.
Ad esempio, il modo più economico per produrre energia elettrica è l’eolico.
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Il nucleare permette di evitare la dipendenza dal petrolio e dalle fonti fossili?
L’energia nucleare ha il vantaggio di emettere pochi gas serra. Quale costo avrebbe convertire in nucleare la produzione energetica inquinante?
Marco Ricotti: Non è pensa-
Vincenzo Balzani: Per la co-
bile di convertire tutta la produzione energetica da fonte fossile, né in nucleare, né in rinnovabili. Certo una buona parte può essere convertita: in nucleare e in rinnovabili. Ad oggi, tra le due, il costo di produzione è a favore del nucleare.
struzione delle centrali, per estrarre, purificare e arricchire l’uranio, per sistemare le scorie e per smantellare gli impianti è necessaria una grande quantità di energia oggi ricavata dalle fonti fossili (“Energy Policy”, 2009, n. 37, pp. 50-56). L’energia elettrica dal nucleare produce meno gas serra di quella ottenuta dalle centrali a combustibili fossili, ma di più di quella ottenuta dall’energia eolica o solare.
Marco Ricotti: “Evitare”, no.
Vincenzo Balzani: No. Il nu-
“Ridurre”, anche sensibilmente, sì. Per ora, il nucleare serve solo a risparmiare le fonti fossili usate per produrre energia elettrica. Nel futuro (reattori di quarta generazione) potrebbe essere utilizzato anche per i trasporti, per produrre idrogeno e biocombustibili.
cleare produce solo energia elettrica, non combustibili. Ricordo anche che l’Italia non ha né miniere di uranio, né la complessa filiera per purificarlo e arricchirlo. Quindi partire col nucleare significherebbe aprire un altro fronte di dipendenza energetica dall’estero, cioè dalla Francia che a sua volta importa uranio da una sua ex-colonia ri-colonizzata: il Niger.
Le riserve di uranio sono davvero abbondanti? E quelle di petrolio davvero ridotte?
Marco Ricotti: A mio parere,
Vincenzo Balzani: Le riserve
esiste ed esisterà sempre più nel prossimo futuro, forse per qualche secolo a venire, solo un unico problema: il costo di approvvigionamento delle materie prime. Con i reattori di quarta generazione non avremo più il problema della disponibilità di uranio.
possono essere definite “ridotte” o “abbondanti” solo in base ai consumi. Un forte sviluppo mondiale del nucleare porterebbe a grossi problemi per l’approvvigionamento dell’uranio prima della fine dell’utilizzo (2060–2080) di nostre eventuali centrali.
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Nucleare sì, nucleare no?
Le centrali di quarta generazione e la fusione nucleare (i progetti ITER in Francia e NIF negli Stati Uniti) sono quasi realtà oppure sono un miraggio?
Circa il 12% dell’elettricità consumata in Italia viene importata, e in buona parte è di origine nucleare (proviene infatti da Francia, Svizzera e Slovenia, paesi che utilizzano l’energia nucleare). È meglio continuare a importare energia o dire sì al nucleare? Oppure quale altra soluzione?
Marco Ricotti: È ormai evi-
Vincenzo Balzani: “Le Mon-
dente a tutti la schizofrenia di una simile posizione, cioè dire sì all’elettricità nucleare e no alle centrali. Il nucleare è soprattutto una scelta strategica, tecnologica, commerciale di un intero Paese. Per ottenere il massimo vantaggio e garantire il massimo controllo, conviene realizzare un parco di reattori in casa. Se si vuole veramente usare il nucleare.
de” (17 novembre 2009) ci ha informato che la Francia, che ha 58 reattori nucleari, è costretta a importare (bilancio netto) energia elettrica: una notizia che dovrebbe far meditare. La soluzione è anzitutto risparmiare energia e usarla con maggiore efficienza, poi ottenerla da fonti rinnovabili. Studi molto seri dimostrano che di qui al 2020 l’Italia può (oltre che deve, in base alle direttive europee) ridurre i suoi consumi energetici del 20% e coprirne il 20% con energie rinnovabili.
Marco Ricotti: Non sono un
Vincenzo Balzani: Le centrali
miraggio, ma non sono ancora realtà – nel senso ingegneristico e industriale del termine. Sono ad oggi enormi sfide scientifiche e tecnologiche. È ragionevole pensare che le centrali di quarta generazione saranno disponibili, come impianti commerciali, prima di avere centrali elettriche basate su reattori a fusione. Ma alla fine saranno sempre i costi a fare la fortuna commerciale di una soluzione.
di IV generazione sono poco più che progetti. Altrimenti non si spiegherebbe perché, secondo i fautori del nucleare, dovremmo partire adesso con centrali di III generazione che, se entreranno in funzione nel 2020, dovranno essere utilizzate fino al 2060-2080. La fusione poi è un vero miraggio.
Il nucleare è sicuro o pericoloso?
Marco Ricotti: Ogni attività
Vincenzo Balzani: Sicuro, se
umana ha qualche grado di pericolosità, pur a livelli diversi. Anche il vivere in casa porta i suoi pericoli, per non parlare poi di prendere la macchina al mattino per recarsi al lavoro: statisticamente, queste attività hanno una pericolosità 10.000 volte maggiore rispetto al lavorare in una centrale nucleare o viverci nei pressi.
ci sono agenzie per la sicurezza serie e indipendenti come quelle di Francia e Finlandia, che recentemente hanno chiesto drastiche modifiche nei sistemi di controllo del reattore francese AREVA (del tipo di quelli che noi dovremmo acquistare) in costruzione in Finlandia, nonostante che i lavori siano indietro di 3,5 anni e i costi superiori di 1,7 miliardi di euro rispetto a quelli previsti. In Italia, l’agenzia per la sicurezza non c’è e bisognerà vedere se sarà indipendente.
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E la questione dei pericoli connessi all’uso bellico del nucleare e agli atti terroristici?
Marco Ricotti: Il nucleare
Vincenzo Balzani: Indubbia-
bellico è decisamente separato dal nucleare commerciale. I controlli dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica sono molto rigorosi e continui. Purtroppo i terroristi hanno a disposizione obiettivi più vulnerabili delle centrali nucleari. È difficile danneggiare seriamente un reattore dall’esterno.
mente è un grosso problema, perché la tecnologia è la stessa per nucleare civile e bellico (“Science”, febbraio 2007, 9, 791). Più che gli atti terroristici verso le centrali, sono da temere atti terroristici fatti con materiali radioattivi, di cui c’è già un pericoloso contrabbando (“Global Security Newswire”, maggio 2009, 15).
La presenza delle centrali nucleari induce inquinamento radioattivo nelle zone circostanti e quindi dei pericoli per chi le abita?
Marco Ricotti: Assolutamen-
Vincenzo Balzani: Non credo
te no. Il livello di radioattività nell’aria, nell’acqua, nel terreno, nella flora delle zone attorno alle centrali è costantemente controllato dalle autorità di sicurezza.
sia il problema più importante se il tutto è governato da un’agenzia per la sicurezza indipendente e qualificata.
Quali sono i metodi di stoccaggio e gestione dei diversi tipi di scorie? E i costi? I depositi geologici in profondità nel sottosuolo sono una soluzione efficace al problema delle scorie ad alta attività (con tempi di decadimento di migliaia di anni)?
Marco Ricotti: Stoccaggio in
Vincenzo Balzani: Per la si-
depositi superficiali controllati, per oltre 100 anni, per le scorie di bassa e media radioattività (inclusa la mole di rifiuti industriali e medicali radioattivi), che al termine possono essere trattate come rifiuto comune. Svezia, Finlandia e altre nazioni reputano sicuro lo stoccaggio nel sottosuolo delle scorie ad alta radioattività: altri paesi stanno pensando di imitare questa scelta. Questa soluzione è un fatto. In futuro, potremo decidere di bruciare le scorie pericolose con i reattori di quarta generazione, riducendone pericolosità e vita. E non dimentichiamoci dei rifiuti tossico-nocivi convenzionali, che non decadono e sono 20.000 volte di più.
stemazione delle scorie ad alta radioattività, pericolose per decine e centinaia di migliaia di anni, l’unica proposta è quella di depositi permanenti sotterranei. Di fatto, un tentativo in questo senso portato avanti per 30 anni negli USA è fallito e le scorie rimangono sui piazzali delle centrali (“Chemical & Engineering News”, 23 marzo 2009, p. 35).
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Nucleare sì, nucleare no?
Qual è l’argomentazione più efficace sostenuta da chi è di opinione opposta alla tua?
Marco Ricotti: Un compren-
sibile dubbio circa la reale capacità italiana di saper gestire un sistema complesso come quello nucleare. Ma l’Italia negli anni Sessanta è stata capace di raggiungere le prime posizioni internazionali in questa tecnologia.
Vincenzo Balzani: Che l’energia nucleare è in forte sviluppo in tutto il mondo e che quindi non si capisce perché non si dovrebbe sviluppare in Italia. In realtà, lo sviluppo dell’energia nucleare è finito 20 anni fa e ora è in declino. L’energia elettrica prodotta col nucleare nel mondo è diminuita di 60 TWh dal 2006 al 2008. L’energia nucleare non è competitiva in un regime di libero mercato.
Qual è il tuo personale slogan pro/contro il nucleare?
Marco Ricotti: Se c’è un tema
Vincenzo Balzani: L’opzione
che non può e non deve essere trattato con slogan, è proprio il nucleare… Non ripetiamo gli errori del passato.
nucleare, a causa dei lunghi tempi per il rilascio dei permessi e l’individuazione dei siti (3-5 anni), la costruzione delle centrali (5-10 anni), il periodo di funzionamento per ammortizzare gli impianti (40-60 anni), i tempi per lo smantellamento alla fine dell’operatività (100 anni) e la radioattività del combustibile esausto (decine di migliaia di anni) è una scommessa con il futuro il cui rischio è difficilmente valutabile in termini non solo economici, ma anche sociali.
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Qual è l’energia del futuro?
Marco Ricotti: Non esiste
Vincenzo Balzani: L’energia
“LA” energia del futuro. Il problema energetico è molto complesso e si può risolvere solo sfruttando e valorizzando tutte le caratteristiche positive di ogni fonte energetica (fossile, rinnovabile, nucleare), riducendo al massimo gli effetti negativi (che esistono in ogni fonte energetica – nessuna fonte è assolutamente “pulita”).
solare: abbondante (la Terra riceve dal Sole in un’ora una quantità di energia pari a quella che l’umanità consuma in un anno), inesauribile (il Sole brillerà per 4,5 miliardi di anni), ben distribuita su tutta la Terra. L’Italia non ha petrolio, non ha metano, non ha carbone e non ha uranio. Ma ha tanto sole. Sviluppando industrie per la costruzione di pannelli fotovoltaici, anziché centrali nucleari, si potrebbero abbassare i costi e generare molti posti di lavoro. Il nostro compito è quello di incominciare a utilizzare meglio l’energia solare, come già fanno molti paesi che hanno meno sole di noi.
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Italiani e nucleare: «Apertura crescente»
di Monica Fabris e Albino Claudio Bosio
Una recente ricerca descrive il rapporto tra gli italiani e il nucleare, andando ben oltre la consueta dicotomia “favorevoli/contrari”: un orientamento più pragmatico che in passato e un dibattito che si attiva dal basso possono «costituire un terreno fertile per promuovere una cultura della condivisione e della partecipazione costruttiva, e non solo della mobilitazione oppositiva».
La discussione sul ritorno all’energia nucleare in Italia ha recentemente riavviato la costruzione di un’opinione pubblica sul tema, dopo che – a partire dal referendum dell’87 – di energia nucleare in Italia, semplicemente, non si è più parlato. Per anni, infatti, si è assistito a un vero e proprio “black out” e a una rimozione del nucleare come oggetto del discorso sociale: una sorta di cancellazione mentale che ha favorito l’oblio collettivo. Oggi, che di nucleare si torna a parlare, ci troviamo a dover fare i conti con questo vuoto nel processo di ricostruzione di un’opinione pubblica sul tema. Anche per questi motivi risulta di rilevanza fondamentale l’iniziativa di ricerca promossa da Enel, che ha coinvolto un team di autorevoli istituti di ricerca in un laboratorio di studio sullo stato dell’arte del nucleare in Italia: GPF, GfK-Eurisko, Euromedia e Istituto Piepoli. Questo lavoro ha evidenziato un’apertura cre-
scente nei confronti del nucleare da parte dell’opinione pubblica italiana: l’atteggiamento prevalente è ancora critico, ma meno rigido che in passato. Questa maggior disponibilità è legata all’affermazione di un orientamento culturale pragmatico, che porta a guardare alla questione energetica in modo meno emotivo e ideologizzato e più responsabile che in passato: la volontà di mantenere il benessere acquisito, che pure convive con nuovi stili di vita più consapevoli, soprattutto sul fronte dell'impatto ambientale, porta a prendere in considerazione tutte le fonti energetiche, senza esclusioni pregiudiziali, e a valutarle oggettivamente, in base al rapporto costi/benefici. È convinzione sempre più condivisa che la soluzione del problema energetico possa giungere dall’incremento della diversificazione delle fonti, oltre che naturalmente dal risparmio energetico. Il concetto di “mix energetico” spiana la
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Le considerazioni che lavorano a favore del nucleare fanno riferimento al fabbisogno di energia a basso costo (lo sostiene il 40% della popolazione italiana), a una maggiore abbondanza e certezza degli approvvigionamenti, oltre che a una maggiore autonomia del paese (37%), ma anche al rispetto dell’ambiente (29%) e allo sviluppo economico (28%); infine, al fatto che l’Italia è inserita geograficamente in un’area in cui ci sono già altre centrali (22%).
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strada al nucleare, perché lo rende complementare e non antagonistico alle rinnovabili: si attenua così quel circolo vizioso che vedeva nello sviluppo del nucleare e negli investimenti richiesti dalla costruzione delle centrali un freno allo sviluppo delle energie verdi e che rendeva – e in parte rende ancora – il nucleare inviso agli ambientalisti. Le considerazioni che lavorano a favore dell’accettazione del nucleare e della costruzione di centrali nucleari fanno riferimento al fabbisogno di energia a basso costo (lo sostiene il 40% della popolazione italiana), a una maggiore abbondanza e certezza degli approvvigionamenti, oltre che a una maggiore autonomia del paese (37%), ma anche al rispetto dell’ambiente (29%) e allo sviluppo economico (28%); infine, al fatto che l’Italia è inserita geograficamente in un’area in cui ci sono già altre centrali (22%). Tra questi argomenti, l’ecosostenibilità del nucleare, il suo contributo alla riduzione delle emissioni di CO2 e dunque all’inversione del fenomeno del climate change, di cui sono indicate come responsabili principali le fonti fossili, può rappresentare il driver trasversale di sostegno al nucleare, anche se ancora poco sedimentato nell'opinione pubblica. Il nucleare viene dunque inserito in un nuovo frame di modernizzazione del paese: è visto come opportunità di riscatto, di recupero del divario che ci separa dagli altri paesi industrializzati. Quali sono dunque le problematiche che ancora investono il nucleare? Allo stato attuale, le barriere più forti sono legate al problema della “sicurezza” e sono costituite dai temi dello “smaltimento delle scorie” (indicato dal 67% degli intervistati), oltre che della “gestione delle centrali”. A queste preoccupazioni si aggiungono quelle dovute alla sfiducia degli italiani nei confronti delle istituzioni e alla percezione di una generale scarsa legalità e trasparenza nel
nostro Paese. Tale aspetto genera il timore di una possibile “gestione all’italiana”, cioè “pressappochista” e clientelare, e quindi poco affidabile e credibile. La prossimità fisica al fenomeno, e cioè la possibile vicinanza a una centrale, rappresenta un’altra variabile decisiva nella generazione del dissenso. Il “nimbysmo”, sostenuto dal localismo radicato nel nostro paese, è un fenomeno difficile da arginare, perché alimentato dal senso di appartenenza, dall’amore per la propria terra. Le indagini dimostrano tuttavia che per la maggioranza della popolazione le resistenze nei confronti del nucleare non generano un dissenso netto, ma convivono con le considerazioni a favore. L’incertezza rappresenta infatti la posizione dominante, in cui rientra il 55% della popolazione. Va inoltre sottolineata la forte connotazione socioculturale dell'intera tematica in esame. La disponibilità al nucleare risulta sempre correlata all’area della modernità: i soggetti più favorevoli al nucleare (circa il 15%) sono in prevalenza uomini giovani o giovani adulti, che dimostrano una marcata proiezione verso il futuro: si comprende dunque come il “mantenimento dello stile di vita attuale” possa costituire per questo target il driver primario di adesione al progetto nucleare. Anche tra gli incerti la parte più aperta al confronto è associata alla modernità, ma è costituita da soggetti più evoluti, colti e informati che dimostrano una maggior sensibilità sociale e apertura cosmopolita. Il nucleare per loro rappresenta una scelta di convenienza individuale e di responsabilità sociale. Esiste inoltre un’incertezza di natura più emotiva e irrazionale, sostenuta da paure che si ancorano ai ricordi dei disastri del passato ed è propria dei soggetti più anziani e socioculturalmente arretrati, che necessitano di forte rassicurazione. Anche il dissenso radicale (30% della popolazione) proviene da soggetti più tradizionali, e si connota in ter-
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Italiani e nucleare: «Apertura crescente»
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mini di contrapposizione ai consumi e diffidenza nei confronti della cultura industriale e postindustriale. Ne risulta che la questione nucleare rappresenta una buona cartina di tornasole dell’evoluzione della società italiana, a metà strada tra forti tensioni riformatrici e di innovazione e fattori di resistenza al cambiamento. Il ripensamento del mix energetico del nostro Paese e l’inclusione in esso del nucleare si accompagna a una visione sociale e all’elaborazione di nuovi stili di vita e forme del pensiero. Un’onda lunga nella direzione dell’evoluzione
tecnologica e della sostenibilità, in cui si confrontano le istanze dell’individualismo e degli interessi particolaristici con quelle della sensibilità al bene comune e alla collettività. Il dibattito stesso che si attiva dal basso su questo tema contribuisce ad alimentare questo confronto, producendo sintesi più equilibrate e in generale un clima di pluralismo e rispetto reciproco. Questo dibattito può costituire dunque un terreno fertile per promuovere una cultura della condivisione e della partecipazione costruttiva, e non solo della mobilitazione oppositiva.
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Informazione, antidoto alla paura Dalla paura del nucleare all’opposizione verso le biotecnologie in campo alimentare, fino alla psicosi dell’influenza aviaria: che ruolo ha la percezione di rischi e benefici nella formazione dell’opinione pubblica? Come influiscono i media e l’informazione nella costruzione del consenso? Quanto conta il coinvolgimento nel processo decisionale?
di Ilaria Catastini e Viviana Poletti
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«Le occasioni di avere paura sono una delle poche cose che non scarseggiano in questi nostri tempi tristemente poveri di certezze, garanzie e sicurezza», afferma Zygmunt Baumann nel suo saggio Paura liquida. Il crescere della dimensione dell’incertezza che caratterizza oggi la nostra società alimenta nuove dinamiche della percezione collettiva del rischio. I rischi sono sempre più ignoti, globali, al di là del nostro controllo e della nostra azione. Oggi i media – sia quelli tradizionali, sia soprattutto i social media sul web – giocano un ruolo fondamentale nei fenomeni relativi alla percezione collettiva di un rischio. Con quasi un italiano su due in rete, uno su tre attivo, 14 milioni di italiani iscritti a Facebook e una versione italiana di Wikipedia con ben 700.000 voci scritte volontariamente da migliaia di persone, la rete è un luogo di discussione di fondamentale importanza in ogni processo di costruzione di consenso e di comuni-
cazione su grandi temi. La velocità dell’informazione, specie attraverso Internet, fa sì che i tempi di propagazione delle paure collettive siano spesso molto più rapidi di quelli necessari all’informazione scientifica. In modo particolare quando alla propagazione della percezione del rischio è associata anche una componente emotiva legata a fattori culturali, affettivi ed etico-morali («In Gran Bretagna, le paure risalenti ai tempi bui della Guerra fredda ancora aleggiano sull’attuale dibattito sul nucleare e ostacolano ancora oggi la costruzione di una nuova generazione di impianti nucleari», dichiara Michael Zdanowski di Hill & Knowlton Londra). Gli aspetti culturali ed emozionali fanno sì che, come dichiarato nel 2003 da David Byrne, Commissario europeo per la salute e la tutela dei consumatori, «la reazione della collettività di fronte a problematiche connesse al rischio ha spesso poche relazioni con i fatti accertati, mentre appare sovente incoerente, se non addirittura completamente irrazionale».
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Il “caso” dell’influenza aviaria del 2005-2006 è emblematico: al ventilato rischio di una possibile pandemia originata dal virus H5N1 (mai esplosa), gli italiani reagirono con la più alta preoccupazione di ogni altro paese UE, come rilevato da una ricerca di Eurobarometro. A fronte di nessun pollo risultato infetto (solo un’anatra selvatica e qualche cigno), in pochi mesi il mercato avicolo italiano subì un crollo delle vendite con punte del 70% e un danno stimato di 800 milioni di euro, che mise in ginocchio il settore. Si scatenò una vera e propria “psicosi” e si registrarono comportamenti altamente irrazionali: alcuni direttori di negozio riportarono che i consumatori non si avvicinavano neanche ai banchi frigorifero per paura del contagio. Non sempre però i fenomeni legati alla percezione del rischio si basano su aspetti squisitamente irrazionali. È quanto emerge dallo studio americano GM foods and the misperception of risk perception di G. Gaskell, N. Allum, W. Wagner, N. Kronberger, H. Torgersen, J. Hampel e J. Bardes (2004). Gli autori, analizzando le ragioni dell’opposizione pubblica ai cibi geneticamente modificati (OGM), cercano di verificare l’ipotesi che quest’orientamento derivi più da una “mancata” percezione dei benefici che dalla percezione dei rischi, individuando un’interessante analogia con il caso del nucleare. Uno degli elementi che definiscono un’innovazione, o una nuova tecnologia, è la capacità di offrire benefici in maniera superiore a quanto al momento disponibile. Nell’accettazione di una determinata tecnologia, la percezione dei benefici sembra contare di più della percezione dei rischi: l’assunto è dimostrato dalla generale accettazione della biotecnologia per applicazioni in campo medico (finalizzate ad alleviare il dolore e curare malattie) e, al contrario, dall’opposizione alle applicazioni biotecnologiche in campo alimentare. In questo
secondo caso, infatti, non essendo percepiti vantaggi tangibili (il cibo è buono e disponibile anche ora), è la diffidenza a dominare. Quest’assunto è confermato anche dal professor Lorenzo Montali, ricercatore di psicologia sociale presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca: «Le applicazioni delle biotecnologie in campo medico non sono osteggiate dall’opinione pubblica: le persone ne individuano e comprendono i benefici e, pur consapevoli dei potenziali rischi, stabiliscono in linea di massima che vale la pena correrli e che la ricerca biotecnologica medica va sviluppata. In campo alimentare, l’atteggiamento è radicalmente diverso: le persone ritengono che le biotecnologie, almeno nei paesi occidentali, siano sostanzialmente inutili, e l’inutilità è una pre-condizione che porta allo sviluppo di un atteggiamento negativo». «Il tema della percezione pubblica della scienza, della tecnologia e del rischio è il tema della modernità: per la prima volta nella storia ci troviamo nella condizione di far decidere sullo sviluppo scientifico e tecnologico le persone, che non sono esperte di queste tematiche», prosegue Montali. Ma come fanno le persone a gestire questo potere? Qual è la competenza che devono avere per poter decidere se oggi, qui e ora apriamo una centrale nucleare, permettiamo la fecondazione assistita o sviluppiamo le biotecnologie? E quali le forme che soggetti economici privati e istituzioni pubbliche dovrebbero adottare per un corretto e responsabile processo di coinvolgimento e informazione degli stakeholder? In uno studio condotto negli Stati Uniti (intitolato Public Partecipation in Hazard Management: The Use of Citizen Panels in the U.S.), Ortwin Renn, Thomas Webler e Branden B. Johnson osservano come, tradizionalmente, tecnici ed esperti abbiano sempre guardato al coinvolgimento pubblico come a un’intrusione, seppur necessaria, nei processi decisionali. Spesso viene prima
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Informazione, antidoto alla paura
deciso come affrontare il problema e solo dopo viene informato il pubblico. Si tratta, per gli autori, di una strategia che non premia, per una serie di ragioni: i cittadini si sentono ingannati quando viene chiesta la loro partecipazione e apprendono che in realtà la decisione è già stata presa. Gli esperti spesso non conoscono le reali preoccupazioni dei cittadini, il territorio e il tessuto sociale; le argomentazioni usate per bilanciare i rischi con i benefici sono raramente convincenti per i cittadini. Informare il pubblico può aiutare a chiarire i problemi e le implicazioni, ma non risolve, secondo gli autori, i conflitti generati non dall’ignoranza, ma dalla divergenza degli interessi tra i soggetti coinvolti (industria, decisori, stakeholder e cittadinanza). I tentativi di proporre compensazioni per i cittadini per i rischi aggiuntivi peraltro non si sono sempre dimostrati in grado di ottenere l’accettazione pubblica. Invitare i cittadini a prendere parte al processo fin dall’inizio accresce invece le probabilità che una determinata decisione venga accettata. Per colmare la carenza di conoscenze tecniche e specifiche da parte del pubblico, il percorso di
costruzione del consenso dovrebbe focalizzarsi su un’informazione basata sulle opinioni, anche divergenti, di esperti. Il livello di discussione che riguarda le competenze delle istituzioni nella gestione del rischio ha il focus del dibattito nella distribuzione dei rischi e benefici, e sulla compatibilità delle soluzioni proposte con le condizioni economiche, politiche e sociali. Questo tipo di dibattito non si fonda su expertise di tipo tecnico, anche se ridurre la carenza di informazioni di carattere scientifico può essere d’aiuto. Il successo in queste situazioni si ottiene dimostrando che le istituzioni preposte alla gestione del rischio sono competenti, efficaci e aperte alle istanze del pubblico. A un livello più alto, il conflitto è poi definito da una serie di diversi valori sociali e culturali e stili di vita, e dal loro impatto sulla gestione del rischio. In questo caso, né l’expertise tecnica né la competenza e l’apertura delle istituzioni costituiscono delle condizioni sufficienti all’accettazione pubblica. In questi casi occorre agire contemporaneamente sia sul fronte dell’informazione dell’education, sia sul pieno coinvolgimento degli stakeholder nel processo decisionale.
