L'era atomica

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09 — 05.2010 La scienza per tutti



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026 – 031

La questione energetica e il nucleare di Enrico Bellone 032 – 035

Il rilancio del nucleare in Italia di Fulvio Conti 006 – 007 Editoriale di Umberto Veronesi

084 – 085 Intervista a Henri Revol

036 – 039

Francia, nucleare à la carte

Chi vigila sul nucleare? Il caso francese

di Attilio Geroni 008 – 011 Passepartout

di Simone Arcagni 040 – 044

062 – 063

Centrali nucleari: dove sono? Uranio e petrolio: dove e quanto?

Obama, Chu e la svolta nucleare americana

Nucleare: un’energia sempre più sicura

086 – 087 La scienza dal giocattolaio

di Antonio Moccaldi

Il piccolo chimico e la petite Curie

012 – 015

046 – 049 Connect the dots

Io sono un eco-pragmatista

di Pino Buongiorno

Glossario nucleare

070 – 075 Intervista doppia a Marco Ricotti e Vincenzo Balzani

052 – 057

Nucleare sì, nucleare no?

Le tecnologie del nuovo nucleare

076 – 079

050 – 051

Energia nucleare: una “tecnologiaponte” di Stephen Tindale

Everyday life

Nuke

di Stewart Brand 016 – 019

064 – 069 Photoreport

088 – 089 Future Tech

Nucleare e digitale nel medical imaging 090 – 091 Photoreport

Sensibili come gli esseri umani

di Emanuele Perugini

Italiani e nucleare: «Apertura crescente»

092 – 093 Traveller

Perché gli ambientalisti dovrebbero sostenere l’energia nucleare

058 – 061 Intervista a Carlo Bernardini

di Monica Fabris e Albino Claudio Bosio

Una gita atomica

di Chicco Testa

Atomi e neuroni: una miscela virtuosa contro la CO2

080 – 083

Informazione, antidoto alla paura

Habog Building

di Carlo Falciola e Manuela Lehnus

di Ilaria Catastini e Viviana Poletti

096 – 127 English version

020 – 023

024 – 025 Photoreport

Un supereroe atomico

094 – 095 I luoghi della scienza


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immagine di copertina © Nicolas Nova, Flickr

Oxygen nasce da un’idea di Enel, per promuovere la diffusione del pensiero e del dialogo scientifico.

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Oxygen 2007/2010 Zhores Alferov, Enrico Alleva, Colin Anderson, Paola Antonelli, Andrea Bajani, Pablo Balbontin, Philip Ball, Ugo Bardi, Paolo Barelli, Roberto Battiston, Enrico Bellone, Tobias Bernhard, Michael Bevan, Piero Bevilacqua, Andrew Blum, Luigino Bruni, Giuseppe Bruzzaniti, Massimiano Bucchi, Tania Cagnotto, Paola Capatano, Carlo Carraro, Stefano Caserini, Marco Cattaneo, Corrado Clini, Co+Life/Stine Norden & Søre Rud, Ashley Cooper, George Coyne, Paul Crutzen, Partha Dasgupta, Mario De Caro, Giulio De Leo, Freeman Dyson,

Richard Ernst, Paolo Ferri, Tim Flach, Stephen Frink, Antonio Galdo, David Gross, Julia Guther, Søren Hermansen, Thomas P. Hughes, Jeffrey Inaba, Christian Kaiser, Sir David King, Hans Jurgen Köch, Johan Lehrer, François Lenoir, Jean Marc LévyLeblond, Ignazio Licata, Armin Linke, Giuseppe Longo, L. Hunter Lovins, Tommaso Maccararo, Giovanni Malagò, Mark Maslin, John McNeill, Joel Meyerowitz, Marcella Miriello, Patrick Moore, Richard A. Muller, Helga Nowotny, Robert Oerter, Alberto Oliverio, Sheila Olmstead, Rajendra K. Pachauri, Mario Pagliaro, Francesco Paresce, Federica Pellegrini, Telmo Pievani, Michelangelo Pistoletto, Giovanni Previdi, Filippo Preziosi, Jorgen Randers, Sergio Risaliti, Kevin Roberts, Lew Robertson, Kim Stanley Robinson, Alexis Rosenfeld, John Ross, Marina Rossi, Jeffrey D. Sachs, Gerge Saliba, Saskia Sassen, Steven Shapin, Clay Shirky, Antonio Sofi, Robert Stavins, Bruce Sterling, Mario Tozzi, Nick Veasey, Jules Verne, Umberto Veronesi, Gabrielle Walker, Carl Zimmer.


direttore responsabile Gianluca Comin

direttore editoriale Vittorio Bo

art direction e impaginazione

coordinamento editoriale

studiofluo

Giorgio Gianotto

comitato scientifico Enrico Alleva presidente Giulio Ballio Roberto Cingolani Fulvio Conti Derrick De Kerckhove Niles Eldredge Paola Girdinio Piero Gnudi Helga Nowotny Telmo Pievani Francesco Profumo Carlo Rizzuto Robert Stavins Umberto Veronesi

Luca Di Nardo Paolo Iammatteo Dina Zanieri

ricerca iconografica studiofluo

managing editor Stefano Milano

collaboratori Davide Coero Borga Livia Dall’Agata Eva Filoramo Michelle Nebiolo

traduzioni Susanna Bourlot Laura Culver Gail McDowell Michelle Nebiolo

rivista trimestrale edita da Codice Edizioni

stampa Officine Grafiche Artistiche Grafart, Venaria (Torino)

distribuzione esclusiva per l’Italia Arnoldo Mondadori editore via Bianca di Savoia 12 20122 Milano t +39 02 754 21 f +39 02 754 22 584

sede legale, direzione, pubblicità e amministrazione Oxygen c/o Codice Edizioni via Giuseppe Pomba 17 10123 Torino t +39 011 197 00 579 f +39 011 197 00 582 oxygen@codiceedizioni.it www.oxygenmag.it

© Codice Edizioni. Tutti i diritti di riproduzione e traduzione degli articoli pubblicati sono riservati.


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Hanno contribuito a questo numero

Simone Arcagni

Enrico Bellone

Stewart Brand

Fulvio Conti

Direttore responsabile di “Closeup”, si occupa di tecnologia e new media per “Nòva - Il Sole 24 Ore” e “Tutto Digitale”. Curatore della View Conference e ricercatore in Storia del cinema, collabora inoltre con la Facoltà di Architettura presso l’Università di Palermo.

Storico della scienza, è stato il primo docente a essere chiamato nel 1994, per chiara fama, a occupare la “cattedra galileiana” dell’Università di Padova. Nel 2008 ha ricevuto il premio Preti insieme a George Lakoff dell’Università di Berkeley.

Vincenzo Balzani

Fisico di grande fama e professore emerito all’Università La Sapienza di Roma, è stato membro della giunta esecutiva dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, oltre che direttore della rivista “Sapere”. È noto anche per il suo lavoro di divulgatore scientifico (tra le sue opere, Contare e raccontare. Dialogo sulle due culture, scritto a quattro mani con Tullio De Mauro, e Fisica vissuta, Codice Edizioni, 2006).

Tra i fondatori del movimento ambientalista americano, ha vinto l’US National Book Award nel 1972 con il leggendario Whole Earth Catalog (1968 -1985). È presidente e co-fondatore della Long Now Foundation e co-fondatore del Global Business Network. Il suo libro più recente è Una cura per la Terra. Il manifesto di un ecopragmatista (Codice Edizioni, ottobre 2010). Abita su un rimorchiatore nella Baia di San Francisco.

Amministratore delegato e direttore generale di Enel dal maggio 2005, attualmente ricopre anche l’incarico di consigliere di amministrazione di arclays plc e di AON Corporation. È inoltre vicepresidente di Eurelectric e consigliere dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Direttore amministrazione, finanza e controllo della Montecatini dal 1991 al 1993, ha ricoperto quindi il ruolo di direttore finanziario della MontedisonCompart. Direttore generale e chief financial officer delle Ferrovie dello Stato tra il 1996 e il 1998, vicepresidente di Eurofima nel 1997, e direttore generale e CFO di Telecom Italia. Dal 1999 al giugno 2005 ha ricoperto il ruolo di CFO di Enel.

Professore di Chimica generale e inorganica all’Università di Bologna, ha trascorso periodi di studio nelle università di Vancouver, Gerusalemme, Strasburgo, Lovanio e Bordeaux. Per la sua attività scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti, è stato presidente della European Photochemistry Association ed è membro dell’American Association for the Advancement of Science, dell’Accademia Nazionale delle Scienze e dell’Accademia dei Lincei. Ha fatto o fa attualmente parte dell’editorial board di numerose riviste internazionali. È da molti anni tra i 100 chimici più citati del mondo.

Carlo Bernardini

Albino Claudio Bosio È professore ordinario di Psicologia dei consumi e del marketing e direttore scientifico del master universitario in Metodi qualitativi per la ricerca sociale e di marketing presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano. Ricercatore in GfKEurisko dal 1975, è vicepresidente dell’Istituto e direttore del Dipartimento di studi sociali e politici, oltre che direttore del Centro studi e formazione ASSIRM dal 2006.

Pino Buongiorno Vicedirettore del settimanale “Panorama”, è stato inviato speciale, corrispondente dagli Stati Uniti e capo della redazione romana. Di recente ha curato la raccolta di saggi Il mondo che verrà. Idee e proposte per il dopo G8 (Università Bocconi Editore), tradotto anche in inglese.

Ilaria Catastini Presidente di Hill&Knowlton Gaia, è specializzata da oltre vent’anni in comunicazione ambientale e sociale e in ingegneria del consenso. È stata consulente di enti pubblici e aziende, oltre che presidente di Anima, Associazione dell’Unione degli Industriali di Roma per la diffusione della CSR. È membro del comitato scientifico della Fondazione I-CSR.

Monica Fabris Dopo essere stata responsabile dell’area qualitativa e dell’area ricerche e membro del board direttivo, dal 2007 è presidente di GPF, istituto di ricerca e consulenza strategica sul cambiamento sociale, i consumi e la comunicazione, che di recente è entrato a far parte del gruppo Reti. Esperta di psicologia dinamica applicata alla metodologia della ricerca sociale, ha collaborato con la cattedra di Teoria e tecniche della pubblicità allo IULM e tenuto seminari all’Università Statale di Milano sul marketing e l’innovazione.


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Carlo Falciola

Antonio Moccaldi

Viviana Poletti

Chicco Testa

Giornalista freelance, fotografo e autore televisivo, si occupa da vent’anni di divulgazione e comunicazione scientifica. Ha realizzato programmi televisivi e documentari per i canali Mediaset e per La7. Ha collaborato con testate dei gruppi editoriali Mondadori, RCS e L’Espresso. Per dieci anni ha fotografato la natura italiana e africana, collaborando con agenzie fotografiche ed enti di ricerca.

È presidente (dal 2003) e commissario straordinario dell’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL). È inoltre professore a contratto nel corso di laurea in Scienza della sicurezza dell’Università di Roma La Sapienza, Facoltà di Ingegneria, dove insegna “Protezione dalle radiazioni ionizzanti e campi elettromagnetici”. Presidente del Comitato Tecnico-Scientifico ISPESL e membro del Consiglio Superiore di Sanità, tra gli altri incarichi attualmente ricoperti è anche membro del comitato scientifico dell’INRS (istituto nazionale francese per la ricerca sulla sicurezza e tutela delle malattie nei luoghi di lavoro) e dell’Accademia delle Scienze.

È direttore delle Practice Issue e Reputation Management di Hill&Knowlton Italia. Da oltre vent’anni opera nel settore delle relazioni pubbliche e della comunicazione di impresa nell’ambito delle aziende e delle società di consulenza. Dalla fine degli anni Novanta si è specializzata nelle tematiche di gestione della crisi e nei progetti di corporate reputation.

Tra i fondatori di Legambiente, collabora come giornalista con alcuni fra i più importanti quotidiani e settimanali italiani ed è autore del libro Tornare al nucleare? L’Italia, l’energia, l’ambiente (Einaudi, 2008), in cui ripercorre vent’anni di discussione pubblica italiana sulle politiche ambientali ed energetiche. Ha creato il blog www.newclear.it con l’auspicio di contribuire al dibattito sul nucleare in corso nel mondo e in Italia.

Attilio Geroni Nato nel 1960, giornalista professionista dal 1985. Corrispondente de “Il Sole 24 Ore” da Parigi, dopo essere stato corrispondente per lo stesso giornale dalla Germania (2001-2006) e dai Paesi dell'Est, con base a Varsavia, dopo la caduta del Muro di Berlino. Si è sempre occupato di politica ed economia internazionale.

Manuela Lehnus Ha collaborato alla realizzazione di documentari e servizi scientifici per il programma televisivo Sfera, su La7. Nel campo della comunicazione ha lavorato con l’Istituto Hoffman ed è consulente di Paramount Home Entertainment e DreamWorks. Dal 2002 scrive articoli di carattere divulgativo-scientifico per diverse testate periodiche nazionali, tra cui “D - la Repubblica” del gruppo Espresso e magazine editi da Mondadori, Hachette-Rusconi e RCS.

Emanuele Perugini Giornalista professionista esperto di ambiente, sanità, bioetica e politica della ricerca, collabora con numerose testate quotidiane e periodiche e agenzie di stampa (“Il Messaggero”, “Il Mattino”, “la Repubblica”, Agenzia Italia, “Oggi”, “L’Espresso”, “Quark”). È direttore dell’agenzia di giornalismo scientifico 30 Righe News ( www.30righenews.it).

Henri Revol Ingegnere e Senatore onorario della Repubblica francese, membro dell’UMP (Union pour un Mouvement Populaire), è presidente dell’Haut Comité pour la Transparence et l’Information sur la Sécurité Nucléaire (HCTISN) e ricopre diverse cariche pubbliche presso il Senato: è membro della Commissione affari economici e presidente dell’Office Parlementaire d'Évaluation des Choix Scientifiques et Technologiques (OPECST).

Marco Ricotti È professore straordinario di Impianti nucleari al Dipartimento di Energia (di cui è vicedirettore) del Politecnico di Milano ed è membro del consiglio direttivo del Cirten (Consorzio inter-universitario per la ricerca tecnologica nucleare). È stato consulente presso società di ingegneria nel settore impiantistico, dedicandosi a studio e progettazione di un reattore integrale modulare (progetto internazionale IRIS) e di un reattore di IV generazione (progetto internazionale ELSY).

Stephen Tindale Co-fondatore di Climate Answers (www.climateanswers.info), Tindale è un consulente per il clima e l’energia che lavora da vent’anni sul cambiamento climatico. Attualmente collabora con RWE npower renewables e con il Centre for European Reform. È anche visiting fellow al Policy Studies Institute. In anni recenti, Tindale è stato direttore esecutivo di Greenpeace UK, presidente di Greenpeace European Unit e consulente per Michael Meacher, ministro dell’ambiente britannico.


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Editoriale

Umberto Veronesi

Il problema dell’energia ha due volti: produrne quanta è necessaria allo sviluppo del Pianeta, tenendo presente che secondo le ultime stime il fabbisogno mondiale aumenterà di oltre il 50% entro il 2030; e farlo proteggendo l’uomo e l’ambiente. Io penso che l’energia nucleare appaia oggi come la fonte migliore per soddisfare entrambi i requisiti. Se infatti mettiamo da parte le posizioni preconcette, ideologiche o emotive, e consideriamo la realtà, ci appaiono tre scenari. Il primo è continuare a utilizzare l’energia che proviene da combustibile fossile, che sappiamo che è relativamente sostenibile, ha ancora una produzione ricca, un’organizzazione distributiva collaudata, ma è fortemente inquinante, dannoso per la salute e pericoloso dal punto di vista geopolitico. Le sue sorgenti sono infatti concentrate in un piccolo numero di Paesi che possono fare dell’energia uno strumento di ricatto economico e politico. Inoltre, tra qualche centinaio d’anni, petrolio e carbone sono destinati a esaurirsi. Il secondo scenario è l’utilizzo delle fonti rinnovabili, come quella solare, che ha grandi potenzialità nei Paesi esposti al sole, come il nostro, e va sfruttata in modo più deciso perché è pulita, inesauribile e abbondante. Tuttavia, ancora non abbiamo le tecnologie che ne rendano accessibili i costi di trasformazione, e resta ancora molto da investire in ricerca tecnologica per il pieno sfruttamento. Il terzo è utilizzare altre fonti non inquinanti, come l’eolica, la geotermica, le biomasse, l’i-

droelettrica e il nucleare, che non comportano pericoli per la salute ma hanno altre criticità. L’energia idroelettrica purtroppo è già sfruttata quasi al massimo del potenziale, mentre l’energia eolica è una soluzione parziale e ottenibile solo nei paesi molto esposti ai venti, come quelli del Nord Europa. L’energia geotermica, che è inesauribile, ha processi d’estrazione troppo lunghi e costosi. Le biomasse, cioè la coltivazione delle piante per produrre energia, sono interessanti e promettenti. Tuttavia vanno utilizzate con raziocinio, perché dobbiamo fare i conti con le estensioni di terreno che sottraiamo all’agricoltura e di conseguenza all’alimentazione. Infine, per il nucleare, il grande ostacolo è il rischio di incidenti alle centrali, che, va detto subito, è oggi ridotto al minimo. Il grande movimento antinucleare, nato vent’anni fa essenzialmente sulla scorta della paura dei disastri delle centrali nucleari, oggi non avrebbe più ragione di esistere, perché il rischio di incidente per le nuove centrali si è molto abbassato, grazie alle nuove tecnologie. Non dobbiamo stancarci di ripetere che Chernobyl fu dovuto a un errore umano, che oggi non potrebbe più occorrere perché i processi sono altamente automatizzati. Attualmente nel mondo esistono 437 centrali nucleari in 29 paesi. Negli Stati Uniti ci sono 104 reattori nucleari e, in Europa, l’Italia è l’unico paese avanzato a non averne nessuno. Possiamo davvero pensare che tutti gli altri governi mettano severamente a rischio i loro cittadini? Vicino a noi, nella piccola Svizzera, icona della sicurez-


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za e della qualità della vita, ci sono 5 reattori nucleari, in Spagna 8, in Germania 17 e in Francia 58! E se anche guardiamo più lontano, verso i nuovi paesi emergenti, scopriamo che anche l’India recentemente si è orientata al nucleare. Inoltre la ricerca sulla “fissione” nucleare di oggi apre la strada alla “fusione” nucleare che sarà verosimilmente la soluzione energetica per l’umanità del futuro. Legati al nucleare rimangono piuttosto due problemi: lo smaltimento delle scorie radioattive e lo smantellamento delle centrali quando diventano obsolete. Sono però punti sui quali la ricerca scientifica può essere di grande aiuto. Già oggi disponiamo di molte soluzioni, e a costi accettabili. Le scorie vengono trattate per renderle inerti e quanto rimane viene sotterrato. In Francia, a Le Hague, c’è un deposito di scorie su cui la gente passeggia: sono ben custodite e le radiazioni non ci raggiungeranno mai. Certo, la fonte ottimale (in termini di produzione, efficienza, sostenibilità per l’ambiente e per l’uomo) ancora non l’abbiamo trovata, ma, aspettando i risultati della ricerca, sembra comunque che l’opzione nucleare sia quella da considerare concretamente e subito perché attualmente il nucleare si presenta come una fonte di energia potente, per la quale le tecnologie di sfruttamento sono già note e condivise a livello mondiale. E come una fonte di energia “pulita”: basta pensare che è quella maggiormente utilizzata dalla natura stessa. Il sole è un’immensa centrale nucleare.

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Passepartout

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Centrali nucleari: dove sono?

18 Canada

104 | 1

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Stati Uniti

2

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Messico

2

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Brasile

2|1 Argentina

437 Reattori nucleari in attività 55 Reattori nucleari in costruzione Fonte dati: IAEA – International Atomic Energy Agency / Power Reactor Information System – PRIS, 2010 * inclusa Taiwan


2|2

8 Bulgaria

Spagna

1

Armenia

1

Iran

2

Sud Africa

17 | 23

2|1

Pakistan Cina *

18 | 5

India

32 | 8

Russia

20 | 6

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Ungheria Slovenia

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1 4

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Svizzera

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Repubblica 4|2 Ceca Slovacchia

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Germania

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Belgio

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Olanda

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Francia

5

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58 | 1

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1

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Gran Bretagna

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Passepartout

4|1

Finlandia

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Svezia

15 | 2

Ucraina

2

Romania

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54 | 1

Giappone Corea del sud


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Passepartout

Uranio e petrolio: dove e quanto?

8% Canada

6% Stati Uniti

8% Venezuela

5% Brasile


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Passepartout

Riserve accertate di uranio (in %): i primi 10 stati Fonte dati: IAEA – International Atomic Energy Agency / Power Reactor Information System – PRIS, 2009.

Riserve stimate di petrolio (in %): i primi 10 stati Fonte dati: BP Statistical Review of World Energy, giugno 2009.

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10% 6% Russia 15%

4% Ucraina

3% Kazakistan

9% Iraq

11% Iran

8% Kuwait

3% Libia

8% Emirati Arabi Uniti 21% Arabia Saudita 3% Nigeria 5%

5% Namibia 8% Sudafrica

23% Australia


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oxygen 09 – 05.2010

Come abbiamo iniziato a preoccuparci per il clima? Nel 1948, un ambientalista di nome Fairfield Osborn scrisse un libro intitolato Il pianeta saccheggiato (la prima geremiade di questo genere) e, insieme a Laurence Rockefeller, fondò la Conservation Foundation di New York. Nel 1958, Charles Keeling diede il via all’epico progetto volto a misurare la concentrazione atmosferica di CO2. Quando la preoccupante tendenza all’aumento emerse in tutta la sua evidenza, la Conservation Foundation organizzò la prima conferenza sul cambiamento climatico, cui seguì la pubblicazione di un articolo scientifico intitolato Implications of Rising Carbon Dioxide Content of the Atmosphere (“Implicazioni dell’aumento della concentrazione atmosferica di biossido di carbonio”). Era il 1963. Come riporta Febbre planetaria di Spencer Weart, pubblicato nel 2004, «alla fine redassero un rapporto in cui si suggeriva che il raddoppio della CO2 programmato nel secolo successivo avrebbe potuto far aumentare la tem-

peratura globale di 4°C. Segnalarono, inoltre, con preoccupazione che tale incremento avrebbe costituito un pericolo: per esempio, avrebbe potuto far fondere i ghiacciai e far aumentare il livello del mare, inondando così le aree costiere». La Conservation Foundation sollecitò nuovi finanziamenti per il progetto di Keeling sul biossido di carbonio e spinse la National Academy of Sciences a interessarsi dell’argomento. Da allora la consapevolezza sul cambiamento climatico seguì il medesimo andamento ascendente della curva di Keeling. Nel 1971, il best-seller ambientalista di Barry Commoner, Il cerchio da chiudere, lanciò un primo avvertimento sui gas serra, e nel 1978 un giovane Albert Gore, membro del Congresso per il Tennessee, organizzò alcuni convegni sul riscaldamento globale a cui prese parte anche Roger Revelle, suo docente di Harvard che aveva promosso lo studio di Keeling sulla CO2. L’embargo petrolifero imposto dall’OPEC nel 1973 attirò l’attenzione del mondo sull’energia,


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Io sono un eco-pragmatista

di Stewart Brand

In anteprima per Oxygen, un estratto da Una cura per la Terra. Il manifesto di un ecopragmatista in cui Stewart Brand – fondatore della Long Now Foundation e uno dei grandi pensatori “elettronici” dei nostri tempi – propone “quattro eresie” per il movimento ambientalista.

e da quel momento efficienza e rinnovabilità diventarono le dottrine fondamentali degli ambientalisti. Il solare divenne di moda e l’eolico iniziò uno sviluppo che avrebbe portato alla megainfrastruttura che conosciamo oggi. Furono inoltre inventate e perfezionate le finestre isolanti. Tra le altre cose, tutta quell’innovazione, in particolare la spinta verso l’efficienza, evitò l’immissione nell’atmosfera di diversi gigatoni di biossido di carbonio. Io presi parte a tutto questo, e ne sono lieto. Sfortunatamente per l’atmosfera, però, negli anni Settanta e Ottanta negli Stati Uniti e in Europa gli ambientalisti contribuirono all’arresto improvviso dell’industria nucleare (lo stallo risparmiò la Francia, che fortunatamente rispose alla crisi petrolifera costruendo un sistema elettrico che si appoggiava al nucleare per un buon 80%). Il risultato fu l’ingresso nell’atmosfera di gigatoni di biossido di carbonio derivante dalla combustione di gas e carbone, che continuò al posto

del nucleare. Io fui parte anche di questo, e me ne scuso. […] A mio giudizio, perché si possa intraprendere un percorso ecologista è necessario che gli ambientalisti si rendano conto che il settore dell’energia nucleare si svilupperà a prescindere da ciò che facciamo. La solita opposizione ne ostacolerebbe la crescita, rallentandola e rendendola più costosa, non sistemica e, in generale, pericolosamente scoordinata. Se invece la incoraggiamo nel modo giusto, disporremo di un’energia in grado di minimizzare le concentrazioni di carbonio nell’atmosfera, interagire bene con altre forme di energia pulita o super-efficiente, generare altri servizi verdi come la desalinizzazione o la produzione di idrogeno, utilizzare torio e uranio con conseguenze minime per l’ambiente, contribuire all’eliminazione delle armi nucleari, fornire energia sicura alle città riducendo la povertà nel mondo e, infine, uscire elegantemente di


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oxygen 09 – 05.2010

Cinque persone su sei vivono nei paesi in via sviluppo: nel 2010 risulteranno essere circa 5,7 miliardi. In un modo o nell’altro i poveri del mondo riusciranno ad avere accesso a una rete elettrica, e la fonte di quell’elettricità determinerà il futuro del clima.


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Io sono un eco-pragmatista

© Alberto Carmagnani

scena in caso si presenti un’alternativa migliore. I verdi più convinti potrebbero promuovere con particolare entusiasmo i sofisticati microreattori affinché trovino acquirenti. Potremmo fare pressioni perché nella prossima versione del Protocollo di Kyoto non si ripeta il vergognoso errore di negare i crediti di emissione per l’energia nucleare, e perché i progetti dei vari reattori diventino di dominio pubblico, per permettere la correzione di eventuali errori e conquistare la fiducia dell’opinione pubblica. Potremmo incoraggiare l’investimento nella propulsione nucleare delle navi commerciali, da cui attualmente deriva il 4% delle emissioni di gas serra, il doppio di quelle generate dal traffico aereo. E, nel promuovere lo sviluppo delle automobili plugin, dovremmo ricordare che riducono le emissioni di carbonio soltanto se l’elettricità che consumano proviene da fonti verdi, come il nucleare, l’eolico, l’idroelettrico e il solare. Se l’idrogeno diventasse un combustibile pratico, potrebbe influenzare lo sviluppo di reattori di quarta generazione ad alta temperatura specializzati nella produzione di questo elemento. Le stesse macchine potrebbero inoltre farsi carico della desalinizzazione, che costituisce la fonte di acqua a più elevato consumo energetico e il modo meno dannoso a livello ambientale di fornire acqua alle coste sempre più popolate. Poiché oggi il carbone viene considerato l’orrore sistemico a lungo termine che una volta era rappresentato dal nucleare, dovremmo monitorare attentamente l’effettiva efficacia dei disincentivi all’uso di questo combustibile e assicurarci che funzionino. Infine, per incoraggiare la fiducia dell’opinione pubblica e la familiarità con il nucleare, potremmo seguire gli esempi di Francia e Svezia e aprire tutti i reattori a visite pubbliche (un terzo degli svedesi hanno visitato una centrale nucleare, il che aiuta a spiegare perché l’80% della popolazione sostenga il loro utilizzo). A beneficio dei nostri amici ambientalisti ancora scettici potremmo citare Roger Revelle, il mentore di Al Gore e finanziatore degli studi sul biossido di carbonio atmosferico che per primi rivelarono la “scomoda verità” sui cambiamenti climatici. Revelle considerava il nucleare come «molto più innocuo» di altre fonti energetiche e dichiarò: «Quel che dovremmo fare è imitare i

francesi e i giapponesi, che non hanno alcuna fobia del nucleare». Possiamo persino invocare il Sierra Club, che sostenne questa tecnologia tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta come fonte di energia preferibile alle dighe idroelettriche. Avevano ragione. L’atmosfera risponde all’insieme di tutte le attività umane. Le decisioni degli Stati Uniti sul nucleare non rappresentano l’evento principale. Il movimento dei baraccati Abahlali baseMjondolo in Sudafrica ha dichiarato: «L’elettricità non è un lusso. È un diritto fondamentale. È necessaria perché i bambini possano fare i compiti, per cucinare e riscaldare la casa in sicurezza, per poter ricaricare il telefono e partecipare ai dibattiti nazionali attraverso le comunicazioni elettroniche (talk-show di attualità, e-mail, ecc.), per illuminare le strade e le case in modo da garantire alle donne una maggiore sicurezza e, soprattutto, per porre fine agli incendi che ci terrorizzano». Circa metà dell’India non è collegata alla rete elettrica e la poca elettricità che c’è proviene da generatori locali alimentati a gasolio. Un articolo del “The New York Times” ha raccontato così il destino di un villaggio: «Per un periodo Chakai Haat ha avuto elettricità almeno per alcune ore al giorno, e questo evento ha portato grandi cambiamenti. Il numero dei piccoli furti è diminuito, perché il villaggio era illuminato. Il governo ha fatto costruire pozzi per irrigare i campi e sono state aperte delle riserie che hanno creato nuovi posti di lavoro. Ma la benedizione non è durata a lungo. Forti piogge hanno danneggiato le linee elettriche, le riserie hanno chiuso, e l’oscurità ha avvolto nuovamente il villaggio». Cinque persone su sei vivono nei paesi in via sviluppo: nel 2010 risulteranno essere circa 5,7 miliardi. In un modo o nell’altro i poveri del mondo riusciranno ad avere accesso a una rete elettrica, e la fonte di quell’elettricità determinerà il futuro del clima.

Questo articolo è un’anticipazione di Una cura per la Terra. Il manifesto di un ecopragmatista (Codice Edizioni, ottobre 2010). Estratto pubblicato per gentile concessione di Brockman Inc. Stewart Brand sarà ospite del Festival della Scienza di Genova (29 ottobre – 7 novembre 2010)

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Energia nucleare: una “tecnologia-ponte”

di Stephen Tindale

Il suo ripensamento ha fatto molto scalpore: l’ex direttore esecutivo di Greenpeace UK, dopo essersi opposto per vent’anni, è oggi favorevole alle centrali nucleari, «finché non saremo in grado di ricorrere unicamente a fonti rinnovabili per l’elettricità, il riscaldamento e il carburante».

Dovremmo essere tutti a favore della costruzione di nuovi centrali nucleari, come “tecnologiaponte” finché non saremo in grado di ricorrere unicamente a fonti rinnovabili per l’elettricità, il riscaldamento e il carburante. Le fonti rinnovabili sono la forma energetica più desiderabile, perché sono sicure, hanno una buona diffusione geografica e il combustibile è gratis. L’obiettivo dell’Unione Europea per le rinnovabili è di raggiungere il 20% entro il 2020. È un buon obiettivo, e va realizzato. Ma l’80% resta ancorato ad altre fonti energetiche. Ci vorranno diversi decenni prima che l’Unione Europea possa dirsi rinnovabile al 100%. Ho passato 18 anni, dal 1989 al 2007, a disquisire e a battermi contro l’energia nucleare, nel mio lavoro per ONG, think tank e per il governo britannico. Nel 2006 ho letto dei rapporti sul permafrost che si sta sciogliendo in Siberia; nel processo vengono rilasciate quantità enormi di gas metano, che contribuisce in modo potente all’effetto serra, e questo mi ha indotto a riflettere con grande serietà sulla mia posizione. La crisi climatica oggi è talmente grave che dobbiamo fare tutto il possibile per tenerla sotto controllo. L’energia nucleare non è a emissioni zero di carbonio. Ma è a bassa emissione e, per questo motivo, è venuto il momento di accettarne l’uso come tecnologia-ponte. L’IPCC (il Panel intergovernativo sui cambia-

menti climatici), creato alla fine degli anni Ottanta per valutare le questioni scientifiche e per offrire consulenza ai governi, ha concluso nel 2007 che il cambiamento climatico è ormai «inequivocabile» e che «probabilmente» (cioè con una probabilità superiore al 90%) è provocato dalle attività umane. Naturalmente c’è chi sostiene il contrario: l’aumento osservato e registrato della temperatura globale degli ultimi anni rientrerebbe in un ciclo naturale. Del resto c’è ancora qualcuno che contesta l’evoluzione, 150 anni dopo Darwin e la sua teoria. Non possiamo permetterci di sprecare neppure i prossimi 150 mesi a dibattere se sia l’uomo a provocare il cambiamento climatico, se vogliamo che la civiltà umana sopravviva. Automobili, camion e treni possono e dovrebbero usare l’elettricità, non il petrolio. Già nei veicoli ibridi-elettrici di oggi le emissioni di carbonio per chilometro percorso sono inferiori rispetto ai motori a benzina o a gasolio e, via via che questi ibridi diventano sempre meno inquinanti, le emissioni si abbassano ulteriormente. La qualità dell’aria migliorerà ulteriormente con i veicoli elettrici: un loro uso più diffuso significa che, a prescindere dai progressi nell’efficienza energetica, ci sarà un aumento significativo dell’uso dell’elettricità in tutto il mondo e nell’Unione Europea. E ci sono altre ragioni per cui l’uso dell’elettricità aumenterà. Un sistema sensa-


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to per ridurre le emissioni dovute alla generazione di calore è il Ground Source Heat Pump (GSHP, pompa di calore geotermico). Questo sistema pompa il liquido sottoterra, dove viene riscaldato dall’energia assorbita dal sole, e poi lo riporta in superficie, nell’edificio da riscaldare. Quest’energia è a emissioni zero e le GSHP dovrebbero essere obbligatorie per le nuove costruzioni: ma la pompa funziona a elettricità. Ci sarà anche una domanda crescente di climatizzatori, perché le estati saranno sempre più calde. Non sempre questa refrigerazione è necessaria, o addirittura desiderabile: in molti uffici l’aria è talmente “ben” condizionata che per riuscire a lavorare bisogna indossare un golf o una giacca. Nel 2003 però vi furono molte vittime per l’ondata di calore che investì l’Europa e, in tutto il mondo, le ondate di calore uccidono ogni anno decine di migliaia di persone. La situazione peggiorerà con l’aumentare delle temperature, quindi la tesi che il condizionamento dell’aria sia sempre superfluo o indesiderabile non è difendibile. Nessuna forma di produzione di elettricità è totalmente priva di emissioni di carbonio. Ma le emissioni prodotte dall’intero ciclo nucleare (compresi il decommissioning e la gestione delle scorie) sono un decimo circa di quelle generate da una normale centrale elettrica a carbone,

un quarto di quelle di una centrale a gas, all’incirca uguali alle emissioni prodotte dall’energia solare e circa il quintuplo di quelle dell’energia eolica: un’altra ragione per cui questa fonte energetica va diffusa il più rapidamente possibile. È chiaro che ci sono dei rischi associati all’energia nucleare, tra cui le scorie radioattive, l’inquinamento e il costo. Sono rischi seri, e di sicuro non vanno ignorati. Tuttavia sono meno seri del rischio di un aumento di 6° gradi nelle temperature globali. Le scorie radioattive andrebbero sotterrate, a una profondità che le metta al riparo da eventuali attacchi o bombardamenti, ma che ne permetta anche il monitoraggio. Chi si oppone al nucleare obietta che è immorale lasciare le scorie in eredità alle generazioni future, che dovranno farsene carico. Ma anche i combustibili fossili producono delle “scorie”, in questo caso sotto forma di emissioni di gas serra. È più sensato, e più morale, mettere le scorie dove l’uomo perlomeno può gestirle, piuttosto che “buttarle” nell’atmosfera. L’inquinamento radioattivo causato dalle centrali nucleari è basso in confronto ai livelli di radioattività naturale presenti in molte parti del mondo. L’energia nucleare non è completamente sicura ed esente da rischi di incidente. Ma sono rischi relativamente ridotti in confronto, per esempio, a quelli dell’estrazione carbonifera o persino


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Energia nucleare: una “tecnologia-ponte”

Ho passato 18 anni a battermi contro l’energia nucleare. Nel 2006 ho letto dei rapporti sul permafrost che si sta sciogliendo in Siberia e questo mi ha indotto a riflettere con grande serietà sulla mia posizione. La crisi climatica oggi è talmente grave che dobbiamo fare tutto il possibile per tenerla sotto controllo. L’energia nucleare è a bassa emissione di carbonio ed è venuto il momento di accettarne l’uso come “tecnologia-ponte”.

delle grandi dighe idroelettriche. In ogni caso, l’energia nucleare dovrebbe operare soltanto all’interno di un rigido sistema normativo. L’incidente di Chernobyl fu gravissimo, tragico ed ebbe molte cause, ma ad esso contribuì certamente l’assenza di un’adeguata normativa, dato il sistema politico dell’epoca. L’energia nucleare non è a buon mercato, e non lo sarà mai. La famigerata pretesa che produca elettricità «talmente economica che non vale la pena misurarla» [come disse negli anni Cinquanta Lewis Strauss, presidente della Commissione per l’Energia Atomica degli Stati Uniti, N.d.T.] spesso viene usata dai suoi detrattori per sostenere che non ci si deve mai fidare dell’industria nucleare. In effetti, la reazione di molti amici ambientalisti di fronte alla mia nuova posizione pro-nucleare ha preso di mira più quell’industria che la tecnologia in sé. L’industria nucleare non è sempre stata sincera e trasparente sui costi: se intende guadagnarsi il sostegno popolare, dovrà essere più onesta. A mio parere, il rischio principale della produzione di energia nucleare è da sempre la proliferazione delle armi atomiche. Tutti gli stati che hanno testate atomiche le hanno ottenute sviluppando prima l’energia nucleare – tranne Israele, che comprò i suoi armamenti. È quantomeno provocatorio dire che il nucleare vada be-

ne per paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o l’Italia, ma non per l’Iran. Si devono fare tre cose per assicurare che un’espansione temporanea dell’energia nucleare non porti a una maggiore proliferazione di armi. Primo, dovrebbe esserci un termine al “riprocessamento” nucleare, in cui il combustibile esausto viene ritrattato per estrarne plutonio, che può essere usato sia nei reattori che per la produzione di armi. Il mondo ha abbastanza uranio da coprire i 40-50 anni necessari a traghettarci al 100% di energie rinnovabili. Il riprocessamento è anche estremamente inquinante ed estremamente costoso. Secondo, il ciclo di produzione del combustibile nucleare dovrebbe essere controllato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. L’idea ha ricevuto l’approvazione, in linea di massima, dell’amministrazione Obama, ma dev’essere messa in atto senza ulteriori indugi. Terzo, i paesi che possiedono armamenti nucleari devono finalmente adeguarsi al Trattato di non-proliferazione nucleare, in base al quale le potenze nucleari devono ridurre le loro testate atomiche, in “cambio” del fatto che i paesi firmatari non nucleari si sono impegnati a non procurarsi tale genere di armi. Questo trattato verrà riesaminato a maggio a New York, dunque nei prossimi mesi il rischio della proliferazione sarà un tema all’ordine del giorno nelle discussioni sul nucleare.

