Swami Radhanath - Cartella Stampa

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SwamI RADHANATH C A R T E L L A S TA M PA - I TA L I A N TO U R

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quando l’amore si risveglia nel cuore, trascende ogni differenza nelle religioni. SwamI RADHANATH Maestro di Compassione

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chi è SWAMI RADHANATH

SWAMI RADHANATH MESSAGGERO DI PACE. Swami Radhanath, Maestro di Compassione, oltre ai preziosi insegnamenti spirituali che instancabilmente elargisce in tutto il mondo, ha creato numerose attività umanitarie in India e ogni giorno 250.000 bambini delle baraccopoli hanno un pasto nutriente, molti orfani hanno accesso a cure e ad un’istruzione adeguata e migliaia di persone ricevono trattamenti di altissimo livello al Bhaktivedanta Hospital di Mumbai.

Radhanath Swami è un Sanyassin Vaishnava (un monaco nel lignaggio di Krishna-bhakti), docente del percorso devozionale del Bhakti-Yoga. È autore del bellissimo “Ritorno a Casa”, un libro di memorie sulla sua ricerca della verità spirituale. I suoi insegnamenti sono tratti dai testi sacri dell’India, come la Bhagavad-gita, lo Srimad Bhagavatam, e il Ramayana, e mirano a rivelare l’applicazione pratica delle tradizioni sacre, mentre si concentra sull’essenza comune che unisce percorsi religiosi e spirituali apparentemente diversi tra loro. Nato Richard Slavin, il 7 dicembre 1950, nella sua adolescenza ha subito dovuto confrontarsi con un profondo senso di alienazione dalla vita di periferia di Chicago e le ingiustizie civili di metà secolo in America. All’età

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di diciannove anni, durante un viaggio estivo in Europa, le sue lotte interne culminarono in un impegno alla ricerca di Dio, ovunque esso potesse portare. Meditando sull’Isola di Creta, sentì una vocazione soprannaturale e la mattina dopo partì da solo per trovare l’India spirituale. “Ritorno a Casa” documenta la sua odissea da squattrinato autostoppista in Grecia, Turchia, Iran, Afghanistan, Pakistan per raggiungere infine l’India. Lì visse come un asceta errante, prima nell’abitazione di uno yogi nella foresta himalayana e poi conoscendo un vasto numero di guru e praticanti spirituali in tutta l’India e il Nepal. Alla fine, arrivato alla città santa di Vrindavan, trovò la sua strada tra i Bhakti-Yogi. Nel Vrindavan ha trovato in AC Bhaktivedanta Swami Prabhupada (1896-1977), il maestro che stava cercando, fondatore della Società Internazionale per la Coscienza di

Krishna (ISKCON) e rappresentante della Gaudiya Vaishnavism, (la tradizione Krishna-bhakti derivante dal mistico Avatar Sri Chaitanya del 16° secolo). Scegliendo Swami Bhaktivedanta, come suo Guru, Radhanath Swami, sentì il dovere di ritornare nella società occidentale con la missione di condividere la sacra saggezza che aveva ricevuto. Questo ritorno esemplifica la forma di yoga devozionale, che è al centro degli insegnamenti Radhanath Swami, una pratica spirituale espressa in azioni concrete allo scopo di raggiungere la realizzazione personale a beneficio del mondo. All’età di 31 anni prese i voti monastici da Sanyassin Vaishnava e divenne noto come Radhanath Swami. Oggi Radhanath Swami viaggia regolarmente in tutta l’India, Europa e Nord America, condividendo gli insegnamenti del Bhakti-Yoga. Egli


risiede la maggior parte dell’anno al Gopinath Radha Ashram a Chowpatty, Mumbai. Negli ultimi venticinque anni ha guidato lo sviluppo della comunità e ha diretto una serie di acclamati progetti di azione sociale, compresi i pasti di cibo vegetariano santificato,

che serve ogni giorno a più di 260.000 bambini delle baraccopoli di Mumbai. Ha lavorato anche per costruire ospedali missionari, eco-fattorie, scuole e Ashram, un orfanotrofio, e una serie di programmi di aiuti di emergenza in tutta l’India.

“L’essenza di tutti i veri percorsi spirituali è risvegliare l’Amore per Dio in noi ed essere strumenti dell’Amore di Dio attraverso la Compassione.” Radhanath Swami

In Giugno, Swami Radhanath è stato invitato ad incontrare il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, durante un evento in Florida. Lui ha accettato con riconoscenza in nome del suo amato Guru, Srila Prabhupada ed ha dedicato questo incontro al suo amato Padrino Swami Bhakti Tirta. Il Presidente e Swami Radhanath hanno conversato per qualche minuto con grande coinvolgimento.

Swami Radhanath parla alla Big Society alla House of Commons. In ottobre 2011, Radhanath Swami è stato ospitato alla House of Commons di Londra e in questa occasione Sua Santità si è rivolto ai membri del Parlamento ed ai Ministri in un incontro privato sulla “Spiritualità e Big Society”. http://www.radhanathswami.com/2010/11/harvard-university/#

è nato a Chicago nel 1950. A diciotto anni ha deciso di intraprendere un viaggio di ricerca spirituale nel mondo durante il quale alla fine ha conosciuto il sentiero dello yoga della devozione. Attualmente viaggia in Asia, Europa ed America per insegnare la saggezza della devozione, ma spesso si trova nel suo centro a Bombay. Chiunque conosca Radhanath Swami testimonia la sua dedizione nel portare tutti più vicino a Dio. Allo stesso modo riconoscono la sua leggerezza d’animo, semplicità e senso dell’umorismo. I visitatori e gli amici sono inspirati dalla sua natura modesta e dalla sua naturale riluttanza nel prendersi il merito delle opere che lui stesso ha ispirato – sviluppare centri, distribuzioni di massa di cibo ai bambini indigenti, ospedali missionari, fattorie ecosostenibili, scuole, ashram e programmi di assistenza medica in caso di emergenze. “Sembra vedere la vita come un continuo flusso di grazia divina”, ha detto un ammiratore, “eppure non perde mai la sua umanità. La sua accessibilità lascia le persone con l’impressione che tutti, con un piccolo sforzo sincero, possono trovare il sentiero che conduce alla Pace interiore e alla realizzazione di Dio.”

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SWAMI RADHANATH RITORNO A CASA

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SWAMI RADHANATH RITORNO A CASA

“Yogi mistici, guru ed un’epica ricerca attraverso l’India spirituale.” In queste straordinarie memorie di Swami Radhanath ondeggia un arazzo multicolori fatto di avventura, misticismo e amore. I lettori seguono Richard Slavin dalle periferie di Chicago fino alle grotte sull’Himalaya, mentre si trasforma da giovane alla ricerca di risposte in guida spirituale di fama mondiale. Ritorno a casa è l’intima descrizione di un percorso verso l’autoconsapevolezza e anche uno sguardo penetrante nel cuore di varie tradizioni mistiche e nelle sfide che ogni anima deve affrontare nel cammino verso l’armonia interiore e l’unione con il Divino. Attraverso pericoli mortali, la guida di yogi elevati e anni di viaggi nei luoghi di pellegrinaggio, Swami Radhanath alla fine raggiunge il cuore più intimo della cultura mistica dell’India e trova l’amore che stava cercando. Una storia narrata con raro candore che immerge il lettore in un viaggio che allo stesso tempo è coinvolgente, divertente e commovente.

Il Viaggio di Ritorno... inizia in Italia Lo avreste mai detto che il meraviglioso viaggio di Swami Radhanath è iniziato in Italia? Ecco cosa scrive nel suo libro “Ritorno a casa”: “…Come un magnifico gioiello nel cuore di Firenze si trova la cattedrale di Santa Maria del Fiore. Completata nel 1367, la sua enorme cupola e le sculture antiche attraggono innumerevoli turisti. (…) Io stavo mettendo in dubbio le motivazioni stesse del mio

viaggio. Stavo trascurando le mie responsabilità sociali non andando a lavorare? Stavo cercando di evitarle solo per qualche forma di debolezza interiore? Cercai nel mio cuore. All’inizio del viaggio avevo sperato di uscire dal guscio, di superare le inibizioni e di sperimentare le gioie che il mondo promette, pensando che ciò mi avrebbe portato più vicino a Dio. Ma adesso sentivo che le distrazioni lungo il viaggio mi portavano lontano dal mio vero obiettivo. Il mio cuore desiderava ardentemente un’esperienza spirituale. Guardando in alto la gigantesca cupola, a mani giunte, pregai. (…) Mentre osservavo il santo crocifisso, un passaggio delle parole di Gesù che avevo imparato a memoria emerse dal mio cuore: “Cerca il regno di Dio, e tutte le altre cose arriveranno di conseguenza… perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà il tuo cuore”. Un brivido mi attraversò la schiena, tremai e sentii la testa vuota e leggera. Preso dalla vergogna e dal dolore, mi sentii improvvisamente solo e abbandonato come un orfano. (…) Un altro passaggio della Bibbia allora risuonò nella mia mente: “Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli umili perché erediteranno la terra”. In queste parole percepii una doccia di perdono che sembrava inondarmi di nuova vita. Emergendo dal silenzio, l’organo riempì la chiesa con una musica che sollevò il mio cuore oltre la sommità della cupola. Sentendomi solo e nudo alla presenza del Signore, piansi. Mi sentii completamente libero. La battaglia interiore che avevo combattuto a Londra era finita. Superando quella fase di indecisione, una volta per tutte decisi di scegliere il fiume che scorreva verso le mie aspirazioni spirituali. Sapevo che non sarei più tornato indietro…”

{ “RitoRno a Casa è una storia stupenda che vale la pena leggere. un viaggio straordinario dal mondo esterno verso quello interiore. è ispirante e affascinante. è la storia di un ricercatore che è diventato un saggio.” B. K. IYENGAR SWAMI RADHANATH | 9


SWAMI RADHANATH RITORNO A CASA

R AD H A NAT H S WAM I

YOGI MISTICI E MAESTRI SENZA TEMPO IN UN VIAGGIO STRAORDINARIO FINO AL...

