La giostra dei passi

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La giostra dei passi

di Enrico Menestrina



Alba Un raggio, poi un altro nell'oscura immensità di uno sguardo. Gli occhi fissano un punto uguale a milioni. L'eterna lotta tra luce e buio che si rincorrono senza mai prendersi, tra essere e non essere, tra morte e vita poi le foglie e le nuvole e l'orizzonte ed il cielo, tutto si ammanta di colore nuovo benchÊ noto. Riottose ombre danzano sciogliendosi all'incedere lento ed elegante del sole. Il mondo si rioffre ristorato dal suo sonno. E, come sempre, è l'alba.


Grande cuore (a mio nonno) La mia piccola mano nella grande tua si perdeva e si perdevano gli occhi nel mondo che mi mostravi. Volutamente burbero negli occhi avevi amore per questo figlio di figlia dal destino consegnato. Mi portavi con te a piedi e in bicicletta non per divertirmi ma per insegnarmi la vita. Non mi ricordo più le storie che raccontavi la sera quando si andava a letto dopo Carosello ma credo che fossero come le foto che sto guardando in bianco e nero, d'un tempo più duro ma che mi manca. Seduto su pietre a quote che solo ora i miei passi riscoprono mangiando poco perché solo poco c'era e bastava inossidabile la tua faccia triste e stanca e gli occhi che ancora dovevano vedere la guerra. Una piccola donna con un caldo sorriso a volte era presente sulle foto di gruppo e tu la notasti per farla diventare la madre di mia madre. Vorrei ora esserti stato pìù vicino ma si sa che chi manca di più è chi non potrà tornare e col senno di poi vorrei averti abbracciato nonostante le tue mani grandi avare di carezze nonostante i tuoi pochi sorrisi nonostante il tempo che ci separava. Ora il tempo mi ha reso forte e maturo come frutto bagnato di pioggia sull'albero le lacrime d'autunno si asciugano veloci e le mie mani stringono i ricordi più forte.


Mi resta solo una grigia foto su una grigia lapide che solo il tempo e il vento accarezzano e il tuo nome quando chiamo mio figlio e i tuoi passi che non mi accompagnano pi첫.


El silenzio Tasi! 'Cosa? 'Scolta! Ma cosa? Sera i oci e 'scolta. Ma mi no sento gnente! Come no te senti gnente! Ne' canto de grili ne' rumori de machine gnanca en sofi de vent. L'è propi quel che te volevo dir scolta la voze del silenzio el ga tante robe da dirte e nol ziga quando 'l parla.


Cos'è poesia Parole come rugiada sulle foglie assolate dell'anima. Mano rugosa che accarezza la testa di un bambino spaventato. Anche questo è poesia.


Dialogo con la Terra Ho chiesto alla Terra "Quanti anni hai ?" La Terra mi ha risposto "Tanti che tu non sai Sulle pagine di queste rocce Puoi leggere la mia storia Acqua, fuoco, vento e tempo Hanno plasmato le mie rughe Gli uomini mi hanno adorata Hanno abitato dentro di me Poi hanno alzato gli occhi al cielo Ed hanno visto un nuovo Dio Mi hanno usata per sfamarsi E bagnata d'acqua e sangue Hanno costruito case e templi E distrutto quelli diversi dai loro Hanno ucciso animali e piante Per plasmarmi come antichi Dei E quando si sono illusi d' avermi in pugno M'hanno lasciata per cercare Altre Terre da esplorare Ma nello spazio le ambizioni Pesano come petali di rosa Piccoli uomini vivete da un attimo Ma i miei attimi per voi sono secoli". Ho chiesto di nuovo "Quanti ancora ce ne dai ?" Silenzio e poi voce da lontano "Dipende da voi, lo sai".



