collana
GIULIANA GHIANDELLI
Giuliana Ghiandelli
I 72 NOMI
DI
DIO
MANUALE DI MEDITAZIONE CABALISTICA
Prefazione di
Giuseppe Sabato
Nel cielo scuro, buio, nero ecco una stella brillare appare sempre più lucente è la stella dei desideri afferrala... tienila... è tua... è la stella dei tuoi desideri i desideri in te reconditi esprimi i tuoi desideri e se essi saranno altruisti si avvereranno ti daranno quella gioia interiore tanto agognata dagli altri mortali ora è tuo e lo sarà per sempre Giuliana Ghiandelli
Dedicato a mio marito Marco Veronesi per avermi sempre sostenuta, supportata e sollecitata nell’elaborazione dei miei progetti.
© Copyright 2020 EIFIS Editore srl I 72 Nomi di Dio pocket size - Giuliana Ghindelli I Edizione Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta in nessuna forma senza il permesso scritto dell’Editore. Testo: Giuliana Ghiandelli Progetto Grafico: Davide Cortesi Impaginazione: Golden.Brand Communication Stampa: Digital Team (PU) ISBN 978 88 7517 199 5 © 2020 Maggio – EIFIS Editore srl Viale Malva Nord, 28 48015 Cervia (RA) – Italia www.eifis.it - segreteria@eifis.it L’Editore non assume responsabilità per l’utilizzo improprio delle informazioni contenute in questo libro. FSC® è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro creata per la promozione di una gestione responsabile delle foreste del mondo. I prodotti con il marchio FSC® sono certificati in modo indipendente per garantire ai consumatori che essi provengono da foreste gestite in modo tale da soddisfare le esigenze sociali, economiche ed ambientali delle generazioni presenti e future, e da altre fonti controllate - www.fsc.org
INDICE Prefazione Giuseppe Sabato...........................................................09 Prefazione Mario Ravaglia.............................................................11 Introduzione.................................................................................19 1 - La Cabala e i settantadue nomi di D-o ....................................23 2 - L’alfabeto Ebraico.....................................................................27 3 - I settantadue nomi di D-o........................................................59 4 - Le meditazioni.........................................................................79
Ringraziamenti............................................................................297 Note biografiche e professionali di Giuliana Ghiandelli...............298
PREFAZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE Leggendo il dattiloscritto di Giuliana Ghiandelli: I 72 Nomi di Dio, la mia mente mi ha riportato indietro nel tempo quando aspirante al discepolato imposi un ritmo alla mia vita, la chiamai disciplina, fu dura, ma fui contento, perché mediante questa forma mi imposi un ritmo regolare mediante il rito e mi resi conto che il ritmo è ciò che realmente designa un rituale. La Divinità opera con il rituale e si sottopone ai cerimoniali dell’Universo. In tal modo il cerimoniale mi fece erigere il Tempio del Signore. Non ero soddisfatto, mancava qualcosa, ero giunto alla soglia, e non riuscivo a varcarla, mancava qualcosa. Nella mente e nel cuore avevo sempre le parole del Cristo “…cercate e troverete” bussate e vi sarà aperto “chiedete e vi sarà dato”, e chiesi: “Signore, dai forza al mio cuore e potenza alla mia mente, fa ch’io sia colui che osserva e ascolta”. HAKAMIAH – mi fu sussurrato e la mia forza interiore si manifestò, specialmente nei momenti di grande difficoltà. Conobbi così, per la prima volta uno dei 72 meravigliosi Nomi del mio Signore. Ora l’illuminata Giuliana, nella sua saggezza,
mette a portata di mano tanta comunione. Teniamo ben presente che tale comunione può far scaturire la fondazione della nuova chiesa, che non sarà più secondo linee devozionali ed idealistiche, ma avrà la possibilità di avvicinarsi al mondo dell’invisibile tracciando un sentiero che porta al contatto diretto tra il Creato e il Creatore. Dott. Prof. Giuseppe Sabato
10 - I 72 NOMI DI D-O
PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE Siamo meravigliosamente figli della tradizione antropologica giudaicocristiana. Conviene distinguere subito la tradizione giudaica da quella cristiana, così possiamo mettere in relazione, da un punto di vista antropologico, la tradizione giudaica con le altre grandi tradizioni culturali che osserviamo in un viaggio culturale attorno alla terra. Infatti, il cristianesimo, pur nato dall’ebraismo, è un’altra cosa. Da molti secoli l’uomo tenta di spiegare l’universo e non raramente confonde il come col perché dell’universo medesimo. Analogamente tenta di spiegare anche se stesso; ma soprattutto qui, tante volte, diventa patetico quando vuol far da solo. Siccome è strutturalmente proteso verso l’Ulteriorità, regredisce bambino quando tenta di elevarsi sollevandosi con i suoi soli mezzi; sembra quel bambino che, con le sue braccia, tenta di sollevare il proprio corpo, tirando verso l’alto l’elastico delle bretelle, che porta per reggersi i pantaloni. Sono tante le cosmogonie che offrono una risposta strutturata al tutto.