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Intervista a Henri Revol
Chi vigila sul nucleare? Il caso francese Quali organismi hanno il compito di vigilare sulla sicurezza del nucleare, e come si svolge il loro lavoro? Intervista a Henri Revol, presidente dell’Haut Comité pour la Transparence et l’Information sur la Sécurité Nucléaire (HCTISN).
di Simone Arcagni
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Chi vigila sul nucleare? Il caso francese
Come funziona l’HCTISN? Il comitato esiste dal 2008. La sua composizione è plurima: un collegio di quattro parlamentari (di maggioranza e di opposizione) e sei collegi di sei membri ciascuno, che rappresentano associazioni di protezione dell’ambiente e della sanità, comitati di informazione per le installazioni nucleari, gestori, esperti, l’autorità di controllo, lo Stato, i sindacati. Questa larga rappresentanza assicura la libera espressione delle diverse opinioni. Le riunioni non sono pubbliche, ma tutti i rendiconti dei dibattiti, le comunicazioni e le raccomandazioni vengono messi su internet e viene pubblicato un rapporto annuale. Quali sono le attività principali? Alla sua nascita, l’HCTISN è stato incaricato dal Ministro dell’Ambiente di analizzare lo stato radioattivo dello strato freatico nella prossimità dei siti nucleari, in seguito a una fuga di soluzione d’uranio a Tricastin. Tre mesi dopo, il comitato forniva un rapporto nel quale formulava 19 raccomandazioni. Si è occupato di sicurezza dei trasporti marittimi di plutonio e di informazione sui residui dell’estrazione mineraria. È ora in corso un importante studio sul ciclo del combustibile nucleare su richiesta del Ministro dell’Ambiente e del Parlamento. L’HCTISN prova a fornire ai cittadini informazioni complete su ciò che li preoccupa. Dispone di un segretariato i cui garanti sono ingegneri molto competenti e per ciascun problema interroga le parti interessate (gestori, autorità di controllo, esperti) e di-
batte con loro prima di emettere pareri e raccomandazioni.
denti, può sospendere la gestione di un’installazione.
Quali sono le preoccupazioni che vi vengono sottoposte più di frequente? I livelli di radioattività nell’ambiente e le scorie nucleari. L’HCTISN sta creando un portale internet che permetta a tutti un facile accesso (con un linguaggio comprensibile) a ogni informazione.
Cosa si sente di consigliare all’Italia in fatto di controlli e sicurezza? Dare dei consigli sarebbe presuntuoso, l’Italia ha ingegneri e ricercatori molto competenti. Credo che l’essenziale sia saper sviluppare, lungo tutto il processo di costruzione e gestione di una centrale nucleare, una catena di “cultura della sicurezza” a tutti i livelli. Allo stesso tempo, è indispensbile produrre informazione per il pubblico e creare dibattiti fondati sul pluralismo dei pareri affinché i cittadini sviluppino proprie opinioni, a condizione che le informazioni siano sempre oneste.
In Italia, chi è contrario al nucleare pone dei dubbi sulla sicurezza e sul problema dello smaltimento delle scorie. Quali risposte avete dato in Francia? Da quando la Francia utilizza energia atomica, sono stati creati degli organismi per assicurare un controllo molto stretto sul processo di costruzione e utilizzo di una centrale nucleare. Fino al 2006 questi servizi erano di competenza del Ministero dell’Industria e gli esperti tecnici venivano dal Commissariato per l’Energia Atomica. Recentemente, soprattutto dopo la legge del 2006 sulla trasparenza e la sicurezza nucleare, è stata creata un’autorità amministrativa indipendente, l’ASN (Autorité de Sureté Nucléaire), che per le perizie tecniche si appoggiava all’IRSN (Institut de Radioprotection et Sureté Nucléaire), divenuto dopo qualche anno indipendente dal CEA (Commissariat à l’Énergie Atomique et aux Énergies Nouvelles). L’ASN oggi dispone di ispettori propri che fanno continui e rigorosi controlli sulle installazioni, autorizza la creazione e la gestione di “installazioni nucleari di base”, raccoglie le dichiarazioni obbligatorie di inci-
Per quanto riguarda le energie rinnovabili e l’innovazione, a suo parere qual è il futuro di paesi come Francia e Italia? Il CEA e l’ENEA hanno chiuso un accordo di cooperazione nel campo della ricerca nucleare e delle energie rinnovabili. Esistono numerosi esempi di cooperazione anche tra i poli di competitività francesi e italiani. Un costruttore francese di automobili (Renault-Nissan) conduce un progetto di sviluppo di vetture elettriche in Lombardia con l’italiana A2A. EDF - Energies Nouvelles costruisce centrali solari fotovoltaiche a Santa Sofia in Umbria e in altri sette siti. Penso che Francia e Italia abbiano un grande campo d’innovazione in comune per il futuro, in particolare nel quadro dell’Unione per il Mediterraneo.
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La scienza dal giocattolaio di Davide Coero Borga
Il piccolo chimico e la petite Curie
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C’è stato un tempo in cui piccoli druidi e alchimisti hanno smesso di improvvisare con alambicchi, distillatori e fuochi fatui e sono diventati giovani sperimentatori nel grande laboratorio della scienza. Quegli anni di lumi e grandi trasformazioni hanno portato sul mercato un giocattolo, se così lo si può chiamare, a dir poco affascinante: il kit del Piccolo chimico. Vera fucina di reagenti e provette, il piccolo chimico consentiva ai bambini degli anni Cinquanta di produrre associazioni ed esperimenti in totale libertà, alla scoperta del potere degli elementi della tavola periodica. Si giocava con storte, matracci, fornelletti a spirito per bollire i composti e dozzine di elementi chimici. Non proprio quello che si definisce un “gioco da ragazzi”. La scatola aveva un incredibile potenziale distruttivo e certo oggi avrebbe una serie altrettanto impressionante di avvertenze e precauzioni per l’uso.
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La scienza dal giocattolaio
Tutte le meraviglie della chimica in una scatola di cartone. Vere provette (di vetro, scaldabili su fiamma) e una sfilza di reagenti fra cui troviamo anche molti di quelli che oggi sono considerati pericolosi – da terroristi – come il permanganato. Sostanze tossiche, infiammabili, che hanno costretto i produttori a un continuo rimbalzo tra boom commerciali di un kit multifunzionale e massicci ritiri dal mercato di un prodotto considerato dinamite in mano a giovane clientela inesperta. In un gioco senza regole c’è il rischio di farsi male o, peggio, di fallire. “È il metodo scientifico, bellezza, e tu non ci puoi fare niente!”, si potrebbe dire parafrasando Humphrey Bogart, che proprio in quegli anni impazzava sul grande schermo. Di fatto un piccolo kit educativo ha elevato la chimica al rango di scienza di riferimento (regina delle discipline nel dopoguerra atomico, scalzata solo da astronomia e fisica durante la corsa allo spazio). E se la scatola del piccolo chimico ci sembra pericolosa, che dire allora delle sue evoluzioni radioattive?
È il 1951 quando la Gilbert Hall of Science mette in commercio per la cifra considerevole di 50 dollari l’Atomic Energy Lab: un kit da laboratorio con quattro diverse tipologie di uranio nella confezione. Uranio radioattivo, che i bambini di allora hanno maneggiato con disinvoltura di fronte a ignari genitori. Oggi è un giocattolo da collezione così ricercato che un set completo può essere venduto per più di 100 volte il prezzo originale. E che dire del modellino in scala della centrale nucleare di Three Mile Island? Aggiunge realismo e turbamento al gioco (riporta giustamente lo strillo sulla confezione). Certo la casa produttrice, la Con-Cor di Bensenville, Illinois, non poteva immaginare che neanche vent’anni più tardi la centrale sarebbe stata teatro del più grave incidente nucleare mai avvenuto negli Stati Uniti, con il rilascio di una quantità considerevole di radiazioni.
È lunga la serie di balocchi atomici: contatori Geiger giocattolo per misurare gli effetti letali delle sostanze radioattive, spintariscopi, camere a nebbia, elettroscopi. I libretti d’istruzioni che accompagnano le confezioni sono vere e proprie introduzioni alla chimica del radio. Sulla confezione di Uranium Rush si legge: «Un nuovo ed entusiasmante gioco per la famiglia. Fai un milione di dollari! Segui le luci e i ronzii del tuo contatore Geiger». Poco sopra spicca il marchio “Educator Approved 1955”. E oggi? Fare il piccolo chimico nel 2010 è decisamente meno pericoloso: niente fornelli ad alcol o sostanze pericolose. Le provette sono rigorosamente in plastica e gli esperimenti si fanno con limone, aceto e bicarbonato. La scienza strong è relegata ai videogiochi. Nintendo DS e Wii hanno lanciato da poco sul mercato Science Papa, una sorta di laboratorio virtuale dove è possibile ricreare esperimenti con attrezzature da professionisti. Evitando le controindicazioni di una reazione esplosiva.
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Future Tech di Simone Arcagni
Nucleare e digitale nel medical imaging
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Vedere meglio, vedere di più, superare le soglie dell’estremamente piccolo e dell’estremamente recondito è la sfida che più caratterizza la medicina contemporanea e che la collaborazione tra tecnologie digitali e medicina nucleare sta aprendo a una nuova era. I raggi X hanno permesso lo svilupparsi di un ramo importante della medicina che si occupa di visualizzare il corpo umano all’interno, mentre la medicina nucleare è una branca della medicina clinica che si serve della radioattività con lo scopo di conseguire finalità diagnostiche, terapeutiche o di ricerca. Basta scorgere il vasto programma del recente ECR – European Congress of Radiology (Vienna 4-8 marzo), per capire l’importanza del medical imaging nella diagnostica e il costante sviluppo di sempre più sofisticati software e algoritmi per la creazione di modelli visivi tridimensionali. Nucleare e digitale a braccetto, quindi, per far fare alla medicina un balzo in avanti: pensiamo allo sviluppo impresso dai raggi X, ora l’applicazione nella medicina nucleare e nella radiografia di sistemi digitali imprime un’ulteriore svolta nell’immagazzinare dati e proporre visioni tridimensionali.
©Lester Lefkowitz/Corbis
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Future Tech
Un esempio di questo connubio è stata la collaborazione tra l’americana Mayo Clinic e IBM, che hanno creato il Medical Imaging Informatics Innovation Center (MI3C) con il risultato di registrare immagini mediche fino a 50 volte più rapidamente e di fornire diagnosi critiche, quali lo sviluppo o la riduzione di un tumore, in pochi secondi. «Lo scenario della diagnostica del futuro è l’imaging molecolare: visualizzare in vivo molecole o eventi molecolari che siano la forma della patologia in azione»: è l’opinione di Silvio Aime, responsabile del Center for Molecular Imaging dell’Università di Torino, dove si occupa di risonanza magnetica e di sonde per lo sviluppo dell’imaging medico e che abbiamo incontrato alla View Conference di Torino. «Il molecular imaging – continua Aime – consiste nel visualizzare in un organismo vivente specifiche molecole o eventi molecolari a livello cellulare che possono rappresentare la firma di una particolare patologia. Si tratta di una scienza multidisciplinare che parte dalle scoperte dei biologi e dalla medicina molecolare».
Il fine è osservare «le differenze tra il normale e il patologico. Differenze spesso minime: quindi bisogna non solo guardare, ma anche trovare modi per esaltare queste differenze. Il processamento dell’immagine risulta quindi fondamentale». L’altra grande sfida è fare tutto ciò “in vivo”, poter lavorare con animali o persone vive permette, per esempio, uno studio longitudinale nel tempo. «L’obiettivo strategico generale è poter vedere dalle cose più piccole (atomi) alle cose più grandi. Questi sono gli sviluppi che ci aspettiamo, per una medicina sempre più dipendente dall’immagine». Nella medicina nucleare il vantaggio è quello di studiare “in vivo” i processi metabolici attraverso la PET (Positron Emission Tomography), che usa radiofarmaci marcati con radioisotopi emittenti positroni. Si passa quindi dalla visione “piatta” della radiografia alla visione tridimensionale. L’italiana IM3D - Medical Imaging Lab, per esempio, si occupa in particolare di imaging medico per le patologie cancerogene servendosi delle avanzate tecnologie nel campo del CAD (Computer Aided Detection), come il CAD-COLON IM3D realizzato come supporto alla dia-
gnosi radiologica nel caso di sospetto di polipi nel colon e nel retto. Il sistema digitale DIMAGO-med per l’integrazione delle immagini provenienti da diversi esami diagnostici permette invece la digitalizzazione, l’elaborazione e l’integrazione delle immagini acquisite con angiografia digitale, SPECT, PET, TAC, risonanza magnetica e ultrasonografia. Copre, insomma, l’ampio spettro dei dati offerti dalla medicina nucleare, elabora i diversi dati e li assembla per un modello virtuale attivo e diacronico. Immagini spettacolari, come dimostrano i filmati di Alexander Tsiaras di Anatomical Travelogue, affermato tanto nell’ambito medico quanto in quello artistico: le sue immagini e i video di medical imaging sono stati esposti in diverse gallerie d’arte. L’americana Nucleus, invece, propone i suoi lavori di imaging su YouTube raccogliendo un vasto interesse per i suoi fantasmagorici viaggi nel corpo umano. Del carattere spettacolare di queste immagini si è accorta anche National Geographic, che ha realizzato alcuni documentari con le tecnologie del medical imaging come The Incredible Human Body, In the Womb e Inside the Living Body.
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photoreport
Sensibili come gli esseri umani
fotografia di ©Visuals Unlimited/Corbis
Una nuova analisi effettuata tramite imaging a risonanza magnetica (MRI) e strumenti di biologia comportamentale ha dimostrato che i delfini sono ancora più intelligenti e consapevoli di quanto gli scienzati credessero. È il risultato di un recente studio condotto dalla neuroscienziata Lori Marino della Emory University di Atlanta e presentato al meeting dell’American Association for the Advancement of Science. L’MRI ha infatti evidenziato che il cervello dei delfini è 4-5 volte più grande in proporzione a quello di altri animali di simile taglia, ma – soprattutto – la ricerca sugli aspetti comportamentali ha ulteriormente dimostrato che questi animali hanno abilità e un’autoconsapevolezza molto simili a quelle degli esseri umani: «Le prove scientifiche sulla sensibilità dei delfini rivelano che sono vulnerabili ai traumi e che soffrono se vengono confinati nei parchi acquatici», ha sottolineato la Marino, ponendo anche un interrogativo etico.
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Rubrica – titolo corrente
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Traveller di Michelle Nebiolo
Una gita atomica
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Homer che si lascia sfuggire un cilindro verde radioattivo al suono della sirena, per poi ritrovarselo nella camicia e buttarlo per strada mentre passa Bart: basta pensare alla sigla iniziale de I Simpson per capire che anche all’estero le centrali nucleari sono guardate con un certo, seppur ironico, sospetto. Ma mentre in Italia si discute a colpi di referendum, decreti e proteste, al di là del confine le centrali esistono, funzionano e in qualche caso si possono persino visitare. Almeno nei paesi più avanzati dell’Occidente, infatti, le società di gestione delle centrali sembrano aver adottato una politica di trasparenza e apertura per rispondere alle domande dei curiosi e dissipare la diffidenza di chi magari scorge in lontananza una torre di raffreddamento ogni volta che va in ufficio o porta i figli a scuola. «L’attuale vulnerabilità, la sicurezza degli approvvigionamenti, la radioattività, i rifiuti, l’efficienza... L’energia nucleare è sulla bocca di tutti. Ma come funziona una centrale? Dove sono i vantaggi e gli svantaggi di questa tecnologia controversa? Venendoci a trovare potrete ricevere informazioni di prima mano». È l’invito che rivolge la centrale nucleare Gösgen (www.kkg.ch) a Däniken, nel Canton Soletta in Svizzera, dall’homepage del suo sito. Il tour di tre ore è aperto a tutti (è sufficiente presentare un documento d’identità valido con foto) e
comprende l’ingresso alla mostra presso il centro visitatori e una visita guidata a sala di controllo, sala macchine e torre di raffreddamento. Superate ogni timore: imponenti schermature proteggono tutto il percorso, al punto che il livello di radiazioni dentro la centrale è inferiore a quello naturale che troviamo ogni giorno all’esterno. Non vi fidate dei dosimetri che monitorano costantemente la situazione? Per i più scettici è consigliata la visita a un’altra delle quattro centrali presenti in Svizzera, quella di Leibstadt, sulle rive del Reno: nella sua torre di raffreddamento nidifica da oltre dieci anni una coppia di rari falchi pellegrini, che qui non rischiano di essere disturbati dalle arrampicate degli sportivi in montagna. In Francia, invece, la centrale nucleare di Civaux (www.edf.fr) – dove, per gruppi di almeno cinque persone, si possono prenotare un tour guidato alla mostra permanente presso il centro informazioni e una visita virtuale della centrale – s’inserisce nei percorsi turistici proposti dalla formula Civaux Pass, insieme a Planète crocodiles (dove potrete vedere 200 coccodrilli nel loro ambiente), al museo archeologico e al cimitero merovingio. Tappa di escursioni in famiglia fuori dal comune, le centrali nucleari sono naturalmente anche meta delle gite scolastiche: da quella di Uljin in Corea del Sud
(eng.knef.or.kr) – considerata una delle più moderne e avanzate al mondo, grazie alle due nuove unità costruite alla fine degli anni Novanta – a quella intitolata all’eroe di guerra Alvin W. Vogtle (alla cui vita s’ispira il personaggio interpretato da Steve McQueen in La grande fuga) nella contea di Burke in Georgia, Stati Uniti (www.eia.doe.gov). Entrate in attività nel 1988 e 1989, le due unità di questo impianto di generazione costarono più di 13 volte la cifra prevista inizialmente: “imprevisto” che colpì numerose centrali in costruzione negli Stati Uniti in quegli anni, a causa delle aumentate misure di sicurezza imposte in seguito all’incidente di Three Mile Island avvenuto nel 1979. Il “Columbia County News-Times” ha di recente pubblicato un breve report sulla visita al Vogtle Plant di una classe della Evans Middle School: gli studenti (di circa 12-13 anni) hanno fatto una visita guidata della centrale, visto il simulatore e imparato in cosa consiste la formazione degli ingegneri che si occupano di tutti gli impianti. Hanno così potuto capire come vengono applicati nella realtà alcuni concetti studiati nel corso di scienze, chiudendo la giornata con un’attività a scelta tra scrivere una canzone, disegnare un fumetto, creare un libro per bambini o scrivere una lettera al presidente Obama.
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Traveller
L’installazione luminosa realizzata da Magic Monkey (www.magicmonkey.net) per illuminare la torre di raffreddamento della centrale nucleare Electrabel di Tihange, in Belgio.
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I luoghi della scienza di Eva Filoramo
Habog Building: diminuisce la radioattività, aumentano le opere d’arte
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Tutti sono consapevoli dell’importanza della conservazione di opere d’arte, oggetti e manufatti antichi per le generazioni future: se non l’unico, è sicuramente il metodo più tradizionale e forse efficace per consegnare il nostro passato e il nostro presente a chi verrà dopo di noi, contribuendo a costruire la Storia. Vi sono altre cose, tuttavia, che non vorremmo che i nostri nipoti e i nostri pronipoti si dovessero trovare a dover gestire al posto nostro: i rifiuti, ad esempio, e in particolare i tanto discussi rifiuti radioattivi. Sembra quindi quasi paradossale che esista un luogo, in Olanda, dove antichi manufatti e opere d’arte convivono in armonia con le scorie nucleari di due centrali all’interno di un grosso edificio arancione a forma di scatola, sulla cui facciata principale campeggiano due simboli della scienza del XX secolo: la formula di Einstein dell’equivalenza massa-energia (E=mc2) e la legge di Planck (E=hν), che mette in relazio-
ne energia e frequenza di un fotone. Si tratta dell’Habog Building, costruito ad hoc per il trattamento dei rifiuti radioattivi ad alta attività e facente parte del complesso di edifici dell’Organizzazione centrale per il trattamento dei rifiuti radioattivi olandese (COVRA) con sede a Visslingen, nel sud-est dei Paesi Bassi. L’Habog Building, edificato in modo da resistere intatto almeno per i prossimi 300 anni, è stato inaugurato nel settembre 2003 e il colore arancione di cui è ricoperto non è frutto del caso: l’artista William Verstraeten, a cui è stato commissionato il concept dell’allestimento esterno dell’edificio, ha stabilito che ogni 20 anni le pareti andranno ridipinte con un tono progressivamente sempre più chiaro – in parallelo con il livello di radioattività delle scorie in esso contenute, in continua diminuzione secondo la legge nota come “tempo di dimezzamento”: il tempo necessario perché il contenuto radioattivo di un dato
campione si dimezzi rispetto al momento iniziale. Tra un centinaio d’anni l’edificio dovrebbe aver perso tutto il proprio colore, mostrando simbolicamente la significativa decrescita della radioattività dei rifiuti. La scelta dell’arancione, per di più, non deriva soltanto dal fatto che è il colore simbolo dell’Olanda, bensì dalla constatazione che è una tonalità “intermedia” tra il rosso e il verde, simboli – rispettivamente – di pericolo e di sicurezza. E a mano a mano che l’arancione sbiadirà, nei prossimi decenni, l’Habog Building continuerà a contenere, da un lato, scorie nucleari sempre meno radioattive e, dall’altro, opere e manufatti provenienti dai musei dell’area circostante; non bisogna trascurare, infatti, che la maggior parte delle collezioni – anche dei più importanti musei del mondo – non è visibile ai visitatori, ma è conservata all’interno di depositi che ne garantiscono la preservazione per le generazioni future. Il Louvre, tanto per
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I luoghi della scienza
citare un esempio, espone soltanto 35.000 delle 445.000 opere di cui è in possesso; e la collezione egizia del British Museum, seconda al mondo per dimensioni soltanto a quella del Museo del Cairo, ha a disposizione uno spazio tale da permettere di esporre soltanto il 4% delle proprie opere! Lo strano connubio olandese tra arte e radioattività si è comunque rivelato un grande successo: l’Habog Building nel 2008 ha vinto il premio PIME della European Nuclear Society per la comunicazione nell’industria nucleare, mostrando come sia possibile coniugare l’estetica con le esigenze legate alla produzione di energia. In aggiunta, le sue peculiarità hanno fatto sì che il numero di visitatori del complesso sia aumentato vertiginosamente, contribuendo alla sensibilizzazione del pubblico dei non addetti ai lavori nei confronti dell’energia nucleare e dell’annoso e complesso problema dello smaltimento delle scorie radioattive.
