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A mia moglie, Manisha, grazie perché porti con te la custodia delle mie lenti a contatto e condividi il milk-shake con me. Questo libro non avrebbe potuto essere scritto senza i tuoi occhi e il tuo buon gusto. Devo averti chiesto di dare un’occhiata a questa roba un miliardo di volte, fino a quando hai detto quelle parole magiche: “Oh, carino.”
Sanjay Patel
il piccolo libro delle Divinità
il piccolo libro delle Divinità
Sanjay Patel è animator e storyboard artist presso la Pixar Animation Studios. Trascorre un sacco di tempo alla ricerca di taquerias (ristorante specializzato in cucina messicana) dove servono patatine fritte e burritos. Nato in Inghilterra e cresciuto a Los Angeles, non è mai stato in India. Sanjay e sua moglie hanno lasciato il paese, una volta, per andare in Italia dove hanno trovato un’osteria a Firenze che ha servito loro patatine fritte su delle uova al tegamino.
Sanjay Patel
“Ecco un altro ingrediente nel frullatore della spiritualità americana. La cultura pop sta cambiando rotta verso l’Induismo”. -USA Today
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DALLA DEA DELLA PROSPERITÀ ALLA MUCCA SACRA
Con decine di Dei e Dee (e una Pietra Sacra), IL PICCOLO LIBRO DELE DIVINITÀ INDUISTE è pieno zeppo di mostri, demoni, nobili guerrieri, e Divine Dive. Scopriremo perché Ganesh ha la testa di un elefante (il padre gli ha tagliato la sua!); perché Kali, la dea del tempo, è anche conosciuta come “la Dea in Nero” (è un po’ dark!); e ciò che “Hare Krishna” significa veramente. L’autore, animatore della Pixar, ha illustrato ogni Divinità in uno stile originale e accompagnato ogni personaggio con un breve e vivace profilo.
www.eifis.it ISBN 978-8875171117
€ 19.00
9 788875 171117
EIFIS Editore
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Questo libro è sotto la protezione della Grande Dea Kali e appartiene a:
Non è una tipa di cui prendersi gioco: fidatevi di me!
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Namastè
Scritto e illustrato da Sanjay Patel 4
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DALLA DEA DELLA PROSPERITÀ ALLA MUCCA SACRA
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Dedicato a One Orange Giraffe
Original publication: The Little Book of Hindu Deities by Sanjay Patel ISBN 0-452-28775-8 Copyright © Sanjay Patel, 2006 First published by Plume, a member of Penguin Group (USA) Inc. First Printing, November 2006 All rights reserved including the right of reproduction in whole or in part in any form. This edition published by arrangement with Plume, a imprint of Penguin Publishing Group, a division of Penguin Random House LLC. © Copyright 2016 EIFIS EDITORE srl Il Piccolo Libro delle Divinità Induiste - Sanjay Patel I Edizione Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta in nessuna forma senza il permesso scritto dell’Editore. Traduzione: Marina Anselmi Revisione: Paola Lorenzi Art Director: Davide Cortesi Impaginazione: Golden.Brand Communication Stampa: Printì (AV) Illustrazioni: Sanjay Patel ISBN 88-7517-111-7 © 2016 Marzo – EIFIS EDITORE srl Viale Malva Nord, 28 48015 Cervia (RA) – Italia www.eifis.it - info@eifis.it L’Editore non si assume responsabilità per l’utilizzo improprio delle informazioni contenute in questo libro. Tutto ciò che è inerente a persone o fatti o luoghi reali è assolutamente frutto della fantasia dell’autore.
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(Laddu) Dolcetti
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Divinità Indiane
Chi avrebbe mai detto che esistessero tutte queste Divinità?
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10 Introduzione Benedizione di Ganesha 14 Ganesha Trimurti (Trinità indù) 19 Brahma 20 Vishnu 22 Shiva Manifestazioni di Shiva 27 Uma Maheshvara 28 Rudra 30 Bhairava 33 Nataraja 35 Lingam Dea Madre (Mahadevi) 39 Sarasvati 40 Durga 43 Lakshmi 44 Parvati 47 Sita 48 Kali I Dieci Avatar di Vishnu (Dashavatar) 52 Matsya (pesce)
55 Kurma (tartaruga) 56 Varaha (cinghiale) 59 Narasimha (leone) 60 Vamana (nano) 63 Parashurama 65 Rama 66 Krishna 69 Buddha 70 Kalki Epica indĂš 74 Mahabharata 77 Bhagavad Gita 78 Ramayana Semidei 83 Agni 84 Indra 87 Vayu 88 Kubera 91 Varuna 92 Kama 95 Karttikeya 96 Ganga 98 Yama
I Nove Pianeti (Navagraha) 102 Surya 105 Chandra 106 Mangala 108 Guru 111 Budha 113 Sukra 114 Shani 117 Rahu 119 Ketu DivinitĂ animali 123 Naga 124 Garuda 127 Hanuman 128 Surabhi Cronologia della Creazione 132 Satya (Krita) Yuga 134 Treta Yuga 135 Duapara Yuga 136 Kali Yuga Glossario Ringraziamenti
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INTRODUZIONE Durante l’infanzia trascorsa a L.A. era mio compito ogni mattina uscire e raccogliere per mio padre fiori freschi di tagete dai petali arancio brillante. Dovevo raccoglierne abbastanza da riempire l’ampio thali rotondo d’acciaio (piatto da tavola). Dopo averli lavati, versavo un po’ d’acqua nel thali per tenere freschi i fiori e con grande attenzione li portavo in casa da mio padre. La sua camera da letto era colma di profumo d’incenso e da un piccolo mangianastri risuonava un antico canto devozionale. Quando io entravo, mio padre si era già lavato e rinfrescato e sedeva su un tappetino di fronte al suo mandir (tempio)1. Prima di avvicinarmi al mandir, mi ricordavo sempre di togliermi le scarpe in modo da non offendere mio padre, o gli Dei. Tale tempio conteneva un grande mobile-libreria i cui scaffali aperti erano stipati di minuscole Murti (simulacri delle divinità)2 e di riproduzioni incorniciate di Shiva, Vishnu e Durga tutte allineate e illuminate da piccole diya (candele)3. Nel