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CASA

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AUTOBIOGRAFIA DI UNO SWAMI AMERICANO

Radhanath Swami

EIFIS Editore

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le parole di SWAMI RADHANATH



DA: Energie - marzo_2012

SWAMI RADHANATH Ritorno a casa. L’intervista straordinaria ad un uomo che ha viaggiato nel mondo e dentro se stesso alla ricerca del dono più prezioso: l’amore. Amore che ha trovato e che ora porta a chiunque lo desideri, con il suo messaggio di gioia e compassione.

Nato a Chicago nel 1950, Richard Slavin, conosciuto oggi in tutto il mondo come Radhanath Swami, ben presto si rende conto di provare un profondo senso di alienazione e delusione per la superficialità della vita borghese e le ingiustizie sociali dell’America degli anni Cinquanta e Sessanta. Il libro “Ritorno a Casa” (titolo originale The Journey Home) documenta la sua odissea di giovane ricercatore autostoppista che attraversa l’Olanda, l’Italia, la Grecia, la Turchia, l’Iran, l’Afghanistan, il Pakistan e infine raggiunge l’India. In India ha vissuto da asceta errante prima con gli yogi sull’Himalaya e poi con autorevoli guru e maestri spirituali dell’India e del Nepal. Infine raggiunge la città santa di Vrindavana dove trova il suo sentiero tra i Bhakti-yogi. La straordinaria autobiografia di Radhanath Swami è un coloratissimo arazzo di avventura, misticismo e amore, i lettori lo seguono senza fiato dalla periferia di Chicago fino alle grotte himalayane mentre si trasforma da giovane, alla ricerca di risposte, in guida spirituale conosciuta in tutto il mondo. Una storia vera raccontata con raro candore che trasporta il lettore in un viaggio coinvolgente, divertente e commovente.

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Radhanath Swami, come inizia il suo fantastico viaggio? Sono cresciuto nell’aria di ribellione degli anni Sessanta in America. C’erano molte domande nel mio cuore sul perché di tanta crudeltà, odio e guerre e sul perché l’uomo si facesse tanto facilmente sopraffare dall’egoismo e dall’avidità. Alla ricerca di risposte ho seguito il movimento per i diritti civili del Dr. Martin Luther King e quello della controcultura degli anni Sessanta. In seguito capii che le soluzioni vere devono essere trovate dentro di noi. Se non trasformiamo i nostri valori di fondo non possiamo fare niente di veramente utile in questo mondo. Per questo motivo con il mio amico Gary ho intrapreso un lungo viaggio per studiare diversi punti di vista e diversi approcci alla vita. Gradualmente ho cominciato a sentire sempre più in profondità una chiamata ad approfondire ancora di più la mia ricerca spirituale finché un giorno, mentre meditavo sull’isola di Creta, ho sentito una voce che ha cambiato per sempre il corso della mia vita: “Vai in India!”.

In realtà so che il vero inizio della sua avventura è stato in un seminterrato…

Sì, avevo solo 8 anni, ero nel seminterrato in casa di un mio amico che mi disse che i suoi genitori mi odiavano e che Dio mi odiava perché ero ebreo. Ne fui molto colpito e confuso e cercai di capire, per quello che potevo con la mie risorse di piccolo ragazzino, come poteva essere che nel nome di un Dio così amorevole ci potesse essere tanto odio in questo mondo. Fu da quell’episodio, che racconto nei dettagli nel mio libro, che è iniziato il mio viaggio di ricerca interiore nel tentativo di capire il significato della vita e di avvicinarmi all’unico Dio.

Come mai ha scelto il titolo “The Journey Home”? La casa (home) è il luogo in cui troviamo conforto e sollievo dai problemi del mondo. Nella casa troviamo un rifugio, la famiglia, le relazioni e l’amore. Tutti abbiamo bisogno di una casa. La casa che tutti noi stiamo cercando si trova nel nostro cuore. Nel momento in cui troviamo vera pace, amore e soddisfazione nel nostro cuore allora in ogni situazione e in ogni luogo è sempre casa. Al contrario, se non riusciamo a trovare tutto questo nel nostro cuore, non potremo sperimentare il vero senso


della casa in nessun luogo al mondo. Quando troviamo Dio nel nostro cuore, troviamo la vera casa nel suo amore e a quel punto realizziamo che ogni essere vivente è parte della nostra famiglia e che siamo sempre a casa. La ricerca spirituale non è altro che un viaggio di “Ritorno a Casa” (Journey Home letteralmente significa “Viaggio verso casa”).

Il libro inizia con un’avventura incredibile in cui ha rischiato la morte solo per poter vivere un’esperienza spirituale in un tempio in cui non erano assolutamente ammessi gli stranieri. Sì, è vero, mi sono ricoperto di ceneri per mimetizzarmi e visitare un tempio durante un’importante cerimonia perché credo fermamente che tutte le religioni, quando si va all’essenza, non sono diverse tra loro, ed ero pronto a correre qualsiasi rischio per sperimentare fino in fondo questa verità. Col tempo ho capito che, quando si cerca sinceramente l’essenza della vita al di là delle apparenze, accadono cose miracolose che non si sarebbero nemmeno immaginate.

Ha incontrato numerosi leader spirituali di grande fama durante i suoi viaggi. Chi erano e che cosa le hanno trasmesso? Nel libro parlo di molti ricercatori spirituali che ho incontrato e anche di alcuni che mi hanno insegnato quello che non avrei dovuto fare. Avevo 19 anni quando arrivai in India, e durante quegli anni di viaggi tra le persone illuminate ho incontrato il Dalai Lama del Tibet che mi ha profondamente colpito per il suo spirito di compassione, la coraggiosa dedizione alla causa della sua gente e il suo humor; ho conosciuto Madre Teresa di Calcutta che vedeva il suo amato Gesù anche nelle persone più povere e malate e dava la sua vita per aiutarle fisicamente, emotivamente e spiritualmente; Anandamayi Ma è stata come una madre per me; la gioia e l’entusiasmo di Neem Keroli Baba mi ha ispirato moltissimo; e poi ho incontrato e imparato molto da

Swami Radhanath è nato a Chicago nel 1950. Dopo il viaggio raccontato nel suo primo libro si è dedicato completamente all’insegnamento e al suo impegno a portare gli altri più vicini a Dio e alla propria spiritualità. Filantropo, ha ispirato diverse opere di sviluppo: distribuzione alimentare di massa ai bambini indigenti e ospedali missionari.

Swami Rama, Swami Muktananda, J. Krishnamurti, i lama Buddhisti, Satyanarayan Goenka-ji e molti molti altri. Ho conosciuto anche Swami Satchidananda e altri ricercatori spirituali e leader illuminati musulmani, cristiani ed ebrei. Ognuno di loro mi ha dato un dono prezioso.

Che cosa vorrebbe che si traesse dalla lettura del suo libro? Siamo troppo spesso sopraffatti dalle superficialità mondane che ci fanno perdere il senso più profondo e appagante della vita; ci fanno dimenticare di cercarne il significato, dell’importanza di sviluppare un buon carattere e in ultima analisi l’amore per Dio. Se in qualche modo il mio libro e la mia esperienza può aiutare qualcuno, a qualsiasi religione o cultura appartenga, a rispondere alla domanda: “Qual è lo scopo più importante e significativo della vita?”, allora sarò soddisfatto del mio servizio.

C’è un messaggio finale che vuole mandare ai lettori? Tutti cercano la felicità, qualsiasi sia il sesso, la religione o la nazionalità a cui si appartiene, e l’essenza della felicità è amare ed essere amati.

Il vero obiettivo di ogni percorso spirituale è accedere a questo sublime piacere che è dormiente nel cuore di ogni essere vivente. Se cerchiamo l’essenza nel nostro cuore impariamo a diventare strumenti di compassione dell’unico Dio e troviamo infine la pace e la felicità. Quando finalmente Swami arrivò alla frontiera della tanto desiderata India, fu bloccato dall’intransigenza di un ufficiale che richiedeva un minimo di 200 dollari per attraversare il confine. Al cambio della guardia il giovane Richard convinse il nuovo ufficiale con queste parole: “Un giorno prometto che farò qualcosa di buono per la gente dell’India. Parlo sul serio, signore, aiuterò la vostra gente. Per favore, mi dia un’opportunità”. Oggi, oltre ai preziosi insegnamenti spirituali che instancabilmente elargisce in giro per il mondo, Radhanath Swami ha creato numerose attività umanitarie in India e ogni giorno 250.000 bambini delle baraccopoli hanno un pasto nutriente, molti orfani hanno accesso a cure e ad un’istruzione adeguata e migliaia di persone ricevono trattamenti di altissimo livello al Bhaktivedanta Hospital di Mumbai.

di Annalisa De Stasi

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DA: harvard - giugno_2011

SWAMI RADHANATH all’università di Harvard. Il 20 Giugno 2011 un folto gruppo di studenti, ricercatori, professionisti e imprenditori si è riunito all’università di Harvard per incontrare ed ascoltare un noto erudito e leader spirituale: Radhanath Swami.