Ad un amico Erravi per le strade di un mondo che volevi far migliore chioma fluente e occhi sinceri aperti su un futuro possibile troppo presto rubato in un freddo mattino esplorando la vita ad un passo dalla meta. Grazie da chi ti ha amato grazie da chi da te ha imparato a vivere. Ora ci sorridi per sempre da una piccola foto caldo sorriso su freddo marmo.


‌.E il sole se ne frega Nel gelo della memoria il gelo del cuore. Il filo spinato morde la tua carne e la tua mente. Muore la speranza e la vita che è in te. Ormai morto vaghi in cerca della tua anima ti hanno detto che è immortale. Ma l'unica cosa che trovi nella nebbia di Auschwitz sono gocce di lacrime ghiacciate sparse sul terreno strani riflessi quando spunta il sole. E il sole se ne frega.


Pianure Fin dove l'occhio si perde spazia la memoria correndo verso l'orizzonte lontanissimo che si sposta con i miei passi.


Cos'è felicità Molta gente chiede e si chiede cosa sia la felicità prova a pensare alla tua vita ed a cercarla dentro di essa. Molto spesso la ricerca porta all'esatto opposto ma la non ricerca porta all'opposto sicuro. Forse la vera felicità sta nella ricerca stessa. Io, intanto, continuo a cercare.


Dolorosi ricordi Successe un giorno ed era d'inverno un'oscura mano mi strappò il futuro il mio frutto cadde al di là del muro giovane sorriso cancellato nello specchio. Cadevano i miei giorni come pioggia sul tetto e scorrendo non scalfivano il dolore ed il rimpianto le mani che cercavano di risollevare il mio spirito accarezzavano la mia pelle e un apatico torpore. Le montagne non avevano più senso alcuno che ogni piccolo gesto era fatica insormontabile e la più ardua di tutte le fatiche un sorriso fuggito in superficie da un ricordo nascosto. Di quei giorni ricordo anche la pioggia che vedevo seppur il sole splendesse alto un tentativo non so quanto futile ed egoista di far piangere il mondo insieme a me. Ma una notte d'agosto tra sudate lenzuola una luce si accese nel buio dei miei incubi e il mio frutto apparve ed il suo sorriso illuminò la mia notte interiore e mi spinse a continuare. Fu cosi che ritornai a sognare e continuare la mia vita chi aveva spento la luce ne aveva riaccesa una nuova la vita non è solo nostra ma di chi ci sta' intorno questo io ho capito e per questo vivo giorno dopo giorno. Per costruire qualcosa dal dolore dei ricordi mescolando esperienze, speranze e illusioni si può riuscire a crescere a quarant'anni sognando ogni gesto e vivendo ogni sogno.



Serenità Chiudi gli occhi ascolti il silenzio nelle vene scorre pace nelle mani tocchi vita una brezza cancella i pensieri. E' inutile volare non serve correre l'universo ti sfiora e ti possiede senti pianeti girare vorticosamente le vie delle stelle accendersi ai tuoi occhi polvere di luna rischiara la mente. Le palpebre ridanno vita alla realtà e nel tuo cuore la strada è tracciata. Prendi ogni giorno e lo fai diventare importante la serenità del tempo passato ti accompagna e ti traghetta al domani.


Ode alla montagna Da immote acque odo lo scorrere del tempo su monti e prati e sento meco il disegno di una divina mano che cuore e respiro mi prende leggera. S'alza in volo lo spirito dell'anima mia beata e tra nuvole ardite e su cime innevate porta il timido mio pensiero. E il cuor mio si bea di tal visione.


Negli occhi di un figlio

Negli occhi di un figlio vedo il futuro che non ho vissuto occasioni che ho perso e mai ritrovato voglia di vivere smania di capire laghi confusi con mari lacrime come pioggia d'angeli cuore nelle orecchie come dopo una corsa migliaia di strade uguali ad altre ricordi troppo recenti per essere rimpianti ogni giorno è una pagina bianca riempita di bianco o nero senza errori senza sfumature arcobaleni in cieli senza nuvole gesti sempre nuovi ripetuti mille volte e amore, sconfinato e inconsapevole gli occhi miei dentro i suoi la mia vita alle spalle che continua lasciandomi indietro.