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La divulgazione è fondamentale per la scienza; se rimane isolata la scienza perde i legami con la società e fallisce nel suo obiettivo Umberto Veronesi
Codice Edizioni s.r.l. via G. Pomba 17 10123 Torino t +39.011.19700579/580 f +39.011.19700582 www.codiceedizioni.it info@codiceedizioni.it
Richard Reeves Una forza della natura Ernest Rutherford, genio di frontiera
EDIZIONI
Norman Potter Cos’è un designer pp. 224, euro 16,00
pp. 184, euro 18,00
Susie Orbach Corpi
Geniale, determinato, vulcanico, chiassoso, carismatico, instancabile lavoratore, capace di improvvisi scatti d’ira e di altrettanto immediate riconciliazioni. Questo era Ernest Rutherford, lo scopritore dell’energia nucleare: una forza della natura.
pp.200, euro 17,00
Claudio Magris, Stefano Levi Della Torre Democrazia, legge e coscienza pp.64, euro 10,00
Pensate a questi costi di distribuzione in calo come a una marea che si ritira, rivelando una nuova terra che c’è sempre stata, ma che era sommersa. Il mercato invisibile è diventato visibile. Chris Anderson
John Freeman La tirannia dell’e-mail pp.224, euro 17,00
Chris Anderson La coda lunga (nuova edizione) pp.304, euro 19,00
Mario De Caro, Andrea Lavazza, Giuseppe Sartori Siamo davvero liberi?
Giorgio Napolitano, Gustavo Zagrebelsky L’esercizio della democrazia
pp.240, euro 14,00
pp.64, euro 10,00
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English version
Contributors
Carlo Bernardini
Pino Buongiorno
Monica Fabris
Renowned physicist and professor
Deputy director of the weekly
Former
emeritus at Rome’s La Sapienza Uni-
magazine “Panorama,” he has
research and member of the exec-
Simone Arcagni
versity, he was a member of the
been a special correspondent from
utive board, since 2007 she has
“Close-up” editor in chief, he writes
executive board of the Italian
the United States and editor in
been president of GPF, the social
about technology and new media
National Institute of Nuclear Physics,
chief of the editorial team in Rome.
change, consumer and communi-
for “Nòva - Il Sole 24 Ore” and
as well as director of “Sapere.” He
He has recently edited the essay
cation research and strategic con-
“Tutto Digitale.” He is the curator of
is also well known for his work in
collection Il mondo che verrà. Idee
sultancy institution that has recent-
the
a
popular science (amongst his books,
e proposte per il dopo G8 (Univer-
ly become part of the Reti group.
researcher in Cinema history, and
Contare e raccontare. Dialogo sulle
sità Bocconi Editore), which was
An expert in dynamic psychology
collaborates with the University of
due culture, which he wrote with
also translated into English.
applied to social research method-
Palermo’s Architecture Faculty.
Tullio De Mauro, and Fisica vissuta,
View
Conference
and
Codice Edizioni, 2006).
Vincenzo Balzani
head
of
quality
and
ology, she has collaborated with
Ilaria Catastini
the Advertisement theory and
President of Hill&Knowlton Gaia,
techniques chair at IULM, and has
General and inorganic chemistry
Albino Claudio Bosio
for over twenty years he has spe-
held seminars about marketing
professor at the University of
Professor of Consumer and mar-
cialized in environmental and social
and innovation at the University of
Bologna, he studied in Vancouver,
keting psychology and scientific
communication and consensus
Milan “Statale.”
Jerusalem, Strasburg, Leuven and
director of the postgraduate mas-
engineering. She has done consult-
Bordeaux. He has received many
ter’s degree in Quantitative meth-
ing work for public bodies and pri-
Carlo Falciola
awards for his scientific activity and
ods for social research and Market-
vate companies, and was president
Freelance journalist, photographer
was president of the European Pho-
ing at Cattolica University’s College
of Anima, an association linked to
and television author, he has
tochemistry Association; he is a
of Psychology in Milan. Researcher
the Unione degli Industriali in
worked in the field of popular sci-
member of the American Associa-
for GfK-Eurisko since 1975, he is
Rome for CSR diffusion. She is a
ence and scientific communication
tion for the Advancement of Sci-
vice-president of the Institute and
member of the scientific board for
for twenty years. He has created
ence, of the Accademia Nazionale
director of the Social and political
the I-CSR Foundation.
TV programs and documentaries
delle Scienze and of the Accademia
studies Department, as well as
dei Lincei. He has been and current-
director of the Studies and educa-
Fulvio Conti
laborated with newspapers pub-
ly is part of the editorial board for
tion center ASSIRM since 2006.
Enel CEO and General Manager
lished by Mondadori, RCS and
since May 2005 and director of
“L’Espresso”. He has been photo-
many international journals. He has
for Mediaset and La7. He has col-
been one of the 100 most-quoted
Stewart Brand
Barclays plc and AON Corporation,
graphing
chemists in the world for years.
Trained originally as an ecologist,
as well as deputy chairman of Eur-
nature for ten years, cooperating
Italian
and
African
he won the US National Book
electric and director of the Nation-
with photography agencies and
Enrico Bellone
Award in 1972 for his legendary
al Academy of Santa Cecilia. From
research institutions.
Science historian, in 1994 he was
Whole Earth Catalog (1968-1985).
1991 to 1993 he headed the
the first to be asked to hold the
He is president and co-founder of
accounting, finance, and control
Galileo Galilei Chair at the Universi-
the Long Now Foundation and co-
department of Montecatini and he
ty of Padua. In 2008 he received
founder of the Global Business
subsequently was in charge of
the Preti prize with George Lakoff
Network. His latest book is Whole
finance at Montedison-Compart.
of Berkeley University.
Earth Discipline: An Ecopragmatist
General manager and chief finan-
Manifesto (Atlantic Books, pub-
cial officer of the Italian National
lished in Italy by Codice Edizioni,
Railways between 1996 and 1998,
2010). He lives on a tugboat in San
vice-chairman of Eurofima in 1997,
Francisco Bay.
and general manager and CFO of Telecom Italia. From 1999 to June 2005 he was Enel’s CFO.
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Attilio Geroni
Antonio Moccaldi
Viviana Poletti
Chicco Testa
Born in 1960, he has been a profes-
President (since 2003) and special
Director of Practice Issue and Repu-
One of the founders of Legambi-
sional journalist since 1985. He is the
commissioner of the National Insti-
tation Management at Hill&Knowl-
ente, he writes for some of the most
foreign correspondent for “Il Sole 24
tute for Occupational Safety and
ton Italia. She has worked for com-
important daily and weekly newspa-
Ore” from Paris, after having been its
Prevention (ISPESL), he is also pro-
panies and consultancy firms in the
pers in Italy and has published the
correspondent from Germany (2001-
fessor of “Protection from ionizing
field of public relations and corpo-
book Tornare al nucleare? L’Italia,
2006) and the Eastern European
radiations and electromagnetic
rate communication for over twen-
l’energia, l’ambiente (Einaudi, 2008),
countries (based in Warsaw) follow-
fields” at Rome’s La Sapienza Uni-
ty years. In the late 1990s she spe-
which reviews twenty years of public
ing the fall of the Berlin Wall. He has
versity, Engineering Faculty.Presi-
cialized in crisis management issues
debate on environmental and energy
always focused on international poli-
dent of ISPESL’s technical-scientific
and corporate reputation projects.
policies in Italy. He has created the
tics and economics.
committee and a member of the
www.newclear.it blog to contribute
Higher Council of Health, he is also
Henri Revol
to the current debate about nuclear
Manuela Lehnus
currently a member of the scientif-
Engineer and honorary Senator of
energy in the world and in Italy.
He has been involved in documen-
ic board for INRS (Institut National
the French Republic, member of
taries and scientific reports for Sfera,
de Recherche et de Sécurité, i.e.
the UMP (Union pour un Mouve-
Stephen Tindale
broadcast on La7 in Italy. In the field
the French national institute for
ment Populaire), he is president of
Co-founder of Climate Answers
of communications, he worked with
safety and disease prevention on
the High Commission for Trans-
(www.climateanswers.info), Tin-
the Hoffman Institute and is a con-
the workplace) and for Accademia
parency
on
dale is a climate and energy con-
sultant for Paramount Home Enter-
delle Scienze.
Nuclear Safety (HCTISN) and holds
sultant who has worked on climate
different posts in the Senate: he is
change for the last 20 years. His
098
tainment and DreamWorks. He has
and
Information
been writing popular science articles
Emanuele Perugini
a member of the Economic Affairs
current portfolio includes work for
since 2002 for various national pub-
Expert journalist in environment,
Committee and president of the
RWE npower renewables and the
lications such as Gruppo Espresso’s
health, bioethics and research poli-
Parliamentary Office for Evaluation
Centre for European Reform. He is
“D – la Repubblica” and magazines
tics issues, he collaborates with
of Scientific and Technological
also a Visiting Fellow at the Policy
published by Mondadori, Hachette-
many daily newspapers, magazines,
Options (OPECST).
Studies Institute. In the past years,
Rusconi and RCS.
and press agencies (“Il Messag-
Tindale has been Executive Director
gero,” “Il Mattino,” “la Repubbli-
Marco Ricotti
of Greenpeace UK and chair of the
ca,” Agenzia Italia, “Oggi,” “L’E-
Adjunct professor in Nuclear plants
Greenpeace European Unit and
spresso,” “Quark”). He is director of
at the Politecnico di Milano’s Energy
Adviser to UK Environment Minis-
the scientific journalism agency, 30
Department (of which he is vice-
ter Michael Meacher.
Righe News (www.30righenews.it).
director), he is also a member of the executive board of Cirten (Inter-university consortium for nuclear technology research). He was a consultant for plant engineering companies, focusing on studying and planning a modular integral reactor (IRIS international project) and a IV generation reactor (ELSY international project).
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English version
Editorial
can only be implemented in very
mantling plants when they become
windy countries, like Northern
obsolete. But scientific research can
by Umberto Veronesi
European ones. The extraction
be of great help in these issues. We
The energy problem has two sides:
processes for geothermal power,
already have many solutions at
producing as much as is necessary
which is not infinite, is too lengthy
hand, and at acceptable costs.
for the planet’s development, keep-
and expensive. Biomasses, i.e.
Waste can be processed in order to
ing in mind that according to the
growing plants to produce energy,
render it inert, burying what is left
latest estimates worldwide demand
are interesting and promising; but
of it. There is a waste deposit in La
will increase over 50% by 2030;
they
sensibly,
Hague, France, where people can
and doing so while protecting
because we have to deal with fields
take a stroll: it is well guarded and
mankind and the environment.
being taken away from agriculture
its radioactivity will never reach us.
I think that nuclear energy today
and, therefore, from food. Finally,
Sure, we still have not found the
appears like the best source to sat-
the big obstacle standing before
optimal source (in terms of produc-
isfy both requirements. In fact, if
nuclear energy is the risk of acci-
tion, efficiency, sustainability for
we set aside prejudices, ideologies
dents – which, we can say up front,
both environment and man); but
and emotions, and consider reality,
is now minimal. The big anti-
while waiting on research to come
there are three possible options.
nuclear movement that started
up with further results, the nuclear
The first is to continue using ener-
twenty years ago, basically stem-
option seems to be the one we
gy from fossil fuels, which we
ming from the fear of great disas-
should really consider now, as it
know is relatively sustainable, is still
ters that could happen, today has
offers a powerful source of energy,
being produced in good quantity,
no reason to exist because new
and one which we can exploit with
and has a tried and tested distribu-
technologies have greatly reduced
well-known technologies in the
tion but is very polluting, hazardous
the risk of accidents happening in
whole world. It also offers a
for our health and dangerous in
new plants. We should never tire of
“clean” source of energy: just
geopolitical terms. Its sources, in
repeating that Chernobyl was
think, it is the one nature itself
fact, are concentrated in a small
caused by human error, which
uses the most – the Sun is a huge
number of countries that can use
could not happen again today
nuclear plant.
energy to threaten us, economical-
because processes are highly auto-
ly and politically.
mated. There are currently 437
must
be
used
nuclear plants in 29 countries in the Moreover, oil and coal are destined
world. There are 104 nuclear reac-
to end in a few hundred years. The
tors in the United States, and Italy is
second option is to use renewable
the only advanced country in
sources, like the Sun – which has
Europe that does not have any.
great potential in sunny countries
Should we really think that all the
like ours, and should be exploited
other governments are putting
resolutely because it is clean, unlim-
their citizens at risk? Around us,
ited and abundant. However, we
there are 5 nuclear reactors in
still lack the technologies to make
Switzerland – an icon of safety and
transformation costs accessible,
quality of life –, 8 in Germany and
and there is still a lot to invest in
58 in France! Looking further,
technological research in order to
towards new emerging economies,
reach complete efficiency. The third
even India has recently shifted
option is to use non-polluting
towards nuclear power. Moreover,
sources like wind, volcanoes, bio-
today’s research in nuclear “fis-
masses, water and nuclear reac-
sion” paves the way for the nuclear
tions, which pose no danger for
“fusion” that will reasonably be
health but have other critical
the energy solution for humanity in
aspects. Unfortunately, hydropow-
the future. The two problems that
er is already exploited to the maxi-
are really connected to nuclear
mum of its potential, and wind
power at the moment are radioac-
power is but a partial solution that
tive waste management and dis-
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I am an ecopragmatist 100
pay attention to the subject. From
ward begins with environmentalists
sions only if their electricity comes
then on, awareness of climate
realizing that nuclear power will
from Green sources such as nuclear,
by Stewart Brand
change ascended right along with
grow no matter what we do. Our
wind, hydro, and solar.
A special preview for
the Keeling Curve.
customary opposition would make
If hydrogen becomes a practical
“Oxygen”: an excerpt from
In 1971 Barry Commoner’s environ-
it grow badly – slowly, expensively,
fuel, we might support high-tem-
Whole Earth Discipline –
mentalist best-seller, The Closing
unsystemically, and with danger-
perature generation IV reactors that
An Ecopragmatist Manifesto,
Circle, gave an early public warning
ously poor overall coordination. But
specialize for hydrogen. The same
in which Stewart Brand – foun-
about greenhouse gases. In 1978 a
if we encourage it in the right way,
machines could drive desalination,
der of the Long Now Founda-
young congressman from Ten-
nuclear energy growing well would
the most energy-intensive source of
tion and one of the key “elec-
nessee, Albert Gore, held hearings
mean that it minimizes humanity’s
water and also the least naturally
tronic” thinkers of our time –
on global warming, starring his
carbon-loading of the atmosphere;
disruptive way to provide water for
presents “four heresies” for
Harvard teacher Roger Revelle, who
that it collaborates well with other
our increasingly coastal popula-
the environmental movement.
had sponsored the Keeling CO2
carbon-free or superefficient energy
tions. Because coal is now under-
research. After the OPEC oil embar-
forms; that it helps generate other
stood to be the long-term systemic
How did we start worrying about
go of 1973 focused the world’s
Green services such as desalination
horror we once thought nuclear
climate? In 1948 a conservationist
attention on energy, efficiency and
or hydrogen; that its uranium and
was, we should closely monitor the
named Fairfield Osborn wrote a
renewability became core doctrine
thorium make minimum lasting
real-world effectiveness of coal dis-
book titled Our Plundered Planet
for environmentalists. Solar was
mess on their way from the ground
incentives and make sure they
(the first jeremiad of its kind) and,
hip. Wind-generated electricity
and back to it; that it helps elimi-
work. To encourage public confi-
with Laurance Rockefeller, founded
began developing toward the
nate nuclear weapons; that it
dence and familiarity with nuclear,
the Conservation Foundation in
mega-infrastructure it is now. Insu-
securely energizes cities and there-
we can follow Sweden’s and
New York. In 1958 Charles Keeling
lated windows were invented and
by helps reduce world poverty; and,
France’s example by opening all
began his epic project measuring
refined. A by-product of all that
if something better comes along,
reactors to public tours. (A third of
the atmospheric concentration of
innovation, especially from the
that it gracefully gives way to its
all Swedes have toured a nuclear
CO2. When the worrying upward
drive toward efficiency, was that
replacement.
plant, which helps to explain why
trend of that concentration became
gigatons of carbon dioxide stayed
Glow-in-the-dark Greens might
80 percent of the population sup-
apparent, Osborn’s Conservation
out of the air. I was part of that,
push especially hard for first-rate
ports their continued use.)
Foundation assembled the first cli-
and you’re welcome.
microreactors and help them to
For our fellow environmentalists still
mate change conference in 1963;
Unfortunately for the atmosphere,
find customers. We might insist
queasy about nuclear, we might
this resulted in a paper, “Implica-
environmentalists helped stop car-
that the next version of the Kyoto
quote Al Gore’s mentor Roger Rev-
tions of Rising Carbon Dioxide Con-
bon-free nuclear power cold in the
Protocol does not repeat the dis-
elle, who sponsored the atmos-
tent of the Atmosphere.” Accord-
1970s and 1980s in the United
grace of denying carbon credits for
pheric carbon dioxide studies that
ing to Spencer Weart’s Discovery of
States and Europe. (Except for
nuclear power. We might lobby for
first exposed the inconvenient truth
Global Warming (2004), “Their
France, which fortunately respond-
open-sourcing the various reactor
about climate change. Revelle
report warned that the doubling of
ed to the ’73 oil crisis by building a
designs, for public debugging and
regarded nuclear as “much more
CO2 projected for the next century
power grid that was quickly 80 per-
trust. We might encourage investi-
benign” than other energy sources.
could raise the world’s temperature
cent nuclear.) Greens caused giga-
gating nuclear propulsion on com-
He said, “What we ought to do is
some 4°C (7.2°F), bringing serious
tons of carbon dioxide to enter the
mercial ships, the current source of
imitate the French and Japanese.
coastal flooding and other dam-
atmosphere from the coal and gas
4 percent of greenhouse gas emis-
They haven’t got any phobias about
age.” The Conservation Foundation
burning that went ahead instead of
sions – double the amount generat-
it.” We can even invoke the Sierra
urged renewed funding for Keel-
nuclear. I was part of that too, and
ed by airplane traffic. And as we
Club, which pushed for nuclear
ing’s CO2 project and pressed the
I apologize. […]
promote plug-in cars, we might
power in the late 1960s and early
National Academy of Sciences to
To my mind, the Green path for-
note that they reduce carbon emis-
1970s as preferable to hydroelectric
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dams. They were right. The atmosphere responds to the aggregate of
The climate case for nuclear power
all human activities. What the Unit-
more than 90% probable) that it is
the 2003 European heat wave and,
caused by human activities. Of
globally, heat waves kill tens of
course, there are still some who
thousands every year already. This
ed States does about nuclear is not
by Stephen Tindale
argue the opposite – that the
will increase as temperatures
the main event. The squatters’
His change of mind caused
observed and recorded increase in
increase, so to argue that all air
rights organization in South Africa,
a sensation: the former executi-
global temperature of recent years
conditioning is unnecessary or
Abahlali
ve director of Greenpeace UK,
is part of a natural cycle. There
undesirable is untenable.
declared: “Electricity is not a luxury.
after opposing them for
are also still some who argue
No form of electricity generation is
It is a basic right. It is essential for
twenty years, is now in favor or
against evolution, 150 years after
entirely free of carbon emissions.
children to do their homework; for
nuclear plants “until we can be
Charles Darwin published the the-
But emissions from the full life-
safe cooking and heating; for peo-
100% reliant on renewables for
ory. We cannot afford to waste
cycle of nuclear (including decom-
ple to charge phones, to be able to
electricity, heat and transport.”
even the next 150 months debat-
missioning and waste manage-
ing whether humanity is causing
ment) are only about a tenth of the
baseMjondolo,
has
par-ticipate in the national debate through electronic communication
Everyone should support the con-
climate change, if human civilisa-
emissions from a conventional coal
(TV discussion programmes, email,
struction of new nuclear power
tion is to survive. Cars, trucks and
power plant, and a quarter of
etc); for lighting to keep women
stations, as a bridge technology
trains can and should run on elec-
those from a gas power plant. They
safe and, most of all, to stop the
until we can be 100% reliant on
tricity, not oil.
are about the same as emissions
fires that terrorise us.”
renewable for electricity, heating
Even with the existing electricity
from solar power. They are five
About half of India has no grid elec-
and transport fuel. Renewables are
generation mix, they result in lower
times as high as emissions from
tricity. What power there is comes
the most desirable form of energy,
carbon emissions for every kilome-
wind – another reason why wind
from diesel fuel trucked around
as they are secure and well spread
tre travelled than petrol or diesel
must be expanded as rapidly as
to local generators. A New York
geographically and the fuel is free.
and,
mix
possible. There are clearly risks
Times article told of the fate of one
The EU’s target for renewables is
becomes lower carbon, emissions
associated with nuclear power,
village: “Chakai Haat once had
20% by 2020. This is good, and
will fall further. Air quality will also
including radioactive waste, pollu-
power at least a few hours each
must be met. But that still leaves
improve with electric vehicles.
tion and cost. These are serious
day, and it changed the rhythm of
80% from other sources. It will be
Wider use of electric vehicles
and certainly cannot be ignored.
life. Petty thefts dropped because
several decades before the EU can
means that, whatever progress is
the village was lighted up. The gov-
be 100% renewable.
made on energy efficiency, there
However, they are less serious than o the risk of a 6 rise in global tem-
ernment installed wells to irrigate
I spent 18 years, from 1989 to
will be a significant increase in elec-
peratures.
the fields.