Un ampio gruppo universitario di studenti indiani di Harvard ha organizzato per l’occasione un dibattito sul tema “Etica nella Leadership e nel Management” per aspiranti leader e manager nell’auditorium della Kennedy School. Il relatore, Radhanath Swami, ha discusso le basi di una leadership efficace nel mondo contemporaneo usando prospettive scientifiche, storico-politiche, economiche, filosofiche, accademiche e spirituali, e citando grandi leader e pensatori, tra i quali Albert Einstein, Martin Luther King, Mahatma Gandhi e Madre Teresa di Calcutta. Ha esordito con una storia vivida, inquietante e potenzialmente fatale di una rivolta generale che colpì Mumbai. Durante la rivolta, il relatore ebbe l’esperienza che, a volte, le persone imparano ad odiare prima ancora di imparare a ragionare. Realizzò così che le scuole devono educare i futuri leader di questo mondo ai valori umani. Il suo ashram cominciò a realizzare dei Programmi di Educazione ai Valori in varie scuole

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di Mumbai. Creò vari programmi educativi per avviare i bambini delle scuole del governo, private e pubbliche a cercare e discutere il filo comune e i valori che sono nel cuore di ogni grande religione: amare Dio, amarsi l’un l’altro e vedere ogni entità vivente con visione equanime. Un leader di successo, a prescindere dal suo campo e titolo, deve essere equanime per poter guidare gli altri con integrità. Radhanath Swami raccontò un’altra bella storia, che esemplifica il principio del leader come servitore, presa dal mondo del baseball. Dopo una carriera di successo, per la quale fu inserito nell’Olimpo del Baseball, Joe Torre divenne un coach della serie A. Gli fu chiesto quale fosse stato il suo più grande raggiungimento nella vita. Torre spiegò che da bambino aveva subito così tanta violenza e che la situazione era così tremenda, che investì ogni goccia della sua energia nel baseball per scappare e dimenticare quella sofferenza. Nonostante tutti i suoi successi, come giocatore e manager di baseball, disse

che il suo più grande raggiungimento era stato l’aver creato un’associazione per aiutare i bambini vittime di violenza. L’organizzazione li educava, li faceva sentire apprezzati, e insegnava loro il valore del servizio agli altri. Se da una parte c’è tanto da imparare da questi leader di successo, Radhanath Swami ha fatto anche notare che ognuno di noi è un leader. I principi morali con i quali modelliamo la nostra vita si ripercuotono su molte persone. Guidare le persone attraverso il servizio e prendendosi cura di loro è il modo di dirigere più potente, sostenibile ed efficace, perché genera fiducia. Quando le persone credono in te, si impegnano per te e per i tuoi obiettivi. Molti di noi mancano di fondamenta interiori forti sulle quali costruire la propria vita. Se costruiamo una forte base morale, potremo affrontare le inevitabili tempeste che, nel tempo, ci metteranno alla prova. Proprio come una casa dalle fondamenta deboli può essere distrutta da una tempesta, quando le sfide e gli ostacoli si


presentano nella nostra vita la nostra etica, i nostri principi morali, i nostri ideali crolleranno se li barattiamo con i nostri fini egoistici. Se costruiamo all’interno fondamenta forti, dunque, possiamo rimanere stabili e vincenti nel nostro servizio agli altri. Swami ha citato poi un aforisma che aveva sentito da un santo: “La grandezza di una persona si vede dalla sua abilità di tollerare le situazioni provocatorie”. Al termine del suo discorso, Radhanath Swami ricordò agli studenti del MIT (Massachusetts Institute of Technology) e di Harvard presenti nell’auditorio che sarebbero presto divenuti i leader della nostra società, e che loro hanno il grande dono della cultura a loro disposizione. Radhanath Swami spiegò che gli oggetti di questo mondo sono neutrali. Per esempio, una lama può essere usato per uccidere o può essere usato per un intervento chirurgico e salvare una vita. È la coscienza della persona che la usa a determinare se il risultato sarà buono o cattivo. Allo stesso modo, scienza e tecnologia possono essere sacre se utilizzate per un fine sacro. In conclusione, Radhanath Swami disse che se anche un solo studente usa le sue abilità e le sue conoscenze con dignità, integrità e valori spirituali si creerà un cambiamento significativo nel mondo. Le meravigliose opportunità fornite da queste università possono permettere agli studenti di fare cose incredibili. Che diventino ingegneri o artisti, o direttori generali o politici, se lo faranno con compassione diventeranno agenti di cambiamento, strumenti di grazia, e incarneranno le qualità di un vero leader. L’evento, iniziato con una sessione di meditazione musicale, seguita dal discorso di Radhanath Swami, si concluse con un suntuoso pasto vegetariano servito all’aperto, nella brezza pomeridiana, nel giardino dell’università, dove alcuni partecipanti colsero l’occasione di parlare personalmente con Radhanath Swami

www.youtube.com/ watch?v=eEOKLiMZrp4

“Tutti cercano la felicità, qualsiasi sia il sesso, la religione o la nazionalità a cui si appartiene, e l’essenza della felicità è amare ed essere amati.”

Il 20 giugno 2011, un folto gruppo di studenti, ricercatori, professionisti e imprenditori si sono riuniti presso la Harvard University per incontrare e ascoltare Radhanath Swami, all’interno della conferenza su “Etica in Leadership e Management”.

Il Professore Francis X. Clooney, docente della Harvard Divinity School, Professore di Teologia comparativa e Direttore del Centro per lo Studio delle Religioni nel Mondo, ha introdotto Radhanath Swami presso la Harvard University.

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DA: New york university - novembre_2010

SWAMI RADHANATH All’università di New York. Lunedì 8 Novembre 2010, Radhanath Swami ha parlato al Krsna-Bhakti Club presso l’Università di New York. Il Krsna-Bhakti Club ospita settimanalmente un corso di cucina vegetariana, aperto a tutti gli studenti della NYU, al corpo docenti e agli amici.

L’evento è stato sponsorizzato dal Circolo della Gita (The Gita Circle), un nuovo club studentesco che si incontra ogni settimana per discutere la filosofia della Bhagavad-Gita, testo classico della saggezza orientale. Avendo trascorso molto tempo, negli anni ‘80, ad attivare simili club studenteschi nelle università dell’Ohio e della Pennsylvania, Radhanath Swami ha espresso il suo piacere di essere ancora tra così tanti studenti dicendo: “è un sogno che diventa realtà: essere di nuovo qui, all’università di New York”. Nel suo discorso ha parlato di una delle sue esperienze più uniche e intense raccontate in Ritorno a Casa, rievocando il suo soggiorno ad Herat, in Afganistan, dove era stato sottoposto ad un intenso e profondo ‘shock culturale’. Ritrovandosi incapace di relazionare intorno a lui con niente e con nessuno, lontano da casa, Radhanath swami rivelò in quell’occasione, attraverso quel senso di dislocazione, poté

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realmente comprendere che la sua identità non era basata sulle varie designazioni con le quali fino a quel momento si era riconosciuto: dal corpo alla nazionalità, fino a tutti i vari modelli culturali dell’occidente, con i quali era stato cresciuto. Ricordò che poté finalmente esperire e comprendere quello che aveva letto a riguardo nei vari libri di sapienza che aveva portato con sé durante il suo viaggio: cioè di essere lo spirito all’interno, e non il corpo o le circostanze all’esterno. Questa potente comprensione lo aiutò ad intensificare il suo desiderio di continuare il suo viaggio verso l’India, per capire di più riguardo al suo sé spirituale. Gli studenti della NYU chiesero allora a Radhanath Swami come aveva fatto a superare le varie barriere del linguaggio durante il suo viaggio. Radhanath Swami, umilmente e con dolcezza, ammise che nonostante tutti i suoi viaggi tuttora parla ancora solo l’inglese. Quindi raccontò un’altra storia, da

Ritorno a Casa, sulle sue esperienze con il grande saggio Kailash Baba che, nonostante le barriere del linguaggio verbale, gli insegnò, attraverso i gesti, le espressioni e una conoscenza trasmessa nel cuore, come vivere nelle foreste dell’Himalaya in rispettosa relazione con tutti gli altri esseri viventi, inclusi gli animali pericolosi come leopardi, cobra e vipere. Radhanath Swami disse all’auditorio che era così arrivato alla conclusione che il linguaggio del cuore e dello spirito va oltre le parole, e si trasmette e si comprende facilmente se siamo aperti e umili.


DA: università di boston - novembre_2010

SWAMI RADHANATH diventare il cambiamento. Mercoledì 17 Novembre 2010, Radhanath Swami è stato ospite dell’Holistic Yoga Club dell’Università di Boston.

Swami ha parlato di come diventare il cambiamento che desideriamo vedere nel mondo, parlando di yoga e psicologia. Ha citato Ralph Waldo Emerson, che disse: “La vita più vera è quando viviamo i nostri sogni da svegli”, e ha continuato dicendo che il profondo malessere che ci causa ansietà e sofferenza è l’ignoranza di chi siamo e di cosa vogliamo realmente. “Siamo tutti alla ricerca di soddisfazione interiore. Il piacere più grande è amare ed essere amati. Perché abbiamo dimenticato chi siamo e come possiamo essere felici? Perché la mente è così piena di attaccamenti, concetti errati, avversioni, paure ed ego. Come uno specchio impolverato, la mente ha oscurato la visione di chi siamo e del mondo attorno a noi. Una mente pura è il mezzo attraverso il quale la grazia e l’amore della nostra anima possono manifestarsi nel mondo, per il bene di tutti gli esseri. Booker T. Washinghton era uno schiavo emancipato che aveva lavorato duro sin dall’età di 9 anni. Si rifiutò di odiare, anche se lui stesso era odiato. Proclamò: ‘Non permetterò a nessun uomo di sminuire o degradare la mia

anima facendo in modo che io lo odi’. Lui vedeva la vita non come una reazione a ciò che accadeva attorno a lui ma a partire dalla realizzazione che aveva trovato dentro di sè. Michelangelo disse: ‘Quando vedo un blocco di marmo grezzo o di pietra, io vedo il prodotto finito. Non faccio altro che asportare ciò che lo oscura’. Tutte le grandi persone rispondono alle difficoltà della vita - che sono inevitabili - in maniera positiva”. Rispondendo alla domanda su dove abbia trovato il coraggio di intraprendere il suo viaggio spirituale, Radhanath Swami ha detto: “Se il nostro scopo è divino, il coraggio ci viene dato, anche se non ne abbiamo. È importante seguire i nostri ideali e la nostra chiamata nella vita. Michelangelo ha detto: ‘Il più grande pericolo non è quello di avere grandi speranze e non raggiungerle, ma di avere basse speranze e raggiungerle’. Dovremmo tutti avere un ideale per cui siamo disposti a vivere e a morire.”