Passato Ecco il passato scorre nei tuoi occhi come un film scuote le foglie degli alberi sotto cui passerai riempie di vecchie voci i nuovi palazzi generazioni unite da ponti di deja-vu cassetti pieni di ricordi che nutrono speranze acqua che scorre è il tempo che passa giorni muti rimasterizzati in nuovi volti ombre che guardano avanti, aldilà del ponte per credere in un futuro possibile aldilà di ieri.


Capaci, 1992 Un lampo in un giorno di sole fiori d'arancio rosso sangue il cielo si colora d'asfalto è subito notte alla luce dei fuochi giovani occhi vedono morire speranze grida rabbiose di un popolo onesto lo Stato è solo passato d'essere sorridono gli uomini con poco onore ma le lacrime lavano il sangue le leggi sul tavolo fan rumore come spari ed ecco che l'isola diventa terra e la terra diventa legge e la legge diventa giustizia. Quando? Domani, rispondi. Oggi si combatte. Ancora.


Cuore di lago

Ali bianche ed ali nere volteggiano insieme disegnando spirali. Profumo di lago, d'acque limpide. E volteggiano su barche assonnate su fragili onde inventate dal vento. Il sole si specchia sotto i pontili e ferma la storia in immagini concentriche. Case smarrite in stanchi pensieri i colori dell'oggi nel bianco e nero di ieri. Fermarsi ad ascoltare il profumo salmastro è motivo di gioia, fresca tenerezza. Il cuore si posa in una stanca immagine di ricordo sbiadito ma fresco d'anima. Cuore di lago.



Attimi d'eterno Le gocce di rugiada che scorrono sul soffice velluto di una foglia. Il penetrante profumo di una rosa che come spina graffia il muro d'un ricordo. Il tempo che scorre sul tuo tempo e lascia sul tuo viso tracce d'esperienza. Il caffè del mattino ed un sorriso sincero. La timida carezza di un bambino che attraverso te vuole scoprire il mondo. La lenta corsa di una nuvola nel cielo seguendo un alito che fa socchiudere gli occhi. Un aereo che sorvola il mondo come il tuo sguardo dalla vetta piÚ alta. Attimi d'eterno.


Domanda o risposta Orizzonti infiniti davanti ai miei occhi non so ancora se mare, cielo o amore voglia di volare ma le mie ali sono inchiodate da troppi sogni infranti da mani troppo vuote ma c'è ancora vita in me non so se è una domanda o una risposta.


Il giardiniere e la rosa Il giardiniere la trovò una mattina di fine aprile rosa prematura che i raggi del sole riflessi su pavide gocce di rugiada rendevano splendente. Ed i suoi occhi la videro con prospettiva d'amore e la sua immagine com'era restò per sempre nella sua mente e la mostrò uguale a quel giorno. Il sole baciava il giardino e la pioggia lo dissetava i figli di Diana bramavano la mano dell'uomo per rendersi belli e grati al creato. Ma egli aveva occhi e vita solo per lei e del fogliame incantato non si curava. La dissetava ogni giorno con acqua di fonte serbandola dalle violente lacrime del cielo, le donava il miglior nutrimento portato da esotiche lande e toglieva dalle vicinanze qualsivoglia erba o creatura volante che avrebbero potuto offuscare una tal bellezza. E piano venne l'autunno e il giardino si colorò di mille colori ma lui incurante della pioggia di foglie e fiori intorno a sé si sedeva accanto al suo bene e le parlava. Lei, bella ed altera, non gli rispose mai ma l'uomo, accecato d'amore, udiva dolci melodie. Un giorno egli si risvegliò con un peso sul cuore. Corse al giardino e vide per la prima volta com'era diventato come riflessa in uno specchio rotto un'immagine deforme superando erbacce che fino a ieri non aveva mostrato di vedere giunse alla radura di lei e subito le s'inginocchiò davanti. La sua bellezza racchiusa in pochi petali posati sulla terra fredda,