momento in cui consegnavo il piatto di fiori a mio padre sapevo che il mio compito era finito mentre il suo era appena cominciato. Prendeva gli stoppini di cotone che aveva appena preparato e ordinato in fila, li intingeva nell’olio e li disponeva nel piccolo calice rotondo pronto per essere acceso in offerta agli Dei. Successivamente puliva meticolosamente ogni Murti e preparava un impasto di polvere rossa e acqua con cui avrebbe poi segnato la fronte di ogni divinità. Infine staccava uno ad uno i petali dei fiori e li appiccicava alla macchia ancora umida. Il risultato finale era una schiera luccicante di Dei e Dee la cui fronte adorna di petali arancioni splendeva alla luce delle diya. A quel punto mio padre dava inizio alla puja (rito religioso)4 suonando una campana d’ottone e intonando canti devozionali per invitare gli Dei all’oblazione. Solo dopo che gli Dei erano stati nutriti e purificati mio padre avrebbe preparato il chai the per sé e mia madre. Svegliarmi presto ad aiutare mio padre significava ricevere un grosso premio: poter guardare i cartoni animati. In particolare, mi piacevano i cartoni animati giapponesi come Voltron e Robotech. Stavo seduto incollato al televisore il più a lungo possibile fino al momento di andare a scuola. Quando tornavo a casa nel pomeriggio erano i cartoni americani come Looney Tunes, GI Joe e Transformers che tenevano desta la mia immaginazione, e quando i cartoni animati erano finiti, mi immergevo nella lettura dei fumetti e traendone
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ispirazione disegnavo, questo era il mio nirvana. Da grande ho mantenuto la passione per il disegno e l’animazione; per questo mi sono iscritto al CalArts nel dipartimento animazionepersonaggi. Nel giro di soli due anni venni reclutato dalla Pixar. L’arte dell’animazione fonde diverse discipline tutte straordinarie, ma personalmente sono sempre stato attratto dalla narrazione e dal design, entrambi strumenti perfetti per raccontare la mitologia indù. L’immaginario indù, che è come un banchetto ricolmo di narrazione, design e filosofia, a un certo punto della mia vita ha cominciato ad apparirmi come un insieme misterioso di persone e animali privo di senso. Essendo cresciuto in pieno scontro culturale oriente-occidente, fui esposto all’Induismo con grande sforzo dai miei genitori, al quale risposi con una totale mancanza d’interesse dovuta alla frustrazione che provavo nel tentativo di inserirmi nel contesto sociale e generazionale in cui vivevo. Sono quello che alcuni potrebbero definire un ABCD (American-Born Confused Desi)5, anche se in realtà sono nato nel Regno Unito. Non ho alcuna istruzione formale riguardo la mitologia indù al di là di quello che la mia famiglia mi ha trasmesso. Solo dopo aver disegnato le prime divinità indù ho iniziato a fare domande impegnative, così ho incominciato a studiare l’Induismo e gradualmente la confusione è svanita. Ho esaminato libri pieni di vivaci miniature della mitologia indù e le ridisegnavo a modo mio. A poco a poco ho cominciato a leggere materiale che narrava le gesta delle mie Dee e Dei preferiti; catturato dalle loro imprese, ho cominciato a capirne il simbolismo. Più leggevo e studiavo, più ero ispirato a disegnare, e prima ancora che potessi rendermene conto, mi ero già messo in viaggio per dare vita a questo libro. Nel dare un’immagine a queste divinità ho cercato di adottare un approccio divertente e spensierato. Questa mitologia è la fonte di una profonda fede religiosa per milioni di persone. Con questa consapevolezza, ho proceduto con passo leggero cercando di creare illustrazioni il più possibile innocue e gioiose. Mi è subito venuta in mente la meravigliosa leggiadria dei disegni di Sanrio ‘Hello Kitty’ e ho pensato, “Beh, questo è uno stile che non offenderebbe nessuno.” Il mio primo esperimento è stato “scimmia paffutella”, un disegno che ritrae un Hanuman pacioccone che vola per aria. Quando l’ho mostrato a mia moglie lei, con un grande sorriso sul volto, ha scosso la testa. Più tardi, ho disegnato Shiva circondato da graziosi cobra che sembravano più vermi che cobra e Krishna mentre suona il flauto. La parte più divertente però è stata dare un volto agli aspetti più spaventosi dell’Induismo come ad esempio la Dea Kali e il suo duplice aspetto di paura e conforto; porta con sé la testa della sua vittima, ma mostra un sorriso innocente e ciò è allo stesso tempo disarmante e confortante. È mia sincera speranza che questi disegni e spiegazioni possano suscitare la curiosità della gente e la aiutino a guardare con simpatia alle antiche mitologie induiste. Sanjay Patel 26-03-2006 1 - Nell’induismo il tempio, o Mandir, (sanscrito “casa”) è un luogo d’incontro tra il fedele e il Dio cui esso è dedicato. Wikipedia. In generale, il termine indica sia l’edificio preposto al culto, sia l’altare fatto in casa. 2 - Presso la religione induista, le Murti sono rappresentazioni fisiche (immagini o statue) di forme o aspetti di Dio, utilizzate durante l’adorazione come punti di focalizzazione devozionali e meditativa. Wikipedia. 3 - Le diya sono candele che gli induisti si fabbricano da sé. Sono formate da una piccola ciotola d’argilla, dove viene versato un po’ di burro chiarificato o olio nel quale viene infine inserito lo stoppino fatto di fili di cotone intrecciati. 4 - Il termine puja indica oggi l’insieme delle cerimonie di adorazione compiute dai fedeli indù come, ad esempio, l’offerta quotidiana di fiori, frutta, foglie, riso, dolci e acqua alle divinità, www.guidaindia.com 5 - In americano l’acronimo ABCD, significa “Desi nato in America e Confuso”.