“Una mente pura è il mezzo attraverso il quale la grazia e l’amore della nostra anima possono manifestarsi nel mondo, per il bene di tutti gli esseri.”

www.youtube.com/playlist?list=PL 8DA050A96792D3B7 SWAMI RADHANATH | 19


DA: Università di princeton - maggio_2011

L’Oriente incontra l’Occidente

Radhanath Swami e il Dott. Cornel West. Maggio 2011: Radhanath Swami e il Dott. Cornel West si sono incontrati durante la manifestazione “L’Oriente incontra l’Occidente” presso l’Università di Princeton.

Un dialogo tra due uomini: da un lato siede il Dott. Cornel West, un distinto gentiluomo afro-americano, in giacca e cravatta, con una capigliatura in stile afro dall’aspetto teatrale e il pizzetto brizzolato. Uno tra i professori più amati e rispettati dell’Università di Princeton, di religione battista, che parla in modo schietto e diretto della sua fede, specialmente del suo amore per Gesù che definisce la forza che lo guida in ogni suo atto. Il Dott. West è un eminente erudito e si potrebbe definire una celebrità nel campo accademico. È molto attivo e appare spesso in pubblico: la sua parola ha peso in campo politico, è sempre in prima fila nella lotta contro le ingiustizie sociali ed è una figura prominente nel campo degli studi afroamericani. Il suo bestseller, pubblicato nel 1993, Race Matters (pubblicato in italiano da Feltrinelli nel 1995 col titolo “La razza conta”), ha trasformato il modo di guardare alle diverse etnie da parte degli americani. Durante le ultime elezioni, una rivista popolare l’ha definito “La coscienza del Presidente

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Obama”. È un grande pensatore di ampia cultura ma, allo stesso tempo, è molto attivo “nel mondo”. Dall’altro lato siede Radhanath Swami, che sembra di un altro mondo, con la testa rasata e i vestiti di un arancio luminoso. Anni addietro, egli si chiamava Richard Slavin, un ragazzo ebreo, e viveva in una cittadina dell’Illinois, finché nel 1970, all’età di 19 anni, lasciò la sua vita normale e viaggiò in autostop fino in India, dove presto si ritrovò a meditare sull’Himalaya. Dopo molti anni di ricerca come monaco errante, egli trovò nel Bhakti Yoga (la via induista della devozione) il suo sentiero spirituale, e ancora oggi serve il Divino come uno Swami, un semplice monaco rinunciato. E come il Dott. West, egli ha dato il suo contributo al mondo, promuovendo importanti programmi di assistenza sociale come ospedali missionari e campi medici di cure oftalmologiche in paesi remoti dell’India, fattorie ecologiche, scuole e inoltre il programma Midday Meal (Pasto di Mezzogiorno), che distribuisce giornalmente più di 260.000 piatti di

cibo vegetariano nutriente ai bambini poveri di Mumbai. Sono due uomini che hanno molto in comune, ma che hanno scelto delle strade molto diverse. Un incontro tra Est e Ovest, si può dire. O semplicemente due uomini che dialogano pubblicamente all’Università di Princeton, con più di 800 persone intente ad ascoltarli. Si trattava dell’evento “L’Oriente incontra l’Occidente: prospettive indù e cristiane su Dio, l’Amore, e l’attivismo spirituale”, un evento che si è tenuto nell’auditorium Richardson, il 19 aprile 2011, all’Università di Princeton. “Benché l’iniziativa di fare incontrare questi due grandi insegnanti è del Princeton Hindu Life, che fa parte dell’Office of Religious Life dell’università, si è trattato in effetti di uno sforzo comune,” dice Vineet Chander, direttore del programma Hindu Life di Princeton, uno dei principali organizzatori dell’evento. “Il Dipartimento di Antropologia, il Centro per gli studi afro-americani, il programma per gli studi asiatici


e diverse organizzazioni di studenti indù e cristiani ci hanno aiutato a trasformare l’idea iniziale in realtà. È stato incredibile, era la prima volta che gli studenti indù ed evangelisti s’impegnavano nell’organizzare insieme un evento”. Questi sforzi combinati hanno dato i loro frutti e, il giorno precedente l’incontro, quasi tutti i posti dell’auditorium erano già stati prenotati: la sera dell’evento, c’era il tutto esaurito. Il giorno stesso era stata organizzata una cena privata per il Dott. West, Radhanath Swami, diversi cappellani e altre guide spirituali del campus, e alcuni leader di varie organizzazioni studentesche. Mentre assaporavano il delizioso pasto vegano, i due ospiti d’onore hanno subito stretto amicizia, conversando come due vecchi amici, scherzando e ricordando la loro infanzia. Dopo cena era ancora presto e quindi i due hanno deciso spontaneamente di passare un po’ di tempo nell’ufficio del Dott. West per approfondire la loro conoscenza reciproca prima del loro incontro pubblico. “Ad un certo punto, il Dott. West ha espresso apprezzamento per sua madre, dicendo che continua ad avere un’influenza fondamentale nella sua vita,” racconta Vineet. “Toccato da quest’affermazione, Radhanath Swami ha risposto che gli sarebbe piaciuto incontrarla un giorno e il Dott. West ha esclamato: ‘Chiamiamola subito.’ E così ha fatto! Questo dà un’idea di come questa relazione si è trasformata da un evento formale a una bellissima e profonda amicizia.” Alle 19:30, una folla variegata si è riunita nell’auditorium Richardson, composta da studenti di origini molto diverse, membri della facoltà, membri della comunità locale e ospiti che arrivavano anche da New York, Filadelfia e Washington. Chander diede il benvenuto all’assemblea prima di procedere lasciando la parola al suo collega, il Reverendo Paul Raushenbush, che era ufficialmente il moderatore dell’evento. Paul, ex-decano dell’Office of Religious Life di Princeton e ora autore responsabile della rubrica religiosa dell’Huffington Post, ha allora

“Lo scopo di un reale scambio interreligioso è di apprezzare e celebrare le differenze, e di trovare l’ispirazione per andare più in profondità nel proprio viaggio spirituale e nel proprio amore per il Divino e per tutti gli esseri.” presentato i due protagonisti. Radhanath Swami è stato il primo a parlare, e in circa venti minuti ha descritto il suo punto di vista riguardo la relazione tra la devozione per Dio e l’attivismo spirituale, parlando anche della sua esperienza personale. Poi il Dott. West ha fatto altrettanto. Hanno parlato per due ore della loro fede e della loro esperienza spirituale. Tutti rimasero colpiti nel sentire come ognuno degli oratori avesse una relazione molto personale con il Divino e come la usasse per servire e cercare di portare dei cambiamenti positivi nel mondo intorno a sé. Durante un momento di riflessione particolarmente profonda, il Dott. West e Radhanath Swami hanno spiegato che l’amore ha un aspetto privato e uno pubblico: entrambi sostenevano che l’aspetto privato può essere espresso attraverso la devozione, un sentimento intimo e tenero, mentre l’aspetto pubblico si esprime verso il mondo che ci circonda. Radhanath Swami ha poi parlato di quest’aspetto pubblico in termini di compassione, mentre il Dott. West ha commentato che poteva prendere la forma di giustizia. Si percepiva tra i due oratori l’apprezzamento reciproco delle differenze tra le due fedi. Quando Radhanath Swami ha parlato di estendere l’amore oltre i limiti nazionali, razziali, e persino oltre i limiti della specie, il Dott. West ha particolarmente apprezzato il punto e ha accolto la sottigliezza dell’argomento. Con grande umiltà e sincerità, egli ha ammesso che, sebbene la sua tradizione non insista sull’importanza dell’essere compassionevoli verso gli esseri

senzienti che non siano esseri umani, questo è un elemento di altre tradizioni che lo ispira e che desidera personalmente sviluppare. L’incontro è terminato attorno alle 21:30 con una sessione di domanderisposte tra il pubblico e i due oratori, con domande che andavano dal riconciliare l’idea di un Dio amorevole con l’esistenza del male, al bilanciare la propria ricerca spirituale con le responsabilità di studio o di lavoro. È seguito un buffet vegetariano, durante il quale i partecipanti potevano incontrare Radhanath Swami e il Dott. Cornel West e acquistare i loro libri. “Sapevamo che questo dialogo sarebbe stato intenso e avrebbe stimolato riflessioni profonde nei partecipanti,” dice Vineet, “ma siamo stati piacevolmente sorpresi dal modo naturale e profondo con cui il Dott. West e Radhanath Swami relazionavano tra loro. Il rispetto genuino e l’amore che si sono reciprocamente manifestati, da veri fratelli spirituali, ha aiutato a far sì che questo evento andasse molto oltre un formale incontro accademico. Per tutti noi, che abbiamo avuto l’opportunità di esserci, è stata una lezione dalla quale abbiamo imparato che, quando esiste un reale scambio interreligioso, lo scopo non è di convertire l’altro o di elencare le differenze; si tratta piuttosto di trovare un terreno comune, di apprezzare e celebrare le differenze, e di trovare l’ispirazione per andare più in profondità nel proprio viaggio spirituale e nel proprio amore per il Divino e per tutti gli esseri”.

www.youtube.com/ watch?v=jv0RFMQgh10 SWAMI RADHANATH | 21


DA: The Huffington Post - gennaio_2010

SWAMI RADHANATH incontro con Pratibha Patil. In onore del servizio reso all’India, Radhanath Swami il 6 gennaio 2010 è stato invitato al Palazzo Rashtrapati Bhavan, residenza ufficiale del capo di Stato del Paese, a Raisina Hill, Nuova Delhi, per un colloquio con la Presidente indiana, Pratibha Patil.

