Ho imparato a RIDERE - Richard Romagnoli

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collana

PERCORSI



Richard Romagnoli

Ho Imparato a Ridere Alla ricerca della felicitĂ ho scoperto il potere della risata interiore


© Copyright 2013 EIFIS EDITORE srl Ho imparato a Ridere - Richard Romagnoli I Edizione Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta in nessuna forma senza il permesso scritto dell’Editore. Editing: Elena Benvenuti Revisione: Monica Kircheis Art Director: Davide Cortesi Impaginazione: Skymax-DG Stampa: MDM Forlì Logo Richard: Happiness ISBN 88-7517-098-1 © 2013 Ottobre – EIFIS EDITORE srl Viale Malva Nord, 28 48015 Cervia (RA) – Italia www.eifis.it info@eifis.it L’Editore non si assume responsabilità per l’utilizzo improprio delle informazioni contenute in questo libro.


Con Devozione al mio Maestro Sri Sathya Sai Baba. Con Amore a Sara, moglie e compagna ed essenza della mia vita. A Matilde e Sofia, i doni del cuore.



Ringraziamenti

Scrivere questo libro è stata un’esperienza meravigliosa. Sono molte le persone che ho incontrato lungo la mia vita e che meritano i miei ringraziamenti e la mia gratitudine. Sarebbe impossibile citare tutti ma ad ognuno mi inchino e sussurro Namasté. Esprimo la mia profonda gratitudine al mio Maestro Sri Sathya Sai Baba per l’ispirazione, la guida e per i suoi insegnamenti di saggezza che continuano ad illuminare la mia vita, come la luce del sole. A Sara, mia moglie, che durante il periodo di scrittura di questo libro si è occupata completamente delle nostre Matilde e Sofia, sostenendomi e incoraggiandomi come solo lei sa fare. Condividere con lei il messaggio d’amore trasmesso dalla risata interiore è sicuramente frutto di un buon karma. Alle mie figlie per il dono che mi hanno fatto di essere il loro “daddy” e a cui parlo anche attraverso questo libro. Grazie ai miei genitori, non solo con le parole ma con il cuore. A Raul, mio fratello e al suo clown perché è più simpatico di lui. Alla famiglia di Sara per l’affetto. Al mio “Life Guru” il Dr. Madan Kataria e alla moglie Madhuri per l’affetto, la costante presenza e per quello che ho ricevuto e che conservo nel mio cuore.


A tutto lo staff di EIFIS, la mia casa editrice, per la dedizione, l’impegno e la professionalità con le quali mi hanno condotto a te, caro lettore. A Master Choa Kok Sui e a Loretta Zanuccoli per il sostegno e la meravigliosa energia profusa in questo progetto. A Leonardo, Laura e Davide per il loro prezioso lavoro. Ad Elena Benvenuti per aver creduto nel messaggio d’amore che si può trasmettere anche con la forza di un sorriso e la magia della risata. I suoi incoraggiamenti e il suo lavoro di editing sono stati fondamentali, la mia gratitudine è infinita. A Don Miguel e a Don Josè Ruiz e a Livio Sgarbi per la magia delle loro parole. Ad Angelo Rosso e ad Alvise Fedrigo per il loro supporto e la loro amicizia e a Francesca per aver risposto alla mia telefonata. A tutti i Leader e ai Teacher della Laughter Yoga Foundation che mi onorano della loro amicizia e che sarebbe impossibile nominare tutti. Un ringraziamento speciale a tutte le persone che hanno dedicato il loro tempo e la loro energia nell’organizzare i miei WorkShock. A tutti i miei cari amici che mi hanno sostenuto durante la scrittura di questo libro: Stefano, Enrico e Valentina, Patrizia, Fabio e Antonella, Lorenzo e Barbara, Nicola ed Elisa, Lucia, Luca. Soprattutto grazie a te, che stai leggendo questo libro. Grazie.