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LA BENEDIZIONE DI GANESHA Ganesha ricevette un dono molto speciale che avrebbe dovuto compensare il fatto di avere la testa da elefante. In virtĂš di tale dono nessuno avrebbe potuto iniziare imprese significative o puja (rituali religiosi) prima di richiedere la benedizione di Ganesha. Nel rispetto della tradizione indĂš, Il piccolo libro delle DivinitĂ Induiste inizia rendendo onore a Ganesha e presentandolo.
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GANESHA (ga-NE-sha)
Ganesha è il figlio maggiore di Shiva e di sua moglie Parvati, ed è Signore di tutti gli esseri viventi. Egli acquisì tale titolo dopo aver battuto il fratello, Karttikeya, in una gara di corsa intorno all’universo. Invece di attraversare la terra sfrecciando, come fece suo fratello, Ganesha semplicemente girò attorno ai suoi genitori, le fonti della vita, vincendo così la sfida. Esistono molte storie che spiegano come Ganesha finì per avere la testa di elefante. Una di queste sostiene che Parvati generò Ganesha dal fango affinché la proteggesse mentre Shiva era via. Quando Shiva tornò a casa a trovare la moglie, Ganesha non lo riconobbe e rifiutò di aprirgli la porta; infuriato Shiva tagliò la testa a suo figlio. In preda al panico, nel tentativo di calmare la moglie sconvolta, riportò in vita Ganesha dandogli la testa di un elefante. Non fu il migliore degli abbinamenti, tuttavia le orecchie da elefante lo hanno aiutato ad ascoltare meglio le esigenze del suo popolo. Ganesha porta fortuna e inoltre elimina gli ostacoli, come simboleggia l’ascia che tiene in mano. Per questo motivo viene adorato prima di eventi importanti e di rituali. Ganesha è, tra l’altro, ghiotto di dolci, perciò ricordatevi di condividere con lui i vostri laddu (dolcetti)6.
6 - I Laddu (Rava Laddu) anche conosciuti come Ladu o Ladoo, sono dei dolcetti circolari a base di farina di ceci o semola molto diffusi ed apprezzati in India. La loro preparazione è semplice e il sapore, particolarmente gradevole (gli ingredienti presenti lo rendono molto familiare anche al nostro palato), li rende i protagonisti dei banchetti per le celebrazioni più importanti: matrimoni, festività religiose...si mangiano con le mani e sono talmente deliziosi che persino il Dio Ganesh viene raffigurato, spesso, nell’intento di mangiarli. www.aboutindia.it
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TRIMURTI
(tri-MUR-ti)
Nell’induismo si ritiene che Dio sia formato da tre Divinità. Questa Santa Trinità è conosciuta con il nome di Trimurti. Le tre Divinità sono gli Dei Brahma, Vishnu e Shiva. Gli indù credono che le forme della Trinità rappresentino i seguenti tre aspetti: creazione (Brahma); preservazione (Vishnu); distruzione (Shiva). Non dovremmo dimenticare che dietro ad ogni grande Dio c’è una grande Dea che lo assiste nei suoi doveri. Queste Dee sono le consorti della Trimurti: Sarasvati, Lakshmi e Parvati.
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BRAHMA (BRA-ma)
Un solo giorno nella vita di Brahma dura più di quattro milioni di anni. Egli è il creatore del mondo e di tutti gli esseri viventi che lo abitano. Si narra che, quando Brahma volle creare l’universo, plasmò dalla sua stessa carne e dal suo stesso sangue la Dea, conosciuta con il nome di Sarasvati. Essendo timida, Sarasvati si sentiva a disagio sotto gli occhi adoranti di Brahma e cercò di nascondersi al suo sguardo. Ma ogni volta che lei si voltava, Brahma si faceva spuntare una nuova testa in modo da poterla sempre guardare. Oltre ad avere quattro teste, Brahma possiede anche quattro mani che sono sempre occupate a pettinare le sue lunghe barbe. A volte lo si può vedere mentre cavalca un’oca magica o un cigno bianco, creature dotate della capacità di distinguere il bene dal male. A differenza degli altri Dei, Brahma non regge nessuna arma. In cambio, porta sempre con sé una caraffa d’acqua, e non solo per placare la sua sete ma perché contiene la fonte della vita. Brahma è anche il custode dei sacri Veda, i libri che contengono la storia della genesi del mondo. Si pensa che le quattro facce di Brahma rappresentino i quattro Veda, anche se è possibile vedere sempre e solo tre dei suoi volti, dal momento che il quarto rimane nascosto dietro di lui.
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MANIFESTAZIONI di SHIVA Le Divinità indù non hanno contorni precisi, evolvono in modo armonico mescolando molte ideologie. Shiva viene chiaramente definito all’interno della trinità induista come forza distruttiva, ma considerato isolatamente è un Dio dalle molte facce e attributi. Questi molteplici aspetti prendono forma nelle manifestazioni di Shiva: dal marito amorevole, al padre premuroso, allo yogi devoto fino ad arrivare al terrificante protettore. A seconda delle circostanze, Shiva assume diverse sembianze per proteggere i suoi devoti.