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Perché gli ambientalisti dovrebbero sostenere l’energia nucleare È stato tra i fondatori di Legambiente e nel 1987 tra i promotori del referendum che ha chiuso le porte al nucleare in Italia. Ma adesso ha cambiato idea: «La mia opinione oggi è diversa, ma la motivazione del mio ripensamento è identica a quella di oltre 20 anni fa: è il fattore ambientale».

di Chicco Testa


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Il mondo dipende sempre di più dai combustibili fossili – carbone e gas in primo luogo – per la produzione di energia elettrica. Se si guardano i dati degli ultimi 10, 20 o 30 anni, il fenomeno è evidente. Negli ultimi 10 anni l’energia nucleare conserva grossomodo la sua produzione. L’idroelettrico aumenta un po’. Le nuove rinnovabili crescono molto, ma si tratta sempre di poca cosa. In compenso, carbone e gas crescono a tal punto da oscurare le altre fonti e aumentare invece il loro contributo percentuale. Dal 54% del 1997 al 62% del 2007. Altro che boom delle rinnovabili. L’unico reale boom è quello di sempre, il successo dei combustibili fossili: 6 kilowattora su 10 si fanno con il carbone e con il gas. È straordinario come le maggiori organizzazioni ambientaliste continuino a chiudere gli occhi di fronte ai numeri e si cullino con slogan mantrici (sole, vento…) che hanno fra l’altro il demerito di sollevare aspettative inesaudibili verso tec-

nologie – le fonti rinnovabili – che meriterebbero un maggiore e più realistico rispetto. Questo è un punto che invece è stato colto molto bene dal presidente americano. Cito da una conferenza di Obama: «Credo che la creazione di lavori verdi sarà il traino della nostra economia per un lungo periodo. Per questo abbiamo destinato un grande ammontare di denaro per l’energia solare, quella eolica, il biodiesel e tutte le altre fonti di energia pulita. Nello stesso tempo, sfortunatamente, avremo un enorme fabbisogno di energia, che non potrà essere soddisfatto da queste fonti, per quanto velocemente esse crescano. E la domanda è: da dove verrà quest’energia? L’energia nucleare ha il vantaggio di non emettere gas serra e dobbiamo avere il coraggio di riconoscere che la Francia, il Giappone e altri paesi sono stati molto più aggressivi nel ricorrere all’energia nucleare e con molto più successo, senza alcun incidente». Ancora Obama, in modo estremamente efficace, afferma: «Il nucleare ri-

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Le maggiori organizzazioni ambientaliste continuano a cullarsi con slogan mantrici (sole, vento…) che hanno fra l’altro il demerito di sollevare aspettative inesaudibili verso tecnologie – le fonti rinnovabili – che meriterebbero un maggiore e più realistico rispetto. 022

mane la maggior fonte di energia che non produce emissioni inquinanti. Una centrale atomica, a parità di energia prodotta in un anno, è capace di ridurre l’inquinamento di 16 milioni di tonnellate di carbone. Praticamente è come togliere dalla strada 3,5 milioni di automobili». Il fatto è che gli impianti di produzione dell’energia nucleare, completamente privi di emissioni inquinanti, sono i soli per dimensioni, capacità produttiva e continuità in grado di competere con gli impianti della medesima taglia a gas o carbone. Di questa semplice verità hanno preso atto, anche nel mondo ambientalista, alcuni illustri personaggi che questo movimento hanno contribuito a creare: Patrick Moore (socio fondatore di Greenpeace), James Loveock (il mitico autore di Gaia), Stewart Brand (quasi un eroe della controcultura americana, autore di The Whole Earth Catalog), Hugh Montefiore (fondatore di Friends of the Earth), Stephen Tindale (ex direttore di Greenpeace UK) e tanti altri.

Siccome questi argomenti sono inattaccabili, come al solito l’opposizione al nucleare cerca di fare leva sulle paure e sulle preoccupazioni della popolazione italiana. Si cita la sismicità del nostro paese, densamente popolato. E ci si dimentica che il Giappone è un concentrato di vulcani, terremoti, popolazione e centrali nucleari. Oppure si citano le scorie, trascurando che i criteri di sicurezza dell’industria nucleare sono tali da fornire garanzie che nessun altro ramo industriale può vantare. Per esempio e per fare un paragone, che è l’unico modo corretto di valutare la sicurezza, si potrebbe parlare del rischio connesso alle ceneri da carbone. Lascio la parola a Lester Brown, peraltro fiero avversario del nucleare: «Uno degli oneri irrisolti che infestano il settore del carbone, oltre alle emissioni di CO2, è il “che fare” con le ceneri, […] in quanto contengono arsenico, piombo, mercurio e molti altri materiali tossici. Questo sporco segreto è diventato di pubblico dominio quando il muro di conteni-


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Perché gli ambientalisti dovrebbero sostenere l’energia nucleare

mento delle ceneri di carbone nel Tennessee orientale è crollato, rilasciando un miliardo di litri di materiali tossici. Purtroppo l’industria non ha un piano per lo smaltimento in sicurezza dei 130 milioni di tonnellate di ceneri prodotte ogni anno, abbastanza per riempire un milione di vagoni ferroviari. I pericoli sono tali che il Department of Homeland Security ha cercato di mettere 44 delle strutture più vulnerabili di stoccaggio in un elenco classificato per non cadere nelle mani dei terroristi». Rispetto alle modeste quantità di scorie dell’industria nucleare… E poi c’è l’argomento più usato: “Il nucleare costa troppo”. È vero? Forse. Certo, se petrolio, carbone e gas costano poco sono più competitivi del nucleare. Per non parlare delle finora piuttosto costose fonti rinnovabili. Ma qui c’è il vero problema: vogliamo continuare a dipendere dalle fonti fossili, di cui peraltro l’Italia è quasi completamente priva, per i prossimi 100 anni, o forse è il caso di fare qualcosa?

E infine: ma è proprio vero che l’Italia ha rinunciato all’energia nucleare? Anche questo è un luogo comune. Importiamo energia elettrica da fonte nucleare in quantità considerevoli: fra il10 e il 15% del nostro fabbisogno totale. Ne consumiamo di più di quanta ne consumassimo prima del referendum del 1987, che ha decretato la fine del nucleare in Italia, quando la produzione nucleare italiana era del 4,5%! Forse basterebbe un po’ di buon senso: guardarsi in giro, osservare cosa fanno gli altri e imparare, anziché pretendere, con scarsi risultati, di essere sempre i primi della classe. L’Italia è l’unico paese del G8 (USA, Giappone, Canada, Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Russia) a non produrre energia nucleare. Fra i detentori di tecnologie nucleari, fuori dal G8 troviamo anche Cina, India e Brasile, i tre nuovi protagonisti dell’economia mondiale. Qualcuno mi sa spiegare per quale imperscrutabile ragione saremmo gli unici ad avere fatto la scelta giusta?


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Un supereroe atomico Capitan Atom è un personaggio dei fumetti – creato dall’autore Joe Gill e dal disegnatore Steve Ditko – apparso per la prima volta nel 1960 in Space Adventures n. 33. La sua storia è quella del capitano della U.S. Air Force Nathaiel Christoper Adam, che fu condannato dalla corte marziale per un crimine che non aveva commesso. Gli furono date due possibilità: la prigione a vita oppure offrirsi come volontario per un esperimento scientifico. Adam accettò e divenne un supereroe al servizio del governo: nome in codice “Capitan Atom”, dotato di forza sovrumana e della capacità di volare e proiettare fasci d’energia.

fotografia di Dave Mathis


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La questione energetica e il nucleare

di Enrico Bellone

In uno scenario mondiale in rapido movimento, nella cornice dei paesi avanzati l’Italia è l’unica nazione priva di centrali nucleari. «Sono da riesaminare alcune delle ragioni messe in campo da chi ancora oggi non ritiene razionale o sicura la scelta del nucleare nel nostro paese», scrive Bellone, perché «è giunto il momento di programmare seriamente il nostro futuro».


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Sul finire del settembre del 2007 si concludeva a Venezia una conferenza mondiale intitolata “The Energy Challenge”. Era stata avviata grazie alla Fondazione Umberto Veronesi per il progresso delle scienze e si era chiusa con la stesura di un documento battezzato come “Carta di Venezia”. La “Carta” si fondava su due premesse. La prima ricordava che nel volgere di due o tre decenni la domanda globale di energia sarebbe cresciuta del 50%, mentre la seconda sottolineava che «il sole e l’atomo sono fonti di energia potenzialmente inesauribili». Date le premesse si approdava a due gruppi di raccomandazioni. Il primo era di natura strategica: da un lato, riduzione drastica dell’uso di combustibili fossili e, dall’altro, potenziamento delle fonti rinnovabili e del nucleare. Il secondo gruppo di raccomandazioni era di natura politica: si trattava infatti di porre l’energia e la ricerca scientifica come «priorità» per i governi, di conferire maggiori poteri decisionali alle agenzie scientifiche internazionali, di programmare interventi aventi lo scopo duplice di migliorare l’efficienza energetica e di contenere i consumi. Ed è buona cosa che tra i primi firmatari della “Carta” figurasse anche Carlo Rubbia.

Poche settimane dopo, il Parlamento europeo approvava a larga maggioranza un altro documento, nel quale si sanciva che «l’energia nucleare è indispensabile per garantire a medio termine il fabbisogno energetico dell’Unione Europea». Sono passati un paio d’anni e finalmente ci troviamo di fronte a uno scenario mondiale in rapido movimento. Negli Stati Uniti, il presidente Obama ha assegnato il ministero per l’energia a Steven Chu, premio Nobel per la fisica: un ministro competente, insomma. Ed ha inserito a bilancio più di 54 miliardi dollari su un progetto che prevede, oltre alla realizzazione già finanziata in Georgia di due nuovi reattori, un vero e proprio “rinascimento nucleare” da avviarsi al più presto con la costruzione di altre tre centrali rispettivamente nella Carolina del Sud, nel Maryland e nel Texas. Questi impianti s’aggiungeranno al centinaio di centrali già esistenti in USA e in grado di soddisfare il 20% del fabbisogno nazionale. Accanto alla nuclear renaissance, il governo statunitense colloca, in posizione forte, la fonte solare, nella cornice razionale di una green economy il cui scopo esplicito è duplice: azzerare l’attuale dipendenza dalle fonti fossili e contribuire alla salute dell’ambiente. E che accade nel resto del mondo? Il Giappone sta realizzando una nuova centrale da af-


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La centrale elettronucleare Enrico Fermi di Trino Vercellese (rimasta in funzione dal 1964 al 1987) è il frutto della prima iniziativa industriale avviata in Italia in campo nucleare. 1

fiancare alle 54 oggi operative. La Cina possiede solo 17 centrali, alle quali, però, se ne aggiungeranno altre 23. L’India, intanto, sta passando da 18 a 23, e la Russia da 32 a 40. Su scala globale, i reattori in funzione sono 437, mentre 55 sono i reattori oggi in costruzione e più di 130 quelli che già sono in fase di progetto. Restando nella cornice dei paesi avanzati, è ben noto che l’Italia è l’unica nazione priva di centrali. Una situazione, questa, che ha radici storiche abbastanza precise e diramatesi negli ultimi cinque decenni: radici che portano a interessi economici di vasta portata e che, di conseguenza, sono connesse a vicende politiche ancora difficili da valutare sino in fondo. Non è possibile, in questa sede, entrare in un brulichio di problemi che ci obbligherebbe a risalire agli anni del boom economico e ai drammi di Enrico Mattei e Felice Ippolito. Mi limito quindi a ricordare brevemente una questione che è più vicina nel tempo, che ancora incide nelle opinioni sul nucleare circolanti nei grandi mezzi di comunicazione e che è sorta con il gravissimo incidente verificatosi nella centrale di Chernobyl. Quel fatto creò – giustamente – un’onda emotiva che lasciò segni nella cultura diffusa nella società civile. Giustamente: alla radice di quell’incidente era infatti collo-

Illustrazioni tecniche di reattori nucleari pubblicate da “Nuclear Engineering International” e oggi raccolte nella collezione digitale della Science & Engineering Library dell’University of New Mexico (© NEI Magazine. Più di 100 wall charts di reattori sono disponibili su www.neimagazine.com/ wallcharts).

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cata una sequenza di scelte politiche e tecniche di sconcertante iniquità, che sfociarono naturalmente nella costruzione di un impianto intrinsecamente instabile e pericoloso. L’onda emotiva fu particolarmente intensa nel nostro paese e portò a un referendum che la maggior parte dei cittadini erroneamente interpretò come un referendum sulle scelte energetiche nazionali relative al nucleare. Un’interpretazione, questa, che trovò un forte supporto nell’atteggiamento dei grandi partiti politici, i quali si schierarono nettamente contro il nucleare e ottennero il consenso popolare: solo che il referendum non metteva in discussione le scelte nazionali sull’energia, ma si limitava a chiedere, per esempio, se i cittadini italiani erano favorevoli o contrari alla possibilità che lo Stato fornisse aiuti di vario genere alle zone che avrebbero ospitato un reattore. E l’esito del referendum, infatti, creò notevole imbarazzo in sede parlamentare. Un imbarazzo che poi finì per sciogliersi con la decisione di uscire del tutto dal nucleare e di rottamare i reattori esistenti: ancora oggi la rottamazione è in corso, con costi pubblici talmente grandiosi che dovrebbero indurre tutti a una serena riflessione. Va comunque sottolineato come le informazioni che furono

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allora diffuse in Italia sui danni materiali e umani causati dal disastro di Chernobyl rafforzarono ovviamente il consenso referendario, trasformandolo di fatto in un “no al nucleare”. Un consenso che tuttavia non si generalizzò nello stesso senso in Francia e in altre nazioni europee. Solo pochi anni fa l’analisi dei danni reali assunse un aspetto meno preoccupante, grazie al rapporto noto come Chernobyl Forum e steso da otto agenzie delle Nazioni Unite sotto l’egida della World Health Organization. Il rapporto si basava sui dati raccolti da molti scienziati a proposito di una serie ampia di problemi: dall’impatto ambientale alla contaminazione di aree agricole, dall’inquinamento delle acque agli effetti sugli esseri umani e sugli animali. Nella versione del rapporto che fu pubblicata dalla World Health Organization nel 2008 si leggevano valutazioni espresse in cifre che delineavano una realtà meno drammatica di quella che era stata percepita negli anni precedenti. Le analisi eseguite sino alla metà del 2005 indicavano in circa 50 i casi di morte attribuibili «con certezza» alle radiazioni del reattore disastrato. E si trattava di persone che subito dopo l’incidente erano state costrette a intervenire per

salvare il salvabile: un intervento disperato che non lasciava margini di salvezza. Sino al 2005 erano stati registrati circa 4000 casi di tumore alla tiroide che avevano colpito prevalentemente bambini e adolescenti: i decessi, tuttavia, erano stati solo nove, data l’efficacia delle terapie che erano state tempestivamente applicate. Il ridimensionamento dei danni dovuto al Chernobyl Forum non fu comunque accettato in modo unanime, e non pochi canali di informazione hanno, ancora recentemente, diffuso notizie secondo le quali l’incidente di Chernobyl provocò mezzo milioni di morti. Difficile, insomma, trovare posizioni consensuali quando i numeri oscillano tra 59 e 500.000: quando si profilano tensioni catastrofiste, cresce il rigetto verso il nucleare. A questo punto, e senza alcuna intenzione polemica, sono da riesaminare alcune delle ragioni messe in campo da chi ancora oggi non ritiene razionale o sicura la scelta del nucleare nel nostro paese. Una prima ragione si basa sulla circostanza per cui l’Italia è ricca di zone sismiche ed è densamente popolata. Che dire allora del Giappone? Il Giappone è a rischio sismico più elevato dell’Italia e ha una densità di popolazione maggiore della nostra: eppure ha in funzione 54 centrali e una in costruzione.


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La questione energetica e il nucleare

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Una seconda ragione fa riferimento principalmente a Chernobyl e all’incidente che si verificò nel 1979 a Three Mile Island. A proposito di quest’ultimo, mi rendo conto che milioni di persone si sono commosse durante la proiezione di un famoso film su Three Mile Island, e che quella commozione ha lasciato tracce nelle opinioni di molti individui. Ma ha ragione Carlo Bernardini quando, in una dichiarazione apparsa da poco su “la Repubblica”, pone in rilievo il fatto che la centrale di Three Mile Island sarà operativa per altri 20 anni: il governo statunitense ha fatto una scelta basata sui fatti, non sulle emozioni. Per quanto riguarda Chernobyl e, più in generale, il problema degli incidenti possibili, nessuno può trascurare il dato accertato sulle vittime provocate da guasti in reattori: il dato dice che le centrali nucleari sono in funzione da mezzo secolo e che in mezzo secolo le vittime causate da disfunzioni tecniche sono, in tutto, un centinaio. Il che significa che il livello di sicurezza è altissimo. Una terza ragione spesso invocata contro il nucleare fa leva sulla pericolosità delle scorie. Certo, le scorie vanno trattate con cautela. E la cautela è appunto il criterio di base che agisce nelle nazioni che sfruttano il nucleare: basti pensare alla Francia con le sue 58 centrali, alla piccola Svizzera, che di

centrali ne ha già 5, o al Belgio, dove sono in funzione 7 impianti. Come ha ricordato Umberto Veronesi, «in Francia, a Le Hague, c’è un deposito di scorie su cui la gente passeggia: sono ben custodite e le radiazioni non ci raggiungeranno mai». Ed è stato uno dei padri dell’ambientalismo, James Lovelock, a misurare le radiazioni in un sito inglese per le scorie, giungendo alla conclusione che il fondo naturale di radiazione del suo giardino era più intenso di quello del deposito delle scorie. In conclusione, invito i lettori – quali che siano le loro propensioni – a consultare una recentissima pubblicazione, Il nucleare in Italia, che l’Enel ha realizzato basandosi sul proprio archivio storico. Il Presidente di Enel, Piero Gnudi, saggiamente scrive che «la conoscenza dell’esperienza passata sarà utile a orientare le scelte future», e nella chiusura del libro Livio Vido ci invita a riflettere sulla realtà dei costi energetici: «Una media impresa in Italia arriva a pagare, al netto delle tasse, quasi due volte il prezzo pagato da una media impresa in Francia, dove il 77% dell’elettricità viene dal nucleare». È giunto insomma il momento di programmare seriamente il nostro futuro.


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Il rilancio del nucleare in Italia Il ruolo del nucleare nel mix energetico globale, il suo rilancio in Italia e i requisiti per la sua sostenibilità economica, il know-how Enel a livello mondiale e la partnership con EDF: la “vision” di Fulvio Conti, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel.

di Fulvio Conti


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Lo scenario energetico mondiale presenta importanti sfide per il futuro: nei prossimi due decenni la domanda di energia primaria è destinata ad aumentare di ben il 40% e i combustibili fossili rimarranno la fonte energetica principale coprendo circa l’80% della domanda globale di energia. In questo contesto si aggiunge la sfida della sostenibilità ambientale e della lotta al cambiamento climatico. Il compito dei governi e dell’industria è pertanto quello di garantire a tutti l’accesso all’energia in modo sicuro, economico e ambientalmente sostenibile. Questa è quella che io chiamo l’“equazione energetica”. Nessuna tecnologia, nessuna singola iniziativa può oggi da sola risolvere questa equazione. Tra le tante forme di energia, quella elettrica troverà sempre più diffusione ed è il vettore più efficiente, pulito, sicuro e disponibile con cui potremo soddisfare i nostri fabbisogni energetici e lottare contro il cambiamento climatico. La soluzione sarà possibile solo ricorrendo a tutte le migliori tecnologie oggi disponibili, bilanciando il mix di generazione, diversificando gli approvvigionamenti e potenziando le relative infrastrutture, promuovendo il risparmio energetico e l’efficienza sia sul fronte della generazione che dei consumi finali, investendo in concreti progetti di ricerca e innovazione. In questo complesso scenario, il ritorno alla tecnologia nucleare non è da solo la soluzione, ma senza il nucleare non c’è soluzione per costruire un sistema energetico sicuro ed efficiente in Italia. La scelta del 1987 di abbandonare la tecnologia dell’atomo è stata a mio giudizio errata, anche perché da quel momento abbiamo continuato a importare energia elettrica dalle centrali nucleari di Francia, Svizzera e Slovenia. Importazioni che oggi sono pari a circa il 14% del nostro fabbisogno. Di fatto siamo diventati un paese nucleare senza averne i vantaggi economici e tecnologici. Non dimentichiamo inoltre

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che oggi, in un raggio di 200 chilometri dai nostri confini, sono in esercizio ben 26 reattori nucleari per una potenza complessiva di circa 24.000 MW. Enel nel corso degli ultimi anni ha recuperato per sé questa importante tecnologia e oggi gestisce circa 5300 MW di capacità nucleare con oltre 1000 MW in sviluppo, ed è uno dei pochi player mondiali che padroneggia tutte le principali filiere tecnologiche: a Flamanville, in Francia, partecipa alla costruzione del primo reattore di terza generazione avanzata di tecnologia francese; in Spagna gestisce centrali nucleari di tecnologia americana; in Slovacchia gestisce e sviluppa reattori di tecnologia russa; in Romania partecipa al consorzio per il raddoppio della centrale nucleare di Cernovoda che utilizzerà la tecnologia canadese. Oggi circa 4000 persone lavorano con Enel in questo campo, e l’inserimento di decine di giovani risorse prosegue sia in Italia sia all’estero. I vantaggi della generazione nucleare sono molteplici. Innanzitutto il nucleare è in grado di offrire un contributo decisivo alla lotta contro il cambiamento climatico. Considerando infatti le emissioni dei gas serra lungo tutta la filiera produttiva, questa tecnologia presenta la più bassa emissione equivalente di CO2 per megawattora prodotto. L’energia nucleare svolge un ruolo fondamentale nel mix energetico globale: 437 reattori nucleari apportano una capacità totale di 371.000 MW e coprono circa il 15% dell’energia elettrica prodotta nel mondo. Proprio per la lotta al cambiamento climatico a livello mondiale, si sta assistendo a un rinnovato interesse per la tecnologia nucleare. Dagli Stati Uniti al Regno Unito, dalla Finlandia alla Slovacchia e alla Francia, passando da Cina, Russia e India, indipendentemente dall’orientamento politico, i governi hanno autorizzato la costruzione di nuove centrali nucleari: ben 55 in 14 pae-


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Il rilancio del nucleare in Italia

Il sito in cui è in costruzione l’European Pressurized Reactor (EPR) di Flamanville, nel nordovest della Francia. ©Enel

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4 La centrale nucleare di Mochovce, in Slovacchia. ©Roberta Krasnig/Agenzia 7 Seconds per Enel

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si diversi. Questi nuovi impianti aggiungeranno 50.900 MW al parco centrali già esistente, e altri progetti sono pianificati. Inoltre paesi come Spagna, Belgio e Olanda hanno deciso di prolungare la vita utile di quelle esistenti. Dal punta di vista economico, l’incidenza dei costi variabili, ovvero del combustibile nucleare, sul costo totale di produzione è marginale; questi, seppure uniti all’elevato costo di costruzione di una unità nucleare, consente comunque di produrre grandi quantità di energia a costi competitivi e poco volatili. Infatti il costo di generazione è minimamente influenzato dalle fluttuazioni del prezzo del combustibile ed è in media inferiore del 20% rispetto al costo di produzione di un impianto a gas a ciclo combinato di ultima generazione. Infine la distribuzione geografica delle riserve di uranio ci dà la possibilità di approvvigionare il combustibile nucleare dal Canada e dall’Australia, paesi diversi dagli esportatori di combustibili fossili, mitigando così il rischio legato alle importazioni di materie prime. Gli attuali obiettivi del governo italiano prevedono il ricorso al nucleare per soddisfare il 25% della domanda nazionale di energia elettrica, prendendo il 2020 come riferimento. Nell’ipotesi che la domanda si attesti attorno ai 400 TWh/anno al 2020, sarà necessario realizzare nuova capacità nucleare per circa 13.000 MW, pari a circa otto unità nucleari da 1600 MW. Per questo Enel ha costituito una joint venture con EDF, il principale operatore nucleare europeo, col compito di realizzare la costruzione in Italia di almeno quattro centrali nucleari con la tecnologia di terza generazione avanzata EPR. Saremo quindi in grado di soddisfare circa la metà della capacità richiesta nei programmi del governo. Non va poi dimenticata la ricaduta positiva che lo sviluppo della filiera del nucleare avrebbe sul “sistema Paese”: un’occasione unica di

rilancio dell’industria, dell’economia, della formazione e dell’occupazione. Una rinascita che non coinvolgerà solo le filiere industriali dei fornitori. Noi crediamo infatti che il piano nucleare italiano debba vedere un ampio coinvolgimento dell’industria elettrica e delle grandi imprese energivore italiane, che potranno così beneficiare di elettricità a prezzi vantaggiosi per tutta la durata in esercizio della centrale, in proporzione alla loro partecipazione. La rinascita dell’industria nucleare in Italia non sarà tuttavia possibile senza focalizzare l’attenzione sul tema quanto mai importante della gestione del consenso. Il piano nucleare italiano è destinato a impegnare il Paese per almeno un decennio in fase di realizzazione e per circa un secolo in fase di esercizio. Occorre quindi che sia ampiamente condiviso: c’è bisogno di ristabilire una verità scientifica attraverso la costruzione di un patto informativo corretto, capace di dare risposte alle “paure irrazionali” indicate dalla popolazione come vere e proprie barriere emotive al nucleare, come ad esempio i problemi dello smaltimento delle scorie radioattive, della sicurezza degli impianti, della tutela della salute e della protezione delle popolazioni interessate. Occorre riguadagnare il controllo sulle argomentazioni attraverso una campagna di comunicazione trasparente, razionale e competente, creando le condizioni per un dibattito partecipativo e prendendo spunto, ad esempio, dall’esperienza del dibattito pubblico francese. C’è inoltre bisogno di ricostruire una cultura nucleare su base scientifica capace di trasmettere i concetti chiave: il nucleare è sicuro, è un’alternativa reale alle fonti fossili, è in difesa dell’ambiente. Come Enel siamo convinti che è necessario cogliere l’opportunità del ritorno all’atomo, per consentire al sistema Paese di recuperare competitività ed efficienza energetica che ci allinei a tutti i principali paesi industrializzati.


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Francia, nucleare à la carte

di Attilio Geroni

L’industria nucleare francese vanta una leadership internazionale: a livello mondiale, Électricité de France (EDF) è il più grande produttore ed esportatore netto di energia elettrica generata dal nucleare, mentre Areva è il primo costruttore di centrali. E il futuro pone nuove sfide: una «nuova partita del nucleare francese, dentro casa e fuori, Italia compresa».

Sul carovita di Parigi circola una battuta tra gli espatriati italiani: «Qui solo due cose costano meno: i taxi, quando ci sono, e la bolletta dell’elettricità». Il primo vantaggio competitivo emerge dal semplice raffronto con tariffe che in patria sono sfrontate. Il secondo, pur avendo radici più complesse e articolate, è riconducibile al fatto che in Francia quasi l’80% dell’energia elettrica è prodotta dalle centrali nucleari. Il minor costo per i consumatori – privati, aziende, enti pubblici e amministrazioni – è un dato incontrovertibile al quale negli anni si è aggiunta la fondamentale componente ecologica: bassissime emissioni di CO2 ed elevato tasso di riciclaggio del combustibile utilizzato per il funzionamento dei reattori. Un doppio argomento, quest’ultimo, che l’industria francese del settore ha utilizzato e sta utilizzando per promuovere il nucleare al di fuori dei patri confini. Il paese è abituato da decenni a convivere con le centrali, frutto di scelte politiche, pianificazione territoriale e competenze tecnologiche nell’ingegneria pesante che risalgono ai tempi del generale de Gaulle e del Commissariat à l’Energie Atomique (CEA). E che dopo lo shock petrolifero del 1973 hanno subito un impressionante colpo d’acceleratore. A corto di materie prime energetiche e in esubero di know-how, la classe dirigente francese si è lanciata in un programma di costruzione di centrali con pochi precedenti nel

mondo occidentale. Oggi vi sono sul territorio 58 reattori e oltre un migliaio di siti nei quali sono depositate, a vario titolo, le scorie. Nonostante la maggioranza dell’opinione pubblica francese resti favorevole al nucleare (52% secondo l’Eurobarometro del 2008) e nonostante a livello politico vi sia una condivisione bipartisan, nella scelta energetica, tra destra gollista e socialisti, non sempre la coabitazione col territorio è stata facile. Negli anni è cresciuto il peso delle organizzazioni ambientaliste, da Greenpeace a Sortir du nucléaire, e non sono mancate prese di posizione governative che andavano contro una tradizione consolidata. Il primo ministro socialista Lionel Jospin nel 1997 cedette alle pressioni dei Verdi, che allora facevano parte della maggioranza parlamentare, e impose la chiusura del reattore veloce Superphénix perché ritenuto costoso e poco efficiente. Fu l’episodio più clamoroso della protesta nucleare in Francia, ma ciò non impedì lo sviluppo di un’industria, anzi di una vera e propria filiera, che oggi vanta una leadership internazionale. Électricité de France (EDF) è il più grande produttore ed esportatore netto al mondo di energia elettrica generata dal nucleare, mentre Areva, nata a sua volta dalla fusione di vari gruppi, è il primo costruttore di centrali, sempre a livello mondiale. In realtà il grande partito nucleare di Francia è lo Stato, essendo a controllo publico entrambi i co-


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lossi del settore. Questo aspetto ha prodotto e produce reazioni ambivalenti nell’opinione pubblica. Da un lato, secondo i sondaggi, il ruolo dello Stato in un settore talmente delicato e strategico, dove il valore primario è la sicurezza degli impianti e del trattamento delle scorie, è un fattore rassicurante, un antidoto al prevalere di possibili interessi privati di aziende votate unicamente alla redditività. Dall’altro, però, soprattutto in passato, si è avuta l’impressione che la presenza del pubblico non sempre coincidesse con un’adeguata trasparenza, in nome di una superiore ragion di Stato. A tale proposito è ancora viva la memoria di come, ai tempi della catastrofe di Chernobyl, le autorità nazionali avessero voluto far passare il surreale messaggio di una nube tossica che si era arrestata ai confini del paese o l’aveva addirittura bypassato! Oggi, probabilmente, una simile comunicazione sarebbe impensabile. L’industria del settore, non solo in Francia, sembra aver tratto insegnamento dai propri errori e promette la trasparenza che i cittadini giustamente reclamano. La sicurezza delle centrali è sempre più integrata nel pensiero comune, decisamente meno quella relativa al trattamento delle scorie e al loro stoccaggio, che resta la prima fonte d’inquietudine dei francesi in rapporto all’energia nucleare. Un’inchiesta condotta dall’istituto de-

moscopico TNS Sofres tra manager e opinion leader di sette paesi (sei europei più gli Stati Uniti) mostra che la maggior parte degli intervistati in Francia (82%) pensa che l’industria nucleare «sia una delle più sorvegliate e inquadrate». Una maggioranza ancora più consistente (90%) ritiene invece «un problema» che il combustibile nucleare utilizzato per la produzione resti radioattivo, e dunque potenzialmente pericoloso, per lungo tempo. Il grande specialista della gestione delle scorie è Areva, secondo cui il 96% del combustibile è riutilizzabile, previo trattamento, contribuendo così alla creazione di un ciclo quasi completo tra produzione e residui. Gruppi anti-nucleari e un’inchiesta condotta l’anno scorso da Libération e dal canale tv Arte con la consulenza scientifica della CRIIRAD, organismo indipendente di ricerca sulla radioattività, contestano questa percentuale. Si tratta però di un dato la cui verifica è difficile a causa dell’estrema complessità del processo industriale, che Areva svolge nell’impianto di Le Hague, sulla Manica, il più grande al mondo. Il gruppo sta compiendo notevoli sforzi di comunicazione e di recente ha ripensato il proprio sito istituzionale trasformandolo in un vero e proprio centro d’informazione on-line sull’energia nucleare e le fasi industriali che le competono, dall’arricchimento dell’uranio, alla costruzione dei reattori fino, appunto, al riciclaggio dei rifiu-


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ti. Fondo bianco e con l’arancione come colore dominante nelle fasce informative, si vuole pedagogico e accattivante negli slogan, che giocano sulle parole: «Mai un sito nucleare è stato così accessibile». Oppure: «Se pensate che l’uranio arricchito sia bling bling, andate sul sito». Si potrà obiettare che questo è marketing, più che trasparenza, ma da qualche parte l’industria dovrà pur cominciare a dare una diversa immagine di se stessa e comunque prepararsi ad accrescere l’export di una tecnologia per la quale la domanda estera è nuovamente in forte crescita. La fiammata dei prezzi energetici nel 20062007, la crisi e le polemiche con la Russia sulla continuità del flusso di approvvigionamenti in Europa e la necessità di ridurre le emissioni di gas a effetto serra per combattere i cambiamenti climatici. Sono questi gli ingredienti base che compongono l’attuale revival del nucleare su scala più o meno planetaria. L’industria francese ha le economie di scala adeguate e le competenze necessarie per giocare un ruolo da protagonista, e anche gli altri due colossi energetici, GDF Suez e Total, non fanno mistero delle loro ambizioni nucleari. Il problema, forse, è il sovraffollamento. Detentrice di una delle tecnologie di punta, l’EPR, reattore di terza generazione ad acqua pressurizzata sviluppato assieme ai tedeschi di Siemens, la Francia è stata tuttavia sconfitta dai coreani nel-

la gara per fornire quattro reattori ad Abu Dhabi. Un rovescio da 40 miliardi di dollari che nessuno si aspettava dal ‘’dream team’’ d’Oltralpe, composto appunto da EDF, Areva, GDF Suez e Total, e che è stato attribuito allo scarso coordinamento e alla rivalità di fondo tra Henri Proglio (nuovo patron di EDF) e Anne Lauvergeon (storico presidente di Areva), più volte venuto in superficie negli ultimi mesi. Anche per “mettere ordine” in questo affollamento creativo e pieno di promesse, Nicolas Sarkozy ha incaricato nei mesi scorsi François Roussely, ex presidente di EDF, di preparargli un rapporto entro la fine di aprile sulla riorganizzazione della filiera nucleare. Proglio vorrebbe ovviamente avere il ruolo di regista o, per usare la metafora calcistica a lui cara, quello di “capitano della squadra in campo”, soprattutto quando si gioca fuori casa. Si è più volte scontrato con Anne Lauvergeon, che difende con le unghie e con i denti la struttura a ciclo completo di Areva dalle critiche del collega-avversario e ha fissato l’obiettivo ambizioso di aggiudicarsi un terzo delle nuove centrali che si costruiranno nel mondo nei prossimi dieci anni. Arbitro, come sempre, sarà l’Eliseo. Nei prossimi giorni Sarkozy fischierà la fine delle ostilità tra i campioni nazionali dando inizio alla nuova partita del nucleare francese, dentro casa e fuori, Italia compresa.

1— 3 La centrale nucleare di Cruas, nella regione dell’Ardèche in Francia, è situata sulle rive del Rodano. Nel 2005 è stata inaugurata l’opera murale Aquarius di JeanMarie Pierret, dedicata al tema dell’ecologia e realizzata su una delle torri di raffreddamento della centrale.


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Obama, Chu e la svolta nucleare americana

di Pino Buongiorno

Il presidente Obama e il segretario per l’energia e premio Nobel Steven Chu hanno avviato il “rinascimento nucleare” in America dopo 30 anni di stop all’industria dell’atomo. Una svolta che ha molti obiettivi: combattere il cambiamento del clima e ridurre le emissioni di gas serra, creare nuovi posti di lavoro e assicurare agli Stati Uniti la leadership nell’industria nucleare contro la concorrenza straniera e la sicurezza energetica contro i ricatti dei produttori di petrolio.

Il presidente, il premio Nobel e il revival del nucleare. Il primo è Barack Obama, 48 anni, il più “verde” dei 44 presidenti della storia americana, convinto da sempre che «la dipendenza dal petrolio è una minaccia alla nostra sicurezza nazionale, al nostro pianeta e alla nostra economia». Il secondo si chiama Steven Chu, 61 anni, il 12° segretario dell’energia, il primo premio Nobel a essere nominato ai vertici dell’amministrazione americana (lo vinse per la fisica nel 1997), il secondo cinese-americano a entrare in un governo degli Stati Uniti. La coppia Obama & Chu ha avviato il “rinascimento nucleare” in America dopo 30 anni di stop all’industria dell’atomo. Lo ha fatto sia per combattere il cambiamento del clima e ridurre le emissioni di gas serra, sia per creare nuovi posti di lavoro. Ma, al tempo stesso, anche per assicurare agli Stati Uniti la leadership nell’industria nucleare contro la concorrenza straniera e la sicurezza energetica contro i ricatti dei produttori di petrolio più infidi. A dare il via al nuovo corso è stato il presidente Obama nel discorso sullo stato dell’Unione, il 27 gennaio scorso.