Indice

Introduzione............................................................................ 11 Prefazione................................................................................. 13 1. Lo Yoga dello Struzzo......................................... 21 2. INDIA................................................................................. 39 3. L’INCONTRO CON MADAN KATARIA........................ 65 4. LAUGHTER YOGA........................................................... 81 5. LA Puja INTERIORE...................................................... 97 6. LE CINQUE STANZE DELLA VITA............................. 105 7. DEVI AMMA E LA SCOPERTA DEL C.A.T.C.H......... 147 8. MR. BAFFETTO, SI RITORNA IN ITALIA.................. 167 9. Workshock, let’s laugh!.................................... 179



Introduzione

Il libro che avete tra le mani è la storia di Richard, allievo che ho formato personalmente in India come Teacher di Laughter Yoga. A distanza di pochi mesi dalla sua partecipazione al mio training, Richard riuscì in breve tempo e con grande entusiasmo ad aprire il Club della Risata a Puttaparthi, il villaggio del sud dell’India conosciuto in tutto il mondo per essere la sede dell’Ashram spirituale di Sri Sathya Sai Baba. Tantissime persone, provenienti da tutto il mondo, hanno potuto beneficiare e sperimentare nel suo Club della Risata, delle sessioni gratuite di Yoga della Risata. Richard ha contribuito a portare la risata interiore nei cuori dei devoti di Sai Baba che, qualche mese prima dell’apertura del Club, aveva lasciato il corpo fisico. In breve tempo Richard ha iniziato a formare centinaia di Leader provenienti da tutto il mondo contribuendo così alla diffusione su scala mondiale del Laughter Yoga. Per questo motivo e per la sua dedizione alla nostra missione, che è quella di contribuire alla Pace nel mondo attraverso i benefici che scaturiscono dalla risata incondizionata, nel giorno in cui ho ufficialmente inaugurato il Club della Risata a Puttaparthi ho nominato Richard “Ambasciatore nel mondo di Yoga della Risata”. Il lavoro che sta svolgendo ora in Italia e nel mondo attraverso i suoi WorkShock è incredibile poiché rivela tutto il suo amore per l’umanità!


Durante i suoi training quello che accade è che le persone riescono a liberare le emozioni, raggiungendo uno stato di profondo benessere che contribuisce alla crescita personale e alla consapevolezza. Sono certo che Richard, oltre ad essere un ottimo professionista e un abile comunicatore, ha il dono di saper toccare il cuore di ognuno con grande semplicità. Attraverso la lettura di questo libro Richard vi condurrà per mano nel romanzo della sua vita. Tra le righe troverete molti insegnamenti spirituali che sono sicuro vi offriranno la possibilità di riflettere sul valore inestimabile che rappresenta la vostra vita. Richard racconta di come lo Yoga della Risata lo abbia aiutato a seguire quella luce interiore, che è dentro ad ognuno di noi, e che gli ha permesso di superare gli ostacoli che, presentandosi nel corso della sua vita, sono diventati opportunità di ricerca della felicità. È un libro che saprà commuovervi per la sincerità del racconto e sono certo che vi ispirerà a portare più risate nella vostra vita, dandovi la possibilità di sperimentare dentro di voi la magia della risata interiore. Ho ho ha ha e Sai Ram. Madan Kataria, MD Laughter Yoga Founder

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PREFAZIONE

“Venera la madre e il padre come Dio” -Upanishad “Sii sempre felice” -Papà

L’ultimo Valzer Quando i medici diagnosticarono a papà una malattia incurabile, che avrebbe poi devastato il suo viso così bello e delicato, iniziò uno dei momenti più duri della mia vita che durò circa un anno. L’esperienza della sua malattia cambiò profondamente molti aspetti del mio carattere, delle mie abitudini e soprattutto accelerò la mia ricerca introspettiva, alla ricerca del senso della vita. I medici, che lo avevano in cura, avevano definito la sua malattia incurabile e lui era pienamente consapevole della gravità e delle cure pesanti alle quali si sarebbe dovuto sottoporre. Non ho mai saputo quali fossero stati i suoi più intimi pensieri di fronte al verdetto della scienza medica ma, quello che so, è che in lui continuò a regnare una profonda pace. L’impressione che papà mi dava è che avesse accettato l’idea di quello che gli sarebbe