2007, arguing and campaigning
tricity usage, globally and in the
Radioactive waste should be put
Rice mills opened, offering jobs.
against nuclear power, working for
EU. And there are other reasons
underground, deep enough to be
The boon did not last long. Strong
NGOs, think tanks and the UK gov-
why electricity use will increase.
safe enough from attack or bomb-
rains knocked down the power
ernment. In 2006 I read reports of
One sensible option for reducing
ing, but also monitorable. Oppo-
lines. The rice mills closed. Darkness
the permafrost in Siberia melting,
emissions from the generation of
nents of nuclear often say that it is
swathed the village once more.”
releasing enormous quantities of
heat is the Ground Source Heat
immoral to leave waste for future
Five out of six people live in the
the powerful greenhouse gas
Pump (GSHP). This pumps liquid
generations to have to deal with.
developing world – about 5.7 bil-
methane, and this made me begin
underground, where it is heated by
But fossil fuels also produce
lion in 2010. One way or another,
to question my own position very
energy that has been absorbed
‘waste,’ in this case in the form of
the world’s poor will get grid elec-
seriosuly. The climate crisis is now
from the sun, and then back above
greenhouse gas emissions. It is
tricity. Where that electricity comes
so great that we must do every-
ground and around a building to
more sensible, and more moral, to
from will determine what happens
thing we can to control it. Nuclear
heat it. Such energy is zero-carbon,
keep waste where humanity can at
with the climate.
power is not zero carbon. But it is
and GSHPs should be mandatory
least manage it than to put it up
This article is a preview excerpt
low carbon and, for this reason, it
on new buildings, but the pump
into the atmosphere. Radioactive
from Whole Earth Discipline – An
is time to accept its use as a bridge
requires electricity. There will also
pollution from nuclear power sta-
Ecopragmatist Manifesto, to be pu-
technology.
be increasing demand for air con-
tions is low in comparison to back-
blished by Codice Edizioni in Octo-
The UN Intergovernmental Panel
ditioning as summers get hotter.
ground levels of radioactivity in
ber 2010. Published by arrange-
on Climate Change, created in the
Not all of this will be necessary or
many parts of the world. Nuclear
ment with Brockman Inc.
late 1980s to consider scientific
even desirable – many offices are
power is not totally safe and with-
issues and advise governments,
so ‘well’ air-conditioned at the
out risk of accident. But the risks
concluded in 2007 that it is now
moment that a jumper or jacket is
are relatively low compared to, for
“unequivocal” that climate change
needed to keep warm enough to
example, the risks of coal mining or
is happening, and “likely” (i.e.
work. But many thousands died in
the even the risks of large hydro-
as
the
generation
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Why environmentalists should support nuclear energy
electric dams. However, nuclear
world has enough uranium to
power should only operate within
cover the forty or fifty years need-
a strong regulatory system. The
ed to get us to 100% renewables.
Chernobyl accident was serious
Reprocessing is also highly pollut-
and tragic, and had many causes,
ing and extremely expensive. Sec-
by Chicco Testa
the way, has the defect of absolv-
but one was the absence of proper
ondly, there should be an interna-
Chicco Testa is one of the
ing them from having any unrealis-
regulation given the political sys-
tional nuclear fuel cycle, controlled
founders of Legambiente and
tic expectations about technology
tem that then existed.
by the International Atomic Energy
in 1987 he was among the
– renewable energy sources –
Nuclear power is not cheap, and
Agency. This has been supported in
protestors of the referendum
which deserves a greater and more
never will be. The infamous claim
principle by the Obama administra-
that closed the doors on the
realistic kind of respect.
that it would produce electricity
tion, but must be implemented
use of nuclear power in Italy.
This is one of the points that was
“too cheap to metre” is often used
without delay.
But now he has changed his
well taken by the American Presi-
by opponents to argue that the
Thirdly, the countries which have
mind and has written: “My
dent. Quoting from a conference
nuclear industry should never be
nuclear weapons must finally meet
opinion is different today, but
with Obama: “I believe that the
trusted. Indeed, the reaction of
their obligations under the Nuclear
the reasoning behind the
creation of ‘green’ jobs will be a
many of my environmentalist
Non-Proliferation Treaty, which
thought is the same as it was
driving force for our economy for a
friends to my new position in sup-
requires nuclear states to negotiate
more than 20 years ago:
long time. That’s why we have allo-
port of nuclear has been more anti
away their own nuclear weapons,
the environmental factor.”
cated a large sum of money for
the industry than anti the technol-
as a ‘bargain’ with those states
ogy. The industry has not always
that promise not to acquire them.
The world depends ever increas-
diesel and all the other clean ener-
been fully open and transparent
There is a review of this treaty in
ingly upon fossil fuels – primarily
gy sources. Unfortunately, at the
about costs. Greater honesty is
May in New York, so the prolifera-
coal and gas - for the production of
same time, we’ll have an enormous
essential to winning public sup-
tion risk will rightly be high on the
electric energy. If you look at the
need for energy, which won’t be
port. In my view, the main risk of
agenda of nuclear discussions in
data of the last 10, 20 or 30 years,
able to be satisfied by these
nuclear power generation has
the next few months.
the phenomenon is evident. In the
sources, no matter how fast they
always been weapons prolifera-
last ten years, nuclear energy has
grow. So the question is: where will
tion. Every state that has nuclear
basically maintained its production.
this energy come from? The advan-
bombs has acquired them by
Hydroelectricity has increased a bit.
tage of nuclear energy is that it
developing nuclear power first –
The new renewable sources are
doesn’t emit greenhouse gas and
except Israel, which purchased its
rapidly growing, but are still a
we should have the courage to
weapons. It is challenging, to put it
small amount. On the other hand,
acknowledge that France, Japan
mildly, to argue that nuclear is
coal and gas have grown to such
and other countries are using
good for countries like the US, UK
a point as to overshadow the
nuclear energy more aggressively
or Italy, but not for Iran. Three
other sources and, instead, have
and much more successfully, with-
things must be done to ensure that
increased their percentage: from
out any accidents at all.” Again
a bridge expansion of nuclear
54% in 1997 to 62% in 2007. A
Obama very effectively states:
power does not lead to greater
far cry from being a boom of the
“Nuclear energy is still the major
weapons proliferation. First, there
renewable sources. The only real
source of energy that doesn’t pro-
should be an end to nuclear repro-
boom is the same old one, the suc-
duce the emission of pollutants. A
cessing, in which spent fuel is
cess of fossil fuels: 6 kilowatt hours
nuclear power station, with the
treated to become plutonium,
out of 10 are made from coal and
same energy produced in a year, is
which can then be used either in
with gas. It is quite extraordinary
capable of reducing pollution by
reactors or to make weapons. The
how some of the main environ-
16 million tons of coal. That’s prac-
mental organizations continue to close their eyes to the numbers and let themselves be lulled by chanting slogans (sun, wind…) which, by
solar energy, wind energy, bio-
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The energy issue and nuclear power
tically like taking 3.5 million cars
Lester Brown, a fierce opponent of
use of nuclear energy? This, too, is
off the road.” The fact is that the
nuclear power speak of it: “One of
commonplace. We import a con-
nuclear power plants, without
the unresolved charges infesting
siderable amount of electric energy
emitting pollution, are the only
from nuclear sources: between 10
by Enrico Bellone
ones capable of competing as to
the coal sector, besides the emission of CO2, is that of ‘what to do’
and 15% of our total requirement.
In a fast-moving global scena-
size, production capacity and conti-
with the ashes, […] in that they
We are consuming more now than
rio, of all the advanced coun-
nuity with the same-sized gas or
contain arsenic, lead, mercury and
we were before the 1987 referen-
tries, Italy is the only nation
coal power plants.
many other toxic substances. This
dum that decreed the end of
lacking nuclear power plants.
This simple truth has been noted
dirty secret became common
nuclear energy in Italy, when the
“We should re-examine some
by some well-known figures,
knowledge when the containment
Italian production of nuclear ener-
of the reasons that were put
including some environmentalists,
wall collapsed at the coal plant in
gy accounted for 4.5%. Perhaps
into play by those who, even
who have contributed towards the
eastern Tennessee, releasing a bil-
we just need to use common
now, still do not believe that
creation of this movement: Patrick
lion liters of toxic waste.
sense; to take a look around and
the choice of nuclear energy
Moore (founding partner of Green-
Unfortunately, the industry has no
see what others are doing and
in our country is rational or
peace), James Loveock (the famous
disposal plan in eastern Tennessee
learn, rather than always claiming
safe,” Bellone writes, because
author of Gaia), Stewart Brand
for the 130 million tons of carbon
to be at the top of the class, with
“the time has come to seriously
(practically a hero of the American
ash produced every year, which
little to show for it. Italy is the only
plan for our future.”
counter-culture, author of The
is enough to fill a million railcars.
one of the G8 nations (USA, Japan,
Whole Earth Catalog), Hugh Mon-
The danger is such that the Depar-
Canada, Germany, France, United
At the end of September in 2007, a
tefiore (founder of Friends of the
tment of Homeland Security has
Kingdom and Russia) that does not
worldwide conference in Venice
Earth), Stephen Tindale (former
pushed for including 44 of the
produce nuclear energy. Countries
entitled “The Energy Challenge”
director of Greenpeace UK) and
more vulnerable storage facilities
outside of the G8 circle that are
drew to a close. It had been
many others. Seeing as how these
to be placed on the classified list
using nuclear technologies also
initiated by the Umberto Veronesi
topics are unassailable, as usual,
of
not
include China, India and Brazil: the
Foundation for the Future of Sci-
those raising opposition to nuclear
fall into the hands of terrorists.”
three new protagonists of the
ence and had concluded with
energy try to bring fear and worry
Compare this to the modest
global economy.
Can anyone
the drafting of a document named
into play upon the Italian popula-
amount of waste produced by
explain to me for what inscrutable
the “Venice Charter.” The “Char-
tion. The seismism of our densely
nuclear power… And then, there
reason we are the only ones who
ter” was based on two premises.
populated land is cited systemati-
is the most common argument:
are supposed to have made the
The first was a reminder that in two
cally. And we tend to forget that
“Nuclear costs too much.” Is that
right choice?
or three decades the global demand
Japan has a high concentration of
really true? Maybe. Certainly, if
for energy will have grown by 50%,
volcanoes, earthquakes, popula-
oil, coal and gas do not cost much,
whereas the second underlined the
tions and nuclear plants.
they are more competitive than
fact that “the sun and the atom are
Or else, to cite the waste products
nuclear energy. Not to mention
potentially inexhaustible sources of
while neglecting to mention that
the still rather expensive cost of
energy.”
the safety criteria of the nuclear
renewable energy sources. But
Given the premises, we arrive at two
industry is such that it provides
herein lies the real problem: do we
sets of recommendations. The first is
guarantees that no other industrial
want to continue to depend upon
of a strategic nature: on the one
field can claim. For example, just
fossil fuels, which are entirely lack-
hand, the drastic reduction of the
for comparison, as the only correct
ing in Italy, for the next 100 years,
use of fossil fuels and, on the other,
way to evaluate the actual safety,
or isn’t it perhaps time to do some-
the strengthening of the use of re-
we could talk about the risks con-
thing else? In conclusion: is it really
newable and nuclear sources. The
nected to coal ashes. I will let
true that Italy has renounced the
second set of recommendations is of
structures
that
must
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a political nature: in fact, it is an at-
54 in operation today. China pos-
against nuclear power and obtained
reality than what had been per-
tempt to make the energy issue and
sesses only 17 nuclear power plants,
popular consensus: except for the
ceived in the previous years. The
scientific research a “priority” for
soon to be joined by 23 others.
fact that the referendum did not
analyses were carried out until
governments, to bestow more deci-
Meanwhile, India has gone from 18
place the national choices of energy
mid–2005 and indicated that there
sional power upon the international
to 23 nuclear plants and Russia,
under discussion but rather, for
about 50 cases of deaths that could
scientific organizations and to plan
from 32 to 39. On a global level,
example, was limited to asking
be attributed “with certainty” to
interventions with the two-fold
437 nuclear reactors are functioning
whether the Italian citizens were in
the radiation of the defective reac-
purpose of the improvement of en-
today, whereas 55 are under con-
favor of or against the possibility of
tor. And these were people who
ergy efficiency and low consump-
struction and more than 130 are in
the Government providing different
were forced to intervene immedi-
tion. And it is also a good thing that
the planning phase.
kinds of aid to the areas where the
ately afterward to save whatever
one of the first people to sign the
Among the advanced countries, it is
reactors were to be located. In fact,
was savable: desperate acts that left
“Charter” was Carlo Rubbia.
a well-known fact that Italy is
the result of the referendum created
no margin for salvation. Up until
A few weeks later, the European
the only nation without nuclear
remarkable embarrassment in Par-
2005, 4,000 cases of thyroid tumors
Parliament approved another docu-
power plants. This is a situation that
liament.
were registered, mostly involving
ment by a large majority, sanction-
has fairly precise historical roots
An embarrassment that was dis-
children and adolescents: there
ing that “nuclear energy is indisp-
branching out over the last five
solved by the decision to complete-
were only nine deaths however,
ensable in order to guarantee the
decades: roots leading to large-scale
ly cease the use of nuclear power
given the effectiveness of the thera-
European Union’s mid-term energy
economic interests and consequent-
and to demolish the existent reac-
pies that were applied in time.
needs.” A few years have gone by,
ly, which are connected to political
tors: that demolition is still under-
The resizing of the damage thanks
and we finally find ourselves con-
matters that are even more difficult
way today, with costs to the popu-
to the Chernobyl Forum was not
fronted with a fast-moving global
to assess in the end. It is not possi-
lation so high that it should induce
unanimously accepted however,
scenario. In the United States, Presi-
ble here to enter into the swarm of
us all to calmly reflect. It should be
and several channels of information
dent Obama appointed Steven Chu,
problems that would force us back
underlined that the information that
have even recently spread the news
the winner of the Nobel Prize for
to the years of the economic boom
spread throughout Italy regarding
according to which the accident at
Physics, as Secretary of the Depart-
and the dramas of Enrico Mattei
the human and material damage
Chernobyl caused half a million
ment of Energy: in other words, a
and Felice Ippolito.
caused by the Chernobyl disaster
deaths. So, it is hard to find a con-
competent expert.
Instead, I will just briefly remind us
obviously strengthened the referen-
sensus when the numbers oscillate
And he has added 54 million dollars
of a more recent matter that still
dum’s consensus, transforming it lit-
between 59 and 500,000: when
to the budget for a project that is
affects the opinions about nuclear
erally into a “no to nuclear” vote.
catastrophic tensions loom, the
truly a “nuclear Renaissance” which
power circulating in the major
However, it was a consensus that
rejection of nuclear energy grows.
foresees the already-financed con-
means of communication and
was not generalized in the same
At this point, and without meaning
struction of two nuclear reactors in
which arose with the serious acci-
way in France and in other Euro-
to be polemical, we should re-
Georgia, as well as undertaking the
dent that happened at the nuclear
pean nations. Only a few years ago,
examine some of the reasons put
construction of three other nuclear
plant in Chernobyl. That fact creat-
the analysis of the actual damages
into play by those who, even now,
plants as soon as possible, located in
ed – rightly so – a wave of emotion
took on a less worrisome aspect,
still do not believe that the choice of
South Carolina, Maryland and
that left its mark upon the wide-
thanks to reports made public by
nuclear energy in our country is
Texas, respectively. These plants will
spread culture of civil society. And
the Chernobyl Forum and to the
rational or safe.
join the hundred or so other nuclear
for a good reason: at the root of
eight United Nations organizations
The first reason is based on the cir-
plants already existing in the USA
that accident, lay a sequence of
under the auspices of the World
cumstance of Italy being located in
and are capable of satisfying 20%
political and technical choices of
Health Organization.
an area that is at high risk for earth-
of the national need. Alongside the
bewildering inequities which natu-
The report is based on data gath-
quakes and is very densely populat-
nuclear Renaissance, the U.S. gov-
rally resulted in the construction of
ered by many scientists regarding a
ed. So what should be said about
ernment places solar energy in a
an intrinsically dangerous and
wide range of problems: from the
Japan? Japan is at a much higher
strong position within the frame-
unstable power plant.
impact upon the environment to
seismic risk than Italy and has an
work of a green economy. It also
The emotional wave of reaction was
the contamination of agricultural
even higher population density: yet
has a two-fold purpose: the elimina-
especially intense in our country and
areas, from water pollution to the
it has 54 functioning nuclear plants
tion of the current dependence on
led to a referendum on the nation’s
effects upon human beings and ani-
and another one under construc-
fossil fuels and improvement of the
choices of energy with regard to
mals. In the version of the report
tion. A second reason mainly refers
environment’s state of health.
nuclear power. This is an interpreta-
that was published by the World
to Chernobyl and the accident that
And what is happening in the rest
tion that found strong support in
Health Organization in 2008, one
happened on Three Mile Island in
of the world? Japan is building a
the attitude of the major political
reads evaluations expressed in fig-
1979. Regarding this latter accident,
new plant to go alongside the other
parties, which were clearly aligned
ures that delineate a less-drastic
I realize that millions of people were
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LET'S EMBRACE CHANGE. THE FUTURE WILL FOLLOW.
The diagram on the t-shirt is of a state of the art nuclear power station. Nuclear power is a vital source of energy that enables governments to secure a mix of energy supplies from clean, convenient and available sources. Thanks to nuclear energy and renewables, we generate a significant amount of CO2-free energy. This means making better use of energy without having to make lifestyle changes. Moreover, to meet the growing demand for CO2-free energy, we're continuing to invest in research, technologies and major infrastructure projects. Our experimental Carbon Capture Sequestration plant, and Europe's only hydrogen power plant, are just two examples. It's our conviction that good innovation in technology is the first step towards change for the better in people's lives.
www.enel.com
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The revival of nuclear energy in Italy
emotionally touched by the famous
ured the radiation of nuclear waste
movie about Three Mile Island, and
at an English site, reached the con-
that emotional reaction affected the
clusion that the natural ground radi-
opinions of many people. But in an
ation in his garden was more
by Fulvio Conti
ciency amongst both producers
article published recently in the
intense than that of the stored
The role of nuclear energy
and final consumers, investing in
newspaper “la Repubblica,” Carlo
nuclear waste. In conclusion, I invite
in the global energy mix, its
real research and innovation proj-
Bernardini is right when he under-
all readers – whatever your inclina-
revival in Italy and its requisites
ects. In this complex scenario, the
lines the fact that the Three Mile
tions may be – to consult a very
for economic sustainability,
revival of nuclear energy is not a
Island plant had been operating for
recent publication, Nuclear Energy
Enel’s know-how on a worldwi-
solution in itself, but an essential
more than twenty years: the U.S.
in Italy, put out by Enel based on its
de level and its partnership
component of the solution to build
government had made a decision
own historical archives. Enel’s Presi-
with the EDF: this is the
a safe and efficient energy system
based on facts, not on emotions.
dent, Piero Gnudi, wisely writes that
“vision” of Fulvio Conti, CEO
in Italy. I believe the decision Ital-
With regards to Chernobyl, and the
“the knowledge of past experience
and General Manager of Enel.
ians made in 1987 to abandon
general problem of potential acci-
will be useful in orienting choices
dents, nobody can ignore the ascer-
for the future.” And in closing his
The global energy scenario pres-
also because we have continued to
tained fact of the victims caused by
book, Livio Vido invites us to reflect
ents many challenges for the
import electricity from plants in
defective nuclear reactors: the data
upon the actual costs of energy:
future: in the next two decades,
France, Switzerland and Slovenia
states that the nuclear plants had
“An average company in Italy pays
the primary energy demand is des-
since then. These importations are
been in operation for half a century,
almost double the price, excluding
tined to increase by 40%, with fos-
worth about 14% of our demand
and in those 50 years, the victims of
taxes, of that paid by an average
sil fuels remaining the main energy
today, so in fact we have become a
technical defects was about a hun-
company in France, where 77% of
source, covering about 80% of the
nuclear country without receiving
dred in all. Which means that the
its electricity comes from nuclear
global demand. In this context,
any of the related economic and
safety level is extremely high.
power.” In short, the time has come
environmental sustainability and
technological benefits.
A third reason that is often brought
to seriously plan for our future.
the fight against climate changes
Let’s not forget that today we have
up against nuclear energy raises fear
represent an added challenge.
26 nuclear reactors – summing up
about the dangers of nuclear waste.
Therefore, governments and indus-
to about 24,000 MW of power –
Of course, the waste products need
tries have the task to guarantee
within a 200 Km radius from our
to be treated with the proper care.
everyone safe, economic and envi-
borders. Enel has revived this
And precisely that very care is the
ronmentally sustainable access to
important technology in the past
basic criterion put into act by the
energy. This is what I call the
few years: it presently manages
nations that make use of nuclear
“energy equation”.
about 5,300 MW of nuclear ener-
power: just think of France, with its
Today, no technology or single ini-
gy capacity, to which more than
58 nuclear plants; of little Switzer-
tiative by itself is capable of provid-
1,000 MW will be added, and is
land, which already has five; or Bel-
ing the solution to this equation.
one of the few operators on a
gium, where 7 nuclear plants are in
Amongst the many forms of ener-
worldwide level today who are
operation. As Umberto Veronesi
gy, electricity will spread more and
capable of managing all the main
reminded us, “in France at Le
more – it is the most efficient, clean
technologies connected to nuclear
Hague, there is a storeroom of
and safe vector we have to meet
energy: it is participating in build-
nuclear waste upon which people
our energy needs and fight climate
ing the first French-technology,
take walks: it is well kept and the
change. Finding a solution will
advanced third generation reactor
radiation will never reach us.” And
require the use of all the best tech-
in Flamanville; it manages Ameri-
one of the fathers of environmen-
nologies available today, balancing
can-technology plants in Spain,
talism, James Lovelock, who meas-
the energy generation mix, diversi-
and Russian-technology reactors in
fying supply sources and strengthening the related infrastructures, promoting energy saving and effi-
atomic technology was a mistake,
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Slovakia; it is part of a consortium
nuclear plants already in existence.
ty for industry, economy, education
sources, and it safeguards the envi-
in
twofold
In economic terms, the incidence of
and employment. A rebirth that will
ronment. Enel is convinced that we
increase of the Cernovoda nuclear
variable costs – i.e. nuclear fuel – on
not include only suppliers’ connect-
must take the chance to revive
plant, which will employ Canadian
the total energy production costs is
ed industries. In fact, we believe
atomic technologies, in order to
technology. Today, about 4,000
minimal; despite the high costs of
that the Italian nuclear program
allow the whole country to regain
people work with Enel in this field.
building a nuclear unit, this allows
should include the whole electricity
the competitive advantage and
And the company continues to
for the production of large quanti-
industry and all the Italian energy-
efficiency in the energy field that
recruit tens of youngsters both in
ties of energy at a competitive and
consuming companies, which will
can bring us back to par with the
Italy and abroad. Nuclear genera-
stable price.
therefore have the opportunity to
main industrialized countries.
tion offers many advantages. Firstly,
In fact, the impact of fuel price vari-
have electricity at a convenient price
nuclear technology can bring a fun-
ations on generation costs is very
for the plant’s whole lifespan, in
damental contribution to the fight
small, and the latter are usually
proportion to their participation.
against climatic change: in terms of
about 20% lower than those in one
However, the rebirth of the nuclear
greenhouse gas emissions pro-
of the new generation combined-
industry in Italy will not be possible
duced along the entire nuclear
cycle power plants. Finally, the geo-
unless we can focus our attention
chain, in fact, it releases the lowest
graphic distribution of uranium
on the important issue of consen-
quantity of CO2 equivalent per MW
reserves allows us to import nuclear
sus management. Italy will have to
produced. Nuclear energy plays a
fuel from Canada and Australia –
commit to its nuclear program for
fundamental role in the global ener-
which offer a quite different situa-
at least a decade during its realiza-
gy mix: 437 nuclear reactors are
tion
tion and for about a century during
currently producing a total capacity
exporters – reducing the risks linked
its implementation.
of 371,000 MW and cover about
to the raw material supply. Our gov-
Therefore, the program must be
15% of the world’s electricity. With-
ernment’s current objectives include
widely accepted: we need to re-
in the global fight against climate
nuclear technology in order to satis-
establish scientific truth by securing
change, in fact, the entire world is
fy 25% of the Italian demand for
an informative pact that is fair and
seeing a renewed interest in nuclear
electricity by 2020. Supposing that
able to respond to the “irrational
technology.