In questo apparente universo, vedo come principali le seguenti visioni: • la tradizione giudaica, radicata nello zoroastrismo, da
cui il cristianesimo e gli islamismi,
• la tradizione taoista-shintoista confuciana e la tradizione induista, • tante altre tradizioni ancora, che però non hanno
avuto massa critica in quanto a pensiero e seguaci nella
storia dell’umanità fin qui pervenuta.
Così “Jahvè o Brahman”: risulta il nome dell’Autore dell’universo per le due grandi tradizioni religiose, occidentale ed orientale: per l’Occidente ‘Jahvè’ è un Dio personale, per l’Oriente ‘Brahman ‘ è un Divino impersonale. Da ogni grande cosmogonia deriva conseguentemente una definizione d’identità dell’uomo. Per le religioni occidentali del monoteismo storico-profetico (ebraismo, cristianesimo, islam) l’uomo, pur appartenendo alla stoffa del cosmo, intessuto delle stesse sostanze, se ne distacca nettamente. Per queste, ogni uomo è un essere personale ‘fatto poco meno di un dio, coronato di gloria e di onore. Ha potere sulle opere della creazione, tutto ha sotto i suoi piedi’ (dalla Bibbia, Salmo 8). Si colloca in un rapporto personale con il Creatore, che è anch’Egli, 12 - I 72 NOMI DI D-O
Essere Trascendente e personale; da questi, tuttavia, si distingue radicalmente, e si mantiene in eterno, distinto in quanto a identità. Perciò per l’antropologia occidentale anche dopo la morte, nell’aldilà, I’uomo, conserva la sua propria identità e rifluisce nell’infinito di Dio, con le distinzioni proprie di ebraismo, cristianesimo, islamismo. Teleologicamente l’uomo della Bibbia e dei Vangeli è un figlio dell’Autore, e, se ‘se figlio anche erede’. Invece, se nella Sua vita ha preso la strada del Corano, resterà per sempre sottomesso alla misericordia di Allàh. I viventi, nella tradizione occidentale, possono vivere energie, principati, potestà, carismi analoghi, quasi fossero reincarnazioni, ma solo energetiche, di doni e di facoltà, piuttosto che di esseri umani personali. Invece, per le religioni orientali del monismo cosmico-mistico (taoismo, induismo, buddhismo,) l’uomo è un frammento del cosmo, che vive la sua esistenza sotto la legge ferrea del karma, della retribuzione, fino a trovare la pace nell’annullamento del ritorno a quella ‘polvere cosmica’ che era la sua identità iniziale. Se ha vissuto male, si reincarna, per punizione personalmente, in un essere inferiore (insetto, cane, maiale, ecc.) oppure lebbroso, storpio, paria, intoccabile, ecc. PREFAZIONE - 13
Se ha vissuto rettamente, compiendo azioni buone con fede, amore e abbandono in Dio, si reincarna in un essere superiore (bramino, casta alta, ecc.). E così, di rinascita in rinascita, finché giunge al traguardo finale. Per questi Orientali, la vita umana è quindi dominata dal karmasamsara, il ciclo doloroso di nascite e rinascite, fino al momento in cui raggiunge la liberazione definitiva dal corpo (di memoria platonica) e sfocia nel Brahman in cui si annulla ogni identità. La celebre espressione dell’Upanishad «Aham brahmasmi», dà il tono a tutta l’antropologia induista, cioè «io sono Brahman», io sono Dio. Il cosmo intero ha un legame strettissimo con il Divino e l’uomo col cosmo. «Come da un fuoco ben acceso a migliaia si dipartono le scintille che hanno la stessa natura, così dall’lndistruttibile (che noi chiamiamo Dio) nascono diverse creature e in esso poi ritornano» (Upanishad). E ancora in un altro passo delle Upanishad: “Come i fiumi che scorrono e si dissolvono nell’oceano perdendo la loro individualità, così il saggio, liberato dall’individualità, si immerge nel divino Spirito, più alto della realtà più alta”. Raggiungere la suprema illuminazione e dissolversi nella beatitudine liberatrice universale è l’ideale più alto dell’lnduismo. 14 - I 72 NOMI DI D-O
