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ESCURSIONISMO EQUESTRE

QUANDO L’ORGANIZZAZIONE DI UN TREKKING DIVENTA PROFESSIONE

Il trekking di più giorni, con pernotti fuori assieme ai nostri amici equidi, è sicuramente una delle più belle esperienze che gli appassionati di escursionismo equestre possano desiderare. Nulla però, nel viverla e nel farla vivere ad amici, allievi, clienti, può però essere lasciato al caso. Che ci si trovi in un contesto di pianura o di montagna, compito della Guida Equestre è fare in modo che per tutti il viaggio sia emozionale ed emozionante, ma allo stesso tempo con ampi margini di sicurezza. Primo tra le cose da considerare: il percorso. Sicuramente è necessario un buon orientamento sul campo, ma è altresì vero che, quando si ha dietro di sé una sezione, l’andare “per tentativi” non è tollerato. Per questo motivo è di fondamentale importanza lo studio approfondito della cartografia (cartacea e/o satellitare) relativa alla zona in cui si intende effettuare il trekking, in modo da pianificare il percorso valutando le distanze, le altimetrie, e i tempi di percorrenza delle varie tappe. Successivamente andrà fat-

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to un sopralluogo, che per sicurezza sarebbe sempre meglio effettuare a coppie da parte di 2 Guide. Lo stesso potrebbe essere effettuato anche due volte: una prima per valutare l’effettiva fattibilità, e una seconda, poco prima dell’evento, per accertarsi che le condizioni del terreno e del percorso non si siano modificate. Durante il sopralluogo, andranno ovviamente raccolti una serie di dati fondamentali, oltre al tipo di terreno e ai dislivelli già valutati sulla carta: tra le indicazioni

principali sono sicuramente da annotare i punti di abbeverata, i ripari e i posti tappa, di metà giornata e notturni, per i cavalli e i cavalieri, la copertura telefonica, le distanze da baite, rifugi e punti di soccorso, la possibilità di raggiungere la località da parte di un mezzo di assistenza…Tutte queste variabili rendono il nostro viaggio più o meno facile o difficile, e quindi più o meno proponibile a differenti tipologie di clienti e allievi. Indipendentemente dall’esperienza di cavalli e cava-

lieri, per quanto concerne la durata di ogni singola tappa, sarebbe sempre opportuno non superare le 6-7 ore di viaggio giornaliere: la stanchezza di cavalli e cavalieri potrebbe prendere il sopravvento e quindi rendere molto meno piacevole (e sicuro!) un viaggio di piacere. Anche i posti tappa vanno scelti con particolare accuratezza…Se è vero che dormire in tenda preparandosi la cena con il fornelletto campo può avere un fascino particolare, poter dormire almeno una notte in un letto, fare la doccia e consumare un pasto caldo al termine di una giornata comunque faticosa magari in alta montagna o nel caldo delle pianure può rappresentare un notevole valore aggiunto! Essere raggiungibili da un mezzo di assistenza consentirà invece di viaggiare meno “carichi”, di approvvigionare il cibo per i nostri cavalli senza troppi problemi, e inoltre

di poter facilmente ovviare ad per effettuare una eventuale un eventuale problema di un tesata a cui attaccare i cavalli equide o di un cavaliere! qualora, per la notte o anche L’ “accomodation” per i caval- solo in pausa pranzo, non sia li ci fornirà preziose indica- possibile attaccarli singolarzioni per i partecipanti: oltre mente. che allenato, in alcuni contesti Per quanto riguarda i singoli il cavallo dev’essere abituato binomi, dovranno essere tuta passare la notte all’aperto, ti dotati di bisacce che popiuttosto che legato, o ancora tranno contenere il pranzo in posta accanto a cavalli sco- qualora sia previsto al sacco nosciuti. e una giacca+pantalone antiE a livello di attrezzatura ca- pioggia. Sempre utile, un colvallo/cavaliere, cosa occor- tellino da tenere in tasca o re portare? Supponendo di nel marsupio! essere in zona pianeggiante, Ogni singolo cavallo avrà, atcollinare, o comunque di me- taccata alla sella o in bisacdia montagna, non dovranno cia, una lunghina di circa 3 mancare alla Guida: un kit di mt, da utilizzare durante le mascalcia per effettuare una soste. In pausa pranzo, sarà eventuale rimessa (in alterna- necessario togliere l’imboctiva, se non ci si sentisse sicu- catura. Se si possiede una ri, esistono le “scarpette”), un testiera tradizionale, ogni cakit di Pronto Soccorso equi- vallo dovrà avere la propria no ed umano, una corda lunga capezza, in bisaccia o lasciata sotto la testiera. Soluzione comodissima per ottimizzare, la testiera/capezza da trekking-endurance. Quanto alle bardature complementari, in base ai diversi soggetti si potrà decidere, specie nell’affrontare dislivelli e in base alla conformazione fisica dell’animale, di mettere un pettorale e un sottocoda. Al posto di un normale sottosella, specie in contesti montani, può essere messa una coperta militare ripiegata, che poi qualora si rendesse necessario per la notte può fungere anche da coperta termica per i cavalli.

Giorgia Ferrero

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