demand will level out at about 400
fears” that the population main-
From the United States to the Unit-
TWh/year in 2020, we will need to
tains as emotional barriers to
ed Kingdom, from Finland to Slova-
install about 13,000 MW of capaci-
nuclear technologies, such as the
kia and France, passing by way of
ty, or 8 1,600 MW nuclear units.
worries about radioactive waste
China, Russia and India, independ-
This is why Enel has started a joint-
management, plant safety, health
ently from any political orientation,
venture with EDF, the leading Euro-
safeguarding and safety for the
governments have authorized the
pean nuclear operator, to build at
people involved. We must regain
building of new plants – 55 new
least 4 third-generation, advanced
control over these arguments with
nuclear power plants are under
EPR technology nuclear plants in
a transparent, rational and compe-
construction in 14 different coun-
Italy. Thanks to these, we will be
tent communication campaign,
tries. These new power plants will
able to guarantee about half of the
creating the conditions for a partic-
add 50,900 MW to the existing
capacity required by the govern-
ipatory debate and taking example
capacity. And other projects are in
ment’s plans. Let’s not forget the
from the public debate in France.
the planning stage. Moreover,
positive consequences that would
Moreover, we must re-build a sci-
countries such as Germany, Spain,
derive from the nuclear industry’s
entifically based nuclear culture
Belgium and the Netherlands have
development for the whole country.
that can convey the key concepts:
decided to prolong the life of
This is a unique relaunch opportuni-
it’s safe, it’s an alternative to fossil
Romania
for
the
compared
to
fossil
fuel
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France, nuclear à la carte 108
political decisions, urban planning
chain of connected industries,
part of common thinking, waste
and
technological
which today can boast internation-
management and storage remain
by Attilio Geroni
skills that go back to the times of
al leadership. Électricité de France
the first reason why the French feel
The French nuclear industry
general De Gaulle and the Com-
(EDF) is the world’s biggest produc-
uneasy about nuclear energy. A
boasts international leadership:
missariat à l’Energie Atomique
er and net exporter of nuclear gen-
survey by TNS Sofres demoscopic
Électricité de France (EDF)
(CEA), soaring after the 1973 oil
erated electricity, while Areva –
institute conducted amongst man-
is the world’s biggest producer
shock. Short on energy raw materi-
born from the merger of various
agers and opinion leaders in seven
and net exporter of nuclear
al, and rich in know-how, the
groups – is the first nuclear plant
countries (six European countries
generated electricity, while
French establishment launched a
builder worldwide.
and the United States) shows that
Areva is the first nuclear plant
program to build nuclear plants
The truth is the State is the great
most of the interviewees in France
builder worldwide. And the
that had few precedents in the
nuclear party in France, as it con-
(82%) think that the nuclear indus-
future presents new challenges:
whole Western world. Today, there
trols both these colossi. Public
try «is one of the most monitored
a «new match for French
are 58 reactors and over a thou-
opinion has expressed and is
and regulated». An even wider
nuclear, inside and outside
sands sites where waste is various-
expressing different reactions to
majority
the country, Italy included».
ly stored in France.
this aspect. On the one hand, sur-
nuclear fuel used to produce ener-
engineering
(90%)
believes
that
Although most of the French pub-
veys indicate that the government’s
gy remains radioactive, and thus is
Italian expats tell a joke about the
lic opinion remains in favor of
role in such a delicate and strategic
potentially dangerous, for a long
high cost of living in Paris: «There
nuclear energy (52% according to
field – where safety and waste
period of time.
are only two things that cost less
the 2008 Eurobarometer) and
management are the primary con-
Areva is a great specialist in waste
here: taxis, when you can get one,
although energy choices enjoy
cern – is reassuring, like an anti-
management: according to them,
and the electricity bill». As regards
bipartisan political support by both
dote to any private company’s
96% of fuel is reusable, after being
the first advantage, all you have to
the right wing Gaullists and the
interests taking over in the name of
treated, and thus can contribute to
do is compare fees: they are
socialist party, sharing the territory
pure profitability. On the other
creating an almost complete cycle
shamelessly low in France. The sec-
with nuclear plants has not always
hand however, and especially in
from production to waste. Anti-
ond has deeper and more complex
been easy. Over the years, environ-
the past, public ownership – in the
nuclear groups and a survey, con-
roots, but can be traced back to
mental
from
name of superior reasons of State –
ducted last year by Libération and
the fact that almost 80% of elec-
Greenpeace to Sortir du nucléaire –
seemed unable to guarantee ade-
Arte tv channel with scientific con-
tricity in France is generated by
have grown more important, and
quate transparency. Many in fact
sultancy by CRIIRAD, an independ-
nuclear plants. The lower cost for
there have been a few instances in
still well remember how, in the
ent, radioactivity research body,
consumers – private citizens, com-
which the government took a
wake of the Chernobyl catastro-
challenged this result. But proving
panies, public bodies and adminis-
stand against the solid tradition of
phe, national authorities tried to
this figure is difficult because it
trations – is irrefutable; and, over
nuclear energy. In 1997, socialist
spread the surreal message that
regards an extremely complex
the years, a crucial ecologic factor
prime minister, Lionel Jospin yield-
the toxic cloud had stopped at the
industrial process, implemented by
has been added to the equation:
ed to the requests of the Green
border, or had even bypassed the
Areva in its Le Hague plant, on the
the very low CO2 emissions and
party (part of the majority in parlia-
country altogether! Today, a mes-
Channel – the biggest plant in the
high rate of reactor fuel recycling.
ment at the time) and ordered that
sage of this kind would probably
world. The group is making a
A double argument that the French
the Superphénix fast reactor be
be inconceivable. The nuclear
strong communication effort and
industry in the field has used and is
closed because it was considered
industry – not just in France –
has recently re-engineered its cor-
using to promote nuclear energy
expensive and inefficient. That was
seems to have learned from its mis-
porate website transforming it into
beyond the country’s borders.
the most blatant episode of
takes, and is giving people the
a real on-line information center
The French have been used to liv-
nuclear protest in France, but it still
transparency they quite rightly
about nuclear energy and the
ing with nuclear plants for deca-
didn’t stop the development of the
demand. While plants’ safety has
industrial phases that regard it,
des; the latter are the result of
industry, and in fact of the whole
increasingly become an integral
from uranium enrichment to build-
organizations
–
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Obama, Chu and the turning point of american nuclear energy
ing reactors, all the way to waste
creative and high-potential over-
management itself. With white for
crowding that Nicolas Sarkozy has
the background and orange as the
asked EDF’s former president,
main color in the informative
François Roussely, to prepare a
bands, the website is supposed to
report about the reorganization of
by Pino Buongiorno
of the Union Address last January
be educational and attractive, with
the nuclear field and its connected
President Obama and the
27th. Enjoying a rare evening of
play-on-word slogans: «Never has
industries by the end of April.
Energy Secretary and Nobel
bipartisan applause in the Wash-
a nuclear site been so accessible».
Proglio would like to have the role
Prize winner, Steven Chu, have
ington Capitol, for the first time
Or: «If you think that enriched ura-
of director or, to use a soccer-relat-
initiated the “Nuclear Renais-
Obama placed nuclear power
nium is bling-bling, have a look at
ed metaphor he appreciates, “cap-
sance” in America thirty years
among the priorities of his eco-
the new areva.com site!». One
tain of the team on the field”,
after the atomic industry had
nomic and energy agenda, urging
might object that this has more to
especially at away games. He has
come to a halt. This new deve-
the construction of “a new genera-
do with marketing than trans-
clashed more than once with Anne
lopment has many objectives:
tion of safe and clean nuclear
parency, but the industry has got to
Lauvergeon, who fiercely supports
to combat climate change and
power plants,” which would be
start giving a different image of
Areva’s complete cycle structure
reduce greenhouse gas emis-
added to the 104 already in opera-
itself somewhere, and prepare to
against the colleague-rival’s cri-
sions, to create new jobs and
tion in 31 states. Then on February
increase exportations of a technol-
tiques, and who has announced
to ensure the United States
16th, the President went to Lanham,
ogy for which foreign demand is
the ambitious goal of securing one
a role of leadership in the
in Maryland, to visit a training cen-
on a strong upswing. The energy
third of the new plants to be built
nuclear power industry against
ter for electrical engineers run by
prices’ upsurge in 2006-2007, the
in the whole world, in the next ten
foreign competition and to
the unions. Here he announced
crisis and controversies with Russia
years. As always, the Élysée Palace
promote energy safety against
that he would guarantee federal
about supply continuity in Europe,
will be the arbitrator. In the next
blackmail by oil producers.
credit for the sum of 8 billion dol-
and the need to reduce green-
few days, Sarkozy will signal the
house gas emissions to fight cli-
end of the hostile game between
The President, the Nobel Prize win-
pany, which has to build the two
mate control: these are the basic
the national champions, starting a
ner and the nuclear energy revival.
new nuclear reactors, Vogtl3 and
ingredients in the current nuclear
new match for French nuclear,
The first is 48 year-old Barack
Vogtl4, in Burke, Georgia. He
revival on a roughly global scale.
inside and outside the country, Italy
Obama, the “greenest “ of the 44
explained that this was only the
The French industry has the right
included.
presidents in America’s history, who
beginning of an overall plan call-
economies of scale and necessary
has always been convinced that
ing for 36 billion dollars provided
skills to play a central role in it, and
“the dependence on oil is a threat
by the 2011 federal budget, which
its other two energy colossi, GDF
to our national safety, our planet
will be added to the other 18.5 bil-
Suez and Total, are quite clear
and our economy.”
lion dollars already placed in the
about their nuclear ambitions. The
The second person’s name is Steven
budget in 2005, but never spent.
problem might be overcrowding.
Chu, 61, the 12th Energy Secretary,
Altogether, the total is 54.5 billion
France has one of the top tech-
the
winner
dollars, enough for building six or
nologies in the field – the EPR third
appointed to a top administrative
seven of the new nuclear power
generation, pressurized reactor
office in America (he was awarded
plants, each costing from a mini-
that was developed with Ger-
the prize for physics in 1997) and
mum of 8 to a maximum of 10 bil-
many’s Siemens – yet was defeated
the second Chinese-American to
lion dollars. The two new reactors
by South Korea in the call for ten-
become part of the national gov-
in Georgia will generate electricity
ders to supply four reactors to Abu
ernment in the United States.
for 1,400,000 people and will cre-
Dhabi. An unexpected 40 billion
Obama & Chu have initiated the
ate permanent jobs for 850 tech-
dollar knock-over for the French
“nuclear Renaissance” thirty years
nicians and engineers, as well as
“dream team”, composed by EDF,
after the atomic industry had come
the 3,000 on-site construction
Areva, GDF Suez and Total, which
to a halt. They have done this both
workers hired temporarily to build
was blamed on the weak coordina-
to combat climate change by
the plants. The federal loan guar-
tion and basic rivalry between
reducing greenhouse gas emissions
antees are conditioned by the
Henri Proglio (EDF’s new CEO) and
and to create new jobs. But also, at
licensing that must be emitted by
Anne Lauvergeon (long-time presi-
the same time, to ensure the Unit-
the Nuclear Regulatory Commis-
dent of Areva) that has emerged
ed States a role of leadership in the
sion, which has launched a new
many times in the past few
nuclear power industry against for-
procedural model that is lighter
months. It is also to “tidy up” this
eign competition and energy safety
and less expensive: Southern Co.
against blackmail by the most treacherous oil producers. It was President Obama who began the new course when he gave his State
lars for the Southern Electric Com-
first
Nobel
Prize
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estimates that it can already have it
gy. Electoral reasons probably
energy and climatic change. Energy
power has to be on the table.” The
operating by the beginning of
played a part, in that he did not
Secretary Chu, after a thorough
blog goes on to be even more
2011. “We must be competitive,”
want to alienate the environmen-
study convincing him that the most
explicit: “Also remember that wind
Obama declared. “China, France,
talists all lined up in favor of him
recent technologies for nuclear
and solar are intermittent energy
Japan and other countries are build-
against the “atomic” Republican
energy of the latest generation
sources. The sun isn’t always shin-
ing a total of 55 new nuclear reac-
contender, John McCain.
such as the oft-mentioned West-
ing and the wind isn’t always blow-
tors. So make no mistake: whether
In that lively electoral campaign,
inghouse Ap1000 are safer than
ing. Without technical break-
it’s nuclear energy, or solar or wind
only the Democratic Senator from
those that caused the accident at
throughs in efficient large-scale
energy, if we fail to invest in the
Massachusetts, John Kerry, came
the Three Mile Island plant near
energy storage, it will be difficult to
technologies of tomorrow then
out with support in the article pub-
Harrisburg, Pennsylvania in 1979,
rely on intermittent renewables for
we’re going to be importing those
lished in “The New York Times,”
believes that atomic energy is des-
much more than 20-30% of our
technologies instead of exporting
written together with the Republi-
tined to always play an indispensa-
electricity. But nuclear power can
them.”
can Lindsey Graham, where he
ble part. With an unusual initiative,
provide large amounts of carbon-
Then, anticipating the objection by
declared: “While we invest in
the Nobel Prize winner for physics
free power that is always avail-
the anti-nuclear faction, he warned:
renewable energy sources like wind
has used the social network Face-
able.” If these are the official con-
“On an issue that affects our econ-
and solar, we must also take advan-
book to illustrate his theses and to
siderations in favor of nuclear
omy, our security, and the future of
tage of nuclear power, our single
reply to the skeptics’ rebuttals.
power, there are other, more prag-
our planet, we can’t continue to be
largest contributor of emission-free
“Some of you expressed a prefer-
matic ones that the Obama admin-
mired in the same old debates
power.” Nuclear reactors today
ence for solar and wind power over
istration is keeping well in mind.
between left and right, between
produce 72% of American electric-
nuclear energy: I share your enthu-
The first is the driving force of new
environmentalists and entrepre-
ity not derivative from fossil fuels.
siasm for these renewable sources
jobs that will develop, with the pos-
neurs. The fact is, changing the
The
Protection
of energy and we are on pace to
sibility of hiring thousands of tech-
ways we produce and use energy
double our renewable energy
nicians and scientists for the new
requires us to think anew and act
Agency has predicted that in order to reduce CO2 emissions according
capacity by 2012. But,” Steven Chu
nuclear plants. This is extremely
anew. And it demands of us a will-
to the legal parameters regarding
warns us, “no single technology
important because the growth of
ingness to extend our hand across
climate change, already approved
will provide all the answers. Wind
the job market will take place in the
old divides, to act in good faith, to
by the House of Representatives, it
and solar now provide about 3% of
depressed area of the Mid-west.
move beyond the broken politics of
will be necessary to have 187 new
our electricity, compared to 20%
The second is the re-launching of
the past.” Powerful words, the kind
nuclear power plants by 2050. And
for nuclear. While we are working
research and the development of
that have not been heard for a long
of these, according to the US Ener-
as hard as we can to promote ener-
new technologies in a sector that
time, ever since the Republican sen-
gy Information Administration, we
gy efficiency in every part sector of
has languished for three decades
ator from New Mexico, Pete
would already need 69 of them by
America, it is likely that our energy
due to the fear raised by the acci-
Domenici, of Italian descent, fought
2030. If they are not built, the costs
demand will continue to rise.
dent at the Three Mile Island plant
like a lion in the arena of the Wash-
of electricity and natural gas, as
In fact, the Energy Information
and, successively, the one at the
ington Congress for supporting the
well as carbon dioxide emissions,
Administration projects an almost
Chernobyl plant in the Ukraine. The
civilian use of nuclear energy.
will increase exponentially.
20% increase in overall energy
third is the reawakening of the
After his retirement last year,
Once established in the White
demands
nuclear industry in general, which
Domenici found his successor in
House, Obama stopped delaying,
increase in electricity demands over
seemed to be moribund.
Obama. Surprising. Because – keep
also due to the driving force of the
the next 25 years under current
Unlike in Italy, the difficulty of the
it well in mind – for his entire presi-
nuclear physicist Chu, temporarily
laws. If we want to make a serious
civilian use of atomic energy in the
dential campaign, the Democratic
on loan to politics, as well as to
dent in carbon dioxide emissions –
United States is more of a financial
candidate had shown to be luke-
Carol Browner, Assistant to the
not to mention having cleaner air
than an environmental matter. The
warm on the topic of nuclear ener-
American President with regards to
and cleaner water – then nuclear
objection raised most emphatically
Environmental
and
an
over
30%
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Connect the dots
is always that of the cost and only
cified their former protégé because
successively that of the localization.
his support for the atomic energy
The main reason is that there are
cause is viewed as an attempt to
Nuke
nism is that of the control rods,
many electric companies in the
win over votes from Republicans
Edited by Livia Dall’Agata
which are made out of a kind of
U.S., and they are extremely small
and middle-of-the-road Democrats
in comparison with the gigantic
for the new law on climate change
1. Uranium and fossil
ing the neutrons released during a
European companies. For example,
and energy that is in a stalemate at
fuel reserves
chain-reaction. In emergency situa-
the Southern Electric Company
the Senate. More so: they have
With regards to fossil fuels sources,
tions, these are automatically low-
develops 42 gigawatts of installed
touched a sore point regarding the
according to the report by the
ered to stop the reaction and stop
power and the Duke 36, as com-
American
International
Agency
the core. Furthermore, all the water
pared to the 83 gigawatts of the
strategic architecture, or rather,
(World Energy Outlook 2009) –
circuits are isolated: the water from
Enel Company and the 120 of the
with regards to nuclear waste.
between the proven and recover-
the reactor never enters into con-
French EDF. These small or medi-
Obama has always claimed to be
able reserves, and a hypothesis of
tact with the water producing the
um-sized companies are reluctant
against the use of the Yucca Moun-
the constant production levels in
steam that goes in the turbine. The
to take on the risks connected to
tain site in the Nevada desert, cho-
the future – the scenario predicts
third level of safety is represented
ambitious long-term projects. The
sen by Congress 20 years ago, after
that the oil reserves will last for
by all the buildings housing the
decisive factor therefore becomes
an expenditure of nine million dol-
about 40 years (~1,258 billion bar-
plant and its components: from the
that of guaranteeing credit from
lars on studies and surveys. He con-
rels), the reserves of gas, about 60
pressure vessel containing the reac-
the federal authorities. And that is
siders it to be dangerous because it
years (~185,000 billion m3) and
tor core and the primary coolant to
what Obama intends to do, even
is located inside a military base and
that of coal, about 100 years (~826
the primary container and then the
within the next few years, so as to
already contains 400,000 sq. m. of
billion tons). As for uranium, how-
secondary container, the exterior of
recuperate the “production chain”
radioactive waste from weaponry.
ever, taking into consideration the
the building is made of a special
at a cost of imposing protectionist
Furthermore, it is adjacent to the
only stocks already identified,
structure that is very resistant and
measures. “It’s true that initially this
firing range where the armed
stocks are still available of about
remarkably thick.
administration wasn’t thought of
forces have made more than 900
5.5 million tons, equal to 100 years
as being pro-nuclear, but due to cli-
atomic bombs explode in tests last-
of electricity production at the cur-
3. Radioactive Waste Products
mate change and unemployment,
ing fifty years. So as usual, Chu
rent rates. Instead, if we consider
One of the most important aspects
in the last three months it has done
jumped in to resolve this dispute
the consumption and yield offered
of nuclear power plants is the man-
a lot for this industry,” stated Lisa
and appointed a bipartisan com-
by the fourth generation reactors
agement of the radioactive refuse:
Steward, who is the director of one
mittee, headed by the former Con-
(which will be capable of also using
that is, the radioactive material
of the programs of the Nuclear
gressman Lee Hamilton and the
the waste products from the pres-
released from or contained in the
Energy Institute, a lobby organiza-
Republican General and former
ent power plants as fuel), accord-
equipment or devices that can no
tion in Washington. Obviously, the
National Security Advisor Brent
ing to estimates, the prospects
longer be used for anything. These
environmental associations which
Scowcroft, to individuate new solu-
should be multiplied by at least 50-
waste products are classified under
take an entirely different view have
tions for the storage of nuclear
60: and therefore, there will be fuel
three categories: that of low activi-
cried out that it is political betrayal.
waste and, in Chu’s words, to
for approximately 30–35 thousand
ty (which decays in 30 years’ time,
“We were very hopeful last year,”
ensure “a future with safe and sus-
years.
after which it can be treated as
declared Erich Pica, president of
tainable nuclear energy.”
government’s
entire
plant under all possible operating conditions. The first safety mecha-
material that is capable of absorb-
Energy
normal non-radioactive waste),
Friends of the Earth. “Obama said
2. Power Plant Safety
that of medium activity (with a
all the right things. But now he’s
The safety of the power plant is
decay time of up to 300 years, after
become an ardent fan of nuclear
based on engineering systems for
which it can be treated as normal
energy, a surprising switch in such a
protecting the reactor and contain-
non-radioactive refuse) and that
short time.” Other critics have cru-
ing radioactive products inside the
which is highly active (with a decay
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time on the order of thousands of
materials. This he accomplished in
pean Union countries. In France,
tal Reactor (an experimental mag-
years). The low and medium activi-
1942, when the first controlled
more than 70% of its electricity is
netic nuclear fusion reactor) devel-
ty materials (95% of those pro-
nuclear chain-reaction produced
generated by nuclear reactors and
oped in Cadarache, France, and
duced by the nuclear power plants)
energy, and thus, the atomic era
16 of these are located less than
the one in the USA of NIF –
are generally treated and kept
began. The objective of the civil use
200 kilometers from the Italian
National Ignition Facility, where
inside the plant itself in storerooms
of nuclear energy became that of
border. In total, there are 26 active
192 gigantic lasers simultaneously
designed to isolate them for
producing electricity thanks to
nuclear power stations in neigh-
focus their energy upon a vault
approximately 300 years, or taken
what results from the splitting of
bouring European countries, for a
containing a capsule-target with
to landfills that normally are cen-
the atom: the first nuclear power
total of approximately 24,000 MW.
the two hydrogen isotopes that
tralized and on a national level.
station in Obninsk, near Moscow,
are needed for creating the
began functioning in 1954. The
8. Italy’s Energy Needs
nuclear fusion and emanating an
4. What finally happens to the
first Italian nuclear reactor, located
The demand for Italian electricity is
enormous blast of energy.
highly radioactive material?
in Ispra in the province of Varese,
growing at the rate of 2-3% a year,
The highly radioactive matter (5%
made for research purposes, was
but the balance of the energy
10. Eurobarometro
of the materials produced) is usual-
activated in 1959.