la sua alterigia svanita come neve ai primi fuochi di primavera, l'eleganza del suo ondulare al vento trasformata in rigida postura. Il cuore dell'uomo si inabissò e la sua anima gridò di dolore. Le sue mani accarezzarono l'ultima volta quei vellutati petali e guardandosi intorno vide finalmente ciò che lo circondava. Decise così che mai più sarebbe stato abbagliato da un'unica fonte. La bellezza era tutta d'intorno e, seppur velata dall'incuria, risplendeva. Si alzò e si mise a camminare soffermandosi ad ogni cespuglio rinnovando il tacito patto che lo legava con quel luogo e gli promise eterna fedeltà. Poi, tornando indietro e calpestando i petali amati, si incamminò verso l'inverno.


Domenica mattina di buon'ora Polverosi alberi tentano invano di celare industriali brutture ai pochi passanti che con abbaianti compagnie scoprono un mondo divenuto piÚ piccolo. Corre un giovane vecchio rincorrendo l'età . Passeggio tra lerciume e timido verde, lattine semivuote e merda di cane. Com'è triste la città la domenica mattina di buon'ora. E la mia anima pure.


Paura Confusione Aria tesa Pensieri nascosti Lotta mentale Dolore intenso Dubbio esistenziale Cosa è giusto e cosa non lo è Sguardo vellutato segnato dal buio Buio di vita Buio di giorno Buio di sogno e di realtà Disperazione irrazionale Voglio arrivare fino in fondo In fondo ci sono le risposte Alla chiusura totale della vita Alla mia paura.


Fili Fili di ombre e di luce fili di guerra e di pace fili d'erba verde di gioventù con la faccia bruciata dal sole un giorno salirò fino alle nuvole, nei tuoi pensieri scaccerò i tuoi giorni bui riaccendendo il sole, legherò i fili che mi legano a te con nodi da marinaio niente più li potrà sciogliere, solo tu. Appoggiali sulla roccia del tuo cuore. Un cuore colmo d'amore che esce goccia a goccia io te lo raccoglierò in un bicchiere di cristallo e starò attento a non versarlo a terra. Quando il bicchiere sarà pieno mi ci tufferò e quando sarò al centro mi lascerò affondare e tu tirerai i fili appoggiandomi sul tuo cuore. Ed io come burattino mi rialzerò attaccato a te per la vita.



Il sentiero Si stacca dalle strade degli uomini come non facesse parte del tutto, un interrogativo mi coglie: sono io che vado o lui che mi porta? Tortuoso tra colline e sassi, diritto nei prati e nei campi, maestoso e fiero tra i dirupi, umile e discreto davanti alle croci. La strada è vergine e bianca come sposa di maggio, fiore di ciliegio che sboccia sotto i miei passi. La mèta è sempre oltre quella curva, in cima alla salita, in fondo alla discesa. La vita è un sentiero ed ogni sasso un incontro, ogni bivio una scelta, ogni passo un giorno in più. Sul monte di chi ti ama il tuo sentiero non finisce mai.



Salgo (Il sentiero 2) Salgo un piede avanti all'altro gocce di sudore lavano pensieri di alienante quotidianità l'ombra dei miei passi da sollievo agli occhi tra cespugli e pietre Salgo la natura mi prende nel cielo vanno i miei pensieri persi tra le nuvole del consueto e colgo a malapena il tempo che passa col rumore dei passi e vola sulle ali degli uccelli Salgo e dolgono le mie gambe incedono gridando la loro rabbia volgo lo sguardo al vuoto e nel vuoto vedo il mondo piccole vite in movimento in riva al fiume dell'esistenza Sono in cima e non c'è piÚ niente da salire niente da gridare ne' tacere nessun passo o gesto da fare solo un cielo di sole terso solo aria che odora di vita solo vita che mi dona quest'aria


La felicità è un sentiero di montagna che mani operose hanno creato che passi sudati hanno calcato e spiriti liberi hanno goduto.