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UMA MAHESHVARA (U-ma ma-hesh-VAR-a)
Shiva e la sua consorte, Parvati, simboleggiano lo yin e lo yang della natura. Parvati è conosciuta anche come Uma, mentre Shiva è anche noto con il nome di Maheshvara. Insieme sono un essere Inseparabile Uno, noto come Uma Maheshvara. Attraverso Parvati, Shiva è in grado di manifestare il suo pieno potenziale e di essere anche un marito amorevole e un padre premuroso. Senza di lei rimarrebbe un monaco solitario immerso nella meditazione yoga. Parvati non solo integra Shiva, lei lo completa. Secondo il mito, dopo il matrimonio, Shiva e Parvati se ne andarono in luna di miele che durò molti anni, cosa che irritò tantissimo gli Dei a tal punto da cercare di separare i due piccioncini. Tutte le volte che ci provavano però, Shiva li esponeva immediatamente al potere di fusione del suo terzo occhio. Al termine della luna di miele, i due sposini ritornarono con due figli, Karttikeya (conosciuto anche come Skanda) e Ganesha, e presero residenza sul monte Kailash, nell’Himalaya. Compagno fedele e veicolo di Lord Shiva e della sua famiglia è il toro bianco come la neve, Nandi, che si dice siano degni di cavalcare solo coloro che hanno conquistato i loro desideri attraverso lo yoga. Chi ha bisogno di un cane come compagno quando può cavalcare un toro? Ovviamente, se avete praticato lo yoga!
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DEA MADRE
(MAHADEVI)
Mahadevi è una figura complessa che assume molte forme. Le sue prime incarnazioni erano associate alla fertilità e alla natura, come la Dea Ganga, che in seguito si manifestò come il fiume Gange, sostegno della vita. Più tardi Mahadevi divenne Parvati, l’amorevole e benevola moglie di Shiva che possiede la stessa competenza del marito per la pratica dello yoga. Infine, divenne la massima Dea, la sanguinaria guerriera nota come Durga e Kali.
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SARASVATI
(sa-ras-VA-ti) Sarasvati è la Dea della conoscenza e delle arti. Lei detiene l’orgoglioso primato di essere la prima Dea adorata nell’Induismo ed è un fulgido esempio per le sue sorelle più piccole, Lakshmi e Parvati. La Dea Sarasvati, essendo saggia e creativa, venne ritenuta la compagna perfetta per Brahma, il Signore della creazione. Secondo alcune leggende però, il matrimonio di Sarasvati e Brahma fu disastroso. Deluso dalla mancanza di affetto di Sarasvati, dovuta al suo essere al tempo stesso figlia e moglie, Brahma decise di diseredarla e la cacciò fuori casa; non si andava in tribunale per il divorzio. Questo grande affronto, comunque, non rimase impunito. Brahma venne successivamente condannato a perdere sia i suoi devoti che il loro culto nei templi. Per fortuna, Sarasvati poté rifarsi con un favoloso set di mala (rosari) di perle8 che utilizzò per meditare, incanalando così la sua rabbia. Poi proseguì, cercando di crearsi una propria identità. Fondò una propria comunità creativa e divenne il simbolo della donna indipendente, pensatrice e creatrice di talento. Anche se questa Dea non ha figli, è opinione diffusa che musicisti, artisti, scrittori, e studenti siano tutti parte della sua famiglia e sotto la sue cure. Libera da un fastidioso marito, Sarasvati si diverte a suonare il suo strumento, il Veena9, più forte che può e può permettersi di stare incollata ai suoi libri preferiti, i Veda, per ore e ore senza sensi di colpa. Lei è il ritratto di grazia ed eleganza, quindi non c’è da meravigliarsi che scelga il bellissimo cigno bianco come suo compagno fedele. Cari Dei, rodetevi il fegato, perché questa Dea non è disponibile e minimamente interessata, cioè, a meno che non disponiate di una tessera della biblioteca o siate bravi accompagnatori con il sitar10. 8 - Mala significa letteralmente “ghirlanda di fiori” e costituisce uno degli importanti accessori del culto in quanto utilizzata come omaggio alla divinità. Ma vuol dire anche “rosario” composto di solito di 108 grani e chiamato anche Japa-mala (Japa significa ripetizione). www.laltramedicina.it. In base al materiale e al colore, ai diversi tipi di mala sono attribuiti particolari poteri. I mala di perle sono associati alla purezza, onestà, amicizia, pazienza, comprensione e pace. 9 - Il Vina, o Veena è considerato uno tra i più antichi strumenti indiani da cui discende il sitar. Wikipedia. 10 - Il sitar è uno strumento a corde dell’India settentrionale […] Le corde sono generalmente sette superiori più undici inferiori: tre vengono utilizzate per eseguire la melodia, le altre per fornire un accompagnamento ritmico […] Tale accompagnamento è dovuto alla risonanza simpatica. La risonanza simpatica è un fenomeno fisico dove un suono emesso da qualsiasi fonte sonora, mette in movimento delle corde tese. Nella cultura dell’India queste corde vengono chiamate ‘Corde degli Dei’. La cassa armonica è fatta con una zucca tagliata a metà, a cui viene aggiunto un sottile strato di legno che fa da coperchio. Wikipedia.
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I DIECI AVATAR DI VISHNU Il grande Dio Vishnu è ritenuto il protettore dell’universo. Vishnu scese sulla terra dieci volte e inoltre vari Avatar si susseguirono ogni volta che la terra era minacciata dal male. I suoi Avatar si sono evoluti, da pesci e rettili a mammiferi e uomini per giungere all’ultimo stadio di creatore. È attraverso i suoi Avatar che Vishnu mantiene il suo ruolo di grande preservatore della creazione.