accaduto. Per molti anni aveva lavorato come infermiere in un ospedale psichiatrico e per esperienza sapeva bene che avrebbe vissuto il periodo più duro della sua vita. Per il profondo rispetto che provavo per lui decisi quell’anno di abbandonare gli studi, in quanto desideravo stargli accanto per avvolgerlo completamente nel mio amore. Volevo dedicargli ogni attimo della mia vita, lui meritava ogni mia attenzione e non volevo perdermi la possibilità di stare con lui neanche per un minuto. Quello che mi interessava era che lui potesse rimettersi in forma al più presto, per continuare a vivere assieme la vita di sempre, speravo di poter realizzare tutti i nostri progetti dimenticandoci in fretta di quel momento buio. Quando mi capitava di stare da solo ero angosciato, ripensavo alla malattia, non potevo credere che fosse capitato proprio a lui di dover vivere un’esperienza così terrificante. Tutte le volte che ripensavo a quello che gli stava accadendo mi sentivo soffocare. Mi ribellavo all’idea di vederlo stare male, non potevo vederlo soffrire, non potevo starmene fermo ad assistere al suo deperimento perché quella situazione, dal mio punto di vista, era una vera e propria ingiustizia. In quegli attimi mi chiedevo dov’era Dio e soprattutto perché non interveniva lenendo i dolori di papà. In quei momenti sembrava che Dio non esistesse o fosse occupato a fare altro, mi sentivo solo e abbandonato nella mia disperazione e il dolore interiore stava diventando insostenibile. Non si è mai preparati abbastanza ad affrontare sfide così importanti come quella di una malattia e, alle volte, la fede è tutto. Papà era una persona eccezionale, aveva dedicato la sua vita alla 14 - Ho Imparato a Ridere


famiglia e credeva nel valore dell’amicizia. Per i suoi amici lui era più che un amico o un fratello, era un vero e proprio punto di riferimento. Per lui gli amici erano una parte importante della vita. Era sempre a disposizione di tutti soprattutto nei momenti di difficoltà. Era amato da tantissime persone perché era un uomo che sapeva infondere gioia in ogni sua parola ed in ogni suo gesto. Quello che lo rendeva una persona speciale era la sua capacità di sdrammatizzare i problemi delle persone che incontrava, aiutandole a cogliere gli aspetti positivi della loro vita. Aveva sempre una parola buona per tutti ed il grande dono di dispensare sorrisi a chiunque lo incontrasse. Quello che ho sempre ammirato in lui era il profondo rispetto per ogni persona che lo avvicinava, sia nella vita privata sia in quella professionale. Papà amava organizzare feste di ogni tipo alle quali invitava sempre tantissime persone, la cosa che lo riempiva di gioia era poter vedere la gente felice. In quelle occasioni di festa e di spensieratezza si divertiva a fare l’attore e il trasformista e improvvisava scenette divertenti e autoironiche, strappando a tutti interminabili risate. Aveva il talento di far ridere le persone più grigie, quelle che non ridono mai. La sua risata era magnifica, entrava dentro al cuore delle persone. Per me e mio fratello papà non era un super eroe ma l’esempio ideale che avremmo dovuto seguire in ogni momento della nostra vita. Durante la malattia, in quei momenti di dolore, ebbi l’opportunità di scoprire un altro aspetto di papà, scoprii un uomo con una grande fede, in grado di accettare ogni cosa come volontà e manifestazione di Dio. La sua tranquillità interiore era il balsamo Prefazione - 15


che riusciva ad addolcire la rabbia che provavo per quello che gli stava capitando. Il fatto che quella dannata malattia lo avesse colpito per me era inaccettabile, non era possibile che una persona così buona, allegra e solare fosse stata condannata così crudelmente e nel momento più bello della sua vita. Ma che senso aveva tutto questo? Quale era il senso del dolore? Perché stava capitando tutto questo al mio papà? Dopo due mesi dalla diagnosi della malattia il suo corpo aveva subito una trasformazione incredibile, era deperito e oramai non aveva più le forze per camminare e per reggersi in piedi. Trascorse diversi mesi sdraiato sul letto di casa e, per cercare di alleviarlo, mi divertivo a massaggiargli i piedi e gli leggevo qualche buon libro sulla spiritualità e sul suo argomento preferito, gli Angeli. In quei momenti, essergli vicino, potergli esprimere il mio amore attraverso una carezza, un abbraccio o un massaggio avevano il potere di rilassarlo e di potermi rendere utile per lui. Nella disperazione di quei momenti io e mio fratello eravamo alla ricerca di ogni tipo di aiuto e di qualche miracolo che avesse potuto aiutare papà a guarire. Ero disposto a tutto per lui. Con il peggiorare della malattia iniziò per papà il pellegrinaggio della speranza che lo portò a girare diversi ospedali alla ricerca delle cure più adatte. La mamma si aggrappava con ogni forza alla fede e cercava di aiutare suo marito, accontentandolo in ogni richiesta. Ma più il tempo passava più quell’esperienza stava infierendo dentro di me, mi sentivo distrutto, ero arrabbiato e quello che mi dispiaceva era che non potevo fare nulla per poterlo guarire. Un giorno mi trovai solo con papà nella sua stanza d’ospedale ed ero particolarmente 16 - Ho Imparato a Ridere


