Storie d'anima

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Storie d'anima

di Enrico Menestrina


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“Preferisco il ridicolo di scrivere poesie al ridicolo di non scriverne� (Sentito dire)


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Storie d'anima

Credo che la fantasia sia patrimonio comune di tutti i bambini ( chi più, chi meno) e che sia l'ambiente circostante ad aiutarne l'indirizzo verso fini costruttivi. La cruda realtà della vita mi ha portato a perdere molta di questa capacità di fantasticare e, verso i 30-35 anni, mi sono accorto che le mie notti e quel che è peggio, i miei giorni, erano senza sogni. La coscienza di ciò mi faceva male perché il sogno è una parte essenziale della nostra vita, qualcosa che ci fa andare avanti anche quando la benzina è finita, qualcosa che non si vede e non si sente ma che se manca, si nota. Non so se è stata la nascita di mio figlio o alcune tegole staccatesi dal tetto della vita che, colpendomi in testa, mi hanno fatto riconsiderare alcuni aspetti della mia esistenza e donandomi una nuova consapevolezza di me stesso mi hanno fatto ricominciare a sognare. Sognare ad occhi aperti, come ai tempi della scuola, come quando la vita stessa era un sogno. Ho voluto mettere per iscritto alcuni di questi brandelli di sogno per non farli scappare o evaporare come neve al sole. La fantasia o se vogliamo, la capacità di guardare la realtà in modo diverso è come il sale nella minestra della vita, da sapore a qualcosa che entra dentro di te e, se condiviso, può aiutare chi magari non ha la stessa fortuna. Credo che queste siano le mie storie d'anima, perché è da lì che vengono. Enrico Menestrina


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Capitolo 1 Varie ed eventuali

Le mie poesie parlano di me, raccontano quello che nei miei (tanti?) anni di vita ho cercato di nascondere oppure ho gridato ad alcune persone che, non per colpa loro forse, non mi hanno ascoltato. In una specie di autopsicanalisi, facendomi allo stesso tempo dottore e paziente, mi metto all'esterno di quello che sono e mi guardo da una posizione che oserei definire privilegiata. Eviscerando in totale tranquillitĂ e autoironia alcuni comportamenti, sogni e speranze magari sepolte fino a poco prima nel mio inconscio senza per questo volerle spiegare, le racconto, in terza persona, come non mi riguardassero. Spero che queste piccole storie possano essere per qualcuno grandi braccia e che facciano sentire bene, anche se solo per pochi istanti, chi ne sarĂ circondato.


5 Infiniti universi

Deserti montagne pianure oceani cieli spazi infiniti in cui perdersi e ritrovarsi ma niente è infinito più dell'anima mia. Il confine non esiste e la mia mente non è che un granello l'universo è nulla l'anima è il tutto in ognuno di noi. Sciogli le vele della tua mente parti per nuove sponde per infiniti universi dentro di te.


6 Comodato d’uso

Tu mi appartieni come mi appartiene il mondo, come m’appartiene l’aria che respiro. Mi è stata data in comodato d’uso come tutto il resto. Qualcuno verrà un giorno futuro A chiedermene conto e restituzione, se l’ho trattata bene e l’uso che ne ho fatto e se dovrò pagare pagherò. Tutti dovremo pagare prima o poi. Abbiamo un conto aperto con la speranza ed il saldo è sempre in rosso.


7 Tra due punti

La nostra vita è una linea tra due punti: il primo fatto di rumore, grida di dolore poi sorrisi stanchi e notti bianche per soddisfare il bisogno elementare di vivere; il secondo fatto di luce e poi di tenebre dove il dolore è solo una variabile e il divenire una parola estinta. Ma tra le grida e il dolore, tra il nascere e il dipartire la linea fa molte curve, alcune a gomito, altre di scarso raggio ed in mezzo c'è il nostro esistere che corre su di un filo, a volte sottile, a volte doppio. Quando conoscerò chi tira le mie fila e mi chiederà se ne sono rimasto soddisfatto io risponderò solamente:"Ho vissuto!"


8 Vieni vita io sono qui

Vieni, vita, io sono qui,

caduto nei cespugli dell'esistenza,

fagocitato da ore inquiete e remoti traguardi.

Riportami la calma del tuo abbraccio

il viso tuo sorridente sotto un mantello grigio.

Ridammi l'incoscienza di giovani occhi

che scoprono giorno per giorno la vita

che guardano ma non vedono

le brutture della ragione.

Scegli per me una musica soave

che sappia graffiare l'anima accarezzando il cuore


9 che prenda le mie mani e le riallacci ad altre

che lavi il mio viso con carezze leggere.

Fammi trovare scarpe per andare lontano

valigie grosse ma leggere

piene di ricordi piacevoli e sassi di nuvole.

Vieni, vita, io sono qui,

e sto aspettando ormai da troppi anni.


10 Goccia di lacrima

Al di fuori di me che cosa c'è rade stelle nell'ombra al di fuori la vita cosa fa passa e non si ferma guarda la farfalla ali e cuore in alchimia brevi attimi d'intenso vivere e solo poca polvere rimane portata dal vento. Goccia di lacrima non scorrere resta a guardare l'infinita risacca che bagna i piedi del nostro vivere.


11 Fili Fili di ombre e di luce fili di guerra e di pace fili d'erba verde di gioventù con la faccia bruciata dal sole un giorno salirò fino alle nuvole, nei tuoi pensieri scaccerò i tuoi giorni bui riaccendendo il sole, legherò i fili che mi legano a te con nodi da marinaio niente più li potrà sciogliere, solo tu. Appoggiali sulla roccia del tuo cuore. Un cuore colmo d'amore che esce goccia a goccia io te lo raccoglierò in un bicchiere di cristallo e starò attento a non versarlo a terra. Quando il bicchiere sarà pieno mi ci tufferò e quando sarò al centro mi lascerò affondare e tu tirerai i fili appoggiandomi sul tuo cuore. Ed io come burattino mi rialzerò, attaccato a te per la vita.


12 Cos'è felicità ?

Molta gente chiede e si chiede

cosa sia la felicitĂ

prova a pensare alla tua vita

ed a cercarla dentro di essa.

Molto spesso la ricerca

porta all'esatto opposto

ma la non ricerca

porta all'opposto sicuro.

Forse la vera felicitĂ sta nella ricerca stessa.

Io, intanto, continuo a cercare.


13 Ritiro a domicilio Apparve come una luce nel buio di una stanza con tutto di lei che al desiderio dava speranza. Le spiegai rapito quel che io volessi e quasi volando mi gettai sui suoi passi. La magia dei suoi fianchi e dei capelli neri risvegliò dentro me lussuriosi pensieri. Avevo colto nel suo sguardo quella tal complicità che mi trasmettevano le sue morbide rotondità. La mia bocca restava aperta nell'ammirare ciò che tra breve avrei certo potuto toccare. Lei si fermò accanto ad un ripiano con sapiente destrezza si mosse la sua mano, poi mi porse ciò che ero venuto a cercare la ricevuta firmata, me ne dovevo andare. Risvegliando la mia mente dall'impossibile chimera uscii nel pomeriggio che s'era fatto sera.


14 Rincorri un sogno

Rincorri un sogno. Nuvole nel cielo d'occidente, portano pioggia o i miei pensieri; rincorri un sogno, un cerbiatto impaurito la foresta è una madre fedele. Se tu rincorri un sogno non perderti nei meandri della realtà . La gente passa e non si ferma. Rincorri un sogno dentro le ombre della notte la luna illumina pigra la strada.


15 Rincorri te stesso forse sei sogno anche tu ma non fermarti ad aspettarti. Rincorri un sogno chiudi gli occhi e continua a correre, attento alle lacrime ed ai sorrisi. Rincorri una luce fuoco fatuo di ponente, su civiltĂ ormai sepolte Rincorri lei se il sogno mette le ali afferrale il cuore, accarezzalo ma non lasciarlo scappare.


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Cos'è poesia

Parole come rugiada sulle foglie assolate dell'anima questo è poesia.


17 Non

Non toglierti il sentiero da sotto le scarpe non levarti gli occhiali mentre guardi il sole non sciogliere la neve mentre cade non guardare il film prima di leggere il libro non gridare quando hai il mal di gola non dare la mano senza essere pronto a stringerla non bere il caffè in un solo sorso non insistere quando sai di aver perso non sentirti perso fino alla fine non vivere la tua vita in un secondo ma vivi ogni secondo come fosse la tua intera vita.


18 Viaggio non viaggio

Il nostro viaggio è un non viaggio cerchiamo pezzi del nostro mondo dove il nostro mondo non c'è cerchiamo la felicità dove ci sono solo falsi sorrisi. Abbiamo girato il mondo visto la pelle cambiare colore udito suoni sconosciuti odorato profumi alieni ma abbiamo mai stretto le mani che hanno dissodato quelle terre mai toccato le spalle che costruirono le case e le strade guardato negli occhi di pioggia di chi vede quei cieli tutti i giorni abbiamo mai veramente camminato tra la vita e la gente? Chiusi nei nostri hotel cinque stelle tutto compreso e tre pasti al giorno escursioni guidate per non vedere il monumento uomo villaggi vacanze che parlano con la nostra lingua o con quella di chi ha solo preso e dato mai. Vorrei le vesti da lavoro al posto dei costumi come formiche nelle baracche di lamiera invece dei bungalow acqua putrida nelle bottiglie della Perrier e mani rugose al posto degli anelli vorrei vivere insieme a loro, ai reietti del mondo


19 e dividere i miei passi con i loro a piedi nudi ascoltare il suono della terra e del cielo vivere giorno per giorno e notte per notte. Ma io ho una vita diversa e un biglietto di ritorno dentro di me preconcetti e paure che non conosco carta di credito e internet, pelle bianca e università il mondo è lo stesso ma il cuore è diverso io posso dare, gridare e poi andare loro gridano, vanno e poi restano.