(DASHAVATAR)
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MATSYA (mat-SY-a)
La prima incarnazione di Vishnu avviene sotto le sembianze di un enorme pesce noto con il nome di Matsya. In questa forma Vishnu salvò i quattro Veda quando rischiarono di essere persi per sempre nel grande diluvio. Tutto cominciò quella volta che il Signore della creazione, Brahma, stava per addormentarsi. Fatto questo davvero nefasto, dal momento che, se Brahma dovesse addormentarsi veramente, genererebbe il Pralaya (notte di Brahma), e l’universo, come lo conosciamo, volgerebbe al termine. Nel momento in cui Brahma stava cadendo nel sonno, un asura (Demone) chiamato Hayagriva decise di approfittarne e si appropriò dei Veda. Fortunatamente, Vishnu vide Hayagriva prendere i libri sacri e scendere nell’oceano. Così, prese rapidamente la forma di Matsya e si tuffò nelle profonde acque blu. Nuotò fino a che raggiunse Hayagriva e lo sconfisse facilmente grazie alla sua possente mole e alla sua potente coda con la quale sferrò un colpo mortale. Vishnu poi afferrò i sacri Veda e corse in superficie per consegnarli a Brahma. Siccome il Pralaya stava avanzando rapidamente, annunciando la fine di tutta la vita sulla terra, Vishnu ebbe giusto il tempo di salvare una persona speciale dalle acque del mare: si trattava di Manu, il progenitore del genere umano. Lo trasportò attraverso il mare in una conchiglia e lo tenne al sicuro fino a quando l’oceano alla fine si calmò e la creazione poté ricominciare. Matsya è una sorta di bagnino per l’uomo e per i libri, ma, nonostante ciò, sconsiglia di mettersi a leggere sott’acqua.
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EPICA INDU I due grandi poemi epici indù sono il Mahabharata e il Ramayana. Il Mahabharata è una storia vastissima che narra di antiche dinastie dell’India in lotta tra di loro per la terra e il potere. Spiega anche la maggior parte delle principali divinità indù. Si dice che tutto ciò che valga la pena di sapere si trovi all’interno delle sue pagine, compresa quella parte autonoma chiamata Bhagavad Gita. Il campo d’azione del Ramayana è più ristretto, infatti si occupa principalmente di Rama e del suo piccolo gruppo di devoti nel loro tentativo di salvare sua moglie, Sita. Questi testi sacri sono il fondamento della cultura dell’India e della mitologia indù.
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MAHABHARATA (ma-ha-BA-ra-ta)
Il Mahabharata è incredibilmente lungo, quasi tre volte la Bibbia. Racconta la storia dei primi antenati dell’antica India, i Pandava e i Kaurava, due dinastie reali Bharata, e dei loro continui conflitti. L’autore di questo lavoro fuori dal tempo è il divino saggio Vyasa, che, essendo intimo compagno di entrambe le famiglie, conosceva intimamente le loro storie. Verso la fine della sua vita, Vyasa decise che era il momento di mettere per iscritto la storia del Mahabharata perché le successive generazioni potessero beneficiare delle grandi lezioni. Fu un’opera monumentale, poiché la narrazione abbracciava centinaia di anni di storia e di mitologia. Volendo trovare uno scriba adatto, Vyasa si rivolse a Brahma perché lo consigliasse. Senza esitazione Brahma gli mandò Ganesha, il Dio della saggezza e sgombra-ostacoli, per aiutarlo in questo compito. Al suo incontro con Vyasa, Ganesha promise la sua devozione e dichiarò che avrebbe messo per iscritto la storia con la stessa velocità con cui Vyasa l’avrebbe recitata. Vyasa acconsentì a condizione che Ganesha scrivesse senza commettere errori e comprendesse il significato delle parole pronunciate prima di cominciare a scriverle. Ganesha convenne e a sua volta sfidò Vyasa a recitare la storia senza interruzione fino a quando non fosse completa. Vyasa accettò i termini di Ganesha e insieme iniziarono la loro grande opera all’ombra di un albero di banyan12. Prima di poter iniziare, però, avevano bisogno di qualcosa per scrivere, così Ganesha spezzò una delle sue zanne per poterla utilizzare come penna. Questo è il motivo per cui Ganesha è raffigurato con una sola zanna (e non per via di tutti i dolcetti che mangia!). 12 - Il baniano (ficus benghalensis) è una pianta sempreverde diffusa nel subcontinente indiano. La sua caratteristica più evidente sono le radici aeree che, partendo dai rami e raggiunto il terreno, si trasformano in altrettanti tronchi, allargando così la superficie coperta da ogni albero[...] Il ficus benghalensis è simbolo nazionale dell’India ed è considerato sacro.
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SEMIDEI I Semidei, noti anche come deva, sono Dei che rivestono un ruolo inferiore rispetto ai mahadevas (grandi Dei), dal momento che sono servi del Dio supremo Vishnu. Ci sono molti semidei, e governano tutto l’universo dal fuoco, all’acqua e all’aria fino all’amore, alla morte e alla guerra. È per questo motivo che gli indù considerano l’intero universo sacro e degno di adorazione.