nervoso per il peggiorare delle sue condizioni. Con grande dolcezza mi calmò e mi fece notare che l’ammalato era lui e che non avrei dovuto immedesimarmi nel suo dolore, che la mia vita comunque doveva continuare. Con quell’insegnamento mi fece capire quanto sia importante il rispetto verso chi soffre. In circostanze simili è difficile accettare e riconoscere che chi sta soffrendo è l’ammalato e non chi lo sta assistendo. Durante quei mesi trascorsi nei vari ospedali, nei quali i minuti diventavano ore e le ore giornate interminabili, ho potuto apprendere molto riguardo all’importanza delle relazioni che si creano tra gli ammalati e chi lavora negli ambienti ospedalieri. Lavorare a contatto con chi soffre è una missione ed è fondamentale, per la guarigione degli ammalati, somministrare loro le cure necessarie con attenzione e con amore. Anche in quei momenti così dolorosi papà aveva la forza di sorridere agli infermieri, ai medici e agli amici che lo venivano a trovare in ospedale. Quando le sue condizioni fisiche si aggravarono ci chiese di dire agli amici ed ai parenti che non era più necessario che venissero a trovarlo, voleva salvaguardare le persone dal provare un’inutile sofferenza nel vederlo soffrire, desiderava che i suoi amici lo ricordassero per la persona che era sempre stata, felice e sorridente. Una sera come tante altre ero arrivato in ospedale per assisterlo durante la notte. Prima di entrare nella sua stanza l’infermiere di turno mi chiamò all’interno della guardiola. Mi disse che le condizioni di papà si stavano facendo sempre più critiche e mi avvisò che presto avrebbe potuto perdere la sua lucidità a causa Prefazione - 17


delle massicce dosi di farmaci ai quali lo avrebbero sottoposto per evitargli la pena di una sofferenza insopportabile. Pensare che da lì a breve non avrei più potuto parlare con il mio papà mi gettò nella disperazione. Dopo aver parlato con l’infermiere entrai nella stanza di papà e abbracciandolo scoppiai a piangere disperato. Mi ero ripromesso che non avrei più pianto in sua presenza e che sarei stato sempre il suo sostegno, ma in quel momento tutta la vita pareva sfuggirmi dalle mani e continuavo a piangere aggrappato al mio papà. Quando riuscii a calmarmi mi staccò da lui e mi asciugò le lacrime accarezzandomi dolcemente. Oramai non aveva più la forza per parlarmi così mi fece segno di aiutarlo ad alzarsi dal letto e di accompagnarlo fuori dalla stanza. Gli dissi che era meglio che rimanesse disteso a letto per conservare le forze ma prendendomi per mano mi accompagnò fuori dalla stanza. Mi guardai attorno per cercare un infermiere che avrebbe potuto aiutarmi a riportarlo nella sua camera, ma nell’atrio del reparto eravamo soli, io e papà. Le luci nel corridoio erano quelle notturne, soffuse. Dopo qualche passo papà si fermò, mi guardò intensamente negli occhi e mi strinse forte a sé. Fuori era tutto buio e pioveva a dirotto. Con un filo di voce intonò il suo Valzer preferito e iniziò ad accompagnarmi in una danza stringendomi a sé. Il tempo pareva essersi fermato e lì, in quella notte buia, ci trovammo soli a danzare il suo ultimo Valzer. Quando papà si fermò mi prese le mani e guardandomi negli occhi mi disse: “Sii sempre felice”. Mi sentivo il cuore battere forte in gola e con un filo di voce gli dissi: “Te lo prometto papà”. 18 - Ho Imparato a Ridere


Da lontano ci corse incontro l’infermiere e quando mi arrivò vicino mi rimproverò per avergli staccato le flebo dal braccio. In realtà era stato papà a liberarsi da tutti quei fili, per essere libero di farmi vivere l’esperienza più bella della mia vita. Quella notte mi addormentai seduto sulla sedia vicina al suo letto ricordandomi delle sue ultime parole “Sii sempre felice”. Il giorno dopo papà entrò in coma e dopo qualche settimana lasciò il corpo. Quando la mamma mi comunicò la tragica notizia al telefono sentii un tonfo al cuore e in silenzio mi ricordai della promessa che avevo fatto a papà prima che lasciasse il corpo. Da quel momento iniziò la mia ricerca della felicità. Nel corso della sua vita, l’uomo ha molti obiettivi da raggiungere; fra questi il più elevato e il più prezioso è il conseguimento della Grazia di Dio e del Suo Amore.