Riscuotendo quella notte uno dei rari applausi bipartisan del Campidoglio di Washington, Obama ha messo per la prima volta il nucleare fra le priorità della sua agenda economica ed energetica, sollecitando la costruzione di «una nuova generazione di impianti nucleari sicuri e puliti», che andrebbero ad aggiungersi ai 104 già operativi in 31 stati. Poi, il 16 febbraio, il presidente è andato a Lanham, nel Maryland, a visitare un centro di formazione per ingegneri elettrici gestito dai sindacati. Qui ha annunciato una garanzia di credito federale, pari a otto miliardi di dollari, per la compagnia elettrica Southern, che deve costruire due nuovi reattori Vogtl3 e Vogtl4 a Burke, in Georgia. È solo il primo prestito, ha spiegato, di un piano complessivo di 36 miliardi di dollari previsto nel budget federale del 2011 che vanno ad aggiungersi ad altri 18,5 miliardi di dollari già messi in bilancio nel 2005, ma mai spesi. In totale fanno 54,5 miliardi di dollari, sufficienti per costruire dai sei ai sette nuovi impianti nucleari, che possono costare da un minimo di otto a un massimo di dieci miliardi ciascu-


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Centrale nucleare di Byron, Ogle County, Illinois, USA.

no. I due nuovi reattori in Georgia genereranno elettricità per 1.400.000 persone e daranno lavoro a tempo indeterminato a 850 tecnici e ingegneri, oltre ai 3000 lavoratori che saranno assunti temporaneamente per la costruzione degli impianti. Le garanzie federali sono condizionate alla licenza che dovrà essere emessa dalla severa Nuclear Regulatory Commission, che ha varato un nuovo modello procedurale più snello e meno costoso: Southern stima di poterla avere già all’inizio del 2011. «Dobbiamo rimanere competitivi», ha dichiarato Obama. «Cina, Francia, Giappone e altri paesi stanno costruendo un totale di 55 nuovi reattori nucleari. Non fatevi trarre in inganno. Che sia energia nucleare, solare o eolica, se noi non investiamo ora in queste tecnologie le importeremo domani». Poi, anticipando le obiezioni degli anti-nuclearisti, ha ammonito: «Sui temi che riguardano la nostra economia, la nostra sicurezza e il futuro del Pianeta non possiamo continuare a essere impantanati negli stessi, vecchi dibattiti fra sinistra e destra, fra ambientalisti e imprenditori. Il fatto è che, cambiando il modo in cui produciamo e usiamo l’energia, si richiede a tutti noi di pensare in modo innovativo e di agire di conseguenza. E questo comporta la disponibilità a tendere la mano oltre le vecchie divisioni, ad agire in buona fede, a superare la politica

avariata del passato». Parole fortissime, come non se ne sentivano da tempo, fin da quando il senatore repubblicano del New Mexico Pete Domenici, di origini italiane, combatteva come un leone nell’arena parlamentare di Washington a sostegno del nucleare civile. Ritiratosi in pensione l’anno scorso, Domenici ha trovato in Obama il suo successore. A sorpresa. Perché – è bene ricordarlo – per tutta la corsa alla Casa Bianca il candidato democratico si era mostrato assai tiepido sul nucleare. Giocavano probabilmente ragioni elettorali, nel senso che non voleva alienarsi gli ambientalisti, tutti schierati a suo favore contro l’“atomico” sfidante repubblicano John McCain. In quella vivace campagna elettorale era uscito allo scoperto solo il senatore democratico del Massachusetts, John Kerry, che in un articolo sul “The New York Times”, scritto assieme al repubblicano Lindsey Graham, aveva sostenuto: «Mentre investiamo in fonti di energia rinnovabile, come il vento e il sole, dobbiamo anche approfittare dell’energia nucleare, il nostro singolo, maggiore contributore di energia a emissioni zero». I reattori nucleari producono oggi il 72% dell’elettricità americana non fossile. L’Agenzia per la protezione dell’ambiente ha previsto che, per ridurre la CO2 secondo i parametri della legge sul cambiamento climatico, già approvata dalla Camera dei rappresentanti, saran-


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Sui temi che riguardano la nostra economia, la nostra sicurezza e il futuro del Pianeta non possiamo continuare a essere impantanati negli stessi, vecchi dibattiti fra sinistra e destra, fra ambientalisti e imprenditori. Il fatto è che, cambiando il modo in cui produciamo e usiamo l’energia, si richiede a tutti noi di pensare in modo innovativo e di agire di conseguenza. Barack Obama

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no necessarie 187 nuove centrali nucleari entro il 2050. E di queste, secondo l’US Energy Information Administration, ce ne vorranno già 69 entro il 2030. Se non verranno costruite, i costi dell’elettricità, il gas naturale e le emissioni di biossido di carbonio aumenteranno in maniera esponenziale. Insediatosi alla Casa Bianca, Obama ha rotto gli indugi anche sulla spinta vigorosa del fisico nucleare Chu, prestato temporaneamente alla politica, oltre che di Carol Browner, l’assistente del presidente americano per quanto riguarda l’energia e il cambiamento climatico. Convinto, dopo averle studiate, che le più recenti tecnologie per il nucleare di ultima generazione, come il Westinghouse Ap1000, citato spesso, sono più sicure di quelle che provocarono l’incidente nel 1979 della centrale di Three Mile Island, vicino a Harrisburg, in Pennsylvania, il segretario Chu ritiene che l’energia atomica sia destinata a giocare sempre un ruolo indispensabile. Con una singolare iniziativa, il premio Nobel per la fisica si è affidato al network sociale Facebook per illustrare le sue tesi e rispondere alle confutazioni degli scettici. «So che alcuni di voi che mi seguono nel mio blog esprimono una preferenza per il sole e il vento rispetto al nucleare. Io condivido il vostro entusiasmo per queste fonti di energia rinnovabile e noi siamo in procinto di raddoppiare la ca-

pacità delle rinnovabili entro il 2012. Ma – mette in guardia Steven Chu – nessuna singola tecnologia fornirà tutte le risposte. Il vento e il sole ora ci forniscono il 3% della nostra elettricità, contro il 20% del nucleare. Mentre lavoriamo duro per promuovere l’efficienza energetica in ogni settore è probabile che la nostra domanda di energia continuerà a crescere. Infatti l’Energy Information Administration prevede un 20% di crescita nella domanda complessiva di energia e più del 30% di aumento nella domanda di elettricità nei prossimi 25 anni. Se vogliamo davvero abbattere le emissioni di biossido di carbonio – senza dimenticare l’aria più pulita e l’acqua più chiara – allora l’energia nucleare dev’essere in agenda». Il seguito del blog è ancora più esplicito. «Ricordate anche che il vento e il sole sono fonti di energia intermittenti. Il sole non sempre splende e il vento non sempre soffia. Senza scoperte tecnologiche nello stoccaggio efficiente e su larga scala, sarà difficile fare affidamento su rinnovabili intermittenti per più del 20-30% della nostra elettricità. L’energia nucleare può fornire un largo ammontare di energia a emissioni zero e, per di più, sempre a disposizione». Se queste sono le considerazioni ufficiali a favore del nucleare, ce ne sono anche altre, più pragmatiche, che l’amministrazione Obama tiene bene in mente. La prima


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Se vogliamo davvero abbattere le emissioni di biossido di carbonio – senza dimenticare l’aria più pulita e l’acqua più chiara – allora l’energia nucleare dev’essere in agenda. Steven Chu

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è il volano di nuovi posti di lavoro che viene a svilupparsi, con la possibilità di assumere migliaia di tecnici e scienziati nelle nuove centrali. Questo è tanto più importante perché la crescita occupazionale avverrebbe nell’area depressa del Mid-West. La seconda è la ripartenza della ricerca e dello sviluppo di nuove tecnologie in un settore che per tre decenni ha languito a causa delle paure suscitate dall’incidente di Three Mile Island e successivamente di Chernobyl, in Ucraina. La terza è il risveglio dell’industria nucleare più in generale, che appariva moribonda. A differenza che in Italia, la difficoltà dell’atomo civile negli Stati Uniti è più finanziaria che ambientalista. L’obiezione sollevata con maggiore enfasi è sempre quella del costo e solo successivamente quella della localizzazione. La ragione principale è che le società elettriche negli Stati Uniti sono tante e straordinariamente piccole rispetto, per esempio, ai giganti europei. Basti pensare che la Southern sviluppa 42 gigawatt di potenza installata e la Duke 36, contro gli 83 gigawatt dell’Enel e i 120 dell’EDF francese. Da queste dimensioni piccole o medie deriva la riluttanza delle imprese a farsi carico dei rischi collegati a progetti lunghi e ambiziosi. Lo strumento decisivo diventa perciò la garanzia di credito da parte delle autorità federali. Ed è quello che Obama ha intenzione di fare anche nei prossimi due anni, in modo da recuperare la “filiera industriale” al costo di imporre misure protezionistiche. «È vero che questa amministrazione all’inizio non si riteneva che fosse pro-nucleare, ma negli ultimi tre mesi ha fatto così tanto per questa industria, a causa del cambiamento del clima e della disoccupazione», riconosce Lisa Steward, che dirige uno dei programmi dell’I-

stituto dell’energia nucleare, un’organizzazione lobbistica che opera a Washington. Ovviamente di tutt’altro avviso sono le associazioni ambientaliste, che hanno gridato al tradimento politico. «Eravamo pieni di speranza l’anno scorso», ha dichiarato Erich Pica, presidente di Friends of the Earth. «Obama diceva tutte le cose giuste. Ma ora è diventato un fan acceso del nucleare, un cambiamento sorprendente in così pochi mesi». Altri critici hanno messo alla berlina il loro ex pupillo perché, abbracciando la causa dell’atomo, tenterebbe di carpire i voti dei repubblicani e dei democratici centristi per la nuova legge sul cambiamento del clima e sull’energia, che si è arenata al Senato. Di più: hanno messo il dito nella piaga di tutta l’architettura strategica dell’amministrazione americana, cioè quella delle scorie nucleari. Obama si è sempre dichiarato contrario a utilizzare il sito di Yucca Mountain, nel deserto del Nevada, scelto dal Congresso 20 anni fa, dopo che erano stati spesi nove miliardi di dollari in studi e sondaggi. Lo considera pericoloso perché è situato all’interno di una base militare e contiene già 400.000 metri cubi di rifiuti radioattivi di origine bellica. Inoltre, è adiacente al poligono dove le forze armate hanno fatto esplodere più di 900 ordigni atomici in test durati una cinquantina d’anni. Anche per risolvere questa disputa è sceso in campo il solito Chu, che ha incaricato una commissione bipartisan, guidata dall’ex parlamentare democratico Lee Hamilton e dall’ex consigliere per la sicurezza nazionale, il generale di fede repubblicana Brent Scowcroft, di individuare nuove soluzioni per lo stoccaggio delle scorie radioattive e assicurare, nelle parole di Chu, «un futuro dell’energia nucleare sicuro e sostenibile».


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INIZIAMO A CAMBIARE, IL FUTURO CI SEGUIRÀ.

Quello che vedete disegnato sulla maglietta è lo schema di una centrale nucleare di ultima generazione. Una fonte di energia fondamentale per raggiungere quel mix di risorse che permette a un Paese di avere energia disponibile, competitiva e pulita. Con il nucleare e le fonti rinnovabili, infatti, produrremo energia senza CO2 in grandi quantità e in modo continuo, per potere utilizzare meglio l’energia senza modificare le nostre abitudini. Inoltre, continuiamo a investire in ricerca, tecnologia e grandi progetti per soddisfare il bisogno crescente di energia ad emissioni zero. Come l’impianto di cattura della CO2 che stiamo costruendo a Brindisi o la prima grande centrale a idrogeno d’Europa. Perché innovare è già cambiare.

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Nuke

1. Le riserve di uranio

e di fonti fossili Per quanto riguarda le fonti fossili, secondo il rapporto dell’International Energy Agency (World Energy Outlook 2009) – tra riserve accertate e recuperabili, e ipotizzando livelli di produzione futuri costanti – lo scenario prevede riserve di petrolio per circa 40 anni (~1258 miliardi di barili), di gas per circa 60 anni (~185.000 miliardi di m3)

a cura di Livia Dall’Agata

e di carbone per circa 100 anni (~826 miliardi di tonnellate). Per l’uranio, invece, considerando le sole riserve già identificate, sono ancora disponibili scorte per circa 5,5 milioni di tonnellate equivalenti a 100 anni di produzione elettrica ai tassi attuali. Se invece si considerano i consumi e la resa offerta dai reattori di IV generazione (che saranno in grado di utilizzare come combustibile anche i rifiuti prodotti dalle attuali centrali), secondo le stime le prospettive di moltiplicano per almeno 50-60: ci sarà combustibile per circa 3035 mila anni.

2. La sicurezza

delle centrali La sicurezza degli impianti si basa sui sistemi ingegneristici per la protezione del reattore e per il confinamento dei prodotti radioattivi all’interno dell’impianto in ogni possibile condizione operativa. Il primo meccanismo di sicurezza è rappresentato dalle barre di controllo, realizzate con materiali

particolarmente capaci di assorbire i neutroni liberati durante una reazione a catena. In situazioni di emergenza, esse si abbassano automaticamente per fermare la reazione e arrestare l’attività del nocciolo. Inoltre, tutti i circuiti dell’acqua sono isolati: l’acqua del reattore non entra mai in contatto con quella che produce il vapore che va nella turbina.

Il terzo livello di sicurezza è rappresentato da tutti gli edifici che racchiudono l’impianto e le sue componenti: dal recipiente a pressione che contiene il nocciolo del reattore e il refrigerante primario al contenitore primario, fino al contenitore secondario, un edificio esterno costituito da una struttura speciale, molto resistente e di spessore notevole.


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3. I rifiuti radioattivi

Uno degli aspetti più importanti delle centrali nucleari è la gestione dei rifiuti radioattivi, ovvero qualsiasi materia radioattiva, libera o contenuta in apparecchiature o dispositivi, che non ha più altri

utilizzi. Questi rifiuti sono classificati in tre categorie: a bassa attività (con tempi di decadimento fino a 30 anni, dopo i quali possono essere gestiti come normali rifiuti non radioattivi), a media attività (con tempi di decadimento fino a

300 anni, dopo i quali possono essere gestiti come normali rifiuti non radioattivi) e ad alta attività (con tempi di decadimento dell’ordine delle migliaia di anni). I materiali a bassa e media attività (il 95% di quelli

prodotti dagli impianti nucleari) sono in genere trattati e custoditi all’interno della centrale stessa, in magazzini progettati per isolarli per circa 300 anni, o presso discariche normalmente centralizzate a livello nazionale.

4. Che fine fanno

rito al deposito finale di tipo geologico, o avviato agli impianti di riprocessamento, che hanno il compito di separare gli elementi ancora riutilizzabili come combustibile dai rifiuti finali. A causa del lungo tempo di decadimento (migliaia di anni), questi rifiuti non possono essere affidati a depositi ingegneristici controllati dall’uomo, ma a depositi in grado di garantire, in modo naturale, l’isolamento dei rifiuti dalla biosfera per alcune migliaia di anni. Si tratta dei cosiddetti “depositi geologici”, ovvero depositi in profondità nel sottosuolo (500-700 m) costituiti da rocce o argille o formazioni saline.

i rifiuti ad alta attività? I materiali ad alta attività (5% dei materiali prodotti) vengono normalmente stoccati nelle piscine della centrale per 5-10 anni, dopodiché ci sono due alternative: il combustibile viene immagazzinato in depositi a secco, di solito presso la stessa centrale, in attesa di essere trasfe-

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5. Un po’ di storia…

7. Il nucleare in Europa

A cavallo tra ’800 e ’900 viene scoperta la radioattività, e da allora molti scienziati si sono dedicati allo studio delle trasformazioni nucleari che liberano energia. Nel 1919 Rutherford scopre la radioattività artificiale e nel 1933 Enrico Fermi inizia le sue indagini per ottenere la liberazione controllata di energia nucleare da materiale radioattivo. Raggiunge l’obiettivo nel 1942, quando la prima reazione nucleare a catena controllata produce energia e inizia così l’era atomica. L’obiettivo dell’utilizzo civile del nucleare diventa produrre energia elettrica grazie a quella che scaturisce dalla fissione dell’atomo: la prima centrale nucleare del mondo entra in funzione nel 1954 a Obninsk, vicino a Mosca. Il primo reattore italiano, realizzato per scopi di ricerca, viene acceso nel 1959 a Ispra, in provincia di Varese.

Dei 27 Paesi che compongono l’Unione Europea, ben 14 utilizzano reattori nucleari per la generazione di energia elettrica per una potenza installata complessiva superiore a 130.000 MWe, capace di

Immagini dei reattori a fissione tratte da ”La tecnologia nucleare“ (Enel)

fornire circa il 30% dell’elettricità necessaria ogni anno. Francia, Germania e Regno Unito rappresentano il 70% circa della potenza complessiva installata nei paesi dell’UE. In Francia più del 70% dell’energia elettrica è ge-

nerata dai reattori nucleari e 16 di questi sono ubicati a meno di 200 chilometri dai confini italiani. Complessivamente, ci sono 26 unità nucleari vicine ai nostri confini, per un totale di circa 24.000 MW.

8. Fabbisogno

zano il mercato mondiale dell’energia. Il 12% dell’elettricità che viene consumata in Italia è importata e in buona parte di origine nucleare: proviene infatti da Francia, Svizzera e Slovenia.

6. Quanto costa

l’energia prodotta dall’atomo? Basandosi sui dati forniti dal World Energy Council e sui costi medi delle materie prime nel 2008, l’ENEA ha calcolato comparativamente il costo medio in euro di un MWh ottenuto tramite diverse fonti energetiche: gas (tra 82 e 151 €/MWh), carbone (tra 65 e 130 €/MWh), nucleare (tra 44 e 67 €/MWh), idroelettrico (tra 22 e 104 €/MWh), eolico (tra 61 e 106 €/MWh) e solare fotovoltaico (tra 326 e 707 €/MWh). Per il nucleare, i calcoli sono stati svolti prendendo come riferimento le tecnologie attuali, ma i nuovi reattori EPR attualmente in costruzione porteranno a un costo medio dell’elettricità di circa 55 €/MWh.

energetico italiano La domanda di energia elettrica italiana cresce al ritmo del 2-3% l’anno, ma il mix energetico è sbilanciato verso le fonti più costose: più del 65% dell’elettricità è prodotto con gas e petrolio, più del doppio della media dell’Unione Europea (27%). Questo comporta un costo della bolletta energetica mediamente più elevato rispetto agli altri paesi europei e la dipendenza dal petrolio e negli approvvigionamenti da altri paesi espone l’Italia alle incertezze che caratteriz-


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10. Eurobarometro

In Europa i sì all’energia nucleare crescono e, secondo un sondaggio di Eurobarometro, i cittadini favorevoli sono passati dal 37% del 2005 al 44% del 2008. Il sostegno all’energia nucleare è più forte nei paesi che già la utilizzano. In Italia la percentuale dei cittadini favorevoli al nucleare è salita dal 30% del 2005 al 43% del 2008: si tratta del maggiore incremento europeo. L’indagine, promossa dalla Commissione Europea – Direzione Generale Energia e Trasporti, è stata condotta nel 2008 in tutti i 27 stati dell’UE, coinvolgendo 26.746 cittadini.

9. La fusione nucleare

Scienziati e ricercatori di tutto il mondo stanno cercando di realizzare la fusione nucleare, un fenomeno naturale che avviene nel Sole e nelle altre stelle: consiste nell’unione dei nuclei di due atomi leggeri, il deuterio e il trizio (che sono isotopi dell’idrogeno) in un unico

atomo più pesante, l’elio. La reazione generata libera una grande quantità di energia e porta con sé notevoli vantaggi: la fusione nucleare utilizza l’idrogeno, che è presente ovunque e inesauribile, oltre che trattarsi di un processo molto sicuro e “pulito”.

I progetti principali di questo tipo sono ITER – International Thermonuclear Experimental Reactor (un reattore sperimentale a fusione nucleare magnetica) sviluppato a Cadarache in Francia e quello portato avanti negli USA dal NIF – National Ignition Facility, dove 192 giganteschi laser concen-

trano contemporaneamente tutta la loro energia su una camera blindata che contiene una capsula-bersaglio con i due isotopi di idrogeno necessari per realizzare la fusione nucleare ed emanare un’enorme vampata di energia.

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Glossario nucleare AEN L’Agenzia per l’Energia Nucleare dell’OCSE assiste i suoi 28 paesi membri a sostenere e sviluppare ulteriormente aspetti tecnologici, scientifici e regolatori in materia di energia nucleare. L’Italia è membro di quest’organizzazione. Arricchimento dell'uranio In natura esistono due tipi di uranio: l'isotopo 238 e il 235. Il primo è più abbondante, mentre il secondo è molto raro. Soltanto quest’ultimo può essere utilizzato nei reattori nucleari a fissione. Il processo di arricchimento dell'uranio consente di ottenere una maggiore quantità di materiale utilizzabile per le centrali da un miscuglio di uranio 235 e 238. Atomo L’atomo è composto da altre particelle – elettroni, neutroni e protoni – con cariche elettriche diverse tra loro e tenute insieme da energie molto elevate. È proprio la liberazione di questa energia, attraverso la rottura del nucleo atomico, che è alla base del funzionamento dei reattori nucleari.

Barre di controllo Servono a diminuire e a fermare il flusso di neutroni prodotti dalle fissioni. Sono delle vere e proprie barre che quando vengono inserite nel nocciolo del reattore assorbono i neutroni e quindi le reazioni nucleari diminuiscono o cessano del tutto.

CO2 Biossido di carbonio, gas incolore e inodore derivante dalla combustione di combustibili fossili e di materie organiche. È ritenuto responsabile dell’effetto serra perché limita la dispersione termica dell’atmosfera verso lo spazio, causando l’aumento della temperatura media del pianeta.

BWR È una tipologia di reattore ad acqua leggera, in cui l’acqua di raffreddamento bolle nel reattore e genera, tramite ciclo diretto, vapore, inviato in turbina per la produzione di energia elettrica.

Difesa in profondità La difesa in profondità è un approccio alla sicurezza dell’impianto che implementa diversi e indipendenti livelli di protezione contro il rilascio di materiali pericolosi.

CANDU Il CANadian Deuterium Uranium appartiene a una filiera di reattori nucleari ad acqua pesante pressurizzata (PWR) e uranio naturale. Tutti i reattori nucleari operativi attualmente in Canada (commercializzati anche all’estero) sono della tipologia CANDU.

EPR Il reattore nucleare europeo ad acqua pressurizzata (European Pressurized Reactor) è un reattore di terza generazione avanzata (rispetto ai PWR) nel quale la refrigerazione del nocciolo e la moderazione dei neutroni vengono ottenuti grazie alla presenza di acqua naturale.

Fissione nucleare Fenomeno fisico che avviene nel reattore. Con questa reazione, un nucleo di uranio (U-235) assorbe un neutrone e si divide in due frammenti più leggeri, detti appunto “prodotti di fissione”, ed emette diversi neutroni, liberando energia che si trasforma in calore. In un reattore è costantemente controllata e i neutroni creati dal processo di fissione servono a loro volta a generare ulteriori fissioni, in una cosiddetta “reazione a catena”. Fusione nucleare La fusione è il processo nucleare che alimenta il Sole e le altre stelle. Una delle reazioni più importanti sotto tale aspetto consiste nell'unione dei nuclei di due atomi leggeri, isotopi dell'idrogeno, deuterio (2H) e trizio (3H), in uno più pesante. Nei processi terrestri, l'energia da fusione è l'estrazione di energia in forma utilizzabile (usualmente come energia elettrica) da una reazione di fusione nucleare ottenuta artificialmente in maniera controllata. Attualmente sono in corso molti esperimenti sulla fusione nucleare, ma non è ancora stato realizzato nessun sistema in grado di generare e sfruttare l'energia di fusione in modo vantaggioso e sicuro.

Generazioni di reattori nucleari I reattori nucleari sono classificati in base alla generazione cui appartengono. La prima generazione include prototipi e reattori, progettati e costruiti prima degli anni ’70. La seconda generazione comprende principalmente reattori ad acqua leggera, utilizzati a partire dagli anni ’70 e ’80 e ancora operativi. La terza generazione sviluppata dagli anni ’90 per prima vede progetti standardizzati, con un incremento della sicurezza. La terza generazione avanzata si riferisce a quei reattori (come l’EPR) derivanti dall’ottimizzazione, in termini di sicurezza ed economia, degli attuali reattori ad acqua leggera. La quarta generazione comprenderà sistemi nucleari innovativi che probabilmente raggiungeranno maturità tecnica a partire dal 2030, disponibili per applicazioni commerciali solo a partire dal 2050.


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Glossario nucleare

IAEA L’International Atomic Energy Agency, è un’organizzazione internazionale indipendente, connessa alle Nazioni Unite. La sua missione è suddivisa in tre aree: sicurezza, scienza e tecnologia, salvaguardie e controlli. IEA L’International Energy Agency è un’organizzazione intergovernativa che opera come consulente sulla politica energetica. Isotopo Lo stesso elemento chimico ma con un numero diverso di neutroni. Neutrone Particella priva di carica elettrica costituente il nucleo degli atomi, insieme con i protoni. Nella fissione nucleare svolgono un ruolo fondamentale, sono infatti i proiettili che inducono la reazione. Plutonio Elemento chimico non presente in natura, prodotto all’interno di un reattore nucleare.

PWR La filiera dei reattori nucleari ad acqua pressurizzata (Pressurized Water Reactor) è la più diffusa al mondo. Nel PWR l’acqua è mantenuta a una pressione tale da evitare l’ebollizione e ha sia la funzione di refrigerante che quella di moderatore. Il fluido circola in un “circuito primario”, rimuove il calore generato nel nocciolo e lo cede all’acqua di un “circuito secondario” che, attraverso uno scambiatore di vapore, si trasforma in vapore. La separazione tra i due circuiti, tipica dei PWR, ha il vantaggio di assicurare che il vapore che arriva in turbina non sia mai stato a contatto con il combustibile nucleare.

Radioattività Capacità di un nucleo instabile (con un eccesso di protoni o neutroni nel nucleo) di emettere particelle decadendo. Per ogni decadimento il nucleo si disintegra e si trasforma in un elemento chimico diverso, più stabile.

Prodotti di fissione Atomi derivanti dai due frammenti del nucleo che ha subito fissione. Tipicamente sono altamente radioattivi e instabili.

Riprocessamento del combustibile Lo scopo del riprocessamento è di separare gli elementi ancora riutilizzabili come combustibile, dai prodotti della fissione e dagli attinidi (elementi radioattivi a lungo tempo di decadimento che vengono condizionati e stoccati). Riprocessare il combustibile permette di ridurre il volume di scorie radioattive.

Reazione a catena In fisica e in chimica, con il termine “reazione a catena” o “effetto valanga” si indicano quei fenomeni in cui una reazione o un evento produce alcuni prodotti uguali a quelli che hanno dato origine alla reazione e sono in grado di iniziarne una nuova, come nel caso delle reazioni a catena controllate in un reattore nucleare.

Uranio L’uranio è un elemento chimico. Il suo simbolo è U e il numero atomico è 92. In natura tracce di uranio sono presenti ovunque piuttosto uniformemente nel pianeta: nelle rocce, nel suolo, nelle acque, negli organismi viventi. Le riserve accertate di uranio assicurano disponibilità sufficienti a coprire più di un secolo di produzione di energia elettrica mondiale con le tecnologie e i tassi attuali (fonte: British Petroleum Statistical Review 2008). Ad oggi, le riserve identificate ammontano a 5,5 milioni di tonnellate. VVER Il VVER è un reattore di progettazione russa, che si basa sulla tecnologia dei reattori ad acqua pressurizzata (PWR). Vessel Il vessel è il contenitore in pressione (155 bar di pressione di esercizio per l’EPR). Costituito in acciaio spesso fino a 25 cm, ha un coperchio amovibile per poter accedere al nocciolo per il ricambio del combustibile.

WANO La World Association of Nuclear Operators è un’associazione cui aderiscono tutti gli operatori di impianti nucleari del mondo, che hanno il compito di monitorare i livelli di sicurezza operativi degli impianti e assistere i singoli operatori ad attuare i propri piani di miglioramento attraverso il supporto delle migliori prassi esistenti a livello internazionale. WENRA La Western European Nuclear Regulators’ Association è un’associazione europea con l’obiettivo di sviluppare un punto di vista comune sulla sicurezza nucleare, di fornire una capacità indipendente di esame della sicurezza nucleare nei vari paesi, e di essere una rete di principali regolatori di sicurezza nucleare in Europa.

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Le tecnologie del nuovo nucleare Nell’ultimo decennio, il “rinascimento nucleare” ha portato in tutto il mondo a enormi passi avanti sulla strada della ricerca, della sicurezza e delle tecnologie delle centrali di nuova generazione. E ha posto le basi per arrivare a realizzare uno dei sogni più proibiti dell’uomo: mettere sotto controllo l’energia delle stelle con la fusione nucleare.

Non è solo uno slogan inventato per rilanciare un prodotto che è difficile far digerire al pubblico: “rinascimento nucleare” è molto più. Dietro a queste parole, coniate per la prima volta da Anne Lauvergeon, presidente di AREVA, una delle principali industrie nucleari del mondo, c’è infatti un vero e proprio movimento che, negli ultimi dieci anni, ha travolto l’intero sistema nucleare mondiale, dal settore della ricerca fino a quello industriale, e che alla fine ha investito anche l’Italia. Si è trattato di un decennio in cui non solo sono state sviluppate nuove tecnologie, ma addirittura sono state poste le basi per arrivare a realizzare uno dei sogni più proibiti dell’uomo: quello cioè di mettere sotto controllo l’energia delle stelle, la fusione nucleare. Perché in tutto questo fermento che ha coinvolto centinaia di centri di ricerca e decine di aziende, sono stati anche avviati dei progetti sperimentali che hanno come obiettivo quello di rendere sfruttabile, sotto il profilo industriale, l’energia prodotta dalla fusione nucleare, quella appunto che alimenta le stelle e anche il nostro Sole. Non si tratta di progetti astratti, ma di istallazioni concrete, che già sono state realizzate o che sono in fase avanzata di realizzazione. Senza dubbio, per quel che riguarda questo particolare settore di ricerca, a un’ottantina di chilometri da San Francisco è stato attivato proprio la scorsa estate il più importante centro di ricerca.

Si tratta della National Ignition Facility, una struttura creata nei laboratori di Livermore che ha come obiettivo principale quello di arrivare a creare un impianto che sia in grado di produrre in maniera continuativa e auto-sostenuta una reazione di fusione nucleare. Per arrivare a raggiungere le condizioni critiche (temperature di quasi un milione di gradi e pressioni molto elevate) necessarie a fare in modo che i nuclei di due atomi di idrogeno si fondano tra loro, i ricercatori americani hanno messo insieme 192 raggi laser che sono in grado di colpire simultaneamente un punto grande come una pillola: una piccola capsula dorata al cui interno è racchiuso un po’ d’idrogeno congelato. L’energia dei laser colpisce la capsula e fa fondere gli atomi di idrogeno. Per ora si è riusciti solo ad accendere la reazione, ma è già un importante passo in avanti: perché, fatti due calcoli, i ricercatori del Livermore hanno capito come riuscire a bilanciare la macchina e a fare in modo che la reazione nucleare possa autoalimentarsi e possa poi cominciare a produrre più energia di quella che consuma. Se negli Stati Uniti la macchina è già accesa, l’Europa è più indietro. ITER, il grande reattore a fusione nucleare che dovrebbe essere realizzato in Francia a Cadarache, è ancora in fase di allestimento. Anzi, al momento sono stati solo effettuati gli sbancamenti di terreno necessari per la realizzazione delle fondamenta della grande centrale, mentre i costi, ini-

di Emanuele Perugini


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zialmente fissati a circa 10 miliardi di euro, sono aumentati del 30% negli ultimi mesi a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime. Un aumento che ha messo in grande imbarazzo i governi europei che insieme agli Stati Uniti, alla Corea del Sud, alla Cina, alla Russia e al Giappone partecipano al progetto. Se i progetti di ricerca legati alla fusione nucleare sono la punta di diamante del “rinascimento nucleare”, a dare sostanza a questa ventata di novità sono però i nuovi reattori nucleari. Quelli cioè che sfruttano l’altro tipo di reazione nucleare conosciuta: la fissione degli atomi di uranio. Si tratta dei reattori tradizionali, dello stesso tipo di quello costruito nel 1942 a Chicago da Enrico Fermi e che proprio nell’ultimo decennio hanno conosciuto un formidabile sviluppo tecnologico, al punto che ormai si parla apertamente di “reattori di terza generazione”. Non si tratta di evoluzioni di pura facciata, ma di cambiamenti sostanziali che riguardano non solo la sicurezza degli impianti, ma anche la loro efficienza e la loro taglia. A segnare profondamente l’evoluzione tecnologica dell’industria nucleare sono stati infatti i due incidenti di Three Mile Island (nel 1979 negli Stati Uniti) e di Chernobyl del 1986. Due

eventi che hanno bloccato la realizzazione di nuovi impianti nucleari prima negli Stati Uniti e poi in Europa. Soprattutto dopo Chernobyl, l’energia nucleare è stata vista da molti cittadini del vecchio continente come potenzialmente molto pericolosa, al punto che, per esempio in Italia, si è deciso di fermare tutti gli impianti già esistenti. Ora però a spingere più di tutto sul rilancio dell’energia atomica sono, paradossalmente, considerazioni di carattere ambientale, ma anche tecnologiche e in gran parte economiche e strategiche. L’energia atomica è infatti considerata un’importante fonte energetica a zero emissioni e come tale il suo impiego è, per molti, indispensabile se si vogliono limitare le emissioni di gas serra e allo stesso tempo garantire il fabbisogno crescente di energia. Lo sanno gli analisti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, gli scienziati che fanno riferimento all’IPCC – l’organismo delle Nazioni Unite che studia il riscaldamento globale – e i deputati europei, che a larga maggioranza hanno approvato nei mesi scorsi una risoluzione a favore del nucleare per la lotta ai cambiamenti climatici. Secondo i dati presentati nel World Energy Outlook 2008, il rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, nel 2030 il fabbiso-


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Le tecnologie del nuovo nucleare

gno energetico potrebbe aumentare del 50% rispetto ai livelli attuali e i combustibili fossili potrebbero ricoprire ancora una posizione dominante. A guidare la spinta all’insù dei consumi sono i paesi asiatici, in particolare Cina e India. Le conseguenze per il clima potrebbero essere drammatiche: le emissioni di CO2 potrebbero aumentare del 57%, da 27 gigatonnellate nel 2005 a 42 nel 2030. Di fronte a questi scenari, gli obiettivi del Protocollo di Kyoto, che scade nel 2012, e del dopo-Kyoto sembrano davvero poco realistici. Almeno se non si tiene conto del contributo potenziale derivante dall’energia nucleare. Non a caso, la maggior parte dei 55 nuovi impianti nucleari è in corso di realizzazione in Cina (23) e in India (5). In Europa e negli Stati Uniti però la scelta di tornare al nucleare è legata anche a considerazioni di carattere tecnologico ed economico, oltre che ambientale. Anche perché in Europa il parco centrali – non solo nucleari, ma anche quelle alimentate a combustibili fossili – sta invecchiando, con una percentuale di impianti con più di 20 anni di esercizio superiore all’80% che devono quindi essere sostituiti entro i prossimi 10 anni. Sono stati questi fattori a definire l’identikit dei reattori di terza generazione: macchine più gran-

di e quindi più efficienti in grado di minimizzare l’impatto ambientale (un solo grande reattore di più di 1000 Megawatt di potenza invece di due o tre delle dimensioni di quelli tradizionali da 500-600 Megawatt) e soprattutto più sicure con più di quattro sistemi di sicurezza indipendenti e con una forte attenzione al rafforzamento delle barriere di contenimento intorno al reattore per impedire eventuali fughe di materiale radioattivo verso l’esterno. Ad essere arrivati per primi alla realizzazione di questa nuova generazione di reattori nucleari sono stati i francesi di AREVA con il loro EPR (European Pressurized Reactor) e i nippo-americani di Westinghouse-Toshiba con il reattore Ap1000, la statunitense General Electric con il reattore ABWR (Advanced Boiling Water Reactor) e con la sua versione più evoluta (l’EBWR, Experimental Boiling Water Reactor) e i canadesi con la nuova versione del reattore CANDU (Canadian Deuterium Uranium). La principale differenza tra i reattori europei e quelli americani è nel sistema di sicurezza. Gli EPR francesi (gli stessi che saranno istallati nelle nuove centrali nucleari italiane) puntano sulla ridondanza dei sistemi e sul contenimento. Nei reattori americani invece si punta su sistemi di sicurezza passivi, che entrano cioè in azione an-


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che senza l’intervento diretto degli operatori. Completamente diverso è invece il rettore canadese CANDU che oltre a essere raffreddato con acqua pesante, è anche in grado di usare combustibili diversi dall’uranio, come per esempio il torio. Si tratta di un combustibile molto più diffuso in natura dell’uranio, su cui non solo il Canada, ma anche l’India e ora forse anche gli Stati Uniti, vorrebbero puntare per alimentare i nuovi reattori. Attualmente, tra tutti i reattori di terza generazione, solo l’ABWR di General Electric è stato ultimato ed è operativo in una centrale giapponese da ormai più di cinque anni. Gli EPR sono ancora in costruzione a Flamanville in Francia – dove è presente anche Enel – e a Olkiluoto in Finlandia. I primi rettori Ap1000 sono invece in fase di costruzione in Cina. Se la terza generazione è arrivata ora sul mercato e le prime centrali cominciano a essere costruite, nei laboratori e nei centri di ricerca si è già al

lavoro su sistemi ancora più avanzati come, per esempio, il reattore PBMR (Pebble Bed Modular Reactor) che sarà costruito in Sudafrica, mentre altri programmi di reattori di questa classe, come il reattore IRIS (International Reactor Innovative and Secure) dovrebbero vedere la luce entro il 2015. Sullo sfondo poi ci sono i reattori di quarta generazione. «Sono sei tipologie di reattori (a gas ad alta temperatura, a sodio, a piombo, a sali fusi, ad acqua supercritica e a gas veloce) che dovrebbero dare risposte decisive in termini di sicurezza, economicità, non proliferazione (dovrebbero rendere molto difficoltosa l'estrazione del plutonio) e combustibile: sono soprattutto reattori a neutroni veloci, che produrranno più combustibile rispetto a quello che bruciano e che potranno anche bruciare i rifiuti nucleari, riducendo molto la vita degli stessi e la loro pericolosità; alcuni di questi potranno anche essere utilizzati per produrre idrogeno», spiega Marco Ricotti, ingegnere del Politecnico di Milano.


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Le tecnologie del nuovo nucleare

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È proprio in questo specifico settore, e cioè nello sviluppo tecnologico e industriale, che si apre una finestra di opportunità per la ricerca e l’industria del nostro paese. E non siamo messi male, anzi: i nostri ricercatori – quelli che lavorano nelle università, ma anche quelli che operano nelle aziende – sono infatti riusciti a partecipare ad almeno due progetti in fase di sviluppo: IRIS ed ELSY (European Lead-cooled System). Nei pochi atenei dove ancora sono attivi corsi di ingegneria nucleare (politecnici di Milano e Torino e le università di Pisa, Roma e Palermo), la ricerca infatti non si è fermata. «Fa davvero un certo effetto sentir dire che in Italia abbiamo perso le competenze nel settore nucleare. Noi lavoriamo su tutti i principali programmi di ricerca nucleare in Europa e nel mondo», dice Giuseppe Forasassi, dell’Università di Pisa, presidente del CIRTEN, il consorzio interuniversitario per la ricerca e la tecnologia sull’energia nucleare. Lo sanno bene le aziende del nostro paese, che sono tornate ad assumere ricercatori italiani, so-

prattutto neo-ingegneri freschi di laurea. In pratica, dietro ciascuno dei nuovi reattori nucleari in fase avanzata di progettazione c’è lo zampino dei ricercatori italiani. Nel caso di IRIS, l’Italia si appresta a realizzare le prove di sicurezza per il reattore presso i laboratori sperimentali della SIET di Piacenza (prove indispensabili per ottenere la licenza alla costruzione) e fornisce un contributo fondamentale allo sviluppo del progetto (partners italiani: ENEA, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Università di Pisa, Ansaldo Nucleare, Ansaldo Camozzi). Infine c’è ELSY, che è un programma di ricerca internazionale finanziato dall’Unione Europea per la realizzazione di un reattore veloce raffreddato a piombo. In questo caso il nostro paese è capofila del progetto con una cordata composta da Ansaldo Nucleare, CIRTEN (il consorzio di cui fanno parte i politecnici di Milano e Torino, e le università di Roma, Pisa e Palermo), DelFungo Giera Energia ed ENEA.


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Intervista a Carlo Bernardini

Atomi e neuroni: una miscela virtuosa contro la CO2

di Carlo Falciola e Manuela Lehnus

Le riflessioni di Carlo Bernardini, uno dei più noti fisici italiani, sulla realtà energetica del nostro paese e sulle prospettive del ritorno al nucleare.

L’energia che arriva nelle case degli europei proviene da un mix di risorse che, mediamente, è costituito dal carbone per il 28%, dal gas per il 22%, dal nucleare per il 16%, dalle energie rinnovabili per il 27% (di cui il 15% deriva dall’energia idroelettrica) e dall’olio combustibile soltanto per il 7%. In realtà questo scenario è profondamente diverso da un paese all’altro, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra l’utilizzo dei combustibili fossili e l’impiego dell’energia atomica. Ci sono nazioni come il Belgio, in cui la componente nucleare tocca quasi il 54%, o come la Francia, dove supera addirittura il 76%.

La situazione globale ci indica che questa risorsa energetica è in fase di espansione: le centrali attualmente installate sono 437, ma quelle in costruzione sono addirittura 55. «Gli Stati Uniti contano oltre 100 impianti, ma ci sono paesi molto più piccoli, come la Francia o il Giappone, dove sono operative rispettivamente 58 e 54 centrali», precisa Carlo Bernardini, tra i più noti fisici italiani e Professore Emerito all’Università La Sapienza di Roma. «Inoltre, basta guardare a Oriente per comprendere quanto questa risorsa energetica stia diventando un elemento chiave dello sviluppo di molte

nazioni. Tra gli impianti che stanno per essere realizzati ce ne sono, infatti, cinque in India, sei in Corea del Sud, otto nella Federazione Russa e ben 23 in Cina. Oggi sappiamo che il nucleare è attualmente l’unica soluzione in grado di offrire un’elevata disponibilità di energia elettrica a zero emissioni di CO2, quindi il suo utilizzo non andrebbe ampliato solo nei paesi in piena espansione industriale, ma in tutti quelli che ancora la impiegano in maniera marginale. Così si potrebbe dare un importante contributo alla riduzione globale delle emissioni». Un altro fattore rilevante è quello economico. Se da un lato è vero


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che il costo di realizzazione di un impianto nucleare può arrivare al doppio di uno tradizionale, anche la sua vita operativa può essere di due volte superiore, e raggiungere anche i 50 anni. Per quanto riguarda poi il prezzo dell’elettricità destinata all’industria, i dati sono eclatanti: in Francia costa praticamente la metà rispetto al nostro paese (mentre il livello di emissioni, rapportato alla popolazione, supera quello francese del 30%). E non è un caso. In Italia l’energia è fornita per il 73% da centrali che bruciano combustibili fossili (di cui il 66,3% gas naturale, il 16,5% carbone, il 7,4% prodotti petroliferi e il 7,6% altri combustibili), per il 16% da fonti rinnovabili (di cui il 13% proviene da centrali idroelettriche) e per l’11% viene importata, principalmente dalla Francia e dalla Svizzera. In sostanza, sommando l’energia e le fonti primarie di provenienza straniera, dipendiamo dall’estero per oltre l’80% dei consumi elettrici. Da questo scenario, il nucleare è completamente

assente. Si tratta di un paradosso se pensiamo che la maggior parte dell’energia francese che consumiamo (85%) è prodotta da impianti atomici, che la prima centrale nucleare italiana (quella di Latina) è diventata operativa nel 1963 e che soltanto tre anni dopo il nostro paese era diventato il terzo produttore al mondo di energia nucleare, dopo Stati Uniti e Gran Bretagna. «Il referendum del 1987, profondamente segnato dall’incidente avvenuto a Chernobyl nel 1986, ha di fatto bloccato lo sviluppo di questa fonte energetica in Italia», commenta Carlo Bernardini. «Questo gravissimo episodio in realtà è accaduto in un impianto che impiegava una tecnologia sovietica considerata già all’epoca superata, molto meno sicura e il cui impiego non era nemmeno permesso in Occidente. Inoltre, nello scatenarsi degli eventi, ebbe un ruolo fondamentale l’imperizia e la sconsideratezza di alcuni dei tecnici e dei supervisori. A eccezione di alcuni modelli obsoleti ancora in funzione nell’Ex Unione Sovietica e desti-

nati allo smantellamento, le tecnologie impiegate negli impianti in funzione non contemplano la possibilità che si verifichi un simile incidente». Attualmente le centrali nucleari più avanzate, tra quelle in fase di realizzazione, appartengono a quella che viene definita la “terza generazione”, che offre il meglio dal punto di vista dell’ottimizzazione del calore prodotto dal reattore e delle strategie per la sicurezza. In Francia e in Finlandia saranno costruiti due impianti di questo genere, basati sulla tecnologia francese EPR (European Pressurized Reactor), che sviluppa una potenza di 1600 megawatt. «In una prospettiva di ritorno del nucleare in Italia», precisa Carlo Bernardini, «la realtà francese per noi potrebbe essere uno dei riferimenti migliori, sia dal punto di vista della qualità delle tecnologie utilizzate, sia dell’ampia esperienza maturata in questo settore. Inoltre, ci sono ottimi rapporti consolidati nel tempo». Non a caso, nella realizzazione della centrale di Flamanville, in Normandia,


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Atomi e neuroni: una miscela virtuosa contro la CO2

Negli Stati Uniti, l’Argonne National Laboratory e l’Idaho National Laboratory stanno collaborando a un innovativo progetto di ricerca per il riciclo e il riprocessamento del combustibile nucleare esaurito.