20 Un viaggio nel viaggio

Certe mattine quando il freddo attanaglia il respiro le due ruote aggrappate all’asfalto assomigliano a ramponi piantati nel ghiaccio. E la strada diventa più lunga, i colori diversi dall’oscuro cromatismo. Le poche vite ambulanti nelle buie strade guardano avanti, nei pochi metri di libertà che le separano dalla quotidianità come in un sogno, Un viaggio nel viaggio.


21 Strani incubi

Quegli strani incubi che arrivano a volte sul far dell'alba e son così reali tanto più il chiarore del giorno si insinua tra le persiane ti scuotono il corpo con la violenza lancinante del rimorso come inaspettati treni che tutto travolgono sulle rotaie del destino. A volte non basta la sveglia per interrompere i tuoi sogni e non c'è doccia che lavi la sensazione di già visto. Come fosse un gesto di ieri che ripeti all'infinito apri la porta per affrontare il giorno che ti sta aspettando. Ed il suo sorriso non potrebbe essere più falso, la sua cravatta non potrebbe essere più stretta, il suo caffè non potrebbe essere più amaro. Quando ti rendi conto che hai solo sognato la tua vita le tue mani si stringono a pugno, per minacciare il destino. Questa sera niente peperonata.


22 La penna e la lingua Dare voce ai pensieri

che non siano solo farfalle nel buio

ma brillanti lucciole, vibranti apostrofi

far ruotare la penna sul foglio

come avviso di un terremoto di parole.

Luci ed ombre accarezzate allo stesso modo

Con difesa ed attacco racchiusi in una virgola

Abbracciati sotto una coperta di grida mute

Danzano suoni in giri di rutilanti valzer

Che ammantano di velluto parole di seta.

Millenni occorsero all'umane genti


23 per forgiare con bavose lingue affilate spade d'idee

e millenni passarono prima che tali idee potessero volare in libertà.

Che cos'è la libertà se non il soffio della vita che ti corre incontro,

con parole di fuoco o di seta che possono uccidere o accarezzare.

Quando il mio alito si spegnerà inesorabilmente

vorrei solo avere la forza di sentire il suono delle mie parole

rivolte ad un futuro per me già chiuso e vederle volare verso l'eterno.


24 SerenitĂ

Chiudi gli occhi ascolti il silenzio nelle vene scorre pace nelle mani tocchi vita una brezza cancella i pensieri. E' inutile volare non serve correre l'universo ti sfiora e ti possiede senti pianeti girare vorticosamente le vie delle stelle accendersi ai tuoi occhi polvere di luna rischiara la mente. Le palpebre ridanno vita alla realtà e nel tuo cuore la strada è tracciata. Prendi ogni giorno e lo fai diventare importante la serenità del tempo passato ti accompagna e ti traghetta al domani.


25 Domanda e risposta

Orizzonti infiniti davanti ai miei occhi non so ancora se mare cielo o amore. Voglia di volare ma le mie ali sono inchiodate da troppi sogni infranti, da mani troppo vuote. ma c'è ancora vita in me....... non so se è una domanda o una risposta.


26 La giostra dei passi

Gira e rigira la storia ritorna la giostra dei passi che mai non si ferma per l'umana ignavia dei bicchieri bevuti e gli errori commessi sono sempre gli stessi corriamo all'indietro in questo gran girotondo solo chi copia l'antico salverà il mondo. Gira e rigira è il lento vagare di questo fiume in salita che lo sai porta al mare. Ed il mare sommerge di onde ti batte di odio e di botte di acqua e di latte. Gira e rigira


27 ritorno ai miei monti sempre che nel frattempo abbian resistito i ponti. I punti d'incontro tra opposte sponde ed anche nei fiumi si fanno le onde. Onde che volano battono e innalzano fin dove è il cielo e dove arriva un sentiero. E da lÏ ricomincia la giostra dei passi che perde il suo tempo a tirare i suoi sassi.


28 Paura

Confusione Aria tesa Pensieri nascosti Lotta mentale Dolore intenso Dubbio esistenziale Cosa è giusto e cosa non lo è Sguardo vellutato segnato dal buio Buio di vita Buio di giorno Buio di sogno e di realtà Disperazione irrazionale Voglio arrivare fino in fondo In fondo ci sono le risposte Alla chiusura totale della vita Alla mia paura.


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Capitolo 2 Persone

Mi piace guardare i volti delle persone. Leggere nei loro occhi le storie che nessun libro racconterĂ mai. Non importa se la maggior parte delle storie che vi leggo sono inventate perchĂŠ corrispondenti all'immagine che un certo volto lascia nei miei occhi e che il mio cervello elabora in un modo assolutamente personale. Tali storie durano un secondo e poi fuggono, assieme ai proprietari di quei volti, come inseguite dalla realtĂ che le ucciderebbe intersecandosi con esse. A volte le poesie escono da queste storie, come facenti parte della loro anima che in un ultimo volo prima della caduta riesce a planare su un foglio ed a lasciarvi un' impronta, un sussurro, un refolo di vita.


30 A Mariano

Erravi per le strade di un mondo che volevi far migliore chioma fluente e occhi sinceri aperti su un futuro possibile troppo presto rubato in un freddo mattino esplorando la vita ad un passo dalla meta. Grazie da chi ti ha amato grazie da chi da te ha imparato a vivere. Ora ci sorridi per sempre da una piccola foto caldo sorriso su freddo marmo.


31 All'ombra di un deserto (Lampedusa 2011) Sono nato all'ombra di un deserto ed ho attraversato il mare che è solo un deserto pieno d'acqua. Il grande blu faceva paura ma la fame ne faceva di più. Nelle tv si vedeva gente felice che vinceva denaro e mangiava sempre. Ed allora ho giocato la mia vita per un sogno ed un lavoro e mia madre piangendo dietro il velo mi diede la sua benedizione e tutti i suoi risparmi. Sono arrivato dopo notti insonni piangendo sale e pregando Dio ed ho trovato gente buona che mi ha dato pane ed un sorriso. Ma la gente cambia ed il sorriso mutò in grida di rabbia e d'odio come se io ed i miei compagni di sogni fossimo cagione dei mali del mondo. Ora sono sul pullman che mi riporterà a casa. Ma quale casa? Casa è un posto in cui vivere e sognare insieme alla famiglia ed alla dignità che solo un lavoro ti può dare ed io questo cercavo nel paese oltre il mare.


32 Autoanalisi

Chiedile se la sto davvero amando o sto sempre più solo accontentando me stesso vivendo la normalità d'una routine come un'epopea che appaga soltanto la mia voglia di essere padrone del mio tempo. Dimmi se davvero il mio vivere è solo un'ordalia contro il destino dal cui giudizio mi rimando assolto per insufficienza di prove. Dimmi se questa smania di promesse che ho dentro mi viene solo dal mio aspro divenire e la voglia di conoscenza un desiderio di riscatto per il mio modesto crescere. Chiedi a questa faccia che ti sta davanti foriera di domande alle quali non sa d'aver già espresso le risposte perché elucubra e s'alambicca invece di, semplicemente, vivere.


33 Avrei voluto Avrei voluto nascere da figlio di signore diventare guida e faro di un impero commerciale ma signore sono solo d'un miserrimo tavolino dove sparpaglio rimpianti e sogni giocandoci a nascondino. Avrei voluto essere un grande condottiero che incanta genti ed eserciti alla conquista di un impero ma sono in grado di condurre solamente pochi passi se le mie scarpe non si bucano e il cuore non si perde tra i sassi. Avrei voluto diventare un grande presidente dall'alto della mia eloquenza incantare la mia gente ma presiedo solamente nel condominio qualche riunione col solo risultato di non poter calmare nessuna discussione. Avrei voluto diventare un intrepido scalatore che guarda il mondo dall'alto in basso ed è sempre un vincitore Ma scalare mi fa paura e l'altezza mi fa tremare alle montagne ed alle nuvole preferisco il lungomare. Avrei voluto nascere con ali di gabbiano per volare tra gli uomini o per andarmene lontano ma le ali mie le ho perse quando ho perso la fantasia ed ora dormo senza sognare, tra il cinismo e l'apatia. Avrei voluto crescere, diventare un gran poeta rivestire il laido mondo con parole di seta ma anche la seta si sa dopo un po' infeltrisce e la vita che mi è data piÚ non si stupisce. La vita che mi è data forse non come volevo ma ho solamente questo calice e senza indugi ora bevo.


34 Dolorosi ricordi

Successe un giorno ed era d'inverno un'oscura mano mi strappò il futuro il mio frutto cadde al di là del muro giovane sorriso cancellato nello specchio. Cadevano i miei giorni come pioggia sul tetto e scorrendo non scalfivano il dolore ed il rimpianto le mani che cercavano di risollevare il mio spirito accarezzavano la mia pelle e un apatico torpore. Le montagne non avevano più senso alcuno che ogni piccolo gesto era fatica insormontabile e la più ardua di tutte le fatiche un sorriso fuggito in superficie da un ricordo nascosto. Di quei giorni ricordo anche la pioggia che vedevo seppur il sole splendesse alto un tentativo non so quanto futile ed egoista di far piangere il mondo insieme a me. Ma una notte d'agosto tra sudate lenzuola una luce si accese nel buio dei miei incubi e il mio frutto apparve ed il suo sorriso illuminò


35 la mia notte interiore e mi spinse a continuare. Fu cosi che ritornai a sognare e continuare la mia vita chi aveva spento la luce ne aveva riaccesa una nuova la vita non è solo nostra ma di chi ci sta' intorno questo io ho capito e per questo vivo giorno dopo giorno. Per costruire qualcosa dal dolore dei ricordi mescolando esperienze, speranze e illusioni si può riuscire a crescere a quarant'anni sognando ogni gesto e vivendo ogni sogno.


36 Eterna umana insoddisfazione

Ogni medaglia ha due facce cosÏ come la vita ogni momento sembra brutto mentre lo stai vivendo oppure non riesci a goderlo appieno se ti sembra appagante. Poi lasciando scorrere un po' d'acqua sotto il tuo ponte ti volgi indietro e nella nebbia indistinta del ricordo un raggio di sole illumina la tua mente. Riesci a trovare il lato positivo a ciò che ti sembrava cosÏ nero oppure ricordando poco ciò che ti faceva star bene ne sminuisci il ricordo colorandolo di grigio. Ah, l'eterna umana insoddisfazione che fa inciampare il tuo volo contro i sassi quando sei a due passi dal cielo.