“L’Amore di Dio gli darà in più quella grande saggezza di cui ha bisogno per raggiungere Shanti, la Pace Interiore.” -Sathya Sai Baba

Prefazione - 19



1 Lo Yoga dello Struzzo

“La vita è Amore, gioiscine. La vita è una sfida, affrontala. La vita è una canzone, cantala. La vita è un sogno, realizzalo. La vita è un gioco, giocalo.” -Sathya Sai Baba

Sin da bambino la mia vita è sempre stata abbastanza strana, curiosa e direi alquanto imprevedibile. Ho sempre ammirato quelle persone che hanno la capacità straordinaria di programmare ogni cosa della loro vita, come ad esempio: decidere con un anno di anticipo dove andare in vacanza o riuscire a pianificare nei dettagli ogni giorno della loro settimana. Io non sono mai riuscito a decidere con troppo anticipo quello che avrei fatto nella vita. Anzi, i momenti più straordinari che ho vissuto,


sono arrivati sempre senza calcolarli o prevederli, come il momento in cui io e Sara abbiamo deciso di sposarci o come la nascita delle nostre due figlie: Matilde e Sofia. Nella mia vita sono sempre stato attratto dai misteri dell’universo, dal mondo dell’ignoto e da quello della magia: ancora oggi rimango a bocca aperta davanti a chi mi sa sorprendere con un gioco di prestigio, l’illusionismo infatti è sempre stato una delle mie grandi passioni. Da bambino anziché giocare a calcio assieme ai miei coetanei, preferivo starmene da solo nella mia stanza a leggere libri sull’illusionismo e sulla storia della prestigiazione. Passavo ore a sognare ad occhi aperti davanti ai poster dei più grandi illusionisti della storia e nel mio cuore sognavo di poter diventare un grande mago. La curiosità di sapere di più sul mondo della magia mi spinse anche ad interessarmi dei fenomeni di parapsicologia. A quattordici anni presi in prestito dalla biblioteca della mia città un libro su esoterismo ed alchimia. Quando papà mi trovò tra le mani quel libro mi riaccompagnò subito in biblioteca per restituirlo facendomi promettere solennemente che non avrei mai più letto libri di quel genere. Quello che mi appassionava maggiormente era leggere i racconti della vita di personaggi straordinari che con il potere della mente riuscivano ad incantare le migliaia di persone che nei teatri del ‘900 assistevano alle dimostrazioni di questi incursori della mente. Tra tutti, quella che mi affascinava di più, era la vita straordinaria di Wolf Messing, un uomo dotato di grandi poteri psichici che aveva predetto con anticipo alcuni fatti importanti della storia, come la fine del potere di Hitler che, a causa di questa rivelazione, aveva messo una taglia di morte sul famoso chiaroveggente. Sia Albert 22 - Ho Imparato a Ridere


Einstein sia Sigmund Freud avevano conosciuto il giovane Messing, e lo ammiravano per le sue capacità soprannaturali. Leggendo la biografia di Wolf Messing scoprii che lasciò il corpo l’8 novembre 1974, data che, curiosamente, coincide con la mia data di nascita. Da bambino mi divertivo a tenere spettacoli di magia durante le feste di compleanno dei miei amici. Mi ricordo che un giorno ricevetti l’invito per esibirmi alla festa della parrocchia, nel teatro dell’oratorio, all’inizio dello spettacolo ero completamente raggelato dall’emozione, di fronte a me c’erano un centinaio di persone oltre ai miei genitori seduti in prima fila. Superato l’imbarazzo iniziale riuscii a stupire il pubblico con una serie di giochi di prestigio che avevo imparato leggendo il manuale di Silvan. Al termine dello spettacolo mamma e papà si alzarono in piedi per applaudirmi: fu in quel momento che decisi che da grande avrei fatto il prestigiatore. Gli anni dell’adolescenza sono stati anni felicissimi durante i quali ho potuto approfondire gli argomenti e gli aspetti più importanti dell’arte magica. Studiavo ore ed ore sui libri di magia e durante i fine settimana sfruttavo ogni occasione che poteva darmi l’opportunità di avere un vero pubblico, per esibirmi con nuovi numeri di prestigiazione. A diciassette anni ho debuttato come professionista a bordo di una nave da crociera e da allora per oltre vent’anni ho realizzato il sogno di quando ero bambino: trasformare la mia più grande passione in professione. 1 - LO YOGA DELLO STRUZZO - 23