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è coinvolta anche l’Italia, con la partecipazione dell’Enel al progetto, nel contesto di una più ampia intesa di cooperazione energetica con il gruppo EDF Électricité de France, il maggiore produttore di energia francese. Un recente accordo italo-francese prevede, tra l’altro, l’impegno a sviluppare quattro unità EPR in Italia, una volta che il rientro del nucleare nel nostro paese sarà una realtà e che verranno completati tutti gli adempimenti legislativi necessari. «La realizzazione di quattro centrali ci permetterebbe di riequilibrare il nostro scenario energetico rispetto alla media europea, di ridurre le emissioni di CO2 e, al contempo, di diminuire il costo dell’energia». Per il futuro, molte speranze vengono riposte nella tecnologia della fusione nucleare, che unisce il vantaggio di un’altissima efficienza energetica con l’assenza di scorie pericolose. Questa soluzione, però, non sarà disponibile prima del 2050. «Quella della fusione è davvero una grande sfida. Occorre rag-

giungere temperature vicine a quelle solari e, quindi, costruire dei sistemi di contenimento e di raffreddamento estremamente complessi, che siano in grado di controllare le enormi quantità di radiazioni elettromagnetiche emesse. Mi sembra che il 2050 sia una data perfino ottimistica». Come per i combustibili fossili, uno dei temi centrali per lo sviluppo dell’energia nucleare è l’effettiva disponibilità delle riserve di “carburante”, ovvero di uranio. «Le stime più ragionevoli prevedono che, sulla base delle riserve identificate e con la tecnologia attuale, avremo a disposizione uranio per circa 200 anni», racconta ancora Bernardini. «La ricerca ci sta però aprendo scenari molto promettenti. Ad esempio, in Giappone è stato messo a punto un sistema per estrarre l’uranio naturalmente presente nell’acqua di mare in minuscole percentuali. Si tratta di un procedimento lentissimo, basato sulle capacità di assorbimento di alcune plastiche speciali, e che consente di ricavare tre milligrammi per ogni tonnellata d’acqua,

senza arrecare danni all’ambiente. L’impianto attualmente in funzione è già in grado di produrre, in un anno, l’uranio necessario ad alimentare una centrale da 1000 megawatt». Come in tutti i settori dell’energia, anche per il nucleare – secondo Bernardini – la ricerca ha un ruolo chiave. «In questo campo il nostro paese ha una tradizione di primissimo piano, che nonostante l’abbandono dell’applicazione di queste tecnologie sul nostro territorio si è mantenuta viva a livello accademico. Oggi però per un effettivo rilancio ha bisogno di nuove energie economiche e intellettuali. Le nostre speranze e risorse andrebbero investite sui ricercatori e tecnici italiani, che spesso si trovano costretti a maturare la loro esperienza nella realizzazione di impianti all’estero. È proprio l’entusiasmo e la competenza di questi giovani che andrebbe valorizzata al massimo per il futuro del nostro paese e impiegata nella messa a punto di sistemi di produzione dell’energia sempre più efficienti e sicuri per l’uomo e l’ambiente».


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Nucleare: un’energia sempre più sicura

di Antonio Moccaldi

Le attuali tecnologie per la sicurezza degli impianti nucleari e la gestione delle scorie radioattive, e le ricerche che porteranno ulteriori miglioramenti nei prossimi decenni, con i reattori di quarta generazione.

Perché oggi c’è un significativo ritorno al nucleare nel mondo? Basta una semplice riflessione: per produrre un megawatt di potenza elettrica occorre “bruciare” in un giorno circa un grammo di U235, oppure 2,9 tonnellate di carbone, ovvero due tonnellate di petrolio. In un mondo, pertanto, con una richiesta sempre più crescente di energia, soprattutto nei paesi in forte sviluppo, questa semplice riflessione giustifica di per sé il ritorno al nucleare sia in termini economici che geopolitici, nonché per l’accresciuta sensibilità verso i problemi di tutela dell’ambiente e della salute dell’uomo, creati dall’attuale sistema di produzione energetica. Ma, a distanza di circa 25 anni dall’incidente di Chernobyl, cosa è cambiato in quello che è stato sempre considerato dall’opinione pubblica il “tallone d’Achille” del nucleare, ai fini di una serena e consapevole accettazione di questa forma di produzione di energia? E cioè a che punto è il problema della sicurezza degli impianti nucleari e, soprattutto, il problema della gestione delle scorie radioattive? I reattori che i paesi più evoluti si accingono a realizzare, chiamati di “terza generazione avanzata”, sono progettati per una vita utile di circa 60 anni, con elevatissimi livelli di sicurezza, grazie a una serie di sistemi sia attivi che passivi ridondanti, con strutture di contenimento di mas-

sima resistenza e sistemi (quattro, in serie) che assicurano il “raffreddamento” in qualsiasi situazione (terremoti, caduta di aerei, ecc.). Questo elevatissimo livello di sicurezza raggiunto oggi, e che sarà ancora più raffinato nei reattori di cosiddetta “quarta generazione”, è stato ottenuto anche grazie all’esperienza di esercizio dei reattori finora installati nel mondo (oggi ne sono in funzione 437, che assicurano il 15% del totale dell’elettricità prodotta). In particolare, aver sviluppato soluzioni impiantistiche sempre più sicure è dovuto anche al fatto di aver concentrato lo sforzo su un numero limitato di tipologie. Tutto ciò ha consentito a un famoso scienziato medico di livello internazionale di asserire che «non avrebbe nessuna remora ad abitare a fianco di un impianto nucleare». Certamente oggi, in generale, si va lentamente affermando nella pubblica opinione il concetto che l’energia nucleare è, tutto sommato, un sistema di produzione di energia non solo sicura, ma anche non inquinante, e che, nei riguardi dell’effetto serra, essa può ridurre il fenomeno del riscaldamento globale, nonché dei cambiamenti climatici. Il nucleare, in sostanza, anche agli occhi dei più intransigenti ambientalisti (Moore, Brand, Tindale, Smith) appare come una delle possibili e necessarie fonti di energia (anche se ovviamente non l’unica), complessiva-


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mente meno pericolosa e dannosa rispetto alle fonti di energia derivanti dal combustibile fossile. Ciò discende non solo, come già detto, dall’accresciuta e raffinata ridondanza di sicurezza nella costruzione e gestione degli impianti nucleari, ma anche da un diverso approccio, dovuto alle conoscenze sviluppatesi in questi ultimi 25 anni, relativamente alla gestione dei rifiuti radioattivi che si producono nelle centrali. Oggi le scorie e il loro ciclo sono sostanzialmente gestibili in perfetta sicurezza, sia perché la loro quantità in termini di volume è ridotta notevolmente (ad esempio, in 60 anni di funzionamento di centrali nucleari, secondo il nuovo piano nucleare italiano, pari a 13.000 MWe, si produrrebbero rifiuti ad alta attività in quantità pari a un cubo di 20 metri di lato), ma soprattutto perché la gestione del combustibile esaurito è migliorata notevolmente in termini di processo. Ad esempio, lo stoccaggio del combustibile nell’impianto stesso, per un certo periodo di tempo, sarà superiore agli attuali 10 anni e consentirà, oltre che eliminare pressoché completamente i rifiuti a bassa attività, di allungare i tempi per il trasferimento successivo (con sistemi di condizionamento già disponibili quali la vetrificazione) nei depositi finali, di tipo geologico (ad esempio quello in costruzione in Fin-

landia), quali miniere di salgemma profonde, ad altissima stabilità sismica e bassissima umidità atmosferica, necessarie per il mantenimento nel tempo dell’integrità dei contenitori di rifiuti. Ma la vera novità dei prossimi anni sarà la possibilità di “bruciare” direttamente i rifiuti ad alta attività (attinidi) nei reattori di quarta generazione, che si andranno a realizzare nei prossimi decenni (a partire dal 2040), consentendo in tal modo la soluzione pressoché definitiva del problema delle scorie radioattive, trasformando cioè un possibile rischio in una concreta opportunità di avere a disposizione ulteriore combustibile per produrre energia. Ciò è dovuto alla separazione dei radionuclidi, con tempi di dimezzamento dell’ordine di centinaia di migliaia di anni, dagli altri a vita media molto più bassa, e al riciclo degli stessi come combustibili nei nuovi reattori, trasmutandoli, di fatto, in radionuclidi con tempo di decadimento molto più breve, e riducendo così pressoché totalmente il problema di avere la presenza nel tempo di radioattività a vita media molto lunga seppure ben confinata in depositi altamente sicuri. E ciò in attesa che la fusione nucleare o il ciclo dell’idrogeno ci aprano in futuro strade alternative a tutte le attuali forme di produzione di energia, con sempre minori impatti per l’ambiente e per l’uomo.


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Everyday life La vita quotidiana nei dintorni delle centrali nucleari in Gran Bretagna. Nel 2008, l’energia nucleare nel Regno Unito ha generato il 13,45% dell'energia elettrica prodotta in totale. Sono presenti nove centrali elettronucleari in funzione, che dispongono complessivamente di 19 reattori: una buona parte sta raggiungendo la fine del suo ciclo di vita ed è prevista, entro il 2025, la costruzione di 22 nuovi reattori nucleari di diversa capacitĂ in grado di rendere il Regno Unito autosufficiente dal punto di vista energetico, oltre che contribuire a rispettare gli obiettivi di riduzione di emissioni di anidride carbonica


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1,2,4 Centrale nucleare presso la cittĂ di Sizewell, nella contea di Suffolk, in Inghilterra

Centrale nucleare di Hunterston, nel North Ayrshire, in Scozia

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Sito nucleare di Sellafield, nella contea di Cumbria in Inghilterra

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Intervista a Vincenzo Balzani e Marco Ricotti

Nucleare sì, nucleare no? Favorevole o contrario al nucleare in Italia? Oxygen ha aperto le sue pagine al dibattito scientifico e ha posto la domanda, con la formula dell’“intervista doppia”, a Marco Ricotti (ordinario di Impianti nucleari al Politecnico di Milano) e Vincenzo Balzani (ordinario di Chimica all’Università di Bologna).


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Sei favorevole o contrario al nucleare?

Marco Ricotti: Non sono né

Vincenzo Balzani: Contrario.

favorevole, né contrario. Valuto pregi e difetti di ogni opzione. Sono portato a valorizzare i pregi e a lavorare per ridurre i difetti. Ciascuno deve informarsi e conoscere (correttamente) per poi prendere posizione. Nucleare? Anche.

La possibilità di convertire piccolissime quantità di massa in enormi quantità di energia è una delle più grandi scoperte scientifiche fatte dall’umanità. Nella pratica però questa tecnologia crea problemi molto più gravi di quelli che vorrebbe risolvere, sia a livello nazionale che globale.

Quanto costa una centrale nucleare?

Marco Ricotti: Troppo, se i

Vincenzo Balzani: Intanto

combustibili fossili costano molto poco e se costa molto farsi prestare il denaro per la costruzione. E anche se le regole per le autorizzazioni non sono chiare e i tempi burocratici lenti o incerti. Altrimenti, è certamente competitiva.

bisogna intendersi sul costo di “che cosa”. Per la costruzione di reattori nucleari in Canada, nel luglio scorso, il costo era di 10,8 miliardi di dollari per 1000 MW. Il costo per i depositi permanenti delle scorie è incalcolabile, perché questi depositi non si è riusciti a costruirli per ora in nessuna nazione. Anche il costo per lo smantellamento delle centrali che vengono chiuse è difficile da definire: questa operazione in Inghilterra viene rimandata di 100 anni.

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Il nucleare è più conveniente delle altre fonti energetiche?

Marco Ricotti: Dal punto

Vincenzo Balzani: No.

di vista economico, vale quanto detto prima: dipende. Se ad oggi diversi paesi e molti elettroproduttori stanno investendo sul nucleare, avranno fatto i loro conti. Dal punto di vista ambientale conviene almeno quanto le rinnovabili, perché non emette CO2. Dal punto di vista dello sviluppo industriale conviene.

Ad esempio, il modo più economico per produrre energia elettrica è l’eolico.


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Il nucleare permette di evitare la dipendenza dal petrolio e dalle fonti fossili?

L’energia nucleare ha il vantaggio di emettere pochi gas serra. Quale costo avrebbe convertire in nucleare la produzione energetica inquinante?

Marco Ricotti: Non è pensa-

Vincenzo Balzani: Per la co-

bile di convertire tutta la produzione energetica da fonte fossile, né in nucleare, né in rinnovabili. Certo una buona parte può essere convertita: in nucleare e in rinnovabili. Ad oggi, tra le due, il costo di produzione è a favore del nucleare.

struzione delle centrali, per estrarre, purificare e arricchire l’uranio, per sistemare le scorie e per smantellare gli impianti è necessaria una grande quantità di energia oggi ricavata dalle fonti fossili (“Energy Policy”, 2009, n. 37, pp. 50-56). L’energia elettrica dal nucleare produce meno gas serra di quella ottenuta dalle centrali a combustibili fossili, ma di più di quella ottenuta dall’energia eolica o solare.

Marco Ricotti: “Evitare”, no.

Vincenzo Balzani: No. Il nu-

“Ridurre”, anche sensibilmente, sì. Per ora, il nucleare serve solo a risparmiare le fonti fossili usate per produrre energia elettrica. Nel futuro (reattori di quarta generazione) potrebbe essere utilizzato anche per i trasporti, per produrre idrogeno e biocombustibili.

cleare produce solo energia elettrica, non combustibili. Ricordo anche che l’Italia non ha né miniere di uranio, né la complessa filiera per purificarlo e arricchirlo. Quindi partire col nucleare significherebbe aprire un altro fronte di dipendenza energetica dall’estero, cioè dalla Francia che a sua volta importa uranio da una sua ex-colonia ri-colonizzata: il Niger.

Le riserve di uranio sono davvero abbondanti? E quelle di petrolio davvero ridotte?

Marco Ricotti: A mio parere,

Vincenzo Balzani: Le riserve

esiste ed esisterà sempre più nel prossimo futuro, forse per qualche secolo a venire, solo un unico problema: il costo di approvvigionamento delle materie prime. Con i reattori di quarta generazione non avremo più il problema della disponibilità di uranio.

possono essere definite “ridotte” o “abbondanti” solo in base ai consumi. Un forte sviluppo mondiale del nucleare porterebbe a grossi problemi per l’approvvigionamento dell’uranio prima della fine dell’utilizzo (2060–2080) di nostre eventuali centrali.


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Nucleare sì, nucleare no?

Le centrali di quarta generazione e la fusione nucleare (i progetti ITER in Francia e NIF negli Stati Uniti) sono quasi realtà oppure sono un miraggio?

Circa il 12% dell’elettricità consumata in Italia viene importata, e in buona parte è di origine nucleare (proviene infatti da Francia, Svizzera e Slovenia, paesi che utilizzano l’energia nucleare). È meglio continuare a importare energia o dire sì al nucleare? Oppure quale altra soluzione?

Marco Ricotti: È ormai evi-

Vincenzo Balzani: “Le Mon-

dente a tutti la schizofrenia di una simile posizione, cioè dire sì all’elettricità nucleare e no alle centrali. Il nucleare è soprattutto una scelta strategica, tecnologica, commerciale di un intero Paese. Per ottenere il massimo vantaggio e garantire il massimo controllo, conviene realizzare un parco di reattori in casa. Se si vuole veramente usare il nucleare.

de” (17 novembre 2009) ci ha informato che la Francia, che ha 58 reattori nucleari, è costretta a importare (bilancio netto) energia elettrica: una notizia che dovrebbe far meditare. La soluzione è anzitutto risparmiare energia e usarla con maggiore efficienza, poi ottenerla da fonti rinnovabili. Studi molto seri dimostrano che di qui al 2020 l’Italia può (oltre che deve, in base alle direttive europee) ridurre i suoi consumi energetici del 20% e coprirne il 20% con energie rinnovabili.

Marco Ricotti: Non sono un

Vincenzo Balzani: Le centrali

miraggio, ma non sono ancora realtà – nel senso ingegneristico e industriale del termine. Sono ad oggi enormi sfide scientifiche e tecnologiche. È ragionevole pensare che le centrali di quarta generazione saranno disponibili, come impianti commerciali, prima di avere centrali elettriche basate su reattori a fusione. Ma alla fine saranno sempre i costi a fare la fortuna commerciale di una soluzione.

di IV generazione sono poco più che progetti. Altrimenti non si spiegherebbe perché, secondo i fautori del nucleare, dovremmo partire adesso con centrali di III generazione che, se entreranno in funzione nel 2020, dovranno essere utilizzate fino al 2060-2080. La fusione poi è un vero miraggio.

Il nucleare è sicuro o pericoloso?

Marco Ricotti: Ogni attività

Vincenzo Balzani: Sicuro, se

umana ha qualche grado di pericolosità, pur a livelli diversi. Anche il vivere in casa porta i suoi pericoli, per non parlare poi di prendere la macchina al mattino per recarsi al lavoro: statisticamente, queste attività hanno una pericolosità 10.000 volte maggiore rispetto al lavorare in una centrale nucleare o viverci nei pressi.

ci sono agenzie per la sicurezza serie e indipendenti come quelle di Francia e Finlandia, che recentemente hanno chiesto drastiche modifiche nei sistemi di controllo del reattore francese AREVA (del tipo di quelli che noi dovremmo acquistare) in costruzione in Finlandia, nonostante che i lavori siano indietro di 3,5 anni e i costi superiori di 1,7 miliardi di euro rispetto a quelli previsti. In Italia, l’agenzia per la sicurezza non c’è e bisognerà vedere se sarà indipendente.

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E la questione dei pericoli connessi all’uso bellico del nucleare e agli atti terroristici?

Marco Ricotti: Il nucleare

Vincenzo Balzani: Indubbia-

bellico è decisamente separato dal nucleare commerciale. I controlli dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica sono molto rigorosi e continui. Purtroppo i terroristi hanno a disposizione obiettivi più vulnerabili delle centrali nucleari. È difficile danneggiare seriamente un reattore dall’esterno.

mente è un grosso problema, perché la tecnologia è la stessa per nucleare civile e bellico (“Science”, febbraio 2007, 9, 791). Più che gli atti terroristici verso le centrali, sono da temere atti terroristici fatti con materiali radioattivi, di cui c’è già un pericoloso contrabbando (“Global Security Newswire”, maggio 2009, 15).

La presenza delle centrali nucleari induce inquinamento radioattivo nelle zone circostanti e quindi dei pericoli per chi le abita?

Marco Ricotti: Assolutamen-

Vincenzo Balzani: Non credo

te no. Il livello di radioattività nell’aria, nell’acqua, nel terreno, nella flora delle zone attorno alle centrali è costantemente controllato dalle autorità di sicurezza.

sia il problema più importante se il tutto è governato da un’agenzia per la sicurezza indipendente e qualificata.

Quali sono i metodi di stoccaggio e gestione dei diversi tipi di scorie? E i costi? I depositi geologici in profondità nel sottosuolo sono una soluzione efficace al problema delle scorie ad alta attività (con tempi di decadimento di migliaia di anni)?

Marco Ricotti: Stoccaggio in

Vincenzo Balzani: Per la si-

depositi superficiali controllati, per oltre 100 anni, per le scorie di bassa e media radioattività (inclusa la mole di rifiuti industriali e medicali radioattivi), che al termine possono essere trattate come rifiuto comune. Svezia, Finlandia e altre nazioni reputano sicuro lo stoccaggio nel sottosuolo delle scorie ad alta radioattività: altri paesi stanno pensando di imitare questa scelta. Questa soluzione è un fatto. In futuro, potremo decidere di bruciare le scorie pericolose con i reattori di quarta generazione, riducendone pericolosità e vita. E non dimentichiamoci dei rifiuti tossico-nocivi convenzionali, che non decadono e sono 20.000 volte di più.

stemazione delle scorie ad alta radioattività, pericolose per decine e centinaia di migliaia di anni, l’unica proposta è quella di depositi permanenti sotterranei. Di fatto, un tentativo in questo senso portato avanti per 30 anni negli USA è fallito e le scorie rimangono sui piazzali delle centrali (“Chemical & Engineering News”, 23 marzo 2009, p. 35).


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Nucleare sì, nucleare no?

Qual è l’argomentazione più efficace sostenuta da chi è di opinione opposta alla tua?

Marco Ricotti: Un compren-

sibile dubbio circa la reale capacità italiana di saper gestire un sistema complesso come quello nucleare. Ma l’Italia negli anni Sessanta è stata capace di raggiungere le prime posizioni internazionali in questa tecnologia.

Vincenzo Balzani: Che l’energia nucleare è in forte sviluppo in tutto il mondo e che quindi non si capisce perché non si dovrebbe sviluppare in Italia. In realtà, lo sviluppo dell’energia nucleare è finito 20 anni fa e ora è in declino. L’energia elettrica prodotta col nucleare nel mondo è diminuita di 60 TWh dal 2006 al 2008. L’energia nucleare non è competitiva in un regime di libero mercato.

Qual è il tuo personale slogan pro/contro il nucleare?

Marco Ricotti: Se c’è un tema

Vincenzo Balzani: L’opzione

che non può e non deve essere trattato con slogan, è proprio il nucleare… Non ripetiamo gli errori del passato.

nucleare, a causa dei lunghi tempi per il rilascio dei permessi e l’individuazione dei siti (3-5 anni), la costruzione delle centrali (5-10 anni), il periodo di funzionamento per ammortizzare gli impianti (40-60 anni), i tempi per lo smantellamento alla fine dell’operatività (100 anni) e la radioattività del combustibile esausto (decine di migliaia di anni) è una scommessa con il futuro il cui rischio è difficilmente valutabile in termini non solo economici, ma anche sociali.

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Qual è l’energia del futuro?

Marco Ricotti: Non esiste

Vincenzo Balzani: L’energia

“LA” energia del futuro. Il problema energetico è molto complesso e si può risolvere solo sfruttando e valorizzando tutte le caratteristiche positive di ogni fonte energetica (fossile, rinnovabile, nucleare), riducendo al massimo gli effetti negativi (che esistono in ogni fonte energetica – nessuna fonte è assolutamente “pulita”).

solare: abbondante (la Terra riceve dal Sole in un’ora una quantità di energia pari a quella che l’umanità consuma in un anno), inesauribile (il Sole brillerà per 4,5 miliardi di anni), ben distribuita su tutta la Terra. L’Italia non ha petrolio, non ha metano, non ha carbone e non ha uranio. Ma ha tanto sole. Sviluppando industrie per la costruzione di pannelli fotovoltaici, anziché centrali nucleari, si potrebbero abbassare i costi e generare molti posti di lavoro. Il nostro compito è quello di incominciare a utilizzare meglio l’energia solare, come già fanno molti paesi che hanno meno sole di noi.


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Italiani e nucleare: «Apertura crescente»

di Monica Fabris e Albino Claudio Bosio

Una recente ricerca descrive il rapporto tra gli italiani e il nucleare, andando ben oltre la consueta dicotomia “favorevoli/contrari”: un orientamento più pragmatico che in passato e un dibattito che si attiva dal basso possono «costituire un terreno fertile per promuovere una cultura della condivisione e della partecipazione costruttiva, e non solo della mobilitazione oppositiva».

La discussione sul ritorno all’energia nucleare in Italia ha recentemente riavviato la costruzione di un’opinione pubblica sul tema, dopo che – a partire dal referendum dell’87 – di energia nucleare in Italia, semplicemente, non si è più parlato. Per anni, infatti, si è assistito a un vero e proprio “black out” e a una rimozione del nucleare come oggetto del discorso sociale: una sorta di cancellazione mentale che ha favorito l’oblio collettivo. Oggi, che di nucleare si torna a parlare, ci troviamo a dover fare i conti con questo vuoto nel processo di ricostruzione di un’opinione pubblica sul tema. Anche per questi motivi risulta di rilevanza fondamentale l’iniziativa di ricerca promossa da Enel, che ha coinvolto un team di autorevoli istituti di ricerca in un laboratorio di studio sullo stato dell’arte del nucleare in Italia: GPF, GfK-Eurisko, Euromedia e Istituto Piepoli. Questo lavoro ha evidenziato un’apertura cre-

scente nei confronti del nucleare da parte dell’opinione pubblica italiana: l’atteggiamento prevalente è ancora critico, ma meno rigido che in passato. Questa maggior disponibilità è legata all’affermazione di un orientamento culturale pragmatico, che porta a guardare alla questione energetica in modo meno emotivo e ideologizzato e più responsabile che in passato: la volontà di mantenere il benessere acquisito, che pure convive con nuovi stili di vita più consapevoli, soprattutto sul fronte dell'impatto ambientale, porta a prendere in considerazione tutte le fonti energetiche, senza esclusioni pregiudiziali, e a valutarle oggettivamente, in base al rapporto costi/benefici. È convinzione sempre più condivisa che la soluzione del problema energetico possa giungere dall’incremento della diversificazione delle fonti, oltre che naturalmente dal risparmio energetico. Il concetto di “mix energetico” spiana la


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Le considerazioni che lavorano a favore del nucleare fanno riferimento al fabbisogno di energia a basso costo (lo sostiene il 40% della popolazione italiana), a una maggiore abbondanza e certezza degli approvvigionamenti, oltre che a una maggiore autonomia del paese (37%), ma anche al rispetto dell’ambiente (29%) e allo sviluppo economico (28%); infine, al fatto che l’Italia è inserita geograficamente in un’area in cui ci sono già altre centrali (22%).

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strada al nucleare, perché lo rende complementare e non antagonistico alle rinnovabili: si attenua così quel circolo vizioso che vedeva nello sviluppo del nucleare e negli investimenti richiesti dalla costruzione delle centrali un freno allo sviluppo delle energie verdi e che rendeva – e in parte rende ancora – il nucleare inviso agli ambientalisti. Le considerazioni che lavorano a favore dell’accettazione del nucleare e della costruzione di centrali nucleari fanno riferimento al fabbisogno di energia a basso costo (lo sostiene il 40% della popolazione italiana), a una maggiore abbondanza e certezza degli approvvigionamenti, oltre che a una maggiore autonomia del paese (37%), ma anche al rispetto dell’ambiente (29%) e allo sviluppo economico (28%); infine, al fatto che l’Italia è inserita geograficamente in un’area in cui ci sono già altre centrali (22%). Tra questi argomenti, l’ecosostenibilità del nucleare, il suo contributo alla riduzione delle emissioni di CO2 e dunque all’inversione del fenomeno del climate change, di cui sono indicate come responsabili principali le fonti fossili, può rappresentare il driver trasversale di sostegno al nucleare, anche se ancora poco sedimentato nell'opinione pubblica. Il nucleare viene dunque inserito in un nuovo frame di modernizzazione del paese: è visto come opportunità di riscatto, di recupero del divario che ci separa dagli altri paesi industrializzati. Quali sono dunque le problematiche che ancora investono il nucleare? Allo stato attuale, le barriere più forti sono legate al problema della “sicurezza” e sono costituite dai temi dello “smaltimento delle scorie” (indicato dal 67% degli intervistati), oltre che della “gestione delle centrali”. A queste preoccupazioni si aggiungono quelle dovute alla sfiducia degli italiani nei confronti delle istituzioni e alla percezione di una generale scarsa legalità e trasparenza nel

nostro Paese. Tale aspetto genera il timore di una possibile “gestione all’italiana”, cioè “pressappochista” e clientelare, e quindi poco affidabile e credibile. La prossimità fisica al fenomeno, e cioè la possibile vicinanza a una centrale, rappresenta un’altra variabile decisiva nella generazione del dissenso. Il “nimbysmo”, sostenuto dal localismo radicato nel nostro paese, è un fenomeno difficile da arginare, perché alimentato dal senso di appartenenza, dall’amore per la propria terra. Le indagini dimostrano tuttavia che per la maggioranza della popolazione le resistenze nei confronti del nucleare non generano un dissenso netto, ma convivono con le considerazioni a favore. L’incertezza rappresenta infatti la posizione dominante, in cui rientra il 55% della popolazione. Va inoltre sottolineata la forte connotazione socioculturale dell'intera tematica in esame. La disponibilità al nucleare risulta sempre correlata all’area della modernità: i soggetti più favorevoli al nucleare (circa il 15%) sono in prevalenza uomini giovani o giovani adulti, che dimostrano una marcata proiezione verso il futuro: si comprende dunque come il “mantenimento dello stile di vita attuale” possa costituire per questo target il driver primario di adesione al progetto nucleare. Anche tra gli incerti la parte più aperta al confronto è associata alla modernità, ma è costituita da soggetti più evoluti, colti e informati che dimostrano una maggior sensibilità sociale e apertura cosmopolita. Il nucleare per loro rappresenta una scelta di convenienza individuale e di responsabilità sociale. Esiste inoltre un’incertezza di natura più emotiva e irrazionale, sostenuta da paure che si ancorano ai ricordi dei disastri del passato ed è propria dei soggetti più anziani e socioculturalmente arretrati, che necessitano di forte rassicurazione. Anche il dissenso radicale (30% della popolazione) proviene da soggetti più tradizionali, e si connota in ter-


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mini di contrapposizione ai consumi e diffidenza nei confronti della cultura industriale e postindustriale. Ne risulta che la questione nucleare rappresenta una buona cartina di tornasole dell’evoluzione della società italiana, a metà strada tra forti tensioni riformatrici e di innovazione e fattori di resistenza al cambiamento. Il ripensamento del mix energetico del nostro Paese e l’inclusione in esso del nucleare si accompagna a una visione sociale e all’elaborazione di nuovi stili di vita e forme del pensiero. Un’onda lunga nella direzione dell’evoluzione

tecnologica e della sostenibilità, in cui si confrontano le istanze dell’individualismo e degli interessi particolaristici con quelle della sensibilità al bene comune e alla collettività. Il dibattito stesso che si attiva dal basso su questo tema contribuisce ad alimentare questo confronto, producendo sintesi più equilibrate e in generale un clima di pluralismo e rispetto reciproco. Questo dibattito può costituire dunque un terreno fertile per promuovere una cultura della condivisione e della partecipazione costruttiva, e non solo della mobilitazione oppositiva.


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Informazione, antidoto alla paura Dalla paura del nucleare all’opposizione verso le biotecnologie in campo alimentare, fino alla psicosi dell’influenza aviaria: che ruolo ha la percezione di rischi e benefici nella formazione dell’opinione pubblica? Come influiscono i media e l’informazione nella costruzione del consenso? Quanto conta il coinvolgimento nel processo decisionale?

di Ilaria Catastini e Viviana Poletti


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«Le occasioni di avere paura sono una delle poche cose che non scarseggiano in questi nostri tempi tristemente poveri di certezze, garanzie e sicurezza», afferma Zygmunt Baumann nel suo saggio Paura liquida. Il crescere della dimensione dell’incertezza che caratterizza oggi la nostra società alimenta nuove dinamiche della percezione collettiva del rischio. I rischi sono sempre più ignoti, globali, al di là del nostro controllo e della nostra azione. Oggi i media – sia quelli tradizionali, sia soprattutto i social media sul web – giocano un ruolo fondamentale nei fenomeni relativi alla percezione collettiva di un rischio. Con quasi un italiano su due in rete, uno su tre attivo, 14 milioni di italiani iscritti a Facebook e una versione italiana di Wikipedia con ben 700.000 voci scritte volontariamente da migliaia di persone, la rete è un luogo di discussione di fondamentale importanza in ogni processo di costruzione di consenso e di comuni-

cazione su grandi temi. La velocità dell’informazione, specie attraverso Internet, fa sì che i tempi di propagazione delle paure collettive siano spesso molto più rapidi di quelli necessari all’informazione scientifica. In modo particolare quando alla propagazione della percezione del rischio è associata anche una componente emotiva legata a fattori culturali, affettivi ed etico-morali («In Gran Bretagna, le paure risalenti ai tempi bui della Guerra fredda ancora aleggiano sull’attuale dibattito sul nucleare e ostacolano ancora oggi la costruzione di una nuova generazione di impianti nucleari», dichiara Michael Zdanowski di Hill & Knowlton Londra). Gli aspetti culturali ed emozionali fanno sì che, come dichiarato nel 2003 da David Byrne, Commissario europeo per la salute e la tutela dei consumatori, «la reazione della collettività di fronte a problematiche connesse al rischio ha spesso poche relazioni con i fatti accertati, mentre appare sovente incoerente, se non addirittura completamente irrazionale».


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Il “caso” dell’influenza aviaria del 2005-2006 è emblematico: al ventilato rischio di una possibile pandemia originata dal virus H5N1 (mai esplosa), gli italiani reagirono con la più alta preoccupazione di ogni altro paese UE, come rilevato da una ricerca di Eurobarometro. A fronte di nessun pollo risultato infetto (solo un’anatra selvatica e qualche cigno), in pochi mesi il mercato avicolo italiano subì un crollo delle vendite con punte del 70% e un danno stimato di 800 milioni di euro, che mise in ginocchio il settore. Si scatenò una vera e propria “psicosi” e si registrarono comportamenti altamente irrazionali: alcuni direttori di negozio riportarono che i consumatori non si avvicinavano neanche ai banchi frigorifero per paura del contagio. Non sempre però i fenomeni legati alla percezione del rischio si basano su aspetti squisitamente irrazionali. È quanto emerge dallo studio americano GM foods and the misperception of risk perception di G. Gaskell, N. Allum, W. Wagner, N. Kronberger, H. Torgersen, J. Hampel e J. Bardes (2004). Gli autori, analizzando le ragioni dell’opposizione pubblica ai cibi geneticamente modificati (OGM), cercano di verificare l’ipotesi che quest’orientamento derivi più da una “mancata” percezione dei benefici che dalla percezione dei rischi, individuando un’interessante analogia con il caso del nucleare. Uno degli elementi che definiscono un’innovazione, o una nuova tecnologia, è la capacità di offrire benefici in maniera superiore a quanto al momento disponibile. Nell’accettazione di una determinata tecnologia, la percezione dei benefici sembra contare di più della percezione dei rischi: l’assunto è dimostrato dalla generale accettazione della biotecnologia per applicazioni in campo medico (finalizzate ad alleviare il dolore e curare malattie) e, al contrario, dall’opposizione alle applicazioni biotecnologiche in campo alimentare. In questo

secondo caso, infatti, non essendo percepiti vantaggi tangibili (il cibo è buono e disponibile anche ora), è la diffidenza a dominare. Quest’assunto è confermato anche dal professor Lorenzo Montali, ricercatore di psicologia sociale presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca: «Le applicazioni delle biotecnologie in campo medico non sono osteggiate dall’opinione pubblica: le persone ne individuano e comprendono i benefici e, pur consapevoli dei potenziali rischi, stabiliscono in linea di massima che vale la pena correrli e che la ricerca biotecnologica medica va sviluppata. In campo alimentare, l’atteggiamento è radicalmente diverso: le persone ritengono che le biotecnologie, almeno nei paesi occidentali, siano sostanzialmente inutili, e l’inutilità è una pre-condizione che porta allo sviluppo di un atteggiamento negativo». «Il tema della percezione pubblica della scienza, della tecnologia e del rischio è il tema della modernità: per la prima volta nella storia ci troviamo nella condizione di far decidere sullo sviluppo scientifico e tecnologico le persone, che non sono esperte di queste tematiche», prosegue Montali. Ma come fanno le persone a gestire questo potere? Qual è la competenza che devono avere per poter decidere se oggi, qui e ora apriamo una centrale nucleare, permettiamo la fecondazione assistita o sviluppiamo le biotecnologie? E quali le forme che soggetti economici privati e istituzioni pubbliche dovrebbero adottare per un corretto e responsabile processo di coinvolgimento e informazione degli stakeholder? In uno studio condotto negli Stati Uniti (intitolato Public Partecipation in Hazard Management: The Use of Citizen Panels in the U.S.), Ortwin Renn, Thomas Webler e Branden B. Johnson osservano come, tradizionalmente, tecnici ed esperti abbiano sempre guardato al coinvolgimento pubblico come a un’intrusione, seppur necessaria, nei processi decisionali. Spesso viene prima


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deciso come affrontare il problema e solo dopo viene informato il pubblico. Si tratta, per gli autori, di una strategia che non premia, per una serie di ragioni: i cittadini si sentono ingannati quando viene chiesta la loro partecipazione e apprendono che in realtà la decisione è già stata presa. Gli esperti spesso non conoscono le reali preoccupazioni dei cittadini, il territorio e il tessuto sociale; le argomentazioni usate per bilanciare i rischi con i benefici sono raramente convincenti per i cittadini. Informare il pubblico può aiutare a chiarire i problemi e le implicazioni, ma non risolve, secondo gli autori, i conflitti generati non dall’ignoranza, ma dalla divergenza degli interessi tra i soggetti coinvolti (industria, decisori, stakeholder e cittadinanza). I tentativi di proporre compensazioni per i cittadini per i rischi aggiuntivi peraltro non si sono sempre dimostrati in grado di ottenere l’accettazione pubblica. Invitare i cittadini a prendere parte al processo fin dall’inizio accresce invece le probabilità che una determinata decisione venga accettata. Per colmare la carenza di conoscenze tecniche e specifiche da parte del pubblico, il percorso di

costruzione del consenso dovrebbe focalizzarsi su un’informazione basata sulle opinioni, anche divergenti, di esperti. Il livello di discussione che riguarda le competenze delle istituzioni nella gestione del rischio ha il focus del dibattito nella distribuzione dei rischi e benefici, e sulla compatibilità delle soluzioni proposte con le condizioni economiche, politiche e sociali. Questo tipo di dibattito non si fonda su expertise di tipo tecnico, anche se ridurre la carenza di informazioni di carattere scientifico può essere d’aiuto. Il successo in queste situazioni si ottiene dimostrando che le istituzioni preposte alla gestione del rischio sono competenti, efficaci e aperte alle istanze del pubblico. A un livello più alto, il conflitto è poi definito da una serie di diversi valori sociali e culturali e stili di vita, e dal loro impatto sulla gestione del rischio. In questo caso, né l’expertise tecnica né la competenza e l’apertura delle istituzioni costituiscono delle condizioni sufficienti all’accettazione pubblica. In questi casi occorre agire contemporaneamente sia sul fronte dell’informazione dell’education, sia sul pieno coinvolgimento degli stakeholder nel processo decisionale.


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Intervista a Henri Revol

Chi vigila sul nucleare? Il caso francese Quali organismi hanno il compito di vigilare sulla sicurezza del nucleare, e come si svolge il loro lavoro? Intervista a Henri Revol, presidente dell’Haut Comité pour la Transparence et l’Information sur la Sécurité Nucléaire (HCTISN).

di Simone Arcagni


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Chi vigila sul nucleare? Il caso francese

Come funziona l’HCTISN? Il comitato esiste dal 2008. La sua composizione è plurima: un collegio di quattro parlamentari (di maggioranza e di opposizione) e sei collegi di sei membri ciascuno, che rappresentano associazioni di protezione dell’ambiente e della sanità, comitati di informazione per le installazioni nucleari, gestori, esperti, l’autorità di controllo, lo Stato, i sindacati. Questa larga rappresentanza assicura la libera espressione delle diverse opinioni. Le riunioni non sono pubbliche, ma tutti i rendiconti dei dibattiti, le comunicazioni e le raccomandazioni vengono messi su internet e viene pubblicato un rapporto annuale. Quali sono le attività principali? Alla sua nascita, l’HCTISN è stato incaricato dal Ministro dell’Ambiente di analizzare lo stato radioattivo dello strato freatico nella prossimità dei siti nucleari, in seguito a una fuga di soluzione d’uranio a Tricastin. Tre mesi dopo, il comitato forniva un rapporto nel quale formulava 19 raccomandazioni. Si è occupato di sicurezza dei trasporti marittimi di plutonio e di informazione sui residui dell’estrazione mineraria. È ora in corso un importante studio sul ciclo del combustibile nucleare su richiesta del Ministro dell’Ambiente e del Parlamento. L’HCTISN prova a fornire ai cittadini informazioni complete su ciò che li preoccupa. Dispone di un segretariato i cui garanti sono ingegneri molto competenti e per ciascun problema interroga le parti interessate (gestori, autorità di controllo, esperti) e di-

batte con loro prima di emettere pareri e raccomandazioni.

denti, può sospendere la gestione di un’installazione.