Da queste definizioni d’identità umana derivano tutti i risvolti di pensiero e azione come fossero fiumi, personalistici, filosofici, sociali ed anche terapeutici. (A proposito di ruoli terapeutici, per gli orientali i terapeuti sono maestri saggi, mentre per gli occidentali, i terapeuti sono servi colti rivolti all’essere umano attraverso il rapporto tra le loro due persone). Da queste cosmogonie inoltre sgorga il senso della vita; l’uomo orientale avverte senso e significato di vita se il suo sistema ‘funziona’ nella prospettiva della dolce dissoluzione. L’uomo occidentale invece trova senso e significato in un rapporto personale e coerente con l’Autore del tutto e con le Sue intenzioni. I 72 nomi del Dio occidentale, non solo appaiono quegli aspetti, quei lati, quei volti dell’Infinito Creatore, possibili e considerabili dal limite umano, che ogni giorno trascende se stesso nella direzione del Suo Creatore. La trascendenza dell’uomo, rispetto al se stesso di ieri, diventa un cammino continuo illuminato dal mistero: qui non è la conoscenza che illumina il mistero, ma il mistero che illumina la conoscenza. In questo cammino l’uomo biblico trova non solo la consapevolezza dei propri limiti, per un insufficiente funzionamento di se stesso, come evidenziato dai grandi Saggi orientali. L’uomo biblico trova anche il PREFAZIONE - 15
nome dei propri limiti attraverso la Rivelazione che egli, uomo, ha ricevuto e continua a ricevere dall’Autore del tutto. Tali limiti alla consapevolezza dell’uomo proiettato verso l’Oltre, sembrano ‘piaghe’ a carico del suo ‘Egitto interiore’. In realtà possono essere considerate anche punti critici di consapevolezza per oltrepassare meglio se stessi. Tuttavia, eccole queste famose 10 piaghe d’Egitto: la piaga dell’ ACQUA TRAMUTATA IN SANGUE (l’uomo vorrebbe ‘tutto subito’) , la piaga delle RANE (l’uomo vorrebbe parlare senza riflettere, e così, se non ha riflettuto, si ritrova a gracidare), la piaga di POLVERE e ZANZARE (l’uomo non può adorare il prodotto della sua intelligenza), la piaga di INSETTI e MOSCONI (è conveniente che la ragione ADERISCA e governi le emozioni nella loro potenza trainante), la piaga della PESTE (gli insegnamenti vanno contemporaneamente capiti e contemplati), la piaga della LEBBRA (l’orgoglio narcisistico del sé), la piaga della GRANDINE (la sessualità è bella se intrecciata in un progetto di vita, se no diventa come la grandine sui raccolti), la piaga delle CAVALLETTE (l’uomo che voglia vivere fuori dal cronos, non sa cogliere le occasioni – non sa prendere la ‘palla al balzo’), la piaga delle TENEBRE (l’uomo davanti al suo Autore non può mettersi alla pari con Lui e dire ‘se non vedo 16 - I 72 NOMI DI D-O
non credo’; l’uomo vive accettando la presenza del Trascendente anche solo al tocco della Sua ‘brezza’), la piaga della MORTE DEI PRIMOGENITI (non tanto la morte dei bambini biologici, quanto la morte delle idee primogenite, cioè l’incapacità dell’uomo di stabilite le priorità per il suo bene – isti sciebant et se scire nesciebant). Con gli strumenti donatigli dal pensiero greco, l’uomo occidentale ha trovato anche la capacità di distinguere gli attributi del Suo Autore, Dio, in due grandi gruppi: attributi esclusivi di Dio, eternità, totalità, onniscienza, assoluto, etc, attributi non esclusivi, a cui noi, dalle nostre possibilità e limiti, possiamo partecipare nella condivisione secondo la nostra capienza, tipo i 72 nomi. Vedo l’avventura della vita come molto luminosa, al punto da associarmi a s. Cirillo d’Alessandria nel suo invito che sta attraversando molti secoli: “Ringraziamo l’Autore della meraviglia”. Dott. Mario Ravaglia
PREFAZIONE - 17