In quegli anni ero particolarmente affascinato dalle ricerche sui poteri psichici e della mente. Un giorno chiesi a papà di accompagnarmi a Padova alla ricerca di qualche nuovo libro sull’argomento. Mi ricordo che entrammo in una libreria fornitissima, disposta su tre piani, all’interno della quale mi aspettavano migliaia e migliaia di libri. Avrei voluto trascorrere tutta la notte la dentro, amavo l’atmosfera magica che si poteva respirare tra il profumo di tutti quei libri. Dopo aver fatto un giro di perlustrazione, tra i vari scaffali, mi fermai davanti ad un ripiano e senza rendermene conto sentii il mio braccio allungarsi verso la mensola più alta. Alzandomi in punta di piedi presi a caso un libro dal titolo “L’uomo santo e lo psichiatra”. Sulla copertina c’era la foto di un Maestro Indiano dal volto sorridente. Quando papà mi raggiunse mi tolse dalle mani il libro e dopo aver letto il titolo mi disse: “Questo libro non fa per te! Mettilo a posto, non sei venuto qui a cercare libri sulla psichiatria”. Senza pensarci due volte gli ripresi dalle mani il libro e andai alla cassa per acquistarlo. Lui non poté far altro che raggiungermi e pagarlo. Quel giorno tornammo a casa in tre: io, papà e Sri Sathya Sai Baba. Una volta a casa, mi immersi completamente nella lettura del libro, scritto dallo psichiatra americano Samuel Sandweiss, che raccontava le sue esperienze personali vissute accanto a Sai Baba, ciò che mi colpì maggiormente fu che, a raccontare quegli episodi, che a tratti mi sembravano inverosimili, fosse un affermato medico psichiatra di San Diego. Terminai la letture del libro e, la notte stessa, feci un sogno nel quale mi vedevo al telefono mentre conversavo amichevolmente con 24 - Ho Imparato a Ridere


Sai Baba, il quale, ad un certo punto interrompendomi disse: “Presto tu e tua madre verrete qui da me, in India. Siate pronti a partire.” Al mattino, appena sveglio, raccontai il sogno ai miei genitori che dopo avermi ascoltato non dissero niente e continuarono a fare colazione come se non avessi detto nulla. Nel pomeriggio uscii di casa e andai all’agenzia viaggi per avere tutte le informazioni necessarie per fare un viaggio in India. Quando tornai a casa consegnai il preventivo a papà che mi disse: “Ammesso e concesso che potrai partire solo se accompagnato dalla mamma, spiegami perché vuoi proprio andare in India?” “Papà sento che è arrivato il momento di incontrare questo Maestro. Ho letto tutto il libro e quello che c’è scritto mi ha toccato il cuore. Desidero conoscerlo quanto prima. Ti prego, aiutami ad andare in India e ti prometto che farò tutto quello che vuoi, ti sarò per sempre grato!” Papà pazientemente mi rispose: “Mi dispiace, non ho la possibilità di pagare i biglietti ma, se metterai da parte i tuoi risparmi, tra un anno potrai andarci.” Lo guardai negli occhi e lo ringraziai perché sapevo che pur di rendermi felice avrebbe fatto qualsiasi cosa, quella volta purtroppo non c’era la possibilità materiale per realizzare il mio desiderio. Dopo circa una settimana arrivò inaspettatamente un assegno intestato a papà la cui cifra era esattamente pari al costo del viaggio in India, andata e ritorno per due persone! L’assegno era il rimborso degli interessi maturati di un’assicurazione, che aveva stipulato diversi anni prima e della quale si era dimenticato. Grazie a quella strana coincidenza del destino papà decise di regalarmi il viaggio in India e dopo venti giorni io e la mamma 1 - LO YOGA DELLO STRUZZO - 25