Quali sono le preoccupazioni che vi vengono sottoposte più di frequente? I livelli di radioattività nell’ambiente e le scorie nucleari. L’HCTISN sta creando un portale internet che permetta a tutti un facile accesso (con un linguaggio comprensibile) a ogni informazione.

Cosa si sente di consigliare all’Italia in fatto di controlli e sicurezza? Dare dei consigli sarebbe presuntuoso, l’Italia ha ingegneri e ricercatori molto competenti. Credo che l’essenziale sia saper sviluppare, lungo tutto il processo di costruzione e gestione di una centrale nucleare, una catena di “cultura della sicurezza” a tutti i livelli. Allo stesso tempo, è indispensbile produrre informazione per il pubblico e creare dibattiti fondati sul pluralismo dei pareri affinché i cittadini sviluppino proprie opinioni, a condizione che le informazioni siano sempre oneste.

In Italia, chi è contrario al nucleare pone dei dubbi sulla sicurezza e sul problema dello smaltimento delle scorie. Quali risposte avete dato in Francia? Da quando la Francia utilizza energia atomica, sono stati creati degli organismi per assicurare un controllo molto stretto sul processo di costruzione e utilizzo di una centrale nucleare. Fino al 2006 questi servizi erano di competenza del Ministero dell’Industria e gli esperti tecnici venivano dal Commissariato per l’Energia Atomica. Recentemente, soprattutto dopo la legge del 2006 sulla trasparenza e la sicurezza nucleare, è stata creata un’autorità amministrativa indipendente, l’ASN (Autorité de Sureté Nucléaire), che per le perizie tecniche si appoggiava all’IRSN (Institut de Radioprotection et Sureté Nucléaire), divenuto dopo qualche anno indipendente dal CEA (Commissariat à l’Énergie Atomique et aux Énergies Nouvelles). L’ASN oggi dispone di ispettori propri che fanno continui e rigorosi controlli sulle installazioni, autorizza la creazione e la gestione di “installazioni nucleari di base”, raccoglie le dichiarazioni obbligatorie di inci-

Per quanto riguarda le energie rinnovabili e l’innovazione, a suo parere qual è il futuro di paesi come Francia e Italia? Il CEA e l’ENEA hanno chiuso un accordo di cooperazione nel campo della ricerca nucleare e delle energie rinnovabili. Esistono numerosi esempi di cooperazione anche tra i poli di competitività francesi e italiani. Un costruttore francese di automobili (Renault-Nissan) conduce un progetto di sviluppo di vetture elettriche in Lombardia con l’italiana A2A. EDF - Energies Nouvelles costruisce centrali solari fotovoltaiche a Santa Sofia in Umbria e in altri sette siti. Penso che Francia e Italia abbiano un grande campo d’innovazione in comune per il futuro, in particolare nel quadro dell’Unione per il Mediterraneo.

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La scienza dal giocattolaio di Davide Coero Borga

Il piccolo chimico e la petite Curie

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C’è stato un tempo in cui piccoli druidi e alchimisti hanno smesso di improvvisare con alambicchi, distillatori e fuochi fatui e sono diventati giovani sperimentatori nel grande laboratorio della scienza. Quegli anni di lumi e grandi trasformazioni hanno portato sul mercato un giocattolo, se così lo si può chiamare, a dir poco affascinante: il kit del Piccolo chimico. Vera fucina di reagenti e provette, il piccolo chimico consentiva ai bambini degli anni Cinquanta di produrre associazioni ed esperimenti in totale libertà, alla scoperta del potere degli elementi della tavola periodica. Si giocava con storte, matracci, fornelletti a spirito per bollire i composti e dozzine di elementi chimici. Non proprio quello che si definisce un “gioco da ragazzi”. La scatola aveva un incredibile potenziale distruttivo e certo oggi avrebbe una serie altrettanto impressionante di avvertenze e precauzioni per l’uso.


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La scienza dal giocattolaio

Tutte le meraviglie della chimica in una scatola di cartone. Vere provette (di vetro, scaldabili su fiamma) e una sfilza di reagenti fra cui troviamo anche molti di quelli che oggi sono considerati pericolosi – da terroristi – come il permanganato. Sostanze tossiche, infiammabili, che hanno costretto i produttori a un continuo rimbalzo tra boom commerciali di un kit multifunzionale e massicci ritiri dal mercato di un prodotto considerato dinamite in mano a giovane clientela inesperta. In un gioco senza regole c’è il rischio di farsi male o, peggio, di fallire. “È il metodo scientifico, bellezza, e tu non ci puoi fare niente!”, si potrebbe dire parafrasando Humphrey Bogart, che proprio in quegli anni impazzava sul grande schermo. Di fatto un piccolo kit educativo ha elevato la chimica al rango di scienza di riferimento (regina delle discipline nel dopoguerra atomico, scalzata solo da astronomia e fisica durante la corsa allo spazio). E se la scatola del piccolo chimico ci sembra pericolosa, che dire allora delle sue evoluzioni radioattive?

È il 1951 quando la Gilbert Hall of Science mette in commercio per la cifra considerevole di 50 dollari l’Atomic Energy Lab: un kit da laboratorio con quattro diverse tipologie di uranio nella confezione. Uranio radioattivo, che i bambini di allora hanno maneggiato con disinvoltura di fronte a ignari genitori. Oggi è un giocattolo da collezione così ricercato che un set completo può essere venduto per più di 100 volte il prezzo originale. E che dire del modellino in scala della centrale nucleare di Three Mile Island? Aggiunge realismo e turbamento al gioco (riporta giustamente lo strillo sulla confezione). Certo la casa produttrice, la Con-Cor di Bensenville, Illinois, non poteva immaginare che neanche vent’anni più tardi la centrale sarebbe stata teatro del più grave incidente nucleare mai avvenuto negli Stati Uniti, con il rilascio di una quantità considerevole di radiazioni.

È lunga la serie di balocchi atomici: contatori Geiger giocattolo per misurare gli effetti letali delle sostanze radioattive, spintariscopi, camere a nebbia, elettroscopi. I libretti d’istruzioni che accompagnano le confezioni sono vere e proprie introduzioni alla chimica del radio. Sulla confezione di Uranium Rush si legge: «Un nuovo ed entusiasmante gioco per la famiglia. Fai un milione di dollari! Segui le luci e i ronzii del tuo contatore Geiger». Poco sopra spicca il marchio “Educator Approved 1955”. E oggi? Fare il piccolo chimico nel 2010 è decisamente meno pericoloso: niente fornelli ad alcol o sostanze pericolose. Le provette sono rigorosamente in plastica e gli esperimenti si fanno con limone, aceto e bicarbonato. La scienza strong è relegata ai videogiochi. Nintendo DS e Wii hanno lanciato da poco sul mercato Science Papa, una sorta di laboratorio virtuale dove è possibile ricreare esperimenti con attrezzature da professionisti. Evitando le controindicazioni di una reazione esplosiva.

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Future Tech di Simone Arcagni

Nucleare e digitale nel medical imaging

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Vedere meglio, vedere di più, superare le soglie dell’estremamente piccolo e dell’estremamente recondito è la sfida che più caratterizza la medicina contemporanea e che la collaborazione tra tecnologie digitali e medicina nucleare sta aprendo a una nuova era. I raggi X hanno permesso lo svilupparsi di un ramo importante della medicina che si occupa di visualizzare il corpo umano all’interno, mentre la medicina nucleare è una branca della medicina clinica che si serve della radioattività con lo scopo di conseguire finalità diagnostiche, terapeutiche o di ricerca. Basta scorgere il vasto programma del recente ECR – European Congress of Radiology (Vienna 4-8 marzo), per capire l’importanza del medical imaging nella diagnostica e il costante sviluppo di sempre più sofisticati software e algoritmi per la creazione di modelli visivi tridimensionali. Nucleare e digitale a braccetto, quindi, per far fare alla medicina un balzo in avanti: pensiamo allo sviluppo impresso dai raggi X, ora l’applicazione nella medicina nucleare e nella radiografia di sistemi digitali imprime un’ulteriore svolta nell’immagazzinare dati e proporre visioni tridimensionali.

©Lester Lefkowitz/Corbis


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Future Tech

Un esempio di questo connubio è stata la collaborazione tra l’americana Mayo Clinic e IBM, che hanno creato il Medical Imaging Informatics Innovation Center (MI3C) con il risultato di registrare immagini mediche fino a 50 volte più rapidamente e di fornire diagnosi critiche, quali lo sviluppo o la riduzione di un tumore, in pochi secondi. «Lo scenario della diagnostica del futuro è l’imaging molecolare: visualizzare in vivo molecole o eventi molecolari che siano la forma della patologia in azione»: è l’opinione di Silvio Aime, responsabile del Center for Molecular Imaging dell’Università di Torino, dove si occupa di risonanza magnetica e di sonde per lo sviluppo dell’imaging medico e che abbiamo incontrato alla View Conference di Torino. «Il molecular imaging – continua Aime – consiste nel visualizzare in un organismo vivente specifiche molecole o eventi molecolari a livello cellulare che possono rappresentare la firma di una particolare patologia. Si tratta di una scienza multidisciplinare che parte dalle scoperte dei biologi e dalla medicina molecolare».

Il fine è osservare «le differenze tra il normale e il patologico. Differenze spesso minime: quindi bisogna non solo guardare, ma anche trovare modi per esaltare queste differenze. Il processamento dell’immagine risulta quindi fondamentale». L’altra grande sfida è fare tutto ciò “in vivo”, poter lavorare con animali o persone vive permette, per esempio, uno studio longitudinale nel tempo. «L’obiettivo strategico generale è poter vedere dalle cose più piccole (atomi) alle cose più grandi. Questi sono gli sviluppi che ci aspettiamo, per una medicina sempre più dipendente dall’immagine». Nella medicina nucleare il vantaggio è quello di studiare “in vivo” i processi metabolici attraverso la PET (Positron Emission Tomography), che usa radiofarmaci marcati con radioisotopi emittenti positroni. Si passa quindi dalla visione “piatta” della radiografia alla visione tridimensionale. L’italiana IM3D - Medical Imaging Lab, per esempio, si occupa in particolare di imaging medico per le patologie cancerogene servendosi delle avanzate tecnologie nel campo del CAD (Computer Aided Detection), come il CAD-COLON IM3D realizzato come supporto alla dia-

gnosi radiologica nel caso di sospetto di polipi nel colon e nel retto. Il sistema digitale DIMAGO-med per l’integrazione delle immagini provenienti da diversi esami diagnostici permette invece la digitalizzazione, l’elaborazione e l’integrazione delle immagini acquisite con angiografia digitale, SPECT, PET, TAC, risonanza magnetica e ultrasonografia. Copre, insomma, l’ampio spettro dei dati offerti dalla medicina nucleare, elabora i diversi dati e li assembla per un modello virtuale attivo e diacronico. Immagini spettacolari, come dimostrano i filmati di Alexander Tsiaras di Anatomical Travelogue, affermato tanto nell’ambito medico quanto in quello artistico: le sue immagini e i video di medical imaging sono stati esposti in diverse gallerie d’arte. L’americana Nucleus, invece, propone i suoi lavori di imaging su YouTube raccogliendo un vasto interesse per i suoi fantasmagorici viaggi nel corpo umano. Del carattere spettacolare di queste immagini si è accorta anche National Geographic, che ha realizzato alcuni documentari con le tecnologie del medical imaging come The Incredible Human Body, In the Womb e Inside the Living Body.

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photoreport

Sensibili come gli esseri umani

fotografia di ©Visuals Unlimited/Corbis

Una nuova analisi effettuata tramite imaging a risonanza magnetica (MRI) e strumenti di biologia comportamentale ha dimostrato che i delfini sono ancora più intelligenti e consapevoli di quanto gli scienzati credessero. È il risultato di un recente studio condotto dalla neuroscienziata Lori Marino della Emory University di Atlanta e presentato al meeting dell’American Association for the Advancement of Science. L’MRI ha infatti evidenziato che il cervello dei delfini è 4-5 volte più grande in proporzione a quello di altri animali di simile taglia, ma – soprattutto – la ricerca sugli aspetti comportamentali ha ulteriormente dimostrato che questi animali hanno abilità e un’autoconsapevolezza molto simili a quelle degli esseri umani: «Le prove scientifiche sulla sensibilità dei delfini rivelano che sono vulnerabili ai traumi e che soffrono se vengono confinati nei parchi acquatici», ha sottolineato la Marino, ponendo anche un interrogativo etico.


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Rubrica – titolo corrente


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Traveller di Michelle Nebiolo

Una gita atomica

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Homer che si lascia sfuggire un cilindro verde radioattivo al suono della sirena, per poi ritrovarselo nella camicia e buttarlo per strada mentre passa Bart: basta pensare alla sigla iniziale de I Simpson per capire che anche all’estero le centrali nucleari sono guardate con un certo, seppur ironico, sospetto. Ma mentre in Italia si discute a colpi di referendum, decreti e proteste, al di là del confine le centrali esistono, funzionano e in qualche caso si possono persino visitare. Almeno nei paesi più avanzati dell’Occidente, infatti, le società di gestione delle centrali sembrano aver adottato una politica di trasparenza e apertura per rispondere alle domande dei curiosi e dissipare la diffidenza di chi magari scorge in lontananza una torre di raffreddamento ogni volta che va in ufficio o porta i figli a scuola. «L’attuale vulnerabilità, la sicurezza degli approvvigionamenti, la radioattività, i rifiuti, l’efficienza... L’energia nucleare è sulla bocca di tutti. Ma come funziona una centrale? Dove sono i vantaggi e gli svantaggi di questa tecnologia controversa? Venendoci a trovare potrete ricevere informazioni di prima mano». È l’invito che rivolge la centrale nucleare Gösgen (www.kkg.ch) a Däniken, nel Canton Soletta in Svizzera, dall’homepage del suo sito. Il tour di tre ore è aperto a tutti (è sufficiente presentare un documento d’identità valido con foto) e

comprende l’ingresso alla mostra presso il centro visitatori e una visita guidata a sala di controllo, sala macchine e torre di raffreddamento. Superate ogni timore: imponenti schermature proteggono tutto il percorso, al punto che il livello di radiazioni dentro la centrale è inferiore a quello naturale che troviamo ogni giorno all’esterno. Non vi fidate dei dosimetri che monitorano costantemente la situazione? Per i più scettici è consigliata la visita a un’altra delle quattro centrali presenti in Svizzera, quella di Leibstadt, sulle rive del Reno: nella sua torre di raffreddamento nidifica da oltre dieci anni una coppia di rari falchi pellegrini, che qui non rischiano di essere disturbati dalle arrampicate degli sportivi in montagna. In Francia, invece, la centrale nucleare di Civaux (www.edf.fr) – dove, per gruppi di almeno cinque persone, si possono prenotare un tour guidato alla mostra permanente presso il centro informazioni e una visita virtuale della centrale – s’inserisce nei percorsi turistici proposti dalla formula Civaux Pass, insieme a Planète crocodiles (dove potrete vedere 200 coccodrilli nel loro ambiente), al museo archeologico e al cimitero merovingio. Tappa di escursioni in famiglia fuori dal comune, le centrali nucleari sono naturalmente anche meta delle gite scolastiche: da quella di Uljin in Corea del Sud

(eng.knef.or.kr) – considerata una delle più moderne e avanzate al mondo, grazie alle due nuove unità costruite alla fine degli anni Novanta – a quella intitolata all’eroe di guerra Alvin W. Vogtle (alla cui vita s’ispira il personaggio interpretato da Steve McQueen in La grande fuga) nella contea di Burke in Georgia, Stati Uniti (www.eia.doe.gov). Entrate in attività nel 1988 e 1989, le due unità di questo impianto di generazione costarono più di 13 volte la cifra prevista inizialmente: “imprevisto” che colpì numerose centrali in costruzione negli Stati Uniti in quegli anni, a causa delle aumentate misure di sicurezza imposte in seguito all’incidente di Three Mile Island avvenuto nel 1979. Il “Columbia County News-Times” ha di recente pubblicato un breve report sulla visita al Vogtle Plant di una classe della Evans Middle School: gli studenti (di circa 12-13 anni) hanno fatto una visita guidata della centrale, visto il simulatore e imparato in cosa consiste la formazione degli ingegneri che si occupano di tutti gli impianti. Hanno così potuto capire come vengono applicati nella realtà alcuni concetti studiati nel corso di scienze, chiudendo la giornata con un’attività a scelta tra scrivere una canzone, disegnare un fumetto, creare un libro per bambini o scrivere una lettera al presidente Obama.


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Traveller

L’installazione luminosa realizzata da Magic Monkey (www.magicmonkey.net) per illuminare la torre di raffreddamento della centrale nucleare Electrabel di Tihange, in Belgio.

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I luoghi della scienza di Eva Filoramo

Habog Building: diminuisce la radioattività, aumentano le opere d’arte

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Tutti sono consapevoli dell’importanza della conservazione di opere d’arte, oggetti e manufatti antichi per le generazioni future: se non l’unico, è sicuramente il metodo più tradizionale e forse efficace per consegnare il nostro passato e il nostro presente a chi verrà dopo di noi, contribuendo a costruire la Storia. Vi sono altre cose, tuttavia, che non vorremmo che i nostri nipoti e i nostri pronipoti si dovessero trovare a dover gestire al posto nostro: i rifiuti, ad esempio, e in particolare i tanto discussi rifiuti radioattivi. Sembra quindi quasi paradossale che esista un luogo, in Olanda, dove antichi manufatti e opere d’arte convivono in armonia con le scorie nucleari di due centrali all’interno di un grosso edificio arancione a forma di scatola, sulla cui facciata principale campeggiano due simboli della scienza del XX secolo: la formula di Einstein dell’equivalenza massa-energia (E=mc2) e la legge di Planck (E=hν), che mette in relazio-

ne energia e frequenza di un fotone. Si tratta dell’Habog Building, costruito ad hoc per il trattamento dei rifiuti radioattivi ad alta attività e facente parte del complesso di edifici dell’Organizzazione centrale per il trattamento dei rifiuti radioattivi olandese (COVRA) con sede a Visslingen, nel sud-est dei Paesi Bassi. L’Habog Building, edificato in modo da resistere intatto almeno per i prossimi 300 anni, è stato inaugurato nel settembre 2003 e il colore arancione di cui è ricoperto non è frutto del caso: l’artista William Verstraeten, a cui è stato commissionato il concept dell’allestimento esterno dell’edificio, ha stabilito che ogni 20 anni le pareti andranno ridipinte con un tono progressivamente sempre più chiaro – in parallelo con il livello di radioattività delle scorie in esso contenute, in continua diminuzione secondo la legge nota come “tempo di dimezzamento”: il tempo necessario perché il contenuto radioattivo di un dato

campione si dimezzi rispetto al momento iniziale. Tra un centinaio d’anni l’edificio dovrebbe aver perso tutto il proprio colore, mostrando simbolicamente la significativa decrescita della radioattività dei rifiuti. La scelta dell’arancione, per di più, non deriva soltanto dal fatto che è il colore simbolo dell’Olanda, bensì dalla constatazione che è una tonalità “intermedia” tra il rosso e il verde, simboli – rispettivamente – di pericolo e di sicurezza. E a mano a mano che l’arancione sbiadirà, nei prossimi decenni, l’Habog Building continuerà a contenere, da un lato, scorie nucleari sempre meno radioattive e, dall’altro, opere e manufatti provenienti dai musei dell’area circostante; non bisogna trascurare, infatti, che la maggior parte delle collezioni – anche dei più importanti musei del mondo – non è visibile ai visitatori, ma è conservata all’interno di depositi che ne garantiscono la preservazione per le generazioni future. Il Louvre, tanto per


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I luoghi della scienza

citare un esempio, espone soltanto 35.000 delle 445.000 opere di cui è in possesso; e la collezione egizia del British Museum, seconda al mondo per dimensioni soltanto a quella del Museo del Cairo, ha a disposizione uno spazio tale da permettere di esporre soltanto il 4% delle proprie opere! Lo strano connubio olandese tra arte e radioattività si è comunque rivelato un grande successo: l’Habog Building nel 2008 ha vinto il premio PIME della European Nuclear Society per la comunicazione nell’industria nucleare, mostrando come sia possibile coniugare l’estetica con le esigenze legate alla produzione di energia. In aggiunta, le sue peculiarità hanno fatto sì che il numero di visitatori del complesso sia aumentato vertiginosamente, contribuendo alla sensibilizzazione del pubblico dei non addetti ai lavori nei confronti dell’energia nucleare e dell’annoso e complesso problema dello smaltimento delle scorie radioattive.

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La divulgazione è fondamentale per la scienza; se rimane isolata la scienza perde i legami con la società e fallisce nel suo obiettivo Umberto Veronesi

Codice Edizioni s.r.l. via G. Pomba 17 10123 Torino t +39.011.19700579/580 f +39.011.19700582 www.codiceedizioni.it info@codiceedizioni.it

Richard Reeves Una forza della natura Ernest Rutherford, genio di frontiera

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Norman Potter Cos’è un designer pp. 224, euro 16,00

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Susie Orbach Corpi

Geniale, determinato, vulcanico, chiassoso, carismatico, instancabile lavoratore, capace di improvvisi scatti d’ira e di altrettanto immediate riconciliazioni. Questo era Ernest Rutherford, lo scopritore dell’energia nucleare: una forza della natura.

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Claudio Magris, Stefano Levi Della Torre Democrazia, legge e coscienza pp.64, euro 10,00

Pensate a questi costi di distribuzione in calo come a una marea che si ritira, rivelando una nuova terra che c’è sempre stata, ma che era sommersa. Il mercato invisibile è diventato visibile. Chris Anderson

John Freeman La tirannia dell’e-mail pp.224, euro 17,00

Chris Anderson La coda lunga (nuova edizione) pp.304, euro 19,00

Mario De Caro, Andrea Lavazza, Giuseppe Sartori Siamo davvero liberi?

Giorgio Napolitano, Gustavo Zagrebelsky L’esercizio della democrazia

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pp.64, euro 10,00


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English version

Contributors

Carlo Bernardini

Pino Buongiorno

Monica Fabris

Renowned physicist and professor

Deputy director of the weekly

Former

emeritus at Rome’s La Sapienza Uni-

magazine “Panorama,” he has

research and member of the exec-

Simone Arcagni

versity, he was a member of the

been a special correspondent from

utive board, since 2007 she has

“Close-up” editor in chief, he writes

executive board of the Italian

the United States and editor in

been president of GPF, the social

about technology and new media

National Institute of Nuclear Physics,

chief of the editorial team in Rome.

change, consumer and communi-

for “Nòva - Il Sole 24 Ore” and

as well as director of “Sapere.” He

He has recently edited the essay

cation research and strategic con-

“Tutto Digitale.” He is the curator of

is also well known for his work in

collection Il mondo che verrà. Idee

sultancy institution that has recent-

the

a

popular science (amongst his books,

e proposte per il dopo G8 (Univer-

ly become part of the Reti group.

researcher in Cinema history, and

Contare e raccontare. Dialogo sulle

sità Bocconi Editore), which was

An expert in dynamic psychology

collaborates with the University of

due culture, which he wrote with

also translated into English.

applied to social research method-

Palermo’s Architecture Faculty.

Tullio De Mauro, and Fisica vissuta,

View

Conference

and

Codice Edizioni, 2006).

Vincenzo Balzani

head

of

quality

and

ology, she has collaborated with

Ilaria Catastini

the Advertisement theory and

President of Hill&Knowlton Gaia,

techniques chair at IULM, and has

General and inorganic chemistry

Albino Claudio Bosio

for over twenty years he has spe-

held seminars about marketing

professor at the University of

Professor of Consumer and mar-

cialized in environmental and social

and innovation at the University of

Bologna, he studied in Vancouver,

keting psychology and scientific

communication and consensus

Milan “Statale.”

Jerusalem, Strasburg, Leuven and

director of the postgraduate mas-

engineering. She has done consult-

Bordeaux. He has received many

ter’s degree in Quantitative meth-

ing work for public bodies and pri-

Carlo Falciola

awards for his scientific activity and

ods for social research and Market-

vate companies, and was president

Freelance journalist, photographer

was president of the European Pho-

ing at Cattolica University’s College

of Anima, an association linked to

and television author, he has

tochemistry Association; he is a

of Psychology in Milan. Researcher

the Unione degli Industriali in

worked in the field of popular sci-

member of the American Associa-

for GfK-Eurisko since 1975, he is

Rome for CSR diffusion. She is a

ence and scientific communication

tion for the Advancement of Sci-

vice-president of the Institute and

member of the scientific board for

for twenty years. He has created

ence, of the Accademia Nazionale

director of the Social and political

the I-CSR Foundation.

TV programs and documentaries

delle Scienze and of the Accademia

studies Department, as well as

dei Lincei. He has been and current-

director of the Studies and educa-

Fulvio Conti

laborated with newspapers pub-

ly is part of the editorial board for

tion center ASSIRM since 2006.

Enel CEO and General Manager

lished by Mondadori, RCS and

since May 2005 and director of

“L’Espresso”. He has been photo-

many international journals. He has

for Mediaset and La7. He has col-

been one of the 100 most-quoted

Stewart Brand

Barclays plc and AON Corporation,

graphing

chemists in the world for years.

Trained originally as an ecologist,

as well as deputy chairman of Eur-

nature for ten years, cooperating

Italian

and

African

he won the US National Book

electric and director of the Nation-

with photography agencies and

Enrico Bellone

Award in 1972 for his legendary

al Academy of Santa Cecilia. From

research institutions.

Science historian, in 1994 he was

Whole Earth Catalog (1968-1985).

1991 to 1993 he headed the

the first to be asked to hold the

He is president and co-founder of

accounting, finance, and control

Galileo Galilei Chair at the Universi-

the Long Now Foundation and co-

department of Montecatini and he

ty of Padua. In 2008 he received

founder of the Global Business

subsequently was in charge of

the Preti prize with George Lakoff

Network. His latest book is Whole

finance at Montedison-Compart.

of Berkeley University.

Earth Discipline: An Ecopragmatist

General manager and chief finan-

Manifesto (Atlantic Books, pub-

cial officer of the Italian National

lished in Italy by Codice Edizioni,

Railways between 1996 and 1998,

2010). He lives on a tugboat in San

vice-chairman of Eurofima in 1997,

Francisco Bay.

and general manager and CFO of Telecom Italia. From 1999 to June 2005 he was Enel’s CFO.

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Attilio Geroni

Antonio Moccaldi

Viviana Poletti

Chicco Testa

Born in 1960, he has been a profes-

President (since 2003) and special

Director of Practice Issue and Repu-

One of the founders of Legambi-

sional journalist since 1985. He is the

commissioner of the National Insti-

tation Management at Hill&Knowl-

ente, he writes for some of the most

foreign correspondent for “Il Sole 24

tute for Occupational Safety and

ton Italia. She has worked for com-

important daily and weekly newspa-

Ore” from Paris, after having been its

Prevention (ISPESL), he is also pro-

panies and consultancy firms in the

pers in Italy and has published the

correspondent from Germany (2001-

fessor of “Protection from ionizing

field of public relations and corpo-

book Tornare al nucleare? L’Italia,

2006) and the Eastern European

radiations and electromagnetic

rate communication for over twen-

l’energia, l’ambiente (Einaudi, 2008),

countries (based in Warsaw) follow-

fields” at Rome’s La Sapienza Uni-

ty years. In the late 1990s she spe-

which reviews twenty years of public

ing the fall of the Berlin Wall. He has

versity, Engineering Faculty.Presi-

cialized in crisis management issues

debate on environmental and energy

always focused on international poli-

dent of ISPESL’s technical-scientific

and corporate reputation projects.

policies in Italy. He has created the

tics and economics.

committee and a member of the

www.newclear.it blog to contribute

Higher Council of Health, he is also

Henri Revol

to the current debate about nuclear

Manuela Lehnus

currently a member of the scientif-

Engineer and honorary Senator of

energy in the world and in Italy.

He has been involved in documen-

ic board for INRS (Institut National

the French Republic, member of

taries and scientific reports for Sfera,

de Recherche et de Sécurité, i.e.

the UMP (Union pour un Mouve-

Stephen Tindale

broadcast on La7 in Italy. In the field

the French national institute for

ment Populaire), he is president of

Co-founder of Climate Answers

of communications, he worked with

safety and disease prevention on

the High Commission for Trans-

(www.climateanswers.info), Tin-

the Hoffman Institute and is a con-

the workplace) and for Accademia

parency

on

dale is a climate and energy con-

sultant for Paramount Home Enter-

delle Scienze.

Nuclear Safety (HCTISN) and holds

sultant who has worked on climate

different posts in the Senate: he is

change for the last 20 years. His

098

tainment and DreamWorks. He has

and

Information

been writing popular science articles

Emanuele Perugini

a member of the Economic Affairs

current portfolio includes work for

since 2002 for various national pub-

Expert journalist in environment,

Committee and president of the

RWE npower renewables and the

lications such as Gruppo Espresso’s

health, bioethics and research poli-

Parliamentary Office for Evaluation

Centre for European Reform. He is

“D – la Repubblica” and magazines

tics issues, he collaborates with

of Scientific and Technological

also a Visiting Fellow at the Policy

published by Mondadori, Hachette-

many daily newspapers, magazines,

Options (OPECST).

Studies Institute. In the past years,

Rusconi and RCS.

and press agencies (“Il Messag-

Tindale has been Executive Director

gero,” “Il Mattino,” “la Repubbli-

Marco Ricotti

of Greenpeace UK and chair of the

ca,” Agenzia Italia, “Oggi,” “L’E-

Adjunct professor in Nuclear plants

Greenpeace European Unit and

spresso,” “Quark”). He is director of

at the Politecnico di Milano’s Energy

Adviser to UK Environment Minis-

the scientific journalism agency, 30

Department (of which he is vice-

ter Michael Meacher.

Righe News (www.30righenews.it).

director), he is also a member of the executive board of Cirten (Inter-university consortium for nuclear technology research). He was a consultant for plant engineering companies, focusing on studying and planning a modular integral reactor (IRIS international project) and a IV generation reactor (ELSY international project).


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English version

Editorial

can only be implemented in very

mantling plants when they become

windy countries, like Northern

obsolete. But scientific research can

by Umberto Veronesi

European ones. The extraction

be of great help in these issues. We

The energy problem has two sides:

processes for geothermal power,

already have many solutions at

producing as much as is necessary

which is not infinite, is too lengthy

hand, and at acceptable costs.

for the planet’s development, keep-

and expensive. Biomasses, i.e.

Waste can be processed in order to

ing in mind that according to the

growing plants to produce energy,

render it inert, burying what is left

latest estimates worldwide demand

are interesting and promising; but

of it. There is a waste deposit in La

will increase over 50% by 2030;

they

sensibly,

Hague, France, where people can

and doing so while protecting

because we have to deal with fields

take a stroll: it is well guarded and

mankind and the environment.

being taken away from agriculture

its radioactivity will never reach us.

I think that nuclear energy today

and, therefore, from food. Finally,

Sure, we still have not found the

appears like the best source to sat-

the big obstacle standing before

optimal source (in terms of produc-

isfy both requirements. In fact, if

nuclear energy is the risk of acci-

tion, efficiency, sustainability for

we set aside prejudices, ideologies

dents – which, we can say up front,

both environment and man); but

and emotions, and consider reality,

is now minimal. The big anti-

while waiting on research to come

there are three possible options.

nuclear movement that started

up with further results, the nuclear

The first is to continue using ener-

twenty years ago, basically stem-

option seems to be the one we

gy from fossil fuels, which we

ming from the fear of great disas-

should really consider now, as it

know is relatively sustainable, is still

ters that could happen, today has

offers a powerful source of energy,

being produced in good quantity,

no reason to exist because new

and one which we can exploit with

and has a tried and tested distribu-

technologies have greatly reduced

well-known technologies in the

tion but is very polluting, hazardous

the risk of accidents happening in

whole world. It also offers a

for our health and dangerous in

new plants. We should never tire of

“clean” source of energy: just

geopolitical terms. Its sources, in

repeating that Chernobyl was

think, it is the one nature itself

fact, are concentrated in a small

caused by human error, which

uses the most – the Sun is a huge

number of countries that can use

could not happen again today

nuclear plant.

energy to threaten us, economical-

because processes are highly auto-

ly and politically.

mated. There are currently 437

must

be

used

nuclear plants in 29 countries in the Moreover, oil and coal are destined

world. There are 104 nuclear reac-

to end in a few hundred years. The

tors in the United States, and Italy is

second option is to use renewable

the only advanced country in

sources, like the Sun – which has

Europe that does not have any.

great potential in sunny countries

Should we really think that all the

like ours, and should be exploited

other governments are putting

resolutely because it is clean, unlim-

their citizens at risk? Around us,

ited and abundant. However, we

there are 5 nuclear reactors in

still lack the technologies to make

Switzerland – an icon of safety and

transformation costs accessible,

quality of life –, 8 in Germany and

and there is still a lot to invest in

58 in France! Looking further,

technological research in order to

towards new emerging economies,

reach complete efficiency. The third

even India has recently shifted

option is to use non-polluting

towards nuclear power. Moreover,

sources like wind, volcanoes, bio-

today’s research in nuclear “fis-

masses, water and nuclear reac-

sion” paves the way for the nuclear

tions, which pose no danger for

“fusion” that will reasonably be

health but have other critical

the energy solution for humanity in

aspects. Unfortunately, hydropow-

the future. The two problems that

er is already exploited to the maxi-

are really connected to nuclear

mum of its potential, and wind

power at the moment are radioac-

power is but a partial solution that

tive waste management and dis-

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I am an ecopragmatist 100

pay attention to the subject. From

ward begins with environmentalists

sions only if their electricity comes

then on, awareness of climate

realizing that nuclear power will

from Green sources such as nuclear,

by Stewart Brand

change ascended right along with

grow no matter what we do. Our

wind, hydro, and solar.

A special preview for

the Keeling Curve.

customary opposition would make

If hydrogen becomes a practical

“Oxygen”: an excerpt from

In 1971 Barry Commoner’s environ-

it grow badly – slowly, expensively,

fuel, we might support high-tem-

Whole Earth Discipline –

mentalist best-seller, The Closing

unsystemically, and with danger-

perature generation IV reactors that

An Ecopragmatist Manifesto,

Circle, gave an early public warning

ously poor overall coordination. But

specialize for hydrogen. The same

in which Stewart Brand – foun-

about greenhouse gases. In 1978 a

if we encourage it in the right way,

machines could drive desalination,

der of the Long Now Founda-

young congressman from Ten-

nuclear energy growing well would

the most energy-intensive source of

tion and one of the key “elec-

nessee, Albert Gore, held hearings

mean that it minimizes humanity’s

water and also the least naturally

tronic” thinkers of our time –

on global warming, starring his

carbon-loading of the atmosphere;

disruptive way to provide water for

presents “four heresies” for

Harvard teacher Roger Revelle, who

that it collaborates well with other

our increasingly coastal popula-

the environmental movement.

had sponsored the Keeling CO2

carbon-free or superefficient energy

tions. Because coal is now under-

research. After the OPEC oil embar-

forms; that it helps generate other

stood to be the long-term systemic

How did we start worrying about

go of 1973 focused the world’s

Green services such as desalination

horror we once thought nuclear

climate? In 1948 a conservationist

attention on energy, efficiency and

or hydrogen; that its uranium and

was, we should closely monitor the

named Fairfield Osborn wrote a

renewability became core doctrine

thorium make minimum lasting

real-world effectiveness of coal dis-

book titled Our Plundered Planet

for environmentalists. Solar was

mess on their way from the ground

incentives and make sure they

(the first jeremiad of its kind) and,

hip. Wind-generated electricity

and back to it; that it helps elimi-

work. To encourage public confi-

with Laurance Rockefeller, founded

began developing toward the

nate nuclear weapons; that it

dence and familiarity with nuclear,

the Conservation Foundation in

mega-infrastructure it is now. Insu-

securely energizes cities and there-

we can follow Sweden’s and

New York. In 1958 Charles Keeling

lated windows were invented and

by helps reduce world poverty; and,

France’s example by opening all

began his epic project measuring

refined. A by-product of all that

if something better comes along,

reactors to public tours. (A third of

the atmospheric concentration of

innovation, especially from the

that it gracefully gives way to its

all Swedes have toured a nuclear

CO2. When the worrying upward

drive toward efficiency, was that

replacement.

plant, which helps to explain why

trend of that concentration became

gigatons of carbon dioxide stayed

Glow-in-the-dark Greens might

80 percent of the population sup-

apparent, Osborn’s Conservation

out of the air. I was part of that,

push especially hard for first-rate

ports their continued use.)

Foundation assembled the first cli-

and you’re welcome.

microreactors and help them to

For our fellow environmentalists still

mate change conference in 1963;

Unfortunately for the atmosphere,

find customers. We might insist

queasy about nuclear, we might

this resulted in a paper, “Implica-

environmentalists helped stop car-

that the next version of the Kyoto

quote Al Gore’s mentor Roger Rev-

tions of Rising Carbon Dioxide Con-

bon-free nuclear power cold in the

Protocol does not repeat the dis-

elle, who sponsored the atmos-

tent of the Atmosphere.” Accord-

1970s and 1980s in the United

grace of denying carbon credits for

pheric carbon dioxide studies that

ing to Spencer Weart’s Discovery of

States and Europe. (Except for

nuclear power. We might lobby for

first exposed the inconvenient truth

Global Warming (2004), “Their

France, which fortunately respond-

open-sourcing the various reactor

about climate change. Revelle

report warned that the doubling of

ed to the ’73 oil crisis by building a

designs, for public debugging and

regarded nuclear as “much more

CO2 projected for the next century

power grid that was quickly 80 per-

trust. We might encourage investi-

benign” than other energy sources.

could raise the world’s temperature

cent nuclear.) Greens caused giga-

gating nuclear propulsion on com-

He said, “What we ought to do is

some 4°C (7.2°F), bringing serious

tons of carbon dioxide to enter the

mercial ships, the current source of

imitate the French and Japanese.

coastal flooding and other dam-

atmosphere from the coal and gas

4 percent of greenhouse gas emis-

They haven’t got any phobias about

age.” The Conservation Foundation

burning that went ahead instead of

sions – double the amount generat-

it.” We can even invoke the Sierra

urged renewed funding for Keel-

nuclear. I was part of that too, and

ed by airplane traffic. And as we

Club, which pushed for nuclear

ing’s CO2 project and pressed the

I apologize. […]

promote plug-in cars, we might

power in the late 1960s and early

National Academy of Sciences to

To my mind, the Green path for-

note that they reduce carbon emis-

1970s as preferable to hydroelectric


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dams. They were right. The atmosphere responds to the aggregate of

The climate case for nuclear power

all human activities. What the Unit-

more than 90% probable) that it is

the 2003 European heat wave and,

caused by human activities. Of

globally, heat waves kill tens of

course, there are still some who

thousands every year already. This

ed States does about nuclear is not

by Stephen Tindale

argue the opposite – that the

will increase as temperatures

the main event. The squatters’

His change of mind caused

observed and recorded increase in

increase, so to argue that all air

rights organization in South Africa,

a sensation: the former executi-

global temperature of recent years

conditioning is unnecessary or

Abahlali

ve director of Greenpeace UK,

is part of a natural cycle. There

undesirable is untenable.

declared: “Electricity is not a luxury.

after opposing them for

are also still some who argue

No form of electricity generation is

It is a basic right. It is essential for

twenty years, is now in favor or

against evolution, 150 years after

entirely free of carbon emissions.

children to do their homework; for

nuclear plants “until we can be

Charles Darwin published the the-

But emissions from the full life-

safe cooking and heating; for peo-

100% reliant on renewables for

ory. We cannot afford to waste

cycle of nuclear (including decom-

ple to charge phones, to be able to

electricity, heat and transport.”

even the next 150 months debat-

missioning and waste manage-

ing whether humanity is causing

ment) are only about a tenth of the

baseMjondolo,

has

par-ticipate in the national debate through electronic communication

Everyone should support the con-

climate change, if human civilisa-

emissions from a conventional coal

(TV discussion programmes, email,

struction of new nuclear power

tion is to survive. Cars, trucks and

power plant, and a quarter of

etc); for lighting to keep women

stations, as a bridge technology

trains can and should run on elec-

those from a gas power plant. They

safe and, most of all, to stop the

until we can be 100% reliant on

tricity, not oil.

are about the same as emissions

fires that terrorise us.”

renewable for electricity, heating

Even with the existing electricity

from solar power. They are five

About half of India has no grid elec-

and transport fuel. Renewables are

generation mix, they result in lower

times as high as emissions from

tricity. What power there is comes

the most desirable form of energy,

carbon emissions for every kilome-

wind – another reason why wind

from diesel fuel trucked around

as they are secure and well spread

tre travelled than petrol or diesel

must be expanded as rapidly as

to local generators. A New York

geographically and the fuel is free.

and,

mix

possible. There are clearly risks

Times article told of the fate of one

The EU’s target for renewables is

becomes lower carbon, emissions

associated with nuclear power,

village: “Chakai Haat once had

20% by 2020. This is good, and

will fall further. Air quality will also

including radioactive waste, pollu-

power at least a few hours each

must be met. But that still leaves

improve with electric vehicles.

tion and cost. These are serious

day, and it changed the rhythm of

80% from other sources. It will be

Wider use of electric vehicles

and certainly cannot be ignored.

life. Petty thefts dropped because

several decades before the EU can

means that, whatever progress is

the village was lighted up. The gov-

be 100% renewable.

made on energy efficiency, there

However, they are less serious than o the risk of a 6 rise in global tem-

ernment installed wells to irrigate

I spent 18 years, from 1989 to

will be a significant increase in elec-

peratures.

the fields.