Di seguito presentiamo alcuni stralci di un articolo scritto da Radhanath Swami e pubblicato sulla testata giornalistica statunitense online “The Huffington Post”, vincitrice tra l’altro di un premio Pulitzer, in cui descrive l’incontro: “A diciannove anni partii per un viaggio alla ricerca di Dio. Seguendo una strada piena di pericoli, dall’Europa attraversai in autostop la Turchia, l’Iran, l’Afghanistan e il Pakistan e sei mesi dopo giunsi magro, malaticcio e coperto di polvere alla frontiera dell’India. Ero un pellegrino senza soldi ma felice, pieno di aspettative per le ricchezze di saggezza che giacevano appena oltre quell’ultimo ostacolo. Innocentemente consegnai il passaporto all’agente di confine che mi chiese: “Quanti soldi possiedi?”. Avevo ventisei centesimi di dollaro. “Di mendicanti ne abbiamo già abbastanza, tornatene indietro!”, mi disse. Supplicai per sei ore. E per sei ore venni minacciato e respinto fino a quando, al

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cambio della guardia, un comprensivo signore Sikh infine cedette e mi accordò l’ingresso nel Paese. Per me non fu solo entrare in India in quanto nazione ma anche accedere ad una vasta tradizione spirituale, o meglio quella fusione di tradizioni comunemente conosciute come Induismo. Tutto ciò sarebbe servito a sviluppare la mia comprensione del mondo e della mia posizione in esso, e avrebbe trasformato ogni aspetto della mia vita in modo radicale. Di recente, quando ho ricevuto il privilegio di incontrare la Presidente dell’India, Pratibha Patil, mi sono tornate alla memoria le circostanze del mio primo ingresso in India e non ho potuto trattenere un sorriso ricordando quanto la mia vita sia cambiata da allora. Sono oramai trascorsi quarant’anni e tanto la mia vita si è trasformata tanto è cambiata l’accoglienza che mi è stata riservata. Diversamente dagli ufficiali di confine che sgarbatamente mi respinsero, gli addetti speciali alla sicurezza questa

volta mi hanno accolto a mani giunte, scortandomi con cordialità attraverso una serie di posti di controllo. Seguendo il cerimoniale sono stato accompagnato direttamente in presenza della Presidente che, attendendomi in piedi, mi ha ricevuto con un sorriso caloroso e cortese e con un cesto di frutta fresca. La Presidente Patil mi ha dato l’impressione essere una donna modesta, colta e di grande integrità. La nostra conversazione è stata significativa e come molte persone che incontro sia in India che in altri paesi, la Signora Patil mi ha posto una domanda a me familiare: “Da americano che ha studiato e sperimentato molte delle religioni del mondo, perché ha deciso di seguire l’Induismo?”. Con onestà le ho aperto il mio cuore, esprimendo il mio grande e sincero apprezzamento per tutte le grandi religioni del mondo e la mia convinzione che seguendo appropriatamente, con integrità e sincerità ognuna di esse si può ottenere la perfezione spirituale.


La convinzione che avevo fin da piccolo che l’intrinseca bellezza di Dio debba trovarsi nell’essenza di tutti i percorsi spirituali nel corso degli anni è cresciuta sempre di più, ma naturalmente hanno continuato ad esistere anche i riscontri delle tragedie perpetrate in nome di Dio. Ogni volta che mi capita di sentire tristi notizie di questo genere non posso fare a meno di pensare che forse una prudente postilla alla premessa che Dio è grande potrebbe essere che Dio è più grande della comprensione stessa che abbiamo di lui, persino più grande delle religioni con cui lo onoriamo. Dio è indipendente e non viene limitato dalle nostre richieste o aspettative. Questo è il presupposto della tradizione della Bhakti e il punto di partenza del viaggio verso il risveglio del nostro amore per Dio: L’Essere Supremo è molto più grande di quello che possiamo immaginare.

Il 6 gennaio 2010, in onore del suo servizio per l’India, Radhanath Swami è stato invitato a incontrare il presidente indiano Pratibha Patil. L’incontro ha avuto luogo presso il Rashtrapati Bhavan, la residenza ufficiale del Capo di Stato, a Raisina Hill, New Delhi.

Sono molto lieto di avere avuto l’onore di incontrare la Presidente Patil e la mia impressione è stata che fosse genuinamente commossa dalla stima che provo per la sua cultura e per il suo popolo. Trovo in qualche modo piacevolmente ironico che la risposta alla domanda della Presidente sul perché avessi scelto di seguire l’Induismo risieda nel modo in cui questa particolare tradizione religiosa mi ha aiutato a vedere la verità e la bellezza di tutte le altre religioni.

“La vera conoscenza non è nulla di teorico, è un’esperienza. Essere leader significa vedere i nostri subordinati come Anime che ci ha mandato Dio perché possiamo occuparci di loro.” SWAMI RADHANATH | 23


DA: bent on learning_manhattan - novembre_2010

SWAMI RADHANATH bent on learning. Come riconoscimento per il suo impegno nel dare cibo ai bambini dei quartieri poveri di Mumbai tramite il programma Midday Meal, Radhanath Swami è stato invitato a tenere un discorso come ospite d’onore all’annuale serata di Gala del Bent on Learning. Bent on Learning è una organizzazione no profit il cui scopo è migliorare le capacità fisiche, cognitive, sociali ed emotive dei bambini del centro di New York, fornendo loro una regolare istruzione nel campo dello yoga e della meditazione nelle scuole pubbliche.

Nel 2010, la serata di Gala finalizzata alla raccolta fondi è stata tenuta mercoledì 28 aprile presso il Puck Building di Manhattan. Presentato da Eddie Stern dell’“Ashtanga Yoga New York” (AYNY), all’evento ha partecipato un autorevole pubblico interessato al potenziale di guarigione dello yoga. Tra gli ospiti: Madonna, Mike D dei Beasty Boys, Julian Lennon, il produttore musicale Russel Simmons, l’attrice Gwineth Paltrow, Heather Graham e l’artista/direttore Julian Shnabel. Di seguito riportiamo la trascrizione integrale del discorso di Radhanath Swami. Per ulteriori informazioni si può visitare il sito ufficiale del Bent on Learning. http://bentonlearning.org 24 | SWAMI RADHANATH

“Om ajnana-timirandhasya jnananjanasalakaya caksur unmilitam yena tasmai sri-gurave namah”. Sono nato nelle tenebre dell’ignoranza, e il mio maestro spirituale ha aperto i miei occhi con la torcia della conoscenza. Offro a lui il mio rispettoso omaggio. Trentanove anni fa ho fatto la memorabile esperienza di incontrare Madre Teresa di Calcutta. In quell’occasione lei condivise con me un gioiello di saggezza che non ho mai dimenticato. Disse che il più grande problema in questo mondo è la fame, ma non la fame dello stomaco, bensì la fame del cuore. In ogni parte del mondo i ricchi ed i poveri tendono a soffrire di solitudine, ad essere affamati, fino a morirne,

d’amore. Perché l’amore è l’unica vera cosa che può soddisfare il cuore. Dallo Yoga impariamo che questo amore, nella sua forma più pura e divina, è all’interno del cuore di ogni essere. Sforzarsi di essere uno strumento di compassione, che è un’espressione di questo amore per i bisognosi, può dare accesso ad un potere che è ben al di là dei nostri limiti. Ho visto come questa compassione funziona nella nostra comunità di Mumbai. Vivo in India da ormai quarant’anni. Col nostro Ashram a Mumbai abbiamo tenuto corsi di apprendimento di valori in molte scuole, cercando di ispirare valori universali attraverso analogie ed insegnamenti presi da tutte le più grandi tradizioni spirituali, nella speranza di ispirare un buon carattere e la capacità di superare


settarismi e localismi. Notando ciò, il ministro dell’educazione ci a contattati chiedendoci aiuto per risolvere un problema cruciale. Ci sono milioni di bambini nelle scuole della periferia degradata di Mumbai e nei villaggi poveri del Maharastra che stanno praticamente morendo di fame. In questa situazione di sofferenza non riescono a concentrarsi quando sono seduti nei banchi di scuola. Moltissimi di loro scelgono di abbandonare la scuola per andare ad elemosinare, spesso sotto la “protezione” di un boss mafioso che li tratta crudelmente. Altri sono forzati a lavorare in condizioni terribili. Ci hanno chiesto di dare loro del cibo. Mi sono allora rivolto alla nostra congregazione ed ai nostri benefattori e in brevissimo tempo abbiamo messo in piedi il programma Midday Meal (Pasto di Mezzodì). Abbiamo iniziato in piccolo ma oggi, dopo pochi anni, forniamo già 210 mila pasti al giorno a questi studenti. [Applauso]

“Assumendo posizioni elevate ad ogni livello, abbiamo una responsabilità sempre più grande perché possiamo portare più benefici nel mondo o fare più danni.” olistica che rigenera il corpo, la mente e lo spirito. E questi insegnanti, poiché agiscono per compassione, riescono realmente a trasmette il dono dello yoga con le loro lezioni, come tutti noi abbiamo avuto modo di constatare. Insegnano come stare in salute, la gentilezza, l’autocontrollo. Insegnano i veri valori del carattere. Insegnano come trovare pace e felicità in una forza che esiste all’interno di noi stessi - una capacità con la quale questi bambini potranno superare le

difficoltà che inevitabilmente verranno nelle loro vite. Il futuro del mondo è nei nostri bambini. Bent on Learning è una missione di compassione tesa a migliorare la qualità della vita dei bambini. Il servizio che stanno compiendo è meraviglioso e dal più profondo del mio cuore desidero questa sera esprimere la mia più sincera gratitudine a tutti voi che state sostenendo questa meravigliosa causa. Grazie molte”.