“mix” is tipped towards the more
In
expensive sources: more than 65%
towards nuclear energy is growing
ly stored in the power plant’s pools
Europe,
favorable
opinion
for 5-10 years, after which there
6. How much does atomic
of the electricity is produced by gas
and according to a survey by Euro-
are two alternatives: the fuel is kept
energy cost?
or coal, more than double the E.U.
barometro, citizens in favor of it
in dry storage, usually on the prem-
Based on the data provided by the
average (27%). This implies an
have increased from 37% in 2005
ises of the plant itself, while await-
World Energy Council and on the
electric bill that is generally higher
to 44% in 2008. Support for
ing to be transferred to the final
average cost of the raw materials in
than that of other European coun-
nuclear energy is strongest in those
deposit of geological nature, or it
2008, the ENEA has comparatively
tries and the dependence upon oil
countries that are already using it.
can be sent to the reprocessing
calculated the average cost in Euros
and supplies from other countries,
In Italy, the percentage of citizens
plants, which have the task of sep-
of one megawatt obtained by the
exposing Italy to the uncertainties
who are favorable towards nuclear
arating all the elements that can
different
gas
of the global energy market. 12%
energy has risen from 30% in 2005
still recycled into fuel from the end
(between 82 and 151 €/MW), coal
of the electricity consumed in Italy
to 43% in 2008: this is the largest
waste products. Due to the long
(between 65 and 130 €/MW),
is imported and largely originates
increase in all of Europe. The inves-
decay time necessary (thousands
nuclear (between 44 and 67
from nuclear power: in fact, it
tigation, promoted by the Euro-
of years) these waste products can-
€/MW), hydro-electric (between 22
comes from France, Switzerland
pean Commission – General Direc-
not be entrusted to engineered
and 104 €/MW), wind (from 61
and Slovenia, countries that utilize
tion of Energy and Transportation,
deposits controlled by humans, but
to 106 €/MW) and photo-voltaic
nuclear energy.
was conducted in 2008 in 27
instead, they must be stored in
solar (between 326 and 707
such a way as to naturally guaran-
€/MW). As for nuclear power, the
9. Nuclear Fusion
tee the isolation of the refuse from
calculations were made using the
Scientists and researchers around
the bio-sphere for several thousand
present technology as a point of
the world are trying to create
years. These are the so-called geo-
reference, but the new EPR reactors
nuclear fusion, a natural phenom-
logical deposits, or that is say,
currently under construction will
enon that occurs on the Sun and
underground deposits that are very
bring the average cost of electricity
other stars: it consists of the union
deep (500-700 m) made out of
to about 55 €/MW.
of the nucleus of two light atoms,
energy
sources:
rock or clay or salt formations.
countries of the European Union
Deuterium and Tritium (which are 7. Nuclear Power in Europe
hydrogen isotopes) to become one
5. A bit of history
Of the 27 nations that make up
heavier atom, Helium. The reac-
Radioactivity was discovered at the turn of the 20th century, and since
the European Union, a good 14
tion generated releases a large
countries utilize nuclear reactors
quantity of energy and leads to
then, many scientists have been
to generate electricity for an
several remarkable advantages:
dedicated to studying the nuclear
installed capacity superior 130,000
the nuclear fusion uses hydrogen,
transformations that release ener-
megawatts, and are capable of
which can be found everywhere in
gy. In 1919, Rutherford discovered
furnishing about 30% of the elec-
nature and is limitless, as well as
artificial radioactivity and in 1933,
tricity needed every year. France,
being a process that is very safe
Enrico Fermi began his investiga-
Germany and the United Kingdom
and “clean.” The main projects of
tion to obtain the controlled release
represent about 70% of the total
this kind are the ITER – Interna-
of nuclear energy from radioactive
installed capacity of all the Euro-
tional Thermonuclear Experimen-
and involved 26,746 citizens.
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Nuclear glossary
in which a reaction or an event
Fuel Reprocessing
IEA
produces products that are identi-
The purpose of the reprocessing is
The International Energy Agency
AEN
cal to those that gave rise to the
to separate elements that can still be
is an intergovernmental organization
The Nuclear Energy Agency of the
reaction itself and which are then
utilized as fuel from the fission prod-
acting as a political energy consultant.
Organization for Security and Co-
able to start a new one, as in the
ucts and the actinides (radioactive
operation in Europe (OCSE) assists
case of the controlled chain reac-
elements of long decay time that are
In Depth Defense
its 28 member countries in sustain-
tions in a nuclear reactor.
treated and stored). The reprocess-
In depth defense is an approach to
ing of fuel allows for reducing the
the plant’s security that implements
volume of radioactive waste.
many independent levels of protec-
aspects regarding nuclear energy
CO2 Carbon dioxide is a colorless, odor-
matters. Italy is a member of this
less gas that derives from the com-
Generations of nuclear reactors
organization.
bustion of fossil fuels and organic
Nuclear reactors are classified based
ing and further developing technological, scientific and legal
tion from the release of dangerous materials.
matter. It is considered to be the
on the generation they belong to.
Isotope
Atom
cause of greenhouse gases because
The first generation includes proto-
The same chemical element but with
The atom is made up of other par-
it limits the thermal dispersion of
types and reactors that were
a different number of neutrons.
ticles – electrons, neutrons and
the atmosphere toward space,
planned and built in the ‘70s.The
protons – with different electrical
causing an increase in the planet’s
second generation mainly includes
Neutron
charges between them and held
average temperature.
light-water reactors, utilized starting
These are particles with no electrical
in the ‘70s and ‘80s and still in oper-
charge that make up the nucleus of
together by very high energy. It is precisely the releasing of this ener-
Control rods
ation. The third generation devel-
the atom together with the pro-
gy through the splitting of the
These serve to diminish and to stop
oped in the ‘90s, when the first
tons. They play a fundamental role
atom that is at the basis of the
the flow of neutrons produced by
standardization of projects was
in nuclear fission; in fact, they are
functioning of nuclear reactors.
the fission. They are rods that actu-
applied, with higher safety stan-
the bullets that trigger the reaction.
ally absorb the neutrons when they
dards. The advanced third genera-
BWR
are inserted into the core of the
tion refers to those reactors (such as
Nuclear Fission
This is a type of light water reactor
reactor, thus the nuclear reactions
the EPR) resulting from the optimiza-
This is the physical phenomenon
in which the bubbles in the reactor’s
decrease or cease completely.
tion, in terms of safety and expense,
that takes place in the reactor. With
of the present light-water reactors.
this reaction, a uranium nucleus (U-
cooling water generate steam that is sent by direct cycle into the turbine
EPR
The fourth generation involves inno-
235) absorbs a neutron and splits
for the production of electricity.
The European Pressurized Reactor
vative nuclear power systems that
into two lighter fragments called
is an advanced third generation
will probably reach technical maturi-
“fission products,” and emits sever-
CANDU
reactor (with respect to the PWR) in
ty starting from 2050.
al neutrons that release energy
The CANadian Deuterium Uranium
which the core is cooled and the
belongs to a series of pressurized heavy
neutrons are moderated through
IAEA
reactor, this is constantly controlled
water reactors (PHWR) using natural
the presence of natural water.
The International Atomic Energy
and the neutrons created by the fis-
Agency is an independent interna-
sion process then in turn serve to
uranium. All current nuclear reactors in
which is transformed into heat. In a
Canada (which are also marketed
Fission products
tional organization connected to
generate subsequent fission, in a
abroad) are of the CANDU type.
These are atoms deriving from two
the United Nations. Its mission is
so-called “chain reaction.”
fragments of the nucleus that has
divided into three areas: safety, sci-
Chain reaction
undergone fission. Typically, they
ence and technology, and safe-
Nuclear Fusion
In physics and chemistry, the terms
are highly radioactive and unstable.
guards and controls.
Fusion is the nuclear process that
“chain reaction” and “snowball
fuels the sun and the other stars.
effect” indicate those phenomena
One of the most important reac-
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New nuclear technologies
tions under this aspect consists in
Radioactivity
Vessel
the union of the nuclei of two light
The capacity of an unstable nucle-
The vessel is a container under pres-
atoms, the hydrogen isotopes Deu-
us (with an excess of protons or
sure (155 bars of working pressure
by Emanuele Perugini
terium (2H) and Tritium (3H), that
neutrons in the nucleus) to emit
for the EPR) made out of steel that is
In the past decade, the
become one heavier atom. In terres-
decaying particles. Due to the
at least 25 cm. thick. It has a remov-
“Nuclear Renaissance” has
trial processes, energy from fusion is
decay, the nucleus disintegrates
able lid in order to have access to
led the whole world to huge
the extraction of energy in a usable
and turns into a different, more
the core for the replacement of fuel.
progresses in research, safety
form (usually as electricity) by a
stable chemical element.
reaction of nuclear fusion obtained
and technologies for new VVER
generation plants. And has
artificially in a controlled way. At
Uranium
The VVER is a Russian-designed reac-
secured the bases to make
the present, many nuclear fusion
Uranium is a chemical element
tor based on the technology of the
man’s most forbidden dream
experiments are underway, but no
symbolized by the letter U and the
pressurized water reactors (PWR).
come true: to subdue stars’
system has yet been built that is
atomic number 92. Traces of urani-
capable of generating and utilizing
um can be found in nature practi-
WANO
the fusion energy in an advanta-
cally everywhere on the planet: in
The World Association of Nuclear
“Nuclear Renaissance” is a lot
geous and safe way.
rocks, in the soil, in the water and
Operators is an association that all
more than a slogan, invented to re-
in living organisms. The reserves of
the people working in nuclear
launch a product that the public
Plutonium
uranium that have been ascer-
power plants all over the world
finds hard to accept. Behind these
A chemical element not found in
tained can ensure an availability to
belong to, and which has the task
two words – by Anne Lauvergeon,
nature that is produced inside the
suffice for covering more than a
of monitoring the plants’ operative
president of Areva, one of the
nuclear reactor.
century of the world-wide produc-
safety levels and helping the individ-
leading nuclear companies in the
tion of electricity with the current
ual workers to put their own plans
world – there is a whole movement
PWR
technology and expense (source:
for improvement into act through
that has spread in the global
The branch of pressurized water
British Petroleum Statistical Review
the support of the best practices
nuclear system, from the research
nuclear reactors (Pressurized Water
2008). Today, the known reserves
that exist on an international level.
field to industry, and which has
Reactor) is the most widespread in
amount to 5.5 million tons.
the world. In the PWR, the water is
energy with nuclear fusion.
finally reached Italy too. WENRA
The new technologies that have
kept under pressure to avoid its boil-
Uranium enrichment
The Western European Nuclear Reg-
been developed in the past decade
ing and has both the function of
Two kinds of uranium exist in
ulators’ Association is a European
have actually secured the bases to
refrigeration and that of moderator.
nature: the 238 isotope and the
association with the aims of devel-
make man’s most forbidden dream
The fluid circulates in a “primary cir-
235 isotope. The first is more plen-
oping a common viewpoint regard-
come true: subduing stars’ energy,
cuit” removing the heat generated in
tiful, whereas the second is very
ing nuclear safety, of providing an
nuclear fusion. In the ferment that
the core, and then lets the water pass
rare. Only this second kind can be
independent capability for testing
engaged hundreds of research cen-
into a “secondary circuit” in which,
used in nuclear fission reactors. The
nuclear safety in different countries
ters and tens of companies, in fact,
by means of a steam heat exchanger,
process of uranium enrichment
and to be a network of key regula-
some experimental projects were
it is turned into steam. The separation
allows for obtaining a larger quanti-
tors of nuclear safety in Europe.
aimed at making nuclear fusion
between the two circuits, typical of
ty of material from a mixture of Ura-
(i.e. the source of energy that the
the PWRs, has the advantage of
nium 235 and 238 that can then
stars, including our Sun, use)
ensuring that the steam that goes
be utilized by the power plants.
usable on the industrial level. These
into the turbine has never been in
were not abstract projects, but real
contact with nuclear fuel.
installations that have been or are about to be completed. As regards this specific field, the most impor-
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tant research center has indu-
materials’
An
energy. In fact, nuclear energy is
tied to technological and econom-
bitably been inaugurated last sum-
increase that has greatly embar-
considered an important zero-
ic considerations. Also because the
mer, about eighty kilometers from
rassed the European governments
emission source, and thus many
plants in Europe – both nuclear
San Francisco. The main goal of the
that participated in the project with
think it is absolutely necessary to
and fossil fuel-based – are starting
National Ignition Facility device,
the United States, South Korea,
limit greenhouse gas emissions and
to age: over 80% of the plants
built in the laboratories in Liver-
China, Russia and Japan. Research
simultaneously meet the market’s
have been active for over 20 years,
more, CA, is to create a plant that
projects tied to nuclear fusion are
increasing energy demand.
and therefore must be replaced in
can produce energy in a continua-
the spearhead of “Nuclear Renais-
International Energy Agency ana-
the next 10 years. The require-
tive and self-sufficient way thanks
sance” but it is new nuclear reac-
lysts, scientists referring to the
ments for third generation reactors
to nuclear fusion. In order to reach
tors that are giving substance to
IPCC (the United Nations’ unit
thus include: bigger, more efficient
the critical conditions (tempera-
these winds of change. Reactors,
studying global warming), and
machines, to minimize environ-
tures almost as high as one million
that is, using the other type of
European
who
mental impact (one large, 1,000
degrees and extremely high pres-
nuclear reaction we know: urani-
approved by a large majority a res-
Megawatt reactor instead of two
sure) that are necessary to make
um atoms’ fission. These are tradi-
olution in favor of nuclear energy
or three traditional-size, 500-600
two atoms of hydrogen fuse
tional reactors in the same family
to fight climate change a few
Megawatt ones); and first and
together, American scientists have
as those built by Enrico Fermi in
months ago – all agree. According
foremost safer devices, with four
put 192 lasers together, so that
Chicago in 1942, but have under-
to the data published in World
independent security systems and
they can simultaneously hit a single
gone such an amazing technologi-
Energy Outlook 2008, the Interna-
a strong focus on strong contain-
spot, as big as pill: a little golden
cal development in the past ten
tional Energy Agency’s report, by
ment barriers around the reactor,
capsule containing a small quantity
years that people now openly talk
2030 the world’s energy demand
to avoid any radioactive material
of frozen hydrogen.
about “third generation reactors.”
could increase by 50% compared
leaking outside. The French, with
The lasers’ energy hits the capsule,
These are not just formal evolu-
to the current levels, with fossil
Areva’s EPR (European Pressurized
fusing the hydrogen atoms. For
tions, but real changes in the safe-
fuels possibly still taking the lion’s
Reactor) were the first to create a
now, scientists have only been able
ty, size and efficiency of plants. The
share. Asiatic countries – China
new generation nuclear reactor,
to start the reaction – but this is an
nuclear industry’s technological
and India most of all – are driving
followed by the Japanese and
important step forward because,
evolution has been marked by two
Americans on the Westinghouse-
with a little math, researchers in
accidents – Three Mile Island (in
demand. The consequences for climate could be dramatic: CO2 emis-
Livermore have understood how
the United States in 1979) and
sions could increase by 57%, from
reactor, by General Electric with
they can balance the machine so
Chernobyl (1986). Two events that
the 27 billion tons recorded in
the ABWR (Advanced Boiling
that the nuclear reaction can sus-
stopped new plants from being
2005 to 42 in 2030. The goals set
Water Reactor) and its evolution,
tain itself and produce more ener-
built in the United States first, and
by the Kyoto Protocol, which
the EBWR (Experimental Boiling
gy than it consumes. While this
then in Europe. Especially after
expires in 2012, and by after-Kyoto
Water Reactor), and by Canadians
device is already functioning in the
Chernobyl, many people in the Old
negotiations seem hardly realistic
with the new version of the
United States, Europe is lagging
Continent started to see nuclear
in front of these scenarios – unless
CANDU reactor (Canadian Deuteri-
behind. ITER, the big nuclear fusion
energy as potentially very danger-
we consider the potential contribu-
um Uranium).
reactor that should start working in
ous, to the point that in Italy, for
tion coming from nuclear energy.
The main difference between Euro-
Cadarache, France, is still being set
example, all existing plants were
And in fact most of the 55 new
pean and American reactors is in
up. In fact, all that has been done
shut down.
nuclear plants being built at the
the security system. French EPRs
until now are the excavation works
Ironically, now it is not only envi-
moment are in China (23) and
(which will also be installed in the
to set the plant’s foundations, and
ronmental considerations but also
India (5). However, on top of envi-
new Italian nuclear plants) count
the 10 billion Euros budget that
technological and mostly economic
ronmental issues, in Europe and in
on system redundancy and con-
had been set initially has already
and strategic arguments that are
the United States the decision to
tainment.
increased by 30% because of raw
supporting the re-launch of nuclear
go back to nuclear energy is also
instead, feature passive security
price
increase.
deputies
–
Toshiba team with the Ap1000
American
reactors,
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systems that switch on even with-
extremely difficult) and fuel: they
within the IRIS project, which are
fuel and nuclear energy use. There
out an operator’s command. The
are mostly fast-neutron reactors,
necessary to obtain the license to
are nations like Belgium, where
Canadian CANDU reactor, instead,
which will produce more fuel than
build the reactors; Italy is making
nuclear energy reaches almost
is completely different: it is cooled
they burn and which will burn even
a crucial contribution to the pro-
54%, and France, where it is over
with heavy water and can use dif-
nuclear waste, greatly decreasing
ject’s development (Italian partners
76%. The global situation points to
ferent fuels, like thorium instead of
its life-span and dangerousness;
are: ENEA, Politecnico di Milano,
an expansion of this energy source:
uranium. Thorium is much more
some of them will also possibly be
Politecnico di Torino, the University
there are currently 437 active
common in nature, and Canada –
used to produce hydrogen.”
of Pisa, Ansaldo Nucleare, Ansaldo
plants, but another 55 are being
as well as India and perhaps even
Italy has a chance to develop
Camozzi). Finally, there is ELSY: an
built. “The United States has 104
the United States now – want to
research and industrial opportuni-
international research program
plants, but there are much smaller
use it to fuel the new reactors.
ties in this specific sector, focusing
funded by the European Union to
countries, like France and Japan,
General Electric’s ABWR is the only
on technological and industrial
create a lead-cooled fast reactor. In
which have 58 and 54 respective-
third generation reactor that is
development. We are not too far
this case, Italy is leading the project
ly,” says Carlo Bernardini, one of
working at the moment (and has
behind: in fact our researchers –
with a network composed of
the most noted Italian physicists
been, in a Japanese plant, for over
working in universities, as well as
Ansaldo Nucleare, CIRTEN (includ-
and professor emeritus at La
five years now). EPRs are still being
companies – have entered at least
ing Milan’s and Turin’s polytechnics
Sapienza University in Rome.
built in Flamanville, France – where
two projects that are currently
and Pisa, Rome and Palermo’s uni-
“And all you need to do is look east
Enel is present too – and Olkiluoto,
being developed, IRIS and ELSY
versities), DelFungo Giera Energia
to understand how crucial this
Finland. The first Ap1000 reactors,
(European Lead-cooled System).
and ENEA.
resource is becoming for the devel-
instead, are being built in China.
Research
But while the third generation has
thanks to the few universities that
just entered the market and the
maintained nuclear engineering
Interview with Carlo Bernardini
are in India, six in South Korea,
first plants are being built, labora-
courses (the polytechnics in Milan
Atoms and neurons: a virtuous
eight in the Russian Federation and
tories and research centers are
and Turin and the universities in
mix against CO2
23 in China. Today we know that
already working on more advanced
Pisa, Rome and Palermo). “It is
systems, like the PBMR (Pebble Bed
really strange to hear that we have
by Carlo Falciola
we have at the moment that can
Modular Reactor) reactor that will
lost skills in the nuclear field in Italy,
and Manuela Lehnus
produce large quantities of zero-
be built in South Africa, and other
when we have actually been work-
Carlo Bernardini, one of the
emissions electricity, so its use
reactors like the IRIS reactor (Inter-
ing on all the main nuclear research
most noted Italian physicists,
should increase not only in coun-
national Reactor Innovative and
programs in Europe and in the
offers his thoughts about his
tries undergoing a strong industrial
Secure) which should be complet-
world,” comments the University
country’s energy situation
expansion, but also in all the
ed by 2015. Fourth generation
of Pisa’s Giuseppe Forasassi, presi-
and possible return to nuclear.
nations that still employ it only
reactors are on the horizon. Marco
dent of CIRTEN, the inter-university
Ricotti, an engineer at Milan’s
consortium for nuclear energy
The energy used by European
contribute to the reduction of glob-
Politecnico, explains, “There are six
research and technology. And Ital-
households comes from a mix of
al emissions.” Another crucial
types of reactors (very-high-tem-
ian companies are well aware of
resources that, on average, is com-
aspect is the economic one. While
perature, sodium-cooled, lead-
that, and have started hiring Italian
posed of 28% coal, 22% gas, 16%
building a nuclear plant can cost as
cooled, molten-salt, supercritical-
researchers, often straight out of
nuclear, 27% renewable sources
much as twice a traditional one, its
water-cooled, gas-cooled fast reac-
university. Actually, there are Italian
(of which 15% hydroelectric), and
life-span can also be twice as long,
tors) that should be decisive in
researchers behind every new
only 7% fuel oil. Actually, the sce-
up to even 50 years of activity.
terms of safety, economic feasibili-
advanced nuclear reactor being
nario greatly varies from one coun-
Moreover, as regards the price of
ty, non-proliferation (as they should
designed. Piacenza’s SIET laborato-
try to the other, especially as
electricity for industrial use, the fig-
make
ries are about to start safety tests
regards the ratio between fossil
ures speak for themselves: in
extracting
plutonium
has
never
opment of many countries. Of the
stopped,
plants about to be built, in fact, five
nuclear energy is the only solution
marginally. This would significantly
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France it is about half as much as in
belong to the so-called “third gen-
ing this by 2050 is actually opti-
Italy (while emissions, compensat-
eration,” offering the best in terms
mistic.” Just as with fossil fuels,
ing for population size, are 30%
of heat optimization and safety
one of the central issues for the
higher in Italy than in France). It is
strategies. Two plants of this kind
development of nuclear energy is
not just a coincidence. In Italy, 73%
will be built in France and Finland:
the actual availability of its “fuel,”
of energy comes from plants burn-
they are based on the French EPR
that is uranium.
ing fossil fuels (of which 66.3%
(European Pressurized Reactor)
“The most reasonable estimates
natural gas, 16.5% coal, 7.4% oil
technology, which can develop
say that, according to the reserves
products and 7.6% other fuels),
1,600
power.
that have already been identified
16% from renewable sources (of
“Should Italy return to nuclear
and to the technology we have
which 13% hydroelectric plants)
energy,” Bernardini points out,
today, we should have enough
and 11% is imported, mainly from
“France could be one of the best
uranium to last us about 200
France and Switzerland.
points of reference for us, both
years,” Bernardini continues. “But
All in all, summing energy and pri-
because of the high-quality tech-
research is opening up very promis-
mary energy sources, Italy depends
nology they are employing and
ing scenarios. In Japan, for exam-
on other countries for 80% of the
because of the vast experience they
ple, they have found a system to
electricity it uses. Nuclear energy is
have in the field. Moreover, the two
extract uranium from seawater –
completely absent from this sce-
countries have a solid, longtime
where it is naturally present in very
nario. It is a paradox, considering
relationship.”
small percentages. It is a very slow
that most of the French energy we
So it comes as no surprise that Italy
process based on some special
use (85%) is produced by nuclear
– with Enel’s participation – is
plastics’ absorption capacity, which
plants, that the first Italian nuclear
involved in the project for the Fla-
can obtain three milligrams of ura-
plant (in Latina) began operations
manville, Normandy plant within a
nium per ton of water, with no
in 1963 and that only three years
larger framework for energy coop-
environmental damage. The plant
later Italy had become the third
eration with the EDF - Electricité de
currently in use is already able to
most important nuclear energy
France group, the biggest energy
produce, in one year, as much ura-
producer in the world, after the
producer in France. A recent agree-
nium as a 1,000 megawatt plant
United States and Great Britain.
ment between Italy and France
needs.” And as in all energy sec-
“The 1987 referendum, strongly
includes, amongst other things, a
tors, according to Bernardini,
influenced by the 1986 Chernobyl
commitment to develop four EPR
research has a key role in nuclear
accident, stopped the development
units in Italy once the country will
energy. “Our country has a strong
of this energy source in Italy,”
really have returned to nuclear
tradition in this field, which was
Bernardini comments.
energy and will have completed all
kept alive in universities despite the
“This extremely weighty episode
the necessary legal requirements.
fact that these technologies’ practi-
actually happened in a plant using
“Building four plants would allow
cal implementation was aban-
Soviet technology that even at that
us to bring our energy scenario up
doned. But today we need new
time was considered obsolete and
financial and intellectual resources
less safe than others, and which
to par with the European average, and to reduce both CO2 emissions
was not even allowed in Western
and the cost of energy at the same
We should invest our hopes and
countries. Moreover, the lack of
time.” Many hopes for the future
resources in Italian researchers and
skill and the rashness of some tech-
are tied to nuclear fusion technolo-
technical experts, who often are
nicians and supervisors had a lot to
gy, which should offer very high
forced to gain experience on plants
do with how the accident devel-
energy efficiency with no danger-
being built abroad. This young gen-
oped. Except for a few obsolete
ous waste. But this solution will not
eration’s enthusiasm and skills
models that are still in use in the
be available until 2050. “Fusion is
should be recognized and reward-
former Soviet Union and destined
really a great challenge. You need
ed as much as possible for the
to be dismantled, the technologies
to reach temperatures close to
future of our country, and be
used in today’s plants would not
those in the Sun, and to build
employed to create systems to pro-
allow for a similar accident to hap-
extremely complex containment
duce energy that are more and
pen.” At the moment, the most
and cooling systems to control the
more efficient and safe for man
advanced nuclear plants – includ-
huge quantities of electromagnetic
and the environment.”
ing those still under construction –
radiations emitted. I think expect-
megawatt
of
to really re-launch nuclear energy.