2007, arguing and campaigning

tricity usage, globally and in the

Radioactive waste should be put

Rice mills opened, offering jobs.

against nuclear power, working for

EU. And there are other reasons

underground, deep enough to be

The boon did not last long. Strong

NGOs, think tanks and the UK gov-

why electricity use will increase.

safe enough from attack or bomb-

rains knocked down the power

ernment. In 2006 I read reports of

One sensible option for reducing

ing, but also monitorable. Oppo-

lines. The rice mills closed. Darkness

the permafrost in Siberia melting,

emissions from the generation of

nents of nuclear often say that it is

swathed the village once more.”

releasing enormous quantities of

heat is the Ground Source Heat

immoral to leave waste for future

Five out of six people live in the

the powerful greenhouse gas

Pump (GSHP). This pumps liquid

generations to have to deal with.

developing world – about 5.7 bil-

methane, and this made me begin

underground, where it is heated by

But fossil fuels also produce

lion in 2010. One way or another,

to question my own position very

energy that has been absorbed

‘waste,’ in this case in the form of

the world’s poor will get grid elec-

seriosuly. The climate crisis is now

from the sun, and then back above

greenhouse gas emissions. It is

tricity. Where that electricity comes

so great that we must do every-

ground and around a building to

more sensible, and more moral, to

from will determine what happens

thing we can to control it. Nuclear

heat it. Such energy is zero-carbon,

keep waste where humanity can at

with the climate.

power is not zero carbon. But it is

and GSHPs should be mandatory

least manage it than to put it up

This article is a preview excerpt

low carbon and, for this reason, it

on new buildings, but the pump

into the atmosphere. Radioactive

from Whole Earth Discipline – An

is time to accept its use as a bridge

requires electricity. There will also

pollution from nuclear power sta-

Ecopragmatist Manifesto, to be pu-

technology.

be increasing demand for air con-

tions is low in comparison to back-

blished by Codice Edizioni in Octo-

The UN Intergovernmental Panel

ditioning as summers get hotter.

ground levels of radioactivity in

ber 2010. Published by arrange-

on Climate Change, created in the

Not all of this will be necessary or

many parts of the world. Nuclear

ment with Brockman Inc.

late 1980s to consider scientific

even desirable – many offices are

power is not totally safe and with-

issues and advise governments,

so ‘well’ air-conditioned at the

out risk of accident. But the risks

concluded in 2007 that it is now

moment that a jumper or jacket is

are relatively low compared to, for

“unequivocal” that climate change

needed to keep warm enough to

example, the risks of coal mining or

is happening, and “likely” (i.e.

work. But many thousands died in

the even the risks of large hydro-

as

the

generation

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Why environmentalists should support nuclear energy

electric dams. However, nuclear

world has enough uranium to

power should only operate within

cover the forty or fifty years need-

a strong regulatory system. The

ed to get us to 100% renewables.

Chernobyl accident was serious

Reprocessing is also highly pollut-

and tragic, and had many causes,

ing and extremely expensive. Sec-

by Chicco Testa

the way, has the defect of absolv-

but one was the absence of proper

ondly, there should be an interna-

Chicco Testa is one of the

ing them from having any unrealis-

regulation given the political sys-

tional nuclear fuel cycle, controlled

founders of Legambiente and

tic expectations about technology

tem that then existed.

by the International Atomic Energy

in 1987 he was among the

– renewable energy sources –

Nuclear power is not cheap, and

Agency. This has been supported in

protestors of the referendum

which deserves a greater and more

never will be. The infamous claim

principle by the Obama administra-

that closed the doors on the

realistic kind of respect.

that it would produce electricity

tion, but must be implemented

use of nuclear power in Italy.

This is one of the points that was

“too cheap to metre” is often used

without delay.

But now he has changed his

well taken by the American Presi-

by opponents to argue that the

Thirdly, the countries which have

mind and has written: “My

dent. Quoting from a conference

nuclear industry should never be

nuclear weapons must finally meet

opinion is different today, but

with Obama: “I believe that the

trusted. Indeed, the reaction of

their obligations under the Nuclear

the reasoning behind the

creation of ‘green’ jobs will be a

many of my environmentalist

Non-Proliferation Treaty, which

thought is the same as it was

driving force for our economy for a

friends to my new position in sup-

requires nuclear states to negotiate

more than 20 years ago:

long time. That’s why we have allo-

port of nuclear has been more anti

away their own nuclear weapons,

the environmental factor.”

cated a large sum of money for

the industry than anti the technol-

as a ‘bargain’ with those states

ogy. The industry has not always

that promise not to acquire them.

The world depends ever increas-

diesel and all the other clean ener-

been fully open and transparent

There is a review of this treaty in

ingly upon fossil fuels – primarily

gy sources. Unfortunately, at the

about costs. Greater honesty is

May in New York, so the prolifera-

coal and gas - for the production of

same time, we’ll have an enormous

essential to winning public sup-

tion risk will rightly be high on the

electric energy. If you look at the

need for energy, which won’t be

port. In my view, the main risk of

agenda of nuclear discussions in

data of the last 10, 20 or 30 years,

able to be satisfied by these

nuclear power generation has

the next few months.

the phenomenon is evident. In the

sources, no matter how fast they

always been weapons prolifera-

last ten years, nuclear energy has

grow. So the question is: where will

tion. Every state that has nuclear

basically maintained its production.

this energy come from? The advan-

bombs has acquired them by

Hydroelectricity has increased a bit.

tage of nuclear energy is that it

developing nuclear power first –

The new renewable sources are

doesn’t emit greenhouse gas and

except Israel, which purchased its

rapidly growing, but are still a

we should have the courage to

weapons. It is challenging, to put it

small amount. On the other hand,

acknowledge that France, Japan

mildly, to argue that nuclear is

coal and gas have grown to such

and other countries are using

good for countries like the US, UK

a point as to overshadow the

nuclear energy more aggressively

or Italy, but not for Iran. Three

other sources and, instead, have

and much more successfully, with-

things must be done to ensure that

increased their percentage: from

out any accidents at all.” Again

a bridge expansion of nuclear

54% in 1997 to 62% in 2007. A

Obama very effectively states:

power does not lead to greater

far cry from being a boom of the

“Nuclear energy is still the major

weapons proliferation. First, there

renewable sources. The only real

source of energy that doesn’t pro-

should be an end to nuclear repro-

boom is the same old one, the suc-

duce the emission of pollutants. A

cessing, in which spent fuel is

cess of fossil fuels: 6 kilowatt hours

nuclear power station, with the

treated to become plutonium,

out of 10 are made from coal and

same energy produced in a year, is

which can then be used either in

with gas. It is quite extraordinary

capable of reducing pollution by

reactors or to make weapons. The

how some of the main environ-

16 million tons of coal. That’s prac-

mental organizations continue to close their eyes to the numbers and let themselves be lulled by chanting slogans (sun, wind…) which, by

solar energy, wind energy, bio-


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The energy issue and nuclear power

tically like taking 3.5 million cars

Lester Brown, a fierce opponent of

use of nuclear energy? This, too, is

off the road.” The fact is that the

nuclear power speak of it: “One of

commonplace. We import a con-

nuclear power plants, without

the unresolved charges infesting

siderable amount of electric energy

emitting pollution, are the only

from nuclear sources: between 10

by Enrico Bellone

ones capable of competing as to

the coal sector, besides the emission of CO2, is that of ‘what to do’

and 15% of our total requirement.

In a fast-moving global scena-

size, production capacity and conti-

with the ashes, […] in that they

We are consuming more now than

rio, of all the advanced coun-

nuity with the same-sized gas or

contain arsenic, lead, mercury and

we were before the 1987 referen-

tries, Italy is the only nation

coal power plants.

many other toxic substances. This

dum that decreed the end of

lacking nuclear power plants.

This simple truth has been noted

dirty secret became common

nuclear energy in Italy, when the

“We should re-examine some

by some well-known figures,

knowledge when the containment

Italian production of nuclear ener-

of the reasons that were put

including some environmentalists,

wall collapsed at the coal plant in

gy accounted for 4.5%. Perhaps

into play by those who, even

who have contributed towards the

eastern Tennessee, releasing a bil-

we just need to use common

now, still do not believe that

creation of this movement: Patrick

lion liters of toxic waste.

sense; to take a look around and

the choice of nuclear energy

Moore (founding partner of Green-

Unfortunately, the industry has no

see what others are doing and

in our country is rational or

peace), James Loveock (the famous

disposal plan in eastern Tennessee

learn, rather than always claiming

safe,” Bellone writes, because

author of Gaia), Stewart Brand

for the 130 million tons of carbon

to be at the top of the class, with

“the time has come to seriously

(practically a hero of the American

ash produced every year, which

little to show for it. Italy is the only

plan for our future.”

counter-culture, author of The

is enough to fill a million railcars.

one of the G8 nations (USA, Japan,

Whole Earth Catalog), Hugh Mon-

The danger is such that the Depar-

Canada, Germany, France, United

At the end of September in 2007, a

tefiore (founder of Friends of the

tment of Homeland Security has

Kingdom and Russia) that does not

worldwide conference in Venice

Earth), Stephen Tindale (former

pushed for including 44 of the

produce nuclear energy. Countries

entitled “The Energy Challenge”

director of Greenpeace UK) and

more vulnerable storage facilities

outside of the G8 circle that are

drew to a close. It had been

many others. Seeing as how these

to be placed on the classified list

using nuclear technologies also

initiated by the Umberto Veronesi

topics are unassailable, as usual,

of

not

include China, India and Brazil: the

Foundation for the Future of Sci-

those raising opposition to nuclear

fall into the hands of terrorists.”

three new protagonists of the

ence and had concluded with

energy try to bring fear and worry

Compare this to the modest

global economy.

Can anyone

the drafting of a document named

into play upon the Italian popula-

amount of waste produced by

explain to me for what inscrutable

the “Venice Charter.” The “Char-

tion. The seismism of our densely

nuclear power… And then, there

reason we are the only ones who

ter” was based on two premises.

populated land is cited systemati-

is the most common argument:

are supposed to have made the

The first was a reminder that in two

cally. And we tend to forget that

“Nuclear costs too much.” Is that

right choice?

or three decades the global demand

Japan has a high concentration of

really true? Maybe. Certainly, if

for energy will have grown by 50%,

volcanoes, earthquakes, popula-

oil, coal and gas do not cost much,

whereas the second underlined the

tions and nuclear plants.

they are more competitive than

fact that “the sun and the atom are

Or else, to cite the waste products

nuclear energy. Not to mention

potentially inexhaustible sources of

while neglecting to mention that

the still rather expensive cost of

energy.”

the safety criteria of the nuclear

renewable energy sources. But

Given the premises, we arrive at two

industry is such that it provides

herein lies the real problem: do we

sets of recommendations. The first is

guarantees that no other industrial

want to continue to depend upon

of a strategic nature: on the one

field can claim. For example, just

fossil fuels, which are entirely lack-

hand, the drastic reduction of the

for comparison, as the only correct

ing in Italy, for the next 100 years,

use of fossil fuels and, on the other,

way to evaluate the actual safety,

or isn’t it perhaps time to do some-

the strengthening of the use of re-

we could talk about the risks con-

thing else? In conclusion: is it really

newable and nuclear sources. The

nected to coal ashes. I will let

true that Italy has renounced the

second set of recommendations is of

structures

that

must

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a political nature: in fact, it is an at-

54 in operation today. China pos-

against nuclear power and obtained

reality than what had been per-

tempt to make the energy issue and

sesses only 17 nuclear power plants,

popular consensus: except for the

ceived in the previous years. The

scientific research a “priority” for

soon to be joined by 23 others.

fact that the referendum did not

analyses were carried out until

governments, to bestow more deci-

Meanwhile, India has gone from 18

place the national choices of energy

mid–2005 and indicated that there

sional power upon the international

to 23 nuclear plants and Russia,

under discussion but rather, for

about 50 cases of deaths that could

scientific organizations and to plan

from 32 to 39. On a global level,

example, was limited to asking

be attributed “with certainty” to

interventions with the two-fold

437 nuclear reactors are functioning

whether the Italian citizens were in

the radiation of the defective reac-

purpose of the improvement of en-

today, whereas 55 are under con-

favor of or against the possibility of

tor. And these were people who

ergy efficiency and low consump-

struction and more than 130 are in

the Government providing different

were forced to intervene immedi-

tion. And it is also a good thing that

the planning phase.

kinds of aid to the areas where the

ately afterward to save whatever

one of the first people to sign the

Among the advanced countries, it is

reactors were to be located. In fact,

was savable: desperate acts that left

“Charter” was Carlo Rubbia.

a well-known fact that Italy is

the result of the referendum created

no margin for salvation. Up until

A few weeks later, the European

the only nation without nuclear

remarkable embarrassment in Par-

2005, 4,000 cases of thyroid tumors

Parliament approved another docu-

power plants. This is a situation that

liament.

were registered, mostly involving

ment by a large majority, sanction-

has fairly precise historical roots

An embarrassment that was dis-

children and adolescents: there

ing that “nuclear energy is indisp-

branching out over the last five

solved by the decision to complete-

were only nine deaths however,

ensable in order to guarantee the

decades: roots leading to large-scale

ly cease the use of nuclear power

given the effectiveness of the thera-

European Union’s mid-term energy

economic interests and consequent-

and to demolish the existent reac-

pies that were applied in time.

needs.” A few years have gone by,

ly, which are connected to political

tors: that demolition is still under-

The resizing of the damage thanks

and we finally find ourselves con-

matters that are even more difficult

way today, with costs to the popu-

to the Chernobyl Forum was not

fronted with a fast-moving global

to assess in the end. It is not possi-

lation so high that it should induce

unanimously accepted however,

scenario. In the United States, Presi-

ble here to enter into the swarm of

us all to calmly reflect. It should be

and several channels of information

dent Obama appointed Steven Chu,

problems that would force us back

underlined that the information that

have even recently spread the news

the winner of the Nobel Prize for

to the years of the economic boom

spread throughout Italy regarding

according to which the accident at

Physics, as Secretary of the Depart-

and the dramas of Enrico Mattei

the human and material damage

Chernobyl caused half a million

ment of Energy: in other words, a

and Felice Ippolito.

caused by the Chernobyl disaster

deaths. So, it is hard to find a con-

competent expert.

Instead, I will just briefly remind us

obviously strengthened the referen-

sensus when the numbers oscillate

And he has added 54 million dollars

of a more recent matter that still

dum’s consensus, transforming it lit-

between 59 and 500,000: when

to the budget for a project that is

affects the opinions about nuclear

erally into a “no to nuclear” vote.

catastrophic tensions loom, the

truly a “nuclear Renaissance” which

power circulating in the major

However, it was a consensus that

rejection of nuclear energy grows.

foresees the already-financed con-

means of communication and

was not generalized in the same

At this point, and without meaning

struction of two nuclear reactors in

which arose with the serious acci-

way in France and in other Euro-

to be polemical, we should re-

Georgia, as well as undertaking the

dent that happened at the nuclear

pean nations. Only a few years ago,

examine some of the reasons put

construction of three other nuclear

plant in Chernobyl. That fact creat-

the analysis of the actual damages

into play by those who, even now,

plants as soon as possible, located in

ed – rightly so – a wave of emotion

took on a less worrisome aspect,

still do not believe that the choice of

South Carolina, Maryland and

that left its mark upon the wide-

thanks to reports made public by

nuclear energy in our country is

Texas, respectively. These plants will

spread culture of civil society. And

the Chernobyl Forum and to the

rational or safe.

join the hundred or so other nuclear

for a good reason: at the root of

eight United Nations organizations

The first reason is based on the cir-

plants already existing in the USA

that accident, lay a sequence of

under the auspices of the World

cumstance of Italy being located in

and are capable of satisfying 20%

political and technical choices of

Health Organization.

an area that is at high risk for earth-

of the national need. Alongside the

bewildering inequities which natu-

The report is based on data gath-

quakes and is very densely populat-

nuclear Renaissance, the U.S. gov-

rally resulted in the construction of

ered by many scientists regarding a

ed. So what should be said about

ernment places solar energy in a

an intrinsically dangerous and

wide range of problems: from the

Japan? Japan is at a much higher

strong position within the frame-

unstable power plant.

impact upon the environment to

seismic risk than Italy and has an

work of a green economy. It also

The emotional wave of reaction was

the contamination of agricultural

even higher population density: yet

has a two-fold purpose: the elimina-

especially intense in our country and

areas, from water pollution to the

it has 54 functioning nuclear plants

tion of the current dependence on

led to a referendum on the nation’s

effects upon human beings and ani-

and another one under construc-

fossil fuels and improvement of the

choices of energy with regard to

mals. In the version of the report

tion. A second reason mainly refers

environment’s state of health.

nuclear power. This is an interpreta-

that was published by the World

to Chernobyl and the accident that

And what is happening in the rest

tion that found strong support in

Health Organization in 2008, one

happened on Three Mile Island in

of the world? Japan is building a

the attitude of the major political

reads evaluations expressed in fig-

1979. Regarding this latter accident,

new plant to go alongside the other

parties, which were clearly aligned

ures that delineate a less-drastic

I realize that millions of people were


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LET'S EMBRACE CHANGE. THE FUTURE WILL FOLLOW.

The diagram on the t-shirt is of a state of the art nuclear power station. Nuclear power is a vital source of energy that enables governments to secure a mix of energy supplies from clean, convenient and available sources. Thanks to nuclear energy and renewables, we generate a significant amount of CO2-free energy. This means making better use of energy without having to make lifestyle changes. Moreover, to meet the growing demand for CO2-free energy, we're continuing to invest in research, technologies and major infrastructure projects. Our experimental Carbon Capture Sequestration plant, and Europe's only hydrogen power plant, are just two examples. It's our conviction that good innovation in technology is the first step towards change for the better in people's lives.

www.enel.com


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The revival of nuclear energy in Italy

emotionally touched by the famous

ured the radiation of nuclear waste

movie about Three Mile Island, and

at an English site, reached the con-

that emotional reaction affected the

clusion that the natural ground radi-

opinions of many people. But in an

ation in his garden was more

by Fulvio Conti

ciency amongst both producers

article published recently in the

intense than that of the stored

The role of nuclear energy

and final consumers, investing in

newspaper “la Repubblica,” Carlo

nuclear waste. In conclusion, I invite

in the global energy mix, its

real research and innovation proj-

Bernardini is right when he under-

all readers – whatever your inclina-

revival in Italy and its requisites

ects. In this complex scenario, the

lines the fact that the Three Mile

tions may be – to consult a very

for economic sustainability,

revival of nuclear energy is not a

Island plant had been operating for

recent publication, Nuclear Energy

Enel’s know-how on a worldwi-

solution in itself, but an essential

more than twenty years: the U.S.

in Italy, put out by Enel based on its

de level and its partnership

component of the solution to build

government had made a decision

own historical archives. Enel’s Presi-

with the EDF: this is the

a safe and efficient energy system

based on facts, not on emotions.

dent, Piero Gnudi, wisely writes that

“vision” of Fulvio Conti, CEO

in Italy. I believe the decision Ital-

With regards to Chernobyl, and the

“the knowledge of past experience

and General Manager of Enel.

ians made in 1987 to abandon

general problem of potential acci-

will be useful in orienting choices

dents, nobody can ignore the ascer-

for the future.” And in closing his

The global energy scenario pres-

also because we have continued to

tained fact of the victims caused by

book, Livio Vido invites us to reflect

ents many challenges for the

import electricity from plants in

defective nuclear reactors: the data

upon the actual costs of energy:

future: in the next two decades,

France, Switzerland and Slovenia

states that the nuclear plants had

“An average company in Italy pays

the primary energy demand is des-

since then. These importations are

been in operation for half a century,

almost double the price, excluding

tined to increase by 40%, with fos-

worth about 14% of our demand

and in those 50 years, the victims of

taxes, of that paid by an average

sil fuels remaining the main energy

today, so in fact we have become a

technical defects was about a hun-

company in France, where 77% of

source, covering about 80% of the

nuclear country without receiving

dred in all. Which means that the

its electricity comes from nuclear

global demand. In this context,

any of the related economic and

safety level is extremely high.

power.” In short, the time has come

environmental sustainability and

technological benefits.

A third reason that is often brought

to seriously plan for our future.

the fight against climate changes

Let’s not forget that today we have

up against nuclear energy raises fear

represent an added challenge.

26 nuclear reactors – summing up

about the dangers of nuclear waste.

Therefore, governments and indus-

to about 24,000 MW of power –

Of course, the waste products need

tries have the task to guarantee

within a 200 Km radius from our

to be treated with the proper care.

everyone safe, economic and envi-

borders. Enel has revived this

And precisely that very care is the

ronmentally sustainable access to

important technology in the past

basic criterion put into act by the

energy. This is what I call the

few years: it presently manages

nations that make use of nuclear

“energy equation”.

about 5,300 MW of nuclear ener-

power: just think of France, with its

Today, no technology or single ini-

gy capacity, to which more than

58 nuclear plants; of little Switzer-

tiative by itself is capable of provid-

1,000 MW will be added, and is

land, which already has five; or Bel-

ing the solution to this equation.

one of the few operators on a

gium, where 7 nuclear plants are in

Amongst the many forms of ener-

worldwide level today who are

operation. As Umberto Veronesi

gy, electricity will spread more and

capable of managing all the main

reminded us, “in France at Le

more – it is the most efficient, clean

technologies connected to nuclear

Hague, there is a storeroom of

and safe vector we have to meet

energy: it is participating in build-

nuclear waste upon which people

our energy needs and fight climate

ing the first French-technology,

take walks: it is well kept and the

change. Finding a solution will

advanced third generation reactor

radiation will never reach us.” And

require the use of all the best tech-

in Flamanville; it manages Ameri-

one of the fathers of environmen-

nologies available today, balancing

can-technology plants in Spain,

talism, James Lovelock, who meas-

the energy generation mix, diversi-

and Russian-technology reactors in

fying supply sources and strengthening the related infrastructures, promoting energy saving and effi-

atomic technology was a mistake,


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Slovakia; it is part of a consortium

nuclear plants already in existence.

ty for industry, economy, education

sources, and it safeguards the envi-

in

twofold

In economic terms, the incidence of

and employment. A rebirth that will

ronment. Enel is convinced that we

increase of the Cernovoda nuclear

variable costs – i.e. nuclear fuel – on

not include only suppliers’ connect-

must take the chance to revive

plant, which will employ Canadian

the total energy production costs is

ed industries. In fact, we believe

atomic technologies, in order to

technology. Today, about 4,000

minimal; despite the high costs of

that the Italian nuclear program

allow the whole country to regain

people work with Enel in this field.

building a nuclear unit, this allows

should include the whole electricity

the competitive advantage and

And the company continues to

for the production of large quanti-

industry and all the Italian energy-

efficiency in the energy field that

recruit tens of youngsters both in

ties of energy at a competitive and

consuming companies, which will

can bring us back to par with the

Italy and abroad. Nuclear genera-

stable price.

therefore have the opportunity to

main industrialized countries.

tion offers many advantages. Firstly,

In fact, the impact of fuel price vari-

have electricity at a convenient price

nuclear technology can bring a fun-

ations on generation costs is very

for the plant’s whole lifespan, in

damental contribution to the fight

small, and the latter are usually

proportion to their participation.

against climatic change: in terms of

about 20% lower than those in one

However, the rebirth of the nuclear

greenhouse gas emissions pro-

of the new generation combined-

industry in Italy will not be possible

duced along the entire nuclear

cycle power plants. Finally, the geo-

unless we can focus our attention

chain, in fact, it releases the lowest

graphic distribution of uranium

on the important issue of consen-

quantity of CO2 equivalent per MW

reserves allows us to import nuclear

sus management. Italy will have to

produced. Nuclear energy plays a

fuel from Canada and Australia –

commit to its nuclear program for

fundamental role in the global ener-

which offer a quite different situa-

at least a decade during its realiza-

gy mix: 437 nuclear reactors are

tion

tion and for about a century during

currently producing a total capacity

exporters – reducing the risks linked

its implementation.

of 371,000 MW and cover about

to the raw material supply. Our gov-

Therefore, the program must be

15% of the world’s electricity. With-

ernment’s current objectives include

widely accepted: we need to re-

in the global fight against climate

nuclear technology in order to satis-

establish scientific truth by securing

change, in fact, the entire world is

fy 25% of the Italian demand for

an informative pact that is fair and

seeing a renewed interest in nuclear

electricity by 2020. Supposing that

able to respond to the “irrational

technology.

demand will level out at about 400

fears” that the population main-

From the United States to the Unit-

TWh/year in 2020, we will need to

tains as emotional barriers to

ed Kingdom, from Finland to Slova-

install about 13,000 MW of capaci-

nuclear technologies, such as the

kia and France, passing by way of

ty, or 8 1,600 MW nuclear units.

worries about radioactive waste

China, Russia and India, independ-

This is why Enel has started a joint-

management, plant safety, health

ently from any political orientation,

venture with EDF, the leading Euro-

safeguarding and safety for the

governments have authorized the

pean nuclear operator, to build at

people involved. We must regain

building of new plants – 55 new

least 4 third-generation, advanced

control over these arguments with

nuclear power plants are under

EPR technology nuclear plants in

a transparent, rational and compe-

construction in 14 different coun-

Italy. Thanks to these, we will be

tent communication campaign,

tries. These new power plants will

able to guarantee about half of the

creating the conditions for a partic-

add 50,900 MW to the existing

capacity required by the govern-

ipatory debate and taking example

capacity. And other projects are in

ment’s plans. Let’s not forget the

from the public debate in France.

the planning stage. Moreover,

positive consequences that would

Moreover, we must re-build a sci-

countries such as Germany, Spain,

derive from the nuclear industry’s

entifically based nuclear culture

Belgium and the Netherlands have

development for the whole country.

that can convey the key concepts:

decided to prolong the life of

This is a unique relaunch opportuni-

it’s safe, it’s an alternative to fossil

Romania

for

the

compared

to

fossil

fuel

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France, nuclear à la carte 108

political decisions, urban planning

chain of connected industries,

part of common thinking, waste

and

technological

which today can boast internation-

management and storage remain

by Attilio Geroni

skills that go back to the times of

al leadership. Électricité de France

the first reason why the French feel

The French nuclear industry

general De Gaulle and the Com-

(EDF) is the world’s biggest produc-

uneasy about nuclear energy. A

boasts international leadership:

missariat à l’Energie Atomique

er and net exporter of nuclear gen-

survey by TNS Sofres demoscopic

Électricité de France (EDF)

(CEA), soaring after the 1973 oil

erated electricity, while Areva –

institute conducted amongst man-

is the world’s biggest producer

shock. Short on energy raw materi-

born from the merger of various

agers and opinion leaders in seven

and net exporter of nuclear

al, and rich in know-how, the

groups – is the first nuclear plant

countries (six European countries

generated electricity, while

French establishment launched a

builder worldwide.

and the United States) shows that

Areva is the first nuclear plant

program to build nuclear plants

The truth is the State is the great

most of the interviewees in France

builder worldwide. And the

that had few precedents in the

nuclear party in France, as it con-

(82%) think that the nuclear indus-

future presents new challenges:

whole Western world. Today, there

trols both these colossi. Public

try «is one of the most monitored

a «new match for French

are 58 reactors and over a thou-

opinion has expressed and is

and regulated». An even wider

nuclear, inside and outside

sands sites where waste is various-

expressing different reactions to

majority

the country, Italy included».

ly stored in France.

this aspect. On the one hand, sur-

nuclear fuel used to produce ener-

engineering

(90%)

believes

that

Although most of the French pub-

veys indicate that the government’s

gy remains radioactive, and thus is

Italian expats tell a joke about the

lic opinion remains in favor of

role in such a delicate and strategic

potentially dangerous, for a long

high cost of living in Paris: «There

nuclear energy (52% according to

field – where safety and waste

period of time.

are only two things that cost less

the 2008 Eurobarometer) and

management are the primary con-

Areva is a great specialist in waste

here: taxis, when you can get one,

although energy choices enjoy

cern – is reassuring, like an anti-

management: according to them,

and the electricity bill». As regards

bipartisan political support by both

dote to any private company’s

96% of fuel is reusable, after being

the first advantage, all you have to

the right wing Gaullists and the

interests taking over in the name of

treated, and thus can contribute to

do is compare fees: they are

socialist party, sharing the territory

pure profitability. On the other

creating an almost complete cycle

shamelessly low in France. The sec-

with nuclear plants has not always

hand however, and especially in

from production to waste. Anti-

ond has deeper and more complex

been easy. Over the years, environ-

the past, public ownership – in the

nuclear groups and a survey, con-

roots, but can be traced back to

mental

from

name of superior reasons of State –

ducted last year by Libération and

the fact that almost 80% of elec-

Greenpeace to Sortir du nucléaire –

seemed unable to guarantee ade-

Arte tv channel with scientific con-

tricity in France is generated by

have grown more important, and

quate transparency. Many in fact

sultancy by CRIIRAD, an independ-

nuclear plants. The lower cost for

there have been a few instances in

still well remember how, in the

ent, radioactivity research body,

consumers – private citizens, com-

which the government took a

wake of the Chernobyl catastro-

challenged this result. But proving

panies, public bodies and adminis-

stand against the solid tradition of

phe, national authorities tried to

this figure is difficult because it

trations – is irrefutable; and, over

nuclear energy. In 1997, socialist

spread the surreal message that

regards an extremely complex

the years, a crucial ecologic factor

prime minister, Lionel Jospin yield-

the toxic cloud had stopped at the

industrial process, implemented by

has been added to the equation:

ed to the requests of the Green

border, or had even bypassed the

Areva in its Le Hague plant, on the

the very low CO2 emissions and

party (part of the majority in parlia-

country altogether! Today, a mes-

Channel – the biggest plant in the

high rate of reactor fuel recycling.

ment at the time) and ordered that

sage of this kind would probably

world. The group is making a

A double argument that the French

the Superphénix fast reactor be

be inconceivable. The nuclear

strong communication effort and

industry in the field has used and is

closed because it was considered

industry – not just in France –

has recently re-engineered its cor-

using to promote nuclear energy

expensive and inefficient. That was

seems to have learned from its mis-

porate website transforming it into

beyond the country’s borders.

the most blatant episode of

takes, and is giving people the

a real on-line information center

The French have been used to liv-

nuclear protest in France, but it still

transparency they quite rightly

about nuclear energy and the

ing with nuclear plants for deca-

didn’t stop the development of the

demand. While plants’ safety has

industrial phases that regard it,

des; the latter are the result of

industry, and in fact of the whole

increasingly become an integral

from uranium enrichment to build-

organizations


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Obama, Chu and the turning point of american nuclear energy

ing reactors, all the way to waste

creative and high-potential over-

management itself. With white for

crowding that Nicolas Sarkozy has

the background and orange as the

asked EDF’s former president,

main color in the informative

François Roussely, to prepare a

bands, the website is supposed to

report about the reorganization of

by Pino Buongiorno

of the Union Address last January

be educational and attractive, with

the nuclear field and its connected

President Obama and the

27th. Enjoying a rare evening of

play-on-word slogans: «Never has

industries by the end of April.

Energy Secretary and Nobel

bipartisan applause in the Wash-

a nuclear site been so accessible».

Proglio would like to have the role

Prize winner, Steven Chu, have

ington Capitol, for the first time

Or: «If you think that enriched ura-

of director or, to use a soccer-relat-

initiated the “Nuclear Renais-

Obama placed nuclear power

nium is bling-bling, have a look at

ed metaphor he appreciates, “cap-

sance” in America thirty years

among the priorities of his eco-

the new areva.com site!». One

tain of the team on the field”,

after the atomic industry had

nomic and energy agenda, urging

might object that this has more to

especially at away games. He has

come to a halt. This new deve-

the construction of “a new genera-

do with marketing than trans-

clashed more than once with Anne

lopment has many objectives:

tion of safe and clean nuclear

parency, but the industry has got to

Lauvergeon, who fiercely supports

to combat climate change and

power plants,” which would be

start giving a different image of

Areva’s complete cycle structure

reduce greenhouse gas emis-

added to the 104 already in opera-

itself somewhere, and prepare to

against the colleague-rival’s cri-

sions, to create new jobs and

tion in 31 states. Then on February

increase exportations of a technol-

tiques, and who has announced

to ensure the United States

16th, the President went to Lanham,

ogy for which foreign demand is

the ambitious goal of securing one

a role of leadership in the

in Maryland, to visit a training cen-

on a strong upswing. The energy

third of the new plants to be built

nuclear power industry against

ter for electrical engineers run by

prices’ upsurge in 2006-2007, the

in the whole world, in the next ten

foreign competition and to

the unions. Here he announced

crisis and controversies with Russia

years. As always, the Élysée Palace

promote energy safety against

that he would guarantee federal

about supply continuity in Europe,

will be the arbitrator. In the next

blackmail by oil producers.

credit for the sum of 8 billion dol-

and the need to reduce green-

few days, Sarkozy will signal the

house gas emissions to fight cli-

end of the hostile game between

The President, the Nobel Prize win-

pany, which has to build the two

mate control: these are the basic

the national champions, starting a

ner and the nuclear energy revival.

new nuclear reactors, Vogtl3 and

ingredients in the current nuclear

new match for French nuclear,

The first is 48 year-old Barack

Vogtl4, in Burke, Georgia. He

revival on a roughly global scale.

inside and outside the country, Italy

Obama, the “greenest “ of the 44

explained that this was only the

The French industry has the right

included.

presidents in America’s history, who

beginning of an overall plan call-

economies of scale and necessary

has always been convinced that

ing for 36 billion dollars provided

skills to play a central role in it, and

“the dependence on oil is a threat

by the 2011 federal budget, which

its other two energy colossi, GDF

to our national safety, our planet

will be added to the other 18.5 bil-

Suez and Total, are quite clear

and our economy.”

lion dollars already placed in the

about their nuclear ambitions. The

The second person’s name is Steven

budget in 2005, but never spent.

problem might be overcrowding.

Chu, 61, the 12th Energy Secretary,

Altogether, the total is 54.5 billion

France has one of the top tech-

the

winner

dollars, enough for building six or

nologies in the field – the EPR third

appointed to a top administrative

seven of the new nuclear power

generation, pressurized reactor

office in America (he was awarded

plants, each costing from a mini-

that was developed with Ger-

the prize for physics in 1997) and

mum of 8 to a maximum of 10 bil-

many’s Siemens – yet was defeated

the second Chinese-American to

lion dollars. The two new reactors

by South Korea in the call for ten-

become part of the national gov-

in Georgia will generate electricity

ders to supply four reactors to Abu

ernment in the United States.

for 1,400,000 people and will cre-

Dhabi. An unexpected 40 billion

Obama & Chu have initiated the

ate permanent jobs for 850 tech-

dollar knock-over for the French

“nuclear Renaissance” thirty years

nicians and engineers, as well as

“dream team”, composed by EDF,

after the atomic industry had come

the 3,000 on-site construction

Areva, GDF Suez and Total, which

to a halt. They have done this both

workers hired temporarily to build

was blamed on the weak coordina-

to combat climate change by

the plants. The federal loan guar-

tion and basic rivalry between

reducing greenhouse gas emissions

antees are conditioned by the

Henri Proglio (EDF’s new CEO) and

and to create new jobs. But also, at

licensing that must be emitted by

Anne Lauvergeon (long-time presi-

the same time, to ensure the Unit-

the Nuclear Regulatory Commis-

dent of Areva) that has emerged

ed States a role of leadership in the

sion, which has launched a new

many times in the past few

nuclear power industry against for-

procedural model that is lighter

months. It is also to “tidy up” this

eign competition and energy safety

and less expensive: Southern Co.

against blackmail by the most treacherous oil producers. It was President Obama who began the new course when he gave his State

lars for the Southern Electric Com-

first

Nobel

Prize

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estimates that it can already have it

gy. Electoral reasons probably

energy and climatic change. Energy

power has to be on the table.” The

operating by the beginning of

played a part, in that he did not

Secretary Chu, after a thorough

blog goes on to be even more

2011. “We must be competitive,”

want to alienate the environmen-

study convincing him that the most

explicit: “Also remember that wind

Obama declared. “China, France,

talists all lined up in favor of him

recent technologies for nuclear

and solar are intermittent energy

Japan and other countries are build-

against the “atomic” Republican

energy of the latest generation

sources. The sun isn’t always shin-

ing a total of 55 new nuclear reac-

contender, John McCain.

such as the oft-mentioned West-

ing and the wind isn’t always blow-

tors. So make no mistake: whether

In that lively electoral campaign,

inghouse Ap1000 are safer than

ing. Without technical break-

it’s nuclear energy, or solar or wind

only the Democratic Senator from

those that caused the accident at

throughs in efficient large-scale

energy, if we fail to invest in the

Massachusetts, John Kerry, came

the Three Mile Island plant near

energy storage, it will be difficult to

technologies of tomorrow then

out with support in the article pub-

Harrisburg, Pennsylvania in 1979,

rely on intermittent renewables for

we’re going to be importing those

lished in “The New York Times,”

believes that atomic energy is des-

much more than 20-30% of our

technologies instead of exporting

written together with the Republi-

tined to always play an indispensa-

electricity. But nuclear power can

them.”

can Lindsey Graham, where he

ble part. With an unusual initiative,

provide large amounts of carbon-

Then, anticipating the objection by

declared: “While we invest in

the Nobel Prize winner for physics

free power that is always avail-

the anti-nuclear faction, he warned:

renewable energy sources like wind

has used the social network Face-

able.” If these are the official con-

“On an issue that affects our econ-

and solar, we must also take advan-

book to illustrate his theses and to

siderations in favor of nuclear

omy, our security, and the future of

tage of nuclear power, our single

reply to the skeptics’ rebuttals.

power, there are other, more prag-

our planet, we can’t continue to be

largest contributor of emission-free

“Some of you expressed a prefer-

matic ones that the Obama admin-

mired in the same old debates

power.” Nuclear reactors today

ence for solar and wind power over

istration is keeping well in mind.

between left and right, between

produce 72% of American electric-

nuclear energy: I share your enthu-

The first is the driving force of new

environmentalists and entrepre-

ity not derivative from fossil fuels.

siasm for these renewable sources

jobs that will develop, with the pos-

neurs. The fact is, changing the

The

Protection

of energy and we are on pace to

sibility of hiring thousands of tech-

ways we produce and use energy

double our renewable energy

nicians and scientists for the new

requires us to think anew and act

Agency has predicted that in order to reduce CO2 emissions according

capacity by 2012. But,” Steven Chu

nuclear plants. This is extremely

anew. And it demands of us a will-

to the legal parameters regarding

warns us, “no single technology

important because the growth of

ingness to extend our hand across

climate change, already approved

will provide all the answers. Wind

the job market will take place in the

old divides, to act in good faith, to

by the House of Representatives, it

and solar now provide about 3% of

depressed area of the Mid-west.

move beyond the broken politics of

will be necessary to have 187 new

our electricity, compared to 20%

The second is the re-launching of

the past.” Powerful words, the kind

nuclear power plants by 2050. And

for nuclear. While we are working

research and the development of

that have not been heard for a long

of these, according to the US Ener-

as hard as we can to promote ener-

new technologies in a sector that

time, ever since the Republican sen-

gy Information Administration, we

gy efficiency in every part sector of

has languished for three decades

ator from New Mexico, Pete

would already need 69 of them by

America, it is likely that our energy

due to the fear raised by the acci-

Domenici, of Italian descent, fought

2030. If they are not built, the costs

demand will continue to rise.

dent at the Three Mile Island plant

like a lion in the arena of the Wash-

of electricity and natural gas, as

In fact, the Energy Information

and, successively, the one at the

ington Congress for supporting the

well as carbon dioxide emissions,

Administration projects an almost

Chernobyl plant in the Ukraine. The

civilian use of nuclear energy.

will increase exponentially.