37 I poeti I poeti ascoltano il vento per udire parole che non sono state dette mai e le scrivono con penne d’oca virtuali spargendo l’inchiostro su fogli fantastici. I poeti guardano le persone negli occhi ma non vedono niente che sia vero, ti leggono nel cuore le emozioni e poi le declamano come fossero loro. I poeti mangiano poco ma quel poco deve essere saporito perché il sapore della conoscenza non deve alterare quello dell’appetito. I poeti spesso ascoltano musica che varia a seconda del loro umore. Non sono monotematici hanno Mozart nelle orecchie ed un blues nel cuore. I poeti prendono il sole e lo sanno girare intorno al loro mondo, e la luna e le stelle diventano attori di commedie improbabili. I poeti vestono male perché nello specchio vedono solo ciò che non c’è ed immaginano mondi aldilà dell’immaginabile. La realtà si fonde nei loro occhi grandi con le promesse di un’esistenza che li vedeva vincitori. Ora pensa se ti conviene essere poeta o essere dabbene, sprecare il tuo fiato ed il tuo tempo per cercare di cambiare un mondo già morto dentro. Ed oltre tutto il mondo cambia troppo in fretta pur restando immobile nello spazio. Di pochi sogni arrivati troppo in fretta Ci restano solo pochi attimi per cui abbiamo già pagato dazio.


38 Il giardiniere e la rosa Il giardiniere la trovò una mattina di fine aprile rosa prematura che i raggi del sole riflessi su pavide gocce di rugiada rendevano splendente. Ed i suoi occhi la videro con prospettiva d'amore e la sua immagine com'era restò per sempre nella sua mente e la mostrò uguale a quel giorno. Il sole baciava il giardino e la pioggia lo dissetava i figli di Diana bramavano la mano dell'uomo per rendersi belli e grati al creato. Ma egli aveva occhi e vita solo per lei e del fogliame incantato non si curava. La dissetava ogni giorno con acqua di fonte serbandola dalle violente lacrime del cielo, le donava il miglior nutrimento portato da esotiche lande e toglieva dalle vicinanze qualsivoglia erba o creatura volante che avrebbero potuto offuscare una tal bellezza. E piano venne l'autunno e il giardino si colorò di mille colori ma lui incurante della pioggia di foglie e fiori intorno a sé


39 si sedeva accanto al suo bene e le parlava. Lei, bella ed altera, non gli rispose mai ma l'uomo, accecato d'amore, udiva dolci melodie. Un giorno egli si risvegliò con un peso sul cuore. Corse al giardino e vide per la prima volta com'era diventato come riflessa in uno specchio rotto un'immagine deforme superando erbacce che fino a ieri non aveva mostrato di vedere giunse alla radura di lei e subito le s'inginocchiò davanti. La sua bellezza racchiusa in pochi petali posati sulla terra fredda, la sua alterigia svanita come neve ai primi fuochi di primavera, l'eleganza del suo ondulare al vento trasformata in rigida postura. Il cuore dell'uomo si inabissò e la sua anima gridò di dolore. Le sue mani accarezzarono l'ultima volta quei vellutati petali e guardandosi intorno vide finalmente ciò che lo circondava. Decise così che mai più sarebbe stato abbagliato da un'unica fonte. La bellezza era tutta d'intorno e, seppur velata dall'incuria, risplendeva. Si alzò e si mise a camminare soffermandosi ad ogni cespuglio rinnovando il tacito patto che lo legava con quel luogo e gli promise eterna fedeltà. Poi, tornando indietro e calpestando i petali amati, si incamminò verso l'inverno.


40 Lo scrittore

Mi piacerebbe raccontare le storie vere quelle normali che proprio perchè vere e nostre sono speciali. Raccontare la vita vera quella di tutti i giorni i pianti alle partenze e gli abbracci dei ritorni. Di figli avuti per amore e di figli lasciati nei guai, della vita che per alcuni è un peso e di chi non vorrebbe andarsene mai.


41 Mi piacerebbe raccontare il vento che accarezza capelli ed esistenze asciuga le lacrime di chi piange cancella guerre, frantuma alleanze. Il lavoro giorno dopo giorno ti uccide i sogni e la giovinezza lasciando poi nelle stanche mani solo un senso di vuoto e d'amarezza. Ma ciò che voglio davvero raccontare è quel soffio di grandezza d'ogni esistenza nelle piccole cose d'ogni giorno e d'ogni ora in cui perdiamo il tempo ma troviamo la vita.


42 Perduto amore Ti ricorderò perduto amore. I tuoi boccoli d'oro sulle spalle nude e l'aria salmastra del piccolo lago ci faceva sognare, il sole d'agosto che splendeva nei tuoi occhi di mare. Io ti toglievo gli occhiali e vedevo nei tuoi i miei occhi d'amore, una cosa che mai prima d'allora mi si era rivelata e che divenne, seppur lentamente, una gioia infinita. Distesi sulle rive di acque immobili e chiare offrivamo i nostri 20 anni come sacerdoti sull'altare. Il tempo poi venne coi giorni e i mesi e non c'erano allora fili senza fili che potevano tener legate le nostre vite e destini ad altrove destinati.


43 Ed una telefonata troncò per sempre ogni speranza ed ogni volo che neppure la fantasia si può battere con l'impossibile. Restano di noi ricordi piÚ o meno vivi esperienze vissute e speranze rubate. Ma a che pro soffrire per passati amori quando i presenti sono ben forti e vivi?


44 Piccola città Le giovani donne si fanno il segno della croce quando passano davanti alla chiesa per rispetto e consapevolezza che il buon Signore le può vedere che non sono perse nella moltitudine di anime perse della grande città. La chiesa è sempre al centro del paese se non geografico almeno spirituale che qui il prete ha ancora la sua da dire anche per il nome d'una strada o per decidere dove asfaltare. I pensieri della gente si rispecchiano sui volti che raccontano più delle voci e gli occhi sono trapani che fanno male più delle tasse e le panchine testimoni muti di quotidiana ordinarietà. Piccola città di grande umanità e piccoli occhi che guardano e non vedono il tempo che passa e il futuro che avanza.


45 Professore Scorre la tua vita in un'aula polverosa e da lì vedi passare mode, amori e delusioni pioggia, neve, sole dietro i palazzi in bianco e nero alla finestra. I visi che ti guardano e le orecchie che ti ascoltano sono ogni anno diversi ma sempre uguali nella sfrontatezza della gioventù e tu guardi la tua faccia nello specchio ogni mattina vetusta come ciò che insegni occhi morti come lo sono i tuoi epici eroi. Nei tuoi libri cerchi l'uscita all'inutilità. La rugginosa macchina da scrivere nel tuo studiolo batte a volte per ore parole che ti entusiasmano nell'attimo e che si induriscono nella rilettura come castagne raffreddate diventando dure e indigeribili come a volte le tue lezioni. In un giorno di pioggia ti sorprendi ad uscire a cercare un raggio di luce tra le lacrime del mondo e lo trovi in un azzimato professionista con vestito firmato che riconoscendoti nell'uggioso pomeriggio riporta la tua memoria a soleggiate giornate passate a raccontare antiche storie tra indifferenza e noia gratificandoti con la tua presenza nei suoi ricordi più lieti. Dopodiché torni a casa, guardi dalla finestra il giorno finire e prepari la lezione del giorno dopo.


46 Ricordi

Ricordi, sono come granelli di sabbia se li getti nell'aria entrano negli occhi e fanno piangere. E mi capiterĂ , a volte, di piangere ricordandoti. Ma le gocce del mare della vita saranno piĂš salate delle lacrime e le laveranno via, ed anche la sabbia se ne andrĂ . Fino alla fine della marea.


47 E' già mattino

E’ già mattino e vecchi, nuovi odori percuotono le mie nari Cangianti alle stagioni si aprono nuove luci alle finestre solo riflessi del sole che sorge ineffabile e mi riscalda il sapere che c’è anche nei lunghi mattini d’inverno quando il giorno sembra sopito canti d’uccelli desti al primo chiarore accompagnano i miei primi passi verso ciò che resta del giorno l’acqua deterge il mio volto mutevole e rispecchia il tempo che su di esso scorre perpetuando i suoi riti immancabile c’è nel mio fare nel mio mettere i passi sul mondo uno sguardo verso il cielo che non vuole esser preghiera poiché non conosco il nome di Dio solo un grazie, di avermi fatto vivo.


48 Riflessioni di un padre in una notte di luna

Ho guardato in faccia la luna ed aveva gli occhi stanchi voleva andarsene dal cielo per brillare di luce propria. Quel che succede ai figli stanchi di subire passato s'incamminano nel mondo lasciandoci rimpianti. Momenti che si perdono parole gridate invano ritornano a tormentare la solitudine di un padre. E se il telefono squilla graffiando le ferite maledici la tua lingua che non sa dire niente che giĂ non sia stato detto o che non riaccenda l'antico conflitto.


49 La luna strizza gli occhi o almeno cosÏ mi sembra probabilmente è già mattina ed è stanca del proprio lavoro. E' meglio non dormire per pianto di bambino oppure non dormire per ansia d'un ritorno? Un'altra notte spesa invano guardando con occhi assonnati immagini di un breve passato finito troppo in fretta.