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Nuclear: an increasingly safe kind of energy
nuclear power plants’ safety and,
can reduce the phenomenon of
tion of practically all low-radioac-
above all, that of radioactive waste
global warming, as well as climac-
tive waste products, as well as
management stand now?
tic changes. Even in the eyes of the
lengthening the time of the succes-
by Antonio Moccaldi
The so-called “advanced third gen-
most uncompromising environ-
sive transferal (with air condition-
The current kinds of safety
eration” reactors that some of the
mentalists (Moore, Brand, Tindale,
ing systems already available,
technology for nuclear power
more evolved nations are under-
Smith), nuclear energy essentially
including vitrification) to the final
plants and the management
taking to build have been designed
appears to be one of the possible
repositories of geological nature
of radioactive waste products,
for a useful life-span of about 60
and necessary sources of energy
(like the one being built in Finland,
and the research leading to
years and have very high levels of
(even though obviously not the
for example) such as deep salt
further improvements in the
safety due to a series of both active
only one) which, on the whole, is
mines having the high seismic sta-
next decades with the “fourth
and passive redundant systems
less dangerous and damaging than
bility and extremely low atmos-
generation” nuclear reactors.
as well as maximum strength con-
energy sources deriving from fossil
pheric humidity that are necessary
tainment structures and systems
fuels. As already mentioned, what
for maintaining the integrity over
Why is the world returning to a sig-
(a series of four) for ensuring the
then follows are not only the
time of the containers storing the
nificant use of nuclear energy
“cooling” in any kind of situation
greater and more refined redun-
waste. But the real news of the
today? Just a simple reflection
(earthquakes, airplane crashes,
dancy of safety in the building and
coming years will be the possibility
should suffice: to produce one
etc.). The high level of safety that
management of nuclear plants, but
of directly “burning” the highly
megawatt of electric power it is
has been reached today, and
also a different approach thanks to
active waste products (actinides) in
necessary to “burn” about a gram
which will be even more refined
the knowledge developed over the
the fourth generation reactors,
of U235 a day, or rather, 2.9 tons
in the reactors of the so-called
last 25 years relating to the man-
which will be built in the next
of coal, or that is, two tons of oil.
“fourth generation,” has also been
agement of radioactive waste pro-
decades (starting in 2040), and
So with an ever-growing demand
obtained thanks to the experience
duced in the nuclear power plants.
therefore, will permit an almost
for electricity in the world, espe-
of the functioning reactors insta-
Today, radioactive waste and its
definitive solution to the problem
cially in the rapidly developing
lled so far world-wide (at the pres-
life-cycle are substantially manage-
of radioactive waste: that is to say,
nations, this simple reflection in
ent time, there are 437 nuclear
able in complete safety, both
by turning a possible risk into a
and of itself justifies the return to
reactors in operation that ensure
because the quantity is consider-
concrete opportunity of having
the use of nuclear energy - in eco-
15% of the total amount of elec-
ably reduced in terms of volume
even more fuel available for pro-
nomic and geo-political terms, as
tricity produced). In particular, the
(for example, according to a new
ducing
well as that of the increased sensi-
development of increasingly safer
Italian nuclear energy plan, in a
through the separation of the
tivity toward the problems of envi-
power plant system solutions is
nuclear power plant in operation
radio-nuclides that have half-lives
ronmental protection and human
also due to the fact of having con-
for 60 years, or equal to the pro-
on the order of thousands of years
health that have been created by
centrated efforts upon a limited
duction of 13,000 Megawatts, the
from the others that have much
the present system of energy pro-
number of types. All of this has led
amount of highly active waste pro-
lower lives, and to the recycling of
duction. But after a lapse of time of
an internationally famous medical
duced would be equal to a twenty-
these same as fuel for the new
25 years since the accident in
scientist to declare that he “would
meter cube) and because the man-
reactors and actually turning them
Chernobyl, what has changed
have no qualms about living next
agement
has
into radio-nuclides with much
regarding that which public opin-
to a nuclear power plant.”
improved considerably in terms of
briefer half-lives, thus almost com-
ion has always considered to be
Certainly, the concept is that
the processing.
pletely reducing the problem of the
nuclear energy’s “Achilles’ heel” in
nuclear energy is, all things consid-
For example, the storage of the
presence over time of radioactivity
order to result in a serene and
ered, a system of energy produc-
fuel in the plant itself for a certain
with a very long life expectancy,
informed acceptance of this form
tion that is not only safe but also
period of time will be longer than
albeit well-confined in highly
of energy production? That is to
does not cause pollution, and that
the current span of 10 years and
secure storage. Meanwhile, we
say, where do the problems of the
with regard to greenhouse gases, it
will allow for the complete elimina-
await nuclear fusion or the hydro-
118
of
spent
fuel
energy.
This
is
done
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gen cycle which will open up new
national and global level.
alternative routes to our present
ting energy production
countries – i.e. France, which also
to nuclear?
imports uranium, from its re-colonized former colony, Niger.
forms of energy production, and
How much does a nuclear plant cost?
Marco Ricotti: It would be impos-
which will have less and less impact
Marco Ricotti: Too much, if fossil
sible to convert all fossil fuel-based
upon the environment and upon
fuels cost very little and borrowing
power production, whether to
Are uranium reserves really so
mankind in the future.
money to build the plant costs a lot.
nuclear or renewables. For sure, a
abundant? And oil reserves so
And also if the rules to obtain an
good portion of it can be converted:
limited?
authorization are unclear, and
to nuclear and renewables. As of
Marco Ricotti: In my opinion, there
Interview with Marco Ricotti
bureaucracy slow or uncertain. Oth-
today, between the two, production
is (and there will be, even stronger,
e Vincenzo Balzani
erwise, it is definitely competitive.
costs are in favor of nuclear.
in the near future, perhaps for a
Nuclear: yes or no?
Vincenzo Balzani: First of all, we
Vincenzo Balzani: In order to
few centuries to come) a small
need to agree on “what” we are
build plants, extract, purify and
problem: the cost of raw materials’
In favor of or against nuclear
putting a price on. Building last
enrich uranium, manage waste
supply. With fourth generation
energy in Italy? Oxygen, open
July’s nuclear reactors in Canada
and dismantle plants you need a
reactors, the problem of uranium’s
to scientific debate about
cost 10.8 billion dollars per 1,000
large quantity of power, which is
availability will cease to exist.
the issue, asked Marco Ricotti
MW. But the cost of permanent
produced from fossil fuels (“Energy
Vincenzo Balzani: Reserves can
(professor of Nuclear plants
waste deposits is impossible to cal-
Policy”, 2009, n. 37, pp. 50-56).
be “limited” or “abundant” only
at Milan’s Polytechnic) and
culate, because no nation has been
Electricity produced by nuclear
according to consumption. A
Vincenzo Balzani (professor
able to build them. The cost of dis-
technology produces fewer green-
strong worldwide development of
of Chemistry at Bologna’s Uni-
mantling closed plants is also diffi-
house gasses than fossil fuel
nuclear energy could lead to big
versity) what they think about
cult to calculate: England has post-
plants, but more than sun- or
problems in sourcing uranium,
it in a “double interview.”
poned it for 100 years.
wind-powered plants.
even before any hypothetical
Are you in favor of or against
Is nuclear energy more conve-
Can nuclear energy avoid our de-
nuclear energy?
nient than other sources?
pendence on oil and fossil fuels?
Marco Ricotti: Neither in favor nor
Marco Ricotti: In economic terms,
Marco Ricotti: It cannot “avoid”
Italy imports about 12%
against. I consider the positive and
as I said before, it depends. If sev-
it, but it can “reduce” it, and con-
of the electricity it uses
negative aspects of every option. I
eral countries and electricity com-
sistently. For now, nuclear energy
and a large part of that is
tend to support the positive and
panies are investing in nuclear
is used only to save fossil sources
produced in nuclear plants
work to reduce the negative. Every-
energy, they probably know what
in electricity production. But in the
(imported from France,
one must seek information and get
they’re doing. In environmental
future (with fourth generation
Switzerland and Slovenia –
to know the subject (correctly)
terms it’s at least as convenient as
reactors) it might be used for
countries that use nuclear
before deciding where they stand.
transportation, to produce hydro-
energy). Should we continue
Nuclear energy? That, too.
renewables because it doesn’t release any CO2. In terms of indus-
gen and biofuels.
to import energy or should
Vincenzo Balzani: Against it. The
trial development, it’s convenient.
Vincenzo Balzani: No. Nuclear
we say “yes” to nuclear?
possibility to convert very small
Vincenzo Balzani: No. For exam-
energy produces only electricity, not
Or is there another solution?
quantities of mass into huge quan-
ple, the cheapest way to produce
fuels. Let me remind you that Italy
Marco Ricotti: It’s clear to all by
tities of energy is one of the biggest
electricity is by using wind power.
doesn’t have any uranium mines,
now how schizophrenic that posi-
and lacks the complex industry that
tion is, i.e. saying “yes” to nuclear
plants of ours will have completed
scientific discoveries ever made by
their lifecycle (2060-2080).
human kind. In practice, however,
One of the advantages of
is needed to purify and enrich ura-
power and “no” to nuclear plants.
this technology creates problems
nuclear energy is it releases few
nium. Thus, starting to use nuclear
Nuclear is first and foremost a
that are much worse than the ones
greenhouse gasses. How much
energy would entail a new ener-
strategic, technological, and com-
we want to solve, both on the
would it cost to convert pollu-
getic dependence from foreign
mercial choice for the whole coun-
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try. In order to achieve maximum
ty entails some degree of risk, albeit
level of radioactivity in the air,
Marco Ricotti: A reasonable doubt
benefits and guarantee maximum
on different levels. Even living inside
water, land and plants in the areas
as regards Italy’s capability to man-
control, we should create a set of
houses can be dangerous, not to
surrounding nuclear plants is con-
age a complex system like the one
reactors right here at home. If we
mention driving to work every day:
stantly under control by security
required for nuclear energy. Howev-
really want to use nuclear energy.
statistically, these activities are
authorities.
er, the country was able to reach
Vincenzo Balzani: “Le Monde”
10,000 times more dangerous than
Vincenzo Balzani: I don’t think
the top rakings in this technology in
(November 17, 2009) informed us
working in a nuclear plant or living
that’s the biggest problem they pose,
the Sixties.
that France, which has 58 nuclear
near one.
if everything is managed by an inde-
Vincenzo Balzani: That nuclear
reactors, is forced to import (net
Vincenzo Balzani: Of course it’s
pendent and qualified safety agency.
energy is being developed in the
balance) electricity: something
dangerous: there are serious and
that should make us think. To
independent safety agencies in
How can the different types of
it be in Italy as well? Actually, nuclear
solve this problem we should, first
France and Finland that have
waste be stored and managed?
energy’s development peaked 20
of all, save energy and use it more
recently asked for drastic changes
And at what cost? Are deep
years ago, and is now declining. The
efficiently; and second of all, pro-
in the control systems of the
geological repositories an effec-
amount of electricity produced with
duce it from renewable sources.
French reactor AREVA (the same
tive solution for high level
nuclear plants in the world declined
Very serious studies prove that by
kind we are going to buy), which is
waste (with thousands of years
by 60 TWh from 2006 to 2008.
2020, Italy can (and has to, to
made in Finland, despite the fact
of radioactive decay)?
Nuclear energy is not competitive in
comply with European directives)
that the project is lagging 3.5 years
Marco Ricotti: Intermediate and
a free market economy.
reduce energy consumption by
behind and costing 1.7 billion Euros
low level waste (including the quan-
20% and supply 20% of the total
more than planned. In Italy there still
tity of radioactive industrial and
What is your personal slogan
with renewable energy.
is no safety agency, and we’ll have
medical waste) can be stored in
in favor of or against nuclear?
to see whether it will be independ-
controlled, near-surface deposits for
Marco Ricotti: If there ever was a
ent or not.
over 100 years, and in the end be
subject that cannot and should not
treated like general waste. Sweden,
be discussed with slogans, that’s
Are fourth generation plants and nuclear fusion (with the
whole world, and so why shouldn’t
ITER project in France and NIF
What about dangers connected
Finland and other countries consid-
nuclear energy... Let’s not repeat
in the United States) reality
to wars or terrorism?
er underground storage safe for
the same mistakes we did in the
or just an illusion?
Marco Ricotti: Military nuclear is
high level waste, and other coun-
past.
Marco Ricotti:: They are not an
completely separate from commer-
tries are thinking about doing the
Vincenzo Balzani: The nuclear
illusion, but they are not reality yet
cial nuclear. The International
same. This is a real solution. In the
option – because of how long it
– in engineering and industrial
Atomic Energy Agency’s monitoring
future, we can decide to burn dan-
takes to get permits and find sites
terms. As of today, they are huge
is very rigorous and continuous.
gerous waste in fourth generation
(3-5 years), build plants (5-10 years),
scientific and technological chal-
Unfortunately, terrorists can attack
reactors, making it safer, quicker.
write off the initial investment (40-
lenges. We can reasonably think
targets that are much more vulner-
And let’s not forget conventional
60 years), dismantle the plants after
that fourth generation plants will
able than nuclear plants. It’s hard to
toxic waste, which does not decay
they’ve been shut down (100 years)
be available, commercially, before
really damage a reactor from the
and is 20,000 times more abundant.
and eliminate the radioactivity in
those based on nuclear fusion
outside.
Vincenzo Balzani: Permanent,
the exhaust fuel (tens of thousands
reactors. Finally, however, costs will
Vincenzo Balzani: It’s indubitably
deep geological repositories are the
of years) – is a bet with our future
always be crucial to any solution’s
a serious problem, because military
only option to deal with high level
we can hardly evaluate, in both
commercial success.
and commercial nuclear use the
waste, which is dangerous for tens
economic and social terms.
Vincenzo Balzani: Fourth genera-
same technology (“Science, Febru-
and hundreds of thousands of
tion plants are barely plans on
ary 2007, 9, 791). It’s not so much
years. At the moment, the attempt
What is the energy of the future?
paper. Why else would the sup-
terrorist attacks on plants that we
to create such repositories in the
Marco Ricotti: There isn’t a single
porters of nuclear energy want us
should fear, but attacks with
United States in the past 30 years
energy source for the future. The
to start now with third generation
radioactive materials – which are
has failed, and waste remains right
energy problem is very complex
plants, which will begin working in
already being smuggled (“Global
in the plants’ courtyards. (“Chemi-
and can be solved only by exploit-
2020 and will have to be used until
Security Newswire”, May 2009, 15).
cal & Engineering News”, March
ing and making the best of the
23, 2009, p. 35).
positive features in every source
2060-2080? And nuclear fusion is pure illusion.
Do nuclear plants cause
(fossil, renewable, nuclear), while
radioactive pollution in the
What is the most convincing
minimizing the negative features
Is nuclear energy safe or
areas surrounding them, posing
argument suggested by those
(which every source has – no
dangerous?
risks for those living there?
supporting an opposite view
source is completely “clean”).
Marco Ricotti: Every human activi-
Marco Ricotti: Absolutely not. The
from yours?
Vincenzo Balzani: Solar energy:
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English version
it’s abundant (in one hour, the Earth
Italy was simply not spoken of any-
energy problem can be achieved
even if not very rooted in public
receives from the Sun as much
more. In fact, for years, there was a
through an increase in the diversifi-
opinion yet. Therefore nuclear
energy as all of humanity needs
kind of actual blackout and the
cation of sources, of course,
energy is inserted into a new
in one year), unlimited (the Sun
repression of nuclear energy as a
besides the energy saving. The con-
framework of the country’s mod-
will continue to shine for another
subject for social conversation: a
cept of an “energy mix” helps pave
ernization: it is viewed as an oppor-
4.5 billion years), and well distrib-
sort of mental cancellation that fos-
the
energy,
tunity for redemption, to make up
uted around the planet. Italy does-
tered collective oblivion. Today,
because then it becomes comple-
for the gap that separates us from
n’t have oil, or methane, or coal,
now that once again people are
mentary and not antagonistic
other industrialized countries. So
or uranium. But it has a lot of sun.
talking about nuclear energy, we
towards renewable sources: this
what are the problems that still
By developing the industry to build
find that we must come to terms
mitigates the vicious circle that
assail nuclear energy?
solar panels, instead of nuclear
with this void in the process of re-
viewed the development of nuclear
At the present, the strongest barri-
plants, we could reduce costs and
building public opinion on the sub-
energy
investments
ers are tied to the problem of
create many jobs. Our task is to
ject. Also for these reasons, it is
required for building nuclear power
“safety” and consist of the matter
start using solar power better, just
fundamentally relevant that Enel
plants as something that would put
of “waste disposal” (indicated by
like many other countries – with a
has backed the research initiative of
the brakes on the development
67% of those interviewed), besides
lot less sun than we have – are
a laboratory study on state-of-the-
of “green” energy sources, which
that of the “power plant manage-
already doing.
art nuclear energy in Italy involving
has always made environmentalists
ment.” Added to these preoccupa-
a team of influential research insti-
dislike nuclear energy.
tions are those of Italians’ mistrust
tutions: GPF, GfK-Eurisko, Eurome-
Considerations that work in favor
of the institutions and the percep-
dia and the Piepoli Institute.
of the acceptance of nuclear ener-
tion of a generally scarce legality
This work has highlighted a grow-
gy and the construction of nuclear
and transparency in our country.
ing
towards
power plants are those that refer to
Such an aspect generates the fear
nuclear energy on behalf of gener-
the needs for low-cost energy
of a possible “Italian-style manage-
by Monica Fabris and
al public opinion in Italy: the preva-
(declared by 40% of the Italian
ment,” that is to say, “careless-
Albino Claudio Bosio
lent attitude is still critical but less
population), and a greater certain-
ness” and a policy of patronage,
A recent study that describes
rigid than in the past. This major
ty and abundance of the supply, as
and thus, not very trustworthy or
the rapport Italians have
willingness is tied to the affirmation
well as a greater autonomy for the
credible. The physical proximity of
with nuclear energy goes well
of a pragmatic cultural orientation
country (37%), but then there is
the phenomenon, and that is to
beyond the usual “for/against”
bringing us to look at the energy
also respect for the environment
say, the proximity of a power plant,
dichotomy: there is a more
question less emotionally and ideo-
(29%) and economic development
represents the other decisive vari-
pragmatic orientation now
logically, and more responsibly than
(28%). Last of all, there is the fact
able in generating dissent. The
than in the past, as well as
we did in the past. The desire to
that Italy is geographically located
“nays,” sustained by the rooted
the ground-roots public debate
maintain the state of acquired well-
in an area where other nuclear
localism in our country, is a difficult
that “can provide fertile terrain
being can still go hand in hand
plants are already located (22%).
phenomenon to hold at bay
for promoting a culture of sha-
with the new lifestyles that are
Among these arguments, there is
because it feeds on a sense of
ring and constructive participa-
more
especially
the one of the ecological-sustain-
belonging, of a deep love for our
tion, and not just the mobiliza-
regarding the impact upon the
ability of nuclear energy, its contri-
land. However, investigations have
tion of opposition.”
environment, and that lead us to
shown that for the majority of the
consider all sources of energy with-
bution towards the reduction of CO2 emissions and thus, the inver-
The discussion about the return of
out prejudicial exclusions, and to
sion of the climate change phe-
nuclear energy does not generate a
nuclear energy in Italy has recently
objectively evaluate them based on
nomena for which fossil fuels are
clear disapproval, but goes hand in
initiated the building of public
the costs/benefits relationship.
held mostly responsible and which
hand with favorable considera-
opinion on the topic: after the ref-
There is an increasingly shared con-
could indirectly represent a driving
tions. In fact, uncertainty repre-
erendum in ’87, nuclear energy in
viction that the solution to the
force for nuclear energy support,
sents the dominant position, as
Italians and nuclear energy: “A growing broadmindedness”
broadmindedness
conscientious,
road
to
and
nuclear
the
population, resistance towards
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Information, the antidote for fear
declared by 55% of the popula-
question represents a good litmus
tion. Furthermore, the strong
test on the evolution of the Italian
social-cultural connotation of the
society, halfway between strong
entire matter under examination
tendencies for reform and innova-
by Ilaria Catastini
mation, especially through the
should be underlined.
tions and factors of resistance to
and Viviana Poletti
Internet, makes it so that the time
The availability of nuclear energy
change. Re-thinking the energy mix
From the fear of nuclear
for the collective fears to propa-
has always resulted as correlated to
in our country and the inclusion of
energy to opposition towards
gate is often much more rapid than
the area of modernity: those who
nuclear energy within it, is accom-
biotechnology regarding
that which is necessary for scientif-
are most favorable towards nuclear
panied by a social vision and the
food up to the psychosis of
ic information to be divulged. Par-
energy (about 15%) are prevalent-
elaboration of new lifestyles and
the Avian flu: what role
ticularly when the propagation of
ly young men or young adults
ways of thinking. This is a long
does the perception of risks
the perception of risk is also associ-
who
proje-
wave in the direction of technolog-
and benefits play in forming
ated with an emotional compo-
ction into the future: so you can
ical evolution and sustainability, in
public opinion? How do
nent tied to cultural, affective and
understand
“maintaining
which to compare the instances of
the media and press influence
ethical-moral factors.
one’s present lifestyle” can consti-
individualism and the particularistic
public opinion? How much
(“In Great Britain, fear that goes
tute a primary driving force for this
interests with those of the sensitiv-
does participation in the
back to the dark times of the Cold
target in adhering to the nu-
ity to the common good and the
decisional process count?