20% increase in overall energy

third is the reawakening of the

After his retirement last year,

Once established in the White

demands

nuclear industry in general, which

Domenici found his successor in

House, Obama stopped delaying,

increase in electricity demands over

seemed to be moribund.

Obama. Surprising. Because – keep

also due to the driving force of the

the next 25 years under current

Unlike in Italy, the difficulty of the

it well in mind – for his entire presi-

nuclear physicist Chu, temporarily

laws. If we want to make a serious

civilian use of atomic energy in the

dential campaign, the Democratic

on loan to politics, as well as to

dent in carbon dioxide emissions –

United States is more of a financial

candidate had shown to be luke-

Carol Browner, Assistant to the

not to mention having cleaner air

than an environmental matter. The

warm on the topic of nuclear ener-

American President with regards to

and cleaner water – then nuclear

objection raised most emphatically

Environmental

and

an

over

30%


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Connect the dots

is always that of the cost and only

cified their former protégé because

successively that of the localization.

his support for the atomic energy

The main reason is that there are

cause is viewed as an attempt to

Nuke

nism is that of the control rods,

many electric companies in the

win over votes from Republicans

Edited by Livia Dall’Agata

which are made out of a kind of

U.S., and they are extremely small

and middle-of-the-road Democrats

in comparison with the gigantic

for the new law on climate change

1. Uranium and fossil

ing the neutrons released during a

European companies. For example,

and energy that is in a stalemate at

fuel reserves

chain-reaction. In emergency situa-

the Southern Electric Company

the Senate. More so: they have

With regards to fossil fuels sources,

tions, these are automatically low-

develops 42 gigawatts of installed

touched a sore point regarding the

according to the report by the

ered to stop the reaction and stop

power and the Duke 36, as com-

American

International

Agency

the core. Furthermore, all the water

pared to the 83 gigawatts of the

strategic architecture, or rather,

(World Energy Outlook 2009) –

circuits are isolated: the water from

Enel Company and the 120 of the

with regards to nuclear waste.

between the proven and recover-

the reactor never enters into con-

French EDF. These small or medi-

Obama has always claimed to be

able reserves, and a hypothesis of

tact with the water producing the

um-sized companies are reluctant

against the use of the Yucca Moun-

the constant production levels in

steam that goes in the turbine. The

to take on the risks connected to

tain site in the Nevada desert, cho-

the future – the scenario predicts

third level of safety is represented

ambitious long-term projects. The

sen by Congress 20 years ago, after

that the oil reserves will last for

by all the buildings housing the

decisive factor therefore becomes

an expenditure of nine million dol-

about 40 years (~1,258 billion bar-

plant and its components: from the

that of guaranteeing credit from

lars on studies and surveys. He con-

rels), the reserves of gas, about 60

pressure vessel containing the reac-

the federal authorities. And that is

siders it to be dangerous because it

years (~185,000 billion m3) and

tor core and the primary coolant to

what Obama intends to do, even

is located inside a military base and

that of coal, about 100 years (~826

the primary container and then the

within the next few years, so as to

already contains 400,000 sq. m. of

billion tons). As for uranium, how-

secondary container, the exterior of

recuperate the “production chain”

radioactive waste from weaponry.

ever, taking into consideration the

the building is made of a special

at a cost of imposing protectionist

Furthermore, it is adjacent to the

only stocks already identified,

structure that is very resistant and

measures. “It’s true that initially this

firing range where the armed

stocks are still available of about

remarkably thick.

administration wasn’t thought of

forces have made more than 900

5.5 million tons, equal to 100 years

as being pro-nuclear, but due to cli-

atomic bombs explode in tests last-

of electricity production at the cur-

3. Radioactive Waste Products

mate change and unemployment,

ing fifty years. So as usual, Chu

rent rates. Instead, if we consider

One of the most important aspects

in the last three months it has done

jumped in to resolve this dispute

the consumption and yield offered

of nuclear power plants is the man-

a lot for this industry,” stated Lisa

and appointed a bipartisan com-

by the fourth generation reactors

agement of the radioactive refuse:

Steward, who is the director of one

mittee, headed by the former Con-

(which will be capable of also using

that is, the radioactive material

of the programs of the Nuclear

gressman Lee Hamilton and the

the waste products from the pres-

released from or contained in the

Energy Institute, a lobby organiza-

Republican General and former

ent power plants as fuel), accord-

equipment or devices that can no

tion in Washington. Obviously, the

National Security Advisor Brent

ing to estimates, the prospects

longer be used for anything. These

environmental associations which

Scowcroft, to individuate new solu-

should be multiplied by at least 50-

waste products are classified under

take an entirely different view have

tions for the storage of nuclear

60: and therefore, there will be fuel

three categories: that of low activi-

cried out that it is political betrayal.

waste and, in Chu’s words, to

for approximately 30–35 thousand

ty (which decays in 30 years’ time,

“We were very hopeful last year,”

ensure “a future with safe and sus-

years.

after which it can be treated as

declared Erich Pica, president of

tainable nuclear energy.”

government’s

entire

plant under all possible operating conditions. The first safety mecha-

material that is capable of absorb-

Energy

normal non-radioactive waste),

Friends of the Earth. “Obama said

2. Power Plant Safety

that of medium activity (with a

all the right things. But now he’s

The safety of the power plant is

decay time of up to 300 years, after

become an ardent fan of nuclear

based on engineering systems for

which it can be treated as normal

energy, a surprising switch in such a

protecting the reactor and contain-

non-radioactive refuse) and that

short time.” Other critics have cru-

ing radioactive products inside the

which is highly active (with a decay

111


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112

time on the order of thousands of

materials. This he accomplished in

pean Union countries. In France,

tal Reactor (an experimental mag-

years). The low and medium activi-

1942, when the first controlled

more than 70% of its electricity is

netic nuclear fusion reactor) devel-

ty materials (95% of those pro-

nuclear chain-reaction produced

generated by nuclear reactors and

oped in Cadarache, France, and

duced by the nuclear power plants)

energy, and thus, the atomic era

16 of these are located less than

the one in the USA of NIF –

are generally treated and kept

began. The objective of the civil use

200 kilometers from the Italian

National Ignition Facility, where

inside the plant itself in storerooms

of nuclear energy became that of

border. In total, there are 26 active

192 gigantic lasers simultaneously

designed to isolate them for

producing electricity thanks to

nuclear power stations in neigh-

focus their energy upon a vault

approximately 300 years, or taken

what results from the splitting of

bouring European countries, for a

containing a capsule-target with

to landfills that normally are cen-

the atom: the first nuclear power

total of approximately 24,000 MW.

the two hydrogen isotopes that

tralized and on a national level.

station in Obninsk, near Moscow,

are needed for creating the

began functioning in 1954. The

8. Italy’s Energy Needs

nuclear fusion and emanating an

4. What finally happens to the

first Italian nuclear reactor, located

The demand for Italian electricity is

enormous blast of energy.

highly radioactive material?

in Ispra in the province of Varese,

growing at the rate of 2-3% a year,

The highly radioactive matter (5%

made for research purposes, was

but the balance of the energy

10. Eurobarometro

of the materials produced) is usual-

activated in 1959.

“mix” is tipped towards the more

In

expensive sources: more than 65%

towards nuclear energy is growing

ly stored in the power plant’s pools

Europe,

favorable

opinion

for 5-10 years, after which there

6. How much does atomic

of the electricity is produced by gas

and according to a survey by Euro-

are two alternatives: the fuel is kept

energy cost?

or coal, more than double the E.U.

barometro, citizens in favor of it

in dry storage, usually on the prem-

Based on the data provided by the

average (27%). This implies an

have increased from 37% in 2005

ises of the plant itself, while await-

World Energy Council and on the

electric bill that is generally higher

to 44% in 2008. Support for

ing to be transferred to the final

average cost of the raw materials in

than that of other European coun-

nuclear energy is strongest in those

deposit of geological nature, or it

2008, the ENEA has comparatively

tries and the dependence upon oil

countries that are already using it.

can be sent to the reprocessing

calculated the average cost in Euros

and supplies from other countries,

In Italy, the percentage of citizens

plants, which have the task of sep-

of one megawatt obtained by the

exposing Italy to the uncertainties

who are favorable towards nuclear

arating all the elements that can

different

gas

of the global energy market. 12%

energy has risen from 30% in 2005

still recycled into fuel from the end

(between 82 and 151 €/MW), coal

of the electricity consumed in Italy

to 43% in 2008: this is the largest

waste products. Due to the long

(between 65 and 130 €/MW),

is imported and largely originates

increase in all of Europe. The inves-

decay time necessary (thousands

nuclear (between 44 and 67

from nuclear power: in fact, it

tigation, promoted by the Euro-

of years) these waste products can-

€/MW), hydro-electric (between 22

comes from France, Switzerland

pean Commission – General Direc-

not be entrusted to engineered

and 104 €/MW), wind (from 61

and Slovenia, countries that utilize

tion of Energy and Transportation,

deposits controlled by humans, but

to 106 €/MW) and photo-voltaic

nuclear energy.

was conducted in 2008 in 27

instead, they must be stored in

solar (between 326 and 707

such a way as to naturally guaran-

€/MW). As for nuclear power, the

9. Nuclear Fusion

tee the isolation of the refuse from

calculations were made using the

Scientists and researchers around

the bio-sphere for several thousand

present technology as a point of

the world are trying to create

years. These are the so-called geo-

reference, but the new EPR reactors

nuclear fusion, a natural phenom-

logical deposits, or that is say,

currently under construction will

enon that occurs on the Sun and

underground deposits that are very

bring the average cost of electricity

other stars: it consists of the union

deep (500-700 m) made out of

to about 55 €/MW.

of the nucleus of two light atoms,

energy

sources:

rock or clay or salt formations.

countries of the European Union

Deuterium and Tritium (which are 7. Nuclear Power in Europe

hydrogen isotopes) to become one

5. A bit of history

Of the 27 nations that make up

heavier atom, Helium. The reac-

Radioactivity was discovered at the turn of the 20th century, and since

the European Union, a good 14

tion generated releases a large

countries utilize nuclear reactors

quantity of energy and leads to

then, many scientists have been

to generate electricity for an

several remarkable advantages:

dedicated to studying the nuclear

installed capacity superior 130,000

the nuclear fusion uses hydrogen,

transformations that release ener-

megawatts, and are capable of

which can be found everywhere in

gy. In 1919, Rutherford discovered

furnishing about 30% of the elec-

nature and is limitless, as well as

artificial radioactivity and in 1933,

tricity needed every year. France,

being a process that is very safe

Enrico Fermi began his investiga-

Germany and the United Kingdom

and “clean.” The main projects of

tion to obtain the controlled release

represent about 70% of the total

this kind are the ITER – Interna-

of nuclear energy from radioactive

installed capacity of all the Euro-

tional Thermonuclear Experimen-

and involved 26,746 citizens.


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Nuclear glossary

in which a reaction or an event

Fuel Reprocessing

IEA

produces products that are identi-

The purpose of the reprocessing is

The International Energy Agency

AEN

cal to those that gave rise to the

to separate elements that can still be

is an intergovernmental organization

The Nuclear Energy Agency of the

reaction itself and which are then

utilized as fuel from the fission prod-

acting as a political energy consultant.

Organization for Security and Co-

able to start a new one, as in the

ucts and the actinides (radioactive

operation in Europe (OCSE) assists

case of the controlled chain reac-

elements of long decay time that are

In Depth Defense

its 28 member countries in sustain-

tions in a nuclear reactor.

treated and stored). The reprocess-

In depth defense is an approach to

ing of fuel allows for reducing the

the plant’s security that implements

volume of radioactive waste.

many independent levels of protec-

aspects regarding nuclear energy

CO2 Carbon dioxide is a colorless, odor-

matters. Italy is a member of this

less gas that derives from the com-

Generations of nuclear reactors

organization.

bustion of fossil fuels and organic

Nuclear reactors are classified based

ing and further developing technological, scientific and legal

tion from the release of dangerous materials.

matter. It is considered to be the

on the generation they belong to.

Isotope

Atom

cause of greenhouse gases because

The first generation includes proto-

The same chemical element but with

The atom is made up of other par-

it limits the thermal dispersion of

types and reactors that were

a different number of neutrons.

ticles – electrons, neutrons and

the atmosphere toward space,

planned and built in the ‘70s.The

protons – with different electrical

causing an increase in the planet’s

second generation mainly includes

Neutron

charges between them and held

average temperature.

light-water reactors, utilized starting

These are particles with no electrical

in the ‘70s and ‘80s and still in oper-

charge that make up the nucleus of

together by very high energy. It is precisely the releasing of this ener-

Control rods

ation. The third generation devel-

the atom together with the pro-

gy through the splitting of the

These serve to diminish and to stop

oped in the ‘90s, when the first

tons. They play a fundamental role

atom that is at the basis of the

the flow of neutrons produced by

standardization of projects was

in nuclear fission; in fact, they are

functioning of nuclear reactors.

the fission. They are rods that actu-

applied, with higher safety stan-

the bullets that trigger the reaction.

ally absorb the neutrons when they

dards. The advanced third genera-

BWR

are inserted into the core of the

tion refers to those reactors (such as

Nuclear Fission

This is a type of light water reactor

reactor, thus the nuclear reactions

the EPR) resulting from the optimiza-

This is the physical phenomenon

in which the bubbles in the reactor’s

decrease or cease completely.

tion, in terms of safety and expense,

that takes place in the reactor. With

of the present light-water reactors.

this reaction, a uranium nucleus (U-

cooling water generate steam that is sent by direct cycle into the turbine

EPR

The fourth generation involves inno-

235) absorbs a neutron and splits

for the production of electricity.

The European Pressurized Reactor

vative nuclear power systems that

into two lighter fragments called

is an advanced third generation

will probably reach technical maturi-

“fission products,” and emits sever-

CANDU

reactor (with respect to the PWR) in

ty starting from 2050.

al neutrons that release energy

The CANadian Deuterium Uranium

which the core is cooled and the

belongs to a series of pressurized heavy

neutrons are moderated through

IAEA

reactor, this is constantly controlled

water reactors (PHWR) using natural

the presence of natural water.

The International Atomic Energy

and the neutrons created by the fis-

Agency is an independent interna-

sion process then in turn serve to

uranium. All current nuclear reactors in

which is transformed into heat. In a

Canada (which are also marketed

Fission products

tional organization connected to

generate subsequent fission, in a

abroad) are of the CANDU type.

These are atoms deriving from two

the United Nations. Its mission is

so-called “chain reaction.”

fragments of the nucleus that has

divided into three areas: safety, sci-

Chain reaction

undergone fission. Typically, they

ence and technology, and safe-

Nuclear Fusion

In physics and chemistry, the terms

are highly radioactive and unstable.

guards and controls.

Fusion is the nuclear process that

“chain reaction” and “snowball

fuels the sun and the other stars.

effect” indicate those phenomena

One of the most important reac-

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New nuclear technologies

tions under this aspect consists in

Radioactivity

Vessel

the union of the nuclei of two light

The capacity of an unstable nucle-

The vessel is a container under pres-

atoms, the hydrogen isotopes Deu-

us (with an excess of protons or

sure (155 bars of working pressure

by Emanuele Perugini

terium (2H) and Tritium (3H), that

neutrons in the nucleus) to emit

for the EPR) made out of steel that is

In the past decade, the

become one heavier atom. In terres-

decaying particles. Due to the

at least 25 cm. thick. It has a remov-

“Nuclear Renaissance” has

trial processes, energy from fusion is

decay, the nucleus disintegrates

able lid in order to have access to

led the whole world to huge

the extraction of energy in a usable

and turns into a different, more

the core for the replacement of fuel.

progresses in research, safety

form (usually as electricity) by a

stable chemical element.

reaction of nuclear fusion obtained

and technologies for new VVER

generation plants. And has

artificially in a controlled way. At

Uranium

The VVER is a Russian-designed reac-

secured the bases to make

the present, many nuclear fusion

Uranium is a chemical element

tor based on the technology of the

man’s most forbidden dream

experiments are underway, but no

symbolized by the letter U and the

pressurized water reactors (PWR).

come true: to subdue stars’

system has yet been built that is

atomic number 92. Traces of urani-

capable of generating and utilizing

um can be found in nature practi-

WANO

the fusion energy in an advanta-

cally everywhere on the planet: in

The World Association of Nuclear

“Nuclear Renaissance” is a lot

geous and safe way.

rocks, in the soil, in the water and

Operators is an association that all

more than a slogan, invented to re-

in living organisms. The reserves of

the people working in nuclear

launch a product that the public

Plutonium

uranium that have been ascer-

power plants all over the world

finds hard to accept. Behind these

A chemical element not found in

tained can ensure an availability to

belong to, and which has the task

two words – by Anne Lauvergeon,

nature that is produced inside the

suffice for covering more than a

of monitoring the plants’ operative

president of Areva, one of the

nuclear reactor.

century of the world-wide produc-

safety levels and helping the individ-

leading nuclear companies in the

tion of electricity with the current

ual workers to put their own plans

world – there is a whole movement

PWR

technology and expense (source:

for improvement into act through

that has spread in the global

The branch of pressurized water

British Petroleum Statistical Review

the support of the best practices

nuclear system, from the research

nuclear reactors (Pressurized Water

2008). Today, the known reserves

that exist on an international level.

field to industry, and which has

Reactor) is the most widespread in

amount to 5.5 million tons.

the world. In the PWR, the water is

energy with nuclear fusion.

finally reached Italy too. WENRA

The new technologies that have

kept under pressure to avoid its boil-

Uranium enrichment

The Western European Nuclear Reg-

been developed in the past decade

ing and has both the function of

Two kinds of uranium exist in

ulators’ Association is a European

have actually secured the bases to

refrigeration and that of moderator.

nature: the 238 isotope and the

association with the aims of devel-

make man’s most forbidden dream

The fluid circulates in a “primary cir-

235 isotope. The first is more plen-

oping a common viewpoint regard-

come true: subduing stars’ energy,

cuit” removing the heat generated in

tiful, whereas the second is very

ing nuclear safety, of providing an

nuclear fusion. In the ferment that

the core, and then lets the water pass

rare. Only this second kind can be

independent capability for testing

engaged hundreds of research cen-

into a “secondary circuit” in which,

used in nuclear fission reactors. The

nuclear safety in different countries

ters and tens of companies, in fact,

by means of a steam heat exchanger,

process of uranium enrichment

and to be a network of key regula-

some experimental projects were

it is turned into steam. The separation

allows for obtaining a larger quanti-

tors of nuclear safety in Europe.

aimed at making nuclear fusion

between the two circuits, typical of

ty of material from a mixture of Ura-

(i.e. the source of energy that the

the PWRs, has the advantage of

nium 235 and 238 that can then

stars, including our Sun, use)

ensuring that the steam that goes

be utilized by the power plants.

usable on the industrial level. These

into the turbine has never been in

were not abstract projects, but real

contact with nuclear fuel.

installations that have been or are about to be completed. As regards this specific field, the most impor-


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tant research center has indu-

materials’

An

energy. In fact, nuclear energy is

tied to technological and econom-

bitably been inaugurated last sum-

increase that has greatly embar-

considered an important zero-

ic considerations. Also because the

mer, about eighty kilometers from

rassed the European governments

emission source, and thus many

plants in Europe – both nuclear

San Francisco. The main goal of the

that participated in the project with

think it is absolutely necessary to

and fossil fuel-based – are starting

National Ignition Facility device,

the United States, South Korea,

limit greenhouse gas emissions and

to age: over 80% of the plants

built in the laboratories in Liver-

China, Russia and Japan. Research

simultaneously meet the market’s

have been active for over 20 years,

more, CA, is to create a plant that

projects tied to nuclear fusion are

increasing energy demand.

and therefore must be replaced in

can produce energy in a continua-

the spearhead of “Nuclear Renais-

International Energy Agency ana-

the next 10 years. The require-

tive and self-sufficient way thanks

sance” but it is new nuclear reac-

lysts, scientists referring to the

ments for third generation reactors

to nuclear fusion. In order to reach

tors that are giving substance to

IPCC (the United Nations’ unit

thus include: bigger, more efficient

the critical conditions (tempera-

these winds of change. Reactors,

studying global warming), and

machines, to minimize environ-

tures almost as high as one million

that is, using the other type of

European

who

mental impact (one large, 1,000

degrees and extremely high pres-

nuclear reaction we know: urani-

approved by a large majority a res-

Megawatt reactor instead of two

sure) that are necessary to make

um atoms’ fission. These are tradi-

olution in favor of nuclear energy

or three traditional-size, 500-600

two atoms of hydrogen fuse

tional reactors in the same family

to fight climate change a few

Megawatt ones); and first and

together, American scientists have

as those built by Enrico Fermi in

months ago – all agree. According

foremost safer devices, with four

put 192 lasers together, so that

Chicago in 1942, but have under-

to the data published in World

independent security systems and

they can simultaneously hit a single

gone such an amazing technologi-

Energy Outlook 2008, the Interna-

a strong focus on strong contain-

spot, as big as pill: a little golden

cal development in the past ten

tional Energy Agency’s report, by

ment barriers around the reactor,

capsule containing a small quantity

years that people now openly talk

2030 the world’s energy demand

to avoid any radioactive material

of frozen hydrogen.

about “third generation reactors.”

could increase by 50% compared

leaking outside. The French, with

The lasers’ energy hits the capsule,

These are not just formal evolu-

to the current levels, with fossil

Areva’s EPR (European Pressurized

fusing the hydrogen atoms. For

tions, but real changes in the safe-

fuels possibly still taking the lion’s

Reactor) were the first to create a

now, scientists have only been able

ty, size and efficiency of plants. The

share. Asiatic countries – China

new generation nuclear reactor,

to start the reaction – but this is an

nuclear industry’s technological

and India most of all – are driving

followed by the Japanese and

important step forward because,

evolution has been marked by two

Americans on the Westinghouse-

with a little math, researchers in

accidents – Three Mile Island (in

demand. The consequences for climate could be dramatic: CO2 emis-

Livermore have understood how

the United States in 1979) and

sions could increase by 57%, from

reactor, by General Electric with

they can balance the machine so

Chernobyl (1986). Two events that

the 27 billion tons recorded in

the ABWR (Advanced Boiling

that the nuclear reaction can sus-

stopped new plants from being

2005 to 42 in 2030. The goals set

Water Reactor) and its evolution,

tain itself and produce more ener-

built in the United States first, and

by the Kyoto Protocol, which

the EBWR (Experimental Boiling

gy than it consumes. While this

then in Europe. Especially after

expires in 2012, and by after-Kyoto

Water Reactor), and by Canadians

device is already functioning in the

Chernobyl, many people in the Old

negotiations seem hardly realistic

with the new version of the

United States, Europe is lagging

Continent started to see nuclear

in front of these scenarios – unless

CANDU reactor (Canadian Deuteri-

behind. ITER, the big nuclear fusion

energy as potentially very danger-

we consider the potential contribu-

um Uranium).

reactor that should start working in

ous, to the point that in Italy, for

tion coming from nuclear energy.

The main difference between Euro-

Cadarache, France, is still being set

example, all existing plants were

And in fact most of the 55 new

pean and American reactors is in

up. In fact, all that has been done

shut down.

nuclear plants being built at the

the security system. French EPRs

until now are the excavation works

Ironically, now it is not only envi-

moment are in China (23) and

(which will also be installed in the

to set the plant’s foundations, and

ronmental considerations but also

India (5). However, on top of envi-

new Italian nuclear plants) count

the 10 billion Euros budget that

technological and mostly economic

ronmental issues, in Europe and in

on system redundancy and con-

had been set initially has already

and strategic arguments that are

the United States the decision to

tainment.

increased by 30% because of raw

supporting the re-launch of nuclear

go back to nuclear energy is also

instead, feature passive security

price

increase.

deputies

Toshiba team with the Ap1000

American

reactors,

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systems that switch on even with-

extremely difficult) and fuel: they

within the IRIS project, which are

fuel and nuclear energy use. There

out an operator’s command. The

are mostly fast-neutron reactors,

necessary to obtain the license to

are nations like Belgium, where

Canadian CANDU reactor, instead,

which will produce more fuel than

build the reactors; Italy is making

nuclear energy reaches almost

is completely different: it is cooled

they burn and which will burn even

a crucial contribution to the pro-

54%, and France, where it is over

with heavy water and can use dif-

nuclear waste, greatly decreasing

ject’s development (Italian partners

76%. The global situation points to

ferent fuels, like thorium instead of

its life-span and dangerousness;

are: ENEA, Politecnico di Milano,

an expansion of this energy source:

uranium. Thorium is much more

some of them will also possibly be

Politecnico di Torino, the University

there are currently 437 active

common in nature, and Canada –

used to produce hydrogen.”

of Pisa, Ansaldo Nucleare, Ansaldo

plants, but another 55 are being

as well as India and perhaps even

Italy has a chance to develop

Camozzi). Finally, there is ELSY: an

built. “The United States has 104

the United States now – want to

research and industrial opportuni-

international research program

plants, but there are much smaller

use it to fuel the new reactors.

ties in this specific sector, focusing

funded by the European Union to

countries, like France and Japan,

General Electric’s ABWR is the only

on technological and industrial

create a lead-cooled fast reactor. In

which have 58 and 54 respective-

third generation reactor that is

development. We are not too far

this case, Italy is leading the project

ly,” says Carlo Bernardini, one of

working at the moment (and has

behind: in fact our researchers –

with a network composed of

the most noted Italian physicists

been, in a Japanese plant, for over

working in universities, as well as

Ansaldo Nucleare, CIRTEN (includ-

and professor emeritus at La

five years now). EPRs are still being

companies – have entered at least

ing Milan’s and Turin’s polytechnics

Sapienza University in Rome.

built in Flamanville, France – where

two projects that are currently

and Pisa, Rome and Palermo’s uni-

“And all you need to do is look east

Enel is present too – and Olkiluoto,

being developed, IRIS and ELSY

versities), DelFungo Giera Energia

to understand how crucial this

Finland. The first Ap1000 reactors,

(European Lead-cooled System).

and ENEA.

resource is becoming for the devel-

instead, are being built in China.

Research

But while the third generation has

thanks to the few universities that

just entered the market and the

maintained nuclear engineering

Interview with Carlo Bernardini

are in India, six in South Korea,

first plants are being built, labora-

courses (the polytechnics in Milan

Atoms and neurons: a virtuous

eight in the Russian Federation and

tories and research centers are

and Turin and the universities in

mix against CO2

23 in China. Today we know that

already working on more advanced

Pisa, Rome and Palermo). “It is

systems, like the PBMR (Pebble Bed

really strange to hear that we have

by Carlo Falciola

we have at the moment that can

Modular Reactor) reactor that will

lost skills in the nuclear field in Italy,

and Manuela Lehnus

produce large quantities of zero-

be built in South Africa, and other

when we have actually been work-

Carlo Bernardini, one of the

emissions electricity, so its use

reactors like the IRIS reactor (Inter-

ing on all the main nuclear research

most noted Italian physicists,

should increase not only in coun-

national Reactor Innovative and

programs in Europe and in the

offers his thoughts about his

tries undergoing a strong industrial

Secure) which should be complet-

world,” comments the University

country’s energy situation

expansion, but also in all the

ed by 2015. Fourth generation

of Pisa’s Giuseppe Forasassi, presi-

and possible return to nuclear.

nations that still employ it only

reactors are on the horizon. Marco

dent of CIRTEN, the inter-university

Ricotti, an engineer at Milan’s

consortium for nuclear energy

The energy used by European

contribute to the reduction of glob-

Politecnico, explains, “There are six

research and technology. And Ital-

households comes from a mix of

al emissions.” Another crucial

types of reactors (very-high-tem-

ian companies are well aware of

resources that, on average, is com-

aspect is the economic one. While

perature, sodium-cooled, lead-

that, and have started hiring Italian

posed of 28% coal, 22% gas, 16%

building a nuclear plant can cost as

cooled, molten-salt, supercritical-

researchers, often straight out of

nuclear, 27% renewable sources

much as twice a traditional one, its

water-cooled, gas-cooled fast reac-

university. Actually, there are Italian

(of which 15% hydroelectric), and

life-span can also be twice as long,

tors) that should be decisive in

researchers behind every new

only 7% fuel oil. Actually, the sce-

up to even 50 years of activity.

terms of safety, economic feasibili-

advanced nuclear reactor being

nario greatly varies from one coun-

Moreover, as regards the price of

ty, non-proliferation (as they should

designed. Piacenza’s SIET laborato-

try to the other, especially as

electricity for industrial use, the fig-

make

ries are about to start safety tests

regards the ratio between fossil

ures speak for themselves: in

extracting

plutonium

has

never

opment of many countries. Of the

stopped,

plants about to be built, in fact, five

nuclear energy is the only solution

marginally. This would significantly


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France it is about half as much as in

belong to the so-called “third gen-

ing this by 2050 is actually opti-

Italy (while emissions, compensat-

eration,” offering the best in terms

mistic.” Just as with fossil fuels,

ing for population size, are 30%

of heat optimization and safety

one of the central issues for the

higher in Italy than in France). It is

strategies. Two plants of this kind

development of nuclear energy is

not just a coincidence. In Italy, 73%

will be built in France and Finland:

the actual availability of its “fuel,”

of energy comes from plants burn-

they are based on the French EPR

that is uranium.

ing fossil fuels (of which 66.3%

(European Pressurized Reactor)

“The most reasonable estimates

natural gas, 16.5% coal, 7.4% oil

technology, which can develop

say that, according to the reserves

products and 7.6% other fuels),

1,600

power.

that have already been identified

16% from renewable sources (of

“Should Italy return to nuclear

and to the technology we have

which 13% hydroelectric plants)

energy,” Bernardini points out,

today, we should have enough

and 11% is imported, mainly from

“France could be one of the best

uranium to last us about 200

France and Switzerland.

points of reference for us, both

years,” Bernardini continues. “But

All in all, summing energy and pri-

because of the high-quality tech-

research is opening up very promis-

mary energy sources, Italy depends

nology they are employing and

ing scenarios. In Japan, for exam-

on other countries for 80% of the

because of the vast experience they

ple, they have found a system to

electricity it uses. Nuclear energy is

have in the field. Moreover, the two

extract uranium from seawater –

completely absent from this sce-

countries have a solid, longtime

where it is naturally present in very

nario. It is a paradox, considering

relationship.”

small percentages. It is a very slow

that most of the French energy we

So it comes as no surprise that Italy

process based on some special

use (85%) is produced by nuclear

– with Enel’s participation – is

plastics’ absorption capacity, which

plants, that the first Italian nuclear

involved in the project for the Fla-

can obtain three milligrams of ura-

plant (in Latina) began operations

manville, Normandy plant within a

nium per ton of water, with no

in 1963 and that only three years

larger framework for energy coop-

environmental damage. The plant

later Italy had become the third

eration with the EDF - Electricité de

currently in use is already able to

most important nuclear energy

France group, the biggest energy

produce, in one year, as much ura-

producer in the world, after the

producer in France. A recent agree-

nium as a 1,000 megawatt plant

United States and Great Britain.

ment between Italy and France

needs.” And as in all energy sec-

“The 1987 referendum, strongly

includes, amongst other things, a

tors, according to Bernardini,

influenced by the 1986 Chernobyl

commitment to develop four EPR

research has a key role in nuclear

accident, stopped the development

units in Italy once the country will

energy. “Our country has a strong

of this energy source in Italy,”

really have returned to nuclear

tradition in this field, which was

Bernardini comments.

energy and will have completed all

kept alive in universities despite the

“This extremely weighty episode

the necessary legal requirements.

fact that these technologies’ practi-

actually happened in a plant using

“Building four plants would allow

cal implementation was aban-

Soviet technology that even at that

us to bring our energy scenario up

doned. But today we need new

time was considered obsolete and

financial and intellectual resources

less safe than others, and which

to par with the European average, and to reduce both CO2 emissions

was not even allowed in Western

and the cost of energy at the same

We should invest our hopes and

countries. Moreover, the lack of

time.” Many hopes for the future

resources in Italian researchers and

skill and the rashness of some tech-

are tied to nuclear fusion technolo-

technical experts, who often are

nicians and supervisors had a lot to

gy, which should offer very high

forced to gain experience on plants

do with how the accident devel-

energy efficiency with no danger-

being built abroad. This young gen-

oped. Except for a few obsolete

ous waste. But this solution will not

eration’s enthusiasm and skills

models that are still in use in the

be available until 2050. “Fusion is

should be recognized and reward-

former Soviet Union and destined

really a great challenge. You need

ed as much as possible for the

to be dismantled, the technologies

to reach temperatures close to

future of our country, and be

used in today’s plants would not

those in the Sun, and to build

employed to create systems to pro-

allow for a similar accident to hap-

extremely complex containment

duce energy that are more and

pen.” At the moment, the most

and cooling systems to control the

more efficient and safe for man

advanced nuclear plants – includ-

huge quantities of electromagnetic

and the environment.”

ing those still under construction –

radiations emitted. I think expect-

megawatt

of

to really re-launch nuclear energy.

117


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Nuclear: an increasingly safe kind of energy

nuclear power plants’ safety and,

can reduce the phenomenon of

tion of practically all low-radioac-

above all, that of radioactive waste

global warming, as well as climac-

tive waste products, as well as

management stand now?

tic changes. Even in the eyes of the

lengthening the time of the succes-

by Antonio Moccaldi

The so-called “advanced third gen-

most uncompromising environ-

sive transferal (with air condition-

The current kinds of safety

eration” reactors that some of the

mentalists (Moore, Brand, Tindale,

ing systems already available,

technology for nuclear power

more evolved nations are under-

Smith), nuclear energy essentially

including vitrification) to the final

plants and the management

taking to build have been designed

appears to be one of the possible

repositories of geological nature

of radioactive waste products,

for a useful life-span of about 60

and necessary sources of energy

(like the one being built in Finland,

and the research leading to

years and have very high levels of

(even though obviously not the

for example) such as deep salt

further improvements in the

safety due to a series of both active

only one) which, on the whole, is

mines having the high seismic sta-

next decades with the “fourth

and passive redundant systems

less dangerous and damaging than

bility and extremely low atmos-

generation” nuclear reactors.

as well as maximum strength con-

energy sources deriving from fossil

pheric humidity that are necessary

tainment structures and systems

fuels. As already mentioned, what

for maintaining the integrity over

Why is the world returning to a sig-

(a series of four) for ensuring the

then follows are not only the

time of the containers storing the

nificant use of nuclear energy

“cooling” in any kind of situation

greater and more refined redun-

waste. But the real news of the

today? Just a simple reflection

(earthquakes, airplane crashes,

dancy of safety in the building and

coming years will be the possibility

should suffice: to produce one

etc.). The high level of safety that

management of nuclear plants, but

of directly “burning” the highly

megawatt of electric power it is

has been reached today, and

also a different approach thanks to

active waste products (actinides) in

necessary to “burn” about a gram

which will be even more refined

the knowledge developed over the

the fourth generation reactors,

of U235 a day, or rather, 2.9 tons

in the reactors of the so-called

last 25 years relating to the man-

which will be built in the next

of coal, or that is, two tons of oil.

“fourth generation,” has also been

agement of radioactive waste pro-

decades (starting in 2040), and

So with an ever-growing demand

obtained thanks to the experience

duced in the nuclear power plants.

therefore, will permit an almost

for electricity in the world, espe-

of the functioning reactors insta-

Today, radioactive waste and its

definitive solution to the problem

cially in the rapidly developing

lled so far world-wide (at the pres-

life-cycle are substantially manage-

of radioactive waste: that is to say,

nations, this simple reflection in

ent time, there are 437 nuclear

able in complete safety, both

by turning a possible risk into a

and of itself justifies the return to

reactors in operation that ensure

because the quantity is consider-

concrete opportunity of having

the use of nuclear energy - in eco-

15% of the total amount of elec-

ably reduced in terms of volume

even more fuel available for pro-

nomic and geo-political terms, as

tricity produced). In particular, the

(for example, according to a new

ducing

well as that of the increased sensi-

development of increasingly safer

Italian nuclear energy plan, in a

through the separation of the

tivity toward the problems of envi-

power plant system solutions is

nuclear power plant in operation

radio-nuclides that have half-lives

ronmental protection and human

also due to the fact of having con-

for 60 years, or equal to the pro-

on the order of thousands of years

health that have been created by

centrated efforts upon a limited

duction of 13,000 Megawatts, the

from the others that have much

the present system of energy pro-

number of types. All of this has led

amount of highly active waste pro-

lower lives, and to the recycling of

duction. But after a lapse of time of

an internationally famous medical

duced would be equal to a twenty-

these same as fuel for the new

25 years since the accident in

scientist to declare that he “would

meter cube) and because the man-

reactors and actually turning them

Chernobyl, what has changed

have no qualms about living next

agement

has

into radio-nuclides with much

regarding that which public opin-

to a nuclear power plant.”

improved considerably in terms of

briefer half-lives, thus almost com-

ion has always considered to be

Certainly, the concept is that

the processing.

pletely reducing the problem of the

nuclear energy’s “Achilles’ heel” in

nuclear energy is, all things consid-

For example, the storage of the

presence over time of radioactivity

order to result in a serene and

ered, a system of energy produc-

fuel in the plant itself for a certain

with a very long life expectancy,

informed acceptance of this form

tion that is not only safe but also

period of time will be longer than

albeit well-confined in highly

of energy production? That is to

does not cause pollution, and that

the current span of 10 years and

secure storage. Meanwhile, we

say, where do the problems of the

with regard to greenhouse gases, it

will allow for the complete elimina-

await nuclear fusion or the hydro-

118

of

spent

fuel

energy.

This

is

done


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gen cycle which will open up new

national and global level.

alternative routes to our present

ting energy production

countries – i.e. France, which also

to nuclear?

imports uranium, from its re-colonized former colony, Niger.

forms of energy production, and

How much does a nuclear plant cost?

Marco Ricotti: It would be impos-

which will have less and less impact

Marco Ricotti: Too much, if fossil

sible to convert all fossil fuel-based

upon the environment and upon

fuels cost very little and borrowing

power production, whether to

Are uranium reserves really so

mankind in the future.

money to build the plant costs a lot.

nuclear or renewables. For sure, a

abundant? And oil reserves so

And also if the rules to obtain an

good portion of it can be converted:

limited?

authorization are unclear, and

to nuclear and renewables. As of

Marco Ricotti: In my opinion, there

Interview with Marco Ricotti

bureaucracy slow or uncertain. Oth-

today, between the two, production

is (and there will be, even stronger,

e Vincenzo Balzani

erwise, it is definitely competitive.

costs are in favor of nuclear.

in the near future, perhaps for a

Nuclear: yes or no?