Pensando a Oliviero Accarezza la roccia ed essa lo accoglie come madre severa e sposa devota negli occhi la neve di un lontano dolore che si perde nel bianco di un luminoso presente. Un destino beffardo gli strappò la giovinezza dandogli in cambio rabbia e dolore e un cuore grande e due braccia forti e nella mente un paio d'ali. Ali per sorvolare le vette e la vita e mani grandi d'un piccolo uomo cui non serve un cavallo per conquistare il mondo ma solo una scarpa per camminare e salire. Il suo mondo è la montagna che ha davanti la vita è nelle sue mani e con le mani si allaccia lo scarpone e sale ancora verso nuovi traguardi. Sempre nuovi cieli per te, Oliviero vola più lontano e porta con te i nostri cuori.


(dedicata al grande alpinista “disabile� Oliviero Bellinzani)


Pioggia Piove ed è una pioggia che bagna i pensieri fiori spenti prendono vita come i frutti ed i metalli da polveri mondati. Ho visto pioggia trasformare rivoli di vita in torrenti di morte immote pietre in rutilanti maliarde asfalti ruvidi di nero segnati in fiumi incontrollabili E uomini, uomini scappare a mendicar un tetto un sorso di requie, un posto sicuro Eppure siam fatti d'acqua e come l'acqua mutevoli scorriamo, fiumi sulle strade della vita carezzando pietre o travolgendole Nasciamo al buio d'oscuri antri materni viviamo lambendo i campi d'altrui vite riempiamo di fiori le nostre rive o le inondiamo del nostro fango sfociamo morendo in un mare che ci è ignoto Noi siamo la pioggia e possiamo essere sole Noi siamo semi e possiamo essere frutti Noi acque di vita Noi fiumi di morte.



Tempesta Quando la montagna è un cavallo imbizzarrito che scuote, soffia e grida sotto il tuo corpo impietrito il tuo nudo essere s'inginocchia e prega e scopre d'improvviso l'essenza di Dio. S'accanisce il mondo su sé stesso come cane che si morde la coda turbina la polvere intorno a te appesantita dalla sua stessa esistenza. Dopo un tempo che sembra infinito ti ritrovi nel sereno e nel pulito il sentiero si ritrova davanti agli occhi e sembra quasi che la natura dorma. Il discreto rumore di un battito di ciglia smuove ciò che è vita nelle cose immote e volge le tue mani al sorgere del giorno che timido attraversa le sbuffanti spire di acque volanti e tempestose. Ed è vita ciò che emerge vita quel che rimane speranza nel dolore il mondo ferito si scuote e continua la sua corsa.



La giostra dei passi Gira e rigira la storia ritorna la giostra dei passi che mai non si ferma per l'umana ignavia dei bicchieri bevuti e gli errori commessi sono sempre gli stessi corriamo all'indietro in questo gran girotondo solo chi copia l'antico salverà il mondo. Gira e rigira è il lento vagare di questo fiume in salita che lo sai porta al mare. Ed il mare sommerge di onde ti batte di odio e di botte di acqua e di latte. Gira e rigira ritorno ai miei monti sempre che nel frattempo abbian resistito i ponti. I punti d'incontro tra opposte sponde ed anche nei fiumi si fanno le onde. Onde che volano battono e innalzano fin dove è il cielo


e dove arriva un sentiero. E da lĂŹ ricomincia la giostra dei passi che perde il suo tempo a tirare i suoi sassi.