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Capitolo 3 Fotografie

La storia che scriviamo tutti noi comuni mortali, ogni giorno, è inchiostro sulle pagine del tempo che scolora coll'incedere degli anni e il passare delle stagioni. La tecnologia ci viene in aiuto in questo senso dandoci gli strumenti per perpetuare a beneficio di chi verrà dopo di noi attimi di vita e scampoli d'emozioni che, sono sicuro, anche tra mille anni saranno gli stessi. Filmati, fotografie e supporti grandi come un flacone di shampoo dove immagazzinare questa enorme mole di informazioni per mostrare ai nostri figli e nipoti le nostre belle facce di quando eravamo come loro oppure il lento lavoro del tempo sui nostri volti, nelle varie fasi della nostra vita. E anche quando non ci saremo piÚ, le immagini resteranno a confermare la nostra presenza e partecipazione a questa vita,


51 Tristezza

Un amico che parte verso l’ultimo viaggio, la vita tagliata nella sua primavera. Un bambino che chiede l’elemosina, un amore finito per una parola non detta, un lavoro perduto per la crisi globale, il ricordo della gioventù che hai perduta, una vacanza agognata e da poco finita, la fortuna che ti sfugge per un soffio, la casa della tua giovinezza abbattuta. La consapevolezza di essere uno tra tanti e che in questa vita in fila indiana hai molti numeri davanti. Un pugno che stringe l’anima è …..... …...tristezza.


52 ...ed è domani Sorge il sole ed è domani. La schiava notte ha spezzato le millenarie catene ed è volata verso altri lontani luoghi dove rinascerà, schiava di altri giorni. Nel notturno mio vagare ho visitato luoghi indicibili che mi hanno fatto chiudere gli occhi sulle miserie umane. Ma le mani che stringono il dolore non fermano il loro vagare nella mia testa grida e sangue, ricchezza che uccide e povertà che muore. Distogli gli occhi, oh Creatore che il tuo stanco peregrinare non veda la bestia che ha sconfitto l'uomo e lo ha relegato nel ruolo che fu suo. Possa la tua assenza far assaporare di nuovo la rabbia dei giusti all'umanità perduta. Possa rinascere la Luna su resti d'umane genti e il Sole sulla loro speranza.


53 Pianure

Fin dove l'occhio si perde

spazia la memoria

correndo verso l'orizzonte lontanissimo

che si sposta con i miei passi.


54 Pioggia

Piove ed è una pioggia che bagna i pensieri fiori spenti prendono vita come i frutti ed i metalli da polveri mondati. Ho visto pioggia trasformare rivoli di vita in torrenti di morte immote pietre in rutilanti maliarde asfalti ruvidi di nero segnati in fiumi incontrollabili E uomini, uomini scappare a mendicar un tetto un sorso di requie, un posto sicuro Eppure siam fatti d'acqua e come l'acqua mutevoli scorriamo, fiumi sulle strade della vita carezzando pietre o travolgendole Nasciamo al buio d'oscuri antri materni viviamo lambendo i campi d'altrui vite riempiamo di fiori le nostre rive o le inondiamo del nostro fango sfociamo morendo in un mare che ci è ignoto


55 Noi siamo la pioggia e possiamo essere sole Noi siamo semi e possiamo essere frutti Noi acque di vita Noi fiumi di morte.


56 Attimi d'eterno Le gocce di rugiada che scorrono sul soffice velluto di una foglia. Il penetrante profumo di una rosa che come spina graffia il muro d'un ricordo. Il tempo che scorre sul tuo tempo e lascia sul tuo viso tracce d'esperienza. Il caffè del mattino ed un sorriso sincero. La timida carezza di un bambino che attraverso te vuole scoprire il mondo. La lenta corsa di una nuvola nel cielo seguendo un alito che fa socchiudere gli occhi. Un aereo che sorvola il mondo come il tuo sguardo dalla vetta piÚ alta. Attimi d'eterno.


57 Coglimi una rosa

Coglimi una rosa che mi sappia dare il profumo d’ un perduto amore Qualcosa che sia bene e insieme male, bellezza e spine. Sarà come riaccendere la fiaccola del ricordo Sarà come ridare l’udito ad un sordo Sarà come giocare come quando eravamo bambini Sarà come pensare insieme, finalmente vicini E quando il sole accarezzerà i petali dorati Lo spettro dell’oblio si affaccerà sui nostri visi sudati Stringendo nei suoi raggi come un ragno nella tela I petali di rosa sfioriranno ed il giorno diverrà sera.


58 Pedalando a mezzanotte

La gomma divora feroce la strada e la strada d'improvviso sparisce. La vita passa in fretta pedalando a mezzanotte. La mezzanotte della vita dove tutto ha un non so che di finito. La sagoma della città che rassicura e fa male e l'odore del già visto ha un qualcosa d'ospedale. Il fiato mi si fa corto e solo fa compagnia le luci danzano inquiete e non sono quelle della via. Un castello nuvoleggia a mezzo cielo o è solo l'ennesimo finto mistero risolto da un milione di candele illuminate che il domani troverà al freddo surriscaldate. Ma la mia via non è finita giocano le gambe ancor la loro partita. E mentre il cuore grida e preme nel petto


59 gli occhi vorrebbero chiudere ed avviarsi a letto. Ma di macinar sogni ancora la mia mente non teme ci vuole un ultimo sforzo, una salita lieve che porti l'anima sul dolce suo guanciale un altro giorno è andato e il domani è da inventare.


60 Cuore di lago

Ali bianche ed ali nere volteggiano insieme disegnando spirali. Profumo di lago, d'acque limpide. E volteggiano su barche assonnate su fragili onde inventate dal vento. Il sole si specchia sotto i pontili e ferma la storia in immagini concentriche. Case smarrite in stanchi pensieri i colori dell'oggi nel bianco e nero di ieri. Fermarsi ad ascoltare il profumo salmastro è motivo di gioia, fresca tenerezza. Il cuore si posa in una stanca immagine di ricordo sbiadito ma fresco d'anima. Cuore di lago.


61 Domenica mattina di buon'ora

Polverosi alberi tentano invano di celare industriali brutture ai pochi passanti che con abbaianti compagnie scoprono un mondo divenuto piÚ piccolo. Corre un giovane vecchio rincorrendo l'età . Passeggio tra lerciume e timido verde, lattine semivuote e merda di cane. Com'è triste la città la domenica mattina di buon'ora. E la mia anima pure.


62 Passi nella pineta in riva al mare Pioggia. Seppur passata sei presente vicino al mare e il forte odore di salsedine si mescola al profumo di felci e della resina. Il verde nasconde vita inconsapevole forte d'istinto. Tra spazi assolati ed ombre umide cercano i miei occhi salite languide ma non c'è monte all'orizzonte ne' aria pungente alle nari. Solo giochi di luce ed ombre sul sentiero somigliano questi passi ai miei usuali. Camminando mi ritrovo in riva al mare dove all'orizzonte l'azzurro diventa blu e il vento percuote spiagge e scogli. Lunghe estati di vita piene,


63 sogni e problemi messi da parte per brevi istanti di vuoto piacere. La sabbia tiene per brevi istanti i passi miei come fosse neve ma l'onda ladra nel ribollire fugge colpevole e con essa il mio passaggio. Ecco il mare che ci vide nascere che cerca nel nostro passare l'anima calpestata.


64 Le immagini del cuore

I ricordi che ti ritornano come immagini davanti agli occhi come se fosse successo ieri e invece fu tanto tempo fa. Non sbiadiscono se non nei contorni non bruciano se non nell'anima non tremano se non nelle lacrime. Sono le immagini del cuore quei momenti che nessun fotografo ha mai immortalato quei pensieri che nessuno scienziato ha mai immaginato quegli scampoli di vita che solo noi abbiamo vissuto e che ci è rimasta dentro indelebile e inossidabile. Ineffabile rimpianto, incolmabile mancanza.


65 Vorrei solo essere capace di chiamare queste immagini a comando non scacciarle, non potrei solo chiuderle a chiave in un cassetto per tirarle fuori se ho bisogno di uccidermi con i rimorsi di strangolarmi con la nostalgia di confrontarmi con i miei se...... e di perdere, inesorabilmente.


66 Estate

Musica di sole, carezze d’onde salate, sale che brucia, fresca ombra dei monti. Ogni anno si presenta con la stessa faccia, bronzata da frecce di luce accecante. Il contadino tra il verde e l’oro prepara il cesto e il conto per il suo anno di lavoro. Lascia le sue reti per un poco il pescatore ed apre casa paterna per farne un albergo a ore. Vede crescere fiori e piante il giardiniere e tutte quelle foglie gli chiedono da bere. Pelli rosse, occhiali neri turisti ovunque come esuli pensieri. Città deserte, immobili fornaci, storie d’amore brevi quanto fuggevoli i baci. Il tuo capo si cheta sul cuscino del riposo ed osserva, perso tra storie di ieri e speranze di domani, un altro tramonto rosso perso tra i verdi rami.


67 Guardando le nuvole

Guardando le nuvole immaginando di volare basterebbe forse fuggire verso azzurri mondi inesistenti; le strade che attraversano la vita mi sfiorano parallele, giocano con i miei sogni ma non li fanno svegliare perchÊ se un sogno si sveglia è un po' come morire. Guardo le nuvole e vi vedo inusuali forme che appartengono a me ed ai miei occhi soltanto. Giochi di luce o riflessi di ombre, forse specchi di ciò che contiene la mia anima. Foglie d'albero i miei capelli che s'avviano all'inverno e filtrano i pensieri che le nuvole assorbono. Se guardi le nuvole forse un giorno non le vedrai a causa d'un cielo limpido o di una notte di cuore.


68

Capitolo 4 Storia

La storia è scritta dai vincitori. E' vero ma molte volte la verità, anche se tardivamente, viene a galla. I faraoni egiziani cancellavano i nomi dei loro predecessori dai monumenti, se non li ritenevano degni di essere ricordati o se semplicemente avevano paura che le ombre del passato oscurassero il loro presente. Ma ormai dell'Egitto dei faraoni sappiamo molte cose. Lo stesso avviene nella nostra epoca, dove chi è latore di un certo messaggio, una volta al potere, cerca di oscurare o cancellare la memoria di ciò che può nuocere al suo presente e magari mettere le basi per il suo futuro, monotematico e personalistico, naturalmente. La grande storia, quasi sempre, racconta di battaglie, massacri, invenzioni e rivoluzioni. Lo scopo della storia sarebbe quello, oltre al farci sapere da dove veniamo e quanto siamo fortunati a vivere nell'epoca attuale, di aiutarci a prevenire gli errori del nostro divenire evidenziando quelli commessi dai nostri antenati. La realtà insegna che raramente gli sbagli passati, specie quelli economici, servono da monito alle generazioni contemporanee. Quindi si persevera negli errori, consapevoli che nelle avverse fortune, chi paga il conto maggiore è sempre il popolino che della storia vede e sente solo i bagliori e i clamori ma ne porta il peso maggiore sulle proprie spalle. Dopo questo panegirico di parole veniamo al significato del capitolo “Storia” in questo contesto. La storia ha sempre avuto un fascino particolare su di me. Per questo ho dedicato alcune poesie ad episodi storici che mi hanno particolarmente colpito. Uno sguardo diverso su argomenti visti e rivisti. Ma si sa, la storia è viva solo se c'è qualcuno che la racconta perché chi l'ha vissuta prima o poi muore. Raccontare la storia è rendersi in qualche modo protagonista di fatti che non ci appartengono, renderla più nostra.