Vincenzo Balzani: First of all, we

Vincenzo Balzani: In order to

few centuries to come) a small

need to agree on “what” we are

build plants, extract, purify and

problem: the cost of raw materials’

In favor of or against nuclear

putting a price on. Building last

enrich uranium, manage waste

supply. With fourth generation

energy in Italy? Oxygen, open

July’s nuclear reactors in Canada

and dismantle plants you need a

reactors, the problem of uranium’s

to scientific debate about

cost 10.8 billion dollars per 1,000

large quantity of power, which is

availability will cease to exist.

the issue, asked Marco Ricotti

MW. But the cost of permanent

produced from fossil fuels (“Energy

Vincenzo Balzani: Reserves can

(professor of Nuclear plants

waste deposits is impossible to cal-

Policy”, 2009, n. 37, pp. 50-56).

be “limited” or “abundant” only

at Milan’s Polytechnic) and

culate, because no nation has been

Electricity produced by nuclear

according to consumption. A

Vincenzo Balzani (professor

able to build them. The cost of dis-

technology produces fewer green-

strong worldwide development of

of Chemistry at Bologna’s Uni-

mantling closed plants is also diffi-

house gasses than fossil fuel

nuclear energy could lead to big

versity) what they think about

cult to calculate: England has post-

plants, but more than sun- or

problems in sourcing uranium,

it in a “double interview.”

poned it for 100 years.

wind-powered plants.

even before any hypothetical

Are you in favor of or against

Is nuclear energy more conve-

Can nuclear energy avoid our de-

nuclear energy?

nient than other sources?

pendence on oil and fossil fuels?

Marco Ricotti: Neither in favor nor

Marco Ricotti: In economic terms,

Marco Ricotti: It cannot “avoid”

Italy imports about 12%

against. I consider the positive and

as I said before, it depends. If sev-

it, but it can “reduce” it, and con-

of the electricity it uses

negative aspects of every option. I

eral countries and electricity com-

sistently. For now, nuclear energy

and a large part of that is

tend to support the positive and

panies are investing in nuclear

is used only to save fossil sources

produced in nuclear plants

work to reduce the negative. Every-

energy, they probably know what

in electricity production. But in the

(imported from France,

one must seek information and get

they’re doing. In environmental

future (with fourth generation

Switzerland and Slovenia –

to know the subject (correctly)

terms it’s at least as convenient as

reactors) it might be used for

countries that use nuclear

before deciding where they stand.

transportation, to produce hydro-

energy). Should we continue

Nuclear energy? That, too.

renewables because it doesn’t release any CO2. In terms of indus-

gen and biofuels.

to import energy or should

Vincenzo Balzani: Against it. The

trial development, it’s convenient.

Vincenzo Balzani: No. Nuclear

we say “yes” to nuclear?

possibility to convert very small

Vincenzo Balzani: No. For exam-

energy produces only electricity, not

Or is there another solution?

quantities of mass into huge quan-

ple, the cheapest way to produce

fuels. Let me remind you that Italy

Marco Ricotti: It’s clear to all by

tities of energy is one of the biggest

electricity is by using wind power.

doesn’t have any uranium mines,

now how schizophrenic that posi-

and lacks the complex industry that

tion is, i.e. saying “yes” to nuclear

plants of ours will have completed

scientific discoveries ever made by

their lifecycle (2060-2080).

human kind. In practice, however,

One of the advantages of

is needed to purify and enrich ura-

power and “no” to nuclear plants.

this technology creates problems

nuclear energy is it releases few

nium. Thus, starting to use nuclear

Nuclear is first and foremost a

that are much worse than the ones

greenhouse gasses. How much

energy would entail a new ener-

strategic, technological, and com-

we want to solve, both on the

would it cost to convert pollu-

getic dependence from foreign

mercial choice for the whole coun-

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try. In order to achieve maximum

ty entails some degree of risk, albeit

level of radioactivity in the air,

Marco Ricotti: A reasonable doubt

benefits and guarantee maximum

on different levels. Even living inside

water, land and plants in the areas

as regards Italy’s capability to man-

control, we should create a set of

houses can be dangerous, not to

surrounding nuclear plants is con-

age a complex system like the one

reactors right here at home. If we

mention driving to work every day:

stantly under control by security

required for nuclear energy. Howev-

really want to use nuclear energy.

statistically, these activities are

authorities.

er, the country was able to reach

Vincenzo Balzani: “Le Monde”

10,000 times more dangerous than

Vincenzo Balzani: I don’t think

the top rakings in this technology in

(November 17, 2009) informed us

working in a nuclear plant or living

that’s the biggest problem they pose,

the Sixties.

that France, which has 58 nuclear

near one.

if everything is managed by an inde-

Vincenzo Balzani: That nuclear

reactors, is forced to import (net

Vincenzo Balzani: Of course it’s

pendent and qualified safety agency.

energy is being developed in the

balance) electricity: something

dangerous: there are serious and

that should make us think. To

independent safety agencies in

How can the different types of

it be in Italy as well? Actually, nuclear

solve this problem we should, first

France and Finland that have

waste be stored and managed?

energy’s development peaked 20

of all, save energy and use it more

recently asked for drastic changes

And at what cost? Are deep

years ago, and is now declining. The

efficiently; and second of all, pro-

in the control systems of the

geological repositories an effec-

amount of electricity produced with

duce it from renewable sources.

French reactor AREVA (the same

tive solution for high level

nuclear plants in the world declined

Very serious studies prove that by

kind we are going to buy), which is

waste (with thousands of years

by 60 TWh from 2006 to 2008.

2020, Italy can (and has to, to

made in Finland, despite the fact

of radioactive decay)?

Nuclear energy is not competitive in

comply with European directives)

that the project is lagging 3.5 years

Marco Ricotti: Intermediate and

a free market economy.

reduce energy consumption by

behind and costing 1.7 billion Euros

low level waste (including the quan-

20% and supply 20% of the total

more than planned. In Italy there still

tity of radioactive industrial and

What is your personal slogan

with renewable energy.

is no safety agency, and we’ll have

medical waste) can be stored in

in favor of or against nuclear?

to see whether it will be independ-

controlled, near-surface deposits for

Marco Ricotti: If there ever was a

ent or not.

over 100 years, and in the end be

subject that cannot and should not

treated like general waste. Sweden,

be discussed with slogans, that’s

Are fourth generation plants and nuclear fusion (with the

whole world, and so why shouldn’t

ITER project in France and NIF

What about dangers connected

Finland and other countries consid-

nuclear energy... Let’s not repeat

in the United States) reality

to wars or terrorism?

er underground storage safe for

the same mistakes we did in the

or just an illusion?

Marco Ricotti: Military nuclear is

high level waste, and other coun-

past.

Marco Ricotti:: They are not an

completely separate from commer-

tries are thinking about doing the

Vincenzo Balzani: The nuclear

illusion, but they are not reality yet

cial nuclear. The International

same. This is a real solution. In the

option – because of how long it

– in engineering and industrial

Atomic Energy Agency’s monitoring

future, we can decide to burn dan-

takes to get permits and find sites

terms. As of today, they are huge

is very rigorous and continuous.

gerous waste in fourth generation

(3-5 years), build plants (5-10 years),

scientific and technological chal-

Unfortunately, terrorists can attack

reactors, making it safer, quicker.

write off the initial investment (40-

lenges. We can reasonably think

targets that are much more vulner-

And let’s not forget conventional

60 years), dismantle the plants after

that fourth generation plants will

able than nuclear plants. It’s hard to

toxic waste, which does not decay

they’ve been shut down (100 years)

be available, commercially, before

really damage a reactor from the

and is 20,000 times more abundant.

and eliminate the radioactivity in

those based on nuclear fusion

outside.

Vincenzo Balzani: Permanent,

the exhaust fuel (tens of thousands

reactors. Finally, however, costs will

Vincenzo Balzani: It’s indubitably

deep geological repositories are the

of years) – is a bet with our future

always be crucial to any solution’s

a serious problem, because military

only option to deal with high level

we can hardly evaluate, in both

commercial success.

and commercial nuclear use the

waste, which is dangerous for tens

economic and social terms.

Vincenzo Balzani: Fourth genera-

same technology (“Science, Febru-

and hundreds of thousands of

tion plants are barely plans on

ary 2007, 9, 791). It’s not so much

years. At the moment, the attempt

What is the energy of the future?

paper. Why else would the sup-

terrorist attacks on plants that we

to create such repositories in the

Marco Ricotti: There isn’t a single

porters of nuclear energy want us

should fear, but attacks with

United States in the past 30 years

energy source for the future. The

to start now with third generation

radioactive materials – which are

has failed, and waste remains right

energy problem is very complex

plants, which will begin working in

already being smuggled (“Global

in the plants’ courtyards. (“Chemi-

and can be solved only by exploit-

2020 and will have to be used until

Security Newswire”, May 2009, 15).

cal & Engineering News”, March

ing and making the best of the

23, 2009, p. 35).

positive features in every source

2060-2080? And nuclear fusion is pure illusion.

Do nuclear plants cause

(fossil, renewable, nuclear), while

radioactive pollution in the

What is the most convincing

minimizing the negative features

Is nuclear energy safe or

areas surrounding them, posing

argument suggested by those

(which every source has – no

dangerous?

risks for those living there?

supporting an opposite view

source is completely “clean”).

Marco Ricotti: Every human activi-

Marco Ricotti: Absolutely not. The

from yours?

Vincenzo Balzani: Solar energy:


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it’s abundant (in one hour, the Earth

Italy was simply not spoken of any-

energy problem can be achieved

even if not very rooted in public

receives from the Sun as much

more. In fact, for years, there was a

through an increase in the diversifi-

opinion yet. Therefore nuclear

energy as all of humanity needs

kind of actual blackout and the

cation of sources, of course,

energy is inserted into a new

in one year), unlimited (the Sun

repression of nuclear energy as a

besides the energy saving. The con-

framework of the country’s mod-

will continue to shine for another

subject for social conversation: a

cept of an “energy mix” helps pave

ernization: it is viewed as an oppor-

4.5 billion years), and well distrib-

sort of mental cancellation that fos-

the

energy,

tunity for redemption, to make up

uted around the planet. Italy does-

tered collective oblivion. Today,

because then it becomes comple-

for the gap that separates us from

n’t have oil, or methane, or coal,

now that once again people are

mentary and not antagonistic

other industrialized countries. So

or uranium. But it has a lot of sun.

talking about nuclear energy, we

towards renewable sources: this

what are the problems that still

By developing the industry to build

find that we must come to terms

mitigates the vicious circle that

assail nuclear energy?

solar panels, instead of nuclear

with this void in the process of re-

viewed the development of nuclear

At the present, the strongest barri-

plants, we could reduce costs and

building public opinion on the sub-

energy

investments

ers are tied to the problem of

create many jobs. Our task is to

ject. Also for these reasons, it is

required for building nuclear power

“safety” and consist of the matter

start using solar power better, just

fundamentally relevant that Enel

plants as something that would put

of “waste disposal” (indicated by

like many other countries – with a

has backed the research initiative of

the brakes on the development

67% of those interviewed), besides

lot less sun than we have – are

a laboratory study on state-of-the-

of “green” energy sources, which

that of the “power plant manage-

already doing.

art nuclear energy in Italy involving

has always made environmentalists

ment.” Added to these preoccupa-

a team of influential research insti-

dislike nuclear energy.

tions are those of Italians’ mistrust

tutions: GPF, GfK-Eurisko, Eurome-

Considerations that work in favor

of the institutions and the percep-

dia and the Piepoli Institute.

of the acceptance of nuclear ener-

tion of a generally scarce legality

This work has highlighted a grow-

gy and the construction of nuclear

and transparency in our country.

ing

towards

power plants are those that refer to

Such an aspect generates the fear

nuclear energy on behalf of gener-

the needs for low-cost energy

of a possible “Italian-style manage-

by Monica Fabris and

al public opinion in Italy: the preva-

(declared by 40% of the Italian

ment,” that is to say, “careless-

Albino Claudio Bosio

lent attitude is still critical but less

population), and a greater certain-

ness” and a policy of patronage,

A recent study that describes

rigid than in the past. This major

ty and abundance of the supply, as

and thus, not very trustworthy or

the rapport Italians have

willingness is tied to the affirmation

well as a greater autonomy for the

credible. The physical proximity of

with nuclear energy goes well

of a pragmatic cultural orientation

country (37%), but then there is

the phenomenon, and that is to

beyond the usual “for/against”

bringing us to look at the energy

also respect for the environment

say, the proximity of a power plant,

dichotomy: there is a more

question less emotionally and ideo-

(29%) and economic development

represents the other decisive vari-

pragmatic orientation now

logically, and more responsibly than

(28%). Last of all, there is the fact

able in generating dissent. The

than in the past, as well as

we did in the past. The desire to

that Italy is geographically located

“nays,” sustained by the rooted

the ground-roots public debate

maintain the state of acquired well-

in an area where other nuclear

localism in our country, is a difficult

that “can provide fertile terrain

being can still go hand in hand

plants are already located (22%).

phenomenon to hold at bay

for promoting a culture of sha-

with the new lifestyles that are

Among these arguments, there is

because it feeds on a sense of

ring and constructive participa-

more

especially

the one of the ecological-sustain-

belonging, of a deep love for our

tion, and not just the mobiliza-

regarding the impact upon the

ability of nuclear energy, its contri-

land. However, investigations have

tion of opposition.”

environment, and that lead us to

shown that for the majority of the

consider all sources of energy with-

bution towards the reduction of CO2 emissions and thus, the inver-

The discussion about the return of

out prejudicial exclusions, and to

sion of the climate change phe-

nuclear energy does not generate a

nuclear energy in Italy has recently

objectively evaluate them based on

nomena for which fossil fuels are

clear disapproval, but goes hand in

initiated the building of public

the costs/benefits relationship.

held mostly responsible and which

hand with favorable considera-

opinion on the topic: after the ref-

There is an increasingly shared con-

could indirectly represent a driving

tions. In fact, uncertainty repre-

erendum in ’87, nuclear energy in

viction that the solution to the

force for nuclear energy support,

sents the dominant position, as

Italians and nuclear energy: “A growing broadmindedness”

broadmindedness

conscientious,

road

to

and

nuclear

the

population, resistance towards

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Information, the antidote for fear

declared by 55% of the popula-

question represents a good litmus

tion. Furthermore, the strong

test on the evolution of the Italian

social-cultural connotation of the

society, halfway between strong

entire matter under examination

tendencies for reform and innova-

by Ilaria Catastini

mation, especially through the

should be underlined.

tions and factors of resistance to

and Viviana Poletti

Internet, makes it so that the time

The availability of nuclear energy

change. Re-thinking the energy mix

From the fear of nuclear

for the collective fears to propa-

has always resulted as correlated to

in our country and the inclusion of

energy to opposition towards

gate is often much more rapid than

the area of modernity: those who

nuclear energy within it, is accom-

biotechnology regarding

that which is necessary for scientif-

are most favorable towards nuclear

panied by a social vision and the

food up to the psychosis of

ic information to be divulged. Par-

energy (about 15%) are prevalent-

elaboration of new lifestyles and

the Avian flu: what role

ticularly when the propagation of

ly young men or young adults

ways of thinking. This is a long

does the perception of risks

the perception of risk is also associ-

who

proje-

wave in the direction of technolog-

and benefits play in forming

ated with an emotional compo-

ction into the future: so you can

ical evolution and sustainability, in

public opinion? How do

nent tied to cultural, affective and

understand

“maintaining

which to compare the instances of

the media and press influence

ethical-moral factors.

one’s present lifestyle” can consti-

individualism and the particularistic

public opinion? How much

(“In Great Britain, fear that goes

tute a primary driving force for this

interests with those of the sensitiv-

does participation in the

back to the dark times of the Cold

target in adhering to the nu-

ity to the common good and the

decisional process count?

War still hovers over the current

clear energy project. Also among

community. The very debate about

the Uncertain group, the part that

this topic that is activated from the

“An occasion to be fearful is one of

even today, hinders the construc-

is the most open to discussion is

ground-roots contributes to feed

the few things that isn’t scarce in

tion of a new generation of nuclear

associated with modernity, but

this comparison, producing more

these days which are sadly lacking

power plants,” declared Michael

made up of the more evolved, edu-

balanced syntheses and a general

in certainties, guarantees and secu-

Zdanowski of Hill & Knowlton Lon-

cated and informed subjects who

climate of pluralism and reciprocal

rity,” wrote Zygmunt Baumann in

don). As David Byrne of the Euro-

demonstrate a major social sensitiv-

respect. Therefore, this debate can

his essay Liquid Fear. The growing

pean Committee for Health and

ity and cosmopolitan broadmind-

provide fertile terrain for promo-

amount of uncertainties character-

Consumer Protection stated, the

edness. For them, nuclear energy

ting a culture of sharing and con-

izing our society today fosters new

cultural and emotional aspects

represents a choice of individual

structive participation, and not just

dynamics of the collective percep-

make it so that “when faced with

convenience and social responsibil-

the mobilization of opposition.

tion of risks. The risks are more and

the problem of risk, the collective

ity. Furthermore, there is a natural

more unknown and global, beyond

reaction often has very little to do

uncertainty that is more emotional

our control and our acts.

with ascertained facts, while it is

and irrational sustained by fears

The media today – both traditional

often seemingly incoherently, if not

still rooted in memories of past

and especially the social media on

actually completely irrational.” The

disasters, and it is precisely the

the Internet – plays a fundamental

“case” of the Avian flu in 2005-

elderly and the socially disadvan-

role in the phenomena related to

2006 is emblematic: at the idea of

taged who need strong reassur-

the collective perception of risk.

a possible pandemic originating

ance the most. Also radical dissent

With almost one out of two Italians

from the H5N1 virus (which never

(30% of the population) comes

using the Internet and one out of

broke out), the Italians reacted by

from people who are the most tra-

three using it actively, 14 million

worrying about it more than any

ditional and is defined in terms

Italians subscribing to Facebook

other country in the European

of contrasts of consumption and

and an Italian version of Wikipedia

Union, as a study conducted by

diffidence towards the industrial

with at least 700,000 written

Eurobarometro revealed. Notwith-

and post-industrial culture. What

entries, the Internet is a vitally

standing the fact that none of the

results is that the nuclear energy

important place for discussion in

chickens proved to be infected (just

show

a

marked

why

every process of building consensus and for communication about major issues. The speed of infor-

debate on nuclear energy, and


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one wild duck and some swans), in

nology when it is applied to food

reproduction or develop new kinds

compensations to citizens for the

a few months the poultry market

products. In this second case, since

of biotechnology? And what are

added risks have not always

suffered a collapse of sales reach-

no tangible advantages are per-

the forms that should be adapted

demonstrated to be effective in

ing 70% and damage estimated at

ceived (food is already good and

by the private economic actors and

obtaining

800 million Euros, bringing the sec-

plentiful) what in fact dominates is

public institutions for establishing a

Instead, inviting citizens to take

tor to its knees. A real “psychosis”

diffidence.

correct and responsible process of

part in the process right from the

was triggered, resulting in highly

This assumption was also con-

involving and informing the stake-

very start increases the probabilities

irrational behavior; some shop-

firmed by Professor Lorenzo Mon-

holders? In a study conducted in

that a certain decision will be

keepers reported that customers

tali, social psychology researcher at

the United States (entitled Public

accepted. In order to bridge the

would not even go close to the

the University of Milan-Bicocca:

Participation in Hazard Manage-

gap of the public’s lack of technical

frozen meat section for fear of

“The application of biotechnology

ment: The Use of Citizen Panels in

and specific knowledge, the way to

contagion. However, the percep-

in the medical field does not meet

the U.S.), Ortwin Renn, Thomas

build consensus should focus on

tion of risk is not always based

with opposition regarding the pub-

Webler and Branden B. Johnson

information based on the experts’

purely on irrational aspects. This is

lic opinion: people acknowledge

observed that technicians and

opinions, even if discordant. The

what has emerged from the Amer-

and understand the benefits, and

experts have traditionally always

level of discussion regarding the

ican study GM foods and the mis-

even though they’re aware of the

considered involvement of the

institutions’ competence in risk

perception of risk perception by G.

potential risks, they regard that on

general public, even though neces-

management should focus on the

Gaskell, N. Allum, W. Wagner, N.

the whole it’s worth it and that

sary, to be an intrusion in the deci-

debate about the distribution of

Kronberger, H. Torgersen, J. Ham-

medical biotechnological research

sional process. How to deal with

the risks and the benefits, and on

pel and J. Bardes (2004). In analyz-

is constantly developing. With

the problem is often decided first

the compatibility of the proposed

ing the opposition from the gener-

regards to food, the attitude is rad-

and the public is informed only

solutions with the economic, polit-

al public toward genetically modi-

ically different: people think that

after the fact. The authors believe

ical and social conditions. This kind

fied food (OGM) and trying to ver-

biotechnology, at least in Western

that this is not a winning strategy

of debate is not based on technical

ify the hypotheses deriving more

countries, is basically useless, and

for a number of reasons: citizens

expertise, even though reducing

from a “lack” of perception of the

uselessness is a pre-condition that

feel deceived when they are asked

the lack of scientific information

benefits than from a perception of

leads to the development of a neg-

to participate and then learn that

can be of help. Success in these sit-

risks, the authors draw an interest-

ative attitude.”

actually, the decision has already

uations is obtained by demonstrat-

ing analogy with the case of

“The topic of the population’s per-

been made. Experts often do not

ing that the institutions responsible

nuclear energy. One of the defining

ception of science, technology and

really know much about what is

for the risk management are com-

elements of innovation or new

the risks involved is a topic of the

worrying the citizens, about the

petent, efficient and open to the

technology is its capacity to offer

modern age; for the first time in

territory and the social fabric: the

demands of the public. On a high-

benefits superior to what had pre-

history, we find ourselves in the

arguments used for balancing the

er level, the conflict is then defined

viously been available. In the

condition of having choices about

risks with the benefits are rarely

by a series of different social and

acceptance of certain kinds of

scientific development and tech-

convincing for the citizens. Inform-

cultural values and lifestyles, and

technology, the perception of the

nology that must be made by peo-

ing the public can help clarify the

by their impact on the risk man-

benefits seems to count for more

ple who are not experts on these

problems and the implications, but

agement. In this case, neither tech-

than the perception of the risks:

matters,” Montali continues. So

in the authors’ opinion, it cannot

nical expertise nor the institutions’

this assumption can be demon-

just exactly how do people manage

resolve the conflicts that are not

competence and openness consti-

strated by the general acceptance

this power? What kinds of compe-

generated by ignorance but by the

tute conditions that are sufficient

of bio-technology in the field of

tence must they have in order to

divergence of interests among the

for ensuring acceptance by the

medicine (aimed at relieving pain

decide whether or not today, here

actors involved (industry, decisions,

general public. In these cases, we

and curing illnesses), and in con-

and now, we should open a

stakeholders and citizens).

must act simultaneously on both

trast, by the opposition to biotech-

nuclear power plant, allow assisted

However, the attempts to propose

the spreading of information and

public

acceptance.

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education, and the full involve-

When it was founded, the HCTISN

nuclear energy, we created super-

izen can develop his or her own

ment of the stakeholders in the

was entrusted by the Ministry for

vising bodies that are very strict

ideas, provided that the informa-

decision-making process.

the Environment with the task of

about how a nuclear plant must be

tion they have is always honest.

analyzing the radioactive state of

built and managed. Up until 2006,

What is the future for countries like

the water table near nuclear sites,

these services were under the Min-

France and Italy, as regards renew-

Interview with Henri Revol

after there had been a uranium

istry for the Industry’s responsibility,

able energy and innovation? The

Who is watching over nuclear

solution spill at Tricastin. Three

while the technical experts came

CEA and ENEA have signed a coop-

energy? The French case

months later, the committee pro-

from the Atomic Energy Commis-

eration agreement in the field of

duced a report containing 19 rec-

sion. Recently, especially after the

nuclear research and renewable

by Simone Arcagni

ommendations. It has also dealt

2006 law about nuclear trans-

energy. There are many similar

Who are entrusted with the

with the security of plutonium sea

parency and safety, we have creat-

examples of cooperation, even

task of making sure that

shipments and with information

ed an independent administrative

amongst French and Italian com-

nuclear energy is safe, and how

about mining residues. Currently, it

authority – the ASN (Autorité de

petitors. A French car manufacturer

do they work? Interview with

has undertaken an important study

Sureté Nucléaire), supported by the

(Renault-Nissan) is conducting a

Henri Revol, president of the

about the nuclear fuel cycle,

IRSN (Institut de Radioprotection et

project to develop electric cars in

Haut Comité pour la Transpa-

requested by the Ministry for the

Sureté Nucléaire) for technical sur-

Lombardy, with the Italian compa-

rence et l’Information sur la

Environment and the Parliament.

veys; the IRSN became independ-

ny A2A. EDF - Energies Nouvells is

Sécurité Nucléaire (HCTISN).

The HCTISN tries to give people

ent from the CEA (Commissariat à

building solar plants in Santa Sofia,

complete information about what

l’Énergie Atomique et aux Énergies

in Umbria, and in other seven sites.

How does the HCTISN work?

they are concerned about. Its sec-

Nouvelles) after a few years, and

I think France and Italy have a great

The committee has existed since

retariat has very competent engi-

today the ASN has its own inspec-

common ground for innovation in

2008. Its composition is quite artic-

neers and always talks to the inter-

tors, who constantly and rigorously

the future, especially within the

ulate: one college comprising four

ested parties (managers, supervis-

check all installations, authorize

framework of the Union for the

parliamentarians (from both the

ing authorities, experts) for every

the creation and management of

Mediterranean.

majority and the opposition), and

issue it tackles, dialoguing with

“basic nuclear installations,” col-

six colleges of six members each,

them before giving its advice and

lect the mandatory reports about

representing the associations for

recommendations.

accidents, and can suspend an installation’s management.

The science of toys

most frequently?

What is your advice about mo-

Chemistry sets and atomic toys

Radioactivity levels in the environ-

nitoring activity and safety for

by Davide Coero Borga

State, the trade unions. This wide-

ment and nuclear waste. The

Italy?

ranging representation guarantees

HCTISN is creating an internet por-

Giving advice would be presumptu-

There was a time when little druids

that

are

tal to allow everyone easy access to

ous. Italy has very competent engi-

and alchemists quit improvising

expressed freely. Our meetings are

information, in plain words, about

neers and researchers. I think that

with alembics, distillers and will-o’-

not open to the public, but all the

these issues.

the most important thing is to

the-wisps, and turned into young

develop, during the whole building

experimenters in the great labora-

Those opposing nuclear energy

and management process, a “secu-

tory of science. Those years of rea-

available online, and we publish an

in Italy usually express their

rity culture” chain at all levels. At

son and great transformations

annual report.

doubts about safety and waste

the same time, it is necessary to

launched a so-called toy that was

management issues. What were

produce information for the public

extremely fascinating to say the

What are the HCTISN’s main

the answers in France?

and to create a debate based on

least: chemistry sets. As real work-

activities?

As soon as France started using

different opinions, so that each cit-

shops with chemical reactors and

environmental and health safeguard, nuclear energy information

Which concerns do you tackle

committees, managers, experts, the Supervising authority, the

different

opinions

debates’, communications’ and recommendations’

reports

are


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Future tech

test tubes, in the 1950s chemistry

including four different kinds of

sets allowed children to produce

uranium. Radioactive uranium,

compounds and experiment in

with which children played non-

Nuclear and digital in medical

onance and medical imaging, and

total freedom, discovering the

chalantly, right in front of their par-

imaging

whom we met at the View Confer-

power of the elements on the peri-

ents. Today it is a collectible so

by Simone Arcagni

ence in Turin. “Molecular imaging

odic table. They could play with

highly sought-after it can sell for

wash bottles, volumetric flasks, and

over 100 times the original price.

Seeing better, seeing more, over-

living being, specific molecules or

spirit burners to bring compounds

And what about the scale model of

coming the limits of the extremely

molecular events at cellular level

and dozens of chemical elements

the Three Mile Island nuclear plant?

small and extremely hidden – this is

which can be the signature of a

to a boil. Not exactly what you

“Add realism and excitement to

the typical challenge for modern

specific pathology. It is a multidisci-

would call “child’s play.” These

your train layout,” says the box.

medicine, projected into a new era

plinary science that starts from

boxes had an incredible destructive

Certainly the manufacturer, Con-

by the cooperation between digital

biologists’ discoveries and from

potential and surely today they

Cor of Bensenville, IL, could not

technology and nuclear medicine.

molecular medicine.”

would have an equally incredibly

imagine that less than twenty years

While X-rays allowed for the devel-

The goal is to observe “the differ-

long set of warnings and precau-

later the plant would see the worse

opment of an important branch of

ences between what is normal and

tions. All of the wonders of chem-

nuclear accident that has ever hap-

medicine with the purpose of see-

what is pathological. Often these

istry, in a simple cardboard box.

pened in the United States, releas-

ing the human body from the

are minimal: so you must not only

Real test tubes (glass ones, which

ing a considerable amount of radi-

inside, nuclear medicine is now a

look, but also find ways to high-

you could heat over a flame) and a

ation. There is a long list of atomic

branch of clinical medicine that

light them. Image processing

range of reactors, including many

toys: toy Geiger counters to meas-

uses radioactivity to diagnose, treat

therefore becomes essential.” The

of the ones considered dangerous

ure the lethal effects of radioactive

or research. One look at the vast

other great challenge is to do

– as in used-by-terrorist – today,

substances, spinthariscopes, cloud

program for the ECR – European

everything “live,” as working with

such as permanganate. Toxic, flam-

chambers, electroscopes. The man-

Congress of Radiology (Vienna,

live animals or human beings

mable substances that forced man-

uals coming with them are real

March 4-8) – is enough to under-

allows us to study, for example,

ufacturers to continuously bounce

radiochemistry primers. Uranium

stand how important medical

developments in time. “The gener-

back and forth between the sales

Rush’s box reads: “An exciting new

imaging is for diagnostics and the

al strategic goal is to see everything

boom of a multifunctional kit and

electric game for the family. Make a

constant development of increas-

from smaller things (atoms) to big-

the massive recalls for products

million dollars! Your ‘Geiger count-

ingly sophisticated software and

ger things. These are the develop-

considered like dynamite in young,

er’ lights and buzzes your way to

algorithms for the creation of 3D

ments we expect, for a medicine

inexperienced hands. In a game

fun and fortune,” right below the

visual models. Nuclear and digital

that will grow increasingly depend-

without rules, there is always a

“Educator Approved 1955” logo.

go hand in hand to make medicine

ent on images.” The advantage in

chance you will hurt yourself or,

What about today?

take a leap forward: after the

nuclear medicine is to study meta-

even worse, fail.

A 2010 chemistry set is definitely

development determined by X-

bolic processes “live” thanks to PET

“That’s the scientific method, baby,

less dangerous: no spirit burners or

rays, now the application of digital

(Positron Emission Tomography),

and there's nothing you can do

dangerous substances. Test tubes

technologies to nuclear medicine

which uses radioactive tracers with

about it!” we could say, quoting

are strictly plastic and experiments

and radiography marks a further

positron-emitting isotopes. That is

Humphrey Bogart, who was so

call for lemon, vinegar and soda.

turning-point for data manage-

how you go from a “flat” radiogra-

popular on the silver screen in

Strong science is relegated to the

ment and 3D visuals.

phy to a 3D vision. The Italian IM3D

those days. The fact is, the little

realm of videogames: Nintendo DS

An example of this is the Medical

- Medical Imaging Lab, for exam-

educational kits turned chemistry

and Wii have recently launched Sci-

Imaging Informatics Innovation

ple, is specialized in medical imag-

into the fundamental science at the

ence Papa, a virtual lab where you

Center (MI3C), the result of the

ing for cancer-related pathologies

time (chemistry was queen of all

can recreate experiments with pro-

joint efforts of the Mayo Clinic and

and uses advanced CAD (Comput-

subjects during the atomic post-

fessional equipment. Minus the

IBM, which is able to record med-

er Aided Detection) technologies

war period, overturned by astrono-

chance of an explosion.

ical images up to 50 times quicker

such as CAD-COLON IM3D, creat-

my and physics only when the

and to give critical diagnoses, such

ed to support radiological diag-

“space race” began). And if you

as a tumor’s development or reduc-

noses in cases where a colon or

think a chemistry set seems dan-

tion, in just a few seconds. “Mole-

rectal polyp is suspected. The digi-

gerous, what about its radioactive

cular imaging is the future of diag-

tal system DIMAGO-med for the

spin-offs? In 1951, Gilbert Hall of

nostics: seeing molecules or molec-

integration of images coming from

Science launched the Atomic Ener-

ular events that show the patholo-

different

gy Lab: the considerable sum of 50

gy in action, live,” says Silvio Aime,

instead, allows for the digitaliza-

dollars bought you a laboratory kit

head of the Center for Molecular

tion, processing and integration of

Imaging of Turin’s University, where he does research on magnetic res-

– he adds – means seeing, inside a

diagnostic

exams,

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images

acquired

with

digital

Traveller

angiography, SPECT, PET, TAC, 126

three-hour tour is open to the pub-

– considered one of the most mod-

lic (all you have to do is show a

ern and advanced in the world,

magnetic resonance and ultra-

An atomic trip

valid photo ID) and includes access

thanks to two new units built in

sonography. It covers, all in all, the

by Michelle Nebiolo

to the visitor center’s exhibition and

the end of the 1990s – to the Alvin

a guided tour of the control room,

W. Vogtle plant (named after the

whole range of data offered by nuclear medicine, processing them

Homer loses his grip on a radioac-

reactor room and cooling tower.

war hero who inspired Steve

and assembling them into an active

tive green cylinder as soon as the

Have no fear: massive screening

McQueen’s character in The Great

and diachronic virtual model. Spec-

end-of-shift whistle blows, just to

structures protect the whole itiner-

Escape) in Burke county, Georgia,

tacular images, as shown in

find it down the back of his shirt as

ary, to the point that the radiation

United States (www.eia.doe.gov).

Anatomical Travelogue’s Alexander

he drives home, and throw it on

level inside the plant is actually

The two units of the latter, which

Tsiaras’s movies, well-respected in

the street as Bart skateboards by:

lower than the natural level we live

started operating in 1988 and

both the medical and artistic field:

The Simpsons’ opening theme is a

with every day in the outside envi-

1989, cost over 13 times the 660

his images and videos have been

testimony to the fact that even

ronment. You do not trust the

million dollars on the initial budget:

on exhibit in various art galleries.

abroad nuclear plants are seen

dosimeters constantly monitoring

a typical problem for plants under

The U.S.-based Nucleus, instead,

with a certain (however ironic) sus-

the situation? For the most skepti-

construction in the United States

uploads its imaging videos on

picion. But while in Italy the discus-

cal, we suggest a visit to another of

during the 1980s, as they had to

YouTube, gaining a lot of populari-

sion plays out between referenda,

Switzerland’s four plants: the one

comply with increased regulations

ty with its fantastical journeys

decrees and protests, on the other

in Leibstadt, on the bank of the

after the Three Mile Island accident

inside the human body. Even

side of the border nuclear plants

Rhine. Here, you will discover a

in 1979. The “Columbia County

National Geographic has noticed

exist, work and in some cases are

couple of rare peregrine falcons

News-Times” recently published a

how spectacular these images can

even open to visitors. At least in

that established their nest, over ten

short report about the trip a class

be, and in fact has created a few

the most advanced Western coun-

years ago, right inside the cooling

from Evans Middle School took to

documentaries with medical imag-

tries, in fact, plants’ managing

tower – where they do not risk

the Vogtle Plant: the eight-graders

ing technologies, such as The

companies seem to have opted for

being

went on a guided tour, saw the

Incredible Human Body, In the

a policy of transparency and open-

climbers.

simulator and discovered how

Womb and Inside the Living Body.

ness in order to satisfy the public’s

In France, Civaux’s nuclear plant

engineers are trained to operate

curiosity and defuse any mistrust in

(www.edf.fr) – where groups of at

the plant. Thus, they were able to

those who might see a cooling

least five people can reserve a

understand how some of the theo-

tower in the distance every time

guided tour of the permanent exhi-

ries they studied in science class are

they drive to the office or take their

bition at the visitor center and a vir-

applied in real life; as the culminat-

children to school.

tual tour of the plant – is part of

ing task of the day, they could

“Current vulnerability, supply secu-

the tourist itineraries suggested

choose among writing a song,

rity, radioactivity, safety, waste, effi-

within the Civaux Pass formula,

designing a comic strip, creating a

ciency... nuclear energy is on every-

alongside

children’s book or writing a letter

one’s mouth. But how does a

(where you can see 200 crocodiles

nuclear power plant work? What

in their natural environment), the

are the advantages and disadvan-

archeological museum and the

tages of this controversial technol-

Merovingian cemetery. And, of

ogy? Come visit us and get this

course, nuclear plants are an inter-

information first hand”: the Gös-

esting stop not only for unconven-

gen nuclear plant (www.kkg.ch) in

tional family weekends, but also

Däniken, Switzerland, invites you

for school trips: from the plant in

from its website’s homepage. The

Uljin, South Korea (eng.knef.or.kr)

bothered

by

Planète

mountain

crocodiles

to President Obama.


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Science’s sites

of radioactive refuse (COVRA) with

collections – even those from some

headquarters in Visslingen, in the

of the most important museums in

The Habog Building: decreasing

southeastern Netherlands.

the world - is not on public view to

radioactivity, increasing works

The Habog Building, built to remain

visitors, but is conserved inside the

of art

intact for at least the next 300

storerooms guaranteeing preser-

by Eva Filoramo

years, was inaugurated in Septem-

vation for the future generations.

ber, 2003, and the fact that it was

The Louvre, to give an example,

Everyone is aware of the impor-

painted orange was not just a mat-

exhibits only 35,000 of the 445,000

tance of conserving works of art,

ter of chance.

works of art in its possession; and

handcrafted objects and antiques

The artist commissioned for the

the Egyptian Collection of the

for the future generations: alth-

concept of the building’s exterior,

British Museum, the second largest

ough it is not the only one, it is

William Verstraeten, established

in the world after that of the Cairo

certainly the most traditional and

that every twenty years the walls

Museum, has an exhibition space

perhaps most efficient way of pass-

would be painted again with a

that only allows for displaying 4%

ing on our past and the present

lighter shade – on a parallel with

of all of its works! The strange

to those who will come after us, a

the level of radioactivity of the

Dutch combination of art and

contribution to the making of His-

waste contained inside of it, con-

radioactivity has proven to be suc-

tory. However, there are other

stantly diminishing according to

cessful: in 2008, the Habog Building

things that we would not want

the law known as “half life”: that is

won the PIME prize awarded by the

our grandchildren and great-grand-

to say, the time needed for the

European Nuclear Society for com-

children to have to deal with in

radioactive content of any given

munications in the nuclear industry,

our place: for example, waste prod-

sample to become half of what it

demonstrating how it is possible to

ucts, and particularly, the controver-

was initially.

join aesthetics with the needs tied

sial problem of radioactive waste.

Hundreds of years from now, the

to the production of energy. Fur-

So it almost seems like a paradox

building will have lost its original

thermore, its particularities have

that in Holland a place actually

color, symbolically showing the sig-

made it such that the number of

exists where old hand-made objects

nificant decrease of the radioactivi-

visitors to its premises has soared,

and works of art reside harmo-

ty of the refuse. Moreover, the

contributing to the general public’s

niously alongside the nuclear waste

choice of orange is not just due to

awareness regarding nuclear energy

of the two nuclear power stations

the fact that it is the national color

and the age-old complex problem

located inside a huge box-shaped

of Holland, but because of the

of the disposal of radioactive waste.

orange building that has two sym-

ascertainment that it is an “inter-

bols of 20th century science written

mediate” shade between red and

above its main entrance: Einstein’s

green, respectively symbols for dan-

equation of the mass-energy equiv-

ger and safety. And little by little,

alence (E=mc2) and Planck’s Law

as the orange fades over the next

(E=hν), which relates the energy

decades, the Habog Building will

and frequency of a photon. This is

continue on the one hand to con-

the Habog Building which was built

tain the nuclear waste, and on the

ad hoc for the treatment of highly

other, the artworks and handcraft-

radioactive refuse, a part of the

ed objects from museums of the

building complex of Holland’s Cen-

surrounding area. Not to be over-

tral Organization for the treatment

looked is the fact that most of the

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29-04-2010

Oxygen è stampata su carta UPM Fine 120 gsm, certificata EU Flower.

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Il marchio EU Flower garantisce che l’intero ciclo di vita del prodotto ha un impatto ambientale limitato, a partire dalla scelta delle materie prime fino alla lavorazione, e dal dispendio energetico allo smaltimento dei rifiuti.

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Testata registrata presso il Tribunale di Torino autorizzazione n. 76 del 16 luglio 2007 Iscrizione al Roc n. 16116



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