Questo è solo un piccolo inizio, perché ci sono milioni di altre bocche da sfamare. Si tratta solo di un piccolo esempio di cosa possiamo unendo i nostri sforzi per essere strumenti di compassione ed aiutare gli altri. Nei Veda, le scritture sacre dell’India, c’è una bellissima espressione: Para dukha dukhi. Una persona realmente elevata vede le sofferenze degli altri come le proprie e le gioie degli altri come le proprie. Proprio qui, a New York, il nostro caro amico Eddie Stern ha spiegato molto bene il problema che tutti noi stiamo affrontando. Perché il problema dei bambini è il problema di tutti. Molti vengono da famiglie disagiate, vengono mandati in scuole sovraffollate e senza sufficiente personale, senza neanche un po’ di attività ricreativa. Questi bambini sono stressati, e molti di loro sono depressi. In spirito di compassione, Bent on Learning ha esteso il suo cuore fino a queste scuole povere, portandovi l’educazione sullo yoga. Il dono dello yoga è unico perché ispira salute

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DA: mumbay - febbraio_2011

SWAMI RADHANATH Unità spirituale e diversità religiosa. In un momento in cui il mondo è traumatizzato a causa dei conflitti religiosi, è stato confortante assistere all’iniziativa di Radhanath Swami di incontrare eminenti leader religiosi per fare in modo di diffondere un messaggio di amore e di pace. Radhanath Swami ha infatti partecipato ad una conferenza interreligiosa sul “Declino della moralità nella vita pubblica: il ruolo della religione nel ristabilirla” organizzata dal K.J. Somaiya College. La Fondazione Somaiya è una tra le più grandi fondazioni educative in India, con 34 istituti e 27.000 studenti.

All’evento erano presenti alti membri di fede cristiana, hindu e Islamica. In rappresentanza del mondo cristiano erano presenti Sua Eminenza il Cardinale Oswald Gracia, Sua Eminenza l’Arcivescovo Felix Machado, Sua Eminenza Salvatore Pennacchio e Sua Eminenza il Cardinale Murphy O’ Connor. Sua Santità Radhanath Swami e Pandit Vidyasimhacaharya Mahuli rappresentavano l’induismo, il 26 | SWAMI RADHANATH

Professore e avvocato Ashraf Ahmed Shaikh e Maulana Abdul Malik rappresentavano l’Islam. Erano presenti più di 500 persone tra studenti e ospiti. Durante l’incontro informale avvenuto prima della conferenza, Radhanath Swami ha trascorso del tempo con i prelati presenti, chiacchierando e imparando da queste ricche culture del mondo. Un giovane di circa vent’anni ha sfidato i relatori chiedendo: “Se la

religione opera per la pace e l’unità, perché invece c’è così tanta discordia causata da questioni religiose?”. Radhanath Swami, con compassione e serietà ha ricordato allora gli insegnamenti dei grandi maestri spirituali del passato: “Contese e tensioni sono causate da una interpretazione solo letterale delle leggi religiose che ignora lo spirito che si trova dietro quelle leggi. L’unità e la fratellanza del genere umano possono realizzarsi solo quando si trascendono


le differenze esteriori e ci si concentra invece sull’essenza spirituale di tutte le grandi tradizioni”. Lo Swami ha poi sottolineato che l’essenza di tutte le religioni è “purificare i nostri cuori con sincerità, e coltivare l’umiltà rispettando ogni essere vivente in quanto figlio di Dio”. Sua Eminenza il Cardinale MurphyO’Connor, membro del Vaticano ed ex presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici di Inghilterra e Galles, ha chiesto a tutti i partecipanti di coltivare le qualità della carità, del perdono e della compassione. Ha esortato poi il pubblico a ricercare l’unità per poter creare una cultura di amore e di pace. Sua Eminenza l’Arcivescovo Felix Machado ha poi evidenziato che l’amicizia profonda tra persone appartenenti a differenti fedi religiosi è possibile solo quando viviamo secondo i principi insegnati dai rispettivi sentieri. Ha richiamato l’appello di Papa Benedetto XVI sull’urgente bisogno di costruire tutti insieme un ponte di amicizia. Il Prof. Ashraf Ahmed Shaikh, avvocato e noto attivista sociale di Mumbay, e Maulana Abdul Malik, capo dell’Istituto di Studi Islamici di Bharuch, in Gujarat, hanno parlato dell’importanza che la tradizione islamica attribuisce al servire e prendersi cura dei vicini. Maulana Malik, inoltre ha ricordato l’invito coranico alla paura di Dio, che può portare al più alto livello di moralità e onestà tra gli esseri umani. Radhanath Swami ha iniziato il suo intervento ricordando un avvenimento istruttivo della sua vita. Quando aveva otto anni, seppe che i suoi genitori volevano separarsi, e questo gli provocò grande dolore e confusione. Vedendo che era così sconvolto, i suoi genitori trascesero le loro divergenze e decisero di stare insieme per il bene dei figli. Swami ha ricordato che quando sua madre è morta pochi anni fa era arrivata al cinquantottesimo anno di matrimonio. Applicando lo stesso principio alla spiritualità, si può dire che i capi religiosi sono come genitori rispetto alla loro congregazione e dovrebbero quindi risolvere i loro conflitti sulla base di principi superiori.

“Vera responsabilità significa che noi dobbiamo vivere e parlare in modo da sostenere la fede delle persone, non disturbarla” Durante l’incontro Radhanath Swami ha fatto brillanti paralleli tra la Bibbia e lo Srimad Bhagavatam, il classico indiano. Ha detto che studiando le religioni del mondo ha scoperto che l’essenza è sempre la stessa: “amare Dio con la mente, il cuore e l’anima”, proprio come è enunciato nel primo comandamento della Bibbia. Poi ha citato alcuni antichi versi sanscriti per confermare lo stesso principio sulla base della letteratura vedica dell’Oriente. Ha poi aggiunto: “Un vero spiritualista è colui che cerca l’essenza sempre ed ovunque, in tutti e in ogni situazione”. Radhanath Swami ha ricordato inoltre il suo guru, che diceva che la vera religione non ha nulla a che fare con l’essere hindu, mussulmani, cristiani, ebrei, gianisti o parsi. Vera religione è amare Dio ed essere strumenti della sua compassione verso tutti in ogni momento della nostra vita aggiungendo che “la vera religione trasforma l’arroganza in umiltà, l’avidità in generosità, l’odio in amore, la vendetta in perdono e l’egoismo in altruismo”. Radhanath Swami è passato a presentare gli insegnamenti del Signore Caitanya il quale insegnava che si dovrebbe essere umili come un filo d’erba, tolleranti come un albero, e sempre desiderosi di offrire rispetto agli altri senza aspettarsi nulla in cambio. Con questo atteggiamento si possono recitare i nomi di Dio per sempre. Ha poi osservato che un insegnamento simile lo diede il Signore Gesù sul monte vicino al mare di Galilea: “ Beati gli umili, i poveri in spirito, perché loro sarà il regno di Dio e beati i miti perché erediteranno la terra”. Egli poi ha ripreso il tema del raggiungere l’essenza attraverso un esempio suggestivo: un cane è in grado di riconoscere il suo padrone in qualunque modo sia vestito. “Se noi

non siamo in grado di riconoscere la Verità e Dio quando appare in modi differenti a persone diverse e in tempi diversi, allora abbiamo molto da imparare dal comportamento del cane”. Rispondendo alla domanda di uno studente sull’equilibrio tra la moralità e la competizione per il successo in questo mondo, ha sottolineato il bisogno fondamentale di ognuno di amare e di essere amato. Molta della sofferenza di questo mondo è dovuta al fatto che nelle nostre vite diamo più valore alla quantità che alla qualità. Infine ha posto un punto di riflessione: “Qual è la forza motivante più potente, l’avidità o l’amore? Una madre è disposta a sacrificare ogni cosa con pieno entusiasmo, ventiquattro ore al giorno, per il suo bambino, semplicemente a causa del suo amore. Allo stesso modo se noi amiamo realmente Dio e quindi tutti gli esseri viventi, e lavoriamo motivati da questa forza dell’amore, eccelleremo superando tutte le nostre limitazioni perché agiremo per uno scopo che soddisfa più profondamente il nostro cuore. Radhanath Swami ha concluso il suo intervento svelando un segreto: “La motivazione di servire Dio e l’umanità è il segreto per acquisire il potere, l’entusiasmo e il coraggio necessari per adempiere ai nostri doveri in questo mondo”. Le 500 persone presenti hanno detto che è stato un segnale di grande speranza la speciale e affettuosa complicità tra i relatori, che si sono ritrovati al pranzo dopo la conferenza. Il programma è stato condotto da Samir Somaiya, presidente della Fondazione Somaiya. http://www.youtube.com/ watch?v=4dlww6rw7Zs

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discorsi

SWAMI RADHANATH

Trasformazione di valori. La trasformazione reale è una trasformazione di valori. Trasformare l’arroganza in umiltà, l’avidità in generosità, la vendetta in perdono, l’invidia in compassione, l’odio in amore e, infine, l’ansia in soddisfazione e felicità.

Frequentando persone che insegnano naturalmente questi valori con le loro parole e la loro vita impariamo ad apprezzare questi valori. Il mio maestro, Srila Prabhupada, diceva che la grandezza di una persona risiede nella sua capacità di tollerare situazioni provocanti e di conservare la propria dignità e integrità. Chiunque noi siamo, qualsiasi cosa possediamo, le tempeste arrivano nella vita. Nella Bibbia si dice che se costruisci la tua casa sulle sabbie mobili poi la tempesta la farà crollare. Ma se costruisci la tua casa su solide fondamenta la tempesta non potrà abbatterla. Le fondamenta fatte di integrità e di valori ci danno la forza per non compromettere i nostri ideali, anche quando c’è la tentazione (“quanto posso ottenere se faccio un compromesso…”), o la paura (“quanto posso perdere se non faccio un compromesso…”).