Riflessioni di un padre in una notte di luna Ho guardato in faccia la luna ed aveva gli occhi stanchi voleva andarsene dal cielo per brillare di luce propria. Quel che succede ai figli stanchi di subire passato s'incamminano nel mondo lasciandoci rimpianti. Momenti che si perdono parole gridate invano ritornano a tormentare la solitudine di un padre. E se il telefono squilla graffiando le ferite maledici la tua lingua che non sa dire niente che già non sia stato detto o che non riaccenda l'antico conflitto. La luna strizza gli occhi o almeno cosÏ mi sembra probabilmente è già mattina ed è stanca del proprio lavoro. E' meglio non dormire per pianto di bambino oppure non dormire per ansia d'un ritorno? Un'altra notte spesa invano guardando con occhi assonnati immagini di un breve passato finito troppo in fretta.



Passi nella pineta in riva al mare Pioggia. Seppur passata sei presente vicino al mare e il forte odore di salsedine si mescola al profumo di felci e della resina. Il verde nasconde vita inconsapevole forte d'istinto. Tra spazi assolati ed ombre umide cercano i miei occhi salite languide ma non c'è monte all'orizzonte ne' aria pungente alle nari. Solo giochi di luce ed ombre sul sentiero somigliano questi passi ai miei usuali. Camminando mi ritrovo in riva al mare dove all'orizzonte l'azzurro diventa blu e il vento percuote spiagge e scogli. Lunghe estati di vita piene, sogni e problemi messi da parte per brevi istanti di vuoto piacere. La sabbia tiene per brevi istanti i passi miei come fosse neve ma l'onda ladra nel ribollire fugge colpevole e con essa il mio passaggio. Ecco il mare che ci vide nascere che cerca nel nostro passare l'anima calpestata.



Vieni vita io sono qui Vieni, vita, io sono qui, caduto nei cespugli dell'esistenza, fagocitato da ore inquiete e remoti traguardi. Riportami la calma del tuo abbraccio il viso tuo sorridente sotto un mantello grigio. Ridammi l'incoscienza di giovani occhi che scoprono giorno per giorno la vita che guardano ma non vedono le brutture della ragione. Scegli per me una musica soave che sappia graffiare l'anima accarezzando il cuore che prenda le mie mani e le riallacci ad altre che lavi il mio viso con carezze leggere. Fammi trovare scarpe per andare lontano valigie grosse ma leggere piene di ricordi piacevoli e sassi di nuvole. Vieni, vita, io sono qui, e sto aspettando ormai da troppi anni.


(foto di Ilaria Mosna)


Viaggio non viaggio Il nostro viaggio è un non viaggio cerchiamo pezzi del nostro mondo dove il nostro mondo non c'è cerchiamo la felicità dove ci sono solo falsi sorrisi. Abbiamo girato il mondo visto la pelle cambiare colore udito suoni sconosciuti odorato profumi alieni. Ma abbiamo mai stretto le mani che hanno dissodato quelle terre mai toccato le spalle che costruirono le case e le strade guardato negli occhi di pioggia di chi vede quei cieli tutti i giorni abbiamo mai veramente camminato tra la vita e la gente? Chiusi nei nostri hotel cinque stelle tutto compreso e tre pasti al giorno escursioni guidate per non vedere il monumento uomo villaggi vacanze che parlano con la nostra lingua o con quella di chi ha solo preso e dato mai. Vorrei le vesti da lavoro al posto dei costumi come formiche nelle baracche di lamiera invece dei bungalow acqua putrida nelle bottiglie della Perrier e mani rugose al posto degli anelli vorrei vivere insieme a loro, ai reietti del mondo e dividere i miei passi con i loro a piedi nudi ascoltare il suono della terra e del cielo vivere giorno per giorno e notte per notte. Ma io ho una vita diversa e un biglietto di ritorno dentro di me preconcetti e paure che non conosco carta di credito e internet, pelle bianca e università il mondo è lo stesso ma il cuore è diverso io posso dare, gridare e poi andare loro gridano, vanno e poi restano.


(artista sconosciuto)


a Katia e Marco, inchiostro della mia penna






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