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AGNI (A-gni)
Agni è una delle più importanti divinità indù antiche. Egli è il Dio del fuoco, e si pensa che la sua fiamma abiti in ciascuno di noi. Anche se, forse, non significa esattamente che “abbiamo il fuoco nelle vene”. Agni, inoltre, è ritenuto responsabile del rifornimento di energia vitale per la digestione del cibo. Si dice che la sua fiamma accenda le stelle nel cielo e porti luce al nostro pianeta attraverso il sole. Nonostante Agni fosse venerato dagli antichi indù e un certo numero di libri sacri siano dedicati a lui, non è un Dio arrogante. Agni dà ai poveri proprio come dà ai ricchi, riscaldando i focolari di entrambe le case indiscriminatamente. La fiamma di Agni è usata in molte cerimonie indù, e ha l’onore di fungere da canale tra le divinità e gli esseri umani. Come una specie di postino, Agni porta le preghiere dei devoti agli Dei stessi non prima però di aver ricevuto la giusta ricompensa ovvero un dono che alimenti la sua fiamma tenendola vivamente accesa. Tuttavia, non si può fare al Dio del fuoco un’offerta senza aver prima consultato una bussola. Agni è molto attento alla direzione verso cui è rivolto quando gli viene fatta un’offerta. Se Agni si trova rivolto verso est, il suo fuoco dovrebbe essere usato per sacrifici agli Dei. Se è rivolto verso sud, il suo fuoco dovrebbe essere utilizzato per sacrifici agli spiriti dei morti. Siate sicuri di non confondere la fiamma di Agni con quella del vostro piano-cottura, che dovrebbe sempre essere rivolto verso ovest. È importante che seguiate queste indicazioni, in quanto sicuramente non desiderate che le vostre offerte agli spiriti dei morti si mescolino con le vostre pietanze fumanti. Se però tutto ciò vi crea troppa confusione, basta che offriate ad Agni un po’ di ghi (burro chiarificato). Questo vi garantirà la buona grazia di qualsiasi Dio. Quindi, mi raccomando, la prossima volta che brucerete un po‘ di burro, non abbiatevene a male. Potrebbe portarvi addirittura fortuna! 83
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I NOVE PIANETI
(NAVAGRAHA)
Nel sistema solare indiano, ci sono nove pianeti che si ritiene influenzino e abbiano effetto sulla vita quotidiana degli indù. I nove pianeti sono chiamati Navagraha, nava significa “nove” e graha significa “pianeti”. Gli indù hanno attribuito una ricca mitologia a ciascuno dei pianeti, e hanno stabilito quali impatti positivi e negativi questi hanno sulla vita di ognuno, a seconda della loro posizione in cielo e del temperamento del pianeta. Utilizzando l’astrologia indù e il tema natale, una persona è in grado di determinare ciò che potrebbe accadere nella sua vita e ciò che deve essere fatto per neutralizzare il proprio karma negativo, sviluppato nel corso di una vita precedente o per maturare buon karma nella vita presente.
SURYA (SUR-ya)
Sin dai tempi antichi, milioni di indù iniziano le loro giornate cantando il Gayatri Mantra, un saluto al grande Dio del sole Surya, conosciuto anche come Savita. Ripetere il sacro mantra orientati verso questo Dio si crede porti successo e salvezza e possa aiutare a ottenere un posto in cielo. Surya è conosciuto come “colui che illumina e favorisce la comprensione”. Il ruolo di Surya è molto simile a quello di Brahma, il Dio della creazione. Si ritiene che Surya preservi la vita sulla terra attraverso i suoi raggi che nutrono, danno calore e luce. Ogni giorno, Surya sfreccia attraverso il cielo su un carro d’oro trainato da sette cavalli bianchi, uno per ogni giorno della settimana. Il carro è guidato dal Dio dell’alba, un eroe della leggenda indù chiamato Arjuna. Talvolta Surya è raffigurato con due mani, in ognuna di esse regge un fiore di loto, simbolo della creazione. A volte ha quattro mani, in una tiene un fiore di loto, in un’altra una conchiglia, nell’altra ancora un chakra, mentre l’ultima mano è tesa in un gesto di protezione. Fissare il sole è pericoloso, ma se dai una rapida occhiata, potrebbe capitarti di vederlo mentre ti invia un scintillante segno di pace.
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DIVINITA ANIMALI Gli indù credono che gli Dei risiedano in tutte le creature viventi. Infatti, molti Dei e molte Dee si manifestano come animali o dispongono di creature divine come mezzo di trasporto. Gli animali sono così onnipresenti nell’Induismo che molti Dei sono simboleggiati dai loro rispettivi animali. Simbolo del Dio Krishna è la docile mucca, i cobra reali sono i simboli di Shiva e Vishnu, mentre Ganesha, testa di elefante, rappresenta la perfetta unione fra animali e divinità. Attraverso questo intreccio di divinità e natura, gli antichi coltivavano un profondo rispetto per gli animali e imparavano a convivere con loro.
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NAGA (NA-ga)
I Naga, o serpenti, in India vengono onorati fin dai tempi antichi. Secondo la credenza indù, i serpenti hanno una doppia identità: sono al tempo stesso semi-Dei e semi-Demoni. I serpenti sacri pare abbiano la responsabilità di garantire protezione costante ai tesori della terra avvolgendoli con le loro spire. Simboleggiano anche la creazione che non ha fine, dal momento che i serpenti miracolosamente mutano e rigenerano la propria pelle. Ma, nel loro aspetto demoniaco, i Naga appaiono metà serpenti e metà esseri umani, come nel caso dei Demoni Rahu e Ketu. I Naga sono anche spesso raffigurati con più teste, come Vasuki, il re serpente, che usò il suo corpo di serpente come corda per aiutare gli Dei durante la loro ricerca dell’amrita nell’oceano. Anche il Dio Vishnu riposa tra le spire di un grande serpente a più teste noto con il nome di Sesha. A santificare ulteriormente i Naga, è la credenza che abbiano offerto riparo al Buddha che stava meditando nel corso di una grande tempesta. Pare abbiano circondato il saggio monaco con le spire dei loro corpi e abbiano costruito una tenda con i loro cappucci. Dato che controllano molti aspetti dell’acqua, come fiumi, laghi, e precipitazioni, i serpenti simboleggiano la vita e la fertilità.