partimmo per Bangalore. Quando toccai con i piedi l’asfalto dell’aeroporto mi inchinai a terra e baciai Madre India. Era la prima volta che arrivavo in India eppure tutto mi era familiare. Gli odori che percepivo risvegliavano in me antichi ricordi, che forse il mio cuore non aveva mai dimenticato. Il tassista che ci stava attendendo fuori dall’aeroporto ci informò che proprio il giorno prima Sai Baba si era trasferito dal suo Ashram di Puttaparthi a quello di Whitefield, a pochi chilometri di distanza dall’aeroporto di Bangalore. Salimmo sul taxi che ci accompagnò in un alloggio per occidentali vicino all’Ashram. Dopo aver appoggiato le valigie in camera il tassista ci accompagnò all’interno del centro spirituale di Sai Baba. La coincidenza volle che, proprio in quel momento, il Maestro stesse dando il suo darshan alla folla, passeggiando tra le migliaia di persone sedute a terra in attesa di una sua parola, di un suo gesto. Quando il Maestro passava davanti ai devoti loro gli allungavano delle lettere ma era Lui a scegliere quali prendere. Quella fu la la prima volta in cui vidi quell’uomo vestito d’arancione e di cui avevo letto nel libro dello psichiatra americano. Sarà stato alto più o meno un metro e sessanta, riconoscibile per la folta chioma di capelli alla Jimmy Hendrix. Dava l’impressione di fluttuare nell’aria piuttosto che di camminare. Fu solo durante i giorni successivi del mio soggiorno in India che sentii di essere finalmente giunto all’incontro con il mio Maestro Spirituale. Un giorno, durante un Darshan, mi ritrovai a sedere in prima fila ed ebbi la fortuna di potergli parlare, senza accorgermene gli stavo ripetendo esattamente quello che gli avevo detto durante il sogno. 26 - Ho Imparato a Ridere


2 INDIA

Stai cercando la gioia e la pace in luoghi lontani. Ma la fonte della gioia è nel tuo cuore. Il paradiso della pace è in te. -Sri Sathya Sai Baba

Erano passati più di quindici anni dal mio primo viaggio in India e oramai non tenevo più il conto di quanti ne avevo compiuti per raggiungere fisicamente il mio Maestro. Poterlo vedere, durante i suoi darshan, era per me una grandissima benedizione, il suo sorriso aveva il dono di lenire le ferite inferte dalle esperienze della vita. Il suo sguardo riusciva a trasformarmi interiormente e quando avevo la fortuna di poterlo ascoltare, durante i suoi discorsi, o di potergli parlare, la sua voce melodiosa aveva un effetto calmante sulla mia mente. Ogni viaggio che avevo vissuto aveva portato più consapevolezza alla mia ricerca della felicità. Da sempre l’India, l’antica Bharat, è stata la culla delle più antiche tradizioni e religioni. In questo Paese la devozione dei suoi


Questo è il dono che desidero trasmettere alle mie figlie, perché dopotutto la vita è un’avventura fantastica, tutta da scoprire. Con il mio taccuino in mano decisi di lasciare alcune pagine vuote. Sulla prima pagina scrissi: “Esperienze di chi ha partecipato al WorkShock”. Iniziai scrivendo per primo la mia: “Imparando a ridere, ho imparato ad amare.”

“Love all, Serve all” “Ama tutti, Servi tutti” -Sathya Sai Baba

188 - Ho Imparato a Ridere



Richard Romagnoli workshock® meditations

L’Albero della Vita RILASSATI

Il primo CD di meditazione della collana Workshock® Meditation - Rilassati, Respira, Ridi. Il CD contiene una meditazione guidata dall’autore che fa parte delle meditazioni praticate all’interno dei Workshock® della Risata. Una meditazione profonda e guidata per raggiungere il rilassamento fisico ed interiore, ottima anche come meditazione anti stress. La formula “guidata” di questa meditazione ne permette la pratica anche alle persone meno esperte.

Musiche di Miten e Deva Premal

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Richard Romagnoli Mobile app

MyLaugtherCoach Alleniamo la felicitĂ attraverso una nuovissima App: MyLaughterCoach! Richard vi guiderĂ giornalmente nella vostra pratica di Yoga della Risata, per riportare nella vita i benefici della Risata Incondizionata!

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