69 Il tempo

Scorre. Semplicemente come fiume in piena o come tranquillo rio ma cancella e inventa gratta e vernicia scioglie e raffredda. Disegna i volti e i cuori di sentimenti che nessuno vuole di cui nessuno si sente pi첫 partecipe di ideologie ormai morte. Uno e trino forse confuso con Dio discorso mai finito canzone in continuo cambiamento. Nulla si crea nulla si distrugge. Solo passa.


70 Ypres, Natale 1914

Il giorno di Natale del '14 che il mondo vide in guerra fece rinascere la speranza che giaceva moribonda. Nemici con nemici dimentichi del dovere uscirono dai buchi, guardandosi negli occhi. Portarono carne, brandy, biscotti, sigarette e canzoni e le divisero con chi il giorno prima sparava loro addosso. Per un giorno dimentichi del freddo, del fango e della guerra, delle malattie, della nostalgia e delle pazzie della politica. Si ritrovarono tra uguali che parlavano lingue diverse ma pregavano lo stesso Dio con le stesse preghiere, e santificarono la sua festa, sorrisero al nemico. Si riunirono nella famiglia umana, uomini usati come pennelli impazziti, intinti di colori di morte sull'acquarello che è la vita. Quel giorno si giocò a pallone e nessuno ricordò chi vinse. Sicuramente non persero la vita, la speranza, l'umanità. Il cielo era nuvoloso sopra Ypres ed il freddo intenso ma i cuori ed i sorrisi degli uomini, riscaldati da brandy e canzoni, salutarono i loro fratelli dell'altra parte con gioia. Qualcuno pensò all'assurdità della guerra ed al Natale che portava la Pace in terra. Poi pensò all'assurdità di quella situazione e scosse la testa tornando a raccontare di sé e della sua terra e si accorse che qualche lacrima indugiava negli occhi stanchi.


71 Tornarono a quella che ormai era la loro casa con l'anima leggera la notte era arrivata e con essa , silenziosa e maligna come se n'era andata era tornata la guerra. E gli uomini tornarono ad esser carne da macello.

(Basato su un fatto realmente accaduto a Ypres ma ripetutosi in molte trincee d'Europa il giorno di Natale del 1914, primo anno di guerra).


72 Fuggo dalla guerra

Non chiamatemi vigliacco, non lo sono. Credo soltanto che la guerra non sia una cosa giusta. Se la mia libertà finisce laddove inizia quella dell'altro il mondo è grande abbastanza per tutte le sue libertà. Qualsiasi ideale, religione o credo politico che pone le proprie basi sulla distruzione della vita altrui è sbagliato. Chi minaccia con le armi perché non ha la forza delle proprie idee chi nega giusti diritti perché vuole imporre la propria visione chi pensa che sparando sovrasta le grida di dolore sociale mi troverà con le mani alzate ed una canzone in gola e le mani io le alzerò solo per abbracciarlo e chiamarlo fratello.


73 Dove sei umanità

Dove sei umanità quando pezzi di te portano morte in nome di chissà quale Dio? Dove sei quando la pietà ti tende la mano e solo un altro pugno riceve? Dove sei quando le tue bombe intelligenti uccidono più di quanti dovrebbero salvare?

Dove sei quando bambini nati già malati muoiono per il prezzo delle medicine? Dove sei quando il fratello uccide il fratello solo perché parla un’altra lingua? Dove sei se la religione è diversa ma il Dio è lo stesso e per ciò i popoli si uccidono? Umanità, sei come il vento soffi un mattino e poi ti giri e te ne vai. Sei l’unica cosa che Dio ci ha dato per renderci animali nobili Ma se te ne vai ridiventiamo solo animali.


74 Capaci, 1992

Un lampo in un giorno di sole fiori d'arancio rosso sangue il cielo si colora d'asfalto è subito notte alla luce dei fuochi giovani occhi vedono morire speranze grida rabbiose di un popolo onesto lo Stato è solo passato d'essere sorridono gli uomini con poco onore ma le lacrime lavano il sangue le leggi sul tavolo fan rumore come spari ed ecco che l'isola diventa terra e la terra diventa legge e la legge diventa giustizia. Quando? Domani, rispondi. Oggi si combatte. Ancora.


75 Passato

Ecco il passato scorre nei tuoi occhi come un film scuote le foglie degli alberi sotto cui passerai riempie di vecchie voci i nuovi palazzi generazioni unite da ponti di deja-vu cassetti pieni di ricordi che nutrono speranze acqua che scorre è il tempo che passa giorni muti rimasterizzati in nuovi volti ombre che guardano avanti, aldilà del ponte per credere in un futuro possibile aldilà di ieri.


76 L'alito della storia

L'alito della storia sa di putrefazione e morte se chi la racconta non ne afferra il senso. Il senso è che il tempo passa e la vita è un attimo fagocitato dall'eternità . Anche noi abbiamo la storia tra le mani ma quando le alziamo per portarle alla bocca per dare voce al passato e all'oggi, ci ritroviamo con le mani alzate sopra la testa. Arresi, ancora una volta.


77 25 aprile – Io voglio ricordare Io voglio ricordare ciò che non ho vissuto ma che ha costruito il mio essere il mio pensiero libero da vincoli e catene figlio di un mondo madido di sangue e lacrime. Ardue croci sulle vette portate da mani rugose di fatica e ricordi sono scolpite nel mio cuore. I racconti di chi c'era vengono a mancare per raggiunti limiti biologici e per la nebbia della negazione. Io voglio un mondo libero dove l'unica legge sia la pace del cuore e dell'anima e moneta unica l'amore del fratello verso il fratello figli comuni di umane genti. Niente colore, bandiera, religione niente povertĂ , ricchezza, ragione. La pioggia del tempo lava il mondo non lasciamo che lavi il ricordo. Perciò io voglio ricordare.


78 E il sole se ne frega

Nel gelo della memoria il gelo del cuore. Il filo spinato morde la tua carne e la tua mente. Muore la speranza e la vita che è in te. Ormai morto vaghi in cerca della tua anima ti hanno detto che è immortale. Ma l'unica cosa che trovi nella nebbia di Auschwitz sono gocce di lacrime ghiacciate sparse sul terreno strani riflessi quando spunta il sole. E il sole se ne frega.


79 Antichi muri

Antichi muri quanti passi e sudore e polvere e vita. Il vento accarezza storie di passi perduti al ritmo del tempo avvezzi ormai e dimenticati. Ma tra quei passi ve ne sono di famiglia, quando la vita mia non era che un sogno da divenire e le stagioni scorrevan piÚ lente e vive con scarpe bucate e vestiti dei campi. Le mani che tenevano gli attrezzi sudati come l'imperatore teneva i destini di gente ignara, ed i cappelli flosci riparavano dal sole gli occhi stanchi. Quanto poco mondo avevan visto quegli sguardi in una vita che noi ora ne vediam in un giorno uguale, ma la saggezza degli avi era servita a conoscer le bizze del tempo e della terra, che altro non serviva per campare. E passavan le cavezze e con esse gli anni e passavan i soldati alla ventura; c'era rispetto per gli avi e del potere paura. Un sasso cadeva ogni qual tanto e rimetterlo al suo posto faceva vivere ancora ciò che non era stato scritto. Ma anche il tempo si piega al tempo e piegandosi cambia e nuove generazioni e scarpe nuove e nuovi passi corrono dove un tempo si andava adagio.


80 Toccando gli antichi sassi tuttavia sento in me i respiri di chi mi portò al mondo. Le mani callose stringono il mio cuore e lo empiono d'orgoglio e di malinconia.


81 Ho visto con i tuoi occhi ( a mio nonno partigiano) Ho sentito nelle tue orecchie le pallottole fischiare come quando ti chiama un amico ma quelli erano fischi di morte. Ho visto nei miei occhi le immagini dei tuoi ricordi e vorrei poterle cancellare ma non si cancellano i ricordi con un colpo di spugna. Spostavo con la tua mano le foglie che ti separavano dall'odiato nemico e il fucile sentivo freddo nella tua mano e caldissimo il tuo cuore. Masticavo nella tua bocca il formaggio, il pane e le lacrime di rabbia per quei piedi stranieri che insudiciavano col sangue le amate sponde. Ho sognato i tuoi sogni e mi svegliavo nel tuo letto con la paura di sentire le grida dei mitra o l'acciaio del coltello. Ora tu sei andato via dove non si torna e la tua voce non mi accarezza più con la sua saggezza ma ciò che i tuoi ricordi mi hanno raccontato rivive in me per far si che non succeda più. Ma se la libertà chiamerà, io sarò qui, come te e con te.


82

Capitolo 5 Amore

L'amore è il sentimento che fa girare il mondo, più dell'odio, del potere e di ogni altra forma di contatto metafisico tra più esseri umani. Questo è almeno ciò che penso io e, naturalmente, non è detto che sia la verità. Ma cos'è che può indurre l'uomo a percorrere sentieri apparentemente infiniti, a sfidare la natura stessa del suo essere, a volersi imporre nel contesto che qualcun'altro gli ha imposto? Anche la fede, che tanti lutti ha provocato, è un atto d'amore verso qualcosa di più grande di noi, che si chiami Dio, Allah, Buddha o qualsiasi altro nome l'uomo abbia dato alla sua paura dell'infinito. Se si cerca attentamente, più o meno in profondità a seconda dei testi, tutti i libri sacri di tutte le principali religioni individuano nell'amore il mattone fondamentale dell'esistenza e della vita e il traguardo finale è un regalo d'amore, visto come un premio per l'osservanza delle regole fondamentali in vita. L'amore porta in estasi ma può fare anche male fino a distruggere.