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I valori sono sacri e portano la soddisfazione interiore che ci può rendere forti e condurci alla vera felicità, e portare vera felicità nella nostra famiglia e nel mondo. Queste fondamenta sono davvero importanti. Se un pesce nuota sulla superficie del fiume un falco può tuffarsi in qualsiasi momento e afferrarlo con i suoi artigli. Il falco del destino sta volando su tutti noi e può scendere in qualsiasi momento. Ma se il pesce nuota in profondità il falco non può raggiungerlo. L’ansia e la frustrazione sono cose che esistono solo in superficie. Possono affliggerci solo quando non c’è qualcosa di profondo dentro di noi, nei nostri valori e, infine, nel nostro amore per Dio, che è la più profonda realizzazione. Le fondamenta sono veramente importanti. A volte ci preoccupiamo così tanto delle cose che possiamo vedere che ci dimentichiamo che le fondamenta della nostra vita

risiedono nella nostra connessione con Dio, nei nostri valori e nella nostra integrità e compassione. Questo è ciò che ci appaga davvero. Pertanto, dovremmo sentir parlare di queste cose e stare con persone che ispirano queste idee: e questo è l’inizio. Poi abbiamo bisogno di dedicare del tempo a coltivare tutto ciò. Nella nostra tradizione, noi recitiamo dei bellissimi mantra di meditazione sui nomi di Dio, che risvegliano queste esperienze interiori.


DA: londra - agosto_2012

SWAMI RADHANATH kirtan london. Non è un segreto che Londra sia una delle città più musicali al mondo, vantando innumerevoli gruppi che sono diventati famosi in tutto il mondo, dai Rolling Stones ai Coldplay. Un nuovo progetto, il Kirtan London, è nato per portare la musica dei sacri mantra all’attenzione della città con eventi presso università ed aziende e lavorando fianco a fianco con la comunità yoga esistente a Londra.

Come primo passo verso la visione di creare una ‘variegata ed estesa comunità londinese di appassionati dei mantra’, il team ha tenuto l’11 agosto 2012 un party di lancio presso l’elegante Fitzrovia, nel quartiere occidentale di Londra. Gli ospiti sono entrati nell’atrio cosparso di fiori dell’appartamento terrazzato in stile georgiano, dove sono stati accolti con un rinfresco prima di procedere verso i piani superiori per una serata di kirtan con Jahnavi Harrison ed i suoi amici. Dopo una breve presentazione del nuovo progetto “Kirtan London” è iniziato il discorso dell’ospite d’onore, Radhanath Swami, che è stato presentato dall’attore e comico Russel Brand, che ha suscitato le risate di tutti descrivendo la sua conversione da scettico a ricercatore spirituale

quando, diversi anni fa, incontrò Radhanath swami. Radhanath Swami ha parlato del potere della musica devozionale ed ha ricordato agli ospiti la popolarità dei mantra musicali a Londra quando George Harrison insieme ai devoti Hare Krishna registrò l’album “Radha Krishna Temple” nel 1969. Il brano “Hare Krishna Mantra” raggiunse allora la dodicesima posizione nelle classifiche e la band di devoti fu invitata allo show televisivo ‘Top of the Pops’. Parlando del potere di trasformazione di sé del kirtan, Swami ha detto: “Sì, è veramente piacevole: solleva la mente dallo stress e dalle ansie della vita moderna. Ci libera da così tanta confusione e da tante situazioni infelici. Ma al di la di ciò, il kirtan ha il potere di risvegliare il nostro potenziale più profondo, la nostra

essenza spirituale. E allora possiamo diventare strumenti di quell’essenza, e questa è la più grande gioia della vita. Il prendere alimenta il fuoco dei nostri desideri, ma se noi impariamo a trarre soddisfazione dall’essere uno strumento, dal dare, allora c’è reale soddisfazione. Il kirtan ci ispira, ci purifica e ci da il potere di scoprire il nostro tesoro interiore”. La serata è stata apprezzata da tutti i presenti, molti dei quali facevano l’esperienza del kirtan per la prima volta. Gli eventi pianificati per i mesi successivi hanno lo scopo di espandere e consolidare la comunità, oltre che a fornire ispirazione per un progetto di più vasto respiro, ora in cantiere, chiamato “Kirtan UK”. www.youtube.com/watch?v=swUWU_ qp2Mc

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DA: Columbia University - aprile_2012

SWAMI RADHANATH incontrare dio. Venerdì 20 aprile 2012 Radhanath Swami e Francis X. Clooney nell’Auditorium della Earl Hall della Columbia University hanno partecipato a un programma intitolato “Incontrare Dio – Prospettive Indù e Cristiane per approfondire l’esperienza spirituale”.

Francis Clooney, sacerdote cattolico gesuita, è anche professore di Teologia comparata alla Harvard University e direttore del Centro Studi delle Religioni del Mondo. La serata è stata presentata da Gadadhara Pandit Das, cappellano indù della Columbia University, con il patrocinio del Bhakti Club della Columbia University. Il dibattito è stato condotto da Edwin Bryant, professore di Induismo delle università Rutgers. Il professor Bryant ha introdotto gli oratori e ha riportato le domande del pubblico. Seguono le risposte di Radhanath Swami. Come incontrate Dio nelle altre tradizioni religiose? Durante il viaggio che feci a 19 anni, in una meravigliosa cattedrale cattolica di Firenze, in Italia, avvenne in me la più grande trasformazione spirituale mai provata fino a quel momento. Mentre pregavo e meditavo davanti al Signore Gesù, davanti all’altare,

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vissi un’esperienza che cambiò la mia vita. È stato in quel momento che ho deciso che avrei dedicato la mia vita esclusivamente alla ricerca spirituale. In quella bellissima cattedrale scese su di me una grazia che in qualche modo mi ha nutrito e potenziato fino ad oggi. Una mattina, quando vivevo a Vrindavana sulle sponde della Yamuna, mentre recitavo i nomi di Radha e Krishna, un baba, una persona santa molto colta, si sedette accanto a me. Per circa un’ora parlammo degli intimi lila di Radha e Krishna e fu molto illuminante perché egli esprimeva un amore molto profondo. Poi, prima di andarsene, mi porse un foglio di carta piegato dicendomi: “Questo mi ha aiutato moltissimo ad approfondire il mio amore per Radha e Krishna. Per favore, tienilo con te e leggilo,” e se ne andò. Aprii il foglio che conteneva delle preghiere di San Francesco d’Assisi, le lessi tutte e ricordo che piansi. Le persone che vivono profondamente la loro tradizione non solo sono capaci di tollerare le altre credenze religiose ma le

apprezzano e in verità vi si immergono profondamente per intensificare la propria esperienza spirituale attraverso le realizzazioni delle altre religioni.

Perché i missionari vogliono convertire le diverse tradizioni religiose alla loro? Questa stessa domanda fu posta al mio guru, Srila Prabhupada, proprio qui a New York. Penso fosse il 1966. Gli chiesero: “Perché sei venuto in America? Noi abbiamo già la nostra religione”. E lui rispose: “Non sono venuto per convertire, sono venuto per portare luce, per aiutarvi a ricordare quello che abbiamo dentro di noi: il grande tesoro dell’amore di Dio. Il mio successo non è solo portare le persone ad amare Krishna secondo la mia tradizione, ma se posso aiutare un ebreo, un musulmano, un giainista, un sikh ad amare più intensamente Dio secondo la sua tradizione, allora potrò riconoscere di aver fatto il mio servizio.” È naturale che desideriamo ampliare le nostre famiglie, ma nello stesso tempo è essenziale che questo


sia fatto con onore e con rispetto. È un principio Vaishnava, amanena manadena: non aspettarci onori per noi stessi ma avere il grande desiderio di offrire tutti gli onori agli altri. Penso che quando c’è questo equilibrio le nostre attività missionarie possono avere un impatto molto potente e portare una forma molto potente della grazia di Dio a noi e al mondo.

Allora quanto è importante una comprensione letterale delle Scritture delle vostre rispettive tradizioni? Nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, nello Srimad-Bhagavatam e nel Mahabharata si trovano molte cose fuori dall’ordinario. Devono essere considerate storiche o sono solo simboliche per insegnarci qualcosa? Ci sono eventi miracolosi inconcepibili che si verificano intorno a noi ad ogni momento, ma proprio perché accadono sempre noi li diamo per scontati. Perciò se la stessa persona suprema che può fare tutto questo nella creazione desidera scendere in questo mondo, può fare cose incredibili. Questa è la ragione per cui viene: per rivelare la sua opulenza e attrarci a tornare da Lui. Nello stesso tempo questi racconti contengono anche insegnamenti simbolici per noi, e in base al nostro livello di realizzazione personale penso che dovremmo essere molto felici se una persona li considera racconti simbolici finalizzati a trasmettere insegnamenti sacri. E se il risultato di questo è imparare come vivere con integrità, con un buon carattere, con devozione ed imparare gradualmente ad amare Dio, allora per la grazia di Dio potremo anche capire che lui può fare ed ha fatto queste cose meravigliose.

Entrambi rappresentate una tradizione religiosa. Oggi molte persone vedono l’ipocrisia nelle religioni e si considerano spiritualisti ma non religiosi. Potete parlare di questo contrasto tra religione e spiritualità o voi non vedete tale contrasto? Io vedo molti contrasti. In sanscrito c’è un termine, saragrahi: una persona

“Vita spirituale non significa spegnere le nostre tendenze naturali, ma significa semplicemente collegare la nostra coscienza a Dio.”

veramente religiosa è colui che cerca l’essenza in tutte le varie leggi e i vari riti istituzionali che differiscono in base al tempo di quella religione, ai luoghi e alle persone. Hanno tutti lo scopo di collegarci a quella divinità, a quella grazia che è nei nostri cuori e ci aiutano ad essere strumenti di quella grazia. Yoga significa unire nuovamente, mentre il termine religione viene dalla parola latina religio che significa legarsi nuovamente. Riconnettersi alla nostra essenza, ad Ishvara, il Signore che è dentro di noi, fuori e in ultima analisi ovunque. A volte la religione viene definita come un insieme di pratiche ritualistiche istituzionali che hanno la tendenza a dividerci e la spiritualità come un’esperienza più intima. In realtà però la vera religione, la vera spiritualità consiste nel praticare i nostri rituali e le nostre meditazioni ricercando l’essenza, e se lo facciamo possiamo sperimentare l’armoniosa e unificante verità che è in realtà ciò che ci unisce tutti come il filo che tiene insieme i fiori di una ghirlanda.