INTRODUZIONE È con immensa gioia che questo libro a me molto caro, anche se sono tutti i miei libri cari perché amo quello che faccio, è ristampato nella “nuova edizione”. È un argomento molto particolare e degno di meditazioni che portano equilibrio e salute mentale. Non ho molto da dire dalla mia prima introduzione che qui ripeto per chi non ha acquistato il primo. Nell’apprestarmi a scrivere questo libro, mi sono chiesta quale avrebbe potuto essere il contributo “nuovo” che avrei potuto fornire alla letteratura sulla Cabala, sia dal punto di vista generale che dal punto di vista particolare dello specifico argomento che è oggetto del volume, ovvero I 72 Nomi di D-o che si ricavano dall’analisi cabalistica di tre versetti dell’Antico Testamento. Su questi Nomi si è infatti scritto molto, soprattutto in base alla teoria che li concepisce alla stregua di 72 Angeli che reggerebbero le sorti di specifiche parti del pianeta Terra, di specifici popoli, di specifici periodi dell’anno solare e di specifici individui. Si tratta spesso, invero, di trattazioni che appartengono o
al filone della cosiddetta “Cabala cristiana”, o “Cabala ermetica”, e quindi decisamente orientati a un approccio “magico” o “rituale”, o al filone del crescente interesse contemporaneo per l’angelologia, e quindi orientate a un approccio fideistico nei confronti dei 72 Nomi, visti alla stregua di vere e proprie entità angeliche da invocare nei momenti di bisogno al fine di riceverne l’aiuto e i favori. Pur non ritenendo che questi due approcci siano necessariamente errati, ho tuttavia constatato che, almeno nei limiti della mia conoscenza, non era presente sul mercato editoriale italiano un manuale che permettesse un uso pratico dei 72 Nomi svincolato da qualsiasi tipo di approccio fideistico o magico, approccio che non può quindi non essere che di tipo psicologico ed emozionale. Non si tratta di una idea nuova: anche Rabbi Yehuda Berg, recentemente salito agli onori delle cronache per essere il maestro di Cabala di personalità del calibro di Madonna, ha chiaramente affermato e scritto che l’utilizzo dei 72 Nomi può, e in un certo senso deve, essere aperto anche a coloro che, pur non di religione ebraica, desiderino utilizzare il potere intrinseco nei 72 Nomi per ottenere consistenti e costanti miglioramenti nella propria esistenza quotidiana e nella propria funzionalità di esseri umani inseriti in una vita di relazione. Da umile studiosa della Cabala ebraica tradizionale, ho cercato di mantenere questo tipo di approccio, e le 20 - I 72 NOMI DI D-O
meditazioni presentate in questo volume sono basate su una serie di corrispondenze e di interpretazioni strettamente tradizionali: nonostante io abbia cercato di tenere la trattazione a un livello di immediata ed elementare comprensibilità per tutti (per esempio, limitando al massimo l’esposizione della Cabala nel suo complesso, per la quale rimando ai volumi citati nella bibliografia, d’altronde questo vuole essere un manuale pratico, volto al raggiungimento di risultati, e quindi la parte teorica è stata contenuta nei limiti dell’indispensabile) il testo fondamentale di riferimento è, e non poteva non essere, il Sefer Yetzirah (Libro della Formazione), con la sua appendice denominata “Testo Yetziratico” o “32 Vie della Saggezza”. Un’ultima precisazione: per rispetto nei confronti della cultura ebraica, il nome della Divinità è stato riportato, in tutto il testo, in forma “incompleta” (D-o), in accordo con il principio Biblico di “non nominare il Nome di D-o invano”. Giuliana Ghiandelli
INTRODUZIONE - 21
1 LA CABALA E I SETTANTADUE NOMI DI D-O Secondo il Sepher Yetzirah, considerato il più antico testo cabalistico mai redatto e comparso per la prima volta nella Spagna meridionale del II o III secolo d.C., D-o creò il Mondo con il Potere delle 22 Lettere dell’Alfabeto Ebraico e dei loro Suoni. Questo concetto, oltre a risultare estremamente famigliare ai cultori della moderna Scienza, che vuole che anche la Materia apparentemente solida, altro non sia che Energia in Vibrazione, spiega il motivo per il quale la Cabala e l’Antico Testamento, siano sempre stati uniti in un rapporto che si può definire solamente Simbiotico: se, infatti, le Lettere dell’Alfabeto Ebraico, e i Suoni che a loro corrispondono, sono stati e tuttora sono dei veri e propri “Mattoncini della Creazione Divina”, allora il Testo Sacro per eccellenza, l’Antico Testamento, non può non nascondere, al di là