83 Mi innamoro di tutto Non voglio copiare un verso di Fabrizio ma anch'io mi innamoro di tutto della mia vita della tua vita e di tutto ciò che ci circonda del bene che non sempre abbonda e del male che ci sprofonda del cielo che ci piange addosso e delle nuvole al tramonto tinte di rosso dei prati gelati di gennaio e del piccolo passero sul grande ramo del vento che ci disperde la giovinezza della sera che ci addormenta con dolcezza di una mano tesa di un altro colore e di un sogno infranto che hai chiamato amore di cose e sogni ne avrei tanti da raccontare ma ho paura di innamorarmi della voce che mi fa parlare quindi poso la penna riguardo queste poche righe e di nuovo mi innamoro di te che mi stai a guardare.


84 Al di lĂ dei nostri respiri

Al di là dei nostri respiri fumi vibranti nell'aria tersa c'è il mondo vibrante, rutilante mondo. Le tue mani, legno di sandalo acqua e deserto, sonno e veglia. Vorrei risvegliare in me sopiti ardori, complicità indiscrete ma solo esotiche voglie rispondono al richiamo. Ciclamini su prati di rose. E vesti di seta su scialli di lana.


85 Spero che lui ritorni Spero che lui ritorni per rivedere il sorriso nei tuoi occhi anche se il cuore mio sarebbe piombo ti amo perchÊ so che ho perso il tuo amore nell'attimo stesso in cui mi innamorai. Il destino a volte gioca con le strade degli uomini intersecando sentieri con autostrade, mulattiere con trafficate statali, divertendosi nell'impasse delle umane espressioni. Il mio sguardo ti sfiorò e rimanesti nei miei occhi come sabbia sulla riva del mare. Ma il vento, come spesso accade, asciuga i ricordi e li riporta in un soffio all'oblio del tempo. Spero che lui ritorni e ti riporti nel tempo tuo migliore quando io non pensavo a te.


86 Come

Come la polvere negli occhi di un minatore come l'odore di muffa dopo una piena come il segno degli occhiali dopo una sciata come il sudore dopo una corsa. Paragoni e raffronti per cercare di farti capire come sia radicato ed inevitabile oramai ciò che mi spinge a ritornare a casa ogni sera a rifare quei pochi chilometri che mi separano da te e che sembrano lunghi come giorni di noia fino ad incontrare i tuoi occhi e il tuo saluto la presenza tua che c'è anche quando sei assente perchÊ anche la tua attesa si fa presenza.


87 Come una lacrima asciugata dal vento

E' stupido restare sul ciglio d'un precipizio guardando in basso con bramosia c'è sempre un perché in ogni cosa ma spesso cercando troppo non si riesce a trovare niente. Le fantasie che mi vagano nella mente mi portano davanti agli occhi le soluzioni più improbabili ma alle occasioni perdute non c'é rimedio alcuno. E' inutile curare l'anima quando è il cuore che è malato ma la fantasia può forse curare la realtà. Questa solitudine cronica, questo stringere l'aria tra le mani passerà, come una lacrima asciugata dal vento o fermata dalla carezza di una mano amica.


88 Niente è cambiato

Niente è cambiato, solo un silenzio irreale. Un'altra vita se n'è andata, la tua e niente è cambiato, solo un silenzio irreale, nella mia mente. Giorno dopo giorno i fiori tornano alla vita nel calore di una nuova primavera. L'ultima neve si dissolve al tepore dei nuovi amori. Niente è cambiato, solo un vuoto irreale, nella mia mente. Niente, tranne la tua assenza che è diventata presenza giorno dopo giorno.


89 Ho scavato

Ho scavato tra le pieghe della mia anima e non ho trovato niente. Possibile che non ci sia niente? Poi ho scavato nel tuo cervello e lĂŹ ho trovato le risposte. Possibile che sia cosĂŹ facile? Ma nell'affondare dentro me, nell'enfasi della ricerca ho perso di vista le domande. Ora le risposte non mi servono piĂš. Tanto valeva non cercarle.


90 Una poesia

Una poesia è un raggio di sole che ti rischiara la mente o ti abbaglia. Una goccia d'acqua che ti toglie la sete o fa traboccare il vaso delle tue inquietudini. Un disinfettante per le tue ferite o un coltello che rigira nella piaga. Una nuvola sopra la testa che ti ripara dal sole o ti bagna ma poesia è il vento che soffia, il bambino che piange, il riflesso di un'immagine ed il torrente che scorre, una foglia che vola nell'aria è tutta una vita.


91 I sogni

I sogni non si spendono semmai si vivono si vincono le lacrime ma non si piange se si perdono. I sogni si desiderano e si sognano i desideri e sperando che si avverino sognamo di non perderli. Chi troppo sogna non vive ma chi non sogna non riesce a vivere. Se la tua vita è un sogno forse stai sognando di vivere.


92 Innocenza

I meli sono in fiore è cosi ogni primavera. Un tripudio di bianco e rosa pallido che rimanda all'innocenza in un mondo dove ormai tal parola è cosa rara, straziata dall'egoismo e dalla tecnologia che relegano l'umanità negli sguardi a mero riflesso di pallida carne. Ma se si guarda con attenzione, nel cuore di ogni uomo si scorge, quasi per caso, tra la pistola ed il portafogli, un lieve barlume, un sorriso di bambino, un fiore bianco nel deserto mondo vacuo. Vagheggi d'un sognatore.


93 Le flessuose tue curve

Bramo le flessuose tue curve e la mano che carezza le fresche e rosee carni. Posare il mio corpo sul velluto dell'ondivago tuo giacere è ormai ambizione utopica, cervellotico sogno. Ah, il profumo che emani nel tuo volere amore ah, i fremiti che scuotono la tua anima nuda. Non conosce, chi ti ha, la forza del mio desiderio non immagina, chi ti possiede, che anch'io ti posseggo. Ma il tuo respiro si cheta come il mare dopo la tempesta ed al riaprir degli occhi la tua mano non sulla mia si posa. Nel post-orgasmico tuo ritorno non c'è posto per me in nessun'altra parte del tuo essere fuorchè il fumoso ricordo.


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Capitolo 6 Famiglia

La famiglia è importante nella vita di ogni essere umano. E' ciò che lo mette al mondo, plasma la sua personalità, gli dona l'input che farà di lui una star o una nullità. Ma tra la star e la nullità c'è il mondo reale, fatto di milioni di famiglie o mancanza di esse. Non riesco a pensare a cosa sarebbe la mia vita ora se mia madre avesse agito in maniera diversa da come ha agito, anche quando ha sbagliato. E senza le sberle di mio padre ora forse sarei diverso. Migliore? Non lo so, non credo, di certo diverso. Ogni singola azione che danzava intorno a me e mi riguardava, da parte della mia famiglia, seppure ormai dimenticata ha influito per sempre sul mio essere quello che sono. Ed io, senza essere una star e assolutamente convinto di non essere una nullità, ora posso dire di essere felice, nel significato che do a questo termine e che forse non corrisponderà alla normale idea che si ha della felicità. Ma c'è forse un significato comune alla parola?


95 A mia madre nel giorno del suo matrimonio

La neve del tempo ti è caduta sui capelli E ti si è sciolta sulle spalle Non ha ghiacciato i tuoi pensieri Che sono molti, come ieri. Sono fili di una vita Complicati da tirare Rilasciare manovrare E quando è sera addormentare. Dicono che gli anni sostituiscono il sonno E si risvegliano presto e non si fanno cullare. E le strade sono più lunghe da camminare E le mani più gelate da riscaldare. Ma dopo questo minestrone di parole Quello che conta è come sempre l’amore Ciò che ci spinge avanti nella vita E che ci fa correre anche in salita E che l’amore ti accompagni per la strada Che porterà al meglio ovunque vada.


96 Grande cuore (a mio nonno) La mia piccola mano nella grande tua si perdeva e si perdevano gli occhi nel mondo che mi mostravi. Volutamente burbero negli occhi avevi amore per questo figlio di figlia dal destino consegnato. Mi portavi con te a piedi e in bicicletta non per divertirmi ma per insegnarmi la vita. Non mi ricordo piÚ le storie che raccontavi la sera quando si andava a letto dopo Carosello ma credo che fossero come le foto che sto guardando in bianco e nero, d'un tempo piÚ duro ma che mi manca. Seduto su pietre a quote che solo ora i miei passi riscoprono mangiando poco perchè solo poco c'era e bastava inossidabile la tua faccia triste e stanca e gli occhi che ancora dovevano vedere la guerra. Una piccola donna con un caldo sorriso a volte era presente sulle foto di gruppo e tu la notasti per farla diventare la madre di mia madre. Vorrei ora esserti stato pÏÚ vicino


97 ma si sa che chi manca di più è chi non potrà tornare e col senno di poi vorrei averti abbracciato nonostante le tue mani grandi avare di carezze nonostante i tuoi pochi sorrisi nonostante il tempo che ci separava. Ora il tempo mi ha reso forte e maturo come frutto bagnato di pioggia sull'albero le lacrime d'autunno si asciugano veloci e le mie mani stringono i ricordi più forte. Mi resta solo una grigia foto su una grigia lapide che solo il tempo e il vento accarezzano e il tuo nome quando chiamo mio figlio e dei tuoi passi che non mi accompagnano più.