Chi sono io? La Gita inizia proprio parlando di questo: “Chi sono io?”. Dehino smin yatha dehe – la forza cosciente, la forza vivente che è dentro di noi e vede per mezzo degli occhi, assapora con la lingua, pensa con il cervello, ama con il cuore: questa forza vivente attraversa molte fasi. Un tempo eravamo bambini piccoli, poi ragazzi, poi adolescenti e poi adulti fino ad essere vecchi, e alla fine il corpo muore. Chi è il testimone di tutti questi cambiamenti? Il corpo viene paragonato ad un veicolo o a un abiti e la mente è un insieme di

abiti sottili – come se fosse la nostra biancheria intima. Noi però siamo la persona sotto a tutto questo. Il corpo cambia e anche la mente cambia continuamente, ma chi è il testimone? È l’atma, la forza vivente: l’anima. La Gita illustra la natura dell’anima: essa è non nata, immortale ed eterna. Ogni essere vivente è una piccola parte di Dio. La natura dell’anima è essere parte di Dio. Dentro di noi c’è il più grande potenziale: l’intima soddisfazione di amare Dio e tutti gli esseri viventi e di vedere che ogni forma di vita è una parte sacra di Dio. Possiamo cambiare religione, nazionalità, ai giorni d’oggi si può cambiare perfino il sesso, ma chi sono io? Sono una scintilla divina di Dio. La nostra eterna identità che è inseparabile dal nostro vero sé è amare Dio. Essere uno strumento di compassione in tutto quello che facciamo. Questa è la nostra natura. Sfortunatamente, tutti i conflitti di questo mondo sono dovuti all’ego che non sa chi è realmente. Se penso di essere un indù o un cristiano mi sento diverso da tante altre persone. Al di là di tutto questo noi tutti siamo uniti se comprendiamo l’essenza spirituale di chi siamo veramente: eterni servitori d’amore del Signore, al di là della nascita, oltre la morte.

Come possiamo continuare a sentirci ispirati e perché questo è importante? Il mondo di oggi si trova in una situazione veramente critica: bombe nucleari, molto odio e conflitti tra religioni, nazioni e razze. Il pianeta è stato sfruttato in molti modi che minacciano le varie forme di vita. È necessario un vero cambiamento.

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DA: Columbia University - aprile_2012 Come abbiamo spiegato all’inizio, finché non cambiamo noi stessi non possiamo far parte della vera soluzione. Se vogliamo portare ecologia nel mondo dobbiamo concentrarci sulla pulizia della nostra mente contaminata dall’avidità. La vera spiritualità, la vera religione e il vero dharma è trasformazione: trasformazione dell’arroganza in umiltà, dell’avidità in generosità, dell’odio in amore, della vendetta in perdono, dell’agitazione nella pace, delle tenebre nella luce. In questo mondo le conoscenze che abbiamo, le ricchezze che possediamo, le abilità di cui siamo dotati hanno la potenzialità di essere di grande beneficio o di essere molto distruttive, tutto dipende dalle nostre motivazioni, dalla nostra saggezza e dal nostro carattere. Perciò come il nostro caro Padre Clooney ha descritto, tutto ciò richiede grande equilibrio. Questa è una magnifica sala ma ciò che la sostiene sono le sue fondamenta. Cerchiamo di costruire la nostra vita per mezzo di un’educazione, di un’occupazione e di varie relazioni, e dovremmo anche

essere molto attenti ad avere forti fondamenta per la nostra vita, in modo da poter mantenere carattere, integrità, saggezza spirituale e amore anche quando c’è la tentazione di poter ottenere molto di più facendo dei compromessi. Anche se c’è il timore di perdere molto non cedendo a un compromesso sui propri valori e ideali. Per questo abbiamo bisogno di forte fondamenta spirituali. La spiritualità e la religione non significano necessariamente diventare swami o sacerdoti: si tratta di tenere in equilibrio la nostra vita su queste fondamenta: essere strumenti di compassione. Che siamo ingegneri, medici, insegnanti, madri, swami o sacerdoti, se facciamo il nostro dovere con saggezza in uno spirito di devozione, allora possiamo contribuire a un vero cambiamento nel mondo e realizzare l’ecologia del cuore. Nella mia tradizione la raccomandazione più forte è recitare i nomi di Dio. Mantra significa liberare la mente dall’inquinamento dell’avidità, dell’invidia e della collera e la vibrazione sonora del

maha-mantra serve a questo scopo. E nella tradizione cristiana, in quella ebrea e nelle altre ci sono suoni trascendentali, preghiere e modi con cui ci si sforza di purificare il cuore per venire in contatto con il potere spirituale, con questa grazia che ci dà le fondamenta per cui, qualsiasi cosa facciamo nella vita, possiamo costruire qualcosa di meraviglioso e apportare cambiamenti reali nel mondo in cui viviamo. Tutti noi abbiamo questa opportunità ed è molto entusiasmante. La vita è un’avventura se la vediamo da questa prospettiva. Ci sono infinite possibilità di fare qualcosa di meraviglioso in questo mondo, perché la grazia di Dio è infinita. È al di là delle nostre capacità di sintonizzarci e di connetterci con essa. Vorrei concludere ringraziando Padre Clooney per le sue sagge parole e la sua amicizia. È stato meraviglioso poter trascorrere questo tempo con voi. Vi ringrazio moltissimo. www.youtube.com/ watch?v=W1FshvupA08

“L’inizio del vero progresso spirituale consiste nell’accettare e ammettere che non siamo molto speciali, siamo solo semplici anime.” RADHANATH SwamI Maestro di Compassione 32 | SWAMI RADHANATH


DA: associazione medici mumbay - dicembre_2011

SWAMI RADHANATH

L’importante ruolo della spiritualità nell’assistenza sanitaria. Sottolineando il bisogno di spiritualità nell’assistenza sanitaria, Radhanath Swami, insieme ai medici del Bhaktivedanta Hospital, ha trattato il tema rivolgendosi all’Associazione dei Medici di Mumbai a Worli. L’articolo è stato pubblicato sulla rivista medica indiana Daily News & Analysis (DNA). A causa dell’incapacità della scienza e della tecnologia di stare al passo con gli insidiosi problemi legati ai moderni stili di vita, medici e organizzazioni spirituali enfatizzano un maggiore bisogno di spiritualità nel campo dell’assistenza sanitaria. Definendola “la quarta dimensione dell’assistenza sanitaria”, l’Associazione dei Medici Specialisti, in collaborazione con l’ Ospedale Bhakti Vedanta, ha tenuto domenica una conferenza e un dibattito sul ruolo della spiritualità nel campo della medicina. Alla conferenza hanno partecipato più di 200 medici oltre alla guida spirituale dell’ISKCON, Sua Santità Radhanath Swami. Tra i relatori, molti medici auspicavano una maggiore apertura verso questo tema da parte dei loro colleghi. “Esiste una realtà esterna ed una

interiore che devono armonizzarsi e devono coesistere. Solo allora vi potrà essere un’appropriata e completa cura della salute. Mentre la realtà esterna di una persona può essere trattata attraverso la scienza, ci si deve accostare a quella interna attraverso la spiritualità “ ha suggerito il Dr. KP Misra, stimato cardiologo. Gli oratori hanno espresso la convinzione che la scienza medica non dovrebbe essere considerata o esercitata come una mera professione. “Si dovrebbe dedicare ai bisogni relativi alla sfera emotiva e spirituale dei pazienti la stessa attenzione e cura che vengono offerte al corpo. Ciò può essere realizzato solo da persone che hanno sviluppato le qualità dell’amore e della compassione che sono proprie degli spiritualisti. La medicina non dovrebbe essere vista soltanto come

una professione, ma anche come uno strumento per migliorare la vita delle persone. Quando l’Associazione dei Medici Specialisti ci ha contattato, siamo stati felici di poter condividere questi pensieri e questa visione”, ha detto Radhanath Swami. Sebbene la scienza e la spiritualità siano spesso viste come due approcci differenti o persino opposti, i medici hanno ribadito che dovrebbero essere considerate come una cosa sola. “Molti studi hanno dimostrato che le popolazioni dei paesi più poveri sono più felici di quelle che abitano nei paesi più ricchi. Nelle nazioni più sviluppate la gente non è felice a causa dei problemi legati allo stress e ai disturbi mentali e ciò accade principalmente perché manca una connessione spirituale”, è stato il commento del cardiologo pediatrico Dr. Kavitha Chintala.

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DAl web

SWAMI RADHANATH on line. Una selezione di interviste, conferenze e lezioni disponibili sul web per conoscere in maniera più approfondita il pensiero di Swami Radhanath.

RADHANATH SWAMI Media Channel:

http://www.youtube.com/user/radhanathswamimedia?feature=results_main

RADHANATH SWAMI’s Channel

http://www.youtube.com/user/radhanathswami?feature=results_main

Dallas Conferenze Center, Swami Radhanath presenta il libro “Ritorno a Casa”: http://www.youtube.com/watch?v=LICdg1NL41k

Official UK Book launch trailor:

http://www.youtube.com/watch?v=6KuW1Uz5jKc

RADHANATH SWAMI on TV:

www.youtube.com/watch?v=GLBtik8Z7Xg www.youtube.com/watch?v=5BmfXcOn8ZI www.youtube.com/watch?v=C4pgjw_U0OQ www.youtube.com/watch?v=ysLT97oQRBQ

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“Ciò che colpisce davvero il cuore della gente non sono le gesta miracolose, ma una genuina umiltà, integrità e un vero senso di amore realizzato attraverso il servizio.” SwamI RADHANATH Maestro di Compassione


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