War still hovers over the current
clear energy project. Also among
community. The very debate about
the Uncertain group, the part that
this topic that is activated from the
“An occasion to be fearful is one of
even today, hinders the construc-
is the most open to discussion is
ground-roots contributes to feed
the few things that isn’t scarce in
tion of a new generation of nuclear
associated with modernity, but
this comparison, producing more
these days which are sadly lacking
power plants,” declared Michael
made up of the more evolved, edu-
balanced syntheses and a general
in certainties, guarantees and secu-
Zdanowski of Hill & Knowlton Lon-
cated and informed subjects who
climate of pluralism and reciprocal
rity,” wrote Zygmunt Baumann in
don). As David Byrne of the Euro-
demonstrate a major social sensitiv-
respect. Therefore, this debate can
his essay Liquid Fear. The growing
pean Committee for Health and
ity and cosmopolitan broadmind-
provide fertile terrain for promo-
amount of uncertainties character-
Consumer Protection stated, the
edness. For them, nuclear energy
ting a culture of sharing and con-
izing our society today fosters new
cultural and emotional aspects
represents a choice of individual
structive participation, and not just
dynamics of the collective percep-
make it so that “when faced with
convenience and social responsibil-
the mobilization of opposition.
tion of risks. The risks are more and
the problem of risk, the collective
ity. Furthermore, there is a natural
more unknown and global, beyond
reaction often has very little to do
uncertainty that is more emotional
our control and our acts.
with ascertained facts, while it is
and irrational sustained by fears
The media today – both traditional
often seemingly incoherently, if not
still rooted in memories of past
and especially the social media on
actually completely irrational.” The
disasters, and it is precisely the
the Internet – plays a fundamental
“case” of the Avian flu in 2005-
elderly and the socially disadvan-
role in the phenomena related to
2006 is emblematic: at the idea of
taged who need strong reassur-
the collective perception of risk.
a possible pandemic originating
ance the most. Also radical dissent
With almost one out of two Italians
from the H5N1 virus (which never
(30% of the population) comes
using the Internet and one out of
broke out), the Italians reacted by
from people who are the most tra-
three using it actively, 14 million
worrying about it more than any
ditional and is defined in terms
Italians subscribing to Facebook
other country in the European
of contrasts of consumption and
and an Italian version of Wikipedia
Union, as a study conducted by
diffidence towards the industrial
with at least 700,000 written
Eurobarometro revealed. Notwith-
and post-industrial culture. What
entries, the Internet is a vitally
standing the fact that none of the
results is that the nuclear energy
important place for discussion in
chickens proved to be infected (just
show
a
marked
why
every process of building consensus and for communication about major issues. The speed of infor-
debate on nuclear energy, and
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one wild duck and some swans), in
nology when it is applied to food
reproduction or develop new kinds
compensations to citizens for the
a few months the poultry market
products. In this second case, since
of biotechnology? And what are
added risks have not always
suffered a collapse of sales reach-
no tangible advantages are per-
the forms that should be adapted
demonstrated to be effective in
ing 70% and damage estimated at
ceived (food is already good and
by the private economic actors and
obtaining
800 million Euros, bringing the sec-
plentiful) what in fact dominates is
public institutions for establishing a
Instead, inviting citizens to take
tor to its knees. A real “psychosis”
diffidence.
correct and responsible process of
part in the process right from the
was triggered, resulting in highly
This assumption was also con-
involving and informing the stake-
very start increases the probabilities
irrational behavior; some shop-
firmed by Professor Lorenzo Mon-
holders? In a study conducted in
that a certain decision will be
keepers reported that customers
tali, social psychology researcher at
the United States (entitled Public
accepted. In order to bridge the
would not even go close to the
the University of Milan-Bicocca:
Participation in Hazard Manage-
gap of the public’s lack of technical
frozen meat section for fear of
“The application of biotechnology
ment: The Use of Citizen Panels in
and specific knowledge, the way to
contagion. However, the percep-
in the medical field does not meet
the U.S.), Ortwin Renn, Thomas
build consensus should focus on
tion of risk is not always based
with opposition regarding the pub-
Webler and Branden B. Johnson
information based on the experts’
purely on irrational aspects. This is
lic opinion: people acknowledge
observed that technicians and
opinions, even if discordant. The
what has emerged from the Amer-
and understand the benefits, and
experts have traditionally always
level of discussion regarding the
ican study GM foods and the mis-
even though they’re aware of the
considered involvement of the
institutions’ competence in risk
perception of risk perception by G.
potential risks, they regard that on
general public, even though neces-
management should focus on the
Gaskell, N. Allum, W. Wagner, N.
the whole it’s worth it and that
sary, to be an intrusion in the deci-
debate about the distribution of
Kronberger, H. Torgersen, J. Ham-
medical biotechnological research
sional process. How to deal with
the risks and the benefits, and on
pel and J. Bardes (2004). In analyz-
is constantly developing. With
the problem is often decided first
the compatibility of the proposed
ing the opposition from the gener-
regards to food, the attitude is rad-
and the public is informed only
solutions with the economic, polit-
al public toward genetically modi-
ically different: people think that
after the fact. The authors believe
ical and social conditions. This kind
fied food (OGM) and trying to ver-
biotechnology, at least in Western
that this is not a winning strategy
of debate is not based on technical
ify the hypotheses deriving more
countries, is basically useless, and
for a number of reasons: citizens
expertise, even though reducing
from a “lack” of perception of the
uselessness is a pre-condition that
feel deceived when they are asked
the lack of scientific information
benefits than from a perception of
leads to the development of a neg-
to participate and then learn that
can be of help. Success in these sit-
risks, the authors draw an interest-
ative attitude.”
actually, the decision has already
uations is obtained by demonstrat-
ing analogy with the case of
“The topic of the population’s per-
been made. Experts often do not
ing that the institutions responsible
nuclear energy. One of the defining
ception of science, technology and
really know much about what is
for the risk management are com-
elements of innovation or new
the risks involved is a topic of the
worrying the citizens, about the
petent, efficient and open to the
technology is its capacity to offer
modern age; for the first time in
territory and the social fabric: the
demands of the public. On a high-
benefits superior to what had pre-
history, we find ourselves in the
arguments used for balancing the
er level, the conflict is then defined
viously been available. In the
condition of having choices about
risks with the benefits are rarely
by a series of different social and
acceptance of certain kinds of
scientific development and tech-
convincing for the citizens. Inform-
cultural values and lifestyles, and
technology, the perception of the
nology that must be made by peo-
ing the public can help clarify the
by their impact on the risk man-
benefits seems to count for more
ple who are not experts on these
problems and the implications, but
agement. In this case, neither tech-
than the perception of the risks:
matters,” Montali continues. So
in the authors’ opinion, it cannot
nical expertise nor the institutions’
this assumption can be demon-
just exactly how do people manage
resolve the conflicts that are not
competence and openness consti-
strated by the general acceptance
this power? What kinds of compe-
generated by ignorance but by the
tute conditions that are sufficient
of bio-technology in the field of
tence must they have in order to
divergence of interests among the
for ensuring acceptance by the
medicine (aimed at relieving pain
decide whether or not today, here
actors involved (industry, decisions,
general public. In these cases, we
and curing illnesses), and in con-
and now, we should open a
stakeholders and citizens).
must act simultaneously on both
trast, by the opposition to biotech-
nuclear power plant, allow assisted
However, the attempts to propose
the spreading of information and
public
acceptance.
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education, and the full involve-
When it was founded, the HCTISN
nuclear energy, we created super-
izen can develop his or her own
ment of the stakeholders in the
was entrusted by the Ministry for
vising bodies that are very strict
ideas, provided that the informa-
decision-making process.
the Environment with the task of
about how a nuclear plant must be
tion they have is always honest.
analyzing the radioactive state of
built and managed. Up until 2006,
What is the future for countries like
the water table near nuclear sites,
these services were under the Min-
France and Italy, as regards renew-
Interview with Henri Revol
after there had been a uranium
istry for the Industry’s responsibility,
able energy and innovation? The
Who is watching over nuclear
solution spill at Tricastin. Three
while the technical experts came
CEA and ENEA have signed a coop-
energy? The French case
months later, the committee pro-
from the Atomic Energy Commis-
eration agreement in the field of
duced a report containing 19 rec-
sion. Recently, especially after the
nuclear research and renewable
by Simone Arcagni
ommendations. It has also dealt
2006 law about nuclear trans-
energy. There are many similar
Who are entrusted with the
with the security of plutonium sea
parency and safety, we have creat-
examples of cooperation, even
task of making sure that
shipments and with information
ed an independent administrative
amongst French and Italian com-
nuclear energy is safe, and how
about mining residues. Currently, it
authority – the ASN (Autorité de
petitors. A French car manufacturer
do they work? Interview with
has undertaken an important study
Sureté Nucléaire), supported by the
(Renault-Nissan) is conducting a
Henri Revol, president of the
about the nuclear fuel cycle,
IRSN (Institut de Radioprotection et
project to develop electric cars in
Haut Comité pour la Transpa-
requested by the Ministry for the
Sureté Nucléaire) for technical sur-
Lombardy, with the Italian compa-
rence et l’Information sur la
Environment and the Parliament.
veys; the IRSN became independ-
ny A2A. EDF - Energies Nouvells is
Sécurité Nucléaire (HCTISN).
The HCTISN tries to give people
ent from the CEA (Commissariat à
building solar plants in Santa Sofia,
complete information about what
l’Énergie Atomique et aux Énergies
in Umbria, and in other seven sites.
How does the HCTISN work?
they are concerned about. Its sec-
Nouvelles) after a few years, and
I think France and Italy have a great
The committee has existed since
retariat has very competent engi-
today the ASN has its own inspec-
common ground for innovation in
2008. Its composition is quite artic-
neers and always talks to the inter-
tors, who constantly and rigorously
the future, especially within the
ulate: one college comprising four
ested parties (managers, supervis-
check all installations, authorize
framework of the Union for the
parliamentarians (from both the
ing authorities, experts) for every
the creation and management of
Mediterranean.
majority and the opposition), and
issue it tackles, dialoguing with
“basic nuclear installations,” col-
six colleges of six members each,
them before giving its advice and
lect the mandatory reports about
representing the associations for
recommendations.
accidents, and can suspend an installation’s management.
The science of toys
most frequently?
What is your advice about mo-
Chemistry sets and atomic toys
Radioactivity levels in the environ-
nitoring activity and safety for
by Davide Coero Borga
State, the trade unions. This wide-
ment and nuclear waste. The
Italy?
ranging representation guarantees
HCTISN is creating an internet por-
Giving advice would be presumptu-
There was a time when little druids
that
are
tal to allow everyone easy access to
ous. Italy has very competent engi-
and alchemists quit improvising
expressed freely. Our meetings are
information, in plain words, about
neers and researchers. I think that
with alembics, distillers and will-o’-
not open to the public, but all the
these issues.
the most important thing is to
the-wisps, and turned into young
develop, during the whole building
experimenters in the great labora-
Those opposing nuclear energy
and management process, a “secu-
tory of science. Those years of rea-
available online, and we publish an
in Italy usually express their
rity culture” chain at all levels. At
son and great transformations
annual report.
doubts about safety and waste
the same time, it is necessary to
launched a so-called toy that was
management issues. What were
produce information for the public
extremely fascinating to say the
What are the HCTISN’s main
the answers in France?
and to create a debate based on
least: chemistry sets. As real work-
activities?
As soon as France started using
different opinions, so that each cit-
shops with chemical reactors and
environmental and health safeguard, nuclear energy information
Which concerns do you tackle
committees, managers, experts, the Supervising authority, the
different
opinions
debates’, communications’ and recommendations’
reports
are
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Future tech
test tubes, in the 1950s chemistry
including four different kinds of
sets allowed children to produce
uranium. Radioactive uranium,
compounds and experiment in
with which children played non-
Nuclear and digital in medical
onance and medical imaging, and
total freedom, discovering the
chalantly, right in front of their par-
imaging
whom we met at the View Confer-
power of the elements on the peri-
ents. Today it is a collectible so
by Simone Arcagni
ence in Turin. “Molecular imaging
odic table. They could play with
highly sought-after it can sell for
wash bottles, volumetric flasks, and
over 100 times the original price.
Seeing better, seeing more, over-
living being, specific molecules or
spirit burners to bring compounds
And what about the scale model of
coming the limits of the extremely
molecular events at cellular level
and dozens of chemical elements
the Three Mile Island nuclear plant?
small and extremely hidden – this is
which can be the signature of a
to a boil. Not exactly what you
“Add realism and excitement to
the typical challenge for modern
specific pathology. It is a multidisci-
would call “child’s play.” These
your train layout,” says the box.
medicine, projected into a new era
plinary science that starts from
boxes had an incredible destructive
Certainly the manufacturer, Con-
by the cooperation between digital
biologists’ discoveries and from
potential and surely today they
Cor of Bensenville, IL, could not
technology and nuclear medicine.
molecular medicine.”
would have an equally incredibly
imagine that less than twenty years
While X-rays allowed for the devel-
The goal is to observe “the differ-
long set of warnings and precau-
later the plant would see the worse
opment of an important branch of
ences between what is normal and
tions. All of the wonders of chem-
nuclear accident that has ever hap-
medicine with the purpose of see-
what is pathological. Often these
istry, in a simple cardboard box.
pened in the United States, releas-
ing the human body from the
are minimal: so you must not only
Real test tubes (glass ones, which
ing a considerable amount of radi-
inside, nuclear medicine is now a
look, but also find ways to high-
you could heat over a flame) and a
ation. There is a long list of atomic
branch of clinical medicine that
light them. Image processing
range of reactors, including many
toys: toy Geiger counters to meas-
uses radioactivity to diagnose, treat
therefore becomes essential.” The
of the ones considered dangerous
ure the lethal effects of radioactive
or research. One look at the vast
other great challenge is to do
– as in used-by-terrorist – today,
substances, spinthariscopes, cloud
program for the ECR – European
everything “live,” as working with
such as permanganate. Toxic, flam-
chambers, electroscopes. The man-
Congress of Radiology (Vienna,
live animals or human beings
mable substances that forced man-
uals coming with them are real
March 4-8) – is enough to under-
allows us to study, for example,
ufacturers to continuously bounce
radiochemistry primers. Uranium
stand how important medical
developments in time. “The gener-
back and forth between the sales
Rush’s box reads: “An exciting new
imaging is for diagnostics and the
al strategic goal is to see everything
boom of a multifunctional kit and
electric game for the family. Make a
constant development of increas-
from smaller things (atoms) to big-
the massive recalls for products
million dollars! Your ‘Geiger count-
ingly sophisticated software and
ger things. These are the develop-
considered like dynamite in young,
er’ lights and buzzes your way to
algorithms for the creation of 3D
ments we expect, for a medicine
inexperienced hands. In a game
fun and fortune,” right below the
visual models. Nuclear and digital
that will grow increasingly depend-
without rules, there is always a
“Educator Approved 1955” logo.
go hand in hand to make medicine
ent on images.” The advantage in
chance you will hurt yourself or,
What about today?
take a leap forward: after the
nuclear medicine is to study meta-
even worse, fail.
A 2010 chemistry set is definitely
development determined by X-
bolic processes “live” thanks to PET
“That’s the scientific method, baby,
less dangerous: no spirit burners or
rays, now the application of digital
(Positron Emission Tomography),
and there's nothing you can do
dangerous substances. Test tubes
technologies to nuclear medicine
which uses radioactive tracers with
about it!” we could say, quoting
are strictly plastic and experiments
and radiography marks a further
positron-emitting isotopes. That is
Humphrey Bogart, who was so
call for lemon, vinegar and soda.
turning-point for data manage-
how you go from a “flat” radiogra-
popular on the silver screen in
Strong science is relegated to the
ment and 3D visuals.
phy to a 3D vision. The Italian IM3D
those days. The fact is, the little
realm of videogames: Nintendo DS
An example of this is the Medical
- Medical Imaging Lab, for exam-
educational kits turned chemistry
and Wii have recently launched Sci-
Imaging Informatics Innovation
ple, is specialized in medical imag-
into the fundamental science at the
ence Papa, a virtual lab where you
Center (MI3C), the result of the
ing for cancer-related pathologies
time (chemistry was queen of all
can recreate experiments with pro-
joint efforts of the Mayo Clinic and
and uses advanced CAD (Comput-
subjects during the atomic post-
fessional equipment. Minus the
IBM, which is able to record med-
er Aided Detection) technologies
war period, overturned by astrono-
chance of an explosion.
ical images up to 50 times quicker
such as CAD-COLON IM3D, creat-
my and physics only when the
and to give critical diagnoses, such
ed to support radiological diag-
“space race” began). And if you
as a tumor’s development or reduc-
noses in cases where a colon or
think a chemistry set seems dan-
tion, in just a few seconds. “Mole-
rectal polyp is suspected. The digi-
gerous, what about its radioactive
cular imaging is the future of diag-
tal system DIMAGO-med for the
spin-offs? In 1951, Gilbert Hall of
nostics: seeing molecules or molec-
integration of images coming from
Science launched the Atomic Ener-
ular events that show the patholo-
different
gy Lab: the considerable sum of 50
gy in action, live,” says Silvio Aime,
instead, allows for the digitaliza-
dollars bought you a laboratory kit
head of the Center for Molecular
tion, processing and integration of
Imaging of Turin’s University, where he does research on magnetic res-
– he adds – means seeing, inside a
diagnostic
exams,
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images
acquired
with
digital
Traveller
angiography, SPECT, PET, TAC, 126
three-hour tour is open to the pub-
– considered one of the most mod-
lic (all you have to do is show a
ern and advanced in the world,
magnetic resonance and ultra-
An atomic trip
valid photo ID) and includes access
thanks to two new units built in
sonography. It covers, all in all, the
by Michelle Nebiolo
to the visitor center’s exhibition and
the end of the 1990s – to the Alvin
a guided tour of the control room,
W. Vogtle plant (named after the
whole range of data offered by nuclear medicine, processing them
Homer loses his grip on a radioac-
reactor room and cooling tower.
war hero who inspired Steve
and assembling them into an active
tive green cylinder as soon as the
Have no fear: massive screening
McQueen’s character in The Great
and diachronic virtual model. Spec-
end-of-shift whistle blows, just to
structures protect the whole itiner-
Escape) in Burke county, Georgia,
tacular images, as shown in
find it down the back of his shirt as
ary, to the point that the radiation
United States (www.eia.doe.gov).
Anatomical Travelogue’s Alexander
he drives home, and throw it on
level inside the plant is actually
The two units of the latter, which
Tsiaras’s movies, well-respected in
the street as Bart skateboards by:
lower than the natural level we live
started operating in 1988 and
both the medical and artistic field:
The Simpsons’ opening theme is a
with every day in the outside envi-
1989, cost over 13 times the 660
his images and videos have been
testimony to the fact that even
ronment. You do not trust the
million dollars on the initial budget:
on exhibit in various art galleries.
abroad nuclear plants are seen
dosimeters constantly monitoring
a typical problem for plants under
The U.S.-based Nucleus, instead,
with a certain (however ironic) sus-
the situation? For the most skepti-
construction in the United States
uploads its imaging videos on
picion. But while in Italy the discus-
cal, we suggest a visit to another of
during the 1980s, as they had to
YouTube, gaining a lot of populari-
sion plays out between referenda,
Switzerland’s four plants: the one
comply with increased regulations
ty with its fantastical journeys
decrees and protests, on the other
in Leibstadt, on the bank of the
after the Three Mile Island accident
inside the human body. Even
side of the border nuclear plants
Rhine. Here, you will discover a
in 1979. The “Columbia County
National Geographic has noticed
exist, work and in some cases are
couple of rare peregrine falcons
News-Times” recently published a
how spectacular these images can
even open to visitors. At least in
that established their nest, over ten
short report about the trip a class
be, and in fact has created a few
the most advanced Western coun-
years ago, right inside the cooling
from Evans Middle School took to
documentaries with medical imag-
tries, in fact, plants’ managing
tower – where they do not risk
the Vogtle Plant: the eight-graders
ing technologies, such as The
companies seem to have opted for
being
went on a guided tour, saw the
Incredible Human Body, In the
a policy of transparency and open-
climbers.
simulator and discovered how
Womb and Inside the Living Body.
ness in order to satisfy the public’s
In France, Civaux’s nuclear plant
engineers are trained to operate
curiosity and defuse any mistrust in
(www.edf.fr) – where groups of at
the plant. Thus, they were able to
those who might see a cooling
least five people can reserve a
understand how some of the theo-
tower in the distance every time
guided tour of the permanent exhi-
ries they studied in science class are
they drive to the office or take their
bition at the visitor center and a vir-
applied in real life; as the culminat-
children to school.
tual tour of the plant – is part of
ing task of the day, they could
“Current vulnerability, supply secu-
the tourist itineraries suggested
choose among writing a song,
rity, radioactivity, safety, waste, effi-
within the Civaux Pass formula,
designing a comic strip, creating a
ciency... nuclear energy is on every-
alongside
children’s book or writing a letter
one’s mouth. But how does a
(where you can see 200 crocodiles
nuclear power plant work? What
in their natural environment), the
are the advantages and disadvan-
archeological museum and the
tages of this controversial technol-
Merovingian cemetery. And, of
ogy? Come visit us and get this
course, nuclear plants are an inter-
information first hand”: the Gös-
esting stop not only for unconven-
gen nuclear plant (www.kkg.ch) in
tional family weekends, but also
Däniken, Switzerland, invites you
for school trips: from the plant in
from its website’s homepage. The
Uljin, South Korea (eng.knef.or.kr)
bothered
by
Planète
mountain
crocodiles
to President Obama.
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Science’s sites
of radioactive refuse (COVRA) with
collections – even those from some
headquarters in Visslingen, in the
of the most important museums in
The Habog Building: decreasing
southeastern Netherlands.
the world - is not on public view to
radioactivity, increasing works
The Habog Building, built to remain
visitors, but is conserved inside the
of art
intact for at least the next 300
storerooms guaranteeing preser-
by Eva Filoramo
years, was inaugurated in Septem-
vation for the future generations.
ber, 2003, and the fact that it was
The Louvre, to give an example,
Everyone is aware of the impor-
painted orange was not just a mat-
exhibits only 35,000 of the 445,000
tance of conserving works of art,
ter of chance.
works of art in its possession; and
handcrafted objects and antiques
The artist commissioned for the
the Egyptian Collection of the
for the future generations: alth-
concept of the building’s exterior,
British Museum, the second largest
ough it is not the only one, it is
William Verstraeten, established
in the world after that of the Cairo
certainly the most traditional and
that every twenty years the walls
Museum, has an exhibition space
perhaps most efficient way of pass-
would be painted again with a
that only allows for displaying 4%
ing on our past and the present
lighter shade – on a parallel with
of all of its works! The strange
to those who will come after us, a
the level of radioactivity of the
Dutch combination of art and
contribution to the making of His-
waste contained inside of it, con-
radioactivity has proven to be suc-
tory. However, there are other
stantly diminishing according to
cessful: in 2008, the Habog Building
things that we would not want
the law known as “half life”: that is
won the PIME prize awarded by the
our grandchildren and great-grand-
to say, the time needed for the
European Nuclear Society for com-
children to have to deal with in
radioactive content of any given
munications in the nuclear industry,
our place: for example, waste prod-
sample to become half of what it
demonstrating how it is possible to
ucts, and particularly, the controver-
was initially.
join aesthetics with the needs tied
sial problem of radioactive waste.
Hundreds of years from now, the
to the production of energy. Fur-
So it almost seems like a paradox
building will have lost its original
thermore, its particularities have
that in Holland a place actually
color, symbolically showing the sig-
made it such that the number of
exists where old hand-made objects
nificant decrease of the radioactivi-
visitors to its premises has soared,
and works of art reside harmo-
ty of the refuse. Moreover, the
contributing to the general public’s
niously alongside the nuclear waste
choice of orange is not just due to
awareness regarding nuclear energy
of the two nuclear power stations
the fact that it is the national color
and the age-old complex problem
located inside a huge box-shaped
of Holland, but because of the
of the disposal of radioactive waste.
orange building that has two sym-
ascertainment that it is an “inter-
bols of 20th century science written
mediate” shade between red and
above its main entrance: Einstein’s
green, respectively symbols for dan-
equation of the mass-energy equiv-
ger and safety. And little by little,
alence (E=mc2) and Planck’s Law
as the orange fades over the next
(E=hν), which relates the energy
decades, the Habog Building will
and frequency of a photon. This is
continue on the one hand to con-
the Habog Building which was built
tain the nuclear waste, and on the
ad hoc for the treatment of highly
other, the artworks and handcraft-
radioactive refuse, a part of the
ed objects from museums of the
building complex of Holland’s Cen-
surrounding area. Not to be over-
tral Organization for the treatment
looked is the fact that most of the
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Oxygen è stampata su carta UPM Fine 120 gsm, certificata EU Flower.
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