98 Via della Canova 21, interno 1 Abito dietro un muro di cemento in via della Canova 21/1, uno dei tanti muri di cemento che migliaia di persone chiamano casa. Molto spesso nel giardino condominiale si sentono le grida dei bambini che con la fantasia che li contraddistingue spesso si inventano mondi lontani. D'inverno fa molto freddo ed il sole sembra un ospite sbadato e triste e il pomeriggio il vento concretizza i pensieri in una nuvola di fiato. L'estate il caldo lo si vede sulla pelle arrossata e bagnata da rivoli di sudore, poi le notti lunghe e afose da cui vorresti fuggire senza però sapere dove. L'autunno t'inganna sovente facendosi credere l'ultimo treno d'estate salvo poi riprendere il conto dei giorni e sorprenderti con le mani ghiacciate. La primavera si colora di tutto e di tutto vola anche dietro le persiane pollini, fumo, sgommate di stronzi e grida d'ubriachi che hanno perso la strada. Io parto con il cuore stanco al mattino di buon'ora e non c'è giorno in cui non pensi: "Domani devo farlo ancora". Giro come un falco il Nord-Italia e mi poso pochi minuti quà e là, vedo facce e targhe nuove tutto il giorno ma il pensiero del ritorno mi rincuora. Non la casa, non il posto, non la facile routine non il chiudere fuori la porta il lavoro, lo smog e posare la testa sul cuscino. Al ritorno dai miei giorni io ritrovo dentro al cemento un saluto, un sorriso, il tuo, che per me vale più dell'argento e correndo su gambe sempre più lunghe per saltare gli ostacoli della vita mio figlio mi corre incontro, mi stringe e col suo sorriso la giornata è finita. Riuscita.


99 Come l’acqua

Trasparente, pura, dolce, fresca. Sei importante. Doni la vita. Ho girato a lungo e mi sono abbeverato a te. Ho lavato la mia anima nel tuo mare e specchiato il mio sorriso dentro i tuoi occhi. Mi disseti e mi fai nascere ogni giorno. Amore mio. Moglie mia.


100 Passi di futuro Arrampicati sul mio viso, le mie rughe come appigli che ti innalzano alla vita sulla via dell'esperienza. Le tue mani afferrano il mio sguardo e lo gettano lontano dai cattivi ricordi; le ruvide guance segnate dal tempo sono velluto per le tue carezze. Camminerai sulle mie strade, sui passi dove passai, spostando le pietre che spostai, alternando sorrisi e lacrime. Quando il mio viso di adesso comparirà nel tuo specchio ricordati di baciare tua madre e pensa anche a me che sarò vecchio.


101 Perciò Poesia

Poesia, il rumore dei tuoi passi Poesia, qualsiasi cosa tocchi Poesia, ogni gesto ogni parola poesia, anche l'aria che respiri E l'aria che respiri è anche la mia Condividendo questo nostro vivere Dai un senso al mio essere Che non si può scindere dal tuo essere Perciò ti amo.


102 Negli occhi di un figlio Negli occhi di un figlio vedo il futuro che non ho vissuto, occasioni che ho perso e mai ritrovato, voglia di vivere smania di capire, laghi confusi con mari, lacrime come pioggia d'angeli, cuore nelle orecchie come dopo una corsa, migliaia di strade uguali ad altre, ricordi troppo recenti per essere rimpianti. Ogni giorno è una pagina bianca riempita di bianco o nero, senza errori, senza sfumature, arcobaleni in cieli senza nuvole, gesti sempre nuovi ripetuti mille volte e amore, sconfinato e inconsapevole. Gli occhi miei dentro i suoi la mia vita alle spalle che continua lasciandomi indietro.


103 Sudore e polvere

Ogni giorno vivo sudore e polvere, su strade assolate ed assorte con faccia di circostanza cangiante ad ogni curva. Voli assolati di corto raggio, mani volanti di lucido metallo, grandi ali sul torbido asfalto di fretta e di morte agghindato. Falsamente giusto è questo vivere ma la mia scelta è solo pro-tempore; emotivamente aggrappato ad un refolo di vento respiro sudore e polvere nell'attesa di nuova strada che mi conduca al lontano piÚ possibile senza gasolio, ne' benzina, ne' vita da dare in cambio.


104 Ricordo d'amica

Ricordo di te gli occhi grandi aperti sul futuro sconosciuto, ma accoglienti e forti e sinceri. Mi manca il tuo profumo, sudore dopo la palestra che odora di pulito, pulito come l'anima, come il cuore e la mente, una giornata di sole dopo una tempesta. Vivesti i tuoi grandi giorni ne' più ne' meno come i miei. Grandi spazi da riempire e un mare oceano da vuotare. Graziosa e forte la tua mano, carezze che ti spingono e gialli fiori da odorare. Come fossero macigni gli anni cadono sulla polvere lasciata dai nostri passi e ci precludono il ritorno. Un giorno uno di questi ti colpì ed era di maggio quando i fiori sorgono alla vita la vita ti lasciò indietro, filo d'erba calpestato. Ma un fiore nacque dopo di te ed ogni volta che attraverso lo spazio che ti rubò lo guardo e penso: io ti ho vissuta.


105 Pensando a Oliviero Accarezza la roccia ed essa lo accoglie come madre severa e sposa devota, negli occhi la neve di un lontano dolore che si perde nel bianco di un luminoso presente. Un destino beffardo gli strappò la giovinezza dandogli in cambio rabbia e dolore e un cuore grande e due braccia forti e nella mente un paio d'ali. Ali per sorvolare le vette e la vita e mani grandi d'un piccolo uomo cui non serve un cavallo per conquistare il mondo ma solo una scarpa per camminare e salire. Il suo mondo è la montagna che ha davanti, la vita è nelle sue mani e con le mani si allaccia lo scarpone e sale ancora verso nuovi traguardi. Sempre nuovi cieli per te, Oliviero vola più lontano e porta con te i nostri cuori. (dedicata al grande alpinista “disabile” Oliviero Bellinzani)


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Quando morirò Quando morirò voglio un posto riservato in prima fila ed ali d'uccello per vedere dall'alto le facce altrui che parlan di me. Voglio un party e sorrisi sotto alberi di pino e discorsi sul mio vivere. Dentro il grande giardino ove si terrà l'ultimo rito voglio bambini e musica, „yesterday“ e „imagine“. E poi arriverà il tramonto e davanti ad una grande finestra con vista sul Brenta, nel rosso calare del sole stanco, leggerò la tristezza del mondo al mio dipartire. Ma per un mattone che cade altri mille ne saranno e chiuderò gli occhi al creato per ricominciare a sognare.


107

Capitolo 7 Montagne

Quando mi accostai alla montagna la prima volta, piccolo uomo, lo feci con l'arroganza tipica della giovinezza. La solitudine, ne ero sicuro, mi aveva temprato abbastanza per affrontare quei cumuli di sassi, neve e rade erbe che costituivano ai miei occhi i facili sentieri d'altura. Ma alcuni incidenti di lieve entità ed il procedere dell'età e quindi il chetarsi del fuoco giovanile mi hanno fatto riflettere sul mio rapporto con essa. La montagna pazientemente mi ha risparmiato con la mia vanità e mi ha insegnato il rispetto dovuto alla madre Terra. Oltre che il luogo fisico la montagna rappresenta per me il raggiungimento di una meta che solo in parte è quella dell'escursione; è l'estraniarsi dalla vita di tutti i giorni; è guardare il mondo che si muove nella sua smania di velocità da un punto privilegiato fuori dallo spazio e dal tempo; è ritornare alla natura, anche se solo per poco; è avvicinarsi alla spiritualità della gente di montagna che sente più vicina la presenza del Divino; è mettere alla prova la propria forza imparando a dosarla ed a farsi umile davanti a chi, pur nella sua povertà di mezzi, combatte ogni giorno con la vita e per la vita; è percorrere sentieri cento volte percorsi e vederli sempre con occhi nuovi, grazie a stagioni ed ore diverse, a piccoli cambiamenti, a variate condizioni d'animo. La montagna va conservata nuda e pura per permettere ad altri di goderne le emozioni fisiche e metafisiche che sa dare a chi vi si accosta con umiltà e coscienza. Il turismo di massa che l'ha invasa, soprattutto quello invernale degli impianti di risalita (che non sembrano essere mai sufficienti) e delle motoslitte, la sta trasformando in un rutilante carrozzone che ne rovina il fisico e l'anima. Speriamo che qualcuno un giorno non lontano dica: “Basta!”.


108 Dialogo con la Terra

Ho chiesto alla Terra "Quanti anni hai ?" La Terra mi ha risposto "Tanti che tu non sai Sulle pagine di queste rocce Puoi leggere la mia storia Acqua, fuoco, vento e tempo Hanno plasmato le mie rughe Gli uomini mi hanno adorata Hanno abitato dentro di me Poi hanno alzato gli occhi al cielo Ed hanno visto un nuovo Dio Mi hanno usata per sfamarsi E bagnata d'acqua e sangue Hanno costruito case e templi E distrutto quelli diversi dai loro Hanno ucciso animali e piante Per plasmarmi come antichi Dei


109 E quando si sono illusi d' avermi in pugno M'hanno lasciata per cercare Altre Terre da esplorare Ma nello spazio le ambizioni Pesano come petali di rosa Piccoli uomini vivete da un attimo Ma i miei attimi per voi sono secoli". Ho chiesto di nuovo "Quanti ancora ce ne dai ?" Silenzio e poi voce da lontano "Dipende da voi, lo sai".


110 Tempesta Quando la montagna è un cavallo imbizzarrito che scuote, soffia e grida sotto il tuo corpo impietrito il tuo nudo essere s'inginocchia e prega e scopre d'improvviso l'essenza di Dio. S'accanisce il mondo su sÊ stesso come cane che si morde la coda; turbina la polvere intorno a te, appesantita dalla sua stessa esistenza. Dopo un tempo che sembra infinito ti ritrovi nel sereno e nel pulito; il sentiero si ritrova davanti agli occhi e sembra quasi che la natura dorma.


111 Il discreto rumore di un battito di ciglia smuove ciò che è vita nelle cose immote e volge le tue mani al sorgere del giorno che, timido, attraversa le sbuffanti spire di acque volanti e tempestose. Ed è vita ciò che emerge, vita quel che rimane, speranza nel dolore. Il mondo ferito si scuote e continua la sua corsa.