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CRONOLOGIA della CREAZIONE Si narra che, in principio, mentre Vishnu dormiva cullato tra le spire infinite del grande serpente Sesha, creò sognando il Dio creatore, Brahma, che emerse dall’ombelico di Vishnu già seduto su un perfetto fiore di loto. Brahma diede così inizio all’opera della creazione: partì dalle quattro yuga (grandi ere) note come Satya (Krita) Yuga, Treta Yuga, Duapara Yuga e Kali Yuga. Ognuna di queste ere si ripete 1000 volte in ogni ciclo di creazione, detto Kalpa, che è poi seguito dalla dissoluzione15 dell’universo, detta Pralaya. Si ritiene che tutto questo avvenga all’interno del sogno di Vishnu, che costituirebbe poi la nostra realtà. Quindi, tutto quello che conosciamo è maya (illusione), o semplicemente un frammento dell’immaginazione di Vishnu.
15 - La traduzione italiana non rende bene il significato del termine originale inglese ‘disillusion’, che allude alla dissoluzione dell’illusione che è la realtà del creato.
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SATYA (KRITA YUGA)
(Era della Verità) Il primo quarto del ciclo della creazione è conosciuto come età dell’oro, era di perfezione e di armonia.
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ZANGOLATURA DELL’OCEANO Sia Dei che Demoni collaborano a zangolare l’oceano cosmico per recuperare i doni perduti durante la precedente dissoluzione dell’universo.
TESORO PERDUTO Il rimescolamento delle acque cosmiche riporta alla luce grandi doni: il sole e la luna; gli Dei della terra, del fuoco, del vento e dell’acqua; la grande Dea Lakshmi; l’elefante bianco Airavata; e una mucca e un cavallo divini.
7 VAMANA SUPERA IN ASTUZIA BALI Vamana, un Avatar di Vishnu, sottrae con l’inganno al re Demone Bali il suo regno in terra e in cielo. Vamana inoltre rende cieco a un occhio il Consigliere di Bali, Sukra, e spinge i Demoni giù agli inferi.
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MANU e l’ALLUVIONE Prima che la nostra era potesse iniziare, doveva realizzarsi la fine di un’epoca. Pralaya, la fine della creazione, era imminente; per garantire che la conoscenza e l’umanità sopravvivessero, Vishnu scese sulla terra nella forma del suo primo Avatar, Matsya, per salvare Manu e i Veda dalla distruzione.
BRAHMA, IL CREATORE Brahma inizia un altro ciclo della creazione. Egli crea l’universo e tutto ciò che contiene, tra cui Dei e Demoni, utilizzando il corpo di Vishnu come sostanza della creazione.
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IL FURTO DELL’AMRITA Dopo che il nettare dell’immortalità perduta viene ritrovato, il Demone Rahu riesce a rubarne un sorso. Cosa che paga a caro prezzo, quando Vishnu lo separa in due esseri immortali, Rahu e Ketu.
VRITRA, DEMONE DELLA SICCITÀ Indra uccide il drago Vritra con l’uso della sua arma-fulmine chiamata vajra, e recupera l’acqua sottratta al mondo.
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TRETA YUGA (Era della Ragione) L’era della perfezione termina, segnando l’inizio di un’era non altrettanto ideale nel secondo quarto del ciclo del mondo.
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LA FURIA DI PARASHURAMA Il sacerdote Brahmino Parashurama punisce la casta guerriera per la sua corruzione e mancanza di onore.
ONOREVOLE RAMA Settimo Avatar di Vishnu, Rama, distrugge il male che ha preso forma in Ravana, un re Demone. La sua leggenda vive grazie al suo fecondo esempio di seguire il proprio dovere, l’onore, e il dharma.
10 HANUMAN, COMANDANTE FEDELE L’intelligente scimmia-uomo conosciuta con il nome di Hanuman salva il fratello di Rama durante la battaglia e conduce il suo esercito alla vittoria.
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DUAPARA YUGA (Era dell’avidità) Nel corso del terzo quarto del ciclo del mondo, l’avidità e le ambizioni dei re affliggono la terra.
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KRISHNA, AMANTE DELLA VITA Con il fascino del suo flauto e il suo spirito giocoso, ottavo Avatar di Vishnu, Krishna, insegna agli uomini e alle donne a lasciare andare l’avidità e la rabbia.
MAHABHARATA Guerra epica tra le due grandi dinastie dei Pandava e dei Kaurava per il trono e regno governato dal clan Kuru.
13 BHAGAVAD GITA Krishna, travestito da auriga di Arjuna, consiglia ad Arjuna di seguire il suo dharma e di condurre il suo esercito alla vittoria.
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KALI YUGA (Era dell’oscurità) Oggi viviamo nell’ultimo quarto del ciclo del mondo, definito come era del caos e di collasso della moralità.
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L’ILLUMINATO Il nono Avatar di Vishnu è Buddha, il grande purificatore dell’induismo e predicatore della contemplazione e compassione.
FUTURO AVATAR Ultimo Avatar di Vishnu, Kalki, sembra debba apparire durante i giorni finali di questa epoca e agire come giudice e salvatore.
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PRALAYA La dissoluzione dell’universo arriva, a dare il via a un altro ciclo.
SATYA (KRITA) YUGA Inizia un nuovo ciclo di perfezione e armonia, restituendo ancora una volta speranza all’umanità.
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.... z z z ......