del superficiale significato letterale, i segreti e i misteri dell’Universo. Da secoli dunque, l’analisi Cabalistica Tradizionale, si è concentrata sulle lunghe sequenze di Lettere Ebraiche, che compongono i versetti dei Libri dell’Antico Testamento, alla ricerca di significati esoterici e nascosti. Questa analisi portò, in un momento imprecisato, alla constatazione che in tutto l’Antico Testamento, esistono solo TRE versetti consecutivi che siano costituiti dallo stesso Numero di Lettere, nello specifico Settantadue. La circostanza non sfuggì agli studiosi di Cabala, dal momento che il Numero 72 era considerato un Numero importantissimo, addirittura rappresentante il processo di evoluzione dell’Energia di D-o al momento della Creazione; i quali ritennero che le Lettere componenti i Tre versetti, nell’ordine in cui si susseguivano, dovessero celare formule vibratorie ed energetiche di grande importanza. Probabilmente, dopo lunghe meditazioni e sperimentazioni, gli antichi Maestri di Cabala giunsero alla conclusione che scrivendo i Tre versetti uno sotto l’altro e invertendo la sequenza di Lettere del secondo versetto, si potevano ricavare 72 gruppi di tre Lettere (la Prima del Primo versetto, l’Ultima del Secondo e la Prima del Terzo; la Seconda del Primo, la Penultima del Secondo e la Seconda del Terzo e via di seguito) le cui sequenze vibratorie, erano in grado di sprigionare determinate vibrazioni energetiche e/o i cui 24 - I 72 NOMI DI D-O
significati erano in grado di influenzare positivamente la psiche e la mente, sia conscia che inconscia, dell’uomo. Ma prima di esaminare direttamente questi 72 gruppi di Lettere, è necessario analizzare brevemente il significato delle Lettere dell’Alfabeto Ebraico.
1 - LA CABALA E I SETTANTADUE NOMI DI D-O - 25
EIFIS Editore
ENERGY IN YOUR LIFE!
GIULIANA GHIANDELLI
Astrologia Karmica Evolutiva In questo nuovo testo, l’autrice mette a disposizione del ricercatore la sua lunga esperienza professionale, cercando di chiarire in modo semplice e pratico l’esame dei Nodi Lunari, di Lilith, dei pianeti retrogradi, dei pianeti evolutivi, e anche delle parti arabe, cioè di tutti quei dati che sono maggiormente connessi con il karma e l’evoluzione personale. ISBN 978-8875171735 € 21 pag. 368
GIULIANA GHIANDELLI
Srimad Bhagavatam Opera epica, tratta la Verità Assoluta come sorgente ultima di tutte le energie. Fu scritto da Srila Vyasadeva che dapprima offre il suo rispettoso omaggio al Param Satyam, la Verità Assoluta che, come la sorgente ultima di tutte le energie, è anche la Persona Suprema. ISBN 978-8875170783 € 19 pag. 272
www.eifis.it
GIULIANA GHIANDELLI
GIULIANA GHIANDELLI
Lezioni di Cabala
L’Albero della Vita
In questo testo l’autrice ci introduce, con un linguaggio semplice, ai segreti di Cabala Dogmatica, o teoretica che descrive i concetti filosofici degli esseri spirituali, fornendo tecniche di meditazione e sviluppo del potenziale interiore.
Un antico Rabbino, illustrando il sistema cabalistico, disse che un angelo era sceso sulla Terra, prendendo sembianze umane, per dialogare con gli uomini e spiegare l’importante sistema filosofico. Questo simbolo-sistema, è l’albero della vita, che tenta di ridurre sottoforma di diagramma, qualsiasi forza, energia, fattore, anima; ponendole in relazione una all’altra per poi rivederla distesa su una mappa.
ISBN 978-8875170547 € 28 pag. 368
ISBN 978-8875170400 € 23 pag. 208
Pensato, progettato e realizzato in Italia con Amore.
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