112 Succede a volte Succede a volte nelle sudate strade che sconosciuti passi vi convergano all'unisono. S'affiancano per brevi attimi; destini diversi, vite aliene, occhi che guardano con colori diversi la stessa luce. I pensieri, pur brevissimi, si soffermano gli uni sugli altri e s'incrociano sguardi e forse timidi "Salve!". A volte cumuli di domande si affacciano alla mente per rallentare l'attimo e legare con catene invisibili la libertĂ dell'altro, il continuare del suo cammino. Le case nel pomeriggio assolato osservano i viandanti e li invidiano per la loro capacitĂ di allontanarsi gli uni dagli altri. Ma i viandanti questo ignorano e bramano, seppur inconsciamente, il contatto degli occhi, della voce, di una storia compagna della propria. Le mani vorrebbero posarsi su quelle spalle sconosciute e condividere idee, bicchieri di vita, nuvole e giorni assolati, le orecchie aperte al racconto di giorni diversi anche se uguali, problemi altrui per consolare o esorcizzare i propri. Ma il tempo spinge nella nostra schiena ed i nostri affanni


113 ci fanno voltare la testa per dirigerci verso inesistenti mete e lasciare perdere ciò che potrebbe essere per tenere ciò che è: un nostro piccolo mondo di voluta solitudine e indifferenza. Ho provato un giorno a voltarmi indietro fatti pochi passi. Alzando la mano ho fatto per proferire parole, richiami alla condivisione. Ma guardando la schiena dell'altro ho richiuso il mio piccolo mondo ed ho ripreso i miei solitari passi.


114 El silenzio

Tasi! 'Cosa? 'Scolta! Ma cosa? Sera i oci e 'scolta. Ma mi no sento gnente! Come no te senti gnente! Ne' canto de grili ne' rumori de machine gnanca en sofi de vent? L'è propi quel che te volevo dir. 'scolta la voze del silenzio el ga tante robe da dirte e nol ziga quando 'l parla.


115 Ode alla montagna

Da immote acque odo lo scorrere del tempo su monti e prati e sento meco il disegno di una divina mano che cuore e respiro mi prende leggera. S'alza in volo lo spirito dell'anima mia beata e tra nuvole ardite e su cime innevate porta il timido mio pensiero. E il cuor mio si bea di tal visione.


116 Il sentiero Si stacca dalle strade degli uomini come non facesse parte del tutto, un interrogativo mi coglie: sono io che vado o lui che mi porta? Tortuoso tra colline e sassi, diritto nei prati e nei campi, maestoso e fiero tra i dirupi, umile e discreto davanti alle croci. La strada è vergine e bianca come sposa di maggio, fiore di ciliegio che sboccia sotto i miei passi. La meta è sempre oltre quella curva, in cima alla salita, in fondo alla discesa. La vita è un sentiero ed ogni sasso un incontro, ogni bivio una scelta, ogni passo un giorno in piÚ. Sul monte di chi ti ama il tuo sentiero non finisce mai.


117 Alba

Un raggio, poi un altro nell'oscura immensità di uno sguardo. Gli occhi fissano un punto uguale a milioni. L'eterna lotta tra luce e buio che si rincorrono senza mai prendersi, tra essere e non essere, tra morte e vita; poi le foglie e le nuvole e l'orizzonte ed il cielo, tutto si ammanta di colore nuovo benchÊ noto. Riottose ombre danzano sciogliendosi all'incedere lento ed elegante del sole. Il mondo si rioffre ristorato dal suo sonno. E, come sempre, è l'alba.


118 L'alpinista

Cosa ti spinge uomo a salire le antiche vette? Forse il fervente bisogno di supremo che ti appartiene fin dai primordi ? Oppure la curiosità che ti abbisogna e spinge i tuoi occhi oltre ogni orizzonte? Solo con l'eterno il tuo sguardo si placa e l'aria rarefatta ti riempie le nari e con gli occhi della mente miri senza vederlo l'Unico che è più grande di te in quei momenti. Alzi le mani al cielo e nessuno, in cima al mondo, può sentirsi appagato più di te. Niente più sudore, cancellata la stanchezza le nuvole vicine all'anima non la velano e la chiarezza del cielo ti fa leggere il mondo con gli occhi del tuo cuore. L'amare è facile e il veloce scendere ti lascia in bocca la voglia di riveder la vetta che pronta si nasconde dietro l'orizzonte. Tacito sarà l'appuntamento, altro posto altra ora e pronto il ritrovarsi, con ciò che ti fa vivere. Sempre più in alto uomo, in fondo alla tua anima!


119 Il sentiero dei 7 paesi di Vezzano Dal rosone della nobile chiesa s'avanza per antiche strade che videro fino a ieri ruote a legno e zoccoli bovini ai campi destinati, tra nuove magioni e vetuste murate. Il tempo se non fermo par vacante, la domenica non esiste nei campi in collina e un sole che già a primavera sa d'estate riscalda il cuore e arroventa la gola. S'immola la fatica a si superbo panorama ove principeschi ovini brucavano le rade foglie ora umani volatili si posano passeggiando nell'aria. E il bosco ceduo lascia il posto a morbidi prati che prima s'innalzano sull'antica via dell'uomo santo e poi digradano piano verso le case degli uomini. Mani sudate accarezzando la roccia danzano cercando appigli che solo occhio attento può vedere; solo al termine del loro verticale viaggio sazieranno l'anima con paesaggi lacustri. L'immoto castello se visto tra le nebbie di un giorno di pioggia o in un' alba d'inverno rimanda ad altre lande che di spettri fan parlare ma in un giorno di sole è memento d'antiche nobiltà. E si cammina tra turbine e vapori di vinacce, tra gente sorridente e generosa che condivide volentieri il frutto del lavoro con chi gliene chiede ragione. E poi un'ultima rampa verso San Valentino per tornare al presente e ai nostri affanni, dai nostri affannosi passi cancellati. Il passato è un velo che molto nasconde e poco rivela e l'acqua di un lago non rischiara le ombre. Ma l'anima vede attraverso ciò che gli occhi guardano e quel che vede di ciò che è e ciò che è stato la rende sazia del presente e sorridente al futuro.


120 Salgo (Il sentiero 2)

Salgo un piede avanti all'altro gocce di sudore lavano pensieri di alienante quotidianità l'ombra dei miei passi da sollievo agli occhi tra cespugli e pietre Salgo la natura mi prende nel cielo vanno i miei pensieri persi tra le nuvole del consueto e colgo a malapena il tempo che passa col rumore dei passi e vola sulle ali degli uccelli Salgo e dolgono le mie gambe incedono gridando la loro rabbia volgo lo sguardo al vuoto e nel vuoto vedo il mondo piccole vite in movimento in riva al fiume dell'esistenza Sono in cima e non c'è piÚ niente da salire niente da gridare ne' tacere nessun passo o gesto da fare solo un cielo di sole terso solo aria che odora di vita solo vita che mi dona quest'aria La felicità è un sentiero di montagna che mani operose hanno creato che passi sudati hanno calcato e spiriti liberi hanno goduto.


121

Indice

Storie d'anima - presentazione

3

Capitolo 1 – Varie ed eventuali

4

Infiniti universi

5

Comodato d'uso

6

Tra due punti

7

Vieni vita io sono qui

8

Goccia di lacrima

10

Fili

11

Cos'è felicità?

12

Ritiro a domicilio

13

Rincorri un sogno

14

Cos'è poesia?

16

Non

17

Viaggio non viaggio

18

Un viaggio nel viaggio

20

Strani incubi

21

La penna e la lingua

22

Serenità

24

Domanda e risposta

25

La giostra dei passi

26

Paura

28

Capitolo 2 - Persone

29

A Mariano

30

All'ombra di un deserto (Lampedusa 2011)

31

Autoanalisi

32

Avrei voluto

33

Dolorosi ricordi

34

Eterna umana insoddisfazione

36

I poeti

37

Il giardiniere e la rosa

38


Lo scrittore

40

Perduto amore

42

Piccola città

44

Professore

45

Ricordi

46

E' già mattino

47

Riflessioni di un padre in una notte di luna

48

Capitolo 3 - Fotografie

50

Tristezza

51

...ed é domani

52

Pianure

53

Pioggia

54

Attimi d'eterno

56

Coglimi una rosa

57

Pedalando a mezzanotte

58

Cuore di lago

60

Domenica mattina di buon'ora

61

Passi nella pineta in riva al mare

62

Le immagini del cuore

64

Estate

66

Guardando le nuvole

67

Capitolo 4 - Storia

68

Il tempo

69

Ypres, Natale 1914

70

Fuggo dalla guerra

72

Dove sei umanità

73

Capaci, 1992

74

Passato

75

L'alito della storia

76

25 aprile – Io voglio ricordare

77

E il sole se ne frega

78

Antichi muri

79


Ho visto con I tuoi occhi (a mio nonno partigiano)

81

Capitolo 5 - Amore

82

Mi innamoro di tutto

83

Al di là dei nostri respiri

84

Spero che lui ritorni

85

Come

86

Come una lacrima asciugata dal vento

87

Niente è cambiato

88

Ho scavato

89

Una poesia

90

I sogni

91

Innocenza

92

Le flessuose tue curve

93

Capitolo 6 - Famiglia

94

A mia madre nel giorno del suo matrimonio

95

Grande cuore (a mio nonno)

96

Via della Canova 21, interno 1

98

Come l'acqua

99

Passi di futuro

100

Perciò poesia

101

Negli occhi di un figlio

102

Sudore e polvere

103

Ricordo d'amica

104

Pensando a Oliviero

105

Quando morirò

106

Capitolo 7 - Montagna

107

Dialogo con la Terra

108

Tempesta

110

Succede a volte

112

El silenzio

114

Ode alla montagna

115

Il sentiero

116


Alba

117

L'alpinista

118

Il sentiero dei 7 paesi di Vezzano

119

Salgo (il sentiero 2)

120

Indice

121

…… ed il viaggio continua………


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