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Ora del sonnellino
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GLOSSARIO Asura: Esseri considerati Demoni mortali nemici dei devata. Brahman: Casta sacerdotale indù. Chakra: Antico simbolo del sole e dei cicli della vita. È anche un disco, potente arma che accompagna fedelmente Vishnu. Devata: Dei che lavorano per proteggere e controllare l’universo. Dharma: Filosofia e codice deontologico che enfatizza il dovere religioso e l’onore. Ghi: burro chiarificato utilizzato come combustibile per il fuoco sacro. Sacri Veda: serie di antichi testi che contengono indicazioni per l’esecuzione di riti religiosi e preghiere alle divinità indù. Kala: Tempo, o relativo al Dio della morte. Kalpa: Un ciclo della creazione.
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Karma: Convinzione che eventi positivi siano il risultato di azioni passate positive compiute in vite precedenti. Lingam: Pietra sacra simbolo di Lord Shiva. Maharishi: Colui che ha imparato a padroneggiare mente, corpo e anima, ed è considerato illuminato. Maya: L’illusione, o le cose che ci legano ai nostri desideri. Nirvana: Stato di liberazione da mente e corpo. Pralaya: La dissoluzione dell’universo, conosciuta anche come la notte di Brahma. Puja: Cerimonia religiosa indù. Shakti: Forza o potenza personificata come Devi, la grande Dea. Trimurti: La santa trinità delle divinità indù, composta da Brahma, Vishnu, e Shiva.
RINGRAZIAMENTI Alla più rilassata NewYorkese mai conosciuta, la mia paziente editor, Emily Haynes. Grazie per aver abbellito questo libro con la tua saggezza e sensibilità editoriali. Hai colmato le mie lacune letterarie e mi hai insegnato tutto ciò che c’è da sapere sulla importantissima lineetta emme. La mia stima va alla mia favolosa agente Tina Wexler della ICM, che ho conosciuto attraverso le particelle di DNA che lascia nei contratti che mi manda. Grazie per aver scoperto la mia opera negli abissi del cyberspazio e averle procurato un alloggio presso la Plume. Brace Man, grazie per essere un amico e per aver creduto in questo libro fin dall’inizio. Ern e Zen, grazie per la vostra amicizia e il sostegno a questo progetto. Ai miei compagni Billy, Dan e Toaster, grazie per tutte le risate, e a tutti i miei amici del reparto-ghetto di animazione, continuate a smussare quegli spline16. Grazie mille all’equipaggio di Afterworks. Senza il supporto e l’emozione di un gruppo come il nostro che crea libri tutti insieme, io non sarei riuscito ad arrivare fino a questo punto. Ai miei guru di Adobe InDesign, Mr Giglio (www.superfunfun.com), Mr Boyd, Mr Dreyfus e Mrs Hill, siete tutti scialuppe di salvataggio del design. Rinky Baby, grazie per aver districato il pasticcio che ho fatto sul Web. Mrs Charu, grazie per avermi insegnato l’ABC dell’Hindi. Mr Rosenast, sei sempre pieno di idee divertenti e gratuite. A tutti i miei maestri: Julie Tabler, grazie per avermi preso sotto la tua ala e avermi iniziato al mio cammino. Mr Sonnenburg (www.conducthappiness.com), grazie per avermi mostrato come aerografare un occhio e avermi parlato di CalArts. Kevin e Jill, non riesco a pensare a due persone migliori di voi da cui imparare la gioia del fare animazione. Agli illustratori che hanno abbagliato i miei occhi, le mie più sincere scuse se vi ho fissato troppo a lungo: J. Otto, Richard Scarry, Saul Steinberg, i Provensens e Mary Blair. A tutti i miei amici e alla famiglia Guju, è difficile rimanere in contatto e creare cose come questa. Grazie per il vostro amore e sostegno; ora, andate ad affittare delle stanze. 16 - In grafica, tipo di linea (Curve di Bézier).
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OM SHANTI (lode alla pace) La tanto temuta sillaba Om (Aum) è considerata il principale simbolo dell'induismo ed è venerata come un mantra sacro. Shanti semplicemente significa "pace". Con questa formula gli indÚ aprono e chiudono i loro insegnamenti da migliaia di anni.
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A mia moglie, Manisha, grazie perché porti con te la custodia delle mie lenti a contatto e condividi il milk-shake con me. Questo libro non avrebbe potuto essere scritto senza i tuoi occhi e il tuo buon gusto. Devo averti chiesto di dare un’occhiata a questa roba un miliardo di volte, fino a quando hai detto quelle parole magiche: “Oh, carino.”
Sanjay Patel
il piccolo libro delle Divinità
il piccolo libro delle Divinità
Sanjay Patel è animator e storyboard artist presso la Pixar Animation Studios. Trascorre un sacco di tempo alla ricerca di taquerias (ristorante specializzato in cucina messicana) dove servono patatine fritte e burritos. Nato in Inghilterra e cresciuto a Los Angeles, non è mai stato in India. Sanjay e sua moglie hanno lasciato il paese, una volta, per andare in Italia dove hanno trovato un’osteria a Firenze che ha servito loro patatine fritte su delle uova al tegamino.
Sanjay Patel
“Ecco un altro ingrediente nel frullatore della spiritualità americana. La cultura pop sta cambiando rotta verso l’Induismo”. -USA Today
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DALLA DEA DELLA PROSPERITÀ ALLA MUCCA SACRA
Con decine di Dei e Dee (e una Pietra Sacra), IL PICCOLO LIBRO DELE DIVINITÀ INDUISTE è pieno zeppo di mostri, demoni, nobili guerrieri, e Divine Dive. Scopriremo perché Ganesh ha la testa di un elefante (il padre gli ha tagliato la sua!); perché Kali, la dea del tempo, è anche conosciuta come “la Dea in Nero” (è un po’ dark!); e ciò che “Hare Krishna” significa veramente. L’autore, animatore della Pixar, ha illustrato ogni Divinità in uno stile originale e accompagnato ogni personaggio con un breve e vivace profilo.
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EIFIS Editore